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Eraclito e la legge Luigi SENZASONO RIAsS UNTO La concezione che Eraclito ha della legge ~il risultato d’un contatto fra le condi- zioni storico-politiche di Efeso all’inizio del y secolo a.C. (in particolare la vicenda di Ermodoro, di cui egli fa cenno nel fr. 121) ela sua concezione filosofica generale. Tale concezione della legge & pertinente a una tendenza della grecitá asiatica che si mani- festa piú tardi anche in Erodoto: si tratta della legge come elemento emblematico difensivo della grecitA contro l’influsso o l’aggressivitA dei popo11 stranieri asiatici. SUMMARY Heraclitus’ conception of law is te result of a contact between te political condi- tions of Ephesus at te beginning of te fifth century B.C. (particularly te event of Hermodorus, mentioned in fr. 121) and bis general philosophical conception. Such a conception of law is proper to te Greek Asiatic civilization, which appears later in Herodotus too: it is te idea of law as mi emblematical defensive element of te Greek civilization against te influence or te aggressiveness of te stranger peoples in Asia. In Her., VI, 43 leggiamo che, dopo la rivolta ionica conclusasi nel 494 a.C., Mardonio nella primavera del 492 instauré la democrazia nelle cittá ioniche, deponendo tutti i tiranni. Dunque anche Efeso non dovette sfuggi- re a tale azione politica ~. La situazione che si venne cosi a determinare fu Non risulta che al tempo della repressione della rivolta dominasse a Efeso un tiranno; forse l’ultimo, Melancoma, era stato indotto a rinunciare alía tirannide da Eraclito qualche anno Gerión, nt 14, 1996. Servicio de Publicaciones. Universidad Complutense. Madrid.

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Eraclito e la legge

Luigi SENZASONO

RIAsSUNTO

La concezionecheEraclitohadellalegge~il risultatod’un contattofra le condi-zioni storico-politichedi Efesoall’inizio del y secoloa.C. (in particolarelavicendadiErmodoro,di cuiegli facennonelfr. 121)elasuaconcezionefilosoficagenerale.Taleconcezionedellalegge& pertinenteaunatendenzadella grecitáasiaticachesi mani-festapiú tardi anchein Erodoto: si trattadella leggecomeelementoemblematicodifensivodellagrecitAcontrol’influsso ol’aggressivitAdei popo11stranieriasiatici.

SUMMARY

Heraclitus’conceptionof law is te resultof acontactbetweente politicalcondi-tions of Ephesusat te beginningof te fifth centuryB.C. (particularly te eventofHermodorus,mentionedin fr. 121)andbis generalphilosophicalconception.Suchaconceptionof law is properto te GreekAsiatic civilization, which appearslaterinHerodotustoo: it is teideaof law asmi emblematicaldefensiveelementofteGreekcivilization againstteinfluenceor teaggressivenessof te strangerpeoplesin Asia.

In Her.,VI, 43 leggiamoche,dopo la rivolta ionica conclusasinel 494a.C., Mardonio nella primaveradel 492 instauréla democrazianelle cittáioniche,deponendotutti i tiranni. DunqueancheEfesonon dovettesfuggi-re a taleazionepolitica ~. La situazionechesi vennecosi a determinarefu

Non risultache al tempodella repressionedellarivolta dominassea Efesoun tiranno;forsel’ultimo, Melancoma,erastatoindottoarinunciarealíatirannidedaEraclitoqualcheanno

Gerión,nt 14, 1996.ServiciodePublicaciones.UniversidadComplutense.Madrid.

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quelladi regimipolitici «democratici»ritenuti affldabili dalIaPersia,comeprimaeranostati i tiranni di quellecittá. La ragionedi questafiduciae delmutamentocheessacomportavaappareabbastanzachiara: i tiranni di unadelle piú importanti cittá ioniche,Mileto, Istieoe Aristagora,avevanotra-dito laPersiafacendosipromotoridellarivolta controdi essae perciéappa-rivano piú affldabili di loro i regimi«democratici»;non si trattadunquedelfattochei rapportifra Persianie Ioni eranodivenuti tanto«distesi»daindu-rre Dario stessoataleprovvedimento,comeéstatoaffermato2, ~fatti pre-cedentidimostravanoa Dario chei tiranni potevanorisultareinaffldabili equindieraopportunofavorirealtri orientamentipolitici ealtrestrutturegiu-ridiche~. Non éun casochetale instaurazione«democratica»avvengasolopocophis di un annodopo la distruzionedi Mileto, quandos’imponevaunamanovrapolitica chegarantisseunamaggiorefedeltáal re dopo la rivoltacheavevascosso,siapuresenzaduraturosuccesso,l’egemoniapersiana.11mutamentodi regimeimpostodallaPersianonpuéessere,acosibrevedis-tanzadalla conclusioned’una rivolta quinquennale,un segnodi distensio-ne nei confronti dei ribelli domati, masemmaidi oculatasorveglianzani

ordine alía restaurazionedella potenzacompromessa.La «deÑocrazia»- cosi instauratanqn eraprobabilmentela stessacheavevainstauratoCliste-

prima, comerisulta daClemAI., Strom. 1,65,4(1141,19 St)=D.-K. 22 A3; cfr, mfra, n. 42.Tuttaviasi puésupporreche la «democratizzazione»di Mardonio coinvolgesseancheEfeso,cittá d’indubbia importanza:l’espressionedi Erodoto(tot y?zp rupávvon Kataltrnoclqrnv-túaMap6dviog8~goxpazía icaríct«á tú; ,r&aa) fasi pensarechela restaurazio-ne«democratica»avvenissein quellecittá dovedominavanotiranni,mal’uso delsemplicearti-colo(rá), nond’unpronomedimostrativo,consentedi congetturareche anchequellecittácheahoranon avevanotirannidi venisseroavviatedal generalepersianoaregimi piú isonomicidiquantoi precedentinonfossero.

2 Cfr. A. CAPí~ZJ,Eraclito e la sua leggenda, Roma1979, 82.Erodoto,in VI, 43, riferisceil fatto cometale daprovocarefortissimostupore(ptyictov

O.~¡a) in quei Oreci che non credevanoche Otaneavessemanifestatonel consiguodei settePersianil’opinionepercul eraopportunochelaPersiafosserettaconunademocrazia;é chiaroil riferimentoalía discussionesulle formedi regimein III, 80 ed é significativo cheivi Otane(parr.25-26)affermi cheil regimepopolare(tXilOo ¿ip~ov)abbiau piébello deinomi,ugua-glianzanei diritti (taovo1.tt1v).Si tratta secondoErodotod’unaformastatualedegnadi stimaedi fiduciaperDañoeMardonio,tantocheun autorevolePersianocomeOtanei’avevapropostapergli stessiPersiani.ProbabilmenteDiodoroSiculo, in X, 25, alludeagli stessifatti attribuen-doli ad Artafemeche,consi~liandoEcateodi superarela sun diffidenzarendendosiamici gliIoni conbenefici,avrebbe«restituitoalíecitth le loro Ieggi (ónt&oice rotq v4tou tat itóX¿—ci) e impostolorodeterminatitributi in basealíeloroforze».Non si puéesciuderel’intento per-sianodi teneremansuetele cittá ioniche con beneficinel timore chericordasseroi torti patitiqtAnors[.1¡Ívlbcucalcfloo,oiv)in seguitoalía sconfittasubita; maé soprattuttola diffldenzaperi tiranni dimostratisiinaffidabili adeterminarela politicapersianadopo la repressionedellarivolta ionica.

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ne ad Atenenell’ultimo decenniodel VI secolo;la riforma di Clisteneerastataprecedutadalletirannidi di Pisistratoe dei Pisistratidi,maquesteera-no statea loro voltaprecedutedallariformatimocraticadi Solone,cheave-vapreparatoda lontanola riformadi Clistene.InoltreAtenenonerasottoildiretto influssodi popoli orientali e sotto la direttaminacciadella potenzapersiana.Si trattavaprobabilmentenelle cittá greched’Asia di regimi iso-nomici, nati dal seno stessodelle aristocrazieper iniziativa dei lororappresentantipiú illuminati ‘t Tali aristocrazieerano stateriammessealpoterein tale circostanzaper volontá di Dario ad operadi Mardonio. Esseavevanoestesoil loro potereaunacerchiapiú vastae in cié eranofavoritedaiPersianiora chei tiranni avevanopersola loro fiducia.

A Efeso, cittá particolarmenteconservatricet questo fenomenosimanifestavaprobabilmentecon energiaparticolare,con una restaurazionearistocraticadecisamenteantitirannica,maapertaaformedi estensioneiso-nomíca.Anche se a Efesonon risulta chedurantela rivolta jonica e neglianni immediatamentesuccessividominasserotiranni, il ceto di govemodovevaessereriuscitoallargatoed estesodalia manovradi Mardonio6•

Probabilmenteentroquestocontestobisognacollocareilpersonaggiodi Ermodorodi cui paríail fr. 121 di Eraclito. La cronologiariguardanteErmodoroé da connettereprima di tutto con lo scritto eracliteo,da cui é

Cfr. 5. MAZZARINO, Fra Orientee Occidente,Firenze1947, 218: «lacritica alíadilpo—m5vil aristocratica,la critica alíostato aristocratico,muovedagli ambientiaristocraticimedesi-mi». L’autoresi riferisce qui ni frr. 44 e 125 a di Eraclito,mala suaosservazionevale, ovvia-mente.per tutto il dOmosefesino.Cfr. ancheop. oit., 221-222,a propositodi unaisonomiadioriginearistocratica.

Cfr. S. MAZzARINo, op. cit., 217: «la citrA piú orientaliazantefra le ioniche, lacittA chenoncelebravale Apaturie,avevapurun suocaratteristicoconservatorismo».Anchequi la fonteé costituitain buonapartedaframmentieraclitei(loc. oir).

6 La restaurazione«democratica»di Mardonio(o di Artaferne),comunquevolutacenodaDaño,nonpotevanoncoinvolgeretuttele cittágreched’Asia, ancheEfeso,chepurenonavevapaitecipatoalíarivolta, almenonellafasefinale (cfr. mfra, n. 9). Se adEfesodominavalaristo-crazialocale,coméprobabilein assenzadi tiranni, la restaurazionegeneralepuéesserestataquivi un impulsóall’estensioneisonomica,forsesollecitatadallepressionidunaclasseinferio-resimile alíakheiromakhadi Mileto, per la qualecfr. Plut., Quaest.Gr. 298 ee, per la correttainterpretazionedel passo,5. MAZZARINo, op. oir, 231-232: egli identifica la kheironiakhacoiGergithes.contrappostialíaclassericcadegli aeinautai.E’ improbabilechelakheiromakhafos-sel’esercitodi terracontrappostoalía mañna(gli aeinautai),echeessicostituisseroduearisto-craziecontrapposte,quellafondiariala primaequellanavalei secondi,comeaffermaA. CAnZ-zí,La repubblicacosmica, Roma1982, 292-293.II contrastopu duroerafra laclassericene laclassepovera,costituitaappuntodaiGergithes,comeammettelo stessoA. CAP¡zzl, op. oit., 294.A Efesosi eranosvolte probabilmentelotte di classesimili a quellemilesie nel corsodel VIsecolofino al primo decenniodelV; essesi eranospessorisoltein tirannidi (comequellddi Pm-daro,Pasicle,Melas,ComaeMelancoma).

