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LA FORZA DELLE IDEEI risultati delle amministrative 2012 avranno sicuramente delle conseguenze sul panorama poli-tico nazionale, regionale, locale. A breve si voterà per rieleggere i

deputati all’ARS, presumibilmente ad Ottobre, il prossi-mo anno vi saranno le politiche per il rinnovo del Parla-mento, mentre nel 2014 seguiranno le amministrative in molti comuni, anche a Monreale. Tante sono le analisi sciorinate per spiegare il maremoto che si è verificato nella politica italiana, tante le critiche denigratorie nei confronti dei nuovi soggetti politici, accusati di antipo-litica, populismo e pressappochismo. Critiche spesso dettate dalla paura di perdere posizioni e privilegi con-solidati e per demonizzare avversari politici che sem-pre di più stanno riscuotendo consenso tra l’elettorato.A Palermo il fenomeno Orlando ha sconvolto gli equilibri politici locali e regionali. Forte di 30 consiglieri comu-nali su 50 e di una giunta scelta senza dovere cedere a compromessi con altre forze politiche, dovrà confrontar-si con gli enormi problemi finanziari della città ma dovrà dimostrare da subito, con i primi provvedimenti, che il sindaco lo sa fare. Il successo di Orlando è destinato ad incidere sulla composizione futura dell’ARS, dove, ad ottobre, quasi certamente faranno il loro ingresso esponenti dell’IDV, oltre a quelli di SEL e del Movimento 5 Stelle. Ma l’influenza del professore-sindaco sarà so-prattutto percepibile sui più vicini comuni della provincia dove l’IDV, non ancora o poco rappresentata nei consigli comunali, godrà del carisma ma soprattutto della buona immagine che Orlando saprà costruirsi intorno se avrà la capacità, nei prossimi anni, di dare un volto nuovo alla città di Palermo. Un partito, purtroppo, cresce e si svi-luppa, così come rischia anche di spegnersi, all’ombra del suo leader. Soprattutto i movimenti politici moderni, non ancora ben radicati sul territorio e privi di una forte e ben identificata ideologia alla base.La sorprendente vittoria del M5S a Parma è riconducibile anche a que-sta logica, ma non solamente. Infatti, la voce tuonante

e la capacità comunicativa del tellurico Beppe Grillo non possono essere considerate le uniche cause

ad avere decretato il successo del movimento grillino nella città emiliana. Non si spie-

gherebbe altrimenti perché lo stesso risultato non sia stato anche

conseguito a Geno-

va, città del leader del Movimento. Parma insegna che non è sufficiente l’antipolitica (o meglio l’antipartitica) per vincere le elezioni. Il neosindaco Federico Pizzarotti e i giovani del M5S hanno saputo approfittare dei riflettori puntati su di loro da Grillo per comunicare e fare veicolare le loro idee e i loro progetti tra la gente. Idee che hanno trovato accoglienza in modo trasversale tra im-prenditori, impiegati, studenti, disoccupati, al di là delle ideologie e degli steccati politici. Progetti che hanno fatto evaporare i diffusi pregiudizi di inconsistenza che avvolgono le parole di Grillo, e che sono stati studiati ed analizzati nel corso degli ultimi anni, condivisi, con il contributo della rete, da tanti cittadini, resi concreti e realizzabili. Non vuoti e demagogici. E’ una poli-tica che viene dal basso, da giovani che senza segreterie politiche alle spalle, senza capitali da investire per la campagna elettorale (è costata circa €6.000), hanno saputo imporre la forza delle loro idee. E’ interessante notare come l’elet-torato medio del M5S a Parma è costituito da giovani di 25/40 anni e laureati, non da ingenui cittadini molto sensibili agli slogan ad effetto, a promesse superficiali o a discorsi populisti.Quella di Parma è una grande lezione che deve essere ac-colta da chi si prepara, anche all’interno dei comuni siciliani, ai prossimi confronti elettorali. L’elemento che emerge interessante e potente, per l’influenza che può avere, è la constatazione che con un lavoro e un impegno serio, fatto di proget-tualità, di comunicazione a basso costo, di coinvolgimento e partecipazione, di trasparenza, si possono scardinare le tradizionali forme di fare politica e liberare i luoghi di potere delle amministrazioni locali dai soliti nomi e da soggetti selezionati dai partiti, spesso anni luce lontani dalla volontà popolare. Culturalmente potente perché abbatte i luoghi comuni, del tipo “sono tutti uguali”, che disarmano chi si accinge in prima persona a dare un contributo al cambiamento e alla crescita della polis. L’auspicio è che questa esperienza di volontari della politica venga accolta anche da noi e che permetta di sprigionare quelle energie positive di cui senz’altro anche il nostro Sud è fecondo.Energia positiva come quella sprigionata in ambito politico da Alex Corlaz-zoli, il direttore responsabile di Filo Diretto. Un giovane, giornalista, mae-stro precario, appena nominato assessore alla cultura e all’istruzione nel comune di Crema. Gli auguro di potere essere di stimolo e di potere incidere sulla crescita e sulla formazione culturale dei ragazzi e dei giovani della città lombarda. Buon lavoro Alex.Con il numero di giugno si interrompono i lavori della redazione di Filo Diretto per la pausa estiva. Riprenderemo a settembre per dare voce ai cittadini, presentare i fatti e fornire la no-stra lettura sugli sviluppi e sulle dinamiche politico-sociali che riguardano Monreale. Un grazie va rivolto ai nostri lettori che, sempre più numerosi ed assidui, con il loro entusiasmo ci ripagano dei nostri sforzi e contribuiscono ad alimentare la nostra passione, cioè il desiderio di raccon-tare, di informare, di incontra-re.

L’EDITORIALEL’EDITORIALEdi Luigi Gullo

SOMMARIOLo sradicamento della povertà è un

obiettivo realizzabile?di Piera Autovino

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Monreale rischia il fallimento? Intervista

all’ass. al bilancio La Fiora di Luigi Gullo

04

Il PD tenda la mano all’UDC. Intervista all’On.le Russo

di Luigi Gullo06

A Palermo l’IDV vince, e a Monreale?

Intervista a Maria Daniela Micelidi Luigi Gullo

07

Monreale – Pioppo non siamo lontani 07

Chiesa della Santissima Trinità a cura di Officine Ricerca 10

Filo Diretto: Direttore Editoriale: Luigi Gullo | Direttore Responsabile: Alex Corlazzoli | Redattori: Piera Autovino | Impaginazione e Grafica: Mauro Gulì, Nino Carlotta, Luciano Busicchia | Fotografie: Piera Autovino | Hanno collaborato: Valentina Lucchesi, Officine Ricerca e Comitato Pioppo Comune.

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LO SRADICAMENTO DELLA POVERTÀ È UN OBIETTIVO REALIZZABILE?

di Piera Autovino

Il termine povertà è qui utilizzato nel senso che gli viene corrente-mente attribuito, ovvero di miseria, di assenza di accesso ai beni e ai servizi essenziali alla vita. Questa è la povertà che nega la dignità umana. È differente dalla povertà come scelta, come stile di vita: quella delle persone che hanno fatto voto di “povertà”, optando per una vita frugale o rifiutando ogni arricchimento personale.

Abbiamo posto a “TESTIMONI PRIVILEGIATI” che operano sul no-stro territorio, alcune semplici domande relative alla povertà con l’obiettivo di cercare di capire e conoscere meglio, condividendo le informazioni, questo fenomeno, che sembra sia in “crescita”. Hanno risposto Daniela Miceli, responsabile dei servizi sociali del Comune di Monreale e Giovanni Gullo vicepresidente dell’Associa-zione “Il Quartiere” di Monreale e volontario per la distribuzione di viveri a diverse famiglie monrealesi. Pubblichiamo intanto le loro ri-sposte, riproponendoci di continuare nei prossimi numeri.

