EFFICIENZA ENERGETICA E GESTIONE DEGLI EDIFICI - n. 7 ... · 2 SISTEMI BUS n. 7 / 2011 Sistemi bus...

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sistemi HOME AND BUILDING AUTOMATION www.sistemibus.com LA PAROLA AI COSTRUTTORI ... sulla 64-8 V3 RETI HBES DI CLASSE 1 Radio Frequenza EFFICIENZA ENERGETICA E GESTIONE DEGLI EDIFICI - n. 7 - MARZO / APRILE 2011

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sistemi HOME AND BUILDING AUTOMATION www.sistemibus.com

LA PAROLA AI COSTRUTTORI

... sulla 64-8 V3

RETI HBES DI CLASSE 1

Radio Frequenza

EFFICIENZA ENERGETICA E GESTIONE DEGLI EDIFICI - n. 7 - MARZO / APRILE 2011

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SISTEMI BUS n. 7 / 20112

Sistemi bus numero 6 – gennaio/febbraio 2011PRIMO PIANO - Smart House 2, la strada da seguireIl Progetto “SmartHouse” del Cenelec è stato ripreso nel 2010.La nuova fase si concluderà, il 7 febbraio 2011 a Bruxelles...RETI HBES DI CLASSE 1 - Coppia ritortaLe norme EN 50090 descrivono un dispositivo di una reteHBES secondo il “Modello di riferimento OSI” ...APPLICAZIONI - Centrali di emergenza su rete bus HBESNORMATIVA - Aggiornamento EN 50090 e 50491Sistemi bus numero 5 – novembre/dicembre 2010PRIMO PIANO - Guida CEI alla EN 15232L’automazione degli edifici per l’efficienza energeticaTECNICA – Domotica… “Easy”Configurare un impianto bus KNX senza PCEVENTI – L’edificio come “sistema”Le tecnologie elettriche per migliorare l’efficienza energetica EVENTI - Energy Efficiency AwardAPPLICAZIONI - Un impianto bus accontenta tuttiSistemi bus numero 4 - Settembre / Ottobre 2010HABES E BACS… sulla sicurezza elettricaUn confronto tra la nuova norma per i sistemi HBES e BACSe la vecchia 50090 sui requisiti tecnici solo per gli HBESNORMATIVA - EN 50090 Modello HBES/OCS e “data point”Presto una norma che descrive gli elementi principalidi un HBES: una guida alla serie di norme EN 50090NORMATIVA - Installazione HBES: ispezione e provePROTOCOLLO BACNET - Interoperabilità… tra sistemi diversiAPPLICAZIONI - In classe A, completamente integratoSistemi bus numero 3 - Luglio / Agosto 2010PRIMO PIANO – Reti intelligenti per l’energia distribuitaIl futuro delle reti elettriche: generazione distribuita e flussi multidirezionali controllabili da tutta l’utenzaPRIMO PIANO – SMART METERINGGestione di sistemi tariffari complessi e monitoraggiodella rete per un sistema aperto a diversi operatoriV2G – VEHICLE TO GRIDCome integrare l’auto elettrica nella “smart grid”NORMATIVA – CEI EN 50090-3-3 - Interoperabilità HBESCASE STUDY – Microsistema elettroenergeticoAPPLICAZIONI – Sistemi di controllo delle schermature solariSistemi bus numero 2 - Maggio / Giugno 2010PRIMO PIANO – Predisposizione infrastruttureGli spazi installativi per la distribuzione nei localiLEGGI E DECRETI – Certificazione energeticaDal 2020 nuovi edifici a energia “quasi” zero!LEGGI E DECRETI – Detrazioni fiscali del 55%Quattro tipi di intervento finalizzati al risparmio energeticoNORMATIVA – Illuminazione edifici: UNI EN 15193CASE STUDY - Efficienza col controllo dell’illuminazioneAPPLICAZIONI – Sistemi di comando e regolazione della luceSistemi bus numero 1 - Marzo / Aprile 2010PRIMO PIANO – Predisposizione infrastruttureGli spazi installativi in un complesso di edificiSICUREZZA - Separazione del cavo bus (norme EN 50090)NORMATIVA – Quattro classi di efficienza energetica (A, B, C, D)in base al livello di automazione degli edifici (UNI EN 15232)GUIDE CEI – Componenti bus: Non solo sensori e attuatoriAPPLICAZIONI – Tre soluzioni per la regolazione termica

... in archivio

In questo numero ...Primo piano

MODELLO DI RIFERIMENTO OSI (3)

La trasmissione dati in reti HBESPrincipio di funzionamento dei livelli indipendenti dal mezzo

TecnicaRETI HBES DI CLASSE 1 (9)

Radio FrequenzaI sistemi di automazione che utilizzano le onde radio come mezzo trasmissivo sono descritti dalla normaEN 50090-5-3, la quale fornisce i requisiti per i livelli fisico e collegamento dati

IMPIANTI ELETTRICI (13)

Onda convogliata:accorgimenti progettualiMalgrado il problema dei disturbi di rete, un sistemaad onda convogliata PL (power line) “110”, può essereutile nel collegamento in rete di elettrodomestici...

NormativaLA PAROLA AI COSTRUTTORI (15)

... sulla nuova Variante 3alla norma CEI 64-8Soluzioni per la fruibilità e la sicurezza degli edificiresidenziali: la “Norma Impianti” parla di domotica

ApplicazioniHOME AND BUILDING AUTOMATION (19)

Guida alla EN 15232“controllo illuminazione”L’impatto sulle prestazioni energetiche degli edifici

I sistemi di au-tomazione che utilizzano le onde radio come mezzo trasmissivo sono descritti dalla nor-ma EN 50090-5-3

SISTEMI BUS - Bimestrale - Reg. Trib. di Vigevanon. 3/2010 in data 31/3/2010 - Direttore resp.: Carlo VittiEditore: CONSTED - via Pandolfo, 6 - 27025 Gambolò PV

Stampa: New Incisa - 20063 Cernusco sul Naviglio - MI

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 �

Primo pianoMODELLO DI RIFERIMENTO OSI

La trasmissionedati in reti HBESPrincipio di funzionamento dei livelli indipendenti dal mezzo

Carlo Vitti

Il modello OSI, al qua-le fanno riferimento i siste-mi HBES, prevede due tipi di comunicazione: una comuni-cazione per la connessione tra dispositivi (connection oriented) e una comunicazione senza con-

nessione (connectionless), con la quale normalmente opera un sistema HBES.La “connectionless” è una comunicazione efficiente, come utilizzo di banda, infatti, con un solo messaggio, si possono

raggiungere tutti i dispositivi che fanno parte dell’impianto (messaggi multicast con indi-rizzi di gruppo: one to many oppure messaggi broadcast: one to all).

