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edizione reno n° 1 gennaio-febbraio 2014 PIÙ EQUITÀ In Italia e nel mondo le diseguaglianze continuano ad aumentare. Un faore in più che allontana l’uscita dalla crisi consumatori il mensile dei soci coop Le Amgels si raccontano Mamme e donne con una carica in più: a Rioveggio un'associazione di promozione sociale e sportiva traccia la strada per far uscire le famiglie dalla solitudine 42

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PIÙ EQUITÀIn Italia e nel mondo le diseguaglianze continuano ad aumentare. Un fatt ore in più che allontana l’uscita dalla crisi

consumatoriil mensile dei soci coop

Le Amgels si raccontanoMamme e donne con una carica in più: a Rioveggio un'associazione di promozione sociale e sportiva traccia la strada per far uscire le famiglie dalla solitudine

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“Consumatori”, tu� i i sapori dell’informazione

consumatori il mensile dei soci coop

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Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 [email protected]. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040 Copia singola euro 0,34 Abbonamento annuo euro 3,10Direttore responsabile Dario Guidi Redazione Daniele Moltrasio (vicedirettore) Daniela Dalpozzo, Silvia Fabbri, Alberto Martignone, Alessandro Medici, Andrea Pertegato, Silvia Pizzorno, Silvia Sacchetti, Claudio Strano. Progetto grafico Glifo associati/Plumdesign Impaginazione e grafica Ilde Ianigro Responsabile della pubblicità Gabriella Zerbini Stampa Coptip (Modena)Coop Editrice Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908C. F., P. IVA e Iscrizione al Registro delle Imprese di Bologna n. 03722150376 Iscrizione all’albo delle Cooperative a mutualità prevalente n. A108296Coop Editrice Consumatori Consiglio di amministrazione: Massimo Bongiovanni (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente) Gianna Brunelli, Mauro Bruzzone, Stefano Dalla Casa, Edwin Ferrari, Alberto Martignone, Alessandro Medici, Daniele Moltrasio.Il numero di dicembre è stato stampato in 2.594.753 copieAssociato USPI, Unione stampa periodica italianaQuesta rivista è stata stampata su carta 100% ecologica che ha ottenuto il marchio Ecolabel dell’Unione Europea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale

S O M M A R I Oconsumatori

sommarioseguici su facebook e su www.consumatori.e-coop.it

Le pagine diLe pagine diIn linea di galleggiamentoDI PAOLO BEDESCHI

Le Amgels si raccontanoDI DANIELA DALPOZZO

Equi di fronte al cancro

Una chiesa da salvareDI GABRIELLA SAPORI

Arrivano i fantaveicoli! DI ALESSANDRA GIOVANNINI

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coop reno

Coop Reno Telefono 051.8906011

11 Il cibo e il futuro

DI EUGENIO DEL TOMA

18 Risorsa acqua DI MARIO TOZZI

28 Viviverde per vegetariani DI ANNA SOMENZI

30 Il benessere in casa DI CLAUDIO STRANO

4 Lettere a Consumatori

6 Sempre più diseguali DI DARIO GUIDI

9 La vignetta DI ELLEKAPPA

19 Votate per scegliere che articoli volete

26 Coop for Kyoto coinvolge 168 aziende

17 Forchette del 1300 D I MASSIMO MONTANARI

32 Bontà invernali DI HELMUT FAILONI

34 Madrid, cuore di Spagna DI GIUSEPPE ORTOLANO

36 Dieci anni di cambiamenti DI M. CIRRI E F. SOLIBELLO

36 Mostre, libri e dischi Intervista a F. Bosso

DI G. OLDRINI E P. PACODA

Tutti bocciatiTanta tv ma pochi libri: una fotografia inquietante dell'Italia di oggi. E Marco Rossi Doria ci parla del ruolo possibile della scuola

Sempre più disegualiIn questi anni di crisi le diseguaglianze continuano a crescere sia in Italia che nel mondo. Un fattore che rallenta la ripresa

12 Gas e luce, dov'è la convenienza?A dieci anni dalla liberalizzazione andiamo a scoprire cosa è cambiato per le famiglie in un mercato ancora pieno di ombre

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Risponde Claudio Mazziniresponsabile sostenibilità, innovazione e valori di Coop Italia:

La campagna origini trasparenti non è una campagna pubblicitaria, ma un’iniziativa di Coop per aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini sulla tema-tica materie prime utilizzate per la produzione dei nostri prodotti a marchio, ma non è e non vuole diventare ele-mento di discrimine tra i prodotti stessi in base alla loro provenienza. Su tutti i propri prodotti a marchio Coop infatti garantisce, per tutte le origini e tutte le zone di pro-duzione, il medesimo livello di garanzie qualitative e di sicurezza.Coop è l'unica realtà, al momento, a rendere disponibile questa quantità e questo livello di informazioni per oltre 1.400 prodotti confezionati. Proprio in una intervista su questa rivista, il presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, Paolo De Castro, ha auspicato che la campagna Coop diventi un esempio e sia seguita da altri a livello europeo. Andando sul sito www.cooporigini.it e digitando il nome del prodotto o il codice ean (il codice a barre che si trova su tutte le confezioni) troverete la provenienza delle materie prime che caratterizzano i nostri prodotti, in ge-nere i primi due ingredienti che appaiono in etichetta o comunque quelli che più ne definiscono le caratteristiche, per questo motivo sono esclusi ingredienti quali: acqua, aromi, additivi, caglio, spezie e sale. Le materie prime dei

Coop e l'origine delle materie prime

prodotti sono visualizzate in ordine alfabetico mentre sulla confezione l’ordine è sempre decrescente dall’ingre-diente quantitativamente più importante.Riguardo alla possibilità di rendere disponibile informa-zioni più dettagliate, al momento è complicato ed oneroso inserire in banca dati, per tutti i lotti, tutte le origini pun-tuali delle singole materie prime impiegate ed in alcuni casi (ad esempio i cereali o il latte o altre materie prime) non solo i silos di conservazione prevedono la miscela di moltissimi singoli produttori, ma per motivi di costanza qualitativa è prassi consolidata miscelare provenienze di-verse, in tutti questi casi un'informazione più dettagliata non sarebbe nemmeno possibile. Ma naturalmente l’in-formazione è ottenibile perché esiste una tracciabilità accurata delle nostre produzioni. Per chi volesse informa-zioni più dettagliate può scrivere alla mail [email protected] indicando specificatamente il prodotto e il lotto. Abbiamo sperimentato nel passato la creazione di banche dati su alcune filiere di carne e ortofrutta , che consenti-vano al consumatore di sapere in tempo reale l’origine puntuale (fino al singolo produttore con tanto di localiz-zazione su una mappa) delle materie prime. L’informa-zione era ottenibile tramite “totem” a punto vendita. La sperimentazione è stata chiusa perché a parte un interesse iniziale, in seguito le interrogazioni erano pochissime. Abbiamo quindi deciso una campagna più generale d’in-formazione sul tema origini.

Ho letto della interessante campagna Coop sull'origine delle materie prime. Sul sito internet ho visto che è possibile sapere l’origine solo del paese e non della provincia o regione di provenienza. Come mai?eRika albeRtini - pIaCenza

sima), per il quale è contemplata una normativa specifica che prevede l’uso di materiale biodegradabile e compo-stabile ai sensi della norma UNI EN 13432 in quanto borse monouso (o usa e getta) per il trasporto delle merci. Per quanto volontaria, sulla eventuale estensione dell’uso di materiale biodegradabile e compostabile, Coop si è

Innanzitutto una premessa: lo shopper dell’ortofrutta è un imballaggio necessario per la conservazione ed il tra-sporto della ortofrutta sfusa; attualmente, la legislazione vigente non interviene nella definizione delle caratteristi-che che tale sacchetto deve avere, a differenza dello shop-per per l’asporto delle merci (anche se la forma è la mede-

sacchetti per l'ortofruttaOrmai sostituite le vecchie buste di plastica per la spesa con i nuovi shopper biodegradabili e compostabili, volevo sapere perché nel reparto ortofrutta i sacchetti sono ancora tutti di plastica, per quanto molto sottile? diego pieRaCCini - novI lIgure

L’indirizzo per scrivere a questa rubrica è:redazione Consumatori, viale aldo Moro, 16, 40127 Bologna fax 051 6316908, oppure, [email protected]

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da tempo posta il problema ed ha avviato in alcuni punti vendita una sperimentazione che vede affiancati shopper compostabili a quelli tradizionali. L’obiettivo prefissato è valutare la resa e le prestazioni dei materiali nell’appli-cazione di questo imballaggio e l’atteggiamento del con-sumatore, i primi risultati dei test sono attesi tra un paio di mesi; si aggiungeranno altre valutazioni importanti quali il costo (aspetto non trascurabile visto che è poco sostenibile economicamente) e l’approvvigionamento degli imballaggi in riferimento alla produttività/richieste quantitativi. Tutte informazioni che permetteranno alle cooperative di avere gli elementi per una scelta coerente alla tutela del consumatore.

Cuocere le vongole Quale è il tempo e la modalità di cottura consigliata per le vongole?anna taRtaRini - asColI pICeno

Per mangiare le vongole senza sorprese occorre cuocerle per almeno 10 minuti in acqua bollente, essendo sicuri che per almeno due minuti la temperatura sia di 100° cen-tigradi. Gli studi effettuati consigliano infatti una cottura per 10 minuti con il sistema tradizionale domestico a una temperatura che deve arrivare e restare vicina ai 100° C per almeno 2 minuti (in pratica devono bollire per questo tempo). In questo modo si devitalizza completamente il

norovirus, uno dei più diffusi responsabili di gastroente-riti acute di origine non batterica. Questo è anche il tempo necessario per far sì che la maggior parte dei frutti di mare si apra per effetto del calore e corrisponde alle raccoman-dazioni fornite dal Ministero della salute per inattivare il virus dell’epatite A (gruppo dei virus in grado di contami-nare anche i frutti di bosco crudi, oltre a ostriche, cozze e vongole). Poiché la prevenzione delle malattie trasmesse da alimenti si basa, oltre che su provvedimenti per ga-rantire la salubrità del cibo, anche sulle pratiche corrette è bene che tutti quanti ci si attenga a queste elementari norme quando si ha a che fare con questo tipo di prodotti.

tour operatorIl tour operator mi ha detto che l'appartamento che avevo prenotato in montagna non è più disponibile. Debbo per forza accettare una proposta alternativa?teResa pRezzolini - lodI

No, perché secondo il Codice del turismo, il consumatore non è tenuto ad accettare la modifica delle condizioni contrattuali ma anzi può recedere dal contratto senza pa-gare alcuna penale pretendendo anche il risarcimento dei danni.

Benesserein Slovenia S. VALENTINOvalido dal 14. 02. 2014 al 16. 02. 2014Incluso: cena di San Valentino, bagno di Amore, ingresso illimitato nelle piscine con acqua termale, 1 ingresso al centro saunistico ...

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La crisi impazza e le dise-guaglianze aumentano. Il racconto di una vicenda economica e socia-le che si trascina ormai da sette an-ni, ci dice che i pochi ricchi sono sempre più ricchi mentre i pove-ri, che crescono costantemente di numero (tra 2005 e 2012 in Italia sono raddoppiati), sono sempre più poveri. Ma più aumentano le diseguaglianze più è difficile usci-re dalla crisi. In questo paradosso sta uno dei nodi che le società oc-cidentali si trovano di fronte. Il discorso non riguarda solo l’Ita-lia e l’Europa, ma anche paesi che la strada dell’uscita dalla crisi sem-brano averla imboccata con più decisione come gli Stati Uniti.Non a caso, una figura che si sta mostrando molto attenta a questi temi come papa Francesco, nel suo messaggio in occasione della Giornata mondiale della Pace ha

detto che “non possiamo non ri-conoscere una grave crescita della povertà relativa, cioè di disegua-glianze tra persone e gruppi che convivono in una determinata re-gione o in un determinato conte-sto storico-culturale”, da qui la ne-cessità di “politiche che servano ad attenuare una eccessiva spere-quazione del reddito”. Alla stessa conclusione del papa sono arrivati anche i 700 leader mondiali intervistati per realiz-zare il Rapporto 2014 sui rischi globali, curato dal World eco-nomic forum (cioè uno dei tem-pli supremi del capitalismo mon-diale). La loro conclusione è che "il divario tra i redditi dei citta-dini più ricchi e quelli più pove-ri è il fattore di rischio che ha più probabilità di causare gravi dan-ni a livello globale nel prossimo decennio".

sempre piùDisegualiricchezza e povertà

negli anni Della crisi

di daRio guidi

In Italia e nei paesi occidentali aumenta la distanza tra la ristretta fascia dei molto ricchi e un numero sempre crescente di poveri. Un dislivello che però è anche un ostacolo in più nel tentare di rilanciare i consumi e uscire dalla recessione. Occorre cambiare strada. Lo ha ricordato anche papa Francesco

economia

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presidente pedroni in che misura una distribuzione del reddito fortemente squili-brata, oltre a un problema di giustizia, è anche un osta-colo in più nel tentativo di uscire dalla crisi?La domanda solleva un pun-to molto importante. Dietro una cattiva distribuzione del reddito e della ricchezza c’è un grande problema di

equità e giustizia sociale, ma anche un nodo che rallenta e impedisce la ripresa economica. Se ven-gono colpite le fasce deboli e le classi medie, come è avvenuto in Italia, la domanda interna e i consumi si indeboliscono e questo mette un macigno sulla strada della crescita. È impensabile che un paese come il nostro possa affidarsi solo alle esportazio-ni e alla ripresa mondiale. Ed infatti, anche a fron-te di dati di ripresa dell’economia mondiale, l’Italia non riparte perché la domanda interna è depres-sa, i consumi sono crollati di 10 punti e gli investi-menti non vengono fatti perché non ci sono aspet-tative positive da parte delle imprese (e le banche stringono il credito invece di allargarlo). È un circo-lo vizioso da interrompere con un cambio impor-tante di politica economica e fiscale.appunto… chi governa come e con che strumenti può intervenire?Intanto va detto che solo troppo tardi si è compre-so che la politica del rigore da sola uccide un pae-se; troppa influenza ha avuto ed ha ancora l’idea neoliberista che i conti a posto e il libero mercato risolvono prima o poi tutti gli altri problemi. La recessione e la disoccupazione si combattono con una moderna politica keynesiana che sostenga la domanda dei ceti medi e delle classi deboli, che incentivi gli investimenti e i re-investimenti degli utili delle imprese, con un ruolo attivo di investi-mento pubblico in opere infrastrutturali neces-sarie alla modernizzazione del paese e alla sua competitività. Giustamente si potrà chiedere con quali risorse fare ciò, visto che il paese ha un alto

livello di debito pubblico. Credo che una risposta possa essere cercata, oltre che in un allentamen-to dei vincoli di stabilità europei, in politiche re-distributive del reddito, in sacrifici da chiedere alla parte più forte del paese, anche con la pa-trimoniale sui beni mobili, con un’incisiva lotta all’evasione e alla illegalità, con una valorizza-zione intelligente del patrimonio pubblico. Certo ci vorrebbe un governo forte e convinto, credibile nel chiedere cose difficili e fare cose impegnative. Ma non ci sono scorciatoie o profetici salvatori. alla luce di questi problemi, su cosa si concen-trerà l’attività di una forza come quella di Coop, che unisce milioni di consumatori? Ritengo che le imprese e i soggetti economici importanti, e noi siamo tra questi, dovrebbero agire avendo in mente il bene delle imprese ed il bene del paese. In questo momento le due cose possono e debbono coincidere. Faccio un esempio: Coop vuole praticare una po-litica di forte vicinanza ai consumatori su tutti i beni essenziali; questo significa creare condizio-ni di accesso per tutti a prodotti sicuri e di qualità (e tutti significa a prezzi giusti e bassi); lo faccia-mo con lo sviluppo del nostro prodotto a marchio Coop, ma vogliamo agire su tutto l’assortimento; per questo abbiamo chiesto anche all’industria di marca, che in questi anni in molti casi ha perso vendite e quote, di contribuire all’obiettivo. In so-stanza vogliamo sostenere la domanda interna e i consumi, anche sacrificando una parte degli utili; nel medio periodo sono convinto che come imprese, sia di distribuzione che di produzione, avremo dei benefici da questa impostazione. Ma soprattutto i benefici andrebbero alle famiglie e daremmo un contributo alla ripresa economica.Vorrei citare anche altri due campi su cui voglia-mo rilanciare il ruolo di Coop nella difesa dei consumatori: riprendere la battaglia sulle libe-ralizzazioni di settori in cui gli italiani pagano troppo (farmaci, energia, casa, servizi finanzia-ri) e un cambiamento dei sistemi promozionali, oggi una giungla sempre più confusa, a favore della trasparenza e di prezzi bassi stabili.

“Una realtà che ostacola la ripresa”

MaRCopedRonipresidente Coop Italia

Pedroni: "Pronti a far la nostra parte per le famiglie, ma il troppo rigore uccide il paese. Serve un cambio"

consumatorigennaio-febbraio 2014

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Jp Morgan e i salariRidurre le diseguaglianze dunque, che stanno invece crescendo da qualche decennio per una serie di scelte e di dinamiche, tra cui spicca la progressiva finanziarizzazione delle nostre società a scapito dell’e-conomia reale. A certificare questo gap crescente è un “celebre” docu-mento inviato nel 2011 (dunque già al quarto anni di crisi) ai propri investitori dalla Jp Morgan, una delle più grandi banche al mondo, nel quale si poteva leggere che “i profitti hanno raggiunto livelli che non si vedevano da decenni (…). Sono le riduzioni dei salari e del-le prestazioni sociali che spiegano la maggior parte dell’incremen-to netto degli utili”. Una tendenza che dura da tempo, spiegano gli uomini di JP Morgan, perché “la retribuzione dei lavoratori ameri-cani si colloca al punto più basso da 50 anni a questa parte”. Anche qui, detto dai guru del capitalismo finanziario, il messaggio è quanto

di più chiaro si potesse avere.Tradotta in cifre, questa analisi cer-to non sospetta di parteggiare per i più deboli, significa che se nel 1980 l’1% dei contribuenti più ric-chi rappresentava il 9% del Pil, nel 2006 lo stesso 1% arrivava al 23% del Pil. Nella parte sotto della pi-ramide sociale, il 40% più povero della popolazione ha visto scende-re la propria quota dal 18% al 14% del Pil. Trend storici dunque, con-solidati negli anni.

la ricchezza nel mondoSe dal misurare il solo reddito pas-siamo alla ricchezza (che com-prende i patrimoni immobiliari e finanziari), la diseguaglianza si conferma elevatissima. Una del-le bibbie in questo campo è il do-cumento annuale del centro studi del Credit suisse, da cui emerge come lo 0,7% della popolazione mondiale sopra i 18 anni (parlia-mo di 32 milioni di persone) de-tiene il 41% della ricchezza totale

(90 trilioni di dollari), mentre il 68,7% della popolazione (3,2 mi-liardi di persone) detiene il 3% del-la ricchezza. Rispetto alla stessa in-dagine del Credit Suisse del 2010, la diseguaglianza globale è aumen-tata perché allora la ricchezza dei più ricchi valeva 1.077 volte quella dei più poveri, mentre nel 2013 si sale a 1.315 volte.Se dal dato mondiale vogliamo passare vicino a casa nostra, allora scopriamo che in Germania il 10% della popolazione detiene il 60% della ricchezza del paese. In Italia invece quello stesso 10% detiene il 50% della ricchezza, mentre, ro-vesciando la piramide, il 50% più povero detiene appena il 10% del-la ricchezza.Un altro trend storico ormai con-solidato è quello della diminu-zione della quota dei salari sulla ricchezza complessiva, a seguito dell’aumento di peso di voci lega-te ai profitti e alle rendite finanzia-rie. Secondo i dati ocse, riferiti ai

8consumatorigennaio-febbraio 2014

Tra il 2005 e il 2013Il numero dei poveri è raddoppiato.Il 15,8% delle persone vive in condizioni di povertà relativa el'8% in condizioni di povertà assolutaFonte Istat

Tra il 2011 e il 2012 ci sono 127mila persone in più con una ricchezza superiore a 1 milione di dollariFonteBanca Credit Suisse

