ffmagazine n° 3

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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA Rivista di Pesca a Mosca N° 3 Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963 Novembre - Dicembre 2009 FFMagazine va in Europa di: Moreno Borriero Calma e Gesso di: Marco Albini Stehalth di: Alberto Mondini

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rivista online di pesca a mosca

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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

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N° 3

Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963

Novembre - Dicembre 2009

FFMagazine va in Europa di: Moreno Borriero

Calma e Gessodi: Marco Albini

Stehalthdi: Alberto Mondini

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Ricordo con un pizzico di malinconia il periodo della chiusura della pesca alla trota quando a mosca pescavamo veramente in pochi. Chinon aveva la possibilità di sfruttare ancora il temolo, se proprio non ne poteva fare a meno di riporre la canna, andava nelle giornate ancora nontroppo fredde a fare visita agli amici cavedani mentre gli altri, diciamo la maggioranza, cominciava a riassettare l'attrezzatura e ad organizzarsi almeglio per preparare gli artificiali per il successivo anno alieutico. Ma la malinconia, almeno per me, che arrivava era quando fuori era veramen-te freddo, e ti intristivi ancor di più se ti capitava di vedere un fiume, il tuo fiume, spoglio delle foglie degli alberi e apparentemente senza nes-suna forma di vita. E facevi i tuoi calcoli di quanto tempo ti mancava prima dell'apertura anche se quel giorno non era ancora il massimo per lamosca. Ricordo che una volta ad un'apertura, andammo con un amico sull'Aniene. Era come se si stesse ad un laghetto sportivo per la gente chestava pescando, chi al tocco chi con li cucchiaio. Fu una vera e propria delusione. Tutti prendevano e noi no, niente, ne a secca ne a ninfa conl'aggiunta di essere anche presi in giro dagli altri pescatori. Insomma, contavi comunque i giorni che ti dividevano dall'apertura e vivevi l'invernocome periodo, chiamiamolo, di transizione dove ti rileggevi tutti quegli articoli, pochissimi per la verità, che le riviste dell'epoca offrivano, ringras-savi le code, preparavi una serie infinita di finali e mosche, moltissime mosche di tutti i tipi e misure, insomma, si ingannava il tempo. Anche se non era proprio il massimo quel tempo un pò mi manca perché se vogliamo dargli una definizione precisa era il tempo delle riflessionie dei programmi.Oggi tutto è cambiato. Tutto viaggia a ritmi sostenuti e non ti da nemmeno la possibilità di riflettere sulla passata stagione di pesca, tant'è chenon appena si chiude la trota scatta la pesca dappertutto, si proprio così in ogni dove, basta che ci sia un po' d'acqua e qualche pesce e vedraiche in qualche modo lo si prende, non importa cosa leghiamo sul finale, basta che si possa lanciare anche se non è una mosca. Poi ci sono dasubito le fiere, gli incontri tra pam, le innumerevole gare di costruzione, gli incontri tra associazioni per la tutela dei fiumi che il più delle voltenon portano a nulla e così via.Insomma, questa nostro mondo di mosche e di code è cambiato molto, è diventato anch'esso globalizzato anche e soprattutto attraverso inter-net.Oggi è difficile trovare il neo pescatore a mosca che scrive lettere alle riviste per avere informazioni tecniche, oppure è difficile che si ingegni alfine di inventare qualche accessorio per ingannare il tempo. Oggi tutto è li, pronto all'uso.Vuoi imparare a costruire ? Che problema c'è, un libro, un video e passa la paura. Vuoi imparare a lanciare ? Stesso discorso e così via. Non c'èpiù la necessità di "arrangiarsi" e alla fine se ci penso bene, è anche meglio….L'importante è non lasciare che tutto ci venga scodellato altrimenti si deve dar retta a chi sostiene "che non ci sono più i pescatori di una volta….".

Che dire, ormai l'inverno non è più freddo come una volta….

L'inverno di una volta….

Di: Massimo Magliocco

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FFMagazinediventa internazionale

Sommario n° Sommario n° 3Direttore ResponsabileBaroni Franco

GraficiZagolin StefanoMondini Alberto

Coordinatori RedazionaliMagliocco MassimoMondini AlbertoCastellani Luca

CollaboratoriAlbini MarcoMazzali RobertoBerdin MarcoSantoro LucaMarco Pippi

DistribuzioneWEB

Pubblicazione BimestraleRegistrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del09/07/2009Rivista GRATUITA

PubblicitàMazzali RobertoTel. 3358701177e-mail:[email protected]

Tutti i Diritti RiservatiFFMagazinewww.ffmagazine.it

NOVEMBRE DICEMBRE2009

Marco Albini vi porta a pesca sul Gesso

Marco Pippigestione del territorio

Massimo Maglioccotecnica di lancio

Alberto Mondiniuna mosca innovativa

Claudio Taginisecret streams magic waters

Luca CastellaniSPF alias mini foam extender

body

Massimiliano Nuccivi porta sul monte Amiata

Moreno BorieroThe British Fly Fishing

International - at Stoke on Trent

Ezio Bissonela Ecdiowet

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Il Comitato Pro Fluvio Umbria, inrappresentanza di un crescentenumero di sottoscrittori apparte-nenti al mondo della pesca sporti-va, giudica assolutamente inap-propriati i lavori che la ComunitàMontana Valnerina ha svolto lungol'asta del Fiume Nera, traSant'Anatolia di Narco eScheggino. Questi interventi costi-tuiscono una frammentazionedegli habitat che associate alleperdite consistenti di biodiversitàcompromettono l'insieme di popo-lazioni, di specie diverse, che vivo-no in quell'ambiente .Inoltre l'invasività degli interventi

e le tecniche utilizzate non risolvono il problema di funzionalità idraulica del corso d'acqua che si riproporranno, inevitabilmente, più a valle con analoghi fenomeni di erosio-ne. Già nell'ottobre del 2008 avevamo assistito ad interventi, ad opera della Comunità Montana , eseguiti impropriamente e con modalità eccessivamente poco rispondenti aiprincipi di preservazione della vita acquatica così come previsto dalle attuali norme nazionali e comunitarie vigenti. Il perseverare attraverso le medesime modalità di azionenelle manutenzioni appare ancor più grave tenuto conto che gli interventi in oggetto sono stati eseguiti in una zona SIC, dove è indubbio che dovrebbero essere assunte tuttequelle misure in grado di garantire il minor impatto sull'ecosistema acquatico, evitando prioritariamente l'esecuzione di lavori troppo alteranti.Il Comitato Pro Fluvio, consapevole che non si possa più procrastinare il momento di porre fine ad un atteggiamento tecnico amministrativo che ha prodotto un progressivoridursi del potenziale ecologico del fiume , intende attivarsi, nelle opportune sedi istituzionali, in rappresentanza del mondo della pesca e in difesa del diritto del fiume, affin-ché non si debba assistere in futuro a operazioni di consolidamento della struttura spondale che si trasformano nello "scempio" di interi tratti dell'alveo e delle sponde delFiume Nera.l PortavoceRoberto Picchiarati

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Anche quest'anno il famigerato gruppo di persone intente alla sopravvivenza dell'alkina(Roggia Rino) si è dato da fare per ridare vita alle acque della roggia, dimostrasi semprepiù frequentata da pescatori a mosca (e non), la richiesta presentata da Giorgio Ferrari, eAndrea Garinei, e l'aiuto di un gruppo di persone sempre presenti, sia per i vari interventidi pulizia, sia per il sostegno economico, il giorno 10 ottobre 2009 ha realizzato ripopolan-do il corso d'acqua di Fornovo San Giovanni (BG) con 200kg d'iridee con pezzatura chevariava dai 250gr ai 350gr sotto il controllo del Sig Manara (guardia pesca FIPSAS).Che sorveglia in modo molto curato a far rispettare il regolamento della roggia dove è VIE-TATO l'amo con ARDIGLIONE e qualsiasi prelevamento del pesce presente ().Gran novità a Melegnano, la nascita di un NUOVO CLUB con il nome MFM TEAM (may flymelegnano team) il quale, insieme ad altre persone e club cercherà una migliore organiz-zazione e controllo del tratto NO KILL. Un grazie è dato a tutti coloro che hanno aderito esoprattutto capito che realtà come l'ALKINA sono poche.Chi volesse partecipare alle iniziative del nuovo colub o conoscere il programma della rog-gia Rino, può visitare il sito www,may fly melegnano team.it

Giorgio Ferrari

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I MITI DELLA PAM SECONDO LILLO E LALLO

DI WING

DriiiinggCiao Lillo come va ?Bene e tu ?Non c'è male… Senti Lillo ti va di andare a pesca sabato ?No…sabato no perché devo andare a vedere una dimostrazione di lancio.E di chi ?Di Gaglioffo ScrutaloE chi è ?Come chi è !! Scherzi ? Ma non li leggi i forum ?Si li leggo ma questo non lo conosco. Dimmi è forte ?Forte…?!?! E' un mostro di bravura. Pensa che si è inventato una nuova tecnica.Ma dai…oggi che tecnica ti vuoi inventare ?Si invece, riesce a fare praticamente tutto sull'acqua, ed anche i suoi seguaci sono molto bravi e scrivono anche loro molto sui forum. Ma va ? Ma allora devo aver letto qualcosa. Ma non sono mica quelli che si riuniscono tipo setta e lanciano e poi lanciano affermando chehanno inventato tutto loro ?Si, ma guarda che è vero sai, riescono a fare delle cose mai viste.Ad esempio ?Pensa, mi hanno detto che riescono a lanciare e fare assumere alla coda una posizione parallela all'acqua, che mandano la coda a monte e la mosca a valle,che riescono a rovesciare la coda dopo un lancio, che riescono a lanciare con alle spalle una folta vegetazione, insomma riescono a fare delle cose straordi-narie.Ma guarda non le definirei tutte straordinarie. Infatti se vai a verificare di straordinario non hanno nulla nel senso che molti altri già uti-lizzavano certe dinamicheMa no !! Davvero ?Certo che è vero. Hai mai sentito parlare di Charles Ritz, Stanislao Kuckiewicz Romika, Lee Wulff, eccetera eccetera ? Pensa mi diconoche anche il grande Lefty Cree già parecchi anni prima usava certe dinamiche.Ma che mi dici….mi casca un mito !!! No, perché ti deve cascare un mito ? In fondo bisogna dar merito a costoro di aver adattato le dinamiche ad attrezzature diverse.Si, però non ne dovrebbero assumerne la paternità non credi ?Si, questo è vero….

Basta, non ci vado più da Gaglioffo Scrutalo…preferisco andare a pesca.