Risposte di Daniela Miceli.Cosa vuol dire essere povero oggi?Povero è chi non ha i mezzi necessari per sostentare se e la propria famiglia, ma povertà è anche umiliazione , sensazione di essere di-pendenti da altri, dovere accettare offese e disprezzo e trovare indif-ferenza se si chiede aiuto.Attraverso quali strumenti e iniziative conosce le povertà pre-senti sul territorio?Attraverso il mio lavoro nei servizi sociali. A Monreale, colui che è in condizione di disagio e povertà ottie-ne aiuto sufficiente per andare avanti?Mancano forme di integrazione economica che, fino a qualche anno fa, si riusciva ad assicurare, ed i servizi non riescono a coprire il fabbisogno.Chi, secondo lei, dovrebbe maggiormente occuparsi dei ceti in-digenti?L’Amministrazione comunale, di concerto con la Caritas, le associa-zioni di volontariato e le strutture parrocchiali, tutti coinvolti in un pro-getto comune.Quando la povertà è un pretesto?Quando diventa abitudine all’accattonaggio ed al servilismo.Quali forme di povertà si individuano in maniera preminente sul territorio di Monreale?Molte famiglie monrealesi non riescono ad assicurare ai propri figli, ciò di cui necessitano per una crescita equilibrata, a cominciare dai libri scolastici. Ci sono famiglie ed anziani, con pensioni minime, che non riescono a pagare l’affitto o le bollette di acqua e luce, né ad acquistare i farmaci o pagare il ticket per esami diagnostici prescritti. Quali sono i dati in suo possesso relativi alle condizioni di po-vertà di cui parliamo (quante sono le persone coinvolte, il grado di gravità e di urgenza; in quali quartieri o zone il fenomeno è più diffuso; le fasce di età delle persone coinvolte; la condizio-ne socio-economica delle medesime)?Non siamo in possesso di dati sistematici.Quali sono le persone da lei aiutate o verso le quali il servizio è erogato? Sono persone che hanno richiesto il servizio oppure sono state segnalate?Si interviene con l’utenza spontanea o inviata da altri servizi socio-sanitari e da privati accreditati.Valuta il suo servizio efficace oppure carente per mezzi e/o per-sonale qualificato?Si fa quel che si può, ma non ci sono i numeri.Ha pensato di lavorare in rete con altri soggetti, presenti sul territorio, che si occupano delle medesime problematiche? Se si, cosa ha fatto perché si potesse concretizzare un’offerta di questo tipo al cittadino?Esiste una rete istituzionale (faccio riferimento al rapporto costan-te con i servizi socio-sanitari e con le sedi decentrate del Ministero di Grazia e Giustizia) per problematiche specifiche. Il rapporto con le scuole è meno intenso, perché la dispersione scolastica da anni ormai non è più una priorità nell’agenda politica, ai vari livelli di go-verno. Il rapporto con associazioni ed Enti privati è lasciato al caso, non organizzato.Ha ipotizzato azioni preventive per far fronte al disagio prima del suo insorgere?La prevenzione del disagio sociale si realizza quando si lavora con i minori: i servizi educativi ed aggregativi per minori sono servizi che realizzano prevenzione. Il servizio sociale comunale, da me rappre-sentato, inserisce sempre questo genere di servizi nella program-mazione. Qualche volta si riesce ad attivare servizi utili ed efficaci.In sintesi: in riferimento al territorio dove abita, quali sono i tre principali problemi socio-assistenziali e sanitari delle persone e

delle famiglie? La mancanza di opportunità lavorative. La mancanza di strutture socio ricreative per minori e giovani.La disgregazione progressiva di un sistema sociale, all’interno del quale l’uomo è sempre più solo ed impaurito, nell’affrontare le diffi-coltà che si presentano nella vita. Ma questo è un dato culturale, che coinvolge la società nel suo insieme.Quali sono le principali carenze che si avvertono nel suo territo-rio nel campo dei servizi pubblici socio-assistenziali e sanitari? I servizi sociali e sanitari hanno vissuto un momento di boom negli 80/90. Oggi sono in progressivo declino, perché la crisi economica ne ha penalizzato strumenti e risorse. Il personale che va in pensio-ne non viene reintegrato e chi svolge un ruolo tecnico, sperimentan-do giornalmente difficoltà pratiche ed emotive, che inevitabilmente intervengono se vieni coinvolto nella difficoltà dell’ ”altro”, dopo qual-che tempo cerca di ritagliarsi uno spazio asettico e più rassicuran-te. E’ il caso di educatori, assistenti sociali, psicologi, insegnanti e medici,che non fanno più il loro lavoro e decidono di transitare in settori amministrativi. La conseguenza è lo svuotamento dei servizi e l’ipertrofia della macchina burocratico- amministrativa. A questo risultato si arriva per scelte personali, incoraggiate da precise scelte politiche.Che cosa si potrebbe fare per risolvere i problemi socio-assi-stenziali e sanitari che lei ha evidenziato?Portare avanti la lotta all’evasione fiscale, far pagare i servizi ai cit-tadini che possono farlo, mettere in campo azioni redditizie che con-sentano alla P.A. di avere maggiori risorse da allocare nella realiz-zazione di servizi ed in favore delle fasce sociali indigenti. Inoltre, gratificare maggiormente le professionalità specifiche, piuttosto che destinare progressioni di carriera e risorse aggiuntive, esclusiva-mente al personale amministrativo, come accade oggi.

Risposte di Giovanni Gullo:I problemi che si evidenziano nella realtà dove operiamo e che no-nostante i nostri sforzi non vengono neanche scalfiti riguardano i bisogni di base dei cittadini cioè 1) bisogni di natura alimentare 2) carenze culturali gravi, dalla scuola alle relazioni sociali 3) degrado ambientale, scarsa igiene 4) uso di alcool e droghe.Per quanto ho avuto modo di vedere, c’è una scarsa presenza dei servizi socio-assistenziali degli enti pubblici e comunque è cosi bas-sa da non avvertirla, quasi.Lavoriamo sul territorio Bavera da molto tempo e credo che una so-luzione parziale dei problemi che lo affliggono non può prescindere da una educazione collettiva delle famiglie attraverso lo svolgimento di attività finalizzate a formare il cittadino (quanto meno ad insegnar-gli che è utile sapersi “muovere” nella società moderna). Il miglior modo per farlo sarebbe quello di programmare in rete una serie di iniziative finalizzate a seguire le famiglie ed a spiegare quali sono i diritti e non i favori.Ci sono tante forme di povertà la più grave è quella culturale, ma spesso nel nostro quartiere abbiamo toccato con mano i morsi della fame, della disoccupazione (o precariato) sempre più diffuso.Distribuiamo i viveri a domicilio per renderci conto di persona delle varie situazioni familiari, in molti casi l’aiuto di parenti, Caritas, chie-sa, associazioni allevia l’indigenza, ma non basta. Le risorse sono quelle che sono (le nostre tasche), contributi pubblici non ne abbia-mo e, francamente, ritengo che dovrebbe occuparsi “il pubblico”, con le risorse pubbliche del cittadino, di queste problematiche. Giovanni Gullo

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Soluzione in arrivo per i dipendenti del Benedetto Balsamo e della Polizia Municipale

ASS. LA FIORA (BILANCIO): PREVEDIBI-LE UN INCREMENTO DELL’IMU SULLE SE-CONDE CASE

Senza una inversione di rotta alla politica di deficit spending Monreale rischia il fallimento

-Il nostro ultimo incontro risale a gennaio di quest’anno. A circa sei mesi dal Suo insediamento in giunta proviamo a tirare le somme sui risultati conseguiti fino ad oggi. Ci siamo lasciati con la promessa di non aumentare l’impo-sizione fiscale sui cittadini monrealesi e con l’intento di avviare una fase di rigore sul piano delle uscite dell’ente, con l’auspicio di conseguire l’obiettivo del risanamento fi-nanziario del comune e di giungere nel prossimo futuro alla riduzione delle aliquote fiscali. Alla luce del Suo lavoro e della conoscenza più approfondita acquisita nell’arco di questi mesi sul funzionamento della macchina comunale e sulla condizione finanziaria dell’ente, si sente di conferma-re i suoi propositi?Gli obiettivi delineati nel nostro ultimo incontro di gennaio ri-mangono senz’altro confermati. I nostri sforzi e le nostre ener-gie sono rivolte ad un necessario programma di risanamento del bilancio di parte corrente, con l’obiettivo di chiudere la forbi-ce tra entrate e spese; abbiamo lanciato sfide di cambiamento. Abbiamo impostato le scelte di bilancio che stiamo predispo-nendo sul presupposto che si possa interrompere il ciclo vizioso di una spesa in continuo incremento, chiedendo alla macchina amministrativa di impegnarsi sul risparmio. Purtroppo, sul fron-te delle entrate, rispetto alla nostra intervista di gennaio scorso, abbiamo dovuto prendere atto di una interferenza da parte de-gli obiettivi di finanza nazionale sulle esigenze dei Comuni. Di fatto l’IMU si è dimostrata per i Comuni un’autentica bufala. Al-tro che imposta Municipale propria! Lo Stato ha messo le mani dentro il nostro portafoglio: infatti le previsioni di gettito che era-no state fatte dal Ministero e sulla base delle quali erano state determinate le aliquote IMU si sono manifestate palesemente errate a svantaggio dei Comuni. E ciò lo dimostra il fatto che lo stesso Governo è dovuto intervenire con un decreto di urgen-

za riservandosi la facoltà di rivedere le stesse aliquote nazionali addirittura fino al prossimo mese di dicembre, dando facoltà ai Comuni di determinare le proprie fino al 30 settembre, a bilan-ci già approvati. In pratica, per garantirci un gettito IMU almeno pari al gettito ICI dell’ultimo anno siamo gio-co forza costretti a mettere mano sulle aliquote. Situa-zione questa che a gennaio scorso sembrava un’ipotesi irrealistica. Con le aliquote di base previste per legge - 0,4% prima casa e 0,76% altri immobili - il gettito IMU sarebbe inferiore di oltre 1,5 milioni rispetto al gettito ICI. Per questo un intervento sulle aliquote si rende as-solutamente necessario. Abbiamo fatto diverse simu-lazioni al fine di quantifica-re il gettito conseguente. E’ chiaro che la scelta defini-tiva dipenderà anche dagli

equilibri generali di bilancio, non avendo molte altre leve su cui intervenire. Attualmente l’ipotesi più accreditata è quella di mantenere allo 0,4% l’aliquota sulla prima casa e di intervenire con un incremento sull’aliquota sulle seconde case. E’ chiara la scelta politica che sta dietro questa ipotesi, che è quella di non colpire oltremodo chi con sacrifici è riuscito a comprarsi la casa di abitazione rispetto a chi detiene più immobili.

