E42 magazine n 5 2014

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con il patrocinio di PERIODICO DI ATTUALITÀ - EDITORE PASQUINO EDITRICE SRL - ANNO 1 n. 5 MAGGIO 2014 euro 1,50 PREMIO COMMERCIO ROMA: IL RICONOSCIMENTO AL TALENTO DEI GIOVANI ABITI DA SPOSA... ABITI DA SOGNO 2014 EBOLA: PAURE E SPERANZE FABIO CAMPOLI: IL BERGAMOTTO, L’ORO DEL SUD A TAVOLA A MO R R A OM MAG

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COPIA OMAGGIO

con il patrocinio diPERI

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1,50

PREMIO COMMERCIO ROMA: IL RICONOSCIMENTO AL TALENTO DEI GIOVANI ABITI DA SPOSA... ABITI DA SOGNO 2014 EBOLA: PAURE E SPERANZE FABIO CAMPOLI: IL BERGAMOTTO, L’ORO DEL SUD A TAVOLA

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...l’Assessorato alle Attività produttive, al Lavoro e al Litorale di Roma Capitale,

la Presidenza del XII - ora IX Municipio - hanno conferito il patrocinio di Roma Capitale

alla rivista “E42 Magazine Roma” per l’impegno profuso nella focalizzazione, partendo dal

territorio, delle più salienti vicende socio-istituzionali e culturali, ai giovani ed alle loro

variegate problematiche attuali nonché al tessuto economico-produttivo capitolino…

lROMA

un quartiere, una città, un mondo...

[email protected] www.e42magazineroma.it

L’editore e la redazione tutta della rivista E42 Magazine Roma, ringraziano le Istituzioni,

che hanno concesso il patrocinio di Roma Capitale alla nostra testata per i suoi contenuti

economici, culturali, sociali e di interesse collettivo. Questo importante riconoscimento, oltre

ad onorarci profondamente, ci sprona a proseguire il nostro lavoro su queste direttrici con

il massimo dell’impegno per un’informazione sempre attendibile, oggettivamente fondata e

collettivamente interessante.

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Il direttore

Gilda Tucci

Editoriale

Care lettrici, cari lettori, il mio pensiero e il mio cuore vanno ai bambini affetti da gravi

patologie, che debbono affrontare situazioni dolorose, a loro sconosciute, quali ind-

agini diagnostiche e trattamenti farmacologici invasivi, che sono causa di paura e di

stress. Ultimamente ho frequentato l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e la sensazione che si

prova di fronte alla realtà che debbono affrontare questi piccoli pazienti è di impotenza e inade-

guatezza. Ho visto l’angoscia, la disperazione, la determinazione, il coraggio, la professionalità,

l’amore, la fede, un’insieme di sensazioni che riguardano i bambini, le loro famiglie, i medici e

tutto il personale preposto. I bimbi, nel nostro caso hanno sempre i genitori accanto, camerette

confortevoli e colorate, tv, spazi ricreativi, i clowns per rallegrarli , attività didattiche, medici ed

infermieri che oltre all’alta professionalità offrono gentilezza e sorrisi. Tutto è volto a sdrammatiz-

zare la degenza in ospedale a volte molto lunga. Si sa che la sofferenza fisica altera la qualità

della vita e viene amplificata soprattutto quando il piccolo, essendo tale, è incapace di esprimere,

quantificare, localizzare il dolore. Ciò genera stati di ansia intollerabile, sconvolgimento e impo-

tenza nei genitori e nelle persone collegate. Per offrire un supporto logistico, oltre che psicologico,

ai bimbi malati curati al Bambino Gesù e ai loro genitori disperati, nel cuore di Trastevere, è nata

la Casa di Peter Pan. Si tratta di una onlus che ospita le famiglie colpite dal dramma, che non

risiedono a Roma, o che addirittura vengono dall’estero, costrette a trasferirsi per le cure. Questa è

una tangibile dimostrazione che la condivisione e il sostegno possono essere mezzi concreti per

coltivare la speranza e il senso della vita, anche in situazioni estreme. L’Associazione si è sempre

autofinanziata, vive infatti con donazioni di aziende e di privati e del lavoro di oltre 200 volontari.

Dopo una seria quanto vergognosa minaccia di sfratto per adeguamento del canone voluto

dalla Regione, la giunta Zingaretti ha permesso a Peter Pan di continuare la sua missione per altri

5 anni. E dopo? Io mi inchino di fronte a questi bambini definiti “guerrieri” a causa della dura

Guerra per la vita che combattono insieme alle loro famiglie, di fronte ai medici vere eccellenze e

“fiore all’occhiello“della medicina italiana, di fronte agli infermieri che qualcuno ha definito“angeli”,

e al personale tutto. Conoscere realtà come queste ridanno fiducia negli esseri umani e nella vita

e il mio auspicio è che proprio la vita trionfi per questi piccoli grandi eroi. Per essere” politically cor-

rect “, qualsiasi inesattezza riportata nei nostri articoli , di qualsiasi natura essa sia , costituirà alla

prima occasione utile, oggetto di rettifica.

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6 Attualità

Tocca alla Moldavia?

8 Attualità

Ebola: paure e speranze

10

1 EuroeconomyBonus fiscale di 80 euro

per rilanciare i consumi.

16 Premio Commercio Roma

il riconoscimento alla creativi-

tà ed al talento giovanile

22 Senza censura

I pittori di piazza Navona.

24 Missing

30 Costume e società

Isola di Ponza. parte II

40 Psiche e società

Il circolo vizioso del crimine e

della giustizia.

Attualità

Prezzi al ribasso sulle spiagge

46

Chirurgia estetica

Criolipolisi

Periodico di attualitàAnno 1- numero 5 - maggio 2014

EDITOREPasquino Editrice S.r.l.Via Sabotino, 46 - 00195, RomaEmail: [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Roman. 7/2014 del 21/01/2014

Direttore ResponsabileGilda Maria Tucci Camuri

VicedirettoreDaria Onofri

Direttore editorialeAlessia Allegra

CollaboratoriSergio Allegra, Jessika di Cesare, Marco Cannavicci, Natalina Orlandi, Margherita Filipponi, Susanna Russello, Fabio Campoli,Laura Solari, Pietro Maria Putti, Sabrina Allegra, Cristina Allegra, Paolo Coscione, Roberto di Carlo, Marina Giangiuliani, Michele Spremolla, Patrizia Chelini, Luigi Gemma, Federica Costa, Simone Nastasi, Andrea Lovelock, Livia Rocco, Sonia Domenici, Francesco Falvo D’Urso, PaoloCallipari, Maria Beatrice Cantore, Francesca Caschi, Pierluigi Borneti, Luigi De Valeri,Gian Maria Volpicelli, Ernesto Vetrano, Paola Marulli, Massimo Sellan, Elena Rossi,Elisabetta Rullo, Marco Biffani, Rosaria Gallo

Redazione e Direzione:Via Sabotino, 46 - 00195, RomaInfo: cell. 331 7004005Email: [email protected]: www.e42magazineroma.it www.amorromamag.it

Concessione pubblicitariaS.I.P.A. S.r.l.Servizi integrati per aziendeVia Sabotino, 4600195, RomaP.IVA e C.F. 11749291008Sito: www.serviziintegratiaziende.comEmail: [email protected]@serviziintegratiaziende.com

FotoPaolo Callipari, Stefano Mileto e Guglielmo Rota, Giorgio Bonomo, Roberto Marchionne, Francesca Moscatelli, Chiara Sellan, Pino Bitetti.

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12 EuroeconomyConsumi e microeconomia

26 Costume e società

Sole sicuro

4442 Diritto e società

Il pignoramento

presso terzi.

50 Tecnologia digitale odontoiatrica

in terza età.

Fatti e personaggiLa sicurezza ravvicinata

alle celebrità sportive

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maggio 2014sommario

52 Cold case42 minuti di terrore

56 Memoria StoricaStoria della cavalleria II parte

58 Memoria StoricaStoria della cavalleria II parte

58 I Presidenti della RepubblicaRitratti: Giovanni Gronchi, il Presidente della “svolta”

90

FTT

In Berlin, by the wall.98100 FTT

In Berlin, by the wall.

104106

110

Street Style

La Posta del cuore

Amor, ch’a nullo amato amar perdona

Lettere dei lettori

60 I Presidenti della RepubblicaRitratti: Antonio Segni:

il riformatore sconosciuto

70 “Le chicche di Eli”

7678

84MunicipiAccogliere e promuovere: ecco il

nuovo welfare

109108

Cinenews

Leggiamo

Il fascino di un’autoreggente

Moda e designSalone del Mobile di Milano

Arte e creatività Mario Agrimi

111La voce di Pasquino

72 Moda e creatività

Art of Hair

9697

102

Fabio Campoli

Il bergamotto, l’oro del sud a tavola.

Quattro zampe e una penna

Dedicato ai futuri talentiUna lamiera inanimata…

112 Offerte di lavoro

62 Moda e designAbiti da sposa... Abiti da sogno 2014

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Attualità

Tocca alla Moldavia?In principio furono l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, regioni georgiane di lingua russa che i carrarmati di Putin strapparono definitivamente a Tbilisi in un 2008 che sembra appartenere a un’altra epoca (in America il presidente era Bush, Berlusconi avevada poco iniziato il suo terzo mandato da premier, la crisi economica non era ancora esplosa in tutta la sua virulenza).

Il pretesto per l’intervento russo era stato un mai ben chiarito attacco

delle forze georgiane nelle due regioni russofone –indipendenti de

facto da lustri– il che, secondo l’ideologia panrussa di cui Putin era

condottiero, obbligava Mosca a prendere le difese di quelli che con-

siderava suoi connazionali oppressi dallo straniero. È la lingua, nella

Russia di Putin, l’unico criterio di definizione dell’identità nazionale;

a rafforzarlo, spesso e volentieri, arriva poi l’elargizione generosa

di passaporti russi: a quel punto la giustificazione che si è mandato

l’esercito a “difendere dei cittadini russi” è difficile da smentire sul

piano formale. Strano a dirsi, ma Putin cerca sempre di agire ris-

pettando il diritto internazionale, seppur solo esteriormente. È per

questo che le milizie filo-russe apparse prima in Crimea e poi nel

resto dell’Ucraina orientale negli ultimi mesi, sono state bollate dal

Cremlino come gruppi di volontari indipendentisti. Anche se l’analisi

di alcune immagini ha rivelato che le uniformi sono di fattura russa

e che alcuni miliziani di stanza in Ucraina hanno in passato preso

parte a sfilate militari in Russia, la versione ufficiale non è quella di

un’invasione russa, ma di un movimento di liberazione nazionale. In

Ucraina, come in Georgia, la ratio sottesa all’intera operazione è an-

cora quella dell’appartenenza linguistica: se parli russo, sei russo. E

non è chiaro, al di là del machiavellismo del nuovo zar, se si tratti di

una convinzione sincera, o di un semplice stratagemma geopolitico

di Gian Maria Volpicelli

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per ricostruire una sfera d’influenza andata perduta all’indomani

di quella caduta dell’URSS che Putin definì “la più grande tra-

gedia geopolitica del Ventesimo Secolo”. E adesso i paesi Bal-

tici, che ospitano cospicue minoranze russe, spesso munite di

passaporto, cominciano a mostrare segni d’impazienza. Ma il

prossimo bersaglio, in realtà, potrebbe essere la Moldavia. Per

l’esattezza un pezzo di Moldavia che si chiama Transnistria, re-

gione autonoma russofona, che ospita anche una base militare

russa. Negli ultimi vent’anni, la Transnistria è stata una sorta di

incrocio fra una monarchia personalistica e una cosca mafiosa.

Il suo status particolare le ha permesso, dal 1991 al 2011 sotto la

guida di Igor Smirnoff, e poi, dopo la sua morte, sotto Yevgeny

Shevchuk, di giocare un ruolo centrale nel traffico internazionale

di armi. E proprio ora che la Moldavia – come prima l’Ucraina–

sta compiendo dei passi per avvicinarsi all’Unione Europea, il

parlamentino della Transnistria ha richiesto alla Duma moscovita

di considerare l’inclusione di nuove regioni nella Federazione

Russa. Se questo significherà l’ennesima annessione, non è dato

saperlo. Certo è che la Crimea – e chissà quale altro pezzetto di

Ucraina– è solo l’inizio di un processo di erosione territoriale che

il Cremlino di Vladimir Putin continuerà a portare avanti.

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Attualità

Ebola: paure e speranzeQualcuno l’ha chiamata la “peste del Ventunesimo secolo”. Si tratta dell’epidemia di virus Ebola, che, riesplosa in Guinea qualche mese fa, si è già estesa alla Liberia e al Mali, e minaccia di espandersi su scala globale. Il morbo in questione è di quelli particolarmente terrificanti.

Trasmesso all’uomo dai pipistrelli, si manifesta all’inizio con sintomi

influenzali, che poi degenerano in emorragie interne e insufficienze

multiorgano. Non esiste cura conosciuta per l’Ebola, e il decorso è

letale nel 90 per cento dei casi: su 168 contagiati in Guinea, 108 sono

deceduti, mentre gli altri lottano fra la vita e la morte. Nonostante il

contagio non sia semplicissimo – per prendere il virus bisogna entrare

in contatto con i fluidi corporei di un malato – è più che comprensibile

che i governi di tutto il mondo siano all’erta, che i controlli agli aero-

porti siano aumentati esponenzialmente, e che il panico sia palpabile

(qualche giorno fa, sulla rete circolavano voci infondate che il virus

fosse sbarcato in Sicilia a bordo di un barcone di migranti). L’Ebola

è solo il simbolo più evidente di quello che, con il passare del tempo

e il consolidarsi della globalizzazione, sarà un problema sempre più

fondamentale. Le stesse tecnologie e istituzioni che hanno migliorato

la nostra vita negli ultimi anni sono anche quelle che la rendono più

complicata. In questo caso, la mobilità low-cost e il commercio aereo

potrebbero propagare ovunque quello che, solo un cinquantennio fa,

sarebbe probabilmente rimasto un problema sanitario di portata lo-

di Gian Maria Volpicelli

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cale – per quanto orrendo. Ecco però che arriva la controffensiva

tecnologica: a condurla è un medico americano, Larry Brilliant,

che ha già contribuito a sconfiggere il vaiolo negli anni Settanta.

Alla testa dell’organizzazione filantropica Skoll Foundation, Bril-

liant sta mettendo a punto un sistema che utilizza i cosiddetti “big

data” (dati provenienti dai social network, dalle informazioni in

possesso di governi e aziende, o direttamente dalle segnalazioni

di cittadini) per mappare i focolai virali in ogni parte del mondo.

Come ha spiegato lo stesso dottor Brilliant, basta un calo delle

vendite dei biglietti dei cinema in una certa zona, o un aumento

delle ricerche di determinate parole su Google, per capire che

“c’è qualcosa che sta per emergere, anche se la diagnosi an-

cora non è stata fatta”. L’iniziativa di Brilliant potrebbe aiutare a

tracciare, isolare e così combattere non solo l’Ebola, ma anche

i tanti altri morbi che covano sotto la cenere senza essere mai

scomparsi, come la famigerata SARS o la più recente MERS (sin-

drome respiratoria mediorientale). Non è ancora il vaccino in cui

speriamo, ma, come si dice, prevenire è meglio che curare.

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Prezzi al ribasso sulle spiagge

Attualità

Di Rosaria Gallo

Ma intanto già è partita la corsa al mare, infatti oltre

80mila persone si sono riversate sul litorale da Ostia a Fre-

gene nell’ultimo fine settimana. E dunque, con la tempera-

tura che ha superato i 20 gradi intorno all’ora di pranzo,

gli amanti della tintarella hanno sfilato in pareo, costume

e infradito passeggiando sulla spiaggia e lungo le strade

principali del X municipio chiuse per la pedonalizzazione

voluta dall’amministrazione municipale e tutto esaurito nei

ristoranti, nei chioschi e nei bar mentre gli imprenditori del

mare hanno scelto la politica “low cost” per la stagione esti-

va ormai alle porte. Perciò, l’affitto delle cabine, delle attrez-

zature e i ticket d’ingresso saranno scontati. Nello specifico:

il prezzo dei lettini potrà variare dai 5 ai 10 euro, rispetto

ai 15 euro dello scorso anno. Il prezzo d’affitto delle cab-

ine invece è sceso fino a 300 euro a persona per tutta la

stagione rispetto ai 400 euro della passata stagione. Sarà

quindi un’estate all’insegna del risparmio anche se: “Non

stiamo svalutando il prodotto Ostia” dice Renato Papagni,

presidente europeo dell’Assobaleneari: “stiamo favorendo

il ritorno dei clienti al mare di Roma. Abbiamo subito una

brusca frenata nelle passate stagioni a causa della crisi

ma, adesso l’impressione è che la città si stia riprendendo

e quindi vogliamo favorire questo ritorno con prezzi più

contenuti per il soggiorno sulle nostre spiagge”. Dello stes-

so avviso è pure Ruggero Barbadoro, presidente region-

ale della Fiba Confesercenti (Federazione italiana balneari).

I romani pagheranno fino al 10% in menosulle attrezzature negli stabilimenti che hanno aperto la stagione estiva il 1° maggio.

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Gli associati, per incoraggiare i romani a tornare a Ostia,

hanno già da tempo bloccato i prezzi: “Da 6 anni il nostro

listino su attrezzature e ingressi è bloccato” sottolinea il

presidente Barbadoro: “cerchiamo di non far spendere

oltre i 20 - 25 euro a persona per una giornata al mare.

Quando comincerà la stagione e avremo a disposizione

un primo quadro della situazione, valuteremo anche se

sarà opportuno proporre i nostri “pacchetti –soggiorno”:

ingresso e pranzo a prezzo fisso. La crisi c’è e noi stiamo

facendo il possibile per contenerla”. Ma problemi di avvio

di stagione per le spiagge libere. Il tribunale del Tar ha

infatti sospeso il bando di gara per l’assegnazione dei

lidi pubblici. Il provvedimento è stato richiesto proprio da

alcuni partecipanti rimasti esclusi dalla gara. E adesso il

problema non è solo legale: fino a quando non verranno

assegnati per le spiagge libere non sono previsti servizi di

monitoraggio. E dunque sono senza bagnini: “Non spetta

a noi la sorveglianza delle spiagge se non sono state as-

segnate” spiega la Capitaneria di porto: “dovrebbe es-

sere il comune a provvedere. Non possiamo fare nulla

se non aspettare e augurarci che non accada nulla di

spiacevole nel frattempo”. Dunque, bisognerà attendere

ancora prima di potersi godere il mare nelle spiagge

libere della capitale con la speranza che il Tar riesca, in

tempi brevi, a sciogliere i nodi burocratici.

