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In distribuzione gratuita presso le edicole di Monreale e frazioni ENOTECA PIZZERIA-POLLERIA DA ASPORTO Tel : 091 9820694 Cell : 328 0882950 Salita Garibaldi 18-Monreale Febbraio 2011 FILO DIRETTO - ANNO II - N. 11/2011 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio N°11 Di Luigi Gullo ALL ’ INTERNO ORFANI POLITICI L a sentenza emessa dalla Corte di Cas- sazione nel processo che ha coinvolto l’ex presidente della regione siciliana Totò Cuffaro non può che inevitabilmente riaprire la discussione ed il confronto all’interno ed all’esterno dei partiti su cosa significhi fare politica in Sicilia. E’ una sentenza che fa male ai cittadini e alla politica tutta, perché arriva a conferma del forte legame, a volte inscindibile, tra politica e mafia. E’ una ferita inferta alla speranza, all’entusiasmo e all’impegno di chi si approc- cia seriamente alla politica e di chi crede, con il proprio voto, di affidare a uomini one- sti, oltre che competenti, la gestione della nostra terra e del nostro futuro. Non aiutano di certo le dichiarazioni espresse dai sodali di Totò Cuffaro che, seppur affermando il rispetto per le sentenze e per la giustizia italiana, confermano l’amicizia incondizionata e l’estrema fiducia ad un uomo politico condannato per mafia in via definitiva. Delle due l’una. In un paese normale, in una regione normale, che non fosse vittima di un elevato analfabetismo civico e di conseguenza politico, dovreb- bero provocare sgomento e confusione tra gli elettori del PID i pellegrinaggi dei propri rappresentanti politici al carcere di Rebibbia. In un paese normale, in una regione normale, i membri di un partito, per anni sodali e al seguito di un capo carismatico segnato dalla giustizia, dovrebbero, se non arrivare alle proprie dimissioni, quantomeno mostrare imbarazzo e segue a pag. 3 email : [email protected] blog: filodirettoblog.wordpress.com REAL SOCIETA’ Via Fondo Cangemi 2/C Il CRES in liquidazione: 44 dipendenti perdono il posto di lavoro pag 2 Assistenza igienico sanitaria: quando a scuola i conti non tornano pag 5 Movimento Braccianti e Forestali vs Sindacati Confederali e viceversa pag 10 pag 6 Aspettando i referendum 2011 pag 4 Dissesto idrogeologico, piani urbanistici e rispetto ambientale Per la Vostra pubblicità su Filo Diretto scrivete a [email protected] o contattateci al numero 347 6531973

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ENOTECAPIZZERIA-POLLERIA

DA ASPORTO

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Salita Garibaldi 18-Monreale

Febbraio 2011

FILO DIRETTO - ANNO II - N. 11/2011 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio

N°11

Di Luigi Gullo

ALL ’ INTERNO

ORFANI POLITICI

La sentenza emessa dalla Corte di Cas-sazione nel processo che ha coinvolto

l’ex presidente della regione siciliana Totò Cuffaro non può che inevitabilmente riaprire la discussione ed il confronto all’interno ed all’esterno dei partiti su cosa significhi fare politica in Sicilia. E’ una sentenza che fa male ai cittadini e alla politica tutta, perché arriva a conferma del forte legame, a volte inscindibile, tra politica e mafia. E’ una ferita inferta alla speranza, all’entusiasmo e all’impegno di chi si approc-cia seriamente alla politica e di chi crede, con il proprio voto, di affidare a uomini one-sti, oltre che competenti, la gestione della nostra terra e del nostro futuro. Non aiutano di certo le dichiarazioni espresse dai sodali di Totò Cuffaro che, seppur affermando il rispetto per le sentenze e per la giustizia italiana, confermano l’amicizia incondizionata e l’estrema fiducia ad un uomo politico condannato per mafia in via definitiva. Delle due l’una. In un paese normale, in una regione normale, che non fosse vittima di un elevato analfabetismo civico e di conseguenza politico, dovreb-bero provocare sgomento e confusione tra gli elettori del PID i pellegrinaggi dei propri rappresentanti politici al carcere di Rebibbia. In un paese normale, in una regione normale, i membri di un partito, per anni sodali e al seguito di un capo carismatico segnato dalla giustizia, dovrebbero, se non arrivare alle proprie dimissioni, quantomeno mostrare imbarazzo e segue a pag. 3

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REAL SOCIETA’

Via Fondo Cangemi 2/C

Il CRES in liquidazione: 44 dipendenti perdono il posto di lavoro pag 2

Assistenza igienico sanitaria: quando a scuola i conti non tornanopag 5

Movimento Braccianti e Forestali vs Sindacati Confederali e viceversa pag 10

pag 6

Aspettando i referendum 2011

pag 4

Dissesto idrogeologico, piani urbanistici e rispetto ambientale

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Anno II - n.11

E’ un’intervista amara quella fatta a Piero Gaglio, RSA della CGIL, per-

ché rivolta a chi sa di non avere più speranze di riappropriarsi del proprio lavoro. Sul CRES è stata posta una pietra tombale, i soci fondatori han-no decretato la sua liquidazione ed il licenziamento dei 44 dipendenti. Il CRES nasce a Monreale negli anni ’80 per scelta del Comune di Monreale e dell’Università, quali soci istituzionali, e di alcuni professori universitari, quali soci privati. Sono stati loro a decidere

di costituire nel territorio monrealese un polo di ricerca nel settore informa-tico, elettronico e delle telecomunica-zioni, su un terreno ceduto dal comune Normanno alla Regione Siciliana per questo scopo, e saranno sempre loro ad avviare in data 30/12/2011 il processo di liquidazione.

La crisi del CRES è riconducibile alla congiuntura internazionale negativa che sta attraversando il vostro settore? La crisi si comincia ad intravedere nel-la seconda metà degli anni ’90, quando cambia il metodo di finanziamento dei progetti da parte degli enti pubblici. Si

Lavoro

44 dipendenti perdono il posto di lavoro e non percepiscono lo stipendio da 16 mesiCRES in liquidazione: un buco di 4 milioni di euro a carico del Comune di Monreale e dell’Università?

Piero Gaglio: siamo stati abbandonati dai politici

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vuole, a differenza di prima, che solo una parte del progetto sia finanziata dal pubblico mentre l’altra parte deve essere finanziata dal mercato.

E’ una logica che evita i finanzia-menti a pioggia e premia la ricerca davvero utile e richiesta dal mercato. Si è trattato allora di un problema di competitività? Un problema di competitività ma an-che geografico. Il Cres si è dovuto con-frontare con un territorio, quello della Sicilia occidentale, con poche società interessate ai nostri progetti.

Allora è stato sin dall’inizio un errore creare questo Ente a Monreale? In realtà l’idea era buona, sono sta-te create diverse valide professiona-lità che si sarebbero potute sfruttare a livello comunale, provinciale o regio-nale. Noi siamo stati completamente e inspiegabilmente abbandonati dalla politica. Gli altri soci istituzionali su-bentrati nel corso degli anni, Camera di Commercio e Banco Di Sicilia, ne sono usciti. Per ultima, ad Agosto, ha presentato le dimissioni la Provincia re-gionale di Palermo.

Qual è la situazione economica che i dipendenti stanno affrontando? In questi anni i dipendenti hanno sorretto interamente il peso della crisi riducendosi le ore di lavoro, e non per-cepiamo lo stipendio da 16 mesi.

Vi sono stati interventi da parte di

organi politici per la salvez-za del centro? No, nulla è stato fatto.

Sui giornali sono stati più volte di-ramati comunicati da parte di espo-nenti politici che facevano prefigurare il raggiungimento di una soluzione a breve. Può esserci stato l’impegno di qualcu-no, ma il risultato è che abbiamo perso tutti il posto di lavoro.

Come si è mosso il sindacato? L’unica cosa che il sindacato poteva fare,e difatti ha fatto, è stato sensibi-lizzare i soci, cioè le istituzioni, ma ciò non è servito a nulla.