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tratto il fr. 121. Secondoil Kirk, che seguein sostanzaApollodoro perquantoriguardala datazionedellavita di Eraclito,& probabilechel’attivitáfilosofica eracliteasia da collocarsiversoil 480 a. C., quandoil sapienteavevasuperatoi sessantaanni~. A noi sembrache si possacollocare loscritto in un periodoalquantoanteriore,quandol’atmosferadi pacee di rin-novatasicurezzacheregnavapocodopo la fine della rivolta costituivaunacondizionefavorevolealíaripresae all’approfondimentodi quellaproble-maticanaturalisticacheerastatacircamezzosecoloprimapropriadi Anas-simenee Anassimandro8 enello stessotempol’estensionedei diritti civilifavorita dalIaPersiacontribuivaapromuoverenelle cittá ionichee quindiancheaEfesola problematicainerenteal temagiuridico-politicoe a susci-tarecontrasticonnessicon tale fatto.

Inoltre il recentefallimento e la conseguenterepressionedella rivolta,cui Efesoerasfuggitain virtú della suaprudentepolitica t probabilmenteincutevanonei cittadini piú coscientie avvertiti u timore dei Persianie ildesideriodi affermaree rinnovarecon cautelaed energiaa un tempocertivalori tradizionalidella civiltá grecain opposizionealíe civiltá asiatiche.

Passandoall’esamespecificodel fr. 121, riguardanteErmodoro,bisog-na primavederesesi pué sapereda altra fontequalcosadel personaggiocheaiuti a capireil frammento.

Cfr, G.S. KIRK, Heraclitus. The CosmicFragments,Cambridge1954, 3. II Kirk, dopoayeraffermatochei metodidi datazionedi Apollodorosonobennoti (percui rinvia aP. JAcOBY,Apollodors Chronik, Berlin 1902),concludenp. 3: «In brief, thereis no reasonto rejectApo-llodorusas a roughguidefor the dateof Heraclitus».In realtási tratta di unanotizia trattadaDiog. Laert., IX, 1, ricavatadaApollodoro, percui Eraclito fiori alía6~ Olimpiade;cié equi-valeadirecheavevacircaquarant’annifra il 504e u 500a.C.

8 Non va dimenticatala vicinanzadi EfesoaMileto perquantoriguardail possibilemilos-sodi AnassimeneoAnassimandrosu Eraclito. Primadi pensareaun influssodellareligionediZoroastrosulla concezioneeracliteadel fuococomeprincipio dellarealú(cfr. ad es.E. RIVER-so,«Eraclito, Fr. 90 D.-K», in Ata del Synzposium Heracliteum 1981,1, Roma1983, 213-230),sarádapensareaIl’ereditáfisica e strutturaledeipensatoriionici immediatamenteprecedenti:cfr. C. 11. KAIIN, TheArtand Thoughtof Heraclitus, Cambridge1979, 22: «Heraclitusacceptste Milesian view of a world order in whichthe oppositionandtransformationof elementazypowersis governedby measureandproportion».

Cfr. n. 6. In effetri gli Efesii nonparteciparonoalía battagliadi Lade, comerisultadaHer., VI, 8, doveédescrittolo schieramentodellenavi; questabattaglia,combattutadavantiaLade,piccolaisola situatadavantiaMileto, é u fatto d’arrnidecisivodella faseterminaledellarivolta ionicacontrola Persia.Dopononrimanechel’assediodi Mileto, la cuisorteéormaiseg-nata(Her., VI, 18). Lapolitica esteraefesinadovevaesserealloradominatadall’elementofilo-persianoo forselo stessopaz-titoantipersianoavevasceltounapolitica prudenteneltimoredellarappresagliapersianain casodi sconfltta.Non é daescludereche le minaccedeigeneraliper-siani (Her.,VI, 9 ), chei tiranni espulsiavevanonotificatoni soldatidellepropriecittá (Her, VI,10), fosserotrapelateaEfeso.

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11 Wilamowitz,in unanotad’uno scrittodel 1909, identificól’Ermodo-ro del frammentoeracliteocon un legislatoreche, secondoPolemone,avrebbelegiferato in merito alíe calzaturefemminili, in sensoprobabil-mentesuntuariolo; in seguitoegli ripresetalecongetturain Der ClaubederRellenen~ L’identificazione del personaggiodi cui paríaPolemoneconun noto legislatoreche avrebbeprestatola suaoperaai decemviriromaninellaredazionedelledodici tavoleé importante,anchese quasicertamenteleggendaria,perchéci testimoniala famadi Ermodoroin tale ambito 12Questeconsiderazioniinduconoavederenell’ErmodoroespuisodagliEfe-su del fr. 121 u legislatorechepromulgóquella leggesucui ha richiamatol’attenzioneil Wilamowitz.

In seguitoalía propostadi tale legge,o forsedi analogheleggi suntua-rie, Ermodoropuó esserestatobandito.

Ma vediamo ora il frammento13: Ennodoro & ritenuto <di pié utile»(óviliarog) dei cittadini; il rifluto del «pié utile» dei concittadinida partedegli Efesii é dunqueancheil rifiuto della leggeche «il pié utile» propone;

lO u WILAMOWrIZ-MOELLENDORFF, «NordionischeSteine», Abhandlungender kdniglichpreussischenAkode,nieder Wissenschafien,1909, 71, n. 1. Si tratta di unaglossadi Esichio:EicubucafHoX4amvnap’ ‘Ep,io&ñpú> yeypápeai 4xpai<moS4ara5~4opstvdjv éAzu-8ép~vLcnBucbs Xtndz icaI gaoeXrpvá~(Pol. fr. 96 in FHG Hl. 147). 5. MAZZARINO, op.cit., 217-218,harinverdito l’intuizionedelWilamowitz. Un’ulterioreripresadelproblemasi hain R. SCHOTTLAENDER, «fleraklistangeblicherAristokratismus»,Klio, 1965,25-26,chechiaris-ce beneil rapportofra i costumiscitici, Ermodoroed Eraclito. A. CAPlzzl cita sia il passodiMazzarmnochequellodi Schottlaenderpersuffragarela suatesidellasostanzialepoliticitá delloscrittoeracliteoin Eraclito e la sua leggenda,op. cit., 41-43.

U. WILAMOWITZ-MOELLENDORFF,DerGlaubeder Rellenen, II, Basel-Stuttgart1959, 84,n. 2. Citandola glossadi Esichio in questioneegli affermacheErmodoro«kannnurderEphe-siersein».

‘~ Cfr. Plin., NR, XXXIV, 21 e Strab.,XIV, 1, 25, 642. La notizia di Plinio é interes-sante:in ricompensadellasuacollaborazionegli sarebbestatainnalzataaddiritturaunastatuanelcomitium; é un segnodella vivacitádi tale tradizionee dell’importanzaattribuitaal per-sonaggiodai Romani.Certo, se si datalo scritto eracliteoverso il 490e si ammette,com’éovvio, che Ermodorosia un contemporaneodel sapiente,apparedel tutto improbabilecheErmodoroabbia collaboratoalía legislazionedecemvirale,che é del 451-449. Cfr. C.H. KAHN, op. cit, 178.

13 ~ frammentoé tramandatonellaforma pu completadaStraboneedaDiogeneLaenio.Lavarianteózto&zvetvdi DiogeneLaerzioéun’evidentebanalizzazionedelverbo&n&y~ao—Oca , tramandatodaStraboneedaglí altri restitnoniagreci,puntualee icastico,tipico dello stileeracliteo.CICERONE,in Tusc. V, 125,ha«mofle multandos»,chepreannunciala banalizzazionedi Diogenecon I’aggravantedella formapassiva:essasi riscontraanchein traduzionimodernecomequelladelC. H. KANN, op. cit., 59 e 178: «to behanged»;masi trattad’un infinito aoris-to medio, il cui valoreriflessivoapparechiaro:gli Efesii dovrebberoessi stessiriconoscereilpropriodisvaloreeannullarsidi conseguenza.

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cosisi spieganole affermazionipercui «é leggeancheobbedireal consigliodi unosolo»(fr. 33)14epercui «unovalediecimila,seéil migliore» (fr. 49)15:si trattadel risvolto positivodel valorenegatodagil Efesii nel fr. 121.

Oh Efesii hanno espulsoErmodoro (é~f3aXov). L’esatto referentestorico-giuridicodi é~ÉI3a%ové difficile da determinarsi.Molto probabil-mentesi trattadi espulsionepolitica: tale senso& testimoniatodall’usodelverbonegli scrittori attici 16• ComunqueErmodorodovetteessereeffettiva-mente bandito, perché & altamenteimprobabile qui un uso traslato ditcI3úX>.svnel sensodi un ripudio di unaleggeo delle ideedi Ennodoro,ché l’uso testimoniatoavrebbecomportatopiú un oggettocostituitoda unenteastrattocheda unapersonaanchein Eraclito I7~

Non si sa se,nei primi decennidel V secolo,Efesoavesseunalegisla-zioneostracisticasimile a quellaatenieserisalentea Clistene~ ma lapos-

4 Questo frainmento va forse inteso nel sensoche «il principio: “bisognaobbedirealíavolontá di un solo uomo” non contrastacon la tradizionecostituita»(M. MARcovíclí, Eraclito.Frammenti,trad. it. Firenze1978,369).lnfatti é la tradizionechecostituiscela leggeesfociaauncenopunto nei thesmotentrambii sensi convergononel terminenomos.11 tempodi Eraclito inEfesoein generenella loniaé appuntoquello in cui si affermala scrittura(cfr. E. A. HAVELOCK,«ThePreliteracyof tlxe Oreeks»,NewLirerary History,p. 372) econessa,o forsesoprattuttoperessa,la tesmotesia(cfr. U. Wilamowitz, art. cit., 70-71).Peri concetti di nomose íhesm4scfr.U. Ww.~¡ownz, Der Glaubeder Rellenen,II, op. cit., 26-27esopratutto83-88.II thesmós(othesmoo propostodaErmodorosi confomiaperEraclito alíatradizione,éun’espressione.quasicertamentescritta,delnomostradizionaleefesino,cheessointerpreta.Bastaunosolo a interpreta-reil nomos,ma u nomospatrioéasuavoltaespressionedelnomosdivino (fr. 114)equindi parte-cipedell’universale;dunquebastaunoainterpretarel’universale,seé il migliore (fr. 49).

15 E’ deltutto probabilecheII fr. 33eil fr. 49fosserocontiguinello scrittoperduto,perché1’unoéconseguenzadell’altro esono accomunatídaun terminemediochiaramenteespresso:ilnumeraleek. M~acovícH,op. cii., 359,attribuisceadLtpiaro un valoretropporistretto,rifa-cendosial fr: 29: quellodi «nobile»,«aristocratico»,«combattentedotatodi dpnil cavalleres-ca»;mala forte affinitádel fr. 49 col fr. 33, illuminata dal fr. 121,chetestimoniala vicendadiErmodoro,induceariteneretípioto~ sinonimodi óviliaroc. II migliore étalepervirtó, maunavirtú cheriescautile (nelsensopiñ alto) alíacittadinanza.Naturalmenteancheil fr. 29 éispira-to aquestaconcezionegeneralearistocratica.

