filodiretto novembre

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Si avvicina la fine dell’anno ed i nostri amministratori stanno de-finendo il bilancio preventivo del 2011. Il bilancio preventivo per de-finizione va preparato entro la fine dell’anno precedente per essere operativo nei primi mesi dell’anno di riferimento, perché è uno strumento di governo che consente di ammi-nistrare un ente pubblico, avendo chiari i progetti e le scelte. Qualsia-si cittadino europeo ci guarderebbe con perplessità, perché in genere a fine anno si comincia a preparare il conto consuntivo. Ma da noi va così e viene da pensare che questo bi-lancio sia impresentabile “perché i conti non tornano”, a cause di scel-te sbagliate e sconsiderate che ne-gli anni hanno creato disavanzi, o perché troppi ed inconciliabili sono gli interessi da soddisfare, o perché non ci si vuole assumere la paterni-tà di scelte impopolari. Non so quale sia la verità, forse come spesso ac-cade starà in mezzo a queste opzio-ni, il problema è che la città langue dormiente, inerte, preda di giochi che non comprende, con un territo-rio ingovernato dove la delinquenza trova terreno fertile, le scuole non

sono più luoghi accoglienti, a cau-sa della fatiscenza delle strut-

ture e della mancanza di manutenzione,

le strade cedono sotto il peso delle prime piogge, la cementificazione invade gli spazi verdi, la cultura rimane chiusa nei palaz-zi, privilegio di pochi, non arriva alla gente, non stimola la partecipazione e non coinvolge i giovani. La gente avverte tutto questo. Ed i nostri amministratori? In altre faccende affaccendati si ri-tagliano spazi di visibilità, si apparentano, poi si divi-dono, poi si aggregano nuovamente, in uno scenario politico deludente in cui non contano le idee, le propo-ste, l’etica, ma la fanno da padroni gli interessi, le micro questioni o l’opportunità di confluire in qualche area di potere. E tutto ciò con la complicità di una popolazio-ne quasi sempre inerme ed assolutamente passiva, che preferisce avere “l’amico” all’interno dell’amministrazio-ne, a cui rivolgersi per la risoluzione di piccole questioni personali, piuttosto che scegliere degli amministratori capaci ed in grado di gestire la cosa pubblica in maniera tale da assicurare servizi efficienti per tutti.

Il nostro è un invito a riprenderci i nostri spazi, far sentire la nostra voce e pretendere non favori, ma diritti. Perché sappiamo che un favore elargito ed ottenuto è molto spesso un diritto negato ad altri, è una strategia che frammenta le istanze di par-tecipazione ed il senso civico della collettività. Riteniamo infatti che il peggiore risultato del-la politica clientelare sia la perdita di fiducia nelle istituzioni, oltre che la scomparsa dei legami e delle relazioni solidali.

Filo Diretto: Direttore Editoriale: Luigi Gullo | Direttore Responsabile: Alex Corlazzoli | Redattori: Piera Autovino, Maria Rita Carrà | Impaginazione e Grafica: Mauro Gulì, Nino Carlotta e Luciano Busicchia | Fotografie: Piera Autovino | Hanno collaborato: Miriam Spinnato, Tommaso Gullo, Margherita Martorana, Maria Daniela Miceli, Officine e Ricerca e Comitato Pioppo Comune.

Contatti: [email protected] | filodirettoblog.wordpress.com

SOMMARIONausea al consiglio comunale

di Piera Autovino 03Il saccheggio del territorio

di Maria Daniela Miceli 04Fare scuola a Pioppo

di Di Nino Carlotta del Comitato Pioppo Comune

05Monreale-Roma … dietro

lo striscionedi Tommaso Gullo

06Forestali … il disagio continua

di Margherita Martorana 07Lo sfogo dei lettori

a cura della redazione 08L’oroscopo di Cassandra 09

Chiesa del SS Cuore di Gesùa cura di officine e Ricerca 10

DIRITTI NEGATIDIRITTI NEGATI

La redazione di Filo Diretto si unisce al dolore del nostro direttore Luigi Gullo per la perdita della sorella Rosaria.Vogliamo ricordare che la sentiremo per sempre nel nostro cuore. Ci è di conforto che il dolore, con il tempo verrà sostituito da un dolce ricordo!

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LO SPETTACOLO DEL CONSIGLIO COMU-NALE DIVENTA SEMPRE PIÙ DISGUSTO-SO 20 ottobre 2011 ore 21.00La dialettica di Hegel in Consiglio Comunale: Tesi, antitesi … ops … ma non c’è la sintesi …Paghiamo l’abbonamento da decenni ormai e, sempre la stessa compagnia teatrale, non “serve” più. Lo “Spettacolo” diventa sempre più “Rivoltante”.

di Piera Autovino

Una smorfia di disgusto è rimasta impressa per 3 ore e 30 sui volti della gente accorsa con la speranza di sentire trattare e risolvere i loro urgenti problemi.All’ordine del giorno, tra l’altro, al punto 8, l’emergenza delle scuole; al 9 la situazione igienico-sanitaria di Monreale e frazioni e al 10 una “discussione” sulla viabilità del Pae-se. Dopo l’approvazione del Consiglio, viene

deliberata una richiesta di Sandro Russo per la pubblicazione della graduatoria dei 16 alloggi popolari ad Aquino.In un balletto senza fine si alternano al microfono i soliti con-siglieri.D’Alcamo chiede che venga prelevato il punto 8 perché ven-ga discusso prima di altri argomenti. Il consiglio approva, vi-sta la presenza di molti cittadini, lì proprio per questo.Comincia il girotondo: al microfono siamo costretti ad ascol-tare interventi di alta levatura: rimaniamo rapiti dalle dotte il-lustrazioni storico-geografiche di chi è rimasto attaccato al “tram” e che ripercorre le distanze e la storia dell’AMAT da Palermo a Monreale. C’è chi fa filosofia citando la dialettica di Hegel (tesi, antitesi e sintesi), per dire poi, semplicemente, che questa amministrazione è fallimentare. Noi conosciamo già la storia la geografia e anche la filosofia. Di scuole e alunni disabili parla D’Alcamo, ma a chi? Noi crediamo nella scuola pubblica e sappiamo benissimo che le scuole materne, primarie e superiori di Monreale e frazioni sono un disastro. La manutenzione non è mai stata fatta e cadono a pezzi! Pure i bambini co-noscono questi argomenti. Mi chiedo a chi stiano illustrando la situazione. Al Sindaco presente, per ora sempre immancabilmente accompagnato dal giovane assessore al Patrimonio, alle Pari Opportunità, all’Antiracket e Antiu-sura e ora anche alla viabilità? Si, for-se stanno illustrando tutto al giovane assessore!Sembra che nessuno mai entri nel me-rito dei discorsi perché si propongano soluzioni. Discorsi senza fine, tesi ad “illustrare”, a dare spettacolo, mentre si fanno l’occhiolino, facendo finta di litigare. Ma “sul tardi”, quando il “pub-blico” aveva già perso le speranze, l’opposizione propone una mozione di sfiducia a Caputo e Dina, imputati come i maggiori responsabili del fal-limento del nostro Paese. La sala si scuote … Qualcuno tenta di difenderli, qualcuno? Solo 2: Vaglica, che parteg-gia per la politica delle “Cose Piccole” di Dina, e il Sindaco, che tenta di di-stricarsi dalle accuse di vivere all’om-bra di Caputo. Ai due assessori viene riconosciuta la colpa di essere sempre assenti, pur avendo le maggiori e più numerose deleghe. Caputo è asses-sore al Sistema informativo, all’Edilizia Scolastica, alla Pubblica Istruzione, al Turismo, alle Attività Culturali e Ricre-ative, ai Beni Confiscati alla mafia, alla Sanità e Servizi Cimiteriali. E Dina alla Promozione sociale, ai Beni culturali ed ambientali e alla Protezione civile. A questo proposito a giugno proprio Dina aveva presentato la “Carta dei servizi” al Savoia, con la promessa