-Quale quota dell’IMU pagata dai cittadini verrà trattenuta dal comune?Al Comune va tutta l’IMU sulla prima casa; sugli altri immobi-li invece una quota pari al gettito calcolato con l’aliquota del 0,38% (pari al 50% dell’aliquota di base) va allo Stato. La re-stante parte va ai Comuni. Alla perdita di gettito dovuta a quan-to detto sull’IMU, si è aggiunta, a partire dallo scorso mese di aprile, la perdita di gettito dell’addizionale comunale sull’accisa dell’energia elettrica (circa un milione di euro), che è stata as-sorbita dalla quota erariale. Si trattava di una valvola di sfogo importante per le casse comunali in quanto entrata certa che affluiva senza la necessità di alcuna attività da parte dell’Ente. Insomma, sintetizzando, rispetto al nostro ultimo incontro, sul fronte delle entrate sono cambiate le carte in tavola; il che po-stula necessariamente un intervento correttivo.

-Rimane ottimista?Viviamo tempi difficili. La situazione economica generale, le in-certezze del quadro normativo e le scelte di finanza pubblica di questi ultimi mesi concorrono, insieme, a formare un quadro delicato e difficile per chi deve scegliere come allocare le – po-che – risorse disponibili e, soprattutto, dove reperire le – molte – risorse necessarie a garantire la stabilità dei bilanci comunali. Ritengo tuttavia che i risultati, come sempre quando gli obiet-tivi vengono perseguiti con serietà e coerenza, arriveranno. Il nostro auspicio è quello di riuscire a traghettare la macchina comunale fino al 2014, anno in cui il gettito IMU dovrebbe di-ventare tutto dei Comuni.

-Il bilancio di previsione 2011 è stato approvato a Novem-bre dello scorso anno. A gennaio Lei affermava il proposi-to di riuscire ad anticipare l’approvazione del bilancio di previsione 2012 entro febbraio, per mettere in campo le risorse necessarie ad una gestione attiva dell’ente. Siamo a giugno e del bilancio neanche l’ombra. Cosa ha ostaco-lato i Vostri piani?Tutto quanto detto prima a proposito delle incertezze sulle en-trate ha frenato il nostro lavoro. Ciò in quanto non possiamo permetterci di arrivare ad un documento programmatico che contenga previsioni di entrate non attendibili, autorizzando quindi spese che poi non troverebbero copertura.

-Monreale può essere definito un comune a rischio de-fault?Ce lo insegna la nostra piccola esperienza locale e ce lo con-fermano le più recenti vicende di livello nazionale ed europeo: esiste un limite alla politica di deficit spending, superato il quale non è più possibile tornare indietro. Varcata quella soglia, sen-za una chiara, poderosa e responsabile inversione di rotta, la situazione non può che peggiorare verso lo scontato esito del fallimento. E il nostro Comune non è da meno a questa regola. A ciò si aggiungono le difficoltà che riscontriamo nell’incasso dei nostri crediti (soprattutto da parte della Serit) che deter-minano una crescita smisurata dei residui attivi e una delicata situazione di cassa.

-Oggi assistiamo a livello nazionale al dramma di impren-ditori di aziende sane costretti a gesti estremi perché i cre-diti vantati nei confronti degli enti pubblici, non evasi, li portano al fallimento. Quali sono i tempi medi di pagamen-to delle fatture per i fornitori e per le ditte del comune?Il nostro Ente, come tutti gli altri Comuni, a seguito di sentenza della Corte Costituzionale, ha istituito il Cronologico per il pa-gamento dei fornitori. Pertanto i mandati di pagamento a titolo diverso da spese per personale, rimborso mutui e servizi locali

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Il dott. Giuseppe La Fiora, assessore al bilancio

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indispensabili, vengono emessi seguendo l’ordine cronologi-co delle fatture così come pervenute per il pagamento o, se non è prescritta fattura, delle deliberazioni di impegno da parte dell’ente. Ciò, oltre a garantire per legge l’impignorabilità di ter-zi delle somme giacenti presso la tesoreria, è una garanzia di eguale trattamento per tutti i nostri creditori. Purtroppo, a causa delle difficoltà di Cassa più volte evidenziate, ad oggi abbiamo accumulato un ritardo di oltre due anni sui pagamenti da crono-logico. E le devo dire che anche noi assistiamo, purtroppo ogni giorno, ad un via vai dai nostri uffici di imprenditori che si tro-vano in seria difficoltà proprio per questi ritardi. Le norme che proprio in questi giorni sono state annunciate dal governo Mon-ti in ordine alla possibilità di compensazione dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione e delle Aziende Sanitarie Locali con eventuali debiti delle imprese per imposte e contributi iscritti a ruolo potrebbe consentire un’importante valvola di sfogo su questo fronte. Ci auguriamo che la Sicilia, in quanto regione strutturalmente deficitaria e monitorata nel settore della Sanità non venga esclusa da questa possibilità.

-Anche i dipendenti dell’Opera Pia Benedetto Balsamo at-tendono circa 16 mensilità, e tra le cause vi è un forte cre-dito, circa €200.000,00, vantato nei confronti del comune. Che soluzione state vagliando?Ai dipendenti dell’Opera Pia Benedetto Balsamo va tutta la mia solidarietà in quanto hanno continuato a svolgere la loro atti-vità, nonostante tutto. Posso comunque affermare che stiamo predisponendo una transazione su cui abbiamo già raccolto un’adesione di massima da parte dei nostri interlocutori e che a breve sarà formalizzata. Insomma siamo ormai vicini ad una soluzione.

-A quanto ammonta il debito con la ditta di trasporti Gior-dano?Si tratta di circa 550.000,00 euro.

-Vi sono beni del patrimonio monumentale monrealese a rischio di pignoramento?Soltanto i beni del patrimonio disponibile possono essere og-getto di pignoramento. Quindi non esiste giuridicamente un si-mile rischio.

-La polizia municipale lamenta il mancato pagamento di una parte delle componenti accessorie dello stipendio ri-salenti addirittura al 2009. Come risponderete a questa ri-chiesta?Lo scorso 2 maggio è stato raggiunto un accordo presso la prefettura per uno spalmamento delle competenze pregresse in due tranche, una il 30 maggio e l’altra a luglio.

-Rimanendo sul fronte del lavoro, a seguito della bocciatu-ra di uno degli articoli della finanziaria regionale da parte del commissario dello stato, è a rischio il rinnovo del con-tratto dei precari dei comuni siciliani. Anche a Monreale

circa 80 lavoratori potrebbero rimanere a breve senza la-voro. Se l’ARS non dovesse riuscire a trovare una soluzio-ne, state studiando delle proposte, per scongiurare questa eventualità?Il Sindaco ha più volte manifestato la sua disponibilità a venire incontro alle istanze di stabilizzazione che promanano dai con-trattisti che ormai lavorano nel nostro Ente da più di venti anni e che in molti casi svolgono anche mansioni di un certo rilievo e con acquisita professionalità. Il loro contratto scadrà il prossimo 31 dicembre 2012. La Regione ancora ad oggi non ha neppure onorato il contributo pari a circa l’80% della retribuzione e degli oneri riflessi a valere sull’anno in corso, con la conseguenza che a breve risulteranno a rischio anche gli stipendi di questi lavoratori. Anche se con il consuntivo 2011 rispetteremo il patto di stabilità finanziario, ci sono non pochi problemi di carattere tecnico, su tutte lo sforamento del limite massimo della spesa del personale sul totale delle spese correnti, a rendere difficile un’ipotesi di stabilizzazione. Per questo motivo, proprio in questi giorni si è aperto un tavolo tecnico con alcuni rappresentanti di questi lavoratori e i Diri-genti comunali per trovare una soluzione, in congruo anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2012. La mia sensazio-ne è che la Regione abbia scaricato il problema sui Comuni.