Qual è la situazione attuale dell’ente. L’ente è in liquidazione. Il commis-sario liquidatore ci ha chiesto di non essere presentarci più. La cosa molto grave, e sulla quale ancora non ho avu-to risposta, è che l’Ente ha un buco finanziario di 4 milioni di euro, Non si capisce come i soci fondatori, il Comu-ne e l’Università, che negli anni hanno nominato i revisori dei conti e hanno quindi vagliato i bilanci abbiano potu-to accumulare questo enorme debito. Non hanno pianificato alcun intervento nella piena consapevolezza di questa profonda crisi. Luigi Gullo

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Il Centro di ricerca monrealese

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Febbraio 2011 Politica ed Editoriale

Il mese di gennaio ha visto la nascita uffi-ciale di un nuovo movimento politico, “In

Autonomia e Libertà”. Per saperne di più ho incontrato alcuni membri del direttivo. Il presidente Guido Gulì, assieme a Nicolò Taibi, Giosuè Cangemi e Paolo Mastropaolo mostrano subito interesse a manifestarmi le motivazioni che li hanno condotti a creare questo nuovo progetto politico. L’amore per la città in cui viviamo assieme ai nostri figli, la tristezza nell’osservarne il declino e la voglia di contribuire e di esse-re protagonisti della sua ripresa ci ha spinto ad impegnarci in prima persona creando un nuovo movimento politico.

Cosa distingue il vostro movimento dagli altri partiti presenti nel panorama politico monrealese? Certamente la metodologia del lavoro. Il nostro è un movimento trasversale che na-sce tra la gente e vede protagonisti soggetti appartenenti a tutte le classi sociali e lavora-tive. “In Autonomia e Libertà” vuole riavvici-nare i cittadini alla politica, in un momento in cui la politica a livello nazionale offre uno spettacolo desolante. Il movimento è stato creato con il desiderio di coinvolgere il cit-

tadino nella riscoperta e valorizzazione dell’i-dentità della città di Monreale e del suo ricco patrimonio culturale, che osserviamo essere avviato in una fase di oblio. In particolare puntiamo sul coinvolgimento dei giovani per farli sentire parte integrante della città. Ed abbiamo intenzione di avviare una serie di iniziative che li vedano protagonisti. E’ un movimento che nasce per vivere Monreale.

Qual è il vostro orientamento politico? Il nostro è un movimento di centro destra, ma non ha preclusioni nei confronti di nes-suna delle forze politiche presenti a Monre-ale, con le quali vogliamo invece collaborare ed aprire un confronto, purché siano real-mente disposte a lavorare per il bene della città.

Sia Mastropaolo che Taibi in passato sono stati assessori della giunta Caputo. Avete quindi un rapporto privilegiato e di affinità con l’attuale amministrazione di centro de-stra o, al contrario, volete sottolinearne le differenze, magari proponendovi come rife-rimenti di Fini e di FLI? Teniamo a sottolineare la nostra autonomia da qualsiasi partito o esponente politico. E

Nasce a Monreale il Movimento politico e culturale “In Autonomia e Libertà”Vogliamo valorizzare l’identità e il patrimonio culturale di Monreale

Di centro destra ma senza alcuna preclusione con le forze politiche monrealesi

Giosuè Cangemi, Nicolò Taibi, Claudio Mastropaolo, Guido Gulì

la nostra nascita, avvenuta in un momento non sospetto, ben distante da competizioni elettorali, dimostra che non abbiamo come scopo quello di portare voti a questo o a quel partito. Ciò non toglie che al momento op-portuno valuteremo quali alleanze fare o chi appoggiare, ma tenendo conto della validità dei programmi espressi per la città e non dei colori politici. La nostra indipendenza ci con-sente di non avere preclusioni nei confronti di nessuno. Non vogliamo fare inutili critiche bensì essere propositivi.

Luigi [email protected]

ORFANI POLITICIcontinua da pag. 1sentirsi in dovere di fornire spiegazioni ai propri elettori sul pro-prio passato politico, condiviso e al seguito di un condannato. Do-vrebbero prenderne le distanze ed inaugurare l’avvio di una nuova fase politica in controtendenza con il pas-sato.Sarebbe stata auspicabile l’apertura di un di-battito interno al partito sulla questione del-la legalità che potesse dare vigore a quella stagione di rinnovamento della politica tanto auspicata e ricercata dai cittadini. Invece abbiamo assistito ad una chiusura a riccio intorno al carismatico fondatore per l’indi-viduazione del suo naturale erede, nella più assoluta continuità politica.Il segretario del PID Sergio Romano ha di-chiarato che il partito non subirà un calo del

consenso elettorale, in quanto “Chi votava per Totò votava per Romano, Dina, Gianni, per un’intera comunità che ha un proget-to condiviso da Cuffaro”, e che a centinaia arrivano le dimostrazioni di affetto e fidu-cia su Cuffaro. E’ un commento, seppure dato a caldo, molto grave. Ma davvero si può pensare che un terremoto giudiziario di tale portata non possa avere ripercussio-ni sull’elettorato e che non vi saranno tan-ti cittadini delusi, amareggiati, sconfortati per avere creduto fino all’ultimo e per avere sostenuto elettoralmente colui che avrebbe dovuto incarnare e farsi portatore di principi etici condivisi, di valori cristiani? Un eletto-rato divenuto orfano e alla deriva, in cerca di un approdo in un partito che lo possa meglio rappresentare, magari lo stesso UDC dal quale Totò li aveva fatti migrare? Pensa-re questo equivale a descrivere un elettora-to, il proprio elettorato, talmente immaturo da essere sprovvisto di capacità critica, di pensiero libero e privo di fiducia nella ma-gistratura. Fatto molto grave che equivale a screditare la magistratura stessa, seguendo

un copione ormai aduso a Roma. Ed equivale a descrivere un agire politico basato su un rapporto clientelare, così forte e inscindibile che neanche tre gradi di giudizio possono scalfire.Mi voglio augurare invece, per il bene della Sicilia, che l’analisi di Romano venga con-futata dai fatti e che si verifichi uno scos-sone nel partito, sia all’interno della classe dirigente che tra l’elettorato, e che si possa assistere ad un segnale forte espresso con-tro chi ha utilizzato la politica per favorire la mafia, contro chi ha cavalcato i principi etici e morali dei cittadini per percorrere una straordinaria carriera politica Luigi Gullo

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Anno II - n.11Territorio

Basterebbe prendere in mano le tabelline, fare due semplici calcoli e chiunque capirebbe il disagio che viene fuori se non vi è una corretta corrispondenza numerica tra le assistenti, le ore di lavoro da esse svolto e il numero dei bambini che necessitano dell’assistenza; se a questo aggiungiamo la mancata e adeguata retribuzione, allora il pessimo risultato è più che assicurato.

Assistenza igienico sanitaria nelle scuole: quando la matematica, e non solo quella, diventa un’opinione… i conti ovviamente non tornano!

Siamo davanti ad una paradossale

questione, non solo sociale, ancor meno politica, ma certa-mente umana. Prima di iniziare a raccon-tarvi la situazione oggetto del nostro inte-resse, mi corre l’obbligo di confessarvi la mia ignoranza in merito, a conferma che molto spesso le cose vengono oculatamen-te celate. Intendiamo pertanto fin d’ora dare voce a chi ancora attende la risolu-zione della problematica (s)fiduciosamente, ma intendiamo anche per dovere e diritto d’informazione tenere aggiornata la citta-dinanza su un fatto che più o meno diret-tamente riguarda tutti, anzi oserei dire, ri-guarda la coscienza di ognuno di noi. Circa due mesi fa partecipai ad una seduta del consiglio comunale, il cui ordine del giorno fu, come d’altra parte continua sempre ad essere, il debito fuori bilancio. Quella volta però si aggiunse un altro punto, stretta-mente correlato al debito pubblico, ed era il pagamento, o meglio il mancato paga-mento, delle assistenti scolastiche, che pur elargendo il proprio lavoro con encomiabile devozione e spiccato spirito di abnegazio-ne, non percepivano lo stipendio a partire dal 2009. Sgomenta cominciai ad approfon-dire la questione, venni a conoscenza an-che di fatti connessi ad essa, e seppi che il problema non era solo di ordine economi-co, ma anche di tipo organizzativo, cioè l’o-rario di lavoro contrattuale delle assistenti, era in netta discrepanza con l’orario scola-stico, durante il quale i bambini necessi-tano di assistenza. Ecco che qui entra in gioco la matematica. Ci sono 13 assistenti, per 28 bambini, distribuiti in diversi plessi scolastici nelle varie frazioni di Monreale, il contratto di lavoro è part-time di 4 ore, l’orario scolastico è di 6 ore giornaliere. Vo-lendo spiegare ciò in altri termini, significa che un’assistente ha in carico due bambini in media, l’assistente dovrebbe rimanere a scuola soltanto per 4 ore, e le altre 2 ore i

