Febbraio 2016

28
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 2/2016 anno 59° TRENTINI nel MONDO Anche il Circolo trentino ha partecipato alla grande sfilata per il bicentenario di fondazione della città di Carmelo, in Uruguay

description

Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo del Mese di febbraio 2016

Transcript of Febbraio 2016

Page 1: Febbraio 2016

Pos

te It

alia

ne s

.p.a

. -

Sped

izio

ne in

Abb

onam

ento

pos

tale

- D

.L.

353/

2003

(co

nv.

in L

. 27

/02/

2004

n.

46)

art.

1, c

omm

a 2,

DC

B Tr

ento

- T

axe

Perc

ue

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 2/2016anno 59°

TRENTINI nel

MONDO

Anche il Circolo trentino ha partecipato alla grande sfilata per il bicentenario di fondazione della città di Carmelo, in Uruguay

Page 2: Febbraio 2016

CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI

dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione

Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Australia - 8 circoli - 2 delegazioniAdelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville

Belgio - 4 circoli - 1 delegazione

Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo

Bolivia - 1 circolo

La Paz

Bosnia - 3 circoli

Sarajevo, Stivor, Tuzla

Brasile - 62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

Canada - 5 circoli

Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago

Colombia - 1 circoloBogotá

Danimarca - 1 circoloCopenaghen

Ex emigrati - 3 circoliAustralia, Stivor (BIH), Svizzera

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Germania - 7 circoli - 1 delegazioneColonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazioneLondra - Manchester

Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste

Lussemburgo - 1 circolo

Lussemburgo

Messico - 13 circoli - 1 delegazione

Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Paraguay - 10 circoli

Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Peru - 1 circolo

Lima

Portogallo - 1 circolo

Portogallo

Romania - 1 circolo

Romania

Serbia - 1 circolo

Indija

Stati Uniti - 21 circoli

Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming

Sud Africa - 2 delegazioni

Pretoria, Cape Town

Svizzera - 8 circoli

Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

Uruguay - 5 circoli

Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR)

Venezuela - 1 circolo

Caracas

FederazioniITTONA (Canada e Stati Uniti)

CoordinamentiArgentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay

Page 3: Febbraio 2016

1 2 - 2016

EDITORIALE

NELLA SOCIETÀ AUMENTANO I SEGNALI NEGATIVI RIGUARDO LA DIFESA DI VALORI ETICI E MORALI

La Trentini nel Mondo è un’associazione di per-sone che hanno deciso

liberamente e volontariamente di dedicare un po’ del loro tempo e delle proprie energie al prossimo senza chiedere nulla in cambio, se non la soddisfazione morale di aver contribuito anche se micro-scopicamente alla costruzione di un mondo migliore.

Perché vogliamo ribadire que-sto concetto, forse peccando un po’ d’orgoglio o apparendo magari un po’ presuntuosi? La risposta è drammaticamente semplice: perché ci sembra che stiano progressivamente aumen-tando i segnali negativi riguardo la difesa dei valori etici e morali nei rapporti tra le persone.

Da tempo, in effetti, all’inter-no della Trentini nel Mondo si sta discutendo della crisi che sta attraversando la società e il mondo intero, seppure con tempi e reazioni diverse tra Paese e Paese. Quello che ormai appare chiaro, è che non si tratta più solo di una crisi economica, ma della rottura di un meccanismo ben più complesso che regola la convivenza ed i rapporti tra le persone. E questo è molto più preoccupante di un pur grave default dei mercati, poiché alla fi ne, se non si trova un rimedio, andrà a rotoli il senso stesso della nostra civiltà.

Molto tempo fa qualcuno aveva detto «ama il prossimo tuo come te stesso». In effetti, nella sua pur semplice universalità, questo concetto appare ancora oggi l’unico capace di salvare l’uomo dalla sua possibile distruzione, indipendentemente dalla sua ric-chezza, dal colore della sua pelle, dalla religione che segue, dal luogo o dalla lingua che parla. Purtroppo in questo momento di transizione sembrano prevalere sentimenti primordiali come l’egoismo, il sospetto, la paura e l’individualismo.

Ascoltando le chiacchiere della gente sull’autobus, al bar o infi -lata in una qualsiasi insopporta-bile coda burocratica, si avverte chiaramente come il «prossimo» venga considerato più come un concorrente da eliminare, un avversario e un nemico da respin-

gere più che come un amico o un fratello con il quale condividere il cammino dell’umanità.

Con il passare degli anni la società ha alterato il senso della comunione tra le persone, adat-tandolo alle esigenze più o meno favorevoli alla convivenza e al reciproco sostegno. In un tempo come quello che stiamo vivendo, concentrato quasi esclusivamente sui valori dei mercati anziché su quelli umani, evidentemente sal-gono in superfi cie istinti primor-diali come la paura, l’egoismo, la rabbia e l’ostilità verso tutto quello che non è immediatamente comprensibile. Tutto questo, seb-bene sia abbastanza elementare comprendere i motivi scatenanti della situazione sociale attuale, non sembra sia utile e accettabile se si vuole continuare a vivere all’interno di una comunità civile.

Purtroppo quello che sta ac-cadendo ogni giorno intorno a noi sembra non andare in questa direzione. Altrimenti, come si dovrebbero interpretare alcuni drammatici segnali come i muri che vengono eretti per ricacciare donne e bambini in fuga dalla

morte e dalla disperazione? E come si dovrebbe interpretare il proliferare di gruppi e aggrega-zioni più o meno partitiche che fomentano sentimenti di rabbia, paura e rifi uto del prossimo?

La situazione è decisamente diffi cile e complessa e lo è molto più di quello che ci viene pro-pinato dai vari «esperti» che si rincorrono tra i vari pulpiti te-levisivi. Non è con i facili slogan o con la semplifi cazione puerile delle risposte che si può affronta-re un cambiamento epocale come quello che stiamo attraversando.

L’arido rapporto basato solo sui numeri delle persone che popolano la terra e le sempre più scarse risorse del pianeta stanno condizionando l’interpretazione dell’intero sistema economico e sociale che, comunque, è arrivato al suo punto di svolta.

Forse ancora una volta la soluzione potrebbe dipendere da ognuno di noi, da ogni singola persona che prende davvero con-sapevolezza che «amare il pros-simo come se stessi» potrebbe essere la soluzione più semplice e più effi cace.

Alberto Tafner

ASSOCIAZIONETRENTINI NEL MONDO

O.n.l.u.s.

TRENTINI NEL MONDOMensile dell’Associazione

Trentini nel Mondoaderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazioneVia Malfatti, 21 - 38122 TRENTOTel. 0461/234379 - Fax 0461/230840sito: www.trentininelmondo.ite-mail:[email protected]

Direttore responsabileMaurizio Tomasi

Comitato editorialeG. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande,B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè,P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan,B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi,E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri,G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato:R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi -F. Bocchetti

Autorizzazione del Tribunale di Trenton. 62 - 6 febbraio 1958

STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)

Quote di adesione:Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00;Nord America e Australia: Euro 25,00Socio - Euro 30,00Conto corrente postale n. 12509386

N. 2 FEBBRAIO 2016Stampato il 9 marzo 2016

In copertina: il Circolo di Carmelo (Uru-guay) alla sfi lata per i 200 anni della città.

PresidenteAlberto Tafner

DirettoreAnna Lanfranchi

Stiamo mandando a rotoliil senso della nostra civiltà

SOMMARIOPagina 2AGENDA

Pagine 3UNAIE

Pagine 4-6ATTUALITÀ

Pagine 7-11GENTE E FATTI

Pagine 14-19GIOVANI OLTRECONFINE:

VALERIA PONTALTI(GUATEMALA)

Pagine 14-18CIRCOLI

(La Louviere, Toronto, Norimberga,Sananduva, Garibaldi, Carmelo)

Pagina 19EDITORIA

Pagina 20TRENTINO “SUPER”

Pagina 21 DALLE VALLI

Pagina 22-23 DAL MONDO

Pagina 24ABBONAMENTI

Viviamo in un tempo in cui salgono in superfi cie istinti primordiali come la paura, l’egoismo, la rabbia

e l’ostilità e in cui il «prossimo» viene consideratocome un concorrente da eliminare, un avversario

e un nemico da respingere, più che come un amicocon il quale condividere il cammino dell’umanità

Un’operatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati al confine di Bersakovo, fra Serbia e Croazia, mentre cerca di individuare fra i migranti le persone che hanno bisogno di un aiuto immediato, come donne incinte, mamme con bambini piccoli, anziani, disabili, ammalati.

© U

NH

CR/

Mar

k H

enle

y

Page 4: Febbraio 2016

22 - 2016

AGENDA

L’APPUNTAMENTO È STATO ORGANIZZATO DA TRENTINI NEL MONDO E FONDAZIONE MACH

Il ringraziamento del Consolato generale dell’ArgentinaNel precedente numero della

rivista abbiamo riportato la no-tizia che venerdì 29 gennaio la Trentini nel mondo ha ospitato una delegazione del Consolato Generale dell’Argentina a Mi-lano, che aveva chiesto di poter usufruire della sede dell’Associa-zione per incontrare i cittadini argentini che vivono in Trentino. La delegazione - accolta dal vice presidente Cesare Ciola - era guidata dalla vice console Da-niela Beatriz Jaite e composta da due funzionari, Fabiana Tomba e Andrea Guarizola.

Nei giorni successivi la Tren-tini nel mondo ha ricevuto una lettera di ringraziamento a fi rma della vice console, della quale qui di seguito riportiamo il testo integrale.

«Il Consolato Generale della Repubblica Argentina in Milano porge i più distinti saluti all’As-sociazione Trentini nel Mondo e coglie l’occasione per esprime-

re un sentito ringraziamento e gratitudine per l’accoglienza, la collaborazione e la disponibilità dimostrata dalla struttura e da tutto il personale interno in oc-casione della manifestazione del Consolato Argentino itinerante del 29 scorso, oltre che per la disponibilità del salone utilizzato

per ricevere i nostri connazionali.È stato un giorno intenso di

lavoro, e il Consolato itinerante ha raggiunto il suo obiettivo: quello di offrire un servizio di accettazione e consegna di docu-menti, aiutare le persone anziane nello svolgimento delle pratiche pensionistiche, rispondere alle necessità relative alle varie pra-tiche e/o inquietudini dei nostri concittadini, in particolare di coloro che, per diversi motivi, non potevano presentarsi nella nostra sede consolare.

Ringraziando nuovamente per la disponibilità dimostrata, il Consolato Generale della Repub-blica Argentina in Milano rinno-va all’Associazione Trentini nel mondo i sensi della più distinta considerazione».

Presentato a San Michele«Nel solco degli emigranti»Duecento pagine con storie,

immagini, racconti e narrazioni di ieri e di oggi scritte da ventisei autori e provenienti da diciannove paesi: questo è «Nel solco degli emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo» (editore Bruno Mondadori), un libro che propone «un viaggio intorno al mondo alla ricerca dei vitigni ita-liani coltivati dai migranti in ogni angolo del Pianeta», attraverso «la storia di singoli migranti o di nuclei familiari che, dalla fi ne dell’Ottocento, hanno lasciato l’Italia» e grazie alle loro compe-tenze enologiche «sono riusciti a trovare un futuro migliore».

Frutto di un’iniziativa congiun-ta dell’Università La Sapienza di Roma, della Fondazione Migran-tes e della Società geografi ca ita-liana, il volume è stato presentato il 25 febbraio nell’Aula Magna del Centro Istruzione e Forma-zione della Fondazione Edmund Mach a San Michele all’Adige, dalla professoressa Flavia Cri-staldi (nlla foto), una delle due curatrici del volume (l’altra è Delfi na Licata della Fondazione Migrantes).

L’incontro, organizzato dal Centro Istruzione e Formazione della Fondazione Mach con l’As-

sociazione Trentini nel Mondo, è stato introdotto da Marco Dal Rì, dirigente del Centro Istru-zione e Formazione, Fondazione Edmund Mach.

Nel suo successivo intervento, il direttore responsabile della rivista «Trentini nel Mondo», Maurizio Tomasi, ha richiamato l’attenzione sul fatto che la viti-coltura e la produzione di vino sono state due attività che hanno permesso ai trentini emigrati di mettere a frutto le loro compe-tenze, offrendo un’occasione di riscatto: sono infatti numerose le imprese del settore fondate da emigrati trentini. E questo è avvenuto sia per chi è emigrato nella seconda metà dell’Ottocen-to (soprattutto in Brasile), sia per

chi è partito in tempi più recenti.Nella sua esposizione Tomasi

ha portato come esempi la Casa Vaduga (la famiglia era emigrata nel 1875 dalla Vallagarina), nella Valle do Vinhedos nel Rio Gran-de do Sul (Brasile), la Vinicola L.A. Cetto di Tijuana (Messico, il fondatore era emigrato nel 1924) e la Michelini Wines, nello stato di Victoria in Australia (fondata nel 1951).