16 Cfr. LSJ,s.v., 2 eA. BAILLY, Dictionnairegrec-franQais,s.v.,2. TuttaviaErodoto,cheépiávicino aEraclitoper u dialetto ionico e il luogodi nascitaasiatico,presentail verbonel sig-nificato di «cacciarefuori daun paese»in sensobellico (cfr. LSJ., sj’., 2): talesensosi avvicinaa quellopolitico pióspecificodi «bandiredaunacittá».

‘ E’ vero chel’ususscribendieracliteodocumentatoé spessofortementeicasticoepreg-nante,mal’uso del nomedellapersonaal postodellesucideeo dellasuaopera(propriamenteun casodi metonimia)noné documentatodai frammentie l’ultima partedel fr. 121 dicechiara-mentecheil verbosi riferiscealíapersonareale:«Nessunodi noi siail pió utile;altrimenti, chelo siaaltrove,e in compagniadi altri».

‘~ II bandodi Ermodoroé stato definito, ancherecentemente,un ostracismo:cfr. ades.A. CAPín!,Eraclito e la sua leggenda,cit., 41: «II bandodi Ermodorofi certamenteun os-tracismo».In realtádalia formulafinale del fr. 121 si puéevinceresolo chesi trattadi esilio e

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sibilitá di bandire,nell’ambitod’una civiltá grecavicina all’Asia, un citta-dino che,una volta espulso,potevarisiederea poca distanzadalIapolispatria, é documentatacirca un secoloprima o pocomenoda Alceo comeforma di allontanamentotemporaneoda Mitilene entrol’isola di Lesbo ~

Se bensi bada,il fr. 121, apparentementenon filosofico20, contieneildegli oppostitipico di Eraclito21: infatti, a livello semplicementelin-

guistico,il rapportofra l’avverbio tiIinSóv e l’aggettivosostantivato¿ivA—¡3oii fa pensareimmediatamentea dueopposti: impiccandosi,cioé annu-llandosi,gli Efesii dall’etáadultain su lascerebberola cittá al fanciulli; lanegativitá dell’annullamentodegli adulti lascerebbeimmediatamenteilpostoalía positivitá dei fanciulli. Proprio essi,privi (¿iv-) di pubertá,pos-sonosostituirepositivamentegli aduiti chel’hanno raggiuntae superata22.

l’analogia, non fondatasu autenticosensostoricoe su indagineprecisacheCicerone(Tusc. V,105)scorgeconl’ostracismosubitodaAristide, éispirataagenericomoralismo(«nonneob eanlcausamexpulsusestpatria,quodpraetermodumiustusesset?»)in un contestoin cui lo scritto-reesortail saggioa noncurarsidelplausopopolare.L’istituzionedell’ostracismo,dovutaalíariformadi Clistene(cfr. Arist.,Ath.,22, 1 e,perladiscussionesulla testimonianzadi Arpocra-zione, P. J. RHODES, A Commentaryon the Aristolelian AthenaionPoliteia, Oxford 1981,268-269),é comunqueun fenomenoateniese.Altre citrA, comeArgo, Megarae, in Asia,Miletopreseroesempiodall’ostracismoateniese.E’ probabilecheognunodi questistati adattassealíeproprieesigenzee tradizioni l’istituzione ateniese,manon si sacon precisionequali fosseroataleproposito le leggi penaliaEfesoaIl’epocadi Ermodoro.

9 Cfr. E. LOBEL eD. PACE, Car,ninumAlcaicorun,Fragnienta,PLF., Oxford 1955, 13002. DaquestoframmentorisultacheAlceoera in esilio in unalocalitádellastessaLesbo(cenonon Mitilene, dacui eraesiliato). Probabilmentesi trattavad’un esilio mite, simile aquellochesarebbestato poi l’ostracismoateniese.AncheErmodoroforsesubi una simile condanna,dascontarsi,proprioperla suamitezza,in un territoriovicinoalíacittá patria.senzaperditadi beniesenzaperditatotaledeidiritíi di cittadino,comeprevedevao concedeva1 ostracismoateniese.

20 SecondoM. MARcovícH, op. cit., 372: «il detto,dalpuntodi vista filosofico, é privo dicontenuto».Non apparetalesevi si scorgeil rapportodegli opposti.principio fondamentaledelpensieroeracliteo. Bastache tale principio penetri nella realtástoricao comunqueempiricaperchéessaassumala dignitá di contenutofilosofico.

2! C. H. KAHN, op. cM, 179,scorgetale nessonell’antitesifondamentalefra un uomodeg-no cheé staíoespulsoe tutti quelli che sono rimasti, che dovrebberoimpiccarsie un’antitesisecondariacheopponel’uomo utileacolorola cui azioneéautodistruttiva.Vi sarebbepoi unaproporzioneimplicita cheesprimel’inutilitñ: comecittadini gli Efesii adulti sonopersinopeg-giori dei ragazzi. Purammettendola possibileesattezzadi tali rilievi, ci sembrapiú probabilequellodanoi indicato: l’opposizionedi adulti eragazziépiú evidenteechiaramenteindicataalivello linguistico e non si tratta tanto di unaproporzionequantodi un’antitesi; ji problemaermeneuticoé l’individuazionedel tipo di antitesicdi nessoconseguente.

22 Cfr. il fr. 15, dove si ha l’antitesi di al8otoimve &vrnbtotctra, 11 piú evidenteperlacontiguitádei duetermini, comunques’interpretiil frammento.Secondou CH. Kahn, op. cit.,265,«l’identificazionedi DionisoeAde, fecondittse follia, t mediatadainessi verbalifra geni-tali (aidoia), vergogna(aidos), spudoratezza(anaidestata),eHades(Aides)».Sonocioéleparo-le cheevocanoimmediatamentei nessidelreale(cfr. mfra, n. 23), afar emergerel’unitA degli

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11 nessolinguistico chegiuocasullaradice“113-, rispecchiaimmediatamen-te il nessoontologico’3con un capovolgimentoparadossale,in quantoilsegnolinguistico contenentel’elementonegativo(l’alfa privativo) indica ilreferentemoralmentepositivo, mentre quello positivo indica il referentemoralmentenegativo:lasynapsis~ degli oppostié dunquein questoroves-ciamentoe in questoscambio25: cié cheé positivodiventa negativoe ciécheé negativodiventapositivo.

tQuestoscambioo unitá di opposti a livello prescrittivoé auspicatoinquantoritenuto giusto (&~tov) da Eraclito sulla basedella constatazionechegli Efesii hannobandito u migliore preferendochesia talepressoaltri,non pressodi loro. L’atteggiamentoprescrittivo& cancodi vigorepolemi-co, chesi esprimein forma iperbolica(&~áy~acOca)e paradossale(l’an-titesi rilevata). Cosi l’unitá comescambioha unafunzioneconnotativa(iltonopolemico)oltre chedenotativa(il concettoin sé); la prima funzionerafforza la seconda.Questa interpretazionedel frammento ci sembraimportanteperchésegnaun puntod’intersezionefra un fatto storico-politi-co (l’espulsionedi Ermodoroda Efeso)e un principioteoricofondamenta-le di Eraclito(u nessodegli opposti).

Ora, se Ermodoro& un legislatore,ci si puéchiederequaleconcezioneabbiaEraclitodella leggein generale:la rispostaa talequesitopuócontri-buireulteriormentea saldare1’ atteggiamentoteoreticodel sapienteefesinoalíe vicendestorico-politichedella suapatria. L’unico testoche forniscaunaconcezionearticolatadellaleggetrale testimonianzeei frammentiera-clitei éil fi-. 11426; in esso& affermatala dipendenzadelle leggi umaneda

opposti.Cfr. ancheleantitesi&irdpoimv—xnptgsvoi(fr. 1), tX,tetat—dvO~iaatov(fr. 18),&$avi~-4avep~(fr. 54), &Oávarot—OvTyro( (fr. 62). Cfr. E. TAGLIAFERRO, «Tipologiadelparagoneeracliteo»,in Atti delSymposiumHeracliteum1981,1, Roma1983, 178 en.35. Nonéun casoche si manifesti il rapportolinguistico fra un terminee un altro che contienela stessaradicenegatadall’alfa privativo in un pensatorechedel nessoantiteticofa il fondamentodellasuaconcezionedel mondo.

23 Cfr. O.CALOGERO,Storiadella logicaantica, 1, Bari 1967 8,39-41e44; cfr. anche(3. MAR-TANO, Contrarietáedialettica nelpensieroantico,Napoli-Firenze1972,55 segg.:si trattadellin-distinzionedeipiani linguistico,gnoseologicoeontologicopropriadelpensierogrecoarcaico.

24 Nel fr. lo preferiamoleggereoovdvtÉc,accettatodaD.- K.,piuttostocheGUX2«qnEg,accettatodaliamaggiorpartedegli editori edei commentatorisuccessivi,perchéé terminepiñappropriatoecompletoperindicareII rapportotra gli opposti,cheé«contalto»e«legame»auntempo.Cfr. R. LAURENTI, Eraclito, Bari 1974, 109-líO.

25 Cfr. u fr. 88, dovegli oppostisonovistí in rapportodi rovesciamentoe scambionella fra-seconclusiva:«questecose,scambiatesi,sonoquelleequelle, scambiatesi,sono queste».Cfr.ancheil fr. 90,doveappareesplicito il concettodi ávra¡iot~i1.

~ Peril concettodi nomoscfr. n. 14. Probabilmenteu fr. 114 costituivanello scrittoper-duto l’affermazionepremessa,comeapplicazionedel principio del logos al mondopolitico e

Eraclito ela legge 61

quelladivina, chebastae sopravanza;peré,primadi questaaffermazione,la leggeumanadellacittá épostain relazionecon«cié chee comuneatut-ti», lo ~uv’ovnávtcov: il fondarsidellacittásulla legge& introdottoin for-madi paragone(bicwatep)27, perchelo xynónnerisulti megliodetermina-to. Cos~i essoacquistaconcretezzaconnotativaed é nello stessotempoposto in rapportocol mondopolitico. Ma lo xynónécié che & comuneinquanto«universalmenteconnettente»28: la leggeumanadellapolis non& diper séugualea cié cheinstauraunastrutturauniversaleunitaria. Peresseredel tuttougualealío xynónle mancal’universalitácometotalitáunificante;ciééchiaritoda quantosegue:le leggi umanetraggonoalimentoda un’u-nica legge,quelladivina, appuntolo xynón,cioé in ultima analisi il logosnel suoaspettonormativo29• Questaleggenon solo bastaper tutte le leggiumane,ma lesopravanza:le leggi umanehannounaloro circoscrittarealtáparticolarealíaqualela leggedivina,dominando30nellasuauniversalitá,é

giuridico,agli altri frammenti riguardantiErmodoroe il nomos,o laconclusionechetrasferivaaun pianouniversalele osservazionicostituitedatali frammenti.SecondoT. M. ROBINSON,Hera-ditas. Fragments,Toronto-Buffalo-London1987, 155,éincertoselaleggedivinasiagenericaospecifica,benchégli paiapiú probabilechesiagenerica;pernoi il problemanon si pone:si trat-tadell’universaleconnetíentele singoledeterminazioniumanesul pianoetico-giuridico.