bambini rimarrebbero scoperti, ricordiamo-ci che si tratta di assistenza igienico-sani-taria per cui di prima necessità, ma l’orri-bile ed errato conteggio non finisce qua. Spesso i due bambini presi in carico dalla stessa assistente si trovano in due plessi differenti, a volte anche abbastanza lontani tra loro, costringendo l’assistente a fare la spola, cosa che accade per esempio nella frazione di Pioppo. Risultato? Ciascun bam-bino usufruisce di sole 2 ore di assistenza rimanendo scoperto per 4 ore! L’assistente dal canto suo è costretta a fare avanti e

indietro, sperando di arrivare in tempo per lo svolgimento del proprio lavoro, quando non riesce a farlo nonostante la buona vo-lontà, allora vengono chiamati i genitori, che accorrono premurosi portando oltretut-to i prodotti igienici di prima necessità, di cui la scuola stessa non dispone. A questo punto le condizioni sfavorevoli costringono i genitori a portare via i bambini dalla scuo-la prima della fine dell’orario scolastico. Ci tengo a sottolineare che i bambini frequen-tano la scuola dell’obbligo, per cui hanno il diritto e il dovere di farlo per l’intero orario. Nelle scuole che accolgono, per così dire, i bambini le barriere architettoniche non mancano ostacolando in tal modo, invece di agevolare, il movimento sia dei bambini con difficoltà motorie sia quello dei geni-tori, che , in presenza di rampe di scale,

portano a spalla il proprio figlio. Inesistenti gli spazi ludici e adibiti all’intrattenimento. Facciamo allora il punto della situazione, e per meglio capire ciò che non funziona e ciò che non viene preso nella giusta con-siderazione, ho cercato la collaborazione di qualcuno che si stesse occupando di que-sto increscioso caso e che fosse interessato più da vicino. -“Sono la mamma di un bim-bo di 3 anni che ha un problema motorio; un bambino che non ha problemi cognitivi ma che ha difficoltà a camminare e a stare in equilibrio; un bambino che ha bisogno di andare a scuola perchè il contatto con gli altri bimbi lo può aiutare a far sì che il suo rimanga soltanto un problema fisico.” Afferma Maria Antonella Serio, e aggiunge “Il problema sta nel fatto che ancora una volta il Comune di Monreale non ha fon-di né per pagare le assistenti per questi bambini, né per aumentare il personale né per aumentare le ore, e che noi mamme dobbiamo sperare in un miracolo.”- Comin-ciamo a chiederci se in consiglio e nell’am-ministrazione ci sia qualcuno che ha preso a cuore la suddetta situazione, e con gra-devole sorpresa apprendo che la risoluzione viene sollecitata da molti consiglieri indi-pendentemente dal colore politico. Decido quindi di entrare nel vivo della questione economica avvalendomi della disponibilità del consigliere Santo D’Alcamo che ha cu-rato e portato avanti fin dall’inizio la legit-tima causa per gli aventi diritto. Anzitutto ci si rende conto che le assistenti dovreb-bero essere pagate da una cooperativa la quale attinge (!) alle casse comunali. Quin-di a discapito di quanto prevede la legge nazionale 328\2000 in materia di assisten-za, che eroga i fondi attraverso i distretti socio-sanitari, i quali a loro volta pagano direttamente le cooperative, evitando così cavilli e lungaggini burocratiche. Nel no-stro caso invece è, o meglio dovrebbe esse-re, il comune a pagare la cooperativa, con i noti e ormai annosi ritardi. Ecco che il debito fuori bilancio si ripresenta. Stipendi arretrati per 16 mesi, un contentino arriva-

Filo direttofilodirettomonreale@hotmail.itfilodirettoblog.wordpress.com

RedazioneDirettore Editoriale

Luigi Gullo

Direttore ResponsabileAlex Corlazzoli

RedattriciPiera Autovino, Maria Rita Carrà

Barbara La Barbera

VignettistaAntonino Carlotta

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design e logo Rosanna Romano

FotografieLuciano Busicchia, Piera Autovino

Hanno CollaboratoValentina Lucchesi, Nino Carlotta

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Febbraio 2011 Società

to poco tempo fa con il pagamento di 2 mensilità, genitori demoralizzati per l’oltraggio al proprio diritto e a quello della prole, e i bambini che, loro mal-grado ed ignari di tutto, si ritrovano a non poter compiere il “proprio dovere” permanendo a scuola per tutto il tempo necessario. Chiediamo allora ai consi-glieri Santo D’ Alcamo e Massimiliano Lo Biondo, quali saranno le prossime manovre per risolvere la spiacevole fac-cenda. -“Nel prossimo bilancio di previ-sione si chiederà con un emendamento un’ operazione di raschiamento econo-mico. Vale a dire, stabilita la priorità della pratica, si chiederà all’ ammini-strazione di utilizzare fondi ricavati dal prodotto interno, sottraendoli magari ad una spesa di secondaria importan-za. Si prevede che l’importo stanziato, ancora da definire, da poter richiedere è di circa 140.000 euro.”- Rispondono unanimi. E ancora aggiungono -“Oltre-tutto sarebbe importante che ci fosse un piano annuale sul controllo delle iscrizioni scolastiche dei bambini che necessitano dell’assistenza, in modo da calcolare correttamente il numero delle assistenti richieste”-.Per il momento ci fermiamo qui con i calcoli e i conti che non tornano, at-tendiamo nuovi sviluppi e sulla base di quello che ci detta la nostra coscienza, e, quando si tratta di minori, la sua voce dovrebbe gridare più forte, assi-curiamo che non perderemo di vista l’iter, speriamo non solo quello buro-cratico.

Maria Rita Carrà[email protected]

Tutt i ne parlano ma in pochi sanno cosa è

Approfondimento su uno strumento della nostra dmocrazia

MONREALE - Nei prossimi

mesi noi Italiani sa-remo interpellati su alcuni dei temi cal-di degli ultimi mesi del 2010: si tratta nello specifico del referendum abrogativo sulla tanto discussa legge sul legittimo impedimento, su quello che vuole bloccare il ritorno del nucleare in Italia e altri due contro la privatizzazione dell’acqua.Ma sappiamo tutti cosa è un referendum e l’importanza che riveste nel nostro sistema democratico?In attesa dei prossimi importanti e attesi referendum cerchiamo di capire di cosa si tratta perché non ci si debba pentire di non avere esercitato per disinformazione questo diritto tanto importante nel nostro Paese.L’art.1 della Costituzione italiana sancisce la sovranità popolare, per l’esercizio della quale si utilizza proprio il referendum.Il primo e più famoso risale al 2 giugno del 1946: gli Italiani furono chiamati a sce-gliere tra monarchia e repubblica e, ancora oggi, festeggiamo in quella stessa data la nascita della nostra Repubblica.Appare dunque chiara l’importanza di tale strumento, il cui nome deriva dal gerundi-vo neutro del verbo latino “refero” e indica lo strumento attraverso cui il corpo elet-torale viene chiamato a decidere su temi specifici. Per tale motivo esso è manifesta-

