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RIVALUTAREO VENDERE

L’attenzione rivolta alle innumerevoli ed enormi questioni ir-

risolte del territorio monrealese, e la doverosa oltre che spasmodica ricer-ca di risorse necessarie ad evitare il dissesto finanziario e a fare fronte ai debiti contratti, ha forse distolto la go-vernance politica monrealese da un’o-culata valutazione su alcune delle scel-te messe in campo. Come è possibile che un’amministrazione che vuole dare lustro, giustamente e doverosamente, all’immagine storico culturale del pa-ese, rivalutandone ed esaltandone il patrimonio storico e artistico, si dimen-tichi di monumenti in suo possesso al punto da decidere di alienarli per fare cassa? E’ questa la sorte del noto ex ospedale Santa Caterina, che il sin-daco Di Matteo ha da tempo deciso di immolare per fare fronte ad esigenze fi-nanziarie. Giova ricordare che due aste indette per la vendita dell’immobile al migliore offerente sono andate ripetuta-mente deserte, mentre la terza è stata impugnata. L’immobile è stato pignora-to dal tribunale per rimborsare il debito

contratto dall’amministrazione con la ditta di trasporto locale Giordano. Né vecchi né nuovi consiglieri del sindaco hanno sottolinea-to al primo cittadino l’inadeguatezza della scelta, e neanche dai banchi dell’opposizione si è levata una voce in difesa della salvaguardia della proprietà di un monumento che dovrebbe essere più rivalutato che dismesso. Ne emerge quale livello di sensibilità cul-turale possiede la nostra classe politica, ed è evidente il progetto, l’idea che gli amministratori hanno della città e del suo futuro. O forse questa scelta va letta come un segnale di sconfitta per un’amministrazione che preferisce cedere i suoi tesori piuttosto che valorizzarli, intenta più a tenere la barca a galla, magari svuotandola della merce pre-ziosa che trasporta. Ogni mese, tra queste pagine, l’associa-zione culturale “Officine Ricerca” dà esempio dei tanti tesori presenti a Monreale, e dello stato di degrado e di abbandono in cui versano.Gli esercenti si lamentano da tempo della mancanza di un piano turistico locale che permetta alla città di avere un per-corso monumentale che consenta ai turisti di apprezzare e godere degli innumerevoli monumenti distribuiti per tutta la città normanna. Un simile percorso eviterebbe il mordi e fuggi dei turisti, oggi limitato alla visita del Duomo, e incentiverebbe una sosta prolungata dei visitatori nella cittadina dando lustro alle varie attività econo-miche distribuite nel territorio. L’attività dell’ammi-nistrazione comunale deve essere proiettata al raggiungimento di questi obiettivi e non alla dismissione dei beni in nostro possesso.

L’EDITORIALEL’EDITORIALEdi Luigi Gullo

SOMMARIOEmergenza rifiuti

di Luigi Gullo 03Intervista a Santo D’Alcamo, con-

sigliere comunale Grande Sud di Luigi Gullo

04

Tour turistico a Monrealedi Piera Autovino 06

Amministrative a Palermo: intervista a Daniela Miceli (IDV)

di Luigi Gullo07

La parola ai lettori 08Il Santa Caterina

a cura di Officine Ricerca 10

Filo Diretto: Direttore Editoriale: Luigi Gullo | Direttore Responsabile: Alex Corlazzoli | Redattori: Piera Autovino | Impaginazione e Grafica: Mauro Gulì, Nino Carlotta, Luciano Busicchia | Fotografie: Piera Autovino | Hanno collaborato: Valentina Lucchesi, Officine Ricerca e Comitato Pioppo Comune.

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EMERGENZA RIFIUTIDOPO SOLO DIECI GIORNI DI RITARDO DEGLI STIPENDI I DIPENDENTI DELL’ATO METTONO SOTTO SCACCO IL PAESEdi Luigi Gullo

L’emergenza rifiuti a Monreale è un problema facilmente risolvibile: basta pagare gli stipendi ai dipendenti dell’ATO e sanare i debiti pregressi con le discariche. Chi dovrebbe pagare regolarmente? Chiaramente i comuni, usufruitori del servizio e soci dell’ATO, per la quota parte di competenza. E’ questo in sintesi il concetto espresso dal responsabile regionale per l’emergenza rifiuti Michelon all’in-contro tenutosi giovedì 22 marzo presso la terza commissione At-tività Produttive dell’ARS, convocata dal suo Presidente Salvino Caputo, per mettere a confronto il sindaco di Monreale, i rappre-sentanti sindacali dei lavoratori, i commissari liquidatori dell’Ente e i dirigenti regionali, sul tema dell’emergenza rifiuti che per l’enne-sima volta attanaglia il nostro paese. Il confronto è andato avanti anche in assenza del sindaco Di Matteo, che, occupato in impegni improrogabili, non ha però ritenuto necessario inviare un sostituto. Perché discutere di un problema già tanto discusso le cui cause e responsabilità tutti conoscono. Quello che emerge dalle vicende di queste ultime settimane è invece un quadro inedito. Sembra che vecchi equilibri si siano ormai rotti. Il problema del ritardo nel paga-mento degli stipendi dei dipendenti dell’ATO è annoso, certo, ma, di fatto, notevolmente ridimensionato. E mentre prima la protesta dei dipendenti trovava sfogo solo dopo almeno tre mesi di ritardo, oggi assistiamo a un’incontenibile rabbia già dopo appena dieci giorni di attesa. Mentre prima le organizzazioni sindacali con difficoltà ri-uscivano a organizzare un’assemblea partecipata per decidere le forme di protesta, oggi i dipendenti incrociano le braccia senza con-frontarsi neanche con i loro rappresentanti. Che ci sia lo zampino di qualcuno interessato a strumentalizzare il malcontento dei lavora-tori per fini politici? Non è un’ipotesi peregrina. Anzi, in tanti avan-zano questa idea, ma senza fare nomi e cognomi, e comunque non pubblicamente, dato che sarebbe difficile dimostrarlo. Intanto i cittadini monrealesi ne pagano le conseguenze. E assistiamo a comportamenti molto pericolosi e ai quali non eravamo abituati. Ro-ghi di spazzatura in pieno centro abitato, cassonetti divelti e ribaltati così da ostruire tratti stradali.Il Comune di Monreale con il 28% delle azioni dell’ATO, vanta il ter-ritorio più vasto da servire. I 5 autocompattatori sono appena suffi-cienti a garantire la raccolta in regime di normalità. Ma se si registra un ritardo nella raccolta, perché la discarica è chiusa o perché c’è in atto uno sciopero degli operatori, o perché non si ha la disponibilità di tutti e 5 gli autocompattatori funzionanti, ipotesi molto frequente, dato il rapido deterioramento dei mezzi, diviene tecnicamente im-possibile effettuare il recupero nei giorni successivi ed il comune è costretto a rivolgersi a ditte esterne per la raccolta straordinaria. Su altri comuni è più facile ricorrere al recupero straordinario, essen-dovi autocompattatori a sufficienza, o comunque sovradimensiona-ti rispetto alla necessità quotidiana.Attualmente ciascun comune, sono 17, versa all’ATO le risorse per pagare lo stipendio di quegli operai della società che svolgono il servizio di raccolta nel proprio territorio, e della corrispondente par-te, in percentuale, degli amministrativi. Paradossalmente, può capi-tare, e di fatto si verifica regolarmente, che gli operai di competenza di un paese che trasferisce le risorse nei tempi dovuti ricevono lo stipendio regolarmente, mentre quelli che operano per un paese