-Quali sono le priorità e gli obiettivi sui quali state concen-trando le Vostre energie?Non nascondiamo che sull’IMU pesi un alone di incertezza. Il Governo, infatti, ha rinviato a dicembre ulteriori determina-zioni sull’imposta, ma crediamo sia un gesto responsabile ed una priorità approvare al più presto il Bilancio di Previsione, per dare all’Amministrazione Comunale gli strumenti per ope-rare. Naturalmente, se emergessero in futuro fatti nuovi, oggi imprevedibili, saremo pronti a ridiscutere e rivedere le nostre decisioni.Il bilancio di previsione è un progetto finanziario di entrate ed uscite che trova nel corso dei 365 giorni di attività dei settori la sua applicazione e soprattutto la sua verifica. Il nostro obiettivo concreto sarà quello di non lasciare a sé stesso il progetto di bilancio e controllarlo punto per punto, momento per momento durante la sua trasformazione da documento di previsione a generatore di eventi fisici e finanziari. A tal fine occorre il con-tributo di tutti, Sindaco, Assessori, Consiglieri e Dirigenti affin-ché con l’operato di ciascuno si resti sul binario principale della pianificazione finanziaria senza produrre scosse o sconvolgi-menti sostanziali. Il rispetto del progetto consentirà alla finanza dell’Ente di intraprendere un percorso virtuoso di risanamento dei parametri finanziari deficitari e ciò senza rinunciare a for-nire alla cittadinanza qualificati servizi primari indispensabili. Altro obiettivo importante su cui lavorare, sarà altresì quello di migliorare l’attività di riscossione dell’Ente, sia volontaria che nella fase coattiva, riducendo anche i costi di tale gestione. La scadenza al 31 dicembre di quest’anno della convenzione con Serit aprirà sicuramente nuovi scenari su questo fronte.

IO-ECOMONREALE, UN PROBLEMA CANE!!!di Marco FarinaContinua lo sviluppo del progetto Io-Eco all’interno dell’associazione H.R.Y.O. di Monreale. Questa volta dall’indagine sui vari problemi lo-cali connessi all’ambiente e alla eco-sostenibilità è emerso il problema del randagismo. Molti di noi condividono la propria vita con un animale domestico, cane o gatto che sia non ha importanza, ma in quanti si ac-corgono dei tanti randagi che affollano le strade limitrofe alla cittadina medioevale? Noi abbiamo provato a fare un giro ed in una sola sera abbiamo potuto contare più di una settantina di cani diversi, alcuni dei quali si muovevano persino in branco inseguendo la nostra auto. Il ran-dagismo è un fenomeno serio, una problematica sociale e come sempre tentiamo di tirare un po’ per le orecchie il nostro sindaco, a rappresen-tanza di tutto il comune, affinché possa far qualcosa. Pur consapevoli del fatto che un simile problema non si possa risolvere dall’oggi al domani ci piacerebbe riscontrare da parte dell’amministrazione pubblica monrea-lese l’avvio di un serio intervento a partire da percorsi formativi ed edu-cativi all’interno delle scuole fino a giungere all’apertura di una struttura in grado di ospitare i randagi. L’apertura di un canile presso il comune di Monreale aumenterebbe la qualità della nostra cittadina e favorirebbe l’occupazione di personale specializzato, crediamo inoltre che permet-terebbe anche ai cittadini di poter svolgere liberamente attività di volon-tariato e si verrebbero quindi a creare delle situazioni favorevoli per tutti, inoltre l’avere un canile favorirebbe il controllo delle nascite degli animali.Vediamo il canile come un servizio pubblico che deve essere pertanto reso disponibile per favorire la cura degli animali ma anche controllare un fenomeno in continua crescita.Parlando di randagismo abbiamo analizzato il fenomeno sotto vari

aspetti, dapprima quello emozionale. Cristina, volontaria della H.R.Y.O., ad esempio, dice “di per sé non è il randagismo una cosa brutta, ma di-venta una cosa spiacevole quando un cane è malato e non può essere curato, quando piove e non ha riparo, il fatto che molti cani si nutrano fra i rifiuti; il randagismo diventa però pericoloso quando assistiamo alla nascita di branchi di cani che si muovono liberi, ogni branco occupa di fatto un territorio e si vengono a sviluppare delle situazioni di potenziale pericolo, sia per le aggressioni fra cani che per i comuni cittadini”. Infine, analizzando il fenomeno sotto altri punti di vista si rileva senza dubbio un problema legato all’igiene, basti pensare anche solo ai corpi dei cani senza vita ai cigli delle strade; ma randagismo è anche un problema di educazione civica, purtroppo sono tanti gli abbandoni di cuccioli. Il randagismo diventa un fenomeno spiacevole quando, data la totale im-mobilità dell’amministrazione, la frustrazione delle persone raggiunge alti livelli e si è purtroppo assistito a stragi e maltrattamenti che hanno portato all’avvelenamento di gruppi massicci di animali da parte dei citta-dini, i quali forse restano tutt’ora ignari di aver compiuto un reato penale.Vogliamo aprire un dialogo con le istituzioni per poter avviare dei per-corsi educativi con i cittadini al fine di prevenire ulteriori abbandoni, ma pretendiamo da parte di queste la nascita di una struttura idonea ad accogliere i randagi ed evitare a chi decide di salvare un randagio di vergognarsi di essere monrealese, costretto a mentire andando verso il canile del comune di Palermo.A tutte quelle realtà, persone o as-sociazioni che volessero collaborare con noi, invitiamo a contattarci in-viando una mail a [email protected].

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Orlando non ceda alla presunzione e lavori ad un proget-to comune per le regionali

ON.LE RUSSO (PD): “A MONREALE CENTRO-SINISTRA UNITO E UN CANDIDATO SINDACO GIOVANE, AUTOREVOLE E DI ESPERIENZA”Il Pd deve tendere la mano a partiti di centro come l’UDC di Giampiero D’Alia

On.le Russo, le elezioni amministrative a Palermo hanno acu-ito e portato alla luce le contraddizioni e i conflitti interni al PD palermitano e siciliano. Si sta arrivando alla resa dei conti tra le varie anime presenti nel Vostro partito?Nel pd siciliano, e di riflesso in quello palermitano, negli ultimi mesi ci sono state due linee di pensiero alternative: una a sostegno, anzi, che ha governato con il presidente della regione, Lombardo, ed una posizione contraria fin dall’inizio a quell’abbraccio grave e dannoso. La prima, quella dei filogovernativi, non ha mostrato mai perplessità neanche dinanzi ai problemi giudiziari del presi-dente Lombardo. Invece, la posizione che io con altri, come area Bersani-Mattarella abbiamo sostenuto è stata di rifiuto netto, al punto da promuovere un referendum aperto ai nostri elettori, con la raccolta di 5.000 firme di iscritti che purtroppo, non ci è stato consentito di celebrare.

I palermitani hanno premiato la linea Orlando e respinto quel-la degli accordi trasversali sperimentati a livello regionale e in parte riproposti alle amministrative. Il risultato di Orlando, sommato al forte astensionismo, è una bocciatura chiara e netta della politica del PD?La vicenda palermitana ha una sua specificità legata al carisma personale di Orlando, ma anche alle gravissime condizioni in cui è stata lasciata Palermo da Cammarata e dai partiti del centrodestra che lo hanno sostenuto. Era chiaro che manifestando un progetto alternativo e di discontinuità, anche in termini di alleanze, si anda-va incontro al sentire diffuso della città. L’unità del centrosinistra, da perseguire con le primarie, aveva questo fine. Noi, il pd di Ber-sani, avevamo candidato Rita Borsellino. Questa candidatura è stata condivisa anche da Orlando. Poi, le primarie le ha vinte Fer-randelli, ex capogruppo di Idv a Palermo. Ci sono state parecchie contestazioni e, sicuramente un condizionamento di altri partiti ai quali faceva comodo dare una mano ai filogovernativi lombardiani del pd. Il risultato, non è stato accettato da Orlando che alla fine ha deciso di candidarsi nonostante il responso delle primarie. E le urne gli hanno dato abbondantemente ragione.

