Farsi in quattro n 2 gennaio 2010

8
1 NOTIZIE A CURA DEL P ARTITO DEMOCRATICO DELLA ZONA 4 N EL DISCORSO di Sant’Ambro- gio – pronunciato davanti a tutte le autorità cittadine — l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi ha sferzato le isti- tuzioni parlando delle occasioni man- cate, dello smarrimento di quel “soli- darismo ambrosiano” caratteristico della città. E, davanti a quel sindaco che per magnificare i risultati e gli obiettivi fu- turi della sua giunta ha fatto stampare e spedire a casa dei milanesi 750.000 copie di un opuscolo costato quasi 300.000 euro, si interroga: «Non abbia- mo la sensazione che si punti alla co- struzione di campagne di immagine, na- scondendo la consistenza reale dei problemi? Chi è chiamato a operare per gli altri deve mettere al centro delle pro- prie attenzioni i problemi delle persone e risolverli». L’Arcivescovo chiede più solidarietà, difende i poveri, torna a parlare di crisi economica, del lavoro che manca o che è precario per i giovani. Il cardinale sot- tolinea che c’è una Milano generosa e solidale col prossimo. Ringrazia la Chie- sa, il volontariato, quelli che chiama «angeli della quotidianità». Ci pare che quasi li contrapponga alle mancanze de- gli amministratori: «Senza di loro la città sarebbe sicuramente più difficile». Ed è di questo che vogliamo parlare, per far conoscere realtà concrete che da anni operano sul territorio della Zona 4, come il Centro di Ascolto della Caritas. Che la crisi ha colpito, e ancora colpisce, sono stati tra i primi ad accorgersi: al loro sportello nel 2009 si sono rivolte 140 persone in più rispetto al 2008! Raccogliamo quindi il loro invito e lo rivolgiamo ai nostri lettori per vedere se esistono opportunità di lavoro sul territorio, nei servizi alle persone, tra le officine artigiane o le piccole impre- se, tra chi cerca personale, o badanti, o collaboratrici familiari, e non sa che rivolgendosi a questo servizio può tro- vare una risposta alle sue necessità fa- cendo incontrare offerta e domanda di lavoro. © Claudio De Biaggi CRISI ECONOMICA E SOLIDARIETÀ progetto, quando necessario e compati- bilmente con le risorse messe a dispo- sizione dalla comunità, vengono offerti anche degli aiuti concreti per tempi li- “…non dare per carità ciò che è dovuto per giustizia” IL CENTRO DI ASCOLTO CARITAS (continua alla pagina seguente) I CENTRI DI ASCOLTO sono realtà promosse dalle Parrocchie della Dio- cesi di Milano dove le persone in diffi- coltà possono incontrare dei volontari preparati per ascoltarle e accompagnarle nella ricerca di soluzioni ai propri pro- blemi. Valutata la situazione gli operatori cercano di definire con la persona ascol- tata un progetto di aiuto specifico, so- stenibile e rispettoso delle potenzialità e della dignità di ciascuno evitando ogni assistenzialismo. Nell’ambito di questo Operai in sciopero all’INNSE di via Rubattino. Farsi in Farsi in 4 4 PER ZONA Q UATTRO [email protected] N. 2 gennaio 2010

Transcript of Farsi in quattro n 2 gennaio 2010

Page 1: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

1

NOTIZIE A CURA DEL PARTITO DEMOCRATICO DELLA ZONA 4

NEL DISCORSO di Sant’Ambro-gio – pronunciato davanti a tutte

le autorità cittadine — l’arcivescovoDionigi Tettamanzi ha sferzato le isti-tuzioni parlando delle occasioni man-cate, dello smarrimento di quel “soli-darismo ambrosiano” caratteristico dellacittà. E, davanti a quel sindaco che permagnificare i risultati e gli obiettivi fu-turi della sua giunta ha fatto stamparee spedire a casa dei milanesi 750.000copie di un opuscolo costato quasi300.000 euro, si interroga: «Non abbia-mo la sensazione che si punti alla co-struzione di campagne di immagine, na-scondendo la consistenza reale deiproblemi? Chi è chiamato a operare pergli altri deve mettere al centro delle pro-prie attenzioni i problemi delle personee risolverli». L’Arcivescovo chiede più solidarietà,difende i poveri, torna a parlare di crisieconomica, del lavoro che manca o cheè precario per i giovani. Il cardinale sot-tolinea che c’è una Milano generosa esolidale col prossimo. Ringrazia la Chie-sa, il volontariato, quelli che chiama«angeli della quotidianità». Ci pare chequasi li contrapponga alle mancanze de-gli amministratori: «Senza di loro la cittàsarebbe sicuramente più difficile».

Ed è di questo che vogliamo parlare, perfar conoscere realtà concrete che da annioperano sul territorio della Zona 4, comeil Centro di Ascolto della Caritas. Chela crisi ha colpito, e ancora colpisce,sono stati tra i primi ad accorgersi: alloro sportello nel 2009 si sono rivolte140 persone in più rispetto al 2008!Raccogliamo quindi il loro invito e lorivolgiamo ai nostri lettori per vedere

se esistono opportunità di lavoro sulterritorio, nei servizi alle persone, trale officine artigiane o le piccole impre-se, tra chi cerca personale, o badanti,o collaboratrici familiari, e non sa cherivolgendosi a questo servizio può tro-vare una risposta alle sue necessità fa-cendo incontrare offerta e domanda dilavoro.