Altro esempio fatto, è stato quello della Cantina San Michele, di Rodeio (Santa Catarina – Bra-sile), frutto di un progetto pro-mosso da Provincia Autonoma di Trento e Associazione Trentini nel mondo, fondata come co-operativa nel 1992, dopo che i fondatori si erano formati presso

l’Istituto agrario di San Michele.Stella Grando, ricercatrice,

responsabile dell’Unità Genetica e Miglioramento genetico della vite (Centro Ricerca e Innovazio-ne - Fondazione Edmund Mach) ha concluso i lavori con una re-lazione preparata per l’occasione, intitolata «Sulle tracce genetiche dei vitigni»

Nel suo intervento, con rife-rimento ai «vitigni italiani alla conquista del mondo» (come recita il sottotitolo del libro), ha riferito che gli studi di genetica hanno dimostrato la fondatezza di un’intuizione avuta in passato da Giuseppe Versini, per anni direttore del laboratorio di analisi e ricerca dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (e recen-temente scomparso), e cioè che il «Moscatel miel» che si coltiva in Uruguay è «fi glio» del moscato giallo coltivato in Trentino e in Veneto.

Page 5: Febbraio 2016

3 2 - 2016

ATTUALITÀ

Dopo gli Stati Generali dell’as-sociazionismo italiano all’estero, tenutisi a Roma il 3 e 4 luglio dello scorso anno e la nascita del Forum delle Associazioni degli Italiani nel Mondo, le associa-zioni aderenti all’UNAIE si sono date appuntamento il 30 gennaio 2016 a Lucca - nella splendida Sala Maria Luisa di Palazzo Ducale - per una Conferenza Or-ganizzativa voluta per rifl ettere e dialogare sul futuro dell’associa-zionismo tra gli emigrati.

Dopo il saluto del Presidente della Provincia di Lucca (e Sin-daco di Capannori) Luca Mene-sini, dell’assessore del Comune di Lucca Giovanni Lemucchi e del Sindaco di Bagni di Lucca Adriano Betti, che ha ricordato la consistenza del fenomeno migratorio portando ad esempio Londra che con mezzo milione di nostri connazionali sarebbe la settima città italiana per nume-rosi di abitanti, la Conferenza è entrata nel vivo con l’intervento del Presidente UNAIE Franco Narducci.

È toccato a lui fare un’analisi del diffi cile contesto internazio-nale in cui ci troviamo, con una emigrazione in crescita (citando Monaco di Baviera dove negli ultimi due anni sono arrivati 40 mila italiani), la cancellazione delle province ed il terrorismo ISIS sempre in agguato. In questo contesto l’UNAIE, che si basa sull’associazionismo, necessita un nuovo modello organizzativo, una nuova progettualità che dia-loghi con CGIE e Comites, che si rapporti in modo continuativo con il Parlamento e con i parla-mentari esteri, in un momento di disinteresse delle istituzioni

L’Unaie dovrebbe avere un ruolo guidaper il nuovo «Forum delle associazioni»

IL 30 GENNAIO SI È SVOLTA UNA CONFERENZA ORGANIZZATIVA PROMOSSA PER RIFLETTERE SULL’ATTUALITÀ E SUL FUTURO

verso l’associazionismo italiano nel mondo.

La Vicepresidente UNAIE (e «padrona di casa» in quanto presidente dell’Associazione Lucchesi nel mondo) Ilaria Del Bianco ha analizzato la scarsa rappresentanza dei Comites, considerato che si sono presen-tati al voto solo il 4,46% degli iscritti all’AIRE e la percentua-le di schede valide è stata del 3,73%. Secondo la Presidente dei Lucchesi nel Mondo non può esserci un CGIE a base europea quando dai dati ministeriali vi è stato – ad esempio - un aumento

del 36% dei permessi di ingresso per lavoro in Australia.

Laura Bisso di Palermo Mondo ha parlato di immigrazione, fatto strutturale della nostra società, affermando che se si cancella la memoria si cancella la storia.

Gianpietro Lecchi, Presidente della Fondazione Verga, ha ricordato che Milano deve all’im-migrazione (soprattutto interna dal sud Italia) la sua crescita, passando da 1,2 a 1,8 milioni di abitanti. La Lombardia ha 10 mi-lioni di abitanti, 2 milioni in più dell’intera Svizzera, e di questi ben 1,15 milioni sono stranieri.

Ma accoglienza per Lecchi non signifi ca invasione, per cui non bisogna lasciare l’immigrazione in balìa dei singoli stati, come è avvenuto in Grecia.

Per Oscar De Bona, Presidente dei Bellunesi nel Mondo, biso-gna rafforzare gli incontri con il Ministero degli Affari Esteri, la Conferenza Stato – Regioni e Confi ndustria.

Aldo Aledda, Vicepresidente vicario UNAIE, ha analizzato fi nalità e modelli organizzativi per essere ascoltati dal Governo e dal Parlamento.

Cesare Ciola ha ricordato la re-altà di Trentini nel Mondo, dove più di 200 Circoli all’estero rap-presentano un grande patrimonio: centomila persone di 26 nazioni sono un tesoro. Bisogna però ag-giornare il rapporto con loro, con attenzione alle nuove migrazioni e lavorando in sinergia tra asso-ciazioni, specie del Triveneto. L’UNAIE deve rappresentare la cerniera di collegamento per visibilità e rapporti nazionali e internazionali: per questo deve avere e vanno reperite risorse adeguate, perché una struttura leggera che si trova una volta all’anno non conclude niente.

La sintesi conclusiva è stata affi data a Ferruccio Pisoni, Pre-sidente onorario UNAIE, per il quale non bisogna uscire dalle motivazioni passate, ma bisogna adeguarsi ai tempi per dare una rappresentatività nazionale ed arrivare dove le singole asso-ciazioni non possono arrivare da sole. Per questo nel nascente Forum delle associazioni italiane nel mondo l’UNAIE dovrebbe avere un ruolo guida, giustifi cato dalla sua grande esperienza.

Da sinistra: Ilaria del Bianco (vice presidente UNAIE), Franco Narducci (presi-dente UNAIE) e Laura Bisso (Palermo Mondo).

In un momento di disinteresse delle istituzioniverso l’associazionismo italiano nel mondol’UNAIE ha bisogno di un nuovo modello

organizzativo, di nuova progettualitàe di un dialogo costante con il CGIE, i Comites,

il Parlamento e i parlamentari esteri

Page 6: Febbraio 2016

42 - 2016

Rimarrà aperta fi no al 26 giugno la mostra «Sottoterra: il lavoro dei minatori trentini in Belgio e l’opera di Calisto Peretti», inau-gurata l’11 marzo alle «Gallerie» di Piedicastello, a Trento.

La mostra, curata da Tommaso Pasquini e Vittorino Rodaro, si propone di raccontare i principali aspetti della drammatica vita in miniera di cui migliaia di emi-grati, trentini ed italiani, furono protagonisti in Belgio nell’imme-diato secondo dopoguerra.

Da una parte l’Italia, la disoc-cupazione, la miseria e quindi il bisogno di partire, dall’altra il Belgio con la ricostruzione, i pro-grammi industriali e la necessità di manodopera.

Da queste opposte esigenze nac-que il cosiddetto accordo «uomo-carbone», che già dal 1946 diede il via ai fl ussi migratori dall’Italia e dal Trentino verso il paese car-bonifero.

Grazie a ricca ed eterogenea documentazione fotografica e fi lmica, a testimonianze dirette, ai preziosi oggetti provenienti dal Museo di Blegny-Mine, oltre che alla ricostruzione sonora e visiva di ambientazioni tipiche del lavo-ro in miniera, il visitatore potrà vivere un’esperienza non solo intellettuale ma anche sensoriale dal forte impatto emotivo.

Congiungono e valorizzano le sezioni dell’esposizione le opere

di Calisto Peretti, artista belga di origini italiane, che dedicò parte della propria vastissima produzio-

ne alle agghiaccianti condizioni di lavoro e di vita dei minatori negli anni della grande affl uenza

da tutta Europa verso i principali centri minerari della regione.

Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino attraverso il Centro di documentazione sulla storia dell’emigrazione trentina con il supporto dell’Uffi cio emigrazio-ne della Provincia Autonoma di Trento e la collaborazione del Museo di Blegny-Mine.

Questi gli orari di visita della mostra: da martedì a domenica, ore 9.00-18.00; chiuso il lunedì; ingresso libero.

ATTUALITÀ

Una mostra che fa comprenderela drammatica vita in miniera

È STATA INAUGURATA L’11 MARZO ALLE «GALLERIE» DI TRENTO, SARÀ VISITABILE FINO AL 26 GIUGNO

«Giovani oltreconfi ne»una rubrica aperta

al contributo di tutti.Gli articoli vanno

inviati all’indirizzoe-mail della redazionee

[email protected]

Prosegue anche in questo numero (alle pagine 12- 13) la rubrica «Giovani oltreconfi ne», che ha preso il via nel numero di gennaio, con la quale vogliamo approfondire «dall’interno» la conoscenza della nuova emigrazione dall’Italia, legata alla mobilità giovanile.

Abbiamo usato il termine «dall’interno» perché saranno alcuni giovani trentini che hanno fatto la scelta di trasferirsi all’estero, a raccontare in prima persona le loro esperienze,

le motivazioni e le aspettative.Il primo contributo è stato quello di Clio Zancanella (foto a sini-

stra) che vive e lavora a Parigi. In questo numero tocca a Valeria Pontalti, che si trova in Guatemala. La rubrica è aperta al contributo di tutti coloro che hanno voglia di raccontare la propria esperienza: testi e fotografi e per la rubrica vanno spediti all’indirizzo e-mail

della redazione, riportato qui a fi anco.

Page 7: Febbraio 2016

5 2 - 2016

ATTUALITÀ

Papa Francesco ha fatto la sua sceltadon Lauro Tisi è il nuovo arcivescovo

NATO NEL 1962 A GIUSTINO IN VAL RENDENA, ERA VICARIO GENERALE DAL 2007. L’ORDINAZIONE AVVERRÀ IL 3 APRILE

È don Lauro Tisi, nato a Giu-stino (Val Rendena) il nuovo vescovo di Trento: la sua nomina è stata annunciata il 10 febbraio scorso e con i suoi 53 anni rientra tra i vescovi più giovani d’Italia.

Quella fatta da papa France-sco è una scelta controcorrente, perché è raro che venga scelto un vicario come nuovo vescovo della diocesi d’appartenenza.

Lauro Tisi nasce nel 1962 in una famiglia numerosa, a sei anni deve affrontare la perdita del padre. Entra in Seminario compiendo studi classici presso il Collegio Arcivescovile e viene ordinato sacerdote nel 1987. Ri-copre diversi incarichi all’interno del Seminario; dal 2001 al 2007 nel ruolo di Direttore spirituale ha il compito di accompagnare i giovani sacerdoti.

Nel 2007 la nomina a Vicario generale, che lo vede quindi in stretto contatto con l’Arcive-scovo Luigi Bressan, al quale succederà uffi cialmente il 3 aprile prossimo, data dell’ordinazione.

La scelta di don Tisi come suc-cessore dell’Arcivescovo Bressan (ora Amministratore apostolico) è nel segno della continuità

per quanto riguarda la diocesi, nell’affi damento a chi, essendo nato in Trentino, il territorio e la sua gente li conosce bene. Il fatto poi che si tratti di una personalità

in armonia con il credo di Bergo-glio ed i suoi valori, è evidente fi n dal primo messaggio che il nuovo vescovo di Trento ha pronunciato il 10 febbraio scorso, nel quale esprime umiltà ma anche vici-nanza ai religiosi e in generale a chi si trova in una condizione di diffi coltà: «mi impegno a cammi-nare con quanti sono provati dal disagio e dalla malattia; con chi si sente privo di futuro, perché escluso dal mondo del lavoro; con le famiglie, soprattutto quel-le ferite, anch’esse vitali per la società tutta, grazie alla loro capacità di educare, custodire e accompagnare».

La sua umiltà emerge anche in un altro passaggio del messaggio, nel quale afferma: «Mai avrei im-maginato di diventare Vescovo: chi mi conosce sa che il desiderio della mia vita è sempre stato quello di essere parroco. (..) Da-vanti alla sproporzione tra questo compito e le mie capacità, mi affi do al Signore, che manifesta la sua forza nella debolezza. Conto su di voi, sulla vostra cordiale collaborazione e, fi n d’ora, sulla vostra paziente comprensione».

Angela Ciola

L’Associazione Trentini nel mondo ha accolto con grande soddisfazione la notizia della sua nomina ad Arcivescovo della Dio-cesi di Trento. Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di apprezzare il suo convinto fervore nel richiamare la necessità di costru-ire una società più equa, la sua passione nel condannare le ingiustizie e le ipocrisie, il suo costante richiamo al rispetto del messaggio evangelico.

La sua nomina coincide con un momento storico che ci pone di fronte a sfi de molto impegnative: facendo eco alle parole del suo primo messaggio da Arcivescovo alla Chiesa di Trento, Le offriamo la nostra disponibilità a condividere la responsabilità nel promuovere il bene comune.

Ricordando che abbiamo anche già vissuto insieme alcuni momenti signifi cativi dell’at-tività della nostra Associazione, come in occasione della Festa Provinciale dell’Emi-grazione a Fiera di Primiero nel 2014 nonché ogni anno la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, siamo anche a disposizione per proseguire il dialogo e la collaborazione a favore del mondo dei migranti, sia del passato che attuali, nel solco di quanto fatto fi nora con Mons. Luigi Bressan, del quale condividiamo la stima e la fi ducia nei suoi confronti.

In attesa di poterla incontrare personalmente, esprimiamo le nostre felicitazioni e l’augurio di buon lavoro.