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Consumi e microeconomia. Le proposte delle forze politiche ed economiche per individuare

manovre in grado di favorire il rilancio della crescita economica

in Italia e in Europa sono state numerose e variegate, ma le azioni

intraprese e soprattutto i risultati ottenuti, sono stati deludenti. Lo

Stato italiano a causa del suo elevato debito pubblico, non dis-

pone delle risorse necessarie per dare un impulso concreto alla

crescita economica tramite investimenti diretti. Non è in grado,

pertanto, di generare quello shock economico più volte richi-

amato dai nostri politici. I consumi dei cittadini rimangono deboli

e in calo costante, a causa della combinazione degli effetti della

crisi in corso che ha provocato una disoccupazione record, una

notevole contrazione dei redditi reali e una drastica riduzione del-

la propensione sia al risparmio che ai consumi, oltretutto gravati

da un indice demografico sfavorevole. Le risorse che sono venute

a mancare alla crescita devono essere nuovamente mobilitate

per alimentare quei processi in grado di generare ricchezza e

posti di lavoro. Lo Stato dovrà avere un ruolo fondamentale

nell’individuare ed eliminare le cause che, da troppi anni, frenano

la capacità “di fare impresa” delle nostre aziende e la volontà di

creare ricchezza da parte di tutto il tessuto produttivo della nos-

tra società, a partire dallo snellimento della burocrazia e delle

norme che permettano anche un più facile accesso al credito.

Negli ultimi mesi, al di là di reiterate promesse, le energie del

Governo sono state prevalentemente concentrate sull’obiettivo di

riequilibrio della finanza pubblica, mentre oggi sarebbe neces-

sario un nuovo scatto in avanti da parte dello Stato e delle im-

Prof. Dott. Sergio Allegra

Economista e giurista

Direttore dell’area giuridico-economica dell’Accademia

forense on line, ne cura l’intera sezione di Roma

EUROeconomyMicro e Macro

Page 15: E42 magazine n 5 2014

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prese, con programmi mirati e sostenibili. Allo Stato, non è

richiesto di dimostrare generosità con programmi di sussidio

o con investimenti diretti microeconomici: i conti pubblici non

lo consentono. Lo Stato deve esercitare la propria influenza

tramite quell’azione normativa, più volte sollecitata, in grado

di incidere e stimolare gli investimenti privati nel Paese, sbloc-

cando i settori industriali, rimuovendo gli ostacoli alla crescita,

adottando una politica industriale basata sul nostro attivismo

microeconomico, aumentando la competitività del Paese e

aumentando in tal modo la fiducia dei nostri imprenditori. La

verità è che ogni settore della nostra economia è frenato da

una miriade di ostacoli di natura microeconomica che inci-

dono fortemente in termini di inefficienza e costi sulle imprese.

Rileviamo che le difficoltà italiane hanno origine da alcune

aree, per esempio: La burocrazia, che opera a tutti i livelli

delle istituzioni e sulla quale si dovrà intervenire con una mas-

siccia operazione di semplificazione degli adempimenti buro-

cratici e amministrativi che attualmente ostacolano in modo

esasperato la gestione dell’impresa. La giustizia civile, che con

i suoi tempi biblici per la risoluzione delle dispute commerciali

e per la tutela dei creditori, scoraggia fortemente gli impren-

ditori e contrasta la possibilità di attirare investimenti esteri.

L’attuazione di una seria politica di liquidazione dei crediti

commerciali che le imprese vantano nei confronti della pub-

blica amministrazione. L’elevata imposizione fiscale, che ha

raggiunto livelli insostenibili e tali da scoraggiare investimenti

produttivi, motivo per il quale è improcrastinabile procedere

ad una seria, graduale, riduzione della pressione fiscale,

con priorità al taglio del cuneo fiscale. La rigidità del mer-

cato del lavoro, che incide pesantemente sui costi dell’attività

dell’impresa, in quanto la riforma Fornero ha prodotto risul-

tati controversi ed incompleti, con particolare riferimento alla

flessibilità in entrata e in uscita e in materia di agevolazioni

per la creazione di nuovi posti di lavoro. Razionalizzazione

della spending rewiev, mirata e selettiva, nella riduzione della

spesa pubblica. Facilitazione all’accesso delle risorse finanzi-

arie. Ora solo la politica dovrà assumersi in pieno le proprie

responsabilità, dando inizio alle tanto promesse riforme in

grado di rilanciare la produttività, restituendo dignità e pros-

pettive ai cittadini ed un futuro in patria ai nostri giovani.

Page 16: E42 magazine n 5 2014

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EUROeconomyMicro e Macro

Bonus fiscale di 80 euro per rilanciare i consumi.

A partire dalla busta paga di maggio, per circa dieci milioni di

dipendenti (pubblici e privati), per i cassintegrati, i disoccupati che per-

cepiscono l’indennità e i lavoratori in mobilità arriva il bonus Irpef di 80

euro. Con la circolare n. 8/2014, l’Agenzia delle Entrate ha fissato le

regole pratiche per attuare il provvedimento del governo che ha pre-

visto l’elargizione del bonus già con i cedolini di maggio e di renderlo

strutturale dal prossimo anno attraverso la legge di stabilità.

Il bonus sarà corrisposto dal mese di maggio fino a dicembre per un

ammontare complessivo di 640 euro per il 2014 e sarà incassato da

chi ha un reddito lordo annuo fino a 24 mila euro. Da 24 a 26 mila

euro, invece, decresce in base alla formula [640 x (26.000 - reddi-

to)/2.000] fino ad azzerarsi. Il reddito annuo considera tutti i guadagni

conseguiti, anche sommando più datori di lavoro o emolumenti da

collaborazioni, escluso solo il reddito della prima casa, già esentato

di Ernesto Vetrano

Con la circolare n. 8/2014, l’Agenzia delle Entrateha fissato le regole pratiche per attuare il provvedimento del governo: il bonus sarà elargito da maggio e sarà reso strutturale dal prossimo anno.

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dall’applicazione dell’irpef. iceveranno tale rimborso non solo i la-

voratori dipendenti, con un contratto a termine o indeterminato,

ma anche i soci di cooperative, percettori di borse di studio, premi

o sussidi per fini sempre di studio o di tirocinio e chi riceve compen-

si per collaborazioni coordinate e continuative, lavori socialmente

utili o ha una retribuzione come religioso. Per avere il bonus non

sarà necessario presentare alcuna domanda ma l’attribuzione av-

verà direttamente in busta paga ad opera del datore di lavoro.

Nel caso in cui il datore di lavoro non fosse in grado, per motivi

tecnici, ad inserire il bonus nella prima busta paga in pagamento,

dovrà versarlo nella successiva, compresi gli arretrati.ll bonus, sta-

bilisce la circolare applicativa, cambia in base al periodo di im-

piego nel corso dell’anno e si ridurrà tenendo conto del periodo

di lavoro effettivo. E per verificare se si ha diritto al bonus di 80

euro, rimanendo sotto la soglia dei 26.000 euro di reddito comp-

lessivo, bisognerà tener conto anche dei guadagni dovuti all’affitto

degli immobili assoggettati alla cedolare secca. Tra le precisazioni

l’Agenzia dell’Entrata sostiene che il credito d’imposta di 80 euro

spetta anche ai lavoratori deceduti, in relazione al loro periodo

di lavoro nel 2014 e sarà calcolato nella dichiarazione dei redditi

del lavoratore deceduto presentato da uno degli eredi. Il bonus

va anche ai contribuenti senza sostituto d’imposta. I soggetti tito-

lari nel corso dell’anno 2014 di redditi di lavoro dipendente, le cui

remunerazioni sono erogate da un soggetto che non è sostituto di

imposta, tenuto al riconoscimento del credito in via automatica, e

tutti i soggetti il cui rapporto di lavoro si è concluso prima del mese

di maggio, potranno chiedere il credito nella dichiarazione dei red-

diti relativa al periodo di imposta 2014, utilizzarlo in compensazi-

one, oppure richiederlo a rimborso. I contribuenti che non hanno

i requisiti per il ricevere il bonus, ad esempio perché hanno un

reddito complessivo superiore a 26mila euro per via di altri redditi

(oltre a quelli erogati dal sostituto d’imposta), devono comunicarlo

al sostituto che recupererà il credito nelle successive buste paga.

Se un contribuente ha comunque percepito un credito in tutto o in

parte non spettante dovrà restituirlo nella dichiarazione dei redditi.

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Premio Commercio Roma:

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17Da sinistra: Alessandro Francescangeli, 1° classificato, Antonella Salvucci, Pres. Valeria Baglio, Prof. Sergio Allegra, Andres Gil

Il riconoscimento alla creatività ed al talento giovanile.

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Prof. Sergio Allegra

Un 11 maggio per il riconoscimento alla creatività edal talento giovanile.

Nel corso della quarta edizione del Premio Commercio Roma, lo studio

e la ricerca hanno operato in virtù del “senso del bene comune”. Il punto

di partenza dell’evento è dare importanza alla formazione dei cittadini

tenendo conto della loro difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro.

Quello di arrivo, lo sviluppo del tessuto economico e sociale della città

dove lo spazio dell’azione viene lasciato ai giovani. Per questo, i parte-

cipanti al Premio sono stati gli studenti degli Istituti scolastici medi e su-

periori dei 15 municipi capitolini. Quelli che seguendo la traccia “Dalla

bottega artigiana all’e-commerce, il commercio torna al futuro” hanno

ideato una tesina per elaborare un progetto sulle attività economiche

presenti o mancanti nel loro Municipio. In questo modo i giovani sono

Professoressa di Economia aziendale presso l’ITC Bachelet

di Elena Rossi

Da sinistra: Dott. Fabio Zanino, Prof. Sergio Allegra, Dott.ssa Antonietta Di Vizia

On.le Valeria Baglio, Presidente della CommissioneScuola di Roma Capitale

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19

stati sensibilizzati alle problematiche territoriali e sono stati chiamati in

causa per migliorarle. I ragazzi rompono l’anonimato e diventano arte-

fici del cambiamento, hanno preso contatto con il mercato economico e

con il mondo del lavoro per interagirci. L’augurio per i giovani parte dal

Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che ha accolto e sup-

portato il Premio assieme all’attività sincronica di Enti ed Istituzioni. Con-

duce la giornata, che si svolge nel colorato spazio del Centro Euroma2,

il Presidente di mediocredito Centro Italia S.p.A., Prof. Sergio Allegra, che

esterna ai presenti la sua soddisfazione per la quarta edizione del Premio

rivolgendo parole grate a tutti coloro che ne hanno permesso la realiz-

zazione (gli Sponsor, gli Enti, il Presidente della Regione Zingaretti, il Di-

rettore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Dott.

Da sinistra: Antonietta Di Vizia, Prof. Sergio Allegra, Antonella Salvucci, Nicole Antuane Rubio, 3° classificato, Ass. Simona Testa, Andres Gil

Da sinistra: Antonella Salvucci, Michele Pascucci, 4° classificato, Vicepres. Alessio Stazi, Andres Gil

Da sinistra: Antonella Salvucci, Riccardo Antonucci e Dario Tamburini, 5° classificato, Ass. Paola Angelucci, Pres. Valeria Baglio, Andres Gil

Da sinistra: Antonietta Di Vizia, Antonella Salvucci, Matteo Ciarapica, 6° classificato, Ass. Stefano Zuppello

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20

Lucio Battistotti, l’Assessore alla Scuola, Infanzia e Pari Opportunità, On.

Alessandra Cattoi, il Presidente della Commissione Commercio di Roma

Capitale, il Direttore del centro commerciale Euroma2, Fabio Zanino ed i

Presidenti dei Municipi aderenti). La fluida professionalità nella presen-

tazione di Antonietta Di Vizia introduce le sei migliori tesine che sono state

scelte dal Comitato scientifico. Muniti di assegni-cadeau che vanno dai

700 ai 2000 euro, gli studenti salgono sul palco con occhi entusiasti. Rac-

contano questa esperienza e descrivono brevemente la loro tesina che

sarà visibile sul sito di Amor Roma Mag e su quello della Commissione

Europea. Il miglioramento dei servizi sociali, la ristrutturazione ed il recu-

pero di spazi abbandonati, la salvaguardia delle zone verdi sono alcune

delle idee-tesine. Il primo premio è vinto da Alessandro Francescangeli,

il ragazzo che ha pensato ad un commercio sostenibile dal migliora-

mento dei trasporti ed il rispetto dell’ambiente. “La scuola ed il mondo

del lavoro si sono intrecciati” afferma l’Onorevole Silvia Baglio commen-

tando l’Evento. Accompagnano i premiati due volti splendenti –anch’essi

giovani- del cinema e della televisione italiana, Andrès Gil ed Antonella

Salvucci. Anche il mondo dello spettacolo è sensibile all’importanza del

Premio Commercio Roma perché - afferma Gil - “i frutti del proprio lavoro

si raccolgono con la preparazione e con uno studio continuo”. Oltre ai

primi 6 ci sono altri ragazzi che sono stati premiati per la loro creatività ai

quali vengono conferiti assegni di cifre ridotte e targhe onorifiche. E per

finire 20 medaglie alle altrettante tesine in concorso. Il Premio ha raccolto

tutta questa energia. La ha “tesaurizzata” come valore di idee per poi

attualizzarla. Il nostro augurio, allora, è che iniziative come questa siano

sempre più incoraggiate. Per un miglioramento della società che agisca

dall’interno, per i giovani e per il futuro.

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21

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SENZA CENSURA

Di Rosaria Gallo

I pittori di piazza Navona.

Il primo controllo sui permessi è stato effettuato lo scorso 17 aprile, uno

degli artisti, fermato per un controllo, ha impugnato un coltello ferendosi

volontariamente all’addome. Intanto, il comando della polizia Municipale

ha aperto un fascicolo sulla storica piazza, dalle prime indagini almeno

13 postazioni sarebbero infatti coinvolte in un giro di racket. L’operazione

è scattata alle 8.30 quando gli agenti del gruppo Spe (Sicurezza pubblica

emergenziale) hanno avviato i controlli tra i pittori, 60 le persone fermate

e sei i multati per occupazione di suolo pubblico. Ma si riaccende la po-

lemica: dal 2007 il comune non ha mai sbloccato il concorso per autoriz-

zare i pittori tuttavia, in molti pagano un bollettino semestrale da 170euro.

Ancora, numeri alla mano, secondo la lista dell’amministrazione comu-

nale dovrebbero essere 44 gli artisti a lavorare. Cifra poco credibile se

si tiene conto che solo nella giornata di mercoledì i caschi bianchi ne

hanno fermati 110: “Siamo artisti non abusivi” hanno gridato a gran voce

durante l’operazione della Municipale: “noi vogliamo metterci in rego-

la ma nessuno ci ha mai detto come. Ci hanno solo detto di pagare il

bollettino comunale”. Intanto la tensione è rimasta altissima per tutta la

mattinata, uno dei venditori appena è stato avvicinato dagli agenti ha

impugnato un coltello ferendosi volontariamente all’addome. Trasportato

all’ospedale, e dimesso poco dopo, è tornato nella piazza minacciando

di darsi fuoco mentre un gruppo rappresentativo di artisti è arrivato a

protestare fin sotto le finestre del Campidoglio. E l’operazione dello Spe

non è ancora terminata: è stato già aperto un fascicolo perché durante

le verifiche 13 banchetti risulterebbero affittati a terze persone. Tuttavia,

nonostante i controlli una seconda violenta polemica si è riaccesa ancora

lo scorso 4 maggio: “Abbiamo fame” e “ il mondo abusivo vuole lavoro”,

con questi cartelli hanno occupato nuovamente la storica piazza i pit-

tori. A scatenarli, il concorso comunale bloccato e di conseguenza, la

mancanza di certificazioni per occupare la piazza. E dunque con cartelli

e catene hanno protestato in attesa di essere ricevuti dal sindaco Marino.

Sul posto, ancora una volta, la squadra di vigili urbani della Sicurezza

pubblica emergenziale che ha monitorato la situazione:” Non vogliamo

creare problemi” hanno detto i pittori in protesta “ ma la nostra situazione

va definita. Noi paghiamo al comune la tassa per l’occupazione di suolo

pubblico ma risultiamo abusivi.  Perché?”. 

Una protesta che ha sfiorato la tragedia quella dei pittori abusivi a piazza Navona: i blitz della polizia Municipale mettono in ginocchio gli artisti.

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24

Persone scomparse

Natalina Orlandi, Presidente Penelope Lazio

Per informazioni e segnalazioni scrivere aASSOCIAZIONE TERRITORIALE PENELOPE LAZIOPresidente: Natalina OrlandiVia Stellanello, 9 – 00168 Roma Tel. 347 1045017e-mail: [email protected] sito: www.penelopeitalia.orgASSOCIAZIONE PENELOPE NAZIONALE

Presidente: Elisa Pozza TascaSede Nazionale: Salita De Crescenzi, 30 – 00186 RomaTel. 335 7204449e-mail: [email protected] sito: www.penelopeitalia.orgCOMMISSARIO STRAORDINARIODEL GOVERNO PER LE PERSONE SCOMPARSE

Prefetto Michele PentaVia Urbana, 9 – 00100 Romae-mail: [email protected] E42 MAGAZINETel.: 331 7004005Email: [email protected]: www.e42magazineroma.it

Page 27: E42 magazine n 5 2014

25

COSMO BANDANA TUBOLARE ORIGINAL TRADE MARK

Mettetevelo BENE in TESTA

design: danielameda.it

“La FORZA di ogni individuo sta nella propria testa e accanto alle persone cui vuole bene”

Marco Frattini “Vedere di corsa e sentirci ancora meno”

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C SMOfollow us on

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Sole sicuro

Costume e società

Sensibilizzazione e prevenzione dei danni derivanti da una scorretta esposizione ai raggi solari

Il 15 aprile, presso la CASA DEL CINEMA

a VILLA BORGHESE, è stata presentata la

prima e più importante campagna di sen-

sibilizzazione e prevenzione dei danni de-

rivanti da una scorretta esposizione al sole.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione fra

AIDECO, Associazione Italiana Dermatolo-

gia e Cosmetologia, e OMIA, specializzata

in prodotti naturali ed eco biologici. Obiet-

tivo principale della campagna è quello di

informare sui temi della corretta protezi-

one dai raggi solari e sugli eventuali rischi

e benefici dell’esposizione al sole. Altro

tema importante è quello della protezione

dell’ambiente e quindi quello della produzi-

one di solari ecocompatibili. Il Prof. Leonar-

do CELLENO, Presidente AIDECO, ha illustra-

to rischi e benefici dell’esposizione al sole,

evidenziando l’importanza della scelta della

giusta protezione in base all’individuazione

del proprio fototipo: “L’esposizione al sole

comporta innegabilmente “effetti benefici”

per l’essere umano (sull’umore, sulla sintesi

della vitamina D, sull’abbassamento della

pressione arteriosa etc.) ma, purtroppo, per

la pelle implica una serie di “effetti negativi”.

