FEDERICO CAPRILLI, Per l’equitazione di campagna. Principi ... · NICOLA SBETTI è direttore del...

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Lunghi anni di pratica e di continua osservazione mi hanno convinto che il cavallo acquista in generale senza sforzi le qualità che ho enumerate, qualora il cavaliere lo sottoponga ad un esercizio razionale e continuo, durante il quale egli si studi di rendere al cavallo meno disgustose che può le proprie azioni, e di non contrariarlo nello sviluppo naturale delle sue attitudini ed energie. Non intendo dire che si debba lasciar fare al cavallo ciò che vuole; lo si deve invece persuadere con fermezza ed energia, se occorre, a far ciò che vuole il cavaliere, lasciandogli però piena libertà di servirsi e di disporre come meglio gli conviene dei suoi equilibri e delle sue forze. A questo principio fondamentale e costante si informano tutte le regole pratiche di equitazione ch’io esporrò. FEDERICO CAPRILLI, Per l’equitazione di campagna. Principi generali favorevoli o contrari allo sviluppo di una buona equitazione militare. 173

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  • Lunghi anni di pratica e di continua osservazione mi hanno convinto che ilcavallo acquista in generale senza sforzi le qualità che ho enumerate, qualora ilcavaliere lo sottoponga ad un esercizio razionale e continuo, durante il quale eglisi studi di rendere al cavallo meno disgustose che può le proprie azioni, e di noncontrariarlo nello sviluppo naturale delle sue attitudini ed energie.

    Non intendo dire che si debba lasciar fare al cavallo ciò che vuole; lo si deveinvece persuadere con fermezza ed energia, se occorre, a far ciò che vuole ilcavaliere, lasciandogli però piena libertà di servirsi e di disporre come meglio gliconviene dei suoi equilibri e delle sue forze. A questo principio fondamentale ecostante si informano tutte le regole pratiche di equitazione ch’io esporrò.

    FEDERICO CAPRILLI, Per l’equitazione di campagna.Principi generali favorevoli o contrari allo sviluppo diuna buona equitazione militare.

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  • PROFILI DEGLI AUTORI

    ANDREA ANASTASI è dottorando di ricerca in Scienze dell’Economia Civile.Governance, Istituzioni, Storia presso la Libera Università Maria Santissima Assunta(Lumsa) di Roma. È cultore della materia in Storia Contemporanea presso l’UniversitàEuropea di Roma, dove collabora con le cattedre di Storia Contemporanea, Storia ePolitica dell’Integrazione Europea e Storia dello Sport per attività seminariali e di ricerca.È socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, della SocietàItaliana di Storia dello Sport e dello European Committee for Sports History.

    MAURO CHECCOLI, nato a Bologna nel 1943, laureato in Ingegneria, bi-campioneolimpico nel 1964 a Tokio nel Concorso Completo individuale e a squadre. Presidentedella Federazione Italiana Sport Equestri dal 1988 al 1996. Attuale presidente dellaAccademia Olimpica Nazionale Italiana e vicepresidente della Fondazione Giulio Onesti.Progettista di architettura e di urbanistica. Nel 2015 gli è stata dedicata al Foro Italicouna targa nella Walk of Fame dello Sport Italiano.

    RAFFAELE CICCARELLI, giornalista, si dedica agli studi sullo sport, il calcio inparticolare, dividendo tale attività con quella di dirigente e allenatore di calcio. Oltre avari saggi, ha pubblicato: 80 voglia di vincere – Storia dei Mondiali di Calcio (2010); La Vitaal 90° (2011), una raccolta di racconti calcistici; Più difficile di un Mondiale – Storia degliEuropei di Calcio (2012); Il Destino in un Pallone (2014), una seconda raccolta di racconticalcistici; Lasciamoli giocare-Idee per un buon calcio giovanile (2016).