Alberto Tafner, Presidente Associazione Trentini nel mondo

Qui di seguito pubblichiamo il testo del messaggio che don Lauro Tisi ha inviato al presi-dente della Trentini nel mondo, in risposta a quello inviato dall’Associazione (riportato a parte su questa stessa pagina).

Distinto Signor Presidente, desidero farLe giungere il mio più vivo ringraziamento per il cortese e gradito messaggio in occasione della nomina ad Arci-vescovo di Trento.

La ringrazio vivamente per gli auguri, per le parole di vicinanza e stima e per la disponibilità a condividere la responsabilità nel-la promozione del bene comune.

Mi è gradita la circostanza per porgere a voi tutti i miei senti-menti di stima assieme ai saluti più distinti.

La Trentini nel mondo gli ha espresso stima e fi ducia

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840e-mail: [email protected] / sito internet: www.trentininelmondo.it

Page 8: Febbraio 2016

62 - 2016

ATTUALITÀ

È la matematica a governare il mondoFINO AL 26 GIUGNO IL «MUSE» DI TRENTO DEDICA UNA MOSTRA INTERATTIVA E MULTIMEDIALE A QUESTA ANTICA DISCIPLINA

Che cosa hanno in comune un pallone da pallavolo, un costume da nuotatore,

un robot o un modello in scala di un treno? Dal 26 febbraio (e fino al 26 giugno)una mostra racconta al MUSE di Trento il potere della matematica e l’in-fl uenza che quest’antichissima disciplina esercita anche nella vita quotidiana. «Made in Math. Scopri la matematica del mon-do», è una speciale dedica a chi non ha mai amato le formule, i numeri e i calcoli: è un invito ad avvicinarsi senza timore e con curiosità agli aspetti più nascosti della matematica, quelli legati alla possibilità di descrivere e trasformare la realtà intorno a noi.

Ogni ambito della nostra vita ha un suo lato matematico. Con la matematica possiamo fare previ-sioni meteorologiche, disegnare prototipi industriali, possiamo quantifi care gli effetti dei com-portamenti umani o decifrare la forma biochimica delle nostre emozioni.

La matematica è nella medici-na, nella gestione di Internet o dei

fl ussi nelle grandi metropoli. La troviamo nell’economia e addi-rittura nello sport, dove i modelli matematici contribuiscono - ad esempio - a migliorare le perfor-mance di nuotatori, delle grandi imbarcazioni da regata, delle au-tomobili da corsa e persino della Nazionale italiana di pallavolo.

La matematica ha ispirato il cammino della conoscenza, intrecciandosi a fi lo doppio con l’arte, la scienza, gli studi sociali.

Quello di «Made in Math» è dunque un percorso che attraver-

sa la storia, abbraccia il passato, la contemporaneità e le sfi de del futuro di questa disciplina. Con un obiettivo ben preciso: far comprendere anche ai più scettici - attraverso un approccio giocoso e diretto - che i matematici sono utili al mondo molto di più di quanto pensiamo.

Utilizzando installazioni mul-timediali, scenografi e interattive e grazie alla presenza virtua-le di alcuni grandi matematici contemporanei e del passato, la mostra ripercorre l’evoluzione

della matematica dall’antichità ai nostri giorni. Il racconto tocca le tappe cruciali del pensiero ma-tematico, mettendo in evidenza come queste conquiste abbiano infl uenzato la storia dell’uomo in ogni ambito.

Scriveva Galileo che «la natura è un libro scritto in caratteri ma-tematici»: quest’idea è alla base della rivoluzione nel nostro modo di guardare il cosmo e il mondo da parte della fi sica moderna, ma non solo.

È ancora grazie a modelli ma-tematici che abbiamo imparato a disegnare mappe geografi che più precise e dettagliate oppure, a partire dal ’500, a rappresentare il mondo con lo sguardo della prospettiva: input che hanno condotto a sviluppi straordinari fi no ai giorni nostri, con le si-mulazioni virtuali e le visioni tridimensionali.

La mostra si articola in sezioni: «Contare, calcolare, misurare»; «Dai problemi ai modelli»; «Rap-presentare il mondo»; «Inventare il futuro»; «L’astrazione»; «I ma-tematici del futuro». (Uff. St. MUSE)

A fi ne gennaio, nell’uffi cio del vice segretario generale della Regione Autonoma Trentino Alto Adige -Südtirol, sono state depo-sitate le 9.817 fi rme raccolte in calce alla proposta di legge delle Acli contro i privilegi dei politici.

Un’iniziativa che ha visto per mesi il movimento impegnato in una raccolta di fi rme nelle piazze delle città e dei paesi nonché presso quasi tutti i comuni del Trentino ed i più significativi dell’Alto Adige.

È un risultato molto signifi cati-vo e indicativo della volontà po-polare di cambiare ulteriormente registro circa l’abbassamento delle retribuzioni e delle pensioni dei consiglieri regionali.

In totale l’iniziativa ha toccato 196 comuni (in Alto Adige gra-zie anche al lavoro volontario dell’Associazione «Iniziativa per più democrazia/Initiative für mehr Demokratie»).

Le firme raccolte sono state vagliate dalla segreteria della

Regione per poi passare all’Uf-fi cio di presidenza della Regione Autonoma Trentino Alto Adige, che ha fornito una serie di pareri di legittimità in conformità al quadro costituzionale e statutario e sulla congruenza e correttezza del numero delle fi rme raccolte.

Dal 17 marzo prossimo il testo della proposta di legge delle Acli contro i privilegi dei politici passerà all’esame della Prima commissione legislativa del Con-siglio regionale, presieduta dal consigliere Walter Kaswalder.

Ai lavori della commissione parteciperà il presidente delle Acli trentine, Fausto Gardumi (nella foto), il quale sarà affi an-cato da un esperto in materia le-gislativa e partecipativa. Il testo, che potrebbe comunque essere modifi cato dalla commissione, approderà successivamente in Consiglio regionale per l’esame e la votazione defi nitiva. Le Acli, per bocca del presidente Gar-dumi, hanno auspicato il pieno

rispetto della volontà popolare specie per quanto riguarda l’iter di esame e discussione del testo.

Una fase che seguirà a questa iniziativa sarà quella di affi ancare le associazioni ed i movimen-

ti della società civile trentina nell’approntamento del Terzo Statuto di Autonomia. In modo particolare le Acli trentine chie-dono al consiglio provinciale di Trento di ampliare la Consulta dello Statuto a più partecipanti della società civile.

Per rafforzare il Terzo statuto – affermano le Acli – è necessario accompagnare l’iter istituzionale con il pieno coinvolgimento delle forze economiche e sociali e con una profonda revisione e rilancio di un modello di sviluppo anco-rato alle tradizioni alpine e a una nuova stagione di partecipazione democratica e comunitaria.

Anche fuori dal quadro istitu-zionale serve pertanto la piena partecipazione e responsabilità del mondo della cooperazione, del credito cooperativo, di tutti i rappresentanti dell’economia civile e di una comunità che si riconosca nei valori della mon-tagna, del mutualismo e della solidarietà.

La legge antiprivilegi approda in RegioneA FINE GENNAIO LE ACLI TRENTINE HANNO DEPOSITATO LE QUASI DIECIMILA FIRME RACCOLTE A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA

Page 9: Febbraio 2016

7 2 - 2016

GENTE E FATTI

Un CD con 14 brani per il Coro Citavi «Cantiamo insieme» è il titolo del primo

CD realizzato dopo 14 anni di attività dal coro CITAVI (Coro das Comunidades dos Imigrantes Trentinos do Alto Vale do Itajai) di Rio do Oeste (Santa Catarina - Brasile). Il lancio è avvenuto uffi cialmente il 21 novem-bre 2015 ed è un traguardo segnato dall’or-goglio di chi crede ancora nell’importanza delle proprie tradizioni.

Il CD contiene 14 tracce, tra le quali trovia-mo le popolari “Valsugana”, “Quel mazzolin di fi ori”, “Sul ponte di Bassano” e canzoni che raccontano la guerra come “Il testamento del capitano” ed “Era una notte che pioveva”.

Gemellato con il coro Valbronzale di

Ospedaletto (Trento), il coro è stato fondato nel novembre 2001 sul modello dei cori alpini con il supporto della Provincia Autonoma di Trento, per rispondere al desiderio dei discen-denti trentini di tramandare le tradizioni anche dal punto di vista musicale. Bruno Fronza e Rino Zandonai, della Trentini nel mondo, insieme a Iracema Moser, sono stati convinti sostenitori dell’iniziativa.

Il coro è attivo nello Stato di Santa Catarina e in ambito internazionale: ha infatti effettuato due tournée in Argentina e una in Italia nel 2013, durante la quale il coro ha avuto l’op-portunità di cantare la messa nella Basilica di San Pietro a Roma. Angela Ciola

OncTddRis

ed2pS

Prima riunione della famiglia Sevegnani

Ha molti motivi per essere soddisfatto Luiz Sevegnani, di São Bento do Sul (Santa Catarina - Brasile), ideatore e promotore della prima riunione dei discendenti dei fratelli Emmanuel e Giuseppe Camillo Sevegnani, che il 31 dicembre 1876 arrivarono a Rio de Janeiro, provenienti dal Trentino, allora parte del Tirolo.

All’appuntamento, che si è svolto a Jaraguà do Sul hanno partecipato famiglie provenienti da sedici diverse località della zona: c’erano

anche Sevegnani arrivati dal Paranà e dal Mato Grosso.La riunione è iniziata con una messa nella chiesa Nossa Senhora do

Rosário, celebrata da padre Genésio Sevegnani ed è proseguita con un «saporito e delizioso» pranzo.

«Promuovere questo incontro familiare era da tempo un mio sogno», ha affermato Luiz Sevegnani al termine della giornata. Un sogno ora diventato realtà dopo un anno di intenso lavoro organizzativo.

Page 10: Febbraio 2016

82 - 2016

GENTE E FATTI

Alberi che suscitano stuporee invitano al raccoglimento

LA CHIESA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA A ROMA DAL 18 FEBBRAIO OSPITA LA MOSTRA «LAUDATO SÌ» DEL TRENTINO MASTRO 7

Nelle prime tre settimane dopo l’inaugurazione del 18 febbraio, sono state

circa 22.000 le persone che hanno varcato la soglia della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, per visitare «Laudato sì», la mo-stra con le sculture in rame nativo soffi ato a fuoco e fi ammato di Settimo Tamanini, in arte Mastro 7. Il dato è stato fornito da padre Federico Pelicon, curatore della mostra.

Fra i visitatori anche il Cardina-le Jaime Lucas Ortega y Alamino, Arcivescovo di San Cristóbal de La Habana (Cuba), che è rimasto a lungo ad ammirare le opere esposte ed ha espresso tutto il suo apprezzamento.

Il grande interesse suscitato ha indotto gli organizzatori a proro-gare l’apertura della mostra, che si potrà visitare fi no al 15 maggio (inizialmente era prevista la du-rata fi no al 3 aprile).

Il titolo è ispirato all’Enciclica di Papa Francesco, che Mastro 7 ha defi nito «documento magiste-riale di altissimo profi lo dottri-nale» mentre il sottotitolo, «Alle radici della vita», introduce il soggetto che fa da fi lo conduttore all’esposizione e cioè le «Piante delle Grandi Madri», ispiratrici dell’ultimo percorso artistico di Mastro 7.

«Nel pensiero, nella letteratura

e nell’arte ebraica, cristiana e mussulmana, l’albero riveste un signifi cato eccezionale ed ha fornito lo spunto alle più belle pa-gine della esegesi, delle omelie, della poesia liturgica, delle leg-gende edifi canti e a meravigliose opere d’arte - ha affermato Ma-stro 7 nell’illustrare il suo lavoro - ed è attingendo a queste fonti ed immergendomi nel “Giardino dell’Eden” contemporaneo, che ho trovato l’ispirazione per dare alla materia rame forme a lei sconosciute con indescrivibili iridescenze».

Sono otto le opere in mostra nella chiesa di Sant’Ignazio, dalle profonde signifi canze religiose, «icone dello stupore e mera-viglia delle forze rigeneratrici, che permettono di accrescere un percorso cognitivo di ascesi dell’Anima a Dio», per usare le parole di Mastro 7.

Le sculture eposte sono: il me-lograno, albero della Prosperità; il fi co, albero dell’Accoglienza; la vite, albero della Gioia; il mandorlo, albero del Risveglio; l’olivo, albero della Meditazione; il melo, albero della Conoscenza; il castagno, albero della Gene-rosità e il roveto ardente, albero dell’Oreb.

Come ha affermato padre Mas-simo Nevola, il Superiore della Comunità S. Ignazio di Loyola,

si è voluto esporre gli alberi di Mastro7 per dare «un signifi cato spirituale al cammino quare-simale, riprendendo i temi del creato attraverso una lettura della “Laudato sì”, Enciclica di Papa Francesco».