Questo è più probabile soprattutto la foto-

esposizione è intensa, prolungata e scor-

retta (nelle ore centrali della giornata, senza

alcuna foto-protezione o con filtri e schermi

solari con fattore di protezione insufficiente),

in breve… non consapevole e non control-

lata. I danni da foto-esposizione possono

essere acuti (eritema, scottature) e cronici.

Questi ultimi sono ben più pericolosi ed è quindi

molto importante conoscerli bene, per prevenirli

ed evitarli in modo efficace”. Fondamentale la

protezione in base al “fototipo”: alcuni tipi di

pelle infatti, più scure e resistenti, riescono a

resistere meglio agli attacchi della radiazione

solare, altre invece più chiare e reattive devono

evitare il più possibile il rischio da esposizione

al sole. Una volta identificato il proprio fototipo,

si può partire alla ricerca del giusto prodotto di

protezione solare, tenendo presente che non ac-

cettabile il concetto di “protezione totale” o “100%

protetti dal sole”, perché non vero e non ancora

attuabile dal punto di vista tecnico. Si può sceg-

liere di attuare una protezione bassa, media,

alta o molto alta, ovviamente da selezionare in

base al fototipo ed alle modalità di esposizione

al sole. Nel portale informativo solesicuro.

it ampio spazio a temi relativi a dermatologia,

cosmetologia e cosmesi biologica con interventi

e risposte di esperti di AIDECO (Associazione

Italiana di Dermatologia e Cosmetologia), ICEA

(Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale)

e LAV (Lega Anti Vivisezione). Per garantire una

di G.M.T.

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27

protezione sicura per la salute della pelle e rispettosa dell’ambiente, dal-

la ricerca della eco bio cosmesi nascono prodotti cosmetici ottenuti con

l’impiego di sostanze chimiche di origine naturale o derivanti da chimica

verde, selezionate sulla base di criteri di sostenibilità ambientale e sa-

lubrità. Se l’impatto ambientale è importante nella vita di tutti i giorni lo

è a maggior ragione quando ci si tuffa nel mare: i solari certificati eco

bio da ICEA si caratterizzano proprio per scelte di ingredienti al minimo

impatto ambientale come prescritto dallo standard, minimizziamo quindi

il rilascio in mare di sostanze chimiche, difficilmente bio degradabili e

potenzialmente tossiche per l’ecosistema marino. AIDECO e OMIA, per

ampliare questa campagna educazionale, vogliono rivolgere la propria

attenzione alle Scuole Medie Inferiori, dove saranno organizzati incontri

con ragazzi ed insegnanti per focalizzare, in modo semplice e chiaro, gli

obiettivi primari della prevenzione consapevole dei danni cutanei foto-

indotti. A tale scopo AIDECO avvierà la procedura per l’ottenimento di Pa-

trocinio presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,

per poter impostare insieme la campagna “Sole Sicuro” nelle scuole delle

più importanti città italiane.

[email protected]

Tutti i prodotti della linea contengono Olio di Argan biologico da com-

mercio equo e solidale.

Sull’importanza della protezione dai raggi solari abbiamo interpellato la

la dott.Ssa Loretta Ricci, direttore ricerca&sviluppo laboratori Omia.

Qual è il valore aggiunto di proteggersi dal sole con prodotti biologici?

I prodotti della Eco Bio Cosmesi ICEA sono i prodotti cosmetici ottenuti

con l’impiego di sostanze chimiche di origine naturale o derivanti da

chimica verde, selezionate sulla base di criteri di sostenibilità ambientale

e salubrità. Con i Solari biologici certificati abbiamo prodotti amici della

natura e amici della pelle. Le cui formule innovative , hanno un basso im-

patto ambientale ed essendo bio certificati costituiscono un valido aiuto

proveniente proprio dalla natura per la pelle stressata dal sole. La strate-

gia di protezione dai raggi solari si basa sull’ impiego di uno schermo

solare fisico, approccio che minimizza i comuni fattori di rischio allergiz-

zante e costituisce un aiuto nella prevenzione del danno da radicali liberi.

Se l’impatto ambientale è importante nella vita di tutti i giorni lo è a mag-

gior ragione quando ci tuffiamo nel mare, I solari certificati eco bio da

ICEA si caratterizzano proprio per scelte di ingredienti al minimo impatto

ambientale come prescritto dallo standard, minimizziamo quindi il rilas-

cio in mare di sostanze chimiche, difficilmente bio degradabili e potenzi-

almente tossiche per l’ecosistema marino.

Page 30: E42 magazine n 5 2014

28

A parte il fatto che non sono prodotti testati sugli animali, rispettosi

dell’ambiente, l’effetto per il consumatore è migliore rispetto agli altri

tipi di creme e cosmetici?

In genere i cosmetici biologici danno la garanzia e la serenità al con-

sumatore di non utilizzare derivati della chimica del petrolio sulla pro-

pria pelle. Nel caso delle protezioni solari per avere un prodotto BIO

certificato si deve usare una strategia di protezione full mineral, ovvero

una protezione affidata a schermi solari fisici, che a differenza dei filtri

chimici normalmente utilizzati nei prodotti solari in commercio, riducono

il rischio di allergie cutanee e aiutano nella prevenzione del danno os-

sidativo dei radicali liberi. Le nostre formule sono anidre e costituite da

una selezione di oli naturali e biologici scelti per idratare, proteggere e

nutrire la pelle prima, durante e dopo l’esposizione al sole, nelle diverse

fasi dell’abbronzatura. Le formule sono stabilizzate e preservate dalla

Vitamina E, altro valido aiuto nella prevenzione del danno cellulare in-

dotto dai radicali liberi. Questa scelta si traduce in vantaggi e maggiore

sicurezza per chi sceglie di proteggersi con questi prodotti : non conten-

gono né parabeni né altri comuni conservanti, favorendo così un’elevata

tollerabilità da parte della pelle già sensibilizzata dall’esposizione solare.

Quanto studio c’è dietro la linea di prodotti? Quale la composizione?

Quali tipi e per quali e quanti tipi di pelle?

La maturità all’acquisto dei prodotti cosmetici è aumentata notevolmente

negli ultimi anni ed una quota sempre crescente di consumatrici e con-

sumatori è diventata esperta conoscitrice delle materie prime e degli

ingredienti utilizzati nei prodotti, divenendo quindi dei critici attenti sulle

scelte dei formula tori che impongono una maggiore trasparenze e se-

rietà circa gli effetti e le caratteristiche vantati dai prodotti. Il nostro pro-

cesso di validazione del prodotto prevede diversi test: di dermo-compati-

bilità, di stabilità, di sicurezza del sistema conservante, test microbiologici

e test analitici sulla presenza di metalli pesanti e laddove necessario,

eseguiamo test di efficacia a supporto di funzionalità specifiche, quale

ad esempio l’ azione lenitiva del doposole. All’interno del nostro labo-

ratorio vengono eseguiti molti dei test sulle caratteristiche del prodotto e

ci avvaliamo di accreditati laboratori esterni per alcuni controlli specifici,

come per esempio sull’efficacia del sistema conservante. La linea di solari

certificati eco bio da è costituita da una gamma completa di protezioni e

coadiuvanti solari, studiati per rispondere a differenti necessita individuali

di protezione e per seguire le diverse fasi dell’ abbronzatura nei diversi

momenti di esposizione.

A ciascun fototipo una protezione solare dedicata.

L’obiettivo di Sole Sicuro è molto alto, l’informazione sui rischi e sui benefici

del sole è il primo passo per una esposizione consapevole. Il secondo è

quello di evidenziare l’importanza della scelta della protezione in base

all’individuazione del proprio fototipo (indicatore della melanina presente

nell’organismo). Ognuno di noi reagisce infatti in modo diverso ai raggi

solari. Per questo motivo abbiamo scelto di stuadiare una gamma di pro-

dotti che segue la scala dei fototipo. Per prendere solo il meglio del sole!

A che punto è la ricerca nel campo della cosmesi biologica?

E’ ormai da qualche tempo che noi formulatori siamo stati chiamati a

una nuova sfida, formulare con materie prime nuove, di origine natu-

rale e di includere nelle formule sempre maggiori concentrazioni di

materia prima organica di origine biologica. Questa sfida è stata resa

ancor più difficile, per coloro che come noi si sono rivolti da subito alla

chimica verde, dal fatto che le materie prime disponibili erano in prima

battuta molto poche e difficilmente permettevano di raggiungere texture

e performance del prodotto gradevoli. L’ industria delle materie prime ha

capito, sollecitata anche da noi formula tori, che era necessario fornire

una maggiore variabilità di ingredienti di origine naturale e con il passar

del tempo, un tentativo dopo l’ altro, anche le rese in termini di texture

e performance stanno migliorando. In questo contesto come non mai,

la sensibilità e l’esperienza del formulatore possono fare la differenza

per ottenere prodotti bio certificati, caratterizzati da texture e prestazioni

gradevoli e soprattutto proponibili ad un costo equo per il consumatore,

aspetto quest’ultimo essenziale per favorire la diffusione della cultura del

cosmetico biologico.

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CaracallaMMxiv

RomaOperaaperta

operaroma.it/caracallaFONDATORI PRINCIPALI

EttoreFesta,HaunagDesign.Foto:C.M.Falsini/Teatro

dell’O

pera

PARTNER

FONDATORI DI DIRITTO

Dal 24 giugno al 9 agosto

Orchestra di PiazzaVittorio/Carmen

The Tokyo BalletCoreografie di Maurice Béjart

Il lago dei cigniMusicadiPëtr Il’ic Cajkovskij

La bohèmeMusica di Giacomo Puccini

Il barbiere di SivigliaMusica di Gioachino Rossini

Roberto Bolleand FriendsOrchestra,CoroeCorpodiBallodelTeatrodell’Opera

Page 32: E42 magazine n 5 2014

30

Costume e società

foto di Carlo Ravenna

Un mondo perfetto.

Isola di parte II

Page 33: E42 magazine n 5 2014

31

Ponza.

Page 34: E42 magazine n 5 2014

32

Le immersioni più belle attorno a Ponza.Ce ne sono molte e in questa sede ne raccontiamo alcune lungo il

fronte costiero di Ponza. È intuitivo che non tutti i tuffi sono effettuabili

nell’immediato sottocosta, anche perché in vari tratti del litorale il fondo si

rialza a formare secche e pareti di varia entità, caratteristica evidenziata

da vari scogli e scoglietti che emergono qua e là sopra la superficie ma-

rina, rendendo peraltro insidiosa la navigazione. Vale la pena puntualiz-

zare a questo proposito che Ponza e Zannone sono collegate da una

grande dorsale sottomarina in alcuni tratti tormentata e scenografica,

ottima per le osservazioni subacquee, che le raccorda a un massimo di

poche decine di metri di profondità. Partendo dal porto non ci sono nelle

immediate vicinanze dei siti scoscesi e morfologicamente accattivanti dal

punto di vista subacqueo: poca profondità, grandi aree di sabbia e bloc-

chi rocciosi poco scoscesi, adatti più che altro alle immersioni notturne,

quando molti organismi escono allo scoperto. Così è per Punta Madonna,

comodo punto dislocato a 5 minuti di navigazione dall’approdo, adatto

per divertenti pinneggiate sotto le stelle con un faro stretto tra le dita. Navi-

gando verso nord non si può non notare il meraviglioso Arco Naturale,

detto anche Spaccapolpi, che rappresenta una delle più famose attrattive

turistiche di Ponza. I geologi chiamano “dicco” questa colonna di lava

riolitica scura, il cui interno è stato distrutto dall’erosione marina. Nelle

vicinanze di Gavi, nel blu, sono dislocati alcuni punti d’immersione, con

scenari sommersi accidentati e drammatici, pieni di guglie e balze roc-

ciose. La Secca del Dito è il più spettacolare, ma riservato ai sub esperti: il

punto più alto è a -16 metri ma la montagna sottomarina precipita subito

a oltre 50 metri di profondità; il versante più bello è situato lungo le prop-

aggini settentrionali della secca, con salti ripidi di 15 – 20 metri. Nelle aree

più fonde ci sono quelle belle colonie di gorgonia rossa che tanto piac-

ciono a noi sub, tuttavia la caratteristica più eclatante di questo

di Carlo Ravenna

Page 35: E42 magazine n 5 2014

33

itinerario sommerso risiede più nelle possanza delle architetture rocciose

del fondale che nelle forme invertebrate che attecchiscono sul substrato.

Almeno due itinerari sono da effettuarsi sotto lo Scoglio Grosso, emer-

genza inconfondibile per la doppia gibbosità che ne caratterizza il profilo:

pochi metri a levante dello scoglio i riflessi verde smeraldo provengono

dal sommo di una secca che sale sino a due metri dalla superficie, scen-

dendo sino a poco meno di 40. Verso il fondo ci sono tunnel, grottini in

“technicolor” ed un bell’archetto naturale. Pesce di passo, saraghi, nugoli

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di donzelle, danzano tra gli spettacolari tagli della roccia tappezzate da margherite di mare e madrepore arancioni. In

primavera fanno la comparsa delle corpulente granseole. Un’altra fantastica immersione è alla Secca di Punta Papa, poco

al largo dell’omonima punta: il cappello è a –33 metri ed il versante più bello è quello che guarda verso Palmarola, dove

una parete adorna di gorgonie rosse cade dritta fino ad oltre 50. Sul fondo c’è un’ancora romana tutta concrezionata. La

Secca dei Mattoni prende il nome dall’affondamento di un mercantile che trasportava materiale da costruzione. Questa è

stata una zona archeologica di grande importanza per il ritrovamento di una grande nave oneraria, con un carico di anfore

vinarie ed olearie. Campagne di scavo furono effettuate negli anni 80. La Secca ha un cappello più esteso in direzione

Est – Ovest, e il versante più interessante si sviluppa verso NO, con rocce chiare e lisce che cadono fino a una trentina di

metri. Quando il tempo ce lo consente vale anche la pena di tuffarsi sotto Punta della Guardia, dove ci attende una franata

di massi molto imponente, che si accalcano a formare anfratti, grottini e paretine piuttosto suggestive, regno di crostacei e

specie ittiche da tana. Immergendosi va però riservata molta attenzione al transito delle tante imbarcazioni che doppiano

la punta a poca distanza dal promontorio. Altri due itinerari sono effettuabili sotto l’ampio pianoro che si sviluppa attorno

agli Scoglietti de Le Formiche, scoglietti emergenti nel tratto di mare sud – orientale di Ponza. Bellissimi sono il tunnel ed altre

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cavità che si aprono nelle aree sommitali del fondale, dove esplodono in

ombra delle stupende colonie di madrepore arancioni, qui diffusissime,

e mille altri invertebrati. Ma a Le Formiche, dove ogni incontro è possibile,

è immancabile il tuffo alla parete delle gorgonie rosse, un giardino coral-

ligeno che cade dritto fino ad oltre 45 metri di fondo.

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Da poche settimane è uscito il libro “Guida alle immer-

sioni nelle Isole Ponziane nord-occidentali (Ponza, Pal-

marola, Zannone, Gavi)”

Scritto dal giornalista e fotoreporter Carlo Ravenna, avva-

lendosi della collaborazione di Andrea Donati e Daniela

Spaziani, responsabili dello storico Ponza Diving Center,

operativo sull’isola da oltre un ventennio. Si può quindi

subito intuire che grazie a questo trio che conosce a me-

nadito i fondali delle ponziane, le schede d’immersione

sono affrontate con grande minuzia di dettagli, precedute

da un’ampia introduzione sugli ambienti sommersi del

Mediterraneo dal punto di vista biologico. La guida ha

una veste grafica molto accattivante ed è ricchissima di

fotografie, quasi 300, realizzate con cura sotto e sopra il

limpido mare. E non poteva certo mancare tutta una serie

di appassionanti capitoli sulla storia, l’architettura, la geo-

logia e la natura di queste meravigliose perle che tutto il

mondo ci invidia. Molta attenzione è stata data anche alle

passeggiate trekking sulle varie isole, che offrono delle

vedute mozzafiato, nonché al periplo in barca, che con-

sente di ammirare le affascinanti morfologie vulcaniche

avanzando costa-costa verso i punti di immersione, il tutto

descritto con millimetrica precisione. Attualmente è ac-

quistabile presso il diving center contattando i responsabili

sul relativo sito, presso le strutture di vendita dell’isola e in

alcune librerie specializzate.

Page 39: E42 magazine n 5 2014

37

Per informazioni: Ponza Diving Center Isola di Ponza (LT) +39.337.808485 +39.333.2812558www.ponzadiving.com [email protected]: ponzadiving

Le immersioni con il centro di immersioni storico di Ponza:il Ponza Diving Center

La appassionante avventura di Andrea Donati, responsabile del centro subacqueo,

iniziò a maggio del 1991, quando venne ufficialmente aperta la prima sede del div-

ing sulla spiaggia di Giancos. Nei primi tempi è stata dura cercare di trasformare

la passione per la subacquea in una professione a tempo pieno, ma fu subito

chiaro che un’organizzazione vincente non poteva non prescindere dal binomio

sicurezza – divertimento. Oggi, dopo oltre 20 anni di lavoro con innumerevoli im-

mersioni alle spalle, questi professionisti sono in grado di organizzare ai massimi

livelli la vacanza dei subacquei nel mare ponzese. Il Ponza Diving Center è situ-

ato in posizione strategica proprio al centro dell’antico approdo borbonico, a pochi

metri sia dalla piazzetta di Ponza Porto, sia dall’attracco di navi e aliscafi. All’interno

del locale reception ci sono il deposito attrezzature, la sala compressori, le vasche

di acqua dolce per risciacquo attrezzature, le docce calde, i servizi e lo spogliatoio.

La vacanza subacquea deve essere piacevole, rilassante e neppure stancante! Sul

Nettuno, imbarcazione di 16 metri studiata alla perfezione per le uscite dei sub e

degli accompagnatori, ci sono due compressori per la ricarica immediata per cui

non è necessario scaricare a terra le bombole e l’equipaggiamento subacqueo,

né si devono smontare e rimontare le attrezzature per la successiva immersione.