© Claudio De Biaggi

CRISI ECONOMICA E SOLIDARIETÀ

progetto, quando necessario e compati-bilmente con le risorse messe a dispo-sizione dalla comunità, vengono offertianche degli aiuti concreti per tempi li-

“…non dare per carità ciò che è dovuto per giustizia”IL CENTRO DI ASCOLTO CARITAS

(continua alla pagina seguente)

ICENTRI DI ASCOLTO sono realtàpromosse dalle Parrocchie della Dio-

cesi di Milano dove le persone in diffi-coltà possono incontrare dei volontaripreparati per ascoltarle e accompagnarlenella ricerca di soluzioni ai propri pro-

blemi. Valutata la situazione gli operatoricercano di definire con la persona ascol-tata un progetto di aiuto specifico, so-stenibile e rispettoso delle potenzialitàe della dignità di ciascuno evitando ogniassistenzialismo. Nell’ambito di questo

Operai in sciopero all’INNSE di via Rubattino.

FarsiinFarsiin44PER ZONA [email protected]

N. 2gennaio 2010

Page 2: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

2

mitati. In ogni caso viene garantitaun’azione di orientamento e accompa-gnamento ai servizi e alle risorse del ter-ritorio.La nascita dei primi Centri di Ascoltonella Diocesi di Milano risale alla secon-da metà degli anni settanta. Il Convegno“Farsi prossimo” nel 1985 e il Sinodo,dieci anni dopo, hanno contribuito a con-solidare e accreditare, non solo in ambitoecclesiale, l’esperienza dei Centri diascolto favorendone la crescita numericae qualitativa. Oggi sul territorio dellaDiocesi operano 290 Centri di ascoltocollegati alla Caritas Ambrosiana.I Centri di ascolto sono ambiti attraversoi quali la comunità vive concretamentela dimensione dell’attenzione solidalenei confronti di chi si trova in una si-tuazione difficile. L’attività di un Centro

di Ascolto non si esaurisce nella rela-zione con le persone incontrate. Implicaun’interazione con il territorio finaliz-zata a individuare le possibili risposteai bisogni delle persone incontrate. Sol-lecita una comunicazione con la comu-nità tesa a renderla più consapevole ecorresponsabile nei confronti delle per-sone in povertà che vengono accolte.L’efficacia di un Centro di Ascolto nonsi misura nel numero delle situazioni“risolte” ma nell’apporto fornito allacostruzione di una comunità capace dicondividere i bisogni per restituire di-gnità alle persone indipendentementedalla loro provenienza o dallo stato incui si trovano.Nel territorio della vecchia Zona 13 èpresente un Centro di Ascolto con duesportelli: presso la Parrocchia S. Gal-dino in Via Salomone (aperto il lunedìmattina dalle ore 10,00 alle 12,00), e

presso la Parrocchia B.V. Addoloratadi Viale Ungheria (lunedì pomeriggiodalle ore 15,00 alle 17,00).Le povertà riscontrate sono prevalente-mente quelle personali, famigliari, cul-turali ed economiche conseguenti orasoprattutto alla perdita del lavoro da par-te di uno o più membri della famiglia:per esse si cercano soluzioni in riunionidi équipe settimanali, dopo aver ascoltatola persona e fatto con lei una prima va-lutazione, senza creare eccessive aspet-tative, lavorando “in rete” con i Servizipubblici, il volontariato e i privati sen-sibili.Le persone che prestano gratuitamentela loro opera nei Centri di Ascolto Ca-ritas sono volontari, motivati ed unitidallo “stile Caritas” della quale condi-vidono l’obiettivo “…non dare per ca-rità ciò che è dovuto per giustizia”.

© Luciana Dolci

CENTRO DI ASCOLTO CARITAS

LA SCUOLA DI VIA RAVENNA,un test per il futuro

DOPO I TAGLI ai fondi e alle risorse,ci mancava anche il tetto di 30 per

cento di alunni stranieri per classe, e lenostre scuole di periferia rischiavano dichiudere. Per fortuna Gelmini ci ha ri-pensato e il tetto colpirà solo i bambininon nati in Italia. Nella scuola di via Ra-venna, al limite sud della città dove ilCorvetto guarda verso Chiaravalle, sei sudieci alunni sono figli di immigrati, controuna media milanese di due su dieci. L’an-no scorso al primo anno si erano iscritti41 stranieri e 2 italiani. Ma va detto chequesti bambini sono in gran parte nati inItalia – ed è assurdo che dobbiamo ancorachiamarli immigrati. Di più, gli studentipiù bravi e motivati sono spesso di fami-glia cinese o egiziana, o comunque pro-venienti da famiglie che credono nel va-lore culturale e sociale della scuola. Sonovalori sempre meno sentiti dai genitoriitaliani, che vedono i figli grandi disoc-cupati anche col diploma. Per loro la scuo-la è un parcheggio, per gli immigrati unascommessa su un futuro migliore.Per l’integrazione e l’uguaglianza deibambini il governo Prodi aveva istituitola figura del facilitatore linguistico, oraquasi estinta dopo i colpi inferti alla scuolapubblica dalla ministra Moratti e le maz-zate finali della Gelmini. Di queste figureci sarebbe ancora estremo bisogno, percolmare il vuoto dovuto a condizioni so-ciali critiche: una difficoltà di partenzache riguarda bambini italiani e stranieriin percentuali analoghe. La più grave ipo-teca sul successo scolastico è la prove-