27 Peril tipo di comparazionecfr. E.TAGLIAFERRO, art.cit., 174-175,dove,sulla basedellaclassilicazionedi H. BLIJEMNER, LíberGleichnissunáMetapherin derattischenXomddie,Leip-zig 1891,XIV s., la studiosapresentacinquetipi di comparazione(lultimo noné chela mcta-fora, in cui il terminecomparanteequellocomparatosonofusi assieme).II paragonedel fr. 114rientranelquartotipo, cio~ quello in cui i duetermini sonosi fusi, ma~aggiuntaunaparticellacomparativa(p. 174).

28 Secondonoi I’aggettivo ~tvo~ va intesocome«universalmenteconnettente»in quanto,derivandodalia preposizione~úv,che di per séindicaconnessione,é attributo specificodellogos(fr. 2), cui spettal’universalitádiacronica(fr.l)e sincronica(frr.1, 2e 114):cfr. L. SEN-ZASONO, «II fr. 50 di Eraclito nel quadrodel suopensiero»,in Atti dell’Accademiadi ScienzeMorali e Politiche, vol. XCVII, Napoli 1986, 1987, 25, n. 26, doveaccogliamolo stimolo diG.COLLI, Lasapienzagreca,III, Eraclito, Milano 1980,31e25, ma attribuiamovaloredecisa-menteattivoal termine.

29 A livello di strutturaprofondai vari termini eracliteiesprimentiluniversalesi equival-gono: ades.Xóyo, Ged,Zn3~, ~ gp~, irdXepoq,v4¡n4, tnvóv, icdaIbo.,&iqiovtq. Di-versi sonoil puntodi vista e laconnotazione:ades.,nientre logos (frr. 1 e2) esprimela struttu-ra linguistico-ontologicadel reatesottol’aspettodellunitá,il poternas(fa. 53, 67, 80)e la eris(fr. 80)esprimonotalestrutturadal puntodi vista dellascissioneedell’antitesi.In fondoancheo-úvawtc(o oiiXAÍnlnc) equivale in partea logos,che noné altro che la supremasynapsis (ohannonie)unificantetutte lealtre. II fuoco,dal cantosuo,nonequivaleatali termini, maespri-me, sulpianofisico, l’unitá universalein parallelocon essi.

30 ~ concettodel dominio e della potenza(icpatdv)é presentenell’aggettivodi gradocomparativoicpetruov usatonel fr. 54: «L’armonia invisibile épiá forte di quellavisibile».L’ aggettivo,dellastessaradicedel verboKpcntm,esprimelila forza superioree piúprofondadeII’invisibile logos, comenel fr. 114 dominatoreprofondo,a livello di connessioneedi Ieggecosmica,del reale.Cfr. CH. KAHN, op. cit., 203.Cosi, a livello piñ superticialee incompleto

62 LuigiSenzasono

suificiente comealimentooriginario; ma tale principio, proprio perchéilsuodominio & universalee perenne31, & pié chesuificiente,cio& puéconte-neretutte le leggi umanepossibili, é la loropossibilitáoriginaria: questo&il sensodi lteprytvÉtca. Dunque,in un cefo senso,le trascende,nonperénel sensochele leggi umaneabbianounaqualitádiversadaquelladivina32:

cié sarebbein contraddizionecon unacospicuamessedi frammentichetes-timonianoil monismoeracliteoe comunquecol principio, di per sémonis-tico, dellasynapsisdegli opposti1 Anchenel fi’. 114 il monismo& eviden-te nel concettodi xynón,che & appuntoil principiouniversaleconnettente,inconcepibilesenzala molteplice materiaconnessa,perché,ovviamente,non avrebberagion d’esseree cadrebbenel vuoto~ ed é altresi evidente

(cfr. n. 29), il polemosé re(fr. 53); e ancheil «regnod’un fanciullo» del fr. 52 éprobabilmenteil dominio del logos chesi attuanel tempo(akbv) con l’apparenteinnocenzadi un fanciullo.Cosiil governodellagnomedel fr. 41, comunquelo s’interpreti,é, con ogni probabilith,quellodel logoso di Dio e il governodel fulmine del fr. 64 équellod’un aspettodel fuoco. Ricorrequindi in Eraclito il motivo del dominio edella forzadel principio universaleunicoesercitatisulla totalith delledeterminazioniparticolari. In virté di tale dominio, propriocomeil nomosdivino del fr. 114contienele leggeumane,Dio contienegli opposticoi quali si identificaenelquali si trasforma(fr. 67).

31 In altri termini al logos,qui nelsuoaspettonormativo(nomos),spettaI’attributo dell’u-niversatithsincronica,perchéé «universalmenteconnettente»(fr. 2), e diacronica,perchééperenne(inizio del fr. 1, dovedelvariferito pernoi a¿5vxo~). Cfr. n. 28 eL. SENzAsoNo,«DoesHeraclitusdemonstrate?»,MetalogiconAnnoIII, N. 1, Gennaio-Giugno1990,48.

32 Q~ 5~ KIRK, op. cM, 54 affennacheil rapportofra lunicaleggedivina ele leggi umaneé alquantodiversodaquellodelEuvd~XÓyo~ con la iSla ~pdvnau del Ir. 2 o dall’incapacitádi percepire(«impercipience»)descritranel Ir. 1, perchéle leggi umanenon sonotagliatefuoridalIaloro fonte.Questoé vero, purchési tengapresenteche anchenei fa. 1 e 2 la naturadellogos,principio aun tempolinguistico,gnoseologicoe ontologico,é taleche le singole parole,singoli pensierie i singoli elementidel realesonotutti uniflcati dal logose nonsi possonocon-

cepirefuori di esso.Quindi le opinioni private,gli errori, l’incomprensionee l’oblio della realtArientranoanch’essinell’ambito del logose ne sono tagliati fuori solo in quantocostituisconoatteggiamentidi incoscienza,nongiáperchénonncsianodi fatto partecipi(cfr. Ir. 1). Cié écon-fermatodal fr. 75, dovesi haforseun travestimentostoicodel pensieroeracliteo(essoécitatoin forma indiretta daMarco Aurelio): «1 dormienti sono operatorie collaboratoridi cié cheavvienenel mondo» (dovealmeno il termine xdapo é usatoin un’accezionepost-eraclitea).CIr. altresíil Ir. 124,per il quale l’ordine (il kosmosappunto)si identificacol suocontrario,laspazzaturadi rifiuti ammucchiatiacaso. Dunqueanchegli errori esprimonovisioni parziali eframinentariedel logos,cheattendonodi esserecompostenellasuastnztturaordinataeunitaria.

~ Se la synapsis é unitA di opposti,la naturadi tale relazionenon puéesserediversadaquella dei termini correlati; ma la supremasynapsis él’unitá degíl opposti uno-tutto:dr. 1’ulti-mo esempiodel Ir. lOeil Ir. 50. LatotalitA del realecoincideconl’unitá: si hacosiunaconce-zionemonistica.

~ Perprovarequestobastacitarequalcunodei numerosiframmentiche documentanousensoempiricoeracliteo.Tutto lo scrittodel sapienteeracenopercorsodariferimenti empiricicheconferivanopienezza,consistenzae varietáal logos,daliadottrinadelle trasformazionidel

Eraclito e la legge 63

nell’usodel verbo zpt4xo: comepotrebberole molteplici leggi umanetra-rre alimentodell’unicaleggedivina senon vi fosseuno strettovincolo fraduetennini, talechela qualitádi entrambivienead esserela stessa?L’usometaforicodel verboaccentuaa livello tonalequestadipendenza,strettaalpuntoda diventareidentitáqualitativa,se& vero chela sostanzadi cui ci sinutrediventasostanzapropria~. Si trattadunqued’uncasodi coincidenza,o meglio di nessoinscindibile,dell’intero e del non intero,uno dei casidisynapsisdel fr. 1036: l’intero, cio& l’unitá totalizzante,é appuntol’unicaleggedivina, i non interi, cio& le parti, sonole leggi umane;l’opposizionesi conciliaproprioperchéleleggi umane«si nutrono»di quelprincipiouni-co, per cui la loro molteplicitá confluiscenell’unitáe l’unitá non avrebbesensose non «nuttisse»la molteplicitá,che& quelladi tuttele possibili leg-gi umane,per cui non solo «basta»,ma «sopravanza».

Inoltre il frammentoesprime,forsemeglio di altri, il ritmo stessodelmonismo eracliteo, secondo questo semplice schema: affermazionedell’universale(xynón)—discesaal particolare(leggedellacittá)— ritor-no all’universale(leggedivina)”. Cosi l’elementoparticolaree moltepli-ce & inserito fra i due termini che esprimonol’unitá universale,quasiasottolinearel’inclusione del particolareentro l’universaleda cui stretta-mentedipende.

Dunquetale monismo comportache la legge umanasia un riflessodiretto della legge divina, una sua detenninazione:proprio per questo

fuoco (fr. 31)edell’ anima (fr. 36) adesempicomequellidellastrada(fr. 60)edellagualchierao dellascrittura(fr. 59), dagli esempidi sacrificiepreghiereinutili (fr. 5) aquelli di cattivi ini-ziati ni misteri (fr. 14)ecosi via. Delrestoegli stessohaaffermato:«Preferiscocié di cui si davista,udito e apprendimento»(fr. 55).

“ II KIRK sembraincertosul valore metaforicodel verbo (op. cM, 53-54) II MARCOvICHritiene «probabileunacertanaturacorporeadell’unicaLeggedivina, suggeritadai verbi upÉ—

0ovurn,é4apcete uepiytverai(op. cit., 65). E’ veroche Eraclito,nel suomonismoarcaico,nonpuéenon vuoledistinguerenettamente¡‘elementointellettualeemoraledaquello fisico,mail sensometaforicodi rpt4n qui éevidente:il Kirk (op.cit., 53), acui si rif~ il Marcovich,non dimostrataleipotesi, né questi dimostrail sensomaterialedegli altri dueverbi. L’uso delverboin questionesi spiegaperchéEraclitocaricadel suomododi sentireintensoe immediatol’intima connessionedelleleggi umaneedi quelladivina,cheegli avvertecomeun principio dicapitaleimportanzareligiosa,ecosincnasceunametaforadensa,probabilmentenuova,suandoalíanostraconoscenzadella letteraturagrecaarcaica(cfr. 0. 5. KIRK, op. ciÉ, 54).

36 Cfr. L. SENZASONO,«II fr. 50»,cit.,29, dovecitiamo il rapportointeri-noninteri (fr. 10)a proposito del logos e degli elementiunifzcati. Quanto all’interpretazionedell’esempiodisynapsisdel fr. 10, cfr. ibid.,n. 37. Talerapporsosi risolve in quellopiúgeneraledi uno-molte-plice:cfr. l’ultimo esempiodel fr. lOe il fr. 50.

~ Cosi, in formapucontratta,énel fr. lO: primasi enuncianoin generalelesynapsies,poisenc adduconoesempiel’ultimo Ii riassumetutti nella formapiú generale. -

64 Luigi Senzasono

«bisognacheil popolocombattaper la leggecomeperun muro» (fr. 44)~la leggedella cittá, garantitanel suo valore dall’universalitádella leggedivinadi cui éespressione,lacingecomeun murocontro i nemiciestemi~.