La comunicazione “connec-tion oriented” (point-to-point), invece, viene utilizzata negli HBES per inviare, ad esempio da PC a un dispositivo, l’indi-rizzo di gruppo, i parametri e il “programma applicativo” che determina la modalità di funzio-namento dei dispositivi.

Il livello7 - ApplicazioneDurante la comunicazione senza connessione, ossia nel norma-le funzionamento di una rete

Nel numero scorso di Sistemi Bus abbiamo visto le funzioni del livello fisico e collegamento dati in una rete HBES a coppia ritorta. In questo ci occupiamo dei livelli Applicazione, Tra-sporto e Rete. Ricordiamo che i livelli 5 e 6 del Modello di Rife-rimento OSI non sono utilizzati da un sistema HBES.

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011�

HBES, il livello applicazione for-nisce al programma applicativo di ciascun dispositivo (sensore o attuatore) i dati per gestire la trasmissione e la ricezione delle informazione di comando e con-trollo dell’impianto. Lo “spazio” utilizzato nel mes-saggio (vedi figura 1) va dai bit b1 e b0 dell’ottetto 6 fino all’ot-tetto “checksun”, ovviamente escluso.Come vengono inserite le in-formazioni in questo spazio è illustrato nella figura 1.I quattro bit ( L L L L ) dell’ot-tetto 5 forniscono la lunghezza dell’informazione utile (useful data); nel nostro caso un solo byte (0001).

Il comando, “scrivi” (0010), è posto nei quattro bit ( C C C C )a cavallo tra gli ottetti 6 e 7. L’informazione ( D ) utilizza un solo bit: 1 = acceso.

L’esempio si riferisce a una co-municazione connectionless tra dispositivi HBES.Nel funzionamento connection oriented i comandi più utilizza-

1000

0000 0000 0001 1000

X

L L L L

X X X0 0 C C C C D D D D D D D D D D D D D D D D D D D D D D...

da 1 a 15 ottetti (byte)

...ottetto 1

controllo indirizzo sorgente indirizzo di gruppo

contatore routing

checksum

L : Lunghezza in byte (da 1 a 15) dei dati di informazione (useful data)X : bit non utilizzatiC : Comandi ( 0000 = LEGGI - 0001 = RISPONDI - 0010 = SCRIVI - in modalità connectionless )D : Useful data (secondo il tipo di datapoint)

L = 1 byte

IND

IRIZ

ZO

DI G

RU

PP

O /

FIS

ICO

indirizzosorgente

indirizzosorgente

indirizzodestinatario

indirizzodestinatario

ottetto 2 ottetto 3 ottetto 4 ottetto 5ottetto 1

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ZO A

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LIVELLO 2 - COLLEGAMENTO DATI LIV. 2LIV. 3

LUN

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arità

2

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arità

5

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ottetto 8 ottetto n < 21 ottetto n+1ottetto 7ottetto 6

LIV. 2LIVELLO 7 - APPLICAZIONELIV. 4

bit p

arità

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arità

6

bit p

arità

7

bit p

arità

...

bit v

erifi

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ottetto 7

Figura 2a - Struttura di un messaggio (ottetti da “controllo” a 5).

Figura 1 - Parte del messaggio utilizzata dal Livello Applicazione

MODELLO DI RIFERIMENTO OSILa trasmissione dati ...

ottetto 6ottetto 4ottetto 2ottetto 0 ottetto ...ottetto 3 ottetto 5

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 �

roperabilità tra dispositivi di costruttori diversi.La struttura dei datapoint è descritta nella norma EN 50090-3-3 - HBES Inte-rworking model and common HBES data types pubblicata dal CEI, in italiano e inglese, nel mese di maggio 2010.La codifica dei vari tipi di data-point (DataPoint Types - DPT) include formato e struttura per le funzioni dei sensori e degli attuatori (vedi figura 3).

IND

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ZO

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RU

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indirizzosorgente

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indirizzodestinatario

ottetto 2 ottetto 3 ottetto 4 ottetto 5ottetto 1

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ottetto 8 ottetto n < 21 ottetto n+1ottetto 7ottetto 6

LIV. 2LIVELLO 7 - APPLICAZIONELIV. 4bi

t par

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EN 50090-3-3 - HBES INTERWORKING MODEL AND COMMON HBES DATA TYPES Riportiamo l’introduzione alla norma pubblicata dal CEI, in italiano e inglese, nel mese di maggio 2010

ti, inviati dal PC ai dispositivi, possono essere:0110 = leggi;0111 = rispondi;1010 = scrivi in memoria.

Comando e controlloI dati di comando e controllo utilizzati dal livello Applicazione, detti “datapoint”, sono stati codificati per garantire l’inte-

Interoperabilità funzionale tra dispositivi signi-fica che questi comunicano tra loro mediante invio e ricezione di messaggi contenenti dati e che sono in grado di interpretarli correttamen-te e di rispondere ad essi. Questa capacità non richiede apparecchiature aggiuntive come traduttori o gateway. (Gli accoppiatori tra i diversi supporti sono necessari nel caso in cui in un’installazione vengano utilizzati differenti supporti di comunicazione).

Il mercato richiede l’Interoperabilità funzio-nale per un approccio multi-vendor, cioè, affinché prodotti di diversi costruttori posso-no comunicare tra loro all’interno di un certo segmento di un’applicazione o dominio, come pure tra applicazioni diverse (Interoperabilità interdisciplinare).Una tale Interoperabilità è possibile solo in conformità ad un insieme di prescrizioni defi-

nito in un modello di Interoperabilità.A questo scopo è necessario definire Blocchi Funzionali (Functional Block) che, a loro volta, specifichino i punti dati (Datapoint) ed i mec-canismi di comunicazione che devono essere utilizzati.Questo insieme di prescrizioni è indicato come “Specifiche di Interoperabilità tra le Applicazioni (AIS, “Application Interworking Specifications”). L’AIS permette un’Inte-roperabilità indipendente dall’implementa-zione fornita da un particolare costruttore. Oltre ai vantaggi per l’utilizzatore (offerta di più fornitori) l’Interoperabilità permette un ampio mercato OEM ed un facile accesso al mercato per i fornitori di prodotti di nicchia. Inoltre, l’Interoperabilità permette di defi-nire una infrastruttura comune di mercato (vale a dire, strumenti di configurazione, addestramento comuni, ecc.).

