GIUSEPPE TOZZI, Lieti Attingerete Alla Sorgente

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L'episcopato camerinese di mons. Bruno Frattegiani (1964-1989).Questo scritto è frutto di insistenti richieste di sacerdoti e laici che desiderano ricordare la vita e l’attività del nostro arcivescovo mons. Bruno Frattegiani. Essendo stato per lungo tempo suo collaboratore, ho quotidianamente constatato le sue profonde umanità e spiritualità e il suo lungimirante e appassionato lavoro pastorale svolto in attuazione del Concilio ecumenico vaticano II. Il professore mons. Mario Sensi, che conosce molto bene lo spessore umano, spirituale, pastorale e culturale di mons. Bruno Frattegiani, mi ha più volte suggerito di pubblicare in un unico volume tutti i suoi scritti. Ma gli scritti di mons. Frattegiani sono proprio tanti. Oltre ai vari libri pubblicati nel corso degli anni, ci sono gli interventi al Concilio ecumenico, alle commissioni CEI e CEM, i vari articoli su quotidiani e settimanali, in particolare la sua sistematica collaborazione all’“Amore misericordioso”, a “Rocca”, al “Segno”, alla “Voce” di Perugia e a L’Appennino camerte. Si conservano, infine, i quaderni autografi compilati in preparazione degli esercizi spirituali e dei ritiri che tenne per sacerdoti, religiosi e laici di vari movimenti. Per questo lavoro di ricerca e sistemazione mi sento inadeguato. In appendice a questo testo mi sono limitato a raccogliere alcune delle numerose lettere pastorali, fondamentali - credo - per comprendere il suo programma pastorale, e alcuni articoli che rivelano la sua vis polemica in difesa di valori non negoziabili su temi come il matrimonio, il divorzio, l’aborto, nonché la lettera polemica ch’egli indirizzò a don Giovanni Franzoni, interventi questi che hanno avuto risonanza nazionale e internazionale. Del resto da squarci significativi di suoi scritti, di cui s’avvale il libro, appare con chiarezza il suo impegno per la vita spirituale dei fedeli, impegno ribadito anche dalle strutture nuove da lui realizzate per il bene della Chiesa particolare di Camerino-Sanseverino Marche.Ho la speranza che, nonostante tante manchevolezze (penso in particolare all’assenza di testimonianze di sacerdoti, religiosi, religiose e laici che pur constatatoro la sua disponibilità all’ascolto, al colloquio e soprattutto la sua amabilità e la grande attenzione alla loro persona), questo scritto possa soddisfare le richieste fattemi e possa contribuire a conoscere e far stimare sempre più il nostro indimenticabile arcivescovo Bruno. In ultimo ringrazio sentitamente per la loro intelligente collaborazione mons. Mariano Ascenzo Blanchi, l’avv. Giuseppe De Rosa, il prof. Pier Luigi Falaschi e Maria Cristina Viviani.Giuseppe Tozzi

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  • Lieti attingeretealla sorgente

    Lepiscopato camerinesedi mons. Bruno Frattegiani (1964-1989)

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  • Indice

    Introduzione 3

    Lalba di un nuovo giorno 5Le dimissioni di mons. dAvAck 7dA PerugiA ALLePiscoPAto cAmerte 9

    Le associazioni di Azione cattolica a Migiana 11Presidente del Tribunale ecclesiastico regionale umbro 12Il giornalista Penna nera 14Assistente ecclesiastico di Azione cattolica e di altre associazioni 15Vicario generale di Perugia 15Incontri con Madre Speranza 16La nomina ad arcivescovo di Camerino 18La consacrazione episcopale 19La prima lettera pastorale 20Lingresso in diocesi 22Il Concilio ecumenico e laggiornamento dei sacerdoti 24Il programma pastorale 29

    Dal Concilio quattro lineedi programmazione pastorale 31

    LA PAroLA di dio 33Testimonianze di esperti biblisti e teologi 37Pellegrinaggio in Terra Santa (3-12 settembre 1978) 40

    LA riformA deLLA LiturgiA 42La cena del Signore 43Ai sacerdoti sulla celebrazione della messa 49

    rinnovAmento deLLA vitA cristiAnA 54Divorzio, Humanae vitae, aborto 55

    ecumenismo 69I protestanti 71

  • Gli ortodossi 80Gli ebrei 83I non credenti 84Dimissioni dalla commissione della CEI per lecumenismo 85

    La Chiesa locale 89Le Persone 99

    Seminaristi e seminario 99Il vescovo, il clero e il popolo fedele 112I religiosi 123I laici 129

    LA chiesA LocALe come istituzione 139Prima visita pastorale 139Listituzione del consiglio presbiterale 141Amministratore apostolico di Sanseverino Marche 141Istituzione del consiglio pastorale e nuovi vicariati 143Nomina del vicario pastorale e riforma della curia 145Nuovo Bollettino ecclesiastico 146La tre giorni diocesana 147Un preciso calendario per la visita pastorale 149Conclusioni della visita pastorale nella vicaria di Camerino 151Ricorso contro il prefetto di Macerata 153Ristrutturazione della diocesi 154Vescovo di Sanseverino Marche 155Mutano i confini 156Istituto per il sostentamento del clero 159Unione della diocesi di Sanseverino con Camerino 160

    oPere deLLArcidiocesi 162LAppennino camerte e La Voce settempedana 162Fondazione Don Igino Cicconi 172Libreria Loggia di Sisto V 173Radio C1 174

  • La fondazione opere di religione arcidiocesi Camerino (o.r.a.c.) 176La fondazione Maria Sofia Giustiniani Bandini (ma.so.gi.ba.) 177La fondazione Beato Rizzerio e la clinica ortopedica Sagisc 189Pensionato femminile universitario Battista Varano- Casa dellagiovent 191Il collegio universitario Bongiovanni 193Istituto Francesco Arsini Santuario di Macereto 194Uno speciale stile di governo 197Le amministrazioni diocesane 199

    e venuta la sera 203LA mALAttiA e iL decLino 205ALcune note suLLA suA vitA sPirituALe 210

    appendice 221ecce, venioLetterA di sALuto AL cLero e AL PoPoLo di cAmerino 223cAntAte domino cAnticum novumLetterA PAstorALe Per LA QuAresimA 1965 236 considerAzioni suLLA grAnde PreghierA eucAristicALetterA PAstorALe Per LA QuAresimA 1968 249A diALogo con i divorzistiLetterA PAstorALe Per LA QuAresimA 1967 258PoLemiche giornAListiche 263

    Il divorzio 263eLenco definitivo deLLe PArrocchie deLLArcidiocesidi cAmerino - sAnseverino mArche (1984) 283

    note 289

    indice dei nomi 299

  • 1Lieti attingeretealla sorgente

    Lepiscopato camerinesedi mons. Bruno Frattegiani (1964-1989)

    Giuseppe Tozzi

  • 2

  • 3Questo scritto frutto di insistenti richieste di sacerdoti e laici che desiderano ricordare la vita e lattivit del nostro arcivescovo mons. Bruno Frattegiani. Essendo stato per lungo tempo suo collaboratore, ho quotidianamente constatato le sue profonde umanit e spiritualit e il suo lungimirante e appassionato lavoro pastorale svolto in attuazione del Concilio ecumenico vaticano II. Il professore mons. Mario Sensi, che conosce molto bene lo spessore umano, spirituale, pastorale e culturale di mons. Bruno Frattegiani, mi ha pi volte suggerito di pubblicare in un unico volume tutti i suoi scritti. Ma gli scritti di mons. Frattegiani sono proprio tanti.

    Oltre ai vari libri pubblicati nel corso degli anni, ci sono gli interventi al Concilio ecumenico, alle commissioni CEI e CEM, i vari articoli su quotidiani e settimanali, in particolare la sua sistematica collaborazione allAmore misericordioso, a Rocca, al Segno, alla Voce di Perugia e a LAppennino camerte. Si conservano, infine, i quaderni autografi compilati

    in preparazione degli esercizi spirituali e dei ritiri che tenne per sacerdoti, religiosi e laici di vari movimenti. Per questo lavoro di ricerca e sistemazione mi sento inadeguato. In appendice a questo testo mi sono limitato a raccogliere alcune delle numerose lettere pastorali, fondamentali - credo - per comprendere il suo programma pastorale, e alcuni articoli che rivelano la sua vis polemica in difesa di valori non negoziabili su temi come il matrimonio, il divorzio, laborto, nonch la lettera polemica chegli indirizz a don Giovanni Franzoni, interventi questi che hanno avuto risonanza nazionale e internazionale. Del resto da squarci significativi di suoi scritti, di cui savvale il libro, appare con chiarezza il suo impegno per la vita spirituale dei fedeli, impegno ribadito anche dalle strutture nuove da lui realizzate per il bene della Chiesa particolare di Camerino-Sanseverino Marche.

    Mons. Bruno Frattegiani

  • 4 Ho la speranza che, nonostante tante manchevolezze (penso in particolare allassenza di testimonianze di sacerdoti, religiosi, religiose e laici che pur constatatoro la sua disponibilit allascolto, al colloquio e soprattutto la sua amabilit e la grande attenzione alla loro persona), questo scritto possa soddisfare le richieste fattemi e possa contribuire a conoscere e far stimare sempre pi il nostro indimenticabile arcivescovo Bruno. In ultimo ringrazio sentitamente per la loro intelligente collaborazione mons. Mariano Ascenzo Blanchi, lavv. Giuseppe De Rosa, il prof. Pier Luigi Falaschi e Maria Cristina Viviani. Giuseppe Tozzi

  • 5Lalba di un nuovo giorno

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  • 7Le dimissioni di mons. DAvack

    Venerd 23 febbraio 1964 i canonici del capitolo metropolitano e i sacerdoti della diocesi di Camerino sono convocati per le ore 12 in episcopio per comunicazioni importanti da parte dellarcivescovo. Mons. Giuseppe DAvack, commosso, subito comunica ai convenuti che, dietro sua richiesta per motivi di salute, il santo padre Paolo VI ha accettato le sue dimissioni da arcivescovo di Camerino e ha nominato successore mons. Bruno Frattegiani del clero della diocesi di Perugia 1. La notizia, del tutto inattesa, suscita stupore, meraviglia, sconcerto, ma anche ammirazione per lalto senso di responsabilit pastorale manifestato da mons. DAvack. Lascia la diocesi, a soli 65 anni di et, dopo diciotto anni di grande impegno e totale dedizione al ministero. Domenica 5 aprile la diocesi si stringe attorno al pastore durante la solenne celebrazione della messa in cattedrale, affollatissima di fedeli - giunti da ogni parrocchia della diocesi - che intendono ringraziarlo per la missione svolta con eccezionale generosit. Allomelia mons. Ferruccio Loreti, arcidiacono, cos compendia lalto insegnamento spirituale: Croce, eucarestia, carit, unite al fiat della Vergine santissima, Madre della misericordia. Successivamente, in episcopio il prof. Pier Luigi Falaschi, presidente della giunta diocesana di Azione cattolica, presenta lomaggio e il ringraziamento di tutte le organizzazioni cattoliche diocesane. Il professore evoca con splendida sintesi gli anni e lo stile proprio di mons. DAvack, da quando raggiungeva le parrocchie con la jeep, ai suoi ispirati interventi al Concilio ecumenico, grazie ai quali era riuscito a trasferire lindefessa carit del pastore coraggioso da Camerino alla Chiesa universale. Nel pomeriggio, al teatro cittadino Filippo Marchetti, sono le autorit a manifestare il loro grazie allarcivescovo. A nome dei colleghi della diocesi, il sindaco di Camerino, prof. Libero Polzonetti, ricorda il continuo impegno del vescovo per la citt, lUniversit e lintero territorio dellarcidiocesi, indi consegna al vescovo unartistica medaglia doro. Al ringraziamento del sindaco si unisce quello del prorettore prof. Guido Giacomo Tedeschi per lapporto determinante dato per la statizzazione della nostra Universit 2. Nellultima lettera pastorale mons. DAvack spiega cos le sue dimissioni:

    Non vorrei che prendeste cattiva edificazione dal mio ritiro dalla diocesi. Non pensate che io voglia riposarmi. Il sacerdote per immenso dono del Signore non deve avere la malinconia del collocamento a riposo: si riposer in eterno in Paradiso. Non avendo pi energie per il governo della diocesi,

  • 8avr la possibilit di altro lavoro sacerdotale. Vi lascio sereno, vi lascio nelle mani e nel cuore del nuovo arcivescovo con grande commozione. Lho conosciuto personalmente, non so dirvi la consolazione, ledificazione che mi ha dato 3.