moroso si vedono ritardare il pagamento dello stipendio anche di alcuni mesi. Stessa società di appartenenza, trattamento differente.Monreale risulta essere tra quei paesi più regolari nel pagamento dei propri emolumenti, ma, stranamente, anche quello che registra il più alto livello di agitazione tra i lavoratori. I conti non tornano.La posizione della politica non è molto chiara. Si richiede una ridu-zione della TARSU ad una aliquota che renderà impossibile per il comune saldare i debiti pregressi e sostenere la spesa corrente, con inevitabili conseguenze economiche per i lavoratori e disservizi per i cittadini. Ci si rallegra anche per la soppressione dell’addizio-nale comunale dell’accisa sull’energia elettrica il cui ricavato sareb-be stato destinato a coprire i costi del servizio rifiuti.

Nelle discariche non entriamo più sotto forma di ATO, prive ormai di credibilità causa la morosità pregressa, e i contratti con le disca-riche sono stipulati direttamente con i comuni. Ma se i comuni non saldano le fatture nei tempi stabiliti le discariche vietano l’ingresso ai loro autocompattatori. La morosità nei confronti delle discariche è per il comune un cane che si morde la coda. Quando a Monreale sono stati sbarrati i cancelli della discarica di Bellolampo il comune ha dovuto scaricare a Siculiana prima, a Mazzarà S. Andrea poi, con costi più elevati, per il maggior consumo di carburante, di usura dei mezzi e per un minore rendimento degli operatori. Mentre con Bellolampo riuscivano a fare due e a volte tre corse al giorno, con Siculiana e Mazzarà ne possono fare solo una. A ciò si aggiunge la differente tariffa applicata dalla discarica. Da € 80 a tonnellata di Siculiana si è passati a € 110 a Mazzarà. E in una situazione di morosità non si possono certo strappare buone condizioni sui costi di discarica. Ma non è tutto. Il costo del servizio lievita anche per-ché la raccolta differenziata è irrisoria. Una differenziata del 50% porterebbe al dimezzamento dei costi di smaltimento.

LA SCHEDA

La legge regionale n°9/2010 di riforma del servizio di raccolta e smalti-mento dei rifiuti prevedeva la liquidazione degli attuali ATO e la creazio-ne di nove Ambiti più grandi in tutta la Sicilia, in modo da abbattere i co-sti del servizio tramite economie di scala. La legge, votata all’unanimità all’ARS, per entrare in vigore, necessitava di essere recepita da parte dei consigli comunali siciliani. Circa l’80% di essi, tra i quali quello monre-alese, hanno rigettato la proposta di legge, di fatto annullandola. La Re-gione Siciliana ha emesso l’Ordinanza n°151/2011 che prevede la riforma di affidamento del servizio. Gli ATO esistenti dovranno essere liquidati entro il 2012 e il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti dovrà essere assegnato, su base provinciale o per ambiti territoriali omogenei, ad una ditta esterna tramite bando di gara comunitario. Questa ditta sarà tenuta ad assorbire tutto il personale in forza all’ATO, con una percentuale di amministrativi non superiore al 10% del totale dei dipendenti. Su grandi linee si sta tornando alla modalità esistente prima dell’istituzione degli ATO, quando ciascun comune affidava ad una ditta esterna il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Il costo del servizio dovrebbe ridursi per-ché l’appalto viene preso per un territorio molto più ampio. L’Ordinanza prevede che i comuni verranno sanzionati se non provvederanno a fare la raccolta differenziata secondo la percentuale stabilita per legge.

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SANTO D’ALCAMO: RACCOLTA DIFFE-RENZIATA, DISCARICA COMUNALE, DIRI-GENZA QUALIFICATA“Il sindaco Di Matteo ha la colpa di avere rieletto presidente l’On. Salvino Caputo”

di Luigi Gullo

Santo D’Alcamo è consigliere comunale del Grande Sud. Con altri 5 consiglieri ha richiesto in consiglio comunale al sindaco di procedere a sanzionare l’ATO Alto Belice Ambien-te, reo di non rispettare il contratto di servizio.

Consigliere D’Alcamo, qual è la Sua posizione rispetto all’emergenza rifiuti a Monreale?Quella del buon senso, credo che a prescindere dalle ap-partenenze, ognuno debba dare il proprio contributo per la risoluzione definitiva dell’emergenza, il ritorno alla normalità e serie ed efficaci proposte per l’ottimizzazione dei costi del servizio, che troppo grava sui cittadini.Perchè si è arrivati a questo punto, e a chi vanno addos-sate le responsabilità maggiori?Senza rischiare di essere banale credo di poter affermare che la re-sponsabilità primaria del disastro della Belice Ambiente Spa sia di chi ha amministrato la società, Presi-denti, consiglio d’amministrazione e dirigenti. La buona o la cattiva ge-stione dipende sempre dagli uomini.Perchè l’agitazione dei lavoratori si è registrata più a Monreale che non negli altri paesi serviti dall’A-TO?Non conosco cosa accade negli altri paesi, sono solidale con chi giusta-mente manifesta per aver pagato lo stipendio, non si arriva alla fine del mese ed è chiaro che chi vive il di-sagio ne soffra e manifesti il proprio dissenso, anche se credo che il dissenso vada manifestato al proprio datore di lavoro, non al cliente. Il nostro Comune ha problemi di liquidità e l’attesa per i creditori è superiore ai 18 mesi, nonostante ciò l’ATO ha avuto precedenza nei paga-menti. Il problema rimane, ed ha una doppia matrice, il disa-stro del bilancio comunale, e il perpetrarsi di cattiva gestione dell’ATO. Il servizio costa troppo secondo me, e su questo bisogna lavorare, ma il Consiglio Comunale ha approvato nel 2009-2010-2011 un bilancio in cui si scrive un costo del ser-vizio più basso rispetto a quanto richiesto dall’ATO stesso (motivo principale del mio voto negativo al bilancio), senza effettuare nessuna contestazione, con un debito accumulato superiore ai 3 milioni di euro.