Tra il 2007 e il 2011 l'indice che misura la diseguaglianza è cresciuto di 1 puntoFonte Banca d'Italia

nel 1976 i salari rappresentavano il 68% del Pil.nel 2006 sono scesi al 53%.Fonte Ocse

IN ITALIAFonte Banca d'Italia

il 10%più ricco

della popolazione

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9 primo piano economia

la vignetta Di elleKappa

l'ITalIa dI oggITanti poveri e tanti evasoril’italia diseguale di questi anni di crisi, secondo i dati istat, significa che il 42,5% di famiglie non è in grado di far fronte a una spesa improvvisa, che il 50,8% di famiglie non può permettersi neppure una settimana di vacanza o che il 21,2% non può riscaldare la propria casa. insomma il 29,9% delle persone residenti in italia è a rischio di povertà o esclusione sociale. del resto la ricchezza delle famiglie, dal 2007 al 2012, si è erosa del 9%. Questi sono ovviamente dati medi complessivi, perché come spiegato in queste pagine, se poi si va a vedere tra le diverse fasce di reddito, si scopre che non per tutti le cose sono andate allo stesso modo. nell’italia delle diseguaglianze pesa poi il tema dell’evasione fiscale, altra leva che allarga la distanza tra due sponde di uno stesso paese. basti pensare che coloro che dichiarano un reddito sopra i 200 mila euro sono appena 79.123 persone, appena lo 0,19% su oltre 41 milioni di contribuenti. sopra i 300 mila troviamo invece 31.752 italiani, di cui 19 mila lavoratori dipendenti e 8.081 pensionati.e pur nelle pieghe di una crisi vera e drammatica, che ha colpito duramente migliaia di artigiani e piccole e medie aziende, fa comunque specie scoprire che i dipendenti dichiarano mediamente al fisco meno dei propri datori di lavoro (secondo i dati del dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi del 2012, siamo a 20.680 euro annui per i dipendenti, contro i 20.469 euro dei datori di lavoro).

la rICChezza nel MondoIn molti vivono meglio, ma...il tema al centro di questo nostro servizio è quello della diseguaglianza, con particolare riferimento a quanto accade in italia e nei paesi occidentali. l’aumento delle diseguaglianze e della distanza tra la ridotta fascia dei più ricchi e la ben più ampia fascia dei più poveri, non contraddice né nasconde il fatto che la ricchezza complessiva del mondo, specie per la forte crescita economica di tanti paesi a cominciare da giganti come Cina, india e brasile, sia aumentata notevolmente, consentendo a centinaia di milioni di persone, che vivono in aree povere del mondo, di uscire da condizioni di miseria estrema e di fame. Questo processo presenta aspetti sicuramente positivi, ma anche dove la crescita è più forte e impetuosa, il tema della distribuzione del reddito e della lotta alle diseguaglianze ha una sua importanza fondamentale. l’indice gini, in tutto il mondo riconosciuto dagli economisti come il misuratore delle diseguaglianze, non è detto che si riduca anche di fronte a boom economici consistenti in realtà molto povere. Come scrive il premio nobel per l’economia, l’indiano amartya sen, comunque, anche di fronte a risultati positivi e importanti, non bisogna mai rinunciare a chiedersi se si sarebbe potuto far meglio, soprattutto, garantendo una maggiore equità.

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10consumatorigennaio-febbraio 2014

15 paesi più sviluppati, dal 1976 al 2006 la quota dei salari sul Pil è scesa di circa 10 punti, mentre in Italia il calo è stato addirittura del 15% (e i salari in Italia, secondo i dati Istat, sono fermi dal 2011 ad oggi). Co-sa significa? Che gli stipendi rappresentano un pezzo sempre meno consistente della ricchezza di un paese, mentre aumenta il peso delle rendite finanziarie, degli investimenti azionari o altro.Di dati se ne potrebbero sfornare tanti altri, ma il qua-dro ci pare già piuttosto chiaro e netto. Vale però la pena aggiungere una considerazione più recente, de-dicata all’Italia in questi anni di crisi.

italia, diseguaglianze in aumentoSecondo uno studio della banca d’italia, curato da Paolo Acciari e Sandro Mocetti, la diseguaglianza nel nostro paese (misurata secondo uno strumento tec-nico come l’indice Gini) è cresciuta di 1 punto tra il 2007 e il 2011 (dopo un periodo di diminuzione nei primi anni del secolo). Anche qui una conferma che la distanza tra i pochi ricchi e gli ultimi aumenta pro-prio negli anni della crisi. Aumenta di più nelle regio-ni del sud e nelle aree meno industrializzate ma con una forte presenza di servizi informatici e computer. Lo stesso studio della Banca d’Italia conferma poi che la quota di reddito detenuta dal 10% più ricco della

popolazione, non cala ma “è sostanzialmente in linea con quanto osservato prima della crisi”. Sempre il rapporto sulla ricchezza mondiale del Cre-dit Suisse ci svela poi che i milionari in Italia, tra 2011 e 2012, sono cresciuti di ben 127 mila unità, specie grazie alle attività finanziarie e agli investimenti in Borsa. Qui, allontanandoci dall’Italia e tornando alla situazione Usa, è bene tener presente una indicazione molto chiara che emerge in un contesto, come quel-lo americano, che sta comunque riemergendo dalla crisi e sta tornando a produrre occupazione. E cioè che, secondo le ricerche di due economisti dell’uni-versità di berkeley come Emmanuel Saez e Tho-mas Piketty, l’attuale modello economico ha fatto sì che a beneficiare della ripresa sono solo i più ricchi. Infatti “il 93% dei guadagni derivanti dalla inversione di tendenza in atto nell’economia Usa, sono finiti in mano dell’1% più ricco”. Detto in altre cifre, in questi anni più recenti, i redditi dell’1% più ricco sono saliti dell’11,2%, quelli del rimanente 99% sono calati del-lo 0,4%.I dati Usa sono abbastanza impressionanti e ci ripor-tano a casa nostra, in una realtà dove l’uscita dalla cri-si non è per niente certa. Le previsioni più o meno ottimistiche sul 2014 sono ancora avvolte da nebbie consistenti, legate all’instabilità del quadro politico, al

Fonte Credit Suisse NEL MONDO"il divario tra i redditi dei cittadini più ricchi e quelli più poveri è il fattore di rischio che ha più probabilità di causare gravi danni a livello globale nel prossimo decennio"Dal report World Economic Risk 2014 basato sull'intervista a 700 leader, manager e decision makers di tutto il mondo

"i salari dei lavoratori americani sono al punto più basso da 50 anni a questa parte"da un rapporto agli investitori della Banca JP Morgan del 2011

negli usa il 93% dei guadagni derivanti dalla recente fase di ripresa economica sono finiti all'1% più ricco della popolazione

lo 0,6%più ricco

della popolazione (meno di 28 milioni di persone)

detiene il

39%della ricchezza totale(89,5 trilioni di dollari)

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il 69%più povero

della popolazione (3,2 miliardi di persone)

detiene il

3,3%della ricchezza totale

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11 primo piano economia

rispetto dei vincoli europei e allo stato dei conti pubblici.

tempo di redistribuireUna cosa però emerge con chia-rezza. E cioè che riproporre un modello che non riesce a ridurre le diseguaglianze sociali signifi-ca anche allontanare l’uscita dalla crisi stessa e rallentare la crescita. Il peso di ingredienti come finan-za, rendite patrimoniali e guadagni azionari che, come abbiamo visto, vale tanti punti percentuali nella torta della ricchezza, riguarda una fetta ridottissima di persone. I consumi di lavoratori e ceto me-dio hanno invece bisogno di soste-gni al reddito, di posti di lavoro e di veder crescere il potere d’acqui-sto. Lo stesso vale anche per tanti artigiani e imprenditori, più o me-no piccoli, la cui attività è fondata sull’economia reale, sulla produ-zione di merci e non sulla rendita o la speculazione. Da questi fatti occorre riparti-re, subito. Come scrive Federico Rampini nel suo libro “Banchie-ri”, “quando Henry Ford, all’inizio del ’900 decise di raddoppiare i sa-lari dei suoi operai perché potesse-ro comprare le auto che lui produ-ceva, fece una operazione non di tipo socialista, ma semplicemente lungimirante perché allargò il mer-cato di sbocco dei propri prodotti”. Ovviamente l’Italia di oggi non è l’America di un secolo fa, il quadro è ben differente. Ma il tema di una ripresa dei consumi, di ridare fi-ducia e prospettiva alle famiglie è la chiave da cui ripartire. Il segno più delle borse e della finanza vale poco se ne beneficia solo l’1% del-la popolazione. Oggi parlare di po-vertà o di impoverimento significa parlare di fasce sempre più ampie, di un ceto medio prosciugato da anni di crisi. E la riduzione delle diseguaglianze non è un discorso astratto, è parlare di come costru-ire un futuro. Possibilmente mi-gliore. ●

Molti lettori avranno intercettato i primi spot informativi sul gran-de appuntamento, non solo eno-gastronomico, dell'Expo di “Milano 2015”. Fra poco più di un anno l’Italia ospiterà un evento che, per risonanza mon-diale, non è esagerato paragonare a una sorta di olimpiade della prevenzio-ne e dello stato dell’arte nel variegato campo della nutrizione e in particola-re dell’alimentazione sostenibile per il futuro del pianeta. Come spesso accade il tempo è volato in fretta dalla programmazione all’inizio dei lavori ma è certo che al grandioso appuntamento arriveremo, sia pure con l’immancabile sprint finale, in regola con quanto il mondo si aspetta da un “Paese guida”, come appunto è l’Italia in fatto di tradizioni e innova-zioni alimentari.Ho voluto ricordare, con apparente anticipo, questo evento perché il seme-stre del 2015 in cui i visitatori di tutto il mondo animeranno i padiglioni potrebbe rinverdire - come già è accaduto con la dieta mediterranea - le nostre tradizioni alimentari adattate alla realtà attuale ma anche alla “sostenibilità” planetaria degli orientamenti alimentari di oltre sei miliardi di abitanti.Ho accennato più volte che anche l’alimentazione ha le sue responsabilità nello sfruttamento del pianeta e ormai dobbiamo agire e non solo dibattere nei Convegni sulla “sostenibilità” dei modelli nutrizionali che non comportino spreco di acqua e devastazione di territori con insostenibili inquinamenti e costi di trasporto. Dalle troppe revisioni della “piramide alimentare” siamo arrivati dunque alla “piramide ambientale” che oltre ad assicurare gli equilibri nutrizionali vuole salvaguardare lo spreco di risorse naturali e preservare il destino anche climatico dei nostri eredi.L’invito è quindi, almeno per noi italiani, di rispettare un patrimonio speri-mentato ma anche quello di non chiudersi al progresso se legittimato dalla sicurezza scientifica. Al riguardo, mi piace riproporre un detto di Gustav Mahler estremamente eloquente: “la tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco”. Perciò, senza entrare in dettagli (ma l’argomento meri-ta ulteriori approfondimenti) non dovremo trasformarci necessariamente in vegetariani ma dovremo pur sapere che non serve al benessere mangia-re carne o pesce più di un paio di volte alla settimana. Il recupero di piatti unici basati su cereali e legumi, con ortaggi e frutta in abbondanza, non sarà l’ennesimo richiamo alla cosiddetta dieta mediterranea ma sem-pre più un’opportunità conciliatrice fra prevenzione dietetica, gastronomia e impatto ambientale, senza eccessivo rimpianto di una “naturalità” che tal-volta è un vincolo perfino pericoloso per la sicurezza igienica o una chimera irrealizzabile per il sostentamento di un pianeta ormai sovraffollato. ●

Il cibo e il futuroPensando all'Expo 2015 a Milano

di Eugenio del Tomapresidente onorario dell’associazioneitaliana di dietetica e nutrizione clinica

alfabeto alimentarealfabeto alimentare

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12 primo piano consumi e diritti12

continua a pagina 14 >

Non tutte le liberalizza-zioni riescono col buco. Se quella della telefonia dopo una partenza confusa sta dando risultati, con 15 operatori che giornalmente si confrontano e si sfidano, quel-la dell'energia è più virtuale che reale, una delusione per milioni e milioni di consumatori in Italia ma anche in tutta Europa, dove manca un paese-faro e due volte su tre chi cambia fornitore cam-bia in peggio. I venditori in Italia sono 229 per l'energia elettrica di casa, ben 312 per il gas!

Eppure è passato un decennio dall'avvio di un processo che avrebbe dovuto vivacizzare l'of-ferta, portando vantaggi in un settore delicatissimo per i bilanci delle famiglie: il 1° gennaio 2003 precisamente l'avvio della libera-lizzazione per il gas metano, il 1° luglio 2007 per l'energia elettri-ca. Siamo nel 2014 ma c'è da ri-flettere partendo soprattutto da un dato: sono bassissime, circa 100 mila al mese, le migrazioni dal regime sorvegliato dall'Au-torità per l'energia elettrica il gas

gas e luceDov'è la convenienza?

di Claudio stRano

Il mercato, a dieci anni dalla liberalizzazione, è poco competitivo e i consumatori ci rimettono. La maggior parte di chi ha sottoscritto un contratto libero lo ha pagato il 12,8% in più se di energia elettrica, il 4% se di gas, rispetto al mercato tutelato. Federconsumatori: "229 venditori di energia e 312 di gas sono troppi. E non rischiano"

e il sistema idrico (Aeeg, regi-me di maggior tutela per il con-sumatore, scelto dall'85% degli italiani) a quello completamen-te liberalizzato. La maggior par-te degli utenti domestici che ha compiuto il passo ci ha poi per-sino rimesso, firmando contratti elettrici più onerosi mediamente del 12,8% rispetto al servizio di salvaguardia, del 4% se erano del gas. Il 17% dei "migranti", così, è tornato alle vecchie tariffe san-cendo una volta di più l'immatu-rità del sistema.

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13consumatorigennaio-febbraio 2014 13

Mauro zanini, che andamen-to avranno i prezzi delle bol-lette energetiche nel 2014? Caleranno dopo il picco stori-co toccato nel 2013? Sì, caleranno ma dovremo aspettare il prossimo 1° apri-le, salvo sorprese di appesan-timenti per oneri impropri come è già successo per le

bollette elettriche delle utenze domestiche che dal 1° gennaio sono rincarate dello 0,7%, caricando su di sé gli sgravi per le imprese energivore: una scel-ta dell'Aeeg da noi duramente criticata. Il trend pe-rò è di un calo che durerà anche per il 2015, soprat-tutto per effetto della diminuzione dei consumi che genera un esubero di offerta di gas nel mondo. A ciò si aggiunge una maggiore attenzione all'ef-ficienza energetica. Ma decisiva sarà l'inversione di rotta da noi auspicata da anni, e sintetizzabile nello slogan "più contratti spot e a termine, meno mercato take or pay". Mi spiego: abbiamo comin-ciato finalmente a comprare una parte del gas me-tano, di cui siamo i secondi consumatori in Europa alle spalle della Germania, al mercato spot o a ter-mine che sta diventando interessante e che costa il 20% in meno dei contratti ventennali con cui era-vamo tradizionalmente legati a Russia, Algeria o Norvegia, con il metano indicizzato alle quotazio-ni del greggio. Lei può immaginarne l'onerosità.

"Siamo lontani da un vero mercato dell'energia"

MauRo zaninivicepresidente Federconsumatori

Dallo scorso 1° ottobre, invece, il paniere del mer-cato di salvaguardia è calcolato al 100% sulla bor-sa del metano. i gruppi di acquisto aiuteranno ad alzare i livelli di convenienza, ancora bassi sul mercato libero?La questione è aperta e da valutare nel medio pe-riodo. Le faccio un esempio: nell'incontro avuto un mese fa con l'Acquirentte Unico, ci è stato garanti-to che i prezzi delle bollette, sulla base delle gare già sottoscritte, saranno inferiori non solo per il 2014 ma anche per il 2015. L'Acquirente Unico detie-ne un potere enorme, partecipa alle gare per pic-coli lotti spuntando ottimi prezzi. Bisogna vedere se le aste dei gruppi d'acquisto o i liberi contratti con prezzo bloccato a due anni, molto gettonati in questo periodo nella pubblicità televisiva, riusci-ranno ad essere più concorrenziali. Non è detto.non vede una contraddizione in tutto questo? Se il mercato verrà corretto e diventerà un vero mercato, cioè concorrenziale, trasparente e con risparmi tangibili, allora sarà uno spazio interes-sante per tutti, compresi ulteriori soggetti terzi no-profit. Ora come ora invece mancano le aggre-gazioni, i venditori sono troppi e si cautelano per coprirsi dai costi facendo sottoscrivere, nei porta a porta o con il telemarketing, le proposte più onero-se senza esporsi come dovrebbero al rischio d'im-presa. Insomma, c'è ancora tanta strada da fare. A cominciare dalla semplificazione del linguaggio sulla quale bisogna lavorare molto.

la bolletta elettrica degli ultimi 16 anni: +80,18% l'aumento dal 1996

Fonte: Federconsumatori, Centro ricerche economiche, educazione e formazione

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

500

400

300

200

100

0

€ 28

5,78

€ 27

5,19

€ 28

0,02

€ 27

2,33

€ 31

0,33

€ 33

4,10

€ 33

4,54

€ 34

3,72

€ 33

3,09

€ 35

0,17

€ 40

1,00

€ 42

2,33 €

470,

19

€ 45

3,69

€ 42

7,24

€ 43

6,86 €

503,

94

€ 51

5,00

Consumi di una famiglia tipo pari a 2.700 kWh annui

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poco meno del 20% dei reclami che giungono al numero verde dell'aeeg (800.166654, gratuito anche da cellulare) riguardano pratiche commerciali scorrette. un fenomeno assai diffuso favorito da un tipo di consumatore passivo e poco informato e dal fatto che le agenzie incaricate di procacciare nuovi contratti utilizzano spesso ragazzi pagati a cottimo che le provano tutte. Capita così che procacciatori reali o presunti, promettendo lauti risparmi, si introducano in

Contratti non riChiesti

Come difendersi dalle truffecasa e riescano a impadronirsi, magari fotografandoli col cellulare, dei dati che servono. ovvero i dati tratti da una precedente bolletta con i quali attivano poi, falsificando la firma dell'ignaro utente, nuovi contratti non richiesti. per difendersi prim'ancora di ricorrere all'avvocato o di appellarsi al giudice di pace, il direttore servizio Consumatori dell'aeeg, Roberto Malaman, invita l'utente a capire innanzitutto con chi sta parlando. "il venditore deve avere sempre un cartellino con il nome, il cognome, il numero di matricola e l'azienda per cui lavora. un altro consiglio è firmare solo se si è convinti, altrimenti è meglio rimanere col vecchio fornitore o con la maggior tutela che è un prezzo regolato dall'aurorità". dal 2013, inoltre, c'è una ulteriore clausola di garanzia. "È d'obbligo richiamare il cliente per telefono o scrivergli per una conferma prima di attivare un nuovo contratto". e se ugualmente arriva a casa una bolletta da un fornitore che non è il nostro? "non pagate. Come prima cosa mandate un reclamo allo stesso fornitore il quale dovrà rispondervi per legge entro 40 giorni. se anche ciò è insufficiente, rivolgetevi allo sportello per il consumatore. sempre dal 2013, i maggiori operatori sul mercato si sono impegnati a ripristinare su base volontaria il precedente contratto, il che 9 volte su 10 risolve il problema". Così l'autorità, ma le recenti vittorie del Movimento difesa del Cittadino su enel energia per contratti non richiesti ha evidenziato che le truffe non sono cessate e che – come spiega Francesco luongo, vicepresidente di Mdc – “persiste il problema del sistematico rimpallo di responsabilità con le società incaricate del procacciamento dei clienti". davanti alla richiesta di conferma di un contratto, e qualora non si sia certi di avere inoltrato la domanda, l’associazione consiglia di accettare la registrazione della telefonata e poi di dire chiaramente di no.