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TThhee FFllyy FFiisshhiinngg MMaasstteerrss MMaaggaazziinneeggooeess iinntteerrnnaattiioonnaall!! !!

Dalla Redazione

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We are pleased to announce that, starting from the cur-rent edition, our Magazine has decided to broaden itshorizons and is going international. You will find moreand more interesting articles in English, French, Germanand so on. This time you will find a report on the recentBritish Fly Fishing International which took place atTrentham Gardens on 6/7 November. Should you haveinteresting articles to submit, please do so and they willbe evaluated by our Editor.

La FFM è lieta di annunciarti che, a partire dall'edizionecorrente, il nostro Periodico on-line ha deciso di ampliare isuoi orizzonti e sta diventando internazionale. Troverai gliarticoli più interessanti in inglese, francese e tedesco. Inquesto numero ci sarà un reportage sulla recente Pesca aMosca britannica Internazionale che ha avuto luogo pres-so i Giardini di Trentham il 6e7 novembre. Se hai articoliinteressanti da sottoporre alla nostra redazione, sarebbeun piacere per noi leggerli e pubblicarli all'interno dellanostra rivista.

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CCaallmmaa ee ggeessssoouunn mmooddoo ddii ddiirree.. .. .. .. .. .. ..

di: Marco Albini - Moreno Guelfi

fotografie.Mondini Alberto

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Un giorno qualcuno disse " è sempre meglio prendere le decisioni con calma, e possibil-mente non in stato di necessità", in effetti, fra coloro che giocano a biliardo e un mododi dire ricorrente quando si apprestano ad effettuare un tiro, lo sguardo disegna sul tavo-lo la linea che la boccia dovrà percorrere e la mano conduce il gessetto sulla punta dellastecca quasi inconsapevolmente, momenti magici come mi spiega il mio amico Alberto,esperto giocatore di biliardo, ma il gesso in questo caso non è quello del biliardo ma quelmagnifico torrente che scorre nell'omonima valle.

A differenza della maggioranza dei fiumi e dei torrenti della pianura padana, chehanno tutti andamenti pressoché paralleli da Ovest verso Est e che ricevono i tri-butari da valloni laterali disposti a lisca di pesce, il bacino del Gesso presenta unacaratteristica configurazione a ventaglio dovuta alle numerose successive ramifica-zioni del corso d'acqua, questo, poco a monte di Valdieri, si sdoppia in due ramiprincipali, quello detto Gesso della Valletta a destra e quello detto Gesso di

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Entracque o della Barra a sinistra.Risalendo verso monte, dal ramodella Valletta si stacca a destra, neipressi di S. Anna, frazione di Valdieri,il Vallone del Meris; il Gesso dellaValletta prosegue quindi per altri 6km, ricevendo gli apporti di numerositorrentelli, tra i quali i più importantisono quelli che percorrono la Valle delMonte Matto e il contrapposto Vallonedi Lourousa, fino alle Terme diValdieri.A monte dell'abitato, questo ramo delGesso si sdoppia ancora nel Vallonedella Valletta propriamente detto asinistra e, a destra, nel vallone delValasco.

Il Gesso di Entracque, 3 km a montedella confluenza, si divide a sua voltain due rami, dei quali uno conservaancora il nome principale, mentre ilsecondo acquista quello di Gesso delSabbione (dal nome del vallone in cuiscorre). Il ramo principale, a montedell'invaso artificiale della Piastra, sisdoppia nel Gesso della Rovina e nelGesso della Barra; quest'ultimo, neipressi di S. Giacomo, frazione diEntracque, si divide ancora: il ramo didestra mantiene il nome di Gessodella Barra, mentre quello di sinistraprende il nome di Gesso delMoncolombo.La bellezza di queste montagne, laricchezza di camosci, di trote e di unasplendida e rigogliosa vegetazionecolpirono con forza Vittorio EmanueleII, quando nel 1855 il re di Sardegnavisitò la Valle Gesso e le sue terme. Ilsuo apprezzamento non passò inos-servato, e i sindaci dei Comuni dell'al-ta valle, ben conoscendo la sua pas-

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sione venatoria e i vantaggi chesarebbero derivati da una presenzaestiva in zona della famiglia reale,stabilirono di cedere al re i diritti dicaccia e di pesca su gran parte delloro territorio. Nacque così la RiservaReale di caccia e pesca. Casa Savoia edificò, tra il 1865 e il1870, la residenza estiva a Sant'Annadi Valdieri, le palazzine di caccia a SanGiacomo di Entracque e al Piano delValasco. Alle Terme vennero costruitiquattro chalet "di foggia svizzera",uno dei quali ancor oggi viene detto"Casa della Bela Rosin", in ricordo diRosa Vercellana, la popolana che il recacciatore e pescatore "visitava"spesso e da cui Vittorio Emanuele IIebbe due figli; un sovrano illuminato,di poche chiacchere e di notevole"spessore", soprattutto se rapportatoai giorni nostri. Notevole fu l'impulso conferito allagestione del fiume e delle sue acque,dovuto soprattutto alla regina Elena,moglie di Vittorio Emanuele III, chenelle sue permanenze amava dedicar-

si alla pesca nei torrenti e nel Lago sottano della Sella. a me piace pensarla con una nove piedied una coppia di mosche sommerse costruite reverse, attorniata dai suoi fedeli segugi mentresalpa una magnifica fario da un "giro" d'acqua particolarmente impegnativo.La regina si interessò attivamente allo studio ed alla conservazione dei ceppi di trota autoctoni

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della zona, un bel pesce dai riflessi dorati fittamente punteggiato di rosso, caratteriz-zato dalla presenza del cosiddetto "secondo occhio", una macchia rotonda e scura sulcapo, chiamato in queste valli "trota della regina" in ricordo e memoria della reginache tanto fece per la conservazione delle risorse alieutiche e per il loro incremento.Sono le sette del mattino il campeggio di Entraque è ancora assopito dopo una notte

ferragostana, le uniche persone che incontro avviandomi verso i bagni sono due tede-schi che mi guardano con aria sorpresa, il caffè che gorgoglia lascia una scia di aromache mi riconduce alla tenda come un cane da tartufi, i ragazzi sono già tutti in pieditranne Christian che ha bisogno della manovella di avviamento come le vecchie 2 CV.Finalmente siamo pronti, appuntamento previsto ore 08.30 all'ingresso del bacinodella Piastra, con Enrico che ci guiderà nel tratto a monte, ci avviamo verso la casa

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di pesca dove facciamo conoscenza con il guardapesca Salvatore, personaggio d'altri tempi dallo sguardo si deduce che ci sta analizzando per capire di che pasta siamo fatti,il giorno prima ci racconterà di avere allontanato due ospiti che non si attenevano al regolamento, quindi, massima attenzione alle regole consapevoli della meravigliosa ospi-talità.Il Gesso della Piastra in questo tratto è un torrente impetuoso fatto di salti e buche sembrerebbe più adatto alla ninfa ma come sempre la pesca ci insegna di avere a chefare con un gioco senza regole prestabilite, infatti, è Alberto che durante la mattina ha il maggior numero di catture, usando la sua ape montata in foam con la pallina di poli-stirolo, un terrestial davvero azzeccato, suo fiore all'occhiello, per contro io e Moreno pescando sotto si cattura con meno frequenza, ma quello che determina la differenzanon è il numero di catture né tantomeno la qualità del pescato, ma l'impareggiabile territorio di questo tratto e la qualità delle sue acque, patrimonio mantenuto con cura,

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senza interventi invasivi, mi spiegherà Salvatore, tra i quali la mancanza di vie di accesso al torrente, tutto questo per preservare e rendere ancora più incontaminato l'ecosi-stema. La mattinata scorre piacevolmente, ma le catture pescando sotto non sono all'altezza della situazione, mi fermo e inizio a riflettere sul perché, calma………………. cer-chiamo di individuare quello che non sta funzionando, Alberto cattura pescando a secca, quindi non serve andarle a cercare sul fondo! Cambiamo montatura, passiamo dalla classica Gold in tung da 3.8 di testa ed emergente in deriva vincolata al trave a 70 cm, ad una molto più fluttuante tanto da rendere iltutto più naturale possibile, spezzone dello 0.14 lungo 40 cm nodo Dropper posizionato in modo da creare due calamenti uno da 10 cm e uno da 30, come quando si pesca-vano i cefali con il pastone………. ninfa piombata tradizionalmente possibilmente voluminosa (poi spiegherò il perché) su quello più lungo, emergente su quello più corto, cap-

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piola contro cappiola sulla madre dello 0,16, il nodo Dropper in questo caso manterrà distanziati i due calamenti evitando loro di attorcigliarsi…… Noi gente di mare questecose le abbiamo imparate……Peculiarità di questa montatura è il movimento della ninfa emergente durante la fase di trattenuta derivante dal fatto che la ninfa più voluminosa sul calamento più lungoavendo una massa superiore trazionerà a risalire quello inferiore perché svincolato in modo da far sembrare l'emergente viva, fluttuante, alla ricerca della superficie…………….scendiamo in acqua e proviamoci…………La situazione cambia radicalmente, tanto da far pensare che prima si stesse pescando senza ninfe, l'emergente è la più gradita ma la novità sta nel come viene presentata

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l'esca, completamente svincolata daltrave in modo da renderla più naturalepossibile.Bene, anche questa volta siamo riusci-ti con calma……….a capire cosa cichiedeva il torrente, c'è voluto un po',ma alla fine ne siamo venuti a caposfruttando una montatura derivante dauna utilizzata in mare, d'altronde icapelli bianchi che imperlano le tempiece li portiamo dietro, per contro l'espe-rienza non manca.Anche questa uscita volge al termine,ci si ritrova alla casa di pesca per uno"spuntino" gentilmente preparatocidalla moglie di Enrico, una cosa sem-plice, preparata alla svelta, ci dirà poila signora, di sicuro dopo tutto quelbere e mangiare difficilmente scende-remo in acqua, d'altronde è così piace-vole soffermarsi a parlare con gli amiciintorno ad una tavola, memori che lepiccole grandi cose della vita sono pro-prio queste…………….