Figura 2b - Struttura di un messaggio (ottetti da 6 a “checksum”)

Primo piano

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011�

La designazione di un data-point (vedi tabella a pag. 7) si riferisce all’applicazione per la quale è stato formulato; questo non vuol dire che l’utilizzazione di un DTP sia limitata all’ap-plicazione per la quale è stato definito.Per esempio, il DPT 5.001 (scaling) può essere usato sia come variatore di luminosità (più chiaro / più scuro), sia come controllo del riscalda-mento (più caldo / più freddo).

La definizione di un Tipo di Datapoint, secondo quanto stabilito dalla norma CEI EN 50090-3-3 deve consistere nei seguenti elementi.

Formato:descrive la sequenza e la lunghezza dei campi, ciascuno costituito da uno o più bit, di cui il Tipo di Datapoint è costi-tuito.

Codifica:descrive come i dati, che de-vono essere trasportati uti-lizzando questo Tipo di Data-point, sono codificati tramite il formato indicato, possibilmen-te per ciascun campo.

Intervallo:descrive le limitazioni dei valo-ri che possono essere codifica-ti in questo Tipo di Datapoint, possibilmente per ciascun campo. Questo può essere costituito da una indicazione di minimo/massimo o da un elen-co in chiaro.

Unità:indica, in unità di misura, le informazioni che possono es-sere trasportate, possibilmente per ciascun campo.

La combinazioni di diversi DTP per una data funzione è detta “blocco funzionale”.Una volta che l’applicazione è stata definita, deve essere ana-lizzata e suddivisa in uno o più blocchi funzionali.Nel suddividere l’applicazione in blocchi funzionali, il progettista deve verificare se ha senso di-stribuire i datapoint dei blocchi

funzionali sulla rete e se pos-sono essere condivisi con altre applicazioni.

Per un approfondimento riman-diamo al capitolo “Progetto generale del blocco funzio-nale e regole per l’imple-mentazione” della norma CEI EN 50090-3-3 (vedi scheda a pag. 8).

Il livello � - TrasportoPer la comunicazione connection-less, il livello Trasporto ha due funzioni: quando spedisce con-trolla che il valore degli “oggetti

Dimensione

Formato

Datapoint

Tipo di dati

Codifica Intervallo Unità

Figura 4a - Struttura di un messaggio (in colore livello Rete).

Figura 3 - Elementi che definiscono un tipo di datapoint

IND

IRIZ

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indirizzosorgente

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ottetto 2 ottetto 3 ottetto 4 ottetto 5ottetto 1

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MODELLO DI RIFERIMENTO OSILa trasmissione dati ...

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 7

di comunicazione” (datapoint) sia inviato dal livello collegamen-to dati (livello 2) con il corret-to indirizzo di gruppo; quando riceve, controlla che il valore dei datapoint point sia aggiornato a quello a cui è collegato l’indirizzo di gruppo ricevuto.

Il livello � - ReteUna rete HBES è generalmente una combinazione di nodi inter-connessi secondo una determi-nata topologia.Il principale compito del livel-lo Rete (livello 3) è quello di trovare un appropriato percorso per la trasmissione del messag-gio, smistare i dati attraverso i collegamenti interessati e assi-curare che il messaggio arrivi a destinazione.Quando un dispositivo bus invia un messaggio, il livello rete inserisce il valore del contato-re “routing” (tipicamente me-morizzatto nella EEPROM) nel messaggio da spedire; il valore viene valutato dagli accoppia-tori di area e di linea.Se è “0”, il messaggio non viene “instradato” da alcun accop-piatore; se è “7” viene sempre instradato.Se è compreso tra “1” e “6”, viene instradato se l’indirizzo di gruppo (destinazione del messaggio) è contenuto nella “tabella filtro” dell’accoppiatore.Ogni volta che viene instradato il valore del contatore routing viene diminuito di “1”.

SB

Datapoint di uso comuneSystem Specification - KNX Association

G : general; FB : functional block

Figura 4b - Struttura di un messaggio (in colore livello Trasporto).

checksum

ottetto 8 ottetto n < 21 ottetto n+1ottetto 7ottetto 6

LIV. 2LIVELLO 7 - APPLICAZIONELIV. 4

bit p

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011�

MODELLO DI RIFERIMENTO OSILa trasmissione dati ...

Datapoin (CEI EN 50090-3-3)Formato della scheda di specifica per Ingressi e Uscite

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 �

RETI HBES DI CLASSE 1

Radio FrequenzaI sistemi di automazione che utilizzano le onderadio come mezzo trasmissivo sono descrittidalla norma EN 50090-5-3, la quale forniscei requisiti per i livelli fisico e collegamento dati

Riccardo Minelli

Tecnica

Per un sistema “wireless” come l’HBES RF (Radio Fre-quenza) non ci sono evidente-mente problemi di topologia.I dispositivi possono essere collo-

cati ovunque, tenendo conto solo della portata massima del se-gnale, che può essere, “in campo libero”, di circa 100 m.La frequenza di trasmissione

utilizzata (863,3 MHz), è com-presa nella banda ISM (Indu-strial, Scientific and Medical).Il limite di portata è dovuto alla potenza massima di invio con-sentita dalla banda ISM, che impone regole molto restrittive a favore dell’affidabilità.All’interno di un edificio, inoltre, la portata è notevolmente ridot-ta, soprattutto a causa dell’as-sorbimento di pareti e soffitti.Per questo motivo, il campo di applicazione di un sistema RF riguarda le estensioni di impian-ti TP (coppia ritorta) all’interno di ciasun locale, soprattutto in caso di ristrutturazioni.Interferenze tra dispositivi in locali diversi è impossibile.Ogni sensore, infatti, invia con il messaggio il proprio numero di serie; gli attuatori si collegano solo con i sensori... “che ricono-scono”.

Due tipi di dispositiviUn sistema HBES RF individua due tipi di dispositivi: unidire-zionali e bidirezionali.Un dispositivo unidirezionale può solo trasmettere messaggi;non deve essere permanente-mente acceso, in quanto invia

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RETI HBES DI CLASSE 1 Radio frequenza

un messaggio solo quando necessario.Si tratta di un sensore, ge-neralmente un telecomando, alimentato a batterie, che deve essere realizzato in modo da consumare poca energia.

Un dispositivo bidirezionale può sia ricevere sia trasmettere messaggi.Un attuatore è sempre un dispositivo bidirezionale e deve essere generalmente alimentato dalla rete 230 V. Dispositivi bidirezionali possono essere pannelli di controllo con interfacce verso altri mezzi di trasmissione.Il ripetitore è un caso partico-lare di dispositivo bidirezionale, che permette di estendere la portata del segnale.