    ANDREA CLAUDIO GALLUZZO è imprenditore, archeologo e scrittore. Laureato inGiurisprudenza all’Università di Siena e in Storia Antica alla New York University.Autore di biografie e saggi storici. Professore alla European School of Economics.Presidente della sezione moda di Confindustria Firenze e di Foundation for Sport HistoryMuseum, Museo Fiorentina. Presidente della Siss dal 2015 al 2017.

    MARIO GENNERO è laureato in Lingua e Letteratura Spagnola all’Università di Torino.Giudice di salto ostacoli della Federazione Equestre Internazionale. Consigliere delComitato regionale Fise Piemonte dove ricopre vari incarichi. Ha collaborato alle principaliriviste del settore equestre, autore di una ventina di pubblicazioni sui cavalli e sulla storiadell’equitazione italiana. Si occupa in particolare dell’equitazione del Rinascimento epartecipa a convegni sul tema. Ha dedicato anche studi all’equitazione clorofilliana.

    profili degli autori

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  • SERGIO GIUNTINI, vice-presidente della Siss e direttore del suo Comitato Scientifico, èautore di vari saggi d’argomento storico. Tra i più recenti: “Storia agonistica, sociale epolitica dell’atletica leggera italiana” (2017); “Calcio e letteratura in Italia (1892-2015)”(2017); “L’agonismo della Padania. Sport e Lega Nord” (2017).

    MARCO IMPIGLIA, nato a Roma nel 1960 e giornalista dal 1993, ha pubblicato articolie saggi su giornali e riviste a livello nazionale e internazionale, oltre a 17 monografie,diverse delle quali centrate su storie e personaggi dello sport capitolino. Tra i suoi libri:Aneddoti olimpici (2000, ristampato nel 2004 dal quotidiano Il Sole 24 Ore); L’Olimpiade dalvolto umano. Tutti i giochi di Roma 1960; (2010); 100 anni della FPI (2016). È socio della Sisse del Gruppo dei Romanisti, associazione culturale che dal 1940 pubblica ogni anno la“Strenna dei Romanisti”.

    ENRICO LANDONI è professore associato di Storia contemporanea all’UniversitàeCampus e insegna Storia dello Sport presso la Scuola di Scienze Motorie dell’Universitàdegli Studi di Milano. Ha pubblicato diversi studi sulla storia politica ed amministrativadel capoluogo lombardo e su quella del movimento sportivo italiano. Con il suo ultimovolume, Gli atleti del duce. La politica sportiva del fascismo 1919-1939, Mimesis, 2016, haottenuto una segnalazione particolare al LI Concorso Letterario del Coni.

    FABRIZIO ORSINI, architetto, storico, saggista, consulente per il Dizionario Biograficodegli Italiani, edito dalla Enciclopedia Italiana “G. Treccani”. È esperto di manualisticasportiva, particolarmente di quella schermistica, che è il suo campo di studi principale.Vive e lavora a Bergamo, maestro di scherma in una società locale.

    NICOLA SBETTI è direttore del Dipartimento di storia contemporanea della Siss eAssegnista di Ricerca presso l’Università di Bologna. Il suo principale interesse di ricercaè il rapporto fra lo sport e la politica. Ha pubblicato diversi saggi e una monografia: Giochidi Potere. Olimpiadi e politica da Atene a Londra (1896-2012), Le Monnier, 2012.

    MASSIMILIANO VALENTE è professore associato di Storia Contemporanea pressol’Università Europea di Roma, dove insegna Storia Contemporanea e Storia e Politicadell’Integrazione Europea nella Facoltà di Storia e Filosofia e Storia dello Sport nella Facoltàdi Scienze della Formazione Primaria. È socio del Comitato Romano dell’Istituto per la Storiadel Risorgimento Italiano, della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea(SISSCO) e del Römisches Institut del Görres Gesellshaft (RIGG).

    profili degli autori

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    LEGENDA

    ACS: Archivio Centrale dello Stato di RomaAUSSME: Archivio Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito