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EE'''' TTEEMMPPOO DDII CCAAMMBBIIAARREEDi: Marco Pippi

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Oggi, di sovente in varie sedi si affrontano le tematiche riguardanti la difesa e riqualificazione dell'ambiente acquatico, da quelle istituzionali attraverso strumenti normativi eprogrammatici, da quelle più di luogo comune dove questi argomenti suscitano interesse in quanto sono e saranno oggetto di cambiamenti e riconsiderazioni di quel sistemache dovrà caratterizzare un corretto rapporto tra attività umane e l'ambiente naturale. Alla base di tutto si intercala il principio della sostenibilità, in quanto elemento fondan-te della conservazione e valorizzazione quali presupposti trasmissibili e capaci quindi di futuro per le attuali e prossime generazioni. Quando si attivano questi processi, siste-maticamente si accende un interesse diffuso e il meccanismo del confronto e della discussione imperversa a più livelli nei meccanismi della nostra società. Anche il mondodella pesca sportiva per endemica interattività con gli ambienti naturali sarà coinvolto in questo processo, ancor più giacché le scelte politiche e provvedimenti adottati inevi-tabilmente andranno a interagire anche con attività ricreative e sportive come appunto la pesca sportiva. Ormai in ogni luogo diffusamente si parla delle problematiche cheaffliggono i nostri ambienti acquatici, per ricaduta la pesca sportiva, lo stato alquanto compromesso delle popolazioni ittiofaunistiche, le forme più o meno degradate per effet-to dell'inquinamento; una situazione generale che nella sua complessità trova spiegazioni e prove dimostrabili, negli errori di gestione, nella mancanza di previsione, nelle spe-

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culazioni a danno dell'ambiente appartenenti adun passato non troppo lontano le cui conse-guenze sono molto evidenti. Oggi, in considera-zione di tutto questo, per necessità di causa ètempo di cambiare, le raccomandazioni nongiungono solamente dalle autorevoli fonti scien-tifiche o dalle commissioni preposte comunitarie,ma in forza crescente persino da quei cittadinipiù attenti e sensibili che con consapevolezzaammettono che le questioni ambientali non sonopiù procrastinabili. Un esempio normativo che ciriguarda è la direttiva acqua 2000/60 CEE, cheunitamente ad altre, fissa tempi e misure preci-

si volti al raggiungimento di obiettivi di qualitàentro e non oltre il 2015, anno in cui lo stato ditutte le acque superficiali dovrebbe presentareun livello di "Buono". Lo stato Italiano finalmen-te, dopo forti ritardi, ha recepito tale direttivaintegrando e modificando il vigente Testo Unicosull'ambiente n. 152/2006. A loro volta le regio-ni stanno ottemperando alle modifiche del 152attraverso vari percorsi tecnici, legislativi e poli-tici, ma essenzialmente attraverso quello chesarà lo strumento normativo e di programmazio-ne di riferimento, il Piano di Tutela Acque (PTA),che introdurrà molte innovazioni e modifiche sul

fronte del settore acque. Ora, al di la dellevolontà che saranno messe in campo e dellaperentorietà per adempimento, è evidente chenon sarà del tutto facile recepire e concretizzarenell'immediato i principi e regole che caratteriz-zeranno questo processo di cambiamento. Moltesono le variabili e componenti che andranno adinteragire, molti gli interessi che porranno vinco-li ed impedimenti, molte le barriere oggettive edi natura culturale arroccate ad esasperateforme di pregiudizio e chiusura. Ma intanto sicontinua a parlare di ambiente, della sua valoriz-zazione, della sua salvaguardia irrinunciabile,

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anche se poi nella realtà dei fatti troppo poco siriesce a fare. In qualità di rappresentante diLegambiente Umbria sulla CommissioneConsultiva Regionale della pesca sportiva e pro-fessionale per la regione Umbria, voglio riporta-re delle considerazioni riguardo al tavolo di con-fronto in atto in discussione del nuovo regola-mento regionale di pesca: un esempio tangibiledi come ancora oggi le difficoltà che si incontra-no sono molto vincolanti, laddove si deve inter-venire sulle attività umane per la salvaguardiadell'ambiente. Non sempre risulta facile affron-tare tutti gli argomenti in modo approfonditoseguendo un metodo ponderale che consenta diprendere in considerazione tutte le componentiassociate per argomento, tanto meno l'impor-tanza che dovrebbe essere attribuita al valoredel dato scientifico quale unica verità disponibi-le e dimostrabile. L'aspetto che più sconcerta èche le difficoltà di percorso si generano per lopiù dal mondo della pesca sportiva, una contrad-dizione clamorosa poiché proprio questo dovreb-be essere il primo a dimostrare la massimadisponibilità. L'orientamento dei rappresentatidelle associazioni di pesca sportiva, ancora trop-po ingessato, poco disposto a convergere versoun orizzonte di crescita, adeguamento e riquali-ficazione della cultura della pesca sportiva infunzione della gestione sostenibile delle risorsenaturali, non consente un percorso costruttivo edi cambiamento (es. tecniche di pesca, periodi didivieto, zone di protezione, sforzo pesca); alcontrario, condiziona in modo vincolante sulledecisioni con un replicato modus operandi ende-mico di una vetusta logica oltremodo affermatadella pretesa e della rivalsa, avvalendosi delpotere e supremazia di rappresentanza. Con laL.R. 15/2008 in Umbria sono stati introdotti prin-cipi importanti in recepimento delle norme euro-pee, ma soprattutto in considerazione del fattoche la valorizzazione e conservazione del patri-monio naturale, e quindi delle attività che inesso possono essere svolte (quindi anche la

pesca), oggi non può più prescindere da misuree programmazioni più lungimiranti dove allabase debba prevalere il principio di sostenibilitàe conservazione. Il criterio con cui si sta affron-tando il nuovo regolamento di pesca in Umbria,sebbene concretamente conceda spazio a dei"passi in avanti", poco si differenzia dal passato;un tavolo di contrattazione dove prioritariamen-te si vuole imporre il pensiero "rappresentativo"della pesca sportiva, in particolare quella agoni-stica, dove l'unico fine è quello di pescare pesciovunque e sempre, poi come e dove tale finalitàsi raggiunge non assume valore prevalente;quello che conta è il risultato finale per riusciredi mantenere quel poco che resta della pescasportiva e suo indotto. Sarebbe il caso di dire deipesci da pescare. Un modo frustrante di conce-pire oggi una risorsa generazionale socio econo-mica così importante come la pesca sportiva, unsettore che necessita di innovazione e crescitaper un rilancio fondato su principi più sostenibi-li, dove la componente ambiente deve rappre-sentare l'elemento d'interesse prevalente. Nonpuò esserci pesca se non ci sono pesci; nonpotranno esserci pesci, quelli veri, se non sirispettano le regole di madre natura. Ormai sonoanni che si sta cercando di contrastare la feno-menologia derivante dall'erroneità insita in partedel mondo della pesca sportiva, in particolare inquella agonistica responsabile delle maggioritrasformazioni (pratiche e ideologiche) che sisono consumate negli ambienti acquatici. In sin-tesi si riportano le più significative:" Interventi idraulici: sostanziali modifica-zioni idro-morfologiche e biologiche di interi trat-ti fluviali per la realizzazione di impianti di pescaagonistica con veri e propri scempi concessi suifiumi, con perdite considerevoli in termini di bio-diversità, dove per mantenere un livello costan-te di pescosità sono state effettuate massicceimmissioni di specie ittiche, anche alloctone;come se non bastasse vanno aggiunti anche gliingenti costi per la necessaria gestione idraulica

impiegando denaro pubblico." Interventi di ripopolamento: immissionidi tonnellate di specie ittiche nelle acque regio-nali, tra cui anche alloctone (Carassius auratusauratus, Rutilus rutilus o Gardon, Silurus glanis,Pseudorasbora parva, Barbus specie, ecc. ecc.ecc.) per sopperire alla rarefazione delle comu-nità ittiche indigene così da incrementare ladomanda della pesca sportiva." Tecniche di pesca: diffusione di tecnichee modalità di pesca (attrezzi, esche, pasture)oltremodo impattanti e irrazionali, in particolarein ambienti fragili come le acque popolate dasalmonidi dove l'approccio di pesca è realmentesovradimensionato rispetto alle caratterizzazioninaturali degli ecosistemi. A fronte di tutto questo, quanti sforzi e denaropubblico sono stati impiegati in questi anni perstudi di settore per capire e conoscere meglio ivari fenomeni e relative conseguenze, dinami-che, e fattori negativi? A quanto ammontano icosti derivanti dagli interventi di recupero o ripri-stino dello stato delle popolazioni ittiofaunisti-che, che troppo spesso si risolve con immissionie ripopolamenti pronto pesca solo per soddisfa-re una domanda ormai troppo commercializzatadella pesca? Oggi, grazie all'efficacia del monito-raggio scientifico, i dati raccolti mettono a dispo-sizione una griglia dove è facile risalire allo statodelle acque e determinare le cause di come si ègiunti alle varie situazioni di degrado, ma al con-trario anche alle situazioni di miglioramento evalorizzazione; basti pensare ai progetti di studioper la Carta Ittica, ai progetti pilota di gestione,o a quelli più a lungo termine dell'intero ambien-te acquatico (es. Zone a RegolamentoSpecifico); documentazioni ed esperienze prove-nienti dagli uffici tecnici degli organi competenti(Regione, Province, ARPA), dal mondo virtuosodel volontariato piscatorio o ambientalista sem-pre supportati dal parere scientifico di settore, inparticolare dall'ittiologia, con il prezioso contri-buto dell'ambiente universitario. In sostanza, si

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conoscono le cause, si ammettono e identificano gli errori, si evidenziano i fattori di rischio, si distinguono le possibili soluzioni, si espongono i risultati positivi dei progetti vir-tuosi (es. in Umbria con le ZRS). Ciò nonostante, ancora si continua ad essere influenzati e troppo vincolati dalla logica retrò di una "rappresentanza" associativa maggiorita-ria di pesca sportiva miope e fortemente arroccata a quei principi, oggi, troppo contrastanti con quelle che invece sono le reali esigenze e finalità di recupero e riqualificazio-ne degli ambienti naturali; responsabilità cui le istituzioni competenti, comunque sia, sono chiamate a rispondere direttamente in adempimento alle nuove norme comunita-rie e nazionali vigenti, ma ancor più per arginare il diffuso stato di degrado delle acque superficiali. Oggi non è nemmeno più possibile continuare con la politica degli alibi chetenta di immunizzare le attività umane, pesca sportiva compresa alla quale non si possono addossare responsabilità alcune, trasponendo l'attenzione convenientemente sulfenomeno inquinamento/antropizzazione quale unica causa del degrado delle acque e quindi responsabile della regressione del settore pesca. Così facendo è facile avvalersidella rivalsa e della pretesa. È innegabile che le cause più sconvolgenti sono riconducibili alle attività dell'uomo, ancor più quelle illecite, ma anche le alterazioni causate dal