II breveparagone,del tutto consonoalíadensitáchecaratterizzain moltialtri frammentilo stileeracliteo,comunicain formaicasticaeimmediatailsensodell’importanzadella leggenell’universalitádellasuaforzadifensi-va: puéesserela difesada rivolte interneoppurequellacontrol’attaccodeiPersianiedi altre popolazionid’Asia, grecheo barbare.E’ difficile direqualeideologia,oltre a un ovvio patriottismoe al sensodeil’ordinecivile,tralucada questoframnento;se lo si volesseriferire aErmodorosi tratte-rebbedella leggeo del voleredell’unico a cui bisognapur ubbidireperché& il migliore(cfr. fa. 49 e 33) ~. In tal casosi tratterebbed’unmonito rivol-to alíamassadegli Efesii, organizzata«democraticamente»,comes’évisto,ma probabilmentedominatada una ciassedominantedi fatto egualitariasolo al suo interno,anchese propensaa estenderela leggein sensoisono-mico 41• E’ proprio questoegualitarismolimitato ma tendenzialeche indu-ce la classedirigente efesinaarespingerela legislazioneo le propostedigovernodi ?Ermodoro,comerisultachiaramentedal fi-. 121.

Dal canto suo Eraclito oppone il valore d’uno solo, se & il migliore(fr. 49), e ritiene leggeobbedireanchealíavolontád’unosolo (fr. 33).Cer-to il sapientenonproponeai concittadiniunatirannide,siapurequellad’un

~ SecondoM. CONCHa, Réraclite. Fragmenis, Pañs 1986, 220 l’espressionetrntp rotpvo~iÉvoi va conservatadopo tntp mt vópou, trovandosinei migliori codici di DiogeneLaerziochecitail frammento(B P~F). Egli traduceperció:«poursaloi-pourcellequi existe»(egli legge&cú~ <nttp invecedi ¿Slcoaztsp).Si tratterebbe,nondi unaleggequalsaisi,o miglio-re, o ideale,ma dellasualegge.cosicom’é (ibid., 222). E’ improbabileche lo stile eracliteo,densoecontratto,abbiadatoadito a unaespressionecosi banaleedéovvio cheEraclitoalludealíaleggepropriadelpopoío,cheperódeverispecchiarepi~o menoquelladivina. InoltreyiXO—pÉvounonvaleesattamente«cheesiste»,masemmai«chesi determina».II verbo,al presente,vuol diresi anche«essere»,«esistere»,ma nelsensodi «manifestarsi»,chesi svolgedaquellooriginariodi «nascere»:cfr LSD, s.v.

~ MARcovícH,op. cii., 367,pensaal nemiciesternisolo peranalogia:«Laleggecittadinat contro il nemicointerno altrettantovalida difesae baluardodel muro perimetralecontro ilnemicoestemo».In realtála leggedifendeanchecontroi nemici esternichepossonoapprofit-taredell’indisciplina socialee dellarilassatezzadei costumi(si pensasemprea Ermodoro)perayerla megliosulla cittá.

~ Cfr.n. l4en. 15.‘ Cfr. S. MAZZARINO, op. cit., 221 segg.; il travagliodellearisticrazielungo tutto il VI

secoloe la primamethdel V deveesserestato appuntoquesto:unalotta frequente«fra eteriearistocratichein cui il demovariamentesi schiera»(ibid., 221).Oraéprobabilecheci sia statoun contrastopocodocumentatoper la grecirá, siaeuropea,siaasiatica,fra aristocraticiconser-vatorie aristocraticiisonomici.Di qui le soluzioni tiranniche,oligarchichee isonomiche.

Eraclito e la legge 65

ottimo legislatore come Ermodoro: & testimoniatoche aveva indotto utiranno Melancomaa deponeil potere42,ma i’argomentodi fondo cheesciudetale proposta& che il dominio d’uno solo impostocon la forzadeterminauno squilibrio che rompe i’armoniaprofonda,quella invisibile(fr. 54)43, dello stato,cioé quellatensionedi forzeche & fondamentalmen-te equilibrio di opposti (fr. 51), in ultima analisi lo xynón~: infatti unavolontáegoistica,arbitrariaeunilateraleimpostaalíacoliettivitá45 non puéesserechefrutto di hybris,che vaspentapié di un incendio (fr. 43) ~. Invece la volontá di uno solo,non animatoda hybris tirannica,puéessereinterpretedella legge,che &

42 Cfr., CIem., Sm 1, 65 (II, 41, 19 Stáhlin) (= D. -K. 22 A3). J. BERNAYS, Gesanirnelte

Abhandlun gen, Berlin 1885,30 ritienechequestoMelankomaspossaidentificarsiconu Kom~scui accennaSuda a propositodi lpponatte,esiliatodaEfesosotto la tinínnidedei AtenagoraeComa.PorseharagioneO.5. KIRK, op. ch., 13, secondoil qualelanotizia«maybea perversionof the story that l4eraclitushimself gayeup thehereditaryI3aalXEtaof the Androclids».Se lanotiziaé un’invenzione,éstatacostruitasulla basedi unatradizionechechiamerelapologeticaneIl’intentodi scagionareEraclito, ritenutooligarchico,dallaccusadi esserefilotirannico perl’atteggiamentocheé testimoniatodai fa. 33 e49. Perquestatestimonianzadi ClementeAles-sandrinocfr. ancheR. MONDOLFO. e L Tarán,Eraclito. Testi,nonianze e imitazioni, Firenze1972, 61, n. 105.Se la testimonianzaéautentica,pensiamochesi tratti conogni probabilitádiquel Komáschefu tirannoversola fine delVI secolo,comecredeil Kirk (loe. cii.).

~ Cír. n. 30. La maggioreforzadell’armoniainvisibile é date dalIaprofondaunitáslruttu-rale del logos, che si anuacompiutamentedopo u poleinose la eris, chesono suoi necessarimomenti preliminari: u polemosmostra«5a~e)e produce«irotnce)gli opposti. cioé Ii faemergerea liveilo sensibile(fr. 53).mentrejI logosé il discorsostrutturalecheIi unificaauve-lío piú profondoin un’armoniachenon puéesserecoltadai sensi,ma dt. strutturaci risultatidellaconoscenzasensibile.

~ Questatensionedi forze che si risolve in equilibrio di opposti e quindi in arm9niaéespressanelIr. 51 dalverboá~toXo~én.C.RM,4Noux,Héracliteoul’hommeentreleschosesetles rnots, p. 237proponedueinterpretazionidelverbo:«ditjusternentla mérnechose»e«vajus-tementdans le mémesens’>. In realtñ l’interpretazioneé una,perchéu verboesprimela triunitáarcaicadel logos: concordarenell’unitá deldiscorso,dellastrutturaconoscitivaedellastrutturaontologica;cf n. 23. Ma il logos é xynós, connetteuniversalinenteil tutto: nello stato si deverifletteretaleconnessionesul pianodell’equilibrataconcordiacivica.

‘~ MÁRcovrcu, op. ciÉ, 368,n. 1. a propositodel fr. 44, citacomeesempioXenoph.,Men,.IV, 6,12sulla differenzafra il regno(~ac,tXeta)elatirannide:il primoéfondatosulconsensodeicittadinicd éconformealíeieggi, la secondanonhall consensodelcittadini enon ~confor-mealíe ieggi, ma alía volontá di chi domina.Eraclito, cui spettavaji titolo di re, potevaaverebenchiaretajedifferenzaprimadi Socrateedi Senofonte.

~ La hybris eracliteapué essereprivatae politica, individuale e collettiva, tirannica epopolare,dato u significatogeneraledi ~<violenza»,«eccesso»propriodelterminein tutta lagre-citó arcaicae classica(cfr. LSJ, s.v.) e datal’estensionedella Weltanschauungdell’Efesino. tiMarcovichtendea vederlasolo comeunamanifestazionedi violenzadi massa(op. ch., 366),perchémarerializzae circoscrivetroppo l’immagine dell’incendio,considerandolo«uneventopubbiico».

66 Luigi Senzasono

quelladivina rispecchiatadalle tradizioni patrie (i nomoi dellapolis) e,naturalmente,bisognachea tal fine queli’unosia u migliore. AHoraancheuno solo pué garantirel’equilibrio delle tensioni socio-politiche,anzi l’u-nitá unicae individuale pué assicuraretalvolta l’armonia, che & unitá diopposti,megliodeipiú, spessointenti a «saziarsicomebestiame»(fr. 29)~~e quindi dispersinel loro egoismodi singoli, insensibiliall’unitá struttura-le (xynón)propriadellalegge.

D’altra parte, se u «popolo»~ develottare per la leggecomeper unmuro, é chiaroche un disprezzoaristocraticoradicaleavrebbeimpedito aEraclitodi esprimersiin questitermini; questodémosha senzadubbiounasuadignitáal cospettodella leggeumanaequindi di quelladivina chel’ali-menta.Cefo la formadei frammentoé prescrittiva:xPI reggelaproposi-zione infinitiva che esprime il contenuto del pensierodi Eraclito. Maappuntoperciéegli proiettail popoíochecostituiscelo stato in unadimen-sioneideale, chenon esclude,anzi lasciaintravederel’attuazionee ladife-sa della ieggein unapolis a struttura fondamentalmenteisonomica. IIdéznos& stato,cio& unitá e totalitá giuridica dei cittadini: l’immaginedelmuro, suggerendoun elemento difensivo che cinge tutt’attorno l’interacittá, evocaappunto,insieme col concettodi difesa, quelio di totalitá: laleggevadifesadapartedi tutti i cittadini (démos)perchéa suavolta difen-de in modounitario la loro totalitá; in termini ph’ astrattamenteteorici: laleggeumanapartecipadellaleggedivina(se nc«nutre»,comenel fr. 114),essendodella stessanatura,cometotalitá minore in senoalía totalitá uni-versale.

Qualemiglior difesadello stato,che& la totalitá strutturalebenconclu-sadei cittadini (la polis), delprincipio chene garantisce,anzi ne costituis-ce l’unitá strutturale?Sia la possibileaggressioneesterna(sopratutto,nelperiodoin cui Eraclitoscrisse,dei Persiani).sia le possibili rivolte internedi ceti subalternie le minaccedi colpi di statotirannici tendonoa disgrega-re lapolis,cui la leggeassicura,nonchél’organicitá, l’esistenza,perchénecostituiscela naturastessa:ecco quindi il concettodi difesa, adombrato

~‘ II Kahn (op. oit., 233)osservachenel Ir. 29 lasceltaeroica(cui é contrappostala sazietádeipió) richiamaji valorecosmicodel fuocoche,comel’oro, servedascambioper tutte le cose(fr. 90). Si trattainfatti della sceltadi «unacosain cambio di tulle le altre»,quindi i piñ sonoinsensibili all’unitá totalizzanteche pennettetale scambio,fissi nel loro egoismoparticolare,elementiunificabili, nonunificanti.Con questoordinedi ideesi accordau fr. 125 a, chejI Mar-covichhaforseragionedi ritenereautenticonelcontenuto(op. oit., 374).

48 Secondo5. MAZZARINO, op. oit, 231,il dérnosnelVII secoloé lo stato«eserupreconti-nuerA ad averequestosenso».Si trattaappuntodi un ambilo coslituzionale«dovetutú i libenpartecipanoalíavila dellapolis».

