FDSmag #1 2014

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ANNO 1 - N.1/2014 WORLD WIDE WEB La cyber peer education p. 4 IL FUMO I modelli che imitiamo p. 12 ALCOLICI Bere per..? p. 18 2014

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Il magazine del Festival della Salute. Il Festival raccontato da alcuni dei ragazzi dell'Istituto Tecnico Commerciale Carlo Piaggia di Viareggio.

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NO

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N.1

/201

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WORLD WIDE WEBLa cyber peer education

p. 4

IL FUMOI modelli che imitiamo

p. 12

ALCOLICIBere per..?

p. 18

2014

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Annuale di salute, attualità e cultura realizzato in collaborazione con alcuni studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Carlo Piaggia”

Immagine di copertina:la location del Festival della Salute

DA UN’IDEA DICarlo Amabile

I RAGAZZI

Matteo AlaimoGioca calciogli piace molto ascoltare musica

Filippo Da PratoAppassionato di skateboarding

Giovanni Salvatore ElefantePratica corsaascolta musica Rap

Silvia FurforiPratica arti marziali e nuotoappassionata di balli caraibici

Silvia Marinela DinuPratica pallavolo a livello agonistico,si interessa di musica e ama molto leggere

Valentina SimoniniLe piace molto disegnareappassionata di tatuaggi e rock

PROGETTO GRAFICOFabiana Bergami

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SOMMARIO

Cyber Peer Education 4

I rischi della tecnologia 6

Il potere della pubblicità 8

Il primo bacio 10

Si è consapevoli dei rischi che comporta il fumo ? 12

Il peperoncino & la salute 14

L’omofobia 16

Io non la bevo, E tu ? 18

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Dal 25 al 28 settembre si svolge a Viareggio il Festival della Salute, uno dei più grandi appuntamenti in Italia per discutere di sanità e benessere. Oggi abbiamo partecipato ad un incontro sulla Cyber Peer Education, a cura dello psicologo Matteo Toscano per una navigazione sicura in rete.

L’incontro ha trattato inizialmente la differenza tra immigrati digitali e nativi digitali, ovvero la differenza tra la vecchia e la nuova generazione. La prima, in quanto estra-nea all’uso della rete, si deve adattare e quindi immigrare, mentre l’altra, essendo nata nell’era digitale ha più facilità nell’utilizzo e nella conoscenza di Internet.Nelle tante opportunità che la rete ci offre, possiamo anche incombere in rischi e peri-coli, che possono essere riassunti in tre grandi categorie: Cyber-bullismo, furto di iden-tità digitale e adescamento online. Ed è qui che nasce la Cyber Peer Education, ovvero avere la consapevolezza di questi rischi e di conseguenza tenere un comportamento adeguato alla navigazione.Uno dei primi pericoli con la quale gli adolescenti vengono a contatto è il Cyber-bul-lismo, dove l’aggressore cerca di screditare, umiliare e distruggere l’immagine della vittima attraverso i social network. Lo psicologo ha fatto capire ai ragazzi attraverso documenti e filmati che il Cyber-bullo non è solo chi interagisce direttamente con il malcapitato, ma anche chi supporta questo tipo di comportamento e se ne fa gioco. In-fatti, in molti casi i ragazzi non hanno la consapevolezza di nuocere nei confronti della persona interessata pur agendo in modo indiretto o quasi.

CYBER PEER EDUCATION

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Un'altra piaga della rete è la facilità con la quale una qualsiasi persona possa accede-re ai nostri dati personali. Inoltre, per chi ha una dimestichezza informatica elevata è possibile che con pochi click si appropri di informazioni sensibili altrui (codice del conto in banca, indirizzo, eccetera …), in questo caso si parla di furto d’identità di-gitale.L’ultimo pericolo trattato dallo psicologo è quello dell’adescamento online, ovve-ro quando, generalmente uomini di età superiore ai trenta anni si fingono inizial-mente adolescenti per instaurare una sor-

ta di rapporto di fiducia con la vittima, per poi svelare la propria identità solo quando ritengono che questo non abbia ricadute sul legame creatosi precedentemente. Una volta che si è assicurato di non correre rischi, l’adescatore propone un incontro all’adolescente, che è inconsapevole delle reali intenzioni dell’adulto.

