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n. 2 - febbraio 2012 | anno XVIII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it SEGNIdeiTEMPI giornale di attualità sociale, culturale e religiosa Gli operatori lanciano l’allarme per la crisi del turismo: è peggiorata la fruibilità dei beni archeologici e ambientali. Eppure… IL TESORO DEI CAMPI FLEGREI Territorio da valorizzare con Metrò del Mare e cogestione siti archeologici. Fondi per i laghi R ipristinare il Metrò del Mare e at- tuare fin da subito la cogestione pubblico-privata per i 23 siti archeolo- gici principali dei Campi Flegrei. E’ la richiesta che arriva dall’Assoturismo dei Campi Flegrei, che ha incontrato il com- missario prefettizio. Cinquecentomila presenze turistiche ogni anno, metà del- le quali solo per visitare i siti archeolo- gici, per un volume di affari stimato in almeno sei milioni e mezzo di euro. E’ il tesoro dei Campi Flegrei che potreb- be rimettere in moto un’economia tutta orientata sull’incoming turistico-cultura- le e sui beni archeologici. Ma conoscere com’era l’antica Puteoli è un’impresa, nel senso che sono diventati off limits proprio i siti che erano stati oggetto di grandi opere di scavo: la via Antiniana, lo stadio di Antonino Pio e, soprattutto, la rocca del Rione Terra. Né se la passa- no meglio i gioielli ambientali, con i la- ghi flegrei da anni lasciati all’incuria e al degrado. Tuttavia, non mancano segnali incoraggianti, come lo stanziamento di fondi Fesr per la bonifica di Averno, Fu- saro, Lucrino e Miseno che coinvolgerà anche il territorio di Quarto per i lavori di adeguamento dei collettori. Segni dei tempi ha fatto il punto sulle varie que- stioni, proponendo anche una rilettura del territorio di Puteoli con la mappa dei siti archeologici fruibili dall’esterno. (servizi da pag. 2 a pag. 5) n.m. La battaglia delle donne Per migliorare la qualità del- la vita di chi è stata colpita da neoplasia mammaria una bella iniziativa all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli Pag. 15 Servizio civile Caritas I paladini dei deboli Sono 28 i giovani impegnati nel 2012 nelle attività della Caritas diocesana. Il vescovo: la bellezza del dono Pag. 9 Tra le nuove leve del nuoto ita- liano c’è Lucio Spadaro, cam- pione dei 50 stile libero. Che punta alle Olimpiadi Pag. 14 Da Pozzuoli a… Londra Le bracciate di Spadaro Proseguono gli incontri settimanali della Scuo- la di formazione all’impegno sociale e politico, fortemente voluta dal vescovo di Pozzuoli, mon- signor Gennaro Pascarella, in risposta alle indi- cazioni del Sinodo diocesano. La Scuola è stata inaugurata a novembre con una prolusione di monsignor Giancarlo Maria Bregan- tini, arcivescovo di Cam- pobasso-Boiano, presidente della Commissione episcopa- le per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei (nella foto un mo- mento dell’incontro). Oltre gli incontri per i corsisti sono previsti eventi aperti a tutti. Prossimo appuntamento il Forum dal titolo “L’impegno dei cattolici in politica”, che si terrà lunedì 20 febbraio, alle ore 18.00, nell’au- ditorium del Seminario di Pozzuoli (a pagina 16 la locandina dell’evento). Interverranno la dotto- ressa Lucia Fronza Crepaz, onorevole dal 1987 al 1994, già vice presidente del Movimento per la Vita italiano e presidente del Centro internazionale del Movimento politico per l’unità, e il professor Luca Diotallevi, docente di sociologia all’Uni- versità Roma Tre. L’evento, pre- sieduto da monsignor Pascarel- la, sarà moderato da don Luigi Longobardo, vicario episcopale per la pastorale della cultura. Previsto l’intervento dei rappre- sentanti del Progetto Policoro su un’iniziativa dei giovani catto- lici in politica. Per info: www. diocesipozzuoli.org. L’impegno dei cattolici in politica Gli appuntamenti della Scuola diocesana di formazione. Forum con Diotallevi e Fronza Crepaz Per la tua pubblicità su Segni dei tempi telefona al n. 081.853.0626 oppure scrivi a: [email protected]

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Segni dei Tempi - Giornale di attualità ...

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n. 2 - febbraio 2012 | anno XVIII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it

SEGNIdeiTEMPIgiornale di attualità sociale, culturale e religiosa

Gli operatori lanciano l’allarme per la crisi del turismo: è peggiorata la fruibilità dei beni archeologici e ambientali. Eppure…

IL TESORO DEI CAMPI FLEGREITerritorio da valorizzare con Metrò del Mare e cogestione siti archeologici. Fondi per i laghiRipristinare il Metrò del Mare e at-

tuare fin da subito la cogestione pubblico-privata per i 23 siti archeolo-gici principali dei Campi Flegrei. E’ la richiesta che arriva dall’Assoturismo dei Campi Flegrei, che ha incontrato il com-missario prefettizio. Cinquecentomila presenze turistiche ogni anno, metà del-le quali solo per visitare i siti archeolo-gici, per un volume di affari stimato in almeno sei milioni e mezzo di euro. E’ il tesoro dei Campi Flegrei che potreb-be rimettere in moto un’economia tutta orientata sull’incoming turistico-cultura-le e sui beni archeologici. Ma conoscere com’era l’antica Puteoli è un’impresa, nel senso che sono diventati off limits proprio i siti che erano stati oggetto di grandi opere di scavo: la via Antiniana, lo stadio di Antonino Pio e, soprattutto, la rocca del Rione Terra. Né se la passa-no meglio i gioielli ambientali, con i la-ghi flegrei da anni lasciati all’incuria e al degrado. Tuttavia, non mancano segnali incoraggianti, come lo stanziamento di fondi Fesr per la bonifica di Averno, Fu-saro, Lucrino e Miseno che coinvolgerà anche il territorio di Quarto per i lavori di adeguamento dei collettori. Segni dei tempi ha fatto il punto sulle varie que-stioni, proponendo anche una rilettura del territorio di Puteoli con la mappa dei siti archeologici fruibili dall’esterno. (servizi da pag. 2 a pag. 5)

n.m.

La battaglia delle donnePer migliorare la qualità del-la vita di chi è stata colpita da neoplasia mammaria una bella iniziativa all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli Pag. 15

Servizio civile CaritasI paladini dei deboliSono 28 i giovani impegnati nel 2012 nelle attività della Caritas diocesana. Il vescovo: la bellezza del dono

Pag. 9

Tra le nuove leve del nuoto ita-liano c’è Lucio Spadaro, cam-pione dei 50 stile libero. Che punta alle Olimpiadi

Pag. 14

Da Pozzuoli a… LondraLe bracciate di Spadaro

Proseguono gli incontri settimanali della Scuo-la di formazione all’impegno sociale e politico, fortemente voluta dal vescovo di Pozzuoli, mon-signor Gennaro Pascarella, in risposta alle indi-cazioni del Sinodo diocesano. La Scuola è stata inaugurata a novembre con una prolusione di monsignor Giancarlo Maria Bregan-tini, arcivescovo di Cam-pobasso-Boiano, presidente della Commissione episcopa-le per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei (nella foto un mo-mento dell’incontro). Oltre gli incontri per i corsisti sono previsti eventi aperti a tutti. Prossimo appuntamento il Forum dal titolo “L’impegno dei cattolici in politica”, che

si terrà lunedì 20 febbraio, alle ore 18.00, nell’au-ditorium del Seminario di Pozzuoli (a pagina 16 la locandina dell’evento). Interverranno la dotto-ressa Lucia Fronza Crepaz, onorevole dal 1987 al 1994, già vice presidente del Movimento per

la Vita italiano e presidente del Centro internazionale del Movimento politico per l’unità, e il professor Luca Diotallevi, docente di sociologia all’Uni-versità Roma Tre. L’evento, pre-sieduto da monsignor Pascarel-la, sarà moderato da don Luigi Longobardo, vicario episcopale per la pastorale della cultura. Previsto l’intervento dei rappre-sentanti del Progetto Policoro su un’iniziativa dei giovani catto-lici in politica. Per info: www.diocesipozzuoli.org.

