Numero quattro – 31 gennaio 2014 · 2020. 3. 16. · numero quattro – 31 gennaio 2014 . ......

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Associazione Nazionale Bieticoltori | e-mail: [email protected] | www.anb.it 1 La scelta del concime fosfatico da impiegare in localizzzione Nell’ambito dei concimi fosfatici tradizio- nali il perfosfato triplo (46% di P 2 O 5 ) rap- presenta la soluzione da preferire in loca- lizzazione, in considerazione del titolo elevato e della formulazione che assicura una distribuzione più regolare. In questo numero Bietola: la concimazione fosfatica localizzata - pag. 1 Rassegna stampa ANB: Terra e Vita intervista il neo presidente ANB Gal- larati Scotti Bonaldi - pag. 2 Beta: newsletter Betanews N. 1/2014 - pagg. 3/4 BIETOLA - LA CONCIMAZIONE FOSFATICA LOCALIZZATA Nelle prime fasi di sviluppo, una congrua disponibilità di fosforo concen- trato in prossimità del seme contribuisce a migliorare l'emergenza e a fa- vorire l'affrancamento della plantula in accrescimento. Pertanto, la distri- buzione di un concime fosfatico localizzato alla semina è una pratica con- sigliata anche in presenza di terreni ben dotati dell’elemento ed anche qualora sia già stata effettuata una precedente somministrazione a pieno campo. La tabella successiva suggerisce i quantitativi di fosforo (espresso in unità/ha di P 2 O 5 ) da distribuire in localizzazione, in funzione della dispo- nibilità dell’elemento nel terreno e in considerazione dell’eventuale pre- cedente distribuzione di concime fosfatico a pieno campo. situazione colturale consiglio di concimazione Disponibilità fosfatica del terreno Concimazione fosfatica di fondo (100-120 unità/ha P 2 O 5 ) Apporto fosfatico localizzato (unità per ha P 2 O 5 ) da scarsa a buona effettuata 40 buona non effettuata 40/60 da scarsa a media non effettuata 60/80 In alternativa alla concimazione fosfatica localizzata tradizionale, possono essere impiegati prodotti da distribuire con il microgranulatore all'atto della semina. Realizzato da Giovanni Bellettato - Responsabile divulgazione tecnica ANB Numero quattro – 31 gennaio 2014

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  • Associazione Nazionale Bieticoltori | e-mail: [email protected] | www.anb.it

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    La scelta del concime fosfatico da

    impiegare in localizzzione

    Nell’ambito dei concimi fosfatici tradizio-nali il perfosfato triplo (46% di P2O5) rap-presenta la soluzione da preferire in loca-lizzazione, in considerazione del titolo elevato e della formulazione che assicura una distribuzione più regolare.

    In questo numero � Bietola: la concimazione fosfatica localizzata - pag. 1 � Rassegna stampa ANB: Terra e Vita intervista il neo presidente ANB Gal-

    larati Scotti Bonaldi - pag. 2 � Beta: newsletter Betanews N. 1/2014 - pagg. 3/4

    BIETOLA - LA CONCIMAZIONE FOSFATICA LOCALIZZATA Nelle prime fasi di sviluppo, una congrua disponibilità di fosforo concen-trato in prossimità del seme contribuisce a migliorare l'emergenza e a fa-vorire l'affrancamento della plantula in accrescimento. Pertanto, la distri-buzione di un concime fosfatico localizzato alla semina è una pratica con-sigliata anche in presenza di terreni ben dotati dell’elemento ed anche qualora sia già stata effettuata una precedente somministrazione a pieno campo. La tabella successiva suggerisce i quantitativi di fosforo (espresso in unità/ha di P2O5) da distribuire in localizzazione, in funzione della dispo-nibilità dell’elemento nel terreno e in considerazione dell’eventuale pre-cedente distribuzione di concime fosfatico a pieno campo.

    situazione colturale consiglio di concimazione

    Disponibilità fosfatica del terreno

    Concimazione fosfatica di fondo

    (100-120 unità/ha P2O5)

    Apporto fosfatico localizzato

    (unità per ha P2O5)

    da scarsa a buona effettuata 40

    buona non effettuata 40/60

    da scarsa a media non effettuata 60/80

    In alternativa alla concimazione fosfatica localizzata tradizionale, possono essere impiegati prodotti da distribuire con il microgranulatore all'atto della semina.

    Realizzato da Giovanni Bellettato - Responsabile divulgazione tecnica ANB

    Numero quattro – 31 gennaio 2014

  • 12 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ] n. 3/201418 gennaio 2014

    � ASSOCIAZIONISMO � Intervista a Gallarati Scotti Bonaldi: «Bioenergie e cereali saranno strategici»

    «Si farà bietola anche dopo il 2017»� DI GIANNI GNUDI � La fine delle quote

    è una sfida, ma il

    neopresidente Anb

    ritiene che la coltura

    possa rimanere

    competitiva

    Imprenditore agricolo, tito-lare di un’azienda a preva-lente indirizzo cerealicolo

    nella provincia di Treviso, dal2011 presidente diConfagricoltura Veneto e dal2003 presidente del ConsorzioMaiscoltori Cerealicoltori delPiave: Giangiacomo GallaratiScotti Bonaldi è il nuovo presi-dente dell’Associazione nazio-nale bieticoltori (Anb). Succedea Mario Guidi.