In consiglio comunale, assieme ad altri 5 consiglieri, Lei ha sostenuto che l’ATO non rispetta il contratto di ser-vizio e che quindi il Comune di Monreale, in qualità di organo di controllo dell’operato dell’ATO, dovrebbe san-zionare la società. E’ un modo per richiamare il sindaco Di Matteo alle sue responsabilità di azionista di maggio-ranza dell’ATO?No è un modo per richiamare l’attenzione sulla leggerezza della gestione dell’ATO. Il Sindaco Di Matteo ha solo una col-pa, a mio avviso grave però, quella di aver contribuito alla rielezione a Presidente dell’On. Salvino Caputo. Se avesse voluto distinguersi avrebbe dovuto proporre una discontinu-ità, ma evidentemente così non è stato e non sappiamo se si sia ricreduto. Adesso la gestione è dei commissari regio-nali che mi auguro riescano almeno ad approvare i bilanci della società per il 2009-2010-2011 e ci diano un dato certo sull’ammontare del debito che il Comune di Monreale ha con-tratto con l’ATO.Non si corre il rischio di strumentalizzare per fini politici il malcontento dei lavoratori dell’ATO?Probabilmente si, ma non capisco; noi facciamo politica, e la gente ci deve valutare sulla base del nostro operato rispetto

alla gestione della città, per que-sto ritengo che il problema dell’A-TO non stia solo nella, legittima e opportuna, difesa dei lavoratori ma piuttosto in una seria analisi delle cause del disastro, a molti già note, e nel trovare una soluzione per otti-mizzare la gestione.Basterebbe aumentare ulterior-mente la TARSU per sanare i debiti dell’ATO e corrispondere regolarmente gli stipendi ai di-pendenti. Cosa ne pensa?Cavolate, penso che invece bi-sogna sanzionare chi ha respon-sabilità di cattiva gestione, chi ha sperperato i soldi pubblici, e chi ha assunto in maniera spropositata di-rigenti che forse non erano proprio

così competenti. Poi ritengo che una soluzione potrebbe tro-varsi nell’annullamento dei costi di conferimento a discarica, fattibile, attraverso fondi dell’agenzia dei rifiuti e del ministero dell’ambiente, con la realizzazione di una discarica comuna-le. Questo da solo ci farebbe risparmiare 1.600.000,00 euro e non è poco. Poi bisognerebbe fare una seria differenziata e per ultimo, ma non in ordine d’importanza, si dovrebbe nomi-nare una presidenza che abbia titoli e capacità professionali, piuttosto che assegnarla a chi poi ne fa uso per la propria visibilità politica. Credo sia il momento di dire basta all’irre-sponsabilità, chi amministra deve assumersi la responsabilità dei propri errori, e anche aver riconosciuto un merito quando compie atti buoni.

CONTINUA IL DRAMMA DEI DIPENDENTI DELL’OPERA PIA BENEDETTO BALSAMOdi Luigi Gullo

Il servizio uscito sul numero di Filo Diret-to di Marzo, oltre a portare a conoscenza dei nostri concittadini il dramma vissuto dai dipendenti dell’Opera Pia Benedetto Balsamo, in attesa ormai da 16 mesi del-lo stipendio, sembra avere destato l’at-tenzione, doverosa, di alcuni esponenti della classe politica, richiamati al loro do-vere di studiare soluzioni “politiche”. Due giorni dopo l’uscita dell’articolo, l’On. Sal-vino Caputo ha convocato ad un tavolo tecnico presso la Commissione Lavoro dell’ARS tutti i protagonisti della vicenda, o quasi tutti, dato che proprio i rappre-sentanti dei lavoratori, attori principali e vittime inermi di questa triste storia, non sono stati invitati. Nè è stata loro fornita una comunicazione sull’esito dell’incon-tro, che sembra quindi non essere appro-

dato a nessuna soluzione, nè tampone, nè tantomeno defini-tiva. Un barlume di luce sembrava esservi stato nel corso del

mese di marzo, ma il buio è calato di nuo-vo, soprattutto per alcuni lavoratori. Infat-ti, alcuni dipendenti, non tutti, si sono visti pagare la mensilità di gennaio 2011, ma secondo un criterio contestato e ritenu-to poco chiaro dai più. Ricordiamo infatti che nei confronti dell’Opera Pia esiste un decreto ingiuntivo, reso esecutivo dal giu-dice, ottenuto in seguito all’azione legale mossa solo da alcuni dipendenti. Questi si sarebbero quindi attesi di trovarsi in un canale privilegiato nel pagamento degli stipendi. Hanno avuto invece la grande sorpresa di osservare come l’ammini-strazione dell’Ente, avendo racimolato limitate risorse economiche, insufficienti al pagamento dello stipendio per tutti i di-pendenti, avesse adottato un criterio che teneva fuori alcuni di coloro con in mano il decreto ingiuntivo a beneficio di altri.Da parte nostra continueremo a tenere viva l’attenzione su questi lavoratori “figli di un Dio minore”.

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RECENSIONE: BREVE STORIA DELLA SICILIA. LE RADICI ANTICHE DEI PROBLEMI DI OGGIdi Piera Autovino

Autrice: Amelia CrisantinoPrezzo: € 12,90Dati: 2012, 287p.Editore: Di Girolamo (collana dg pocket)

Amelia Crisantino monrealese, docente di lettere a San Martino delle Scale, storica e collaboratrice di «Repubblica-Palermo», socia del Centro sicilia-no di documentazione Giuseppe Impastato. Nel

1990 ha esordito nella narrativa, avendo vinto il premio Arcidonna – La Luna, con il romanzo Cercando Palermo, presentato a Roma dal magistrato Giovanni Falcone.Fra le sue pubblicazioni: La città spugna. Palermo nella ricerca so-ciologica (1990), Ho trovato l’occidente. Storie di donne immigrate a Palermo (1993), Capire la mafia (1994), Della segreta e operosa associazione. Una setta all’origine della mafia (Sellerio, 2000). La strage che non fu una strage. La misteriosa vicenda dei pugnalatori all’indomani dell’Unità [in G. C. Marino (a cura di)], La Sicilia delle stragi, Newton Compton, Roma, 2006); Una capitale fra due ter-remoti [in G. Campione (a cura di), La furia di Poseidon. Messina 1908 e dintorni, Silvana edizioni, 2009].

