EKECHEIRIA n. 5

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Ekecheiria organo d’informazione dell’Associazione Culturale Librerie Storiche e Antiquarie d’Italia a diffusione gratuita - Registrazione Tribunale di Milano n. 9098 del 31/3/2008 Direttore: Emanuele Lazzati, Assistente: Drina Xhoga - Progetto grafico: Donatella Bertoletti - Sede: Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano - e.mail: [email protected] www.libreriestoriche.it - CALS centro acquisti librerie storiche: cell. 339 6859871 - 345 2886546 copia gratuita Associazione Culturale Librerie Storiche e antiquarie d’Italia FONDATA a milano NEL 2004 Ekecheiria Anno VI - Numero 5 - 2013 ˛ PERIODICO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE Enrico Castellani, Superficie rossa, 1997 , acrilico su tela, cm 100 x 80 Tratto da Catalogo ragionato, Skira, 2013 Castellani

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EKECHEIRIA nasce dopo ventuno anni di attività e una collaborazione settennale di Antonio D'Amico per la rivista Arte Incontro in Libreria. Organo di informazione, semestrale, dell'Associzione Culturale delle Librerie Storiche ed Antiquarie d'Italia. L'Associazione è stata fondata a Milano il 19 marzo 2004, in Galleria Vittorio Emanuele II, leggendario edificio costruito nel 1867, su progetto di Giuseppe Mengoni, ultimato dieci anni dopo, con l'innalzamento dell'arco sulla piazza del Duomo, primo esempio in Europa di Centro Commerciale. Scopo dell'associazione è individuare le librerie con almeno 50 anni di vita che abbiano valore storico, artistico, ambientale o che costituiscano testimonianza storica, culturale e tradizionale, tutelarle e promuoverne la salvaguardia e la valorizzazione, in quanto un patrimonio della collettività.

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Ekecheiria organo d’informazione dell’Associazione Culturale Librerie Storiche e Antiquarie d’Italia a diffusione gratuita - Registrazione Tribunale di Milano n. 9098 del 31/3/2008 Direttore: Emanuele Lazzati, Assistente: Drina Xhoga - Progetto grafico: Donatella Bertoletti - Sede: Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano - e.mail: [email protected] www.libreriestoriche.it - CALS centro acquisti librerie storiche: cell. 339 6859871 - 345 2886546 copia gratuita

Associazione CulturaleLibrerie Storiche e antiquarie d’Italia

FONDATA a milano NEL 2004

E k e c h e i r i a Anno V I - Numero 5 - 2013

‘˛

P E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E D E L L’ A S S O C I A Z I O N E

Enrico Castellani, Superficie rossa, 1997 ,acr il ico su tela, cm 100 x 80 Tratto da Catalogo ragionato, Skira, 2013

Castellani

IMPAGINATO 2012 OK_IMPAGINATO 2009 OK 26/03/13 17.42 Pagina 1

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Il libro più conosciuto e forse più studiato in Cina dal-la metà del XIII secolo fino alla metà degli anni Cin-quanta del Novecento, il San Zi Jing viene pubblicato in Italia nel 1993 dalla storica Libreria Bocca che ne affida la cura ad Edoardo Fazzioli e a sua moglie Eileen Chen Mei Ling. Quello fu un progetto editoriale, nato dal

viaggio in Cina di Donatella Bertoletti nel 1987, si completa oggi, nel dicembre del 2012, dopo quasi un ventennio di gestazione che ha visto in successione l’uscita dell’Editio Princeps nella collana Introvabili,

rari e splendidi volumi in carta Incunable, rilegati in copertine dipinte da vari famosi e promettenti artisti.

LIBRERIA BOCCA Galleria Vittorio Emanuele II, n.12 Milano

Classico dei Tre Caratteri

G. Gini L. Piemonti K.H. Reister V. Spagnulo E. Valle

L. Abbasciano F. Colnaghi L. Correggiari S. Dangelo E. Della Torre F. Fedi

M. Marchesotti

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L’ampia scalinata, che accompagna al primo piano del Palazzo Casati Stampa, è illuminata dalla luce diffusa del lucer-nario; le pareti giallo ocra ne esaltano il riflesso e, come in un quadro di De-gas, ove un elemento rosso carminio fa spesso da diapason, così il tondo Skira, è il prologo all’incontro con il Presiden-te della prestigiosa Casa Editrice. Sedu-to alla scrivania del suo studio, con alle spalle la grande finestra che si apre su via Torino, Massimo Vitta Zelman si predi-spone a rispondere alle mie domande; la sua autorevolezza è sfumata di una spontanea gentilezza e cortesia.

La sua vita si muove intorno al libro. Si può affermare che Lei sia “figlio d’arte” in quanto suo padre Emilio ebbe parte nella Casa Editrice Electa?L’Electa fu fondata a Firenze, nel 1945, per iniziativa di Bernard Berenson; a metà degli anni Sessanta, Giorgio Fan-toni e, con una quota di minoranza, mio padre, la comprarono. Conservo ancora il mio primo contratto di lavo-ro, del 1966, per 600.000 lire all’anno. Avevo vent’anni, nel 2016 compirei cinquant’anni di editoria.

Durante il suo apprendistato all’Electa, ha acquisito una grande competenza cultura-le, manageriale e amministrativa. Riunisce in sé, quindi, molteplici ruoli…

Non c’è nulla di speciale in questo. Pub-blicare dei buoni libri lo ritengo parados-salmente un mestiere facile. È venderli e far quadrare i conti che è difficile. Quindi un editore, prima che un intellettuale, è un imprenditore. All’Elemond (Electa Einaudi Mondadori) gestivamo 25 marchi editoriali.I contenuti erano ovviamente affidati alle singole direzioni editoriali, a noi compe-teva la guida del Gruppo, dell’azienda.

Ritornando ai ricordi del suo primo impie-go, penso che abbia seguito l’attività di suo padre non per dovere, visti poi i risultati, quanto per passione.Mi sono riconosciuto, abbastanza imme-diatamente, in questa opportunità: mi piaceva leggere, mi piaceva scrivere. Un mio collega francese, tanti anni fa, dice-va chaque éditeur est un écrivain manqué. Non la penso esattamente così, tuttavia l’editoria è il mestiere industriale più vi-cino al piacere di leggere e di scrivere.E poi c’è anche l’arte, la passione per l’im-magine..È stato il nostro mestiere delle origini, da cui è derivato tutto il resto. Quello che una volta si chiamava, con un termi-ne vago, il libro d’arte (non si capiva mai

MASSIMO VITTA ZELMAN

mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871

Intervista al Presidente di Skira

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UNA STELLA IN TRINCEA

Alessandro Demaria

Marco Serra Tarantola Editore

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Una Stella In Trincea è il racconto in-trigante e coinvolgente del percorso fatto dal protagonista che, dopo l’en-nesima battaglia in trincea, si ritrova ferito e solo in una situazione a dir poco disperata. Fortunatamente riesce a sopravvivere e a rifugiarsi in un bunker dove trova un vecchio libro. Grazie al contenuto di quel particolarissimo volume e alla forza dell’amore per la sua adorata stella intraprende un viaggio straor-dinario, appassionante, ricco di sfide personali e al contempo culturali, che lo porterà a ritrovare non solo una via d’uscita, ma anche la propria ar-monia con la vita.

Alessandro Demaria è nato a Mo-lochio (RC) nel 1977. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è un avvocato del foro di Palmi (RC). Attualmente insegna presso l’I.C. di Mazzano in provincia di Brescia. [email protected]

Marco Serra Tarantola Editore

Franca Decarlo

Le lenzuola ricamate all’intaglio

Marco Serra Tarantola Editore

Le lenzuola ricamate all’intaglio

Franca Decarlo

Un delicato ritratto di famiglia.L’avventura quotidiana di una famiglia

calabrese nei primi sessant’anni del Novecento.

I ricordi della giovane Carla, non protagonista, ma memoria storica di

questo nucleo intimo, scivolano infatti delicati sulla pelle.

Come le lenzuola ricamate all’intaglio.

Le lenzuola ricamate all’intaglio è un ritratto intimo di cinque persone.

Quattro di loro sono legate da vincoli di sangue e accomunate dagli

stessi ideali, dagli stessi obiettivi, dallo stesso amore per la famiglia. Sono le donne di questo nucleo ad amministrare la famiglia, ma sono anche loro a mantenerla col lavoro,

con l’impegno e con i sacri� ci. Ognuno di loro ha avuto un percorso diverso nella vita, ma tutte e quattro si sono pre� sse gli stessi traguardi. Sicuramente in questa biogra� a gli

obiettivi condivisi danno più forza alle azioni, ma la vera forza proviene dal

cuore e dalla loro forma mentis.Il quinto personaggio è un uomo

generoso, ma dal carattere impulsivo, spendaccione e poco incline a

rispettare le regole della famiglia di cui fa parte.

Il libro è stato costruito principalmente sul � lo dei ricordi che continuano a legare Carla, testimone vivente, a questi cinque personaggi.

Franca Decarloex insegnante di Lettere nella Scuola Media, è nata a Stignano (R.C.).

Laureatasi a Messina, per un anno ha insegnato a Verzino (Cz) e poi si è trasferita a Brescia.

Ha esercitato la sua professione dapprima in vari paesi della provincia (Villanuova, Roccafranca, Ghedi, Coccaglio) per poi approdare in città dove ha insegnato � no alla pensione. Adesso vive a Botticino S. ed esercita la nuova professione di nonna.

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Mariano Pietro Cangemi nasce a Roma il 19 novembre 1964.

Giornalista e scrittore è stato manager nel settore informati-co. La sua passione per la nar-rativa e la poesia nasce nel con-testo della famiglia di origine e

durante gli anni del liceo.

Padre di due figli, vive sulle sponde del Lago Maggiore dal 2009 ed è proprio in questi luoghi che è nata la sua recente dedizione alla produ-zione narrativa e poetica.

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bene, infatti, se fosse un libro sull’arte o un libro fatto ad arte) coniugava comun-que l’elemento artistico nella sua dop-pia valenza: i contenuti, da un lato, e la qualità dell’oggetto, dall’altro, facevano la professione e il successo di un marchio. Stiamo parlando di tantissimi anni fa e di uno scenario completamente diverso.

Può parlare di questa trasformazione?Parlare della trasformazione che è avve-nuta allora nel mezzo di quella che sta avvenendo oggi, fa quasi tenerezza: l’e-voluzione del mondo editoriale di qua-rant’anni fa, è assai meno sconvolgente di quello che sarà il passaggio dall’oggi al dopodomani, che, poi, sta dietro l’ango-lo. L’editoria italiana del settore artistico, negli anni Sessanta, viveva sostanzial-mente di un peculiare rapporto con gli sponsors, prevalentemente bancari, che allora rappresentavano una committen-za molto rilevante, e del mondo della coedizione, basato sulla realizzazione di edizioni in lingua estera per altri editori che ne acquistavano i diritti. Senza una di queste due componenti non si poteva pubblicare, in Italia, nulla di significativo perché il mercato era troppo piccolo. Poi, negli anni Settanta, Giorgio Fantoni, che ha portato nell’editoria d’arte italia-na tutte le principali innovazioni, è sceso in campo nell’allora inesplorato settore dei cataloghi delle mostre. Il primo gran-de intervento è stato per la mostra del Tiepolo a Villa Manin di Passariano, nel 1971; primo caso di un editore che si assumeva l’impresa di un catalogo ren-dendolo in tutto e per tutto un libro d’arte. Era iniziata una stagione nella quale i cataloghi delle grandi mostre sa-rebbero diventati gli unici libri d’arte in grado di raggiungere tirature importanti. Sempre Giorgio Fantoni, molti anni pri-ma della legge Ronchey, ha proposto ai Musei italiani, che non avevano alcun genere di bookshop al loro interno, di installare piccole librerie dedicate, realiz-zando apposite linee editoriali. Entrambi i filoni, le librerie museali e i cataloghi, avevano il grande vantaggio di consen-tire un rapporto diretto con il pubblico e, quindi, anche di misurarne i gusti, le reazioni. Oggi la situazione è molto diffe-rente: cataloghi e bookshops sono mol-to contesi, anche se Skira è leader del settore, e i margini sono molto ridotti. E i libri d’arte in genere scontano una certa emarginazione nel circuito distri-butivo, anche per quella che è diventata

la struttura del mercato librario. Infatti, per parlare degli amici che la mandano, se non fosse per alcune librerie indipen-denti, come appunto la Libreria Bocca di Milano, che danno a questo tipo di edi-toria un ampio spazio, coltivando passio-ne e clientela, l’offerta sarebbe davvero depressa. Le grandi catene, che ormai rappresentano i due terzi del mercato e che, in Italia, appartengono ai grandi editori di narrativa e di saggistica, privile-giano le novità, i bestsellers, così che lo spazio lasciato al comparto artistico illu-strativo si restringe sempre di più: anche perché sono libri più costosi, che occu-pano spazio fisico e finanziario e per i quali il concetto di novità è relativo: una importante monografia che aggiorna gli studi su un grande artista, si suppone che per dieci, quindici anni debba restare un riferimento, non si può trattare come un libro di fiction. Non a caso, per questi prodotti il ruolo più rilevante l’ha ormai la vendita online: in America il nostro più importante cliente è Amazon e tie-ne a distanza anche la più grande delle catene, Barnes&Noble. C’è, poi, un’in-flazione di prodotti illustrati, nella quale ha avuto notevole corresponsabilità il grande numero di collaterali usciti con i giornali, che hanno, da un lato, riempito gli scaffali e, dall’altro, abituato la gente a prezzi molto più accessibili. Tutto que-sto ha abbastanza complicato il quadro.

Come reagite a questa situazione?I nostri piani di sviluppo prevedono che la quota di fatturato internazionale del nostro gruppo, che oggi è il 35 %, superi il 50% nel 2015. Sfruttando la nostra sigla sovranazionale, pubblichiamo in tutte le lingue e, in inglese e in francese, abbia-mo programmi editoriali robusti da 40, 50 titoli all’anno. Ma la vera novità sono i nuovi mercati: Medio Oriente, Asia, Su-dAmerica. Lì come le grandi griffe della moda e del design usiamo il prestigio internazionale del marchio, la creatività italiana, la qualità grafica e tecnica, non tanto per vendere in quei mercati il pro-dotto che realizziamo per l’Italia o per l’Europa, ma per mettere a disposizione il nostro know-how e la nostra rete di-stributiva, al fine di dare visibilità al loro patrimonio e alle loro iniziative, che am-biscono a una vetrina internazionale.

È un grande aiuto alla diffusione della cultura.La ringrazio per l’afflato etico. È soprat-tutto andare a cercare un mercato dove

c’è. Ci sono tanti modi di definire l’edito-ria e tante possibili interpretazioni. I pri-mi anni che andavo a Francoforte, i miei amici inglesi mi ricordavano che, all’ori-gine, il mestiere dell’editore era definito a gentleman profession. Io credo che la definizione corretta stia piuttosto nel termine inglese per editore, publisher: la missione è cercare di rendere pubblico il contenuto dei libri.Poi ci sono i grandissimi editori: il mio illu-stre amico Roberto Calasso ha raccolto alcuni suoi scritti sul tema e li ha pubbli-cati, nella Piccola Biblioteca Adelphi, con il titolo L’impronta dell’editore. È un’analisi molto affascinante del senso più alto di questo mestiere, di ciò che è stato e di quel che ne resta.