I dati sono della stessa Aeeg e ven-gono ripresi da Federconsuma-tori per denunciare che "da tre anni a questa parte le offerte non sono allettanti e troppa gente pa-ga di più del mercato tutelato". Al termine dell'ultima indagine nazionale, la settima, giuseppe scarcelli e Mauro zanini con-cludono che "il quadro è deso-lante, fatto di scarsa concorrenza, proposte poco trasparenti e ca-rente informazione ai cittadini". Uno scenario in cui trovano spa-zio i contratti-truffa e gli indici di morosità in forte aumento. Il caro bollette, invece, fortunatamente è

stato attenuato dagli effetti della recessione e delle riforme intra-prese dall'Autorità, che hanno fat-to abbassare le tariffe – come sot-tolinea il suo presidente, guido bortone – complessivamente del 7% su base annua con un leggero ritocco dovuto agli oneri di siste-ma. E sulle quali il governo a fine 2013 ha dato un'ulteriore sforbi-ciata con il decreto "Destinazione Italia". "Ma – ricorda Mauro Za-nini, che di Federconsumatori è anche vicepresidente – quella del 2013 è comunque passata agli an-nali come la bolletta elettrica re-cord dal dopoguerra ad oggi. La

spesa per una famiglia tipo che consuma annualmente 2.700 kWh è stata di 515 euro, +80% se prendiamo in esame gli ultimi se-dici anni!".Eppure, alla luce di un attento con-fronto che risulta, però, assai ar-duo per via della complessità della formazione del prezzo e del lin-guaggio disomogeneo dei vendi-tori, i risparmi, sebbene contenuti, sarebbero possibili e in leggero au-mento. "Le tre migliori offerte ri-velate dalla nostra indagine – spie-ga Zanini – sono più convenienti dal 12% al 9% annuo rispetto al servizio di maggior tutela del gas.

consumatorigennaio-febbraio 2014

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numeri e indirizzi utili

per informazioni e reclami:

sportello del consumatore

numero verde 800.166654

per comparare le offerte:Trovaofferte

http://bit.ly/trovaofferte

Per l'elettricità la convenienza è inferiore: del 5,39% per le offerte indicizzate e del 10,62% per quel-le a prezzo bloccato". In tutti i casi le proposte più invitanti si trovano online; peccato che la stragrande maggioranza degli italiani conti-nui ad ignorarle. Il modello delle assicurazioni appare lontano: solo il 2% delle attivazioni web avviene infatti utilizzando il comparato-re "Trova offerte" messo a dispo-sizione dall'Aeeg sul suo portale (www.autorita.energia.it) per quanto sia poco rappresentativo: solo una trentina sono le aziende presenti su base volontaria.

Maggior tutela Ma come funziona il regime di maggior tutela e qual è la sua ra-gion d'essere? Per quanto siano in molti non solo a Bruxelles a voler abbandonare questo regime pen-sato come "transitorio" verso la completa liberalizzazione, finora lo scudo ha ben "protetto" l'85% delle 29 milioni di utenze dome-stiche italiane, più le piccole atti-vità commerciali che vi ricadono sotto. "Il regolatore – continua Zanini – nel recepire le direttive europee ha previsto questo pas-saggio graduale in modo da non esporre a enormi rischi milioni di

continua a pagina 17 >

Vediamo come si compone il prezzo dell'energia e come ci collochiamo rispetto alla media europea. secondo i dati dell'autorità, il 60% degli italiani, quelli che consumano meno elettricità, la pagano anche di meno rispetto agli altri paesi europei. non così le piccole e medie imprese che non fruendo delle agevolazioni sono sottoposte a un esborso maggiore del 25%. i dati aggiornati al quarto trimestre 2013 indicano una spesa di 514 euro per l'energia elettrica di una famiglia tipo con consumi pari a 2.700 kWh/anno e potenza di 3 kW, in regime di maggior tutela. di questa torta una metà circa è data dai costi di produzione (acquisto all'ingrosso e commercializzazione dell'energia), 1/3 dai servizi di rete (trasporto, distribuzione locale, gestione del contatore e oneri di

La bolletta fatta a fette

Come si compone la spesa per un utente tipo domestico a regime di maggior tutela

Fonte Aeeg, dati I trimestre 2014

sistema, il principale dei quali è dato dagli incentivi alle rinnovabili con l'aggiunta da quest'anno delle agevolazioni per le imprese energivore); infine poco meno del 15% sono imposte. Qui la voce si biforca in accise, applicate all'energia consumata indipendentemente dal contratto o dal venditore (ridotte per l'abitazione di residenza con consumi fino a 1.800 kWh), e iva (per i clienti domestici ridotta al 10%) che si spalma sul costo totale della bolletta. un'ingiustizia per le associazioni che si battono contro la "doppia tassazione"sugli oneri di sistema. la torta del prezzo del gas è un po' diversa. più alta qui è la bolletta: 1.200 euro annue per un utente con consumi di 1.400 metri cubi nel mercato tutelato. nella ripartizione

il rapporto servizi-imposte è invertito e penalizzante per gli italiani la cui imposizione fiscale supera il 35% contro una media europea del 20%. Circa il 17% è assorbito dai servizi di rete e intorno alla metà, come per la luce, o poco meno va nell'acquisto della materia prima. uno spazio quest'ultimo che si è ridotto del 10% dal 2009 al 2013, subito riempito dal carico fiscale. Carico composto da una voce in più che è l'addizionale regionale, sebbene essa incida per un 2% sul totale della bolletta. le accise variano su base regionale: al centro-nord sono più alte che al sud, nelle regioni a statuto speciale assenti. l'iva, anche qui applicata sulla somma di tutte le voci, per gli usi civili è del 10% per i primi 480 mc di gas, del 22% su tutti gli altri consumi.

gas

35,25%imposte

16,86%distribuzione

47,89%acquisto e vendita

approvviggionamentoe rischio

vendita al dettagliogradualità

41,24%

5,67%0,98%

energIa eleTTrICa

13,30%imposte

35,46%distribuzione

51,24%acquisto e vendita

oneri generali

costi di retee misura14,71%

20,55%

primo piano consumi e diritti

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di Massimo Montanaridocente di storia medievale e di storia dell’alimentazione, università di Bologna

cibo è cultura

Massimo Montanariiversità di Bologna

cibo è cultura

persone che non hanno confiden-za col libero mercato". Mai profe-zia si rivelò più azzeccata. Ma chi è l'Acquirente Unico? È una spa che acquista all'ingrosso a nome dei piccoli consumatori del "mercato tutelato". Compra l'ener-gia alle condizioni più favorevoli e poi la cede ai distributori come Enel (143, che gestiscono la rete su concessione ministeriale) o ai venditori al dettaglio, che con i pri-mi tra parentesi stanno litigando per avere remunerate le riscossio-ni. Il prezzo viene aggiornato tri-mestralmente in base agli acquisti e alle stime per i mesi successivi. Simile è il meccanismo applicato al gas, dove per stabilizzare il prez-zo occorre attenuare l'effetto alta-lena dei listini degli idrocarburi.L'aspetto paradossale è dunque che abbiamo da una parte un mer-cato eccessivamente frastagliato in cui operano per giunta società verticalmente integrate che non consentono reali passaggi tra sog-getti. Dall'altra l'Acquirente Uni-co che è in grado di colmare que-sta lacuna facendo "massa critica", ovvero comprando ai prezzi mi-gliori sulla piazza. Un po' lo stes-so circolo virtuoso che sul versan-te del consumo finale perseguono i consorzi di energia a favore delle imprese associate – come il bolo-gnese Galvani, nato dalla sinergia tra Legacoop e Unindustria – o per l'utente domestico quel che rappresentano i gruppi d'acquisto. Un fenomeno nuovo per il no-stro paese. Il primo è stato istituito dall'associazione altroconsumo che ha raccolto 170 mila adesio-ni ad "Abbassa la bolletta". "Ai sot-toscrittori proponiamo un’offerta unica per la fornitura di luce e/o gas – dice Altroconsumo – con un risparmio medio sulla combi-nazione delle due bollette di 190 euro l'anno". Ma non tutti (vedi in-tervista) sui gruppi d'acquisto so-no pronti a scommettere.

Cesenatico, 1361. Sulle banchine del porto, un gruppo di mercan-ti fiorentini sta scaricando le sue mercanzie quando irrompe un gruppo di armati al comando di Giovanni Manfredi, residente nel castello di Bagnacavallo dopo essere stato cacciato da Faenza. I suoi uomini assalta-no i mercanti e fanno man bassa dei loro beni. Qualche tempo dopo, un elenco precisa quanto è stato rapinato: fra le altre cose figurano quattor-dici dozzine di forchette ad comedendum macherones, «per mangiare maccheroni». Forchette specialmente destinate al consumo di pasta? E quale forma particolare dovrebbero avere? In realtà, non è questo il problema. Il fatto è che, nel Medioevo, le forchette servono quasi solo a mangiare la pasta. Per la maggior parte dei cibi si preferiscono le mani, il cui corretto uso è descritto e raccomandato nei manuali di “buone maniere” che a iniziare dal XIII secolo compaiono in Europa, a uso dei rampolli dell’alta società. Queste “maniere” mirano a differenziare il comportamento dei signori da quello dei contadini, che, si legge, non usano tre dita per pren-dere i pezzi di carne, ma l’intera mano; e non si vergognano di intingerla nel sugo e poi succhiarla, come un signore non dovrebbe mai fare. E via dicendo. Dalla lettura di questi testi comprendiamo come le mani siano ritenute lo strumento ideale per afferrare il cibo solido (solo per le vivan-de liquide si preferisce il cucchiaio, per motivi più che ovvi). Ciò sarà vero per secoli in Europa: ancora nel Seicento e nel Settecento vi sarà chi deplo-rerà quest’uso, ritenendolo sconveniente al gusto perché il buon sapore dei cibi non bisogna alterarlo mettendosi in bocca del metallo. E c’è anche dell’altro: maneggiare il cibo, toccarlo, tastarlo, è un piacere che non ci si vuol negare. In questa Europa che non ama la forchetta, solo un genere di cibo sembra richiederla: la pasta. Bollente e scivolosa (per secoli, condita esclusiva-mente con burro e formaggio), la pasta si gestisce male con le mani. Il primo ricettario italiano, agli inizi del Trecento, raccomanda di prendere le lasagne con un legno appuntito (punctorio ligneo) onde evi-tare spiacevoli scottature. Anche nelle novelle medievali appaiono personaggi con la forchetta in pugno, intenti a infilzare maccheroni o ad avvolgere spaghetti. Non è dunque un caso che l’Italia, paese della pasta, sia anche il luogo in cui prima che altrove – già sul finire del Medioevo – si diffonde l’uso delle forchette. Quelle rapinate al porto di Cesenatico nel 1361 servivano appunto a questo: ad comedendum macherones. Per la cronaca: gli eredi di quei mercanti, una generazione più tardi, erano ancora in lite con l’erede di Giovanni Manfredi (il signore di Faenza Astor-gio) per farsi risarcire il valore delle 168 forchette, stimato in oltre 30 lire.

Le forchettee i maccheroni nell'Italia del 1300

primo piano consumi e diritti 17consumatorigennaio-febbraio 2014

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Quanta acqua dolce è quotidia-namente a disposizione dei viventi sul pianeta Terra? E quanta gli uomini ne trattengono impropria-mente, modificando il ciclo idrologi-co e scompensando le risorse idriche? Domande quanto mai pertinenti, sentite anche dai nostri lettori e che permettono di parlare di quella che, in modo scorretto, chiamiamo elemento (è in realtà un composto di idrogeno e ossigeno) e che è alla base delle vite dei miliardi di esseri sulla Terra. Cominciamo subito col dire che la quantità teoricamente a disposizione di acqua sarebbe enorme: più di 10.000 litri al giorno per persona. E già da questo si comprende che qualche problema c’è: come mai, con così tanta acqua, ci sono popoli che soffrono la sete e altri che la gettano via? La prima ragione è geologica: l'acqua non è presente dappertutto in maniera omogenea sulla Terra, ci sono regioni ricchissime naturalmente e altre quasi prive. L'altra, però, è di natura economica: la distribuzione dell'acqua non avviene dappertutto allo stesso modo del mondo ricco, anzi, ci sono regioni del pianeta in

Risorsa acquail problema è ridurre sprechi e consumarne meno

di Mario Tozziprimo ricercatore Cnr - Igage conduttore televisivo

un pianeta da difendereun pianeta da difendere

cui basterebbe una semplice pompa a pedali per cambiare la vita dei suoi abitanti. Ogni anno la domanda di acqua mondiale incrementa e sempre più uomini e animali si trovano in difficoltà, anche se l’acqua sulla Terra resta più o meno quella, ragione per cui le falde vengono continuamente sovraescavate e in molte regioni scoppiano veri e propri conflitti per la sete. I consumi d’acqua sulla Terra sono molto diversi: nell’America del Nord ogni famiglia consuma circa 350 litri al giorno, mentre in Europa il consumo scende, di media, a 165 litri al giorno e in Africa precipita a soli 20 litri. Nei prossimi 20 anni la quantità media di acqua pro-capite diminuirà di un terzo rispetto a oggi, contri-buendo, fra l’altro, ad aggravare i problemi della fame nel mondo. Ogni anno muoiono oltre due milioni di persone per malattie causate dall’acqua inquinata e oltre 700.000 persone sono rimaste vittime, nell’ultimo decennio, degli effetti catastrofici di eventi naturali provocati dalle inondazioni. E, infine,

ci si mette pure il cambiamento climatico, con la fusione dei ghiacciai che porta una diminuzione dello stock idrico globale. Le necessità quotidiane di acqua potabile per gli esseri umani sono in realtà basse: quattro - cinque litri per persona ed è noto che i nomadi del deserto sono in grado di lavarsi completamente con il contenuto di una sola bottiglia di acqua. Ma produrre generi alimentari per gli uomini necessita di molta più acqua, da 2.000 a 5.000 litri al giorno: è in questo campo che si dovrebbe risparmiare recuperando acqua già usata e utilizzando finalmente metodi di irrigazione per sgocciola-mento e non più per canalizzazione. Basterebbe poco: migliorando l’efficienza dell’acqua dell’1% si guadagnano circa 200.000 litri di acqua dolce per ettaro per anno. Tutti buoni propositi che si scontrano con la realtà di un essere vivente, l'uomo, che è in grado di sconvolgere anche il ciclo dell'acqua, non tanto diminuendone la quantità complessiva, quanto piuttosto trattenendo più del necessario grosse quantità di acqua e rallentando il tempi del ciclo stesso.

l'indirizzo per porre quesiti a Mario Tozzi è: [email protected] Consumatoriviale a. Moro, 16, 40127 Bologna

Ho da tempo un’apprensione particolare verso la regina delle risorse del pianeta e cioè l’acqua. Ne facciamo un uso sconsiderato e ne intrappoliamo tanta in condutture e serbatoi (...). Marco saracini (Cupramontana, ancona)

È verosimile la teoria secondo la quale lo scioglimento progressivo dei ghiacci polari a causa del riscaldamento globale, andrebbe a incidere sulla Corrente del Golfo? Massimo raccagni (Faenza)

Che rapporto c'è tra effetto serra, cambiamenti climatici e livello dei mari?Carlo Biscaro (Treviso),

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19consumatorigennaio-febbraio 2014 in primo piano attualità 19

Qui troverete un elenco di ben 17 categorie, dall'alimentazione all'ambiente, dall'economia alla cultura (l'elenco completo è nel box qui sotto). Per ognuna di que-ste potrete esprimere il vostro gra-do di interesse con un voto da 1 a 10. Se pensate che ci siamo di-menticati qualcosa, troverete una casella in cui poter aggiungere in-dicazioni non contemplate nel no-stro elenco.Le vostre pagelle ci aiuteranno a definire in futuro quali di queste categorie privilegiare ed a quali temi dedicare maggiore attenzio-ne. È un esperimento di coinvol-gimento che vuole anche aiutarci

a far conoscere il notiziario che già offriamo sul nostro sito web, ag-giornato quotidianamente che si integra con quello della nostra ri-vista cartacea.Ormai la grande maggiornaza delle famiglie italiane possiede un computer (o un tablet o uno smartphone) ed è abituata a navi-gare in rete. Per quelli che invece non usano questi strumenti è co-munque possibile inviare la vostra pagella anche via posta, scrivendo a Consumatori, viale Aldo Moro 16, 40127 Bologna. L'elenco dei temi è quello che trovate qui sotto a sinistra, per ognuno date la vo-stra pagella. Vi aspettiamo!

Cosa vorreste trovare sul-le pagine di Consumatori, quali argomenti ritenete più interessan-ti e vorreste leggere sulla nostra rivista? Per rendere ancor più ef-ficace il lavoro di confronto ed ela-borazione che facciamo quotidia-namente nella nostra redazione, abbiamo pensato di chiedere un aiuto anche a voi, i nostri lettori, quelli che ogni mese hanno nelle loro case la nostra rivista. La cosa è molto semplice, basta ve-nire sul nostro sito internet www.consumatori.e-coop.it (o diretta-mente a questo indirizzo http://bit.ly/sondaggio-Consuma-toriCoop).

votate per deciderei temi degli articoli di Consumatori

ecco l'elenco dei temi su cui esprimere il vostro interesse con un voto da 1 a 10:1) Corretta alimentazione, 2) salute e benessere, 3) difesa dell’ambiente, 4) Cucina ricette, 5) diritti e tutela dei consumatori, 6) economia e risparmio,

7) guida agli acquisti/informazioni sui prodotti, 8) prodotti Coop, 9) attualità, 10) solidarietà, 11) Viaggi/vacanze, 12) diritti sociali/famiglia, 13) Cultura (libri, dischi, mostre), 14) notizie dal mondo

Coop locale

15) notizie dal mondo Coop nazionale, 16) politica, 17) Moda/costume.

ecco l'elenco

Sul nostro sito internet (www.consumatori.e-coop.it)abbiamo promosso un sondaggio con cui vi chiediamo di indicarci i temi per voi più interessanti da affrontare sulla nostra rivista

e ricordate che...oltre al sito internet www.consumatori.e-coop.it, i contenuti della nostra rivista sono disponibili anche su Facebook (www.facebook.com/ConsumatoriCoop) e su twitter (www.twitter.com/ConsumatoriCoop). Venite a trovarci anche lì e, se volete, cliccate "mi piace". Per chi possiede tablet e smartphone (sia apple che android) sono poi disponibili app scaricabili gratuitamente sia su app store che su Google play.

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20 primo piano società

TuTTi bocciaTiMolta Tv, tanto Facebook, pochi libri, scarsa istruzione è per questo che siamo (tornati) ignoranti?

A noi italiani ce lo ripe-tono da un po’, che siamo indie-tro sulla cultura e sull’istruzione. Ce lo dice anzitutto l’Ocse, che ha misurato le nostre competen-ze sia linguistiche che matema-tiche scoprendo che il 70% e più degli italiani non è in grado di leg-gere o scrivere un testo di media complessità. “Si tratta di persone - ha detto il linguista tullio de Mauro commentando questi da-ti – definite al di sotto dei requisti minimi per orientarsi nella vita di una società moderna. All’interno

di questo 70%, poi, c’è inoltre un 33% di persone che fatica anche a leggere frasi semplici, e sono per-ciò tagliate fuori da ogni informa-zione veicolata in forma scritta: avvisi al pubblico, cautele contro infortuni, indicazioni su medici-nali, istruzioni per l’uso e, ovvia-mente, libri e giornali”.

Consumi culturali in calo Con una situazione così dram-matica da un punto di vista della comprensione alfabetica e mate-matica, ovvio che calino anche i

di silVia FabbRi

I preCedenTICome uscirne?abbiamo deciso di tornare sulla questione dell’analfabetismo funzionale degli italiani per i numerosi riscontri ai nostri precedenti servizi, usciti – sullo stesso tema - nei numeri di ottobre e novembre di Consumatori. una vera e propria emergenza non solo culturale, ma anche sociale ed economica che allarma noi e i nostri lettori. Vogliamo ripercorrere, per sommi capi, perchè e come ci siamo messi in questa situazione. Ma soprattutto chiederci: come uscirne?