Così Orazio Cancila, nella prefazione: “… un libretto agile, svelto e divulgativo nel suo senso più alto, cioè senza smettere di essere rigoroso… Il sottotitolo <le radici antiche dei problemi di oggi> è una dichiarazione d’intenti mai persa di vista, il filo rosso dell’intero volumetto, il passato del nostro presente, la ricerca delle ragioni di un sottosviluppo che affonda le sue radici nei secoli: ci sono volute una competenza eclettica e una forte tensione civile per trovare le risposte, evitando le trappole disseminate degli stereotipi sulla storia isolana”.

Un excursus veloce ma, allo stesso tempo, accurato e attento nell’a-nalisi del potere economico, politico e religioso dalla Sicilia Greca, con la fondazione di Naxos nel 735 a.C., al 22 gennaio 2011, con la condanna di Salvatore Cuffaro presidente della Regione dal luglio 2001 al gennaio 2008, a sette anni di carcere per favoreggiamento alla mafia e rivelazione del segreto istruttorio. Nel libro di Amelia Crisantino ho trovato una mole di dati molto inte-ressanti, collegati e intrecciati, con un incedere veloce e profondo, il tutto arricchito da approfondimenti, fonti e riflessioni illuminanti che collegano passato e presente, presente e passato... facendo intravedere il futuro.E’ un libro “militante”, sostiene l’autrice.E se militare vuol dire anche istruire, preparare, educare, leggiamo: “La Sicilia delle feste, delle farse del malgoverno, della Chiesa, dei Borbone con un popolo che tace da secoli, e, come scrive Paolo Balsamo, l’estensore della Costituzione in una lettera a Bentinck nel 1800:- Dare al siciliano una troppo ampia libertà è come mette-re una pistola o uno stiletto nelle mani di un bambino o un pazzo. Nessuno si sofferma sulla necessità di educare questo popolo eroi-co ma ignorante…Negli anni postunitari la Sicilia… è la patria della mafia subdola dei manutengoli. I notabili…non hanno alcun interesse a trasmettere la fiducia nelle regole, nel futuro, nel diritto dei cittadini…La miseria è tanta, si temono disordini, il popolo siciliano smette l’abito mentale della rassegnazione e vuole cambiare: il 1° mag-gio 1890 una grande manifestazione a Catania si conclude con la costituzione del Fascio dei Lavoratori. Bernardino Verro che aveva fondato il Fascio a Corleone ai contadini diceva:- Se prendete una sola verga la spezzate facilmente, se ne prendete due le spezzate con maggiore difficoltà. Ma se fate un fascio di verghe è impossibile spezzarle. Il messaggio - semplice e rivoluzionario - dell’unione fra

poveri per ottenere i propri diritti, sta dissolvendo la rassegnazione prodotta da secoli di sfruttamento.La conclusione è tragica e finisce nel sangue…A Portella delle Ginestre l’obiettivo è punire quel popolo che pochi giorni prima aveva decretato il successo della coalizione di sini-stra alle elezioni regionali… Il cardinale di Palermo Ernesto Ruffini giustifica Portella – addirittura col papa – come un fenomeno di resistenza e ribellione ‘alle teorie anti italiane e anti cristiane dei comunisti’ che propone di mettere subito fuori legge”…E ancora: Danilo Dolci, Franca Viola, la commissione antimafia, l’incentivazione di comportamenti illegali come modelli di vita, la dipendenza assistita: il cittadino come cliente devoto di qualche po-tente; le prime indagini sui capitali mafiosi.Così conclude l’autrice: …“Bisogna ricominciare con più attenzio-ne. Aree economicamente forti e zone depresse non si formano una volta per tutte, sono il risultato sempre in divenire del sedimen-tarsi della storia. A sua volta, la storia non è un disordinato affastel-larsi di eventi. Fatti salvi tutti i condizionamenti esterni, gli ostacoli e gli sfavorevoli rapporti di forza, resta sempre un margine in cui si lavora per uscire dal sottosviluppo o per restarci. La classe dirigen-te siciliana ha troppo spesso lavorato perché l’isola fosse ancorata al suo sottosviluppo interno, largamente foraggiato. Salvo poi, in un mistificante gioco delle parti, innalzare alti lamenti rituali sulla Sicilia sfruttata e incompresa, riproponendosi come l’unica inter-mediaria in grado di salvaguardare gli interessi. La vera rivoluzione siciliana dovrebbe coincidere con l’uscita da quest’impostura, per finalmente approdare nella modernità e adottare i criteri che hanno plasmato il mondo: accettare il merito come criterio e onorare il mercato come luogo in cui avvengono le selezioni. Con tutti i rischi, e con la consapevolezza dei privilegi che ancora oggi derivano dal vivere in Occidente”.

Si può leggere tutto d’un fiato, come ho fatto io, ma si può cen-tellinare, approfondire, studiare e gustare nelle riflessioni argute e composte dell’autrice. Conoscere le radici antiche è indispensabile per costruire e conqui-stare il futuro…Buona lettura.

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BENVENUTI A MONREALE di Piera Autovino

Continua il nostro giro turistico, intrapreso nello scorso nume-ro, per la ridente cittadina di Monreale.

Scorcio della Cattedrale

Piazza del Duomo poi Vittorio Emanuele, nel 1880/82, quando, all’interno della sua fontana centrale, si colloca il gruppo marmoreo del Tritone, progettato da Mario Rutelli, mentre ai due angoli interni, opposti, all’aiuola centrale quadripartita, nel 1900, si collocano i bu-sti marmorei di Pietro Novelli e Benedetto Balsamo.

Antica chiesa sconsacrata di Santo Onofrio, dove la Confraternita del Crocifisso custodisce la “vara” che permette di portare il simula-cro in processione il tre maggio di ogni anno.

Via B. D’Acquisto, retro dell’ex Hotel Savoia oggi sede di uffici comunali

“Centro Culturale Polivalente” Santa Caterina

Antica fontana del Canale su Corso Pietro Novelli, già “via Ranni” commissionata nel 1509 a Mastro Pietro Oddo dai giurati della città.Recentemente restaurata

Scuola Primaria P. Novelli una delle più antiche scuole del Paese.

Chiesa di San Castrense, santo patrono della ridente cittadina. An-tico monastero, fondato dal cardinale Giovanni Borgia per le mo-nache benedettine nel 1499. Decorata da stucchi serpottiani oggi scomparsi. La chiesa fu elevata a parrocchia nel 1952

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Piazza Basile e antica porta Castrense, poi Venero. Se ne inizia la costruzione nel 1624 e prende il nome dall’arcivescovo che ne ha promosso la realizzazione. Nel 1768 cessa la sua funzione.