Orlando ha dimostrato che a sinistra si può vincere e si può ottenere il riconoscimento degli elettori anche facendo a meno del PD. Il neo-sindaco ha sottolineato come la sua vittoria non è di tutto il centro sinistra ma dell’IDV soltanto, in quanto ha avuto contro Vendola, D’Alema, Bersani, Letta, tutti scesi personalmente in campo per sostenere Ferrandelli. Quale lezione potete trarre?Ripeto, Palermo è un caso a parte. Nel resto della Sicilia e soprat-tutto nel resto dei comuni italiani dove si è votato ha stravinto il pd ed i candidati che sostenevamo. Molto spesso anche senza Idv, che in Sicilia non mi pare particolarmente radicata, nonostante il grande aiuto avuto dagli strateghi lombardiani del Pd. Questi, con le incomprensibili scelte operate hanno penalizzato il pd portando-

lo al 7,7% facendo im-pallidire perfino il famo-so 61-0. Va detto, per onestà, che a Palermo Idv è al 10% e solo gra-zie alla legge elettorale e a Fabrizio Ferrandelli che ha evitato appa-rentamenti tattici per impedirgli il premio di maggioranza, ottiene il 60% dei seggi, os-sia, 30 consiglieri su 50 complessivi. Io cre-do che quest’ultima scelta, per la quale mi sono speso, è il primo passo per la ricompo-sizione del centrosini-stra a Palermo. Spero, inoltre, che Orlando, faccia bene il sindaco e

aiuti un progetto alternativo in vista delle regionali del prossimo ottobre. Senza cedere, possibilmente, all’arroganza, alla presun-zione e meno che mai all’idea di essere autosufficienti. Già nel novembre ‘93 Orlando fu eletto col 73%. Solo 4 mesi dopo, alle elezioni politiche, nella Palermo di Orlando, il centrosinistra perse tutto non superando il 40%. Mi auguro che la lezione sia presente e non venga dimenticata.

In termini assoluti, il PD, alle amministrative nazionali, ha perso molti consensi. Il partito appare ingessato e incapace di interpretare, come altri partiti tradizionali, il cambiamento che soffia forte sul modo di fare politica. Sono cambiate le formule per attrarre consenso oggi?Il risultato elettorale dice chiaramente che il pd e i candidati soste-nuti, tranne rare eccezioni, hanno vinto. Elettoralmente cresciamo e rimaniamo la spina dorsale di un progetto politico alternativo per la guida del paese. Certo, si poteva vincere meglio dinanzi al col-lasso elettorale della Lega e del PDL. Ma non può certo ingannare il dato di Parma, una città da 10 anni governata dalla destra che è passata ad un altro populismo, quello di Grillo. Gli elettori del cen-trodestra pur di non darla vinta al centrosinistra hanno preferito la novità del momento. In democrazia ci sta anche questo, ma non la falsità di un pd in affanno o in difficoltà. C’è solo una punta di amarezza perchè potevamo avere un risultato ancora più robusto e dalla lettura indiscutibile. Gli italiani ed i siciliani in particolare sanno che non si governa un paese in difficoltà con l’odio, la rab-bia e gli insulti. Si governa con senso di responsabilità, etica della rinunzia, pacatezza e competenza. Elementi che solo pochi oltre al pd posseggono, a prescindere dall’utilizzo del web.

In vista delle prossime elezioni regionali, quali alleanze im-magina? Quali rischi deve evitare il centrosinistra ed il pd in particolare?Credo che si debba partire dal centrosinistra classico, quello au-tenticamente riformista, e tendere la mano a partiti di centro come l’udc di Giampiero D’Alia. Altrimenti, corriamo il rischio di riconse-gnare la Sicilia ad un centrodestra che, sebbene viva una fase di disfacimento, resta molto pericoloso. Ovviamente, va archiviata la triste esperienza del governo Lombardo e dei reduci che lo hanno sostenuto.

Quale percorso immagina per Monreale per costruire una al-ternativa all’attuale amministrazione? Intanto, bisogna prendere atto del fallimento di questa esperienza di governo cittadino. Poi, come stiamo facendo, bisogna mettere assieme chi è stato all’opposizione, esiste non solo nominalmen-te, ed ha un sintonia con il nostro percorso. In tal senso credo che ogni alternativa possa partire soltanto dai gruppi consiliari che si riconoscono in una idea di centrosinistra allargato e che coeren-temente, fin dall’inizio, si sono collocati all’opposizione delle varie edizioni della giunta Di Matteo.

Le primarie, grande baluardo di democrazia e partecipazione del partito democratico, si stanno torcendo contro lo stesso partito. E’ ora di riporle in soffitta? A Monreale pensate di or-ganizzarle?Le primarie restano uno strumento importante di selezione de-mocratica. Ovviamente, al netto di qualche brutta esperienza e del disconoscimento del valore di qualche autorevole sindaco e relativa compagine politica. Non credo che vadano riposte a priori in soffitta ma nemmeno credo che vadano divinizzate. Semplice-mente, sono uno strumento che può aiutare nelle scelte. Tuttavia, resto convinto che il primato delle scelte e delle proposte stia alla politica ed alle sue forme di rappresentanza, a partire dai partiti. A Monreale, quando sarà tempo, valuteremo se organizzarle. Ma credo che non ce ne sarà bisogno. Infatti, ritengo che ci siano tutte le ragioni per arrivare con un forte progetto unitario, sostenuto da liste capaci di non disperdere voti e superare la soglia di sbarra-mento e, ovviamente, da una candidatura alla carica di sindaco senz’altro giovane, autorevole e di esperienza. Il massimo, alme-no in astratto, che si possa progettare per cambiare il destino della nostra città!

Soluzioni gioco di pag. 8

GIUNTA DI MONREALE

1) Filippo Di Matteo2) Nazzareno Salamone

3) Rosalia Giangreco4) Giuseppe La Corte5) Giovanni Cardullo6) Marco Intravaia7) Giuseppe La Fiora

Tonino Russo, deputato del PD

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MONREALE-PIOPPO NON SIAMO LONTANIdi Stefano Lo Coco del Comitato Pioppo ComuneL’esperienza di collaborazione tra Filodiretto e Summacco (comi-tato per l’autonomia) è la prova che Pioppo e Monreale non sono poi così lontani. Condividiamo gli stessi problemi, viviamo gli stessi disagi e come diceva qualcuno andiamo verso lo stesso porto. Per tutto questo, nella ricerca di sensibilizzare la maggioranza dei citta-dini del territorio Monrealese, attraverso il racconto dei fatti che ac-cadono, è stato naturale per noi unire le forze superando pregiudizi e antagonismi che non possono esistere. Diversamente è andata invece nella vita politica di questo triste periodo; infatti il modo in cui gli amministratori hanno ritenuto di dover rendere conto ai citta-dini durante le varie consiliature e la maniera in cui hanno operato, meglio, non operato i partiti fuori dalle sedi istituzionali, ha determi-nato l’allontanamento tra gli abitanti dei due centri. Basta poco per rendersi conto che non c’è attività partitica fuori dal consiglio: i par-titi non esistono più, sul territorio non ci sono né sezioni né luoghi di confronto riconducibili a partiti e se ci sono significa che siamo in prossimità delle elezioni amministrative. Non solo, ma trascorsa la campagna elettorale, è tale l’indolenza che neanche i cartelloni elettorali appesi ai balconi delle sezioni di passaggio hanno voglia di togliere. Insomma mancano i partiti, mancano vergognosamente i luoghi della politica e la gente purtroppo è rimasta nel silenzio; e

se mancano questi luoghi di confronto dove si può discutere, pro-porre, partecipare? Da nessuna parte?... la risposta è no; da un po’ c’è facebook; il mitico facebook, strumento eccezionale, sostituto dell’Agorà e delle vecchie sezioni; facebook, speranza dei popoli? Certamente no, ma è riuscito a garantire, quasi come una legge costituzionale, la partecipazione di quanti non vogliono arrendersi e di quelli che non rinunciano ad esercitarsi in democrazia. Maledetto Facebook! - Avranno pensato alcuni - ha rotto la tranquillità della politica o meglio della monolitica di questa mediocrazia sempre più chiusa e astratta. A Pioppo a sostituire le sezioni attraverso questo grandioso strumento a supporto della democrazia c’è la pagina del comitato Pioppo comune che ha aperto una vera e propria piazza virtuale a costo zero (dato che a Pioppo non esiste piazza) nella quale si cerca di recuperare il rispetto, ormai quasi completamente perduto, delle opinioni dell’altro.Dopo anni di dibattiti e scontri democratici il bilancio è quantomeno positivo. Si sono lanciate iniziative, proposte, sono emerse chiare indicazioni per politici, presidi e religiosi, anche se pochi hanno rac-colto la voce del popolo. Su facebook quindi la gente va oltre e fa amicizia: Filodiretto stringe amicizia con il comitato Pioppo comu-ne, il comitato Pioppo Comune condivide quanto promuove officine ricerca di Monreale e così cadono muri e si creano ponti, momenti che uniscono Monreale e Pioppo, che creano aggregazione posi-tive, partecipazione e una solida coscienza civica. Saprà almeno questa volta (la “Politica” ) cogliere questo forte messaggio?