L’impegno dei cattolici in politicaGli appuntamenti della Scuola diocesana di formazione. Forum con Diotallevi e Fronza Crepaz

Per la tua pubblicità su Segni dei tempitelefona al n. 081.853.0626 oppure scrivi a:[email protected]

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SEGNI FLEGREI PRIMO PIANO

Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi Collaborano: Maddalena Annigliato, Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Fabio Cutolo, Eugenio d'Accardi, Antonio Franco, Irene Ioffredo, Antonio Izzo, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosa-ria Merone, Giovanni Moio, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - Francesco Schiano di Cola (portale)Grafica e impaginazione: Luca Scognamiglio (www.ZendoADV.it)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: STIEM S.p.A.Pubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato -Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giuntida: “otto per mille” e privati. Per contributi: Diocesi di Pozzuoli c/c postale 22293807Per la pubblicità: [email protected] del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

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anno XVIII - n. 2 - febbraio 2012

Associato all’USPI

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Associato alla Fisc

SEGNI DEI TEMPI

2febbraio 2012

I Campi Flegrei? Un gran-de contenitore di bellezze

naturali e di monumenti del passato, da valorizzare per creare sviluppo e benessere. La realtà, tuttavia, è ben di-versa: dalla stesura del do-cumento di orientamento strategico Por, nel 2002, fino ad oggi si è assistito alla chiu-sura o alla parziale interdizio-ne di siti come l’Anfiteatro Flavio e l’Antro della Sibilla. Ma anche alla cancellazione del Metrò del Mare che col-legava l’area flegrea alla costa sorrentino-amalfitana. Un progressivo disimpegno pub-blico nella zona. Le quasi cen-to imprese turistiche flegree riunite nell’Assoturismo della Confesercenti nel corso di un incontro con il commissario prefettizio di Pozzuoli Ugo Mastrolitto hanno lanciato l’allarme. «I Campi Flegrei hanno potenzialità enormi in termini di ricchezza prodotta e di posti di lavoro – sottoli-nea Luigi Esposito, coordi-natore provinciale Assoturi-smo Napoli – Ma viviamo il

paradosso di una crisi senza precedenti per colpa anche di responsabilità istituziona-li che impediscono il pieno rilancio del turismo locale. Mastrolitto dovrà intervenire presso il governatore Stefano Caldoro e l’assessore regionale ai Beni culturali Giuseppe De Mita per trovare urgenti solu-zioni». Lunghissimo l’elenco delle criticità segnalate da al-bergatori e tour-operator. Si va dalla «disastrosa situazione dei più importanti siti arche-

ologici per mancanza di per-sonale e carenze strutturali» all’«isolamento del territorio dal resto dell’offerta turistica campana e dai sistemi di mo-bilità alternativa»; al mancato decollo dei progetti di promo-zione e valorizzazione come «I Miti nei Campi Flegrei». Pro-getto per il quale il Comune di Pozzuoli ha già ricevuto un finanziamento di circa ot-tocentomila euro. Soldi che, però, si rischia seriamente di perdere perché il programma

degli interventi promoziona-li andava completato entro aprile 2012 in concomitanza con l’America’s Cup. Ma la crisi politica al Comune di Pozzuoli ha fatto allungare i tempi a dismisura. Serve, dunque, una deroga dalla Regione. «Al vicepresidente Giuseppe De Mita chiediamo una rapida attuazione dell’ac-cordo di programma quadro del 2009 tra Mibac e Regione per la co-gestione di 23 mo-numenti, tra cui Anfiteatro

Flavio, Rione Terra e Acropoli di Cuma. Accordo – dicono gli albergatori – che non trova applicazione per l’inspiegabile ed irresponsabile rifiuto della Regione a nominare un suo rappresentante nella commis-sione speciale di coordina-mento». Dalla Regione, inve-ce, rispondono che «a breve verrà pubblicato un bando a valere su risorse europee per progetti legati a beni da va-lorizzare anche nell’area fle-grea», mentre De Mita replica all’Assoturismo: «l’equivoco sulle nomine della commis-sione paritetica relativa all’ac-cordo di programma quadro Mibac-Regione sta diven-tando stucchevole, tanto che sembra assolutamente monta-to ad arte. Come già rimarca-to e puntualizzato in altre oc-casioni, l’assessorato regionale ai Beni culturali ha provvedu-to per tempo ad effettuare le nomine di sua competenza, pertanto l’inattività non può essere assolutamente addebi-tata alla Regione».

Nello Mazzone

Turismo in crisi, l’allarme di cento imprese flegree«Tesori sprecati e territorio sempre più isolato»

Centro diocesano per la pastorale della cultura

Visita alla chiesa del SS. Corpo di Cristo

Tutte le domeniche (dalle ore 10.00 alle 12.30)con sospensione delle visite

durante la celebrazione della S. Messa (ore 11)

Iniziativa curata dalla

Associazione Nemea

nell’ambito delle attività

per la custodia, la tutela

e la valorizzazione

dei beni culturali ecclesiastici

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Delle numerose vestigia archeolo-giche di Pozzuoli antica, una in

particolare meriterebbe attenzione, sia perché si tratterebbe del primo vero e proprio nucleo urbano dell'area, sia perché ha restituito una significativa mole di reperti di notevole importanza (in massima parte ora esposti al Mu-seo Archeologico dei Campi Flegrei a Baia). Ma il Rione Terra non si può visitare. È chiuso ormai da mesi anche il cantiere che aveva promesso di resti-tuire alla fruizione tale testimonianza storica: per mancanza di fondi. Tutta-via, Puteoli ha avuto un ruolo troppo importante nella storia dell'impero per vedere limitate alla sola acropoli le testimonianze di una così opulenta ricchezza. Proviamo allora a tracciare un percorso, quanto più possibile esau-stivo e godibile, che comprenda tutte i resti effettivamente visibili (da guarda-re dunque dalla strada), testimonianze che ci permettano di ricostruire un quadro sufficientemente completo per comprendere usi e costumi di quello che è stato per secoli il porto princi-pale dell'impero. Una panoramica che esclude Cuma, città distinta da Puteoli pur facendo parte dell’attuale territorio comunale, e che non considera l’Anfi-teatro Flavio, l’unica risorsa archeologi-ca effettivamente visitabile in città, ma che merita tutt’altro discorso, anche per le precarie condizioni in cui è con-servata. E neanche l’area archeologica di via VecchiaVigna, dove era previsto il Parco di via Antiniana (o, meglio: via Puteolis-Neapolim) è visitabile: dob-biamo dunque limitarci a vedere ciò che è possibile. Si può partire dunque dal porto vecchio, ai piedi del Rione Terra, presso cui troviamo il Molo Ca-ligoliano, che ingloba i resti di un pre-esistente molo romano, celebre sia per il ponte di barche che lo collegava al porto di Baia (voluto proprio dall'im-peratore Caligola, noto per queste sue stravaganze), che per lo sbarco di San Paolo, diretto a Roma. Proseguendo sul litorale, troviamo il Macellum, antico mercato alimentare: le colonne che reg-gevano il frontone del sacello dedicato al dio Serapide non sono mai state del tutto coperte, attirando così l'attenzio-ne di re Carlo di Borbone, che ordinò l'indagine archeologica, dando inizio alla ricerca dell'identità antica della cit-tà. In una città dove le memorie arche-ologiche sono off limits, almeno questa struttura si può ancora ammirare in-teramente dall’alto. Possiamo dunque risalire lungo via Pietro Ragnisco, il

clivus dove erano raggruppati gli arti-giani del vetro e le botteghe di profu-mi, dove troviamo resti di un edificio termale e di alcune botteghe, costeg-giare poi Villa Avellino su via Carmine (all'inizio della quale si trovano altri ruderi coevi), su cui affacciano alcu-ni negozi, la cui pavimentazione in plexiglas permette di ammirare altre botteghe, risalenti al I secolo; all'inter-no della villa troviamo altre fabbriche dell'epoca, fra cui la Piscina Lusciano, mentre all'esterno è ubicata l'altra ci-sterna, la Piscina Cardito. Se scendia-mo via Rosini (dove sembra potersi allocare il foro della città imperiale), incontriamo una complessa struttura muraria nell'area verde all'incrocio fra viale Capomazza e via Marconi, con tutta probabilità sede di collegia. Sa-lendo pochi metri giungiamo dinanzi all'Anfiteatro Flavio (iniziato più vero-similmente già in epoca neroniana); di un secondo anfiteatro, in realtà quello più antico, si possono osservare poche arcate risalendo via Solfatara (più oltre una cisterna dell'acquedotto del Se-rino, in una torre bianca), all'altezza del viadotto della metro. Proseguendo invece su corso Nicola Terracciano, ammiriamo le vestigia delle Terme di Nettuno, del Ninfeo di Diana, del complesso di Santa Marta, e di alcune tabernae. Giunti all'incrocio dell'Annunziata possiamo scendere via Pergolesi per trovare i resti di altre tabernae dell'enorme area dell'empo-rium, oppure salire a vedere quelle di via Luciano; ma i resti più interessanti

sono forse lungo via Campi Flegrei: lo stadio di Antonino Pio, di poco infe-riore a quello di Roma (260 m, con-tro i 285 di piazza Navona) – anche questo da vedere dall’esterno perché l’apertura dell’area è durata ben poco -, e i resti della Villa di Livia (in una proprietà privata). Concludiamo il

nostro itinerario con le necropoli di via Celle e di San Vito (di fronte a questa un altro complesso funerario, entro la proprietà privata di Villa Elvi-ra), come di consueto ai margini della città, ma niente affatto marginali per importanza e imponenza.