    E verso mons. DAvack cos si esprime mons. Frattegiani nella sua prima lettera al clero e ai fedeli di Camerino, Ecce venio:

    Al venerato predecessore ho gi detto come la penso; per me non partito, ma salito sul monte a pregare per il nostro combattimento spirituale. Lui far il Mos e io cercher di essere il vostro Giosu. Linteressante che ci sforziamo di entrare nella terra di riposo (Ebr 4,11) faticando quaggi 4.

  • 9Da Perugia allepiscopato camerte

    Mons. Bruno Frattegiani 5, figlio di Eusebio e Anna Ceccarini, nasce a Migiana di Monte Malbe, frazione del comune di Corciano, provincia di Perugia, il 9 febbraio 1914. Di Migiana dice: Sono nato tra le querce della mia Migiana e degli ascendenti: solidi vecchi, boscaioli e fabbricanti di calce. E nel cinquantesimo anniversario di sacerdozio nella nativa Migiana scrive:

    mio dovere confessarvi lemozione profonda che ho provato rivivendo uninfanzia serena: sereni anche i quattro chilometri a piedi di ogni giorno per conquistare il diploma di quarta elementare! Al mio paese cera solo la terza 6.

    A 11 anni entra nel seminario diocesano di Perugia, dove frequenta il ginnasio e il liceo. Il suo primo rettore, mons. Beniamino Ubaldi, poi vescovo di Gubbio, lo descrive come un giovane dotato di uno squisito senso di umanit, di una natura armoniosa ed equilibrata, tanto comprensivo e indulgente quanto pronto a soffrire lui un dispiacere piuttosto che darlo a un altro. E mons. Raffaele Baratta, allora vicario generale, lo trova in seminario tra gli alunni del liceo e lo descrive come giovane bravo, intelligente, studioso ed anche buono, molto buono. Dopo un anno al seminario regionale di Assisi, dove inizia lo studio di teologia, passa al Pontificio seminario romano maggiore. Il 6 dicembre 1936 ordinato sacerdote dal cardinale vicario Francesco Marchetti Selvaggiani nella cappella della Madonna della fiducia del Seminario maggiore romano. E alla Madonna della fiducia rester sempre devotissimo, tanto da volere una bella riproduzione dellimmagine romana nella cappella dellepiscopio di Camerino. Si laurea allUniversit Lateranense in teologia con la tesi Nomos et agape (Nova et vetera de Thesauro S. Thomas Aquinatis); pi tardi, risiedendo allApollinare, si laurea anche in utroque iure con la tesi Il tribunale della Rota perugina. Uno stralcio importante della sua tesi in teologia sar poi pubblicato in Miscellanea francescana (luglio - dicembre 1962); la

    Con la mamma Anna Ceccarini

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    tesi in diritto pubblicata integralmente sul Bollettino della Deputazione di storia patria per lUmbria (vol. XLVI - 1949). Pi volte esprimer in seguito il suo rammarico per non aver potuto iscriversi al Biblico, come desiderato e chiesto. Ritornato in diocesi, nominato vice rettore del seminario diocesano e docente di latino e greco, insegnamenti che conserver fino alla nomina ad arcivescovo. Lasciando Perugia ricorder gli alunni carissimi ... cos affezionati al professore di greco, anche se poco ad Erodoto e compagni.... Don Bruno Frattegiani svolge il suo primo impegno pastorale nel natio paese, Migiana: Fui incaricato di aiutare il parroco a tempo perso (dico per dire, perch fu tra i pi bei guadagni della mia vita) scriver pi tardi. Dal 1940 ogni venerd sera lascia Perugia e raggiunge Migiana dove opera il sabato e la domenica; il luned mattina di nuovo a Perugia per gli altri incarichi pastorali. Migiana racconter lui stesso come una famiglia stretta attorno alla chiesa, al parroco (suo zio), fedele alle tradizioni. Chi sul tardi, la sera, cammina per le stradine del piccolo paese, sente risuonare la recita del rosario che proviene dalle case. Inizia la sua opera di consolidamento della comunit parrocchiale offrendo prospettive di vita cristiana: la fede nellamore che Dio nutre per gli uomini, il cuore accogliente di Cristo, la comunione con Lui: questa la base e il clima del lavoro che si concretizza con la consacrazione della parrocchia al Cuore di Ges e con la festa giubilare del Crocifisso del 1947, che vuole solennissima e per la quale compone il bellinno - appunto - a Ges crocifisso. Cura molto le feste tradizionali, in particolare quella dellImmacolata. Un parrocchiano, ragazzo al tempo di don Bruno, ricorder soprattutto la festa grande connessa a ogni domenica: sembrava sempre Pasqua. Molto curata lomelia, numerosi e scelti i canti, alcuni da lui stesso composti: tra gli altri il bellinno in onore di Ges crocifisso su testo del sacerdote perugino don Remo Bistoni. Il suo amore per la musica lo porta a studiare il piano a livello professionale, come testimonia un suo amico dellApollinare. La domenica pomeriggio catechismo per tutti. Durante i primi anni del suo ministero a Migiana in atto la guerra: don Bruno rimane vigile e incoraggiante tra la popolazione spaurita. A lui si rivolgono con fiducia gli sfollati, per lo pi oriundi tornati al paesello ritenuto sicuro. In tanti ricevono aiuto e conserveranno per lui venerazione. Passata la guerra, la canonica di Migiana ospita un orfanello di Cassino: la carit di don Bruno vuole che il piccolo ritrovi accanto a lui un cuore di padre e una mamma nella sua Annetta.

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    Le associazioni di azione caTToLica a MiGiana

    In un articolo per la rivista del santuario di Corinaldo Il giglio del gennaio 1976 mons. Frattegiani ricorda lintitolazione della giovent femminile di Azione cattolica di Migiana:

    ... Restai affezionato alla piccola martire a cui dedicai la mia prima esperienza di Azione cattolica. Un bel gruppo di giovent femminile nella parrocchia fu intitolato a Maria Goretti. Posso asserire che tramite il venerato parroco di allora, mons. Bernacchia, che ci teneva in collegamento con mamma Assunta, nacque fra Corinaldo e Migiana una specie di asse: gli assi allora erano di moda. E per concludere, la mia carriera a Migiana termin con un indimenticabile pellegrinaggio parrocchiale a Corinaldo (cantammo allora la canzone che adesso si esegue anche a Corinaldo).

    La musica sua, le parole sono di don Remo Bistoni. Il 15 gennaio 1967 linno sar eseguito anche dal coro di voci bianche di Renata Castiglione e trasmesso anche nel terzo programma Rai 7. Allassociazione di giovent femminile seguono quelle dei giovani, delle donne, degli uomini. Nel 1946 dei 500 parrocchiani 170 sono iscritti allAzione cattolica. Per dare il senso della Chiesa ed alimentare lattaccamento al papa conduce a Roma i giovani in occasione dellottantottesimo della fondazione e le giovani per il loro trentesimo: i mezzi di trasporto sono fortunosi, ma tanto lentusiasmo. Camioncino dellottantesimo, come ti potremo scordare? scrive in una lettera. Alla fine raccoglie ci che con amore e intelligenza ha seminato. Tra laltro ha la gioia di vedere uno dei suoi ragazzi, Sergio Rossi, salire laltare. doloroso il distacco dai migianesi nel 1951:

    Vi lascio con la commozione nel cuore scrive e forse locchio mi tradir. Ma vi lascio sereno sapendo che servo la Chiesa che amo e che ho cercato di insegnarvi ad amare come Ges.

    Nella lettera inserisce tre raccomandazioni:

    1. Amate la Chiesa con fede profonda, venerate nel papa, nel parroco, nei sacerdoti, i rappresentanti di Ges, anche se in grado diverso. Continuate a cantare forte nel credo la proclamazione entusiastica della Chiesa una

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    santa cattolica e apostolica, ma cercate soprattutto di sentire vivo nel cuore il vostro canto. Amate il papa, difendete il papa. Prima dunque la Chiesa, perch la Chiesa Ges. 2. Vogliate sempre tanto bene alla Madonna, ricopiandola soprattutto nel suo devoto atteggiamento di sottomissione alla santa volont di Dio (segreto sicuro di pace), abbiate fiducia in Lei. 3. Confessatevi bene, confessatevi bene, confessatevi bene spesso, se potete ma soprattutto bene.

    presidenTe deL TribunaLe eccLesiasTicoreGionaLe uMbro

    Nel 1939 mons. Frattegiani era stato nominato membro del tribunale ecclesiastico regionale umbro, prima come vice, poi come difensore del vincolo e infine giudice. Dal 9 dicembre 1951 presidente e manterr

    lufficio fino alla nomina ad arcivescovo di Camerino. Cos sintetizza la lunga attivit fra Giuseppe Mattia, vice presidente dello stesso tribunale:

    Nella numerosa variet di sentenze pronunziate sono condensate tutte le qualit della sua intelligenza e le doti del suo cuore. A una moderazione

    Tribunale ecclesiastico umbro: mons. Frattegiani (a sinistra)con larcivescovo mons. Raffaele Baratta e padre Giuseppe Di Mattia

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    di giudizio non comune univa la capacit dellintrospezione psicologica, chiara analisi degli atti, acutezza di induzioni insospettabili e di conclusioni inaspettate. Espose riflessioni di vasta problematica e prospett soluzioni che portarono un cospicuo contributo alla scienza giuridica come ebbe a dire un valente giurista. Infatti molte delle sue pregevoli sentenze sono state pubblicate nelle riviste Il diritto ecclesiastico ed Ephemerides juris canonici, accolte dagli studiosi con vivo consenso e suscitando note di commento e di proficua discussione. Ha lasciato nellorgano giudiziario eredit di saggezza e amabilit, di compiutezza e ponderazione.