    MSAC: Museo storico dell'Arma di cavalleriaCP: Collezione privata

  • LE MOSSE DEL CAVALLO

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    Sezione iconografica

  • Il Marco Aurelio è uno dei primi esempi celebri che saranno il punto di riferimento per il modo dicavalcare pre-Caprilli. L'imperatore gesticola seduto sul cavallo che cammina elegantemente, lazampa destra è ben sollevata, in una postura di notevole effetto scenico, le gambe dell'imperatorependono ai lati e come è naturale non sono nelle staffe, in quanto i romani e tutti i popoli del Me-diterraneo nel II secolo, quando fu realizzata l’opera, non conoscevano questo importante arnesedi governo del cavallo. La tradizione scultorea equestre prenderà sempre spunto da questa operaper realizzare tutti i successivi ritratti di condottieri e uomini di potere europei.

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  • Cartoline umoristiche, cartoncino del Piemonte Reale Cavalleria e il fregio in metallo smaltatoche portavano gli ufficiali. AUSSME - ACS.

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  • Veduta aerea e cortile interno della Caserma Principe Amedeo, sede della Scuola di Cavalleria aPinerolo. MSAC.

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  • Cesare Paderni, dapprima “cavallerizzo borghese” e poi maestro capo di equitazione a Pinerolodal 1881 al 1893. Paderni faceva studiare la teoria ai suoi allievi su dei quaderni che stilava personalmente. Nell'immagine in basso, un suo corso databile al periodo 1883-1886. MSAC.

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  • La circolare del 24 ottobre 1891 del Ministro della Guerra, generale Luigi Gerolamo Pelloux (neldisegno), istituente il corso complementare di equitazione di campagna a Roma. ACS.

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    Un ufficiale di cavalleria alle corse di Tor di Quinto, disegno apparso su L'Illustrazione Italiana del3 marzo 1891. Furono alcune infelici esibizioni alle sweepstakes “military” a determinare la deci-sione del re Umberto di aprire a Tor di Quinto una succursale di Pinerolo.

  • Dettaglio di un programma di corse promosso dal circolo del fox hunting di Roma. Si noti la pre-senza nella direzione del marchese Luciano di Roccagiovine, uno degli artefici della nascita dellaScuola di equitazione di campagna di Tor di Quinto. ACS.

    Foto panoramica in cui si vedono, contrassegnati dai numeri 1-2-3, la Scuola di Tor di Quinto, lavicina ansa del Tevere e, in primo piano, la via Flaminia fiancheggiata da case. CP.

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  • Splendida tavola di Ernesto Abbo sulla Tribuna Illustrata della Domenica, numero del 5 novembre1899. Ben stagliati, si scorgono gli edifici biancorossi della Scuola.

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  • La caccia alla volpe fu un esercizio assai utile ai corsisti di Tor di Quinto. In alto, una foto del1907 col marchese Tommaso Rospigliosi “master”, il principe Giovanbattista Borghese e il mag-giore Fabio Pandolfi. In basso, Gabriele D'Annunzio, “fox hunter” per passione e per lavoro, du-rante una delle sue uscite nell'Agro Romano. ACS.

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  • Documentazioni dell'assidua frequentazione delle cacce e delle prove di esame degli allievi di Tordi Quinto da parte di esponenti della Famiglia Reale, pertinenti agli anni pre-bellici. La duchessaElena d'Aosta a un “meet”, in una rara immagine tratta dall'archivio di Vincenzo Pollio.

    Una cartolina col re Vittorio Emanuele III che assiste a cavallo alle esercitazioni. Gli è accanto, inprimo piano di spalle, il principe Mirko del Montenegro. ACS - AUSSME.

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  • 1900 circa: il tenente Caprilli, su Cheerful, sperimenta a Parma il suo rivoluzionario “sistemanaturale”, centrato sull’utilizzo del filetto, la riduzione della lunghezza delle staffe e la postura insalto del cavaliere. MSAC.

    Ufficiali esteri con Federico Caprilli al corso del 1905 a Pinerolo. MSAC.

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  • Caprilli trionfa in uno dei primi concorsi ippici allestiti a Piazza di Siena, 1906.