Eraclito e la legge 67

dall’immagine del muro che cinge l’intera cittá spazialecome la legge,supremoprincipio connettente,proteggel’intera cittadinanzachecostituis-ce il démos.

Nell’ambito dell’universalitádellaleggedivina, di cui la leggeumanacostituisceunadeterminazioneparticolarecheneriflette l’unitá totalizzan-te, puésorgereji mutamentodelle ieggi particolariumane,sia ad operadiuno solo cheproponenuoveieggi, comeforseErmodoro,sia per un capo-volgimento di classedirigente, adombratoparadossalmentedaliasostitu-zionedegli adulti indegni congii imberbi (fr. 121).

La convinzionepolitica di Eraclitoéquindi antitirannica,antioclocrati-ca (perrifarci a un termineche sarádi Polibio), non propriamenteantide-mocratica,masemmaiaristocratica(in sensoassiologico)conapertura,síaa un’isonomiapopolaretutrice della legge(s’intendein quantorispecchiquelladivina),siaalíalegisiazioned’un solonomoteta,purchésia u miglio-re (cioésemprein quantorispecchila leggedivina). Inoltre egli sa che larealtáumanaé coinvolta nel mutamentocontinuodi quellafisica di cui faparte(basterebbecitare i frammentidel fiume, chenonpossononon riguar-dareogni realtá, anchequellaetico-politica)‘~. Ci sembracertoche talecoscienzaha impedito aEraclito di esseredel tutto conservatore,perchéquestoavrebbesignificato per lui volere incoerentementel’impossibi¡e.Del restou fr. 121 testimoniachiaramenteu sensodelmutamentopolitico,siaalivello fattuale(jI bandodi Ermodoro),sia a livello prescrittivoin tonodi esasperazionepolemica (l’augurio che gli Efesii lascino il posto agliimberbi).

Ma i mutamentiavvengonoentrol’universalitá fisicadel fuoco50,que-lía linguistico-strutturaledel logos5’ e quella teologicadel divino 52, che

‘~ Ad ontadei tenlatividi G. 5. KíRx, op. ciÉ, 267-380edi M. MARcovlcH, op. cit., 137-153, i frammentiriguardantifi temadel fiume(frr. 12, 49a, 91)possonoesseretutti autenlicinelsensochesi írattaprobabilmentedi ricorrenzeintraíestualidello stessotema(forsea brevedis-tanza)nello scrittoperduto.In questasedeil problemanon interessaoltre.L’immaginedelñu-meesprimeevidentementeil divenirecontinuodi qualchecosachepurepermanesecondounanorma;secondoR. Laurenti,op. cit., 139,il divenireeraclileoé un «sapienteinstaurarsidi equi-libri, un sapientetrascorreredaun contrarioall’altro».

~ Cfr. almenoi fzt 30,31e90; cfr. altresiil fr. 36, riguardantele trasfon,,azionideli’anima,chenell’ambitodelmonismoeracliteoandrannoviste comeunaspecificazionedi quelledel fuoco.

~ Cfr. sopratuttoi frr. 1 e 2, dove u logos apparel’elementopermanenteecomuneentro uqualesi manifestanolediverseesperienzee opinioni degli uomini.

52 Cfr. il fr. 67, dove il divino appareu principio unificantegli opposti,equindi u motoeil variaredellesensazioni,ifa. 102 e 79, dovelarelalivitáumana,equindi il diveniree le oppo-sizioni,si risolvononellasuperioreunitá deldivino e il fr. 32, dove l’unicitádellasaggezzadivi-na non vuoleevuole esserechiamataZeusequindi ammettein séun’opposizionelinguistica,cioé unapossibilitádi modificazione.

68 Luigi Senzasono

sonoaspettidiversidel realecoincidentinellastrutturaprofondadel monis-mo eracliteo.Infatti solo l’universalitádi questiprincipi & in gradodi con-tenerela molteplicitá dei rapporti degli opposti e di unificaría~. QuindiEraclito, volgendolo sguardoall’universalitádella leggedivina (fr. 114),affermala necessitádi difenderela leggeumanachelaattuaessendonepar-tecipe(fr. 44): perciéegli respingela hybrischeprovocasquilibri distrutti-vi (fr. 43). DunqueEraclito &, sotto un cefoaspetto,un conservatore,inquantosacheci sonomutamentichecompromettonol’armoniaprofondadellapolis: eccoperchénel fr. 44 il déniosdevecombattereiii dtfesadellalegge(tntp) comeperun batucadodt’fensivo(tst%Eoq):la molteplicitádeicittadini deved~fenderel’unitá della leggecheasuavolta Ii difende.Si hacosiun circolo54 il cui movimentointerno& bendescrittodalIafrasecon-clusivadel fr. 10: «di ogni cosapuéfarsi unaunitáe di taleunitá sonofatte

55tutte le cose»

Pertanto, sulla base dell’unitá strutturale permanentecostituita dallogossotto forma di leggedivina e dal principio del nessodegli opposti,Eraclitotende,al cospettodegli eventicontemporanei,a unaconciliazionedi oppostetendenzenegli aspettiper lui ph’ positivi e atti a determinareunequilibrio: egli respingegli aspetti oclocratici dell’isonomia,accettandol’unitá isonomicadel tUrnos nel segnodella legge,erespingela tirannide,accettandol’unicitá unificanted’uno solo nel segnodell’unitá universaledel nomosdivino. L’opposizioneisonomia-monarchiasi conciliacosi nelsensodell’unitádel tUrnos, chenon cessadi essereisonomicose accettaleleggi d’un solo interpretedel benedi tutti i cittadini. Analogamenteeglirespingeu divenire in quantoprovochi squilibrio, pur accettandonelanecessitánell’ambitodello stato,erespingela permanenzastatica,puraus-picandol’equilibrio permanentein nomedella legge divina nell’ambitodeliapolis.

Cosi si concilia l’opposizionedivenire-permanenzaneilastabilitádellaleggedivina, chenon esclude,anzi implica u <diume»degli eventigiuridi-ci, cioé dellenuoveieggi, comequella(o quelle)propostadi Ermodoro.

Ebbene,se i frammenticitati sono,comepare,in relazionefra loro, tut-to inducea crederecheci sianoun nessoe un puntod’incontro fra la con-

~ La mediazionedi universalitáemolteplicisáétestimoniatasopratuttodai fa. lOe50 neiquali éaffermatala coincidenzadi unoe tutto.

‘~ La circolaritñ é un elementoimportantedel pensieroeracliteoe appareesplicitacomeimmaginenel Ir. 103; u frammentoéintensobenedalM. Marcovich(op. cii., 124):«Cli oppos-ti Inizio e Fine coincidono,comead es. nelcerchio».Per la presenzadellacircolaritá nel Ir. 1cfr. C. DIANO e G. SERRA, Eraclito. Ifra,nrnentie le testirnonianze,Pp. 105-106.

“ Cfr. nn. 53 e 54.

Eraclito e la legge 69

cezionedi fondodello scrittoeracliteo,quelladell’universalechedá strut-turaal molteplicenellarelazionedegli oppostie nel loro scambioeproces-socontinuo,e lavicendadi Ermodoro:questopuntod’incontro & la conce-zioneeracliteadellalegge.La condizionestorico-politicahacosiinfluito suunacertapartedel libro testimoniatadal frammenti indicati, volgendolastrutturaprofondadel logosaconfigurarsicomesupremoprincipio divinogarantedelle leggi particolari.E’ chiarocheEraclitononhasubitola vicen-dadi Ermodoroe in generalela situazionepolitica di Efesodopola repres-sionedellarivolta ionicacomeun presuppostoinerte,maleha sentitecomeunostimolo adarricchire u suodiscorsosapienzialeconl’aspettogiuridicoein generalepoliticoequindi le haricondottealíasuacoscienzae alíatota-litá unitariadel suoscritto 56•

Rimanedachiedersisel’importanzaattribuitadaEraclitoalíaleggetro-vi ancheun riscontronella situazionedei Greci d’Asia, datele condizionitipichedi quellepopolazioninella primametádel V secolo.In realtái’esal-tazionedellalegge,fino a renderleonori divini, & un motivo difuso in tut-to u mondogrecodal VI secoloa tutto u y W Ma, se si badaalíadifferen-za di situazionegeopoliticadei Greci asiatici rispetto a quelli europei,utonoe l’atteggiamentoin rapportoal problemadelle caratteristicheetniche,culturali e statuali appaionodiversi, pur nella sostanzialeaffinitá. 1 Grecieuropei non avevanoun contatto diretto con popolazionistranierechepotesserometternein questionel’integntá etníco-culturaie,a cui essi tene-vano, a minacciarein modo immediatoe continuola libertá esternadelleloro cittá-stato,fatta eccezioneper eventibellici specifici, comela spedi-zionepunitiva contro Atenedi Dati e Artaferne voluta da Dañonel 490 equella, benpiú potente,volutada Sersedieci anni dopo. 1 Greci asiaticiinveceeranoa contattocontinuocon popolazionistraniere58e vivevano,specialmentedopo u fallimento della rivolta ionica dei 499-494a.C.,sottola minacciadiretta del potente impero persiano. Cefo essi venivano,

56 l»eril carattereunitariodello scrittoeracliteocfr. C. H. KAHN. op. ciÉ, 95.~ Peril motivo delladivinizzazionedella leggecfr. M. GIGANTE, Nc5gog ¡Jauú

1.edg. Napo-Ii 1956,72segg.Del restola leggeédetta«divina»daEraclitonel fr. 114: si évisto chetaleattri-buto implica lasuapossibilitádi contenereegiustificaretutte le leggi umane.

~ La mollezza,bendocumentata(cfr. 5. MAZZARINO, op. cit., 192-199e A. CÁPízz¡,op.ciÉ, 50-54), deiGreci asiatici,dovutaal conlallocoi Lidi, i Frigi egii stessiPersiani,non =unargomentotaledapermetteredi pensarecheessi fosserodel tultodisposti a lasciarsiassimilaredaquellepopolazioni.Senofanedisapprovau contagiodellamollezzalidia subilo dai Colofoni(cfr. 21,3 D.-K. doveegli definisce&vnqO.Éa;tali mollezze)ed Erodoto.medianteu perso-naggiodi Dionisio di Focea.biasimalafiacchezzadegli Ioni neiconfrontidelladisciplinabelli-canavale(VI, 11-12).DunquenelVI secoloenelV secolovoci di illuminati testimonianoatteg-giamenticritici neiconfronlidelledeviazionideiGreci asiaticidaIl’austeritátradizionale.