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pensare e agire irrazionale di unaparte della pesca sportiva, come le tra-sformazione di tratti fluviali sopra cita-ti, o le immissioni abusive di speciealloctone che hanno compromesso gliequilibri autoctoni, o un prelievo esa-gerato di fauna ittica pregiata in viola-zione delle limitazioni previste dallenorme, o ancora continuare ad utiliz-zare tecniche di pesca oltremodo inva-sive responsabili del mancato ricambioittiofaunistico per le specie più fragili(es. pesca con esche naturali sulleacque da salmonidi), o non tutelareopportunamente le specie ittiche neiperiodi riproduttivi, ebbene anchetutto questo rientra nella sfera dell'in-quinamento in quanto attività esercita-ta dall'uomo che in vari modi altera lostato naturale di un sistema dinamicoambientale. In Umbria, presto avremole proiezioni aggiornate della raccoltadati relativi ai tesserini regionali dipesca in tutte le acque di cat. A, unostrumento statistico che già in questaprima fase mette in evidenza il nume-ro delle trote prelevate durante l'interastagione di pesca; si evidenzia unandamento molto differenziato nell'ar-co temporale, con valori elevati nelperiodo apertura della pesca (variabiledovuta alle ingenti immissioni prontopesca) per poi decrementare drastica-mente nei restanti periodi della stagio-ne di pesca. Osservando il valore com-plessivo dei dati raccolti sinora credoche sia inequivocabile di quanto lapesca sportiva, per come è praticataancora oggi, risulti molto impattantesulle comunità ittiche salmonicole esull'ambiente in cui vivono, sia sotto ilprofilo del danno biologico e di biodi-versità, sia per la sistemica e filosofia

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da cui si originano tali concause (sistemi di gestione della pesca e fauna ittica; immissioni pronto pesca e relativi inquinamenti genetici; mancanza di una programmazione disettore con precisi obiettivi di riqualificazione ripartendo dalle forme di gestione delle acque; ingessatura della cultura della pesca). Considerando che parte dello stato di alte-razione in cui versano gli ambienti acquatici dal punto di vista ittiofaunistico e che l'incalzante scadimento del settore pesca sportiva, in parte, dipendono da quanto soprariportato, il solo pensare che in questo delicato ma importante percorso dove si dovranno stabilire le nuove regole e programmazioni si intenda seguire le orme del passato,credo che sia inacettabile e improduttivo. Così facendo non si fa che continuare ad alimentare un sistema perverso che nel tempo non ha saputo riflettere risultati positivi,dove non sarà difficile prevedere sin da ora gli effetti negativi a medio e lungo termine, vanificando quindi tutti gli impegni e risorse impiegati in questi ultimi anni sotto formadi progetti di studio e sperimentazione, di monitoraggio e di gestione specifica. I dati e testimonianze raccolti ce ne sono sin troppi, a questo punto deve subentrare la poli-tica del fare. È tempo di cambiare. Il caso Umbria non credo che sia un'eccezione, ma la proiezione diffusa del nostro paese. Questo momento è troppo importante e decisi-vo, occorre il massimo impegno di ognuno, la consapevolezza che cambiare oggi è necessario per continuare domani, ma evitiamo di commettere errori di cui subito dopo cipentiremmo costretti a riconoscerne le cause. Da una buona parte del mondo della pesca sportiva, in particolare settori come la pesca con le esche artificiali, oggi giungonosegnali incoraggianti a dimostrazione di una volontà crescente disposta al cambiamento. Ebbene, che tale forza che si sta organizzando e diffondendo in modo esemplare chenon esiti a interporsi in quel contesto più generale e numeroso della pesca sportiva troppo esitante ad accettare un modo diverso ma migliore.

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Il dressing llo trovi su FFMmagazine n°3

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E SE NON FOSSE VERO ?E SE NON FOSSE VERO ?

A parità di risultato, saràpossibile cambiare alcunielementi della modernatecnica di lancio italianasenza essere consideratidegli eretici ? Ed ancora,ma sarà giusto seguirealla lettera questi conser-vatori del lancio ? E senon fosse così ?

Di: Massimo Magliocco

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Chi ricorda le Olimpiadi di Città del Messico del 1968, rammenterà un certo Dick Fosbury a cui si deve il cosiddetto "Fosbury Flop" la tecnica del salto in alto ormai utilizzatada tutti gli atleti del mondo praticanti questa disciplina. La grande innovazione che introdusse Fosbury, fu lo scavalcare l'asticella con il corpo all'indietro, sistema diametral-mente opposto a quello classico cosiddetto "ventrale" usato fino ad allora. La Fosbury Flop, venne prima vista con un pò di diffidenza, anche a causa di una dinamica che sem-brava di difficile utilizzo, per poi diventare la tecnica usata da tutti i praticanti il salto in alto. Nessuno prima di Fosbury si sarebbe mai immaginato che il salto in alto potesse essere eseguito con un altro sistema diverso da quello ventrale poiché si sarebbe violata unaregola, forse non scritta, che tutti comunque, seguivano poiché chi la introdusse per primo evidentemente ne descrisse le matrici. Bene, Fosbury ha dimostrato che con il suosalto si potevano avere dei risultati assolutamente migliori. Non ricordo se ci siano state delle polemiche tra quelli che saltavano con il sistema Fosbury e quelli che ancora

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erano legati al tradizionale ma unacosa è certa, se oggi tutti saltano conla "schiena" credo che gli atleti neabbiano valutato i vantaggi. Se si accetta questa tesi, cioè quella dipoter mettere in discussione regolenon scritte, non vedo perché nelnostro piccolo ma litigioso mondo dellapesca a mosca non è possibile appor-tare delle modifiche o migliorare delledinamiche di un lancio o di una tecni-ca senza essere additati come "eretici"e non degni di lanciare in quel sistema!! Nella tecnica italiana fare un lancioin angolazione seguendo degli elemen-ti dinamici che differiscono "dall'origi-nale" ma che portano allo stesso risul-tato magari anche migliorandolo, puòessere considerato un sacrilegio edessere visti come degli incompetenti.Queste verità indiscusse su alcune tec-niche di lancio che sentiamo neidiscorsi che si fanno in giro o che leg-giamo (indovinate dove ?), sonol'esempio classico di un conservatori-smo del lancio, chiamiamolo così, inte-so come la volontà di non volermigliorare o modificare delle dinami-che pensate molto tempo fa e che,come tutte le cose tecniche, sono sog-gette ad eventuali modifiche (anche seoggi, dopo trenta anni di mosca edalmeno una ventina da istruttore edopo aver conosciuto ed apprezzatovalenti lanciatori stranieri, mi sonovenuti seri dubbi sulla autenticità dialcune tecniche di lancio della coda ditopo nostrana). Ma torniamo al lancio in angolazione.E' scontato che per essere eseguitocorrettamente il lanciatore debba atte-nersi ad alcune regole che la Fisica hascritto (l'ho volutamente sottolineato

per evidenziare che non sono certo"invenzioni" del momento), come adesempio l'escursione del braccio, l'am-mortizzamento ed una ottima tensionedella coda. Ma se qualcuno si permet-te di dire che la sinistra, tanto perrestare nell'ambito delle tensioni, puòessere usata con una mini doppia,allora parte la lapidazione poiché "èscritto" che deve restare ferma. Con questo non voglio certo dire che lamano ferma sia negativa anzi, ma seun povero Cristo non riesce a tenerlaimmobile e genera un'ottima e sotto-lineo ottima, tensione con una minidoppia arrivando ad avere un risultatofinale nel lancio in angolazione altret-tanto ottimo, perché deve essere con-siderato un mediocre ?Vogliamo parlare dell'asse ? Che dire dicoloro che mettono insieme escursio-ne, progressione, ottima tensione dellacoda ma che però hanno un fuori assee che comunque riescono a produrrealla fine del lancio una coda pulita etesa ? Insomma, che riescono a fareun eccellente lancio in angolazione ?Gli vogliamo tirare i sassi sugli stinchiper fargli più male ? Ed ancora, se qualcuno dovesse riusci-re a lanciare in verticale senza andarea 45° che è comunque meglio, edavere alla fine lo stesso risultato ? Se avete letto cosa dicono i nostriamici Lillo e Lallo circa i lanci già esi-stenti e adattati ad una tecnica e adattrezzature più corte e a code più leg-gere, perché si deve essere "bastona-ti" se il nostro lancio in angolazione hadegli elementi che differisconodall'"originale" ? Non ci sono due pesie due misure ? Non si ha una un metrodi valutazione diverso ?

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Ma quante volte moltissimi di noi hanno detto che gli inglesi, ideatori di questa tecnica di pesca, sono ancora legati ad un modo antiquato e forse anche sorpassato di usareuna tecnica di lancio asserendo anche, secondo me giustamente, che moltissime cose possono essere eseguite attraverso un modo, molto ma molto migliore ? Un altro esempio. Qualche anno fa, ho apportato delle modifiche al sottovetta, lancio molto pratico ed essenziale. Nella FFM insegniamo questa nuova dinamica perché a mio

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avviso da dei risultati migliori in fatto di precisione. Bene, so che siamo statiadditati come degli infedeli che si sono "permessi" di mettere in dubbio deidogmi, delle verità indiscusse, degli insindacabili principi. Se questo non è asso-lutismo che cos'è ? Questo modo di agire in questo piccolo, litigioso ed ignorante (nel senso diignorare, non conoscere le cose) nostro mondo di moschisti, mi fa credere chese invece di litigare sempre si mettessero insieme idee sulla tecnica di lanciovolte a migliorarla confrontandosi serenamente e fare propri concetti nuovi chemagari cozzano con i vecchi dogmi, riusciremmo a far diventare più simpaticoquesto nostro giochino poiché ci si sbarazzerebbe con un sol colpo di molti pre-sunti guru che magari pescano a mosca da pochi anni (e credetemi, ce ne sonoin ogni angolo di fiume e di fiera).Ci si potrà riuscire un giorno ? Chissà Per concludere quindi, ma sarà indispensabile, come asseriscono in molti, man-tenere inalterate tutte le dinamiche già scritte senza pensare di migliorarle ? ESE NON FOSSE VERO ?