    Mirabilia caprilliana, ovvero un bel salto senza tenere le redini. Dalla rivista La Stampa Sportivadel 15 dicembre 1907, in occasione della scomparsa del campione. ACS.

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  • IL “MURO CAPRILLI”

    Uno dei simboli più famosi del sistema naturale di equitazione fu il cosiddetto “muro Caprilli”(per i francesi: “descente Caprilli”), uno scivolo che rimaneva a Tor di Quinto. Ecco il maestrolivornese con due allievi stranieri; lo stesso ostacolo affrontato da Giuseppe Pirzio Biroli nel 1898e addirittura da una amazzone, Teresita Accorsi Medici, nel 1911. CP - MSAC.

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  • Due scuole a confronto: Saumur e Pinerolo-Tor di Quinto

    Nel dicembre del 1910, in risposta ad una missione estiva dei nostri ufficiali in Francia, unadelegazione dell'École de cavalerie di Saumur, i maître indiscussi del dressage, venne a Roma. Conuna certa dose di malizia, la Illustrazione Nazionale pubblicò le immagini delle discese dal “muroCaprilli” degli ufficiali italiani, in comparazione con quelle effettuate dai compitissimi cavalieridella Loira: la differenza nell'atteggiamento (catapultati in avanti gli uni, impettiti all'indietro glialtri) balzava evidentissima.

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  • Il boom dei concorsi ippici

    Agli sgoccioli della belle époque, i concorsi ippici raggiunsero una fantastica popolarità,regolamentati in una maniera che lasciava molto allo spettacolo e che poco sarebbe cambiata neldopoguerra. Dall'alto in basso: i cavalieri italiani vincitori della Coppa d'Oro di re Giorgio a Londranel giugno del 1908; i francesi protagonisti a Roma al concorso internazionale. Fonti: IllustrazioneMilitare Italiana del luglio 1908; La Stampa Sportiva del 3 maggio 1908.

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  • La Rivista di Cavalleria pubblicò per prima, nel 1901, i principi del “sistema naturale”, rimanendoarena di dialogo tra gli ippiarchi.

    Nella foto in basso, spettacolare balzo in stile caprilliano di Giovanbattista Calvi, istruttore aPinerolo e a Tor di Quinto, valente agonista. ACS - AUSSME.

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  • le mosse del cavallo

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    Corso del 10 gennaio - 20 marzo 1907 a Tor di Quinto, quello diretto da Federico Caprilli. L'istruttoredavanti a tutti non è, però, Caprilli. Incrociando l'immagine con i registri di Pinerolo abbiamo quinditre possibilità, relative ai tre tenenti che guidarono le sezioni: Giorgio Ricci Capriata, Attilio Anselmi,Giovanbattista Calvi. Partecipò a questo corso il conte torinese Carlo Ceriana Mayneri, che nel 1938avrebbe assunto il comando della Scuola di Cavalleria di Pinerolo. ACS.

    Una cartolina spedita a casa, al suo palazzo a Castelfranco Emilia, dal tenente Paolo Piella,incaricato di comandare le esercitazioni a Tor di Quinto nel 1903. Insieme a lui, agirono il capitanoIppolito Giorgi di Vistarino e i tenenti Giovanbattista Calvi e Riccardo Comolli. AUSSME.

  • La più classica delle cartoline che veniva spedita da Pinerolo negli anni antecedenti la GrandeGuerra. Si noti come la postura nello “scivolo” sia pre-caprilliana. AUSSME.

    La cartolina pubblicata poco dopo l'improvvisa morte di Caprilli, accomunato nell'amara sorte aTancredi Brascorens di Savoiroux e a Giuseppe Baralis. AUSSME.

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  • Concorso Ippico Internazionale di Roma del 1911: una fase del Campionato Nazionale per PattuglieReggimentali, che si svolse il 2 maggio, e la targa che andò alla squadra vincitrice. AUSSME.