Antonio Franco

PRIMO PIANO SEGNI FLEGREI

3 febbraio 2012

Rione Terra, necropoli, stadio: la Puteoli negata. Come leggere quel che resta dell’antica città con un percorso alternativo

La mappa dell’archeologia possibileLe testimonianze archeologiche sono sotto gli occhi di tutti ma spesso non ce ne accorgiamo

tel 081 229 67 53 fax 081 372 04 [email protected]

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SEGNI FLEGREI

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PRIMO PIANO

Il professor Gian Carlo Car-rada, già docente di biologia

marina all’Università Federico II, è uno dei massimi esperti di lagune, oggi presidente del Comitato tecnico scientifico del Parco dei Campi Flegrei. Da trent’anni studia i laghi flegrei. E quando ne parla la puntualizzazione è imman-cabile: «L’unico lago che ab-biamo nei Campi Flegrei dal punto di vista morfologico, idrografico ed ecologico, è il lago d’Averno. Per il resto si tratta di lagune costiere: spec-chi d’acqua che hanno uno scambio con il mare. Sotto l’Averno, invece, ci sono sor-genti. Si tratta quindi di mec-canismi idrografici diversi».

Quali sono le caratteristiche delle nostre lagune?«Sono state molto studiate. C’è un forte interesse cul-turale perché qui affondano le radici della nostra civiltà e un forte interesse natura-listico anche per il contesto vulcanico che caratterizza il territorio. Qui sono nate l’o-

stricoltura e l’itticoltura. Per secoli abbiamo utilizzato in questo modo le acque ed è il modello che i francesi copia-rono nell’’800. L’ostricoltura francese mediterranea è anco-ra fiorente e pregiata, mentre qui non c’è più nulla...».L’acquacoltura è ancora pos-sibile?«Sì, ma le lagune devono es-sere risanate e così anche il territorio circostante. Bisogna tener presente che le lagune nel tempo cambiano e pos-sono essere sfruttate e gestite solo se c’è l’intervento conti-

nuo dell’uomo. Ma se sono abbandonate a se stesse non possono produrre. Pensiamo al Fusaro: si è costruito abu-sivamente dappertutto. An-che sulle sponde. È necessario riprogrammare il territorio. Ma l’impresa è difficile. Dal-le nostre parti tutto ciò che è pubblico è terra di nessuno. E abbiamo di fatto rinunciato ad una grande opportunità. I vantaggi dell’acquacoltura sono enormi sia dal punto di vista ecologico che economi-co. In laguna, i pesci crescono quasi tre volte più velocemen-

te rispetto al mare. Ecco per-ché alcune civiltà sono nate accanto alle lagune. Esem-pi: Troia, Pompei, Cagliari, Cuma... Bisogna anche dire che, se un territorio cambia destinazione, difficilmente si può tornare indietro».Quale destino per le nostre acque?«Pensare anche ad attività cul-turali e ricreative. Miseno è tutt’uno con la città di Bacoli. Potrebbe avere una destina-zione per la cultura e il tempo libero; per esempio, scuole di vela in collaborazione con gli istituti pubblici oppure strut-ture per l’approfondimento scientifico visto che nella zona

delle foci c’è una buona bio-diversità. Il Fusaro è invece quello più inquinato e il suo recupero più problematico. Anche per l’antica Acherusia Palus può esserci un uso mul-tiplo con l’affidamento della gestione a cooperative fatte di persone del posto, che amano questi luoghi. Il Lucrino è il paradigma delle contraddizio-ni di questa zona: ogni estate si ripetono i soliti problemi ma nessuno interviene in tempo. L’Averno, infine, è per certi aspetti meno degradato ma soffre molti dei problemi degli altri laghi. In generale, le nostre lagune pagano l’inva-denza del turismo balneare».

Averno, Fusaro, Lucrino, Miseno: le proposte di Gian Carlo Carrada, presidente del Comitato tecnico scientifico del Parco

«Le lagune flegree? Coltura e cultura» Per l’esperto il ritorno al passato è garanzia di sviluppo. Ma se ci sarà la giusta attenzione

febbraio 2012

Dopo decenni di annunci e dibattiti, il Miseno – antica sede della flotta Roma-na del Tirreno -, è l’esempio di come le cose possono migliorare. Dopo decenni di abbandono Mare Morto è ritornato ad essere orgoglio della cittadinanza di Bacoli. Anche se la strada per il pieno recupero è solo all’inizio. Pochi anni fa era impossibile passeggiare nella Villa Comunale senza respirare i miasmi provenienti dall’acqua: per decenni scarichi fognari hanno immesso nel lago di tutto. Ora invece si può vive-re pienamente – o quasi – lo specchio d’acqua. Le due foci hanno ripreso quasi completamente la loro funzione e si è riavviato il processo di autode-purazione. Adesso c’è – non senza pro-blemi (vedi articolo a pagina 5) – una pista ciclabile e pedonale che consen-te di percorrere tutto il perimetro del lago, creando un unicum con la Villa, anch’essa recuperata. Si tratta di ope-re realizzate con il Progetto Integrato dei Campi Flegrei. Sul Miseno ci sono due esempi di come imprenditori locali hanno investito risorse economiche e

passione per il territorio. Il Roof&Sky-Asteco e Cielo, è un trimarano ecocom-patibile (motori elettrici alimentati da pannelli solari) ormeggiato sulla ban-china della Villa. Ospita un bar che di sera – e spesso anche di giorno – lascia l’ormeggio per consentire ai clienti di avere una vista spettacolare dal cen-tro del lago. «Abbiamo accompagnato migliaia di turisti alla riscoperta del lago di Miseno, per anni dimenticato – spiega Michele Grande, proprietario – e tutti restano ammirati dalla bel-lezza del luogo. Per questo, siamo fieri, grazie alla nostra attività e a quella degli altri operatori, di aver riportato la gente in questo posto, dando un aiu-to concreto per la valorizzare di uno degli angoli più belli e suggestivi dei Campi Flegrei». «Nel nostro lavoro c’è tanta passione – ricorda Giuseppe Il-liano di Lagovivo, che si occupa di gite in barca – tuttavia non siamo aiutati da nessuno. Molti ancora considerano il lago come una discarica. Ma non molliamo, perché crediamo in quello che facciamo».

Mare Morto. Anzi vivo

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PRIMO PIANO

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SEGNI FLEGREI

Inquinamento, camorra, abusi-vismo, degrado. Sono i mali che

soffocano i laghi flegrei: l’Averno, il Lucrino, il Fusaro e il Miseno (co-nosciuto anche come Mare Morto). Acque simbolo in cui si rispecchiano, nel bene e nel male, i Campi Flegrei. E ora sui laghi (o meglio lagune, come spiegato nella pagina precedente) pio-vono 65 milioni di euro. Il loro futuro è contenuto in uno dei Grandi Pro-getti (definizione dell’Unione Euro-pea) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, il Fesr. Il progetto riguarda il risanamento ambientale e la valoriz-zazione dei laghi. Tutti i comuni fle-grei sono interessati: Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto. Per quan-to riguarda quest’ultima cittadina, sul cui territorio non ci sono laghi, sono previsti i necessari interventi per la co-struzione e il miglioramento dei col-lettori. Provvedimenti importanti per la piana quartese, a forte rischio idro-geologico; rischio ingigantito anche dalla presenza di costruzioni abusive sui rilievi che delimitano il comune. Cosa prevede il progetto che dovreb-be cambiare il volto ai laghi? Innanzi-tutto, il risanamento delle condutture e degli impianti idrici che immettono nei laghi e attivazione dei sistemi di drenaggio delle aree limitrofe alle ac-que. E poi, come sollecitato anche da studiosi ed associazioni ambientaliste, si lavorerà per favorire la vitale cir-colazione dell’acqua e il risanamento delle coste. L’obiettivo è la fruibilità

e la valorizzazione degli specchi d’ac-qua. Termine dei lavori: 2015. Ora, il problema numero uno che accomuna i laghi è l’inquinamento e il degrado dovuto soprattutto allo stato di ab-bandono; anche se ognuno è caratte-rizzato da un problema specifico. Lucrino, il più piccolo, è ancora con-teso tra Stato e proprietari a suon di carte bollate. Intanto la superficie si restringe sempre di più e gli abusi sulle rive sono talmente evidenti che sono considerati tra le vergogne più grandi

del comprensorio flegreo. L’Averno è tra i più citati nei libri di storia e di letteratura da almeno ven ticinque se-coli. Ricordiamo che si attribuisce il nome ad una oscura e profonda vora-gine nelle sue vicinanze ed emanante vapori sulfurei, la quale, secondo la religione greca e poi romana, era un accesso all'Oltretomba, regno del dio Plutone. Anche il poeta Virgilio, nel sesto libro dell'Eneide, colloca vicino a tale lago l'ingresso mistico agli Infe-ri. Il nome Avernus etimologicamen-

te significa "senza uccelli" (a-ornos), poiché secondo la leggenda (il verso attribuito a Virgilio sarebbe apocrifo) gli uccelli che volavano sopra tale vo-ragine morivano a causa delle sue esa-lazioni sulfuree.Eppure, il lago è anche tra quelli più citati nelle intercettazioni e nelle carte al vaglio degli inquirenti che stanno indagando il clan dei casalesi; si ritie-ne che in locali sulle sponde del lago di Enea i superboss latitanti si incon-trassero per stabilire le loro strategie criminali. Il Fusaro, quello che se-condo gli esperti risulta essere il più inquinato (e dove si continuano ad allevare mitili), subisce continuamen-te furti di sabbia ed ospita sulle sue rive sia esempi di recupero e valoriz-zazione – come il complesso borboni-co con la Casina Vanvitelliana – e sia esempi eclatanti di abbandono come le Grotte dell’Acqua, oppure il Parco di Quarantena. Infine, il Miseno. A novembre, tanto per citare una delle ultime emergenze, in seguito a lavo-ri di rimozione di sabbia nei pressi di una delle due foci, ha iniziato a dif-fondersi una schiuma grigiastra sulle rive del lago. E, a inizio gennaio, dal-la pista ciclabile circumlacuale sono stati rubati pezzi della staccionata di legno…