zione di democrazia diretta.La nostra Costituzione prevede tre tipi di referendum: abrogativo di leggi e atti in forza di legge, territoriale per la fusione di regioni esistenti o la creazione di nuove regioni o, ancora, per il passaggio di comu-ni e province da una regione ad un’altra; infine quello costituzionale per le leggi o revisioni costituzionali.In altri Paesi si utilizzano anche altre ti-pologie di referendum: ad esempio quello propositivo, per proporre una nuova legge, utilizzato nella Repubblica di San Marino, ma non previsto nella nostra Repubblica.Cosa, allora, dovremo decidere in questi primi mesi del 2011? La legge sul legittimo impedimento preve-de, in breve, che il premier e i ministri in virtù delle attività di governo che praticano siano legittimamente impediti a partecipa-re alle udienze penali in cui dovessero ri-sultare imputati per una durata di 18 mesi. Gli Italiani sono dunque chiamati ad espri-mersi contro o a favore della persistenza di questa legge molto discussa.Il secondo referendum riguarderà invece l’abrogazione delle norme circa il ritorno del nucleare in Italia, che tanto preoccu-pa gli Italiani che, ancora a molti anni di distanza, non hanno dimenticato gli orrori del nucleare a Cernobyl.Infine gli altri due referendum ci interro-gheranno nell’ottica di abrogare la cosid-detta legge Ronchi, che ha introdotto il principio della gara pubblica per l’assegna-zione della gestione dei servizi idrici.Quali sono, se ce ne sono, gli aspetti nega-tivi di questo strumento democratico?Ebbene i detrattori del referendum pensa-no che poter dire solo o sì o no su questio-ni, spesso troppo delicate e articolate, crei molte difficoltà e confusioni nei cittadini, rendendo questo strumento a volte negati-vo proprio per chi lo propone.Tuttavia non si deve dimenticare che è comunque una grande occasione per tutti noi cittadini essere interpellati e sarebbe necessario non trascurare questo impor-tante diritto-dovere.

Barbara La [email protected]

Aspettando i referendum 2011

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Hanno CollaboratoValentina Lucchesi, Nino Carlotta

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Anno II - n.11Territorio

La relazione che intercorre tra l’uo-mo e il mondo naturale è un ele-mento costitutivo dell’identità socio-antropologica. Le responsabilità dell’uomo sull’ambiente dovrebbero pertanto avere ampio re-spiro, non solo nel presente ma anche proiettandosi nel futuro, per evitare nel lungo tempo danni irreversibili e consumi territoriali. La stessa Costi-tuzione all’articolo 9 ci indica i punti salienti per la tutela paesaggistica. Se-condo lei, cosa e come viene fatto in questo senso? “L’articolo 9 prevede lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecni-ca, nonché la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. La politi-ca avuta in questi anni, nonostante la

propaganda e gli annun-ci, non ha fatto nulla in questo senso, nonos tante gli esponen-ti anche re-gionali che Monreale ha e s p r e s s o . Esemplifica-tivo è il caso della chiu-

sura del centro di ricerca scientifica del Cres nonostante gli annunci. Sulla tutela del paesaggio possiamo sempre collegarci all’assenza del P.R.G. e con esso agli scarsi interventi sul dissesto idrogeologico nonché a quelle politi-che a favore del rimboschimento, visto che nel nostro territorio rientrano siti

come la Pizzuta, Casaboli e San Mar-tino. Ogni intervento purtroppo, è oggi compromesso dalle disastrose condizio-ni economiche in cui è stato fatto pre-cipitare il Comune a partire dal lontano 1994”.

Crede che il processo di urbanizza-zione attraverso il quale si assiste ad un calo di presidio umano nelle cam-pagne, per cui vengono meno opere di bonifica, manutenzioni ordinarie, ter-razzamento dei terreni, convogli delle acque, abbia contribuito negativamen-te all’aggravarsi del naturale dissesto idrogeologico? “Credo di si, ma credo anche che vada sottolineata l’assenza di una politica volta alla salvaguardia del territorio. Ciò non vuol dire che la valorizzazione del territorio debba necessariamente scontrarsi con l’aspetto urbanistico e con l’insediamento abitativo. Emblema-tico a questo proposito è l’assenza di un Piano Regolatore Generale (P.R.G.) nonostante i continui annunci e l’ as-senza di finanziamenti su progetti per il dissesto”.

Ha appena citato il P.R.G., a tal pro-posito qual è la situazione attuale? Dal momento che gli studi urbanistici dovrebbero essere conformi e a tutela degli aspetti fisici, economici e socia-li, ritiene che questi criteri siano sem-pre messi in atto? “La vicenda è un segreto di stato. Negli anni ottanta l’ amministrazione fu sciolta proprio per la mancanza del P.R.G., da allora nessuno ne parla più in maniera determinata e concreta anzi è come se si volesse far credere che l’ assenza di un P.R.G. possa essere ga-rante allo stesso tempo dello sviluppo

commerciale, urbanistico, edilizio, am-bientale, finanche dell’insediamento produttivo.”

Quindi sostanzialmente sta afferman-do che il P.R.G. in vigore risulterebbe anacronistico rispetto alle carte tema-tiche del P.A.I. (Piano dell’ Assetto Idrogeologico)? “Assolutamente si. Non si può pen-sare che possa essere compatibile una carta risalente agli anni ottanta con quella invece risalente al 2004. Ma in più questo è un fatto che ha poi de-terminato gravi ripercussioni sull’eco-nomia. Infatti se solo avessimo avuto una questione politica consapevole di ciò, si sarebbe potuto attenzionare il territorio e quindi chiedere l’accesso a finanziamenti, ragione per la quale vi sarebbe stata una ricaduta positiva sulle imprese”. Gli strumenti tecnici e tecnologici attualmente utilizzati, a suo avviso, risultano essere idonei in materia di misure preventive? “Ritengo che qualsiasi risorsa tecnica e tecnologica, che di certo non manca, non possa mai e poi mai prescindere da una conoscenza del territorio che in

Nello scorso numero abbiamo trattato il tema del dissesto idrogeologico, vogliamo adesso approfondire l’argomento, cercando di evidenziare i punti di correlazione con la materia urbanistica. Per fare ciò abbiamo intervistato un

esponente politico nonché consigliere comunale del PD ed esperto in materia geologica, Massimiliano Lo Biondo.

Dissesto idrogeologico, piani urbanistici e rispetto ambientale: l’uomo agisce per il mantenimento del corretto equilibrio tra essi oppure diviene egli stesso artefice di sfruttamento selvaggio del territorio, subendone poi le logiche conseguenze?

Massimiliano Lo Biondo, consigliere comunale

del PD e geologo

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Febbraio 2011 Cultura

“CON QUELLE IDEE AVVENIRISTICHE...”Officine Ricerca a Monreale

“All’ombra delle poderose absidi del Duomo, tra i silenziosi vicoli dei suoi quartieri storici, Monreale nasconde se-greti dall’inimmaginabile bellezza. Dietro porte sprangate, pareti rovinate da grigi intonaci, attraverso finestre appannate dal trascorrere del tempo, fantasmagori-che visioni di angeli dalle ali di stucco si muovono tra il bagliore di pitture colora-te, all’interno di spazi ancora vivi di un passato unico e ricco di storia”. L’associazionismo nasce, come appunto dice la parola stessa, dall’esi-genza di unirsi per raggiungere uno scopo comune; ed è proprio questo che ha spinto ognuno di noi a costituire l’as-sociazione Officine Ricerca. Ridestare il senso civico e cul-turale in noi stessi prima di tutto, squar-ciare quell’ambiguo “silenzio” che ormai da troppo tempo sen-tiamo aleggiare intor-no: questo lo scopo che ci ha subito tro-vati vicini. Recupera-re la consapevolezza di un territorio ric-co di storia ma soprattutto riappropriarci delle testimonianze di cui questa storia ci ha fatto dono. L’obbiettivo che da operatori culturali e da cittadini consapevoli ci poniamo è quello di riscoprire questi luoghi dall’eccezionale interesse storico-artistico, che ormai in pochi conoscono e che sembrano vivere soltanto nei ri-

cordi nostalgici ed un po’ appannati de-gli anziani o nelle invettive di studiosi ed appassionati. Qual è il volto degli Angeli di Giacomo Serpotta nella Chiesa dell’Itria? Chi non ha mai immaginato almeno un volta di inoltrarsi e riscoprire gli spazi segreti dell’antica Abazia Benedettina? Dove si trova la misteriosa Santa Ciriaca che si dice costruita ancora prima del duomo? Per quanto tempo ancora rimar-rà in piedi la Chiesa del Monte? Negli ultimi tre anni ci siamo