Però i tempi duri ci sono sempre stati an-che quando Albert Skira ha iniziato….Quella è una storia molto particolare, Skira cominciò giovanissimo con l’obiet-tivo di realizzare libri d’artista. Ha fonda-to la casa editrice nel 1928 e il primo li-bro è uscito solo nel 1931 quando riuscì a convincere Pablo Picasso ad illustrare un testo che lui avrebbe voluto fosse una Vita di Napoleone ma che l’artista sostituì con le Metamorfosi di Ovidio. Il secondo libro furono le Poèsies di Mal-larmè illustrate da Matisse. Ma questo, appunto, fu solo l’inizio.

Quali importanti libri l’hanno accompa-gnato e l’accompagnano tuttora nella sua avventura di vita?Naturalmente i libri formativi della gran-de letteratura. Su tutti, per quanto mi riguarda, Dante e Shakespeare. In loro c’è un monumentale e straordinario uni-verso di capacità di pensiero, di costru-zione, di ricchezza letteraria. Poi, su un piano più vicino a noi, ognuno ha le sue passioni. Penso a Calvino, ai miei ama-tissimi svizzeri Dürrenmatt e Frisch, alla Yourcenar delle Memorie di Adriano. In questi ultimissimi anni, un libro che ho molto amato è stato La strada di Cor-mac McCarthy.

Quali libri pubblicati l’hanno più coinvolto, a quali si è più appassionato?Se uno fa l’editore le pietre miliari non corrispondono solo al concetto di quali-tà. Nella mia storia passata c’è ad esem-pio il Catalogo della grande mostra per il Giubileo di Van Gogh, Amsterdam, 1990: le 360.000 copie vendute, non me le dimenticherò per il resto della

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Gabriella Mantovani, dopo la maturità scientifica ha frequentato il Corso di

specializzazione “Conservazione e Teoria del restauro delle opere d’arte”

presso l’UIA di Firenze negli anni accademici 1978-1980, sotto la direzione di

Carlo L. Ragghianti e Umberto Baldini. Ha approfondito la propria

specializzazione seguendo vari corsi di aggiornamento, tra cui: “Nuovi

materiali e metodi per la pulitura dei dipinti” tenuto dal dott. Paolo Cremonesi

nel 1996, “Trattamenti di consolidamento e foderatura a freddo. Teoria e

pratica delle metodologie in bassa pressione” col prof. Vishwa Raj Mehra nel

1998, “Metodologie e materiali del restauro contemporaneo” docente

Dott.ssa Giovanna Scicolone negli anni 2002 e 2003. Da anni è attiva sul

territorio di Milano eseguendo in proprio lavori diretti dalla Soprintendenza

per i Beni Architettonici e Ambientali di Milano e della Lombardia, la

Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici di Milano e la

Curia Arcivescovile di Milano. Opera nel campo del restauro e conservazione

di manufatti artistici come dipinti murali e stucchi, dipinti su tela, tavola e

carta, opere in legno policromo e dorato, piccole sculture e terracotte.

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Via Magenta ,77/11b - 20017 Rho (MI) Tel 02.93507778 - P. IVA 10597870152 - C.C.I.A.A. 1587186 [email protected]

mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871 I libri segnalati in questa pagina possono essere richiesti alla redazione - mail: [email protected] - cell. 345.2886546

Giovedì 20 Dicembre 2012, Leonardo Giangrande, Presidente della Confcom-mercio di Taranto, ha giustamente e finalmente conferito la targa di Botte-ga Storica alla Libreria Casa del Libro di Nicola Mandese. Non c’è tarantino che

non conosca la Casa del Li-bro, con la sua insegna antica e originale, graffiata dai segni del tempo e la struttura portante in legno, del negozio situato, come gran parte delle librerie storiche d’Italia, nel centro della città. È un’istituzione per Taran-to, un luogo dove si sente l’eco di una città pensante, che ha mantenuto la capacità nel tem-po di affrontare i mutamenti di una società che oggi denuncia il limite di scelte politiche sba-gliate. Mandese ricorda che ad avviare l’attività di libraio nel Borgo, fu il nonno, correva l’an-no 1936. Da Nicola nonno che aveva tra i suoi clienti Pietro Acclavio, a cui è intitolata oggi la Biblio-teca Civica, ad Antonio padre e da questi a Nicola, tre generazioni di promotori di cultura giunte, in un’atmosfera di grande incertezza, al terzo millennio. Un ricono-scimento quindi dovuto ad una libreria con ottant’anni di attività che Giangrande ha voluto sottolineare in occasione della

LA STORICA “CASA DEL LIBRO” DI TARANTO

cerimonia: “ Quando mi hanno proposto di dare riconoscimento alla Casa del Li-bro, ho voluto che la cosa fosse resa pub-blica. La gente deve conoscere la storia di questa famiglia che mantiene inalterato il profumo della carta. Mi aspetto che an-che il Comune in futuro non dimentichi questo esempio di passione.”

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Vi sono esperienze nella vita di ognuno, in cui il tempo sembra mutare il pro-prio peso specifico e la mente espan-dere la porosità emotiva arricchendo la memoria di accadimenti straordinari. In tal modo valuto i giorni che ho trascor-so anni fa a Napoli, usufruendo della squisita ospitalità di Rosario Mazzella. Napoli è una madrepora corteggiata da Vulcano, un battito possente e vivi-do che a volte si svela al tramonto nel chiostro di Santa Chiara o appoggian-dosi lungo muri colorati dai millenni. Passeggiare per le strade del mondo accanto ad un grande artista è semina-re la memoria di coordinate emotive uniche, irripetibili...passeggiare a Napoli accanto a Rosario ascoltandolo in un intercalare di racconti, aneddoti e po-esie di Quasimodo, diviene un'espe-rienza profonda e trasformante. L'arte di Rosario è il prezioso risultato alche-mico di una vasta cultura classica par-tenopea costantemente fertilizzata da una acuta analisi sulla realtà contempo-ranea. Les ridaux de fer l'ultima, in ordi-ne e di tempo, ricerca dell'artista entra nel vivo del dibattito cultural- estetico inerente alla trasformazione che sta vi-vendo l'essenza stessa dell'arte. Infatti, se da una parte il manufatto artistico divenendo oggetto di mercato di massa viene strumentalizzato dalle stesse leg-gi economiche e ne subisce gli influssi, allo stesso tempo l'arte assorbe il com-plesso e faticoso fermento dei tempi, imprimendosi nella quotidianità quale forza d'identità, vitale e costruttiva. Le saracinesche ovvero les rideaux de fer rappresentano la metafora pittorica di Mazzella; palcoscenici ferrosi in cui l'o-pera è lo sguardo dell'artista sul mon-do, le sue riflessioni, i dubbi e le visioni che travalicano il tempo assimilando il coraggio e la fortezza d'animo di ieri a quelli di oggi, i loghi moderni ad icone

del passato. Sulle rideaux di Rosario appaiono costanti le sagome ieratiche, dalla plasticità masaccesca, degli antichi cavalieri medioevali sui cui scudi cam-peggia il cartiglio di un noto stilista o un ritaglio di giornale o ancora una sigla famosa. Noi tutti siamo oggi questo so-vrapporsi di ideali dalle radici millenarie a vanitas fuggevoli e vuote. Un gran-de artista non si arresta mai all'ovvio, cosi nelle opere di Rosario le convulse contraddizioni che colmano a volte di stordimento e apatia, rappresentano per lui invece quella forza motrice per cui l'opera diviene, in ultimo, un riscatto imprescindibile di vita, osmosi fertile di memoria e futuro. Illuminante a questo riguardo è la poesia scritta dallo stesso Mazzella

Rideaux de ferL'arte impulso del mondoscende fra la gentestimola ed alimenta il mercato,non è solo Storia.Serrande colorate e vivenascondono nel ventre il contenuto,nomadismo di immagini tra spazi vuoti e pienilinee non definite.Si intravede l'abbozzo di un volto,il sacro non rinnega il profanoIl colore si mescola sul campole tracce si accavallanoin un firmamento di memoria.

Rosario è una parte del "trittico" Maz-zella che con Elio e Luigi forma la com-posizione di una famiglia in cui la gene-tica artistica si perpetua da più genera-zioni. In quei memorabili giorni a Napoli ebbi l'occasione di visitare quella stra-ordinaria "fucina di Efesto", ovvero lo studio di Luigi, in cui le opere esposte tracciano un percorso - dedalo immagi-nifico fra Odisseo, Virgilio e l'esistenzia-

lismo del XX secolo. Dalla grande te-stimonianza della scultura classica Luigi ha saputo cogliere il vibrato intenso dei volumi, un realismo vigile e spoglio di qualsiasi retorica che assimilato ai segni dell'inquietudine contemporanea si concretizza in opere radiografiche in cui corpo e animo si di svelano senza pudori. I suoi nudi bronzei spaziano, quindi, da una bellezza venusiana ad un espressività in cui lo stesso schele-tro diviene il protagonista della sintesi concettuale. Laddove Rosario crea la sua specificità d'artista aggiungendo al colore materia di fibra e carta e Luigi si concentra sul bronzo, il terzo fratello Elio rielabora il cemento e il ferro quali materiali più adatti alla propria ricerca. Elio, erede della grande cultura medi-terranea, in cui la storia è sempre stata vissuta come epopea corale e ricerca della verità, ispessisce le tele di trame cementate che divengono pagine di un Simposio contemporaneo in cui la grande ombra socratica si allunga sino a dialogare con i fantasmi di ogni guerra. Nella distruzione di massa l'uomo ossi-da la sua anima e trasforma il pensiero in un ingranaggio senza autodetermina-zione: gli automi ferrosi di Elio rappre-sentano un'accusa di tagliente espressi-vità, in cui il desiderio della pace nasce dalla percezione reale della disumanità della guerra. Il talento, la ricerca conti-nua, l'analisi profonda e la poetica della realtà sono alcune fra le radici su cui i Mazzella hanno forgiato l'intera loro vita e valore di grandi artisti non solo partenopei, ma internazionali.

Rosario, Luigi ed Elio MazzellaUna famiglia di artisti nel dopoguerra italianoDal 6 marzo al 2 aprile 2013 Maschio Angioino -Napoli

di Anna Baldi

ROSARIO, LUIGI ED ELIO MAZZELLA

mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871

Elio Mazzella “Cemento” Luigi Mazzella “Sensualità”Rosario Mazzella “Rideau”

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Leggendo le pagine di “La letteratura è un cortile”, avvincente raccolta di ap-punti sui grandi della Letteratura a cura del celebre giornalista Walter Mauro, ho pensato alle opere di Nicola Nan-nini, alla capacità di fare dell’Arte uno strumento di indagine quotidiana, un mezzo di “conversazione visiva” che descrive personaggi e ambienti con naturalezza e disincanto, senza alcuna velleità celebrativa o di consacrazione.In questo approccio col-loquiale di esaltazione dell’immagine, funambol-ica come un’espressione linguistica, Nannini vuole indagare come un chirur-go, in una vivisezione che parte dai paesaggi per addentrarsi nelle case e scoprirne i personaggi, spogliarli dei loro abiti e sottoporli a un processo di identificazione e cata-logazione: sono quasi una scomposizione organica, una proiezione di fram-menti personali che com-pongono un profilo carat-teriale, vere e proprie “lezioni”, o meglio “sezi-oni” di anatomia, autopsie di un’analisi esistenziale che sembra risolversi in una figurazione scientifica.Il suo passaggio dal paesaggio urbano al ritratto umano è l’evoluzione di una indagine conoscitiva, non è apparente frattura figurativa, è quasi un percorso logico e obbligato, da un progetto ar-chitettonico di protagonismo spaziale

fino a un nuovo Umanesimo, in cui la figura umana è al centro dell’attenzione.È un’analisi geomorfologica che si fa dia-logo umano, confronto e conforto es-istenziale: così cascine padane e villette a schiera anglosassoni, piazze emiliane

e sponde ferraresi del Po divengono personaggi di un mondo familiare, in una sorta di trasfigurazione che ne fa sagome di un’identità umana che sem-bra mimetizzarsi, quasi confondersi in quegli scenari di compiaciuta e rassicu-rante modularità prospettica.Così l’interesse del Nostro si sposta

verso quella presenza umana, la volontà di indagare diviene ancora più urgente e incontenibile, i corpi vengono spogliati come a eseguire una Tac, gli indumenti disposti attorno alle sagome nude o seminude come elementi di identifica-

zione, tracce di un profilo psicologico, ma anche ap-pendici rivelatrici dei lin-eamenti fisici, propaggini di una maschera. Prende così forma una “tipologia” umana, esattamente come la tipologia urbanistica, quasi un “atlante” di foto segnaletiche, di casistiche che individuano modelli e mimetizzazioni carat-teriali: è la sintesi di una metamorfosi infinita che il Nostro descrive con una galleria di personaggi che sembra inchiodare come insetti in una teca, individ-uandone la specie con la pazienza e la curiosità sci-entifica di un entomologo.Nannini, artista della fan-tasiosa terra dei Gonzaga, realizza una sorta di “Se-cessione Ferrarese”, sottile e raffinato disfacimento esistenziale di memoria viennese, quasi inchio-dando i personaggi alla parete e operando una

spiazzante decomposizione psicologica attraverso l’individuazione di dettagli di caratterizzazione fisica (occhiali, scarpe, borse, indumenti di abbigliamento, ecc.) che concorrono a definirne il ruolo e l’immagine sociale in modo provocato-rio e surreale.

Aldo Benedetti

NICOLA NANNINI, SEZIONI DI ANATOMIA

mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871

Female type, 2011

Houses, (dittico) 2009.

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SANTUARI D’ITALIA

La collana “Santuari d’Italia” nasce da un progetto internazionale “Il Censimento dei SantuariCristiani d’Italia dall’antichità ai nostri giorni” coordinato da Sofia Boesch Gajano, GiorgioCracco, Gabriele De Rosa, Giorgio Otranto, André Vauchez.I santuari rappresentano un elemento caratteristico nel panorama culturale dell’Italia. Si trattidi un’imponente costruzione oppure di una modesta chiesetta, essi fanno parte del paesaggioche si offre quotidianamente alla vista. Sono luoghi in cui le vicende storiche si sono deposita-te in molti modi, negli oggetti di culto e nelle rappresentazioni artistiche, e in cui spesso lafede si è fatta letteralmente pietra.Per ogni santuario si presenta nella sua identità storico-artistica l’oggetto di culto intorno alquale si è sviluppata la devozione e si seguono le vicende istituzionali e rituali del luogo, dallesue origini sino ai nostri giorniIl testo è arricchito da un ampio apparato di immagini, a colori e in bianco e nero, che dannoconto della varietà degli edifici, delle caratteristiche degli oggetti di culto e delle svariateforme della devozione.L’ampia sezione introduttiva fornisce, attraverso saggi di carattere storico e storico-artistico,una serie di elementi utili a una migliore comprensione delle informazioni fornite per ciascunsantuario, e permette una visione complessiva del fenomeno altrimenti difficile da raggiunge-re tenendo conto solo o preferenzialmente dei luoghi sacri più eminenti.