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The British Fly Fishing International - at Stoke on Trent

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For the second time in two years running I was fortunate enough to attend the BFFI, with the well known Italian Fly Tyer Federico Renzi, which took place at Stoke on Trenton 7/8 November. This time I was on the Fly Tying team which was a great honour for me as this also gave me the opportunity to promote Italian fly fishing. Generally peo-ple are quite surprised by the fact that Fly Fishing is available in Italy but they are even more astonished by the high levels that our Italian Fly fisherman have achieved. Infact, not only are there hoards of avid fly fishermen, but we also have a very active industry revolving around fly fishing and the split cane (or bamboo if you prefer) world.This year we were favoured by the good article Mark Bowler published on Fly Fishing & Fly Tying about his fishing trip on the River Nera with Luca Castellani and MauroRaspini. It seemed to have met with much approval as many visitors and tyers enquired about it.Anyway Federico asked me to accompany him on his trip to Stoke and I jumped at the offer. My partner Luca Castellani couldn't make it this year so at first I had also renoun-ced as I hate travelling alone so this offer really took me by surprise. Not being able to find any better flights, we flew into Stansted and hired a car for the long but pleasantdrive to Stoke. I realise it's not much to go by, but if the rest of the English countryside is as beautiful as the one visible from the motorway, the English really live in a beau-tiful place. Now I realise why so many English have bought property and spend their summers and perhaps even retire to Tuscany. The scenery is very similar - the samerolling hills but with a slight difference, the cypress trees, the sunflowers and of course the sunshine!! There are so many English in Tuscany and especially in the Chiantiarea, that it is commonly referred to as "Chiantishire"! By the way there are some top fly fishing beats in Tuscany, Lima, Serchio, Sieve, Tevere. Imagine fishing for trout andgrayling in the middle of a hot summer day "under the Tuscan sun"!We arrived in Trentham at about 1 pm in the afternoon and before checking in to the Inn, we paid a short visit to the fair. We arrived while all the exhibitors were hustling

Sotto: Oliver Edwards testing Moreno’s rods01A fianco: Fly Tyers

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and bustling away at their stands andSteve Cooper from Cookshill Fly Tyingwho is one of the organisers met uswith a welcoming and friendly smile.Federico met with the owner of a wellknown manufacturer and supplierbrand of fishing articles to discussbusiness and we were kindly invitedfor dinner at their hotel.The BFFI is not a big exhibition but theincreasing numbers of visitors make itone of the major appointments thatshould not be missed. Federico and Idrove to the show quite early on theSaturday morning with Ole Bierke andWestbeek. I was amazed at the num-ber of visitors already queuing up. Theline snaked almost all the way aroundthe Marquis tents. We made our wayto our tying table in the tyers' tent

while the exhibition was slowly fillingup. It was great to meet people fromlast year again. It always gives one acomforting feeling to see a familiarface. Just to name a few - OliverEdwards, Mark Bowler, CharlesJardine, Marc Petijean, HansWeilenmann, Mr and Mrs Roy Christie,Mr and Mrs Mike Brooks, Rev. and MrsRobert Spaight with his incrediblyentertaining conversation, etc. Therewere around 70 excellent fly tyersfrom over 25 countries. I felt a littleembarrassed since I do not tie exhibi-tion flies but only fishing flies but I wassoon consoled by the fact that there

were others like me. I say embarras-sed because the quality of some theflies is extremely high. From the fullydressed Salmon flies that are stunning,to the life-like imitations, the world offly tying has reached exceptionallyhigh standards. What is also great isthe camaraderie which exists in thisworld. There are no Prima Donnas, no-one tries to excel above the other.Everyone is pleased to help and giveadvice. A welcome and refreshingchange for me - I must be honest. I

DANIKA

BEETLE

GRASSHOPPER

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will not mention any of the other guysI met, should I forget someone Iwould feel terrible! Anyway it was real-ly great to meet some of the really bignames in fly tying and fishing. A spe-cial word of thanks to Mike Brooksfrom Phoenix Lines who did a presen-tation on the making of Bamboo rodsand he gave me the opportunity tospeak to the public on what is happe-ning in the Bamboo world in continen-tal Europe. While I was speaking Icaught a glimpse of Robert andMichaela Stroh and Vieditz, the famousrodmakers from Germany among thepublic. What a pleasant surprise! Imust say with respect to last year'sedition, the interest in bamboo seemsto have increased considerably.Hopefully the Bamboo renaissance

that is taking place in the rest of theworld has begun in great Britain too. Itwould be wonderful to involve the Britsin the European Bamboo Gatherings(by the way should they need help,advice etc, they are welcome to con-tact me and I will be pleased to help!!)During the exhibition, I did manage tosneak away to browse among thestands and I saw some wonderfulequipment and fly tying materials! Imanaged to wiggle a few rods fromvarious manufacturers and the valuefor money seems to get better everyyear. I wish I could have purchased acarbon rod at these prices 30 years

ago when I started FF! I always getthe urge to buy everything I can laymy hands on. It's the child in the cho-colate shop syndrome!! These occasions are also good formeeting new friends. The evenings atthe Carvery pub are amazing. Oneround after another of excellent beerwhich tastes better after every glass.Thank God then we don't need to driveback to our hotels as most of us haverooms booked at the Inn above thepub.

SCORPION

SALMON FLY

STONEFLY NIMPH

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So many thanks to the excellent organizers of the eventand we sincerely hope to be there again for the 2010 edi-tions to meet old friends and of course to make new ones.A jolly good show!!!

Moreno Borriero

Federico e Moreno

Rodmakers

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SSTTEEAALLTTHH

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tricotteri sono insetti acquaticinegli stadi preimmaginali, terre-stri da adulti. Hanno un volopiuttosto pesante anche se sonodotati di quattro ampie ali dise-guali e ricoperte di pelurie escagliette che in fase di riposo sichiudono a tetto sul corpo,molto simili alle farfalle nottur-ne.Le larve sono diffuse in tutti gliambienti d'acqua dolce e pos-sono essere considerati comeindicatori di acque di buonaqualità.Esse sono dotate di branchie e

molte di loro si costruiscono,con l'aiuto di una particolaresecrezione corporea, degliastucci protettivi diversi per ognispecie, con legnetti, pietruzze,conchiglie, seta, ecc…. le lorodimensioni vanno da 3 a 50 mil-limetri. Queste larve acquatichesono note con il nome di "mor-tasassi e portalegna".Il ciclo biologico inizia con l'ovo-deposizione al quale segue lanascita delle larve.Dopo un periodo variabile aseconda della temperatura del-l'acqua, la larva ormai cresciutasi chiude nell'astuccio e inizia lametamorfosi che in 15-20 giornila trasforma in pupa. La pupa sitrasforma in insetto adulto

I

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(sedge) uscendo dall'astuccio e lacerando la sottile pellicola che lo avvolge. Questa trasformazione può avvenire sulla superficie dell'acqua oppu-re dopo avere raggiunto nuotando un luogo asciutto sulla riva.I Tricotteri si accoppiano fra la vegetazione vicino al corso d'acqua, raramente in volo mentre la deposizione delle uova può avvenire sulla super-ficie dell'acqua, in volo oppure in immersione. Certamente i tricotteri sono gli insetti che più si prestano ad essere imitati, questi hanno una strut-tura piuttosto massiccia, i colori sono opachi e la silhouette piuttosto lineare con le ali disposte a capanna. La Stealth vuole imitare le sedge quan-do da pupa diventa insetto adulto ed uscendo dalla superficie dell'acqua guadagnano velocemente, con un volo frenetico ed intermittente, la spon-da o la vegetazione più vicina.

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Di: Claudio Tagini

secret streams, secret streams,

magic watersmagic waters

Slough Creek tardo autunnoSlough Creek tardo autunno

Slough Creek tarda primaveraSlough Creek tarda primavera

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Alcuni tra i piacevoli momenti che mi regala la pesca, sono le chiaccherate con amici pescatori dopo cena, ricordando e rivivendo gloriose giornate. Queste serate son sempre memorabili, sia centellinando prezioso Armagnac o un buon Porto, davanti al caminetto dopo una raffinata cena al tartufo nelle fredde serate inver-nali, che in piena stagione, alla fine di una intensa giornata di pesca, sorseggiando un piu' "ruvido" Jack Daniels in una rustica cabin di tronchi, o addirittura sotto le stelle,davanti al fuoco di un campeggio d'alta quota, magari dopo una grigliata di bisonte.In tutti questi anni, mi sono accorto come, piu' che la taglia stessa delle catture, i racconti di pesca vadano inevitabilmente sul "come" esse siano state fatte, dalla scelta del-l'artificiale al lancio, ma sovente descrivendo soprattutto il contesto ambientale e l'atmosfera, intensa ed a volte quasi surreale, che le hanno rese particolari, fuori dall'ordina-rio. Dopotutto, allamare una trota sui 40 cm non e` che sia una rarita` di per se, quanto invece catturarla inambienti selvaggi ed incontaminati, sotto gli occhi di un bisonte che pascola a pochi metri, dopo ore dipesca senza aver visto nessun altro attorno ...Molti dei racconti descrivono momenti magici in ambienti stupendi, a volte anche segreti, e si incominciaa parlare di acque sconosciute e... forse, qualche volta anche solo sognate, perche` e` in ognuno di noiil desiderio di pescare dove non c'e` ancora passato nessuno, almeno da qualche tempo.Chiaccherando con pescatori, e` difficile trovare qualcuno che non abbia almeno sentito nominare i famo-si corsi d'acqua delle Montagne Rocciose e del West Americano: Madison, Beaverhead, Big Hole e Big Horn

in Montana; Silver Creek, Henry's Fork e Snake in Idaho, e poi lo Yellowstone ed altriin Wyoming, passando dal Green River in Utah, dal South Platte, Taylor e Fryingpanin Colorado, sino al San Juan River in New Mexico, giusto per menzionarne qualcuno.Anche se alcuni di questi fiumi non sono sempre facili da pescare, sono stati descrit-ti su varie riviste, e non solo Americane, da chi vi ha pescato, giustamente celebran-doli per la bellezza e l'abbondanza di pesce. Questa popolarita`, oltre ad aver consentito a pescatori di tutto il mondo di potersiconfrontare con trote selvagge, ha pero' la colpa d'averli resi in alcuni casi molto fre-quentati. Non si tratta mai di un vero e proprio affollamento, tipo le situazioni gomi-to a gomito da "kombat fishing" che si trova su certi fiumi canadesi da salmoni o ste-elhead, ma durante i weekends estivi ci si puo' facilmente trovare a dover spartire ilfiume con altri. Fatta eccezione forse per un paio di volte, non ho comunque mai

Claudio Tagini a pesca sul Madison River, nel tratto dentro alloYellowstone park

Dopotutto, allamare una trota sui 40 cm non e` che sia una rarita` diper se, quanto invece catturarla in ambienti selvaggi ed incontaminati,sotto gli occhi di un bisonte che pascola a pochi metri, dopo ore dipesca senza aver visto nessun altro attorno