nienza da un ambiente di analfabeti, inprecarie condizioni abitative ed econo-miche. Questo problema riguarda, peresempio, i Rom e i bambini italiani di re-cente immigrazione dal sud, un flussoche è ricominciato al Corvetto negli ultimianni. La zona, una volta operaia, ora èun conglomerato mal definibile, di casepopolari abbandonate all’incuria e alladiffusa illegalità. Ma le istituzioni rico-noscono ora solo l’handicap psicofisico,il cui sostegno è comunque ridotto ai mi-nimi termini. Si tratta di ben altro che tirare a campare;qui è in gioco la nostra idea di democrazia.Proprio qui, nelle scuole di via Ravennae via Martinengo, è nato il progetto in-terculturale, ci racconta il prof. Ambrosi,che ne è stato promotore. A partire da ini-

ziative semplici, come l’introduzione deimenu etnici e la celebrazione delle festetradizionali, il progetto apriva la mentealla complessità della vita cittadina e dellesue varie culture, in un clima di reciprocorispetto. I bambini stranieri si sentivanoaccolti e riconosciuti dalla collettività, ibambini italiani arricchivano le loro co-noscenze e apprendevano le regole fon-damentali della civile convivenza. Qual-cuno si ricorderà la festa del capodannocinese 2003, con il grande drago in piazzaDuomo, partita dall’iniziativa di questescuole; in quell’occasione i bambini fu-rono i protagonisti di un evento culturaleimportante, in cui cibo, tradizioni e ritierano la rappresentazione molto concretae viva del contesto articolato in cui vivia-mo. Ma il Comune tagliò i finanziamentie lasciò soli bambini e docenti.Dopo la chiusura della vicina scuola divia Quaranta – araba e non coranica, ci-

La scuola di via Ravenna dove è nato il progetto interculturale

(continua alla pagina seguente)

Page 3: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

3

tando Chiara Saraceno – la scuola di viaRavenna aperse un corso facoltativo diarabo, due ore settimanali per 20-30bambini. Quando lo si è dovuto chiudereper il taglio dei fondi, è arrivato perso-

nalmente a scuola il rappresentante diun consolato che si è offerto di finan-ziarlo. Un segnale anche questo di ap-prezzamento per l’intelligente e corag-gioso lavoro degli insegnanti di viaRavenna, rivolto alla comprensione re-ciproca, alla crescita civile e allo svi-

luppo culturale di una zona difficile co-me il Corvetto. Vorremmo che le istitu-zioni preposte fossero altrettanto sensi-bili a questo importantissimo bacino diprova del nostro futuro di milanesi e ita-liani.

© Anna Kemeny

LA SCUOLA DI VIA RAVENNA, UN TEST...

PER COMBATTERE il fenomeno del-l’immigrazione clandestina, è stato

trovato un sistema molto semplice. Glistranieri senza documenti vengono fattisalire su un autobus dell’ATM (in gergodenominato Stranamore dal format TV)con grate sui vetri e porte blindate, e por-tati in Questura da parte di un Nucleo Tu-tela del Trasporto Pubblico (NTTP) isti-tuito all’interno della Polizia Municipalee composto da 29 figure (dette Puma).Detto così sembra la sceneggiatura scrittadi Aldo, Giovanni e Giacomo, ma è la let-terale formazione di un’idea tanto fortequanto stupida. A questa struttura NTTPl’attuale governo cittadino ha assegnatola medaglia d’oro indicata come “Am-brogino d’oro”, massima benemerenzacivica della città di Milano. Compagni discelta sono tra gli altri : Marina Berlusconi,e l’islamico moderato Asfa Mohmoudsponsorizzato dal Pdl. Non si è voluto ri-cordare la grande Alda Merini o gli operaidell’INSE, né Teresa Strada, ma tant’è.L’ombra di LUI (novello Don Giovanni)alla Moratti deve sempre essere presentecome perenne “convitato di pietra”.

Il nostro buon Amir, per fortuna sua, eraapprodato in America lasciando in Af-ghanistan suo fratello Hassan maestronel cacciare gli aquiloni. A Milano avreb-be superato il dazio e sarebbe stato predadei Puma. Ma è civiltà questa ? E pensare

che noi del Partito Democratico vorrem-mo dare a questi nostri ospiti cercati egraditi non solo la nostra ospitalità maanche il diritto ad un permesso di sog-giorno provvisorio di un anno per la ri-cerca o l’offerta di un lavoro. Poi il dirittoal voto ovvio per chi è soggetto fiscale equindi cittadino a tutti gli effetti.“Dice che era un bell’uomo e veniva dalmare, parlava un’altra lingua, però sapevaamare.” © Giorgio Malinverni

Il gazebo: Democratici fra la gente

Il bus della vergogna...