LAZIO

di AA. VV.24 x 32; pp. 304;49 colori, 389 b/n;cartonato consovraccoperta2010€80,00ISBN 978-88-8016-984-0

De Luca Editori d’Arte s.r.l.Via di Novella, 22 - 00199 Roma / Tel. (+39) 06-32650712 - Fax (+39) 06-32650715 / e-mail: [email protected]

Promosso da Vivalibri Distribuito da Messaggerie Libri

PUGLIA *

di Giorgio Otranto eImmacolata Aulisa24 x 32; pp. 320;98 colori, 450 b/n;cartonato consovraccoperta2012€90,00ISBN 978-88-6557-087-6

TRENTINO – ALTOADIGE / SUDTIROL

a cura di E. Curzel eG.M. Varanini24 x 32; pp. 256;32 colori, 224 b/n;cartonato consovraccoperta2012€ 72,00ISBN 978-88-6557-091-3

ROMA

di AA. VV.24 x 32; pp. 512;60 colori, 800 b/n;cartonato consovraccoperta2012€ 120,00ISBN 978-88-6557-057-9

DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE SANTUARI UMBRIA

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Ekecheiria 12

LIBRERIA ANTIQUARIA MEDIOLANUM

I libri segnalati in questa pagina possono essere richiesti alla redazione - mail: [email protected] - cell. 345.2886546

LIBRERIA ANTIQUARIA MEDIOLANUM

AMBROSIUS (SANCTUS). De officiis. (Koln, Ulrich Zell, circa 1470).

In-4°; 115 carte (ultima bianca assente),grande iniziale in rosso e blu all’incipit con estensioni al margine, decine di altre grandi iniziali in rosso, tutto il volume rubricato in rosso. Legatura seicentescain tutta pelle con tassello in marocchino, titolo e fregi in oro al dorso (qualche traccia d'uso). Bell’esemplare con qualche antica postilla marginale, carta forte, buoni margini, un forellino di tarlo al margine esterno bianco. Lunga nota bibliografica di mano antica in latino alla carta di sguardia an-teriore che sottolinea la rarità dell’edi-zione.

Prima edizione molto rara dell’opera principale di Sant’Ambrogio, uno dei testi più importanti della letteratura patristica latina. Nessun esemplare catalogato nelle biblioteche pubbliche italiane.Ispirato dal De officiis di Cicerone,definisce un modello etico e comporta-mentale per tutto il clero, capace di con-

figurare un esempio che possa essere di guida nei rapporti umani e religiosi. Am-brogio vuole rimettere al centro della vita e della società un solido impianto di principi ed è assai significativo che in questa data (1470) venga per la prima volta stampato e consegnato così ad una più ampia diffusione.HC 905. GW 1606. BMC I, 188. Goff A-558.

(LEGATURA ALLE ARMI DI LUIGI XV).L’office de la semaine sainte a l’usage de la maison du Roy imprimé par exprèscommandement de sa Majesté. - Parigi, Jacques Collombat, 1727.

In-8° grande; antiporta, titolo figurato in-ciso, 8 cc., 616 pp. con 5 finissime incisioni a piena pagina con vignette da disegni diHomblot. Centinaia di capilettera figurati. Ottimo esemplare.

Bella legatura alle armi di Luigi XV di Francia con al centro dei piatti lo stemma e le sue iniziali, riconducibile all'atelier di Antoine-Michel Padeloup che realizzò numerose legature per il re. Inconsueta e spettacolare, presenta ai piatti una fittis-sima decorazione a piccoli ferri cesellati inscritti in spazi segnati da bande intrec-

ciate. Merletto interno, tagli dorati. Sguardie in carta con decorazioni floreali policrome in rilievo su fondo oro. Questa tipologia di esecuzione rimanda allo stile “fanfare” del tipo tardo.Hobson, Les reliures à la fanfare, Londra 1935, pp. 63-65. Gruel Leon, Manuel his-torique de l'amateur de reliures, Parigi 1887, pp. 160-161.

LEOPARDI GIACOMO. Canti del Conte Giacomo Leopardi. - Firenze, Guglielmo Piatti, 1831.

In-8°; 1 c.b., 165 pp., 1 p. bianca; carto-natura editoriale a stampa con il dorso conservato. Ottimo esemplare (9,5 x 15,5 cm), proveniente dalla biblioteca Ashburner di Firenze (ex libris alla prima carta). Minimi consolidamenti al dorso.Edizione originale. Contiene in tutto 23 Canti di cui 6 in prima edizione: “IlRisorgi mento” (p. 125), “A Silvia” (p.133), “Le ricordanze” (p. 137), “Canto notturno d’un pastore vagante dell'Asia”(p. 145), “La quiete dopo la tempesta” (p.155), “l sabato del villaggio” (p. 159). Pre-cede i Canti la bellissima lettera dedica-toria “Agli amici suoi di Toscana”, stampata qui per la prima volta. Benedettucci 36. Mazzatinti 670.

PAGINA MEDIOLANUM_Layout 1 26/03/13 17.47 Pagina 1

Milano ha celebrato i 100 anni della na-scita di Giulio Einaudi con una mostra “Giulio Einaudi. L’arte di pubblicare”, allestita a Milano, a Palazzo Reale. L’e-vento, imperdibile per gli appassionati di editoria e non solo, è stato voluto dal Comune di Milano e Palazzo Reale, in collaborazione con la Fondazione Einau-di e Skira Editore. È pensiero comune che Giulio Einaudi sia tra i primi editori capaci di rappresentare al meglio il gran-de viaggio che la cultura italiana ha per-corso dagli anni trenta del Novecento alla fine del secolo scorso. Un’avventura

iniziata nel 1933 quando Giulio, a soli 21 anni, fondò la Giulio Einaudi editore as-secondato dal padre Luigi.Un ruolo de-terminante lo ricoprirono però soprat-tutto alcuni amici di Giulio, allora scono-sciuti studenti, poi diventati nomi illustri della cultura italiana del ‘900, come Le-one Ginzburg, Cesare Pavese, Massimo Mila e Norberto Bobbio, allora neppure venticinquenni, ma ben presto colonne portanti dell’Einaudi. Eppure erano anni di censure, galere e confinamenti, dove non era per nulla semplice editare libri e soprattutto diffondere idee e pensie-

ri. Andare avanti nonostante tutto fu l’emblema della grande forza morale, del carattere e della caparbietà di Einaudi e del suo gruppo, che scrisse così, stavolta nella storia, un secolo di editoria. Fin dalla nascita i libri della casa editrice furono riconosciuti non solo per i con-tenuti, ma anche per la ricerca stilistica e formale. Semplicità e rigore fecero della grafica Einaudi un marchio di fabbrica, unita all’immancabile ricerca della sem-plicità. L’estetica del libro Einaudi contri-buì non poco a fare la fortuna dell’edi-tore.

GIULIO EINAUDI I 100 ANNI DELLA NASCITA

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«Per allargare i nostri orizzonti oc-corre viaggiare molto. Per ampliare le nostre conoscenze occorre studiare i classici.» Sono quasi trent’anni che cerco di attuare questo saggio prover-bio cinese, non solo con me stesso ma anche con i miei compagni di viaggio, per capire la Cina. Incontrai per la prima volta Dona-tella durante un viaggio in Estre mo Oriente. Nel maggio del 1987. Insie-me visitammo Beijing, Xian, Shanghai, Hangzhou, Guilin, Quangzhou e Hong Kong. Un itinerario studiato e appo-sitamente costruito con uno scopo preciso, forse chimerico ma sincero, di scoprire i diversi volti della Cina. Il volto della cultura, della storia, della natura, dell’arte e quello ancora più af-fascinante, misterioso, toccante, anche se di non facile lettura: il volto umano. Durante il percorso, dopo cena, con il conforto di un bicchierino di vino ci-nese (che vino non è, ma un liquore ricavato dalla fermentazione e distil-lazione di cereali), mio complice nel facilitare la conversazione e nel creare

un’atmosfera orientale, si radunava un gruppetto per uno scambio di idee. Serviva a chiarire o a completare ciò che si era visto e sentito durante la giornata. Era anche utile per ricorda-re brevemente le chiavi di lettura di questa vasta e ricca civiltà che più si conosce e più continua a stupire. Fu così che Donatella, per il fascino dei monumenti, per l’incanto della natura, per la seduzione dell’arte s’accorse di essere presa dalla «febbre gialla», non patogena ma culturale. Febbre che esplose come un colpo di fulmine, ma lasciò segni duraturi.L’idea di questo libro mi venne a Xian mentre visitavo, nel Museo Provincia-le, la sezione chiamata «Beilin» (Fore-sta di stele). In questo complesso di edifici, in sti-le classico, che un tempo costituiro-no uno splendido tempio dedicato a Confucio, sono state raccolte, con pa-zienza e amore, oltre duemila pietre. Su queste stele sono stati incisi testi classici, pagine di storia, arte, lettera-tura, dizionari, ritratti di personaggi fa-

mosi, disegni di palazzi, mappe di città e ville, animali, fiori, rami di bambù che con le foglie formano i caratteri cinesi di una poesia... Un tesoro incredibile di civiltà. Il picco-lo libro di soli 1068 caratteri dal titolo «San Zi Jing» («Classico dei Tre Carat-teri»), in brevi rime di tre, presenta un compendio di nozioni ritenute, fino a pochi decenni fa, fondamentali nell’e-ducazione cinese. Ma questa sintesi culturale, questo strumento didattico unico, forse non era mai stato tradot-to in italiano, certo non se ne trovava traccia nelle librerie. Il progetto «San Zi Jing» ci caricava di entusiasmo. Ci faceva sognare a occhi aperti e finiva per coinvolgere anche altre persone. Il signor Yuan Qi Ming, noto calligrafo di Shanghai, per la scrit-tura a pennello, con inchiostro di china (sarebbe più esatto scrivere inchiostro di Cina), delle 356 rime nello stile clas-sico, su 90 fogli sottilissimi di carta di paglia di riso.

Edoardo Fazzioli

CLASSICO DEI TRE CARATTERI

da RUBEnS a MARAttAa cura di Vittorio Sgarbi

Il 29 giugno 2013, a Osimo, aprirà i battenti la grande mostra da Rubens a Maratta, a cura di Vittorio Sgarbi, voluta dal Comune di Osimo e dalla Regione Marche per promuovere e approfondire la conoscenza del Seicento nelle Marche e valorizzarne l’immenso e sommerso patrimonio culturale.

Sarà un importante appuntamento con l’Arte e con la Storia, volto a far riemergere dall’ombra opere dimenticate o inedite che testimoniano la vitalità della realtà pittorica di questo territorio.Come e perché capolavori straordinari di

Maestri che possiamo definire internazionali sono giunti nelle Marche? Quali artisti, nati o vissuti in questa Regione, da considerare a tutti gli effetti “marchigiani”, hanno contribuito a determinare la cultura artistica del Barocco? Pomarancio, Rubens, Bernini, Reni, Guercino, Gentileschi, Preti, Vouet, Brandi, Solimena, i marchigiani Cantarini, Guerrieri, Sassoferrato, e in particolare Maratta, l’universalmente celebrato pittore di Camerano di cui ricorre proprio nel 2013 il terzo centenario della morte: tutti riuniti in Osimo. Una imponente e suggestiva rassegna, che include l’esposizione anche di pregiati arazzi, sculture ed oreficerie sacre, con l’intento di indagare sull’intensa attività artistica che nel corso del Seicento ha interessato la realtà di Osimo e della Marca di Ancona: una vasta

from RUBeNS to MARAttAby Vittorio Sgarbi

On 29th June 2013 in Osimo the great exhibition “from Rubens to Maratta” by Vittorio Sgarbi, commissioned by the town council and the Marches Region, will be opened. The purpose is to promote and expand knowledge of the 17th century in the Marches as well as to highlight the huge, neglected cultural heritage. It will be an important amalgamation of Art and History which aims to bring forgotten works of art out of the shadows as testimony of the lively artistic life in the area. How and why did these extraordinary masterpieces by international artists reach the Marches? Which artists who were born or lived in this region and can be considered “Marchegiani” in all respects, contributed to the Baroque period? Pomarancio, Rubens, Bernini, Reni, Guercino, Gentileschi, Preti, Vouet, Brandi, Solimena are some of the painters included in the exhibition along with those from the Marches, like Cantarini, Guerrieri, Sassoferrato and, in particular, Maratta the internationally-known painter from Camerano. In 2013 the three-hundredth anniversary of his death will be celebrated. The imposing and impressive exhibition will include tapestries, sculptures and sacred jewellery among other things. It aims to explore the vibrant artistic activity in Osimo and Ancona “Marca” during the 17th century. It covers an extensive area of the coastline, including the ancient towns of Osimo, Ancona, Loreto, Recanati, Senigallia and Camerano as well as Pesaro and Fano and stretches to the inland valleys and towns of Fabriano, Serra San Quirico and Sassoferrato.It will be an event of international impact thanks to the great artists and extraordinary masterpieces which will be shown. There will be the opportunity to expand your knowledge of a period in history when there were huge innovations in artistic development. One itinerary will take you to the historic centre of Osimo, the other to the most important places for artists representative of the period.

In the neighbouring exhibition centres in the historic centre of Osimo, the Civic Museum and Palazzo Campana, there will be over one hundred works. They come from the region, private collectors and the most important national museums which contain examples of the artistic heritage of the Marches. A large part of the exhibition will be dedicated to the work of Carlo Maratta to celebrate this internationally renowned painter from the Marches. Born in Camerano in 1625, he died in Rome in 1713. He was so appreciated by the European Courts and by the highest ecclesiastical authorities that he became the aesthetic model par excellence in the transition between the 17th and 18th centuries.An evocative route which winds through the picturesque town, a sort of open-air museum in itself. From Palazzo Campana with its architectural features dating back to the 17th 18th century they can go on to discover the wonderful Baroque interiors of churches and buildings, such as the one commissioned by Cardinal Antonio Maria Gallo with the frescoed hall by Pomarancio. He was appointed by the cardinal to decorate the Treasury room and the dome of Loreto Cathedral.Visitors can admire Guercino’s imposing canvas on the high altar in the small church of San Marco. You can also see a superb piece by Mattia Preti, which is still relatively unknown, in the Sanctuary built by the Franciscan friars in the XIII century. Today, this sanctuary is dedicated to San Giuseppe da Copertino, the “Flying Friar” patron saint of Osimo who lived in the 17th century.You can go into the magnificent Cathedral and visit the magical baptistery and the Diocesan Museum where there are some important works an d extraordinary gold objects like Bernini’s crucifix case.The itinerary will take you to the heart of the Conero national park, to Camerano, following in the footsteps of Maratta, and to Loreto to the Cathedral museum where there will be an exhibition dedicated to Pomarancio. You can also visit the Cathedral Treasury which is completely covered by plasterwork and frescoes by this great artist.