Quei laghi da salvarecon i soldi dell’Europa

Pagine 4 e 5 a cura di Ciro Biondi

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Conosciuti o dimenticati, vicini e lon-tani, scomparsi o quasi. Nell’elenco delle acque “interne” flegree sono da includere anche altri specchi. Nel cra-tere degli Astroni, c’è il Lago Grande (1,5 ettari e una profondità media di 3,5 metri) e i due laghetti – in real-tà stagni – alimentati da acqua pio-vana, chiamati Cofaniello grande e Cofaniello piccolo. Anche le acque ap-partengono alla Riserva Naturale ge-stita dal Wwf e sono parte integrante dell’interessante e delicatissimo ecosi-stema. Ma, tra i laghi flegrei, dovrebbe essere annoverato, sia dal punto di vi-sta morfologico che dal punto di vista storico, anche il Lago Patria. Posto più a nord, nel territorio del comune di Giugliano, e al confine tra le provin-ce di Napoli e Caserta. Sulle sue rive sorgeva Liternum, colonia romana in cui visse gli ultimi anni della sua vita Scipione l’Africano. Adesso il lago ver-sa in una situazione disastrosa (anche se fa parte della Riserva Naturale Re-gionale “Foce Volturno, Costa di Lico-la e Lago Falciano”), mentre l’attigua

area archeologica è affidata alla Pro Loco Domitia. Infine, nell’elenco van-no inseriti due laghi scomparsi: Licola e Agnano. A Licola (la località prende il nome dalle follicole, le folaghe, uc-celli migratori che vivevano sul lago) i Borbone, come al Fusaro, avevano una casina di caccia. Il lago fu prosciuga-to nell’’800 e ora al suo posto c’è solo qualche acquitrino. Altro lago prosciu-gato nell’’800, era quello di Agnano; occupava gran parte dell’attuale conca. In realtà, il bacino non era antichis-simo, si formò intorno all’anno 1000, quando le acque termali e la pioggia si accumularono nella parte più bassa del cratere. Fu prosciugato perché, con il tempo, la macerazione della canapa nelle sue acque creava problemi per la presenza di zanzare e per i miasmi. Con la creazione di un canale sotterra-neo, che ancora oggi raggiunge la costa di Bagnoli, Agnano fu liberata dalle acque. Ma non del tutto. Vennero fuo-ri le sorgenti termali già conosciute dai Romani e ancora oggi utilizzate: un vanto dei Campi Flegrei.

E ce ne sono anche altri

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

Ricordi ed emozioni. At-traverso parole ed imma-

gini la comunità francescana di Pozzuoli ha ricordato la sua lunga storia. La sera del 13 gennaio, al santuario di san Gennaro alla Solfatara è stato presentato il libro di padre Sisto Ambrosino: “La presenza francescana laica-le a Pozzuoli nel ‘900”. Una piccola ma importantissima pubblicazione che ripercorre la storia dell’Ordine france-scano secolare e della Gio-ventù francescana puteolana. A presentare la serata è stato Gigi Di Fraia, attuale mini-stro alla presenza di familiari ed amici dei membri dell’Ofs e dei giovani della Gioventù

francescana. L’Ordine secolare fu istituito direttamente da san France-sco di Assisi ed è “costituito da cristiani che, per una voca-zione specifica, mediante una professione solenne, si impe-gnano a vivere il Vangelo alla maniera di san Francesco”. È formato quindi da laici che osservano una regola appro-vata dalla Chiesa. Alla serata hanno partecipato, oltre l’au-tore, padre Leonardo Izzo, ministro della Provincia di Napoli dei cappuccini, padre Camillo Martone, padre Ciro Polverino, padre Giuseppe Donelli, parroco del Santua-rio, e due sacerdoti della dio-cesi di Pozzuoli: don Nicola Rispoli (il quale fa parte della fraternità sacerdotale france-scana, anche se oggi il gruppo a Pozzuoli non è più attivo) e don Mario Russo, diretto-re della Pastorale giovanile diocesana. E dalle immagini proiettate durante la serata, e

contenute anche nel libro, è passata tutta la storia dei laici puteolani che hanno seguito un percorso di fede e di im-pegno sociale. Non sono mancati i momenti di commozione quando sono state ricordate le figure di al-cuni membri della comunità scomparsi negli ultimi anni. Le prime fotografie risalgono agli anni ’20 del 1900. Come ha scoperto padre Sisto (tra i monaci più anziani, vice-

parroco, bibliotecario e assi-stente dell’Ofs puteolano), i primi documenti che parlano dei laici al santuario risalgono al 1889, da qui si può de-durre che la costituzione del gruppo risale ad alcuni anni prima. «L’idea della pubbli-cazione del lavoro è nata per caso – ha spiegato Di Fraia – la Provincia dei cappuccini ci ha chiesto informazioni sulla data di fondazione dell’Or-dine terziario a san Gennaro.

Noi ovviamente l’abbiamo chiesto a padre Sisto. Il qua-le ci rispose: “vi farò sapere”. E poi ha iniziato a scrivere questo lavoro, che è anche uno spaccato della storia della città di Pozzuoli. Per esempio è documentato il periodo dif-ficilissimo del secondo bra-disismo». Ma la presenza dei francescani a Pozzuoli è anche una storia di impegno nella carità. Come si legge nella pubblicazione, è del 1985 la nascita della mensa dei pove-ri. Inizialmente allestita nel locale che adesso ospita la sala per la raccolta delle offerte. Racconta Gigi Di Fraia: «La mensa era frequentata da po-chi poveri del quartiere. Con l’afflusso in massa degli extra-comunitari i frati ritennero opportuno allestire una men-sa più grande insieme con al-tri servizi». Il libro, stampato in proprio, è disponibile al santuario di san Gennaro.

c. b.

Al santuario di san Gennaro alla Solfatara un libro e un incontro sulla presenza francescana laicale a Pozzuoli nel ‘900

L’Ordine degli amici di san FrancescoCon padre Sisto alla scoperta dell’impegno dei terziari in città. 27 anni di mensa dei poveri

Una cena per i poveri di Monterusciello con i giovani

I giovani della forania Pozzuoli 2 hanno intrapreso un cammino di fede comune, programmando incontri, scambio d’esperienze e aiuto reciproco per le attività parrocchiali e territoriali. Infatti, venerdì 27 gennaio sera è stata accolta la proposta di vivere insieme l’attività proposta dal gruppo giovani di Sant’Artema: una cena organizzata per le persone più disagiate e sole della comunità parrocchiale. Servire e mangiare con loro un menu offerto interamente dal gruppo giovani e preparato dai ragazzi che frequentano l’istituto alberghiero Petronio di Monterusciello. Una collaborazione anche con la Caritas e altri operatori parrocchiali che hanno sostenuto l’iniziativa e aiutato nei preparativi. Un’attività organizzata e voluta anche dai sacerdoti nel giorno dedicato alla ricorrenza del patrono sant’Artema, e che vorrebbero riproporre per le festività pasquali. “Educare alla vita buona del Vangelo” è il tema che hanno scelto di approfondire insieme i giovani della forania con i loro parroci e referenti, il documento cioè indicato dai vescovi italiani per gli orientamenti pastorali. Anche Benedetto XVI nel messaggio per la giornata della Pace, il 1°

gennaio 2012, si è rivolto in particolar modo ai giovani come «dono prezioso per la società», invitando loro a non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà. Dopo questi primi incontri, si coglie la positività, l’entusiasmo e la vitalità che spinge fortemente ciascun giovane a formarsi, lavorare insieme e cooperare al bene comune: ciò significa crescere integralmente come persone e vivere quella fraternità universale che corrisponde alla propria vocazione. Tutto questo ha come fondamento l’incontro vero con Gesù Cristo e la preziosa possibilità di sentirsi Chiesa, avendo «prospettive aperte sul mondo e occhi capaci di vedere cose nuove».