Livello 1 - FisicoLe caratteristiche del livello fisico di un sistema HBES RF sono riportate dalla norma CEI EN 50090-5-3 “Mezzi e livelli dipendenti dai mezzi - Radio frequenza” prima edizione, pubblicata in inglese dal CEI nel marzo 2007 con classificazione 205-11 fascicolo 8735 E.Riportiamo in tabella 1 a pag. 11 le specifiche generali fornite, in inglese, dalla norma.Gli stati logici 0 e 1 sono gene-rati mediante una deviazione di +/- 50 kHz ripetto alla frequen-za di trasmissione (868,3 MHz) secondo il metodo FSK (fre-quency shift keying). La velocità di trasmissione è di 32 768 cps, sufficiente per diverse decine di messaggi al secondo.

Sviluppo di dispositivi KNX RF

Lo sviluppo di dispositivi KNX RF non richiede componenti speciali KNX. Per ridurre tempi e costi di sviluppo, può essere vantag-gioso l’impiego di moduli RF pronti; ciò avviene di solito nel caso di piccole quantità. Un nodo KNX RF consiste fondamentalmente degli elementi riportati di seguento.

Transceiver Chip - Per KNX RF non è necessario un chip dedi-cato. Attualmente sono disponibili un paio di chip che possono essere impiegati per implementare un nodo KNX RF. Per dispositivi unidirezionali sono disponibili chip a basso costo per la sola tras-missione.

Circuito RF - Il transceiver forma, insieme ad una coppia di componenti passivi, il circuito RF. Basato sul progetto di riferi-mento del costruttore del chip, un circuito può essere progettato ed ottimizzato per i requisiti KNX RF.

Microcontrollore - Il cuore di ogni dispositivo KNX è un micro-controllore che controlla la comunicazione ed i compiti applicativi. Per la trasmissione RF uno dei requisiti più importanti è il basso consumo di energia. La logica di interfacciamento per connettere il transceiver dovrebbe essere presente nella maggior parte dei controllori odierni.

Communication stack - Lo standard KNX definisce un comples-so protocollo che porta ad uno sforzo elevato di implementazione e certificazione. Il communication stack è il software di sistema per un dispositivo KNX RF; controlla il transceiver e gestisce completamente la comunicazione, compresa la procedura di con-figurazione. Il communication stack fornisce un’interfaccia (API) per lo sviluppo applicativo.

www.KNX.org

Figura 1 - Radio frequency evaluation board(Weinzierl Engineering GmbH)

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 11

CARATTERISTICHE VALORE O STANDARD APPLICABILE

Centre frequency fc = 868,3 MHz

Maximum frequency tolerance +/- 35 ppm

Maximum duty cycle 1 %

Modulazion type FSK (frequency shift keying)

FSK deviation fdev = +/- 40 kHz to +/- 80 kHz (typically 50 kHz)

Chip rate 32 768 cps

Max chip rate tolerance +/- 1,5 %

Minimum ERP (*) 0 dBm (referenced to 1 mW)

Frequency tolerance+/- 35 ppm HBES RF to HBES RF

+/- 60 ppm meterig to HBES RF

Min chip rate tolerance +/- 2,0 %

Sensitivitytypical : - 95 dBm

minial : - 80 dBm

Operating temperature range - 5 °C to 45 °C

(*) effective radiated power

Fonte: EN 50090-5-3 Home and Building Electronic Systems (HBES)Part 5-3 : Media and media dependent layers - Radio frequency

Livello 2Collegamento datiLa norma 50090-5-3 descrive anche le caratteristice del mes-saggio (Capitolo 5 - Data Link Layer Type RF).

Il messaggio HBES RF (vedi figura 2) è costituito di un byte “preamble” (livello fisico), un blocco dati 1, contenente il numero di serie del dispositi-vo, e una serie di blocchi dati, analoghi a quelli di un sistema HBES TP (coppia ritorta - vedi Sistemi Bus n. 6 / 2011 - pa-gine 12, 13).Ogni blocco è seguito da due ottetti CRC (cyclic redundancy check).Chiude il messaggio un byte di “postamble”.

I byte preamble e postamble, posti all’inizio e alla fine, servo-no per sincronizzare i dispositivi che ricevono il messaggio, con il dispositivo che lo trasmette.

Tab. 1 - Specifiche del livello fisico HBES RF

10 ottetti 2 ottetti 16 ottetti 2 ottetti 2 ottetti 16 ottetti 2 ottetti

preamble blocco dati 1 CRC blocco

dati 2 CRC . . . CRC blocco dati n CRC postamble

1 ottetto 2 ottetti 2 ottetti 4 ottetti 2 ottetti

controllo indirizzosorgente

indirizzodest. controllo dati . . . CRC

4 ottetti 6 ottetti 2 ottetti

controllo numero di seriedel dispositivo CRC

Figura 2 - Strutturadi un messaggio HBES RF

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SISTEMI BUS n. 7 / 201112

BibliografiaNorma CEI EN 50090-5-3 “Mezzi e livelli dipendenti dai mezzi - Radio frequenza”

“Stack Implementation for KNX-RF” - Thomas Weinzierl (Wein-zierl Engineering Gmbh)

“Manuale per il controllo della casa e degli edifici” - ZVEH (As-sociazione Centrale Tedesca dei Settori di Ingegneria Elettrica e tecnologia)

“Domotica con KNX” - Roberto Rocco - Delfino Editore“Data Trasmission on KNX RF” - KNX Journal 2/2007

Smart Metering: KNX RF e M-BusIl termine Smart Metering, si riferisce all’utilizzo di misuratori in-telligenti di energia, o altri dispositivi di misura per permettere di visualizzare in modo trasparente e semplice i consumi, in modo da poter realizzare sistemi di gestione intelligente dell’energia.Uno standard utilizzato per i misuratori di energia è M-Bus. Du-rante la definizione dello standard KNX-RF, KNX Association ha lavorato insieme al comitato tecnico CENTC294WG5 rendendo compatibili il Physical Layer e il Link Layer alle specifiche M-Bus (EN13757-2). Queste specifiche definiscono parametri fisici, quali, la frequ-enza di funzionamento, la modulazione utilizzata, la tolleranza sulla frequenza fino a un formato base di telegramma utilizzato in questi livelli.Con questo livello di integrazione è possibile realizzare dispositivi in grado di colloquiare sia con una rete M-Bus RF, che con una KNX-RF utilizzando la stessa interfaccia fisica.Questi dispositivi potrebbero essere dei concentratori d’informazioni che ricevendo i dati da differenti dispositivi possono instradarli, per esempio su una normale rete KNX TP(Twisted Pair).Una volta che i dati sono disponibili a livello di KNX TP, possono essere resi disponibili ad operatori anche molto distanti usando per esempio KNX IP. In questa maniera è possibile integrare e rendere disponibili i dati di una rete M-Bus con il sistema KNX.