Traduzione testo: Katiuscia Vaccarini - Monica Howe

area che dalla zona costiera, con gli antichi centri di Osimo, Ancona, Loreto, Senigallia, Camerano, ma anche Pesaro e Fano, si inoltra lungo le valli nell’entroterra fino a toccare le città di Fabriano, Serra San Quirico e Sassoferrato.Sarà un evento di rilevanza internazionale in ragione dei grandi nomi coinvolti e degli straordinari capolavori presentati. Verrà offerta l’opportunità di approfondire la conoscenza di un periodo storico cosí ricco di novità nella elaborazione dei linguaggi artistici, attraverso gli itinerari previsti: uno che si snoda all’interno della città di Osimo, l’altro nei luoghi del territorio segnati dai più rappresentativi artisti dell’epoca. nelle vicine sedi espositive del Museo Civico e di Palazzo Campana, nel centro storico osimano, saranno riunite più di cento opere provenienti dal territorio regionale, da Collezionisti privati e dai più importanti Musei nazionali che conservano testimonianze legate alla cultura figurativa delle Marche. Un’ampia sezione verrà dedicata all’opera di Carlo Maratta per celebrare il pittore marchigiano di fama internazionale, nato a Camerano nel 1625 e morto a Roma nel 1713, tanto apprezzato dalle Corti europee e dalle più alte Gerarchie Ecclesiastiche da diventare il modello estetico per eccellenza nel passaggio fra Seicento e Settecento.Un suggestivo percorso all’interno della Città, una sorta di museo a cielo aperto che, da Palazzo Campana, caratterizzato da interventi architettonici sei-settecenteschi, condurrà alla scoperta di preziosi interni barocchi, di Chiese e Palazzi, come quello voluto dal cardinale Antonio Maria Gallo, fino al salone affrescato dal Pomarancio, l’artista chiamato dal porporato osimano a decorare la Sala del tesoro e la cupola della Basilica di Loreto. I visitatori potranno ammirare una imponente tela del Guercino, collocata sull’altare maggiore della piccola chiesa di San Marco, e

una splendida opera di Mattia Preti, rimasta fino ad oggi pressoché sconosciuta, nel Santuario eretto dai Francescani nel XIII secolo, dedicato al venerato patrono di Osimo, San Giuseppe da Copertino, e santo dei voli vissuto nel Seicento. Sarà possibile accedere nel maestoso Duomo, nel magico spazio del Battistero ed anche nel Museo Diocesano dove sono conservate importanti testimonianze artistiche e straordinarie oreficerie, come la Croce reliquiario del Bernini.L’itinerario nel territorio si estenderà nel cuore del Parco del Conero, a Camerano, sulle tracce del Maratta, e a Loreto, nel Museo della Santa Casa dove sarà allestita una distaccata sezione espositiva dedicata al Pomarancio e nella Sala del tesoro della Basilica, interamente decorata con stucchi e affreschi del grande artista.

POMARAnCIOCrocifissione, olio su telaLoreto, Basilica della Santa Casa, Sala del tesoro

MAttIA PRetILa Vergine col Bambino e Sant’Antonio da Padova, olio su tela Osimo, Santuario di San Giuseppe da Copertino

GUERCInOMadonna del Rosario, olio su telaOsimo, Chiesa di San Marco

gIACINTO BRANDISan Dionigi decollato, olio su telaOsimo, Museo Civico

sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministricon il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

enti promotori Comune di OsimoRegione Marche

con il sostegno dellaFondazione Don Carlo Grillantini di Osimo

in collaborazione con Soprintendenza PSAE delle Marche di UrbinoCuria Arcivescovile di Ancona - OsimoDelegazione Pontificia della Santa Casa di LoretoIstituto Campana per l’Istruzione Permanente di OsimoComune di CameranoComune di Loreto

comitato di studioMina Gregori presidente onorarioVittorio Sgarbi presidente

Livia Carloni, Costanza Costanzi, Liana LippiFabio Mariano, Marina Massa, Lorenza Mochi Onori,Antonio Paolucci, Stefano Papetti, Maria Rosaria Valazzi

coordinamento e direzione della mostraLiana Lippi

segreteria organizzativaLoredana GraciottiAlessandra RossettiMonica Coletta

progetto espositivo e cura allestimentoLiana LippiStefano Papetti

fornitura e realizzazione allestimento

catalogo a cura di Vittorio SgarbiStefano Papetti

editore catalogo Silvana Editoriale

Osimo - sedi espositiveMuseo Civico Palazzo Campana

orario luglio agosto settembre10,00 - 13,00 16,00 - 20,0010,00 - 20,00 (prefestivi e festivi)lunedí mattina chiuso

ottobre novembre dicembre09,30 - 12,30 15,00 - 19,0010,00 - 19,00 (prefestivi e festivi)lunedí chiuso

ingressointero € 8,00ridotto € 6,00gruppi (minimo 15) e residenti ad Osimo € 5,00tariffe agevolate per scuole

itinerariOSIMOPalazzo GalloMuseo Diocesano, Duomo e Battistero Chiesa di San MarcoSantuario di San Giuseppe da Copertino

CAMERAnOChiesa di Santa FaustinaChiesa Parrocchiale dell’Immacolata Concezione

LORetOMuseo della Santa Casa Sala del tesoro della Basilica

ufficio stampaLR COMUNICAZIONe - Laura Ruggieri tel. 339 4755329 - [email protected]

informazioni, prenotazioni e visite guidateUfficio turistico - punto IAt Simona Palombaranitel. 071 7236088 [email protected]

www.mostrabarocco.it

da RUBENS a MARATTA

OSIMO 29 giugno - 15 dicembre 2013

a cura di Vittorio Sgarbi

PIETRO PAOLO RUBENS (da)Assunzione, manifattura fiammingaAncona, Museo Diocesano

CARLO MARATTAMadonna con San Francesco di Sales, olio su telaAncona, Pinacoteca Civica “F. Podesti”

da RUBEnS a MARAttAa cura di VIttORIO SGARBInell’ambito del progetto “il Barocco nelle Marche 2. Osimo e la Marca di Ancona”

OSIMO 29 gIUgNO - 15 DICEMBRE 2013

800-228800

AnconaA14

Camerano

Loreto

Ancona nord

Ancona sud

LoretoPorto Recanati

OSIMO

Sponsor:

CBI Europe main sponsorCagnoni spa OsimoFrittelli Maritime Group spa AnconaLaboratorio analisi cliniche Beta Osimo Leonardi spa CameranoRoccheggiani spa Camerano

in copertina: CA

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, Madonna con San Francesco di Sales (part.), A

ncona, Pinacoteca Civica “F. Podesti”

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IL CONCILIATORE. Foglio Scientifico-Letterario. Milano, Ferrario, 1818-1819. In folio, mz. pelle coeva, pp. (6),478. Di questo importante periodico bisettimanale offriamo una rarissima raccolta di tutto il pubblicato – dal 3 settembre 1818 (n. 1) al 17 ottobre 1819 (n. 118) - stampata su carta azzurrina (da qui la denominazione di “Foglio azzurro”). Suoi principali collaboratori furono Silvio Pellico (che curò anche la pubblicazione dei singoli numeri), Berchet, Borsieri, Romagnosi, Pecchio. Vittore Branca nel suo studio sul “Foglio azzurro” (Il Conciliatore, Le Monnier, 1954) scrive che col n. 116 terminava la parte del Conciliatore distribuita agli associati; anzi lo stesso n. 116 ebbe pochissima diffusione, causa il sequestro quasi immediato da parte della polizia austriaca. I nn. 117 e 118 non vennero neppure distribuiti: le poche copie stampate furono soltanto destinate ai redattori. Verso la fine del 1920 pervennero al Museo del Risorgimento di Milano delle pagine inedite del glorioso periodico: si trattava delle bozze di stampa predisposte per i nn. 119 e 120 del Conciliatore che non videro mai la luce per il veto della polizia austriaca. Nel 1930 il Comune di Milano decise di pubblicare questi articoli, sulla stessa carta azzurra degli originali e in una ediz. numer. di soli 500 esemplari. Uniamo alla raccolta tale pubblicazione, pure assai rara. Esemplare con barbe, ben conservato.

CARCO Francis - LA LEGENDE ET LA VIE D’UTRILLO. Ornée de onze lithographies originales d’Utrillo et d’un portrait de l’artiste par Suzanne Valadon. Paris, Editions Marcel Seheur, 31 décembre 1927. In-4 p., 2 voll., bross. orig., testo e tavv. a fogli sciolti, custodia e astuccio edit. Il primo vol., di pp. (6),171,(3), è illustrato da magnifiche composizioni di Maurice Utrillo. Sono: 11 litografie originali (di cui 1 a colori) in tavole f.t.; 1 ritratto-antiporta in litografia di Suzanne Valadon (madre dell’artista), 1 vignetta al frontesp., 10 testate e 10 finali in “héliogravure” + altro ritratto di Utrillo (b.n. su fondo ocra, in litografia, sempre di Suzanne Valadon). Il secondo contiene 3 suites delle illustrazioni: una “sur japon ancien” (10 tavv. in nero, 1 a colori, 1 con ritratto) - una “sur chine” (idem) - una “sur japon impérial rayée” delle 10 in nero. Cfr. Benezit,XIII, p. 929-30, che naturalmente cita questo importante studio per l’arte di Utrillo (1883-1955), scritto da Carco. Superba edizione originale di 105 esempl. numer. Il ns., 93, appartiene alla tiratura di 95 “sur japon Shidzuoka avec trois suites”.Bell’esemplare, molto ben conservato.

CAMPIGLI Massimo / CARRIERI Raffaele - LAMENTO DEL GABELLIERE. Litografie originali di Massimo Campigli. Milano, Toninelli, 1945. In-4, cartoncino edit., astuccio mod., pp. 141,(9) a fogli chiusi. Vi sono raccolte 53 poesie di Carrieri, con una nota di Carlo Bo. Edizione di grande pregio per le sue illustrazioni: sono 10 litografie originali di Campigli, colorate a mano sotto la direzione dell’artista, 3 delle quali a doppia pagina. Le litografie sono state stampate al torchio da Pietro Fornasetti. Cfr. Gambetti / Vezzosi, p. 188: “Non comune e ricercatissima”. Ediz. di 250 esempl. numerati, firmati da Campigli. Il ns., 54, appartiene alla tiratura di 100 con litografie colorate a mano. Esemplare ben conservato, con dedica autografa di Carrieri.

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Fontana Arte. Gio Ponti, Fontana Arte Repertorio Gino Sarfatti: opere scelte Pietro Chiesa, Max Ingrand 1933-1943 dalle immagini 1938-1973

dell'epoca

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Ekecheiria 16

mia vita. Si confondono, inevitabilmen-te, vari piani. Ci sono progetti che, dal punto di vista del contenuto e del ruolo della pubblicazione, ho amato molto più di altri. Se guardo alla stagione Skira, co-minciata nel 1996, sono affezionato ad un libro di strepitosa qualità, che è stato il mattone iniziale di tutta una serie di cose: Il cantiere di Giotto del mio amico Bruno Zanardi, il più grande restaurato-re italiano. È la ricostruzione del cantie-re di Assisi, è straordinario per la ricer-ca e per le riproduzioni con l’utilizzo di dettagli a grandezza naturale, in scala1:1. Sono, inoltre, molto legato alla Collana L’arte del XX secolo: è una storia dell’arte del Novecento e dell’inizio del Duemila, è un database molto ricco e molto utile perché c’è tutto, saggi straordinari, cro-nologia, finestre di approfondimento…. Spero, anche, che faccia buona strada la Storia dell’Arte che abbiamo dedicato alla scuola: usare l’expertise e la profes-sionalità maturata nel fare libri illustrati sull’arte, destinati ad un pubblico esigen-te, e metterla al servizio della scolastica è, anche, un po’ una missione.

La Skira è promotrice anche di mostre d’arte.C’è stata un’evoluzione di questo feno-meno che è legata alla conformazione istituzionale della produzione di eventi artistici in Italia. Le mostre non sono or-ganizzate dai grandi Musei né prevalen-temente vi hanno luogo, come in Fran-cia, in Inghilterra, negli Stati Uniti: sono promosse soprattutto dagli Assessorati alla cultura delle città o da Aziende pub-bliche, emanazioni delle pubbliche am-ministrazioni.Gli editori che realizzavano i cataloghi e gestivano il punto vendita all’interno del-le mostre sono stati progressivamente coinvolti nel fornire sempre più soste-gno. Si è cominciato con l’ufficio stampa, la pubblicità e la comunicazione, fino alla coproduzione totale dell’evento. La grande criticità del momento è rap-presentata dal fatto che, essendo stati sostanzialmente azzerati i finanziamenti pubblici, si deve cercare di rendere eco-nomicamente autonoma una delle attivi-tà, che in tutto il mondo, è fondata sulla disponibilità di risorse a fondo perduto: con gli incomes diretti, cioè la bigliette-ria, le visite guidate, le audioguide, il bo-okshop, il merchandising, è possibile recuperare tendenzialmente il 70% di quanto è stato investito.

Per rientrare occorre trovare sponsoriz-zazioni.Comunque noi insistiamo: la mostra recentemente organizzata da noi, a To-rino, su Edgar Degas ha avuto 170.000 visitatori. Si è riusciti a non perdere. E quest’anno toccherà a un altro mito: Re-noir. Anche per questo artista le opere arriveranno tutte dal Musèe d’Orsay.

E con la sua biblioteca che rapporto ha?Un rapporto maniacale e feticistico. Sono più di 20.000 volumi: una metà, grosso modo, appartiene alla categoria dei libri illustrati. La biblioteca è’ concentrata nella mia casa di Milano, con una propaggine nel-la casa dell’Engadina, ed è organizzata in maniera multipla. La parte dei libri d’ar-te è divisa per discipline: arti figurative, architettura, design, fotografia ecc. e al loro interno i volumi sono ordinati cro-nologicamente. Ho la mania di pensare che i libri si parlino tra di loro, special-mente di notte; se Raffaello sta di fianco a Leonardo, chiacchierano. Se, per ordi-ne alfabetico stesse vicino a Rembrandt avrebbero ancora qualcosa da dirsi, ma se stesse accanto a Richter, o a Rothko, che conversazione difficile… Tutto questo, comunque, appaga il mio senso dell’armonia ma facilita anche la ricerca di ciò che mi serve.Ho, poi, una vasta biblioteca di saggisti-ca divisa per settore: arte, storia, scienze umane, etc. Invece per la letteratura non posso fare a meno di cedere ai dettami della pro-fessione: i libri dei due editori che più ho ammirato e cioè Giulio Einaudi, prima, e Roberto Calasso, ora, sono rigoro-samente accorpati, secondo le collane principali di Einaudi e Adelphi: solo al loro interno sono in ordine alfabetico. Questi editori hanno creato una straor-dinaria unicità d’immagine per le proprie pubblicazioni, non si può che tenerle in-sieme. Il resto della letteratura sta a parte, per-ché costituito da libri che in un certo modo non hanno famiglia: sono in or-dine alfabetico, per autore e non per caratteri distintivi. Essere circondato dai libri, comunque, è bellissimo: per fortuna non vivrò ab-bastanza per vedere le case del futuro dove ci saranno schermi al posto delle biblioteche.

