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F. Grasso M. E. Azzarà – S. Paratore Dipartimento di Scienze Economiche, finanziarie, sociali, ambientali, statistiche e del territorio Università degli Studi di Messina Università degli Studi di Messina SOLIDARIETA’ E VALUTAZIONE ECONOMICA DEGLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA: QUALI POLITICHE DI INTEGRAZIONE? XLVII Riunione Scientifica SIEDS “Un mondo in movimento: approccio multidisciplinare ai fenomeni migratori” Milano, 27-28 e 29 maggio 2010

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F. Grasso – M. E. Azzarà – S. ParatoreDipartimento di Scienze Economiche, finanziarie, sociali, ambientali, statistiche e del territorio

Università degli Studi di Messina

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SOLIDARIETA’ E VALUTAZIONE ECONOMICA DEGLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA: QUALI

POLITICHE DI INTEGRAZIONE?

XLVII Riunione Scientifica SIEDS“Un mondo in movimento: approccio

multidisciplinare ai fenomeni migratori”

Milano, 27-28 e 29 maggio 2010

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Per diventare cittadino Italiano, uno straniero adulto deve risiedere in Italia «legittimamente» per almeno cinque anni e poi superare una prova di competenza linguistica e culturale, oltre che prestare giuramento sulla Costituzione.

Per i minori: se nascono in Italia, e uno dei genitori risiede «legalmente» in Italia da almeno cinque anni, sono cittadini, con la possibilità di optare per la cittadinanza di origine dei genitori al compimento dei 18 anni.

Se non nascono in Italia, possono diventare cittadini al termine di un ciclo di istruzione scolastica, tenendo sempre il criterio della residenza di uno dei genitori.

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In attesa di registrazione 440.000

1/10 dei minori presenti in Italia

Totale Immigrati in Italia 4.340.000

6 su 1o sono nati in Italia

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Cittadinanza

Nord 62,1%

Centro 25,1%

Sud 12,8%

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1.990.159

2.402.157

2.670.514

2.938.922

3.432.651

3.891.000

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

4.000.000

4.500.000

2003

2004

2005

2006

2007

2008

STRANIERI RESIDENTI AL 31 DICEMBRE

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Nel presente lavoro sono illustrate le attività svolte dagli operatori dei Centri di Volontariato, le cui strutture accolgono e supportano lodevolmente i cittadini stranieri.

Questi centri rappresentano una valida e adeguata tutela per l’integrazione degli immigrati nel tessuto socio-economico.

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Tale numero è cresciuto di quasi il 57%.

Alla data del 31 dicembre 2005 le fondazioni attive sono 4.720 mentre 247 non hanno ancora avviato l’attività o l’hanno sospesa temporaneamente.

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13,4 8,8 8,4 3,4

94,9

46,836,1

23,1

0102030405060708090

100

fondazioni per 100 milaabitanti

variazione % 2005/1999

A livello territoriale, le fondazioni del Nord-ovest aumentano sensibilmente il proprio peso, mentre una tendenza opposta si registra nelle altre ripartizioni territoriali, dove, la quota relativa scende:

dal 22,2% al 20,7% nel Nord-est;

dal 23,2% al 20,2% al Centro e

dal 19,0% al 14,9% nel Mezzogiorno.

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Si vede forte l’esigenza di intraprendere nuovi sforzi, che sperimentino modelli territoriali, che coniughino le politiche di integrazione, le attività di solidarietà sociale e lo sviluppo della cultura dell’accoglienza.

Utilizzando la raccolta delle fonti ufficiali, questo lavoro presenta un’analisi Statistica Multivariata tenendo conto di più variabili simultaneamente.

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Oggetto della nostra analisi, pertanto è l’utilizzo delle fonti sulla

crescente presenza degli immigrati, sull’attività svolte dagli

operatori dei Centri di Volontariato, in particolare quelli del

mezzogiorno di Italia, analizzati attraverso l’analisi dei gruppi, o

Cluster Analysis

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Insieme di tecniche atte a ridurre il numero dei dati, unendo le

varie informazioni in un solo gruppo (Cluster), in base a una

qualche "somiglianza" o "vicinanza“.

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Le politiche del processo di integrazione degli immigrati deve guardare

soprattutto a modelli di inclusione sociale, affinché la popolazione locale non

si limiti a sopportare sul territorio la presenza di altre culture.

Le integrazioni territoriale, implementeranno le diverse attività progettuali

favorendo il superamento delle difficoltà connesse alla condizione

dell’immigrato, facilitando nel mantenimento dell’identità culturale, lo stesso

processo di integrazione all’interno della comunità locale.

Dai risultati dei dati sino ad oggi analizzati emerge che:

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Il “distretto dell’economia solidale”, finalizzato alla valorizzazione della dimensione locale, darà priorità alla produzione ed al consumo delle risorse territoriali, sia in termini di materie prime ed energia, che di conoscenza (orientamento, formazione ed istruzione per i figli nati in Italia della “terza generazione” di immigrati), saperi, pratiche tradizionali, relazioni tra individui ed anche partecipazione attiva alla vita sociale ed istituzionale del territorio.

Ed inoltre:

Il presente lavoro è a tutto oggi in fase di

perfezionamentoGrazie!

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Riferimenti bibliografici:

•Banca d’Italia: L’economia delle regioni italiane nel 2008, volume n.61 anno 2009.

•Caritas/Migrantes, Immigrazione, Dossier statistico 2008 e 2009, Ed. Idos, Roma;

•Enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI – (cap.33-45) Ed. Libreria Vaticana, 2009;

•Golini A. ( a cura di): L’immigrazione straniera: indicatori e misure di integrazione, Ed. il Mulino, Bologna 2006;

•Gregori E., Mauri L “Un paniere di indicatori per il monitoraggio dell’integrazione socio- lavorativa degli immigrati”, Ed. Sinergia, 2005;

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Riferimenti bibliografici:

•Laville, J.L. L'economia solidale, Ed. Bollati Boringhieri, Torino1998;

•Razeto L.: Le dieci strade dell'economia di solidarietà, EMI, Bologna, 2003;

•Schilirò D.: Distretti e quarto capitalismo. Una applicazione alla Sicilia. Ed. F.Angeli, 2010.

•Strozza S., Zucchetti E.: Il mezzogiorno dopo la grande regolarizzazione. Vecchi e nuovi volti della presenza migratoria. Ed. F. Angeli, Bologna, 2006;

•Zamagni S.: Multiculturalismo ed identità, Ed. Vita e Pensiero, Milano 2002;