    Ricordando la sua esperienza di giudice ecclesiastico, cos scrive su LAppennino camerte del 20 aprile 1974, mentre era in corso laccesa polemica sul divorzio:

    Devo riconoscere che ieri sera (16 aprile) lon. Fortuna ha dimostrato di sapere cos la Sacra romana Rota, distinguendola dai tribunali ecclesiastici di grado inferiore. Di solito dalle pagine pulite di ABC lonorevole ed i suoi eruttavano facili accuse alla pretesa faciloneria della Sacra Rota di sfornare annullamenti purch si pagasse, intendendo, penso, per Rota anche i tribunali di primo e secondo grado, sufficienti da soli ad annullare in caso di sentenza conforme. A parte linesattezza del termine annullare, la volgarit delle accuse consiste nellattribuire ai tribunali ecclesiastici una certa larghezza di vedute, purch si paghi. Le statistiche annuali delle cause paganti e delle cause di gratuito patrocinio dimostrano la banalit e la mala fede di questa insinuazione. Personalmente ho servito la chiesa in Rota (nel senso largo che i pi danno a questa parola oggi agli onori della polemica s e no), per venticinque anni, dodici come difensore del vincolo e tredici come presidente del tribunale ecclesiastico regionale umbro. Porto la gioia in cuore di quanto in coscienza ho potuto, in collaborazione con gli altri ministri e con le sentenze conformi del tribunale regionale superiore o della stessa Sacra romana Rota, ridare gioia a creature travolte in situazioni dolorose, sia pure in conseguenza della propria leggerezza (non sempre). Porto in cuore la tristezza di quando ho detto di no, perch in coscienza mi pareva di dover dire di no. Porto la gioia, di due noccioline americane. Si trattava di una causa di due poveri in canna. Lui venditore di semi salati alle feste del paese, lei una domestica dei tempi passati, quando le marchette erano un lusso e la paga era mangiare gli avanzi dei padroni e avere in regalo i vestiti smessi della signora. La causa assolutamente gratuita con una modesta spesa di trasferta a carico del nostro tribunale fu, come si dice in gergo, una causa fortunata. Rividi lui, che intanto si era potuto sposare con la sua seconda, ad una festa patronale. Mi riconobbe, mi fece festa,

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    mi condusse davanti al suo carrettino e indicandomi il bengodi della sua povera mercanzia mi disse: Sor Bruno prenda quello che vuole. Esitai. Poi presi due noccioline americane: una pensai per me e una per la Sacra Rota che (allo stesso prezzo) aveva confermato la nostra sentenza. La storia delle noccioline non soltanto uno spunto autobiografico. la storia vera della Sacra romana Rota 8.

    iL GiornaLisTa penna nera

    Mons. Frattegiani nel comitato di fondazione del settimanale perugino Il segno, di cui diviene redattore e poi direttore. Il piccolo settimanale stampato con caratteri tipografici composti a mano e porta in tante case la parola di Dio. Sono attesi e letti con molto interesse i corsivi e neretti di Penna nera, suo pseudonimo.

    Testi annota un giovane collaboratore che scoccavano nel bersaglio come i dardi della balestra. Molti, soprattutto i giovani non abituati quel tempo alla lotta politica, scorrevano velocemente quegli scritti per rileggerli, meditarli e discuterli, onde approfondire se non imparare quel metodo polemico che fatto di onest professionale e cosciente indagine della situazione. In tal modo mons. Frattegiani stato considerato anche come maestro di giornalismo.

    In seguito passa come redattore a La Voce di Perugia, dove ugualmente e puntualmente sempre presente con le sue note di forti, ma garbate, puntualizzazioni. Vasta eco ha allora la controversia con lamico Aldo Capitini sul problema dei sacerdoti di Perugia sospettati di modernismo. Nello stesso tempo collabora con continuit alla rivista quindicinale La Rocca della Pro civitate cristiana di Assisi. Oltre che autore di impegnativi articoli, anche tra i redattori che rispondono ai quesiti dei lettori su argomenti di fede e morale. Risposte puntuali, piene di dottrina, comprensione e - a volte - di pungente bonaria ironia. Anche altre riviste come Jesus caritas dei fratelli di Foucault e Settimana del clero si avvalgono della sua collaborazione. Pi puntuale e duratura quella con la rivista LAmore misericordioso, del santuario di Collevalenza, ove ogni mese presente con una meditazione biblica.

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    assisTenTe eccLesiasTicodi azione caTToLica e di aLTre associazioni

    Prima assistente diocesano delle donne di Azione cattolica, poi, pi a lungo, della giovent femminile. Proponendo la sua anima sacerdotale, ricchissima di umanit e di carit, porta entusiasmo nella vita spirituale e nellattivit apostolica delle giovani. Nel 1963 realizza quella che rester liniziativa forse da lui pi amata, una settimana intensa di formazione sui problemi dei giovani di fronte allamore, destinata a tutta la giovent di Perugia. I giovani di tutte le condizioni sociali sono convocati per discutere i loro problemi, porre domande, cercare soluzioni. Da questa iniziativa nasce listituto Pro domo a favore della famiglia. Il Gruppo di spiritualit familiare ha invece origine dalle associazioni giovanili che mons. Frattegiani chiama Incontri di Nazareth; alla sua iniziativa si deve anche listituzione del consultorio familiare, affidato ai medici cattolici, dei quali egli assistente. altres assistente dei giuristi cattolici. Per la sua esperienza di giudice del tribunale ecclesiastico ritiene essenziale che la vita religiosa affondi le radici nellintimo della coscienza; personalmente ritiene essenziale presentarsi agli uomini, a tutti gli uomini, in atteggiamento di servizio della verit. Di vasta efficacia e risonanza lassistenza religiosa chegli presta agli studenti di tante razze e civilt richiamati a Perugia dalla Universit per stranieri. Questa la testimonianza di mons. Canzio Pizzoni:

    Attivit molteplici e varie, vivificate da piet semplice e costante, mai ingombrata dal suo io che rimaneva nascosto nellumilt con cui irradiava la luce del suo ministero.

    Vicario GeneraLe di PeruGia

    Mons. Frattegiani nel dicembre del 1955 scelto dallarcivescovo mons. Pietro Parente quale delegato arcivescovile ad omnia e dopo due anni, il 12 dicembre 1957, nominato dallo stesso arcivescovo vicario generale. Appena due anni dopo mons. Frattegiani con sofferenza si decide a presentare le dimissioni. Con umilt e La fontana di Perugia

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    sincerit manifesta al vescovo il suo dissenso per il modo con cui tratta i suoi sacerdoti e la scelta autoritaria di guidare la diocesi, a tal punto che molti lo temono e si tengono lontani, mentre altri lo adulano e sono i suoi confidenti. Larcivescovo, dopo aver affermato di avere avuto in serbo per lui grandi progetti, lo accusa di slealt, chiedendogli di mettere per iscritto le sue osservazioni, cosa che Frattegiani con umilt e obbedienza subito esegue. Tra laltro descrive con ironia un aneddoto che i sacerdoti andavano ripetendo: allavvicinarsi del vescovo in visita ad una parrocchia, il cane del parroco avrebbe ringhiato forte e a lungo:

    bisognava dare la medaglia doro al cane perch unico nella diocesi aveva avuto il coraggio di mostrare pubblicamente il suo dissenso, senza paura, al vescovo.

    Ricorda anche che, a una sua timida osservazione per il modo duro con cui aveva tolto lufficio di amministratore diocesano allinvestito, si sente rispondere testualmente e al modo di sfida: Ragazzi, io qui voglio solo esecutori di ordini 9 .

    inconTri con Madre speranza

    Nel primo anniversario della enciclica di Giovanni Paolo II Dives in misericordia, nel santuario della misericordia a Collevalenza mons. Frattegiani tiene una relazione in cui racconta i suoi incontri con Madre Speranza, cui tra laltro deve la sua collaborazione alla rivista del santuario. In uno di questi incontri parla proprio della rinuncia a vicario generale.

    Nel settembre 1954, accingendomi al mio primo pellegrinaggio a Lourdes, decisi di saggiare lambiente che i pi consideravano ancora alla larga e scrissi allamico p. Arsenio, gi appartenente al clero perugino e ora siglato FAM (Figli dellAmore misericordioso), esponendogli il mio desiderio di fare da solo un corso di esercizi spirituali nel suo Istituto. Naturalmente dicevo non volevo essere di disturbo e intendevo pagare. Padre Arsenio mi rispose che ero accolto a braccia aperte. Per soggiungeva perentorio:

    Madre Speranza

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    Madre Speranza dice che, se vuol pagare, vada allalbergo. Appresi cos in anticipo che uno degli scopi precipui della casa era lassistenza ai sacerdoti, unassistenza intesa nel senso pi largo e pi completo della parola. E Madre Speranza? Trovai una donna semplice, profondamente pia, molto cordiale, dagli occhi intelligenti e penetranti, soprattutto tanto materna con i suoi figli, che laspettavano con ansia a turno alla ricreazione della sera. Miracoli? Io di miracoli ne ho visto uno solo e questo miracolo si chiama Collevalenza: la creatura di trentanni fa diventata (e non solo dal punto di vista architettonico) un gigante. Interessante nel gennaio seguente (1955) un viaggio in macchina da Collevalenza a Perugia, dove accompagnavamo Madre Speranza a visitare la rinnovata casa del clero affidata ai suoi figli e figlie. Fra me e Madre Speranza nacque una conversazione molto interessante, rivelatrice di autentici segni della Provvidenza. opportuno lasciare la valutazione definitiva alla Chiesa, quando suoner lora di Dio. Desidero solo soffermarmi su un altro momento che segn nella mia vita una svolta importante. Lincontro con Madre Speranza fu per me cos lo sentii il sigillo di Dio su un gesto di rinuncia che la coscienza mi spinse a compiere (dimissioni da vicario generale), anche se non tutti lo compresero... Il 23 ottobre 1959 mi recai a Collevalenza perch avevo bisogno di una parola di comprensione se non di incoraggiamento. Cerano con me mamma Annetta e due amici sacerdoti (uno di essi, mons. Tintori, morto). Appena mi vide (notate, non ci fu domanda, non ci fu saluto!) il saluto venne dopo, Madre Speranza mi disse decisa: Figlio, te lo ha fatto fare il Signore. Tu da solo non potevi farlo!. Tanto per sdrammatizzare (e per me fu un dramma) lasciatemi finire con unaltra battuta graziosa della Madre, quando ero gi vescovo. Mi diceva delle sue preoccupazioni per la costruzione della grande chiesa e dei padiglioni adiacenti. Ma era Lui che voleva cos. Lui, per, padre mio, Lui non ha fatto mai leconomo 10.

    Scrive ancora mons. Frattegiani:

    Ho confessato qualche volta, fin dalla mia prima lettera di saluto, che molto ho sofferto quando ho visto nel nostro mondo allignare ladulazione servile per i superiori: ho goduto tanto, quando, una settimana prima di venire tra voi, il carissimo santo padre Paolo VI mi fece discretamente capire che conosceva un po della mia storia (tempi difficili mi disse sorridendo) e fu una delle gioie pi grandi della mia vita 11.

    Due circostanze ribadiscono quanto fu importante per mons. Frattegiani lepisodio delle dimissioni da vicario generale: 1. Ordina che la cartella in cui sono contenuti i documenti dellintera vicenda venga conservata

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    nellarchivio della curia della diocesi di Camerino. 2. Nello scarno suo testamento torna sul tema con queste parole:

    Davanti alla morte, dichiaro solennemente che sono tranquillissimo sul mio operato in occasione delle mie dimissioni da vicario generale di Perugia 12.

    La noMina ad arcivescovo di caMerino

    Ricco di tanta umanit, dottrina ed esperienza unite a vera umilt e disponibilit mons. Frattegiani riceve la visita del suo arcivescovo mons. Raffaele Baratta che gli comunica ufficialmente la nomina ad arcivescovo di Camerino: il 14 gennaio 1964. Nella sua prima lettera pastorale ai nuovi fedeli, Ecce venio, del 16 aprile con semplicit racconta come ha reagito allannunzio.

    Cercai notizia di Camerino per enciclopedie e annuari, aprendo poi il libro dei Salmi lessi quasi a caso Affida al Signore la tua strada e confida in Lui e Lui far. Pi tardi appresi con gioia che il 14 gennaio a Camerino si celebra con solennit la festa della Madonna con il titolo di Santa Maria in Via, quasi la Madonna volesse prendermi con mano per condurmi per la nuova strada a cui il Signore mi chiamava. Il 15 mattina celebrai la mia prima messa Pro Camerino in onore della Vergine Santissima e mi affrettai a mettere sotto il manto della Madonna tutte le

    Con i suoi parrocchiani di Migiana

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    anime che il Signore mi affidava. (Pensate che gioia quando nel duomo di Camerino vidi quel manto e sotto un gruppo simbolico di voi nella bella immagine della Mater misericordiae). Segu un pellegrinaggio al santuario dellAmore misericordioso di Collevalenza e alcuni giorni dopo decisi di recarmi a Loreto. Non vi dico quanto la mia buona mamma, che mi aveva seguito nel pellegrinaggio di Collevalenza e che fu invitata al secondo, si meravigliasse di questa improvvisa mania di pellegrinaggi: sarebbe stato cos bello con il tempo buono a primavera! Nella Santa Casa ripetei le parole con cui il Verbo incarnato, entrando nel mondo e quindi allunisono con il fiat di Maria, dichiarava la sua totale dedizione alla dolce volont del Padre: Ecce venio. Passando velocemente a Camerino, appresi che la cattedrale dedicata al mistero soavissimo e augusto dellAnnunciazione; una delle gioie pi belle di quante finora Camerino abbia potuto darmi. Ho fatto memoria di pellegrinaggi e non ho pensato di dirvi che la mia preparazione pi bella a questa vocazione di Abramo, che mi invita a lasciare la mia terra per seguire voi nella vostra terra benedetta, stato il pellegrinaggio nella patria di Ges nello scorso settembre. Mi piace ora riaccostare Nazareth e Loreto e tutte e due alla cattedrale di Camerino.