che avrebbe riproposto un incontro, a settembre/ottobre, nel quale avrebbe accolto le istanze dei cittadini! Stiamo ancora aspettando l’invito!Tra mille discorsi, anche fuori tema, che inducono Arcidiaco-no ad intervenire in continuazione per riportare i Consiglieri all’ordine, D’Alcamo attribuisce a Caputo la colpa delle dimis-sioni dell’unica donna componente la giunta, Maria Termini. Chiede al sindaco di smetterla di indire feste e gemellaggi e di “liberarci da questi <pupi>,” riferendosi a Dina e Caputo, “da questi personaggi inutili che pretendono che si debba es-sere al loro servizio e che fanno danno alla città”. Qui scatta l’applauso dei molti monrealesi presenti.Ma la mozione di sfiducia non può essere votata, deve pri-ma essere discussa dai capigruppo, a detta di Arcidiacono. L’opposizione allora spera di poter far passare una censura, ma Arcidiacono non lo permette, bisogna rispettare le regole! WOW! Si rispettano le regole, in Consiglio Comunale!Il sindaco, dopo avere ascoltato per 3 ore, chiede la parola ed “illustra” anche lui e come al solito, quello che ha fatto per le scuole della città. Ma a noi non interessa! A turno tutti ci hanno “illustrato” quello che hanno fatto, non certo quello che non hanno fatto e quello che non possono dire di aver fatto o non fatto! Molti cittadini cominciano a lasciare l’aula, sono stufi di sentire le solite storie, le solite giustificazioni, che im-putano sempre alle amministrazioni precedenti le colpe, le incompetenze e le inefficienze. Questi professionisti della politica! Se hanno deciso di governare questo Paese, hanno stabilito anche di poter essere in grado di affrontare e risolve-re i problemi. E non ci vengano a dire che la crisi è mondiale. Ci sono tanti esempi di buona amministrazione, anche solo un po’ fuori Monreale, dai quali potremmo prendere spunto! Ma questo sembra il paese della cuccagna.Alle 00.30, Lo Coco si rende conto dell’orario e (testualmen-te) “Vista l’ora tardi”, corretto da Vittorino: “Vista l’ora tarda”, ce ne torniamo a casa sconfitti e infelici! I consiglieri rimasti fino alla fine sono solo 17.Qualcuno ha proposto di filmare i consigli comunali per per-mettere alla gente di seguire meglio le vicende politiche del nostro Paese. Potrebbe essere utile ma, a mio avviso, essere presenti fisicamente, potrebbe essere ancora più utile, per-

ché solo con la presenza fisica, i con-siglieri e l’amministrazione potranno misurare il consenso e il dissenso della popolazione nei loro confronti. Da casa non si potrà applaudire, non si potrà far loro sentire “il fiato sul col-lo”. E non pensino di conquistarci con squallidi spettacoli di finta rabbia sen-za “sintesi”! Chi può, deve partecipare, per brac-carli da vicino, per non mollarli mai, per farli sentire responsabili e coinvol-ti nello sfascio di questo Paese!

Solo nella sintesi finale è il Vero per Hegel. La Verità definitiva si com-prende solo alla fine del processo dia-lettico, quando ne abbiamo percorso tutte le articolazioni. La sintesi è sem-pre il solo momento concreto. Nell’ultimo Hegel invece l’ottimistica visione esistenziale svanisce davanti alla constatazione del persistere della coscienza infelice nelle singole sog-gettività in preda dell’Assoluto, vittime passive di un fatalismo storico che sfrutta gli individui per il suo presunto progresso provvidenziale.La filosofia di Hegel in Consiglio Co-munale …

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IL SACCHEGGIO DEL TERRITORIOdi Maria Daniela Miceli

Il nostro Comune ha un territorio molto vasto e si estende per etta-ri ed ettari di terreno che si espandono intorno al centro storico ed intorno alle cinque frazioni satelliti. Di queste Aquino, sorgendo a valle, si offre più delle altre alla colonizzazione da parte di una ce-mentificazione selvaggia ed irrispettosa degli equilibri consolidati.Aquino è un cantiere mai chiuso: residences, palazzine, case po-polari, si ergono agli angoli e lungo le poche strade della frazione ed ulteriori spazi recintati lasciano presumere la comparsa a bre-ve di altre costruzioni. La mia riflessione non intende colpevoliz-zare gli imprenditori, che si ritagliano spazi possibili di sviluppo in uno scenario di crisi e depressione economica, con l’auspicio che i diritti dei lavoratori vengano sempre salvaguardati e tutelati. Le mie considerazioni riguardano una classe politica, l’attuale, che non riesce a formulare un pensiero, che non lascia intravedere un progetto per il “governo” del territorio e che pensa di potere con-sentire il travaso continuo di famiglie ed individui in un territorio non preparato ad accoglierli.Ma per rilasciare concessioni edilizie, non è necessario ed op-portuno predisporre un progetto di “governo” del territorio, non bisogna pensare prima alle infrastrutture, alla viabilità, all’illumi-nazione e, per ultimo, non in ordine di priorità, alla rete fognaria?Mi piacerebbe conoscere a che anno risale la fognatura della fra-zione, che si snoda lungo Via Aquino ed alla quale si allaccia-no gli scarichi delle numerose neoabitazioni. E’ sicuramente un campanello d’allarme il fatto che già con le prime piogge saltino i