KNXNew 1 / 2011

Il primo blocco dati è costituito da tre campi: controllo; nu-mero di serie del dispositivo; checksum.

Il campo “controllo” (4 ottet-ti) contiene informazioni sulla lunghezza del messaggio.

Il campo “numero di serie” contiene il codice che identifica in modo univoco l’apparecchio; nei dispositivi unidirezionali è memorizzato in fase di pro-duzione e non può più essere modificato.Come accennato all’inizio, ciò permettere di escludere ogni possibilità di interferenze tra apparecchi diversi.

Il campo “checksum”, infine, è costituito, nel caso di HBES RF, di due ottetti e ha la tipica fun-zione di verificare l’integrità del messaggio ricevuto.

SB

RETI HBES DI CLASSE 1 Radio frequenza

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 1�

IMPIANTI ELETTRICI

Onda convogliata:accorgimenti progettualiMalgrado il problema dei disturbi di rete, un sistemaad onda convogliata PL (power line) “110”, può essereutile nel collegamento in rete di elettrodomestici...

Tecnica

Per ottenere una trasmis-sione il più affidabile possibile, anche per un sistema ad onda convogliata, si utilizza, come per la radio frequenza, il meto-do FSK - frequency shift keying (vedi articolo a pag. 9), con la possibilità di ripristinare i mes-saggi danneggiati dai disturbi, spesso rilevanti, che si verifica-no durante la trasmissione sulla rete 230 Vac di alimentazione.In questo caso gli stati logici sono generati dalle frequenze

105,6 (zero) e 115,2 (uno).Dal valore medio di frequenza, deriva la denominazione Power Line PL 110.

I sistemi di automazione (HBES) che utilizzano le onde radio come mezzo trasmissivo sono descritti dalla norma EN 50090-5-1 “Trasmissione di segnali su rete elettrica a bassa tensione per HBES di classe 1”, pubblicata dal CEI, in inglese, nel 2005.

Dati i disturbi presenti nelle reti di alimentazione è necessario valutare, in fase di progetta-zione, se le interferenze posso-no costituire un problema per l’impianto.Un metodo di valutazione uti-lizza un “indice di carico totale” stabilito in funzione del “contri-buto di interferenza” (cofficiente K) che può apportare ciascun tipo di utilizzatore collegato alla rete di alimentazione.

K=1, interferenza limitata:trasformatori per lampade alo-gene a bassissima tensione;lampade ad incandescenza, azionamenti per avvolgibili,dispositivi HBES PL.

K=10, interferenza mediaelettrodomestici; forni elettrici; frigoriferi e congelatori;convettori e ventilatori;apparecchi Hi-fi / video; fax;lampade a risparmio energetico.

K=50, interferenza elevataTrasformatori elettronici; perso-nal computer, fotocopiatrici;

Redazione

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IMPIANTI ELETTRICIOnda convogliata

K=1000, apparecchi criticiinverter; gruppi di continuità;sistemi di trasmissionecon frequenza portante.

Sommando i contributi di inter-ferenza K di ciascun apparecchio presente nell’impianto, si ottiene l’indice di carico totale Z.Riportando il valore dell’indice di carico ottenuto (per esem-pio Z=2000), nei diagrammi di figura 1a, si ottiene la massima distanza di installazione, misura-ta lungo la rete 230 Vac, tra due dispositivi “power line”, entro la quale si possono evitare i feno-meni di interferenza.Il limite può essere superato impiegando un ripetirore che svolge la funzione di amplifica-tore di segnale (figura 1b).

SB

10 1000100

Z

m

m

Z

10 1000100

buona

necessari test

possibili difficoltà

100

1000

100

1000

Figura 1a - Distan-za massima tra due dispositivi HBES PL SENZA ripetitore

Figura 1b - Distan-za massima tra due dispositivi HBES PL CON ripetitore

TRASMISSIONE

Indice di carico Z e distanza di trasmissione (*)

Z = 2000

Z = 2000

(*) Domotica con KNX - Roberto Rocco - Delfino Editore

Figura 2 - HBES PL: gli stati logici sono generati dalle frequenze 105,6 e 115,2

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NormativaLA PAROLA AI COSTRUTTORI

... sulla nuova Variante 3alla norma CEI 64-8Soluzioni per la fruibilità e la sicurezza degli edificiresidenziali: la “Norma Impianti” parla di domotica

a cura della Redazione *

La norma CEI 64-8 “Impian-ti elettrici utilizzatori a tensio-ne nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua” rappresenta il principale riferi-mento normativo per tutti co-loro che operano sugli impianti elettrici di bassa tensione sia a

livello industriale che in ambito residenziale.Il testo della norma era stato redatto con il prevalente scopo di garantire la sicurezza del-le persone e dei beni, senza specificare alcun livello minimo delle prestazioni impiantisco-funzionali.

La focalizzazione sugli aspetti della sicurezza ha certamente rappresentato sinora un limi-te nella definizione globale di un impianto, che può essere evidenziato con il paradosso co-stituito dal seguente esempio: un impianto elettrico realizzato senza prevedere alcuna presa energia risulta conforme all’at-tuale 64-8. Per ovviare a questo limite è stata preparata una modifica della norma CEI 64-8, pubblicata nel mese di marzo come variante, che introduce un nuovo Allegato: l’obiettivo del nuovo allegato è fornire prescrizioni addizionali agli im-pianti elettrici per assicurare agli utenti un livello “standard” di riferimento per le dotazioni degli impianti stessi. L’Allegato ha valore di norma, pertanto le prescrizioni in esso contenute sono obbligatorie.

La nuova variante alla 64-8 va oltre il puro concetto di sicu-rezza dell’impianto elettrico, andando ad introdurre dei livelli minimi di dotazioni impiantisti-che e di prestazioni funzionali

(*) Tratto dalla “White Paper” pubblicata da Gewiss SpA (marzo 2011).