Antica Fontana Spasimo, in via Venero risalente al 1660

E per concludere, un antico detto monrealese: “Cu’ va m’Palermu e acchiana a Murriali, veni sceccu e scinni maiali”.

Arrivederci a Monreale

MICELI (IDV): LA CANDIDATURA DI ORLANDO FA SALTARE GLI EQUILIBRI E I PRESUPPOSTI DI ALTRE CANDIDATURE“Italia dei Valori voleva compattare il centro sinistra in occasione delle amministrative palermitane”

di Luigi Gullo

Maria Daniela Miceli, oltre ad essere Presi-dente del Circolo monrealese dell’Italia Dei Valori, è anche membro del direttivo regio-nale del partito. Le ultime vicende politiche vissute nel capoluogo siciliano, in occasione delle Primarie del centro-sinistra, hanno cre-ato molta confusione tra i sostenitori dell’IdV. Al rischio, per il partito, di perdere credibilità e consenso, si potrebbe aggiungere la respon-sabilità di fare perdere la vittoria, data come molto probabile fino ad alcuni mesi fa, alla coalizione di centro-sinistra e di riconsegnare la città al centro-destra.

Dott. ssa Miceli, riceve, da simpatizzanti e iscritti al partito, te-lefonate per ottenere chiarimenti sulle dinamiche che vi vedono protagonisti nella campagna elettorale per le amministrative pa-lermitane?La candidatura di Orlando, improvvisa ed inaspettata, a questo punto del percorso intrapreso, desta non poche perplessità, perché rimette in discussione i presupposti di altre candidature, fa saltare gli equilibri, crea il caos negli schemi prestabiliti da coloro che pensano di potere decidere sul futuro palermitano, come se si trattasse di una partita a scacchi. Molte le telefonate, gli incontri, le discussioni per cercare di capire, le critiche, aspre ed indispettite da parte di militanti del centro sinistra, rabbiose ed isteriche, da parte di militanti del centro destra. Tante le posizioni contrarie a tale scelta espresse anche in seno al partito. Qualche preoccupazione, accorata ed affettuosa, per il prof. Orlando.Perché Leoluca Orlando non accetta il risultato delle primarie che è stato convalidato dai garanti?Italia dei Valori voleva compattare il centro sinistra in occasione delle amministrative palermitane, dimostrare che il centrosinistra unito può vincere senza svendersi ed umiliarsi con accordi trasversali, far par-tire da Palermo un messaggio chiaro per il resto della penisola. Ed in questo ci sta Leoluca Orlando, ma anche Di Pietro, la sfida di Vasto e la politica di Italia dei Valori. Per ottenere questo risultato i dirigenti del partito in Sicilia si sono spesi in maniera faticosa, lavorando inces-santemente per aggregare e mediare. Il risultato di tanto lavoro non è stato entusiasmante, perché alla vigilia delle primarie Fabrizio Ferran-delli sembrava già cedere alle lusinghe ed ai corteggiamenti di alcuni personaggi politici discutibili e responsabili della “catastrofe” siciliana, nel cui ambito resta irrisolta la questione della sanità, le problematiche ambientali, ormai ingestibili a Palermo come a Monreale, il rosso dei conti pubblici, l’utilizzo parziale e maldestro dei fondi strutturali, che

di fatto continuano a non consentire alla Sicilia di uscire dalla propria condizione di arretratezza. Fabrizio Ferrandelli si è dimostrato imme-diatamente poco propenso a rappresentare quella politica di rigore e di programmi, veramente alternativi al disastro siciliano ed all’accordo di potere che il governatore della Sicilia ha stipulato con l’ala conso-ciativa del Partito Democratico siciliano. Ed allora qual è la novità, che il “giovane“ Ferrandelli propone rispetto all’attuale scenario politico?Idv non riesce proprio ad andare oltre Orlando?A questo punto del percorso, era difficile trovare qualcuno in grado di scompaginare gli accordi e raccogliere voti trasversalmente. Ed anco-ra che accettasse il rischio, con coraggio e determinazione, di gettarsi a capofitto in una situazione obiettivamente difficile. Credo che sia sotto gli occhi di tutti che Orlando è disposto a rimettersi in gioco, rinunciando ed accantonando aspirazioni personali e prospettive poli-tiche importanti, a livello nazionale.Orlando potrebbe intercettare il voto della parte del PD contraria a Cracolici e Lumia?E’ possibile, perché bisogna riconoscere che c’è una parte del PD siciliano sofferente e contraria agli accordi con il Governatore.Se dovesse andare Ferrandelli al ballottaggio come vi comporte-rete al secondo turno?Credo che sia un problema da affrontare, quando e se si presenterà. Adesso ci aspetta una faticosa ed entusiasmante campagna eletto-rale.Non rischiate di essere ricordati come coloro che hanno conse-gnato la città al centro destra?Spero che questo non accada.Una eventuale sconfitta di Orlando sarebbe il disastro per l’IdV palermitana. E’ un rischio da correre?La sconfitta di Orlando sarebbe una perdita per Palermo, perché molti dei candidati sindaci sono davvero impresentabili, qualcuno addirit-tura offensivo nei confronti dell’intelligenza degli elettori. Orlando è il miglior sindaco che Palermo abbia avuto, ma una delle critiche ricor-renti che gli vengono mosse riguardano le vicende della Gesip, motivo di grande fastidio oggi per i palermitani, e l’inclusione lavorativa di disoccupati e soggetti provenienti da fasce della popolazione portatrici di disagio socio-economico. Preciso che stiamo parlando di inclusione sociale, non voto di scambio, né clientela politica. Oggi, a causa della pesante crisi economica che viviamo e delle trasformazioni culturali che l’accompagnano, siamo meno inclini, rispetto a qualche decen-nio fa, a ritenere che le istituzioni pubbliche debbano farsi carico di chi nella società è meno fortunato ed ha meno risorse di altri. Ma la disperazione della gente si trasforma facilmente in rabbia ed ag-gressività, l’esclusione di fette sempre più ampie della popolazione da una condizione di sopravvivenza possibile o di benessere pone degli interrogativi seri per la sicurezza sociale e la legalità. Per questo l’in-clusione sociale e l’offerta di lavoro e di servizi corrispondono ad una precisa strategia politica e rappresentano le basi per la convivenza di una società civile. Chiaramente servono istituzioni locali forti e capaci di governare la complessità. E se qualcuno chiede dove sono i soldi per assicurare un sistema sociale inclusivo, rispondo che troppo de-naro pubblico si disperde ancora in corruzione, incarichi iper retribuiti, privilegi dei politici ed evasione fiscale.E questa non è la mia personale idea, è l’idea di un partito, che ha deciso di correre il rischio a Palermo.