tombini e si creino voragini nell’asfalto della Via Aquino, proprio al centro dell’agglomerato. E dove sono le strade per consentire alla gente di circolare, senza dovere affrontare ingorghi automobilistici interminabili, determinati da una struttura viaria che andava bene quando Aquino all’inizio degli anni ’90 era abitata da circa 3000 persone? Dove sono le piazze e gli spazi verdi e l’arredo urbano che rende possibile incontrarsi e piacevole andare a fare la spesa a piedi, portando con sé i figli per una passeggiata?Non si arrabbino i nostri amministratori del “partito dell’amore”, sempre ottimisti e sorridenti, se qualcuno rileva che segnali allar-manti suggeriscono l’urgenza di progetti di governo per il nostro bel territorio. Non la vedano come un’accusa, è una richiesta: dite qualcosa alla cittadinanza, comunicate strategie, progetti, idee. In caso contrario, non può non ravvedersi incompetenza, miopia politica e responsabilità per eventuali disastri determinati dalla de-vastazione territoriale, che dà luogo a frane e smottamenti, come già successo due anni fa in occasione di un inverno particolar-mente piovoso.E mi permetto di formulare delle proposte: intercettare finanzia-menti della Comunità Europea, che risulta essere prodiga in ma-teria di opere infrastrutturali ; far sentire agli amici (non miei) che siedono a Roma o a Palermo, nel governo regionale, che il ponte sullo stretto non serve, la Tav in Val di Susa non la vogliono, ma a Monreale servono misure urgenti per la tutela del territorio.Ed infine una riflessione: forse la manutenzione dell’esistente, parlo delle poche aree verdi rimaste, parlo del centro storico e del-le infrastrutture, possono creare lavoro ed occasioni di sviluppo economico ben più della perenne aggressività cementificatrice.

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LA FAVOLA DELLA SCUOLA MEDIA DI PIOPPODi Nino Carlotta del Comitato Pioppo Comune

C’era una volta in un piccolo paese …” No, questa favola non può iniziare così, forse è meglio: “In un piccolo paese, di quasi 8.000 abitanti, non c’è mai stata una scuola Media e per 50 anni si è sperato che essa potesse essere progettata e costruita.” La proget-tazione, l’individuazione dell’area e lo stanziamento di un mutuo di quasi 11 miliardi delle vecchie lire si ebbero nel 1992 d.C. Per i 30 anni a seguire, i ragazzi di Pioppo furono costretti a fare i doppi tur-ni ospitati dalla scuola elementare. In attesa della nuova scuola, nel 2007 (sempre dopo Cristo) il Comune prese in affitto il pianterreno di un condominio, voci raccontano per 55.000,00€ l’anno. Ci sareb-be tanto altro da raccontare su questi 30 anni di battaglie per avere la scuola Media, ma lo spazio è poco. La svolta avvenne a Marzo del 2011 d. C. (non democrazia cristiana ma dopo Cristo) quando i lavori furono terminati e la scuola fu completata. Vi chiederete: per-ché ancora oggi la scuola non è stata inaugurata? Vediamo cosa è successo negli ultimi mesi. Il 4 agosto 2011 su Monrealenews.it si legge che l’amministrazione ha definito la questione dell’allacciamento elettrico. In una foto del-la scuola compaiono Il Sindaco, l’ingegnere dell’Enel e il Consiglie-re Lo Coco, sorridenti. A questo punto, i cittadini di Pioppo sperano che, all’inizio del nuovo anno scolastico, la scuola sia consegna-ta. Arriva Settembre: silenzio. Nella pagina Facebook del Comita-to Pioppo Comune, molti si chiedono se ci sono delle novità, ma sembra che nessuno sappia dare delle risposte. Così, viene fissato un incontro (il 12 Settembre, primo giorno di scuola) tra genitori e Comitato per decidere che provvedimenti prendere. In paese la gente è stanca e vuole farsi sentire. Ma ecco che 2 giorni prima, qualcuno si premura di informare la gente sulla situazione della scuola per evitare possibili “rivolte”. Il consigliere Lo Coco corre ad affiggere dei volantini in cui afferma che alla scuola manca soltanto il collaudo tecnico-amministrativo e quello sanitario, ma soprattutto raccomanda ai cittadini di evitare “sterili allarmismi”. Lo stesso gior-no, all’assemblea “Basta agli incendi”, il Sindaco conferma ciò che è stato scritto da Lo Coco, s’impegna a verificare personalmente la situazione, inoltre, assicura che i tempi sono brevi e tiene ad aggiungere che un eventuale ritardo di pochi giorni non dipenderà dal Comune. All’incontro del 12 settembre i genitori decidono di aspettare una settimana, dando fiducia alle parole dal Sindaco. Il 19 settembre il Sindaco comunica che si avrà l’allacciamento dell’energia elettrica e il collaudo di lì a pochi giorni. Aggiunge, inol-tre, che la settima successiva avremmo potuto effettuare il trasloco dei vecchi mobili nella nuova scuola. Alla fine dell’incontro, i piop-pesi tornano a casa speranzosi ma con un po’ di diffidenza. Presto i timori vengono confermati: nei 10 giorni successivi, della scuola non si ha nessuna notizia. Il 29 settembre genitori e studenti organizzano una manifestazione lungo la via principale del paese, bloccando il traffico. L’assessore La Corte comunica che il sindaco non può incontrare i cittadini quel pomeriggio, perciò fissa un incontro il 3 ottobre alle 16.00. Il 3 Ottobre più di 100 persone si presentano all’incontro, ma il Sin-daco fa sapere alle 16.30 che non verrà. Gli animi si surriscaldano, viene bloccata Via Provinciale e iniziano i cori degli studenti che

dicono “buffoni, vergogna”. I pioppesi organizzano un’assemblea per strada. L’assessore La Corte e il presidente Failla tentano di parlare ai megafoni, ma i cittadini non vogliono più ascoltare. Riferi-scono che vi sono stati dei disguidi tra gli operai dell’Enel e i tecnici del comune e la scuola ha passato il collaudo tecnico della Regione perché “gli ingegneri del comune garantiscono a propria firma che la scuola è fatta a norma di legge, quindi il collaudo si chiama post apertura”.A questo punto la gente grida di essere stanca d’inutili scuse e chiede un incontro con il Sindaco, subito. Il blocco stradale con-tinua a singhiozzo. Contattato telefonicamente diverse volte, alle 19.00 il Sindaco riferisce di essere occupato in Prefettura ma assi-cura la sua presenza alle 20.30 a Piazza Manzoni. Sono le 21.00 e la piazza è affollata, ma anche questa volta il Sindaco non si presenterà all’appuntamento. Il giorno dopo, alle 16.00, circa 300 persone occupano il Palazzo di Città di Monreale cogliendo alla sprovvista il Sindaco, visibilmente a disagio perché le mamme con una certa impetuosità esigono spiegazioni e non intendono più ac-cettare scuse e false promesse. In piazza e nel balcone del palazzo sventolano striscioni appesi dai ragazzi. Trasferiti in aula consiliare, i cittadini possono conferire con il Sindaco che non riferisce nes-suna novità sostanziale rispetto a ciò che è stato detto, il giorno precedente, dall’assessore La Corte; chiede ai cittadini un nuovo incontro a 10 giorni di distanza. - In seguito il Sindaco a Monrea-lenews.it dichiarerà: “Forse questa manifestazione poteva essere evitata non perché io sia contrario, ma perché l’amministrazione ha sempre attenzionato questo problema e si attiva ogni giorno per ri-solverlo”. A quest’affermazione, evitiamo di aggiungere commenti. -