70 LuigiSenzasono

soprattuttoattraversotirannidi% o ancheattraversoregimi aristocraticioisonomici,a necessaricompromessicoi Persianiepotevanoincludereten-denzee fazioni filopersiane~, ma nonpotevano,in generalee in linea ditendenza,nonsentirelanecessitádi difenderele loro caratteristicheetnicheegiuridichepertinenti alíagrecitá.In generale,se si ammettechela tradi-zione pié tipicamenteoriginadadella grecitá,quellaepica,si radica nelmondoionicoasiatico,eche i testi omerici,soprattuttol’Iliade, rivelano«lavita e la culturadella nobiltá eolicae ionicapié antica»e che«termini pro-pri dell’areamicroasiaticax’,«nonpotevano,neanchedi lontano,intaccareil caratteregrecodellalingua» 61, si puébencapirecomela tradizioneefe-sina,fortementeconservatrice,tendesseadaffermarenei primi decennidelV secololagrecitácontro l’eiementostranierocontiguo,speciaimentedopou fallimento della rivolta ionica.Quindi u nomosdovevaapparireaiGrecid’Asia un concetto tipicamentegreco soprattutto nell’opposizionealíeciviltá asiatichecheessocomporta.Nc & testimoneun altro scrittoregrecoasiaticoposteriore,ma non di molto, aEraclito, lontanissimoda lui nelgenereIetterario,nello stileeneliapoetica,probabilmentepié indulgenteerispettosonei confronti del mondoasiatico: Erodoto.Sopratuttoun passodelleSto¡-¡e ci sembraindicativo in tal senso.In VIL 101-104,dopo¡aras-segnadell’immensoesercitodi Serse,si svolgeun colloquio fra u re e l’e-sule spartanoDemaratoche lo seguenell’impresacontro la Grecia. Sersevuol sapereda Demaratose i Greci saprannoresistergli,Demaratogli ris-pondeche alíaGrecia & connaturatala povertá,cui sí aggiungeu valore(¿iptrii) prodotto dalia temperanza62e dalIa forza della legge (végou

~ Sonosoprattuttoi tiranni i rappresentantidellapotenzapersiananellecitíá greched’A-sin; essi potevanoanchemutarepolitica e voigere u loro poterein sensoantipersiano,comelstieo eAristagoraa Mileto (cfr., per i loro rapporti,Her., y, 30). In questosensoi tiranni asia-tici sonodiversi daqueiii europei,chesvolgevanounapolitica essenzialmenteautonomarispet-lo agli altri slati.

60 Ad es.cfr. A. CAP¡zzí,op. ch.,60. doveé derto,sulla basedi Her., VI. 9-12,chei tiran-ni ionici esautoratidaArislagora«inviaronodietro suggerimentodeigeneralipersiani,deimes-saggerialíerispettivecittá,ognunocercandodi staccarei propriconcittadinidalIa legaionica»eche«nessunacittáaderísubitoalíaproposta,mastadi faltochealcune(tra cui Efeso)nonpar-teciparonopoi alío scontro,evidentemente perché ah ‘interno dei loro governi u partitofiloper-sianoistigato dai tiranni locahi, avevafinito perprendereit sopravvento». II corsivoé nostro.

61 Cfr. S. MAZZARINO, op. cit., 91. Tuttavia lo stessoautore,in op. ch., 199, qualificandoEfeso,esageratamente,come«citth menolidia e menogreca»,rischiadi contraddirsio alme-no sembraindicareun’eccezione,ricordandodellacittá Artemide«adoratadai Lidii quasidnalidia pereccellenza»ei’idioma «menolidio emezzogreco».

62 ~ termine é ao~f-r~: nel contestotale ~<saggezza»,condizionatadalia povertá, nonpuéesserechela temperanza.Cosiades. traduce L. Annibaletto in Erodoto,Le storie, II, Ve-rona 1956, 670; Ph-E. LEGRAND in Hérodote,Histoires, VII, Paris 1951, 101 («tempérance»).

Eraclitoe la legge 71

tGv)poO)63; in virté di talevalorelaGreciasi difendedalIapovertáe dalIasignoriadi un padrone.In particolaregli Spartaninon si piegherannomaiad accoglierele propostedel re che recanoservité alíaGrecia,qualunquesia il numero cui debbano contrastare (VII, 102); Serse rispondesottolineandoi valori del numeroedella forza (VII, 103)M~ Demarato,dopo un preambolo,ritomaagli Spartani:«Puressendoliben, non lo sonoin tutto: Ii sovrastaun padrone,le legge,cheessitemonomoltopié di quan-to i tuoi sudditi non temanote; cefo & che fanno quel che comanda;ecomandasemprela stessacosa,non consentendolorodi fuggiredalcampodi battagliadinanzi a nessunamoltitudine,ma obbligandolia vincereo amorirerimanendofermi alproprioposto»(VII, 104) 65 11 motivo del nomos

Cfr. aitresiW. W. HoweJ.WELLs,A Conzmentaryon Herodotus,II, Oxford 1949, 165 adloc.:vi sono citati Eur. Fr. 641,dove la penia é postain relazionecon lasophia e [Theocr.](citatocomeautentico)XXI, 1, doveun pescatoredicechela «penia soltantosuscitale arti».A. MASA-RACIEHIA, in Studi erodotei,Messina1975,78, n. 73, citaaitri testi oltre aquestidue.Egli inten-de le sophiedi questopassocome«l’uso deli’intelligenzaapplicataalía sferadelle iniziativepratiche»(ibid., 78);si puéaccetíaretaleinterpretazione,purchélasi integri conun sensoeticoprevalentesu quello intelleltuale,datou contestoispiratoall’idealedi vita greco, il suorappor-to conla situazioneeconomica(penie)el’espliciía indicazionedell’areté.

63 Erodoto,nell’usodell’aggettivoio~updqchequalificaqui la iegge,puéayersubito lin-flussodi Eraclito, u cui scrittoprobabilmentegli eranoto: nel fr. 114compaionou verbo(Gzn—pf~eoOrn,che indica l’assegnamentochesi devefaresu cié che=comunecomela ciltá sullaleggee l’avverbio ia~uporÉpco;,cheindica la maggiorforza, rispetto a quelladellaciltá neiconfrontidella legge,concui si devefareassegnamentosu cié cheécomune.Masaracchia,op.cii., 78, spiegau v6jto~ ia~np6 come«consuetudinealíadurafatica»,mentreades.Legrand,op. ch., VII, 101,traducendo,si deveattenereal testo e lo rendecon «bis rigoureuses».comeAnnibaletto,op. ch., II, 670traduce«saldeieggi»,dovel’aggettivoci sembrarenderemeglio ucorrispondentegrecodi «rigoureuses».LaspiegazionedelMasaracchiavainíegratacolla secon-da, pié vigorosaaffermazionedelnomos,cheéqualificatocomeSsandrr¡g(VII. 104): alloranon si trattapié dunasemplice«consuetudine»,mad’una forza superioreche,dominandounpopolo,é investitadi un’implicita dignitádivina,percui é vicinaal Oeto vópoqdi Fraclito.Sitrallaappuntodel«complesso1...] deivaiori eprincipi di comportamentochele tradizioni espri-monoeinnalzanoa modello»(u corsivoénostro),come lo stessoMasaracchiaafferma(ibid.,82): un paradigmadi civiltá che ha, in quantotale, i’universalitá del divino. PerII sensodelnomosin questopassoerodoteodr. M. GIGANTE, op. cii., 106segg.

~ Tuno il tono dellarispostadi Serseénel verbochepreannunciaimmediatamentela suarisposía:ynXáaa (VII, 103). E u riso increduloebeffardodelreorientaleassolutoepotentis-simoche noncredead altro valorechealíaforzadi fronte ai vaiori morali affermatidall’esulegreco.Sersealíafine congedabenevoimente(Ipucb~)Demarato,ma u volgerela cosain riso(t.’yÉXanÚ te ~rpa}¡s),mentredaun lato esclude¡‘ira (éirou¶oaroñpyiiv otSqitczv),dailaltroconfermal’atteggiameníoprecedente(VII, lOS).

65 E’ evidentein questopassol’aníicipazioneideologica,quasiu «Prologim Himmel»,dal raccontodella battagliadelleTermopili. Non solo il motivo del valore di Leonidae degliSpartanidecisia morire (VII, 220). ma u motivo della frusta (VII, 103) ritornaattuandosiintaleracconto(VII, 223).Cosiritorna u motivodel riso increduloeoltusodi Serse(ye2ofxzy~zp

72 Luigi Senzasono

si svolgedunquein duetempi: prima& la forzadellaleggeche, insiemeconla temperanza,produceil valore militaredei Greci e li abituaa soppoítarela povertát poi, di fronte all’argomentazionefondatasulla forza e sulnumero, tipica del despota,Demarato contrapponealía potenza dellamonarchiaassolutapersianae alía costrizionedella frusta, la forza dellaleggecheinducegli Spartania non fuggirea costodellavita.

Questimotivi sonoph’ o menopresentiin Eraclito:alpotentesignorediDemarato,unico limite alíalibertá spartana,cheordinadi vincereo morire,corrispondeil nomos eracliteoche dipendeda quello divino, dominatoreincontrastatosul qualela cittápoggia(fi-. 114) eper il qualebisognacom-battere(fr. 44); alía povertádi Demarato, connaturataalía Grecia, macorrettadal valore e dalla temperanza,corrispondonoladifesaeracliteadiErmodoro(fi-. 121),cheprobabilmenteavevapropostounao pus leggi sun-tuarie,e lacondannadellaricchezzadegli Efesii (fr. 125 a), maalíatempe-ranzastessacorrispondonoil disprezzoper i piit, che«si sazianocomebes-tiame» (fr. 29) e l’esortazionealía frugalitá in D. - K. 22 A 3b67. Incorrispondenzadel valore e della morte in battagliadi Demarato si hal’esaltazioneeracliteadel valore eroico (fi-. 29) e, in forma ph’ specifsca,dellamortein battaglia(fr. 24).

Tuttavia nel passoerodoteoé il motivo della leggeche domina,se siconsideracheéripresonella secondabattutadi Demarato,in formaisolatadagli altri motivi e particolarmenteenergicae solenne(ivi é detto SEO—it6’n~), in opposizioneevidentealíabrutalitádel numero,dellaforzamate-dalee dellacostrizionedispoticail cui emblema~ la frusta.

Mancain Erodotola basereligiosaeraclitea(il Osioqvóvo), ma ognilettore di Erodoto sa che l’azione del divino é per lui sempresottintesaquandonon compareesplicitamente,ora comeelemento«invidiosoe per-turbatore»(1, 32), ora comeelementoapparentementefortuito nel corso

é4rxtvovtonoitav), quandou cavaliereda lui inviato aosservaregli riferiscele occupazionidegli Spartani(VII, 209).

«~ Peru rapportocheintercorrefra la povertáe il valorebellico dr. IX, 122; Ciro ammo-ntsce1 Persianidesiderosidi trasferirsiin un paesemigliore che«dai paesimoili nasconodi soli-to uomini molli e non é proprio della stessaterra produrrefrutti mirabili e uomini valorosiinguerra».

67 Si traltad’unatestimonianza.per la qualeEraclitoesortógli Efesilassediatidai Persianieacortodi viveri a limitare il lussoprendendodeii’orzo tritato,mescolandoloconacquaeman-giandolo.La testimonianzaévolta in tedescoin D.-K. 22 A3b daunatraduzionesiriacadel IleVirÉ di Temistio. Non ci sonoragioni seriepernegarel’autenticitádellanarrazione,salvoforsefi particolareftnaledell’abbandonodell’assediodapartedeiPersiani.Vd. anchePlut., De garr.Sil b. Cfr. A. CApIZZI. Eraclito, cli., S8.Comunquesi trattad’unmotivo vicino aquellodei frr.121, 125a(la condannadellaricchezzasi allineacoll’ideale della temperanza)e29.