    Ecco il Bonaldi-pensiero.Anb negli ultimi anni ha di-

    versificato le proprie attività.

    Quanto conta ancora la bietola

    e quanto le energie rinnovabili?

    «Dopo la riforma dell’ocmzucchero del 2006 e il drasticoridimensionamento dei com-prensori bieticoli, l’impegno diAnb sul fronte delle energie rin-novabili è stato finalizzato a for-nire nuove opportunità alle areeescluse dalla coltivazione dellabarbabietola e a migliorare laredditività della coltura neicomprensori bieticoli rimasti.L’impegno nel settore “cereali esemioleosi” ha permesso la frui-zione di contratti trasparenti emodalità innovative sotto il pro-filo della logistica e degli stoc-caggi, a vantaggio della miglio-re valorizzazione del prodotto edella razionalizzazione dei costiaziendali. Il “Progetto polpe”rappresenta l’anello di congiun-zione fra le due principali attivi-tà di Anb: settore bieticolo edenergie rinnovabili. Il disegno,finalizzato a integrare il prezzobietola mediante la conversioneenergetica della polpa di spet-

    tanza dei produttori nella filierabiogas, sancisce la stretta inter-dipendenza delle due attività.Sul fronte prettamente sindaca-le, nel 2012, superando le stori-che divisioni, Anb ha aderito al-la Cgbi (Confederazione gene-rale dei bieticoltori italiani), cherappresenta oltre il 90% dei bie-ticoltori non cooperatori, a van-taggio degli interessi dei pro-duttori di bietola da zucchero».

    Come imprenditore agricolo

    pensa che la barbabietola possa

    avere un futuro anche dopo la

    fine delle quote, nel 2017? Su

    quanta superficie?

    «Sono un imprenditore agri-colo di una zona non prettamen-te bieticola, ma in perfetta asso-nanza con l’obiettivo di Anb didare risposte certe alle esigenzeeconomiche e di diversificazio-ne colturale dei produttori. Il di-segno di Anb ha come base dipartenza la coltura della barba-bietola da zucchero e si articolain un programma che interessal’insieme delle opportunità pro-duttive aziendali, coinvolgendosinergicamente le altre speciecoltivabili nel contesto dei sin-goli comprensori. Per affrontarela sfida della fine del regime del-le quote del 2017, Anb e gli altrisoggetti del settore bieticolo-

    saccarifero sono impegnati a re-digere un “Progetto di competi-tività”. Tale programma è fina-lizzato a migliorare l’efficienzacomplessiva della filiera, attra-verso iniziative volte ad aumen-tare la produttività della colturae a ottimizzare i processi di tra-sformazione industriale. Il pro-getto è in corso di stesura e saràpresentato nei prossimi mesi.Anb crede nell’iniziativa e ritie-ne possa rappresentare un buonpresupposto per affrontare la fi-ne del regime delle quote zuc-chero: l’obiettivo è consolidarel’attuale plafond produttivo na-zionale».

    Realisticamente quale pensa

    possa essere un prezzo equo per

    produrre bietola in Italia e sod-

    disfare l’agricoltore?

    «La valorizzazione della bar-babietola da zucchero, al paridelle altre colture, sarà soggettaalle fluttuazioni di mercato. Pertale motivo la medesima è statainserita in un processo di profitsharing, che introduce opportu-nità suppletive di valorizzazio-ne legate alla quotazione delprodotto “zucchero”. Il “valoreequo” sarà quello in grado diassicurare il “giusto reddito”. Iproduttori sono pronti ad af-frontare le naturali fluttuazioni

    di un mercato sempre menoprotetto, l’importante è che ilprezzo sia soddisfacente e con-gruente con le opportunità eco-nomiche delle altre colture. Lavalutazione, in ogni caso, dovràessere fatta in un contesto di al-meno cinque anni».

    Sul fronte bioenergie a che

    punto siamo nel piano di svi-

    luppo degli impianti?

    «Il “Progetto polpe” ha pre-visto la realizzazione di sei im-pianti per la produzione di bio-gas, per 5,5 MW di potenzacomplessiva e investimenti per30 milioni di euro, di cui 8 diequity Anb. Il disegno prevedel’impiego di 50mila tonnellatedi polpe surpressate e il coinvol-gimento di oltre 3mila aziendeagricole. I programmi di Anbprevedono, inoltre, possibili si-nergie finalizzate alla gestionedelle biomasse afferenti agli im-pianti delle società controllate edi altri partner della filiera bieti-colo saccarifera».

    Anb sta investendo nel com-

    parto dello stoccaggio cereali. A

    che punto siamo?

    «Le nuove tecnologie assicu-rano sistemi innovativi per la rea-lizzazione degli stoccaggi, checonsentono di ottimizzare le solu-zioni operative e di migliorare lavalorizzazione del prodotto.L’obiettivo è quello di fruire diuna rete capillare di centri di stoc-caggio in partnership, finalizzataad offrire ulteriori opportunità aiproduttori. “Futuro Fertile Tosca-na” costituisce un primo riuscitoesempio della realizzazione diqueste iniziative». �

    � Giangiacomo Gallarati Scotti

    Bonaldi, nuovo presidente Anb.