... premiato con l’«Ambrogino d’oro»

SABATO 9 GENNAIO, ore 9,30 ilcielo è grigio l’aria umida ma per

fortuna non piove, almeno per ora, l’ap-puntamento è in viale Ungheria davantial supermercato Standa.Per ora siamo solo in due: io e MarcoPazzini. Più tardi ci raggiungeranno altrivolenterosi; tra gli altri a dare maggiorspessore ci saranno Emma Colomboconsigliere PD in zona 4 e Marco Cor-mio consigliere comunale PD.Mentre montiamo il gazebo una signorasi avvicina e domanda: “Chi siete? Cosafate?” Rispondiamo: “Siamo del PartitoDemocratico signora, siamo qui per rac-cogliere firme a sostegno di una inizia-tiva già partita mesi or sono in viale Un-gheria, ad opera di alcuni residentivolenterosi riunitosi per ora sotto il nomeprovvisorio di “Amici del quartiere Bon-fadini/Ungheria”, per la riapertura del

parcheggio pubblico di via Salomonechiuso dal 31 agosto 2009 e poi per chie-dere l’apertura di un nuovo collegamentoATM tra Rogoredo-Santa Giulia e viaBonfadini-Ungheria con l’attivazionedi una nuova linea di bus (88).Il fine è quello di unire sempre più questidue grandi quartieri.La signora: “Ah… allora ci sto! Bravidove devo firmare?” Comincia così lanostra mattinata che ci porterà a racco-gliere più di un centinaio di firme in po-che ore.Ma la cosa più importante è stata staretra la gente, dialogare con i passanti;beccarsi anche qualche improperio mava bene così; il Partito Democratico que-sto deve fare: stare tra la gente per lagente, essere forza propositiva e alter-nativa per risolvere i piccoli/grandi pro-blemi del quartiere, portare le nostre pro-

poste a contatto diretto con i cittadini;e questo dovrà essere la nostra direttricenel divenire per essere sempre più radi-cati e presenti nel territorio.Questo è il momento, infatti, di usciredal palazzo, scendere in strada e dialo-gare, facendo cioè l’opposto di quelloche sta facendo l’attuale amministrazio-ne comunale la quale, con il Sindaco intesta, governa e cerca di risolvere i pro-blemi della città riunendosi non in con-siglio comunale, luogo preposto alla di-scussione e risoluzione dei problemi,ma bensì nei salotti bene disquisendoqui, tra un salatino e un aperitivo, di po-litica e sulle cose da fare elaborando,probabilmente solo con la pancia, poli-tiche non proprio di alto livello, vedi adesempio il nuovo arruffato PGT del ter-ritorio in discussione in questo momentoper restare all’attualità.Concludo auspicando di essere qui a rac-contare un’altra bella giornata.

© Enrico Mattioli

L’autobus che non avremmo mai voluto vedere per le vie di Milano con i Puma al lavoro.

Page 4: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

4

ADESSO che il Circolo Corvetto delPartito Democratico ha finalmente

una sede, resa piacevolmente vivibiledall’attività generosa di alcuni soci, ilpensiero torna grato a chi ci ha salvatodalla depressione di sentirci “senza fissadimora”: i locali dell’ARCI Corvetto. Anche se impegnanti nella ristruttura-zione – a singhiozzo, in attesa dei finan-ziamenti – i locali dell’ARCI ci sonostati più volte confortevole rifugio per

allegri festeggiamenti mangerecci e perriunioni volanti. A metà novembre si so-no inaugurati, a lavori ormai finiti, igrandi spazi luminosi, gli arredi, i pavi-menti e i servizi nuovi di zecca. Questo è un luogo di accoglienza, dovegli immigrati possono trovare il sostegnotecnico-giuridico per affrontare l’arcignacittà e le sue regole. Mi ricordo con ri-spetto e simpatia di aver visto una serasu un muro i manifesti a grandi caratteri

del corso di italiano per stranieri.Però la nota prevalente è quella di unluogo di aggregazione allegro, cultural-mente significativo, finalmente fuoridalle grinfie dello stile-TV. Aleggia ilricordo delle canzoni di Ivan Della Mea,che per anni è stato direttore burbero egeniale di questo circolo. Ci si può ce-nare ascoltando jazz, fare dello sport,giocare a carte, seguire corsi di musicae di ballo. Da gennaio partirà un corsodi fotografia analogica e digitale.Il giardino e il pergolato promettono inestate piacevoli serate all’aperto, nelprofumo di fragole e nespole. Abbiamovisto anche violette spontanee quando,in primavera, ci hanno ospitati per unodei vari giri di “primarie” celebrati inquesto luogo.Basta superare una facciata d’ingressosevera, conforme al vecchio uso di fab-brica, per trovarsi in un ambiente sereno,dove i soci possono prenotare una cenaper un gran numero di amici, o fare duechiacchiere bevendo un caffé. http://www.arcicorvetto.com/Benvenutial CorvettoVia Oglio 21 - 20139, Milano (MI), te-lefono 02/5694840

© Anna Kemeny

Una storica ARCI, tutta rinnovata

Piazza Corvetto è il primo impattocon la città per chi arrivi da sud. Se

non la sorvola rombando in curva sul-l’orrendo cavalcavia, potrebbe poi inol-trarsi in via Polesine. Qui, da qualchemese, il paesaggio urbano si è dato unbel maquillage: la scuola è tinteggiatadi un giallo vivace, le vecchie case po-polari scrostate e fatiscenti sul lato si-nistro sono state rimesse a nuovo, conuna decorazione blu che corre sotto lalinea del tetto. La strada esibisce aiuolecon alberelli e cespugli fitti di roselline,di un colore delicato e prezioso, ancorafiorite ora che siamo in dicembre. L’effetto, devo dirlo, è visivamente gra-devole, simile a quello di una cittadinadi provincia a misura umana, ma la realtàè ben diversa. I parcheggi a spina di pescehanno di fatto ristretto di molto la stradaed eliminato duecento posti macchina.Qui c’è un’alta densità abitativa, di tipopopolare, e ben pochi troverebbero i soldiper eventuali box sotterranei.La questione è tanto più drammatica per-ché è stata risistemata in modo analogo(ma senza rose) anche la zona contiguaa piazza Ferrara. La riduzione dello spa-zio percorribile sta per essere completataanche in via Panigarola e in via Mom-