L’Appuntamento è fissato a Pioppo alle 16.00 del 14 ottobre 2011 dopo Cristo…e sperando che Cristo ci dia una mano. Una mano non arriva e il 14 pioggia e vento circondano il paese. L’assem-blea è poco partecipata e il Sindaco comunica che attende risposte di conferma dall’Enel (questione di pochi giorni), però a differenza delle altre volte, sottolinea che non può esserne certo e quindi non dà una scadenza ma dice che all’indomani della consegna dei la-vori sarà lui a organizzare un’assemblea.All’ordine del giorno del consiglio comunale del 20 Ottobre un pun-to trattava l’emergenza scolastica. Alcuni pioppesi hanno assistito al dibattito ma parlarne sconvolgerebbe e bloccherebbe la cresci-ta agli adolescenti, quindi preferisco non raccontarvi queste 3 ore raccapriccianti. Quasi alla fine del consiglio, il Sindaco ci ha detto che i lavori proseguono: sono stati messi i pali e i tubi ma manca l’allaccio dei cavi fino al contatore. Ci ha chiesto, cortesemente, se potevamo andare noi l’indomani a controllare come proseguono i lavori per riferire telefonicamente. Il sindaco ha incaricato noi citta-dini, dimenticando, forse, che esiste un organo come la consulta di Frazione che potrebbe essere d’aiuto come anello di congiunzione tra le frazioni e Monreale Centro. A questo punto ci chiediamo: ma esistono veramente le Consulte?Noi siamo andati ugualmente a vedere. Era una bella giornata di sole, non c’era nessun operaio al lavoro e i cavi non erano anco-ra stati collegati. Dopo aver comunicato la situazione al Sindaco, aspettiamo ancora una risposta... come continuerà la favola? In-tanto i giorni scorrono e la pazienza inizia nuovamente a perdersi.(*tutti gli eventi riportati sono testimoniati dai video di SUMMACCO TV su youtube.)

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RIPRENDIAMOCI LA SCUOLAdi Miriam Spinnato

“Le scrivo per raccontarLe pubbli-camente ciò che forse non cono-sce: il supplizio dei precari della scuola in questi giorni. Immagino che lei non sia mai andato ad un Ufficio scolastico provinciale a fine agosto. Lunedì, per la quarta volta nella mia vita […], a 36 anni mi sono recato ad elemosinare il posto di lavoro. Come ogni anno ci siamo ritrovati a centinaia solo il giorno precedente alla firma del contratto. Ognuno con il suo nu-mero. Io il 120. E quest’anno la fame si sentiva caro Presidente.”A parlare, o meglio in questo caso, a scrivere è Alex Corlazzoli, trentaseienne maestro di campa-gna che questa lettera l’ha dav-vero inviata al Presidente della Repubblica. Ma, non si è limitato

solo a questo. Di precari e non solo ha scritto nel suo libro: “Ripren-diamoci la scuola” edito da Altraeconomia. Di scuole disastrate, di omologazione dei programmi, di sistemi di valutazione discutibili ha riportato dati ed esperienze. Dati che a volte, non voglio negarlo, fanno paura: “Il certificato di agibilità statica è presente nel 37% delle scuole monitorate da Cit-tadinanzattiva […], assente nel 49%. Per il 14% delle scuole il dato non è conosciuto dal responsabile del servizio prevenzione e prote-zione e/o dal dirigente scolastico stesso”. Per dirla con altre parole su un campione di 4.944 scuole - 2968 secondarie di primo grado e 1976 di primo - quasi la metà degli istituti non è in possesso del

certificato che garantisce la sicurezza degli edifici e per molti altri non si hanno dati in questo senso. A questo si aggiunge il fatto, non di secondo piano, che le scuole non hanno soldi. E nuovi tagli si prospettano all’orizzonte. Ma come si può mettere in sicurezza un edificio senza soldi? Ai posteri l’ar-dua sentenza. Se dovessi dire tuttavia ciò che più mi ha colpito nel corso della lettura, non ho dubbi: la passione e la logica propositiva che stan-no dietro ad ogni pagina. “è la scuola dove s’impara a conoscere i luoghi della democrazia. Ma anche a farla. Ogni decisione non la prende il maestro ma viene presa democraticamente[...] quando entro in classe il primo giorno li responsabilizzo subito a partire da una regola banale: “Non chiedetemi se potete andare a fare la pipì. Se vi scappa andateci, tornando in classe nel tempo necessario. Non serve che io vi autorizzi ad andare in bagno.”Siamo un gradino sopra l’insegnamento. Siamo all’educazione. Educazione alla vita; educazione al pensiero; educazione alla de-mocrazia. La scuola pubblica è cambiata. Non possiamo che essere tutti d’ac-cordo su questo. Notizia di questi giorni è che per risparmiare circa 100 milioni l’anno le scuole con meno di 500 alunni, 300 per i comuni montani e le pic-cole isole a partire dal 2011/2012 non avranno più un dirigente scolastico titolare, ma saranno guidate da un altro preside già titolare in un’altra scuola. E i diri-genti scolastici che ricoprono fino ad oggi quelle posizioni che fine faranno? Ad occhio e croce direi che andranno a rimpinguare le fila dei precari già esistenti. Eppure, “Riprendiamoci la scuola” è la prova che tra sedicenti abolizioni di pagelle cartacee, tagli indiscriminati, prove Invalsi, precariato, ci sono tanti che ancora il loro lavoro di insegnanti amano farlo senza se e senza ma. A tutti loro va il mio personalissimo: Grazie!