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avuto problemi a pescare il Madisonanche quando l'ho trovato affollato(per "affollato" intendo solo 200 o 300metri di fiume per se), ma devoammettere che preferirei poterci anda-re sapendo con relativa sicurezza che,anche se magari solo per mezzomiglio, la riva destra a monte del 3 dol-lars bridge, per esempio, non e` stataancora pescata quando ci arrivo io.Ed ecco che alcune delle acque pococonosciute, o addirittura sconosciute aipiu', diventano preziose oasi di solitu-dine, dove i pesci sono meno disturba-ti e, sovente, anche piu' "ruspanti" dicerte trote tartassate tutti i giorni,come quelle che, pur nate nel fiume eselvagge al 100%, gia` a meta` sta-gione sanno riconoscere la marca delfinale che usi ed in quale fly shop haicomprato le mosche (le trote piu'grosse probabilmente sanno anchequanto costano).Dopo oltre una ventina d'anni scorraz-zando per il West, un po' facendoscouting da solo, studiando attenta-mente mappe, ma sovente anche riz-zando le orecchie, in ogni zona sonoarrivato a conoscere una manciata diquesti "secret streams" che, durantecerti weekends, sovente si rivelanol'asso nella manica.A volte, lo ammetto, ne son venuto aconoscenza usando sotterfugi, comequando, anni fa in un fly shop dellaCalifornia, al tizio che teneva segreto il"suo posto", ho detto di stare attentoalla Poison Oak (una pianta rampican-te che al contatto con la pelle provocaincredibili irritazioni) e lui mi rispondeche non ce n'erano... Ora, avendo poco prima raccontato diandarci a cavallo, e conoscendo gli

stessi wranglers che conoscevo io,avevo gia` dedotto da dove partiva(Lloyd Meadows), e se non trovavaPoison Oak significava che al biviodelle trails del Kern Flat, che e` a 5000piedi slm, andava a sinistra, cioe` amonte, poiche` non c'e` Poison Oak aldi sopra di quell'altitudine...E` incredibile come il nome o la locali-ta` di un posto di pesca possa esseretenacemente tenuto nascosto dallastessa persona che, solo un attimodopo, e` pronta a sciorinare con dovi-zia di particolari cosa usare e comecostruire le mosche giuste per pescar-ci, o altri utilissimi indizi.Ricordo per esempio quando un altrotizio, questa volta a Jackson,Wyoming, si vantasse delle tante bellecatture fatte in solitudine, senza pero'svelare dove... e poi, dopo aver para-gonato le SUE gray drakes con quellein vendita nel fly shop, annunciava che nel "suo" posto portava moglie e figlio

a catturare i kokanee. Duh! I kokanee vivono in laghi e, dabravi Sockeye che poi non sono altro,risalgono streams che hanno un lago amonte... Mi son infatti bastati 5 minu-ti, osservando le mappe topografichedella zona, per capire di che streamstesse parlando, ed una volta sulposto, infatti, alle 11 precise di matti-na c'e` stata una bella schiusa digreen drakes...Eccomi qui (foto di fine Agosto del2000), con una cutthroat salita su unaGray Drake (amo #12, canna Loomis 8piedi e mezzo coda #4 Cortland 444,mulinello Abel trout) su questo streampraticamente sconosciuto, dove il miocliente ed io abbiamo trovato solo unaltro pescatore in 4 ore e su vari km dipercorso.

Sella da montagna

Tratto di Kern River (vicino al forks of the Kern)

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Per di piu', quel pescatore se ne stava adando mogio e deluso, dicendoci che li "non c'erano trote"... Il bocchino con le capsule di nicotina, per smettere di fumare, beh, nonfunzia, trust me. Alcuni di questi "posti segreti" non sono per niente facili da raggiungere (che sovente e` anche la ragione principale per cui rimangono sconosciuti), altri losono solamente per avere il difetto di scorrere vicini ad altri fiumi piu' famosi: il Buffalo River in Idaho, per esempio, e` raramente menzionato, eppure e` un importanteaffluente dell'Henry's Fork...L'Hoback River (di cui uno scorcio a fianco, ed una cutthroat sotto, foto di LuZa), poverino, scorre lungo la scenica e scorrevole # 191, a meta` strada fra l'upper Green Rivera Nord Ovest di Pinedale, e lo Snake River a sud Est di Jackson, e pur essendo panoramico, non ci si ferma quasi mai nessuno (tranne i miei clienti a cui lo segnalo), sempretutti guidando di corsa da uno dei due piu' famosi fiumi all'altro, ed e` per questo che per anni ed anni non ci si e` mai trovato altri pescatori.Sempre nei pressi di Jackson, Wyoming, il 90% della pesca si svolge sullo Snake River che, per la lunghezza, portata d'acqua e ramificazione in parecchi tratti, secondo me

Eccomi qui (foto di fine Agosto del 2000), con unacutthroat salita su una Gray Drake

A destra: L'Hoback River

Sotto: Le maestose cime dei Grand Tetons fanno dacornice a splendide inquadrature

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potrebbe quasi ospitare un numero doppio di pescatori anche in piena stagione, e nessuno se ne accorgerebbe. Le maestose cime deiGrand Tetons fanno da cornice a splendide inquadrature nelle foto delle catture, tanto che parecchie addirittura finiscono sui calenda-ri delle ditte che operano nel settore. Perche`, quindi, andare a cercare posti nascosti, per giunta piu' lontani e a volte anche difficilida raggiungere? Secondo me per una questione psicologica, il gia` menzionato (e forse inconscio) desiderio di pescare acque permodo di dire "vergini", cioe` anche se solo da mezza giornata (indubbiamente un concetto libertino di "verginita`). Ed ecco che, oltreallo Snake e Flat Creek, si abbandonano le strade principali, e ci si avventura in posti che sembra siano in un'altra dimensione paral-lela, un mondo a parte. Relativamente vicini a Jackson (nell'enormita degli spazi del West, sono poi solo una manciata di miglia), eppu-re come se si fosse lontanissimi, la strada non ha traffico, poi non e` piu' asfaltata, ed oltre ancora... beh, sovente occorre avere unfuoristrada.Lungo il percorso si trovano piccole mandrie di bisonti, ma senza le macchine di turisti parcheggiate per fotografarli, oppure, come da

Sopra: uno scorciodell’'Hoback River

A fianco: Una cutthroat, foto di LuZa

Una Cutthroat sopra, foto di LuZa

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foto sopra, di LuZa, cervi che attraver-sano tranquilli il fiume, e le collineattorno sembrano prese da un altropianeta.Da tempo segnalato parecchi di questiposti ai miei piu' affezionati clienti edamici (Mirko e Paola, un esempio fratanti, ne hanno pescati parecchi,durante i 10 viaggi che gli ho organiz-zato, a partire dal 1995), e non e` piu'tanto una cosa rara vedere un sorrisomalizioso apparire sulla faccia di qual-che pescatore, quando di alcuni diquesti posti appaiono le foto.Sopra, foto di LuZa, ed a fianco diMirko, in anni diversi ed ognuno con lasua cattura sullo stesso corso d'acquapoco conosciuto (dire "segreto" sareb-be un'esagerazione).Bei posti e belle catture, senz'altro,pero' si deve sempre tener conto chesi corrono anche dei rischi.Mentre la condizione dei fiumi famosie` conosciuta a tutti, ed al giornod'oggi la si puo' sapere addirittura inogni parte del mondo, tra informazioniin internet, se non addirittura da web-cam che trasmettono immagini dalvivo, per queste acque segrete l'unicomodo per scoprire se pescano bene almomento e` .... quello di andarci.Sono rischi che purtroppo bisogna cor-rere, e non si e` sempre fortunati:esattamente due anni dopo avercifatto una favolosa pescata, una voltaarrivato nello lo stesso "posto segreto"con un gruppetto di clienti, l'ho trova-to deserto di pesci: una frana a monte(di cui ho poi scoperto che solo pochine erano a conoscenza) aveva riempi-to il il fondale di sedimenti sabbiosi.Se cio' fosse successo allo Snake River,o anche solo al Flat Creek, per esem-

Stesso fiume: Ma catture in anni diversi

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pio, l'avrei addirittura letto sul Los Angeles Times in California, invece di trovarmi all'improvviso a far spre-care una mattinata ai clienti (credo non me l'abbiano ancora perdonato). Sarebbe sciocco, infatti, organiz-zare un viaggio di pesca senza includere nel menu delle offerte alcune delle ricette famose e sicure, masarebbe anche un disservizio da parte mia non svelare alcuni di questi posti dove poter andare a provareun po' di pesca in solitario. Ed ecco che, ad una discesa in barca con guida sullo Snake River, con bellecatture (che praticano persino da sole il Catch & Release), propongo sempre anche due mezze giornate sualcuni corsi d'acqua minori che conosco in zona, per una pesca piu' intima... e da soli, senza bisogno di

Cattura e pesca in un tratto dei "frustration ponds", Wyoming.Sopra: Paolo M. con una bella cutthroat)

Sopra: sempre Paolo M. con cattura di una stupenda rainbowin acque poco conosciute dello Yellowstone Park

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Foto sopra: Elena S. Di Grosseto, con la sua primacutthroat catturata a mosca (Agosto 2005)

guide, come da lle due fotografie successive, di cattura e pesca in un tratto dei"frustration ponds", Wyoming. Cosi come, dopo aver segnalato un paio di puntibuoni dove pescare lo Yellowstone River nel parco (foto a fianco: Paolo M. conuna bella cutthroat), segnalo anche altri angoli di quel paradiso della natura,dove pescare trote magari piu' piccole (ma non tanto piu' piccole, vedi sotto:sempre Paolo M. con cattura di una stupenda rainbow in acque poco conosciu-te dello Yellowstone Park), ma certamente non meno belle e selvagge, in per-fetta solitudine. Sopra, un'altra cattura (cutthroat) su fiumi meno famoso dello Yellowstone Park. Alcune di queste acque, se non troppo difficoltose da raggiungere, sono anchel'ideale per portarci i ragazzini a pescare, o la famiglia, cosi da poter godere inpace la serenita dei luighi senza gente attorno. Madison River, Montana. Agosto 2005

Claudio Tagini, At your service.American Western Adventureswww.awatravel.net

Claudio Tagini

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SPFalias mini foam extended body