In conclusione il dottor Toscano ha spro-nato i ragazzi alla comunicazione recipro-ca e a quella con gli adulti, a non tenersi le cose per se stessi, a non vergognarsi nel chiedere aiuto e, in casi di attacchi sul web, di documentare il tutto per poi rivol-gersi alle autorità o semplicemente a asso-ciazioni specializzate che possono aiutar-ci a uscire dalla spiacevole situazione. È importante avere la consapevolezza di ciò che carichiamo in rete e di ciò che scrivia-mo e, soprattutto, tener sempre a mente che la socializzazione virtuale non deve mai sostituire quella reale.

Filippo Da Prato, 4SIAGiovanni Salvatore Elefante, 4SIA

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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Il giorno 25 settembre 2014, presso la sala congressi del Festival della Salute, si è tenuta una conferenza riguardo il rapporto umano con le nuove tecnologie, rischi e potenzia-lità della rete.Il relatore, Emanuele Palagi, membro dell’associazione “Non la Bevo”, ha illustrato quelle che sono le caratteristiche dei social network per sensibilizzare grandi e piccoli alla sicurezza informatica.

I RISCHI DELLA TECNOLOGIA

Fin da piccolissimi siamo abituati a interagire con la tecnologia, e inconsapevoli, ci ritroviamo in un sistema chiuso. Infatti navigando, lasciamo traccia di ogni singola operazione eseguita e, grazie ai cookies, le pubblicità strumentalizzano gli utenti, pilo-tandoli nelle loro scelte quotidiane. Ciò si ripercuote anche nelle communities, esempio tangibile è il caso di Facebook, che utilizza i “Mi piace” per studiare i gusti, la moda e le tendenze degli individui, che ignari si inclinano al conformismo.Ogni informazione trasmessa in rete, può essere opinabile, poiché falla la certezza delle fonti, prive di controlli.

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Un problema rilevante, è quello delle chat, in cui risulta sempre più semplice cambia-re identità, attraverso nickname e foto che traggono in inganno persone di qualsiasi età. È sempre consigliabile, infatti, parlare in rete con chi si conosce realmente, di cui si ha l’estrema attendibilità perché ogni vi-deo, foto, status, commento rimane online per sempre. Non bisogna pensare che can-cellando la fonte del file questo si elimini automaticamente dal web, poiché durante la sua permanenza in rete possono essersi verificati download da altri utenti.

Un’altra questione di spessore è il così det-to “Effetto Alone”, secondo cui persone di successo pubblicizzano un prodotto che, immediatamente dopo, acquisirà impor-tanza e fama, nonostante la possibile scar-sa qualità.Oggigiorno si tende ad acquistare un pro-dotto, non in base al materiale e all’utilità dello stesso, piuttosto per il marchio o per il livello di diffusione sul mercato.

Altra conseguenza del suddetto effet-to, è la possibile dipendenza dalla

rete, che si ramifica in vari costi-tuenti, quali videogames, por-

nografia e gioco d’azzardo, che “rapiscono” il cervello facendogli produrre l’or-mone dell’attaccamento. Essendo quindi a cono-scenza degli eventuali pe-ricoli, è consigliato un uso moderato e responsabile di Internet.

Matteo Alaimo, 4SIASilvia Furfori, 4SIA

Valentina Simonini, 5BM

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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Oggi, venerdì 26 settembre si è svolta a Viareggio la seconda giornata del Festival della Salute. Abbiamo partecipato a “Ti piace vincere facile? I pericoli del gioco d’azzardo”, diretto dal Dottor Emanuele Palagi, psicologo, sessuologo e psicoterapeuta.

IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ

Palagi, coinvolgendo i ragazzi è riuscito a far capire quanto spesso il nostro cervello viene colpito da informazioni esterne senza accorgersene. Ha mostrato quante volte veniamo a contatto con dipendenze più o meno pericolose e di come nel tempo è cam-biata la visione di queste, basti pensare alle sigarette e all’alcool, oggi utilizzate dai teenagers come strumenti per sentirsi più adulti. Ha dimostrato, attraverso domande mirate agli alunni e vari esempi di pubblicità ingannevoli, la facilità con cui il nostro cervello viene condizionato: un personaggio famoso ripreso in una scena di vita quoti-diana come radersi la barba, non dovrebbe suscitarci alcun interesse, ma quando appa-re un nostro idolo sullo schermo, automaticamente abbiamo la sensazione che la marca promossa sia la scelta giusta per noi, inconsapevolmente.