piani, dove il grande mercato del martedìsi trova ora soffocato in spazi ridotti. È più che verosimile il rischio di paurosiingorghi mattutini da piazza Corvettoverso ovest. Se poi, come me, girate inbici, occhio a come percorrete via Mom-piani, ora ridotta a senso unico; c’è cosìpoco spazio che rischiate di farvi stiraregli abiti da un suv.

La sistemazione finale della piazza Fer-rara e dei sensi unici è oggetto di con-getture preoccupate. Il Consiglio di zona,che avrebbe diritto di dire la sua, non èmai stato interpellato, e a tuttora mi ri-sulta che nessun consigliere abbia rice-vuto la mappa della futura viabilità. Go-diamoci le rose...

© Anna Kemeny

Le rose e le spine del Corvetto

Ecco come si presenta il salone dell’ARCI Corvetto dopo i lavori di restauro.

Godiamoci almeno le rose girando alla ricerca di un posto macchina.

Page 5: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

5

Nella seduta del 26 novembre 2009 ilConsiglio di Zona 4 ha espresso unparere favorevole sul Piano di Gover-no del Territorio (P.G.T.), preparatodall’Assessorato allo Sviluppo del Ter-ritorio, con il voto contrario di tutti iconsiglieri dell’opposizione di centro-sinistra.Il nuovo P.G.T. consta di tre documenti(il Documento di Piano, il Piano dei Ser-vizi e il Piano delle Regole) e sostituiràil Piano Regolatore Generale del 1980.Dopo il parere espresso dalle 9 zone, èapprodato in Consiglio Comunale, dovela discussione è iniziata il 15 dicembree proseguirà in gennaio 2010, anche sei termini per la sua approvazione defi-nitiva sono stati già prorogati dalla Re-gione Lombardia dal 31 marzo al 31 di-cembre 2010.Le ragioni del voto contrario dei con-siglieri del PD, insieme a tutta l’oppo-sizione, sono molteplici:La documentazione è pesante, di fati-cosa consultazione, sia per aspetti ec-cessivamente tecnici, sia per la presen-tazione formale. In compenso lapresentazione sintetica è puro mar-keting di propaganda politica di unacittà avveniristica nel 2030: consumo disuolo (dal 73% al 65%), verde (da 13,5a 30 mq/abitante), infrastrutture (da 74.6a 192 km, da 88 a 226 stazioni) e servizi(accessibili in 10 minuti invece di 26).Il periodo di 30 giorni assegnato aiConsigli di Zona per esprimere il pro-prio parere su un documento così im-portante e complesso è assolutamenteinsufficiente e irragionevole.Il P.G.T. avrebbe dovuto tenere contosia del raccordo con i Comuni del-l’area metropolitana, sia dell’artico-lazione in Zone del territorio comuna-le.La mancanza di un più ampio diffusoconfronto in sede di predisposizionedello stesso P.G.T., attraverso lo stru-mento dell’udienza pubblica anche a li-vello zonale, si riflette, ad esempio, nel-la profonda lacunosità delle schedeNIL (Nuclei d’Identità Locale), che ana-lizzano porzioni territoriali omogeneein termini di servizi presenti e di criticità,proponendo poi interventi mirati – 11per la zona 4.Il Documento di Piano appare un in-sieme astratto di scenari di trasfor-mazioni urbane come, ad esempio, lasostituzione dell’antico sistema radio-centrico della città con uno reticolare,

mediante nuove infrastrutture viarie edi trasporto pubblico di difficile realiz-zazione (se non impossibile), costosis-sime come il tunnel Fiera–Linate: ope-ra da ritenere inutile, che si chiede dicassare, perché non adatta a risolvere iproblemi di carico viabilistico, per i qualioccorre puntare sul trasporto pubblicoe non certo su una strada interrata a pe-daggio.Il P.G.T. ipotizza una città meno ra-diocentrica, ma le decisioni attualivanno in tutt’altra direzione, come,ad esempio, nella zona 4, il Centro Con-gressi non si costruirà più a Rogoredo– Montecity, ma in centro, nell’area ex-Fiera, il progetto definitivo della MM4non prevede più l’interscambio con laMM3 (alla Crocetta).L’obiettivo dell’aumento dei residentinel 2030 (338.000 nel Piano dei Servizie 287.000 nel Documento di Piano)sembra eccessivo, rispetto alla previ-sione di crescita zero dell’Ufficio Sta-tistica del Comune, e molto discutibilenelle modalità di come raggiungerlo:quali tipologie di case saranno costruiteper i nuovi residenti?Densificazione e limitato uso del ter-ritorio sono un fondamento del P.G.T.:costruire su aree dismesse (brownfields– suolo bruno) può essere un criteriocondivisibile, ma Porto di Mare e Ca-scina Monluè sono aree in larga parteinedificate e con scarsi carichi urbani-stici, quindi potenziali aree verdi (cioègreenfields – suolo verde piuttosto chebruno). Il P.G.T. sembra completare il disegnodi cementificazione della città iniziatonel 1999 con il nuovo regolamento edi-lizio, proseguito dalla Regione nellostesso anno con il recupero dei sottotettie con la legge 9/99 sui Programmi In-tegrati di Intervento, confermato dallalegge urbanistica regionale 12 del 2005promossa dalle stesse forze politiche,proseguito con il piano casa di Formi-goni.