Irene Ioffredo

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

La Pastorale giovanile e la cittadinanza attivaA fine dicembre, nella parrocchia Gesù Divin Maestro di Quarto, i giovani della dio-cesi si sono incontrati col vescovo Pascarella per un momento di riflessione e pre-ghiera. Il tema attorno al quale cuori e menti si sono soffermate è stato “Radicati in Cristo… Pietre Vive”. Hanno riecheggiato immagini e impressioni dell’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù, Le difficoltà incontrate, affrontate e con-divise con semplici sorrisi, puntellate dai messaggi che Benedetto XVI ha affidato ai giovani alla GMG, costituiscono il senso e la strada che i giovani della diocesi di Pozzuoli percorreranno nei prossimi mesi. «Ripartite da Madrid e annunciate a tutti ciò che avete visto e udito. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri». Queste le parole del Papa che invitano e sollecitano ogni giovane ad es-sere “pietra viva” che edifica la Chiesa. Ed è proprio in questo solco che i giovani, nel corso della stessa serata, hanno consegnato al sindaco di Quarto la “lettera aperta” in cui sollecitano le istituzioni ad un dialogo aperto e continuato impegnandosi ad essere cittadini attivi. Quello della cittadinanza attiva, è stato un altro tema affron-tato nella serata, partendo dallo stimolo lanciato dal vescovo nella “Lettera aperta alla Città di Pozzuoli” dello scorso Natale 2010 e raccolto nella sinergia tra Pastorale giovanile e Progetto Policoro. Infine, sono stati presentati i diversi appuntamenti che segneranno il 2012, come ha evidenziato don Mario Russo, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale giovanile: «In quest’anno proveremo insieme ad interro-garci sul nostro discepolato. Lo faremo attraverso i corsi sull’affettività, i laboratori della fede, la Via Crucis diocesana, la Giornata diocesana della gioventù: tutto ci aiuterà a comprendere che il discepolo è colui che dice sempre ”sì, mi voglio fidare, decidi tu della mia vita”; è colui che prende senso, luce, identità dal Maestro» (su sdt on line l’articolo completo).

La segreteria della Pastorale giovanile

La giornata di studio in onore del professor Luigi Postiglio-

ne – organizzata a gennaio dal coordinamento regionale Meic a Portici nella sede della Facoltà di Agraria della “Federico II” – ha avuto come tema “Verso uno sviluppo umano sostenibile”. Vi hanno partecipato, insieme ad altri gruppi campani, rap-presentanti dei tre gruppi Meic della nostra diocesi. Il preside della Facoltà, Paolo Masi, ha ricordato le figure dei docen-ti Luigi Postiglione e Fabrizio Marziano (che furono entram-bi presidenti del locale gruppo Meic). Sono poi intervenuti il segretario nazionale della Fuci Davide Cilia e il presidente Fuci della Campania Mario Iannuz-ziello, che hanno sottolineato l’importanza della collaborazio-ne in atto, in ambito regionale e nazionale, fra Meic e Fuci. Il cardinale Renato Martino, pre-sidente emerito della “Pontificia commissione Iustitia et Pax”, nella sua relazione ”Modello di sviluppo sostenibile a vent’anni dalla conferenza di Rio de Ja-neiro” ha posto l’accento sulla

necessità di una sempre più dif-fusa conoscenza del magistero sociale della Chiesa, in partico-lare attraverso lo studio del testo del “Compendio della dottrina sociale della Chiesa”, tradotto in ben 44 lingue. La Santa Sede e gli organismi internazionali preposti convergono sin dalla conferenza di Rio del 1992 sul-la necessità di provvedimenti in difesa dell’ambiente. La Chiesa, perciò, è aperta agli studi che si stanno svolgendo in tutto il mondo, ai quali dà collaborazio-ne alla luce del messaggio evan-gelico. Tuttavia, ha proseguito, è stato necessario talvolta argi-nare la deriva dell’ecologismo radicale che minaccia con una visione catastrofica, di perdere di vista la realtà, in particolare per quanto riguarda la questione demografica. La Chiesa, invece, ha una visione realistica delle cose… Occorre perciò costruire un umanesimo integrale e soli-dale. Bisogna evitare provvedi-menti tampone o settoriali. E’ necessario un cambiamento di mentalità che coinvolga tutti a partire da noi stessi. Abbiamo

l’obbligo di consegnare integro l’ambiente alle generazioni futu-re, evitando il disastro ecologi-co. Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, ha detto, citando la “Populorum progressio”, che lo sviluppo è il nome nuovo della pace… Nella fase che stiamo vivendo è neces-sario rivitalizzare il terzo settore che, oltre allo Stato e al privato, possa rispondere meglio ai mol-teplici bisogni… Luigi Fusco Girard, docente di Economia ambientale alla “Federico II”, ha detto che la cultura è una risorsa fondamentale per lo sviluppo. Ha citato il caso di alcune città europee che, valorizzando la di-mensione culturale e il patrimo-nio artistico e naturale, si sono avviate sulla strada dello svilup-po umano sostenibile… Occor-re inoltre, risparmiare, riciclare, riutilizzare: da tali sinergie può nascere una nuova base econo-mica… In tale contesto assu-mono importanza l’economia solidale e la cooperazione, che possono diventare importan-ti come motori trainanti dello sviluppo. Occorre in particolare

sempre più valorizzare il terzo settore. Il presidente Meic della Campania, Oscar Bobbio, con-cludendo, ha sottolineato l’ina-deguatezza dell’attuale modello di sviluppo che non vuole mi-surarsi con le risorse ambientali. Occorre, ha detto, una genera-

le riflessione sulla necessità di passare dalla cultura dell’avere a quella dell’essere. A tal riguardo, ha aggiunto, suscitano speranza i movimenti che chiedono i ne-cessari cambiamenti. (l’articolo completo su sdt on line).

Eugenio d’Accardi

La sfida della Chiesa per lo sviluppo umano sostenibileIl Meic: “Dalla cultura dell’avere a quella dell’essere”

febbraio 2012

Domenica 5 febbraio. Marcia diocesana per la Vita a Soccavo, presieduta dal vescovo.

Nel prossimo numero di sdt, servizio sull’iniziativa e sul quartiere della zona occidentale di Napoli

Ufficio per le celebrazioni liturgiche presiedute dal vescovo Santa Messa, benedizione e imposizione delle CeneriConcattedrale S. Paolo a Monterusciello – mercoledì 22 febbraio, ore 18.30

Per abbonarsi a Proposta EducativaContattare il Mieac Pozzuoli (3386205062 - [email protected])Abbonamento annuale (3 numeri quadrimestrali, a partire dall'inserimento nel sistema informatico Mieac): euro 25 (entro il 15 febbraio euro 10)

Agenda diocesana di febbraio

Ufficio per il diaconato permanente e i ministeriIncontro di formazione. Sala Laurentiana – martedì 7, ore 19.15Scuola di formazione teologicaIncontri: Bagnoli, ore 17.30 – Pozzuoli, ore 18.30Azione cattolica diocesanaIncontro con educatori e responsabili parrocchialiMugnano del Cardinale (AV) – sabato 4Incontro del Mieac Parrocchia Buon Pastore a Fuorigrotta – domenica 19, ore 16Esercizi spirituali unitari – venerdì 24 – domenica 26 Oasi S. Maria - Visciano (Nola) – venerdì 24 a domenica 26Capitolo CattedraleSanta messa capitolare – chiesa S. Giuseppe a PozzuoliVenerdì 9, ore 9.30Ritiro di Quaresima per il CleroAuditorium Seminario a Pozzuoli – venerdì 24 febbraio, ore 9.45Centro diocesano vocazioni e servizio per i ministrantiGiornata di spiritualità e orientamento vocazionaleVillaggio del Fanciullo a Pozzuoli – domenica 26 febbraio, ore 10

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DENTRO LA DIOCESI SEGNI DEI TEMPI

Sono 28 i giovani selezio-nati per il Servizio Civile

Nazionale e che il 10 genna-io hanno incontrato il vesco-vo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella. Con loro don Fernando Carannante, vicario episcopale alla Carità, il diacono Gabriele Aliberti, responsabile del Servizio civi-le per la diocesi e Denisia De Crescenzo, coordinatrice del progetto. È stato un momen-to di riflessione sulle parole di papa Benedetto XVI, in occasione della Giornata della Pace del 1° gennaio e sul dono del servizio. I ragazzi, in servi-zio da inizio gennaio, saranno al fianco dei deboli: minori, anziani, disabili, immigrati. I volontari si sono presentati uno ad uno. «Avendo accetta-to di svolgere il vostro servizio alla Caritas – ha detto il vesco-vo ai giovani presenti – avete anche accettato di vivere nello stile della nostra Caritas. Per noi il dono è una parola ricor-rente. Tutta la vita di Gesù è un dono. E il culmine del suo Amore è sulla Croce. Anche

noi siamo chiamati a fare della nostra vita una proesistenza, cioè metterci al servizio degli altri. E noi, più grandi, dob-biamo aiutare voi giovani a donare se stessi. Il Servizio ci-vile è un’opportunità che vi è offerta per mettere a frutto il vostro cuore e i vostri talenti. Vi invito a non sprecare que-sta occasione e di esercitarvi a donare a quelle persone che Dio mette sulla vostra strada». Infine il vescovo, dopo aver ricordato le figure della beata

Madre Teresa di Calcutta e di san Francesco d’Assisi, ha esortato i ragazzi a non arren-dersi davanti alla crisi econo-mica: «Non bisogna perdere la speranza. I Campi Flegrei hanno tante difficoltà ma sono anche un luogo con tante op-portunità. I giovani devono rimboccarsi le maniche. Sen-titevi come in famiglia, e cre-scete nell’amicizia tra di voi». I ragazzi avranno occasione di conoscere anche il Proget-to Policoro, voluto dalla Cei

per stimolare la crescita nelle regioni svantaggiate. «Mo-menti di incontro con il ve-scovo sono importanti e belli – ha ricordato don Fernando Carannante – ce ne saranno altri e nei momenti di formazione ci saranno occasioni per conosce-re le Lettere del vesco-vo. È necessario essere educati al dono di sé, ma si tratta di una cosa che deve partire da dentro. Non può

essere trasmesso da altri. Biso-gna cogliere la ricchezza nella fragilità delle persone e, come faceva Gesù, avere compassio-ne». «I ragazzi – ha detto il diacono Aliberti – seguiranno le indicazioni della Caritas e delle leggi che disciplinano il Servizio civile. Al momento della selezione hanno dimo-strato di conoscere il progetto per cui si erano candidati e hanno ricevuto i complimenti della commissione. Le diffi-coltà sono tantissime ma con l’aiuto del Signore le superere-mo. Ognuno di loro conosce il proprio compito e la desti-nazione. Spetta ai responsabili dei centri in cui andranno ad operare fare capire loro cosa significa essere volontario».

c.b.