    Mons. Frattegiani trascorre a Prato la preparazione immediata alla sua venuta a Camerino, durante la settimana santa in profondo raccoglimento, con al centro riassorbito nella liturgia, ma pi che mai vibrante nello sfondo della passione, la festa della Santissima Annunziata.

    La consacrazione episcopaLe

    Mons. Frattegiani consacrato vescovo il 19 aprile 1964 nella cattedrale di Perugia gremita di fedeli di Perugia e Camerino. Consacrante mons. Baratta, arcivescovo di Perugia; conconsacranti mons. Ubaldi vescovo di Gubbio e mons. Fiordelli vescovo di Prato. Presenti mons. DAvack, mons. Campelli vescovo di Cagli e Pergola, mons. Pronti vescovo di Nocera Umbra, mons. Lajoli vescovo di Amelia. Al pranzo mons. Giacomo Boccanera porta laugurio della diocesi di Camerino e illustra i punti di contatto geografici, filologici, storici

    Ordinazione episcopaledi mons. Frattegiani

    nella cattedrale di Perugia (1964)

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    tra Perugia e Camerino. Il predecessore mons. DAvack parla, in piena coerenza col suo messaggio di fondo (anche la sua presenza in linea con quella logica): quanta consolazione oggi afferma perch si realizza la volont del Signore, ancora la maestosa voluntas Dei anche nel distacco per chi va e chi viene, per gli uomini e per la diocesi 13.

    La priMa LeTTera pasToraLe

    Mons. Frattegiani, prima di entrare a Camerino, invia la lettera pastorale Ecce venio in cui ricorda anzitutto ci che del vescovo afferma il Concilio Vaticano II:

    Il vescovo per il servizio (diakona) nella comunit e per la comunit cementata dalla comunione con Cristo (koinona).

    E perci:

    Cos ci stimi ognuno: come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora dagli amministratori si chiede che si dimostrino fedeli: questo vi ripeter con San Paolo e dovr soggiungere con lui che non mi lecito tenere per metro il vostro giudizio perch il giudice soltanto il Signore. Ma nello stesso tempo vi dico: non mettete mai, per amore di Dio, una cartina fumogena dincenso tra voi e me. Non danneggiate la mia vista che deve scrutare sempre solo la volont di Dio e la sua gloria e il suo amore. Il vescovo viene a voi come Ges: non per essere servito ma per servire e perdere la sua vita. Viene a promuovere la comunit dellamore e ha bisogno di amore e di sincerit. Il vescovo ha bisogno dellatmosfera serena dellagape, della sincerit dei fratelli e dellamore e della devozione meditata e riflessa dei figli. Quello che vorrei che insieme cancellassimo per sempre dal nostro stile, lespressione cortigiana e servile, la pratica continua dei tre tiri doppi, il donabbondiesco forte petto e zelo imperterrito di vossignoria illustrissima. Vi meraviglierete che vi parli cos e non vorrei che pensaste che io ritengo questo stile, il vostro stile. Ma un andazzo che pesa un po dappertutto e risente quella visione non del tutto soprannaturale, che ci richiama la descrizione fosca di Pascal: Dire la verit utile a colui a cui viene detta, ma dannosa a chi la dice, perch cos si fa prendere in odio. O le parole della beata Camilla Battista: Soli Deo honor et gloria. Se mai dir parole che mi tornino di onore, tu che ogni cosa puoi, fammene tornare in vergogna e confusione.

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    C in queste parole un amaro ricordo della sua veloce esperienza di vicario generale della arcidiocesi di Perugia?

    Il piano pastorale - Voi vorrete sapere dice mons. Frattegiani qual il mio programma, ma io non ho altro programma che quello di fare la volont di Dio e di volervi bene e di spendermi tutto per voi e non ho altro appoggio che la sua grazia e la benedizione della Madonna santissima. Ci sono da fare anche i piani, ma questi piani io debbo farli con voi fratelli sacerdoti e, perch no?, attraverso larticolazione delle parrocchie, delle associazioni, dei gruppi, attraverso gli stessi contatti diretti anche con voi, figli carissimi del laicato camerinese. Ripeto con S. Ignazio: chi onora il vescovo amato da Dio; chi opera ad insaputa del vescovo serve il diavolo. E con San Cipriano: nulla senza il vostro consiglio e senza il beneplacito del mio popolo. E io sogno il collegio sacerdotale di Camerino come S. Ignazio descrive quello di Efeso, armonicamente unito al vescovo come le corde alla cetra. Quello che non possibile alla natura egoistica possibile alla Grazia.

    Lo stemma - Ho scelto una fontana come stemma e non deve parervi strano che la mia attenzione si sia fermata alla fontana maggiore di Perugia. La fontana maggiore situata dalla parte del Vangelo dellaltare maggiore della cattedrale sembra realizzare plasticamente la gioiosa antifona pasquale che poi riassume il capitolo 47 di Ezechiele, una profezia a cui Ges allude nel passo Ho visto unacqua che sgorgava dal tempio al lato destro, alleluia, e tutti quelli a cui giunta questacqua sono stati salvati e dicono: alleluia, alleluia. La mia fontana vuol essere la fontana di Pasqua, la sorgente dello spirito sgorga dal cuore squarciato di Cristo e voi attingerete acqua con gioia alla sorgente del Salvatore. La mia fontana scroscia in un canto di festa che richiama lExultet e ripete al mondo, che non si accorge di morire di sete, la buona novella, lunico Vangelo di salvezza. La morte che ha sconfitto la morte per sempre il prezzo di questacqua, che si prende senza argento e dona la vita. La mia fontana vuole essere il simbolo dellumanit di Cristo strumento congiunto della divinit per il grande dono della grazia e in particolare il simbolo del Cuore sacratissimo, che nella funzione di sorgente dello Spirito Santo ha la pi profonda certificante giustificazione teologica. La mia fontana vuole essere il simbolo vero della Chiesa del sangue incorruttibile conservatrice eterna. (...) La Chiesa, aveva detto un giorno lamatissimo papa Giovanni, come la vecchia fontana del

    Lo stemma episcopaledi mons. Frattegiani

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    villaggio Penso alla fontana di Nazareth soffusa di tanta dolcezza per il ricordo della benedetta che vi attinse acqua. Penso alla fontana di Gibran, lunica sorgente di Gerusalemme, ma che i cristiani arabi chiamano ain sitti Mariam (fontana della signora Maria). Nel piano attuale della Provvidenza senza Maria non si concepisce Ges: la prima vena della sorgente Lei. Ma nello stemma in alto ho preferito unimmagine pi piana e tradizionale. La gioia di essere abbandonati nelle braccia del Padre non ci toglie alle tempeste e alle tentazioni della vita, ma nel mare in tempesta c la stella. Guarda la stella, invoca Maria (S. Bernardo). Non ho altro da dirvi, se non invitarvi a salutare insieme la Madonna Mater nostra, fiducia nostra. In cammino per le strade di Abramo ho anche io il mio posto di tappa dove piantare la tenda. Nella mia strada c la Madonna, voi la chiamate S. Maria in via. Con lei non ci stancheremo mai di riprendere il cammino.

    LinGresso in diocesi

    Il 3 maggio 1964 mons. Frattegiani fa il suo ingresso in diocesi come arcivescovo di Camerino. Accolto ai confini della diocesi, a Serravalle di Chienti, riceve il saluto delle autorit civili e religiose e, accompagnato da una cinquantina di macchine e scortato da un folto gruppo di motociclisti, giunge a Camerino nella piazza prospiciente S. Maria in via, dove il vicario capitolare mons. Giulio Splendiani declama:

    La diocesi ha camminato con passo sicuro, retta da uomini forti e dolci, in questi decenni. Ho lonore di presentare una diocesi viva, una diocesi che lattendeva e gi la ama. Santa Maria in Via e la Mater Misericordiae, sotto il cui manto cominciato il vostro ingresso; san Venanzio e santAnsovino, al cui patrocinio siamo tutti affidati; la volont nostra, clero e laici, con leccellenza vostra.

    Poi il sindaco Libero Polzonetti d il Santa Maria in via

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    benvenuto della citt:

    di qui incomincia la citt, la nostra Camerino, ricca di fede e di amore.

    Quindi in processione con tutto il clero e i numerosi fedeli raggiunge la cattedrale, dove celebra un solenne pontificale e riceve lobbedienza del clero. Spiega la missione del vescovo con unomelia dal tono dialogante e brioso nota il cronista pieno di bont, di dottrina calata sugli avvenimenti, affermando con forza che dovr dire luce alla luce, tenebre alle tenebre 14. Il 10 ottobre 1964 mons. Frattegiani, insieme a molti altri arcivescovi, riceve limposizione del sacro pallio. Tra gli altri c anche larcivescovo di Cracovia, mons. Karol Wojtya, il quale il 10 ottobre dellanno successivo scrive a Frattegiani la seguente lettera:

    Excellentissime Domine gratitissimum mihi est in memoria revocare me eodem die ac Excellentia tua Sacrum Pallium ex corpore Beatissimi Petri Apostoli a Summo Pontefice postulasse atque obtinuisse. Dum ergo Excellentiae Tuae pro collatione huius signi muneris ac honoris ex toto corde congratulari cupio exortare simul audeo ut, hac simultanea S. Pallii impositione Ecclesiae nobis commissae non solum cum Beati Petri sepulcro et cathedra, sed etiam sibi ad invicem profundius constringantur. Quod vincolum ut in mentibus, in cordibus et presertim in orationibus nostris remaneat, humiliter adprecor ac me ipsum Excellentiae Tuae profiteor, addictissimus Carolus Wojtyla .

    Questa la traduzione:

    10 ottobre 1965 - Mi molto gradito ricordare che io ho postulato e ricevuto il pallio sacro proveniente dalla tomba di S. Pietro apostolo per mano del Sommo pontefice lo stesso giorno di tua eccellenza. Mentre dunque desidero cordialmente congratularmi con te per il conferimento di questa insegna di ufficio e di onore, esprimo il desiderio che anche le nostre Chiese si stringano sempre pi compatte non solo al sepolcro e alla cattedra di Pietro, ma anche fra loro. Chiedo umilmente che questo vincolo rimanga nelle nostre menti e nei nostri cuori e soprattutto nelle nostre preghiere e mi professo di tua eccellenza devotissimo in Cristo 15.