La densificazione “selettiva”, enunciatacome principio nel P.G.T., non trovaperò attuazione pratica nel Piano delleRegole. È possibile, infatti, operare do-vunque a partire dall’indice base costrut-tivo di 0.50 mq/mq, incrementabileeventualmente ad 1 mq/mq tramite l’ac-quisizione di diritti volumetrici perequatio attraverso la realizzazione di socialhousing (edilizia sociale) ed ulterior-

mente a 1,15 mq/mq costruendo con cri-teri di edilizia bioclimatica e risparmioenergetico.Il principio dell’indifferenza funzio-nale, che consente di localizzare desti-nazioni d’uso e attività liberamente, de-termina il rischio di uno sviluppourbano casuale, del tutto svincolatodalla programmazione raccordata deiservizi e delle attrezzature urbane. In so-stanza, si opta per “prendere solo atto”delle destinazioni volute da parte di chiinterviene. Il principio della perequazione urba-nistica (non consentita dalla legge urba-nistica regionale per le aree agricole) sem-bra poco credibile nella sua attuazione.Inoltre non si specificano i meccanismidi funzionamento: borsa dei diritti, regole,eventuale Authority. Può bastare un sem-plice Registro delle Cessioni dei dirittiedificatori e custodito da chi?Il P.G.T. rivendica per il Comune ilruolo di regia, di governo del territo-rio: ma con quale forza contrattuale?Quella conosciuta nella passata gestionedelle DIA (Dichiarazione Inizio Attività)e superDIA, dei P.R.U. (Piani di Recu-pero Urbano) e dei P.I.I. (Piani Integratid’Intervento)? (vedi, in zona 4, P.I.I.Ro-goredo-Santa Giulia, P.I.I. Porta Vittoria,P.R.U. area ex-TIBB, ecc). Ad esempio,nell’area del P.I.I. di Porta Vittoria, at-tualmente non è prevedibile nessuna dataper l’avvio della costruzione della Bi-blioteca Europea ma neppure la data peril completamento della viabilità localestravolta da molti mesi, a causa della si-tuazione di stallo dovuta ai problemigiudiziari dell’operatore privato e del-l’impossibilità/incapacità del Comunedi intervenire direttamente.I 15 grandi progetti d’interesse pub-blico sono un fiore all’occhiello: sitratta di realtà oppure di fiction? Iraggi (ex piste) ciclabili già conosciuticome raggi verdi, la circle line (cioè unalinea metropolitana circolare come quel-la di Londra), per citarne solo due, sonoprogetti credibili?Sulla base delle osservazioni sopra svol-te, anche se alcune sono state recepitecome elementi critici nel documento fi-nale approvato, il PD e l’opposizione inzona 4 hanno espresso un parere nega-tivo al P.G.T., chiedendo di procedere auna sua nuova redazione secondo le in-dicazioni sopra fornite.

© Aldo Dell’Oroconsigliere PD zona 4

Il Consiglio di Zona 4 approva il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.)

IL PD VOTA CONTRO

Page 6: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

6

LA PISCINA Samuele di via Mece-nate è chiusa da diversi mesi per

problemi alla copertura e per altri inter-venti alla sua struttura.

Tutte le attività sono state interrotte in at-tesa della stipula della convenzione tra ilComune di Milano e la Federazione Ita-liana Nuoto, che gestisce l'impianto, per

definire gli interventi previsti e la divi-sione dei costi a carico dei vari enti.Nell'ultima settimana di dicembre lagiunta del Comune di Milano ha deli-berato i costi e la convenzione.Pertanto a breve dovrebbero iniziare ilavori. Restiamo in attesa di poter tornaread utilizzare un impianto sportivo moltofrequentato nel quartiere e da abitanti dialtre zone. © Paolo Cova

PISCINA SAMUELE

A QUANDO L’APERTURA?

“HO LE LACRIME agli occhi –commenta Letizia Gioffrè, cen-

tralinista in un call center e iscritta finoall’anno scorso al liceo socio-psicope-dagogico –. Ho dormito per terra e pro-testato tutti questi mesi perché sognavol’università, nient’altro. Lavoro da quan-do avevo 14 anni e volevo studiare perpoter anche solo pensare a un futuro mi-gliore. Evidentemente non è possibile”.Queste poche parole, tratte da un’inter-vista a Repubblica del 5 gennaio scorso,meglio di qualsiasi analisi, sintetizzanoquanto sta succedendo sulla vicenda deiCivici Licei Serali di Milano e agli stu-denti del Gandhi.