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Ma questo non è l’unico sistema per elu-derci, infatti, molte multinazionali utiliz-zano sistemi di marketing che nemmeno conosciamo, come il marketing olfattivo, usato per esempio nei supermercati dif-fondendo nell’ambiente l’odore del pane, che ci induce ad una sensazione di benes-sere e tranquillità, essendo il pane un bene che usiamo ogni giorno.

Non siete convinti? Un altro modo per sti-molare i nostri acquisti possiamo trovarlo in un mercato a tutti noi conosciuto, che evitiamo di citare, dove viene usata una struttura per l’edificio che ha proprio le sembianze di un labirinto: il cliente, quan-do si troverà spaesato non sapendo in che direzione dirigersi, dovrà mettere in atto un comportamento che lo tranquillizzi, che, dentro un mercato, può essere solo quello di comprare, ed è lì che i proprieta-ri metteranno i loro prodotti meno costosi, per non far indugiare l’acquirente e farlo cadere nella trappola.

Ma la vera truffa sta nel mondo del gio-co d’azzardo, dove tutto è creato solo ed esclusivamente per portarci a giocare sem-pre di più, un esempio lampante sono le slot machines: create in modo da farci rice-vere una piccola vincita iniziale che ci farà pensare di trovarci in un momento di for-tuna e quindi ci spingerà a giocare di nuo-vo. Mano a mano che inseriamo monete, le vincite saranno sempre più rare, fino ad arrivare al punto che il giocatore, quando smette di giocare, si ritroverà in tasca una somma che è solo una piccola percentuale di quanto speso, che però per lui rappre-senterà comunque una vincita.Prestando attenzione ci possiamo accorge-re che, in qualsiasi casinò o sala giochi, non sono presenti orologi e nemmeno finestre o qualsiasi altro elemento che possa farci

capire il passare del tempo, siamo quindi immersi totalmente nel gioco. In fine, il dottore ha mostrato i guadagni dello sta-to sul gioco d’azzardo: anche se in questi ultimi anni questo settore ha avuto una crescita di guadagni veramente elevata, le imposte da pagare sono sempre le stesse.

Quindi l’unica cosa da fare è non gioca-re, dato che rappresenterebbe in qualsiasi modo una perdita e in certi casi una di-pendenza patologica più difficile da com-battere di qualsiasi altra.

Filippo Da Prato, 4SIAGiovanni Salvatore Elefante, 4SIA

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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L’incontro “Il mio primo bacio” si è tenuto nella Sala della Salute dalle ore 09.30 alle 10.30, organizzata da Grandi Cristina (ostetrica), Claudia Tani (assistente sociale) e Va-lentina Bergamini (psicologa).

IL PRIMO BACIO

Durante la riunione con i ragazzi si doveva trattare il tema del primo bacio introdot-to solo come la piccola parte di un tema più ampio, successivamente, l’orizzonte del dibattito si è soffermato su problemi oggettivamente di poca importanza che messi insieme creano il bang della situazione attuale, l’invasione tecnologica.

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Si è visto come può risultare im-portante il modo di vestirsi per apparire al meglio e come i ragazzi sono invogliati a nascondersi dietro a uno schermo, per acquisire quel coraggio mancan-te ad affrontare la per-sona amata esprimen-do le proprie emozioni.

I ragazzi della classe 2A della Scuola Media Ugo Guidi di Forte dei Marmi, sono stati molto disponibili a intervenire sui diversi argomenti che a primo impatto potrebbero risultare molto imbarazzanti come può essere il tema dell’amore e della sessualità molto forti per ragazzi di un’età non pienamente adolescenziale.

Come ovvio non si sono risparmiate le ri-satine, i commenti e rispetto alla doman-da: “Cosa fate quando siete di fronte al ragazzo/a che vi piace?” le dichiarazioni come quella di Gianmaria: “Io passo all’at-tacco!”.