concentrati su progetti che ci hanno permesso di realizzare diversi ap-puntamenti tra i quali, quello che maggior-mente ci ha coinvolto, è stato “All’ombra del Duomo...”, progetto nato da un’idea molto più grande e avveniri-stica di quanto in realtà finora non si sia riusciti a realizzare. Ma poco importa alla fine: in un epoca in cui si assiste alla morte delle ideologie e al ve-nir meno di valori e di

sentimenti puri, che non siano contami-nati da logiche di consumo che come tali spingono a “gettare via e a dimen-ticare”, è già un traguardo importante riuscire almeno a catturare le attenzioni più fugaci, a spingere a guardare ed a “sentire” veramente il luogo nel quale si vive e al quale in qualche modo si appartiene sempre. Solo così possiamo riportarlo a nuova vita scongiurandone quell’impietoso deterioramento che sen-za dubbio ne determinerebbe la distru-zione seguita da un incolmabile vuoto. Ricordando tuttavia che la con-sapevolezza di sé e della propria identità non vuole essere finalizzata al raggiungi-mento di “particolarismi” bensì alla con-quista di una coscienza umana aperta a valori universali e senza tempo.

questo caso viene meno, proprio per quell’ assenza del P.R.G. aggiornato che, come dicevo prima, a tutt’oggi ancora manca.”

Potremmo affermare, a parer suo che nel nostro territorio c’è una cor-retta relazione tra il territorio, il ri-spetto dovuto ad esso e un regolare sviluppo industriale al passo con i tempi, con conseguenti potenzialità occupazionali? “In realtà ritengo che non esistano studi all’altezza dell’ importanza del nostro territorio. Questo non perché non vi siano risorse umane in grado di svolgerli adeguatamente, ma per-ché negli anni novanta vi è stata una politica parolaia fatta di annunci e di propaganda. Per esempio con un territorio così vasto come il nostro, parliamo di 55.000 ettari di espansio-ne, credo che con una politica all’al-tezza, avremmo potuto avere inse-diamenti produttivi e industriali più significativi, cose che in altre aree magari meno ampie invece esistono. A tutt’oggi noi possiamo affermare che non esiste una vera e propria area artigianale ed industriale nel nostro territorio”.

Cari lettori vi lancio uno spunto di riflessione:“Una delle cause principali della cri-si ecologica sta nel fatto che noi in primo luogo non sappiamo ciò che facciamo, e in secondo luogo quando ci vengono rese note le conseguen-ze del nostro agire non disponiamo di un meccanismo che ci induca a modificarlo.” (V. Hösle) Maria Rita Carrà

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Anno II - n.11

ERRATA CORRIGENell’intervista di Filo Diretto di gennaio non sono stato abbastanza chiaro circa una importante questione che tengo a precisare con la seguente dichiarazione. Infatti l’intervista riporta una versione non rispondente alla attuale realtà dei fatti, ma che presto auspichiamo di po-tere attuare. “Secondo la mia personale esperienza, tra l’altro già applicata in molti Comuni italiani, ritengo che i progetti relativi a nuovi insediamenti abitativi e opere in-frastrutturali in genere, debbano essere supportati da una relazione geologica di pre-fattibilità in grado di verificare pre-ventivamente la fattibilità di un’opera e dell’impatto ambientale che la stessa in-duce. Infatti, al momento tutti i progetti che pervengono in commissione edilizia vengono inquadrati, direttamente duran-te i lavori della commissione, sulla base dello studio geologico di cui l’A.C. si è dotata in occasione della nuova reda-zione dello strumento urbanistico, oggi in itinere, studio quest’ultimo che tiene conto del piano per l’assetto idrogeologi-co vigente. Tutti gli interventi ricadenti in zone P3 e P4, vengono inviati all’As-sessorato Territorio ed Ambiente, come previsto dalle norme di attuazione del PAI, per assoggettarli al parere di com-patibilità geomorfologica. Il mio personale impegno è quello di sottoporre all’amministrazione comunale la necessità di inserire, tra gli allegati progettual,i uno studio geomorfologico ed idrogeologico preliminare, quale do-cumento di studio ed analisi preventi-vo mirato alla mitigazione e valutazione degli effetti negativi potenziali che la realizzazione di nuove opere potrebbero indurre”

Santino Pellerito, geologo e componente della commissione edilizia comunale

Lettere

Salve a tutti, questo “pezzo ironico” è stato pubblicato nel Foglio informativo Pioppe-

se SUMMACCO, del Comitato Pioppo Co-mune Autonomo. È una finta conversazione con un Politicante che ancora deve nascere e, visto che ancora deve nascere ma sa gia quello che farà da grande, lo chiameremo Si-gnor Spermalitico. Salve Signor Spermalitico, inizio chieden-dole da quale parte della politica sta? “Ottima domanda. Io sono dalla parte dei cittadini, stare a destra o a sinistra in una situazione di completo abbandono da parte dell’organo centrale è un ragionamento trop-po Partitico (non confondiamoci, io dipendo da un altro organo, pur sempre centrale ma è un altro organo). I partiti spesso dettano dei “finti principi” che pensano solo ed esclusi-vamente all’immagine che porta a essa sen-za mettere mai in atto i veri principi di etica e respnsabilità. Comunque, di certo c’è una differenza di pensiero nel seguire una poli-tica di destra o di sinistra, ma qui è impor-tante essere d’aiuto per risolvere i problemi del Paese… che poi non è giusto chiamarli problemi ma è giusto chiamarli DIRITTI e SERVIZI che i cittadini devono avere.”

Ecco, lei che modi avrebbe utilizzato per risolvere il problema dei pendolari? “Lei ha toccato un punto a me caro: anchio aspetto che finisca di pendolare e diventi…” Signor Spermalitico, si fermi per cortesia, ha capito male, io mi riferisco al problema degli studenti pendolari, ovvero la mancata conse-gna degli abbonamenti. “Mi scusi, avevo ca-pito altro. Io di certo avrei organizzato delle assemblee fin dai primi di ottobre (per non dire Maggio) da quando si è venuto a sape-re che nuovamente quest’anno la consegna non c’era. Avrei informato le famiglie colpite, economicamente parlando, da questo dis-sevizio e avrei fatto un po’ di confusione, avrei agitato gli animi… anche perché qui funziona cosi: se le persone non si agitano i problemi non si risolvono… e mi creda come un fratello, solo con pressione e agitazione i problemi si risolvono…magari qualcuno si

UNA FINTA CONVERSAZIONE TANTO PER RIEMPIRE QUESTO SPAZIO

agitasse!!!”

Si si, va bene… allora in merito all’Auto-nomia che questo paese vuole avere, lei che idea ha avuto o ha? “Felicissimo e d’accordissimo, anche perche durante la campagna referendaria sentivo dire spesso “Erezione a Comune…” e li non vedevo l’ora che succedesse… purtroppo poi il 18 Aprile non è successo e non abbiamo avuto modo di festeggiare, peccato… anche se per poco abbiamo fatto “cilecca”. Ma bi-sogna assolutamente ritentare, prima o poi questa erezione ci dovrà essere!”

Secondo lei, cosa un politico non deve mai fare? “Non deve giustificare i tagli o gli aumenti o i disservizi che una amministrazione attua nei confronti della cittadinanza; se un’ammi-nistrazione X si presenta con un programma elettorale Y, una volta eletta deve impegnar-si affinchè porti avanti questo programma e garantire quei servizi già esistenti altrimenti deve smettere di governare e ridare la deci-sione al popolo che riandrà alle urne. Non si può sempre intervenire quando c’è un pro-blema o un’emergenza, bisogna programma-re tutto.” Per finire, Signor Spermalitico cos’altro vuole dire ai Pioppesi attraverso Summac-co? Muovetevi, Agitatevi, informatevi… non sta-te ad aspettare che gli altri lo facciano per voi. Siate protagonisti del vostro futuro e non abbiate mai paura di dire SI quando è giusto dire SI e di dire NO quando è giusto dire NO perché se c’è una società capace di fare ciò vale la pena di nascere altrimente evito mille pene e me ne sto qui dentro al mio…

EHMMM… ABBIAMO CAPITO BENISSIMO. SEGHIAM…ehm no… tagliam..hmm nean-che… CONCLUDIAMO questa discussione. Signor Spermalitico la Ringraziamo e le au-guriamo buona fortuna. Alla prossima.