A bordo sono predisposti: deposito attrezzatura, servizi, docce con acqua dolce

e un’attrezzatissima cucina. Molto apprezzata e richiesta è la formula full day: si

esce la mattina e si rientra al tramonto, dopo due immersioni con un appetitoso

pranzetto express tra una e l’altra. Sul ponte superiore è stato predisposto un ampio

prendisole con cuscini per un meritato relax. Lo staff è molto affiatato e profession-

ale. I subacquei vengono suddivisi in piccoli gruppi (al massimo 4 o 5), in modo che

possano apprezzare al meglio i mille segreti che queste spettacolari e affascinanti

isole custodiscono. Il centro è inoltre specializzato in una disciplina nuova della sub-

acquea: l’immersione con rebreather, una macchina a circuito chiuso elettronico da

usarsi al posto della normale bombola ad aria compressa. Il rebreather presenta

dei grandi vantaggi tra i quali: è silenzioso, non vengono espulse le classiche bolle

che disturbano i pesci ed è possibile allungare notevolmente i tempi di immersione

a parità di profondità. Da questo punto di vista il centro sub è quindi oggi un impor-

tante centro di riferimento per gli appassionati che arrivano da

tutta Europa: vengono svolti corsi di primo livello e avanzati ed

è anche possibile reperire ricambistica. L’attuale dotazione è

di 5 rebreathers delle marche più blasonate JJ-CCR e Inspira-

tion. Ponza Diving Center organizza quindi le immersioni e il

soggiorno dei suoi ospiti con ottimo rapporto qualità-prezzo.

Molte le convenzioni con b&b e alberghi.

Page 40: E42 magazine n 5 2014

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Trekking a Palmarola.Famosa per le escursioni in barca, la solitaria Palmarola è visitabile

anche via terra. Ci vuole un po’ di allenamento e possibilmente un paio

di scarpe da trekking, ma vale la pena inerpicarsi per un paio d’ore lungo

gli stretti e sassosi sentieri che si snodano per l’isola, partendo dallo Scalo

di Punta Vardella o dalla spiaggia di Cala del Porto, alla scoperta di oriz-

zonti marini e strapiombi rocciosi attraversando una macchia lussureg-

giante e fitta, dominata dai pulvini di erica (da cui il nome M. Radica),

elicriso, mirto e tante altre essenze mediterranee, ma anche all’ombra

di una lecceta in sviluppo sul Monte Guarniere. Da Monte La Radica,

che si erge nelle zona centrale dell’isola, è possibile spingersi sul Monte

Tramontana oppure verso ovest, sin dove il sentiero si interrompe sulla

cima di una vertiginosa falesia a picco sul mare. Facendo attenzione,

si può proseguire sul bordo dell’altura in direzione sud, guadagnando

una sempre maggiore infilata prospettica su tutta l’ondulata costa nord-

ovest, con il Faraglione di S. Silverio in bella vista che fa da trait d’union tra

due ampie falcate semilunari. Il panorama è stupendo ed è consigliabile

essere muniti di una fotocamera e/o di un binocolo. Muovendoci verso

mezzogiorno, c’è un’altra vista di straordinario impatto scenografico sul

I mufloni di Zannone.Procedendo per uno splendido circuito che si sviluppa ad anello nel picco-

lo mondo della disabitata Zannone, selvaggio e arido, due corna avvolte

a spirale spuntano inaspettatamente fra gli arbusti sempreverdi della

macchia mediterranea. A volte si confondono nella boscaglia di lecci, che

riveste parte dell’isola. È un giovane maschio di muflone, intento a bru-

care erbe, ma aggredisce anche le piante dure e coriacee che costellano

il suolo. Ora alza il capo, stringendo lo sguardo su di noi. Non è solo. Altri

membri del gruppo si materializzano all’improvviso e ci squadrano per al-

cuni secondi. Poi, tutti assieme, si dileguano, sparendo nei labirinti verdi.

Il muflone è la forma selvatica della pecora, pertanto possiede una forte

somiglianza con essa. Di origine mediorientale, è stato introdotto fin dal

neolitico dall’uomo nei paesi del Mediterraneo. Vive a Zannone dal 1922,

a seguito di una introduzione a scopo venatorio di esemplari provenienti

dalla Sardegna. L’altezza al garrese misura 65-75 cm, il maschio pesa da

25 a 45 kg, la femmina al massimo 23 kg. Il mantello è marrone-rossiccio

(più scuro nei mesi invernali), la regione ventrale è bianca e la maggior

parte dei maschi presenta sul dorso una vistosa macchia bianca, detta

“sella”. Si tratta di animali diurni dalle abitudine gregarie, che di solito for-

mano branchi di soli maschi o di sole femmine con i piccoli. I maschi più

vecchi conducono vita solitaria. In autunno, i maschi si scontrano con le

loro massicce corna per la conquista dell’harem. Dopo circa 22 settimane

di gravidanza, in marzo – aprile nasce solitamente un solo agnellino sel-

vatico, meno frequentemente due.

versante che guarda verso Ponza, stagliata all’orizzonte tra mare e cielo:

in primo piano, in fondo alla falesia, si allunga sulla superficie del mare

con i suoi bianchi abbacinanti lo Scoglio Suvace, quel che resta di un più

possente edificio di prodotti eruttivi.

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Che in Italia ci sia un problema di investigazione e di giustizia lo leggiamo

sui giornali e lo dicono le statistiche. Ad ogni nuova inaugurazione dell’an-

no giudiziario veniamo a sapere, dai rapporti delle varie procure, che il

crimine in Italia paga, nel senso che sono moltissimi i reati che restano im-

puniti, come ad esempio i furti in casa, i borseggi, le rapine ai negozi ed ai

supermercati, mentre per altri gravi reati, come gli omicidi, si raggiungono

livelli di identificazione del reo nella percentuale di circa il 20 per cento. Vale

a dire che, per gli omicidi, solo 2 assassini su 10 vengono identificati dagli

investigatori ed assicurati alla giustizia, gli altri 8 rimangono sconosciuti.

Dai giornali veniamo a sapere anche che l’attività giudiziaria dei Tribunali

è lenta, troppo lenta, poiché troppo ingolfata da procedimenti pendenti

e che spesso il reato cade in prescrizione per il troppo tempo trascorso

prima di giungere ad una sentenza definitiva, per cui spesso, soprattutto

per reati minori, il reo non viene chiamato a rispondere di ciò che ha fatto.

Veniamo inoltre a sapere che le carceri sono sovraffollate, che non c’è

spazio per altri detenuti, che sono quindi necessarie periodiche amnistie,

depenalizzazioni e l’approvazione di pene alternative al carcere. In questo

quadro, se lo osserviamo in maniera globale, mettendo in connessione

la realtà investigativa con quella dei Tribunali e delle carceri, possiamo

arrivare al paradosso che un miglioramento della situazione in uno dei tre

settori metterebbe in ulteriore crisi gli altri. Ad esempio: un miglioramento

dell’efficacia dell’attività investigativa condurrebbe sicuramente all’identifi-

cazione di un maggior numero di autori di reato. E questo provocherebbe

a catena un incremento dei soggetti rinviati a giudizio e nei cui confronti

deve essere celebrato un processo. I Tribunali tuttavia non sono in grado di

recepire questa ulteriore quota di autori di reato e si ingolferebbe ancora

di più la già asfittica macchina giudiziaria, con il risultato di non riuscire a

smaltire il carico di lavoro. Si renderebbe quindi necessario approvare per

legge che tutto il non giudicabile dai Tribunali, l’eccessivo arretrato, deve

essere tagliato o con più brevi prescrizioni o con più frequenti amnistie. Ma

di Marco Cannavicci

Psichiatra forense e criminologo in Roma

[email protected]

www.marcocannavicci.it

Psiche e società

L’individuo tra comunità e solitudine

Il circolo vizioso del crimine e della giustizia “ In principio era il caos... ...poi venne la mente e mise tutto in ordine”(Anassagora)

ammesso che la macchina giudiziaria possa assorbire, giudicare e con-

dannare anche questa ulteriore quota di soggetti, mancherebbe a sua volta

la disponibilità delle carceri per accogliere questa quota di detenuti in più,

poiché il sovraffollamento dei detenuti è già giunto al limite massimo dispo-

nibile. Che dire quindi? Che siamo all’emergenza e che è vero che in Italia

esiste un grave problema nell’affrontare il crimine e le sue conseguenze e

che le soluzioni non sono il “fare di più”, poiché sarebbe per investigatori e

magistrati come un lavorare a vuoto portando in Tribunale un reo che non

sarà giudicato o condannando un imputato che comunque non sconterà

alcuna pena. Forse la soluzione non è il fare di più, bensì il “fare meglio” ed

è nell’ampio concetto del “meglio” che tutti gli addetti ai lavori, investigatori,

magistrati, giuristi, criminologi e politici devono liberare la mente a soluzioni

più creative, più originali e più efficaci.

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Diritto e società

Ubi Ius Ibi Societas

L’art. 12 del Decreto Legge 06.12.11 n. 201, c.d. Decreto Salva Italia, succes-

sivamente convertito in Legge 22.12.12 n. 214, prevede - nell’ottica della

tracciabilità dei pagamenti e quindi di lotta all’evasione fiscale - limitazioni

all’uso del denaro contante e dei titoli al portatore. In particolare, il legis-

latore ha stabilito un limite pari ad € 1.000,00 (originariamente fissato ad

€ 500,00 e poi innalzato) oltre il quale, è fatto divieto di utilizzare denaro

contante. Tale divieto, si estende anche ai pagamenti disposti dalle Pub-

bliche Amministrazioni centrali, locali e dai loro enti, ne discende che

lo stipendio, la pensione ed i compensi a qualunque titolo corrisposti,

superiori ad € 1.000,00, devono essere erogati con strumenti di paga-

mento elettronici bancari o postali. Ciò vuol dire che un cittadino, per ve-

dersi corrisposta ad esempio la propria pensione o il proprio stipendio,

dovrà necessariamente aprire un conto corrente bancario o postale. Ci

si chiede a questo punto, cosa potrebbe accadere se un creditore de-

cidesse di procedere con un pignoramento nei confronti di, ad esempio,

un dipendente pubblico. Appare doveroso ricordare che, l’art. 545 c.p.c.,

impone un limite di pignorabilità dei crediti c.d. “alimentari”, pari ad 1/5

dello stipendio o della pensione o altri emolumenti equivalenti. Di con-

seguenza, il creditore che volesse procedere esecutivamente nei confronti

del suddetto dipendente, dovrebbe notificare un pignoramento presso

terzi al datore di lavoro o all’ente previdenziale, il quale provvederebbe

a trattenere 1/5 dello stipendio che verrebbe successivamente assegnato

al creditore procedente. Questa, a grandi linee, la disciplina sancita dal

nostro codice. A questo punto però ci si chiede, cosa accadrebbe se il

creditore decidesse invece di procedere non alla fonte, ma direttamente

con un pignoramento sul conto corrente del dipendente? Tenuto conto del

fatto che, il pignoramento sul conto corrente non prevede alcun limite ed

opera su tutte le somme giacenti sul conto e vista l’obbligatorietà sancita

dalla legge dell’accredito dello stipendio sul conto corrente, il dipendente

si ritroverebbe con l’intero stipendio pignorato! In questo caso quindi, il

creditore potrebbe arbitrariamente quanto legittimamente aggredire

tutte le somme giacenti sul conto e non soltanto il quinto dello stipen-

dio, arrivando così a pignorare anche il “minimo vitale”. Ciò significa che

il limite della pignorabilità del quinto viene di fatto legalmente superato,

svuotando così di significato non soltanto norme di carattere codicistico

ma anche e soprattutto norme di rango costituzionale, volte a garantire il

diritto al mantenimento e all’assistenza sociale del cittadino. Quanto so-

pra, appare quindi non soltanto iniquio, ma addirittura contrario ai principi

di solidarietà sociale sanciti dalla Costituzione. L’art. 38 della Costituzione

infatti, sancisce il diritto dei lavoratori a che “siano preveduti ed assicurati

mezzi adeguati alle loro esigenze di vita”, appare di tutta evidenza che

siffatta normativa di fatto contrasta con tali principi. Si auspica pertanto,

che il legislatore o la Corte Costituzionale, provveda alla cancellazione

di quelle leggi contrarie alla Costituzione e comunque ingiuste e moral-

mente deprecabili, che inevitabilmente vanno a colpire le fasce più deboli

della nostra società.

Il pignoramento presso terzi.Conseguenze pratiche a seguito dell’emanazioneDel c.D. Decreto salva italia

Avv. Sabrina Allegra

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Del Dott. Pierluigi Borneti Medico ChirurgoSocio ACPIC Socio SIDEC Socio AICPEMembro Aderente della società Italiana di Chirurgia plastica ed esteticaProfessore a contratto presso lo IAF sito web: www.borneti.ite-mail: [email protected]

Chirurgia estetica

La bellezza ritrovata

-

-

Criolipolisi.Si tratta di un trattamento effettuato con un’ apparecchiatura specifico per la medicina estetica.Si è costatato che raffred-dando il tessuto adiposo attraverso una specifica metodologia , esso tende a “diminuire”, ovvero si ottiene un dimagrimento localizzato, mentre le cellule fibroconnettivali, vascolari, ner-vose, cutanee non risentono affatto dell’abbassamento della temperatura. Le cellule adipose quando vengono trattate con il protocollo di ICE-lipolysis attivano il processo di apoptosi. Il termine apoptosi vuole dire la morte cellulare programmata. Si tratta di un processo ben distinto dalla necrosi cellulare, di-fatti in condizioni normali essa contribuisce al mantenimento del numero delle cellule di un sistema.E’ quindi chiaro che il trattamento di ICE-lipolysis è rivolto esclusivamente al tes-suto adiposo e solo le cellule adipose attivano il processo di apoptosi. Quindi applicando correttamente il protocollo ven-gono indotte al processo di apoptosi solo le cellule adipose mentre i tessuti circostanti risulteranno indenni. Fatta questa interessante scoperta di fisiologia non è stato difficile costru-ire un apparecchio e creare un protocollo terapeutico che si basasse proprio sull’ applicazione di basse temperature sul tessuto adiposo. Nasce quindi un macchinario con protocollo associato, dal nome Proshock-ice. Il protocollo prevede che, oltre all’uso del manipolo ice-probe sul tessuto da trattare, anche l’ applicazione di onde sonore a bassa frequenza le quali causano una più o meno marcata rottura dei tralci fibro-connettivali presenti nel tessuto adiposo e nel derma sottocu-taneo, responsabili proprio di quelle aderenze che trazion-ando la cute sono responsabili dell’ insorgenza della cellulite fibrosa. Inoltre applicando il manipolo ice-probe e successi-vamente trattando con infrasuoni si è notato che, proprio in virtù del cambiamento di temperatura, alternando il freddo agli infrasuoni, si ottiene una valida ginnastica vascolare utile nel trattamento della cellulite edematosa. Possiamo affer-mare che questa nuova metodica è utile per il trattamento del grasso localizzato, della cellulite edematosa e fribrosa. Tecnologia : Proshockice è un’apparecchiatura non-invasiva per la riduzione del grasso localizzato e della cellulite fibrosa che utilizza un tecnologia innovativa e brevettata chiamata “Ice-shock-lipolysis”. Questa metodica prevede la combina-zione di un sistema di raffreddamento controllato in grado di

eliminare le cellule adipose in eccesso senza danneggiare i tessuti circostanti “ice-lipolysis”, e “shock-therapy” in grado di contrastare efficacemente gli inestetismi della cellulite sia quella edematosa che quella fibrosa. Manipoli : L’apparecchiatura è do-tata di due manipoli: “Freezing Probe” ,per lavorare in modo mirato sulle adiposità lo-calizzate e “Shock Probe” per risolvere gli inestetismi della cellulite attraverso vasodil-atazione, migliore circolazione sanguigna e rottura meccanica dei tralci fibrosi della cellulite stessa. Il “Freezing Probe” è controllato da un particolare microprocessore che sviluppa un’aspirazione controllata che porta la cute al contatto del manipolo. PROTOCOLLI : Adiposità: Il trattamento viene eseguito ogni 7-10 giorni per sei-dieci sessioni. Ogni sessione prevede prima la seduta di ice-lipolysis e poi quella di shock-therapy. Il manipolo “Freezing Probe” raggiunge temperature molto basse per consentire il con-gelamento delle cellule adipose e quindi l’apoptosi (morte cellulare programmata).-Cellulite: Il trattamento ha una durata di 30 minuti. In quest’arco di tempo le due tecnologie ice-lipolysis e shock-therapy vengono intervallate con frequenze ritmiche di tempo. Si consigliano dieci sessioni, una a settimana. Il manipolo “Freezing Probe” raggiunge temperature più alte rispetto a quelle usate per il trattamento adiposità. Grazie alla ginnastica vascolare ed all’onda d’urto si riscontrano ottimi risultati sulla cellulite. VANTAGGI:-Procedura non invasiva: Il paziente può riprendere le attività quotidiane e l’esercizio fisico subito dopo il trattamento.-Non doloroso: il paziente non avverte fastidi durante la procedura.-Sicuro: il raffreddamento colpisce solo le cellule di grasso lasciandolo illeso e intatto il tessuto circostante. -Non richiede anestesia: può essere facilmente eseguito in qualsiasi studio medico. -Ottimi risultati: dopo dolo due settimane si nota una riduzione quasi totale del gras so nelle aree trattate e un miglioramento della cellulite

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Fatti e personaggi

Di Maria Antonietta Sanzo

La sicurezza ravvicinata alle celebrità sportivecon Alessandro Tuzzi

Ho incontrato Alessandro Tuzzi prima della sua partenza per i mondiali

di Calcio in Brasile. Partiamo dall’inizio, Alessandro Tuzzi, classe 1965,

nasce a Roma e qui inizia la sua attività “Alessandro Tuzzi Security. Da

20 anni si occupa della protezione dei Vip Sportivi scortandoli per eventi

nella Capitale e in molte manifestazioni in giro per le Capitali Europee

e Mondiali. La sua è una professione altamente specializzata ed è per

questo che necessita di una meticolosa attenzione da un punto di vista

formale e sostanziale. La definitiva consacrazione di Alessandro Tuzzi

come Security nello sport avviene all’inizio del 2000 con la manifestazione

Big Gym di Roma. Oggi gli sportivi di grande rilievo sono ormai delle vere

Celebrities, à e in quanto tali necessitano di una organizzazione sulla

sicurezza personale di alto livello con una tutela e protezione ravvicinata.