La riunione si è conclusa nelle migliore dei modi, lasciando i ragazzi con un breve video riassuntivo e molto divertente che riesce a trasmettere il tema dell’amore.

Le organizzatrici, che hanno saputo tenere alto l’umore e il divertimento dei ragazzi senza annoiare con inutili discorsi.

Dinu Silvia Marinela, 5BM

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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“Il fumo viene venduto come stile di vita” è quanto ha affermato Antonio Palla duran-te la conferenza nella Sala della Salute del Principe di Piemonte.Il relatore ha spiegato come il gesto di fumare sia collegato all’immagine del vincente, reso noto dallo sport e in particolar modo dal cinema, come dimostrano alcuni dati: 967 milioni di fumatori al mondo, di cui 11,3 milioni si trovano in Italia, con una percentua-le del 25,4% di fumatori uomini contro il 18,9% di donne.Ma quando e soprattutto perché si comincia a fumare?

SI È CONSAPEVOLI DEI RISCHI CHE COMPORTA IL FUMO ?

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Si inizia a fumare sempre più giovani, gli anni a rischio sono quelli delle fasce 15-17 e 18-20, perché è un comportamento condiviso, fumano gli amici, i genitori, si fuma per “fare colpo”, per “sentirsi grandi” ma anche perché “ho prova-to e mi piace”.

Nonostante il piacere scaturito da questo vizio, l’abitudine al fumo è molto dannosa poiché si tratta di un’aerosol di 7000 sostanze diverse e canceroge-ne, tossiche o citotossiche.Si tratta quindi di veleni che vengono sprigionati con la combustione del tabacco e ina-lati attraverso il “tiro” come per esempio il monossido di carbonio che riduce l’ossidazione del sangue.

Una tra queste sostanze dannose, la Nico-tina è sicuramente interessante: si assorbe facilmente, entra nel circolo sanguigno in modo molto veloce e da qui impiega 10 secondi per arrivare al cervello, che si mo-difica.Questo elemento agisce anche sulle vie nervose: chi fuma infatti, ha sensazioni piacevoli e positive e nel corso del tempo, per continuare a provarle, è necessario au-mentarne la dose.

Si parla quindi di tolleranza e di dipen-denza. Per associazione, possiamo quindi dire che la Nicotina è una vera e propria droga, che ha effetti psicoattivi e causa danni a tutti gli organi e apparati. Viene eliminata però in modo rapido: in 2 ore il fegato dimezza la quantità di questa so-stanza nel sangue, per cui smettere di fu-mare è salutare a qualsiasi età.

Valentina Simonini 5BM

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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Oggi 27 settembre 2014 si è tenuto il Festival della Salute al Centro Congressi Principe di Piemonte organizzato dal Club Italiano del Peperoncino.Al palco della salute alcuni dottori, tra cui Stefania Bambini, biologa e nutrizionista, Giuliano de Carolis, Luca Lunardini, urologo e sessuologo, Oberdam Parodi, cardio-logo, Lucia Tanganelli, oncologa, Paolo Volpi, architetto, hanno illustrato gli effetti del peperoncino sulla nostra salute.

IL PEPERONCINO & LA SALUTE

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Il peperoncino contiene diverse vitami-ne tra cui la vitamina A, E, C, carotenoi-di, metacarotene, potassio, ferro,selenio, manganese, polifenoli e capsaicina, che hanno molteplici funzioni. Esse sono utili per i neuro muscoli, per la formazione di emoglobina e soprattutto il peperoncino è un importane antiossidante che quindi combatte i radicali liberi e diminuisce il depositamento del colesterolo cattivo nel-le vene.

Come il Professor Oberdan Parodi ha af-fermato il peperoncino stimola la produ-zione di ossido nitrico che protegge i vasi sanguini rallentandone l’invecchiamento ed ha anche proprietà antitrombotiche. Inoltre ha una funzione dilatatrice dei vasi e abbassa la pressione arteriosa.

Successivamente la dottoressa Tanganelli ha sottolineato l’importanza degli effetti antiossidanti che consentono il suo utiliz-zo nella cura dei tumori, facendo morire le cellule tumorali e nella cura dell’ulcera.