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DUE PESI E DUE MISUREdi Tommaso Gullo

Folle di uomini dall’inizio dell’anno scendono in piazza reclamando i propri diritti, un pezzo di pane, un futuro, una vita più dignitosa.Abbiamo visto dittature potentissime cedere alla forza della piazza. Leader travolti dai loro stessi potentati. Paesi piegati da un sistema finanziario marcio. Movimenti che varcano i confini degli stati e del-le posizioni politiche.Anche qui è successo. Dei ragazzi sono scesi in piazza. Era il 15 ottobre. Tra loro c’ero anch’io. Non so se fossimo tutti indignados o no, ricordo solo ciò che teneva uniti. Insieme chiedevamo di non essere noi a pagare i debiti di decenni di capitalismo; Chiedevamo che le banche e le lobby non muovano più l’economia delle nazioni; Chiedevamo una distribuzione più equa della ricchezza, in-somma, un futuro. Già... un futuro. Perchè anche da noi non esiste niente di più incerto. Nell’Occidente evoluto, l’età dell’oro è passata già da un pezzo.Eppure, come per ogni altra cosa del resto, anche in questo caso ci sono due pesi e due misure. Quando le proteste si sono verificate in Nord Africa, si è parlato di “primavera araba”, di vento della democrazia. Le proteste di que-sti giorni a Roma sono state invece definite teppismo, terrorismo dei centri sociali.Persino la violenza dunque ha due pesi di-versi.Tutto il mondo ha trasmesso con una non-chalance invidiabile le immagini agghiac-cianti dell’uccisione di Gheddafi ed è lo stes-so mondo, faccio notare, che pochi giorni prima era rimasto decisamente toccato da un giovane (er pelliccia ndr) che lanciava un estintore contro una camionetta della polizia. É cambiato il concetto di violenza? È cambiato il mondo in pochi giorni? No. In entrambi i casi la risposta è negativa.

Ammetto che le due cose hanno una valenza diversa. Non sotto-valuterei tuttavia ciò che sta accadendo nei più importanti paesi dell’occidente. Forse non siamo schiavi di dittature politiche, ma siamo comunque schiavi; Schiavi di un’economia malata, un’eco-nomia decisa da pochi per molti. Nessuno ha parlato dei motivi che ci hanno spinto a scendere in piazza quel sabato 15. Nella storia rimarranno le immagini di centi-naia di ragazzi che hanno partecipato agli scontri.Forse, oltre a criminalizzare, sarebbe stato il caso di chiedersi cosa possa aver convinto un diciottenne a pensare di non aver oramai più niente da perdere.Io posso solo dirvi che quel sabato ho vissuto un bellissimo corteo pacifico che chiedeva diritti, dignità ed equità. Il mio corteo è finito a Piazza San Giovanni, da qua in poi sapete già tutto...

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UNA TANTUMdi Margherita Martorana

Da quando Silone descrisse la vita dei “cafoni” fontamaresi (1927-1930) sono passati 80 anni, e noi forestali stiamo vivendo la me-desima storia, lui ha pensato e scritto bene: “Son cose che non mutano”. Sarà il ciclo della storia che si ripete? I famosi corsi e ricorsi storici?

Continuazione...Tutte le piccolissime conquiste sono sta-te sudate e piene di trabocchetti, com-preso l’aumento delle giornate lavorati-ve. Come nel 2006, quando il passaggio da 51 a 78 giornate fu regolato dal ten-tativo di una raccolta di firme su di un foglio bianco. In quell’occasione alcuni operai che lavoravano nei cantieri, su in montagna, apposero la loro firma su quel “foglio bianco”, ma altri si opposero ener-gicamente: supponemmo, allora, che le firme su quel “foglio bianco” potessero servire per un eventuale auto licenzia-

mento.«Alla fine il forestiero finì di parlare. Si rivolse a me che gli ero più vicino, mi presentò un foglio bianco, mi porse un lapis e mi disse: ”Firma”. Perché firmare? Che c’entrava la firma? Il forestiero si ri-volse al terzo cafone, gli mise davanti il foglio e disse: ”Comincia tu. Dopo di te, vedrai, firmeranno anche gli altri”. Fu come se avesse parlato al muro. Nessuno fiatò. Ma se neppure sapevano di che si trattasse, perché dovevamo firmare? “Firma, ti renderai benemeri-to”».Noi siamo forestali e con le “autorità” non c’è comunicazione, non c’è comprensione, non c’è intesa, non esiste la volontà di compren-dere la nostra esasperazione: noi tutti siamo i fontamaresi derisi e bistrattati; noi forestali, noi cafoni che parliamo una lingua diversa dai “capi” regionali e nazionali, come se l’italiano parlato fosse una multi varietà di dialetti extraregionali. «Quello mi guardò come se avessi parlato ebraico. “Parliamo e non ci capiamo”, disse scoraggiato. “Parliamo la stessa lingua ma non parliamo la stessa lingua”. Questo era vero, e chi non lo sa? Un cittadino e un cafone difficilmente possono capirsi. Quando lui par-lava era un cittadino, non poteva cessare di essere un cittadino, non poteva parlare che da cittadino. Ma noi eravamo cafoni. Noi capivamo tutto da cafoni, cioè, a modo nostro. Migliaia di volte, nella mia vita, ho fatto questa osservazione: cittadini e cafoni sono due cose differenti ».Spesso alcuni detti antichi hanno un contenuto di grande verità e proprio quelli che ci descrivono ce li troviamo tra le labbra, fuorie-scono dalle nostre bocche riarse. Contenuti che bruciano dentro di noi “U sazziu un criri mai u riunu”. Come comprendere la nostra lingua che parla di stenti, di bollette che non riusciamo a pagare di corrente elettrica che viene “tagliata”.«La luce doveva essere tagliata al primo gennaio. Poi al primo mar-zo. Poi al primo maggio. Poi si disse: “Non sarà più tolta. Sembra che la regina sia contraria. Vedrete che non sarà più tolta” E al primo giugno fu tagliata … D’estate egli usava rattoppar scarpe