Non penso che si arriverà a questo. Il libro ha una sua fisicità come noi il nostro corpo,

quindi avremo sempre bisogno dei libri: nel confronto concreto è l’umanità a prevalere.Mi piacerebbe condividere il suo ottimi-smo ma, per quanto riguarda i libri di te-sto, la fiction e la saggistica più calda che tocca argomenti d’attualità o d’interesse popolare, quello che sta succedendo, in America, è drammaticamente significa-tivo: gli e-book costituiscono già il 35% di quel mercato. I loro lettori non sono, inoltre, quei giovani che il cartaceo non l’avrebbero letto, ma coloro che com-pravano 50 libri all’anno e ora ne com-prano 30, perché sono quelli che voglio-no conservare, e gli altri 20 li scaricano. In questo contesto, la protezione del diritto d’autore, da un lato, e il mestie-re dell’editore, dall’altro, sono a rischio. Come, ora, per la musica e per il cinema ci sono dei programmi di computer pira-ta, che scaricano, gratuitamente, quanto desiderato, perché ciò non dovrebbe accadere per i libri? Nel nostro specifico settore, quello dei libri illustrati, il discorso è leggermente più articolato. Credo che ci siano delle tipologie di libri d’arte definitivamente morte: per esempio, il catalogo gene-rale completo di un grandissimo Museo è ormai per definizione un prodotto elettronico, non sarà mai più in 10 vo-lumi di carta poiché la consultazione via computer è enormemente più pratica. Diverranno, e in parte sono già diven-tate elettroniche, le guide o i prodotti connessi ad un itinerario, ad un percorso di visita. Ciò detto, ci sono ancora, e ci saranno sempre, libri per i quali la carta resterà insostituibile.Per i tempi e i modi della lettura. E per quel piacere unico che dà il tenere in mano quell’oggetto perfetto che è il libro.

Nella lectio magistralis, tenuta alla Uni-versità degli Studi di Milano, in occasio-ne del conferimento della laurea hono-ris causa in Storia e critica dell’arte, nel maggio del 2009, Massimo Vitta Zelman affermava: “Borges diceva di non sapere come fosse il Paradiso, ma di aver sempre immaginato che dovesse assomigliare, in qualche modo, a una grande biblioteca. La biblioteca del futuro sarà, probabilmente, cartacea ed elettronica insieme, ma per me, come per Borges, continuerà ad as-somigliare, in qualche modo, al Paradiso. Pubblicare l’arte continuerà a essere un mestiere difficile, ma un mestiere per il quale vale ancora la pena di vivere”.

Silvia Venuti, marzo 2013

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AGORÀAgorà, in greco ἀγορά, da ἀγείρω che significa raccogliere, radunare, è il termine col quale nella Grecia antica si indicava la piazza principale della Polis.La nostra Polis è questo periodico Ekecheiria che esce quando gli sponsor ce lo conce-dono e il presidente della nostra associazione coi suoi collaboratori è in buona salute, elemento questo che, dati i tempi che stiamo vivendo, è il solo sul quale si possa contare.L'agorà è diventato il centro della Polis, in particolare dal punto di vista economico e commerciale, in quanto anche sede di mercato. Come dovrebbe accadere per noi librai storici. Era il luogo della democrazia per antonomasia, sede delle assemblee dei cittadini che vi si riunivano per discutere i problemi della comunità e decidere colle-gialmente sui comportamenti da tenersi, esattamente come dovrebbe essere per noi librai. La modernità ci offre i vantaggi di essere collegati e uniti anche a grandi distanze. Qui andranno discusse le nostre proposte per superare la crisi. Qui andranno inviate le vostre segnalazioni su quanto accade nel territorio dove eser-citate la vostra professione. Uno spazio libero e gratuito a nostra disposizione.

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Librerie Storiche, musei di Cultura

Affronto subito l’obiettivo di questo mio scritto: “Qualcuno, tra i nuovi e non nuovi politici, si faccia carico di tutelare le librerie storiche perché non spariscano definitivamente”. Sul finire degli anni settanta, fu di Spadolini il merito di salvare le librerie alle prese con la prima grande crisi del dopoguerra, togliendo l’IVA sulla vendita al dettaglio, facendola pagare forfettariamente alla fonte dagli editori che peraltro godevano di vari finanziamenti. Nei miei quattro decenni di commercio di libri mai ho visto una crisi del genere. Negli anni settanta, nel centro di Milano, si contavano sessanta librerie. Dagli inizi degli anni dieci del nuovo millennio, quelle rimaste aperte sono meno di cinque. Prima che questo testo verrà pubblicato e letto il numero sarà cambiato per difetto. Nella nostra legislazione è prevista la tutela di cose immobili e mobili che abbiano interesse storico e artistico. Sono esclusi gli oggetti d’arte di autori viventi o la cui esecuzione risalga a meno di cinquant’anni. Nel caso delle librerie storiche, per le quali e nelle quali elementi di interesse storico e artistico si contano in abbondanza, la legge non ha agito. I miei rapporti con esponenti parlamentari di due legislature e di quattro governi sono stati improduttivi. Eppure, quando il 13 ottobre 1820 Silvio Pellico venne arrestato a Milano, per la sua adesione ai moti carbonari, il racconto che ne seguì ne “Le mie prigioni”, le memorie di un’esperienza che da condannato a morte lo resero autore di successo, la storia la fece il libraio-editore Bocca, pubblicando il libro che, descrivendo con realismo l’asprezza del carcere austriaco dello Spielberg, danneggiò l’immagine dell’Austria più di una guerra perduta. La gestione del patrimonio culturale e

artistico è diventata sempre più compito irrinunciabile dei governi nazionali. Ma alle librerie storiche chi ha pensato? Da Milano a Genova si percorre poca strada e si trova un museo di cultura, la libreria Bozzi. Nei “Mémoires d’un touriste” Stendhal ricorda di averla visitata nel 1837. E Melville nell’aprile del 1857. Qualche anno fa, racconta l’attuale titolare Tonino Bozzi, è capitato di scoprire dietro un vecchio scaffale una copia intonsa e impolverata dell’edizione originale di “Dell’origine e dell’ufficio della letteratura” del Foscolo. A Napoli incontriamo invece quella che per prima in Italia è stata riconosciuta inamovibile monumento nazionale, bene culturale, tutelato dal competente Ministero, la storica Libreria Guida di Port’Alba, cenacolo di intellettuali liberali. Noi librai storici italiani chiediamo ci venga riconosciuto lo stesso status. La tradizione di Guida, sinonimo di libri ed editoria non solo a Napoli, affonda le sue radici nel 1920. Alfredo il fondatore apre nel cuore del centro antico. Casa Croce è a due passi, e il filosofo è un habitué della libreria. Dal 1968 ospita dibattiti sulla letteratura, cinema e arti visive. Ha visto entrare, tra gli altri, Achille Bonito Oliva, Domenico Rea, Michele Prisco, Diego de Silva, Pellegrino Sarno. Veri e propri Musei sono dunque queste dimore di libri, custodi e contenitori di idee. Già Diderot, dalla metà Settecento, enuncia i principi e le finalità del museo “nelle raccolte i possessori consentano l’ingresso a tutti quelli che vogliono realmente istruirsi, senza eccezione di condizione, e nelle collezioni in cui si raccolgono e si accostano, seguendo una sorta di metodo, le opere divengono, per le arti e per la nazione, delle scuole nelle quali gli amatori d’arte possono apprendere nozioni, gli artisti fare utili osservazioni e il pubblico ricevere alcune prime idee giuste”. A Bari incontriamo un

altro museo di cultura, la storica Libreria Laterza. Il 4 maggio 1963 viene inaugurata la nuova sede di via Sparano, nel centro della città, che, negli anni successivi, diventerà luogo di numerosi incontri con autori e personalità del mondo della cultura e punto di riferimento abituale per i giovani più curiosi e impegnati. Dalla sua sede sono passati intellettuali e politici, il sommo Benedetto Croce, oltre ai Presidenti Giorgio Napolitano e Carlo Azeglio Ciampi, Pier Paolo Pasolini, Carmelo Bene, Eduardo De Filippo. La Libreria venne aperta da Giovanni Laterza nel 1896, uno spazio ridotto in cui lavora con la moglie Agostina. La libreria precede di qualche anno la Casa editrice fondata nel 1901. Per la sua lunga storia di libreria indipendente, continua ad essere da oltre un secolo punto di riferimento culturale costante, continuando giorno per giorno la sua instancabile attività di promozione del libro e della lettura. Preservare perciò queste attività non comporterebbe un aumento di costi per le amministrazioni, non verrebbero richiesti costi di manutenzione che restano a carico delle gestioni, basterebbe impedirne lo sfratto, la cessione e sostenerne, attraverso gli organi competenti locali, l’attività e la promozione. Come accaduto a Milano per le librerie Bocca e Rizzoli, per le quali un’accorta politica del Sindaco Giuliano Pisapia ne ha impedito il trasferimento e la chiusura. Altro notevole museo di cultura la Libreria Saba a Trieste. Qui ascoltiamo le parole dello stesso Saba “Era una magnifica giornata del giovane autunno subito dopo l’altra-ultima- guerra. Passando per caso, vidi per la prima volta e dall’esterno, il vero antro funesto. Ricordo anche di aver pensato, fra me e me: che orrore se il destino mi obbligasse a passare là dentro il resto della mia vita! Cinque giorni dopo, e sempre per caso, avevo comperata la libreria. Si deve arguire da ciò che, qualche volta, i nostri timori, i nostri disgusti, i nostri “tutto” sì, ma quello “no”, non siano, in profondità, che speranze, desideri, presagi che ci arrivano, in forma rovesciata, alla coscienza?”. Così, in un suo scritto del 1948, descrive l’impatto con la libreria che ancor oggi si affaccia sull’isola pedonale di via San Nicolò al n° 30. Finita la guerra, nel 1958, Carletto il suo commesso ne divenne proprietario, comprando la quota ereditata dalla figlia Lina e dal 1981 la “Libreria antiquaria Umberto Saba” è gestita da Mario Cerne, figlio di Carletto, che custodisce, con passione e competenza, uno dei più originali templi della Cultura Italiana.

Giacomo Lodetti

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NOVITÀ IN CASA BOZZINOVITÀ IN CASA BOZZI

Francesco PetrucciPier Francesco Mola (1612-1666). Materia e colore nella pittura del ’600

La prestigiosa casa editrice Ugo Bozzi,specializzata in studi monografici su artisti del ’600 e ’700, ha recentemente edito la monumentale monografia di Francesco Petrucci, Pier Francesco Mola (1612-1666). Materia e colore nella pittura del ’600. Si tratta di un lavoro di notevole im-pegno critico, che finalmente riesce a de-lineare una coerente evo luzione nello sviluppo dell’artista, pittore ticinese di nascita ma romano di formazione, anche sulla base di approfondite ricerche docu -mentarie, svolgendo un corpus delle opere certe del pittore, comprendente anche nuove importanti acquisizioni at-tributive. Sono passati infatti quattro-cento anni dalla nascita del pittore e quaranta dalla lacunosa monografia scritta nel 1972 da Richard Cocke (come risultò immediatamente dalle recensioni negative di vari specialisti), priva di un ap-parato critico, documentario e illustrativo adeguato, ampliamente superata dagli studi successivi, soprattutto la bella mostra di Lugano e Roma del 1989-1990. Pier Francesco Mola (Coldrerio,Canton Ticino 1612 - Roma 1666), fu al-lievo del Cavalier d’Arpino e poi dell’Al-bani. Dopo vari spostamenti per l’Italia settentrionale, tra Bologna, Lombardia e Venezia, la frequentazione della bottega del Guercino, tornò definitivamente a Roma nel 1649. Abile disegnatore, mor-dace caricaturista, si cimentò in tutti i generi, eseguendo opere da quadreria di soggetto sacro e profano, affreschi e ri-tratti. Il favore goduto presso casate papali come i Pamphilj e i Chigi, la pro tezione di Cristina di Svezia, oltre alle commissioni ottenute da altre importanti famigliecome i Costaguti, i Colonna, gli Omodei, testimoniano il consenso ottenuto, culmi-nato con l’elezione a principe dell’Ac ca -

demia di San Luca nel 1662. La sua fama è testimoniata dal pittore di nature morte Abraham Brueghel, il quale alcunianni dopo la sua scomparsa affermò: «qui ha lasciato fama del primo Pictor d’Italia». La sua vasta bottega, la conside -revole quantità di copie di sue opere che circolano ancora sul mercato, pre-senti in raccolte pubbliche e private, l’in-flusso esercitato su generazioni di pittori fino all’800, sono un chiaro riflesso delsuccesso ininterrotto della sua pittura.A riguardo è stato fatto notare come Eugène Delacroix suggerisse ai suoi al-lievi di copiare Mola, Thomas Gainsbo -rough riteneva di non essere capace di dipingere come lui, mentre William Turner copiava sue opere. Tra le più rile -

vanti nuove attribuzioni l’Autoritratto in vesti rinascimentali con vanitas del Dallas Museum of Art, opera neostoica che di-mostra le affinità culturali con Salvator Rosa, l’Incontro tra Giacobbe e Rachele dell’Ermitage, importante tassello del pe-riodo neoveneziano giovanile, l’Asino d’Oro di Apuleio di provenienza Omodei dal carattere bassanesco, lo splendido rame con l’Allegoria del Papato della Gal-leria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. Chiude il catalogo la formida-bile serie di allegorie dei Sensi del Palazzo Chigi di Ariccia, opere di straordinaria modernità, quasi ottocentesca, espres-sione di uno spirito preromantico.Petrucci ha individuato clamorosamente anche la casa romana ove viveva l’artista, fino ad oggi ignota, ubicata in piazza Pa-ganica, presso l’attuale piazza Argentina.