Fin dall’inizio del suo pon-tificato Papa Francesco invita «alla salvaguardia del creato, parlandoci con vigore delle ne-cessità di custodirne la bellezza, mettendoci in guardia dalle nostre bramosie di usurparlo. Attraverso le opere di Mastro7 - ha scritto il curatore padre Federico Pelicon

Le otto sculturein esposizione sono

state realizzatein rame nativo soffi ato

a fuoco e fi ammatoe rappresentano

il melograno, il fi co, la vite, il mandorlo,

l’olivo, il melo,il castagno e il roveto

Page 11: Febbraio 2016

9 2 - 2016

GENTE E FATTI

nel catalogo della mostra - coglia-mo il grido del creato e l’invito del Santo Padre ad ascoltarlo»

LA CERIMONIADI INAUGURAZIONE

Sono state le note di organo ad aprire la cerimonia, coordinata da padre Federico Pelicon, con la quale il 18 febbraio è stata inaugurata la mostra di Mastro7. Dopo il saluto di padre Massimo Nevola, Superiore della Comuni-tà S. Ignazio di Loyola, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta ha dichiarato di provare «onore e gioia» per il fatto che la mostra sia stata allestita in una chiesa che è «anche trentina» perché ospita gli affreschi opera di Andrea Pozzo, gesuita e artista trentino vissuto nella seconda metà del Seicento.

Andreatta ha defi nito Mastro7

«uomo di grande sensibilità e di grande profondità di pensie-ro», qualità che gli sono state riconosciute anche da Maurizio Passerotti, console onorario della Romania in Trentino Alto Adige, che ha ricordato anche il grande successo ottenuto dalla mostra ad Oradea, in Romania, dove

era stata allestita dal 21 giugno al 20 settembre 2015. «Portarla a Roma era un sogno che grazie alla Rettoria della Chiesa di Sant’Ignazio e alla Fondazione San Vigilio è diventato realtà», ha poi aggiunto Passerotti.

La parola è poi passata a mon-signor Pasquale Iacobone, re-

sponsabile del Dipartimento Arte e Fede del Pontifi cio Consiglio della Cultura, per una «lectio magistralis» in cui ha invitato a rifl ettere sulla capacità dell’uo-mo di creare «bellezza», che a sua volta genera bontà, pace, armonia.

Dopo la consegna dell’evan-gelario donato da Mastro7 alla Comunità di S. Ignazio di Loyola, all’interno della chiesa è calato il buio e gli alberi in mostra sono stati illuminati uno ad uno. A rendere ancora più suggestivo il momento ha contribuito il canto del «Coro del lunedì», diretto dal maestro Cesare Pocci.

I molti presenti hanno così avu-to modo di comprendere appieno le parole pronunciate da padre Federico Pelicon, che aveva detto che gli alberi di Mastro7 suscitano stupore e invitano al raccoglimento. m.t.

Qui sopra Mastro7 insieme alla moglie Fausta (prima a sinistra) e a Maria Ro-mana Degasperi, che ha partecipato all’inaugurazione. In alto a destra, l’inter-vento del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta. In basso, al centro, la con-segna dell’evangelario che Mastro7 ha regalato alla Chiesa di Sant’Ignazio.

Page 12: Febbraio 2016

102 - 2016

GENTE E FATTI

La dea bendata Fortuna ha favorito nel 2011 l’incontro - dapprima solo telematico e nel 2012 di persona - con Giorgio Fontanari, santorsoloto di nasci-ta (1947), ma ben presto in età ancora infantile emigrato con la famiglia in Belgio, dove vive con la famiglia.

Da poco tempo avevo iniziato a curare, in compagnia dell’ami-co Marzio Zampedri, la stesura del libro sulla storia di S.Orsola Terme e Mala con un corposo ca-pitolo riguardante l’emigrazione e avevo pensato che sarebbe stato bello inserire la testimonianza di qualcuno che conosce la vita dell’emigrante e ho inviato un messaggio telematico a Giorgio sollecitando un suo scritto e permettendomi di chiedere se mi potesse inviare anche il testo dei due racconti da lui scritti, che mi erano stati segnalati da una per-sona che mi aveva fornito anche l’indirizzo di Giorgio.

È stato come sfondare un por-tone già aperto e alla velocità paragonabile alla luce mi sono arrivati i due racconti assieme all’articolo da lui scritto sulla sua vita di emigrato.

Ha così avuto inizio un’intensa corrispondenza con fotografie allegate della sua famiglia e anche una copia della copertina del primo racconto «Le Destin fourvoyé» (Il Destino fuorviato), che era stato pubblicato dalla casa editrice francese Elzévir, con un disegno in copertina di sua creazione.

Ho così scoperto che Giorgio è un artista poliedrico autodi-datta: scultore della dura pietra, disegnatore e fumettista, scrit-

Giorgio Fontanari,artista poliedrico

col cuore mocheno

tore di poesie oltre ai racconti, appassionato di speleologia e di montagna.

Ho letto i due racconti am-bientati nella valle dei Mocheni a S.Orsola e in quella terra au-striaca, per la quale i suoi genitori Costante e Maria avevano deciso di optare e ho pensato che sareb-be stato bello poterli pubblicare assieme al grosso volume che parla della storia della sua terra di nascita e mi è balenata l’idea di arricchire il testo dei due racconti con dei disegni, che prontamente

Giorgio ha eseguito e che sono stati inseriti nei due racconti per alleggerire il testo scritto.

Il primo racconto «Il Destino fuorviato» si colloca storica-mente nel periodo della seconda guerra mondiale e delle «opzio-ni», che hanno visto tanta gente della Valle del Fersina scegliere la cittadinanza tedesca in nome di ideali rivelatisi ben presto poco limpidi.

Il secondo racconto «Addio alla montagna» continua il primo racconto ed è ambientato in parte

tra le montagne dell’Himalaya e in parte nel nostro Trentino con le sue Dolomiti e in Austria in una sequenza altalenante di luoghi.

Il 13 settembre 2012, Giorgio è arrivato dal Belgio con il fi glio Thibault, la sorella Maria con il compagno Maurice, e domenica 16 settembre, in occasione della festa dell’anziano che annual-mente si svolge a Sant’Orsola Terme, è avvenuta la presentazio-ne dei due libri, il grosso volume sulla storia di Sant’Orsola e Mala e il libro dei due suoi racconti. Nella settimana successiva i libri sono stati presentati anche a Mala e a Pergine Valsugana. L’emo-zione di Giorgio è stata immensa. In segno di ringraziamento mi ha portato in regalo una sua scultura che conservo nel mio studio a ricordo di questo incontro.

Il contatto è poi proseguito via mail con l’invio di sue creazioni poetiche, di disegni, di un suo nuovo racconto a fumetti dal titolo «Disparition» (Scomparsa), da Giorgio scritto in francese e tradotto dal sottoscritto. Speria-mo di poterlo presto pubblicare.

Nel 2015 un suo breve racconto «Orval» è stato pubblicato nel giornalino natalizio del Comune di Sant’Orsola Terme e un altro racconto attende di essere presto fatto conoscere ai suoi compa-esani.

Nel libro pubblicato nel mese di agosto 2015 «Acqua contro fuoco. 1965-2015 I pompieri del perginese» a cura di Lino Beber e Marzio Zampedri fi gurano alcuni disegni di pregevole fattura che Giorgio ha inviato dal Belgio come omaggio per i pompieri.

Lino Beber

NATO A SANT’ORSOLA TERME NEL 1947 ORA VIVE IN BELGIO

Scultore della dura pietra, scrittore di poesiee di racconti, disegnatore e fumettista, è anche un

appassionato di speleologia e di montagna

[email protected] comunicare con la redazione del mensile:

Page 13: Febbraio 2016

11 2 - 2016

GENTE E FATTI

Una nuova icona si aggiunge a quelle che arricchiscono la galleria di volti che hanno caratterizzato la storia della Trentini nel Mondo: quella di Camillo Stedile.

Era nato il 14 novembre 1924 ed è scom-parso il 2 febbraio 2016. I funerali sono stati celebrati il 5 febbraio, ad Aldeno.

Egli ci ha lasciato dopo una vita lunga, intensamente vissuta e spesa in buona parte non solo a crescere personalmente ma so-prattutto a far crescere assieme a lui quelli che la Provvidenza ha posto sulla sua strada: in primo luogo il suo Paese, la sua comunità, i suoi concittadini ovunque resiedessero, gli emigrati e la associazione che maggiormente li rappresentava.

La storia non è un concetto astratto o una narrazione asettica delle vittorie e delle scon-fi tte dell’umanità, noi preferiamo pensarla come l’insieme delle storie di tanti uomini e di tante donne che anche inconsapevolmente lavorano per un obiettivo comune: promuove-re la crescita nella solidarietà. La crescita che i tanti protagonisti hanno promosso diventa

ora la nostra ricchezza, i traguardi raggiunti costituiscono il nostro patrimonio.

Fra questi uomini e queste donne noi

collochiamo Camillo Stedile. Ci sentirem-mo ingrati se non esprimessimo la nostra riconoscenza pagando il debito, contratto anche a nostra insaputa nei loro confronti, con l’emularne la condotta e col ricambiarlo in solidarietà verso la nuove generazioni. Di Camillo ricordiamo la curiosità ed il coraggio, il suo costante interesse per i giovani, gli emigrati la cooperazione e la montagna. Ri-cordiamo la sua solerte operosità, la rapidità e la concretezza nei suoi interventi.

Ha vissuto la perdita del fi glio Fabio, al-pinista, scomparso nel 1994 sul Cerro Torre nelle Ande argentine, come offerta a Dio e come ragione di impegno solidaristico verso i bisognosi e verso gli amanti della montagna di tutti i continenti.

Siamo certi che l’esempio di Camillo, come l’esempio di tanti altri che nella Trentini nel Mondo si sono spesi per il mondo dell’emi-grazione, ci accompagneranno quando andre-mo ad incontrare i nostri concittadini emigrati ed alimenteranno la nostra disponibilità verso tutti. Ferruccio Pisoni

Camillo Moser è il primo a destra nella foto, scattata al Circolo di Rodeio (Santa Catarina - Brasile). Con lui ci sono Bruno Fronza (presidente onorario della Trentini nel mondo) e Iracema Moser Cani (attuale coordinatrice generale dei Circoli trentini del Brasile), che ha inviato all’Associazione il seguente messaggio.

«Cari dirigenti della Trentini nel mondo, vi prego trasmettere alla famiglia di Camillo Stedile la nostra profonda commozione e le nostre condoglianze per la perdita del grande amico e collaboratore dei circoli trentini del Brasile. Insieme al dott. Bruno Fronza ha fatto molto per noi, nel passato. Resta a noi la riconoscenza e la gratitudine al nostro amico che adesso riposa in Dio». Iracema Moser

Qui di seguito riportiamo il testo del messaggio inviato dal Brasile da João Pedro Stedile, del Movimento Sem Terra, letto in chiesa al termine della cerimonia funebre.

Ho appena ricevuto la triste no-tizia della scomparsa del nostro caro Camillo.

Non ho potuto condividere mol-to tempo con lui per conoscerlo meglio, però attraverso gli amici ho conosciuto Il suo percorso di vita e la sua costante dedizione alla solidarietà e agli ideali della cooperazione.

Gli sarò eternamente grato, perché si è interessato di me, mi ha considerato come un suo parente e mi ha portato a Ter-

Commosso addio a Camillo StedileSCOMPARSO IL 2 FEBBRAIO A 91 ANNI È STATO UN CONVINTO SOSTENITORE DELL’ATTIVITÀ DELLA TRENTINI NEL MONDO

ragnolo, per conoscere i nostri antenati, gli Stedile.

È stato molto gentile, premuro-so. Si è comportato da padre, un padre che non conoscevo, perché vivevamo molto lontano.

So che ha sempre avuto una vita semplice e generosa e che tra l’altro ha sempre promosso l’attività sportiva tra i fi gli e nella comunità. Ha compiuto nel segno

della giustizia la sua missione sulla Terra. Il suo esempio di vita è il migliore lascito che lascia a noi tutti.

Oggi anch’io mi sento orfano insieme a voi e a tutta la comunità di Aldeno e di Trento.

Un grande abbraccio a tutti e a tutte

João Pedro StedileIl nipote delle Americhe

Ottobre 1999. Camillo Stedile insie-me a João Pedro Stedile nella sede della Trentini nel mondo.

João Pedro Stedile: «anch’io mi sento orfano»

Un grande amico che ricordiamocon riconoscenza e gratitudine

Il messaggio di cordoglio della Trentini nel mondoLa Trentini nel mondo esprime le sue sentite con-

doglianze per la scomparsa del caro amico Camillo, persona di solidi principi e di grande umanità, che ha voluto bene ai trentini nel mondo e all’Associazio-ne, con la quale ha condiviso un tratto di cammino.

Ricorderemo il suo sincero interesse per il mondo dell’emigrazione, il suo entusiasmo nel creare e rafforzare i legami con i trentini emigrati e i loro discendenti, la sua fede nell’amicizia, il suo spirito di solidarietà.

Page 14: Febbraio 2016

122 - 2016

Gli occhi che sorridono decolorano le giornate in Gua

Mi chiamo Valeria Pon-talti e sono nata a Tren-to nel 1988. Dopo aver

conseguito la Laurea magistrale in Scienze Internazionali e Di-plomatiche presso l’Università degli Studi di Bologna, ho avuto l’opportunità di collaborare con il CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura), un’organizzazione non gover-nativa con sede a Bologna, che gestisce diversi progetti di for-mazione e solidarietà in vari Pa-esi. Ho iniziato come tirocinante seguendo un progetto di sostegno allo sviluppo socio-economico nella regione del Quiché nel nord ovest del Guatemala, Paese dove il CEFA è presente da circa quindici anni.