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consumatorigennaio-febbraio 2014

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consumi culturali. Lo ha anche misurato l’Eurobarometro: ap-pena l’8% ha molto interesse per i prodotti culturali come cinema, teatro, libri. Si dirà, forse è anche a causa della crisi… Invece no: in Italia si è ridotto anche il consumo di programmi culturali di TV e ra-dio, che non costano nulla. Colpi-sce in particolare l’ulteriore calo del 7% della lettura di libri, visto che si parte comunque da un dato bassissimo: solo il 56% degli italia-ni ne ha letto almeno uno negli ul-timi 12 mesi. Il rischio che corre il paese non consumando i prodotti del sapere non è solo riferito alla mancata crescita individuale del-le persone, e alla perdita di senso critico, ma è anche un fatto econo-mico: l’industria culturale (cioè editoria, cinema, musica e produ-zioni televisive) vale il 4,5 del Pil e occupa 300mila persone. Che diventano 4,5 se calcoliamo tutto l’indotto legato alla cultura.

il boom dei socialSi mollano libri e giornali, ma cre-scono i social network: Facebook è frequentato dal 70% delle per-sone che utilizzano internet. Che sono ancora in crescita, dice l’ulti-mo rapporto del Censis. Visto che sono ormai il 63,5%; ma la per-centuale sale nettamente nel caso dei giovani (90%), delle persone

più istruite, diplomate o laureati (84%) e dei residenti nelle grandi città (83%).

la crisi taglia i fondiPer la cultura spendono poco gli italiani e spende poco, sempre meno, anche l’Italia. Lo segna-lano i budget statali per cultura e istruzione, che sono tra i più bas-si dell’Ue: il bilancio del ministero dei beni e delle attività culturali è passato dai 2,7 miliardi di euro del 2001 a 1,5 miliardi del 2013, e an-che per l’istruzione siamo tra gli ultimi in rapporto al Pil. Sarà per questo che la nostra scuola produ-ce diplomati poco formati in rela-zione al mercato del lavoro? “I gio-vani – ha spiegato il governatore di Bankitalia ignazio Visco al Sole 24Ore – trovano nel sistema sco-lastico un’offerta formativa spesso inadeguata e ancora tradizionale, pagando con bassi salari e condi-zioni di lavoro precarie l’incompa-tibilità tra ciò che sanno e ciò che viene loro richiesto”. Di fatto, ora-mai si è sancita una sostanziale di-sparità tra le opportunità di studio e di formazione: “Chi è abbiente può frequentare le migliori uni-versità, anche all’estero – ha det-to al nostro giornale elisa Man-na responsabile settore politiche culturali del Censis – viaggiare, studiare le lingue e specializzarsi.

Chi appartiene alle classi meno abbienti non scommette più sul-la cultura, e perciò sul futuro, dei propri figli”.

più sei poveroe meno studi Infatti, sono calate le iscrizioni universitarie dei ragazzi con diplo-mi tecnici o professionali tradizio-nalmente provenienti da famiglie meno agiate (in meno di 10 an-ni del 40%) – e sono aumentate quelle iscrizioni dei diplomati dei licei (dell’8% nello stesso periodo di tempo). Quel che non aumen-ta è la percentuale italiana di lau-reati, tra le più basse dell’Unione: il 13,8% nel 2012. La media euro-pea è del 30%. Il nostro paese - ha scritto lo scrittore Marco lodo-li che da anni si occupa anche di scuola – “è tornato ad essere fero-cemente classista: ai poveri gli si butta un osso e un’emozione della De Filippi, li si lascia nell’abbruti-mento e nell’ignoranza, mentre ai ricchi si aprono le belle strade che vanno lontano”. E si aprono attra-verso l’istruzione che spesso lascia indietro chi non proviene dalle fa-miglie più fortunate.

l'importanzadella grammatica“La fortuna di un popolo dipende dalla stato della sua grammatica.

70% 13,8%

italiani incapaci di leggere un testo scritto di media complessità italiani laureati

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22consumatorigennaio-febbraio 2014

Ha lottato contro l'a-nalfabetismo uscendo dalle aule e inseguen-do ai ragazzi per le strade di molte città d'I-talia. Oggi Marco Rossi Doria è sottosegretario all'Istruzione. A lui ab-biamo chiesto come si è creata questa situazio-ne e che fare per uscir-ne.

oltre il 70% degli italiani non è in grado di com-prendere un testo scritto di media complessità. Cosa ha provocato questa catastrofe sociale?È un fenomeno complesso e sono quindi comples-se anche le cause. Intanto siamo un Paese che ha conquistato la scolarità di massa e vinto la lotta contro l’analfabetismo relativamente tardi. Nel 1900 l’analfabetismo in Italia superava il 48%, mentre in Austria era vicino all’1%. L’Italia sconfig-ge questa piaga soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ed è nel 1962, con la riforma della scuo-la media unica, che si realizza finalmente il detta-to costituzionale che prevede otto anni di scuola obbligatoria per tutti. Quindi siamo un Paese che ha conquistato le lettere da poco e con forti divari territoriali. La società di massa, con le sue radio e soprattutto con le sue televisioni, è arrivata in un tessuto sociale caratterizzato da un’alfabetiz-zazione recente, da grandissime differenze nei li-velli di istruzione sia tra zone geografiche sia tra gruppi sociali. Abbiamo cioè imparato a guarda-re la TV prima di esserci abituati a leggere molti libri e molti giornali.

in che misura le condizioni economiche e mate-riali di tante famiglie incidono su questo feno-meno? sono stati praticamente azzerati anche i fondi per il diritto allo studio. l’italia è dunque un paese sempre più classista, anche nell’ambito dell’istruzione?

Sappiamo con certezza che nel nostro Paese coin-cidono le mappe della povertà economica con quelle della povertà di istruzione. Questa corri-spondenza dà origine a un circolo vizioso difficile da spezzare: chi è figlio di genitori che hanno stu-diato poco e sono poveri ha maggiori probabilità di interrompere presto gli studi e formare una nuova famiglia povera. A mio avviso sono due le cause principali: una scuola iperstandardizzata, che fatica a trattenere i bambini e i ragazzi che più avrebbero bisogno di una buona istruzione, per colmare ritardi e divari di origine familiare; un’agenda politica poco attenta alla questione della povertà e poco predisposta a mettere in campo misure efficaci, non di tipo assistenziali-sta ma nella direzione della vera promozione so-ciale delle persone. Per superare queste mancanze serve una scuo-la capace di effettuare discriminazioni positive dentro a un’idea ricca di uguaglianza, basata sul principio di dare di più a chi parte con meno, e serve una politica di welfare innovativa e parteci-pata nei territori più in difficoltà. Bisogna inoltre realizzare percorsi di apprendimento nell’arco della vita: consentire a chi ha lasciato gli studi di riprenderli da adulto, di formarsi e aggiornarsi più volte. E garantire su tutto il territorio percorsi di formazione professionale e apprendistato di qualità. Per troppo tempo abbiamo pensato che il “saper fare” fosse un sapere di serie B in cui non conta “saper imparare”. Oggi, poi, conoscere il mestiere significa anche dover apprendere con i mezzi informatici e la rete, sapere l’inglese, avere elementi di cultura generale, apprendere ad ap-prendere.Garantire il diritto allo studio è un obbligo costitu-zionale: dopo una stagione di tagli all’istruzione, tra il 2008 e il 2011, stiamo finalmente riuscendo a invertire la tendenza. Nel decreto sull’istruzio-ne convertito in legge di recente dal Parlamento sono previsti nuovi investimenti per il diritto al-lo studio, il welfare dello studente e il contrasto all’abbandono scolastico.

“Ripartire dall'idea di uguaglianzae rimettere l'istruzione al centro”

MaRCo Rossi doRiasottosegretario all'Istruzione

Parla il maestro di strada marCo rossi doria, oGGi imPeGnato Come sottoseGretario all'istruzione

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23 primo piano società

dalla televisione a internet, dalle tecnologie digi-tali agli smartphone: che tipo di ruolo hanno gio-cato questi fattori, specie tra i più giovani?Ho assistito a questi cambiamenti facendo il ma-estro elementare. Ho un’opinione abbastanza negativa degli effetti della televisione: i ragazzini dei quartieri poveri della zona di Napoli, che un tempo giocavano e socializzavano nei cortili e nelle strade, avevano molte difficoltà ma sapeva-no chi erano e sapevano fare tante cose. Facevano volare gli aquiloni, costruivano carretti, eccetera. La TV ha tolto dalla strada e dai suoi pericoli ma ha sottratto anche identità, socialità, esperienza del mondo. Ha presentato modelli irraggiungibi-li, di successo facile, aumentando frustrazione ed apatia. I mezzi di comunicazione non vanno mai demonizzati e la TV ha cambiato anche in modo positivo le nostre vite. Però ci ha indubbiamente tolto qualcosa. Vi è poi una televisione educativa – che in Italia ha fatto del bene, ma che da anni è purtroppo minoritaria.

e invece cosa pensa delle tecnologie digitali?Sono strumenti interattivi e di socializzazione e inoltre prevedono sempre un ruolo attivo dell’u-tente. Qui io credo che siamo di fronte a un cam-biamento davvero epocale, non soltanto cultura-le, ma antropologico. I bambini e ragazzi di oggi imparano in modi diversi da come imparavamo noi. Le scuole si stanno confrontando con tutto questo e ci raccontano di tante difficoltà a tene-re l’attenzione dei cosiddetti “nativi digitali”, ma anche di tante potenzialità per innovare la didat-tica. Noi adulti dobbiamo stare sempre attenti a non negare la quantità di sapere e capacità che i ragazzi dimostrano – spesso superiore alla no-stra – nella padronanza dei mezzi tecnologici. La scuola deve ormai prenderne atto e aprire le por-te a queste competenze. Poi però ci sono delle cose su cui si deve continuare a lavorare come una vol-ta: fare il dettato, curare l’ortografia, saper fare le operazioni, eccetera. Questi sono i cosiddetti al-fabeti di cittadinanza: conoscenze e competenze irrinunciabili che ciascuno deve acquisire presto e in modo solido, perché servono per tutta la vita. Infine dobbiamo stare attenti perché questi nuovi mezzi creano anche nuovi “gap” che si somma-no a quelli precedenti: il “digital divide” ne è un esempio. Oggi saper utilizzare un pc per fare una semplice ricerca di informazioni su Internet è una

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"la tV ha sottratto identità, socialità, esperienza del mondo; e ha presentato modelli irraggiungibili, di successo facile, aumentando frustrazione ed apatia"

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competenza che fa la differenza tra chi può eser-citare la cittadinanza in un certo modo e chi no.

Quali conseguenze – e quali sofferenze verrebbe da dire - si porta dietro questa condizione?Quelle che sono sotto gli occhi di tutti: in Italia i consumi culturali sono infimi, la dispersione sco-lastica rimane tra le più alte d’Europa e c’è indub-biamente una scarsa cultura democratica, che è parente stretta di una società con divari enormi al proprio interno e in possesso, mediamente, di pochi strumenti critici ed analitici validi per af-frontare il presente e costruire le proprie opinioni informate. Quel che è peggio è che aree intere del Paese sono abbandonate al rischio di esclusione economico-sociale proprio a causa del circolo vi-zioso tra povertà e povertà di istruzione. Questa determinazione sociale e geografica delle oppor-tunità è una contraddizione enorme e intollera-bile per un Paese democratico, europeo, membro della cerchia dei paesi cosiddetti “avanzati”. lei, professore, ha a lungo lottato contro l’abban-dono scolastico. la battaglia però non è stata vin-ta: l’italia è uno dei paesi con il più alto tasso di abbandoni o con una frequenza scolastica tanto precaria da rendere impossibile il conseguimen-to del successo formativo. Quali errori sono sta-ti compiuti? C’è stata la reale volontà politica di contrastare il fenomeno?La battaglia non è ancora stata vinta – siamo al 18,2% di abbandoni scolastici precoci, contro una media europea del 13,5% e lontani dall’obiettivo per il 2020 del 10%. Va detto, però, che la dispersio-ne è in calo costante, seppure molto lento, da al-meno vent’anni. Alcune cose sono state fatte: è au-mentata la conoscenza e la consapevolezza attor-no al fenomeno. Ne conosciamo le cause e, grazie a positive esperienze realizzate da attori pubblici e del privato sociale, come il progetto "Chance" a Napoli o "Provaci Ancora Sam" a Torino e altri, ab-

biamo anche qualche idea su come prevenire gli abbandoni e recuperare chi ha lasciato la scuola per offrire una seconda occasione formativa. È mancata la continuità: spesso queste esperienze, invece di essere fatte proprie dalle istituzioni, so-no state lasciate sole. Alcune continuano a lavo-rare nonostante le crescenti difficoltà, altre hanno chiuso. Ciononostante alcune di queste pratiche hanno trovato diffusione all’interno di tante scuo-le “normali”: È da molti anni, purtroppo, che l’istruzione non è al centro dell’agenda politica nazionale. Per alcu-ni di questi anni, addirittura, si è parlato di scuola come di un peso sulla finanza pubblica. Questo non ha certo aiutato a sostenere le pratiche più efficaci che tante scuole portano avanti. Per fortu-na, come dicevo, stiamo riuscendo con il Ministro Carrozza a invertire questa tendenza. Io credo che i tempi siano maturi per accelerare su questo pia-no e raggiungere i livelli europei nel giro di qual-che anno.

Cosa direbbe a un giovane che decide di interrom-pere gli studi?Gli direi che a volte noi adulti tendiamo a pensare che chi lascia la scuola non potrà fare niente nel-la vita, o peggio, in certe zone, diventerà di sicuro un criminale. Invece non è così. Certi automatismi sono sbagliati e controproducenti. Se un ragazzo ha lasciato gli studi, molto probabilmente avrà ottime ragioni di risentimento verso la scuola. Gli direi di pensare bene a cosa vuole fare, di immagi-nare un mestiere che gli piace e di provare a farlo. Tenendosi pronto per ricominciare a formarsi al-tre volte nel corso della vita, per prendere il titolo che ora non ha raggiunto e chissà, magari pren-derne anche altri in futuro. C'è chi è andato più tardi alle scuole serali, con successo. Dobbiamo potenziare tutte le occasioni di studio permanen-te e ricorrente nelle diverse età. Nella vita niente è mai detto una volta per sempre.

8% 63,5%

italiani molto interessati al consumo di cinema, teatro, libri

italiani che utilizzano Internet

consumatorigennaio-febbraio 201424

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primo piano società

la sua cattedra era una telecamera Rai e il suo nome era alberto Manzi. Condusse per quasi 10 anni “non è mai troppo tardi” e faceva, dietro la telecamera, quel che avrebbe fatto in una qualsiasi classe elementare del paese: insegnare l’italiano. Contrastare l’analfabetismo dell’italia di allora con semplici lezioni tenute con il solo ausilio della lavagna. le trasmissioni avvenivano nel tardo pomeriggio, prima di cena… una vera e propria scuola serale.

MosTre, ConvegnI e seMInarILa cattedra televisiva di Alberto Manzi

sarebbe utile ancora oggi, no? Ma forse la sua trasmissione verrebbe tagliata per mancanza di audience. perché farebbe parte - come dice Marco Rossi doria in queste pagine - della tv che oggi è minoritaria. tutti gli aspetti dell’attività ancora oggi modernissima del maestro Manzi verranno analizzati con uno sguardo soprattutto alla multiculturalità: fu infatti maestro anche in carcere, fu viaggiatore e,

nell’ideare trasmissioni anche per i migranti, si propose di capire cosa, della lingua italiana, è fondamentale apprendere subito. le iniziative dedicate a “lo sguardo multiculturale di alberto Manzi” (anche in collaborazione con Coop adriatica) si svolgeranno fino all’aprile di quest’anno tra le province di Forlì-Cesena e Rimini. Mostre, seminari, proiezioni di filmati, convegni: il programma completo sempre sul sito www.centroalbertomanzi.it

Non esiste grande nazione senza proprietà di linguaggio”, scriveva Fernando Pessoa, un poeta che di linguaggio s’intendeva. E anche sul fronte della grammatica il futu-ro è fosco. Forse perché si leggono pochi libri, o forse perché l’unica scrittura – e lettura - molto prati-cata è quella sui social network, ci portiamo dietro un’ondata di errori grammaticali che farebbe-ro sobbalzare sulla sedia una ma-estra elementare. “Ha” senza ac-ca, congiuntivi inesistenti, doppie che saltano… sì scriviamo molto – e per molti linguisti, come De Mauro, “l’importante è che si scri-va o si legga e in fondo i social net-work hanno incrementato lettura e scrittura” – ma spesso scriviamo in modo sbagliato trascinando-ci dietro errori e diffondendoli. È involuzione o evoluzione del lin-guaggio? Non è un caso che il sot-tosegretario all’istruzione Marco Rossi Doria, con un’esperienza da maestro e grande combattente per il diritto all’istruzione dei ragazzi

del sud, spiega nell’intervista che pubblichiamo in queste pagine che è importante continuare a la-vorare “come una volta: fare il det-tato, curare l’ortografia, saper fare le operazioni, eccetera. Questi so-no i cosiddetti alfabeti di cittadi-nanza: conoscenze e competenze irrinunciabili”.

un paese perdenteMa i danni dell’incultura non si limitano a qualche doppia persa per strada. Perdere sul fronte della cultura significa anche perdere sul fronte sociale ed economico. “Un paese ignorante è un paese che con maggiore difficoltà può uscire dal-la crisi che ci attanaglia” scriveva qualche tempo fa il filosofo um-berto galimberti. “Una società che non comprende ciò che leg-ge e che non sa utilizzare le pro-prie conoscenze matematiche per interpretare i numeri riportati sui giornali o che sente in televisione, è una società schiava di chi la go-verna”, ha sintetizzato Roberto

saviano in un suo articolo di qualche tempo fa. Un paese igno-rante è un paese perdente su tutti i fronti, spiega ancora Visco: “Per il sistema produttivo un capitale umano adeguato facilita l’adozio-ne e lo sviluppo delle nuove tec-nologie, costituendo un volano per l’innovazione e quindi per la crescita economica e per l’occu-pazione. Formazione dei lavora-tori, abilità manageriali e capaci-tà organizzative rappresentano risorse fondamentali nell’ambi-to del cosiddetto “capitale basato sulla conoscenza”. Qual'è la strada oggi per recuperare il tempo per-duto e rifondare una società della conoscenza che ci consentirebbe di uscire da questa emergenza? Noi lo abbiamo chiesto al sotto-segretario all’istruzione, convinti, con lui, che l’unica strada possibi-le sia quella di puntare sull’istru-zione, arginando la dispersione scolastica soprattutto al sud. Per ricominciare a leggere e a studia-re. Piccoli e grandi. ●

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26 primo piano ambiente

avicoop del gruppo Amadori che si occupa di car-ni e pollame a San Vittore (provincia Forlì-Cesena). Qui è stato attivato un impianto di cogenerazione della potenza di 3 MW che ha prodotto oltre 21 milioni di kWh elettrici, pari quasi al 42% del fab-bisogno elettrico dello stabilimento. Inoltre si sono recuperati 20,7 milioni di kWh termici e sono co-sì state evitate emissioni di CO2 pari a circa 3.000 tonnellate. Per la seconda categoria, relativa alla quantità di consumi aziendali soddisfatti da fonti rinnovabili, il riconoscimento relativo al 2012 è andato al Centro latte di bressanone (provincia di Bolzano), do-ve è stato realizzato un impianto fotovoltaico di 180 kWp sul coperto dello stabilimento e si è provvedu-to all’acquisto di tutta la restante energia elettrica da fornitore locale che utilizza solo fonti rinnovabili (idroelettrico). Per la terza categoria, che premiava il numero e l’im-portanza delle azioni poste in essere per produrre o ottimizzare l'utilizzo dell'energia, il riconoscimento