Di: Luca Castellani

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Chuck Furimscky e Andy Kurkulis sono amici miei. Il primo l'ho conosciuto in occasione del primo World Tuscany Open , Andy invece in un sevizio di guida di pesca. Chuck èl'organizzatore di una dozzina di Fly Fishing Show in diverse città degli Stati Uniti, oltre al celebre simposio dei costruttori di mosche artificiali di Somerset, in New Jersey, chesi svolge il novembre di ogni anno. Andy è il proprietario di uno dei più famosi negozi di pesca degl'Usa: il Chicago Outfitter. Ci conoscevamo di fama, Andy mi mandava giàclienti da prima che avessimo occasione di conoscerci di persona . Tra di loro, Andy e Chuck si conoscono per rapporti di lavoro ma non abbiamo mai avuto occasione di staretutti e tre insieme nello stesso tempo. Sia Chuck che Andy sono stati miei ospiti e quando vado dalle loro parti non posso esimermi da fargli visita. Il perché di questo cap-

Chuck Furimski e Luca Castellani

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pello? Cosa centrano con questoarticolo? Perché associarli insie-me? Ora lo spiego: <la cosa cheli accomuna è l'appellativo, ilnomignolo che hanno coniato,senza mettersi d'accordo, intempi differenti, per la migliormosca che gli ho suggerito diusare durante le uscite di pescacon me sulle nostre acque:<Shitty Pink Fly>, in parole pove-re hanno soprannominato ambe-due la mini extended body rosa :< la mosca rosa di m…..:>Entrambi, più o meno, sono abi-tuati a frequentare per lavoro edamicizia costruttori di moscheartificiali professionisti, altricostruttori "artisti", Sono avvezziad avere nelle proprie scatolemosche famose, costruite da per-sonaggi celebri. Sempre con unimpatto di bella esteriorità. Ipescatori a mosca sono così,hanno il gusto, il piacere delbello. Andy commercializza nelsuo negozio e per il web lemosche artificiali, e spessoA.K.Best fa dimostrazioni da luiper i suoi clienti di Chicago. Ma sisono arresi al fascino di questamosca "povera" con pochi fronzo-li. Fatti non parole. Non com-prendo il perchè ma mi adeguo. Quindi, a parte loro, ho imparatoche per far bene il mio lavoro,devo proporre con cautela i mieiartificiali. Per renderli credibili, all'inizio della giornata, sono vincolato a farli provare sempre per secondi e o terzi, nei tentativi di pesca. L'impatto con i miei "gioielli" all'ini-zio ha sempre un avvio incerto sulla carta. Trasmettere la mia praticità, conoscenza e consapevolezza e contagiare con le mie intuizioni i miei amici poi sul campo diventatutto più facile, un gioco da ragazzi, sempre se riesco ad entrare in sintonia con il mio amico/cliente. Oramai con l'esperienza ho capito specialmente con i pescatori di livelloche accompagnerò a pescare, devo iniziare da lontano per arrivare a quello che voglio comunicare, sempre se lo vorranno ricevere. Credo di conoscere quello che gli dovròfare vedere, in ordine cronologico, anzi quello che so che vorrebbero vedere; ma più di ogni altra cosa quello che devo suggerire; cioè cosa appendere al finale. Ciò cheserve in quel momento realmente e che so che funziona dovrò avvalermene in seguito. Ma mi fa gioco. Devo conquistarmi la fiducia e questo stato di cose mi aiuta. In avvio

Luca conun temolo catturato a Gorga Buia con la SPF

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comincio così a mostrare le mie scatole con le mosche artificiali tradizionali,abbastanza ben curate nell'aspetto, almeno credo. Cioè con quello che vor-rebbero pescare e tutti pescano. Il mio mestiere è quello di far prendere ipesci ai miei clienti. Se sei bravo ne possono catturare molti, ancor di piùbravo se quelli che arrivano nel guadino sono grandi, se poi gl'altri pescato-ri intorno a lui non catturano c'è l'apoteosi. Così spesso devo impormi congentile fermezza sulla scelta degl'artificiali per ottenere il risultato voluto seil tradizionale fa cilecca. Questo è il momento giusto per far venir fuori dalle

scatole le mie mosche, anzi le imitazioni per le mie acque. Queste mosche dal-l'aspetto poco accattivante, non ti invogliano a prima vista, forse antiestetiche enon fanno provare il desiderio di appenderle sull'amo a questi pam, persone digusto raffinato. Ma quando arriva il pomeriggio di un luglio assolato, o le gialli-ne/oliva che gli inglesi denominano "pale watery", (al singolare), cominciano ascendere per tutto il giorno sul filo della corrente, il brutto anatroccolo rosa sitrasforma nella regina della giornata, l'inibizione cade, il pregiudizio cede il passoall'effetto. In fondo non sono così antiestetiche, si osservano con una visuale dif-ferente, a modo loro hanno fascino, si pensa questo dopo averle viste all'opera.Questi pam, la forma fino a quando non c'è il risultato in palio. Ora mi si presen-ta il problema contrario, ho difficoltà a far sostituire la mini foam extended bodycon le altre mosche. I miei amici diventano come il proverbio dei pifferai: <unsoldo per cominciare e due per smettere>. Questa mosca rosa rende bene con varie specie di effimere color oliva presenti

A destra:Giorgio Paglini con una trota alla piana dei sospiri catturata con una SPF

Sotto: Andy Kurkulis con una bella fario del TWT catturata con la SPF

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in acqua e giornate prevalentementesoleggiate. Qualche volta non perdecolpi anche se i pesci salgono suninfe galleggianti o in procinto dirompere la tensione superficiale.Sia riviste americane che inglesihanno scritto su questa mosca, oltreche l'italiana Fly LIne. Ne ho spedi-te in buon numero in diverse partid'Europa, in Australia e molti statiamericani. Ho un buon riscontro inrichieste anche in Italia, specialmen-te per i fiumi popolati da temoli,anche se sono nate dall'esperienzafatta nei miei fiumi. Ha catturatopesci già in acque di disparati conti-nenti. E' una mosca adatta alleacque difficili e pesci selettivi.Funziona bene anche sull'acqualenta/ferma. E' ben visibile e siatemoli che trote ne sono attratti. E'molto importante che galleggi bene.Quando le ali in cdc non stanno sucome accade con il primo lancio è ilmomento di sostituirla con unauguale. Deve essere perfettamentegalleggiante per dimostrare la suasuperiore efficacia. Si lancia beneanche con finali sottili (0,8-0,9). Haun difetto che non sono riuscito arimuovere nonostante abbia provatodiversi differenti tentativi d'assem-blaggio: se l'azione di lancio è moltoveloce il corpo si può spostare all'in-terno della curvatura dell'amo e ilfinale tende a girare e formare quel-le odiose parrucche come quandol'amo cattura una foglia e il tip hal'effetto spinner. Basta fare un po'd'attenzione nell'azione di lancio, ral-lentare la velocità. Non penso chepossa essere migliorarla, in fondoquesto è l'unico difetto che ha

Maurizio Duili con una fario catturata con la SPF

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mostrato, i pregi di contro sono numerosi.. Non di rado capita sentirmi dire da amici mentre stanno pescando con una mia mosca: <guarda questa mosca rosa di m…. ha catturato ancora dove le altre neanche le ven-gono a vedere, ma perché gli piace così tanto?> gli rispondo:< Ma ti chiami Chuck o Andy? comunque il perché non te lo dico, non posso regalare a tutti la mia conoscenza,ma se vuoi la possiamo sostituire con una mosca che vuoi te, che ne dici?> la risposta è: <no di certo>. <Questi pifferai, un soldo per appenderla al finale e dieci pertoglierla!>

Mosche per la Tail WaterTevere dal giubbetto di Luca

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EEccdd iioowweettDi: Ezio Bissone

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Il pesce o il pescatore? Dilemma perchi costruisce mosche artificiali...la miamosca è bella e cattura anche ipesci...oppure è solo bella ...oppurenon è bella ma cattura i pesci!!Oggigiorno gli artificiali catturanospesso solo il pescatore. Si vedonomosche ridondanti di fronzoli, appen-dici più o meno molli che sbordano daami magari disegnati da Giugiaro piut-tosto che Bertone, ali che sembranovere dall'effetto elica tipo twister,modelli rovesciati, il davanti dietro eviceversa, imitazioni perfette di unessere etereo rappresentate con bitor-zoli e addobbi natalizi….per giungereal livello spaziale da star trek che conun materiale "spugna" vorrebbero fargalleggiare anche i sassi….questi sonoi figli del nostro tempo ..artificiali del21 secolo come artificiale è spessotutto quello che circonda il mondodella pesca. Commerciale !!!!La creatività, l'arte di miscelare colori emateriali per ottenere un qualcosa chesi fonda con la bellezza della natura,oggi non conta nulla?Da costruttore quale mi ritengo, sonoper le mosche che catturano i pesci,non quelle di "un pesce per caso" perintenderci, l'esperienza sul campo,l'osservazione e il dialogo con altri"pescatori" per realizzare la mosca vin-cente, quella da avere sempre con senelle scatole porta mosche, dopo aver-ne strutturato la forma con la giustatecnica di montaggio cerco se possibi-le di renderla anche un po' accattivan-te e qui che l'estro dell'artista entra ingioco. Vorrei invece illustrarvi la mosca in

questione. Per chi costruisce vera-mente noterà l'insieme di tecniche

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prese qua e la per assemblare una mosca che definirei "interessante". Intanto il corpo con due colori, preso in parte dalle famose PHRY-GA di GUY PLAS , che dona all'insieme una certa veridicità, e se a quel segmento di colore doppio del corpo uniamo poi un rigag-gio in quill naturale dl pavone pelato, (vedi QUILL GORDON di T.GORDON ) che aumenta il potere adescante con l'imitazione quasinaturale dei segmenti addominali di un insetto, per poi arrivare al collarino, l'hackle, che assomiglia per forma finale alle PALLARETA spa-gnole realizzate con gallo pardo, la differenza sta nel tipo di montaggio delle fibre che per le "spagnole" sono a ciuffi e non con la piumaintera come nel nostro caso. Cosa possiamo osservare? Unendo diverse tecniche di montaggio possiamo realizzare una mosca che haun largo spettro di utilizzo e che si presta come base per molteplici varianti. È un perfetto Ecdionuride emergente quando in primave-

ra schiudono gli E.Torrentis , variandola taglia ottima anche sulle schiuse diEpeorus Assimilis ed all'inizio dell'esta-te fino a settembre è ottima sulleschiuse di Baetis Scambus e BaetisRhodani. Molti amici hanno avutoeccellenti risultati usandola comeseconda mosca in un trenino, abbinataad una ninfa con pallina in tungstenousata come zavorra, oppure strippan-do leggermente è ottima anche inlago nelle tre stagioni canoniche. È consigliabile averne almeno una doz-zina in tre taglie diverse come daderessing. Può essere una mosca riso-lutiva tutte quelle volte in cui i nostriamici pinnuti mangiano a pelo d'ac-qua. Come spesso accade in DoraBaltea, ninfano una sola volta, anchein assenza di schiusa. In questi casi sideve lanciare in prossimità della zonadi stazionamento del pesce e recupe-rando la coda a piccoli strappi, anime-remo la mosca aumentando così lapossibilità di allamare il pesce.Vediamo nei dettagli le fasi del mon-taggio. Si partirà con il filo marrone,quello con il quale faremo il tip, laparte finale dell'addome della nostramosca. Il filo usato è il danvilles' 6/0pre waxed color brown, orange comevariante, che meglio si presta peressere verniciato a lucido, fissiamoalcune fibre di gallo grigio, meglioancora se come variante useremodelle fibre di gallo pardo ad imitare la