Il dottor Luca Lunardini ha concentrato l’attenzione sul sistema urogenitale: il pe-peroncino ha una funzione vaso dilatatri-ce agendo come il viagra quindi dà una mano nel rapporto di coppia. Se il suo uti-lizzo è troppo può portare a un eccessivo abbassamento della pressione e della fre-quenza cardiaca.

In conclusione il peperoncino ha molti ef-fetti benefici sulla nostra salute tanto che gli Incas lo chiamavano “il cibo degli Dei”.

È necessario precisare un aspetto negativo del convegno: i dottori presenti utilizzava-no un linguaggio elevato che quindi non era accessibile a tutti.

Dinu Silvia Marinela, 5BM

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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Terza giornata del Festival della Salute, la psicologa Chiara Dalle Luche insieme a Mas-simo Lavaggi, membri del Consultorio Transgenere di Torre del Lago, hanno affron-tato l’argomento dell’omofobia e della transfobia, con i ragazzi delle scuole superiori. Spiegando la differenza che caratterizza l’orientamento sessuale (cosa mi piace?) e l’i-dentità di genere (chi sono?).Chiarendo le diverse entità sessuali: omosessuale, eterosessuale, bisessuale, transes-suale e transgender.

L’OMOFOBIA

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Le maggior parte del cambiamento è bio-logico e una persona non può essere in-fluenzata sulla propria identità di genere.

Poichè occorre un percorso mentale oltre che fisico il consultorio mette a disposi-zione delle persone interessate psicologi e psichiatri per questa transizione, inoltre, grazie all’appoggio dell’Ospedale Cisanello di Pisa è possibile ricorrere a cure ormona-li e chirurgiche, infine viene effettuata la legalizzazione.

In questo percorso viene valutato anche l’aspetto dei pregiudizi come l’omofobia, ma in realtà che cos’è?

«L’omofobia è un insieme di emozioni e senti-menti come ansia, disgusto, avversione, paura e disagio che gli eterosessuali provano in ma-niera conscia o inconscia nei confronti di gay e lesbiche.»

Hudson e Rickets, 1980

Questa associazione organizza vari incon-tri proprio per combattere gli stereotipi e l’omofobia fin da ragazzi.

Silvia Furfori 4siaAlaimo Matteo 4sia

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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Il Festival della Salute ha avuto grande successo come dimostrato dal grande numero di visitatori curiosi, interessati e affascinati dagli argomenti affrontati nei dibattiti e nelle varie attività, in particolar modo lo stand del Comitato Non La Bevo, ha avuto grande trionfo.

IO NON LA BEVO, E TU ?

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Nato sette anni fa dall’unione di più as-sociazioni tra cui AUSL e SERT, si occupa di sensibilizzare, attraverso vari progetti, i giovani in relazione all’uso e l’abuso di al-cool e sostanze stupefacenti e di rompere il topos del “bere per divertirsi”.

Il presidente, Emanuele Palagi, ha illustra-to il progetto Ricreazione in via d’estinzione che consiste nel testare il grado di lucidità dei giovani nei luoghi inclini allo sballo, attraverso occhiali che misurano l’alcole-mia e il simulatore di guida in stato d’eb-brezza.

Un ulteriore progetto da loro proposto è stato il Festival Analcolico, che ha coinvolto bar e pub di Viareggio e dintorni, invitan-doli alla creazione di nuovi cocktails anal-colici.

La loro iniziativa include anche la parte-cipazione di alcuni comuni della Versilia, che vengono impiegati in eventi per la pre-venzione di incidenti stradali; in merito, si sono dedicati anche ad una raccolta firme per l’Omicidio Stradale, avendo successo.Vengono spesi più di trecento milioni di euro in bevande alcoliche e solo un milio-ne in prevenzione.

Grazie ad associazioni di questo tipo, in Italia, i morti a causa di incidenti stradali sono diminuiti, nonostante ci sia un au-mento del consumo di superalcolici che avvicina il nostro paese a quello anglosas-sone.

Purtroppo, anche a causa dell’etica del de-naro, si tende a vendere alcolici anche ai piccoli, adolescenti e minorenni, infran-gendo la legge e mettendo a rischio la si-curezza.

Dinu Silvia Marinela, 5BMSimonini Valentina, 5BM

Istituto Tecnico Commerciale“Carlo Piaggia”

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