La protervia dell’assessore Moioli, eun’assurda interpretazione di un articolodella Legge finanziaria 2008, applicandoin maniera restrittiva i criteri di compo-sizione del numero di studenti per classe,ha sostanzialmente decretato la chiusuradel Gandhi e delle classi che, per moltistudenti lavoratori, erano l’unica spe-ranza di un’istruzione e un titolo di studioche permettesse loro l’accesso all’Uni-versità e una speranza di miglioramentodelle proprie opportunità professio-nali.Tutto questo, nonostante un’ordinanzadel TAR che ribadisce che questa nor-mativa non si applica alle scuole paritarie

che, in quanto gestite dagli enti locali,possono godere di un’autonoma defini-zione dei criteri di composizione delleclassi.Oggi, circa 200 studenti si trovano nellecondizioni di non sapere cosa succederàdi loro, dopo che il Consiglio di Stato,in un ennesimo batti e ribatti legale hasospeso l’ordinanza con la quale il TARimponeva la riapertura dei Civici LiceiSerali, accogliendo l’ennesimo ricorsodel Comune.A questo punto rimangono poche spe-

Il Comune cancella il futuro

CHIUSURA DEI CIVICI LICEI SERALI

(continua alla pagina seguente)

Un momento della manifestazioine degli studenti del Gandhi, per il diritto allo studio.

Page 7: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

7

Hanno collaborato a questo numero:Claudio DE BIAGGI (responsabile e coordinatore redazionale); Carlotta BASSANO; Paolo COVA; Luciana DOLCI; Aldo DELL’ORO; Roberto FUSO NERINI; AnnaKEMENY; Massimo LIGUORI; Giorgio MALINVERNI; Enrico MATTIOLI; Claudia PELLEGRIN; Marino COMINELLI.

ranze per un’apertura anche perchéun’eventuale sentenza definitiva, anchefavorevole, arriverebbe troppo tardi pergarantire il numero minimo di giorni dilezione per rendere valido l’anno sco-lastico.In questo momento la protesta continuaanche se il numero di studenti coinvoltisi è ridotto per il logoramento impostodal tempo e per gli interventi sopra lerighe della polizia negli sgomberi dellascuola occupata.Un gruppo di insegnati si è reso dispo-nibile a garantire volontariamente la con-tinuità didattica per gli studenti dispo-nibili presso alcuni dei Circoli del PartitoDemocratico: Carminelli, XV Martiri,Pergolesi; si tratta di un impegno di 4ore per 6 giorni alla settimana che ga-rantisce una continuità didattica in pre-visione della riapertura delle scuole oper la preparazione degli esami da pri-vatista per l’ammissione all’anno suc-cessivo.Sarebbe interessante narrare l’intera cro-nistoria di questa vicenda che ha vistoun Comune come quello di Milano, conl’assessore Moioli in prima fila, impe-

gnati in una guerra senza quartiere controuna realtà che storicamente faceva partedella tradizione scolastica del Comunedi Milano.Le parole di Giorgio Bonera della CGIL,presidente del Consiglio d’Istituto delGandhi, potrebbero riempire pagine diuna cronaca a cavallo tra il legal thrillere il racconto dell’assurdo.Alcune considerazioni più generali misembrano però importanti:Lo smantellamento e la demonizzazionedi tutto quanto è pubblico sembra ormaiuna priorità del Comune di Milano. Inquesta vicenda sembra emergere propriola volontà univoca e pervicace di muo-versi in questa direzione. Il tentativo diaffossamento delle Civiche Serali si af-fianca ai tentativi di diminuire il numerodi classi e di studenti di un’esperienzastorica e di prestigio dell’istruzione mi-lanese, come quella del Liceo linguisticoManzoni (ci ritorneremo).L’idea di federalismo di questa destra èparadossale. Per poter dare via a questaoperazione si è deciso di sacrificare l’au-tonomia amministrativa e decisionaledel Comune in nome di un appiattimentosulle leggi nazionali e su una finanziariache attaccava pesantemente gli investi-

menti e l’autonomia scolastica.I cittadini, le loro aspirazioni e le loroesigenze sono l’ultimo dei problemi edei riferimenti di questa giunta. L’inter-vista all’inizio di questo pezzo è esem-plare e significativa. In nome dell’effi-cienza e della privatizzazione sicancellano le legittime aspirazioni dicrescita personale e professionale e so-prattutto il diritto a un’istruzione e allacultura.Su questo terreno come Partito Demo-cratico dovremo sempre più essere inprima fila (così come siamo stati in que-sto caso) perché in questa città si ritornia fare una politica che metta i cittadini,le persone, le loro esigenze al centro deldibattito politico e delle attività di go-verno della Città. Lavorare e battersi per una città più giu-sta e più umana non è retorica, ma il mo-do di contrapporre un modello di Cittàe di Società a quello oggi imperante.L’iniziativa di accoglienza dei corsi neinostri Circoli in questo senso è un segnoforte di apertura al sociale, di ruolo sulterritorio e di condivisione di esperienzeche rendano la politica nella città più vi-cina alle persone.

© Roberto Fuso Nerini

CHIUSURA DEI CIVICI LICEI SERALI

ASEGUITO delle iniziative già in-traprese e dalle raccolte firme già

effettuate dai volenterosi di Via Mece-nate/Viale Ungheria e Rogoredo, coa-diuvati nella loro iniziativa dal circoloPD Mecenate Lomellina Ponte Lambro,per migliorare la viabilità nei nostri quar-tieri lo scorso 18 gennaio alle ore 17,30alcuni di noi (Marino Cominelli di viaMecenate, Pezzali di via Marco Bruto,lo scrivente Enrico Mattioli per VialeUngheria, e alcuni amici di Rogoredo)capita nati dai consiglieri comunale Mar-co Cormio, Natale Comotti e dal consi-gliere di zona 4 Emma Colombo, hannoincontrato il presidente dell’ATM dott.Catania e alcuni dirigenti in qualità diresponsabili alla programmazione delservizio.