Con questa scelta, in linea con la mia preparazione e le mie aspi-razioni, avrei avuto la possibilità di maturare la necessaria espe-rienza professionale sul campo; e così, dopo un primo semestre da volontaria, ora lavoro a contratto come responsabile e coordina-trice dei progetti del CEFA in Guatemala. Vivo nella cittadina di Santa Cruz del Quiché (2000 metri sul livello del mare), coa-diuvata nel mio impiego da tre colleghi guatemaltechi.

FAR DIVENTARE LE DONNE«ACTORAS DE CAMBIO»

Il progetto che seguo si articola in tre settori. Una prima area attiene agli aspetti educativi e formativi; si tratta di garantire il diritto allo studio delle bambine e ragazze indigene maya delle co-munità rurali, poiché soprattutto in queste zone l’accesso all’edu-cazione scolastica non è per le bambine un diritto garantito. La povertà, il lavoro minorile, il ma-trimonio in giovane età sono tutti fattori che relegano l’istruzione ad un ruolo secondario e favo-riscono l’abbandono scolastico.

Per tale ragione una bambina proveniente da una comunità rurale difficilmente riuscirà a completare la scuola elementare o, in ogni caso, non accederà ai li-velli di insegnamento successivi.

In concreto, per mitigare la bassa scolarizzazione è stato varato un programma di borse di studio che nel corso degli anni ha permesso ad oltre 700 bambine di portare a termine i cicli di studio dell’obbligo dato che molto spesso le famiglie non sono in grado di far fronte alle spese scolastiche.

Il programma di diritto allo stu-dio curato dal progetto del CEFA accompagna le giovani dalle scuole elementari fi no all’univer-sità; prevede inoltre una stretta collaborazione con un gruppo di educatrici locali che conducono classi di doposcuola dove si approfondiscono argomenti di rilevanza sociale, quali ad esem-pio l’inquinamento ambientale, i diritti dell’infanzia, l’uguaglianza di genere e la sicurezza alimen-tare. Inoltre mediante attività ludico-pedagogiche si parla di igiene, di corretta alimentazione, dell’ importanza del riciclo e della differenziazione dei rifi uti.

L’accompagnamento extra-scolastico sostiene le giovani nel loro percorso formativo affi nché sviluppino poco a poco una

propria coscienza critica, siano portatrici di nuove idee, possano difendersi dagli abusi ed essere in grado di operare le proprie scelte in maniera autonoma; diventino, in altre parole, actoras de cambio, donne consapevoli e capaci di fare la differenza.

Un’altra area d’intervento del progetto consiste nella realizza-zione di incontri di sensibilizza-zione e di workshop con i genitori delle bambine benefi ciarie delle borse di studio. L’uguaglianza di genere, i diritti delle donne e il contrasto alla violenza dome-stica costituiscono i principali argomenti di dibattito. Nel corso dell’anno inoltre, in collabora-zione con un’associazione locale, è stato intrapreso un percorso formativo impiegando la meto-dologia del Teatro dell’Oppresso insieme alle madri di famiglia.

I BAMBINI SOFFRONODI MALNUTRIZIONE

I temi dell’uguaglianza di ge-nere e della lotta alla violenza contro le donne sono peraltro un elemento trasversale in tutto il lavoro che realizza il CEFA, e viene portato avanti anche grazie alla nostra partecipazione come membri di alcune reti locali e alla collaborazione con numerose associazioni a livello regionale e nazionale nell’organizzazione di campagne di prevenzione ed eventi di sensibilizzazione.

Il terzo versante delle attività programmate è riferito all’in-centivazione di buone pratiche in agricoltura con attenzione alla sicurezza alimentare. A questo

Nata a Trento nel 1988 ha conin Scienze Internazionali e Dsemestre da volontaria, ora èdei progetti nel paese centram

Europeo per la Formazione a favorire lo sviluppo integr

attraverso l’educazione sdell’uguaglianza di genere

Nel Paese è vivissimala tradizione maya tra

colori, tessuti tipicie orizzonti spettacolari

coronati dai vulcani

Page 15: Febbraio 2016

13 2 - 2016

lle indigene con cui lavoraatemala di Valeria Pontalti

fi ne un agronomo conduce, per conto del CEFA, un programma di agroecologia teso a fornire alle famiglie una formazione teorico-pratica per conoscere e sfruttare il territorio coltivabile, in maniera corretta e con un ap-proccio rispettoso delle risorse naturali del luogo. Si lavora ad esempio sulla conservazione e la fertilizzazione dei suoli, la cura delle malattie delle piante, la valorizzazione delle sementi autoctone e la diversifi cazione delle colture.

L’attenzione riservata alle que-stioni della sicurezza alimentare e al consumo di prodotti autoctoni e naturali è di grande importan-za per il recupero dello stile di vita precedente alle alterazioni imposte dalla monocultura, per fronteggiare le forti siccità che ciclicamente colpiscono alcune aree, per elevare e favorire la

nseguito la Laurea magistrale Diplomatiche. Dopo un primoè responsabile e coordinatrice mericano del CEFA (Comitato e l’Agricoltura), che mirano

rale familiare e comunitario scolastica, la promozionee e la sicurezza alimentare

conoscenza delle piante comme-stibili e offi cinali del territorio e per arricchire la varietà del cibo. Attualmente infatti è molto dif-fusa l’abitudine delle famiglie ad alimentarsi con prodotti precon-fezionati di bassa qualità e poveri di adeguate componenti nutritive. Tutto ciò causa impedimenti ad una normale crescita dei bambini, il 49% dei quali, sotto i 5 anni, soffre di malnutrizione.

L’obiettivo complessivo del progetto, che si muove sugli assi dell’educazione scolastica, della promozione dell’uguaglianza di genere e della sicurezza alimen-tare, è dunque quello di favorire lo sviluppo integrale familiare e comunitario.

DA SEMPRE APPASSIONATADI AMERICA LATINA

Le attività si svolgono in mas-sima parte nei piccoli villaggi lontani dai grossi centri abitati, là dove la popolazione indigena parla la lingua maya «k’ich’é». Sebbene lo spagnolo sia com-preso e parlato dai più, una buona parte della popolazione dell’area rurale si esprime solo

«La mia è stata unascelta un po’ sofferta

perché ogni sceltacomporta l’esclusione

di qualcos’altro»

nel suo idioma materno. È perciò molto importante il ruolo dei miei colleghi guatemaltechi per comunicare e rapportarsi con la popolazione locale. In Guatema-la, in realtà, si contano ben venti-quattro differenti lingue parlate e la sola regione del Quiché (circa 953.000 abitanti, area 8378 km2) colleziona 11 differenti compo-nenti linguistiche. Questo è solo uno degli aspetti che caratteriz-zano il ricchissimo patrimonio culturale di un Paese che vanta una tradizione maya vivissima, tra colori, odori, rumori, tejidos (tessuti tipici), tortillas e orizzonti spettacolari coronati dai vulcani.

Quanto a me, la passione per l’America Latina mi caratterizza da sempre. Tra cantautori cileni e melodie caraibiche, romanzi argentini e poesie uruguaiane, dipinti messicani e storia colo-niale, sono finalmente riuscita ad approdare, ormai più di due anni fa, sulle Ande peruviane, dove ho realizzato la mia prima esperienza nella cooperazione internazionale.

Ma se un anno e mezzo fa mi avessero parlato del Guatemala, forse non vi avrei dato molto peso. Il Guatemala invece è stata una sorpresa e l’opportunità di conoscere una cultura ricca di sto-ria e umanità; la mia è stata una scelta un po’ sofferta perché ogni scelta comporta l’esclusione di qualcos’altro, e certo non è facile lasciarsi tutto indietro, soprattutto quando si va tanto lontani. È per me solitudine e difficoltà, ma anche tanta soddisfazione e serenità. È soprattutto l’insieme delle persone che mi hanno fatto spazio nella loro vita e che, con gli occhi che sorridono, colorano le mie giornate.

Page 16: Febbraio 2016

142 - 2016

CIRCOLI

Il 19 dicembre 2015, per farci perdonare per la mancata cena trentina, il comitato del Circolo trentino di La Louviere (Belgio) ha offerto a soci e amici (eravamo una sessantina) un viaggio verso Monschau, in Germania, bella città storica sud-est di Aachen, vicinissima alla frontiera belga e situata in una valle dove scorre il fi ume Rur. Non toccata dalla guerra, ha mantenuto l’aspetto antico. Fondata nel XIII secolo come castello, nel XIX secolo prosperò

grazie al commercio di tessuti.Monschau è dominata dalle rovine del castello

ed una parte della città è pedonalizzata, sicché si puo passeggiare senza essere disturbati dal traffi co.

Durante la giornata abbiamo visitato il mercatino, un centro artigianale e un presepio vivente con il Bambin Gesù e i tre Re Magi. È stata una bella giornata.

A. Bonmassar

Una bella gita natalizia a Monschauper il Circolo trentino di La Louviere

NOTA DELLA REDAZIONE: ripub-blichiamo questo articolo già apparso sul precedente numero del nostro periodico,

per riparare ad un errore nel quale siamo incorsi, e del quale ci scusiamo con il Circolo di La Louviere e con i lettori: il mese scorso,

infatti, la gita a Monschau era stata attribuita al Circolo della Lorena. Ci scusiamo anche con il Circolo della Lorena.

«Colazione con Babbo Natale»per i bambini del Circolotrentino di Toronto

Nel primo numero del 2016 di «Notizie dalla bai-ta», il bollettino del Circolo trentino di Toronto (Canada) due pagine sono dedicate alla cronaca e alle foto di «Breakfast with Santa» (Colazione con Babbo Natale), la festa che ogni anno viene organizzata in dicembre per i bambini del Circo-lo. I 95 partecipanti hanno potutogustare degli ottimi dolci e si sonodivertiti in compagnia di Babbo Natale, di Olaf ed Elsa (peronaggi del fi lm «Frozen») e dell’Uomo ragno.

Page 17: Febbraio 2016

15 2 - 2016

CIRCOLI

NATO A COREDO NEL 1940, EMIGRATO IN GERMANIA ALL’ETÀ DI VENT’ANNI, È SCOMPARSO IL 15 FEBBRAIO SCORSO

Il 15 febbraio scorso Edoardo Sicher, all’età di 75 anni (era nato il 21 giugno 1940 a Coredo) ci ha lasciati, dopo una grave malattia che lo aveva costretto ad un lun-go ricovero ospedaliero e a cure intensive. Nonostante accusasse negli ultimi anni problemi di salute la sua scomparsa ci coglie impreparati e ci lascia un grande vuoto.

Edoardo era sinonimo del Cir-colo Trentino di Norimberga-Fuerth (Germania). Ne era stato il suo fondatore nel 1961, quando l’allora vice presidente dell’As-sociazione Trentini nel mondo, dott. Bruno Fronza, era venuto a Norimberga a trovare quei trentini, uomini e donne, che un anno prima erano emigrati in Franconia, attirati da promesse di posti di lavoro presso la Grundig ed altre ditte.

Edoardo ha mantenuto la fun-zione di Presidente del nostro circolo dall’inizio alla fi ne, impe-gnandosi anima e corpo per il suo buon andamento e instaurando contatti anche con il Comune di Fuerth, dove era conosciuto e stimato e con altre Associazioni italiane del territorio.

Persona alla mano, sempre disponibile ed altruista, ha dedi-cato la sua vita al prossimo, sia a titolo professionale, che, dopo il pensionamento, di volontariato.

Era sposato con Hanni (lo scorso Natale hanno festeggiato le nozze d’oro), perfettamente integrato in Germania. Nei primi anni aveva lavorato come operaio e cameriere, in seguito gli si era offerta la possibilità di frequen-tare un corso di formazione per diventare assistente sociale,

Questo il testo del messaggio di cordoglio inviato dalla Trentini nel mondo ai familiari di Edoardo Sicher e ai soci del Circolo trentino di Norimberga (nella foto, un’immagine tratta dall’archivio della Trentini nel mondo).

La notizia della scomparsa di Edoardo ci rattrista profondamente. È stato un valoroso rappresentate della comunità trentina di Germania, del quale siamo orgogliosi.

Edoardo ha dedicato la sua vita alla famiglia, al lavoro e ad aiutare gli altri e lascia un ricordo

indelebile di persona operosa, seria, buona, altru-ista e disponibile.

L’Associazione Trentini nel mondo esprime gratitudine e riconoscenza per il suo pluriennale impegno nel Circolo, del quale è stato anche Pre-sidente, facendolo diventare punto di aggregazione per i trentini di Norimberga e luogo di incontro per l’intera comunità cittadina.

Siamo vicini alla famiglia con il nostro affetto, la nostra amicizia e la nostra preghiera.

Le nostre più sentite condoglianze, con affetto.

L’estremo saluto ad Edoardo Sicherpresidente del Circolo di Norimberga

professione che poi ha svolto per decenni.

Sempre in movimento, ha espanso la sua sfera d’azione in diversi ambienti, dove c’era bisogno di ascolto, di consigli, di aiuti pratici: visitava setti-manalmente i detenuti di varie nazionalità nel carcere cittadino, teneva servizio di consulenza per stranieri con problemi presso l’Uffi cio di Collocamento locale, faceva assistenza presso il gran-dissimo Centro di Accoglienza della vicina Zirndorf, visitava ammalati negli ospedali, prestava la sua opera anche alla Missione Cattolica Italiana di Norimberga.