fino a tarda ora, davanti a casa sua, alla luce del lampione, e la luce gli era mancata … a dopo arrivarono Barletta, Venerdì Santo, Ciro Zironda, Papasisto e altri che erano stati alla cava di sabbia. E tutti insieme parlavano della luce elettrica, delle tasse nuove, delle tasse vecchie, delle tasse comunali, delle tasse statali, ripetendo sempre la stessa cosa, perché son cose che non mutano »Il malcontento soffoca la voglia di vivere, guardo i volti dei miei col-leghi e non sono differenti da quelli dei colleghi che attualmente lavorano presso gli altri cantieri: Vallecorta, Monte Pietroso, Mela-grande, Occhio, San Martino Varie, Costa Sant’Anna e vi scorgo amarezza, dolore, senso di sopraffazione, sfiducia, disgusto e rab-bia. Nessuno ha voglia di sorridere, molti di noi hanno perso l’aria scanzonata, non riusciamo a fare progetti. Il futuro ha i colori scuri del presente. Il nostro presente ha di bello solamente la bellezza naturale che ci circonda: l’odore della terra e dell’erba bagnata; i colori vivi della rosa canina; il verde dei pini, dei cipressi e della macchia mediterranea; i rumori dei rastrelli, delle zappe, delle mo-toseghe e dei decespugliatori; rumori che scandiscono con grande valore le nostre giornate; e il grande velo bianco della nebbia, ami-ca fedele delle giornate autunnali e invernali. Il nostro cielo è attra-versato dai falchetti che si librano in volo, spesso calchiamo la loro scia e ci lasciamo trascinare in un volo senza posa, ma la realtà ci brucia le ali della speranza. Le giornate sono segnate da problemi economici non indifferenti e i colleghi spesso si lasciano andare ad uno sfogo liberatorio che si coglie qui, nei loro pensieri:• “Sono stanca di andare dietro alle buffonate dei vari partiti e sindacati che ci prendono in giro da tanto tempo”.• “Pur avendo voglia di fare, di realizzare, di dare un senso diverso alle mie giornate di lavoro, mi sento legata ad un palo di ingiustizie, e sovente mi chiedo in che modo possa emergere da questa palude di incertezze”.• “L’attuale situazione che vivo, senza soldi, senza certezze e con un futuro al punto interrogativo, mi rende molto inquieta e arrabbiata”.• “Il disagio nel lavoro, vissuto sempre all’aperto, anche nei periodi invernali, quando il tempo è inclemente, è reso più pesante, quasi invivibile, per il mancato corrispettivo economico”.• “Viviamo in un contesto di grande vergogna, che dilaga, assoluta; mi sento offesa nella mia dignità di donna, di madre e di lavoratore. Mi sento di urlare a squarciagola a coloro che occupano le poltrone calde del governo della regione e li invito ad assumersi le loro responsabilità per migliorare la condizione esistenziale che loro hanno deciso per me, per tutti noi. Non volevamo vivere questa situazione lavorativa incerta, siamo stati zitti, muti come pecore da macello, oggi vogliamo sollevare il nostro grido per una giustizia applicata ai bisognosi”.• “Trovo il coraggio di guardare i miei figli solamente quando dormono perché i loro occhi svegli mi pongono delle domande alle quali non riesco più a rispondere. Come dirò a mia figlia che non ho i soldi per le tasse universitarie e non parliamo poi del costo dei testi sui quali studiare. Aspetto lo stipendio del mese di luglio e già sono andato a chiedere un prestito ad un amico, ma non so per quanto tempo potrò tirare avanti”.

I brani tra virgolette caporali « » sono tratti da “Fontamara” di Igna-zio Silone (Continuerà)

Aula cunsiliari, 13 ottobbri rumilaunnici.A campagna pa’ tutela e valorizzazioni ru voscu,

a Casabboli pigghia postu!

Rapi a presentazioni Birchler Massimilianu e nni rici ca’u voscu e criminali un lu putemu lassari mmanu.

E Rosariu Franzitta:“A pupulazioni un po’ stari zitta. Ca’ sinirgia tra enti e cittadini,

allu scempiu putemu mettiri fini. Ricemu basta e vulemu travagghiari,

pa’ cuscienza pupulari fari arruspigghiari. Pi’ picciutteddi e i vicchiareddi,

tutti i voschi avemu a fari beddi”!E Giacomo Buffa, ca’ all’Ecocampus travagghia,

proponi pi’ scoli na’ miragghia;esponi progetti sopraffini

p’ a tutti l’incendi mettiri fini.Toninu Russu, sindacalista, tira rintra l’Azienda forestali,

pi’ continuari poi cu’ l’amministrazioni comunali:“I scolabussi nnaviti a pristari,

pi’ purtari i picciriddi u voscu a bisitari;un putemu pirmettiri ri fari divastari,

cu’ incendi e munnizza, u’ tirritoriu cumunali”.Arcidiacunu, ru cunsigghiu cumunali prisirenti,

viri tanti partecipanti ‘nto na sala menza vacanti,ma a menza china viri prisenti

chistiani ca’ un vonnu stari senza fari nenti,a lamentarisi e a fari curtigghiu malamenti.

Di Matteu, u sinnacu Fulippu,‘nni spiega picchì a iddu cci piaci tantu u voscu:

“pun fattu affittivu oltri chi istituzionali.”Iddu è sempri prontu a ‘ntirviniri,

e i scolabbussi nni metti a disposizioni ppi cuminciari.E Franzitta a conclusioni,

parra ri na cosa mportanti pa’ popolazioni:“A stisura ru pianu antincendiu”Chistu è l’obbiettivu pridilettu

ri tuttu stu progettu!

U piromani è un pretestuché dittatu ru cuntestu.

Siddu u focu amu a stutariRi “sistema” amu a parrari!

Nuvola Rossa

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IL CONSIGLIO COMUNALE, ALL’UNANIMI-TÀ, APPROVA L’APERTURA POMERIDIA-NA DEL CIMITERO.E LA GIUNTA?Durante il periodo estivo non è cessata l’attività del comitato promo-tore della petizione popolare per l’apertura pomeridiana del cimitero di Monreale. Il 24/06/2011 è stata depositata presso l’ufficio proto-collo del comune la petizione sottoscritta da 710 cittadini. Poteva-mo continuare nella raccolta delle firme e sicuramente ne avremmo avute molte di più, ma abbiamo deciso di consegnarle nel tentativo, purtroppo non coronato da successo, di bloccare l’entrata in vigore dell’ordinanza 23/05/2011 n.49, in cui il Sindaco estende la chiusu-ra pomeridiana del cimitero all’intero arco dell’anno, con l’eccezio-ne del mercoledì e del sabato, quando è prevista una miniapertura pomeridiana fino alle 16,30. Abbiamo chiesto pertanto un incontro con il primo cittadino e, nell’impossibilità di ottenerlo, io stesso ho potuto parlare con una consulente, alla quale ho illustrato le ragioni della petizione, dimostrando come le richieste in essa contenute potevano essere attuate senza il benché minimo aggravio di spesa per le casse comunali. Abbiamo anche inviato una documentazione alla consulente, che l’ha ricevuta il primo Luglio. Non avendo avuto riscontro, abbiamo puntato sul Consiglio comunale, dove sin dalla seduta del 15/06/2011 doveva essere discusso un o.d.g. presentato il 6/05/2011 dal Consigliere Giuseppe Di Verde (PD) e da altri consi-glieri di vari gruppi politici. Ma purtroppo per vari motivi procedurali non è stato possibile discutere e votare questo o.d.g. prima del 21/09/2011, dopo la pausa estiva. Io stesso ho potuto incontrare il Sindaco il 23/08/2011 ottenendo oltre alla cortese accoglienza, una disponibilità ad esaminare la questione fondamentale dell’apertura pomeridiana del cimitero, ma nel quadro di una risposta sostan-zialmente interlocutoria. Infine il Consiglio comunale nella seduta del 21/09/2011 continuazione di quella del giorno precedente, ha