“I partiti non sono più credibili, parlano spesso un linguaggio incomprensibile”Daniela Miceli (IDV): meglio respirare a pieni pol-moni, che turarsi il naso

•A Palermo Leoluca Orlando stravince, l’Italia dei Valori diventa primo partito e fa il pieno di consiglieri comunali, ben 30 su 50, ma le percentuali delle preferenze della lista sono nettamente al di sotto di quelle personali di Orlando. Anche a li-vello nazionale, alle elezioni amministra-tive, l’IDV perde in modo significativo. E’ la dimostrazione che l’IDV non riesce a radicarsi sul territorio?Orlando stravince perché nell’immaginario collettivo, non solo palermitano e non solo nazionale, è il Sindaco Orlando. E’ colui che è riuscito a far respirare a Palermo un’aria nuova e diversa, aprendo porte e finestre dei

palazzi, creando spazi per la cultura, offrendo ai cittadini, giovani e non, opportunità nuove e insperate, ricostruendo un sistema di servizi sociali vicini al cittadino e diffusi sul territorio. Questo risultato lo ha ottenuto in un momento in cui i bilanci pubblici consentivano manovre di ampio respiro, ma soprattutto perché aveva in mente un progetto politico e di gestione concreta per la città, che è quello che manca alla stragrande maggioranza dei rappresentanti dell’attuale classe politica. L’idea è quella del governo della polis, che realizza la democrazia, che si avvale della partecipazione, che regolamenta la complessità e la governa, che colonizza spazi di convivenza civile con interventi cul-turali e sociali, perché laddove si sperimenta il vuoto, si lascia spazio all’invasione da parte di ambiti devianti e criminali. Le sue proposte Orlando le ha sempre portate avanti, accettando il rischio e nono-stante i partiti, perché pur essendo un uomo di partito sa che i partiti servono se sono utili all’uomo, non se si cristallizzano in sistemi di potere autoreferenziali. Italia dei Valori ha avuto il merito di sostenerlo e condividere con lui il rischio di presentare una proposta inaccettabile per chi porta avanti una politica fatta di accordi, strategie, larghe inte-se, distante anni luce dai problemi del paese.Un’intervista fatta allo studioso siciliano Salvatore Lupo, pubblicata sul Manifesto, qualche giorno fa, titola “Orlando a Palermo. Una vittoria tra le macerie della politica”. Indubbiamente i partiti non sono più cre-dibili, non contagiano, parlano spesso un linguaggio incomprensibile per la gente ed inoltre rubano e difendono i privilegi di una casta, che continua ad arricchirsi mentre il paese langue. La politica rappresenta credo l’unico ambito che non soffre la crisi economica e non la vive e questo spiega la corsa all’arrembaggio nelle candidature ed il desi-derio di tanti padri di sistemare i propri figli. Chiaramente, pur nelle differenze, lo svuotamento di senso dei partiti coinvolge Idv, come tutti gli altri partiti, e i cittadini votano l’uomo. Il problema è che la politica non ha recepito le istanze di cambiamento del paese: negli anni ‘90 si decretò la fine della prima repubblica, che aveva evidenziato l’incan-crenirsi dei partiti. Dopo 20 anni abbiamo a che fare con i problemi di allora.Comunque Orlando è un uomo capace di grande impegno, onesto, interessato alla cosa pubblica e partecipe dei bisogni della gente. La sua ambizione personale si accompagna a spessore e contenuti ed i cittadini lo sanno.

•La vittoria di Orlando sembra comunque negare la possibilità che possa farsi strada una nuova classe dirigente.Tra i consiglieri comunali eletti nella lista Idv, ci sono dei giovani alla loro prima esperienza politica e qualcuno di loro ha frequentato un corso di formazione politica che il partito ha voluto in Sicilia l’anno scorso, proprio per lavorare sui giovani. Se si allude alla vicenda di Fabrizio Ferrandelli, posso dire che Orlando ha dimostrato di essere a Palermo l’uomo del centro sinistra in grado di prendere un voto più di tutti gli altri. Questo, Fabrizio Ferrandelli, se non fosse stato accecato da ambizione personalistica, che definirei priva di spessore e di con-tenuti, avrebbe dovuto saperlo. Sarebbe bastato che mettesse il suo percorso politico a disposizione dei suoi compagni e del suo partito ed avrebbe commesso certamente meno errori.•A Palermo Orlando si impone forza di governo senza stipulare alleanze con gli altri partiti di centro-sinistra, anzi i big della foto di Vasto, Vendola e Bersani, ma anche D’Alema e Letta, sono tutti scesi personalmente in campo per sostenere il suo avversario Ferrandelli. E’ una esperienza esportabile altrove, o laddove non esiste un personaggio forte e carismatico come Orlando dovete cercare alleati anche turandovi il naso?Orlando sa che l’unità del centro- sinistra è la chiave di volta per il cambiamento del paese, ci crede ed ha lavorato perché a Palermo fosse realizzabile. Il suo appoggio alla sig.ra Borsellino, voluta da Ber-sani, è stato incondizionato. Le primarie si sono rivelate un bluff e sono state la celebrazione di una politica che non riconosce regole e valori. Inoltre l’unità del centro – sinistra non serve a niente, se diviene un insieme disorganico, al cui interno istanze divergenti ed incompa-tibili paralizzano l’azione politica ed assecondano i soliti gruppi di po-tere. Italia dei Valori si tiene distante da pratiche trasformiste: meglio respirare a pieni polmoni, che turarsi il naso. Se non si condividono idee e progetti, si va da soli e si portano avanti battaglie di coscienza.•Sarà in grado l’IDV monrealese, e come pensa di fare, per capita-lizzare e trarre vantaggio del vento positivo che soffia sul partito a Palermo? La gente è stanca, potrebbe decidere di mandare a casa chi ha ret-to le sorti del nostro paese negli ultimi anni. Diversi problemi irrisolti evidenziano una condizione di vivibilità e di qualità della vita indeco-rosa. Il problema dei rifiuti è una continua emergenza, molti cittadini virtuosi hanno avviato la raccolta differenziata, pur non avendo chiaro se e in che modo si procede ad opportuno riciclo, ma gli ecocentri non funzionano in maniera regolare e spesso la gente è costretta a tenersi a casa i rifiuti per molti giorni. Tutto questo a fronte di una tas-sazione elevata, cui corrispondono disagi e un servizio inadeguato. La continua elargizione di autorizzazioni edilizie, in presenza di un piano regolatore più che trentennale, denota un’espansione del paese al di fuori di qualsiasi progetto di governo del territorio. La gestione degli immobili comunali e del patrimonio scolastico evidenzia una mancan-za di attenzione e ricognizione delle criticità e delle potenzialità del nostro patrimonio. Di tutto questo i cittadini chiederanno il conto. Noi continuiamo a lavorare e con Orlando Sindaco a Palermo, andremo a scuola di buona amministrazione.…….. il resto si vedrà.•Ad ottobre vi sarà una nuova competizione elettorale per le re-gionali. L’IDV molto probabilmente riuscirà ad entrare all’ARS. Ci sono le condizioni per pensare ad una candidatura espressione del territorio monrealese?Ci stiamo lavorando ed in ogni caso la Lista di Italia dei valori sarà il frutto di un lavoro di concertazione e mediazione degli organi collegia-li del partito. Come è giusto che sia per chi crede nel gioco di squadra.

Maria Daniela Miceli, presidente del circolo monrealese dell’IDV

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Cronaca dentro e fuori dalle classi. IV D scuola primaria « P.Novelli »

Lettera al sindaco

Egregio sindaco,siamo dei bambini che partecipiamo al progetto “SENTIRSI...SICURI NEL VERDE”. Il nostro progetto parla delle attività sedentarie in casa e delle attività all’aperto. Parla anche dei disboscamenti e ci sono dei dise-gni molto belli sugli alberi. Le scriviamo perché nel nostro paese ci sono pochi spazi verdi per noi bambini per farci divertire, senza aver paura delle macchine che passano. Vorremmo degli spazi per fare delle gare di aquiloni e anche ma-ratone di bici. A Monreale non ci sono piste ciclabili per i ragazzi.