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NUOVE REGOLE PER UN’AUTENTICA DE-MOCRAZIA Il Governo Monti, il Governo dei tecnici, ha oggi, finalmente, decre-tato irreversibilmente il fallimento dell’attuale intera classe politica, il fallimento di una vecchia logica di intendere la politica: elezioni in Parlamento in cambio di favori, lottizzazione degli incarichi di sot-togoverno, intromissione patologica della politica nei diversi gangli dell’economia del Paese (banche, enti energetici, sanità, fondazio-ni,…), clientelismo bieco.Questo fallimento ci obbliga, come Cittadini Italiani, a delle riflessioni e a delle modifiche di direzione.In riferimento all’attuale, complesso dibattito sulle riforme della Poli-tica, mi permetto di intervenire umilmente, conscio di non essere de-positario del verbo o di non essere necessariamente condiviso, ma speranzoso che l’attuale classe politica, pur se inadeguata, in questo arduo compito di riforma, abbia uno scatto di ali, un sussulto positivo, abbia le antenne ben sintonizzate su quelli che sono gli umori della maggioranza degli Italiani e che non si limiti, sarebbe un delitto, a ri-forme di facciata per tutelare la casta. La riforma della Politica oggi è indifferibile. Non modificare la situazione attuale o fare qualche ritoc-co ipocrita per accontentare l’indignazione, la protesta che sale dal Paese sarebbe assai rischioso. Sarebbe un segnale di debolezza e di incoerenza, che renderebbe moralmente inconsistente la pretesa di imporre sacrifici a milioni di Italiani.Tra le proposte di riforma suggerirei:1) Abolizione delle Province, le cui funzioni verrebbero assorbite in parte dalle Regioni e in parte dai Comuni. Le Province, oggi, spesso sono degli apparati dove paracadutare altri politici; sono un moltipli-catore di incarichi di sottogoverno.2) Riduzione del numero dei Parlamentari di Camera e Senato e a caduta riduzione del numero dei Consiglieri Regionali e Comunali. Questi primi due punti determinerebbero un certo e strutturale rispar-mio di risorse pubbliche.3) Consentire al massimo 3 mandati elettorali, sia per i due rami del Parlamento, sia per il Parlamento Europeo, sia per i Consigli Regio-nali, scaduti i quali, senza alcuna deroga, ogni politico dovrà ritornare alla sua originaria professione. Il limite massimo di 3 mandati eletto-rali deve essere inteso anche se svolti in maniera non continuativa, anche se una o più legislature si chiudono anticipatamente, anche se svolti in rami diversi del Parlamento o nei Consigli Regionali. Quindi, per maggiore chiarezza, va fatto divieto alla fine delle 3 legislature di transitare in un altro ramo del Parlamento o nei Consigli Regionali. Questo andrebbe normato per evitare il proliferare dei “furbetti del quartiere”, che giocando su più tavoli rimarrebbero nell’agone politico finché il soffio della vita li tiene sulla Terra. Bisogna irreversibilmente che si vada in pensione! E la legittima rendita pensionistica andrebbe erogata a partire dai 65 anni di età, come qualsiasi altro lavoratore.D’altronde, 15 anni dedicati alla Politica, al nobile servizio della col-lettività, sono più che sufficienti. Tutto ciò eviterebbe la creazione di “politici professionisti” e darebbe luogo ad un fisiologico e costante ricambio generazionale nella Politica, con conseguente migliore per-cezione dei problemi emergenti all’interno della società da parte dei nuovi attori della Politica.

Alla scadenza di que-sto periodo di nobile servizio sarebbe da vietare il paracadutare il “politico pensionato” in organi parastatali, in consigli di ammini-strazione vari. Infatti, oggi, i consigli di am-ministrazione delle municipalizzate o del-le società a partecipa-zione statale vengono spesso utilizzati per collocare politici trom-bati, anziché i tecnici. La Nuova Politica do-vrebbe uscire dall’in-tromissione in organi dove, invece, andreb-bero coinvolti esperti, tecnici.4) Impossibilità di candidature a qualsiasi livello a chi è stato inte-ressato da condanne penali anche di primo grado o ha procedimenti penali in corso: pur nel doveroso rispetto del principio di “presunta innocenza” sino ad emissione di una sentenza definitiva di colpevo-lezza, sarebbe più corretto, più etico, più trasparente che ogni citta-dino chiuda la disputa giudiziaria, prima di intraprendere qualsivoglia competizione elettorale.5) Inasprimento delle pene per gli Eletti accusati di corruzione e imme-diato decadimento dalle loro funzioni anche nel caso in cui si venga colpiti da rinvio a giudizio. La Politica, gli organi di Partito,dovrebbero saper fare pulizia, chiarezza al loro interno, senza attendere l’inter-vento delle Forze dell’Ordine e delle Magistratura.La nuova classe politica dovrebbe diventare modello di vita, di so-brietà, di trasparenza, di rispetto dei principi sanciti dalla nostra Co-stituzione.6) Possibilità per l’elettore di scegliere con la preferenza chi eleggere nel proprio collegio. Ciò consentirebbe un rapporto più diretto eletto-elettore, farebbe sì che l’eletto diventi anche portatore delle istanze della sua comunità.7) Conferma e rafforzamento del sistema elettorale maggioritario, con l’auspicata realizzazione di due grandi schieramenti politici, che si contrappongano, si confrontino su programmi alternativi. Questo ridurrebbe il rischio di frammentazioni, della nascita di piccole for-mazioni politiche, che, talora, nulla hanno a che vedere con valori quali l’Unità Nazionale, il rispetto dei principi sanciti dalla Costituzio-ne Italiana, la solidarietà, il rispetto degli ultimi, l’integrazione degli immigrati.Probabilmente tutto ciò rimarrà nella sfera onirica, ma mi auguro che possa tradursi in dati concreti nell’interesse delle future generazioni.