pp., 600 - ill. col./bn 600Rilegato in cofanetto euro 240,00

Marco Simone BolzoniIl Cavalier Giuseppe Cesari d’Arpino Maestro del Disegno

La storia ha spesso dimenticato alcuni grandi del passato. È questo il caso del Cavalier d’Arpino (1568-1640) che la critica artistica ha troppo a lungo ignorato. La vicenda critica dell’Arpino, che già quando era ancora in vita gli fu prodiga di grandi lodi, inclinò ben presto verso un’interpretazione convenzionale e so -stanzialmente negativa. Fu, infatti, l’idea del Cesari retorico a prevalere col passare degli anni dando luogo a un’immagine dell’artista che durò fin troppo a lungo. Fortunatamente gli studi più recenti hanno invertito questa visione parziale e deviante di colui che è da considerare, in-vece, il protagonista di quel momento dif-ficilmente determinabile della storia del l’arte di Roma che segna il trapasso dal Cinquecento alla modernità del sec-olo nuovo. Nel 2002 la Ugo Bozzi Editore ha pre-sentato agli studi la prima importante monografia dedicata ai dipinti dell’artista arpinate. A dieci anni di distanza la Casa Editrice romana fa il bis, completando l’o -pera con la pubblicazione del catalogo ragionato dell’opera grafica del Cavalier d’Arpino a cura del giovane e brillante storico dell’arte Marco Simone Bolzoni. Molti sono i meriti di questa monografia che si annuncia monumentale, primo fra tutti di aver considerato il disegno come punto di avvio per l’indagine di un artista di primo piano come fu il Cavalier d’Ar -pino, erede e rappresentante del Secolo del Disegno. Attraverso più di trecento fogli originali, illustrati dall’autore con dovizia di parti-colari e disposti secondo un ordine cro -nologico che permettere di seguire

nitidamente il percorso artistico del maestro, il volume dà mostra di una sensazionale galleria di disegni di straor -dinario fascino e qualità, apprezzabile attraverso le numerose tavole a colori che corredano il testo. Al catalogo fa da introduzione l’accu-rato e ampio saggio dell’autore (150 riproduzioni circa di cui 100 a colori) in cui si affrontano diversi aspetti del curriuculum artistico del Cavalier d’Arpino svelando la complessità di questo disegnatore, artista che seppe conservare e far proprie, nel suo costante dialogo con i grandi maestri del Cinquecento romano, le tante anime di quel secolo, lui, ultimo e glo-rioso erede del Rinascimento.

pp., 460 - ill. col./bn 450 Rilegato in cofanetto euro 200,00

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Assenze e presenze. Opere, artisti, com-mittenti a Catania nel XVII secolo di Barbara Mancuso, edito da Giuseppe Maimone è un importantissimo volu-me, per almeno due ragioni: la prima per l’accurato esame del patrimonio pittorico della Catania del ‘600, mal-grado le gravissime perdite seguite alla eruzione dell’Etna del 1669 e al terre-moto del 1693, la seconda per i colle-gamenti del patrimonio catanese con quello del resto d’Italia, Sicilia e Roma

PITTURA A CATANIA NEL SEICENTO

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principalmente. Così per esempio, ricupera il suo nome Girolamo La Manna di cui si ha una sola opera, San Giorgio e il drago, gra-zie al fatto che quel quadro possede-va una firma letta anticamente da chi l’aveva descritto. Tralasciando lo studio preliminare sul soggetto, rileviamo l’at-tenzione della Mancuso alla cultura for-male dell’opera che risponde ai precetti post tridentini per l’assenza di superflue decorazioni che possono ostacolare la comprensione del messaggio religioso pur avendo un riferimento a un mo-dello del secondo manierismo, quale il San Giorgio e il drago di Lelio Orsi, conosciuto in controparte attraverso una incisione del palermitano Cam-panile. Vi sono poi altre suggestioni di rapporti. Innocenzo Massimo, romano, nominato vescovo di Catania nel 1624, era quasi sicuramente in possesso di un Ecce homo del Caravaggio, ordinato al Caravaggio stesso dal parente Massimo Massimi. Di quest’opera non si possie-de più l’originale, e neppure la notizia sicura che l’opera sia mai giunta in Sici-lia, cosa invece assai verosimile poiché in Sicilia esistono molte opere legate a questo quadro. Il vescovo Innocenzo, varie volte inquisito per le sue spese e

"Arte medievale" è una  rivista specia-listica internazionale dedicata alla criti-ca dell’arte del medioevo, fondata nel 1983 da Angela Maria Romanini e pub-blicata in coediazione dall’Università La Sapienza di Roma e Silvana Editoriale. Questo numero prosegue la pubblica-zione della nuova serie, inaugurata nel 2002 e rinnovata nel 2012 con il pas-saggio da semestrale ad annuale e con un numero maggiore di contributi per ciascuna uscita. Ogni rivista raccoglie ricerche e inter-venti di esperti del settore, pubblicati in lingua originale e arricchiti da un vasto apparato iconografico, per offrire a tut-ti gli appassionati e studiosi della ma-teria nuovi spunti di approfondimento sull’arte medievale.

A cura della redazione

"ARTE MEDIEVALE"

le difficoltà dei suoi rapporti con Cata-nia, era comunque un amante dell’arte tanto da commissionare ad un pittore romano, Giovanni Battista Corradini, la decorazione della cattedrale Sant’Agata di Catania. Poche le notizie dell’attività pittorica di Corradini, a parte Catania e Bertinoro durante il soggiorno di In-nocenzo, là nominato vescovo prima di Catania. Dai lacerti degli affreschi leggi-bili a Bertinoro si riscontra il legame di Corradini con la pittura emiliana, forse dovuta alla origine bolognese della fa-miglia. Altro pittore di cui si esaminano le opere è Pietro Abbadessa, creduto allievo del Pomarancio, secondo una tradizione che non copre le inesistenti notizie biografiche, comunque legato al tardo manierismo. Questi tre artisti, scelti tra molti altri, permettono di ac-clarare tutta l’importanza dello studio della Mancuso, e per le notizie raccolte, e per mostrare quanta ricchezza si sco-pre nella trascurata pittura presente nel meridione. Nel capitolo del vecchio Schlosser Magnino, sulla bibliografia artistica locale delle regioni italiane, si hanno più di 40 pagine dedicate all’Italia settentrionale e centrale contro le sole 4 pagine per il Meridione.

Andrea Bondanini

Sommario anno II, 2012 - IV serieThe Aesthetic Viewing of Marble in Byzantium from Global Impression to Focal Attention - Bente KiilerichArchitettura termale nella Sicilia medievale nuove ipotesi sull’identità dell’edificio di Mezzagnone Ilenia LicitaWhy is He Hiding? The Mosaic of Emperor Alexander in Hagia Sophia, ConstantinopleNatalia TeteriatnikovGli affreschi di S. Urbano alla CaffarellaSerena RomanoArabismo e propaganda politica alla corte di Ruggero II di Sicilia Umberto BongianinoLa decorazione duecentesca dell’eremo di S. Cataldo a Cottanello - Cristina RanucciLa resistenza all’antico nella Roma del Duecento a proposito del portale romanico di S. Antonio Abate sull’Esquilino Xavier Barral i Altet

La Madonna del latte del Museo Marciano di VeneziaFederica CopelliThe Eye and the WombViewing the SchreinmadonnaAssaf Pinkus«Ella sogna Dittici» gli avori bizantini e medievali nell’opera di Anton Francesco Gori (1691-1757) Abra Visconti

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Il bel volume su Mattia Preti a Mal-ta è un testo fondamentale per lo studio della vita e dell’arte di questo grande artista. Ad intuirne l’importanza è sufficiente ricorda-re che Mattia è nato nel 1613 a Taverna in Calabria, si è formato principalmente a Roma, operando ivi e a Napoli, con brevi soggior-ni in altre parti d’Italia per partire nel 1661 per Malta dove rimase fino alla morte nel 1699. Dunque, dopo la sua formazione nei due centri italiani allora più importanti per la pittura, trascorse quasi 40 anni di vita a Malta dove dipinse anche per committenti residen-ti altrove a cui le opere venivano spedite. Motivo per cui molti dei suoi quadri in Italia sono stati di-pinti a Malta. La curiosa ragione della sua permanenza a Malta non è quella di aver avuto commissioni ivi, ma il suo desiderio di ascendere nei gradi nobili dei Cavalieri di San Giovanni di Malta. È una storia complicata, magni-ficamente narrata nell’opera di Sciberras, che in estrema sintesi si snoda col fatto che Mattia promette opere ai Cavalie-ri contro un Cursus Honorum nel loro Ordine. Ma il Mattia si trova aver dipinto l’intera volta della cattedrale di San Gio-vanni a La Valletta per accorgersi di un bilancio economico negativo che non

MATTIA PRETIThe triumphant manner

OLTRE L’INfORMALE, VERSO LA POP ART

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sia da ambienti ecclesiastici sia da privati, residenti in Italia per lo più. La formazione artistica di Preti, pur iniziata a Taverna in Calabria dove era nato, si realizza a Roma e ma-tura a Napoli dove contribuisce alla formazione della scuola pittori-ca napoletana. L’ambiente romano lo conduce a scoprire la forza della luce in Caravaggio, che comunque interpreta nella sua creatività vigo-rosa che calca la drammaticità del Guercino. Giunge a Malta pittore maturo, la cui ulteriore evoluzio-ne si svolge quasi totalmente per la sua personale ricerca pittorica che si innesta col programma di decorazione della cattedrale di La Valletta, voluto dai frati conventua-li, creando uno dei più importanti monumenti del barocco a sud di Roma. Il volume ripartisce gli anni maltesi secondo uno sviluppo cro-

nologico, dall’inizio con i primi affreschi della volta della cattedrale di La Valletta, sino alla morte con una grande attenzio-ne alla ricca documentazione ancora esi-stente, integrata dal giudizio critico che rivalorizza un pittore molto stimato al suo tempo, ma da allora un po’ dimenti-cato. La lettura dell’opera di Sciberras ha taluni aspetti che la rendono avvincente come un romanzo poliziesco.

Andrea Bondanini

coincideva con le previsioni. Dunque si trova a richiedere e a ottenere varie pre-bende in diverse sedi dei Cavalieri, però spesso in deroghe alle regole del Cava-lierato che dovevano essere concesse dal Papa Alessandro VII. Vicende com-plesse ben seguite nello studio di Sciber-ras dal 1661 alla morte di Mattia Preti. Il protrarsi del lavoro per i Cavalieri non gli impedì di dipingere numerose opere destinate alle richieste che provenivano

Questo catalogo, oltre l’Informale, verso la Pop Art, illustra il panorama artistico degli anni Sessanta quale fondamentale momento di svolta della cultura artistica occidentale, attraverso il confronto tra la scena creativa statunitense e quella europea. Un dialogo transoceanico tra capolavori assoluti, reso possibile dalla ricchezza delle Collezioni Guggenheim di Venezia e New York, che nell’indivi-duazione di parallelismi e scambi per-mette di cogliere la maturazione di una nuova dimensione della cultura visiva. Il volume raccoglie oltre 50 capolavori dell’arte europea e americana dei pro-tagonisti indiscussi di questa straordinaria stagione, come Robert Rauschenberg,

Jean Dubuffet, Cy Twombly, Frank Stel-la e Andy Warhol, padre della Pop Art, presente in mostra con la celebre serie Fiori (Flowers) del 1964. Il 1964 è l’anno del trionfo della Pop Art americana alla Biennale di Venezia, che vede assegnare a Robert Rauschenberg il Gran Premio per la Pittura, spostando definitivamente il fulcro del sistema artistico da Parigi a New York. È l’inizio di un mondo dove i media e la comunicazione rivestiranno un ruolo sempre più cruciale, influenzando tutto, dall’arte alla letteratura, al cinema. A cura della redazioneVercelli; ARCA, Chiesa di San Marco, 2013pp. 270 ill. b/n e a col.

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Il catalogo propone il percorso della mostra re-alizzata in stretta collaborazione dalla Fonda-zione Palazzo Strozzi con il Museo del Louvre e il Museo Nazionale del Bargello e accoglie più di 140 opere provenienti dai musei di tutto il mondo. I numerosi contributi di studiosi in-ternazionali affrontano per la prima volta in modo organico, il ruolo fondamentale della scultura – attraverso il confronto diretto con le altre arti e in rapporto con i precedenti classici e con la storia di Firenze – l’arte che per prima si è fatta interprete di quella ‘bellezza nuova’. Si scopre così la meravigliosa metamorfosi av-venuta a Firenze nel primo Quattrocento e at-traverso dieci sezioni tematiche – ciascuna cor-rispondente ad una sala del percorso espositivo e dedicata a un “tema”, scelto fra quelli consi-derati esclusivi e caratteristici – la “primavera” morale, culturale e civile e la diffusione del nuovo ideale della florentina libertas. Nel 1436 Leon Battista Alberti avvertiva la portata del cambiamento che avveniva e scriveva nel De pictura: «compresi in molti ma prima in te, Fi-lippo, e in quel nostro amicissimo Donato scul-tore e in quegli altri Nencio e Luca e Masaccio, essere a ogni lodata cosa ingegno da non po-sporli a qual sia stato antiquo e famoso in que-ste arti.»

Le opere di Nicola e Giovanni Pisano, Ar-nolfo, Giotto, Tino di Camaino e dei loro suc-cessori, la riscoperta dell’Antico e la “rinascita” fra Due e Trecento, introducono nel nuovo se-colo e nell’“età nuova” con i due rilievi del Sacri-

ficio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Bru-nelleschi per la Porta del Battistero (1401) e con il modello della Cupola brunelleschiana, a rap-presentare l’atto di nascita del Rinascimento.

Le grandi statue di “santi-eroi”, di Donatel-lo e di Ghiberti per i cantieri della Cattedrale e di Orsanmichele (fra le opere in mostra, il re-staurato San Ludovico di Tolosa e il San Matteo) – sono la prima e più alta testimonianza della creazione di un nuovo stile e dell’esaltazione della civiltà di Firenze come “nuova Roma”, perché rappresentano al tempo stesso l’ideale civico e quello cristiano ed influenzano profon-damente pittori come Masaccio, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi. Altri ge-neri e temi dell’arte classica sono nuovamente interpretati: i ‘genietti’ alati o “spiritelli” (la cele-bre coppia di Putti donatelliani dal Musée Jac-quemart André) o i grandi monumenti equestri (la gigantesca Protome Carafa, proveniente da Napoli). La grande rivoluzione della prospetti-va brunelleschiana, si scopre nei bassorilievi donatelliani – la predella del San Giorgio e il drago (dal Bargello) o il Banchetto di Erode (dal Museo di Lille) – e permette un confronto con le pitture di Masolino e di Paolo Uccello, signi-ficative per gli esordi della prospettiva.

Fin dagli anni Venti del secolo, l’afferma-zione del nuovo canone della scultura, illustra-to da alcuni capolavori – le donatelliane Ma-donna Pazzi (dal Bode-Museum di Berlino) e Madonna Chellini (dal Victoria and Albert di Londra), la ghibertiana Madonna Kress (dalla

National Gallery of Art di Washington) o la Madonna di Fiesole, attribuita al Brunelleschi – diffonde il gusto per la bellezza “nuova” in modo capillare in ogni strato sociale e oltre i confini della città, attraverso i calchi in una va-sta e varia produzione di rilievi, destinati alla devozione privata: dagli altaroli di conventi e confraternite, ai tabernacoli delle strade.

A Firenze si concentra al contempo la com-mittenza artistica più prestigiosa, generalmente pubblica, nei luoghi di incontro, solidarietà e preghiera: chiese, orfanotrofi, ospedali, luoghi nei quali l’arte svolge un ruolo educativo e so-ciale. Tra le tipologie determinanti verso la metà del secolo compare il ritratto scolpito; i busti marmorei di Mino da Fiesole, di Deside-rio da Settignano, di Antonio Rossellino, del Verrocchio rappresentano il passaggio dalla committenza pubblica a un mecenatismo pri-vato, che porta il segno dell’egemonia medicea e della classe dei ricchi mercanti-banchieri, che costruiranno i loro palazzi grandiosi, cambian-do il volto della città. Per questo la mostra – che si apre con l’evocazione della cupola brunelle-schiana – si chiude con quella della più gran-diosa dimora privata del Rinascimento, attra-verso il Modello ligneo di Palazzo Strozzi.