Questo ha creato l’esigenza di personale altamente qualificato in grado

di gestire, sostenere e creare una Security Plane (piano di sicurezza) per

la tutela delle “nuove” Celebrità sportive.

Quali sono le celebrità con cui hai lavorato fino ad ora?

Il giocatore di Basket Kobe Bryant, ogni volta che viene in Italia vengo

contattato per gestire e curare la sua sicurezza personale. Lui oltre ad

essere una grande Star è anche una persona molto disponibile e gen-

tile con i fans e con le persone del suo staff. Parla molto bene la lingua

italiana (suo padre ha giocato molti anni nel campionato italiano, ndr.) e

questo facilita sicuramente i rapporti, inoltre ama molto il nostro paese.

Una sera, eravamo nel 2011, dopo una giornata intensa dedicata ad un

evento della Nike, mi chiese un fuori programma, ovvero di accompag-

narlo in un tour notturno nella capitale per ripercorrere e rivisitare i luoghi

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della sua infanzia. Ci ritrovammo alle 2 di notte alla Fon-

tana di Trevi dove praticamente non c’era nessuno oltre

me e lui… Kevin Durant, anche lui si è affidato alla mia

struttura per tutti gli eventi italiani legati al suo sponsor

personale (Nike). Lui è il classico stereotipo dello sportivo

americano, un ragazzo semplice e che vive con i piedi

per terra, nonostante il suo successo planetario. Una

sera siamo usciti con un suo collega della Virtus Roma

e siamo andati in centro a Roma, precisamente a vicolo

del Cinque e rimase piacevolmente sorpreso del fatto

che per quelle strade così affollate tutti lo riconoscevano

e gli chiedevano foto ed autografi, chiedendomi il per-

ché di tanto affetto e gli risposi che forse i suoi 2 metri di

altezza facevano la differenza e chi i fans italiani lo ricon-

oscevano anche per la sua altezza! Ecco in questo caso

è stato importante gestire bene e preparare ogni piano

strategico per la sua sicurezza. Avevamo sempre una

macchina con un driver pronto per ogni tipo di eveni-

enza…altro aneddoto simpatico con Kevin, di una sera,

e sempre dopo una giornata in giro per i suoi impegni

commerciali, la sera mi chiese di rimanere in stanza del

suo Hotel per vedere una partita di football americano

Carl Lewis durante un’intervista

con i suoi amici e collaboratori, chiedendomi il sacrificio di andare ad ordinare al Mc

Donald la cena per tutti…beh oltre 200 euro al Mc non li avevo mai spesi!… Per quan-

to riguarda le Celebrità Italiane Sportive non potrei non parlare di Francesco Totti, lui

è veramente un grande…ma con Francesco non è mai facile, specialmente a Roma

dove tutti lo adorano e dove spesso si creano problemi per la gestione dell’ordine

pubblico, visto il grandissimo numero di fans che impazziscono per il Capitano gial-

lorosso. Quando sono chiamato per gestire la sua sicurezza, bisogna lavorare su ogni

dettaglio, pianificare ogni piccolo particolare, dalle vie di fuga alle macchine con i driv-

ers sempre a disposizione, cercando, per quando possibile, di stabilire in precedenza

gli spostamenti e lavorando sui sopraluoghi. Inoltre rimasi sorpreso dall’affetto tutto

romano per un evento, sempre della Nike, allo Store di via del corso, con Luis Figo,

tantissima gente che lo acclamava ed anche lui mi disse di essere rimasto colpito per

l’affetto dei fans capitolini, anche perché abituato ad altri

eventi milanesi dove il calore era minore rispetto a quello

dei Romani. Anche con Pirlo e Gattuso abbiamo lavorato

per eventi in città del sud (Reggio Calabria e Catania) men-

tre una curiosità invece mi lega a Fabio Cannavaro. Era-

vamo nel 2002 e Fabio, che in quel periodo giocava con

il Parma, era presente ad un importante evento nella sua

città natale Napoli, ebbene in quella circostanza fummo

costretti ad usare il “fatidico” piano B, infatti la gente lo ac-

clamava ed i fans diventarono così numerosi che per far

uscire Cannavaro dalla piazza dove c’era l’evento, utiliz-

zammo una Harley Davidson con un mio autista e Canna-

varo (dopo essersi allacciato il casco) salì sulla moto per

lasciare la location…con una macchina sarebbe stato im-

possibile farlo! Altri personaggi da me scortati sono stati a

Cafù, sia a Roma che a Milano…un grande sportivo e un

uomo eccezionale. Con Ronaldo (testimonial della Nike)

abbiamo fatto diversi eventi, uno tra tutti è rimasto ben L’ex calciatore della Roma CAFU’

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impresso nella mia memoria…eravamo negli Est and Studios di Via

Mecenate a Milano per un grande evento Nike…ebbene Ronaldo

non si presentò….da lì capimmo che la rottura con l’Inter di Moratti

era prossima.

Una professione non per tutti! Quali sono le caratteristiche che

deve possedere una persona per poter esercitare questa profes-

sione?

Sicuramente non è una Professione che si può improvvisare. Bi-

sogna possedere un buon controllo delle proprie emozioni per evi-

tare di cadere nei “tranelli” psicologici dei fan aggressivi che cercano

di provocarti e farti perdere il controllo emozionale, giornalisti che ti

avvicinano per conoscere dettagli sugli spostamenti futuri della Ce-

lebrità…tutto questo richiede un certo controllo emotivo, imparare a

mantenere il controllo di se nei momenti di criticità improvvisa di una

qualsiasi situazione non prevista e in questa professione l’imprevisto

è quasi la regola. Inoltre è necessario avere l’attitudine a risolvere i

problemi con velocità e non crearli.

La professionalità e la credibilità che ti sei costruito partendo

dalla tua città Roma, fino ad arrivare in Italia, ed ora anche in

Brasile per i mondiali di Calcio 2014, come si costruisce?

Si costruisce con la Passione che ho per questo lavoro che è im-

mensa! Inoltre ho acquisito una certa padronanza, che probabil-

mente oltre ad essere una mia caratteristica, è anche una delle

prerogative di questa professione, cioè quella di risolvere sem-

pre qualunque tipo di problema con estrema rapidità…sempre,

sempre. Un altro elemento importante è la determinazione e non

mollare mai!

Un lavoro il tuo affascinante e bello, ma allo stesso tempo rich-

iede discrezione e attenzione nei dettagli. Perché questi 2 ele-

menti sono così importanti nella tua professione?

La discrezione è una delle cose più importanti per la scorta ad una

Celebrità in quanto parte essenziale della sicurezza personale del

Vip.La discrezione prevede la privacy sulle location che verranno

visitate dal Vip come i Ristoranti, gli Hotel o le persone che incon-

trerà nella sua vita privata, fino ad arrivare alla discrezione su og-

getti come un’agenda mal custodita con all’interno nominativi e nu-

meri, una macchina distruggi documenti cartacei, chiudere a chiave

una porta, ecc. E’ importante precisare che il mio lavoro inizia dal

momento in cui prendo l’incarico di scortare la Celebrità anche se

il lavoro inizierà 2 mesi dopo gli accordi. Solo così si può garantire

una totale sicurezza.

Quanto conta il rapporto umano con le persone che devi proteg-

gere?

Tutto!, perché devi essere pronto a mettere a rischio la tua vita per

proteggere la sua, per questo serve un’intesa totale e una estrema

fiducia reciproca.

Come si costruisce questo?

Incontro sempre prima le personalità per pianificare insieme gli

spostamenti e il Security Plane.

Via del Corso a Roma_Kevin Durant

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In che cosa consiste il Security Plane?

Prima di tutto incontrare la celebrità, conoscerla, parlarci, conoscere in

dettaglio su cosa andrà a fare, gli orari, le location, tutto il programma.

Inoltre parlare delle loro esigenze personali, Gruppo sanguigno, Aller-

gie alimenti e a farmaci, assunzioni di medicinali o sonniferi e dove li

tiene, sapere se sa nuotare, avere le mappe degli spostamenti, i codici

delle radio, conoscere tutte le autovetture coinvolte, ecc. questi solo al-

cuni esempi.

Cosa non deve mai mancare in un Security Plane?

Il piano B:-)... Che è’ la seconda via di fuga e anche la terza... E qui è’

importante la scelta delle location da trovare. Non si può portare una

celebrità in un locale qualunque, devono esserci delle caratteristiche ....

Con quali di loro hai avuto un feeling maggiore?

Carl Lewis… una persona straordinaria oltre ad essere un grande

Campione. Potrei dire che l’essere umano è all’altezza del campione.

Lo scorto da tanti anni. Una vera icona… è il figlio del vento !

Di cosa ti stai occupando ora?

Degli Internazionali di Tennis a Roma.

Carl Lewis sul tappeto rosso del Festival del Cinema di Roma

Kobe Briant giocatore basket NBA

Davide Cassani, famoso ex ciclista ed ora commentatore televisivo e CT nazionale maschile di ciclismo su strada

Sappiamo che lavorerai durante i prossimi mondiali di calcio

in Brasile. Cosa ti è’ possibile rivelarci sul lavoro che andrai a

fare?

Farò un lavoro di protezione ravvicinata per una multinazionale e

non posso aggiungere altro, sono nel pieno dei preparativi del

Security Plane.

Allora appena tornerai dal Brasile ti aspettiamo per un’altra

intervista, per sapere finalmente chi hai “scortato” e tutti i det-

tagli dello svolgere il tuo lavoro oltreoceano?

Con molto piacere!

Grazie Alessandro…allora alla prossima intervista dopo i Mon-

diali in Brasile…

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C’è qualcosa di nuovo che sta accadendo al genere umano nel 3° mil-

lennio: il prolungamento della vita. Esperienze totalmente nuove discen-

dono da questo fenomeno: persone che mantengono uno stato di salute

buono e che soprattutto lo vogliono mantenere, producendo effetti so-

ciali e medici impensabili fino a poco tempo fa. La medicina applicata

alla terza età ha compiuto veri e propri prodigi, restituendo una vista e

un udito migliore, una assistenza cardiocircolaria (pace-maker ,stent o

protesi vascolari) o protesi ortopediche per una migliore motricità. La di-

eta, l’esercizio fisico e un livello d’istruzione superiore, interessi ed hobby

spesso qualificati (musica, viaggi, danza) completano la figura di queste

persone frequentemente gradevoli nel loro aspetto con qualità psico-so-

ciali spesso sorprendenti. Accanto a questi presidi, le persone hanno poi

modificato profondamente la percezione di sé, ritenendosi ancora gio-

vani e ricercando anche un miglioramento delle loro condizioni esteriore

con prodotti e presidi in medicina estetica e nel sorriso. L’odontoiatria è

una disciplina da sempre in prima linea nel mantenimento delle condizio-

ni psico-fisiche dell’anziano: la realizzazione delle protesi (la famigerata

dentiera) ha storicamente restituito la possibilità di una masticazione e

la dignità del sorriso nei paziente in terza età fino a qualche anno fa. Il

miglioramento dell’igiene orale anche legato ad una economia migliore

che ha consentito l’accesso alle cure odontoiatriche ha fatto si che ad

oggi molti paziente hanno un’ottima situazione dentale anche a 70/80

anni e vogliono mantenere sia l’efficienza masticatoria sia i rapporti es-

tetici del volto. L’ odontoiatria si trova oggi a dover affrontare queste

nuove realtà: pazienti che richiedono trattamenti di riabilitazione fissa

implantologica ma anche col preciso compito di restituire il sorriso. La

tecnologia digitale in ambito odontoiatrico ha notevolmente semplifi-

cato le procedure e la predicibilità delle riabilitazioni protesiche.

Radiologia 3D

L’uso di indagini avanzate quali la Cone Beam o il Dentascan versione

multislice consentono al radiologo di dare utili indicazioni ai fini diag-

nostici e speciali software consentono di ottenere anatomie volumetriche

realistiche. Lo studio di queste immagini consente un perfetto progetto di

implantologia.

Lo scanner ottico

Lo scanner è un dispositivo, una telecamera, che è in grado leggere la

superficie di oggetti tridimensionali, restituendo una immagine 3D letta

da speciali software che progettano le protesi da realizzare.

I sistemi CAD-CAM

L’odontotecnico, la figura necessaria al dentista per il confezionamento

delle protesi, ha oggi a disposizione degli strumenti avanzati che con-

sentono la produzione di manufatti protesici estremamente accurati e,

unitamente a nuovi materiali, altamente estetici. L’oro e le fusioni sono

oramai un retaggio del secondo millennio. La novità è data dalla qualità

digitale, un concetto col quale in molti campi ci si dovrà confrontare nel

prossimo futuro.

Il progetto implantoprotesico

I dati raccolti del paziente vengono integrati nel progetto digitale. Gli ele-

menti che lo compongno, la radiografia, le impronte, la simulazione degli

impianti e delle protesi da costruire consentono al dentista di collaborare

con varie figure necessarie al progetto: radiologo – odontotecnico – bio-

informatico – dentista - team di studio Questa è la logica di progetto e di

lavoro in team: più persone che partecipano al progetto: la novità risiede

in 4 aspetti di estremo rilievo:

1. Comunicazione con immagini al paziente che vede in anticipo cosa

riceverà e gli darà l’opportunità unica di condividere e di intervenire sul

progetto con sue osservazioni. Avrà inoltre maggiore consapevolezza e

sarà più facile approvare il trattamento.

2. La produzione della dima chirurgica, un dispositivo, che trasferisce sulla

bocca del paziente il progetto, consentendo la sua puntuale realizzazione .

3. Semplificazione delle procedure chirurgiche: l’intervento richiede poca

anestesia, è, rispetto al tradizionale, molto più veloce e senza tagli o pun-

ti. Nel post chirurgico il paziente ha meno gonfiore e dolore e sperimenta

un maggiore comfort.

4. L’ abbinamento al progetto digitale consente la realizzazione del man-

ufatto protesico più velocemente grazie alle procedure ed alla qualità

digitale.

Il valore per l’anziano

Il paziente in terza età ama chiudere le terapie in poche sedute. Il fre-

quente uso di farmaci per la pressione e la fluidità del sangue neces-

sitano di maggiori precauzioni e valutazioni, nell’intervento tradizionale,

sia durante l’intervento che dopo con un attento follow-up e richiami. Le

tecnologie si adattano perfettamente a queste esigenze realizzando

con poco stress e in poco tempo riabilitazioni anche complesse con

un approccio sul paziente più soft e quindi più gradito. La restituzione

del sorriso genera evidenti miglioramenti nel tono dell’umore e un

riappropriarsi del proprio io giovanile, stare meglio con gli altri e con

se stessi, guardare con fiducia qualunque cibo e migliorare il rapporto

con l’altro sesso: un contributo del dentista al miglioramento della vita

in terza età.

Tecnologia digitale odontoiatrica in terza età.

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Cone beam a 2 arcate + visita

Igiene + smacchiamento + sbiancamento

Visita Ortodontica + Ortopanoramica

Visita Odontoiatrica + ortopanoramica

Visita Gnatologica + Cone Beam ATM

Visita + 1 applicazione di Scrambler Therapy

Visita di estetica dentale

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di Rosaria Gallo

Tra le vittime ci sono tecnici dell’aeroporto, poliziotti e turisti. Prima

l’attacco poi la strage. E una fuga con il rapimento di un equipaggio che

ha fatto rimanere con il fiato sospeso tutto il paese per quaranta intermi-

nabili ore. Una storia di violenza e politica che inizia alle 12.50 nell’area di

manovra degli aerei. Quaranta minuti prima è atterrato sulla pista 14 di

Fiumicino un volo dell’Iberia partito quella stessa mattina intorno alle nove

da Madrid. Poco distante c’è un Boeing del Pan Am che sta per partire.

È in ritardo, per motivi tecnici. Vicino, un altro sta per accendere i mo-

tori: il volo 142 per Beirut Damasco, dell’Air France. Poi c’è un terzo aereo

in pista, atterrato con quaranta minuti di ritardo: il volo della Lufthansa

per Monaco. In tutto l’aeroporto ci sono circa cinquecento persone e ci

sono ottocento mila litri di carburante nel deposito della Seram. Dal volo

dell’Iberia stanno scendendo i passeggeri, il personale tecnico è sotto il

velivolo e sta scaricando i bagagli. Un gruppo di quattro persone, sono

arabi, in francese spiegano alla sicurezza che non vogliono entrare in

territorio italiano perché aspettano una coincidenza e vengono quindi ac-

compagnati direttamente nella sala transiti dove non sono previsti con-

trolli. Un altro arabo invece è davanti agli agenti della sicurezza all’uscita

del gate:«Apra il bagaglio per favore» quello apre la valigia, imbraccia un

mitra, lo punta contro i poliziotti e inizia a sparare.

Aerei in fiamme

Con il mitra in mano accerchia i poliziotti, il gruppo di arabi che era

nell’area in transito intanto esce dalla sala. Sono tutti armati e pericolos-

sissimi. Iniziano a fare fuoco, prendono di mira le telecamere a circuito

chiuso dello scalo anche se sono spente e poi si dirigono verso l’area 14

anche loro. Sparano alla cieca contro tutti e tutti. La polizia di frontiera

cerca di opporsi, ma le loro pistole sono scariche e non hanno il tempo

di reagire, solo quello di rendersi conto che un attentato terroristico è in

corso, che ci sono passeggeri e personale improvvisamente diventati

bersagli mobili. Chi riesce tra la sicurezza italiana a caricare l’arma di

ordinanza prende la mira ma non spara: l’ordine è non sparare, è troppo

alto il rischio di colpire un innocente. Due reagiscono, segue un corpo a

corpo con gli attentatori ma gli arabi li colpiscono violentemente e finisco-

no a terra. Intanto all’interno dell’aeroporto si è scatenato l’inferno mentre

una calca di persone cerca di sfuggire a quella pioggia di proiettili. È il

caos: un assistente di volo della Ethiopian Airlanes nel tentativo di fuggire

imboccando l’uscita, viene spinto da una folla impazzita e terrorizzata:

precipita da un’altezza di quattro metri, si schianta a terra e muore. Il

commando prende in ostaggio sei poliziotti dall’interno dello scalo li por-

tano fino alla pista 14. È La piazzola dove sostano i tre aerei in attesa di

decollo. E poi accade l’impensabile: il gruppo di terroristi si avvicina con

gli ostaggi all’aero dell’Air France, vogliono salire. Il comandante a bordo

è atterrito però ha avuto la prontezza di chiudere i portelloni, non pos-

sono entrare e non c’è tempo per forzare i portelli. I passeggeri dentro

sono tutti sdraiati a terra tutti restano con il fiato sospeso. Non è ancora

finita. Due dei killer si staccano dal gruppo, si dirigono verso l’aereo della

Pan American. Lì dentro, già seduti con le cinture attaccate, ci sono cin-

quanta nove passeggeri e dieci membri dell’equipaggio sono a bordo

con loro. Gli arabi entrano, uno dalla prima classe e l’altro dalla coda del

jet, buttano a terra due bombe al fosforo. In pochi secondo deflagrano,

hanno giusto il tempo di scendere. Si mettono davanti l’aereo in fiamme

iniziano a sparare contro le uscite: non si deve salvare nessuno, devono

morire tutti dentro quell’aereo americano. Sembra questo l’ordine. Invece,

c’è chi tenta di sopravvivere nonostante le raffiche, nonostante il fumo

COLD CASE i casi irrisolti 42 minuti di terroreAttentato all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino del diciassette dicembre 1973:in trentadue sono morti sotto il fuoco di un commando palestinese che ha scritto con il sangue una delle pagine più buie di Roma e dell’Italia.