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LA PAROLA AI COSTRUTTORI... sulla Variante V3

che devono essere rispettati, e ciò a garanzia dell’utilizzatore che si ritroverà a disposizione un impianto che non sarà solo sicuro, ma anche rispondente a livelli minimi di usabilità e fruibilità. Tra le dotazioni prescritte, come vedremo in seguito, vi è anche la domotica. La nuova variante alla CEI 64-8 è stata pubblicata nel mese di marzo; la sua applicazione, fa-coltativa fino al 1/9/2011, diven-terà obbligatoria oltre tale data. Il campo di applicazione del-l’allegato, che introduce i livelli minimi delle dotazioni impian-tistico-funzionali, è quello del settore residenziale, ovvero degli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno dei condomi-ni o poste entro unità abitative mono o plurifamiliari (es. ville, villette).

CLASSIFICAZIONEDEGLI IMPIANTI Il nuovo documento introduce una classificazione degli im-pianti secondo tre livelli, per ognuno dei quali sono definite le dotazioni minime impiantisti-che e funzionali che ne caratte-rizzano il livello di prestazione e fruibilità.

I livelli sono così definiti: Livello 1: è il livello minimo previsto. Livello 2: per unità immobiliari con una maggiore fruibilità de-gli impianti tenuto anche conto delle altre dotazioni impiantisti-che presenti.

Livello �: per unità immobilia-ri con dotazioni impiantistiche ampie ed innovative (ad esem-pio il sistema bus) ed, in parti-colare, la domotica.

La classificazione dei livelli introdotta non è collegata a nessun’altra classificazione: non dipende né dalla prestazio-ne energetica dell’immobile né dalla sua classe catastale.Essa rappresenta una misura unicamente riferita alle presta-zioni impiantistiche dell’immo-bile in termini di usabilità e frui-bilità, ed offre evidenti vantaggi a tutti gli attori della filiera, in particolare:

all’installatore, che può offrire al cliente la propria soluzione impiantistica potendone “cer-tificare” il livello di qualità in termini di dotazioni e prestazio-ni funzionali;

al cliente, che avendo dei chiari riferimenti prestaziona-

li, può effettuare una scelta cosciente comparando in modo omogeneo le diverse offerte pervenutegli.

Dotazioni per la distribuzio-ne dell’energia e continuità di servizio La nuova norma ha incluso una serie di prescrizioni per assicurare la continuità di servizio dell’impianto in mo-do che, in caso di guasto o di intervento intempestivo delle protezioni differenziali, l’uten-te non “rimanga al buio” in tutte le parti e funzioni del-l’unità abitativa.A tal fine è prescritta la suddi-visione dell’impianto in almeno due interruttori differenziali (Livello 1) ed in un numero di interruttori magnetotermici in funzione del livello e della su-perficie dell’unità abitativa.

Un altro dettaglio importante ai fini della continuità di servizio a seguito di scatti intempestivi

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 17

Normativa

è la prescrizione, relativamente alle protezioni differenziali, di dispositivi di richiusura au-tomatica (SRD) e/o di interrut-tori ad immunità rinforzata.

Inoltre, a copertura della ne-cessità di un fabbisogno ener-getico che potrebbe aumentare nel corso del tempo, la nuova norma prescrive che gli impian-ti siano dimensionati per una potenza di progetto pari ad al-meno 3kW in unità abitative di superficie fino a 75m2 e a 6kW per superfici superiori.

Dotazioni obbligatoriee domotica La nuova norma prescrive le dotazioni minime per ogni li-vello secondo dei criteri che ne definiscono il tipo ed il numero da realizzare.

Il tipo di dotazioni è elencatodi seguito: - punti presa energia; - punti luce;

- prese radio/TV; - prese telefoniche/dati; - sistemi ausiliari.

Il Livello 1 è il livello minimo obbligatorio, pertanto le dota-zioni da esso prescritte sono sempre obbligatorie. Nella tabella 1 è riportata la dotazione minima per i locali di tipo più comune (soggiorno, camera da letto, studio) dove, per semplicità rappresentativa, non sono stati inclusi i siste-mi ausiliari che analizzeremo separatamente. Le dotazioni tengono conto, oltre che del livello, anche delle dimensioni dei locali. I sistemi ausiliari prescrittiper i diversi livelli sono:

LIVELLO 1 - citofono o videocitofono.

LIVELLO 2 - videocitofono; - antintrusione; - controllo carichi.

Non è prescritto che i siste-mi di Livello 2 siano tra loro integrati.

LIVELLO 3 - videocitofono; - antintrusione. - antintrusione (se non è previ-sta una gestione separata non integrata); - controllo carichi; - gestione comando luci; - gestione temperatura; - gestione scenari; - controllo remoto; - sistema diffusione sonora; - rilevazioni incendio UNI 9795 (se non è prevista una gestione separata); - rilevazioni gas o allagamento.

Videocitofono e antintrusio-ne sono obbligatori ma non è richiesto che siano tra loro integrati, mentre è prescrit-to che almeno 4 delle altre funzioni elencate siano tra loro integrate e realizzate mediante un sistema do-motico basato su soluzione bus (ad esempio KNX).

La norma specifica che l’elen-co sopra riportato è da inten-dersi a titolo esemplificativo e non esaustivo, ovvero si possono considerare anche altre funzioni domotiche al di fuori di esso.

TIPO DI DISPOSITIVOSuperficiedel locale

LIVELLO

1 2 3

Punti prese energia

8 - 12 m2 4 5 5

12 - 20 m2 5 7 8

oltre 20 m2 6 8 10

Punti luce

8 - 12 m2 1 2 3

12 - 20 m2 1 2 3

oltre 20 m2 2 4 4

Prese radio / TV 1 1 1

Tab. 1 - Le dotazioni tengono conto anche delle dimensioni dei locali.

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SISTEMI BUS n. 7 / 20111�

La nuova norma 64-8 rap-presenta un’importante evolu-zione del concetto di impianto elettrico, che oltre ad essere sicuro, deve garantire degli standard minimi di prestazioni in termini di funzioni, di usabi-lità e di fruibilità. E la Domotica viene riconosciuta necessaria per raggiungere il massimo del-le prestazioni. Le ricadute positive sull’intera filiera del mercato elettrico, in-cluso l’utente, sono molteplici; in particolare, ogni unità abita-tiva dovrà avere una dotazione prestazionale minima garantita nella distribuzione dell’energia, nel numero delle prese energia, dei punti luce, etc. Inoltre le diverse soluzioni impiantistiche proposte sul mercato potran-no essere tra loro facilmente comparate facendo riferimento alla classificazione nei tre livelli proposti dalla norma: ciò con-sentirà ai professionisti più seri di valorizzare correttamente le loro proposte, e agli utenti di valutare con maggiore coscien-za quanto viene loro proposto.