Dott. Girolamo Mirto

FILO DIRETTO … CON IL LETTOREAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggerimenti, e potrete rac-contare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane. InviaTe le e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

LO SAPEVATE CHE :• Il Comune di Monreale, solo negli ultimi due mesi, è stato cita-to in giudizio da 3 cittadini quale responsabile di lesioni fisiche e materiali causate da buche profonde presenti nelle strade. Dovrà rispondere di una richiesta di danno di € 9.000,00 per una buca di Via Belvedere, e di una richiesta di un risarcimento di € 43.440,00 per danni fisici e morali, causati da un dissesto del manto strada-le nella Strada Provinciale sita in Pioppo/Giacalone, all’altezza di Via Brignole. Nel terzo caso invece, a fronte di una richiesta di € 2.500,00 per lesioni avvenute in una strada a San Martino delle Scale, il Comune pagherà “solo” la somma di € 500,00, in seguito ad una transazione accettata dalla parte lesa, senza andare in giu-dizio. Il Comune ha ritenuto più conveniente non andare in giudizio ma proporre la transazione per non incorrere in ulteriori spese le-gali. Infatti per ogni procedimento, il costo per l’amministrazione va aumentato di altri € 3.000/4.000 per spese legali. • A Monreale, il manto stradale dissestato potrebbe diventare un’opportunità di rendita sicura per truffatori di piccolo cabotaggio. Basta avanzare una richiesta di poche migliaia di euro per presunti danni al fine di vedersi elargire un rimborso certo di € 500,00. Dalla poltrona di casa ed al costo di una raccomandata.

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CASARTIGIANI COMUNICA AGLI ARTIGIANI MONREALESIche parteciperà dal 04 al 13 maggio 2012 alla fie-ra campionaria di Tours, la seconda fiera nazio-nale per importanza in Francia. Nello spazio mes-so a disposizione, di mq 1.500 saranno ospitati gli stands degli artigiani e produttori di prodotti tipici siciliani. Attraver-so questa fiera, Casartigiani si propone di: sostenere e valorizzare le produzioni dell’artigianato siciliano nelle loro diverse espressioni territoriali, artistiche e tradizionali; incentivare le attività produttive delle singole imprese artigiane presenti all’iniziativa attraverso l’a-zione promo-pubblicitaria da esplicare durante la manifestazione e la vendita al pubblico dei prodotti esposti. Agli artigiani e produttori partecipanti saranno messi a disposizione gratuitamente gli stands di diverse quadrature (3x3 - 3x4 -3x6), fornite di impianto elettrico e ripiani per l’esposizione. E’ gradita anche la dimostrazione pratica nella preparazione dei manufatti. E’prevista una quota di partecipa-zione a carico degli espositori di €.500,00. A carico degli espositori sono il trasporto della merce, il vitto e l’alloggio. Per ulteriori infor-mazioni rivolgersi a Casartigiani Monreale Corso Pietro Novelli 89Casartigiani comunica inoltre che sono APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI ANTINCENDIO. I destinatari sono lavoratori incaricati di attuare prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, di cui al D.lgs.81/08 e D.M. 10 marzo 1998. La durata è fissata in 8 ore. Il costo è di €175,00 per i soci di Casartigiani Palermo, iva esclusa. PER LE ISCRIZIONI CONTATTARE L’ASSOCIAZIONE AL N. 091581445.

CONNECTING EUROPEUn’altra esperienza internazionale della Human Rights Youth Organization

La nostra associazione ha da poco concluso un progetto che ha visto la partecipazione di 20 giovani e operatori nel sociale pro-venienti da 8 paesi europei: Italia, Portogallo, Germania, Bulgaria, Ungheria, Turchia, Grecia e Polonia; durante il progetto, una Co-stituzione di Partnership Europea, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Gioventù in Azione, la nostra associazione ha coordinato per una settimana una serie di attivi-tà volte allo sviluppo della cooperazione internazionale in Europa; dalla conoscenza interculturale, allo scambio di metodologie utiliz-zabili durante lo sviluppo di progetti fino a giungere alla fase pro-gettuale vera e propria gettando quindi la base per lo sviluppo di progetti comuni anche in campo internazionale nei quali la nostra organizzazione cercherà di coinvolgere quanti più giovani monrea-lesi possibile; Le attività che si sono sviluppate dal 9 al 15 di Marzo sono state anche l’occasione di una conoscenza viva fra i parte-cipanti che hanno avuto comunque modo di conoscere Palermo e Monreale lontano dagli stereotipi che accompagnano la nostra terra. I risultati di questo progetto verranno pubblicati sul sito www.connectingeu.euProgetti come questi danno l’opportunità a giovani fra i 16 e i 30 anni di poter sviluppare nuove competenze e capacità, mettersi in gioco e soprattutto trovare nuove motivazioni di vita, motivazioni che dato il generale periodo di crisi sembrano venire sempre meno,

per questo invitiamo i giovani monrealesi a venire a trovarci presso la nostra sede e cogliere le opportunità che la Commissione Euro-pea mette a disposizione. Purtroppo da diversi anni ormai le ammi-nistrazioni comunali sembrano essere cieche di fronte al crescente desiderio di fare dei giovani, la voglia di impegnarsi per un vero miglioramento del proprio territorio e sembra che anche il nostro Comune non faccia differenza, agevolare lo spirito d’iniziativa dei giovani è indice di un reale sviluppo del territorio;La nostra associazione vede nei giovani la chiave di lettura per la risoluzione di molte problematiche sociali oltre che l’investimento per una crescita della società.

ERRATA CORRIGESono 11 gli alunni della Scuola Primaria Pietro Novelli di Monrea-le che hanno partecipato, il 24 febbraio, alla finale provinciale dei “Giochi Matematici del Mediterraneo”Alunni di 3^ Di Benedetto Matteo, Mazzola Salvo, Mirto Claudia, Mirto Marco e Nicotra Giuseppe.Alunni di 4^ Abbate Vincenzo e Castello NicolaAlunni di 5^ Carini Laura, Grasso Alessandra, Madonia Giuliana e Manno Simone.Facciamo tanti auguri ai nostri bambini perché si qualifichino alle prove provinciali.

AGGIORNAMENTOManno Simone ha superato le selezioni provinciali ed è stato ammesso a partecipare alla finale nazionale che si svolgerà il 5 maggio presso l’Università di Palermo. Il nostro alunno avrà modo di confrontarsi con 800 bambini provenienti da tutta Italia. Tanti auguri Simone.