    La corrispondenza prosegue per alcuni anni. Il conferimento del pallio a mons. Frattegiani acquista significato particolare perch lultima volta che un arcivescovo di Camerino ne viene insignito, in quanto per disposizione

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    della Santa Sede il diritto sar eliminato in occasione dellunificazione a Camerino della diocesi di Sanseverino Marche.

    iL conciLio ecuMenico e LaGGiornaMenTo dei sacerdoTi

    Pochi mesi dopo lingresso a Camerino mons. Frattegiani prende parte alla quarta sessione del Concilio ecumenico Vaticano II e vi partecipa con assiduit e vivacit fino alla chiusura dell8 dicembre 1965. Accoglie il concilio con entusiasmo, lo vive con impegno, chiede con zelo

    la realizzazione in diocesi. Cos scrive dal Concilio:

    Nulla saprei ridirvi dellemozione profonda - ma pacata e tranquilla - vissuta questa mattina nellaula conciliare. Dal punto di vista esteriore, folcloristico, sotto la luce potente delle lampade, era come una immensa festa

    Mons. Frattegiani (a destra) in piazza San Pietro, durante una pausa dei lavori del Concilio. Insieme a lui gli arcivescovi emeriti di Camerino, mons. Giuseppe DAvack (a sinistra)

    e mons. Umberto Malchiodi (al centro)

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    di fiori. Ricordando Cesi e i suoi gerani, m venuta spontanea limmagine di una luminosa sagra dei gelsomini. E mi sono per un momento commosso, mentre la bianca figura del Papa si allontanava, pensando che un Concilio sempre una primavera per la Chiesa. Come a giustificare lottimismo, di cui vi parlavo durante la bella Messa di S. Maria in Via, il S. Padre - portandoci al di l delle parvenze e delle sagre e delle fioriture - ci ha ridetto il senso della realt di stamane e di questi altri giorni grandi, che vi invito ancora a rivivere dentro di voi nella riflessione e nella preghiera. Noi facciamo la Chiesa. Come sacerdoti, vero, e come maestri e pastori. E questo al vostro servizio, cari fedeli. Ma prima di tutto facciamo la Chiesa come membri del Popolo Santo di Dio e in questo siamo accanto a voi e come voi, dopo il cammino della vita, riceveremo il premio non nella misura del grado rivestito ma nella misura della risposta allamore del Padre, manifestatosi in Ges per mezzo dello Spirito Santo. Spiritus hic adest. Lo Spirito Santo qui, in mezzo a noi. fra i Padri del Concilio, per i quali si esprime infallibilmente la Chiesa docente. Ma in ciascuno di noi e nella comunit dei fedeli - ed in ciascuno attraverso la comunit - perch la vostra vita di grazia, alimentata dallAmore, risplenda davanti agli uomini e vedano le opere vostre buone e glorifichino il Padre che nei cieli (S. Matteo 5-16). Vi trasmetto il saluto e la benedizione del Santo Padre. A tutti, e particolarmente ai sacerdoti, ai religiosi, ai laici che lavorano nelle varie organizzazioni apostoliche, ai sofferenti, ai poveri. E a tutti ricordo linvito del Papa a santificare le quattro tempora di settembre (23, 25, 26) per la buona riuscita del Concilio. Osservi chi lo pu egli ha detto, il digiuno nei giorni indicati e ciascuno si faccia obbligo di praticare qualche esercizio di mortificazione e di penitenza; e si dia premura di rivolgere al Signore alcune speciali preci espiatorie e impetratorie. per rispondere in forma solenne al suo invito che vi aspetto tutti sabato 26 alle 17 in cattedrale. Da l muoveremo in processione di penitenza fino a S. Venanzio, dove una solenne liturgia stringer Camerino al Concilio e al Papa in un palpito di fede, di devozione e di amore. In attesa di questo benedetto incontro, vi porto ogni giorno con me in S. Pietro e cordialmente vi benedico. Roma, 14 settembre 1964 16.

    Afferma mons. Bittarelli:

    Mons. Frattegiani si formato con assoluta serenit nel capoluogo umbro ove larea clericale agli inizi del secolo, prima che egli fosse, era stata scossa da una sconcertante, ma valida stagione allora definita modernista; superate con operoso distacco le lotte interventiste del dopoguerra, si trovato tra i pi pronti in Italia a respirare fino in fondo il Concilio nelle pi sostanziose

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    correnti teologiche e pastorali 17.

    Dal Concilio informa attraverso LAppennino camerte sacerdoti e laici della diocesi sui temi al centro delle discussioni, approfondendo ogni problema senza rinunciare allo stile giornalistico, brillante e gustoso, acquisito in anni lontani. In particolare invita i parroci a sottolineare con speciali funzioni e appropriata catechesi limportanza dellavvenimento per la vita della Chiesa. Raccomanda caldamente di seguire e far seguire su LAvvenire dItalia i servizi sul concilio. Consiglia di propagandare al massimo gli abbonamenti trimestrali a detto giornale e di promuovere circoli di studio fra i giovani, di organizzare dibattiti, opportunamente guidati; suggerisce infine di acquistare il volume di Raniero La Valle, che il teologo francese Ren Laurentin giudica come la migliore informazione dItalia e forse del mondo. Racconta con ironia la sua delusione per non aver potuto illustrare allassemblea generale del concilio un puntuale intervento su cui aveva molto lavorato. Non sa infatti che per parlare allassemblea non basta depositare lo scritto, ma occorre esplicita richiesta. Il tema non marginale, n privo di motivazioni: sottolinea la necessit di predicare pi intensamente la situazione finale della nostra salvezza, quella che far seguito senza mutazione alla risurrezione dei corpi e al ritorno glorioso di Cristo, e nello stesso tempo la necessit di combattere certe forme devozionali affette da terrorismo, individualismo, fariseismo e a volte perfino da superstizione 18. In seguito noter con gioia che un suo divieto, pi volte espresso come conseguenza del suo pensiero su un certo canto, o almeno su una certa strofa che rattristava la liturgia del mese di novembre, aveva trovato unautorevole conferma in un libro di mons. Arialdo Beni (Teologia: problemi doggi, ed. Ares, Roma 1972) che recita: Accanto alla misteriosa sofferenza, nel purgatorio ci sono sicuramente anche tante gioie. Oh, quanto falsa quella lauda popolare che fino ai suoi tempi il santo cardinale Elia Della Costa aveva saggiamente proibito ai suoi diocesani e nella quale si canta di fratelli afflitti e piangenti che sommersi nel fuoco di un carcere orrendo, ti gridan piangendo perdono e piet 19. Due altri interventi di mons. Frattegiani riguarderanno uno lo schema della Chiesa nel mondo (piuttosto critico sotto laspetto formale) e laltro lo schema della libert religiosa. Nel secondo larcivescovo sostiene la necessit della libert religiosa anche nei luoghi ove la Chiesa per ragioni storiche si trova in posizione di fatto privilegiata. Luomo di oggi vuol sapere dalla Chiesa se essa viene per comandare o per servire e dare se stessa come il Maestro (Mt 10,45), se viene umile e mite 20. Sul tema della conciliarit, su cui a suo tempo aveva mostrato la pi

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    piena adesione, una decina di anni dopo rilascer ad Adriana Zarri per il giornale La Stampa di Torino una lunga, articolata, meditata intervista, in cui con semplicit e chiarezza risponde alle domande un po provocatorie dellintervistatrice. Ecco la risposta alla prima:

    Mi permetta di cominciare con un atto di fede: credo con fermezza quanto ha deciso solennemente il Concilio Vaticano I e credo con pari fermezza quanto il Concilio Vaticano II non ha definito, ma ha autorevolmente insegnato, dando cos il via inequivocabilmente a un magistero ordinario e universale. Essendo loggetto di tale magistero senza la minima ombra di dubbio contenuto nei documenti della rivelazione, non vedo come possa sottrarsi allambito della verit da credere fede divina e cattolica. Va da s quindi che il mio credo comprende, pari pietatis affectu, il primato di Pietro e il Collegio apostolico, la giurisdizione immediata del Papa e la corresponsabilit del Collegio dei vescovi 21.

    Terminato il Concilio, nellagosto dellanno successivo propone ai sacerdoti Una settimana di raccoglimento e di studio per approfondirne le costituzioni e i decreti presso il Centro internazionale Pio XII di Rocca di Papa. Di persona presiede tutti gli incontri, dando un tono di grande serenit e semplicit, creando cos un clima di vera fraternit e dialogo. La

    Con il gruppo di sacerdoti diocesani a Rocca di Papa, ad uno dei convegni sul Concilio Vaticano II

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    settimana viene ripetuta, sempre a Rocca di Papa, negli anni 1967, 1968, 1969; i partecipanti aumentano progressivamente: dai quaranta del 1966 si passa ai settanta del 1969. Vengono allora approfondite le costituzioni Lumen gentium, Gaudium et spes, Dei Verbum, Sacrosanctum concilium, Presbiterorum ordinis. Maestri delle settimane sono p. Lombardi, p. Rotondi, p. Paludet, p. Cubero, p. Taggi e il prof. Tommaso Federici dellateneo di S. Anselmo. Nel 1970 la Settimana si tiene ad Ariccia, dove largomento specifico la Unitatis redintegratio; ne guida lo stesso arcivescovo, nominato membro della commissione della CEI per lecumenismo: ad essa partecipano anche sacerdoti di altre diocesi italiane; vi intervengono come relatori don Germano Pattaro, don Mario Cuminetti, mons. Luigi Mari 22. Nel ricordo e nellanimo dei partecipanti agli incontri nota un cronista de LAppennino camerte restano i segni:

    profondit e ricchezza dei maestri del corso; il rinnovamento conciliare di un clero sufficientemente aperto, una serie di propositi personali, assolutamente insondabili, suscitati dalle serene e pie giornate di Rocca di Papa; una esperienza consumata e tesa a maggiormente saldare i vincoli del comune sacerdozio, piano pastorale per un anno di lavoro, tanto ottimismo nellimmancabile successo del piano salvifico del Signore 23.

    Per disposizione dellarcivescovo incontri per la formazione del clero proseguono con giornate di studio presso lUniversit di S. Anselmo, ove sono maestri dom Adrien Nocent, Elio Marsili, Tommaso Federici, p. Giordano Murano. Il prof. Federici, dietro invito dellarcivescovo, per alcuni anni dirige laggiornamento del clero negli incontri sacerdotali del mercoled. Dom Adrien Nocent il maestro delle tre giorni diocesane su evangelizzazione e sacramenti. Gli incontri fuori diocesi non interrompono le tradizionali tre giorni estive di Camerino. Per la partecipazione attiva ai lavori del Concilio, larcivescovo viene subito designato membro della commissione teologica della CEI ed eletto direttore del terzo gruppo di studio sulla relazione generale di mons. Carlo Colombo Cultura teologica del clero e del laicato. Il tema del gruppo ha come argomento Le questioni di contenuto teologico nellaggiornamento post-conciliare. Questa la conclusione di mons. Frattegiani:

    Sarebbe un errore intervenire in forma drastica per far tacere quelle voci che sembrano troppo aperte. Dovere dellepiscopato di accostarvisi con simpatia per cogliere quanto di buono vi nelle esigenze di ognuno, con

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    la necessaria umilt di chi sa che tutti abbiamo bisogno di aggiornamento. Nasce ci da unesigenza di fede testimoniata e dalla convinzione che non siamo noi a possedere la verit, ma la verit a possedere noi 24.

    Ancora come membro della commissione teologica, mons. Frattegiani ha lincarico di introdurre il dibattito preparatorio della delegazione italiana alla partecipazione al simposio internazionale dellepiscopato europeo di Coira in Svizzera, dove poi come membro partecipa attivamente ai gruppi di studio 25.

    iL proGraMMa pasToraLe

    Il 21 febbraio 1965, a soli dieci mesi dal suo ingresso in diocesi, mons. Bruno Frattegiani scrive la seconda lettera pastorale Cantate Domino canticum novum, con la quale indice la prima visita pastorale alle tante parrocchie della diocesi. una lettera fondamentale per comprendere lapertura ai grandi temi trattati nel Concilio ecumenico Vaticano II e la sensibilit e la profondit con cui li presenta e li approfondisce per una concreta innovativa attualizzazione nella vita quotidiana del cristiano. La lettera suscita interesse anche al di fuori della diocesi e riscuote grande consenso. Varie personalit ecclesiali gli fanno conoscere il loro interessamento e apprezzamento. Alcune riserve ci sono a motivo dello spirito innovativo ritenuto eccessivo da alcuni esponenti conservatori della curia romana. Per comprendere appieno il progetto pastorale dellarcivescovo indispensabile leggere attentamente lintera lettera in appendice. Eccone per alcuni brani.