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e le fiamme. Uno dei passeggeri si ribella, Athos Pereira Herrera,

dopo un violento corpo a corpo riesce a fuggire dall’aereo che bru-

cia. Un altro, Servino Galletti impiegato della Pan Am, dall’aereo ha

visto un uomo armato salire a bordo e capisce tutto. Scoppiano le due

bombe ma lui riesce comunque a trovare l’uscita e salvarsi. Durante

l’esplosione viene ferito pure uno dei killer che addirittura perde la pis-

tola poi, insieme all’altro, corrono verso l’aereo tedesco. Lungo il breve

tragitto verso il 737 della Lufthansa Antonio Zara, finanziere, e Do-

menico Ippoliti, caposquadra Asa ( servizi a terra) cercano di fermarli

ma vengono presi pure loro in ostaggio. Sull’aereo tedesco ci sono

anche cinque persone dell’equipaggio, tra cui il capitano e il secondo

pilota che si erano fermati nella speranza di salvarsi. Adesso tutto il

commando di terroristi, cinque in tutto, si è riunito lì insieme al piccolo

equipaggio mentre l’aero americano sta andando in fiamme: mu-

oiono carbonizzati trenta persone. Altri diciassette sono gravemente

feriti, hanno ustioni in tutto il corpo.

Quarantadue minuti di terrore

Vengono dal Medio Oriente, sono arabi e sono palestinesi. Il piano è

riuscito: un aereo americano è in fiamme. Loro sono su un secondo

aereo in attesa di lasciare Roma. Tutto il perimetro è circondato, ci

sono centodiciassette agenti in servizio e sono ovunque a Fiumicino.

Ma nessuno spara, l’ordine è di non sparare. E nessuno sparerà in-

fatti, il 737 tedesco sta per decollare, dentro ci sono i cinque terroristi e

sei ostaggi. Il carburante non è molto, in volo potranno stare non più

di quattro ore e questi arabi non sanno dove andare. Sanno solo che

devono scappare. L’aereo decolla, sono le 13.32.

Il mistero

Cinque attentatori, tredici ostaggi tra cui sei sono poliziotti. Il 737 è in

volo, dalla radio il commando fa la prima richiesta, vogliono la lib-

erazione di tre “fratelli” che sono detenuti a Rebibbia. Poi dell’aereo

di perde traccia fino alle tre quando il comandante tedesco riattiva

la radio e parla con la centrale di Beirut: stanno sorvolando la Libia,

chiedono il permesso di atterraggio. Ma il governo è politicamente

instabile e non accettano la richiesta, la loro decisione è definitiva chi-

udono tutto lo scalo. Sale la tensione tra i guerriglieri che intimano a

questo punto al comandante Kroese di dirigersi verso Atene. Sui cieli

ellenici interviene il governo tedesco per ammorbidire i greci, i killer

dalla radio del 737 minacciano che getteranno bombe dall’aereo se

non concederanno il permesso. Alla fine atterrano e fanno spogli-

are gli ostaggi per indossare i loro vestiti. Sono da poco passate le

quattro quando i terroristi inviano la loro prima richiesta al governo

ateniese: liberare i due attentatori che nell’agosto precedente ave-

vano messo a segno un attentato nell’aeroporto ateniese e riempire

i serbatoi. E l’ultimatum:«Se per le 18.30 i due non saranno a bordo,

cominceremo a uccidere un ostaggio ogni mezz’ora». Ma dentro il

737 sta accadendo di tutto. I dirottatori per convincere il governo at-

eniese a cedere alle loro richieste finge di aver ucciso altri due ostaggi

e fanno sapere che ammazzeranno tutti fino a quando non vedranno

liberati gli altri due attentatori. Per tutta la notte vanno avanti le trat-

tative, anche dopo che sono arrivati gli altri due arabi. Non vogliono

salire su quell’aereo, gli attentatori hanno obiettivi diversi. Continuano

le finte esecuzioni. Poi, alle sette fanno sul serio. A caso ne prendono

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uno: Domenico Ippoliti, a Fiumicino si occupa dei servizi a terra. Lo

trascinano dietro una tendina all’altezza della cucina, sparano una

raffica di proiettili, aprono il portellone e fanno cadere a terra il cor-

po morto dell’italiano. Ucciso a freddo, scelto a caso tra gli ostaggi.

Con il carburante nel serbatoio l’aereo tedesco riprende il volo, gli

arabi dicono che la loro destinazione è il Cairo. L’incubo continua,

sembrano aver preso accordi con Beirut, questa volta l’atterraggio

è approvato. Alle undici del mattino finalmente Damasco accor-

da l’atterraggio. Sono in Siria. Una volta a Damasco chiedono il

permesso per andare in un paese amico ma soprattutto il ricon-

oscimento per quanto compiuto a Fiumicino il giorno prima. Ma

non è quella la loro destinazione finale, il comandante riprende

la guida del jet, si rialzano in volo ancora una volta. Estenuati, di-

rottatori e ostaggi non lasciano però il Medio Oriente e arrivano

all’aeroporto di Kuwait, alle sette di sera, oltre trenta ore dopo

l’attacco al Leonardo da Vinci, i primi a scendere sono i poliziotti,

poi il personale di bordo. Per ultimi, i cinque terroristi. Lasciano

l’aereo disarmati, la polizia li sta aspettando. Mentre i passeggeri

vengono fatti salire su un pullman loro salgono su un blindato.

I sopravvissuti del volo 737

Sbarcati, salvi, i superstiti del volo restano in Kuwait per qualche

ora, in attesa di essere rimpatriati. Tre giorni dopo, è il venti dicem-

bre, l’allora ministro degli Esteri Aldo Moro, inoltra una richiesta di

estradizione al governo arabo. C’è anche un ordine di cattura ma

per l’emiro Sabah al Salem quello a Fiumicino è stato un attentato

politico per questo i cinque terroristi non possono essere proces-

sati in Italia. Il commando verrà estradato una manciata di mesi

dopo e di loro non si saprà nulla. Un anno dopo, ancora in Ku-

wait, verrà trovato il corpo di un uomo con addosso un passaporto

falso. È Ahmed Abdel Ghaufur, secondo i servizi segreti il terrorista

che avrebbe organizzato l’attentato del 17 dicembre. Sempre per

i servizi segreti, Ghaufur sarebbe stato a capo di un commando

nato nel 1970 dalla scissione con l’organizzazione di Yasser Arafat:

c’è l’ombra del Settembre Nero dietro l’assalto di Fiumicino. Ma non

verrà mai confermato. Le domande su quella strage di sangue,

tante, restano senza una risposta. Prima tra tutte: come hanno

fatto cinque arabi armati e con due bombe dentro una valigia a

imbarcarsi con un volo da Madrid e passare indisturbati i controlli

della sicurezza? Perché quella mattina a Fiumicino le telecamere a

circuito chiuso erano spente? Chi, infine, aveva dato l’ordine ai 117

poliziotti in servizio di non sparare?

Il lodo Moro

Quello che è stato faticosamente ricostruito fin qui è che ci fosse

un patto di non belligeranza tra il Medio Oriente e l’Italia. Un patto

voluto da Moro, che alla storia è passato come “ Lodo Moro” e la

memoria di quelle trentadue vittime resta quindi sommersa dalle

ipotesi mentre molte domande restano aperte. Tre le forze che

sarebbero scese in campo: l’Italia, la resistenza palestinese e i ter-

roristi mediorientali. Il patto di non belligeranza, mai scritto, avreb-

be previsto di non colpire obiettivi italiani sul suolo italiano che in

cambio garantiva il traffico d’armi. Ora, quello che è da stabilire

ancora, è se quell’attentato del ’73 a Fiumicino sia stato un atto

per accelerare proprio l’approvazione del Lodo Moro da parte del

nostro paese.

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Il Ciclo Nibelungico, che pare sia stato composto nel XII secolo, ci offre

interessanti testimonianze di questi antichi costumi. Infatti le Saghe dei

Nibelunghi sarebbero l’unico poema cavalleresco, oltre alla “Chanson de

Roland”, ad avere un fondo di verità mescolato alla fantasia ed al mito.

Tuttavia, a differenza di quest’ultima, che si riferisce ad episodi dell’VIII

secolo, la leggenda di Sigfrido dovrebbe, almeno in parte, conservare il

retaggio di costumi molto più antichi e barbarici; in tutto il poema sia i re,

sia i campioni appaiono circondati dai loro Cavalieri che tendono per-

tanto a preannunciare quella istituzione tipica del feudalesimo, e quindi

della “Cavalleria”, che era il vassallaggio ed il servizio di carattere militare

prestato ad un Signore. Rimanendo ancora nel solido terreno della storia

andiamo ad accennare delle “Radici Cristiane” della storia, ricordando

che fu Clodoveo a fondare il primo Ordine Cavalleresco: l’Ordine della

Santa Ampolla o di San Remigio ed in occasione della vittoria sugli Ala-

manni, parliamo del 495, a farsi Cristiano insieme a quattromila dei suoi

guerrieri. Perché ho voluto ricordare Clodoveo? Perché è da lui in poi sotto

i Merovingi e successivamente sotto i Carolingi che l’Astrustionato andò

sempre più evolvendosi verso quelle forme feudali che caratterizzeranno

la “Cavalleria” tra i secoli XI e XIII. Il “Cavaliere” tuttavia è ancora, sino

all’VIII secolo, un barbarico strumento di un Signore, che fa delle proprie

forze, della propria violenza e della propria spada la ragione stessa della

sua vita: in altre parole è già nato il “Cavaliere” come uomo d’armi, ma

non il “Cavaliere” come uomo votato ad un’idea. Il merito di questa pro-

digiosa trasformazione va alla Chiesa, che seppe prima ingentilire i cos-

tumi dei Cavalieri imponendo loro un codice morale, ad esempio con la

“tregua d’armi” e la “fratellanza d’armi” e, successivamente, con Gregorio

VII, sfruttare almeno parte della “Cavalleria” per la riforma ecclesiastica ed

i propri scopi teocratici; infine, attraverso le Crociate fondare Ordini Cav-

allereschi che erano anche Monastici. Nacquero così i Cavalieri di San

Giovanni od Ospitalieri, dai neri mantelli e dallo stendardo rosso con

croce bianca; i Templari, detti dagli Arabi i “diavoli bianchi” per la loro fe-

rocia, i Gerosolimitani ed i Teutonici. Ma per tornare alla “Cavalleria laica”

è con il Pontificale di Sant’Albano, che prevede la benedizione della spa-

da purché essa sia usata “a difesa delle chiese, delle vedove, degli orfani

e di tutti i Servi di Dio”, che inizia la sagace opera della Chiesa, grazie

anche alla sana determinazione di San bernardo che seppe fondere in

una sola due istituzioni che duravano ormai da secoli, la “Cavalleria” ed il

“Monachesimo”, opera tesa a modificare la primitiva barbarie di questa

istituzione in una organizzazione votata a scopi etici ed ideali: questo la

Chiesa lo ottenne dapprima benedicendo le armi e quindi sostituendo

all’investitura laica una specie di sacramento: l’Addobbamento. Nasce

così la figura del “Cavalier Gentile o Cortese”, termine di origine latina, il

primo, medievale il secondo, che stanno ad indicare nobiltà d’animo e

militanza al servizio non più soltanto di un Signore ma della Fede. Ma a

questo punto, questo ritornare con la memoria a fatti storici spesso di-

menticati ma comunque riscontrabili, ci ha portati naturalmente a parlare

di quelle radici meno attendibili ma certamente più conosciute e divul-

gate: le “radici poetiche”, quelle, per capirci, dell’”Epoca d’Oro della Caval-

leria” che vanno a posizionarsi tra l’XI ed il XIII secolo, cioè esattamente

nel periodo delle Crociate, se si considera che nel 1099 avviene la presa

di Gerusalemme e nel 1291 cade San Giovanni d’Acri, l’ultima fortezza

Cristiana in Terrasanta. Furono proprio le “Crociate” ad imprimere indele-

bilmente nella “Cavalleria” i valori etici e mistici che successivamente la

connoteranno: ma furono anche le “Crociate” che determinarono il fiorire

di una ricchissima letteratura cavalleresca che contribuì a creare, certa-

mente più nella sfera dell’ideale e dell’immaginario collettivo che nella

realtà, la figura tipica del “Cavaliere” come uomo solitario votato

all’avventura ed alla ricerca. Ma è proprio a proposito della citata lettera-

tura cavalleresca che, pur limitandoci al “ciclo bretone” di Artù e del Graal,

riteniamo importante sottolineare che il ciclo di leggende, che un nutrito

Storia della cavalleria II parte

Memoria storica

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gruppo di autori ha voluto divulgare, ha ben poco di cristiano ed invece molto di

pagano – spirituale – iniziatico che si collega con miti e forse sapienze esoteriche di

origine celtica-druidica, greco-romana e persino orientale. In effetti sia il quadro

geografico degli avvenimenti, sia il prodigioso di cui le storie dei “Cavalieri della

Tavola Rotonda” sono intessute, sia anche l’onomastica, dei luoghi come dei per-

sonaggi, mostrano echi più o meno rintracciabili dell’antica tradizione celtica o br-

etone. Ma, quantomeno per riguardo alla copiosa “Letteratura Arturiana”, vediamo

di conoscere meglio l’interprete principale: “il Cavaliere della Tavola Rotonda”, ri-

tratto ideale dell’eroe per eccellenza, modello del Cavaliere Errante, è una figura sì

tratta dalla realtà sociale, ma trasposta in un piano di meravigliosa perfezione. Egli

deve ottemperare al comandamento di un vero e proprio codice morale, religioso

e sociale. Le sue qualità saranno il coraggio in ogni circostanza, la lealtà e la gen-

erosità – virtù di primaria importanza in un sistema feudale basato su una rete di

obblighi reciproci che discendono ed ascendono dal sovrano al vassallo e vicever-

sa – e soprattutto l’onore con la sua vasta gamma di implicazioni e connotazioni.

Onore vuol dire non sottrarsi mai alla parola data, quali che siano le terribili e per-

sonali conseguenze che da ciò possono scaturire. Onore, non disgiunto da or-

goglio, vuol dire non sopportare l’insulto né tollerare il torto senza restituirli. Il dis-

onore e la vergogna, più che la colpa o la morte, sono il pericolo e la sanzione che

incombono sul Cavaliere. Dichiara Lancillotto: “Sarebbe ben timido colui che non

osasse ricevere la Cavalleria. Ché tutti, se non possono avere le virtù del corpo, pos-

sono almeno possedere quelle del cuore. Le prime, come la statura, la beltà, l’uomo

le riceve nascendo. Ma la cortesia, la saggezza, l’indulgenza, la lealtà, la prodezza,

la generosità, l’arditezza, solo la pigrizia può impedire di possedere, ché esse

dipendono dal cuore. E spesso ho sentito dire ch’è il cuore che fa il valent’uomo”.

Comunque, non si può non considerare che nulla rifletta gli intimi contrasti del mon-

do sentimentale della Cavalleria quanto l’ambivalenza del suo atteggiamento ver-

so l’amore, dove la più nobile spiritualità si unisce alla sensualità più intensa. Tutto

ciò risalta chiaramente quando il “Graal” comincia ad affacciarsi sulla scena. Prima

ogni cosa ruotava intorno alla bellezza della donna, ora la seduzione femminile

non è che inganno e tentazione diabolica, la passione amorosa si fa ostacolo insor-

montabile alla perfezione morale. Prima l’amore era esaltato come la più nobile

delle virtù, ora viene chiamato solo lussuria, e al suo posto trionfano castità e

verginità, considerate come un bene supremo, misterioso lasciapassare per la

salvezza del mondo. La scena si spopola di convegni galanti e si affolla di santi e di

eremiti; fanciulle votate all’amore divino si sostituiscono a quante

son vergini per un infelice amore terreno; alla spensierata ma-

gia di Merlino, all’ambiente del soprannaturale pagano, si op-

pongono il simbolismo mistico e le apparizioni celesti. Al miglio-

re dei Cavalieri terreni, Lancillotto, si sostituisce il Cavaliere

celeste, il puro, il casto, l’umile Graal, eroe adamantino e senza

cedimenti cui spetterà l’onore di portare a termine la “Ricerca del

Graal”, di attingere i vertici della perfezione cristiana. Ma al di là

dei miti e delle esasperazioni di questo o di quel periodo storico

ciò che è importante come valore da tramandare, come inseg-

namento su cui costruire è che la “Cavalleria” insegnò la dignità

all’uomo, la cortesia al valore ed ora, non più circoscritta nel

tempo, educatrice nel suo selezionare e difendere i valori umani

e forte di una sua luce trascendente, ormai consolidata

dall’epicità di fatti non più distinguibili nel loro turbinare fra storia

e leggenda, ci delinea un ritratto che trae la sua forza non già da

eventuali diritti ma da gravosi e, diciamolo pure, invidiabili do-

veri. Vediamo così, il Cavaliere nella Luce radiosa dello Spirito,

difensore della Fede, dei deboli e degli oppressi, nemico di tutto

ciò che è futile e volgare, avente per unica meta la elevazione ed

il perfezionamento etico della vita. Non è evidentemente tale co-

lui che si qualifica per “Cavaliere” ostentando una qualsiasi

“Croce”, più o meno meritata; “Cavaliere” è soltanto colui che

porta nel sangue, nella mente, nel cuore quell’anelito di lealtà, di

giustizia, di generosità e di altruismo, per cui, la “Cavalleria” è

stata, è e sarà, in tutti i tempi ed in qualsiasi sistema sociale,

antesignana di ogni più nobile azione, al servizio del prossimo e

di Dio!