Un’esperienza di vitaL’identikit dei giovani del Servizio civile della Caritas diocesana di Pozzuoli. Ragazza (solo 7 maschi su 28). Età media 25 anni. Proveniente dai Campi Flegrei. Laureato o laureando in facoltà umanistiche. Con esperienze di volontariato in ambito sia laico che religioso. È questa una prima descrizione per conoscere il nuovo gruppo dei giovani del Servizio civile. Il progetto della Caritas prevede l’impegno dei ragazzi in cinque centri: l’Istituto “Corsaro” delle Piccole Missionarie Eucaristiche a Bagnoli, il Progetto Integra e il Poliambulatorio “San Giuseppe Moscati” al Centro San Marco di Pozzuoli, la Casa Famiglia Oikos a Soccavo e l’associazione Pro Handicap di Bacoli. «Quest’anno – ha spiegato Denisia De Crescenzo, coordinatrice generale del pro-getto – sarà un momento di crescita per tutti loro, ma anche per noi responsabili che stiamo vivendo l’esperienza con questi ragazzi. Il consiglio che voglio dare è di offrire sempre il massimo. Perché solo così è possibile imparare da questa esperien-za di vita. Bisogna essere predisposti a cogliere tutto, anche il più piccolo dettaglio: tutto può far parte del bagaglio di conoscenze. Spesso, dopo aver compiuto oltre il proprio dovere, non ci saranno né ringraziamenti né riconoscimenti, ma devono an-dare comunque avanti perché è in questo modo che ci si dona agli altri». Curiosità: del gruppo fanno parte anche due ragazze che provengono da fuori regione. Maria Rita Lomuto, 23 anni, viene da Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. È laure-ata in comunicazione pubblicitaria a Perugia. Ha avuto esperienze di volontariato nell’oratorio dei salesiani del suo paese. «Ho voluto fare questa esperienza – raccon-ta – in una realtà completamente diversa. Non conoscevo Pozzuoli e Napoli. Adesso ho molto da imparare». Antonella Menga, 27 è di Foggia. Studentessa fuorisede in medicina veterinaria all’Università Federico II. È stata volontaria in una casa famiglia e ha partecipato ad alcuni progetti della Caritas in Puglia.

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Un aiuto

progetti di vitaper costruire

Progetto realizzato con i fondi protocollo di intesa fondazioni bancarie e volontariato.

Tel. 081.868.71.62 - Cell.339.47.85.870Sito internet: www.prohandicap.itE-mail: [email protected]

per informazioni: ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO “PRO HANDICAP”Sede: via Miseno, 8 (interno Villa comunale) – 80070 Bacoli (NA)

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Associazione Pro Handicap - Associazione Una Speranza - Cooperativa Sociale Ifocs

30 11Presentazione risultati del progetto "Un aiuto per costruire progetti di vita"

Mercoledì 29 febbraio 2012, ore 10 a 12Auditorium Centro S. MarcoVia Roma, 50 - Pozzuoli (NA)

Incontro presieduto da don Fernando Carannante, vicario episcopale per la carità della diocesi di Pozzuoli

immagini

emozioni

Ventotto volontari da gennaio alla Caritas diocesana di Pozzuoli; l’opportunità del coinvolgimento nel Progetto Policoro

Il Servizio civile dono per i giovaniIl vescovo ha esortato i ragazzi a non arrendersi alla crisi economica: la risorsa Campi Flegrei

CARITAS INFORMA

Rete Solidale FlegreaIncontro di tutte le organizzazioni socio assistenziali dei Campi Flegreisul tema “Diverse disabilità”Centro S. Marco a Pozzuoligiovedì 23 febbraio, ore 17.00Per info: tel. 081.8530626

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

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Udienza Pontificia - Pellegrinaggio a RomaMercoledì 15 febbraio 2012

L'Ufficio diocesano per il Turismo e lo Sport, su incarico del vescovo, monsignor Genna-ro Pascarella, ha organizzato un pellegrinaggio a Roma per l'udienza del Santo Padre.

L'importanza e la valenza ecclesiale di questa iniziativa risiedono nel desiderio di voler esprimere al Santo Padre il ringraziamento della Chiesa di Pozzuoli per aver in-viato il suo delegato, il Cardinale De Giorgi, in occasione della conclusione dell'anno paolino diocesano, e nel recarsi come pellegrini alla tomba dell'Apostolo delle genti.Sul sito www.diocesipozzuoli.org le notizie per aderire all’iniziativa.

Programma

Ore 8.30 - Arrivo al parcheggio Gregorio VII da dove si proseguirà a piedi per Piazza San Pietro.

Partecipazione all’udienza del Santo Padre Benedetto XVI.

Pranzo libero.

Ore 17.00 - Celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, al Santuario del Divino Amore.

Sistemazione in pullman e rientro previsto in tarda serata.

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CULTURA SEGNI DEI TEMPI

Donare come scelta di im-pegno civile e sociale. È

il primo insegnamento che le associazioni di donatori di sangue vogliono trasmettere. Gennaro Carotenuto è un ex operaio dell’Italsider di Ba-gnoli. Nella fabbrica ha co-nosciuto la durezza del lavo-ro ma anche tanta solidarietà concreta. «Sono donatore di sangue da quaranta anni – rac-conta Carotenuto, residente a Fuorigrotta e presidente della Fidas della Campania – mi sono sempre sentito portato a stare accanto al prossimo, al di là del colore della pelle e delle idee. Quando c’è stato bisogno ho sempre risposto presente». La sua è una lunga militanza tra varie associazioni di donatori; ma negli ultimi anni sono cambiate diverse cose. «Mi rendo conto – dice - che la società in cui viviamo oggi richiede un impegno an-cora più grande. Innanzitut-to, bisogna far capire che è importante donare. I giovani, ad esempio, non sono educa-ti alla solidarietà. È necessario

coinvolgerli perché è essenzia-le il ricambio generazionale: quello che è stato costruito in questi anni da tante asso-ciazioni di donatori è un pa-trimonio incommensurabile che corre il rischio di essere vanificato. E in Campania sia-mo in ritardo: nel meridione d’Italia ci sono tante eccezioni positive, ma la nostra regione deve puntare molto di più sui giovani». Donare sangue ser-ve. L’emergenza è continua. Il fabbisogno cresce anno dopo anno anche grazie a nuove cure che richiedono l’apporto di ulteriore sangue ai pazienti.

«La donazione non è un gesto eroico – ricorda Ciro Noce-rino, portavoce del gruppo spontaneo delle Ferrovie dello Stato affiliato alla Fidas – ma un gesto di civiltà. Certi valori che si professano come la so-lidarietà, il mutuo soccorso, devono poi essere calati nella realtà che ci circonda». Non mancano le difficoltà: «noi volontari vorremmo però un sostegno in più – spiega No-cerino - per esempio maggiore attenzione per il donatore che si trova, spesso, a non essere accolto bene quando arriva in ospedale». In Campania nuo-

ve norme hanno trasformato il sistema della donazione del sangue. Il risultato: da una lato maggiore trasparenza e selezione delle associazioni. Dall’altro molti piccoli, ma radicati gruppi di donatori, sono scomparsi. Le associa-zioni che possono chiedere l’iscrizione nel Registro regio-nale dei volontari donatori di sangue devono avere un nu-mero minimo di iscritti (800 donatori attivi, cioè coloro i quali donano almeno una volta in due anni e effettuare almeno 600 donazioni all’an-no). Per questi motivi alcuni gruppi si sono federati a so-

dalizi più grossi come la Fidas oppure l’Avis, la Croce Rossa e Fratres. In questo modo si raggiungono i numeri neces-sari per sottoscrivere le con-venzioni con gli ospedali e si ottengono i contributi (alcune realtà associative aspettano ancora quelli del 2009) che servono a sostenere le attività di sensibilizzazione. La Fidas è convenzionata con l’ospedale San Paolo e tra le sue federate ci sono dipendenti di grosse aziende come l’Anm (il cui gruppo di donatori con sede a Fuorigrotta conserva il vecchio nome di Atan) e della Sepsa.