approvato, all’unanimità dei pre-senti, l’o.d.g. del consigliere G. Di Verde che impegna la Giunta comunale “a mantenere l’aper-tura pomeridiana del cimitero due giorni la settimana (merco-ledì e sabato dalle ore 7,00 alle ore 18,00) nel periodo estivo e giornalmente fino alle ore 17,00 nei restanti periodi”. L’assessore Marco Intravaia, presente alla seduta consiliare in rappresen-tanza dell’amministrazione comu-nale, si è impegnato a riferire al consiglio stesso, in un momento successivo, la posizione della Giunta sull’o.d.g. approvato.In precedenza il comitato aveva inviato ai consiglieri comunali, che è stato possibile rintracciare, un appello a votare a favore dell’o.d.g. corredato dalla relativa documentazione e, subito dopo il voto, ha diramato un comunicato di ringraziamento al consiglio e l’invito pressante al Sindaco ed agli assessori affinché al più presto renda-no operativa la volontà espressa dai consiglieri che rappresentano a livello locale la sovranità popolare. Il comunicato è stato riassunto in una nota apparsa su Monrealenews del 22/09/2011 e viene pub-blicato in questo stesso numero di “Filo Diretto” insieme al testo integrale dell’o.d.g. di G. Di Verde.Anche perché sollecitati da numerosi cittadini, non mancheremo di fare gli opportuni interventi presso la Giunta comunale affinché di-sponga al più presto l’apertura pomeridiana giornaliera del cimitero nei giorni feriali per porre rapidamente fine alle condizioni di disagio di molti utenti e soprattutto di coloro che lavorano.

Per il Comitato promotoreDomenico La Porta

NON VOLEVAMO ARRIVARE A QUESTO PUNTO …L’indifferenza delle istituzioni e la mancanza di strutture adatte ci ha portati ad esporre, attraverso Filo Diretto, il nostro problema sia all’amministrazione comunale che ai cittadini monrealesi. Il problema accomuna tutti gli abitanti della via Abate Meli. Siamo a Monreale nella zona “alta”, anzi nella zona che per il Comune rappresenta “il Centro storico”. E’ pure storico allora per noi con-vivere con le feci, le urine e il vomito che i gatti randagi, ormai dominatori della strada, ci presentano ogni mattina al posto del caffè? Per carità, non siamo contro gli animali, che amiamo, ma contro tutto ciò che siamo costretti a ripulire ogni giorno perché anche gli operatori ecologici dicono che non è di competenza loro pulire la strada dagli escrementi!Ci siamo fatti carico di informare l’ingegnere dell’Ufficio tecnico di Monreale, Maurizio Busacca che ci ha subito liquidati con la celebre frase: “Informerò, provvederò oggi stesso, domani …”.Sono già trascorse diverse settimane ma nessuno del Comune si è visto. Volevamo farci carico di disinfestare ma non possiamo perché alcune persone sono allergiche a determinati prodotti. Alcuni di noi si sono ammalati di “tigna”, si, proprio “tigna” che si contrae anche da animali infetti. Siamo dovuti ricorrere a visite mediche e costose medicine. Non ci chiediamo più cosa possiamo fare noi, ma cosa deve fare il Comune.E’ pur vero che questi animali, specie quelli malati, necessitano

di un ambiente adatto, di cure mediche e di una eventuale ste-rilizzazione … Chiediamo quindi: è così difficile creare un rifugio, un gattile/canile sanitario, di cui si era parlato e si era detto che c’erano anche i finanziamenti? Forse è un problema futile, ri-spetto alla grave situazione igie-nico sanitaria che sta vivendo il paese a causa della spazzatura che ci circonda, e non viene pre-so in considerazione! Monreale ha un vasto territorio, tanti terreni confiscati, perché non usufruirne per creare questa struttura? Ca-piamo che ci sono tanti altri problemi prioritari, ma pensiamo che iniziare dalle piccole cose, possa essere un merito per “le grandi figure” che fanno parte dell’amministrazione del nostro “ridente” Paese.Aspettiamo, al più presto, una risposta concreta!

Per gli abitanti di via Abate MeliGiovanna Granà

Sappiamo che a Monreale operano tanti animalisti che si prendo-no cura dei gatti, anche per loro vogliamo pubblicare sul nostro blog: “Diritti e Doveri delle gattare e dei gattari”:filodirettoblog.wordpress.com

ROSARIA GULLO E IL VOLONTARIATOIl 14 ottobre è venuta a mancare Rosaria Gullo.Giovane volontaria molto impegnata nelle varie attività che abbia-mo svolto insieme.Con la sua presenza generosa e disponibile ha segnato per circa un ventennio la storia dell’Ass. “Il Quartiere”.Ha accompagnato i ragazzi del quartiere in vari viaggi per tutta Italia e in diverse villeggiature estive, ha dato la sua presenza costante nel sostegno scolastico, ha tenuto incontri con le donne del quartie-re ed ha collaborato in tutte le occasioni dove necessitava un ser-vizio. Nei vari video e nelle varie foto che abbiamo in Associazione, lei è sempre presente e attiva con competenza e generosità.

La sua mancanza ha commosso i giovani (che diversi anni fa erano ragazzi) e le donne che l’hanno conosciuta. Uno di questi giovani che non era presente al funera-le, l’indomani è andato al cimite-ro a portarle una rosa. Sentiamo tutti la mancanza di Rosaria e, mentre ne siamo addolorati, speriamo che il suo esempio apra i cuori alla generosità per un servizio al prossimo.

Sarina Ingrassia

FILO DIRETTO … CON IL LETTOREAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggerimenti, e potrete rac-contare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane. InviaTe le e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

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L’OROSCOPO DI CASSANDRA

In anteprima assoluta: abbiamo ri-cevuto dai nostri inviati esterni i dati relativi alla lettura degli astri per il nuovo anno, su misura per i monrealesi.Vogliamo sperare che abbiano let-to male!

Non potrai fare a meno di pestare le cac-che dei cani per strada, ne è pieno il Pa-ese: devi andare, quindi, con le scarpe inzaccherate, presso la sede dei vigili ur-bani per segnalarle e fare in modo che i vigili facciano rispettare, ai proprietari dei cani, le regole del vivere civile! Ti porterà fortuna

Usa l’automobile anche per fare piccole spese sotto casa, avrai così la possibili-tà di rimanere al riparo dalle intemperie e di fare la spesa rimanendo comodamen-te seduto in macchina ascoltando musi-ca ad altissimo volume. Infischiatene se i monrealesi maleducati ti fanno fretta suonando il clacson! Male che vada potrai posteggiare in doppia fila tanto nessuno ti

disturberà; i monrealesi sono sportivi e sono bene allenati a fare le gimcane intorno alle automobili; e i turisti? Tanto vengono una volta sola e non tornano più!Ti porterà fortuna

Non uscite dopo le 20.00. Per le strade del Paese scorazzano motociclisti che gareggiano tra di loro, facendo rombare i motori per farsi sentire, mettendo in pe-ricolo la vostra incolumità. Alle 20.00 tutti in casa, a cena e poi a letto, per una vita sana. Mettete pure i doppi vetri alle fine-stre e tappatevi dentro, non vale la pena stare in giro e lasciare le case incustodite.

Accendete la TV e sdraiatevi comodamente sul divano. Vi porterà fortuna e andrete in Paradiso!