Edoardo aveva un cuore grande e una profonda umanità. Grazie alla sua presenza nelle diverse istituzioni era conosciuto da molte persone della regione, da tedeschi, italiani e stranieri, da persone affermate che rivestono una carica politica e sociale e da moltissime più semplici, scono-sciute e bisognose di sostegno.

A tutti noi, a tutti loro Edoardo mancherà tanto. Il suo funerale è stato celebrato il 19 febbraio scorso dal parroco di Rosstal, paese dove Edoardo e la moglie Hanni abitavano, da Padre Gio-acchino, missionario portoghese suo amico e da Don Franco Tor-resani parroco di Coredo, arrivato insieme ad altri compaesani ed a una delegazione di Vigili del Fuoco Volontari.

Accanto al feretro lo stendardo del suo Circolo.

Durante la commovente ceri-monia funebre sono state lette le toccanti parole di partecipazione e riconoscenza inviate dalla Tren-tini nel mondo. Mirta Zamboni

Il messaggio di cordoglio della Trentini nel mondo

Aveva un cuore grande e una profonda umanità. Ha dedicato la sua vita al prossimo, sia a titolo

professionale, come assistente sociale,sia dopo il pensionamento, come volontario

Edoardo Sicher nella sede del Circolo di Norimberga, saluta i partecipanti ad un’iniziativa organizzata nel 2014 con il Gruppo giovani e volontariato della Trentini nel mondo. Qui sotto, con la moglie Hanni, in occasione di una visita alla Trentini nel mondo.

Page 18: Febbraio 2016

162 - 2016

CIRCOLI

Circolo trentino di Sananduva (RS-Br

Sono state molte le attivi-tà 2015 del Circolo Trentino di Sananduva (Rio Grande do Sul - Brasile), con vari eventi a commemorazione dei 140 anni dell’immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul oltre alle consuete riunioni mensili.

Dopo le lezioni sul tema

dell’immigrazione italiana, te-nutesi ad aprile per gli alunni delle scuole, ed ancora la par-tecipazione a Nova Milano alla commemorazione promossa dal Consolato Italiano, il 23 maggio il Circolo Trentino ha promosso «Polenta na Praça» (Polenta in piazza), dove in un

clima di grande armonia è stata servita la polenta accompagnata da formaggio, salame, ricotta e buon vino.

Il 4 luglio il Circolo ha parte-cipato assieme al gruppo Taliani Bona Gente al Grande Filò / cena danzante per commemorare i 25 anni del programma radio che dal

3 luglio 1990 va in onda ogni do-menica dalle 8 alle 9 in AM e che si può ascoltare anche su www.radiosananduva.com.br, con-dotto dal Presidente del Circolo Ademir Dalla Santa e dai soci Vilmar Agostinho Guzzo, João Pereira Vianna e Carlos Roberto Dal Moro. Il programma conta

Emigrazione sulla copertina dell’elenco telefonicoAngela Maria Peretti Becker (prima a

sinistra nelle due foto qui sotto), segreta-ria del Circolo trentino di Garibaldi (Rio Grande do Sul - Brasile) ha fatto parte della giuria che ha scelto la copertina dell’elenco telefonico pubblicato l’anno scorso, 2015,

nel quale si è festeggiato il 140° anniversario di emigrazione dall’Italia verso il Brasile.

I disegni presi in esame dalla giuria era-no stati realizzati dagli alunni delle scuole elementari (dalla 5a alla 9a classe). Nella foto qui a fi anco, il disegno selezionato.

Page 19: Febbraio 2016

17 2 - 2016

CIRCOLI

Fra il mese di maggio e settembre del 2015, Monica De Antoni Farias, Edi Debenetti Mattuella e Angela Maria Peretti Becker, del il Circolo trentino di Garibaldi (Rio Grande do Sul - Brasile), hanno tenuto una serie di conferenze nelle scuole elementari della città, per parlare di emigrazione, in occasione della ricorrenza del 140° anniversario dell’emigra-zione italiana verso il Brasile.

«Per tutte e tre è stato impegnativo ma

anche molto piacevole - afferma in proposito Edi Debenetti Mattuella - e c’è stata molta attenzione e molto interesse. Negli incontri parlavamo di com’era l’Italia nella secon-da metà dell’Ottocento, perché le persone emigravano, delle diffi coltà del viaggio che poteva durare almeno tre mesi prima di rag-giungere la Colonia Conte d’Eu, dalla quale è poi nata la città di Garibaldi».

Oltre che sul contesto economico e sociale

di quel tempo, le rappresentanti del Circolo hanno fatto ragionare gli alunni su quanta «italianità» sopravvive a 140 anni da quel-la emigrazione: si è parlato così di valori familiari, religiosità, cibi, architettura, arte, musica, costumi, lingua e degli altri legami che esistono con l’Italia.

Gli incontri si sono svolti sia al mattino che al pomeriggio e gli alunni che vi hanno partecipato sono stati circa 1.200.

Il Circolo di Garibaldi ha incontrato 1.200 alunni

asile): fotocronaca dell’attività 2015

sempre la partecipazione di per-sone della comunità, di soci del Circolo come la coppia Renato e Nair Bogoni con le loro musiche ed in passato con Belino Lazzari e Massimo Antonio Benetti, man-tenendo viva la cultura e la lingua italiana. Dall’Italia interviene poi il «reporter internacional» Cesare Ciola (vice presidente della Tren-tini nel mondo), che coinvolge varie persone dal Trentino.

Nei giorni 11 e 12 ottobre una delegazione con 15 soci ha par-tecipato a Bento Gonçalves alla «Merica Merica Magna Bento» nella Comunità di Santo Antão ed alla solenne celebrazione dei 140 anni con la delegazione della Trentini nel Mondo e l’Ar-

civescovo di Trento Luigi Bres-san, che nella festività di Nossa Senhora Aparecida – patrona del Brasile – ha concelebrato una solenne S. Messa nella Igreja Matriz de Santo Antonio assieme a Dom Alessandro Ruffinoni, Vescovo di Caxias do Sul, al

Parroco Ricardo Fontana, a Padre Giulio Giordani ed a altri vari sacerdoti. A questo momento uffi ciale è seguito poi l’incontro con gli altri Circoli Trentini del Rio Grande do Sul, per rafforzare con loro i rapporti di amicizia e collaborazione.

Il 25 novembre, assieme alla Escola de Artes, il Circolo ha rappresentato nella casa della cul-tura Hilario Copatti lo spettacolo teatrale «Fiorentino Bacchi», dedicato all’emigrato italiano fondatore nei primi del novecen-to della cittadina di Sananduva, quando i primi abitanti si sono spostati qui dalle «terre vecie» di Pinto Bandeira e Antonio Prado.

Dopo la pausa di fi ne anno, il Circolo sta ora programmando il suo tredicesimo anno di attività, e in tale contesto a maggio è prevista anche la partecipazione di vari soci all’incontro regionale di Montevideo dei Circoli di Uru-guay, Provincia di Buenos Aires e Rio Grande do Sul.

Page 20: Febbraio 2016

182 - 2016

CIRCOLI

L’ultimo appuntamento del programma di attività sociale del 2015 del Circolo trentino di Carmelo (Uruguay) è stata una serata di grande valore culturale. La professoressa Nor-ma Elcura Arnoldi ha parlato del ruolo avuto

dagli emigranti nello sviluppo della città e ha introdotto lo spettacolo intitolato «Una serata indimenticabile», messo in scena dai soci del Circolo, sotto la direzione artistica di Andrea Ghezzi, l’insegnante dei corsi di italiano.

Prima della cena si è esibito il coro del Circolo, che ha presentato un repertorio di undici brani. Per l’occasione sono stati esposti anche alcuni lavori (foto qui sopra) realizzati durante le iniziative promosse dal Circolo.

Notizie dal Circolo di Carmelo (Uruguay)

Alla sfi lata per il bicentenario della cittàCarmelo è una città uruguayana che

attualmente conta circa duecentomila abitanti: fu fondata duecento anni fa da José Gervasio Artigas, un militare e po-litico, l’eroe nazionale uruguaiano. Il 12

febbraio il Comune ha organizzato una grande manifestazione per celebrare i due secoli di vita.

Le vie del centro hanno fatto da cornice ad una imponente sfi lata, civile e militare,

alla quale hanno assistito le massime au-torità locali e alla quale hanno partecipato anche rappresentanti delle associazioni culturali, fra le quali anche il Circolo tren-tino, con il suo stendardo.

Page 21: Febbraio 2016

19 2 - 2016

EDITORIA

«Oltre il sogno, al di là del mare»,racconti di otto anni in Argentina«Il mio unico desiderio è di vo-

ler raccontare quel che ho vissuto con la maggiore chiarezza e la più profonda schiettezza che potrò avere», senza voler denigrare l’America o l’Argentina: così scrive Pietro Todeschini nel “pro-logo” ai suoi diari in cui racconta la sua esperienza di emigrato fra il 1924 e il 1931.

I diari sono stati «scoperti» da Roberto Montanarini nella soffi t-ta della vecchia casa della nonna materna: «mi sono ritrovato in mano un volume rilegato a mano di oltre cento pagine, tutte scritte a mano con una calligrafia di altri tempi», spiega nelle pagine del libro.

Quei diari scritti dal fratello della nonna, sono stati diligen-temente trascritti dallo stesso Montanarini e poi rielaborati da Enrica Bailo, per «rendere frui-bile un linguaggio d’altri tempi, cercando di restare fedele allo scritto di Pietro», come si precisa nell’introduzione al libro, pub-blicato nel novembre del 2015 per iniziativa dei suoi due autori, Roberto Montanarini ed Enrica Bailo, che per la quarta pagina di copertina hanno scelto una frase che ben sintetizza contenuto e messaggio del libro: «conoscere il passato per guardare al futuro,

ROBERTO MONTANARINI ED ENRICA BAILO HANNO RECUPERATO I DIARI DI PIETRO TODESCHINI EMIGRATO NEL 1924 DA STENICO

vivendo nel presente».Stefano Fait - in occasione della

presentazione del libro presso la sede della Sosat di Trento il 14 novembre 2015 - lo ha defi nito «un diario-inchiesta moderno e attuale, scritto con lo stile di un inviato che realizza un’inchiesta eccezionale».

Pietro Todeschini nasce a Ste-nico. La mattina del 13 maggio 1924, poco più che ventenne, poche settimane dopo la vittoria elettorale del listone fascista, dà l’addio a parenti e amici e parte alla volta di Genova dove il giorno seguente si imbarca sulla «Principessa Mafalda» con destinazione Buenos Aires, in

Argentina, dove arriva quasi tre settimane dopo. «Inizialmente entusiasta - scrive Enrica Bailo nell’introduzione - si rende con-to con il passare del tempo che che il sogno è solo una grande illusione».

Negli anni Venti e Trenta - come ha messo in risalto Stefano Fait - non si distinguevano i mi-granti dai rifugiati. Si trattavano alla stessa stregua, ossia come risorse umane da spremere.

Durante la sua permanenza in Argentina, Pietro rischia un linciaggio, si fa truffare ripetu-tamente, patisce la fame, diventa oggetto di attacchi razzisti, si trasforma a sua volta in un truf-fatore, mendicante, ladro.

Disilluso, dopo otto anni ritor-nerà in patria, entrerà da subito in rotta di collisione con l’ide-ologia fascista, verrà catturato e incarcerato e fi nirà i suoi giorni in ospedale.

«Pietro Todeschini, raccon-tando le sue vicissitudini, - ha scritto in proposito Stefano Fait - ci sbatte in faccia una verità estremamente scomoda. Il raz-zismo verso i rifugiati e gli im-migrati nega la loro equivalente umanità: valgono meno loro e valgono meno i loro fi gli. Pietro Todeschini ci ricorda che ogni

diritto contiene in sé un dovere: la responsabilità che incombe su ognuno di prendersi cura del prossimo, in quanto essere uma-no. Trattare il prossimo come vorresti essere trattato: è la regola d’oro presente nelle fi losofi e di tutto il mondo, perché funziona».

Secondo Stefano Fait «quello di Pietro Todeschini è un libro molto forte perché è facile identifi carsi in lui ed è quindi più difficile dissociarsi dalla realtà. Voleva darsi da fare, aveva la testa, la cultura e anche le braccia per fare la differenza, in Argentina. L’Ar-gentina e l’Italia fascista l’hanno sprecato», come succede ogni giorno, nel “civile” Occidente.

Nelle cento pagine del libro che riportano le trascrizioni dei diari, «tutti i fatti descritti sono avveni-menti da me vissuti o visti con i miei occhi», come precisa Pietro Todeschini nel suo «prologo», che si conclude con queste parole: «gli anni di sofferenze e privazio-ni che ho dovuto sopportare sono simili a quelli che sopportano tutti i popoli di questa terra».

Infatti, come ha affermato Ste-fano Fait - «quel che ha patito lui lo patiscono milioni di persone e noi (“europei”) non lo patiamo solo perché siamo nati qui, ora, senza merito alcuno».

«Un libro che nasce da un vivo desiderio di sapere, di osservare da vicino la vita dei nostri predecessori e di offrire una visione documentata della nostra storia. Perché un paese che non ha una storia, nel tempo viene dimenticato». Con queste parole, Arturo Ni-colussi Moz, ha concluso in Regione a Trento la presentazione del libro «Luserna terra di carbonai, malghesi... emigranti», realizzato con il sostegno dell’Assessorato regionale alle minoranze linguistiche.