La certificazione dell’impianto elettrico delle abitazioni secon-do la nuova 64-8 aumenterà la trasparenza della qualità dell’of-ferta verso il mercato immobi-liare grazie al livello assegnato all’impianto, che sarà un chiaro indicatore del livello delle do-tazioni impiantistico-funzionali. Così si potranno finalmente

certificare anche le dotazioni domotiche, che in tal modo po-tranno essere considerate ai fini della determinazione del valo-re commerciale dell’immobile, cosa che a oggi non si verifica anche nel caso in cui questo sia dotato del più completo e sofi-sticato dei sistemi domotici, e ciò perché la domotica (funzioni implementate) non risulta in nessun documento di accompa-gnamento dell’immobile.

Verso uno standard di qua-lità globale degli immobili La nuova 64-8 muove un primo importante passo verso la definizione di uno standard di qualit{ globale degli immo-bili, in cui tutte le componenti, dall’involucro all’impianto elet-trico, devono soddisfare criteri di scurezza, di sostenibilità am-bientale, di usabilità e fruibilità. La sua evoluzione dovrà coprire ed includere in modo più ap-profondito ed articolato anche le dotazioni minime relative alla prestazione energetica - controllo e gestione efficiente dell’energia – ed alle funzioni che possono essere di ausilio per un’utenza ampliata come anziani e diversamente abili.

La domotica, o più in generale l’automazione degli edifici, sarà certamente un requisito cardine per il raggiungimento di un elevato livello di qualità “glo-bale”, poiché essa realizza ed in-tegra in modo naturale funzioni di Sicurezza, funzioni per un uso efficiente dell’energia e funzioni di interfaccia che rendono facil-mente fruibili ed accessibili tutte le dotazioni impiantistiche anche ad un’utenza ampliata.

In particolare, per quanto con-cerne le funzioni di efficienza energetica, la norma Europea EN15232 e la relativa Guida Tec-nica CEI di recente pubblicazio-ne, indicano che l’automazione di edificio con sistema bus può portare ad un risparmio energe-tico per il riscaldamento/raffre-scamento e per l’illuminazione superiore al 30%, con punte che possono raggiungere il 50% per applicazioni particolari.

SB

LA PAROLA AI COSTRUTTORI... sulla Variante V3

Effetti della nuova norma

RICADUTE POSITIVE SUL MERCATO

Nuove opportunitàLa tecnologia KNX è ormai divenuta, in Italia ed in Europa, la tecnologia di riferimento per l’automazione degli edifici e per la domotica. Pertanto la nuova norma CEI 64-8, introducendo in modo esplicito il “sistema domotico” tra le dotazioni impiantistiche prescritte (Livello 3), rappresenta una grande opportu-nità per tutti gli attori della filiera del settore elettrico – costruttori, grossisti, progettisti, installatori – che già conoscono ed impiegano la tecnologia KNX.

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ApplicazioniBUILDING AUTOMATION

Guida alla EN 15232“controllo illuminazione”L’impatto sulle prestazioni energetiche degli edifici

Redazione

Il capitolo 5 della “Gui-da per l’utilizzo della norma EN15232” (vedi Sistemi Bus n. 5) riporta una serie di sche-de tecniche di tutte le funzioni richieste, per ogni classe di

efficienza energetica.Per quanto riguarda l’illumina-zione (paragrafo 5.4), la guida riporta otto schede relative al controllo di presenza, controllo luce diurna.

Pubblichiamo una sintesi di queste schede, che, ricordiamo, riportano anche uno schema di principio per ciascuna funzione.

CONTROLLO ILLUMINAZIONE

Controllo di presenza/1Accensione manuale + spe-gnimento automaticoL’illuminazione viene comandata manualmente da uno o più in-terruttori/pulsanti con chiusura istantanea e ritardo all’apertura del circuito elettrico; un segna-le generato automaticamente emette l’impulso di spegnimen-to automatico almeno una volta al giorno, tipicamente durante la sera per inibire inutili durante la notte.

Componenti1) Interfaccia pulsanti:apparecchio dotato di CS (co-municazione seriale) con ingresso pulsanti on/off (per accensione/spegnimento della luce con comando manuale).2) Programmatore orario:apparecchio dotato di CS: spe-

From “Solid light installation” - Anthony Mc Call

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SISTEMI BUS n. 7 / 201120

BUILDING AUTOMATION Guida alla EN 15232

gne la luce almeno una volta al giorno, tipicamente di notte, per evitare inutile consumo di energia.3) Attuatore:- apparecchio dotato di CS comprendente relè o comando statico per accensione / spegni-mento della luce.

Funzionamentoazionando un pulsante collegato all’interfaccia 1) si accende o spegne l’illuminazione mediante l’attuatore 3). Il programmatore 2) genera un segnale di spe-gnimento automatico almeno una volta al giorno, tipicamente nelle ore notturne.

Controllo di presenza/2Rilevamento presenza Auto-On / riduzione / OffIl sistema di controllo comanda l’accensione dell’illuminazione ogni volta che rileva presenza nella zona controllata.Automaticamente la riduce (non più del 20%) nei 5 minuti successivi all’ultima rilevazione di presenza. Dopo tale periodo, se non rileva presenza, spegne la luce.

Componenti1) Sensore di presenzadotato di CS:- invio segnale accensione au-tomatica della luce in presenza (movimento) di persone;- segnale di riduzione dopo ulti-mo rilevamento di presenza;- temporizzazione di 5 minuti e invio del segnale di spegnimen-to se durante la temporizzazio-ne non rileva presenza.

2) Attuatore:- apparecchio dotato di CS com-prendente relè o comando stati-co per accensione/ spegnimento e regolazione della luce.

FunzionamentoIl rivelatore di presenza 1):a) attiva l’illuminazione a piena luminosità tramite l’attuatore 2) in presenza (movimento) di persone;b) se non rileva presenza entro 5 minuti dall’accensione, invia a 2) il segnale di riduzione luce (non maggiore del 20% del va-lore nominale);c) se non rileva presenza du-rante ulteriori 5 minuti a luce ridotta, invia a 2) il segnale di spegnimento luce;d) ogni rilevamento di presenza fa ripartire il ciclo dallo stato a).

Controllo di presenza/�Rilevamento presenza Auto-On/Auto-OffIl sistema di controllo coman-da automaticamente l’accen-sione dell’illuminazione, ogni volta che rileva presenza nella zona controllata, e spegne automaticamente, entro i 5 minuti successivi all’ultima ri-levazione di presenza nell’area controllata.

Componenti1) Sensore di presenzadotato di CS- accensione automatica della luce in presenza (movimento) di persone;- spegnimento della luce 5 mi-nuti dopo l’ultimo rilevamento di presenza.