I saggi, le schede delle opere in mostra, l’ap-parato iconografico e la corposa bibliografia rendono il catalogo un importantissimo stru-mento di studio e approfondimento.

La Primavera del RinascimentoLa scultura e le arti a Firenze 1400-1460

Organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musée du Louvrea cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand

Firenze, Palazzo Strozzi, 23 marzo-18 agosto 2013Parigi, Musée du Louvre, 26 settembre 2013-6 gennaio 2014

cartonato | 24,5 x 29 cm | 552 pp. | isbn 978-88-7461-185-0 italiano | isbn 978-88-7461-186-7 inglese | euro 50,00

Mandragora www.mandragora.it

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Il libro si articola in due volumi, di cui que-sto è il primo; il secondo sarà a stampa nei prossimi mesi. Pur se l’impianto è uni-tario, i due volumi si presentano con una propria individualità e ciascuno dei due è, se così si può dire, in sé conchiuso.In questo volume si pongono molte do-mande, si procede a una bonifica preven-tiva di quanto detto in passato su alcuni argomenti, se ne affrontano di nuovi; si offrono soluzioni quando l’esercizio visivo si incastra con i dati storico-documentari. Per queste ragioni il libro potrebbe appa-rire a qualcuno uno sfoggio di erudizione, magari diligentemente confezionato in al-cuni punti, più referenziale in altri. Le note potranno risultare a volte sovrabbondanti o troppo fitte; il lettore non specialista o poco interessato potrà fare a meno di esse, accedendovi soltanto se avrà vo-glia di sapere come sono arrivata a certe conclusioni e a certe ipotesi. Le sorpre-se non sono poche, a cominciare dallo svelamento del significato della pala di Pescocostanzo per finire con la veridica storia della tomba di Marino. Tale taglio fa apparire il lavoro in molti punti come una ripe-tuta e ipertrofica recensio-ne: di libri, di articoli, di idee e di una certa visione della storia dell’arte. Se anche così fosse non mi dispiacerebbe, dato che la recensione può risultare uno dei generi più proficui a cui possa dedicarsi uno storico dell’arte, pur se spesso nella pratica è ridotta a elementare esercitazione, soprattutto in Italia: a tale pro-posito, appaiono ancora nor-mative e insuperabili le sedici pagine in cui Roberto Longhi rinnova, insieme, il genere e gli studi moderni su Caravaggio.In tutto il volume, costante è il dialogo tra l’indagine filolo-gica e quella sulle fonti: per gli artisti attivi a Napoli nella pri-ma metà del Seicento esiste una messe consistente di do-cumenti di prima mano, che ha comportato un accurato riordino delle carte. Alla fine

del secondo volume si tireranno com-plessivamente le fila dei materiali e delle interpretazioni di volta in volta affacciate; qui traccio solo una premessa riguardan-te questo primo volume, che presenta in fondo anche un breve trailer di anticipa-zioni sul contenuto del prossimo.In partenza, avevo previsto di scrivere un libro su Salvator Rosa lavorando in par-ticolare sulla sua fortuna storica, come pittore e come poeta; dal 2006 al 2012 ho pubblicato molti articoli per tarare via via i risultati raggiunti. Nel 2010 mi sono resa conto che quel che mancava era un’introduzione a Salvator Rosa, prima di chiudere il libro su di lui: quanto ef-fettivamente si sapeva davvero dei suoi inizi, del clima culturale in cui si era for-mato, delle influenze subite ecc.? Un tale ampliamento dell’indagine comportava di discostarsi dal modello tradizionale di monografia, allargando lo sguardo alla complessiva situazione della Napoli se-centesca. Una prima prevedibile difficol-tà ha costituito la qualità altalenante dei

manufatti rimasti (e molti sono scom-parsi o in precario stato di leggibilità o accessibilità), spesso responsabile anche di incertezze attributive; ma ancor più difficoltosa è risultata la gestione di un magma bibliografico imponente. I dati certi dai quali partire erano davvero po-chi: non aveva poi torto Federico Zeri quando stigmatizzava lo stato degli studi sulla pittura napoletana del Seicento in relazione alla «classificazione e alla siste-mazione filologica di gran parte del ma-teriale pittorico dell’Italia meridionale» e i risultati, paralleli, della gestione del patrimonio figurativo secentesco locale all’altezza della mostra Painting in Naples: from Caravaggio to Giordano (al cui cata-logo in lingua inglese Zeri rimproverava la scelta per la copertina di un dipinto «non già napoletano, ma del Caravag-gio»; per la quarta di copertina cfr. I, nota 126). Era il 1982, ma la situazione non è cam-biata di molto, se si bada agli snodi fon-damentali del secolo XVII, dalla morte di

Caravaggio a quella di Marino fino alla peste del 1656: la partenza di Rosa da Napo-li (divenuta appannaggio di Stanzione, Fanzago e altri, da-gli anni Trenta), a metà degli anni Trenta, va inquadrata in-somma in più ampi contesti.Il libro è organizzato intorno a un criterio geografico e sto-rico: la formula “geografia e storia”, per quanto abusata, si rivela sempre proficua per la storia dell’arte a quest’al-tezza cronologica. Per dirla con lo stesso Dionisotti, «la tradizione vostra [della storia dell’arte] va da Vasari a Lanzi e da Lanzi fino a Cavalcaselle, a Toesca; “geografia e storia” in storia dell’arte nessuno ha da scoprirle, neanche per gio-co come ho fatto io in lette-ratura…».

Floriana Conte

Dal libro con lo stesso titolo edito da Edifir Edizioni Firenze

TRA NAPOLI E MILANO, NELL’ITALIA DEL 600Da Tanzio da Varallo a Massimo Stanzione

I libri segnalati in questa pagina possono essere richiesti alla redazione - mail: [email protected] - cell. 345.2886546

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Vi aspettano!per raccontarvi di arte, storia, letteratura, poesia,

filosofia, musica, società…Tutti i giovedì sera da settembre a giugno

da Bocca in Galleria…la Cultura illumina la notte!

Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano

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Fino all’8 settembre è visitabile a Palazzo Reale di Milano una mo-stra che ci sembra occasione da non perdere: “Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti”. Numerose sono le ragioni dell’affermazio-ne. Si tratta innanzitutto di una mostra utile per capire i rischi del collezionismo sostenuto dal-la passione vera, quella che non ti fa fermare davanti a niente e nessuno, e racconta il percor-so costitutivo di una collezione ben strutturata ed estremamen-te moderna, messa insieme da un uomo esperto di commercio dotato di una finissima e since-ra sensibilità per l’ottima arte, quella che fa storcere il naso ai bacchettoni suoi contemporanei. A Milano, inoltre, è dieci anni che non vediamo Modigliani in modo adeguato: le 15 opere qui espo-ste sono inedite e di altissima qualità. Al tempo stesso il raccon-to narra di un clima, il clima vis-suto nella Montparnasse parigina degli anni Venti, dagli artisti che abitavano la Ruche, anime fragili e forti, pittori fuori dagli schemi, personalità geniali e grandissime. Gli artisti in mostra sono

LA PASSIONE DI MONSIEUR NETTER

Un thriller politico, di Giacomo Wannenes, ambientato nel 1993 tra le macerie dell’impero sovietico, l’Italia e l’Inghilterra. Un libro di avventure e di amori tra la fuga dei cervelli dalla Russia in decadenza e il traffico di uranio con i paesi arabi. Nel nuovo clima di apertura al mondo che vede nascere la stampa libera, mentre Eltsin annuncia di voler vendere la Siberia per far fronte alle difficoltà del suo popolo, l’investigatore privato Mat, ex commissario di polizia italiano, accetta il caso proposto dalla bella Tatiana: il padre, ingegnere e creatore della città di Togliattigrad, costruita per gli operai della FIAT, è morto in modo sospetto, in un incidente stradale nell’ex URSS. Tra realtà e fantasia, giochi di controspionaggio della CIA e del KGB, stupende ragazze e situazioni degne di 007, emergono il grande affresco socioeconomico russo e le conseguenze della caduta del muro di Berlino.

Dopo il successo planetario nel 2000 con il romanzo Vanity Art, lo stile e il rigore storico di Wannenes tornano clamorosamente in libreria.

pp.:330 12,00 Euro

GIACOMO WANNENES “RUSSIA ALL’INCANTO”

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ventotto: è un numero contenuto e quindi adatto ad una presentazione conveniente del singolo lavoro (affin-ché ogni opera possa esprimere quel proprio potenziale che ce la fa sentire anche nostra) tanto che per ben sei

di loro si può parlare di piccole monografie (Modì, Soutine, Utril-lo, de Vlaminck, Kisling, Valadon). Questa esposizione consente let-ture a piani diversi. Se dall’aspetto storico passiamo a quello icono-grafico, è così interessante verifi-care come tutti costoro, con un linguaggio collettivo che ha ben pochi modi in comune, sappiano trattare i temi più ricorrenti nell’ar-te del passato con una freschezza interpretativa a tratti sconvolgen-te: il nudo, il paesaggio, la natura morta, la scena di genere, il ritrat-to. Cosa di più classico? Ma con la sferzata di una energia rinnovata, di una voluntas che sa di ennesi-ma rinascita, una rinascita filtrata dall’esperienza del dolore perso-nale, profondo. Commoventi le tele di Soutine, spettacolare il no-tissimo Grandi Bagnanti di Derain, mentre il poetico Utrillo gareggia in originalità con la vigorosa Va-ladon, e fa capolino anche Jeanne

Hébuterne con una tela del 1919. Intristisce piuttosto l’aggettivo “ma-ledetti” nel titolo: stereotipato e banale, si poteva evitare.

Paola Rapelli

Origine e sviluppi dell’arte metafisica

Carrà tra futurismo e metafisica

Contributi al catalogo di Giorgio de Chirico.

«Londra d’estate è quan-to mai metafisica»

Giorgio de Chirico e Germain Seligman

Renato Birolli. Necropoli e paesaggio adriatico

Carne e ferro. La pittura tedesca intorno al 1925

Studio Azzurro.Sensitive city

CortonaOnTheMove 2012fotografia in viaggio

Gino De Dominicis. 2° SOLUZIONE D’IMMORTALITÀ (l’universo è immobile)

Milano e le origini della pittura romanica lombarda

Squarci d’interni. Inventari per il rinascimento milanese

Caravaggio e Milano. La Canestra dell’Ambrosiana

Daniele Crespi. La giovinezza ritrovata

Confraternite. Fede e opere in Lombardia

I Borromeo d’Angera. Collezionisti e mecenati

nella Milano del Seicento

I Trivulzio e le arti. Vicende seicentesche

Palazzo Borromeo Annuario dell’Archivio di Stato di Milano 2012

Le voci del vulcano.La torre di Hölderlin

Ansperto da Biassono Dipinti in Valpadana tra Medioevo e Rinascimento

Lucio Fontana e L’artventure parigina

scalpendi editore

novità 2013

www.scalpendieditore.eu

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I libri segnalati in questa pagina possono essere richiesti alla redazione - mail: [email protected] - cell. 345.2886546

Origine e sviluppi dell’arte metafisica

Carrà tra futurismo e metafisica

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I Borromeo d’Angera. Collezionisti e mecenati

nella Milano del Seicento

I Trivulzio e le arti. Vicende seicentesche

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Salviamo le Librerie Storichedal rogo dell’ignoranza

sono sufficienti pochi ma efficaci provvedimentiapprovati in tempi rapidi dal Parlamento

1Stabilire i criteri di riconoscimento di Libreria Storica

2Riconoscere lo stato di Bene Culturale alle Librerie Storiche

3Impedire lo sfratto di una Libreria Storica

4Applicare i patti in deroga ai rinnovi dei contratti di affitto

Fahrenheit 451

Laura Panno è nata a Montebelluna (TV) nel 1954. Studia a Venezia e dopo il liceo artistico si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti con l’artista Edmondo Bacci. Nei primi anni di liceo frequenta, come insegnanti e amici, gli “Spazialisti” (E. Bac-ci, B. De Toffoli) delle gallerie d’arte. Nei periodi estivi frequenta il corso di Arte Astratta con Mario De Luigi a Salisburgo. Luciano Gaspari la introduce nel mondo dei maestri vetrai a Murano. Per il padi-glione di Arti Decorative della Biennale, nel 1972, esegue un’opera con il maestro

mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871

Livio Seguso. Continua l’esperienza con il vetro nella fornace di Pino Signoret-to. Dal 1979 vive a Milano, dove Renato Cardazzo presenta nel 1980 la sua prima personale, con un testo di Carlo Bertelli, alla Galleria Naviglio. Le opere scelte dal gallerista rappresentano una figurazione tridimensionale con “alto rilievo” modella-ta in rete metallica dipinta. Segue un invi-to di Tommaso Trini ad “Aperto 82” alla Biennale di Venezia e in contemporanea una personale alla Galleria Ariete. L’inte-resse per New York nasce da incontri con

Laura Panno - foto di E. Giacomelli 2011

Acquaforte di Laura Panno

artisti internazionali e nel 1996 nello studio di Garner Tullis avvia e favorisce un cam-biamento di ricerca nella poetica e nelle tecniche. Dopo un anno sabbatico continua l’inse-gnamento di Incisione all’Accademia di Belle Arti di Brera. Stampa acqueforti e puntesecche in collaborazione con Gior-gio Upilio. Il volume da lei illustrato, Indizi (dove compaiono anche liriche di Andrea Zanzotto), è nella collezione del Museum of Modern Art a New York. È tra i no-vanta artisti protagonisti del Classico dei tre caratteri. Vive tra Milano e gli Stati Uniti.

LAURA PANNO

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mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871

COMUNICARE IN MODO NUOVO A 360°

Essere trasportati all’interno di un luogo. Immergersi nella scena fotografata. Guardarsi attorno e zoomare suidettagli dell’ambiente… quasi fossimo presenti sul posto.Sono le immagini panoramiche a 360° a permettere tutto questo.Muovendosi facilmente col mouse o con il touchscreen esse danno sullo schermo del PC, tablet o smartphone una visione nuova e interattiva di luo ghi espazi. Internet e i suoi strumenti quali social network, siti aziendali,blog, ecc. sono ormai veicoli di comunicazione indispensabili permolte attività, commerciali e non. Grazie alla loro interattività le Fo-tografie a 360° sono il mezzo idea le per mostrare e promuo-vere sul web luoghi, ambienti, servizi, prodotti, eventi. Ne potete vedere diverse ad e -sempio sul sito www.360visio.com. Ma… come si realizza una foto a 360°? Innanzitutto con un’apposita attrezzatura si scattano diverse fotografie digitali in

tutte le direzioni. Queste immagini ven-gono poi “cucite” tra loro tramite soft-

ware specializzati formando un file che contiene una specie di sfera virtuale e che rappresenta la visuale a 360° dell’am-biente. Il file generato viene rielaborato e

inserito infine nel sito internet: il naviga-tore del web che cliccherà sulla miniatura

vedrà così l’immagi ne a 360°.E le fotografie presenti in questa pagina? Queste immagini, realizzate da Pietro Madaschi, sono proie zionibidimensionali delle Fotografie a 360°, esattamente come le carte geografiche che rappresentano la Terra sferica. In particolare la fotografia in alto presenta l’interno della splendida Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo (autorizzazione gentil-mente concessa dalla Fondazione MIA, Bergamo) mentre in basso si può vedere la storica Libreria Bocca di Milano. La fotografia quadrata è invece una proiezione speciale, detta “Lit-tle Planet”, e presenta l’assolata Piaz za Marconi a Laigueglia, nella

Riviera Ligu re.Scoprite altre fotografie e informazioni sul sito www.360visio.com.

a c.d.r.