PICCOLI ATLETI CRESCONOGiorno 29 gennaio presso il palazzetto dello sport “Palauditore” di Palermo si è svolta la 1° tappa delle nazionali di kickboxing WTKA, alle quali hanno partecipato una Parte degli allievi di ju jitsu del Maestro Davide Franzella. In 10 hanno partecipato alla disciplina della kick bo-xing e tutti sono saliti sul podio: 3 ori, 4 argenti e 3 bronzi.Giorno 26 febbraio invece presso la palestra comunale di Cianciana (AG) si è svolto un tor-neo di kick jitsu, specialità agonistica del ju jitsu, nella quale, oltre ai colpi dati con calci e pugni si prevedono anche tecniche di proiezione con at-terramento e immobilizzazione al fine di guada-gnare più punti possibili per vincere l’incontro. Hanno partecipato 6 atleti junior (da 7 a 12 anni) e 2 cadetti (da 12 a 16). Classificati tre al 1° posto, tre al 2° e due al 3°. Grande soddisfazione per il Maestro Davide Franzella che gra-zie al costante allenamento e alla professionalità dimostrata è riu-scito a far partecipare gli atleti in due specialità diverse, Kickboxing e Kickjitsu. Continua la preparazione per i prossimi tornei regionali e nazionali.I classificati nella categoria Juniores Cadetti sono:Bova Gabriel Perillo Riccardo, Greco Simone, Intravaia Riccardo, Rusticano Flavio, Grasso Francesco, Sciortino Andrea, Lo Piccolo Flavio, Tusa Francesco

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L’EX OSPEDALE SANTA CATERINAa cura di Officine Ricerca

Fa capolino quasi per caso, tra i grigi edifici della “Via Ranni”, con la pregevole facciata ad an-damento sinusoidale l’ex Ospe-dale Civico di Monreale Santa Caterina. Ma i pregevoli stucchi, oramai oltraggiati dal tempo, nascon-dono una storia antica che ebbe inizio nel XV secolo. In quegli anni fu infatti fondato un piccolo ospedale (ospedale di S. Seba-stiano) accanto alla chiesa di S. Antonio Abate. Il primo statuto dell’ospedale venne emana-to nel 1548 dall’arcivescovo di Monreale Alessandro Farnese e dai documenti ritrovati nell’ar-

chivio storico si evince come fino al 1589 sorgevano nella stessa zona, in unico complesso, la chiesa di S. Antonio sede della Com-pagnia dell’ Orazione e Morte, la cappella del Rosario, la chiesa di San Sebastiano, sede dell’omonima compagnia e l’antico ospe-dale. Essendo l’edificio angusto, nel 1589 esso fu trasferito in una nuova fabbrica originariamente preparata per un monastero fem-minile, la cui chiesa era dedicata a Santa Caterina, presso la porta della città detta di San Michele. Nel 1646 il locale venne acquistato da alcuni benefattori che lo donarono all’Arcivescovo Torresiglia per fondarvi un orfanotrofio femminile, denominato “Badiella”. Dunque l’Arcivescovo trasferì l’ospedale nel sito dove si mantenne fino alla fine della sua esistenza (in via Odigitria), conservando il titolo di Santa Caterina, sostenuto sempre da numerose rendite e donazio-ni dei cittadini monrealesi. Nello stesso anno fu riedificato e venne realizzata la facciata a timpano, con putti scolpiti e stucchi, che tutt’oggi vediamo. Nel corso dei secoli l’ospedale subì varie vicissi-tudini fino a quando con il Regno d’Italia, il Consiglio degli Ospizi, che ne aveva regolato le attività fino ad allora, venne abolito e l’o-spedale si trovò soggetto alle leggi che regolavano gli Enti comu-nali di assistenza istituite nel 1937 al posto delle Congregazioni. Il secondo dopoguerra poi recò un colpo gravissimo che portò alla quasi impossibilità di dedicarsi alle sue finalità. Mancavano pure le attrezzature più basilari, gli strumenti e quant’altro necessario per un servizio ospedaliero minimo. Dunque il Commissario prefettizio del Comune di Monreale spinto dall’esigenza di adeguare i servizi di assistenza sanitaria alle moderne esigenze, specie nei riguardi delle malattie sociali, e nel tentativo di risollevarne le finanze, vi

istituisce un ambulatorio polivalente. La vita e le attività del poliam-bulatorio non ebbero però grande sviluppo, ciò nonostante fino al 1982 ancora si accettava il ricovero degli anziani. Dunque In que-gli anni il comune tentò di destinare i locali dell’ospedale prima a “Casa protetta” e poi a Centro sociale. Ma persistendo l’ospedale come Opera Pia soggiaceva alle norme che disciplinavano le istitu-zioni pubbliche di assistenza e beneficenza. Fino a quando con l’e-stinzione dell’Ente tutto il patrimonio venne trasferito al Comune. In tale nuova situazione l’Amministrazione comunale decise la modi-fica del progetto, destinando il locale a Centro culturale polivalente ed a Centro per la diffusione della legalità. Ultimamente la struttura fu sede della Biblioteca Comunale... rimaniamo in trepida attesa di conoscerne quale sarà il suo destino... .

RICETTA: COLOMBA PASQUALE

Ingredienti:

600 gr di farina bianca; 250 gr di burro; 150 gr di scorze di cedro candite; 160 gr di zucchero semolato; 100 gr di latte; 25 gr di lievito di birra; 50 gr di mandorle; 30 gr di zucchero a grana grossa; 5 uova (1 intero e 4 tuorli); 1 limone; sale.

Preparazione

Impastate 200 gr di farina con il lievito sciolto in acqua tiepida e for-mate un panetto di giusta consistenza. Immergetelo in un recipiente di acqua tiepida dopo avervi effettuato due tagli a croce con un col-tello affilato. Coprite con un coperchio finché il panetto, lievitando, verrà a galla. Versate sulla spianatoia 300 gr di farina, mezzo cuc-chiaio di sale e la scorza grattugiata del limone. Mescolate bene, fate la fontana e ponete al centro 150 gr di zucchero semolato, 4 tuorli, 125 gr di burro ammorbidito. Impastate il tutto aggiungendo latte tiepido. Quando la pasta sarà soda, amalgamatevi il panetto lievitato e scolato. Lavorate il tutto, fatene una palla che metterete a lievitare in una ciotola infarinata. Quando sarà aumentata di un terzo, rovesciatela sulla spianatoia, amalgamatevi 40 gr di burro ammorbidito e lavoratela per 10 minuti. Rimettete ancora la pasta a lievitare finché non avrà raddoppiato il volume. Lavoratela di nuo-vo aggiungendo altro burro e pezzetti di cedro candito, sbattendo energicamente la pasta per 10 minuti. Dividetela quindi in due parti: una per il corpo della colomba, l’altra per le ali. Coprite la pasta con un telo infarinato e lasciatela lievitare di nuovo. Una volta pronta e modellata mettetela sulla placca da forno, spennellatela con l’uovo sbattuto, aggiungete le mandorle e lo zucchero in granella. Infor-nate a 190° ma dopo 10 minuti scendete a 180° coprendo la pasta con un foglio di carta pergamena imburrato. Lasciate cuocere per 20 minuti, togliete dal forno e fate freddare.

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