La dimostrazione è che un giorno siamo andati con il progetto in antivilla e un ragazzo in bici stava quasi per investire un nostro compagno mentre giocavamo a palla. Questo e altri ragazzi con prepotenza passavano continuamente per disturbarci, soltanto con l’intervento della maestra hanno smesso, anche se quando siamo andati via ci guardavano con sguardo minaccioso dicendoci delle parolacce. Pertanto le chiediamo se può destinare nel nostro paese degli spa-zi dove potere giocare liberamente senza pericoli e nello stesso tempo mettere un adulto in antivilla che fa rispettare le regole e fermare queste piccole bande di ragazzini che ci mettono paura. Noi con questo progetto vogliamo far capire a tutti che giocare all’a-ria aperta è più salutare di stare sempre a casa.Speriamo che questa lettera venga letta da lei e da tanti cittadini di Monreale e che il nostro progetto faccia capire a tutti i ragazzi che stare a contatto con la natura è più bello di stare in casa a giocare alla play station e con altri giochi tecnologici.

FILO DIRETTO … CON IL LETTOREAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggerimenti, e potrete rac-contare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane. InviaTe le e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

Gent.mo direttore,Le Scrivo in rappresentanza di circa 24 famiglie abitanti in via Ce-raulo n. 5 a Monreale, cui il comune non fornisce l’acqua per uso domestico.Sino a qualche mese fa questo avveniva grazie al dr. Barna, che sebbene ci forniva acqua per uso irriguo riuscivamo a tirare avanti. Dal 31/12/2011 questo non avviene più e quindi dobbiamo provve-dere all’approviggionamento a mezzo di autobotti con costi vera-mente proibitivi per i bilanci familiari, già presi di mira dalle tasse e dagli ultimi aumenti delle stesse.Tutte le abitazioni del civico 5 sono state regolarmente sanate e pa-gati tutti gli oneri di urbanizzazione al Comune di Monreale, Urba-

nizzazione che, non si capisce bene, non è mai stata fatta visto che manca l’acqua per uso domestico. Ma la cosa più assurda è che dall’ultima colonnina utile a cui potere fare il prolungamento fino al civ 5 la distanza è di appena 350 metri circa, quindi non parliamo di chilometri oppure di mancanza dell’acqua in zona.Dato che l’amministrazione Comunale è totalmente SORDA, vi scriviamo con la speranza che ci possiate dare una mano a potere risolvere questa problematica.Vi comunichiamo altresì che siamo in attesa di un contatto con stri-scia la notizia al fine di rende pubblica la reale situazione in cui ci troviamo. Grazie Anticipatamente per quanto ci potrete aiutare. I condomini di Via Ceraulo 5 Monreale.

SIAMO A 17

Diventeranno 17 le mensilità che i lavoratori del Benedetto Balsamo attenderanno se non approderà a nulla il piano che il comune vuole avviare a breve. L’ass. al bilancio La Fiora ci ha dichiarato che a breve dovrebbe essere trovata una soluzione. Speriamo che il suo ottimismo non venga tradito dagli eventi e che la trattativa non porti solamente ad un contentino, insuf-ficiente a risollevare le critiche condizioni economiche di tante famiglie monrealesi. Il dramma dei dipendenti dell’Opera Pia si scontra con la critica situazione finan-ziaria del comune e della regione. Una criticità che i lavoratori non hanno voluto trasferire agli ospiti dell’O-pera Pia, continuando a lavorare e ricevendo per que-sto l’apprezzamento degli anziani e delle loro famiglie. A breve gli ospiti della struttura saranno costretti ad un trasferimento perché i locali non sono stati più conside-rati idonei dai Vigili del Fuoco. Verificheranno anche in questa occasione l’abnegazione dei loro assistenti.

Esce dalla porta ed entra dalla finestra? L’odissea della tabella HAlla “Casa del Sorriso Onlus” il contributo di 259 mila euro

Il braccio di ferro continua tra deputati regionali, Lombardo in testa, e il com-missario dello stato. Ricordiamo come il commissario Aronica, a fine Apri-le, aveva bocciato la cosiddetta Tabella H, che raccoglie i contributi elargiti dall’assemblea regionale agli enti sportivi, culturali, alle fondazioni, agli enti di ricerca e a quelli che si occupano di problematiche sociali. L’importo ini-ziale di 51 milioni di euro era stato ridotto a poco meno di 46 milioni ma non aveva superato l’esame. I deputati si sono seduti nuovamente intorno ad un tavolo e, cercando di dribblare le osservazioni del commissario, hanno stilato un nuovo elenco, l’allegato 1 del disegno di legge, limando i fondi e portan-doli a 33 milioni. Hanno così ridotto di conseguenza gli importi dei contributi elargiti ad alcuni enti, azzerato quelli per altri, mentre hanno drasticamente ridotto il fondo per il ticket e il buono sociosanitario, e azzerato il fondo per il buono scuola. “E’ questione di priorità”, il laconico commento fuoriuscito dall’ARS. Alla luce di questa sforbiciata la Casa del Sorriso riceverà non più i 400 mila euro previsti nella prima stesura della tabella H ma 259 mila euro. La parola al commissario.

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RADIO LIBERE

PREMESSANel 1974, con la sentenza N° 225 emessa dal-la Corte Costitu-zionale, venne riconosciuto a soggetti privati il diritto di impian-tare emittenti radiofoniche su scala locale con costi relativamen-

te bassi. Vere e proprie “navi scuola” per speaker, tecnici, au-tori e giornalisti, erano tipiche della provincia italiana. Aprire una radio libera o collaborare a una di esse era per i giovani uno dei pochi modi a disposizione per comunicare. Rispetto alle radio “tradizionali”, le emittenti private trovarono un pun-to di forza proprio nella limitazione territoriale che imponeva scelte di programmazione indirizzate a “target” facilmente in-dividuabili; difficilmente un’emittente poteva coprire un’intera provincia sia per la limitazione imposta dalla banda FM, il cui segnale non può coprire grandi aree a meno di non ricorrere a più ripetitori.Uno dei punti di forza delle radio libere era l’interattività con gli ascoltatori che venivano coinvolti direttamente, dando loro la possibilità di intervenire nel corso dei programmi apportan-do opinioni e commenti e scegliendo brani musicali di loro gradimento; molte radio cominciarono così a impostare pa-linsesti dedicati a fasce di utenza ben precise centrando la programmazione su tematiche musicali (Rock, musica italia-na, folklore locale etc.) o sociali (politica in primis). Numerosi personaggi impostisi, poi, anche in altri campi artistici, hanno iniziato la carriera lavorando come DJ in emittenti private. (Da wikipedia)E mentre nascevano, a Bologna Radio Alice e a Cinisi Radio Aut, a Monreale …La storia delle radio libere a Monreale raccontata da Carmelo Costanzo, alias Tony Arena.(a cura di Piera Autovino).

Tra gli anni ’70 e ’80 , a Monreale nacquero diverse radio libere a carattere popolare: Radio Monreale Centrale, Studio Delta Club, Radio Italia.Il fondatore della prima radio libera fu un palermitano che si innamorò del quartiere “Bavera” e decise di cercare lì, la sede della radio. Gran parte delle trasmissioni erano di intrat-tenimento e musicali: gli speaker socializzavano con l’ascol-tatore attraverso un rapporto telefonico diretto e conduceva-no le trasmissioni radiofoniche, a turno, per almeno due ore.

Erano, normalmente, molto spigliati ma non molto preparati. Nei primi anni la programmazione, a livello culturale, delle trasmissioni non era bene organizzata. Successivamente nacque l’esigenza di inserire spazi culturali in cui si invitava-no professionisti: architetti, geometri, avvocati, medici… che interagivano in diretta telefonica col pubblico rispondendo a chi esprimeva varie e comuni problematiche. Nacquero pro-grammi per bambini che telefonavano per fare richieste mu-sicali. All’interno di tutte queste rubriche si creava un rapporto umano molto forte con gli ascoltatori che avevano un nome, anche in codice, e con i quali si condividevano il tempo e gli eventi della vita: gioie e dolori. Ma la maggior parte dei pro-grammi erano incentrati sull’ascolto della musica che copriva molti generi: liscio, disco music, da discoteca, con una preva-lenza e preferenza, da parte del pubblico, per il genere par-tenopeo. Non avevamo notiziari, anche se tra una canzone e l’altra a volte si dava qualche notizia, specie se era eclatante. Ci facevamo, per lo più, portavoce delle istanze della gente comune; non avevamo alcun compenso monetario, ma mo-rale. Sapere di poter dare sollievo ai sofferenti, agli anziani, ai detenuti, semplicemente dando seguito alle loro richieste musicali o raccontando le loro storie, poi, mi faceva senti-re utile alla comunità. Col tempo era diventata una passio-ne radicata nel cuore e nella mente. Ed eravamo orgogliosi di poter coprire con una attrezzatura di modeste dimensioni ed entità, zone molto ampie. Con 20 mila watt si entrava fin nelle case di ascoltatori di Termini Imerese. Bisognava però coprire le spese di affitti e utenze varie, avevamo, per questo, piccoli finanziamenti da artigiani e commercianti per i quali pubblicizzavamo i loro prodotti. Ancora, negli anni ’90 era facile ed economico “aprire” una radio libera; con 15 milioni di lire circa si poteva montare un piccolo impianto. Ogni radio, poi, assumeva un tecnico di fiducia che aveva il compito di ta-rare le apparecchiature con i frequenziometri; individuavano le bande più libere per non interferire e non ostacolare le tra-smissioni della RAI e dell’esercito. Oggi le norme sono molto rigide e rendono difficoltoso il percorso per “aprire” e gestire una radio. E le radio che già operano sul territorio sembrano molto lontane dalla gente e non si integrano bene nel tessuto sociale. Sembra che aumentando le distanze il rapporto loca-le si perda e le informazioni rimangono generiche.Mi manca molto questa esperienza e, se ci fosse l’opportu-nità, mi piacerebbe molto ricominciare; apprezzerei anche di poter ascoltare una radio con antichi requisiti che potrebbero ancora arrivare a quel pubblico che non ha e non potrà ave-re un rapporto con i mezzi informatici odierni: vedi gli anzia-ni, i diversabili e molte/i casalinghe/i che potrebbero sentirsi ascoltati e protagonisti nella semplice interazione col condut-tore e con gli ascoltatori, in generale. Auspico che i giovani possano trovare la passione e un po’ di denaro per ritrovare il collegamento locale ricucendo il lacero tessuto sociale.