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  • Ricordi del cuore estrapolati dall'archivio personale di Vincenzo Pollio: gli ufficiali istruttori aicorsi di Pinerolo del 1913 e una foto di gruppo al successivo corso romano del 1913-14. Il capitanoPollio, che dagli anni '20 agli anni '50 sarà il deus ex machina delle corse al trotto in Italia, è indicatodai bollini rossi. ACS.

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  • L'assioma “ufficiale di cavalleria uguale a rubacuori” è stato un cliché valido lungo variegenerazioni. La cartolina umoristica, firmata da Otto Vit, venne spedita dalla Scuola Allievi Ufficialidi Cavalleria di Caserta. CP - AUSSME.

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  • La prima guerra mondiale, tutta di trincea, segnò la fine dell'efficacia della cavalleria. In compenso,molti cavalieri terrestri mutarono pelle in “cavalieri dell'aria”. Ad esempio Francesco Baracca, delterzo reggimento Piemonte Reale, allievo sia a Pinerolo che a Tor di Quinto. AUSSME.

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  • In alto, la cartolina celebrativa del centenario della Scuola di Cavalleria e l'invito di partecipazionerivolto alla regina Margherita di Savoia.

    In basso, una cartolina col saluto di Giorgio Emo di Capodilista al momento di lasciare il comandodella Scuola. ACS - AUSSME.

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  • Il percorso delle siepi nell'ippodromo militare riservato alla Scuola, Roma 1923. ACS.

    Una veduta dell'ippodromo di Tor di Quinto nel 1924, durante una gara militare. Tutta in legno instile Liberty e con lo stemma dei Savoia, la tribunetta centrale era destinata alla Famiglia Reale ealle autorità. ACS.

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  • Baldo Bacca impegnato in un concorso nei primi anni '20. Bacca nel 1937 diede alle stampe unmanuale, L'arte dell'Equitare, che fu osteggiato in quanto non completamente rispondente ai dettamicaprilliani. AUSSME.

    Suggestiva fase di una gara militare sweepstakes a carattere internazionale. ACS.

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  • Negli anni '30 il Concorso Internazionale di Roma acquisì sede stabile a Piazza di Siena, diventandouno degli appuntamenti sportivi capitolini più mondani. CP.

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    I campionati ippici militari, da un certo punto in poi, servirono soprattutto a selezionare glielementi per il “completo” olimpico. Il documento ci mostra come l'albo d'oro fosse di assolutoprestigio. CP.

  • Anche il gioco del polo venne considerato per la formazione dei cavalieri. Nell'inedita foto, lasquadra militare di Tor di Quinto che nel 1935 si aggiudicò un torneo all'Acqua Acetosa, presentatadal colonnello Giuseppe Boccacci al presidente della Fise, Piero Dodi. CP.

    Una sezione del corso 1934-35 di Tor di Quinto affronta, a tutta andatura, una severa discesa. Sullosfondo s'intravede la Scuola. Lo stile fotografico è quello “futurista” in voga. CP.

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  • Un cartoncino d'epoca fascista della Scuola di Pinerolo e un numero della Rivista di Cavalleria,che nella sua copertina rivela gli importanti mutamenti avvenuti. CP.

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  • Benito Mussolini assiste a un virtuosismo di un campione della Federazione Sport Equestri duranteuna manifestazione di propaganda al galoppatoio di Villa Umberto; foto tratta da L'IllustrazioneItaliana del 27 marzo 1938.

    A destra, il capitano Francesco Forquet, direttore dei corsi di Tor di Quinto dal 1935 al 1939, alleprese con uno scivolo. CP.

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  • Nel secondo dopoguerra il conte Ranieri di Campello, chiamato da Giulio Onesti nel 1944 allareggenza della Fise e poi eletto alla presidenza nel 1946, seguì la linea di minor resistenza, aprendola via alle società di matrice civile e confidando nei risultati di un processo di democraticizzazioneche lasciava, e anzi esigeva, libertà di manovra ai soggetti privati. ACS.

    Alla metà degli anni '60 la Fise, grazie a un'accorta politica verso i giovani, aveva migliorato tuttigli indici statistici dell'era fascista. CP.

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