Nel volume, grazie ad un’attenta ricerca d’archivio, vengono narrate alcune importanti vicende della storia e degli usi e costumi della comunità cimbra e del suo sviluppo nei secoli.

«Opere come questa – ha detto l’assessore regionale Giuseppe Detomas nel corso della presentazione – contribuiscono a frenare il fenomeno dell’assimilazione culturale ed a

preservare le comunità di minoranza, che sono un patrimonio ed una ricchezza per tutto il Trentino, in quanto ci offrono la fi sionomia di una comunità regionale composita. Il li-bro – ha aggiunto Detomas – rappresenta un

tassello fondamen-tale per riannodare i fi li della memoria, di cui i “lusérnar” possano andare fieri, perché sono risusciti a percorre-re tappe importanti e ad affrontare e superare momenti diffi cili, riuscendo a mantenere viva la lingua e le tradizioni».

Oltre all’autore e all’assessore regionale alle minoranze linguistiche Giuseppe De-tomas, erano presenti il sindaco di Luserna, Luca Nicolussi Paolaz, Gianni Nicolussi Zai-ga, presidente dell’Istituto Culturale Cimbro e Mario Nicolussi Zom della Magnifi ca Comu-nità degli Altipiani Cimbri. (Uff.St. PAT - fm)

I «lusérnar» sono stati anche emigrantiÈ STATO PRESENTATO AL PALAZZO DELLA REGIONE UN DOCUMENTATO LIBRO SULLA STORIA DELLA MINORANZA CIMBRA

Page 22: Febbraio 2016

202 - 2016

Perché alcuni pazienti affetti da cancro alla prostata allo stadio avanzato ad un certo punto della cura smettono di rispondere alle terapie? Attorno a questa do-manda si è sviluppato lo studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Trento in col-laborazione con la Weill Cornell Medicine University di New York e il Dana Farber Cancer Institute di Boston. La loro analisi ha condotto ad un’importante scoperta, pubblicata da «Nature Medicine», la rivista di medicina sperimentale in assoluto più pre-stigiosa al mondo. Una scoperta che apre a nuove possibilità tera-peutiche per questi pazienti ma che potrebbe permettere anche di aumentare l’effi cacia nella dia-gnosi del cancro neuroendocrino alla prostata.

Il carcinoma prostatico è il tumore più frequente nella po-polazione maschile dei Paesi occidentali e la terza causa di morte per tumore. Nel 2015 sono stati diagnosticati in Italia circa 35,000 nuovi casi (dati AIRC sul 2012).

Per trattare pazienti con tumo-re allo stadio avanzato oggi si impiegano solitamente terapie farmacologiche (che attaccano l’ormone androgeno o il suo recettore). Benché inizialmente effi caci, queste terapie a lungo andare si rivelano spesso inutili; alcuni pazienti sviluppano una re-sistenza al trattamento in seguito

È anche trentina la nuova «scoperta»per combattere il cancro alla prostata

IL «CIBIO», IL CENTRO DI BIOLOGIA INTEGRATA DELL’UNIVERSITÀ DI TRENTO, È STATO FRA I PROTAGONISTI DELLA RICERCA

alla trasformazione di un classico cancro alla prostata (detto ade-nocarcinoma) in un cancro detto neuroendocrino.

Come e perché avvenga questa trasformazione, sono aspetti su cui la comunità scientifi ca fi nora si è interrogata.

La svolta nella comprensione di questi meccanismi arriva da questo nuovo studio, frutto di un lavoro interdisciplinare tra scien-ziati di varie università. Al Cen-tro di Biologia Integrata (Cibio) dell’Università di Trento è stata condotta l’analisi computazionale che sostiene lo studio.

«Per sfuggire al successo del trattamento farmacologico, un tumore letteralmente si trasforma in un altro», spiega Francesca De-michelis, professoressa al Centro di Biologia Integrata (Cibio) dell’Università di Trento che ha

diretto lo studio. «L’adenocarci-noma evolve in un tumore neuro-endocrino e il modo in cui questa evoluzione avviene, questa capa-cità di trasformarsi per resistere ai trattamenti farmacologici, ci ha colpito. Alcune cellule cambiano natura e prendono il sopravvento sulle altre. Al microscopio appaio diverse dalle altre per forma e per dimensione. Il loro contento è marcatamente diverso. È come se si fossero costruite una sorta di corazza e nuove modalità di sostentamento per sopravvivere. Imparano cioè a fare a meno del loro sostentamento primario precedente. In sostanza, è come se cambiassero dieta per difen-dersi. Per frenarle, l’unico modo è interrompere il trattamento e cambiare protocollo farmacolo-gico. I dati che abbiamo generato possono aiutare l’identifi cazione

di molecole in grado di attaccare queste cellule fi nora intoccabili».

«Questa scoperta ci rende orgo-gliosi – commenta il direttore del Cibio, Alessandro Quattrone - ci fa capire quanto siano concreti i vantaggi di scommettere sullo sviluppo della medicina di preci-sione, alimentata da competenze diverse: biologia, medicina, fi si-ca, informatica».

Insieme a Francesca Demiche-lis lavorano al Cibio un gruppo di ricercatori con competenze diverse. Come Davide Prandi, informatico, e Matteo Benelli, fi sico, che hanno seguito le fasi cruciali dello studio.

Questa ricerca è stata resa possibile anche grazie ai fi nan-ziamenti da parte dell’Associa-zione Italiana per la Ricerca sul Cancro e dell’European Research Council a Francesca Demichelis.

La squadra del Cibio che ha fatto la ricerca, sotto la guida della professoressa Francesca Demichelis (quarta da destra).

Foto

Ale

ssio

Cos

er (a

rchi

vio

Uni

vers

ità d

i Tre

nto)

Dal 27 al 29 gennaio scorso, presso il Tokyo Big Sight in Giappone, in occasione del sa-lone «Nano tech 2016», la Fon-dazione Bruno Kessler (FBK), in rappresentanza della ricerca e dell’innovazione italiana, ha avu-to l’opportunità di farsi conoscere internazionalmente e raccogliere centinaia di contatti, grazie ai 50.000 visitatori e ai circa 800 espositori della fi era.

La partecipazione italiana è stata sostenuta dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’inter-

nazionalizzazione delle imprese italiane (ICE-Agenzia) che ha portato per l’ottava volta l’indu-stria italiana alla più importante fi era internazionale dedicata alle nanotecnologie.

Nell’ambito del seminario

«Industrial cooperation opportu-nities and perspectives between Italian and Japanese companies on nanotechnologies», Vittorio Guarnieri (nela foto), program manager del Centro Materiali e Microsistemi, ha presentato la

Fondazione durante una relazione su «FBK-CMM: Where inno-vation is led b y R & D » mirata al lo sviluppo di partnership tecnologiche e che ha per-messo agl i

operatori del settore di conoscere i prodotti e la tecnologia di FBK.

Ribalta giapponese per la Fondazione Bruno KesslerCON IL «CENTRO MATERIALI E MICROSISTEMI» HA PARTECIPATO ALLA FIERA INTERNAZIONALE «NANO TECH 2016» A TOKYO

Page 23: Febbraio 2016

21 2 - 2016

DALLE VALLI

Sarà visitabile fi no al 30 giugno la mostra «Tra sogno e realtà. Uomo e paesaggio nelle stampe del Museo Per Via», il nuovo allestimento temporaneo del Museo gestito dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi a Pieve Tesino.

Le trenta stampe in esposizio-ne dal 13 febbraio, per lo più di produzione tedesca e svizzera, provengono dalle collezioni del Museo e risalgono agli anni venti e trenta del Novecento. Sono tutte oleografi e: opere realizzate con un procedimento di stampa che simula la pittura a olio su tela e permette di ottenere prodotti dai colori brillanti e dalla particolare lucentezza.

Le oleografi e erano prodotti in-dustriali destinati a una clientela di modesta provenienza e dalle risorse economiche limitate, che però considerava queste imma-gini vere e proprie opere d’arte. Possederne una costituiva un’e-spressione di prestigio e soddi-sfaceva le pressanti aspettative di crescita sociale degli acquirenti. Vedute incorniciate di medie e grandi dimensioni facevano bella

mostra di sé nelle stanze adibite al ricevimento degli ospiti, in salotti, «sale da rizèver» e nelle Wohnstuben del mondo tedesco.

Tra i soggetti più diffusi c’e-rano i «paesaggi naturali» delle Alpi e dei grandi fi umi, Reno in primis, ma anche luoghi lontani

e sconosciuti ai più e, infi ne, i «paesaggi d’atmosfera», a volte inventati, a volte ispirati a luoghi reali.

Nelle opere esposte non è solo la natura ad essere rappresentata: i paesaggi sono sempre abitati da esseri umani. Laghi e fi umi sono attraversati da imbarcazioni a remi o a vapore, le aree circo-stanti brulicano di uomini e donne al lavoro, nei campi i contadini arano, mietono e portano gli ani-mali al pascolo, lungo le strade viaggiano carrozze e carretti: talora sono questi i protagonisti indiscussi della scena.

L’esposizione accompagna da luoghi reali, a tutt’oggi identifi -cabili e ritratti realisticamente, a luoghi immaginati, costruiti sulla base di una serie di stereotipi di «bel paesaggio» ripetitivi e sche-matici, che proprio la stampa su ampia scala contribuì a codifi care e affermare.

La mostra sarà visitabile fi no al 30 giugno negli orari di apertura del Museo Per Via: solo sabato e domenica fi no al 30 aprile (dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18), tutti giorni tranne il lunedì dall’1 maggio al 30 giugno (da martedì a giovedì dalle 14.30 alle 18.30, da venerdì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30).

Trenta stampe tra sogno e realtàIL MUSEO «PER VIA» DI PIEVE TESINO OSPITA UNA MOSTRA TEMPORANEA CHE RIMARRÀ APERTA FINO AL PROSSIMO 30 GIUGNO

Qui sopra la stampa in esposizione con una veduta della Cappella di Guglielmo Tell sul Lago dei Quattro Cantoni in Svizzera e, a destra, quel-la che ritrae Malcesine, sul Lago di Garda.

Da lunedì 8 febbraio 2016, gli uffi ci dei servizi Acli di Rovereto si sono trasferiti in Via Paoli, 1 al terzo piano del nuovo centro «Urban City».

Nei nuovi spazi di 280 metri quadrati, inaugurati uffi cialmente sabato 5 marzo, sono ospitati gli uffi ci del CAF per l’assistenza fi scale, ICEF ed ISEE, succes-sioni, contratti di locazione e paghe dei lavorati domestici, il PATRONATO per le consulenze previdenziali e la tutela ai lavora-tori, il CTA con le sue proposte di turismo sociale ed il CAA per i servizi agli imprenditori agricoli. Altri servizi garantiti dalle Acli riguardano la tutela del lavoro domestico (badanti, colf e baby sitter).

La nuova struttura ospita an-che una sala riunioni per trenta persone e un uffi cio con sala che ospiterà le attività del Circolo

Acli di Rovereto. La posizione centrale consentirà al Circolo di effettuare una serie di iniziative rivolte al pubblico roveretano nonché di curare i rapporti con l’utenza al fine di offrire non solo i servizi, ma anche i valori, le proposte e le idee delle Acli.

La nuova sede di Rovereto coprirà i bisogni della cittadi-nanza per tutto il territorio della Vallagarina e degli Altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna e Brentonico.

Nel benedire la nuova sede Monsignor Sergio Nicolli ha

parlato di un «ritorno a casa» delle Acli, considerando che pro-prio in questi luoghi nel lontano 1946 sorse la prima sede aclista di Rovereto.

Fausto Gardumi, presidente delle Acli trentine, ha parlato dell’importanza di garantire i servizi sul territorio al fine di ricostruire i legami sociali anche come leva dello sviluppo locale.

Luca Oliver, presidente del Patronato Acli, ha ricordato come il movimento aclista riesca a garantire, nonostante i tagli delle ultime leggi di stabilità, un vero e proprio “servizio pubblico” in favore dei soggetti più deboli.

L’assessore Ivo Chiesa, a nome dell’amministrazione comunale, e il presidente della Comunità di valle Stefano Bisoffi , hanno poi parlato dell’importante funzione delle Acli in favore dello sviluppo della città e della Vallagarina.

Nuova sede a Rovereto per le ACLIOPERATIVA DALL’8 FEBBRAIO PRESSO IL NUOVO CENTRO «URBAN CITY» È STATA UFFICIALMENTE INAUGURATA IL 5 MARZO

Page 24: Febbraio 2016

222 - 2016

DAL MONDO

Le parole hanno un signi-fi cato. Anche una piccola preposizione può fare la

differenza, come spesso tengono a precisare i cooperanti Medici con l’Africa CUAMM: “con” anziché “per” perché questa è una storia di collaborazione, di affi ancamento e non di benefi -cenza dall’alto.

Medici con l’Africa CUAMM è la più importante Organizza-zione non Governativa italiana ad occuparsi di promozione e tutela delle popolazioni africane. Nata a Padova nel 1950, è arrivata ad operare in più di quaranta Paesi, attraverso l’interazione tra perso-nale sanitario e popolazioni locali. In Trentino CUAMM ha una sezione molto attiva, coordinata dal dott. Carmelo Fanelli.