Ben 168 imprese fornitrici aderenti, col coinvolgimento di 218 siti produttivi, tutti italiani. Considerando i soli interventi effettuati dai 15 for-nitori più virtuosi del progetto, si può stimare nel 2012 una riduzione delle emissioni dell’ordine di grandezza di circa 19.000 tonnellate di CO2.Sta in queste cifre il successo dell’ottava edizione di Coop for Kyoto, il progetto nato nel 2006 con cui Coop, prima azienda al mondo, ha proposto ai for-nitori nella produzione dei propri prodotti a mar-chio, di aderire volontariamente e impegnarsi con-cretamente su obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra sanciti dal Protocollo di Kyoto. Di cosa si tratta? Si va dalla coibentazione delle strutture e per aumentare l’efficienza dell’energia termica, all’acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili, all’installazione di motori ad alto ren-dimento, la realizzazione di impianti fotovoltai-ci aziendali per la produzione di energia elettrica, all’installazione di sistemi di co-generazione e di impianti di produzione di energia elettrica da bio-gas derivante dalla digestione anaerobica degli scar-ti dello stabilimento.Come avviene già da 4 anni, a validare i dati e le in-formazioni provenienti dalle aziende aderenti si ar-riva con un piano di verifiche ispettive realizzate in base ad un accordo fra Coop e Bureau Veritas Italia. Il riconoscimento alle aziende che ottengono i ri-sultati migliori è suddiviso in tre categorie. Per la categoria che premia la dimensione dell’interven-to rispetto al fabbisogno dello stabilimento il ri-conoscimento relativo all’anno 2012 è andato alla

È arrivato all'ottavo anno di vita il progetto che coinvolge i fornitori del prodotto a marchio su progetti di risparmio energetico e sostenibilità ambientale: tre i vincitori, emissioni tagliate per 19 mila tonnellate di CO2

Coop for Kyoto coinvolge168 imprese "verdi"

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27consumatorigennaio-febbraio 2014

C’è la Regione emilia Romagna e ci sono soggetti imprenditoriali del livello di Coop italia, apoconerpo (realtà cooperativa che raggruppa migliaia di aziende agricole cui fanno capo 33.00 ettari di superficie coltivata), barilla (che da sola vale 2,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari), Cso (altra realtà cooperativa agricola che ha un fatturato aggregato di 1,8 miliardi di euro), granarolo (il più importante soggetto della filiera del latte in italia, con un fatturato di 849 milioni di euro) , granterre (che nel 2011 ha prodotto 130 mila forme di parmigiano) e unipeg (che riunisce 740 allevatori di bovini). tutti insieme in un progetto approvato dalla commissione europea che ha come obiettivo quello di ottenere una riduzione significativa delle emissioni di gas effetto serra da parte dei sistemi agricoli della Regione emilia-Romagna per la fine del 2016. parliamo di 200 mila tonnellate annue di Co

2/equivalenti da eliminare.

nel mirino di questo progetto liFe + Climate_Change-R finiscono dunque le emissioni di metano (CH

4),

protossido di azoto (n2o) e anidride carbonica (Co

2),

responsabili almeno in parte dell’alterazione del clima.il progetto Climate Change-R affronta questo tema all’interno della fase di produzione agricola sia vegetale che zootecnica, non più con una logica di singola coltura ma di sistema. Cuore dell’intervento è la definizione di buone pratiche, misurate secondo le regole dell’lCa (life Cycle assessment), per la coltivazione e per l’allevamento, lunga l’intera vita di un prodotto. le imprese che utilizzano tali tecniche possono coniugare produzioni di alta qualità con la sostenibilità ambientale e la maggior tutela della salute di consumatori e produttori. la definizione e la diffusione delle buone pratiche farà affidamento su un ampio percorso di condivisione con i portatori d’interesse regionali e su una consistente opera di informazione ai consumatori. Come evidente dai nomi dei partner, ad essere coinvolti sono i principali sistemi agricoli (e relativi prodotti) dell’emilia Romagna: frutta (pesche e pere); bovini da

latte (latte alimentare ad alta qualità e parmigiano-Reggiano) e da carne; colture per l'industria alimentare (pomodoro, grano duro e fagiolini). ulteriore supporto al progetto sarà dato dal Consorzio del Formaggio parmigiano-Reggiano. parliamo complessivamente di circa il 30% delle imprese agricole della regione e circa 7,5 milioni di consumatori, se consideriamo i soci Coop presenti a livello nazionale. tra le altre cose, proprio Coop avrà il compito di promuovere tra i suoi soci e consumatori le informazioni e il valore di questo progetto, per farne capire l’importanza e valorizzare i prodotti coinvolti. Ci sarà un apposito sito internet, una presenza sui social media, oltre a specifici incontri che verranno programmati nelle diverse realtà.le attività che verranno proposte all’interno delle aziende dimostrative sono frutto di sperimentazioni e di studi in gran parte già realizzati come tecniche di produzione integrata e di buone pratiche zootecniche. le tecniche già disponibili e quelle innovative verranno applicate in modo fra loro integrato cercando la massima sinergia.

L'agricoltura che riduce i gas serraUna sfida comune per tante imprese

è andato alla salov spa di Mas-sarosa (provincia di Lucca), che lavora olio di oliva e di semi. Qui si è realizzato un impianto di co-generazione a gas accoppiata a gruppo frigorifero, c’è stata la ri-progettazione della distribuzione elettrica nello stabilimento, c’è poi stata l’installazione di caldaie a ridotta potenzialità, la graduale installazione di inverter sui moto-ri delle pompe e altre cose ancora.Il successo nel corso degli anni

di Coop for Kyoto porterà a una prosecuzione di questa attività da parte di Coop per fornire un contributo concreto al raggiun-gimento dell’obiettivo “20–20–20” che l'Unione Europea si è data per il 2020 e cioè: miglio-rare del 20% l'efficienza degli usi finali dell'energia, ridurre del 20% le emissioni di CO2 (rispet-to alle emissioni del 1990) e fare in modo che il 20 % dell'energia utilizzata sia generata da fonti

rinnovabili.Dunque Coop lavorerà per esten-dere il numero di aziende coin-volte nel progetto e intervenire sui fornitori che finora sono stati meno virtuosi (in particolare sulle nuove aziende entrate nel proget-to), supportandoli in merito all’in-dividuazione di buone pratiche, fornendo informazioni e suppor-to tecnico, fino all’individuazione di fonti di finanziamento per pro-getti di risparmio energetico.

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prodotto coop

d i a n n a s o M e nzi

si arricchisce la linea vivi verde Coop di alimenti proteici vegetali dedicati a chi cerca alternative per una sana alimentazione quotidiana

Nel 2013 il consumo di carne degli italiani è diminuito con un taglio del 7 per cento nelle ma-cellazioni bovine, rispetto all'anno precedente. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che uno degli effetti più eviden-ti della crisi è il cambiamento nelle abitudini ali-mentari degli italiani. Un cambiamento che, però, non pare dovuto solo ed esclusivamente alla crisi, ma sembra sia da imputare anche a una diversa co-scienza di quanto sia il peso per l’ambiente della produzione di carne, e ultimo ma non da ultimo, una sempre migliore conoscenza delle norme di corretta alimentazione. Se la consapevolezza che la produzione di carne per l’alimentazione umana ha un elevato peso in termini di impatto ambien-tale spinge tanti verso l’alimentazione vegetaria-na (secondo Eurispes solo in Italia il 4,9% della

popolazione è vegetariana e 1,1% vegana), molti altri per ragioni di salute, di prevenzione, di gusto, di curiosità, cercano alternative alla carne. Certo è che dal punto di vista nutrizionale non esi-ste l’alimento perfetto che contenga tutte le sostan-ze essenziali, nella giusta quantità e che sia quindi in grado di soddisfare da solo le nostre necessità nutritive, senza creare scompensi, appesantimenti o altro. C’è un solo e unico modo per garantire, in misura adeguata, l'apporto di tutte le sostanze nu-trienti a noi indispensabili, ed è quello di variare e combinare il più possibile i diversi alimenti. Noi mediterranei abbiano una fortuna ed è la nostra tradizione che ha pochi eguali al mondo, abbiamo filiere produttive eccellenti, una quantità invidiabi-le di frutta e ortaggi a disposizione, abbiamo la pa-sta, la mozzarella, la pizza, il pomodoro, i latticini,

Vivi verdeper vegetariani (e non)

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29consumatorigennaio-febbraio 2014

la borsa in cotone solidal Coop racconta una storia di lavoro, emancipazione e dignità che, attraverso la trama del cotone sostenibile, unisce l’india e l’italia e coinvolge piccoli agricoltori di cotone e donne impiegate in una piccola fabbrica artigianale tessile in india. È realizzata grazie alla collaborazione tra l'istituto delle suore Francescane di s. elisabetta e Coop, il cotone viene trasformato in prodotti di abbigliamento o borse per la spesa che saranno acquistate nei supermercati coop.la storia parte dai campi di cotone dell’india, dove migliaia di famiglie contadine delle zone di andhra pradesh, Maharashtra e orissa nell’india centro-orientale, coltivano il cotone secondo i criteri del commercio equo e solidale. il loro raccolto viene conferito a pratima organic grower group e alla cooperativa Chetna organic, dove si segue la filiera Fairtrade, applicando cioè rigorosi standard di certificazione per migliorare la sostenibilità locale e proteggere l’ambiente in cui viene coltivato il cotone certificato.il raccolto poi viene lavorato e trasformato in filato, fino a diventare tessuto, che arriva nella fabbrica tuscany kerala garment di Madaplathuruth, nello stato del kerala (india). Questa fabbrica è nata grazie a un progetto di solidarietà supportato da Coop, in collaborazione con le suore Francescane di s. elisabetta di Firenze, presenti da tempo in india a Madaplathuruth, nello stato del kerala (india) e impegnate in azioni di aiuto verso le famiglie più povere, le donne e i bambini di strada.si è deciso di aiutare le donne del villaggio offrendo un lavoro dignitoso che permettesse loro di raccogliere sufficienti risorse per programmare un futuro più sereno. la fabbrica è stata inaugurata nel 2004 e a inizio 2006 le prime camicie solidal sono arrivate nei negozi Coop e ipercoop.lo stesso viaggio dall’india ai supermercati Coop in italia, è stato compiuto dalle borse solidal in cotone certificato Fairtrade.

il vino, i legumi, l'olio extravergine d'oliva. Sono i pilastri della dieta mediterranea, le materie prime di uno stile di vita che nel 2010 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità. Sulla base della dieta me-diterranea è stata rivista la piramide alimentare da Inran, oggi Cra-Nut (Centro di Ricerca per gli Ali-menti e la Nutrizione), piramide che vede alla base i cereali, insieme a frutta e verdura cioè gli alimenti di origine vegetale e via via a salire gli altri alimenti necessari a seconda che la frequenza di consumo consigliata sia giornaliera o settimanale. E trovia-mo in alto la carne, consigliata per un consumo ap-punto settimanale, come era tradizionalmente. Ma cosa proporre in alternativa alla tanto comoda e veloce bistecca o fettina?I legumi e la soia e tutti i suoi preparati molto noti fra i vegetariani, insieme ai cereali, sono una buona variazione al menu con carne. La linea vivi verde coop propone a base soia bur-ger, ragù, polpettine, fra i piatti pronti surgelati, preparati con materie prime da agricoltura biologi-ca, sono senza grassi tropicali e senza aromi, anche se naturali; burger e polpettine contengono una piccola percentuale di albume d’uovo, come in-dicato in etichetta, mentre il ragù no ed è quindi adatto anche a chi segue una dieta vegana. Sono surgelati, ma in padella, o in forno, in pochi minuti si cuociono diventando fragranti.Da febbraio tra i piatti pronti freschi vivi verde bio ancora con soia troviamo altri burger e tofu: il ca-glio di semi di soia, la preparazione è simile a quel-la del formaggio, si ricava dalla cagliatura del succo della soia e dalla pressatura successiva in stampi; assomiglia a un formaggio molle, ha sapore leggero e molto delicato, si presta ai più diversi abbinamen-ti in cucina per la preparazione di antipasti, primi piatti, fino ai dolci. Sempre da febbraio anche seitan alla griglia fra i piatti pronti vivi verde, preparato con glutine di fru-mento insaporito con salsa di soia, può essere pre-sentato così, dopo una rapida cottura, accompagna-to da un contorno di verdure fresche o grigliate, ma può anche essere trasformato in uno spezzatino ve-loce. Nuove anche le crocchette vegetali vivi verde, preparate con soia, farro fiocchi di patate e avena amido di riso, e di mais, insaporite con cipolla seda-no carota prezzemolo aglio zenzero, tutto da agricol-tura biologica; sono pronte dopo una veloce doratu-ra in padella o al forno.

NovitàsHoppeR solidal Coop in Cotone eQuosolidal FaiRtRade

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30 consumare informati tempo libero

Ci sono l'edonismo e il progressivo invecchiamento della popolazione che vuole tenersi in forma, l'onda lunga della new age e le fascinazioni d'Oriente, ma anche una semplice tendenza al ritorno alle poche cose che contano. C'è tutto questo e probabilmen-te altro dietro il successo del wellness e di une serie di prodotti ad esso collegati. Perlopiù accessori non troppo costosi che stanno sopravvivendo meglio di altri alle spending review cui ciascuno di noi sotto-pone i propri budget familiari.Vediamo alcuni di questi prodotti in formato da casa, facilmente acquistabili anche in molti ipercoop, con la premessa che non si può certo prescindere, per la salute del corpo e della mente, dall'esercizio fisico e da una sana e completa alimentazione, con alla base una rete di relazioni umane "vere" e non virtuali.

Un'oasi di benessere ("wellness" in inglese). Chi non la ricerca di questi faticosi tempi? Dai classici centri estetici, che assorbono il 35,8% dei 20 miliar-di complessivamente spesi dagli italiani per sentirsi meglio (siamo quinti al mondo in questa speciale classifica dietro Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Germania e davanti alla Spagna), si è passati oggi a molto di più, in un settore in costante crescita al ri-paro dai venti della crisi. Si è passati, dicono le elaborazioni Censis, alle ter-me (18,9%), a fitness, palestre e tecnologie connes-se (17,2%), alimentazione biologica e integrato-ri (8,6%), omeopatia, fitoterapia, erboristeria, ecc. (idem), bioarchitettura e arredi ergonomici (5,2%), agriturismo e beauty farm (2,6%), balli (2,4%) e par-chi divertimento (0,7%).

oasi di benesseredentro casaCambiano le abitudini degli italiani ma resiste l'attenzione al wellness e alle sue tante espressioni. tra massaggiatori a rullo e soluzioni anti-stress, ecco cosa si può portare facilmente a casa

di Claudio stRano

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31consumatorigennaio-febbraio 2014

CoMe orIenTarsI nel Mondo WellnessTRA MAssAggIATORI, EpILATORI E... fONTANE RELAx

LE MANI suL pORTAfOgLIMassaggiatore per spalle e schienada 50 a 80 euro plantare a vibrazioneda 60 a 80 euroEpilatore a luce pulsatada 300 a 400 euro

I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato

l'arte del... massaGGiatorenon sarà come andare in un bagno turco o sottoporsi alle cure di fisioterapisti esperti o di altri professionisti che sanno applicare le mani a scopi terapeutici, ma oggettini come il massaggiatore riscaldato con joystick e il rullo per spalle, collo e schiena, il plantare a vibrazione, il massaggiatore per auto o lo schienale per la vasca da bagno possono dare un apprezzabile sollievo e aiutare a stare meglio a qualunque età. esiste anche il tanto reclamizzato elettrostimolatore che tonifica il corpo e, per chi viaggia, il massaggiatore a percussione portatile. e qui è il caso di aprire una parentesi sul massaggio e le sue varie categorie. C'è quello shiatsu, vigoroso e profondo, che con la pressione ritmica delle dita stimola il ‘Chi’ (energia vitale), alleviando stress e tensione. per prepararsi allo shiatsu c'è poi il massaggio a rullo efficace per rilasciare la tensione muscolare: simula l’effetto delle mani che scivolano lungo la schiena. non troppo diverso è il delicato massaggio svedese che si fa scorrendo lungo la schiena. se lo si vuole più leggero ancora c'è il massaggio a vibrazione che stimola la circolazione e aiuta a ridurre l’irrigidimento di muscoli e articolazioni. per gli sportivi invece, ecco i colpi ritmici e alternati (massaggio a percussione) ripetuti in rapida sequenza in grado di distendere i muscoli e diminuire il rischio di stiramenti e strappi muscolari. Migliora l’ossigenazione del sangue l'energico massaggio tapping che si fa picchiettando sulla pelle. una grande sensazione di leggerezza in tutto il corpo, infine, offre il massaggio a compressione: ottimo per sciogliere muscoli irrigiditi, alleviare la tensione anche sulle tempie e donare sollievo ai piedi stanchi. per questi c'è pure

l'idromassaggiatore plantare con scalda acqua che, accanto alla fascia esfoliante e alla spugna massaggiante, compone il set più prettamente da bagno, mentre in camera ci sono poltrone e letti tutti con vibrazioni ad effetto rilassante.

ePilatore a luCe Pulsata

Qualche riga a parte merita l'epilatore a luce pulsata che dai centri estetici è arrivato nelle case. È uno dei metodi più efficaci per eliminare i peli superflui e risollevare l'indice di gradimento nelle donne. la luce pulsata, come spiega altroconsumo, non solo depila (cioè elimina la parte visibile del pelo) ma epila, strappandolo alla radice. un metodo più doloroso con il vantaggio di ritardare i tempi di ricrescita. il principio è quello della fototermolisi selettiva che "distrugge con il calore" il singolo bulbo. Questi epilatori hanno filtri uV per evitare danni alla pelle e un interruttore di sicurezza per evitare flash accidentali. la luce pulsata, infatti, non può essere utilizzata da chiunque e bisogna tener conto di molte variabili, a partire dalla pelle e dal colore dei peli. su pelle chiara e peli scuri si hanno i migliori risultati. sei sono i fototipi che vengono classificati in base alla maggiore (primo fototipo) o minore (sesto fototipo) sensibilità ai raggi uV.

Quando oCCidente Fa rima Con orienteil concetto di wellness è abbinato solitamente a quello di health (salute) sotto il quale ricadono i dispositivi medico-sanitari.

si parte dai banali cerotti antidolore e dai comuni apparecchi per la diagnostica (termometri, misurapressione, ecc.), per arrivare agli elettromedicali che annoverano tens, strumenti per l'elettroterapia, la magnetoterapia, l'ultrasuonoterapia. in mezzo gli ausili come i letti per l'assistenza domiciliare, i materassi antidecubito, i sedili per vasca e doccia. e ancora deambulatori, carrozzine, scooter elettrici e tutto ciò che serve alla riabilitazione ortopedica. Ma in occidente si è alle prese anche con i problemi da inquinamento, per cui umidificatori e purificatori d'aria con filtro Hepa si usano non solo contro asma e allegie, ma per migliorare la respirabilità in casa. dove per creare un clima caldo e accogliente sono di moda sculture di fuoco, fontane relax, diffusori di aromi e di oli profumati, con un ambiente magari arredato in stile "total white", la tendenza più in voga degli ultimi anni. per chi non può permetterselo e tiene famiglia, c'è sempre l'audioriproduttore lullaby per addormentare i bambini...

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cucina

Bontà invernali tra zuccae broccoli

Da Milano ecco il menu ed i consiglidello chef Francesco Passalacqua.Si parte da un tortino di zucca con fonduta di toma e amaretti seguito da un'ottima pasta: tortelli all'amatriciana con i broccoli

di Helmut Failoniun menu contro la crisi

frutta e verduraFEBBRAIOLA STAGIONE DI...È tempo di barbabietole, radicchi rossi di tutti i generi, ma anche finocchi e spinaci. Senza dimenticare i carciofi e cardi. Per quanto riguarda la frutta, questo è il periodo d’oro per le arance. Provate un’insalata con spinaci crudi e arance, condita con olio di qualità e sale: ne vale la pena.

Ed ecco, nel culmine della stagione invernale, un menu ad hoc, proposto dal giovane chef Francesco Passalacqua del ristorante Pane e Acqua di Milano

L'antipastoTorta di zucca con fonduta di toma e amarettiIngredienti per 4 persone:450 gr di polpa di zucca delica cotta al forno, 100 gr patate vecchie per gnocchi lesse, 50 gr di zucchero, 1 tuorlo, 30 gr pecorino, 40 gr farina, 50 gr burro, 1/2 lt latte, 500 gr di toma piemontese (a piacere anche fontina), 200 gr di amaretti di SaronnoProcedimentoLavare e tagliare a spicchi la zucca. Eliminare con un cucchiaio i semi. Fare un cartoccio con la stagnola e con un goccio d’olio chiudere la zucca. In-fornare a 160 gradi con un pentolino d’acqua per dare umidità. Cuocere circa 40 minuti, poi raffreddare e dividere con il cucchiaio la polpa dalla zucca. Frullare e aggiungere una patata schiacciata al passaver-

dura. Unire lo zucchero, il tuorlo e il pecorino. Rettificare il gusto con olio, sale e pepe. Imburrare una teglia da forno e cospargere di amaretti frullati grossolanamente. Stendere la zucca e cospargere nuovamente con gli amaretti. Infornare a 180 gradi per 20 minuti circa. Mettere il latte a scaldare a fuoco lento. Sciogliere il burro in un pentolino. Aggiungere la farina. Cuocere 1 minuto a fuoco basso e unire al latte amalgamando bene con la frusta. Portare a ebollizione a fuoco lento. Aggiungere la toma tagliata a cubetti e portare a ebollizione sempre a fuoco lento. Frullare con minipimer o nel frullatore per sciogliere bene il formaggio. Tagliare la torta di zucca a fette. Servire sulla fonduta ben calda e guarnire con amaretti frantumati.