A fronte di questo incontro abbiamo ot-tenuto tempi certi per l’attivazione dellanuova linea «88», linea che, come giàannunciato, dovrà collegare i nostri quar-tieri con la stazione MM3 e FS di Ro-goredo. Il servizio avrà inizio, salvo con-troindicazioni dell’ultima ora, ai primidi marzo.La linea partirà come detto da Rogoredoe prevede due capolinea: uno in via deiLiri e uno in via dell’Aviazione (servizioquesto che dovrebbe sostituire l’attualegiro della «66»); le corse avranno unafrequenza di 10 minuti.La dirigenza dell’ATM, sollecitata daMarco Cormio, si è poi resa disponibilea monitorare gli orari della linea tran-viaria «27» col fine di quantificare e poicercare di risolvere i ritardi abituali.

Emma Colombo ha fatto presente la ne-cessità di installare una pensilina allafermata della «45» in via Zama angolovia Norico.Segnalo l’ottima impressione ricevutae la disponibilità del dott. Catania e delsuo staff nel dialogare con noi per risol-vere i problemi connessi alla viabilitàdei mezzi pubblici.Questo piccolo successo ci porta ad unariflessione: se il Partito Democraticonella sua azione diretta sul territorioriuscirà ad appoggiare e sostenere le-gittime richieste di cittadini, come inquesto caso, sarà in grado di ottenereottimi risultati, dimostrando di essereuna valida alternativa al governo citta-dino attuale.

© Enrico Mattioli

Grazie al lavoro dei nostri consiglieri del PD: Cormio e Comotti e a tanti volonterosi

La linea «88», da marzo collegherà i nostri quartieri

Page 8: Farsi in quattro n 2  gennaio 2010

8

ANNO NUOVO, quartiere nuovo:migliore o peggiore? Purtroppo

sembra che ci toccherà rispondere peg-giore, poiché il poliambulatorio di viaMonte Palombino è a rischio chiusura.Effettivamente questo poliambulatoriopresenta una serie di problematiche:non ha il servizio ticket, e questo signi-fica che chi usufruisce di una presta-zione a Rogoredo è costretto a pagarein via Fantoli, pertanto in molti prefe-riscono fare direttamente le visite dovepagano; in secondo luogo i locali a di-sposizione sono piccoli, circa 170 mq,nei quali si possono offrire pochi ser-vizi. Risultato: ultimamente sono statieliminati sia ginecologia che fisiotera-pia.Il Comune ha in progetto la creazionedi due nuovi poliambulatori in Zona 4,

uno dei quali specifico per Rogoredo.Le possibili sedi al momento individuatesono in via Decemviri, via Muratori,viale Ortles, viale Corsica, tutte palaz-zine di proprietà privata che quindi pre-vedono l’acquisto o l’affitto dei locali.Delle quattro sedi la meno ovvia per Ro-goredo, a livello geografico e di colle-gamenti, sarebbe via Decemviri; invece,in base a ciò che è ad oggi noto, sembraessere la più probabile come sede pen-sata dal Comune per Rogoredo; sceltache sembra quantomeno illogica.Esiste un accordo tra il Comune di Mi-lano e la società Risanamento di Zunino(costruttore di “Santa Giulia”) per la ri-strutturazione della palazzina ex chimici(1500 mq di superficie utilizzabile) co-me onere di costruzione, per adibirla apoliambulatorio per Rogoredo; i lavori

sono bloccati a seguito delle note vi-cende legate al blocco di tutte le attivitàper l’area di “Santa Giulia”, ma la do-manda che ci si pone è: non è meglioper il Comune investire nella ristruttu-razione di un edificio di sua proprietàe adatto allo scopo, con la prospettivadi ottenere da Zunino il rimborso futurodelle spese effettuate, piuttosto che in-vestire a fondo perduto in proprietà al-trui? I tempi previsti per l’attivazionedel nuovo poliambulatorio, qualunquesia la sede scelta, sono comunque lun-ghi. Chiediamo quindi che l’Ammini-strazione Comunale si impegni perchèil poliambulatorio vigente funzioni almeglio, con tutti i servizi possibili perlo spazio esistente e con il pagamentodel ticket in loco.

© Claudia Pellegrin

POLIAMBULATORIO A ROGOREDOLa reale soluzione è ancora da trovare

sta arrivando il tesseramento 2010

fai anche tu la tua parteper costruire l’alternativaiscriviti al PARTITO DEMOCRATICO nei circoli del tuo quartiere

Circolo ROMANA-CALVAIRATEvia Tommei 3/4 - tel. 327/[email protected]://pdromanacalvairate.blogspot.com/

Circolo CARMINELLIvia Archimede 13 - tel. 339/[email protected]://pdcarminelli.blogspot.com/

Circolo MECENATE - LOMELLINA - PONTE LAMBROvia Mecenate 25 - tel. 333/[email protected]

Circolo CORVETTOvia Mompiani [email protected]://www.pdcorvetto.it

Circolo ROGOREDOvia Monte Palombino 2tel. 339/1770533pdrogoredo@tiscalinet