PAGINA MADASCHI_Layout 1 16/04/13 09:51 Pagina 1

COMUNICARE IN MODO NUOVO A 360°

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Libreria Antiquaria Gonnelli, Firenze dal 1875 Via Ricasoli, 6 - 14/r - 50122 Firenze Marco Manetti tel. 055.216835 - fax 055.2396812 e.mail: [email protected] - www.libreria-gonnelli.it

Libreria Antiquaria Gozzini, Firenze dal 1850 Via Ricasoli, 49/103r - 50122 Firenze Francesco Chellini tel. 055.212433 - fax 055.211105 e.mail: [email protected] - www.gozzini.it

Libreria Antiquaria Malavasi, Milano dal 1940 Largo Schuster, 1 - 20122 Milano Maurizio Malavasi tel. 02.804607 - fax 02.864002 e.mail: [email protected] www.libreriamalavasi.com

Libreria Antiquaria Mediolanum, Milano dal 1928 Via del Carmine, 1 - 20121 Milano Luca Pozzi tel. 02.86462616 - fax 02.45474333 e.mail: [email protected] www.libreriamediolanum.com

Libreria Antiquaria Prandi, Reggio Emilia dal 1926 Viale Timavo, 75 - 42100 Reggio Emilia Paolo Prandi tel. 0522.434973 - e.mail: [email protected] www.libreriaprandi.it

Libreria Antiquaria Pregliasco,Torino dal 1912 Via Accademia Albertina, 3/bis - 10123 Torino Umberto Pregliasco tel. 011.8177114 - e.mail: [email protected] www.preliber.com

Libreria Antiquaria Rappaport, Roma dal 1906 Via Sistina, 23 - 00187 Roma Bernardo e Marlis Seacomb tel. 06.483826 - fax 06.4818079 e.mail: [email protected] - www.rappaport.it

Libreria Antiquaria Regina, Napoli dal 1880 Via S. Maria di Costantinopoli, 51/103 - 80138 Napoli Carlo e Ettore Regina tel./fax 081.459983 - 081.290925 e.mail: [email protected] - www.libreriaregina.it

Libreria Antiquaria Vallerini, Pisa dal 1909 Via dei Mille, 7/a - 13 - 56126 Pisa Andrea Vallerini tel. 050.555450 - fax 050.562752 e.mail: [email protected] - www.vallerini.it

Libreria Alterocca,Terni dal 1890 Corso Tacito, 27-29 - 05100 Terni Giovanna Durastanti tel. 0744.409201 e.mail: [email protected]

Libreria Ambrosiana, Milano dal 1882 Via San Clemente, 1 - 20122 Milano Orazio Perenzin tel. 02.86462158

Libreria Arnoldi, Bergamo dal 1913 Piazza Giacomo Matteotti, 12 - 24122 Bergamo Pier Paolo Arnoldi tel. 035.243462 - fax 035.235423 e.mail: [email protected] - www.arnoldilibreria.it

Libreria Belforte, Livorno dal 1805 Via Grande, 91 - 57123 Livorno Pasquale Di Paolo, Guido Guastalla tel. 0586.887379 - e.mail [email protected] www.libreriabelforte.it

Libreria Bocca, Milano dal 1775 Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano Giorgio e Monica Lodetti, Drina Xhoga tel. 02.86462321 - 02.860806 - fax 02.876572 e.mail: [email protected] www.libreriabocca.com

Libreria Borghese, Roma dal 1972 via della Fontanella Borghese, 64 00186 Roma Silvia Piattini tel. 066876403 fax. 066876403 e.mail: [email protected]

LIBRERIE STORIChE D’ITALIALibreria Bozzi, Genova dal 1810 Via Cairoli, 2/a r - 16124 Genova Tonino Bozzi tel. 010.2461718 - fax 010.2461652 e.mail: [email protected] - www.libreriabozzi.it

Libreria Carù, Gallarate dal 1942 Piazza Garibaldi, 6 - 21013 Gallarate (VA) Anna Carù tel. 0331.792508 - 0331.776122 - fax 0331.791071 e.mail: [email protected] - www.caru.com

Libreria Casa del Libro, Siracusa dal 1930 Via Maestranza, 20/22 - 96100 Siracusa Lorenzo Mascali tel. 0931.65186 - e.mail: [email protected]

Libreria Casa del Libro,Taranto dal 1936 Via D’Aquino, 142 - 74100 Taranto Nicola Mandese tel. 099.4520504 e.mail: [email protected] - [email protected]

Libreria Cattaneo, Lecco dal 1930 Via Roma, 52 - 23900 Lecco Tina Cattaneo tel. 0341.286323 - fax 0341.285189 e.mail: [email protected] www.cattaneocartolibreria.com

Libreria Cattolica, Ascoli Piceno dal 1950 Piazza Arrigo, 21 - 63100 Ascoli Piceno Francesco Armandi tel. 0736.259679 - fax 0736.259625 e.mail: [email protected] www.libreriacattolica.com

Libreria Cavallotto, Catania dal 1954 Corso Sicilia, 91 - 95131 Catania Anna Cavallotto, Adalgisa D’Ambra tel. 095.310414 - 095.320431 e.mail: [email protected] - www.cavallotto.it

Libreria Cesaretti, Roma dal 1888 Via Piè di Marmo, 27 - 00186 Roma Saverio Lefevre tel. 06.6786264 e.mail: [email protected] www.libreriacesaretti.com

Libreria Ciofalo, Messina dal 1939 Piazza Municipio, 35 - 98122 Messina Nino Crapanzano tel. 090.675311 - [email protected]

Libreria Dante Alighieri,Torino dal 1911 Piazza Carlo Felice, 19 - 10123 Torino Mimmo Fògola tel. 011.535897 - e.mail: [email protected] www.fogola.com

Libreria Docet, Bologna dal 1952 Via Galliera, 34/a - 40121 Bologna Loris Rabiti tel. 051.255085 e.mail: [email protected]

Libreria Fissore, Alessandria dal 1951 Piazza della Libertà, 26 - 15100 Alessandria Francesca Orzalesi tel. 0131.252768 e.mail: [email protected]

www.libreriafissore.it

Libreria Galla,Vicenza dal 1880 Corso Palladio, 11 - 36100 Vicenza Alberto Galla tel. 0444.225200 - 0444.225252 - fax 0444.225210 e.mail: [email protected] www.galla1880.com

Libreria Giovannacci, Vercelli dal 1907 Via Laviny, 10 - 13100 Vercelli Caterina Giovannacci Tel- fax +39 0161250432 e-mail: [email protected] www.libreriagiovannacci.it 

Libreria Goggia, Asti dal 1850 Corso Alfieri, 299 - 14100 Asti Luigi Doano tel./fax 0141.592804 e.mail: [email protected] www.libreriagoggia.it

Libreria Guida, Napoli dal 1920 Via Port’Alba, 20/23 - 80134 Napoli Mario Guida tel. 081.446377 - fax 081.451883 e.mail: [email protected] - www.guida.it

Libreria La Toletta,Venezia dal 1933 dorsoduro, 1213 - 30123 Venezia Giovanni Pelizzato tel. 041.5232034 - fax 041.2415371 e.mail: [email protected]

Libreria Lapaglia, Catania dal 1906 Via Etnea, 391/3/5 - 95125 Catania Enrico e Stefano Morgano tel. 095.446640 e.mail: [email protected] www.librerialapaglia.com

Libreria Laterza, Bari dal 1896 Via Sparano da Bari, 136 - 70121 Bari Giovanna Gennari Laterza e Maria Laterza tel. 080.5211780 fax 080.5243767 e.mail: [email protected] www.laterza.it

Libreria Nanni Arnaldo, Bologna dal 1825 Via dÈ Musei, 8 - 40124 Bologna Nerio Nanni tel. 051.221841 - fax 051.279198 e.mail: [email protected] www.libreriananni.it

Libreria Paolino, Ragusa dal 1953 Corso Vittorio Veneto, 144 - 97100 Ragusa Salvatore Paolino tel. 0932.626260 - e.mail: [email protected]

Libreria Nuova Libreria Fratelli Cocco via Dante, 50 ang. via G. Deleda 09127 Cagliari Paolo Cocco tel. 070663887 e.mail: [email protected]

Libreria Paravia,Torino dal 1802 Via Garibaldi, 23 - 10122 Torino Nadia e Sonia Calarco tel. 011.540608 - fax 011.5184475 e.mail: [email protected] www.libreria-paravia.it

Libreria Pecorini, Milano dal 1955 Foro Buonaparte, 48 - 20121 Milano Loredana Pecorini Tel. 02 86460660 fax. 0272001462 e-mail: [email protected] [email protected]

Libreria Prampolini, Catania dal 1894 Via Vittorio Emanuele, 333 - 95124 Catania Luigi Calabrese tel. /fax 095.321099 e.mail: [email protected] www.prampolinilibreria.it

Libreria Princivalli, Lido di Jesolo dal 1954 Via Bafile, 254 - 30016 Lido di Jesolo (VE) Alessandra Princivalli tel. 0421.93736 e.mail: [email protected]

Libreria Resola, Brescia dal 1948 Corso Garibaldi, 39/b - 25122 Brescia Gianfranco Resola tel. 030.42476 - fax 030.3756090 e.mail: [email protected]

Libreria Riminese, Rimini dal 1931 Piazzetta Gregorio da Rimini, 13 - 47900 Rimini Mirco Pecci tel. 0541.26417 - fax 0541.26246 e.mail [email protected] www.libreriariminese.it

Libreria Umberto Saba,Trieste dal 1919 Via San Nicolò, 30 - 34100 Trieste Mario Cerne tel./fax 040.631741 e.mail [email protected]

Libreria Serra Tarantola, Brescia dal 1908 Corso Zanardelli, 52 - 25121 Brescia Marco Serra Tarantola, Silvana Tarantola Serra tel. 030.49300 fax 030.3772569 e.mail: [email protected] www.tarantola.it

mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871

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Ekecheiria 31

Organigramma AssociazioneSede: Galleria V. Emanuele II, 1220121 Milano

PresidenteGiacomo LodettiLib. Bocca 1775 - MI

Segretario GeneraleVincenzo OrietiLib. Tombolini - RM

Consiglieri

Luigi CalabreseLib. Prampolini - CT

Mario CerneLib. Umberto Saba -TS

Mario GuidaLib. Guida - NA

Maurizio MalavasiLib. Malavasi - MI

Commissione sociPresidenti

Anna D’Ambra Cavallotto Lib. Cavallotto - CT

Alessandra Princivalli Lib. Princivalli - Lido di Jesolo

Nicola Mandese Lib. Casa del Libro - TA

Commissione rapportiFerdinando LarizzaLib. Larizza - Solaro MI

Consulente LegaleAvvocato Pietro Santoro

Direttore di EkecheiriaEmanuele Lazzati

SegreteriaDrina Xhoga

Libreria GiuridicaSede storica, Via Sant’Agostino 8 – 10122 TorinoFiliale, C.so Francia 64 – 10143 TorinoTel. 011.4367076 – 7495165Titolari: Maurizio Travaglia e moglie Mensio soci LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria dell’usatoVia Carlo Alberto, 53/a – 10121 TorinoTel. 011.19504453Titolare: Sonia Mereu, socia LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria OOLPVia Principe Amedeo, 20 – 10123 TorinoTel. 011.8122782Titolare: Giovanna Sartori, socia LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria PostumiaVia Emilia Pavese, 105 – 29121 PiacenzaTel. 339.3360365Titolari: Claudia e Romano Gobbi Presidente LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria LarizzaVia Como, 9 – 20020 Solaro MiTel. 0296798132 - 3403445567Titolare: Larizza Ferdinando Vice Presidente LibraiLiberiEmail [email protected]

Libreria Internazionale Romagnosi via Romagnosi 31 29121 Piacenza Tel. 0523-338474 – 384061 Fax. 0523-304612Email: [email protected] www.libreriaromagnosi.it

Libreria EinaudiVia del Coroneo, 1 - 34133 TriestePaolo DeganuttiTel. 040 367053 fax: 040 368237Email: [email protected]

Libreria Ardengo Via del Pellegrino, 77 - 00186 ROMAMassimiliano di GiuliomariaTel. 0668210315 - 3343759937 Emai: [email protected] www.ardengo.com

Hanno collaborato:

Anna Baldi, Aldo Benedetti, Andrea Bondanini, Floriana Conte, Edoardo Fazzioli, Giacomo Lodetti, Maurizio Malavasi, Nicola Mandese, Laura Panno, Luca Pozzi, Paola Rapelli, Silvia Venuti,.

Librerie che, pur non facendo parte dell’Associazione Librerie Storiche ed Antiquarie d’Italia, aderiscono al programma di tutela e promozione delle librerie indipendenti:

LES PLUS BELLES PENDULES fRANçAISESQuesto volume si propone di presentare una visione illustrata del-la storia delle pendole francesi, tra l’epoca di Luigi XIV e l’Impero, attraverso l’evoluzione stilistica. Non è facilissimo distinguere una pendola autentica del Settecento da un’imitazione ottocentesca e stimarne il valore commerciale, cui concorrono la bellezza della decorazione, la qualità dei materiali, la presenza dei meccanismi originali, lo stato di conservazione, la rarità del pezzo e il suo livello artistico. In questo libro, indirizzato sia ai collezionisti sia a tutti gli amatori delle arti decorative, Giacomo e Aurélie Wanne-nes analizzano centinaia di pendole francesi di diversa qualità e aspetto e ne evidenziano pregi e difetti, con l’intento di offrire un ampio ed esauriente repertorio di questo genere antiquario e al tempo stesso di arricchire il patrimonio di conoscenze di chi per la prima volta vi si accosta.

pp.: 416 illustrazioni 340 a colori € 80,00

Libreria Tarantola, Sesto San Giovanni dal 1859 Piazza Martiri di via Fani, 15 20099 Sesto S. Giovanni (MI) Giorgio Tarantola tel. 02.2621696 - e.mail: [email protected]

Libreria Tombolini, Roma dal 1885 Via 4 Novembre, 146 - 00187 Roma Daniele Brisigotti, Vincenzo Orieti, Carla Tombolini tel. 06.6795719 - 06.6785925 fax 06.69941790 e.mail: [email protected] - www.tombolini.net

mail: [email protected] - cell. 345.2886546 - 339.6859871

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