Il primoTortelli di broccoli all’amatricianaIngredienti per 4 persone:1 testa di broccolo, 1 scalogno, 2 acciughe sott’olio, 1 rametto di rosmarino, 1 spicchio d’aglio, 1 piccolo peperoncino, 1 cipolla bianca, 4 fette

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Si scelgono sulla pianta le olive più adatte, le più polpose, e si ammaccano ad una ad una con una pietra di mare, poi si snocciolano pazientemente e si immergono in acqua per qualche giorno, aven-do l'accortezza di cambiare l'acqua ogni giorno, al mattino e alla sera. Poi dopo quattro o cinque giorni si prepara una salamoia con acqua, sale, alloro e fi-nocchietto selvatico e si lasciano immerse in questa soluzione per alcuni giorni. Prima di porle sott'olio si deve ogni volta pressarle per far uscire l'acqua in eccesso. Quindi si possono condire con olio extraver-gine, aglio, origano o timo e porre in barattolo, te-nendole premute per evitare che si imbevano di olio e diventino molli.Così giorno per giorno da fine settembre a novem-bre. Ma solo grazie alla bravura dei contadini cilen-tani e alla presenza su queste terre di una oliva dal gusto inconfondibile il risultato diventa eccezionale.Il paesaggio dell'Alto Cilento è infatti caratterizzato da tempo immemore dalla presenza dell'olivo, qui si è diffusa una varietà di origine sconosciuta, la salel-la, nota tra i locali anche con il nome di lioi, licinella, monticedda o salentina. Matura leggermente prima rispetto alle altre varietà ed ha un portamento assur-gente ed una chioma molto folta, dalle foglie lance-olate di un verde scurissimo, caratteristiche che pos-sono ricordare un olivo ornamentale. L'olio che se ne ricava è estremamente equilibrato con leggere sen-sazioni amare e piccanti, con sentori erbacei ma an-che note lievemente ammandorlate. E quando si conservano le olive ammaccate nell'o-lio extravergine della stessa salella, il risultato è grandioso.Del resto l'olivo se ben curato e lavorato con estrema cura può dare risultati incredibili come dimostrano negli ultimi anni alcuni oli monovarietali della zona, di salella e pisciottana in primis. E proprio dalla sa-lella, se adeguatamente valorizzata, può arrivare un grande stimolo per il rilancio agricolo del territorio del Cilento. Il Presidio Slow Food riunisce alcuni agri-coltori e produttori di olio che hanno conservato la tradizione di ammaccare le olive e che producono questa specialità non solo per autoconsumo.Responsabili del presidio: Gabriella Mazziotti,tel. 347 5007064, [email protected]; Assunta Niglio, tel. 333 7039142, [email protected].

Oliva salellaL'ammaccata del Cilento

di guanciale di maiale. Per la pasta: 200 gr farina 00, 50 gr semola di grano duro, 2 uova, 1 tuorlo, 5 gr sale, 1 cucchiaino d’olioProcedimentoMettere nell’impastatrice tutti gli ingredienti della pasta e lavorare 5 minuti. Lasciarla riposare in frigo "impellicolata" almeno per una notte. Pulire e affettare lo scalogno finemente. Metterlo a rosolare a fuoco lento in un tegame con olio extra vergine, l’aglio in camicia, le acciughe, il rosmarino e il peperoncino. Eliminare l’aglio e il rosmarino. Lavare il broccolo e tagliare le cime. Tenerne 4/5 per guarnizione.Pelare il gambo e tagliarlo a cubetti. Sbollentare in acqua bollente salata le cime e il gambo del broccolo un paio di minuti. Scolare e trasferire nel fondo. Insaporire un minuto e bagnare con un mestolo di acqua di cottura. Frullare bene con un cucchiaio di olio extra vergine e rettificare di sale e pepe. Stendere in teglia per raffreddare più velocemente. Su una spianatoia di legno stendere fine la pasta con la sfogliatrice. Tagliare dei quadretti di 3 cm, posizionare al centro il ripieno e confezionare i tortelli. Lasciare asciugare con la semola. Affettare finemente la cipolla. Rosolare a fuoco lento in un tegame con poco olio extra vergine. Tagliare il guanciale a cubetti e rosolare senza olio in padella antiaderente. Scolare dal suo grasso e unire alla cipolla. In una pentola con acqua bollente già salata cuocere i tortelli. Quando risultano al dente scolare. Trasferire in una padella, unire la cipolla ed il guanciale. Aggiungere un mestolo di acqua di cottura e le cime di broccolo di guarnizione. Cuocere a fuoco allegro un minuto e servire.(Per motivi di spazio non riusciamo a proporvi anche una ulteriore ricetta di Francesco Passalacqua, si tratta di Millefoglie di pesce spatola con finocchi, pinoli e pomodori secchi. La potrete trovare sul nostro sito internet: www.consumatori.coop.it)

Ristorante Pane e Acqua Indirizzo: Milano, Via Matteo Bandello 14 Tel. 02/48198622Chef: Francesco Passalacqua

L'antipastoTorta di zucca con fonduta di toma e amaretti (costo per 4 persone 10/12 euro)

Il primoTortelli di broccoli all’amatriciana (costo per 4 persone 10/12 euro)

Un menu contro la crisi

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34 vivere bene viaggi

Vivace, colta, golosa e cosmopolita, Madrid affascina per il suo centro storico, il vasto patrimonio artistico e la calda accoglienza che riserva ai turisti. La città, situata al centro della penisola iberica, è il cuore della Spagna, come testimonia la presenza in Puerta del Sol del "kilometro zero" a partire dal quale si calcolano tutte le distanze del paese. Offre al visitatore ben sessanta musei, per tutti gli interessi e gusti, tra i quali alcuni dei più importanti d'Europa. Come il Prado, disegnato nel 1785 come Gabinetto di Scienze Naturali e successivamente trasformato in una delle pinacoteche più prestigiose del mondo. Conserva più di 7.000 quadri, 1.000 sculture, 4.800 stampe e 8.200 disegni, ed espone un migliaio di opere, tra le

INFO uTILIMadrid è facilmente raggiungibile con voli di linea e low cost in partenza dalle principali città italiane. Informazioni sulla città e sulle possibilità di alloggio possono essere richieste all'ufficio Spagnolo del Turismo di via Broletto 30 a Milano e Piazza di Spagna 55 a Roma (www.spain.info/it). Anche il sito www.turismomadrid.es/it contiene numerose informazioni utili per organizzare un weekend nella capitale spagnola. Per prenotare voli aerei, alberghi o tour ci si può rivolgere alle agenzie di viaggio Robintur (www.robintur.it), Planetario Viaggi (www.planetarioviaggi.it) e Viaggi con Noi (www.viaggiaconnoi.it). La guida Madrid, scritta da Anthony Ham per la Lonely Planet (19,50 euro, EDT) è particolarmente ricca di informazioni.

quali capolavori come "Le tre grazie" di Rubens, "Las Meninas" di Velázquez, "Los Fusilamientos" di Goya e "Il Lavatoio" di Tintoretto. Percorrendo il Paseo del Arte si raggiunge il Museo Thyssen-

Bornemisza, con opere che illustrano la storia della pittura occidentale dal XIII al XX secolo, da Albrecht Dürer al Caravaggio a Pablo Picasso. Il vicino Centro Nazionale d'Arte

Reina Sofía è invece dedicato all'arte contemporanea spagnola con opere di Picasso (tra le quali Guernica, celebre grido contro i bombardamenti nazi-fascisti), Joan Miró, Salvador Dalí e Juan Gris. Il cuore di Madrid si trova intorno alla splendida Plaza Mayor, inaugurata nel 1620 e considerata uno degli angoli più popolari e tipici della Spagna.

di Giuseppe Ortolano

Dalle collezioni d'arte del Prado e del Museo Reina Sofìa, tra i capolavori di Goya, Velàzeuqez e Picasso, ai templi del flamenco alle strade per i più giovani

Madrid, cuore di Spagna.Tra arte, cultura e... movida

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Un'unica card per vedere 50 musei

Nelle sue vicinanze si incontrano l'imponente Palazzo Reale, che unisce barocco e classicismo, il Teatro dell'Opera e la moderna cattedrale dell'Almudena. Una passeggiata nel labirinto fatto da vicoli, edifici in pietra, conventi, locali tipici e chiese della zona conosciuta come Madrid degli Asburgo o de los Austrias, nei pressi della Puerta del Sol, offre l'opportunità di scoprire alcuni degli angoli più suggestivi della città. La domenica, pochi isolati a sud di Plaza Mayor, si svolge il Rastro, il più grande mercato della capitale spagnola, con centinaia di ambulanti che vendono, dalle 9 alle 15, stampe antiche, bigiotteria, roba usata, vestiti etnici, posters cinematografici, dischi in vinile della musica di tutti i tempi,

artigianato marocchino e molto altro ancora. Il non lontano Mercado de San

Miguel propone, tutti i giorni, il meglio dell'enogastronomia spagnola, esposto in un suggestivo edificio in ferro del 1916. Tra le altre mete turistiche da non perdere ci sono Plaza de Cibeles, divenuta un po' il simbolo della città, con il palazzo omonimo; l'animato quartiere di La Letras (le lettere),

con i testi di autori spagnoli incisi sul marciapiede, numerose osterie e vari negozietti curiosi, e il Matadero, l'antico mattatoio e mercato del bestiame di Madrid, oggi trasformato in un grande spazio multidisciplinare dedicato alla sperimentazione e alla produzione artistica. Chi viaggia in famiglia con bambini deve assolutamente visitare il Museo Nazionale delle Scienze

Naturali, dove gli scheletri dei dinosauri sono la principale attrazione. Madrid è famosa anche per la sua movida. Tra le zone più vivaci Calle Huertas, Malasaña, La Latina e la multiculturale Lavapiés, senza dimenticare i templi del

flamenco, come il Corral de la Morería, Las Carboneras, il Café de Chinitas, la Casa Patas, Torres Bermejas o il Corral de la Pacheca.

La visita della capitale spagnola è più facile e conveniente con la MadridCard, che offre ingressi gratuiti in 50 musei (inclusi Prado, Reina Sofía, Thyssen-Bornemisza e il Palazzo Reale, con accesso preferenziale), sconti in negozi, ristoranti, locali e tablao dove si balla il flamenco. Informazioni su www.madridcard.com. Acquistando l'Abono Transportes Turístico (abbonamento turistico di trasporto) per uno o più giorni si ha invece la possibilità di utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici. Il Municipio della città propone una quarantina di visite guidate a piedi, in bicicletta o con i pattini a rotelle alle diverse attrazioni di Madrid, anche in lingua italiana, con partenza dal Centro Turismo di Plaza Mayor (www.esmadrid.com/visitasguiadasoficiales, tel. 902-221424). Prezzi a partire da 5,90 euro a persona.

Una breve gita fuori porta permette di visitare la città di Aranjuez, a sud di Madrid, dichiarata Paesaggio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO per i suoi spettacolari giardini e i magnifici monumenti, come il Palazzo Reale. Il mezzo di trasporto più comodo è il treno, dato che la stazione si trova a soli dieci minuti di cammino dal Palazzo e dalla spettacolare piazza Elíptica. Il Complesso Storico-Artistico di Aranjuez è composto da palazzi e giardini affacciati sul fiume Tajo, in un delicato equilibrio tra la natura e la mano dell’uomo, i corsi d’acqua e lo stile dei giardini, il bosco e l’architettura dei palazzi. Costruito a partire dal XVI secolo, durante il regno di Filippo II, che concesse alla località il titolo di Luogo Reale, fu trasformato da Filippo V e Carlo III (XVIII secolo) in un vero e proprio centro abitato, nel quale l’architettura nobiliare si mescola a boschi e giardini, riflettendo perfettamente il gusto estetico dell’Illuminismo.

di Giuseppe Ortolano

Tra giardini e palazzi,scoprire Aranjuez

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mostreLa ragazza di Vermeer a Bologna

L’evento è così eccezionale che per visitare la mostra è quasi obbligatorio prenotarsi. Ma è l’unica possibilità di ammirare in Europa, fuori dalla sua collocazione naturale al museo Mauritshuis dell’Aja “La ragazza con l’orecchino” di Vermeer, insieme ad

una quarantina di capolavori dell’arte dei Paesi Bassi. Da un paio d’anni il Mauritshuis è infatti chiuso per lavori di ampliamento. In questo periodo i suoi straordinari quadri sono stati concessi a prestigiose istituzioni di varie parti del mondo, soprattutto negli Usa e in Giappone. Ma in Europa quella bolognese è l’unica occasione, prima del ritorno definitivo a casa. “La ragazza con l’orecchino”, uno dei quadri più ammirati di tutta la storia della pittura, sarà la vedette della mostra. Ma accanto ci saranno altri dipinti importanti di Vermeer e di Rembrandt, di Van Goyen e di Van Ruisdael e di altri grandi. E insieme a loro i lavori di una quindicina di pittori italiani contemporanei che a Vermeer si ispirano.

Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori del MauritshuisBologna, Palazzo FavaDall’8 febbraio al 25 maggio. Ingresso: 13 euro Info: Tel. 051-19936317, [email protected]

L'arte del cappello a FirenzeIl cappello, vezzo soprattutto di eleganti signore, opera d’arte, simbolo di epoche diverse, modo di identificarsi culturalmente o anche

politicamente. Le velette e la coppola, il cappello alla Lenin e l’elegantissimo Borsalino ne sono solo alcuni degli esempi più conosciuti. Ora a Firenze la Galleria del costume di Palazzo Pitti offre una mostra tratta dalla sua ricchissima collezione, fatta di un migliaio di copricapi fino ad ora gelosamente custoditi. Frutto del lavoro di ricerca e di immaginazione di famose case di moda, come Dior e Givenchy, Chanel, Prada o Gianfranco Ferrè. O di celebrati creatori come Stephen Jones, Caroline Reboux o Paulette. Ma per la prima volta si potranno anche ammirare i cappelli immaginati e creati da modiste italiane e fiorentine, i cui nomi sono sconosciuti al grande pubblico. Queste creatrici senza nome avranno l’onore di vedere le loro opere fianco a fianco con quelle di celebrati arbitri dell’eleganza internazionale.

Il cappello tra arte e stravaganzaFirenze, Galleria del costume di Palazzo PittiFino al 18 maggioIngresso: 10 euro Info: Tel. 055-23885, [email protected]

a cura di Giorgio Oldrini

Quando abbiamo cominciato era il 2005. In Italia c'erano quattro persone che avevano sul tetto di casa una strana cosa nera e piatta che catturava il sole e lo trasformava in energia elettrica. Li chiama-vano pannelli fotovoltaici ed era anche questa una parola nuova. Uno dei quattro era Peppe Grillo, un'al-tro stava vicino a Ravenna ed era un ascoltatore di Caterpillar. Caterpillar era un programma di Radio 2, in onda

ogni pomeriggio, che provava a raccontare la vita di tutti i giorni, la politica e la società e un po' a modifi-carli, migliorarli, incidere sulla realtà mentre la si rac-conta con leggerezza, insieme alle persone che stan-no tornando a casa, in macchina, dopo una giornata di lavoro. E quando le persone, tutti noi, arrivavamo a casa ed accendevamo la luce questa veniva fuori da delle lampadine ad incandescenza che erano sostanzial-

Dieci anni di cambiamenti"M'illumino di meno" questa volta pensa ai musei

di Massimo Cirri e Filippo Solibelloconduttori radiofonici

Italiani brava gente

36 vivere bene cultura e oltre

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Gli adulti e gli sdraiatiGenerazioni in cerca di dialogo

Michele Serra ci offre un romanzo che parla di due generazioni, quella dei padri e quella degli adolescenti, e delle difficili o inesistenti relazioni tra di loro. Lo fa, naturalmente, dal punto di vista dei padri, tra l’altro di genitori che per la loro storia personale e per la loro vitale curiosità, si sentono ancora giovani e che in qualche modo

avevano sempre pensato di essere contemporanei dei loro stessi figli. Ma che scoprono, tra scontri e indifferenze, tra malinconia e improvvisa presa di coscienza di avere perso il contatto con i loro ragazzi e si chiedono con sorpresa e con dolore come fare per ristabilire un rapporto perduto chissà quando e chissà come, e soprattutto se sarà mai possibile per loro tornare ad essere davvero i padri dei loro figli. Un romanzo attraversato esplicitamente da una malinconica ironia che parla a due generazioni in nome di quella che dovrebbe avere le responsabilità maggiori.

Michele Serra Gli sdraiatiFeltrinelli Editore - 112 pagine, 12 euro

In un mondo che cambiail potere viaggia verso est

È il libro che ha entusiasmato Bill Clinton quello che racconta la “Fine del potere”. Lo fa Moisés Naìm, giornalista autorevole, ex ministro del Venezuela, ex direttore della Banca mondiale. Racconta di come il potere in questi anni si stia rapidamente spostando da Ovest ad Est, da Nord a Sud, dagli

uomini alle donne, dai macropoteri ai più piccoli. Ci racconta che in questi decenni i nuovi mezzi di comunicazione e di produzione hanno dato a molti di più la possibilità di assaltare il potere, che cambia di mano rapidamente nella politica come nell’economia, nella religione come tra gli stati. Se si prende come punto di partenza il 1977, si registra che allora 89 Paesi del mondo erano governati da autocrati, mentre oggi metà della popolazione mondiale vive in democrazia. Ma anche strutture politico militari relativamente modeste come Hezbollah possono permettersi armi sofisticate come i droni. E, per parlare del suo Venezuela, la Cuba dei Castro ha avuto maggiore influenza degli Usa dei Bush.

Moisés NaìmLa fine del potereMondadori Editore - 408 pagine, 20 euro

libri

mente uguali a quelle dei primi del '900. Da allora sono passati 10 anni ed è cambiato tutto. Centinaia di miglia-ia di persone hanno investito un po' dei loro risparmi per mettere un impianto fotovoltaico sul tetto e quando tornano a casa, molto spesso prima ancora di salutare la famiglia, vanno a vedere sull'apposito display quanta bella energia elettrica ha prodotto oggi l'impianto. E le lampadine ad incandescenza adesso sono, semplicemente, fuorilegge perché consumavano troppo e tutti le abbiamo sostituite con le altre, quelle che allora si chiamavano "a risparmio energetico" ed adesso sono solo lampadine. Intorno all'energia, alla sua produzione, al suo uso più ragionevole e intelligente, ai risparmi che si possono fare sui consumi energetici in tempo di crisi in questi brevi 10 anni sono cambiate moltissime cose. È rimasta uguale Caterpillar, anche se si è duplicata e adesso va in onda alle sei del mattino e alle sei del pome-riggio e continua a parlare di sostenibilità ambientale, della salvaguardia del pianeta, del cambiamento clima-tico e a proporre M'illumino di meno, la Giornata del risparmio energetico. Quest'anno cade il 14 febbraio, per stare vicini al compleanno del Protocollo di

Kyoto, e come allora chiede a tutti, dalle istituzioni ai privati cittadini, dalle scuole ai negozi, dalle aziende alle associazioni culturali, di spegnere le luci di piazze, monumenti, vetrine, uffici, aule e case tra le 18 e le 19,30. Un simbolico silenzio energetico, una riflessione sull'energia e le cose che ci stanno dentro: futuro, svi-luppo sostenibile, guerre. Negli anni M'illumino di meno ha spento il Colosseo, la Torre di Pisa, l’Arena di Verona, Piazza del Campo a Siena, la Valle dei Templi, la Madonnina del Duomo di Milano, la Mole Antonelliana, Piazza San Marco a Venezia ed a Napoli il Maschio Angioino. E anche il Quirinale con i palazzi della Camera e del Senato, la Tour Eiffel, la Ruota del Prater di Vienna, la Colonna di Nelson e tutta Trafalgar Square a Londra. Quest'anno, per festeggiare bene il suo decennale, M'illumino di meno punta sui tanti musei d'Italia invitandoli ad abbassare le luci su un proprio capolavoro, o ad illuminarlo con una luce a Led o con una candela, per raccontare la nuova cultura dell'energia intelligente.E dopo il museo si può andare a cena, rigorosamente a lume di candela, perché il 14 febbraio resta anche San Valentino.●

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Annie Clark (nome d'arte St. Vincent) è una cantante che rappresenta l’avanguardia americana più "amorevole", con grande attenzione per la ricerca sui suoni e per le relazioni con mondi lontani. Come dimostra la sua bellissima collaborazione con David Byrne. Qui, nella dimensione solista, ha realizzato una raccolta di canzoni immaginate per una festa, tra ritmi incalzanti e la passione, che sempre contraddistingue il suo lavoro, per una dolce malinconia, evocata dall’uso di sintetizzatori d’epoca. Ballate sostenute dai fraseggi di una chitarra elettrica tra rock, blues e folk onirico. Sogni pop dalle metropoli.