2) Attuatore:- apparecchio dotato di CS comprendente relè o comando statico per accensione/ spegni-mento della luce.

FunzionamentoIl rivelatore di presenza 1) ac-cende la luce tramite l’attuato-re 2). Successivamente la luce viene automaticamente spenta in caso di mancata rilevazione da parte del sensore per più di cinque minuti.

Controllo di presenza/�Accensione Manuale + Rile-vamento presenza e Auto-On / riduzione / OffL’illuminazione può essere co-mandata solo manualmente da interruttori/pulsanti installati nell’area illuminata e, se non spenta manualmente, viene portata dal sistema automatica-mente in uno stato di luminosità ridotta (non più del 20%) entro i 5 minuti successivi all’ultima rilevazione di presenza nell’area controllata.In aggiunta, il sistema attua il totale spegnimento dell’illumi-nazione entro i 5 minuti succes-sivi se in tutto l’ambiente non viene rilevata presenza.

Componenti1) Interfaccia pulsanti:- apparecchio dotato di CS con ingresso pulsanti on/off (per accensione/spegnimento della luce con comando manuale).2) Sensore di presenzadotato di CS- attivato dall’accensione ma-nuale della luce;

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SISTEMI BUS n. 7 / 2011 21

Applicazioni- riduzione automatica del-la luce (20 %) 5 minuti dopo l’ultimo rilevamento presenza (movimento);- spegnimento della luce ulte-riori 5 minuti dopo la riduzione, se non rileva presenza.3) Attuatore:- apparecchio dotato di CS com-prendente relè o comando stati-co per accensione/ spegnimento e regolazione della luce.

FunzionamentoTramite i pulsanti P1-Pn, col-legati al sensore di presenza e ubicati in un punto molto vicino all’area illuminata, si può accen-dere e spegnere manualmente ed in qualsiasi istante la luce per mezzo della connessione 1) - 3).Il rivelatore di presenza 2) vie-ne attivato solo dall’accensione manuale effettuata con pulsanti ed in tal caso:a) accende la luce a piena lumi-nosità tramite l’attuatore 3);b) se non rileva presenza entro 5 minuti dall’accensione, invia a 3) il segnale di riduzione luce (non maggiore del 20 % del valore nominale);c) se non rileva presenza du-rante ulteriori 5 minuti a luce ridotta, invia a 3) il segnale di spegnimento totale;d) ogni rilevamento di presenza fa ripartire il ciclo dallo stato a).

Controllo di presenza/�Accensione Manuale + Rile-vamento presenza Auto-On / Auto-OffL’illuminazione può essere co-mandata manualmente solo da interruttori/pulsanti installati

nell’area illuminata e, se non spenta manualmente, viene spenta dal sistema automati-camente entro i 5 minuti suc-cessivi all’ultima rilevazione di presenza nell’area controllata.

Componenti1) Interfaccia pulsanti:- apparecchio dotato di CS con ingresso pulsanti on/off (per accensione/spegnimento della luce con comando manuale).2) Sensore di presenzadotato di CS- attivato dall’accensione ma-nuale della luce;- spegnimento della luce 5 minuti dopo l’ultima presenza rilevata.3) Attuatore:- apparecchio dotato di CS comprendente relè o comando statico per accensione/ spegni-mento ed eventuale regolazione della luce.

FunzionamentoTramite i pulsanti, collegati o incorporati in 1) e ubicati in un punto molto vicino all’area illuminata, si può comandare manualmente ed in qualsiasi istante la luce per mezzo della connessione 1) - 3).Il rivelatore di presenza 1) mantiene in funzione trami-te l’attuatore 3) e la disattiva automaticamente 5 minuti dopo l’ultima rilevazione di presenza.

Controllo luce diurnaControllo automaticoluce diurnaIl sistema regola il flusso de-gli apparecchi di illuminazione nell’ambiente in base alla luce proveniente dall’esterno.L’illuminazione artificiale viene spenta con un ritardo dopo l’ul-timo rilevamento di presenza.

Componenti1) Rivelatore di presenza e luce diurna- dotato di CS;- rileva la presenza di persone (movimento) e la luminosità dell’ambiente.2) Attuatore:- On/Off e Dimmer;- dispositivo dotato di CS.

FunzionamentoIl rivelatore 1) regola, in funzio-ne della presenza di persone e del contributo dell’illuminazione naturale nell’ambiente, l’inten-sità dell’illuminazione artificiale per mezzo dell’attuatore 2);spegne automaticamente gli apparecchi di illuminazione con un ritardo pre-impostato dopo l’ultimo rilevamento di presenza.

A pag. 22 riportiamo la tabella per la definizione delle classi, già pubblicata su Sistemi Busn. 1 / 2010, con i colori aggior-nati a quelli utilizzati dalla guida CEI alla norma EN 15232.

SB

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SISTEMI BUS n. 7 / 201122

CONTROLLO ILLUMINAZIONEE GESTIONE IMPIANTI TECNICI DI EDIFICIO (TBM)

Definizione delle classi

Residenziale Non residenz.

D C B A D C B A

Controllo illuminazioneControllo presenza

0 Interruttore manuale

1 Int. manuale + segnale estinzione graduale automatica

2 Rivelatore presenza auto-on / dimmer

3 Rivelatore presenza auto-on / auto-off

4 Rivelatore presenza manuale-on / dimmer

5 Rivelatore presenza manuale-on / auto-off

Controllo luce diurna

0 Manuale

1 Automatico

Controllo schermature solari

0 Completamente manuale

1 Motorizzato con azionamento manuale

2 Motorizzato con azionamento automatico

3 Controllo combinato luce/tapparelle/HVAC

Controllo con Home and Building Automation System

0 Nessuna funzione di controllo centralizzato

1 Controllo centralizzato configurato per l’utente

2 Controllo centralizzato ottimizzato

Gestione impianti tecnici di edificio (TBM)Rilevamento guasti, diagnostica e fornitura del supporto tecnico

0 No

1 Si

Rapporto riguardante i consumi energetici, condizioni interne e possibilità di miglioramento

0 No

1 Si

Nuovi colori per la DEFINIZIONE DELLE CLASSI (UNI EN 15232)

BUILDING AUTOMATION Guida alla EN 15232

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Page 24: EFFICIENZA ENERGETICA E GESTIONE DEGLI EDIFICI - n. 7 ... · 2 SISTEMI BUS n. 7 / 2011 Sistemi bus numero 6 – gennaio/febbraio 2011 PRIMO PIANO - Smart House 2, la strada da seguire

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