Nino Carlotta

Filo diretto … con il lettoreAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggeri-menti, e potrete raccontare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane. Inviare e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

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Febbraio 2011 Non è un gioco

Uno sguardo al paeseMi ricordo che

parecchi anni fa venne a visitare il nostro paese il princi-pe Filiberto. Il giorno del suo arrivo venne-ro spostati i cestini, dove normalmente si buttano piccole cose come carta o lattine, da tutto il corso e messi in numero esage-rato nella piazza. Bisognava dare l’idea di una cittadina ordinata e pulita, è come dire bardare a festa un asino per farlo apparire come un cavallo di razza, ma sempre asino è. Il seguito fu che quei cestini sono rima-sti in piazza in numero via via sempre mi-nore. Mi chiedo come si possa pretendere la diligenza dei cittadini a non sporcare le strade se non si dà l’opportunità di avere un adeguato numero di cestini. Il problema è particolarmente sentito in prossimità delle scuole, dove uno straordinario permissivi-smo da l’opportunità alle persone in attesa dell’uscita dei bambini di sostare in doppia fila anche per più di un’ora, durante la quale si consumano dei pasti veloci o si beve del caffè, tutte cose che producono rifiuti che poi non si sa dove buttare. Anche i bambini hanno sempre qualcosa di cui disfarsi. Per esempio non sapendo dove buttare le gom-me da masticare, le sputano per terra e cosi abbiamo i “marciapiedi leopardati”, pieni di macchie nere di chewing gum. Un giorno di pioggia abbondante e siamo tutti con le scarpe in acqua, perché? Avete notato che moltissime grondaie scaricano di-rettamente sopra i marciapiedi? Di particola-re effetto fluviale è il marciapiede che in via Venero costeggia la chiesa di San Castrenze, vere cascate d’acqua vengono giù dal tetto, non c’è nessuna possibilità di evitarsi una bella immersione fino alla caviglia. Ma ve ne sono altre lungo il corso. Se saprete guardare ne scoprirete parecchie.Sempre quando piove, spesso le persone con i parapioggia rimangono incastrate fra i pali della luce e le costruzioni. Questo accade nei marciapiedi piccoli dove fra il palo della luce e i muri delle case rimane meno di un metro.

Certo che chi ha progettato questo modo di collocare i pali dell’illuminazione ha bisogno proprio di essere illuminato nel cervello, po-teva pensare di sistemarli a ridosso del muro lasciando il marciapiede libero. Questo non può che alimentare il sentire collettivo che molti di coloro che lavorano per il comune, politici compresi, sono di una mediocrità a dir poco squallida, pessimi ingegneri, pessi-mi avvocati, pessimi potatori, però ottima-mente pagati.Il nostro centro storico dà, diciamo cosi, del-le concessioni al modernariato. Se vi fate una passeggiata nel corso tenendo il naso in su, vi accorgerete che molte costruzioni soggette a vincolo storico paesaggistico han-no al posto delle tradizionali persiane, delle abominevoli serrande (o tapparelle). Ed ora il top dell’insensibilità, dello squallore estetico, della mancanza di rispetto per la natura, del pernicioso menefreghismo da parte di tutti.Sapete quanti alberi rimangono a fiancheg-giare la via Venero dalla “Piazza Padre Pio” fino alla chiesa di “San Castrenze”? Ne sono rimasti 11.Sapete quanti erano? 36! C’erano trentasei magnifici alberi. Da anni le autorità (e anche noi tutti) hanno permesso un tale scempio. Hanno permesso ai privati di eliminare quel-le superbe piante per farsi scivoli, posteggi, stendere tende fino a metà strada togliendo perfino tratti di marciapiedi. Aggiungo che quei pochi alberi rimasti sono spesso ogget-to di vandalismo come bruciature o chiodi piantati nel tronco. Quelle piante avevano anche più di 100 anni! Hanno permesso un tale scempio per dare spazio ad ammassi di ferraglia dette “automobili”. Ciò che in tutte le nazioni civili viene scoraggiato, e cioè l’u-so dell’automobile nei centri urbani, qui da noi viene premiato! Il verde urbano è parte integrante della bellezza della nostra cittadi-na, quegli alberi erano come i nostri monu-menti. Mi appello alla sensibilità del sindaco Filippo di Matteo, con il quale abbiamo con-diviso magnifici momenti di amicizia quan-do frequentavamo lo stesso liceo. Anche lui ricorderà la splendida alberatura di via Vene-ro e sarebbe una cosa oltremodo gratificante

ripristinarne la sua antica bellezza e, soprat-tutto, tutelarne l’integrità.Allego due foto che mostrano sia le piante che si trovano in corso Calatafimi, sia quelle, della stessa specie, che abbiamo in via Ve-nero. Le prime vengono potate in maniera magistrale, con vari rami lasciati a cerchio che garantiranno una chioma a ombrello folta e simmetrica. La pianta in piena estate avrà una splendida estetica e un’ombra ampia. Quelle della via Venero a Monreale vengono potate in maniera radicale, lasciando soltan-to il fusto come fosse un moncherino. Que-sto modo di potare compromette la vita della pianta e comunque non permetterà mai la crescita di una chioma ampia e simmetrica, in piena estate avrà al massimo un ciuffetto di foglie al centro e un’ombra irrilevante.

Bucceri [email protected]

San Castrenze, Monreale.Potatura con alberi “decapitati”

Corso Calatafimi, Palermo.Potatura corretta

“Lumen...in fabula” Con il patrocinio di RAI RADIO 2, in occasione dell’ iniziativa “M’ILLUMINO DI MENO” nata per celebrare la giornata del risparmio energetico, il Collettivo Link è lieto di presentare: “LUMEN...IN FABULA” Lettura concertata su fiabe di Oscar

Wilde, Luigi Capuana, H.Ch. Andersen. Voce recitante: Silvia Di Blasi. Improvvisazione musicale di Davide Matera: violino, Angelo Onorato: pianoforte. Venerdì, 18 febbraio 2011, ore 21,00, Chiesa degli Agonizzanti, Piazza Guglielmo II, Monreale.

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Anno II - n.11Servizi e Territorio

I marinai della corazzata Potëmkin protestano

perché la carne destinata al loro pasto è deperita e piena di vermi. Capeg-giati da Grigorij Vakulin-cuk chiedono cibo sano. Viene convocato il medico di bordo che nega l’evidenza, affer-mando che la carne è commestibile e invita i marinai a mangiarla senza fare storie, avver-tendo che il rifiuto comporterà la fucilazione. Gli ufficiali, i sottufficiali e qualche marinaio cedono al ricatto e mangiano la carne ma altri rifiutano e vengono trattenuti sotto un telone, in attesa della fucilazione sul ponte della nave, come monito per tutti coloro che oseranno progettare un’insubordinazione!

Assemblea del Movimento Braccianti e Fo-restali uniti per la stabilizzazione. 15 gen-naio 2001, Collocamento di Pioppo, ore 18.00 (I marinai della corazzata Potëmkin prote-stano).