Dressing Amo: dritto o grub #8-10-12Code: fibre di gallo grigioRib :quill di pavone pelatoTag filo: pre wax brown 6/0Body: monocord yellow 3/0Hackleuna: piuma di gallo grigioHead: filo pre wax brown 6/0

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coda. Fissiamo subito dopo il quill pelato di colore naturale e col filo formeremo un tratto di addome, circa un quarto della lunghezza del gambo, leggermente ingrossato.Andremo oltre di alcuni giri e fisseremo il filo. Ora useremo il filo giallo, un danvilles monocord 3/0 , col quale faremo un corpo dalla forma come in fotografia (f.6).Avvolgeremo a mo' di rigaggio il quill naturate di pavone pelato e quindi chiuderemo con un semplice nodo, pronti per la verniciatura.Questi materiali sono molto performanti perchè verniciandoli cambiano leggermente colore rendendoli accattivanti e più adescanti, se inoltre come sottocorpo mettiamo ungiro di filo di piombo piatto (vedi l'argomento sul sito www.cpmam.net), il corpo assumerà un colore ancora diverso, in quanto il filo giallo diventa leggermente trasparentedopo la verniciatura. La vernice migliore per plastificare corpi e testine è il Gloss coat. Dopo aver verniciato almeno due volte il corpo inizieremo a fissare l'hackle. È oppor-tuno che la vernice sia completamente asciutta. Dunque si fissa la piuma e la si avvolge con spire non troppo vicine tra di loro, dopo, tirando indietro le fibre avvolte, realiz-zeremo la testina che le coprirà in parte tenendole piegate all'indietro. Usando un gallo dalle fibre dritte ma morbide otterremo un effetto di movimento vitale. Anche la testi-na sarà verniciata a lucido. Queste mosche a me piacciono in quanto oltre ad avere caratteristiche positive come poliedricità di utilizzo sono in fondo anche belle a veder-si. Tenete comunque conto che a volte la mosca che prende in quel momento di disperazione è proprio quella che noi non useremmo mai...bellezza a parte.Buona costruzione Ezio

www.edizioninuma.com

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Le Trote del Monte AmiataPesca a Mosca sul Torrente

EENNTTEE

Di Massimiliano NUCCI e Marco PIANTONI

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Se vi capita di passare dalle parti del monte Amiata, non potete tralasciare sicuramente un luogo che vi sorprenderà. Tra le dolci colline Toscane, a due passi da Castel Del Piano (Gr) e dalle vigne del Brunello di Montalcino, scorre Il torrente ENTE. Lanatura che circonda le sue acque è rigogliosa e raggiante. Camminare sulle sue sponde da un vero e proprio senso di distacco dallavita contemporanea fatta di stress e di trambusto; qui si ha la percezione di essere "ospiti" di un contesto che esula l'uomo e lo rendealieno in esso. Alzare gli occhi e vedere il cielo, sentire gli odori e profumi forti del bosco ci appagano la mente e saziano i nostriocchi.

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Dal 2000, in questo bel torrente dalleacque cristalline è stato istituito untratto di pesca a mosca NO-KILL divi-so in due zone. La prima zona è quel-la adibita al ripopolamento (con divie-to di pesca assoluto) ed in essa ognianno vengono immessi circa 30000avannotti di trota fario. La seconda zona invece riguarda iltratto di pesca a mosca ( lungo circa1500 metri) dove vengono immessiogni anno circa due quintali di troteadulte. Da segnalare l'ottimo stato dei salmo-nidi presenti e la loro taglia particolar-

mente sopra la media. Durante lanostra esperienza di pesca su questotratto abbiamo notato inoltre l'impres-sionante velocità di reazione delletrote alla posa della nostra imitazione,dovuta probabilmente alla competi-zione alimentare con altre specie pre-senti (come il Cavedano). Per bendue volte è capitato di dover prende-re la canna "a due mani" a dimostra-zione del fatto che su questo piccolotratto ci sono degli esemplari di note-vole stazza e forza. Le specie ittiche presenti: TROTA FARIO STELLATA (conosciuta

anche come "Puccini") , CAVEDANO,LASCA, GHIOZZO DI FIUME,ANGUILLA, CAPITONE, TRIOTTO. Il torrente presenta una notevolevarietà di caratteristiche che lo rendo-no estremamente divertente.Cascatelle, lame, raschi, sassi creanoun valido contesto di difficoltà. E pernoi amanti del lancio, questo è ilposto ideale. Lungo il tratto troverete inoltre uncaratteristico rifugio per i pescatoriche vi farà restare a bocca aperta. Come raggiungerlo: SS1 (Aurelia) fino a Roselle. Seguite

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poi le indicazioni che vi portano aPaganico e da li quelle per Castel delPiano. A pochi chilometri dal paesetroverete uno svincolo sulla vostrasinistra che indica una serie di poderie agriturismi e sotto un cartello inlegno con scritto NO-KILL ENTE,seguite i cartelli di legno e ci finitedentro. Se vi perdete potete chiama-re Vittorio Ugurgieri al numero:3391613954 Permessi: i permessi si possono fare al BARBAGATTO di Arcidosso (2 minuti dimacchina da Castel del Piano) oppure

telefonare al presidente VittorioUgurgieri 3391613954. Regolamenti e periodi di DIVIETO: di seguito una fotografia scattata alcartello con il regolamento presentelungo tutto il tratto di pesca a mosca.Intervista a VITTORIO UGURGIERI(presidente dell'associazione chegestisce il tratto): MARCO: Puoi dirci come è nato il pro-getto di gestire un tratto del torrenteEnte come NO-KILL per la pesca amosca? VITTORIO: "lL tratto no-kill torrenteEnte è stato voluto dai pescatori a

mosca del Monte Amiata stanchi diviaggiare a destra e sinistra e ancheper orgoglio di loro stessi, dato che iltorrente di fondovalle si prestava aquesto scopo. Il progetto nasce nel 2000 dietropressione dell'associazione liberapesca sport che oggi conta circa 150tesserati. Il tratto è sorvegliato da seiguardie venatorie e ittiche volontarieregolarmente riconosciute dalla pro-vincia di Grosseto ". MASSIMILIANO: Come e da chi vienegestito? VITTORIO: "viene gestito dalla asso-

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ciazione libera pesca sport sezione Amiata..Il tratto è lungo 1,5km e a valle del tor-rente c'è una zona di protezione di divieto di pesca assoluto. Stessa cosa a montedel tratto fino all'incrocio con il torrente Zancona. Nelle due zone di divieto di pescal'associazione ogni anno immette 30000 avannotti di trota fario; per quanto riguar-da il tratto di pesca vengono immessi ogni anno circa due quintali di trote adulte" MARCO: Puoi descrivere le caratteristiche principali di questo tratto? (ambiente,eventuali servizi/infrastrutture offerti) VITTORIO: "Questo torrente si presenta con diverse piane e correnti. L'ambiente èabbastanza selvaggio e non sono state apportate modifiche al fiume con interventistrutturali ad accezione della strada che è stata dovuta fare in cemento per far si chela macchine almeno arrivassero alla zona di parcheggio, mentre l'unica struttura èun capanno di legno molto bello. Per quanto riguarda i permessi si possono fare albar bagatto di arcidosso oppure telefonare al presidente Vittorio Ugurgieri3391613954. Inoltre nella zona per chi viene da lontano ci sono molti agriturismioppure l'albergo da venerio a Castel del Piano che è aperto tutto l'anno." MASSIMILIANO: Avete dei progetti per migliorare ulteriormente la qualità del trattoda voi gestito? VITTORIO: "il nodo al pettine per migliorare il tratto di fiume è quello di non far sca-ricare una vasca di decantazione dell'acqua che si trova a monte del tratto ,essa hala funzione di far girare una turbina per produrre energia elettrica. Quando ciò acca-de, la vasca apre la paratoie e abbiamo un conseguente innalzamento del fiume cheinevitabilmente sporca l'acqua. Tutto questo avviene perchè questa vasca purtropponon è mai stata pulita. Quest'anno l'associazione si è presa l'incarico di pulirla e quellimo nero che scende si spera di non vederlo più anche perché ne risente tutto l'ecosistema fluviale . Questa è una battaglia che stiamo facendo da sei anni, ma se non

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si risolve credo che il No-kill vada afinire. Purtroppo anche le amministra-zioni locali non ci danno una mano, ecome ben sà chi ha avuto esperienzeanaloghe è così è da tutte le parti." MARCO: Perche un pescatore amosca dovrebbe scegliere questotratto? VITTORIO: "il tratto di fiume è abba-stanza accessibile ed è in mezzoall'italia. E' raggiungibile con un'ora emezzo di macchina sia da Firenze cheda Roma o da Perugia. E' situato aiconfini con il Brunello di Montalcino;ed inooltre a mezz'ora di macchina cisono le terme di Saturnia e il monteAmiata. Si tratta ancora di uno deipochi posti dove la vita è abbastanzatranquilla senza lo stress delle metro-poli e anche i piccoli centri limitrofisono molto caratteristici . Per quanto riguarda le trote cheimmettiamo ci siamo rivolti al sigPuccini Giacomo. Credo che qualun-que pescatore a mosca del CentroNord lo conosca per la qualità del pro-dotto che ci fornisce ." In conclusione ci sentiamo quindi diesprimere un grande complimentoalla ASSOCIAZIONE LIBERA PESCASPORT che si occupa della gestione diquesto tratto NO-KILL e al suo presi-dente Vittorio UGURGIERI che graziealla sua grande passione, dedizione evolontà sta dando un grande contri-buto alla divulgazione di questa egre-gia Arte che è la pesca a mosca.