Ciro Biondi

La storia. C’è chi è donatore per aiutare gli altri e chi parla di gesto di civiltà. Ma in Campania l’emergenza è continua

Un patto di sangue per la solidarietàNuove norme per le trasfusioni e maggiore trasparenza e selezione delle associazioni

Le associazioni e i giovani

L’Aido è l’associazione nazionale che si occupa della sensibilizzazione alla donazione degli organi. «Non sempre è semplice far capire che diventare donatore è importante – spiega Giancarlo Tegazzini, responsabile dell’Aido di Pozzuoli - Molti giovani non sono sensibili al problema, altri, per ragioni pseudoreligiose credono che il corpo debba essere integro per poter andare nell’aldilà. La Campania che fino a poco tempo fa era tra le prime regioni per numero di donatori, ora è superata da molte altre. È necessario continuare a sostenere le azioni di sensibilizzazione alla donazione. Noi effettuiamo incon-tri nelle scuole, soprattutto le superiori, mentre le raccolte proseguono per le emoteche mobili nei luoghi più frequentati come le parrocchie e i mercati rionali e, allo stesso momento, consigliamo di effettuare le donazioni diretta-mente negli ospedali e negli ambulatori delle rispettive Asl». Come fare per arrivare ai giovani? Come far conoscere il mondo della donazione? Sono le domande che si sono poste l’Aido e l’Avis di Pozzuoli che, insieme all’associa-zione Angeli Flegrei, hanno proposto al territorio un progetto di animazione e sensibilizzazione con azioni di impatto sociale direttamente indirizzate ai gio-vani. L’obiettivo è insegnare l’importanza della donazione, prevenire le malat-tie infettive e le dipendenze. Dal progetto nasce anche il sito giovaniinformati.it una vetrina delle offerte di enti pubblici e associazioni dei servizi offerti alla cittadinanza. Una delle missioni dell’Aido è anche la sensibilizzazione delle donne per il recupero del cordone ombelicale dei neonati. Viene prelevato al momento del parto, anche quello cesareo. Successivamente la sacca (entro 36 ore) è trasportata alla Banca del Sangue dentro appositi contenitori che assicurino l’integrità e la purezza. Il cordone - che altrimenti sarebbe solo un rifiuto speciale - è intriso di sangue ricco di cellule staminali. Si tratta di cellule che, opportunamente trattate, aiutano a dare speranza a tante malattie.

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CHI PUÒ DONARE? Età tra 18 e 60 anni, peso non inferiore ai 50 kg, pulsazioni tra 50 e 100 battiti al minuto (anche con frequenza inferiore per chi pratica allenamenti sportivi intensi); pressione arteriosa sistolica tra 110 e 180 ml di mercurio e diastolica tra 60 e 100 ml di mer-curio; stato di salute buono. La valutazione per l'idoneità si effet-tua al servizio trasfusionale o su un’unità di raccolta e prevede colloquio con il medico, valutazione delle condizioni generali di salute e acquisizione del consenso alla donazione.

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IDEE & PROGETTI

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SEGNI DEI TEMPI

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CULTURA

Si sono chiusi alla scuola media statale “Diaz” di

Monterusciello i festeggia-menti per i 150 anni dell’U-nità d’Italia. Il 20 gennaio una tavola rotonda promossa dal museo storico della stessa “Diaz” ha dato l’opportunità, ad insegnanti e operatori cul-turali, di discutere sugli eventi che hanno caratterizzato le celebrazioni per l’Unità e di provare a fare luce su una se-rie di questioni storiche locali, riguardanti il Risorgimento, e non ancora risolte del tutto. Al dibattito, moderato dal giornalista Gennaro D’Orio, sono intervenuti il preside della storica scuola “Diaz” Antonio Caggiano, il gior-nalista e scrittore Mario Sir-pettino, il responsabile della Biblioteca Civica “Artigliere” di Pozzuoli Luigi Zeno, il funzionario della Biblioteca Angelo Miranda e il docente e giornalista Gaetano Lombar-di. Proprio quest’ultimo ha fatto definitivamente chiarez-za sulla lettera che il 5 aprile del 1876 Giuseppe Garibaldi

inviò al sindaco di Pozzuoli, in cui chiedeva l’interessamen-to del Comune per prendere in affitto una casa per la sua famiglia. La richiesta dell’E-roe dei Due Mondi è ben nota agli studiosi flegrei. Fu lo storico Raimondo Annec-chino a pubblicarla ma, come si è potuto appurare, con un errore di non di poco conto. Annecchino riporta, infatti, che Garibaldi voleva abitare a Baia, che all’epoca era una

frazione di Pozzuoli (solo nel 1919 ci sarà l’autonomia di Bacoli con la nascita del Co-mune, di cui Baia sarà frazio-ne). La lettera originale fu do-nata dal comune di Pozzuoli al Museo del Risorgimento di Roma. Per decenni gli studio-si hanno continuato a ritenere valido quanto scrisse Annec-chino. Nel 1998 una copia anastatica della lettera ritorna a Pozzuoli. E sorgono i primi dubbi. A segnalare la questio-

ne al professor Lombardi è Carlo Volpe, dipendente co-munale e studioso di storia locale. È evidente l’errore. Da un’attenta analisi della grafia si evince che il generale in-tendesse chiedere una “casetta sulla sponda del mare” non “della vostra Baia”, ma “della vostra baia”. Una differenza notevole. Insomma, Garibal-di intendeva venire a Pozzuoli e non a Baia. Probabilmente il generale ebbe modo di am-

mirare il golfo – la baia – di Pozzuoli da lontano, quando, qualche anno prima, soggior-nò ad Ischia. Lombardi è riuscito a rico-struire anche la successiva corrispondenza tra il sinda-co e il generale. A Roma ha trovato altre due lettere che Garibaldi inviò a Pozzuoli. La seconda chiedeva al sindaco e alla giunta comunale di non impegnarsi più per trovare la casa perché era riuscito a tro-varne una. E, infine, un’altra missiva annunciava al sindaco che non sarebbe più venu-to a Pozzuoli perché i suoi programmi erano cambiati. Durante la serata alla scuo-la “Diaz” è stata ricordata la figura di Domenico Goglia, garibaldino che partecipò alla spedizione dei Mille. Alla fine sono state illustrate le attività della Biblioteca civica pute-olana che in questi mesi ha ospitato una mostra dedicata all’Unità, organizzata dai di-pendenti, con l’aiuto di stu-diosi locali.

c.b.

Al Pitagora la letteratura è un giocoParte in questi giorni la seconda edizione di “La Pagina che non c’era”, concorso nazionale di scrittura per gli alunni del triennio degli istituti della scuola secondaria di II grado, organizzato dall’istituto “Pitagora” di Pozzuoli. L’intento del concorso, come si rileva dal bando, è «proporre agli studenti nuovi esercizi che riescano ad avvicinarli al mondo della lettura e della scrittura “à contrainte”, per abituarli da un lato a una scrittura regolamen-tata da consegne precise (simile a quella delle prove previste per l’esame di Stato) e stimolare dall’altro la loro creatività”. L’esperimento non sarà fine a se stesso. E’ finalizzato ad avere una ricaduta pratica sulla didattica dell’italiano in quanto sarà accompagnato da riflessioni teoriche e da dibattiti sulle diverse possibilità di educazione linguistica allo scopo di elaborare nuo-ve metodologie di insegnamento.La felice esperienza vissuta lo scorso anno curata dalle docenti Raffaella Bosso, Diana Romagnoli e Maria Laura Vanorio, coor-dinate dal preside Cesare Fournier, e che portò al coinvolgimento

di numerosi allievi del Pitagora con due studentesse ad entrare nella rosa delle finaliste e di diversi licei napoletani, ha costituito la base per l’allestimento dell’edizione di quest’anno. Ampliato il campo di partecipazione non solo con l’adesione di istituti del territorio flegreo e napoletano ma anche di licei di Bologna e della Sicilia. Il “Pitagora”, inoltre, ospiterà gli autori le cui opere sono in concorso: Andrej Longo, autore di “Lu campo di girasoli”, Marco Malvaldi, autore di “La briscola in cinque”, Antonio Scurati, autore di “La seconda mezza-notte”, e Viola Di Grado, autrice di “Settanta acrilico trenta lana”. I giovani provenienti da fuori Napoli saranno ospitati dagli allievi del “Pitagora”.Il concorso battezzato “Festival della letteratura” godrà del patrocinio del Comune di Napoli, del Comune di Pozzuoli, dell’Azienda di cura soggiorno e turismo di Pozzuoli e della Pro Loco di Pozzuoli. I concorrenti dopo aver letto le opere in concorso dovranno redigere una pagina a piacere che deve idealmente inserirsi in una delle opere scelte. Saranno gli stessi autori, componenti della commissione giudicatrice, a scegliere i vincitori tra coloro che meglio avranno saputo interpretare nella proposta stile e trama dell’opera.