Maurizio Grosso ribadisce quello che da mesi si ostina a ripetere ai lavoratori forestali nel corso del suo giro della Sicilia. Era stato invitato a parlare con i forestali di Pioppo qualche mese fa, in occasione di una as-semblea ad Altofonte: dobbiamo organizzare un’invasione di campo, non delegare sem-pre ad occhi chiusi. Diventiamo protagonisti del nostro futuro. Dobbiamo ragionare, ca-pire come muoverci; non facciamo accordi “sine die” (in una data indeterminata). Sie-te 27 mila, la categoria più numerosa, più vecchia e più precaria. Dobbiamo ribaltare la partita, fare la guerra per lo scudetto (la stabilizzazione), senza bisogno degli onore-voli. Noi siamo disponibili a guidare la lotta. L’articolo 32 della Legge 1 del 2004 prevede che il popolo possa formulare la Legge per la stabilizzazione, purché non sia in contrasto con i principi dell’ordinamento della Regio-ne, individuando i capitoli per il reperimento dei fondi. Dobbiamo parlare quindi di assetto idrogeologico, di protezione civile, di ripu-litura dei letti dei fiumi, di verde pubblico in città. Il nostro obiettivo è quello di co-struire insieme ai lavoratori una legge che

se” realtà forestali del Distretto 2: Abbiamo delegati per la sicurezza (Salvino Carramu-sa), abbiamo indetto i corsi per la sicurezza nei cantieri, abbiamo lottato per l’antitetani-ca e per le scarpe a norma. Nessuno potrà scavalcare la CGIL intestandosi lotte non condotte. I sindacati autonomi rivendicano il rispetto di accordi firmati dai confederali e indicono lotte senza senso.

E’ la volta di Nuccio Ribaudo: questi “pseu-dosindacalisti” asserviti non hanno portato una sola ora di lavoro in più e indeboliscono e destabilizzano la categoria. Uniti possiamo vincere le guerre, la politica vuole che piccoli sindacati autonomi ci dividano. Se avessi-mo chiesto la legge, la regione ci avrebbero detto no! Dobbiamo aspirare ad aumentare la superficie da boscare e chiedere la stabi-lizzazione. Evitiamo la divisione del settore e aboliamo le fasce. Abbiamo un progetto politico ma dobbiamo essere uniti. Conside-rate che in 2 anni sono cambiati 4 assessori regionali. Noi siamo pronti ad iniziare una forte lotta, faremo tante assemblee e non ci fermeremo. Vogliamo partire già da subito con gli avviamenti, vogliamo avere rispo-ste concrete. Lavoreremo per l’applicazione dell’accordo, per la stabilizzazione dei lavora-tori a tempo indeterminato e dei 181nisti. Il nuovo Contratto nazionale è stato firmato e prevede aumenti contrattuali, ma deve esse-re recepito subito e il governo deve mettere a disposizione somme aggiuntive. (Dovete mangiare la carne con i vermi o “fucilazione sul ponte”).

Totò Tripi dà la stessa bordata: stanno emer-gendo “sindacalisti da 4 soldi, senza argo-menti, che attaccano le persone”. A Palermo vengono approvate 70 mila giornate lavorati-ve e a Pioppo 26 mila su un territorio 3 volte più vasto. Dobbiamo chiedere, quindi, l’au-mento delle giornate. Tante battaglie sono state fatte dalle operaie per avere servizi igienici e ripari adeguati nei cantieri (batta-glie perse perché poco è stato ottenuto, di-chiara una convenuta). Attraverso l’accordo del 2009, per la prima volta attraverso una contrattazione sindacale e senza bisogno di

I lavorator i chiedono “cibo sano”!Movimento Braccianti e Forestali vs Sindacati Confederali e viceversa

arrivi entro 7 mesi al tavolo della Regione per essere approvata. Occorrono 10 mila fir-me per proporre la legge. Qualche colpetto all’immobilismo dei confederali non manca: Hanno tenuto la categoria nel precariato da decenni: le lotte che hanno sostenuto non hanno portato a risultati determinanti per la stabilizzazione, ma si è proceduto con ac-cordi poco rispettati dalla controparte, che hanno fatto “tirare a campare” i lavoratori, garantendo solo l’avanzamento della posizio-ne dei sindacalisti all’interno del sindacato e triplicando la richiesta dei loro permessi. I lavoratori, d’altro canto, hanno continuato a vivere nella paura del dimensionamento della categoria, essendo chiamati in Piazza e ottenendo minimi risultati. Non ci sono an-cora progetti a lungo termine, e la program-mazione dei lavori non viene mai fatta all’ini-zio dell’anno. Avete perso 6 anni di arretrati che sono stati utilizzati per far lavorare altri precari a vostra insaputa. Per 30 anni siete stati vittime di partite truccate tra sindacati e governo. Abbiamo fatto lo sciopero alla ro-vescia e a Catania 800 lavoratori stanno “fa-cendo la vertenza” perché vengano pagate le giornate effettuate: emuliamo Danilo Dolci e le Cooperative Senza Terra che hanno vinto queste battaglie (non mangeremo la carne con i vermi).Conclude chiedendo la partecipazione dei lavoratori per stilare la Legge sulla stabiliz-zazione dando la disponibilità ad essere pre-sente ogni 15 giorni sul territorio.

Assemblea lavoratori forestali, 18 gennaio, Scuola primaria di Pioppo, ore 17.30

Lo stato maggiore della FLAI (Federazione lavoratori agroindustria) CGIL fa quadrato in-torno a Tonino Russo, responsabile sindacale della CGIL di Pioppo. Sono presenti infatti Totò Tripi, segretario generale FLAI Sicilia e Nuccio Ribaudo, segretario generale FLAI Palermo. Tonino Russo apre l’assemblea elencando le lotte sindacali, da lui condotte, che da 30 anni hanno fatto scuola! Informa i lavoratori della forestale di Pioppo che oltre il 50% dei pioppesi vive dell’economia della forestale e che Pioppo è una delle più “gros-

La corazzata Potëmkin, Atto I: Uomini e vermi

Nei numeri di ottobre e di dicembre avevo delineato, a grandi tratti, alcune vecchie problematiche dei “forestali” di Monreale e dintorni: I lavoratori “tirano la giacca” alla CGIL, mentre piccoli/nuovi sindacati muovono le acque stagnanti, proponendo particolari forme di pro-testa. I “forestali” vogliono essere ascoltati, sono stufi, dopo 30 anni di lotte, di non avere ancora ottenuto un lavoro stabile e sicuro, e di aver proceduto così lentamente, a piccoli passi, per l’acquisizione di diritti propagandati, da grandi sindacati, come importanti conquiste; minacciano di lasciare la grande “corazzata” (CGIL) per aderire a piccoli Movimenti, che sembrano capaci di muoversi più agevolmente!

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Febbraio 2011 Attualità

Puntuali alle 15.30 nel suo ufficio. Entro

subito nel merito della questione per la quale avevo chiesto l’incontro. La mappatura dei mate-riali in amianto-cemen-to era stata prevista dal decreto 27/95 del presidente della Regione Sicilia e il Ministero dell’Ambiente aveva chiesto di iniziare nel 2003 sborsando sva-riati milioni di euro anche per la bonifica, a che punto è il Comune di Monreale? La mappatura è ancora in fase iniziale ma, poiché ci sono altre priorità, abbiamo dovuto sospenderla. Comunque conosciamo le aree a rischio, ci vengono continuamente segnalate dai cittadini, dai vigili urbani e dai carabi-nieri. Noi verifichiamo la rispondenza delle segnalazioni e, nei limiti delle possibilità fi-nanziarie, interveniamo per la bonifica. Diffe-renziamo le operazioni a seconda che le aree siano pubbliche o private. In quest’ultimo caso, o se l’area non è di competenza comu-nale, inviamo un’ordinanza al proprietario alla quale di solito deve far seguito un intervento di bonifica a carico del proprietario stesso, previa acquisizione di tutte le autorizzazio-ni. Nei casi di inadempienza del privato è previsto un “intervento sostitutivo in danno”, con una differente procedura da seguire: l’uf-ficio si reca sui luoghi, quantifica e comunica l’entità del danno al proprietario, che dovrà pagare, ed effettua i lavori nel presupposto che ci sia la disponibilità economica nelle

casse del comu-ne. Per la boni-fica di piccole aree possono servire anche 1000/2000 euro. Che tempi vi siete dati per

Quanto sta a cuore la salute dei cittadini allanostra amministrazione?