La mission dell’organizzazio-ne consiste nell’impegno nella formazione sia in Africa che in Italia di risorse umane dedicate, nella ricerca e nella divulgazione scientifi ca fi no ad arrivare al la-voro sul campo; tutto questo per tutelare mamme e bambini.

Nel meeting annuale, tenutosi a Verona il 21 novembre 2015, si sono presentati i risultati del programma “Prima le mamme e i bambini”, avviato nel 2012 con

l’obiettivo di ridurre la mortalità materna e neonatale garantendo l’accesso gratuito al parto sicuro e alla cura del neonato. Un in-contro, molto partecipato anche da parte di tanti giovani, in cui si

sono condivise esperienze, storie e dati. Per informare ma anche per rifl ettere.

In Angola muoiono di parto 14 donne su 1000, in Etiopia 7, in Uganda 5, in Tanzania 9 (dati

2014). In Italia 0.04 donne su 1.000.

Ottenere l’accesso a un parto sicuro è molte volte complicato, sia per le distanze dai centri sa-nitari sia per i pregiudizi culturali che prevedono che la donna par-torisca nel villaggio, assistita dai soli familiari. CUAMM cerca di abbattere le barriere geografi che e culturali attraverso l’informazio-ne, la formazione e gli incentivi concreti come voucher e baby kit. I voucher, consegnati alle madri durante le visite prenatali, danno diritto al trasporto gratuito dal villaggio alla struttura sanitaria al momento del parto; i baby kit sono invece composti da prodotti di necessità (una bacinella, del sapone, una coperta, 1 kg di zuc-chero) che vengono consegnati dopo il parto alle donne che han-no scelto di partorire in un centro di salute.

Il gruppo di Medici con l’Africa può vantare anche la presenza di medici trentini, come il dott. Fabio Boccardi, che ha accettato la sfi da del CUAMM ed è partito per portare il proprio contributo nella battaglia per la sopravviven-za di mamme e bambini. Il dott. Boccardi, medico anestesista del-la 1a Unità Operativa Anestesia e

Per il «CUAMM-Medici con l’Africa»l’obiettivo è garantire il parto sicuro

L’IMPORTANTE ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA ITALIANA HA UNA SEZIONE MOLTO ATTIVA ANCHE IN TRENTINO

A colloquio con Fabio Boccardi, responsabiledi un progetto realizzato in Mozambico

per migliorare la salute materna e neonatale

© Nicola Berti

Page 25: Febbraio 2016

23 2 - 2016

DAL MONDO

Rianimazione presso l’Ospedale S.Chiara di Trento, ha iniziato il suo percorso con Medici con l’Africa nel 1987 come volon-tario presso l’ospedale di Nkubu (Kenya), proseguendo poi come cooperante in Angola, Mozam-bico, Sud Sudan. Nel 2015 ha la-vorato come medico responsabile del progetto “Rafforzamento del sistema sanitario distrettuale del Distretto di Palma - Mozambico per il miglioramento della salute materna e neonatale”, che ha permesso l’apertura del Blocco Operatorio e quindi l’accesso alla chirurgia d’urgenza ed elettiva.

Al momento della presenta-zione del progetto, nessuna delle strutture sanitarie del distretto era in grado di fornire prestazioni emergenziali ostetriche e neona-tali di base o di tipo comprensivo (ad esempio taglio cesareo e trasfusione di sangue). Si regi-stravano problemi riguardo la gestione della catena del freddo, l’approvvigionamento di farmaci, contraccettivi e materiali di con-sumo; i rapporti di attività inviati dai centri sanitari risultavano incompleti, così come la registra-zione delle statistiche anagrafi che (nascita, morte, causa di morte).

Lavorare in un contesto così problematico rappresenta una grande sfi da, sia sul piano pro-fessionale che su quello umano, come racconta il dott. Boccardi:

Qual è il motivo che l’ha spin-ta a partire?

Le motivazioni originarie della prima partenza avvenuta ormai 30 anni fa e quelle delle partenze successive sono ormai lontane nel tempo, mi appaiono ora un po’ “sfumate” ed hanno perso col tempo la loro “forza origina-ria”, ma sicuramente ho risposto all’ultima chiamata di Medici con l’Africa CUAMM con lo stesso entusiasmo della prima volta,

dicendo “presente” e condividendo al 100% la mission di questa ONG.

Come si rapporta l’esperienza che Lei ha fatto con le aspet-tative che aveva alla partenza?

Le complicazioni burocratico-ammini-strative incontrate sul campo in Mozambico hanno reso diffi cile il lavoro dei cooperan-ti dal punto di vista professionale, special-mente in ambito sani-tario, quindi le aspetta-tive della partenza non sono state soddisfatte specialmente dal punto di vista professionale; resta sempre impor-tante l’esperienza dal punto di vista umano e sociale.

Che cosa può dare un’espe-rienza di questo tipo a dei gio-

vani aspiranti medici o a giovani laureati?

Rispetto ad alcuni anni fa, l’esperienza di cooperazione in cam-po sanitario richiede delle particolari doti umane di fl essibilità, disponibilità ed adatta-mento che soverchiano quelle professionali e quindi alcuni giovani cooperanti si trovano in diffi coltà pensando ad un’esperienza sul campo in cui le doti professionali siano prevalenti e determi-nanti. Le difficoltà che si incontrano sul campo sono dovute alla grave scarsità di risorse umane locali ed alla loro preparazio-ne professionale, alla

scarsità logistica e tecnologica ed alle poche risorse materiali in generale a disposizione della

sanità locale, cose che a volte rendono le condizioni di lavoro particolarmente difficili e ad alto rischio professionale. Tut-to questo può comportare un impatto negativo sul giovane cooperante, che ha un’idea ab-bastanza antiquata e romantica del mondo della cooperazione, legata sostanzialmente ad una visione di intervento missionario di ispirazione religiosa e/o solida-rietà sociale non più pienamente attuale e che duramente si scontra con la cruda odierna realtà sociale africana. Quindi grande spazio alla conoscenza di realtà sociali e professionali profondamente diverse dalle nostre.

Un ricordo di un fatto o di un incontro che Le rimarrà per sempre.

La cosa che mi ha maggior-mente colpito di questo anno trascorso a Palma in Mozambico è la sorprendente pacifi ca e tran-quilla convivenza tra la piccola comunità cristiana (meno del 5%) e quella musulmana locale (più del 90%).

Nonostante i problemi, però, i medici continuano a partire, gli studenti chiedono di poter impa-rare sul campo; si affrontano le sfi de consapevoli del fatto che, in realtà come queste, le proprie azioni possono davvero fare la differenza. Permane una certa percezione di romanticismo e personale imperfezione che sa-rebbe alla base della decisione di partire per lavorare in Africa; ma come scriveva la dott.ssa Maria Bonino, cooperante CUAMM che ha pagato con la propria vita la dedizione al suo lavoro e ai suoi piccoli pazienti, “Mi rincuo-ra pensare che romantici rottami o no, siamo comunque rimasti in tanti ad avere ancora voglia di fare la nostra parte”

Angela Ciola

© N

icol

a Be

rti

Page 26: Febbraio 2016

242 - 2016

Rinnova il tuo abbonamento a

TRENTINI nelMONDO Prego inviare il mensile TRENTINI nel MONDO a:

NOME ........................................................................... COGNOME ................................................................

*NATO A .................................. *IL ................................RESIDENTE A ............................................................

INDIRIZZO ................................................................................................................ CAP. .............................

CITTÀ ................................PAESE ..................................e-mail ......................................................................

Per i nati all’estero eventuale comune di origine dei genitori ..........................................................................................

Ricordiamo chesolo sottoscrivendo l’abbonamentosi ha diritto a ricevere tutti i numeri della rivistaediti nel corso dell’anno

(*) Dati facoltativi. Data .............. ... Firma ........................................

Quota sociale: Soci ordinari Euro 30,00 - Soci benemeriti Euro 100,00

FORME DI PAGAMENTO Bonifico Bancario Bonifico PostaleCassa Rurale di Trento, sede diTrento IBAN: IT 63 F 08304 01807 000007772791 SWIFT/BIC: CCRTIT2T76A

Banco Posta IBAN: IT 86 U 07601 01800 000012509386 SWIFT/BIC: BPPIITRRXXX

Autorizzo l’uso dei miei dati personali

NON autorizzo l’uso dei miei dati personali

“Il trattamento dei Suoi dati personali viene svolto in forma elettronica e cartacea presso gli uffici dell’Associazione Trentini nel mondo onlus nel rispetto di quanto stabilito dal Dlgs. 196/2003 sulla tutela dei dati personali. I dati saranno trattati per l’invio delle pubblicazioni attraverso le poste italiane per le spedizioni nazionali ed internazionali via terra e mare e da una agenzia di spedizioni internazionale per l’invio via aerea. Inoltre i suoi dati potranno essere utilizzati per rispondere ad ogni Sua richiesta e per l’invio di eventuali informazioni a Lei necessarie o riguardanti l’attività dell’Associazione. In qualsiasi momento, Lei potrà avvalersi delle facoltà riconosciute dall’art. 7 nei limiti previsti dagli artt. 8, 9 e 10 del Dlgs. 196/2003, scrivendo a Associazione Trentini nel Mondo onlus, Via Malfatti, 21- 38100 Trento (Italia)“

Pagherò la quota di abbonamento di:

Euro 20,00 per ITALIA , EUROPA, SUD AMERICA

Euro 25,00 per NORD AMERICA e AUSTRALIA

Il versamento della quota sociale annuale dà diritto a partecipare alle Assemblee dell’Associazione con dirittoall’elettorato attivo e passivo, a ricevere il periodico Trentini nel mondo e tutte le informazioni relative alle attività annuali dell’Associazione.

Carta di creditocollegandosi al sitowww.trentininelmondo.it

ABBONAMENTI

Bonifico BancarioUniCredit Banca, sede di Trento IBAN:IT 79 P 02008 01820 000005582456SWIFT/BIC: UNCRITM10HV

COME FARE RICHIESTA PER DIVENTARE SOCI: il modulo da compilare è disponibile sul sito dell’Associazione www.trentininelmondo.it

Page 27: Febbraio 2016

CALENDARIO6 febbraio

C.T. Bento Gonçalves (BR): 2° festa della Cuccagna

17 febbraioC.T. Toronto (CA): cena “tortei di patate”

18 febbraioC.T. Caxias do Sul (BR): 31° Festa dell’Uva

21 febbraioC.T. Charleroi (BE): festa dei popi trentini

25 febbraio A San Michele all’Adige – Fondazione Mach,

presentazione del libro “Nel solco degli emigrati. I vitigni italiani alla conquista del mondo”

27 febbraioC.T. Toronto (CA): cena del Presidente

Ad Ascurra 1° riunione del Gruppo giovani trentini Brasiliani (SC e PR)

5 marzoC.T. Liegi (BE): cena di primavera

C.T. Charleroi (BE): Festa della Donna

6 marzoC.T. Zofingen (CH): pranzo sociale

8 marzoC.T. Brusque (BR): inizio corso d’italiano

12 marzoC.T. Denver – Colorado (USA): Torneo annuale di

BocceC.T. Rosario (AR): assemblea generale

13 marzoC.T. Charleroi (BE): giornata della gioventù

C.T. Buenos Aires (AR): pranzo mensile

C.T. Bento Gonçalves (BR): sagra trentina nella valle dei vigneti con la “caccia ai rancholetti”

20 marzoC.T. Londra (GB): Assemblea e Santa Messa

9 aprileC.T. Ouro Fino (BR): Festa della Polenta

10 aprileC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

16 aprileAssociazione Trentini nel Mondo onlus (IT):

Assemblea Ordinaria

16 aprileC.T. San Francisco (USA): Incontro di primavera al Museo Italo Americano con un evento dedicato al

famoso alpinista trentino Bruno Detassis

17 aprileC.T. Charleroi (BE): cena primavera trentina

22 - 24 aprileConvention Circoli Trentini dell’Australia a

Myrtleford VIC

23 aprileC.T. Denver – Colorado (USA): Torneo di Bocce

“Busnardo Memorial”

1 maggioC.T. Liegi (BE): passeggiata in famiglia

5-7 maggio C.T. Zofingen (CH): gita in Trentino per festeggiare il

45° anniversario del circolo

13-15 maggioA Montevideo (UY), incontro Regionale dei Circoli Trentini dell’Uruguay, Zona centro dell’Argentina e

Stato del Rio Grande do Sul del Brasile

17 maggioC.T. Londra (GB): Visita guidata al Music Halls of

Highbury

25-30 maggioNegli Stati Uniti Blueprint 2016: Together Trentini,

seminario giovani trentini degli Stati Uniti e Canada

3-5 giugnoA Charleroi (BE): Incontro dei Circoli Trentini

d’Europa

26 giugnoCircolo Ex emigrati trentini in Svizzera: gita al Lago

Maggiore e Isole Borromee

C.T. Denver – Colorado (USA): Polenta Picnic

16-17 LuglioAd Aldeno Festa provinciale dell’emigrazione

3-7 agostoNegli Stati Uniti, nel Southern California, Convention

Ittona (circoli Trentini degli Stati Uniti e Canada)

8 agostoA Rovereto, Incontro d’estate dei Circoli Trentini

d’Europa e Giornata del lavoro

Page 28: Febbraio 2016