Stai lontano dalla spazzatura, special-mente se abiti fuori paese: fai finta di non vedere anche perché, se non la paghi, non potrai lamentarti. E visto che pochi si lamentano, si suppone che siano pochi coloro che la pagano! Stai lontano dai cu-muli e dai fumi, procurano brutte malattie ai polmoni, allo stomaco e alla vescica.

Potrai al massimo segnalarli “oralmente” al Sindaco, perché non rimanga nulla per iscritto.Ti porterà fortuna

Se devi proprio andare a Palermo, vai a piedi, tanto non si sa, se e quando, pas-serà l’autobus. La strada, via Benedetto D’acquisto, è panoramica e sia a destra che a sinistra potrai ammirare tante nuove ville e strade scavate nella montagna, poi se allunghi lo sguardo, ti si apre un pano-

rama mozzafiato: la meravigliosa e tanto decantata “Conca di cemento”. Se un giorno ti si presenterà l’occasione potrai costruire lì pure tu! Al ritorno da Palermo, fai l’autostop.Ti porterà fortuna

Evita di fare passeggiate nei boschi intor-no a Monreale; l’aria di montagna inquina i polmoni: la cenere sollevata dal venticel-lo potrebbe procurarti gravi allergie e le frane potrebbero farti rotolare a valle, a te e famiglia!Ti porterà fortuna

Non recarti al cimitero di pomeriggio, ne-anche da morto, tanto lo troverai chiuso benché almeno 710 cittadini abbiano pre-sentato una petizione, approvata il 21 set-tembre dal Consiglio Comunale, che ne chiede l’apertura senza ulteriori oneri per il Comune.Ti porterà fortuna

Non ci fare caso se tutto intorno a te nien-te funziona. Sii indifferente. Susciterai l’in-vidia dei tuoi nemici e ne guadagnerai in salute; tanto se dovessi avere bisogno e farai il buono e il bravo, potrai rivolgerti a quel tuo buon “vecchio” amico. Potrai sempre ricambiare il favore votando per lui alle prossime elezioni, tu e tutta la tua famiglia, mi raccomando!Ti porterà fortuna

Prendi bene la mira prima di esporti a cri-ticare e tanto meno a denunciare qualche amministratore Comunale, potrebbe met-terti sul naso e fare ostruzionismo a te e famiglia, per tutta la vita.Ti porterà fortuna

Organizza, per i tuoi giorni liberi, gite fuori porta: vai a Grisì che è solo a pochi chilo-metri da qui, passerai una bella giornata e avrai l’opportunità di conoscere una delle frazioni di Monreale, oppure visita Villa-ciambra, Aquino, Pioppo o San Martino, ancora più vicino: potrai ammirare, lungo i

bordi delle strade che ivi conducono, i soliti cumuli di spaz-zatura cui ci hanno abituati. Ti porterà fortuna

Non è un buon periodo per fare “Rafting” sul fiume Sant’Elia, perché ancora la spazzatura non è stata diluita, dispersa e trascinata dai liquami e dalla pioggia: aspetta la fine di novembre, il mese più piovoso.Ti porterà fortuna

E’ il momento buono per costruire una villa abusiva con piscina! Se poi vi rivolgerete ad una buona ditta che assume lavoratori in nero, risparmierete.Vi porterà fortuna

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CHIESA DEL SS. CUORE DI GESÙa cura di Officine Ricerca

La chiesa del SS. Cuore di Gesù ha una storia che si intreccia sin dalle sue origini con quella dell’antico Collegio dei Gesuiti di Monreale. Questo venne fondato nel 1553 per volontà del Viceré de Vega e dell’Arcivescovo Alessandro Farnese, lungo la strada che venendo da Palermo, conduceva e conduce an-cora oggi direttamente al Duomo.La fabbrica della chiesa si avvia nel 1554 e continua per circa un secolo: nel 1664 si registra infatti l’ampliamento e il com-pleto rinnovamento dell’edificio nonché dello spazio esterno ad esso antistante. Tuttavia le attività non dovettero ancora arrestarsi dal momento che la grande cupola centrale riporta al suo interno la data 1742. Al visitatore che arriva a Monreale percorrendo la Via Paler-mo, la Chiesa si rivela sulla sinistra leggermente sopraeleva-ta rispetto al livello della strada.La facciata a tre porte d’ingresso è impreziosita dal decoro in pietra del portone centrale sulla quale spicca per contrasto.L’interno, con pianta a croce greca sormontata da cupole, col-pisce per la ricchezza della sua decorazione. Il presbiterio e le pareti delle due cappelle laterali furono infatti riccamente decorate da stucchi ed affreschi di gusto settecentesco con motivi naturalistici, colonne tortili inghirlandate in direzione prospettica, drappeggi e puttini alati. Contribuiscono al fasto della decorazione la balaustra d’altare del XVIII secolo e poi, dello stesso periodo, le cantorie in legno intagliato e dorato ornate da piccoli riquadri dipinti. Di particolare interesse le tele delle due cappelle laterali, inserite in articolate macchine lignee che culminano con un baldacchino. Nella tela di destra, è rappresentato San Francesco Saverio in missione, in quella di sini-stra invece Sant’ Ignazio di Loyola con i suoi seguaci. I Padri Gesuiti lasciarono la Chiesa ed il Collegio il 3 dicembre 1767. I restauri del 1988 hanno garantito lo stato di conservazione generale dell’edificio che riaperto al culto è spesso adibito all’utilizzo pubblico per scopi culturali. Discrete dunque le sue condizioni, su cui però sarebbe bene esercitare un’ordinaria manutenzione dal momento che le infiltrazioni di umidità stan-no a poco a poco ledendo l’integrità degli affreschi con minac-ce sulla statica della chiesa stessa, vista la profonda lesione che attraversa la parete sinistra. Ancora una volta da parte di Officine Ricerca un invito a co-noscere ed un appello a chi può perché le tracce della nostra storia si mantengano fulgide così come sono state e come meritano di rimanere.

RICETTA: I BISCOTTI A MONREALEIngredienti:1 kg di farina 00,250gr di strutto,300 gr di zucchero,25 gr di ammoniaca,250 gr acqua o latte per impastare

Decorazione:preparate la glassa utilizzando 200 gr di zucchero a velo e 1 albu-me, mescolate fino a quando il composto non risulterà omogeneo.

Procedimento:mescolate la farina con lo zucchero e l’ammoniaca, aggiungete lo strutto fuso e amalgamate bene il tutto e iniziate ad impastare con 250 gr di latte o acqua. Quando l’impasto risulterà liscio, tagliate dei bastoncini lunghi 12 cm circa e date una forma di esse (S). Cuocete in forno caldo a 250 °C per circa 15-20 minuti. Una volta tolti dal forno i vostri biscotti decorateli con la glassa.

Buon appetito!!!!

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