Amianto: 521 morti in Sicilia con un incremento di 70 nuovi casi ogni anno

Maurizio Busacca dirigente dell’APAT risponde a “quattro” domandeconcludere l’opera di mappatura? Siamo certi che una prima mappatura in collaborazione con i vigili urbani e l’ufficio tecnico, verrà effettuata entro l’inizio di quest’estate.Da quello che si vede in giro (vedi foto scat-tate sul territorio di Monreale) risulta che questa amministrazione sia poco sensibile a questo problema; le operazioni di bonifica vengono effettuate con andamento sporadi-co su segnalazione dei cittadini (la determi-na dirigenziale n°100 del 19/02/2010 affidava all’Ammiraglia Recuperi Ambientali il prelie-vo e lo smaltimento di un certo quantitativo di amianto per 3360 euro incluso IVA) e si attinge ad un capitolo di spesa del bilancio, il 1579 (interventi igienico-sanitari sul ter-ritorio), veramente irrisorio per le cifre che prevede di impegnare. Per il futuro bilancio si prevede di aumentare la cifra disponibile?Non sappiamo ancora quanto verrà destina-to a questo capitolo. Prima dell’approvazione del bilancio si faranno le proposte. Noi come ufficio chiederemo di aumentare la cifra da impegnare per il futuro ma l’amministrazio-ne ha dei limiti e bisognerà stabilire delle priorità. Si vedrà a marzo/aprile.

Non crede che un’opera di sensibilizza-zione dei cittadini sul rischio cancro che, anche chi abbandona l’amianto per strada, corre, possa contribuire alla prevenzione? Cosa fa questa amministrazione perché i cittadini non ricorrano alla soluzione ”fai da te” visti gli alti costi per lo smaltimento? Sappiamo che si deve fare una prevenzione teorica. Qualche cittadino a volte assiste a situazioni di smaltimento illegale e non lo segnala, forse perché non sa che rischi corre quando respira queste polveri. La passata amministrazione, con l’assessore Di Pasqua-le, aveva iniziato un discorso, coinvolgendo i ragazzi di scuola media, sui rifiuti in ge-nerale, sulla loro classificazione, e su quelli

tossici, ma questa amministrazione non ha ancora iniziato un’opera di sensibilizzazione per la prevenzione. La prevenzione va fat-ta anche attraverso la vigilanza della polizia municipale, dei tecnici comunali e applican-do sanzioni a chi abbandona rifiuti tossici. Con le sanzioni si potrebbero rimpinguare i capitoli. Alcuni comuni finanziano i servizi attraverso le sanzioni. Sappiamo ormai che le discariche utilizzate abusivamente sono una ventina: zone nei pressi dello scorrimen-to veloce Palermo Sciacca, via linea ferrata e strada ferrata, alcune vie di Giacalone …

Salvatore Porrovecchio, il geometra del co-mune incaricato di eseguire la mappatura, poi sospesa dall’amministrazione per carico di responsabilità, interviene, evidenzian-do quanto la prevenzione dal punto di vi-sta sanitario sia un’opportunità a cui non si può rinunciare e dichiara di aver segnala-to le situazioni più gravi. Aggiunge anche che un’amministrazione sensibile alla salute pubblica organizza un servizio efficiente in collaborazione con i vigli urbani, per la map-patura, il censimento, il monitoraggio e la sensibilizzazione, perché i cittadini vengano incoraggiati a liberarsi, secondo i termini di legge, di questo materiale così dannoso per la salute: quando il proprietario viene sen-sibilizzato, censito e monitorato, non potrà facilmente liberarsi del materiale, perché sa che è stato censito e deve dimostrare a qua-le ditta ha affidato l’amianto per lo smalti-mento. Inoltre, afferma che, si dovrebbero fare convenzioni con le ditte perché i costi siano più contenuti.A tutt’oggi siamo nella fase del “si potrebbe fare”, “si potrebbe coinvolgere la protezione civile”, “le soluzioni si trovano, ma devono esserci le somme”, “prima i soldi e poi i pro-getti”, “questo è un problema di salute pub-blica”, “ho scritto al segretario ma non c’è stato un riscontro”, “questo problema non è sentito”, “non mi risulta che i 300 mila euro, richiesti da Salvino Caputo per la bonifica, siano mai arrivati”. A mio avviso, il ruolo dell’amministrazio-ne è fondamentale e se c’è sensibilità al problema si vedrà dalle cifre impegnate nell’apposito capitolo del bilancio e dalla ca-pacità di stilare un efficace piano di bonifica e di sensibilizzazione. Mi congedo impegnandomi a tornare a bi-lancio approvato e, prima dell’estate, per sa-pere se la mappatura è stata completata e se si sta lavorando ad un progetto di bonifica serio che miri a tutelare la nostra salute. Piera Autovino

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una legge, sono stati aumentati i giorni la-vorativi (sulla carta, bisbiglia un lavoratore) e sono stati previsti i pagamenti degli arre-trati (non ancora arrivati, ribadiscono dalla platea). Gli obiettivi sono: piena applicazio-ne dell’accordo del 14 maggio 2009 (siamo a febbraio 2011, sussurra una lavoratrice) e recepimento dello stesso a norma di legge.

Cosa faranno i nostri marinai? Mangeran-no la carne con i vermi?Ci rifiutiamo di mangiare la carne con i vermi, e sotto il telone non ci andremo da soli ma con l’intera Azienda Forestale (Margherita Martorana)

Piera [email protected]

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Anno II - n.11Annunci e Ricette

Karidopitta Athinàiki ( dolce greco )

Preparazione : lasciate ammorbidire il burro, amalgamatene 70 gr. Alla vaniglina e allo zucchero unite i tuorli (tenendo da parte glia albumi) e sbattere il composto fino ad ottenere una crema gonfia. Aggiungete la farina setacciata con il lievito, 150 gr. Di noci tritate fini, la scorza di limone grattugiata. Montate gli albumi con un pizzico di sale, incorporate al composto e versatelo in uno stampo del diametro di 22 cm imburrato che il rimanente burro. Cuocete la torta in forno a 180° C per 1 ora.Nel mentre preparate lo sciroppo: portate ad ebollizione 2,5 dl di acqua e zucchero, la cannella e la vaniglia, e continuate la cottura a fuoco lento per 10 minuti, fate raffreddare lo sciroppo, unite il succo di limone e la grappa e filtrate.Sfornate la torta ancora calda, bucatela con lo stecchino, spennellatela di sciroppo e con le noci rimaste tritate.

Ingredienti:200gr. Di gherigli di noce, 125 gr. Di farina, 4 uova, 90 gr. Di burro, 90 gr.di zucchero, 1 bustina di vaniglina, un cucchiaio di lievito per dolci, 1 limone non trattato, sale.

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Kaab Alghaza (dolce arabo)

Preparazione : lavorate la pasta do mandorle fino ad ammorbidirla, unite 10 gr. Di burro morbido, 1 cucchiaio di cannella e 1 cucchiaio di acqua d’arancio e continuate a lavorare la pasta fini a quando non sarà omogenea. Formate 8 cilindri di 1,5 di dm e lunghi 6 cm e metteteli in frigo per 2 ore. Disponete la farina a fontana e unite 1,5 dl di acqua tiepida, impastate bene in tutto fino a quando il composto non risulterà omogeneo. Stendete una sfoglia molto sottile, aiutandovi con il mattarello e ricavate 18 striscioline di 10x15 cm. Poi appoggiate i bastoncini di pasta di mandorla al centro delle strisce preparate, avvolgetele e sigillatele bene con le dita inumidite di acqua; tagliate la pasta in eccesso, incurvate i bastoncini a ferro di cavallo e disponeteli su una placca foderata con carta da forno imburrata. Cuocete i dolcetti nel forno caldo a 180° C per 10 minuti quindi sfornateli e spennellateli con un po’ di acqua di fiori d’arancio e spolverizzateli con la cannella.

Ingredienti:250 gr. di farina, 450 gr. di pasta di mandorle, cannella in polvere, 30 gr. Burro, sale, acqua fiori di arancio.

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Cercansi persone sensibili e dispo-nibili ad adottare cuccioli meticci di taglia medio/pic-cola, di un mese circa, trovati sulla strada. Cell 3339176111; e-mail: [email protected] chiedere di Giusy.