Eraclito e la legge 73

delle vicendeumane(1, 126; III, 139 etc.)68.Si trattad’un rapportoambi-guamentetrascendente,chél’uomo apparedi naturadiversadal dio, e non-dimenol’azionedivinasi manifestain tali vicende69

Invecepci- Eraclito la trascendenzadel divino & apparente,cio& é riser-vataall’uomo, non alíanaturanella suatotalitá, conlaqualela concezionemonisticadel sapienteefesinotendea identificareil principio divino,comelogos dal punto di vista linguistico-strutturale(e quindi come leggedalpuntodi vistanormativo)ecomefuoco dal puntodi vista fisico.

Cefo Erodotoscrivedopo l’immensaimpresadi Serseed & impegnatoa narraría,ma il motivo permanentedella minaccia persianaconiincia adelinearsialmenodal tempodellarivolta ionicae non potevanon coinvol-gereil pensierodi Eraclito,cheviveva intensamentelavita della suacittá,da aristocraticoilluminato cui spettavau titolo di re 70• E cefoErodotofad’un esuledellapolis grecaeuropeaph’ disciplinatae conservatriceil suo

~ Condurreunalelturadi Erodotosenzatenercontodello sfondoreligiosoanchequando

non compareequivalea falsareu sensostessodeli’opera;bastapensareall’impresadi Serse,ucui esito sfortunato~tulto contenutonelle considerazionidi Artabanoin passi comeVII, lO eVII, 46. Le considerazionigeneralisull’invidia divina gettanounombradi triste presagiosuldestinodell’impresae la narrazionedi essava letta in taleluce. Si haormaiun sensodel divinochelasciaintravedereu superamentodelpoliteismoantropomorflcoin unavisionereligiosapiúunitaria e astraltachepresupponeSenofanecd Eraclito (cfr. M. POHLENZ, Herodot, desersteGeschichtschreiber des Abendíandes,Leipzig und Berlin 1937, 104) e u pensieroionico ingenerale(ibid., 105).Eccoperchéu divino apparepiú inafferrabilee imperscrutabileagii occhidello storicodi quantonon fosseperOmeroedEsiodoequindi. neliasuaazionesegreta,éspes-so sottinteso.

69 SecondoA. MASARACCHIA, op. cii. 185, «II livello religiosoe quellostoricononsi con-trappongono.masi integranofino aidentificarsipercheé propriodellasuasaggia,disincantataconsapevolezzadell’impossibilitáumanadi attingereil sensodellinterventodivino nelmondocheErodotohaattinto la suaimpermeabilitáaunaspiegazioneteologicadellastoriaesi é misu-rato nello sfoi-zo di interpretarne,conpacataobjettivitáe robustosensodelconcreto,lo svolgi-mentotortuoso».In realtái dueiivelli si integranosenzaidentificarsidel tutto,perchéluomoerodoteosiliude di agireper sé, mentreé segretamentemanovratodaliadivinitá; ci sarebbeidentificazioneseluomo attuasseconsciamentela volontádaldio oalmenofossein condizionedi spiegarlacomestorico.u chenonavvienein Erodoto,comejI Masaracchiaammette.

70 ~ fatto, testimoniatodaStrab.,XIV, 3, p.632,633 (=A2), cheEraclito abbiarinunciatoal tibIo di re in favoredel fratellonon implicacheegli nonsentissela responsabilitápoliticacheque1 tibio comportava.Non furonoprobabilmente«u suo atteggiamentodi superioritárispettoal volgo e lo scetticismoper le cerimonie»inerenti aimisten di DemetraEleusinachelo indus-seroalíaninunciaal titolo, comesupponeR. LAURENrí, op. ciÉ, 13, né la suarnegalophrosyne,comoaffermaAntistenein Diog. Laert., IX. 6. bensila suaindifferenzaaglionori e il suodis-taccodal potereche,perla suavocazionedi sapientededitoalíameditazione,non apprezzava.Tutíavia l’appartenenzaaunaclassesocialecheavevaladignitá di celodirigentee di governo,insiemeagli aspettipolitici di tale meditazione,nonpotevanon indurlo aunapartecipazione,magarisoprattuttoideale,alíavita pubblica.

74 Luigi Senzasono

portavoce71, ma Eraclitoé benconsciodella grecitádi Efesoedellealtrecittágreched’Asia se usail termine¡3ápgapo~perqualifícareleanimechenon intendonoin linguaggiodel logossullabasedei dati sensoriali(fi-. 107).II logos«comune»,taledaconnetterelecosee leopinioni, puéesserevera-menteinteso solo dai Greci; cefo il termine~áp~ctpo ha valoreanalogi-co e metaforico,per cui di fatto si riferisce ai Greci che non intendonoulogos,- ma non é un casoche u sapienteefesino,avvezzoa coabitareconpopolazionistraniere,usi questametafora,rivendicando,a livello connota-tivo, la grecitádel logos,e quindi dello xynón,accantoalíasuauniversalitáa livello denotativo72•

Questo complessodi considerazioni avvicina i due scrittori grecid’Asia; cosi l’opera di Erodoto,probabilmenteposterioredi circa mezzosecoloalío scrittodi Eraclito, serveafar luce sul significatodi quellaleggebaluardoQ Pertantola prospettivaondeconsideriamou nomoseracliteosiamplia: quelpuntod’incontro fra l’elaborazioneunitariadel logose di ciéche & «comune»daun lato e la vicendadi Ermodorodall’altro si configura

~ 11 Masaracchia,op. cii., SI,osservachel’esaltazionedi Spartaé istruttiva «perchi inda-ga le simpatiepolitichedi Erodotoe, in particolare,vuol capireil sensodi ceneriserveche sinotanonelsuoatteggiameníodi ammirazioneedi apprezzamentoperlademocraziaateniense».Ma nonsi traltatantodi «moderatismopolitico» (loc. cii.), quantodellasceltad’unapoliseuro-peachealío scrittoregrecoasiaticoserve,perlasuaausteritácheimplica la ferreadisciplinadelnomos, comeparadigmainsuperabiledacontrapporreallaformamentisdispoticadel monarcaassolutopersiano.E’ poi chiaroche,nonostantel’oggettivazionenarrativa,Erodotocondivideleopinioni di Demarato,checometaleé il suoportavoce,eprendele distanzedall’atteggiamentodi Serse:comeavrebbepotutolo storicochesi accingevaanarrarel’episodio di valorespartanodelleTermopili e avevaconosciutoAtenecondividereil metodoeil principio dellasferza,pro-prio delmonarcadispotico?Forseera«filobarbaro»,ma fino aun cenopunto.

72 R. LAURENTI, op. cM, 14 qualifica giustamentecome spregiativoil termine«barbaro»usatodaEraclito. MAZZAR1NO, op. cii., 103 sottolineail fatto chenon si trattadi «anime incol-te»,escludendocosi u sensospregiativoafavoredi «unsensopiúgenericoequasi, si direbbe,linguistico». In realtá,sebarbarosvuol dire«balbuziente»,cioéincapacedi articolarein modounitarioi fonemidel greco, tale frantumazionefonematicaserádi falto la negazionedell’unithlinguistico-gnoseologicacostituita dal logos,che collegastrutturalmentei dati sensoriali e le-esperienzeumanein generale(fr. 1); ma ji sensolinguistico nonescludel’atteggiamentospre-giativo: ji barbarononintendeil grecoe questocomportaun giudizio d’inferioritá proprioperl’ignoranzadi quellalinguachecomunicala sintesidel logos.

~ Naturalmentenon intendiamoindicareun «precorrimento»di Erodotoin Eraclito, masemmaiun elementocostante,presentenellastoriaposteriore,checompare,standoal documentisuperstiti,perlaprimavolta in Eraclitonell’ambitodellagrecitáasiatica.Cenosi pubcitare,fraprecedentieuropeidell’Efesino,Solone,comeades. fa C. H. KAIIN, op. cii., 180,aproposito

dei frr. 44e33, conl’accostamentodelnomoseracliteoalíaDysnomieeall’Eunomiesoloniane.Ma si tratía,appunto,d’un Grecoeuropeaevale anchein tal casola differenzafraGreci euro-peieGreciasiatici danoi indicata.

Eraclito e la legge 75

comeun atteggiamentodi civiltá che opponela grecitá asiatica,col suopatrimonioetico-giuridicopercui essasi sentevicinaaquellaeuropea,alíaminaccia incombentedeli’impero persianoe in generaleal pericolosoinflussodi altri popoii asiatici.Dunque,attraversolavicendadi Ermodoro,u logos eracliteoacquistaunadimensionepolitica individuale che a suavolta si risoivenell’universalitádel nomosdivino, ma il motivo stessodelnomosdocumentaunalinea di tendenzache probabilmenteahorainizia-va74 erendevieppib concretoil pensierodi Eraclito, inserendolonell’af-fermazionedella civiltá grecaal suoi confini asiatici.Tutto cié & coerentecon lo spirito del logos eracliteo, che, nella suauniversalitásincronica(xynónnel fr. 2) e nellasuapermanenzadiacronica(¿telnel fi-. 1), conferis-ce strutturae significato alíe esperienzeindividuali degli uomini. Nonbisognadimenticareche u logos ha sensoe valorein quantosi risolve insignificati individuali e distinti: nel fi-. 1 Eraclitononsolo affermachetuttoaccadesecondoil logos, ma che egli in basead essodistingueogni cosasecondola suanaturae dice com’&; i frammentiin generaletestimoniantoquestaconcretezzaempirica” Cosi il casodi Ermodoro.elevatoadignitáuniversalemedianteu concettodi nomosdivino, di cui del restoperEracli-to egli é interprete,e u nomosstesso,contrassegnostoricoe antropologicochedistinguela civiltá politica grecadaquelladegli altri popoli, sonoele-menti checonferisconoconcretezzaal logos,anzi esemplificanolaconcre-tenaindividualepropriadeli’essenzastessadel logos.

~ Cfr. n. 73. Ovviamenteuna¡incadi tendenzanonéimmunedamodificazioni,manmanocheéripensataerivissutadaautoridiversi,secondole loro caralteristichecreative,emanmanoche si attua,nellasuapermanenza,pressole stessepopolazioninel tempo: altro é il nomosperEraclitonelsuotempo,altro jI nomosperErodotonelsuo,siapureabrevedistanza.

~5Perlapropensioneeracliteaall’empiria cfr. n. 34. Chovaprecisareche,parlandodi con-creíezzaempirica.nonintendiamoridurre laconcreteazadi Eraclitoall’empiria.maindicarenellogos e in tutú i suoi equivalentisul pianodell’universale(cfr. n. 29) la necessitádi attuarsinellunitá delle loro particolari determinazioni:l’elementoempiricodi per sé é condizionenecessanamanon suff¡cienteper la concretezzaeracliteaerimarrebbeframmentarioe quindiastrattofuori dalIastrutíuraunificante.Bastapensare,nel fr. 1, al rapportofra u logos ele espe-rienzedegli uomini: essinon lo capiscono,puravvenendotutto secondoesso;oppure,nel Ir. 2,aun analogorapporto:essi vivono conunapropria, privatasapienza,puressendoesso«univer-salmenteconnettente».In entrambii casiII logos implica le particolariesperienze,mapercon-netterlenell’universalitádellasuastruttura,cioéperconferireadesseconcretezza.