ST. VINCENT St. Vincent - CarolineIl nostro giudizio: R R R R Se ti piace ascolta: David Byrne, Suzanne Vega

La voce "amorevole" di Annie

Tutti i Beatles made in usaPubblicato per celebrare i 50 anni dal primo viaggio dei Beatles in America, "The US Album" è un ricco

box con 13 cd, con le versioni americane dei dischi del quartetto di Liverpool, diverse da quelle originali, non solo per le copertine e in alcuni casi per i titoli, ma anche per i brani. Incluso un libro con le foto e i manifesti di quel tour.

THE BEATLESThe US Album - YabastaIl nostro giudizio: R R R RSe ti piace ascolta: Rolling Stones, Everly Brothers

A Santiago con Brunori SASMomento particolarmente ricco per la musica italiana, che dopo il rock, ha riscoperto il linguaggio della

canzone d’autore, una tradizione che si è sviluppata negli anni 70 e che influenza artisti come Brunori SAS. Piccoli quadretti di giovanile cinismo molto ben arrangiato e melodicamente corretto.

BRuNORI SASIl cammino di Santiago in taxi - Picicca DischiIl nostro giudizio: R R RSe ti piace ascolta: Lucio Battisti, Vinicio Capossela

L'hip hop di MiaUscito da qualche tempo, ma merita una segnalazione il cd della cantante originaria dello Sri Lanka, Mia, stella del

nuovo hip hop, che nasce dall’incontro tra i ritmi afro americani e i suoni world. "Matangi" è una raccolta di canzoni che riescono a essere duri racconti dalla strada dall’apparenza patinata.

MIAMatangi - InterscopeIl nostro giudizio: R R R RSe ti piace ascolta: Angel Haze, Salt’n’Pepa

musica da sentire...

... da leggereR da dimenticare - RR sufficiente - RRR buono - RRRR ottimo - RRRRR capolavoro

Il mondo di De AndrèSono passati 15 anni dalla scomparsa di Fabrizio de Andrè e la poetica del cantautore genovese appare sempre più contemporanea, per la sua capacità di essere una "musica del mondo". Uno sguardo rivolto sul Mediterraneo, canzoni che celano storie, incontri, relazioni ricostruiti nel libro "Canzoni nascoste storie

segrete", una guida che analizza la carriera artistica di De Andrè, facendoci conoscere aspetti dimenticati, brani inediti, collaborazioni poco conosciute. Dai duetti con Teresa de Sio a una versione di "Volare" in un disco benefit. Con una intervista a Dori Ghezzi sugli esordi del cantautore e sulla FaDo, casa discografica che crearono.

Walter Pistarini Fabrizio De Andrè.Canzoni segrete storie nascoste - Giunti Editore

Le interviste di CottoQuesto libro raccoglie una serie di interviste realizzate dal giornalista (ma anche autore teatrale) Massimo Cotto. Non si tratta di una semplice antologia di scritti già pubblicati, ma di un lungo reportage che, attraverso i protagonisti più importanti della musica internazionale, parla dei cambiamenti sociali e di come la canzone

sia diventata lo strumento artistico più utilizzato per trasmettere al mondo le proprie emozioni. Da Lucio Dalla a Madonna, da Francesco Guccini a David Bowie, Cotto ci rende partecipi di incontri nei quali ha sempre provato a ricreare, anche solo per i pochi minuti di una intervista, una atmosfera quasi intima, spesso riuscendoci.

Massimo Cotto Pleased to Meet You - Volo Libero

a cura di Pierfrancesco Pacoda

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39 vivere bene cultura e oltre

FabrizioBosso

l’intervista

il tourR da dimenticare - RR sufficiente - RRR buono - RRRR ottimo - RRRRR capolavoro

Nella stagione felice del nuovo jazz italiano, il talento del giovane trombettista Fabrizio Bosso è sicuramente una delle espressioni più creative, capace di rileggere i classici afro americani, mettendo sempre in relazione le radici con il linguaggio contemporaneo.Come nel recente disco, Purple, dedicato alla tradizione spirituale del jazz, reinterpretata con un suono fluido e modernissimo. A Bosso abbiamo chiesto di raccontarci i suoi più recenti consumi culturali.Iniziamo dalla musica. Quali sono gli album che più hai ascoltato di recente?La musica latina è una delle mie principali fonti di ispirazione. Il disco che più mi ha colpito è Sangre de mi Alma uscito nel 2000, della cantante brasiliana Nana Caymmi. È una raccolta di canzoni in spagnolo, che uniscono la tradizione dei due paesi, tra ballate e bossanova. Un capolavoro. Un album che riascolto spesso, e che per me è un classico, è With Strings di Clifford Brown, dove il musicista reinterpreta celebri standard con una orchestra di archi. Poi c’è Here’s to Life della pianista e cantante americana Shilley Horn, voce strepitosa, virtuosismi e passione insieme, con una bellissima versione di Estate di Bruno Martino.

E i libri?Mi ha rapito la scrittura, poetica e drammatica, di Mille Splendidi Soli di Khaled Hosseini, una storia così intensa da commuovermi. Hosseini è

uno scrittore che riesce a trasmettermi emozioni che arrivano al mio cuore. Ho letto anche, e mi ha regalato una visione della nostra vita davvero profonda, Fai Bei Sogni di Massimo Gramellini, un autore che amo e che seguo regolarmente anche in televisione. Uno scrittore con il quale vorrei collaborare. Infine, Con te senza e senza di te, di Osho. Non sono un suo seguace, ma molti suoi insegnamenti sono ricchi di suggerimenti utili.

Chiudiamo con i film...Blue Jasmine di Woody Allen, sicuramente. Poi Quasi amici, perché riesce a raccontare con delicatezza un tema così importante come quello del rapporto che si crea a volte casualmente tra due persone, sino a diventare parte della vita stessa. E La grande bellezza di Paolo Sorrentino, specie per l’interpretazione meravigliosa di Toni Servillo, che conosco e che apprezzo sia dal punto di vista umano che artistico.

La world music di BombinoCi sono artisti che rappresentano, con il loro suono, lo spirito della "world music" contemporanea, per la loro capacità di far incontrare le loro radici con l’anima globale della contemporaneità. Quando questo succede, nascono opere originali, che riescono a raccontare i nostri tempi di instabili identità. Come è successo a Bombino, star nigeriana dell’afro blues, che dà una veste elettrica ai ritmi della sua gente, a un ancestrale patrimonio che affascina perché mette in risalto le origini del rock, esasperandone le ascendenze africane. Il giovane tuareg, che ama al tempo stesso Jimi Hendrix e la musica dei nomadi del suo deserto, ha di recente pubblicato il nuovo album, "Nomad": il rock anni 70, visto da un angolo remoto di Africa. Dopo i grandi festival internazionali, Bombino arriva finalmente in Italia.Le date: 12 febbraio Trieste, 13 Bologna, 14 Colle Val D’Elsa, 15 Torino. Info: 011-5533624

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coop renole pagine di

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Il 2013 è stato l’anno più diffi cile nella storia di Coop Reno. Gli eff ett i della crisi inizia-ta nel 2008 si sono evidenziati in tutt a la loro drammaticità.Anche il periodo natalizio ne ha subito le conseguenze, basti pen-sare che le vendite del mese di dicembre sono state inferiori del 4,34% rispett o al dicembre 2012 che a sua volta aveva registrato uno 0,53% in meno rispett o al 2011. Questo dato può essere fat-to risalire al valore della spesa media eff ett uata dai soci; infatt i

Il 2013 è stato l'anno più duro nella storia di Coop Reno. La conferma viene dal calo della spesa media di dicembre che è stato del 4,34% sull'anno precedente. In att esa dei dati defi nitivi per un'analisi, va tutt avia sott olineato che la cooperativa, grazie alle scelte compiute, si è mantenuta in linea di galleggiamento registrando i migliori risultati di vendite a rete omogenea tra tutt e le consorelle del sistema Coop

In lineadi galleggiamento

DI PAOLO BEDESCHIpresidente del Consigliodi sorveglianza di Coop Reno

mentre nel 2012 la loro spesa me-dia in dicembre era stata di 31,38 euro, nel 2013 si è fermata a 29,16 euro, 2,22 euro in meno. Il nume-ro totale di scontrini delle spe-se dei soci a dicembre è stato di 385.536: se questi avessero potu-to mantenere la capacità di spesa dell’anno precedente, avremmo raggiunto e superato le vendite natalizie del 2012.A nostro avviso tale lett ura del comportamento dei consumato-ri nel periodo delle feste natalizie, che sono sempre state caratt eriz-zate dall’abbondanza e dal piacere di fare regali, testimonia il livello di crisi che stiamo att raversando.All’inizio dell’anno avevamo pre-visto di dover fare interventi con-sistenti per “aiutare” i nostri soci in diffi coltà, ma la realtà ha superato di gran lunga quelle previsioni.In corso d’anno abbiamo dovuto modifi care tali iniziative, innanzi tutt o non scaricando sui consu-matori tutt i gli aumenti dei costi dei generi alimentari che hanno

avuto un aumento infl ativo di 2,6 punti percentuali, quindi aumen-tando le promozioni commercia-li, ma sopratt utt o i vantaggi per i soci. Abbiamo coniato anche uno slogan effi cace che recita: quando i soci sono in diffi coltà, la coope-rativa deve esprimersi al meglio.

I vantaggi per i soci saliti a 15 milioniIl vantaggio per i soci ha superato i 15 milioni di valore, ciò signifi ca che tale massa di benefi ci rappre-senta il 12,19% sul totale della loro spesa che ha raggiunto quasi i 124 milioni di euro. Basti pensare che nell’anno 2008 lo stesso dato era del 6,26%. Sulla spesa dei clienti non soci, che è stata di poco superiore ai 42 mi-lioni, i vantaggi promozionali so-no misurati nel 5,44%, ciò signifi ca che i soci hanno goduto di vantag-gi superiori rispett o ai clienti nor-mali di 8,4 milioni di euro.Questi vantaggi comprendo-no le promozioni commerciali

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riservate ai soci e il colleziona-mento, anch’esso riservato ai so-ci, che al suo interno oltre ai tradi-zionali premi conta anche buoni sconto sulla spesa. Lo sforzo che Coop Reno ha compiuto nel 2013 è stato grande, ma ci ha consenti-to di consolidare il rapporto con i soci e di farci conoscere e ap-prezzare da tanti clienti che han-no chiesto di diventare soci della cooperativa. I nuovi soci del 2013 sono stati 6.219. Con loro il numero totale della base sociale ha raggiunto le 84.397 unità. Per effetto dei van-taggi a loro riservati, la fidelizza-zione alla cooperativa si è mante-nuta e ulteriormente migliorata: infatti la spesa media dei soci è stata di 28,15 euro contro quella dei clienti normali che è stata di 14,71, con una differenza quindi di 13,44 euro; nell’anno prece-dente tale differenza era stata di 12,5 euro. L’incidenza della spesa dei soci ha raggiunto il 74,58% sul totale del venduto; ricordiamo

che nel 2008 tale percentuale era di circa 9 punti percentuali più bassa, quindi la mutualità di Co-op Reno negli anni della crisi è fortemente aumentata.

Una politica tutta orientata sui sociIn conclusione, nell’anno 2013 la Coop Reno ha sviluppato il mas-simo sforzo per aiutare i propri soci, i quali hanno apprezzato e si sono legati maggiormente alla co-operativa; si è inoltre consolida-to il senso di appartenenza e svi-luppata la mutualità collegata alla solidarietà.In tale modo Coop Reno ha rag-giunto i 166.091.000 euro di vendite, con un incremento del-lo 0,67% sull’anno 2012. Tra le grandi cooperative, solo Coop Lombardia ha avuto un risultato migliore del nostro, ma per effetto dell’acquisto di due ipermercati da una catena privata.Questo risultato deriva dagli inve-stimenti fatti in tutti questi anni

per dotare la nostra rete di super-mercati moderni e accoglienti, da una politica commerciale e socia-le tutta orientata ai bisogni dei so-ci, che può trovare equilibrio solo da una forte riduzione dei costi, da quelli energetici a quelli del lavoro.In questa fase non abbiamo anco-ra i dati economici relativi al terri-bile 2013; per effetto delle scelte fatte sappiamo che i margini sono fortemente diminuiti, l’attività sul contenimento dei costi è stata de-cisa e efficace, ma non sappiamo ancora se è stata sufficiente per chiudere il bilancio dell’attività caratteristica almeno in pareggio; quindi è del tutto prematuro pen-sare al ristorno o al salario varia-bile, che sono state, nei tempi del-le vacche grasse, ottime forme di coinvolgimento e di partecipazio-ne dei soci e dei dipendenti. Per il momento dobbiamo esse-re soddisfatti di aver mantenuto la cooperativa in linea di galleg-giamento.

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educative, sportive e sociali.Abbiamo chiesto alla presiden-te Marina Natali quali sono le principali attività dell’associazio-ne: “Durante tutto l'anno pro-poniamo attività sportive che oramai sono diventate il nostro punto di riferimento. Sono tutte attività alternative che non era-no presenti sul territorio, come la danza moderna e lo ju-jitsu (in collaborazione con Ju-Jitsu Italia) e che prevedono due importan-ti momenti d'incontro per tutti i bambini e le loro famiglie, a Nata-le e a fine corso. Dal 2013, dopo la nostra prima

esperienza di un concorso cano-ro inteprovinciale, siamo anche riuscite a creare un coro di bam-bini che ci auguriamo possa ave-re il successo che merita. Il no-stro patrimonio è costituito da 56 bambini e ragazzi dai 5 ai 15 anni provenienti da tutto il terri-torio: Rioveggio, Vado, Monzuno e anche da San Benedetto, Pian di Setta, Castel dell'Alpi e Pian di Lama.Nel corso dell'anno abbiamo poi organizzato anche altre attività che possano consentire il coin-volgimento dei ragazzi: abbiamo portato un gruppo di bambini e ragazzi bielorussi (collegato a una associazione di Imola che si occupa dei bambini colpiti dalla tragedia di Chernobyl) per una esibizione di balli folkloristici all'interno della scuola; in colla-borazione con la Polisportiva Ri-oveggio abbiamo creato diversi incontri sulle tradizioni culinarie della nostra regione (come fare tortellini, tagliatelle e tortelloni) che hanno avuto grande successo; in collaborazione con il Comune e altre associazioni del territorio abbiamo organizzato un incontro di lezione/teatro legato al mondo del Maghreb con scambi culinari e interculturali interessanti".

L’associazione "Amgles" (acronimo che sta per Associa-zione Mamme Giocose E Lavo-ratrici a Sostegno dei bambini) è nata a Rioveggio nel 2010 e ha se-de nella Palazzina ex acquedotto del centro sportivo. È un'associazione di promozio-ne sociale e sportiva, formata da mamme e da donne che lavorano e che hanno sentito la necessità di aggregarsi per offrire ai propri fi-gli, e ai bambini di tutte le famiglie del territorio, la possibilità di sta-re insieme occupando il proprio tempo libero in maniera costrut-tiva attraverso attività divertenti,

A Rioveggio si sono unite creando un'associazione di promozione sociale e sportiva che offre ai propri figli e ai bambini che gravitano nella zona strutture, attività e occasioni di aggregazione. La collaborazione con Coop Reno

LE AMGELS SI RACCONTANOMamme e donne con una carica in più

42 primo piano coop reno

DI DANIELA DALPOZZO

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LE AMGELS SI RACCONTANO

Antenne in ondaL’associazione ha partecipato alla decima edizione del video con-test di Casa Papinsky organizza-to nel comune di Sasso Marco-ni, esperienza molto interessante che ha coinvolto genitori e ragaz-zi nella creazione di un cortome-traggio legato al tema "antenne in onda" collegato al mondo dei bambini. Con Mary Poppins Eventi ha or-ganizzato una tappa di un con-corso canoro interprovinciale – che ovviamente si è svolta a Ri-oveggio lo scorso giugno – che ha coinvolto per la prima volta bam-bini dai 4 ai 14 anni. “È stata una esperienza unica che ci ha aperto le porte alla formazione del pri-mo coro di bambini sul territo-rio", continua la presidente. "Ri-cordo con piacere che in quella occasione anche Coop Reno ci ha donato un suo contributo”.

Pet educationAmgels ha proposto percorsi di consapevolezza per genito-ri, collaborando con il comune di Monzuno alla presentazione

di un libro sul tema dei disturbi alimentari gravi legati al mondo della crescita e dell'adolescen-za; sono stati anche raccolti e donato fondi per il progett o di informatizzazione della scuola di Vado-Monzuno, in collabo-razione con Coop Reno, per la raccolta di materiale scolasti-co per le famiglie bisognose del territorio. In collaborazione con l'associa-zione Cani & Co. di Bologna, Amgels ha proposto incontri di pet- education per bambini, legati alle conoscenze di base dell'aff ascinante rapporto cane/bambino. “Dal 2013 siamo iscritt e al Regi-stro provinciale delle associazio-ni di promozione sociale. Chiun-que volesse off rire il proprio contributo per la realizzazione di att ività per bambini e ragazzi sul nostro territorio, può eff ett uare 'erogazioni liberali' e/o donazio-ni del 5 per mille att raverso bo-nifi co bancario (detraibili dalla tasse!). Tutt e le indicazioni sono presenti nel sito www.amgels.it”, conclude Marina Natali.

“Per il 2014 abbiamo inten-zione di continuare con le at-tività sportive di danza mo-derna e iu-jitsu. Ad aprile riprenderemo con la prepara-zione del nostro coro (per in-fo 393.1380347) e vorremmo riuscire a organizzare un altro concorso canoro per bambi-ni che però è ancora da im-postare. Riprenderemo anche gli appuntamenti di pet edu-cation, il cui primo incontro è previsto per sabato 15 marzo e cui seguiranno quelli del 12 aprile e del 10 maggio (per in-fo 348.0191781)".

Convenzioni

Per tutti i soci di Coop Reno uno sconto del 10% (non cumulabile con altri sconti e promozioni in vigore

al momento dell’iscrizione) su un abbonamento annuale o quadrimestrale, che garantisce l’accesso a tutte le attività di Fitness Musicale, Acquagym e Nuoto Libero.

Per maggiori Informazioni:via dell'Artigiano, 140016 San Giorgio di Piano (BO)Tel. 051.6630136Fax. 051.6631050

Orari di apertura:Lunedì-venerdì dalle 8,30 alle 22Sabato dalle 9,30 alle 18

Mantieniti in forma con BLVE Fitness

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RIMSKE TERME Toplice 10, 3272 Rimske Toplice, Slovenia

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S. VALENTINO e la CAREZZA DI EROS Valido dal 14.02.2014 al 16.02.2014

Già a partire da 238 € per 2 persone per 2 notti.Servizi inclusi: • Pernottamento in camera doppia, hotel ****• Mezza pensione a buffet (ricco assortimento, colazioni e cena 15.02.2014) • Cena romantica a lume di candela presso il ristorante à la carte Sofija 14.02.2014 • 1 bagno termale di coppia (20 min) accompagnato dalla soave musica dell’arpa• Ingresso illimitato nelle piscine con acqua termale • 1 ingresso Centro Saunistico “Varinia” ...