23 maggio 2012 In occasioni ri l’anniversariu ri la morti ri MorvilloFalcone, Montinaro, Schifani e Dicillo,ca’ pi aviri rittu “NO” alla trattativa ri la mafia cu lu Statu,vintanni fa, tuttu lu gruppu vittimu ammazzatu.

Granni organizzazionidimostra st’amministrazioni:tanti ciriveddi chi travagghianu a tutti l’ura,puru u responsabili ra curtura…pi fari sta granni malafiura!

Cintinaia ri picciriddi, genitura, maestri e prufissura,doppu ru jorna ca chiovie nna chiazza Gugliermu un pottiru iri,foru mmitati nall’aula consiliaripi putiri ricitari.

Doppu tantu aspittari, a Giangrecu comunica, grirannuca hannu a nesciri tutti cantannu cantannu.Pa’ sicurezza putiri garantiri,Nna chiazza Gugliermu avissiru a ballari.

E doppu ca’ nne scoli hannu ‘mpiegatu ura e ura ri travagghiu pagatu ri lu Statu,avissiru truvatu quarchi cosa ri organizzatu!E’ propriu curpa ri lu bruttu tempu,pi sta ‘mportanti manifestazioni un aviri purtatu a cumpimentu?

Forsi ci manca nni st’amministrazioniun Nostradamus, tecnico ca’ certificazioni,ca ci prirìci all’assissuraca è ghiunta a loro urap’organizzari i festiccioliognunu nnè proprii famiglioli.

Nuvoletta

Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa. Una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che cambiando-si abito troppe volte al giorno sceglie il travestimento. Insomma, abbiamo interi pezzi di società che hanno ormai introiettato i modelli comportamentali dei mafiosi. E lo si vede in tutti i campi. (Antonio Ingroia)

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CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀa cura di Officine Ricerca

Umilmente nascosta lungo uno degli ultimi tratti del-la via Roma, si trova un altro dei preziosi ma poco conosciuti gioielli del ricco patrimonio artistico della nostra cittadina,La Chiesa Della SS Trinità annessa al Collegio di Maria, che con la sua ricca facciata caratterizza ed adorna questo breve e molto fre-quentato tratto della via principale del paese.È ad una intera famiglia monrealese che si deve l’origine dell’Opera Pia “Collegio di Maria - Fondazione Gre-co Carlino” e dell’annessa Chiesa della SS. Trinità: Biagio Greco Carlino, la moglie Caterina Limanni ed i figli Alberto, Lorenzo, Giuseppe e Giuseppa. L’idea inizialmente fu di Don Alberto, il quale appena ordi-nato sacerdote matura l’idea dell’istituzione dei Col-legi di Maria per “la cristiana educazione delle ra-gazze, onde crescere buone donne e buone madri di famiglia”. Nel 1724, all’età di 27 anni, rese concreta la sua idea di fondazione di un Collegio di Maria in Monreale, grazie al sostegno della famiglia ed in particolare dal padre, che gli consentì l’acquisto della casa che ospiterà il Collegio.

Costruito il Colle-gio occorreva però anche una chiesa adiacente dove riu-nire per le preghie-re e per gli esercizi spirituali le fanciul-le ospitate. Fu così che l’8 aprile 1736 fu benedetta la prima pietra del sacro edificio per autorizzazione del Vicario generale del Card. Alvaro Cienfuegos, Mons. Andrea Santoca-nale. Anche il Re Carlo di Borbone concesse 344,14 onze per la fab-brica dello stesso, così come ricorda un’epigrafe mar-morea posta sopra il portale maggiore della chiesa.

Fu lo stesso Don Alberto a dare all’architetto Giuseppe Ma-riani l’idea della forma della chiesa a pianta ottagonale, a ri-cordo dell’ottavo giorno della Risurrezione di Gesù, simbolo

anche della vita eter-na e della Trinità Di-vina. I lavori si svol-sero speditamente tanto che il 4 settem-bre 1738 la chiesa veniva consacrata dal Mons. Domeni-co Valguarnera ve-scovo di Cefalù, il quale consacrando l’altare in onore della SS. Trinità vi depo-sitava le reliquie di San Pietro Apostolo e dei Santi Fausto Generoso e Co-stantino. La facciata

della chiesa, scandita da lesene entro cui campeggia il ricco portale sormontato da stemma, introduce un luminoso inter-no ottagonale, che risulta particolarmente suggestivo per il candore della grande cupola la cui volta interna raffigura una stella ad otto punte, impreziosita ulteriormente dagli affre-schi raffiguranti i Santi Apostoli al di sopra delle otto finestre. Anche il presbiterio è sormontato a sua volta da una cupola sorretta da pennacchi nei quali sono dipinti i 4 evangelisti: S. Marco, S. Matteo, S. Luca, S. Giovanni. Di particolare pregio l’altare marmoreo sul quale spicca un bellissimo tabernacolo anch’esso di marmo, simile a quello che si trova nella Chiesa di Santa Rosalia sita nell’omonimo quartiere di Monreale e costruita dallo stesso Don Alberto Greco Carlino nel 1751. Due bellissime tribune dorate arricchiscono ulteriormente il presbiterio insieme con due grate che venivano utilizzate come finestrelle per la somministrazione eucaristica.Dodici croci in marmo contribuiscono ad arricchire l’arredo ricor-dandone la consacrazione: simboleggiano i dodici apostoli, fondamento umano della Chiesa. Nella cripta della chiesa venero seppelliti i componenti della famiglia Greco Carlino, il filosofo Don Vincenzo Miceli e il poeta cristiano Don Giu-seppe Fedele. Tutti i paliotti che rivestono gli altari sono stati ricamati dalle sapienti mani delle suore collegane che fino a qualche decennio fa popolavano l’istituto. Queste suore per secoli con amore e devozione hanno lavorato e custodito l’in-tero complesso del collegio e della Chiesa occupandosi an-che dell’educazione di generazioni di giovinette monrealesi. Oggi la chiesa si trova in un buono stato di conservazione e dall’anno 2004 viene nuovamente utilizzata per alcune fun-zioni religiose ed iniziative culturali.

RICETTA: PIATTO ESTIVOIngredienti: Riso integrale, ave-na e lenticchie, insalata verde, fagioli, ceci, mais, olive nere, olio extravergine d’oliva, salmone (al naturale in scatoletta oppure affu-micato).

Preparazione: Cuocete il prepa-rato di riso integrale, avena e len-ticchie in acqua. Mi raccomando, l’acqua deve essere assorbita tut-ta, quindi aggiungetene semmai un poco alla volta, altrimenti vi trove-reste a buttar via dell’acqua nella

quale si sono sciolte sostanze nu-tritive importanti. Mentre il tutto si cuoce preparate l’insalata verde mescolandola con i fagioli, i ceci, il mais e le olive nere. Conditela con dell’olio extravergine d’oliva.Presentazione del piatto. Dispone-te al centro il riso integrale cotto con l’avena e le lenticchie e tutto intorno adagiate l’insalata condi-ta. Tocco finale: posate il salmone sull’insalata e versateci ancora un filo d’olio extravergine d’oliva, che dona lucentezza e gusto.Buon appetito!!!

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