    1. Rinnovamento della predicazione. La visita pastorale ho detto nel titolo vuol essere un servizio di un rinnovamento liturgico prima di tutto nella predicazione. Rinnovamento liturgico in questo campo significa incamminarsi per la strada maestra della Bibbia e della liturgia, impegnarsi a leggere e a meditare e a studiare la Bibbia sia nello scrigno prezioso dei libri santi, sia nellostensorio mirabile della sacra liturgia, destinato a riflettere di quei libri le luci pi vive sul cammino del popolo di Dio, decidersi a far parte di quei tesori ai fedeli di ogni ceto con sapiente dosaggio e a tirar fuori quellostensorio dal cumulo di sovrastrutture sotto il quale abbiamo tante volte sepolto la verit e la vita, limitandoci spesso a dare col contagocce quello che la Chiesa dal cuore di Cristo rovesciava a fiumi (vorrei sempre ricordarvi il mio Haurietis aquas cum gaudio).

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    2. Rinnovamento della liturgia. La realt luminosa la trovate leggendo il racconto dellistituzione delleucarestia, tenendo conto del rituale duso che contemplava il ricordo esplicito della prima Pasqua (la proclamazione). Lindomani c la Croce, poi ci sono la Risurrezione e la Pentecoste, in una parola la Pasqua nel suo duplice aspetto di morte e di vita, la Pasqua che la cena santa anticipa, la messa cuore della Chiesa e sintesi della sua vita incessantemente ripresentata. Mai la Chiesa (convocazione del popolo di Dio) cos Chiesa come durante la messa. Mai la vostra parrocchia cos pienamente rappresenta la Chiesa cattolica come quando la vedete radunata intorno allaltare. Il Concilio mette in evidenza il fatto di questa concezione integrale quando afferma che dal costato di Cristo morente scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa, ma ha cura di sottolineare il carattere specifico del momento liturgico: la liturgia ritenuta come lesercizio del sacerdozio di Ges Cristo; in essa per mezzo di segni visibili viene significata e, in modo proprio, realizzata la santificazione delluomo e viene esercitato dal corpo mistico di Ges Cristo, cio dal capo e dalle sue membra, il culto pubblico integrale. Perci ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo, azione sacra per eccellenza e nessunaltra azione della Chiesa allo stesso titolo e allo stesso grado ne eguaglia lefficacia. 3. Rinnovarci nella vita per insegnare con lesempio la retta impostazione dellesistenza cristiana, troppo spesso paralizzata dalle pastoie di un moralismo legalistico e gretto, quando nostro Signore ci invita a lanciarla per le piste animose della sua sequela e San Paolo ne scandisce i passaggi al ritmo della sacra azione liturgica (Rom. 12,1): Vi esorto fratelli per la misericordia divina a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo, gradito al Signore come culto spirituale.... Spirituale nelloriginale greco di S. Paolo logikos e il teologo protestante Karl Barth preferisce tradurre proprio nel senso di logico: la logica cristiana di dare tutta la vita come offerta a chi si dato tutto a noi nellinfinit dellamore. 4. Affido il poco (tanto poco) di quello che avevo nel cuore alla Madonna, alla nostra santa Vergine in Via. ... Nella sua festa del 1965 Le ho chiesto pi che mai di guidarci per la strada che Ella stessa ci mostra in Ges, Suo figlio, via, verit e vita. Sono i tre momenti del nostro rinnovamento. E sono nelle sue mani. Che la Vergine santa le innalzi a benedirci tutti, come io cordialmente voi e le anime a voi affidate benedico con il saluto di S. Paolo (Cor 13,13): Lamore di Dio e la grazia del Signore nostro Ges Cristo e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. Amen 26.

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    Dal Concilio quattro linee di programmazione pastorale

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    La parola di Dio Invito a conoscere, amare, pregare,

    proclamare la parola di Dio

    L11 luglio 1964 mons. arcivescovo scrive una lettera ai sacerdoti per invitarli alla tre giorni diocesana sulla conoscenza della Bibbia. Invito con gioia tutti i confratelli sacerdoti alla tre giorni biblica che terremo in Camerino dal 3 al 5 agosto 1964. Dico con gioia e spero una corrispondenza con gioia, perch sia un po vero nella comunione degli animi il motto della fontana del mio stemma: haurietis aquas cum gaudio. E per cominciare non potrebbe esserci una cosa pi bella di questo accostarci insieme alle sorgenti della salvezza, che dal libro sacro sprigionano con la ricchezza e la pienezza di Dio. Il tema generale desunto da S. Paolo (2 Cor 1,20) ... tutte quante le promesse di Dio sono divenute S in Lui e vuole aiutarci a vedere lAntico Testamento alla luce del Nuovo. (...) Aspetto tutti con gioia, sar per noi tutti il punto dincontro e di partenza. Possa lo studio amoroso della Parola di Dio rendere vero di noi quello che lautore degli Atti diceva dei primi discepoli e servitori della parola: Erano pieni di gioia e di Spirito Santo... 27.

    Scrive ancora il 28 luglio 1964 in prossimit dellinizio della tre giorni:

    Cari fratelli sacerdoti, spero vedervi tutti alla tre giorni: so il vostro amore alla genuina cultura sacerdotale e vi farei un torto a sottolineare limportanza formidabile del tema e la sua bruciante attualit nellatmosfera gaudiosa del Concilio che proprio per tramite santo della Parola di Dio sta lanciando ponti di un grandioso movimento ecumenico con laudacia di una rinnovata Pentecoste. Papa Giovanni ne comunic al mondo lintenzione profetica e papa Paolo lha inaugurata nella meravigliosa epifania di Gerusalemme e di Nazareth e di Betlemme. Di papa Paolo i protestanti hanno ammirato la solida impostazione biblica,

    Seduta plenaria del Concilionella basilica di San Pietro

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    sentendovi la base di ogni possibile dialogo ecumenico (cos Cullman, 15 luglio 1964). Ogni prete senza Bibbia un prete zero. Zero in parrocchia, zero a scuola di religione, zero in tutto. E ogni ritorno amoroso alla Bibbia un ritorno alla giovinezza sacerdotale. Siccome vi sogno tutti giovani a cominciare dagli ottuagenari, vi aspetto 28.

    Lo svolgimento si articola in sette lezioni del prof. d. Carlo Ghidelli di Crema e meditazioni bibliche e comunicazioni di carattere pratico di mons. Gioacchino Scatolon, segretario dellAssociazione biblica italiana. Questo il commento del risultato della tre giorni:

    Il clero camerte ha respirato unatmosfera di spiritualit intensa, quasi una teofania rivissuta nello studio e nella preghiera. Il giovane maestro stato dotto indicatore del piano salvifico di Dio, esposto nella Bibbia, nella liturgia, nella Chiesa, nel sacerdozio; il direttore stato suadente organizzatore dellassociazione biblica tra il clero camerinese. Larcivescovo mons. Frattegiani stato ardentissimo suggeritore di note per la vita quotidiana nel moderno piano della santificazione del sacerdozio e del popolo cristiano. Ora che la tre giorni sacerdotale si chiusa possiamo raccogliere alcune constatazioni: primo, il clero stato presente battendo ogni record post bellico, stato assiduo a tutta la manifestazione; secondo, larcivescovo ha infuso alliniziativa freschezza di toni e calore di convinzioni; terzo, un tema si venuto imponendo in tutta la sua urgenza e grandezza: la conoscenza della Bibbia e la sua trasmissione al popolo cristiano 29.

    Questo il commento di mons. Frattegiani nella lettera Verso il Concilio del 29 agosto 1964:

    ... Ai cari fratelli sacerdoti ricordo il modestissimo impegno della lettura corale del Nuovo Testamento con inizio dal 1 settembre, unico frutto immediato della nostra tre giorni biblica. Anche questa lettura pu farsi centro di diffusione di gruppi di Vangelo in seno alle nostre associazioni, nelle scuole, in riunioni di famiglia. Lunico frutto, ho detto con una tinta di pessimismo forse. Nella tre giorni accanto alla consolante partecipazione del clero dobbiamo lamentare qualche difetto di impostazione, come il carico eccessivo di lezioni e pratica impossibilit di discutere; lesperienza ci servir per unaltra volta, ma lunico frutto apparente pu essere unautentica benedizione se diventa per noi lavvio metodico e deciso con un contatto quotidiano amoroso con la Parola di Dio, una quotidiana comunione eucaristica. Ogni settimana su LAppennino camerte il direttore ci riserva un angolino per ricordare le direttive di marcia e favorire lunisono. Servir

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    anche a tenerci vicini nel Signore durante la lontananza del Concilio e poi sempre. La riuscita della tre giorni, del resto, mi sembra che sia consistita essenzialmente in questo: vescovo e sacerdoti ci siamo veramente incontrati. Ho limpressione che ci siamo capiti e che si sia stabilita in Domino la nostra perenne sacerdotale amicizia 30.

    Nasce cos una rubrica settimanale su LAppennino camerte condotta dallo stesso arcivescovo che indica il testo da leggere con il relativo commento. La lettura del Nuovo Testamento, una lettura corale, un coro nellunit dello Spirito Santo che ci stringe al Signore per condurci al Padre, un coro che si ispiri alla devozione di Maria per la Parola che lha fatta Madre nella mente, prima che nel corpo. Alla lettura del Nuovo segue quella del Vecchio Testamento. Il Quadrante come veniva chiamata la rubrica presente nel settimanale dal 4 ottobre 1964 al 30 dicembre 1969. Riprende poi a commentare vari brani dellAntico e Nuovo Testamento ne LAppennino camerte degli anni 1973 1974. Come auspicato e suggerito da mons. arcivescovo nella lettera Verso il Concilio, i Quadranti biblici sono letti in diocesi e anche fuori diocesi dai tanti abbonati de LAppennino camerte: molti sono i sacerdoti, i religiosi e i laici che fedelmente, con entusiasmo, ogni settimana leggono, meditano e pregano coralmente la Parola di Dio. Dalle parrocchie e dalle associazioni sono costituiti gruppi di studio per approfondire insieme i brani commentati nei Quadranti. A Camerino lo stesso arcivescovo dirige un gruppo biblico di giovani, che puntualmente ogni venerd nel tardo pomeriggio si riunisce in episcopio. Vengono poi istituiti i mercoled biblici 31 presso la libreria Loggia di Sisto V, guidati da autorevoli biblisti e teologi, p. Zerwich, p. Ortensio da Spinetoli, p. Flick, p. Beni, don Valsecchi, p. Grasso. In diocesi si stabilisce una vera gara, si diffonde una vera gioia nello scoprire la bellezza, la profondit e la ricchezza della parola di Dio. Intanto nel gennaio del 1967 esce, pubblicato dalla editrice del santuario di Collevalenza, il volumetto Le strade dellAmore misericordioso contenente le meditazioni bibliche sulla Genesi e sullEsodo di mons. Frattegiani, apparse sulla rivista dello stesso santuario negli anni 1960-1962. Dai Quadranti de LAppennino camerte nel 1968, edito dalla Queriniana, esce il volume La strada di Emmaus (cento settimane per lAntico testamento). Nel 1969, curato dalla editrice Trevigiana, il volume La strada di Gerusalemme (cinquanta settimane per il Nuovo testamento). Nel 1971, edito dallufficio pastorale di Ascoli Piceno, il volume Le strade di S. Paolo e della stessa editrice, nel 1975, il volumetto S. Maria in Via, meditazioni

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    bibliche sulla Madonna. Nel 1977, edito ancora dal Santuario dellAmore misericordioso, il volume Cercavi me Signore? Spunti per una meditazione del quarto Vangelo, che riporta gli articoli di Frattegiani sulla rivista Amore misericordioso. Su queste pubblicazioni mons. Frattegiani scrive:

    Ancora una volta ho finito con la preghiera della Beata Battista da Varano: Recrdate Redentor mio benigno di quello che ho avuto voglia di fare e non di quello che ho fatto. Come le strade delle cento settimane (la strada di Emmaus) affinch pure questa delle cinquanta alla celeste guardia di S. Maria in via, patrona di Camerino. L cera scritto: Resta con noi, Signore. Qui raccogliamo linvito di Giovanni e ripetiamo: Vieni, Signore Ges 32.