Di Don Riccardo Giordani di Willemburg Maggiore Commissario

S.M.O.M. Presidente del Centro Studi storico militare Emanuele

Filiberto di Savoia Duca d’Aosta

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I Presidenti della Repubblica

Ritratti: Antonio Segni:il riformatore sconosciuto

La figura di Antonio Segni (Sassari 2 febbraio 1891- Roma 1° dicembre1972)

appare legata più alla drammatica circostanza della repentina interruzione

del suo mandato presidenziale ed alle cause che la determinarono dopo

appena due anni dall’ ascesa al “Colle”, che alla sua dimensione di Statista.

Ordinario di Diritto processuale civile, autore di importanti pubblicazioni , per

il suo spessore scientifico fu nominato membro della prestigiosa Accadem-

ia dei Lincei. Nel rapporto tra diritto e politica, considerò la seconda come un

mezzo per la realizzazione degli ideali di giustizia che costantemente ne

ispirarono l’agire, in perfetta coerenza con il suo sentire religioso, ricusando

–viceversa-ogni subordinazione della giustizia alle ragioni della politica con-

tingente, agli interessi di parte. Fu tra i primi iscritti nel Partito Popolare, e

dopo la lunga parentesi del periodo fascista, fu tra i fondatori della D.C., di cui

divenne uno dei leaders più rappresentativi a livello nazionale, venendo elet-

to all’Assemblea costituente nel 1946 e, successivamente, in Parlamento. Fu

poi Ministro dell’Agricoltura, della Pubblica Istruzione, della Difesa, degli Es-

teri, ed infine Presidente del Consiglio. Da Ministro dell’Agricoltura (1948/50)

manifestò- pur essendo egli stesso un grande proprietario terriero- una par-

ticolare sensibilità verso il mondo rurale, che si tradusse in un articolato pro-

getto avanzato di Riforma agraria. Il passaggio della proprietà agli agricol-

tori-coltivatori più volenterosi e tecnicamente capaci, in tal modo

promuovibili dallo status di braccianti o compartecipanti, a quello di piccoli

proprietari o di enfiteuti, si sarebbe rivelato “ come linea di sviluppo eco-

nomicamente sano in tutta l’Europa occidentale, oltre che socialmente produ-

ttivo e di maggiore stabilità e remunerazione del lavoro contadino”. La legge

Segni , redatta con la chiarezza necessaria ad evitarne stravolgimenti inter-

pretativi, creò nel 1950 circa 80.000 nuove aziende familiari e ne ampliò

50.000 preesistenti, con l’approntamento di case, infrastrutture, bonifiche,

irrigazioni, miglioramenti fondiari e la valorizzazione della dimensione azien-

dale familiare. A palazzo Chigi si impegnò per una politica di riforme sociali,

che spaziavano dalle misure di sostegno ai salariati agricoli, ai contributi per

l’edilizia scolastica, in una visione di progresso nella quale comunque volle

mantenere le distanze dai socialisti, che non considerava affidabili in ragione

dei loro ancor stretti legami con il PCI. La sua elezione al Quirinale, avvenuta

il 6 maggio 1962 fu secondata dal disegno del segretario democristiano, on.

Moro, di bilanciare il quadro politico con un Capo dello Stato moderato, che

fosse di contrappeso alle aperture governative verso il Centro-Sinistra. Anche

nella nuova funzione al vertice dello Stato, continuò a mantenere sempre vivi

i legami con la sua terra e con Sassari in particolare (dove in gioventù aveva

sposato Laura Caprino, madre dei suoi quattro figli) : “Vorrei prendere tanta

Sardegna e portarla con me al Quirinale” disse durante il volo compiuto su-

bito dopo l’elezione. Figura assai austera e riservata, con venature di sor-

prendente arguzia, Segni aveva il tratto di un gentiluomo di stampo antico,

profondamente attaccato agli affetti familiari ed ai valori di una fede cristiana

non di maniera, ma tradotta in un preciso e coerente impegno etico per

l’affermazione di una giustizia non meramente formale, ma sostanziale. Il

che voleva dire adottare comportamenti di onestà esemplare, di probità, di

assoluto, personale disinteresse nell’esercizio di funzioni politiche ( la riforma

agraria era stata illuminante al riguardo), di solidarietà verso le classi dis-

agiate. La ricordata sensibilità verso il mondo rurale, non si limitò agli aspetti

tecnico- economici legati alla riforma da lui ideata, ma divenne un imperativo

morale indirizzato ad alleviare la miseria dei contadini, resa ancor più stri-

dente nel confronto con la condizione dei latifondisti, da cui emergeva il

divario sociale che la guerra aveva accentuato. Della natia isola aveva la

fermezza risoluta, ingentilita dal garbo dell’aristocratico naturalmente affa-

bile e cortese, che si appalesava anche nella dolcezza del sorriso buono che

ne illuminava lo sguardo, altrimenti velato da sottile melanconia. Rigoroso

nel tener saldi i propri principi, era altrettanto rispettoso delle opinioni altrui,

affidando alla ragionevolezza dei suoi discorsi la forza argomentativa del

confronto con gli interlocutori politici di schieramenti avversi. “Uomo esile, più

che magro, un volto esangue, i capelli bianchi e soffici come la seta, una

sciarpa bianca al collo quasi tutto l’anno e due mani lunghe, affusolate, sem-

pre sollecite a salutare la folla.. E così che Antonio Segni si presenta alla me-

moria di tutti” : è questa la magistrale prosa del giornalista Nicola De Feo , che

rende con rara efficacia ritrattistica l’aspetto dell’anziano Presidente. L’11

di Tito Lucrezio RizzoConsigliere Capo Servizio della Presidenza della Repubblica, laureato a 22 anni con lode in Giurisprudenza (La Sapienza), abilitato alla professione di Avvocato, già Titolare (a.c.) di Storia del pensiero giu-ridico, ora Docente al Master( II liv.) in Scienze criminologico-forensi. Autore di 180 pubblicazioni. 5 volte vincitore del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio.

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maggio 1962 giurò innanzi al Parlamento riunito in seduta comune e lesse il

messaggio di insediamento, ricordando i valori della libertà , della giustizia e

dell’indipendenza per i quali si erano immolati i protagonisti del Risorgimento

e della Resistenza (menzionata in ideale continuità col primo, quale “secondo

Risorgimento”). L’Europa avrebbe potuto più efficacemente adempiere al do-

vere delle Nazioni più progredite, di prestare il necessario aiuto a quelle che

solo recentemente si erano affacciate alla libertà, per consolidarne, unita-

mente alla conseguita indipendenza, il progresso spirituale e materiale.La

tutela in sede internazionale dei valori richiamati, aveva supportato la con-

vinta adesione alla Comunità atlantica dell’Italia, la quale era altresì impeg-

nata al proprio interno a conseguire livelli di giustizia sociale sempre più el-

evati e duraturi. Il Capo dello Stato, in una cornice di maggiore benessere

economico e di minori sperequazioni sociali, si soffermò ad evidenziare

l’importanza della sicurezza sociale, del diritto al lavoro ed all’istruzione, per

“perseguire effettivamente l’eguaglianza nei punti di partenza dei cittadini”.

Nella parte finale del citato discorso, segnò quella che sarebbe stata la sua

interpretazione del ruolo presidenziale, marcando in tal modo-oggettiva-

mente- le distanze dal suo immediato predecessore : “non spetta a me de-

terminare gli indirizzi politici nella vita dello Stato- disse- prerogativa questa

del Governo della Repubblica e massimamente di questo libero Parlamento”,

cui competevano, nel rapporto dialettico tra maggioranza ed opposizione “le

scelte più appropriate al bene comune”; ma come Capo dello Stato avrebbe

tutelato l’osservanza della Costituzione ed avrebbe operato affinché fosse

garantita “l’unità civile e morale della nazione italiana, una e indivisibile”. Il

fine giurista non poteva tralasciare una conclusiva riflessione nel rapporto tra

diritto ed etica, per cui osservò che al di là del rispetto doveroso delle leggi ,

al di là degli orientamenti politici di ciascuno, l’attività di coloro che erano

preposti ai pubblici poteri, per essere recepita dai cittadini come rispondente

a criteri di reale equità, doveva trarre il suo fondamento nelle grandi virtù

civili, quali “la sanità del costume pubblico e privato, lo spirito di morale fortez-

za e il senso di equanime giustizia”. Al termine del primo anno di Presidenza

(1962) nel corso del quale la vita nazionale aveva avuto i suoi momenti sali-

enti nel primo Governo con l’appoggio esterno dei socialisti, nell’apertura del

Concilio ecumenico, nella nazionalizzazione dell’energia elettrica, nella rifor-

ma introduttiva della scuola media unificata, nel misterioso incidente aereo di

Enrico Mattei, il Presidente pronunziò il tradizionale discorso augurale agli

italiani. In tale circostanza sottolineò -tra l’altro- l’attivo contributo del nostro

Paese alla causa della pace e la convinta azione per il consolidamento della

solidarietà occidentale, speculare all’impegno per assicurare - all’interno-

una più larga partecipazione delle classi meno abbienti allo sviluppo eco-

nomico, con il conseguimento di un più alto tenore di vita. Al fine dell’ascesa

del ceto popolare, non bastava una migliore redistribuzione dei beni , ma

occorreva che fossero rimossi, in ossequio al dettato costituzionale, tutti gli

ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando- di fatto- la libertà e

l’eguaglianza dei cittadini, ne impedivano il reale sviluppo personale e

l’effettiva partecipazione alla cosa pubblica. Il 1963 fu denso di tragici av-

venimenti di portata nazionale, quali la tragedia del Vajont (Pordenone) il 9 e

10 ottobre, ed internazionale, quali la scomparsa di papa Giovanni XXIII il 3

giugno e l’assassinio del presidente americano Kennedy il 22 novembre. A

livello istituzionale, alla politica di “astensione” dei socialisti, subentrò il loro

ingresso ufficiale nel Governo, presieduto da Moro, il 5 dicembre 1963, desti-

nato a durare nel pieno dei suoi poteri fino al 25 giugno 1964, allorché sareb-

be stato messo in crisi sul tema del finanziamento alle scuole private, inviso

Il Presidente Antonio Segni

al PRI come al PSI. Nella circostanza della festa del IV Novembre, Il Presi-

dente della Repubblica inviò un messaggio alle Forze Armate, nel cui con-

testo disse -tra l’altro- che esse si apprestavano a celebrare la loro giornata

“in lieta comunanza con il popolo, il quale ritrae ed onora in esse i suoi stessi

figli , chiamati ad assolvere verso l’Italia il dovere di difenderla, per garantire

a tutti gli italiani i loro beni più cari :l’indipendenza, la libertà , la pace, la giusti-

zia, e gli ideali tramandati dai padri: la Patria e la Famiglia” . Appare difficile

ipotizzare che un uomo guidato da siffatti sentimenti, nella cornice di

un’avvertita simbiosi tra popolo ed esercito, potesse configurare un ruolo

eversivo dei militari o di parte di essi, nei confronti di uno Stato garante dei

valori che il Presidente medesimo riteneva sacri. Tra detti valori, sostenne la

necessaria finalizzazione della ricerca scientifica e della cultura allo sviluppo

spirituale, in assenza del quale –disse- “ Essi sarebbero condannati ad esau-

rirsi in un materialismo di cui lo stesso progresso della scienza si sta incari-

cando di mostrare l’infondatezza e le meschinità , dinanzi ai grandi problemi

che oggi l’uomo deve affrontare”. Tra questi, un ruolo prioritario spettava alla

tutela della pace, nel quadro della difesa della propria indipendenza e della

propria libertà da ogni minaccia, in prospettiva di “una sempre maggiore

comprensione fra i popoli d’ogni razza e d’ogni ideologia, indipendente-

mente da ogni divergenza di interessi”. Il 1964 fu l’ultimo della breve e trava-

gliata presidenza, che aveva visto come momenti salienti il prestito internazi-

onale erogato il 14 marzo dagli USA e dal Fondo monetario internazionale

all’Italia per fronteggiare la crisi economica in atto; la caduta del governo

Moro il 26 giugno e le fibrillazioni che precedettero il varo del successivo,

parimenti guidato, il 22 luglio, ma con un programma di riforme economico-

sociali meno radicale. Il presidente Segni , assai preoccupato per le conseg-

uenze che la crisi economica avrebbe potuto produrre in termini di destabiliz-

zazione sociale, preoccupazione peraltro trasversale ad alcuni settori

dell’industria, della politica e delle Forze Armate, aveva infatti preso in consid-

erazione un ridimensionamento dell’esperimento del Centro-Sinistra. Per-

tanto i socialisti si erano risolti a riprendere la collaborazione di governo, ri-

nunziando a nuove nazionalizzazioni, alla rapida attuazione delle Regioni e

ad una legge urbanistica che avrebbe comportato ampi espropri di terreni

edificabili, onde evitare –altrimenti- il varo di un nuovo Esecutivo a carattere

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60

moderato. Nelle more, aveva suscitato viva apprensione il fatto che il Capo

dello Stato avesse ritenuto di consultare, oltre ai rappresentanti delle forze

politiche, il gen. De Lorenzo, Capo del Sifar ed il gen. Aloia, Capo di Stato

Maggiore dell’Esercito, per sapere se, in caso di ricorso anticipato alle urne,

vi sarebbero stati dei pericoli per l’ordine pubblico, ricevendone ampie as-

sicurazioni sull’inesistenza di qualsivoglia rischio di tumulti di piazza, in

grado di mettere a repentaglio le istituzioni democratiche.

L’anomalia delle consultazioni prodromiche alla formazione del nuovo Gov-

erno, fu che al Quirinale si alternarono i Capi-gruppo parlamentari, i Presi-

denti dei due rami del Parlamento, gli ex Capi di Stato e di Governo, con i

vertici militari, quale conseguenza estrema dell’ansia costante che attana-

gliava l’Inquilino del Colle circa le sorti della Patria tanto amata, ove i paven-

tati tumulti di piazza avessero messo in pericolo le istituzioni democratiche.

Nenni aveva parlato di “tintinnar di sciabole”; ma che L’Italia in quel fran-

gente fosse stata sull’orlo di un golpe, malgrado l’articolo apparso postumo

con tale tesi sull’Espresso del 17 maggio 1967, non fu mai dimostrato nelle

oltre 2000 pagine dell’apposita Commissione parlamentare di inchiesta,

mentre è plausibile che i contatti tra il Capo dello Stato e le gerarchie militari

mirassero a predisporre le misure atte a fronteggiare eventuali tumulti di

piazza. Segni – lo avrebbe ricordato in seguito il presidente del Consiglio An-

dreotti, commemorandolo nel 1991(centenario dalla nascita) – aveva avuto

la preoccupazione costante delle minacce incombenti dall’Est comunista ed

aveva invitato, conseguentemente, a curare le Forze Armate convenzionali,

per scongiurare i rischi di una difesa atomica, prendendo a cuore il cor-

relato aspetto dell’ effettiva capacità dei Carabinieri a mantenere l’ ordine

interno, dietro le linee di un’eventuale resistenza militare avverso aggres-

sioni esterne. Queste erano state le sue angosce, ma – tenne a precisare

l’on. Andreotti - non andava dimenticato che la commistione tra comunismo

interno ed internazionale “non era allora fantasiosa”. Il 7 agosto, nel pi-

eno di un’estate densa di emozioni per l’anziano Statista, aveva termine de

facto, seppure non ancora de jure, il mandato di Segni , che –secondo allo

scarno comunicato emesso dalla Presidenza della Repubblica- era stato

improvvisamente colpito da “ disturbi circolatori cerebrali”. Il grave evento si

era verificato nel corso di un drammatico colloquio (registrato dal Sifar) con

Moro e con il ministro degli Esteri Saragat , avente per oggetto un movi-

mento di Diplomatici, ma poi degenerato per l’accusa da quest’ultimo rivolta

all’anziano Presidente, di “aver tramato con i Carabinieri”: dopo di ciò Segni

pronunziò delle parole “come se avesse una caramella in bocca” e si accas-

ciò. Prontamente soccorso, riprese lentamente i sensi dopo circa mezz’ora.

Si trattava di un caso assai serio e denso di incognite non solo sotto il profilo

umano e clinico, ma anche sotto quello politico ed istituzionale. Migliaia di

cittadini di ogni ceto sostavano a lungo innanzi al Quirinale, mentre dalla

sua Sassari fervevano preghiere per ottenere la guarigione di “ziu Antoninu”.