PROGRAMMA PAGA 1 SOGGIORNANO 2 Valido dal 02.01.2014 al 18.04.2014

Già a partire da 285 € per 2 persone per 3 notti.Servizi inclusi:• Pernottamento in camera doppia presso l’hotel ****• Mezza pensione (ricco buffet)• Ingresso illimitato alle piscine con acqua termale ...

PONTE TRA PASQUA ED IL 1° MAGGIO Valido dal 18.04.2014 al 04.05.2014

Già a partire da 177 € a persona per 3 notti.Servizi inclusi: • Pernottamento in camera doppia presso l’hotel ****• Bagno termale (20 min.) presso il Centro Storico delle Ninfe• Mezza pensione (ricco buffet)• Ingresso illimitato alle piscine con acqua termale ...

FAVOLA DI VITTORIA Valido dal 02.01.2014 al 05.05.2014

Soggiorno nelle camere superior con whirpool.Servizi inclusi: • Pernottamento e mezza pensione (ricco buffet)• 2 ingressi al Centro Saunistico “Varinia”• Ingresso illimitato alle piscine con acqua termale• Accesso al Centro Fitness “Spartakus”• e molto altro ...

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Il Comitato tecnico-scientifi co, oltre a organizzare incontri scien-tifi ci e di divulgazione, seleziona e propone i progett i di ricerca da sostenere. Per il 2014 sono in pro-gramma incontri informativi rivol-ti ai medici di base e ginecologi; un convegno scientifi co (a Bologna in giugno); un progett o di ricerca che mira al monitoraggio per 4 anni delle pazienti con tumore ovarico e alla mammella per la prevenzio-ne di entrambi, poiché chi soff re di uno è a rischio di tumore dell'altro tipo. Questo progett o necessita di acquistare macchine ecografi che particolari e di formare personale qualifi cato – in particolare gli eco-grafi sti – tramite borse di studio; infi ne è in programma l'acquisto di un auto per il trasporto dei pazien-ti per le cure tumorali.

circostante: la consapevolezza che si nutre d'informazione e il coin-volgimento degli altri.

5.000 nuovi casi ogni annoNel 2012 quasi 5.000 donne in Italia e 250.000 donne al mon-do hanno vissuto l'esperienza del carcinoma ovarico. In Emilia-Ro-magna vengono diagnosticati tra i 400 e i 450 nuovi casi di carcino-ma ovarico all’anno; al S. Orsola di Bologna, sono state operate 90-100 donne all’anno negli ultimi 5 anni. Nell'ambito del carcinoma ovarico, pur avendo a disposizione cure e terapie inimmaginabili solo 15 o 20 anni fa, si è ancora terribil-mente lontani dagli obiett ivi già raggiunti in altri campi oncologici. Loto auspica che le future poli-tiche sanitarie siano in grado di correggere queste diseguaglianze, frutt o dell'inesorabilità della ma-latt ia diagnosticata troppo tardi, ma – troppo spesso – delle scelte politiche e industriali degli organi preposti. Per questo è importan-te tenere alta l'att enzione e l'in-formazione su questo particolare tumore. Il cancro non è equo, noi dobbiamo esserlo.

Loto nasce nel 2013 a Bologna, e agisce sul territorio a fi anco di una delle più importanti strutt ure ospedaliere nazionali che si occupa di cura e prevenzione oncologica femminile (presso l’I-stituto Addarii, Ospedale S. Orso-la) con l’obiett ivo di diventare un punto di riferimento nazionale at-traverso azioni via via sempre più ampie e una rete con gli istituti di ricerca e le strutt ure ospedaliere e universitarie nazionali.Le donne, molte delle quali ex pa-zienti, che hanno fondato Loto – associazione no profi t che na-sce per colmare il vuoto informa-tivo sul carcinoma dell’ovaio, uno dei tumori femminili a prognosi più severa – hanno in comune un elemento straordinario che ha ca-ratt erizzato la loro vita: sono state messe alla prova e seppur colpite nel corpo e nell'anima, hanno re-agito in maniera esemplare, ini-ziando a parlare della malatt ia che le ha colpite, senza edulcora-re il problema ma senza nemme-no nascondersi e vergognarsi. L'idea che sta alla base di questo coraggioso progett o è che da una patologia talmente pericolosa – di cui non sono note le cause e per la quale non sono ancora dispo-nibili strumenti validi per la dia-gnosi precoce – possa scaturire un "contagio" positivo per il mondo

Loto, onlus di Bologna, supporta le donne colpite da carcinoma ovarico e sostiene la ricerca scientifi ca impegnandosi per una corrett a informazione. Conosciamola meglio

Equi di fronte al cancro

PER CONTATTILoto onlus, via Botticelli 10, 40131 Bologna. Sede operativa presso l’Azienda Ospedaliera di Bologna - Policlinico S. Orsola Malpighi, padiglione n. 26 Oncologia "Felice Addarii", viale Ercolani n. 4/2.

Sito web: www.lotonlus.orgFacebook: http://on.fb.e/1hsMSy3

Il direttivo dell'associazizone no profit Loto

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a tempera dallo stesso Baldi. Non so se esistano altre chiese che vantino la stessa paternità de-corativa, ma so per certo che il ci-clo minerbiese di affreschi del Pe-dretti, presente con le sue opere anche nel santuario di San Luca, è l’unico rimasto a Bologna e in provincia. Anzi, in tutta Europa, visto che l’altro ciclo affrescato dal medesimo pittore nella chiesa dei Carmelitani, a Leopoli, in Ucrai-na, è stato coperto di intonaco qualche decina di anni fa.

Danni da terremotoIl terremoto del 20 e del 29 mag-gio 2012 è stato la causa di tutti questi danni, cui si sono aggiun-te notevoli lesioni alle strutture architettoniche che hanno deter-minato la chiusura dell’edificio sacro fino al 1° dicembre scorso.

La messa in sicurezza dell’edifi-cio è stata prioritaria, e ad essa so-no stati destinati i 200.000 eu-ro stanziati ad hoc dalla Regione, ma l’unità di crisi, composta da Sovrintendenza, Regione e Vigili del fuoco, ha stimato i danni com-plessivi in più di 800.000 euro. Ne mancano, quindi, ben 600.000 per ripristinare la parte decorati-va e pittorica! Dove prenderli? Oltre a iniziative di gruppi e as-sociazioni pro restauro, oltre al risarcimento previsto dalla po-lizza assicurativa (ma di quan-to? e quando?), il parroco don Franco Lodi ha attivato due modalità di raccolta fondi: la vendita, a 100 euro, di un cofa-netto contenente i tre volumi sul-la chiesa scritti dalla scrivente e la vendita, sempre a 100 euro, del-la bella litografia del noto pittore

“Che bella chiesa, bab-bo! Hai visto quante figure ci sono là in alto? Chi sono? E poi guarda, c’è una reggia lì, in mez-zo al soffitto! È quella della Bella Addormentata? E quanti vasi di fiori! Quanti angeli con le ali! E perché quell’uomo è senza testa? Ma come hanno fatto a disegna-re e colorare là in alto? Chi è sta-to tanto bravo?” Arrivata a Minerbio a tre anni da un paese dell’Appennino che la chiesa non l’aveva più, distrut-ta com'era stata dalla guerra, una chiesa vera non l’avevo mai vista. Mia madre mi raccontava che, la prima volta che entrai in quella di Minerbio, non volevo più uscirne. Per tutta la Messa ero rimasta tra i miei genitori con gli occhi in-cantati, e quando finalmente finì cominciai a fare tutte le doman-de che nella mia testa non aveva-no risposta. Quella reggia, quelle figure, quei fiori, gli angeli variopinti e tutti gli altri affreschi, ora, sono deturpati da crepe profonde per il distaccamento di intonaco, che apre squarci incolori nelle scene del pittore settecentesco Giuseppe Carlo Pedretti e negli ornati di Giovanni Batti-sta Baldi, operante a Bologna e in provincia tra ottocento e novecento. Sarà un buffa coin-cidenza, ma ho scoperto che anche nella chiesa distrutta del paese di montagna da cui prove-nivo gli ornati erano stati dipinti

A Minerbio una raccolta fondi per completare il ripristino del tempio danneggiato dal terremoto del 2012. Da sottrarre all'olbìo c'è un ciclo di affreschi ma anche la memoria di più generazioni che si è formata attorno a questi luoghi

UNA CHIESA DA SALVARE

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DI GABRIELLA SAPORI

Mancano 600 mila euro per ripristinare affreschi e decorazioni danneggiati dal sisma

vivere bene cultura

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47consumatorigennaio-febbraio 2014 47

UNA CHIESA DA SALVARE

Erio Carnevali, che ha reinter-pretato in chiave moderna il volto della B. V. Addolorata che si trova in chiesa (opera attribuita a Ni-cola Bertuzzi, 1710 c.a – 1777), icona cara al paese, fonte di mira-coli, da sempre invocata dalle ma-dri minerbiesi, venerata in mo-do particolare durante la Sagra settembrina.Questa doppia iniziativa è stata annunciata dallo stesso parroco in occasione della conferenza sul tema della riapertura al culto della Chiesa Arcipretale, tenuta al teatro Minerva il 6 novembre scorso.Riprendo le sue parole: “… se l’o-pera completa (i tre volumi sul-la chiesa, n.d.r.) verrà venduta al costo di 100 euro per cofanet-to, la parrocchia potrà avere una disponibilità di 50.000 euro.

Ancora: all’inaugurazione della lo-cale Coop Reno sono state offerte alla parrocchia delle litografie (con tiratura in esclusiva e limitata) dell’artista di origine modenese Erio Carnevali; se verranno ven-dute a 100 euro ciascuna, entre-ranno in parrocchia 14.000 euro”.Perché esitare? Da quando il Giu-spatronato della chiesa minerbie-se è passato, per effetto del Con-cilio Vaticano II, dai Conti Isolani alla popolazione del paese, è que-sta, in primis, ad avere il privilegio e l’onere di conservare con cura un tale patrimonio storico-arti-stico. Ma anche i paesi limitrofi, e quanti hanno goduto della sa-cralità e della bellezza di questo tempio. Le generazioni future hanno il diritto che non le impo-veriamo anche di questa eredità di

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memoria e di bellezza che i nostri progenitori, con grandi sacrifici, ci hanno lasciato gratuitamente. Sennò, come faranno altri bam-bini a incantarsi guardando in su e a dire ancora: "Che bella chiesa, babbo!”

Il cofanetto e le litografie si trovano in vendita in canonica, via Garibaldi 7, Minerbio (BO).

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48 vivere bene cultura

L’autrice di "Non mi arrendo", Livia Scagliarini, è una donna che ha lavorato per molti anni nella cooperazione e nel mondo del volontariato. Il libro racconta un percorso di libertà: dall’inconsapevolezza dell’infanzia all’esuberanza dell’adolescenza, dalla determinazione della giovinezza alla tenacia della maturità nel mantenere, salvare e poi non perdere la propria libertà d’essere. La vita per Livia è stata come un fiume in piena: attraverso la scrittura le emozioni, i ricordi, le esperienze vissute vengono incanalate in un racconto anche drammatico ma sempre foriero di speranza. La Scagliarini sottolinea anche nel titolo la sua regola di vita: "Non mi arrendo anche perché so di non essere sola, che tutti hanno diritto a una vita equa, giusta e civile: disabili, anziani, bambini, donne e uomini, e per questo continuerò a combattere".

Livia Scagliarini Non mi arrendo

LA VITA È NON ARRENDERSIUn percorso di libertà frammisto ad ostacoli e drammi personaliMa nella storia di Livia, come in quelle di tanti, mai perdere la speranza

È stato stampato il quarto quaderno del Gruppo culturale “Il Manegium”. Su questo numero una sintesi del convegno sulla canapa con una ricca documentazione fotografica; la struttura e la vita nel Casone, la tipica, antica e umile abitazione di tanti polesani. Poi un articolo sulla “Guardia civile di san Bellino” arricchito da inediti documenti di archivio. E ancora storie che riguardano famosi personaggi come Giacomo Matteotti e due illustri musicisti locali, Vasco Corradini e Luigi Scagno, per 75 anni l’organista della chiesa Arcipretale di Fratta. Il quaderno così ricco di contenutiè stato editato con il contributo di Coop Reno.

NEI QUADERNI DEL "MANEGIUM" LA VITA NEI CASONI

I LIDI FERRARESISI TINGONO DI GIALLO

Inizio dell’estate ai lidi ferraresi, delitto al residence “Le Dune”: viene trovato il cadavere di una bellissima e ricca vedova e subito il caso diventa omicidio. Le indagini sono affidate al maresciallo della locale stazione dei Carabinieri che con l’aiuto di un suo amico scoprirà che molti potrebbero avere voluto la morte della donna. Fra ombrelloni e seconde case che cominciano ad animarsi, la tragedia di provincia ha luogo pagina dopo pagina.

Ivan Furlanetto Delitto alle Dune Editrice Maglio, 14 euro

Libri

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49consumatorigennaio-febbraio 2014

Un apposito concorso coinvolge tutti i partecipanti che sfilano nella grande parata di domenica. Ma la festa non si esaurisce qui: il concorso e la sfilata dei gruppi ma-scherati, il Carnevale dei Bambi-ni e dei Ragazzi, i laboratori per i più piccoli, le mostre fotografiche arricchiscono il clima di festa e di-vertimento. Nel corso degli anni la manifestazione ha incrementato la sua popolarità superando sempre le 20.000 presenze, e inserendo-si così di diritto tra i più originali e coinvolgenti carnevali italiani.

Cultura e Progetto Giovani, con il coinvolgimento fondamentale di scuole, associazioni, centri aggre-gativi, gruppi giovanili e imprese socio-culturali. Dal 1998 il carne-vale ha assunto la sua connotazio-ne attuale diventando il Carnevale dei Fantaveicoli. Imola nel '900 era denominata "la città dei matti" (per la presenza di due ospedali psichiatrici) e forse una certa dose di "pazzia" e di estrosità s'è trasmes-sa agli imolesi; Imola fa parte del-la Romagna e di romagnolo ha la passione dell'ingegnosità tecnica e dell'invenzione; Imola è famosa nel mondo per l'autodromo, ma forte è l'amore per la bicicletta. Da questi elementi – uniti al radicato rispetto per l'ambiente – è nata l'i-dea del "Fantaveicolo" che caratte-rizza la parte centrale della festa.

Anche Imola aveva una sua tradizione di Carnevale, incen-trata in particolare sulla sfilata dei carri allegorici e sui veglioni come testimoniano i documenti della seconda metà del ‘700 conserva-ti in biblioteca. Nel corso del '900 la tradizione si interruppe più vol-te e le ultime edizioni con la sfila-ta dei carri si svolsero dal 1982 al 1988. Nel 1996 l'amministrazione comunale decise di riproporre du-rante le giornate di Carnevale un momento di festa nella piazza cen-trale della città e la popolazione ri-spose con entusiasmo. Da quel momento stabilì di pro-vare a reinventare una tradizio-ne locale di Carnevale, evitando però di centrarla sul carro alle-gorico. L'organizzazione fu af-fidata agli uffici Partecipazione,

IL CARNEVALE L'ORDINE.... SOSTITUITO Il termine "carnevale" risale al latino "carnem levare", espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, vale a dire dal giorno successivo alla fine del carnevale (mercoledì delle ceneri), sino al "giovedì santo" prima della Pasqua. Le prime notizie sul carnevale, all’inizio un vero e proprio rito religioso, risalgonoall’epoca dei faraoni quando il popolo mascherato, intonando inni e lodi, accompagnava una sfilata di buoi che erano sacrificati in onore del dio Nilo. I greci dedicavano feste al dio del vino Dionisio e i Romani al dio Saturno con cerimonie religiose di carattere sfrenato e orgiastico che prevedevano, tra l'altro, la temporanea sospensione del rapporto servo-padrone. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito fino all'inizio del carnevale seguente.

Arrivano i fantaveicoli!DI ALESSANDRA GIOVANNINI

È L'UNICO VINCOLONON DEVONO INQUINAREPossono essere creati in modo originale ed unico, come pure essere assemblando biciclette, carriole o altri veicoli d'uso comune. Importante che siano caratterizzati anche in modo tematico, con un soggetto, un mascheramento e un abbellimento a scelta. I Fantaveicoli sono veicoli strani, inconsueti, stravaganti e ingegnosi: possono essere alti, bassi, lunghi con una due o trenta ruote; condotti da una singola persona o da un gruppo di persone; possono essere pezzi unici o rielaborazioni di biciclette o mezzi già esistenti. C’è solo una rigorosissima regola da rispettare: i Fantaveicoli non devono utilizzare combustibili inquinanti (benzina, gasolio, ecc.). Possono cioè muoversi a trazione umana, a spinta, a pedali, a vela o essere dotati di motore con combustibile "ad emissione zero" (energia elettrica, aria compressa, energia solare, ecc.). Spazio alla fantasia, dunque, ma nel rispetto dell’ambiente e della salute.

Appuntamento a Imola domenica 2 marzo con la 17ª edizione del coinvolgente Carnevale dei Fantaveicoli

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Alcuni esempi:

349,30 €nnicchèA 499,00 €SINGOLO cm 80x190

699,30 €nnicchèA 999,00 €MATRIMONIALE cm 160x190

Alcuni esempi:

201,25 €nnicchèA 287,50 €SINGOLO cm 80x190

402,50 €nnicchèA 575,00 €MATRIMONIALE cm 160x190

Alcuni esempi:

129,50 €nnicchèA 185,00 €SINGOLA cm 80x190

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Alcuni esempi:

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30%

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SOCI CONVIENE DI PIÙOFFERTE RISERVATE AI SOCI COOP RENO

PRENOTAZIONE DAL 20 FEBBRAIO AL 5 MARZOCONSEGNA DAL 31 MARZO AL 16 APRILE NEI SUPERMERCATI COOP RENO

DAL 6 AL 26 FEBBRAIO NEI SUPERMERCATI COOP RENO

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misura cm 50x80copriguanciale in spugnadi jersey estensibiletrattata con antiacarorifinito con cernieramisura cm 50x80

16,90 €

GUANCIALEA MEMORIA DI FORMA MODELLO SAPONETTA

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rivestimento trapuntato in 100% cotoneimbottitura in poliuretanoviscoelasticoa memoria di formamisura cm 45x75

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Azienda con Sistema di Gestionedella Salute e Sicurezza sul Lavoro

certificato da BSIBS OHSAS 18001:2007

Azienda con Sistema di Gestioneper la Qualità certificato da DNV

UNI EN ISO 9001:2008

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sistema operativo Android 2.3, processore Dual Core1 GHz, rete UMTS Quadriband, display 4.0", Touch, connettività Bluetooth 3.0, Wi-Fi, HSDPA 14.4 Mbps memoria 8 GB incluso Sistema Operativofotocamera 5 Megapixel, A-GPSgaranzia 2 anni

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risoluzione Full HDsintonizzatore Digitale Terrestrepredisposto per modulo cam (pay per view) Slot CI+classe efficienza energetica Aconnessioni Scart, 2 HDMI Componentdimensioni cm 73,8x20,7xh49,7garanzia 2 anni

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nnicchèA 499,00 €

risoluzione Full HD, smart TVsintonizzatore Digitale terrestre DVB-T/C HD, predisposto per modulo cam (pay per view) Slot CI+classe efficienza energetica Afrequenza 100 HZconnessioni Scart, 2 HDMI, AV2 USB, LAN, funzioni multimedia Wi-Fi Ready, Skypedimensioni cm 93,1x22xh60,2garanzia 2 anni

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Volevo uno strumento resistente nell’utilizzo per piatti gustosi e salutari. Ecco perché per TVS ho creato CHEF, una collezione di antiaderenti versatile e innovativa. Sette strati di ultra-antiaderenza per una cucina professionale, tutti i giorni in tutte le case italiane.

Parola di Carlo Cracco.

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