    Altri numerosi articoli di mons.

    Frattegiani su temi biblici vengono pubblicati su varie riviste e su LAppennino camerte. Esorta anche i seminaristi a conoscere e amare le sacre scritture e stimola gli ordinandi al sacerdozio ad approfondire e a scrivere ne LAppennino camerte commenti sugli Atti degli Apostoli, sui quali nella tre giorni del 1968 insister P. Tansini. E cos dalle ultime settimane del 1965 a tutto il 1966 troviamo gli articoli di Giancarlo Sbarbati, Angelo Frittelloni, Vincenzo Finocchio, Decio Cipolloni, Ottaviano Tordini, Fabio Paglioni, Gianni Fabbrizi, Eraldo Pittori, Cherubino Giardini, Luigi Verolini, articoli dedicati tutti al commento di vari capitoli degli Atti. In una lettera ai sacerdoti del 1976 pubblicata su LAppennino camerte mons. Frattegiani scriver:

    Copertina del libro Cercavi me, Signore?

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    Carissimi, questanno ho fatto vacanza da una vera e propria lettera pastorale; a dire la verit non sono molto convinto della sua efficacia. Nellintervista di Peppino De Rosa (riportata dal nostro settimanale del 17 aprile) ho detto e lo ripeto che la mia vera lettera pastorale di sempre stata quella scritta su LAppennino camerte per centocinquanta settimane di seguito come guida alla lettura della Bibbia; lo ripeto sereno come se questo fosse il mio testamento: come lettera sorpassata; come spirito (e quindi ancora una volta come testamento) resta un invito a ricercare domenica per domenica il contesto delle vostre letture non tanto sui prontuari a buon mercato, ma sul testo medesimo della Sacra Bibbia, di cui torno a raccomandarvi la consuetudine quotidiana. Gi quotidiana! A questo proposito sappiate valorizzare il ciclo triennale delle domeniche e il ciclo biennale feriale, ricordando per il feriale che non opportuno cambiare nelle memorie obbligatorie, ma bene continuare le letture feriali; le letture proprie sono prescritte solo quando vi nominato il santo del giorno, il che naturalmente assai raro (Timoteo, Tito, Maria Maddalena...) 33.

    TesTiMonianze di esperTi bibLisTi e TeoLoGi

    Per chi dubitasse della bont della iniziativa del Quadrante biblico ci piace riportare il biglietto di padre De La Potterie allarcivescovo: Ho ricevuto il suo bel volume. Tante grazie per questa delicata attenzione. Che bella cosa che anche oggi ci siano dei vescovi che, come al tempo dei padri, sanno rompere il pane della Parola di Dio come una parte essenziale del loro ministero sacerdotale e pastorale. Questo esempio prezioso anche per noi esegeti, per rammentarci che il nostro lavoro deve sempre avere come scopo quello di nutrire la fede del popolo di Dio .

    A commento di queste parole larcivescovo ci tiene ad aggiungere solo una cosa:

    Stendendo la prefazione del libro e presentando gli scarni commenti settimanali come una iniziativa comunitaria, ho inteso rendere onore alla diocesi, della cui corrispondenza non posso dubitare. Va bene la Bibbia del breviario, va bene la Bibbia del lezionario ( possibile che ci sia ancora qualcuno che non sa approfittarne?). Va bene che nostro dovere o con Luca e con altri sussidi intrecciare al catechismo (e sono gi tre), ma senza una lettura integrale e continuata del messaggio biblico resteremo sempre ai margini (breviario distratto, lezionario inattuale, catechismo meccanico) 34.

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    Padre Henri De Lubac:

    Eccellenza carissima, io ci ritrovo sulla strada di Gerusalemme quello che ho tanto amato nelle prime pagine da me lette: questa profonda semplicit dellEvangelo che voi sapete far gustare a tanti periti di oggi, pieni di grandi parole astratte e di idee pretenziose ma spesso cos vuote di vita cristiana 35.

    Carlo Ghidelli (La rivista del clero, marzo 1972):

    Particolare attenzione merita indubbiamente lopera cos geniale e cos moderna che sta portando avanti da alcuni anni larcivescovo di Camerino, mons. Bruno Frattegiani, il quale si fatto guida spirituale del suo clero e dei suoi diocesani per una lettura spirituale di tutta la Sacra Scrittura. Dal 1965 al 1967 egli ha steso alcune note, ospitate puntualmente tutte le settimane nel settimanale diocesano, nelle quali ha fatto una presentazione agile e sostanziosa ad un tempo di tutto lAntico Testamento. Poi la fatica stata continuata per il Nuovo Testamento, compreso ovviamente il libro degli Atti. Infine s messo a commentare alcune lettere di Paolo ed anche questo lavoro, fortunatamente, non andato perduto. Abbiamo perci oggi una terna di volumetti di vario formato ma di ununica ispirazione, quella di aiutare nel modo pi semplice possibile sacerdoti e laici nella lettura della Parola di Dio scritta. Chi conosce mons. Frattegiani sa che queste pagine, talvolta cos semplici e tal altra presentate con una povert tipografica sconcertante, sono lesatta fotografia dellautore: un uomo letteralmente innamorato della Sacra Scrittura (nonostante la sua formazione giuridica), un sacerdote che ha improntato il suo lavoro apostolico alla semplicit e alla familiarit con il libro sacro, un vescovo che trova il tempo per farsi maestro e guida degli altri sulla strada che porta alla scoperta di Dio. forse per questo che egli ha genialmente pensato di dare questi titoli ai suoi libri: La strada di Emmaus (ovvero: cento settimane per lAntico Testamento), La strada di Gerusalemme (ovvero: cinquanta settimane per il Nuovo Testamento) e Le strade di Paolo (ovvero: lettura commentata delle lettere di Paolo ai Romani e ai Corinti) 36.

    Scrive lOsservatore romano, con firma convenzionale:

    In S. Paolo le strade hanno il significato dellitinerario a Cristo. In strada Saulo come si legge negli Atti vide il Signore. Di strade parla anche nella prima lettera ai Corinzi. Timoteo si legge al 4,17 vi rammenter la mia strada in Cristo. Un vescovo, Bruno Frattegiani, ha voluto rifarsi a questa terminologia per esprimere in chiave moderna la dottrina dellApostolo

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    delle genti. Le strade di S. Paolo sono meditazioni, appunti, riflessioni, sbocciate dal cuore di un pastore penetrato profondamente dalla realt ecclesiale e dallassillo quotidiano delluomo contemporaneo 37.

    Settimana del clero pubblica unampia recensione del volume Cercavi me, Signore?:

    detto tutto nel sottotitolo quando lautore scrive che si tratta di spunti per la meditazione. Giovanni qui preso non per la scalata vertiginosa della riflessione teologica astratta, ma come guida per pregare, per conoscere Ges, per diventare suoi amici Il tessuto del libretto estremamente semplice: in 28 capitoletti scorre gran parte delle pericopi del vangelo di Giovanni riportate in traduzione originale e fedele e seguono brevi riflessioni personali, quasi confidenziali, frutto di studio su autori seri, ma specialmente frutto di intuizioni damore che solo la contemplazione sa suggerire e provocare 38.

    Mons. Giuseppe DAvack:

    Essendo stato alcuni giorni in clinica (grazie a Dio tutto bene) ho completato lattenta lettura del suo Le strade di San Paolo e sono contento di dirle la mia ammirazione, la mia edificazione, la mia consolazione per la dottrina cos profonda, soda, equilibrata, che mi ha fatto tanto bene; e fino allo stile tanto vivace e brioso. Ringrazio assai e sempre pi il Signore per le mani benedette a cui ha voluto affidare la diletta diocesi che fu mia 39.

    Scheda del prof. Tommaso Federici su Cercavi me... Signore?:

    Lautore anche biblista titolato. Egli redige qui brevi riflessioni sul IV Vangelo in modo che il testo di Giovanni preceda sempre davanti agli occhi. La modestia del titolo ed anche del dettato una sicura garanzia di una guida dentro glinnumerevoli problemi dellEvangelo Spirituale. Gli spunti sono spesso gustosi e scelgono motivi assai cari alla sensibilit di chi vuole meditare alcune pagine piene e trovare anche ad ogni passo unesortazione alla fede, alla fiducia, ad un maggiore ingresso nella sala del tesoro che la Sacra Scrittura 40.

    Mons. Carlo Benelli:

    Eccellenza, ella rifacendosi al bel titolo con il quale i fedeli di Camerino venerano la loro celeste Patrona ha voluto comporre un agile volumetto, nel quale ricorrono frequentemente i motivi biblici, i richiami alla storia della

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    salvezza, i temi della recente esortazione apostolica Marialis cultus, per spiegare cos quale sia il senso pi vero e pi alto dellespressione Maria via in rapporto a Cristo via 41.

    Il direttore de LAppennino camerte mons. Angelo Antonio Bittarelli non ha mancato di recensire con profondit e competenza ogni pubblicazione edita dallarcivescovo.

    peLLeGrinaGGio in Terra sanTa (3-12 seTTeMbre 1978)

    Dallopuscolo della prof. Anna Santancini Appunti e disegni. Mons. Frattegiani dopo aver visitato pi volte la Terra Santa chiamato a guidare un pellegrinaggio diocesano di 50 sacerdoti e laici. Il percorso si snoda partendo da Amman. Lungo tutto il viaggio mons. Frattegiani con tanta competenza, amore ed entusiasmo illustra i luoghi con brani della Scrittura e a tutti fa gustare la Terra Santa. Amman (il racconto di David) poi Petra - La fonte di Mos - Vallata di Ebron - Giordano - il ponte di Allenby - Gerico - Qmram - Mar Morto - Tiberiade - Cafarnao - la casa di Pietro - la sinagoga Heptagon - Betsaida - Monte delle Beatitudini - Cana Nazareth - il torrente Kishon (Elia) - Haifa, monte Carmelo - Cesarea - lago di Galilea monte

    Tabor - Nablus - pozzo della Samaritana - Valle di Lebona (storia di Anna, Samuele) - Colline di BetEl - al torrente Jabbok (Giacobbe) - Mizpa Bire - Ain Karim (visitazione) - Emmaus - monte dellascensione - Pater noster - Getsemani - pozzo di Aronne a Ebron - Gerusalemme - via Crucis - Santo Sepolcro - Amman.

    Con i partecipanti diocesani

    al pellegrinaggio in Terra Santa

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    Nella prefazione dellopuscolo mons. Frattegiani scrive:

    C il mio grazie pi vivo e cordiale che va a tutti i pellegrini che con tanta buona volont hanno seguito la mia... raucedine cronica intenta a una lettura biblica, la quale vi confesso stata lunico movente della mia partecipazione pur tanto generosamente e cordialmente offerta da d. Lucio. Io sento molto il vae mihi si non evangelizavero (guai a me se non vi espongo il Vangelo)... Io mi proporrei di rifare pi diffusamente dal punto di vista biblico il resoconto del viaggio a patto che voi tutti mi prometteste di seguirmi. Se voi volete, da ottobre o meglio novembre in poi io vi aiuterei a rivivere le nostre giornate e le nostre meditazioni su LAppennino camerte 42.

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    La riforma della liturgia

    Mons. Frattegiani il 23 giugno 1965 invita il clero diocesano a partecipare alla tre giorni tradizionale tenuta quellanno sulla liturgia.