giemme

Manifestazione conclusiva per i 150 anni dell’Unità alla “Diaz” di Monterusciello: tavola rotonda come “lezione” di storia

Garibaldi e la casetta di PozzuoliSvelato il giallo della lettera che il generale scrisse al Comune. Ricordata la figura di Goglia

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SPORT

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Partecipare alle prossime Olimpiadi di Londra, que-

sto l’obiettivo di Lucio Spada-ro, nuotatore puteolano, lau-reatosi campione italiano nei 50 m stile libero agli ‘assoluti’ svoltisi in dicembre a Riccio-ne. Nell’occasione, la giovane promessa cresciuta nello Spor-ting Club Flegreo, ha stabili-to il record personale 22’20” sulla distanza e messo in fila la staffetta azzurra (Dotto, Orsi, Rolla e Bocchia) che a Stetti-no, in Polonia, pochi giorni prima aveva conquistato l’oro. La premessa per dare il signi-ficato e la portata dell’impresa di Spadaro che già da qualche stagione era divenuto atleta di interesse nazionale, ma poi nei momenti cruciali si era

visto preferire altri. Il titolo vinto a Riccione, tra l’altro nella gara a lui più congeniale, gli ha consentito di prendere coscienza definitiva dei suoi grandi mezzi e soprattutto di inviare un messaggio impor-tante ai tecnici-selezionatori della nazionale e ai suoi diretti antagonisti in vista delle con-vocazioni per Londra.Non sarà facile staccare il bi-glietto per l’Inghilterra. Due soli i posti a disposizione e due mesi o poco più per fare il tempo limite e prendersi di diritto la partecipazione. Ottorino Altieri, fondatore della realtà “Flegreo” a Mon-terusciello e allenatore di Lu-cio Spadaro da 13 anni, frena gli entusiasmi. «Per Londra ci sono solo due posti disponi-bili per partecipare alla gara dei 50m sl, la gara di Lucio. Ci si può arrivare dalla porta principale realizzando il tem-po limite, oppure attraverso la staffetta. Noi – dice Ottorino, che lo segue con costanza – cercheremo di entrarci di di-ritto. Non sarà facile. Ci vor-

rà grande impegno in questi mesi, superare qualche pigri-zia e battere una concorrenza agguerritissima».Il ventunenne nuotatore, che nel suo palmares ha la vittoria alle ultime Universiadi cinesi di agosto, oltre a diversi titoli giovanili, ha raggiunto sul fini-re del 2011 anche una stabilità occupazionale. È entrato nella polizia di Stato rispondendo all’annuale concorso, per cui i suoi impegni si moltiplica-no, ma soprattutto dovrà la-vorare sodo per essere sempre all’altezza delle aspettative. Si allena mediamente cinque ore al giorno con tre ore in vasca tutti i giorni e due ore in pa-lestra per quattro volte la set-timana. Periodicamente deve rispondere ai collegiali della polizia a Roma. Nei prossimi giorni parteciperà ad un col-legiale a Tenerife, in Spagna, in cui sarà accompagnato dal suo “mentore”, Ottorino Al-fieri, per essere pronto per le preselezioni di marzo. «Si deciderà tutto tra maggio e giugno – sintetizza il tecnico

-. Lucio ha grandi margini di miglioramento, l’importante è non farsi assillare dal tempo. Ci mancano tre decimi per Londra. Proveremo a limarli,

ma senza nessuno assillo. Con la serenità e con il lavoro che ci ha accompagnati fino ad oggi».

Giuseppe Moio

Un puteolano a Londra… La “missione possibile” di LucioIl neopoliziotto Spadaro è campione dei 50 stile libero

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Virginia

La Libreria Dehoniana

SEGNI DEI TEMPI

Csi di nuovo in campo per il Trofeo di Carnevale di Calcio a cinque. La manifestazione riservata alle categorie Under 10 (199), Under 12 (199) ed Under 14 (199) si svolgerà a Quarto presso la struttura della parrocchia Divino Maestro a cavallo dell’ultimo mar-tedì grasso di febbraio. Le iscrizioni sono già aperte presso la sede o inviando una mail a: [email protected]. La manifestazione avrà valore anche per partecipare alle fasi successive dell’Oratorio Cup.

Straputeoli. Studenti in… pista. L’iniziativa varata lo scorso anno dall’Istituto “Guido Tassinari” con il supporto tecnico del Csi Pozzuoli vivrà quest’anno la seconda edizione. Il pieno successo dell’esordio permetterà di trovare ulteriori aggiustamenti e miglioramenti alla manifestazione che riuscì a coinvolgere centinaia di ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori di Pozzuoli. Si correrà domenica 6 maggio su un percorso modificato e più interessante sia per le cate-gorie agonistiche che per gli amatori. L’iniziativa godrà tra l’altro del patrocinio del Comune di Pozzuoli, dell’Azienda di cura soggiorno e turismo flegrea e della Pro Loco Pozzuoli.

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TAM TAM

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Percorsi alternativi per migliorare la qualità del-

la vita dei malati di tumore. Supporto psicologico e tanta amicizia. Il reparto oncologia dell’Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli or-ganizza incontri extraospeda-lieri per le donne colpite da neoplasia mammaria, il can-cro più diffuso. Almeno tre incontri in un anno. Se si par-tecipa da esterno agli eventi, si è spiazzati: si tratta di un incontro conviviale tra ami-che oppure di una riunione di un’associazione femminista? Niente di tutto questo: sono momenti in cui ci si scambia idee e si conoscono le persone che hanno sconfitto – o stan-no sconfiggendo – definitiva-mente il male. Tutto all’inse-gna del sorriso e dell’amicizia. Ad organizzarli è la dottoressa Agata Pisano, primario del re-parto di oncologia. L’ultimo incontro, poco prima di Na-tale, a Villa di Livia a Pozzuo-li. «La neoplasia mammaria è il cancro più diffuso – spiega la dottoressa Pisano – ma se

c’è una diagnosi precoce, si riesce a sconfiggere nell’85-90% dei casi. Ecco perché è importante la prevenzione. Per noi è fondamentale ren-dere migliore la qualità di vita delle donne già colpite. Le donne che soffrono di questa malattia hanno un problema anche dal punto di vista della loro femminilità: per questi motivi noi consigliamo per-corsi che vanno dalla cosmesi allo shiatsu, dal supporto psi-cologico alla riabilitazione fi-sica. Si tratta di contributi im-portanti che si aggiungono al ruolo fondamentale del trat-tamento medico: salvaguar-dare la propria femminilità e ritrovare la propria immagine può essere decisivo per vin-cere il male. C‘è da dire che questo tipo di cancro colpisce anche gli uomini, anche se in percentuali bassissime. Gli eventi che organizziamo sono aperti a tutti i pazienti e ai loro familiari. Lo scopo di in-contri come questi è quello di “umanizzare” la medicina. Per questo vogliamo che l’evento

si tenga in un luogo gradevole e diverso dall’ospedale». Negli incontri della dotto-ressa Pisano – a cui partecipa

anche il personale parame-dico - si canta e si balla, si parla in maniera ironica della malattia. L’inno dell’ultimo

incontro? “Il cielo d’Irlanda” di Fiorella Mannoia. Una canzone cantata in coro a cui sono seguiti balli e applausi. Ma dietro tutto c’è la deter-minazione di sconfiggere il cancro e la speranza che viene trasmessa dai volti sorridenti delle persone che ce l’anno fatta. Il reparto oncologia di Poz-zuoli è formato da cinque donne medico. La struttu-ra conta circa 4500 accessi nel 2011. Oltre all’attività di reparto effettua le viste di ambulatorio e il day hospi-tal. Numerosi pazienti arri-vano da fuori dal territorio di competenza dell’Asl Na 2 e da fuori la provincia di Napoli. Questo perché negli ultimi anni è nata una stretta collaborazione e stima che i medici di Pozzuoli, sono riu-sciti a stringere con l’Istituto Europeo Oncologico e l’Isti-tuto dei Tumori di Milano. Il reparto di oncologia è uno dei vanti dell’ospedale della Schiana.

Ciro Biondi

Asl Napoli 2, iniziativa al Santa Maria delle Grazie: incontri extraospedalieri per le donne colpite da neoplasia mammaria

Sconfiggere il cancro con un sorrisoAiuto psicologico, riabilitazione fisica ma anche cosmesi e shiatsu per recuperare la femminilità

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Diocesi di Pozzuoli

Scuola di formazione all’impegno sociale e politico

Forum L’impegno dei cattolici in politica

Presiede: mons. Gennaro Pascarella Vescovo di Pozzuoli

Intervengono: dr.ssa Lucia Fronza Crepaz Corresponsabile Umanità Nuova del Movimento dei Focolari

prof. Luca Diotallevi Docente Sociologia – Università Roma Tre

Lunedì 20 febbraio 2012, ore 18.00

Auditorium Seminario Via Campi Flegrei, 12Pozzuoli (NA)

Per info: tel. 081.5261204 – [email protected]

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