    Cari confratelli, lanno scorso vi invitai per la tre giorni biblica. La vostra risposta fu plebiscitaria e cos il primo incontro veramente plenario tra vescovo e clero ebbe nellamore fraterno il segno pi evidente della benedizione di Dio. Un altro segno fu lo svolgimento soddisfacente delle lezioni tenute con tanto impegno da don Candido Ghidelli e mons. Gioacchino Scatolon. Un terzo il magnifico proposito di leggere insieme in un anno il Nuovo Testamento: una dolce pratica che stiamo per portare a termine e che ci introdurr alla lettura parimenti corale di tutti i restanti libri della Sacra Scrittura. Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la vita collascoltarti cos dicevamo, cos proponemmo facendo nostra laspirazione di santa Elisabetta della Trinit. Ora la Parola di Dio ha il suo momento privilegiato nella proclamazione liturgica. Ecco laggancio fra la tre giorni dellanno scorso e la tre giorni liturgica di questanno, alla quale invito con desiderio vivissimo di vedervi tutti. Come gi sapete da tempo ci sar maestro incomparabile mons. Carlo Manziana, vescovo di Crema, amico personale del santo padre e discepolo prediletto del grande padre dei nostri tempi, il card. Giulio Bevilacqua. In attesa della tre giorni, sagra annuale del clero camerte, vi saluto cordialmente 43.

    Ancora il 7 agosto successivo mons. arcivescovo ricorda limportanza del corso sulla costituzione conciliare Sacrosantum Concilium per comprendere e vivere sempre pi, clero e laici di Dio, la liturgia della Chiesa. Fa poi conoscere con piacere come gli stessi monaci protestanti di Taiz, che poco prima ha incontrato durante un soggiorno in Svizzera, si sono impegnati a pregare per la nostra tre giorni liturgica. Mons. Manziana illustra da par suo e con grande soddisfazione dei sacerdoti la Sacrosantum concilium ponendo la celebrazione eucaristica al centro della realt ecclesiale. Ecco una breve sintesi:

    La riforma liturgica non stata improvvisata, ma felice conclusione di un importante movimento ed ha unalta funzione pastorale. Alcuni punti fondamentali: 1) Aspetto teandrico della Chiesa; coincidenza degli opposti finito ed infinito, temporale ed eterno, attuale ed escatologico. 2) La liturgia edificazione del corpo di Cristo. Per capire cos la liturgia bisogna avere

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    un concetto esatto della Chiesa e del mistero di Cristo. Non si capiscono i sacramenti senza la sacramentalit di Cristo e della Chiesa. Il Cristo presente nella liturgia. La Chiesa continua la sua azione sacerdotale soprattutto nella liturgia che si presenta come culmen et fons del rapporto con Dio attraverso il Cristo. Non c contrasto tra ascesi personale e liturgia perch in essa la piet personale e quella comunitaria si integrano 44.

    Siamo negli anni in cui, in attuazione dei decreti conciliari, Paolo VI d inizio alla riforma liturgica partendo dal nuovo messale romano che gradatamente arriver alla edizione definitiva nel 1970. Molte sono le novit: luso delle lingue nazionali, larricchimento di testi della Sacra Scrittura, il sacerdote celebra non pi rivolto verso laltare, dando le spalle ai fedeli, ma rivolto verso di loro. Mentre prima la celebrazione era focalizzata sulla eucarestia come sacrificio, ora la mensa della parola si affianca alla mensa del pane e risalta maggiormente laspetto assembleare della cena comunitaria. A questo proposito mons. Frattegiani scrive:

    Scrivo a voi fratelli sacerdoti nellimminenza di un anno liturgico cos ricco di novit (novus ordo missae, rinnovata pastorale dei sacramenti, avviamento di una collaborazione sacerdotale studiata insieme e delineata in sintesi dal consiglio presbiterale, messa a punto del consiglio pastorale ecc.) e quindi cos pulsante di grazia per il nostro ministero e, prima, per la nostra vita interiore. Scrivo nellintento e con la preghiera che sia ravvivato il carisma che in noi per limposizione delle mani del vescovo (2 Tim. 1, 6), levento profetico cui si associ in segno di comunione e come pegno di sintonia limposizione delle mani del presbiterio (1 Tim. 4, 14).

    La cena deL siGnore

    Fra le cose pi belle che ho trovato nellintroduzione alla nuova liturgia eucaristica ( probabilmente fra le pi contestate nellinaudita reazione, che ha raggiunto forme parossistiche negli ultimi giorni, e con quali avalli!) il ritorno a questa bella denominazione fiorita dal racconto evangelico: la cena del Signore. Usatela con la vostra gente e fatene sentire il peso dottrinale e pratico: solo mediante la cena che Ges ci fa comprendere il senso sacrificale della sua morte ripresentata oggi nel gesto conviviale il Suo gesto che la anticip; ma resta una cena: il Corpo e il Sangue, i santi segni del pane e del vino possono essere profanati non solo dalla mancanza di fede, ma anche dalla mancanza di amore (si illustri lesempio di 1 Cor 11, 17-34; la comunione con Cristo stata un oltraggio al Signore perch mancata la

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    comunione fraterna, senza la quale del resto assurdo celebrare un convito). E preparate tutto bene, facendovi aiutare dai vostri fedeli. E soprattutto celebrate bene: con tanto raccoglimento e con tanta dignit, sia che vi circondi una cattedrale piena, sia che assistano solo quattro vecchiette 45.

    In occasione della concessione di Paolo VI della lingua nazionale anche nel canone della messa, mons. Frattegiani nella lettera pastorale per la Quaresima del 1968 svela tutto il profondo significato teologico del testo. Ecco alcuni brani della lettera, pubblicata intera in appendice:

    Dalla Traditio apostolica di SantIppolito ripropongo alla vostra meditazione lantichissima formula della prece eucaristica romana (verso il 200). Dopo le battute che conserviamo tuttora, del Dominus vobiscum, del sursum corda, la grande intonazione eucaristica Gratias agamus Domino con la risposta come oggi, merita tutta la nostra attenzione come una vera e propria proposizione tematica. Il greco originale io credo doveva

    Mons. Frattegiani benedice il nuovo altare nella cappelladel pensionato femminile universitario Battista Varano, opera e dono dellistituto teresiano,

    con il tabernacolo a suo tempo donato da mons. Giuseppe DAvack

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    suonare: Eucharistesomen to Kyrio, e ha qualcosa di pi del semplice timbro originale di ringraziamo il Signore. Qualcosa di pi come celebriamo lEucaristia, il che vuol dire: sciogliamo il canto di ringraziamento, offriamo a Dio lunico ringraziamento valido, il corpo e il sangue del Signore. Ricordiamocene nellintonare il prefazio (.).Ricordiamo poi le meditazioni sulla messa di Theodor Schnizler (Roma 1956), che raggruppa le preghiere del canone in una serie di strofe armoniosamente convergenti verso la consacrazione. In otto strofe il cantico sale afferma Schnizler fino al vertice della consacrazione, le cui parole costituiscono la nona e la decima strofa, e in otto strofe ridiscende; cos dunque lEucaristia risuona in due serie di nove strofe simili ai nove cori delle gerarchie angeliche. Con quanto amore stato elaborato questo testo cos sobrio! Il prefazio col Sanctus, spesso col ricordo del mistero del giorno o del tempo, vogliono metterci alla presenza dellAltissimo nel clima del sacro tremore in cui il profeta contempla sbigottito e adorante la grande teofania (Is 6, 3). Il timore si stempera nellentusiasmo per la venuta del Signore, Dio con noi, nel cantico del Benedictus. Compiuta la consacrazione, la dossologia trinitaria accompagnata dalla elevazione dellostia, vi dir la gioia dellumanit peccatrice e redenta redenta adesso nel mistero e per la gloria resa al Padre per Cristo, con Cristo e in Cristo nella rinata unit che lo Spirito cementa tra i fedeli e il Signore Ges, cos come tra lui e il Padre (Gv 17, 23). C chi pensa che lunit dello Spirito Santo sia equivalente di Chiesa con tutte le implicazioni cristologiche e trinitarie che ne conseguono. LAmen che segue dovrebbe essere sentito dal popolo come uno dei momenti pi importanti della messa, quasi notifica del populus sacerdotalis, in atto di fede che, ripetuto singolarmente e responsabilmente del Corpus Christi (comunione) dice adesione formale alla rinnovata alleanza 46.

    Una strenna, non posso pagarvela. Ve la consiglio. lopera del nostro carissimo dom Nocent a commento e guida dellanno liturgico. Il titolo Celebrare Cristo (Cittadella editrice, Assisi); comprender sei volumetti tascabili (sono usciti i primi due, reperibili alla Loggia Sisto V) che si rivelano il sussidio pi ricco alla nostra evangelizzazione, perch non si tratta di commenti scodellati alla pigrizia ma di una prestigiosa inquadratura della trama dellanno liturgico e, prima ancora, di una penetrante guida alla meditazione individuale e di gruppo. Voglio stralciare per voi un paio di paginette che mi hanno scaldato il cuore stamattina: Se possiamo parlare con tanta insistenza del valore intrinseco dellanno cristiano, perch lo celebriamo col Cristo stesso. La caratteristica della liturgia cristiana sta totalmente nel fatto che il Signore stesso la presiede ed lui con la Chiesa che celebra i suoi misteri per la gloria del Padre. Il Concilio Vaticano II ha

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    insistito moltissimo sui diversi modi di presenza del Cristo nella celebrazione liturgica. Tale presenza , nel suo vertice, la presenza reale eucaristica. Daltronde essa sorgente e centro di ogni celebrazione liturgica perch presenza del mistero pasquale. Tuttavia ogni celebrazione eucaristica, anche se ha come fondo il mistero pasquale, ha il suo aspetto particolare e il suo colore nella celebrazione della liturgia della Parola. Leucaristia celebrata a Natale insieme diversa, bench la stessa, dalla celebrazione eucaristica del giorno dellinvio dello Spirito nella Pentecoste. La celebrazione della Parola d alla celebrazione eucaristica il suo colore specifico. Ma dobbiamo insistere sulla presenza del Signore anche nella sola celebrazione della Parola, come nella celebrazione dellufficiatura La Bibbia, libro morto, diventa attuale e viva quando proclamata nellassemblea liturgica; la costituzione liturgica sulla liturgia si limita a insegnare che il Signore stesso proclama oggi ancora il suo Vangelo.Paolo VI sembra andare pi avanti. Nellenciclica Misterium fidei, nella quale si propone di affermare la permanenza della presenza reale eucaristica, egli prende lo spunto per dichiarare che non vi solo una presenza reale e che non si devono escludere altri modi di presenza oltre la presenza eucaristica. Questa affermazione tanto importante in quanto fatta in un contesto in cui si vuole affermare il valore e la realt della presenza eucaristica. Paolo VI scrive: La presenza di Cristo nelleucaristia detta reale non per esclusione, come se le altre presenze non fossero reali, ma chiamata reale per eccellenza. () Secondo Paolo VI vi sono dunque diversi modi di presenza reale. Ci che li distingue non la realt della presenza ma il modo di tale presenza che li diversifica e d loro un livello diverso, anche se tutte queste presenze condividono la stessa realt. La presenza reale eucaristica suppone una transustanziazione e una permanenza sotto il segno, e questo non lo comporta la presenza reale di Cristo nella proclamazione della sua parola. Ci che si deve sottolineare che la presenza del Signore nella proclamazione della sua parola non una presenza analogica, figurata, come quando in unassemblea culturale si leggono le parole di un poeta Qui si tratta di una presenza reale e attiva del Signore. Lasciamoci prendere dalla gioia di questa fede, di questa certezza e facciamo della messa la nostra festa dogni giorno 47.

    Ancora a Rocca di Papa mons. Frattegiani, con settanta sacerdoti, chiama come maestro p. Juan Pedro Cubero perch affronti i problemi della pastorale partendo dallincontro con Cristo nella liturgia. Il mistero pasquale centro della vita sacerdotale e cristiana. La celebrazione eucaristica deve tenere il primo posto nella pastorale, il cui fine far passare tutta la vita di ogni gio