L’11 agosto il presidente del Senato, Merzagora, assunse la supplenza al

vertice dello Stato in base alla Costituzione; ma il 18 dicembre il presidente

Segni consegnò l’atto di dimissioni, terminando così una carriera istituzion-

ale che aveva avuto momenti intensi dagli albori della Repubblica. Giovani

Leone, da Capo dello Stato, volle ricordarlo nella circostanza dello scopri-

mento di un busto in onore dello scomparso,: “Nella personalità di Antonio

Segni- disse- confluivano il rigore morale della sua coscienza di credente, la

linearità di pensiero e azione del finissimo giurista, il vigore del suo carattere

sardo, tutto ciò fuso ed armonizzato dalla consapevolezza che ogni servizio

reso alla vita pubblica, deve essere illuminato esclusivamente dal senso

del dovere”. Nello specifico del mandato presidenziale del predecessore,

Leone rese toccante omaggio alla memoria del leader sardo con queste

parole: “Egli concepì questo ufficio come dedizione assoluta, come sacrifi-

cio, a cui subordinava anche le esigenze della vita quotidiana[…]Segni non

solo obbediva sempre al senso del dovere, che è patriottismo, ma riusciva a

trasfondere, ad imporre agli altri questo sentimento e questa concezione[…]

Fu proprio questa sua coscienza del dovere, questo senso acuto, quasi es-

asperato della responsabilità, che determinò, primo, la grave malattia che

quasi lo stroncò, costringendolo ad allontanarsi dal massimo ufficio dello

Stato e , poi, lo condannò per 8 anni ad un tormentoso calvario”. La sensibil-

ità giuridica di Segni si era evidenziata nell’uso, invero assai sobrio, del po-

tere di messaggio alle Camere, proponendo -tra l’altro- di introdurre nella

Costituzione il divieto di immediata rielezione del Capo dello Stato. Cos-

tantemente attento alla correlazione tra diritto, economia ed ordinato vivere

civile, nel breve corso del suo mandato aveva rinviato 8 volte in Parlamento

dei Disegni di legge prima di promulgarli, in quanto privi della necessaria

copertura finanziaria. Statista anche di respiro internazionale, Segni firmò

con Gaetano Martino, i due Trattati di Roma entrati in vigore il 1º gennaio

1958, che istituirono e disciplinarono, la Comunità economica europea e la

Comunità europea dell’energia atomica . Come il predecessore Einaudi, evi-

denziò l’anacronismo della figura dello Stato sovrano, ad esso preferendo

l’edificio comunitario, dove il momento coesivo preminente doveva essere

quello morale: “Combinazione di elementi materiali e spirituali –- sottolineò

al riguardo- hanno così creato lo spirito comunitario delle iniziative non più

necessariamente nazionali”, con effetti accresciuti nella costante ricerca di

quel “bene comune” che era il sale della vera democrazia. L’Europa doveva

allargarsi non solo su parametri economici, ma soprattutto su affinità polit-

ico-sociali:” Solo una forza unitaria europea – disse -che abbia in sé elimi-

nato le vecchie rivalità e gli egoismi nazionali, può contribuire in maniera de-

cisiva, al pacifico ed equilibrato sviluppo della vita internazionale”. L’Europa

non aveva senso se non proprio come espressione di libertà: “quest’Europa

vive , e può vivere- soggiunse- appunto perché è un’affermazione spiritu-

ale, al di fuori della forza bruta, anzi contro di essa…” . Doveva poi essere

“unita da vincoli di fraterna associazione paritaria con gli Stati Uniti, in seno

alla comunità Atlantica che, a sua volta, noi concepiamo non come blocco

geografico o militare, ma anzitutto come ampia ed aperta comunità ideale”.

L’infaticabile impegno europeista del nostro Capo dello Stato, conseguì ad

Aquisgrana il prestigioso riconoscimento del premio “Carlo Magno”, che

veniva così conferito per la seconda volta ad un italiano, dopo De Gasperi .

Disse allora che l’Europa doveva altresì farsi carico delle aspirazioni di

“grandi masse afflitte dalla fame e dalle privazioni” , così come “di quelle

di popoli che hanno conosciuto più volte l’invasione straniera”, e che sof-

frivano ancora delle conseguenze della guerra. In una fase di crisi morale

e civile come l’attuale, crediamo che non sarebbe opera vana dare giusta

luce al ruolo di Segni come europeista convinto, come lungimirante fautore

del moderno sviluppo dell’agricoltura, come sostenitore appassionato della

solidarietà internazionale, come postulatore di un pluralismo sociale vivifi-

cato dall’allargamento del ceto medio, come – ma anzi prima di tutto- inte-

gerrimo servitore dello Stato, alieno da ogni personale, egoistico interesse.

Page 63: E42 magazine n 5 2014

61

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Page 64: E42 magazine n 5 2014

62

Moda e creatività

Abiti da sposa... Abiti da sogno 2014

Brutta Spose, nel brand una provocazione, ma grande amore e dedizione

per un lavoro che in realtà è arte pura. Prestigiose collezioni di alta moda

per le spose e di abiti da cerimonia. Alessandra Ferrari seleziona per la

realizzazione delle sue creazioni tessuti pregiati ed esclusivi, i modelli

sono disegnati dalla stilista e confezionati da uno staff di rinomati artig-

Cosa rende Brutta spose diversa dagli altri atelier?

Tutti i nostri abiti sono realizzati secondo la più alta tradizione sartoriale

italiana, non c’è una linea produttiva cosiddetta seriale. I nostri sono

modelli esclusivi che aggiorniamo continuamente e i cui pezzi sono adat-

tati di volta in volta ai bisogni particolari di ogni cliente. Raffinatezza e orig-

Le creazioni di Alessandra Ferrari, fondatrice di uno degli atelier più prestigiosi di Romadi A.M.

Page 65: E42 magazine n 5 2014

63

inalità caratterizzano massimamente il brand. Ritengo che l’eleganza

trascenda dalle mode del momento e sono sicura che quest’ idea rap-

presenti da sempre il nostro punto di forza. Questi pochi ma essenziali

elementi rendono esclusivo e speciale ogni nostro abito.

Photo by Cesare Colognesi

Page 66: E42 magazine n 5 2014

64

Qual è la cliente tipo a cui si rivolge l’Atelier Brutta Spose?

Due sono gli aggettivi che la nostra clientela usa più spesso: semplicità

e ricercatezza. Il nostro ruolo è perciò quello di coniugare queste due

esigenze, creando il capo perfetto per la futura sposa e realizzare il suo

sogno più bello. Un consiglio utile per le lettrici che si apprestano alle

nozze. Ricordarsi che il giorno delle nozze sarà il Suo giorno più bello,

perchè succede spesso che nella scelta dell’ abito una ragazza si fac-

cia influenzare da chi l’accompagna, col disastroso risultato che spesso

i veri desideri della sposa non riescano ad emergere. Noi le aiutiamo e

sosteniamo in questa scelta, consigliandole grazie alla lunga esperienza

maturata ma cercando di comprendere e realizzare quello che vera-

mente sognano di indossare.

Qualche commento sull’ultima collezione?

La purezza del bianco verrà spezzata con sprazzi di colore vivo, ispirati

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65

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66

ai colori della natura. Per la collezione dell’ anno prossimo

abbiamo in mente abiti caratterizzati da linee più romantiche

e da tessuti leggeri e impalpabili. Resteranno comunque nel-

la nostra collezione anche gli abiti fascianti che hanno sem-

pre riscosso grande successo. Tutti i modelli sono riccamente

impreziositi da fiori di pizzo, stoffe e perline che garantiscono

unicità e bellezza ad ogni nostra realizzazione.

Facebook: Atelier Brutta Spose Couture

Page 69: E42 magazine n 5 2014

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Page 70: E42 magazine n 5 2014

Sorta nel 1977, la Mediocredito Centro Italia S.p.A. è una società specializ-

La M.C.I. S.p.A. si propone come partner e fornitore di servizi alle imprese

operazioni sul capitale proprio, per servizi di consulenza e gestione dei rischi

L’azienda, nei suoi quarant’anni di vita, ha dimostrato di essere capace di ade-guarsi e di anticipare i cambiamenti del mercato, ed ancora oggi in presenza

-tinuamente l’offerta di prodotti e servizi, il punto di forza della M.C.I. S.p.A. sta nel cogliere tutti i vantaggi dell’innovazione, e nella convinzione che ogni

M.C.I. S.p.A. garantisce ai propri clienti una soluzione pratica e veloce, una

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Page 72: E42 magazine n 5 2014

70

di Elisabetta Rullo

Lo stesso abito può avere due volti... Dipende dal-

la personalità, dalle occasioni, dall’atmosfera che

vogliamo creare e perché no... Da Noi Chicche che

adoriamo ed interpretiamo la Moda !

Maggio, atmosfere magiche, cerimonie, eventi...

Primavera che anticipa l’imminente estate...

Esplode la voglia di essere “So sexy”!

Il pizzo , espressione di sensualità, diventa una

seconda pelle su di Noi... Rende raffinato e “So

sexy” uno spolverino apparentemente dalle forme

rigorose.... Impreziosito da profili in oro ,il pizzo

contrasta ed allo stesso tempo rende armonica la

severità del nero... Sexy col pizzo... “So pretty” se

indossato, in altre occasioni, come un vestito el-

egantemente abbottonato .

Si può optare anche per una scelta romantica e

raffinata.... Da sognatrice!

Abito lungo , chiaro, dalle mille

pieghe e trasparenze mi fa sentire ... “So sexy”!

Il corpetto ricamato , reso “ So chic” dalle collane

“Le chicche di Eli”

So sexy...

So pretty!

Page 73: E42 magazine n 5 2014

71

di perle e dalla gardenia, crea un ritratto armonioso e

delicatamente retro’...

Lo Stesso abito ... “So sexy “ e “So

Pretty” !

Un mix tra sensualità e animo rock!!! Si care Chicche,

anche questa scelta mi alletta!!!

Romantico pizzo nero, sexy per le trasparenze .... Com-

pagno perfetto per una gonna vaporosamente “rock

and aggressive” !!!

Nero su nero... Trasparenze e movimento... Mi fanno

sentire “So sexy “ma anche deliziosamente “So pretty”...

Tutti si commuta, può cambiare aspetto...

Assumere il significato ed adattarsi perfettamente al

nostro stato d’animo e all’occasione che ci si offre...

Bene , anche questa volta sono riuscita nel mio obiet-

tivo :

essere “So sexy” e “ So pretty” con lo stesso look!!!

Divertente ed anche estremamente conveniente .... Che

ne dite Chicche, ci proviamo insieme?

Buon divertimento!!!

www.lechicchedieli.com

Grazie a Boutique SO CHIC

Foto: Mariano Re

Page 74: E42 magazine n 5 2014

72

Art of HairUn giorno trascorso come moderne geishe amate e coccolate, protagoniste assolute grazie a chi si prende cura dei nostri capelli, della nostra bellezza,vero toccasana per il nostro spirito.

Moda e creatività

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73

di G.M.T.C.

Il 10 aprile Tamara e Giancarlo hanno offerto alle loro

clienti un cocktail party dedicato a Shu Uemura Art of

Hair. L’ evento, che ha riportato un enorme successo,

era arricchito da un raffinato buffet curato da Edimblè

Arrangements con le sue meravigliose e coloratissime

composizioni di frutta e dolci, Profumo di Donna, che,

con le esclusive e splendide creazioni floreali, ha reso

la serata magica e variopinta. Fra le tante sorprese la

più originale è stata la presenza dell’affascinante gei-

sha giapponese, che accoglieva gli invitati e la cui acco-

nciatura è stata realizzata dalla padrona di casa Tama-

ra Ninci. A quest’ultima si deve inoltre l’organizzazione

dell’ impeccabile serata e la cura di ogni minimo det-

Page 76: E42 magazine n 5 2014

74

taglio, compito che ha assolto con la maestria di sempre. Il leitmotiv della serata è stata l’esclusiva presentazione della nuova

linea capelli di Shu Uemura di cui è stata fornita consulenza tecnica specializzata per la ricostruzione del capello. Lo straordinario

mondo di Shu Uemura Art of Style è riconosciuto universalmente e Mr Shu Uemura è considerato un vero e proprio maestro della

bellezza contemporanea. Ha seguito un percorso rivoluzionario per polarizzare l’arte del trucco; con una passione incrollabile, ha

costruito un marchio global, sinonimo di qualità ed espressione artistica. Dopo l’esordio negli USA, espandendo la sua padronanza

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75

di bellezza, dal volto ha incluso i capelli. Oggi la visione unica di

MR Shu Uemura della bellezza orientale unita alla raffinatezza e

al glamour occidentale continua ad ispirare i professionisti di tutto

il mondo. Tamara e Giancarlo hanno voluto fare alle loro clienti

questo fantastico regalo, arricchendo il loro hair salon di prodotti

veramente esclusivi e di altissima qualità che conferiscono ai due

tanto amati Hair stylists un valore aggiunto e il merito di proporre

sempre prodotti nuovi e di altissimo livello. Hanno condiviso la splendida serata,

con i padroni di casa e tutto lo staff di Shampoo, molti vips dello spettacolo tra cui

Patrizia Pellegrino, Barbara Palombelli, Eva Grimaldi, Paola Caruso, la straordi-

naria Sandra Milo e tutti gli affezionatissimi clienti.

Page 78: E42 magazine n 5 2014

76

Il fascino di un’autoreggente

di Madame G.

Madame G. del blog Calzediseta, grande amante ed esperta di calze ci racconterà curiosità, brand, modelli, dando utili consigli su come e cosa indossare per esaltare

per ogni paio di gambe esiste la calza perfetta, che sa renderla più seducente e in questo spazio trov-erete consigli per le appassionate, le fashion victim o semplicemente per chi vuole osare con originalità il giusto look, colore e fantasia. Racconti e consigli per lui e per lei....alla scoperta di un mondo seducente e intrigante conMadame G.

Dietro a un’autoreggente si nasconde un sogno, un desiderio... Non solo

una calza, ma una vera arma di seduzione, un modo per dire chi siamo, di

manifestare la nostra femminilità nel modo più elegante che ci possa es-

sere. Nera velata, liscia e semplice nella sua linea veste perfettamente la

gamba e svela il minimo indispensabile. Preziosa con la sua balza in piz-

zo, regala eleganza, charme, ci arricchisce nel nostro look. Coprente con

balza in pizzo, a fantasia per un tocco più glamour o con riga posteriore,

sempre raffinata. La calza autoreggente è un accessorio prezioso che non

può mancare nei cassetti di una donna. Da indossare sotto un vestito, una

gonna o sotto un pantalone...è il nostro segreto. Quel piccolo e prezioso

segreto che ci fa sentire sicure di noi, più donne, più belle, più sexy...anche

in situazioni di quotidianità. Quel piccolo segreto che ogni tanto sveliamo

nei nostri movimenti, impercettibile, ma che sa produrre fantasie e richiami

all’ eros. Un piccolo segreto che ci piace e ci fa piacere.... Si sa l’accessorio

Page 79: E42 magazine n 5 2014

77

calza ha il suo fascino, innesca desiderio ed

esprime femminilità prima e sensualità poi. Tut-

to ciò la donna deve tenerlo sempre a mente.

Dunque, mai dimenticare di essere femminili,

mai mettere da parte i desideri di sensualità,

di suscitare pensieri e fantasie, mai farsi con-

tagiare dalla routine frenetica, che impone la

comodità del collant a discapito della “piacev-

ole sorpresa di un’autoreggente”. Purtroppo mi

capita spesso di conoscere donne che non si

sentono a loro agio con questi accessori, non

abituate a riflettere la loro immagine come

quella di una donna “potenzialmente sexy”, ma

legate a un’immagine più ingenua o casta, che

vede nell’accessorio proposto qualcosa che le

rende volgari. Questo accade spesso per man-

canza di sicurezza e come mi ha fatto notare un

lettore le autoreggenti sono espressione di una

donna moderna, autonoma, indipendente e

sicura di sé …un aspetto a cui forse non donne

non avevamo pensato o che diamo per sconta-

to. Nel corso di un sondaggio fatto sul mio blog,

tempo fa, molti uomini mi hanno confessato

di essere attratti dal pizzo della balza, da quel

gioco di velature e pelle scoperta; gli uomini

davanti a una calza autoreggente cedono visi-

bilmente. Il solo accenno alla balza, decorata

o liscia, suscita pensieri, fantasie e ispira la più

fervida immaginazione. Un piacere che nasce dall’istinto, per farvi capire meglio questa visione

speciale concludo con un commento lasciato sul blog da un altro lettore interpellato sul fascino delle

autoreggenti: “La calza autoreggente è sinonimo di seduzione, di provocazione. Gambe affusolate

in calze autoreggenti e nient’altro. E’ tutto ciò che un uomo desidera nella donna che lo seduce. Una

visione emozionante, da guardare per ore. E immaginare” .

www.calzediseta.wordpress.com

Page 80: E42 magazine n 5 2014

78

Moda e design

Salone del Mobile di Milano Ad aprile, come ogni anno, si è svolta la nuova edizione del Salone del Mobile di Milano 2014, uno degli eventi più cool che muove buyers ed esperti nazionali e internazionali.

Page 81: E42 magazine n 5 2014

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L’evento fieristico ha presentato interessanti novità realizzate dalle più

grandi e specializzate aziende italiane e straniere. .Non solo comple-

menti ed oggetti particolari, ma vere e proprie soluzioni alle quali molto

presto nessuno saprà più rinunciare, merito delle tecnologie avanzate

e dei progetti che coinvolgono le menti più esperte e laboriose del set-

tore. Per questo le novità del Salone del Mobile milanese sono sempre

attesissime in quanto ci rivelano quelli che saranno i mobili e i comple-

menti dei quali non potremo più fare a meno. La Fiera è stata un vero e

proprio successo registrando il tutto esaurito sul fronte degli espositori

,delle aziende , dei visitatori e in particolare dei buyers stranieri giunti

da ben 160 nazioni . Vi è stato un incremento di visitatori e operatori del

settore del 13% circa , rispetto all’edizione 2013 . Claudio Luti , presi-

dente dell’ Expo ,nonché guida di Kartell conosciuto e affermato brand

del made in italy , ha dichiarato che ora tocca alle aziende partire da

questi risultati per lavorare sui mercati in cui si propongono per crescere,

migliorare il marketing e la distribuzione. “Ormai il nostro mercato è il

mondo, e questa è la strada di oggi e di domani. Sono sicuro che gli

imprenditori sapranno fare la loro parte, inclusi quelli delle piccole e

medie imprese per le quali il Salone è una vetrina eccezionale, sappi-

ano tradurre questa grande opportunità in aumento dei fatturati. Questa

edizione ha rappresentato una prova generale in vista di Expo 2015 -

conclude Luti. Ci sono le migliori premesse perché sia un grande evento

che mostrerà al mondo quello che Milano e l’Italia sono in grado di fare.

Una sfida che non ci spaventa e che ci vede già impegnati a preparare

un grande Salone che aprirà le danze dell’esposizione universale”. Gli fa

eco Roberto Snaidero , presidente di FederlegnoArredo , che conferma

l’importanza dell’export come elemento determinante per il settore e di-

chiara che nell’ultimo anno , si è venduto all’estero circa la metà della

di G.M.T.C.

Page 82: E42 magazine n 5 2014

80

produzione e la forte affluenza dei visitatori lo confermano pienamente.

Durante il Salone del Mobile si è svolta anche la biennale di Eurocucina

2014. Per l’occasione sono state tantissime le azienda a presentare le

loro ultime creazioni, a cominciare da Snaidero, che ha ideato la nuova

cucina domotica . Questo modello comprende tecnologie domotiche ed

internet per aiutare a migliore la qualità della vita delle persone. Si tratta

di un’idea di design for all. Presso la fiera milanese i divani occupano

sempre un grande spazio . Tra i modelli più interessanti visti al Salone ci

sono le creazioni di Natuzzi, che torna a presentare il rinnovato modello

oversize, testa di serie della sua collezione. Si chiama Sofa Sitting l’idea

di Formitalia, un modello componibile che è caratterizzato da una libreria

interna in radica, davvero molto bello e funzionale. Tra i modelli più glam-

our vi è Hollywood, una divano che ricorda una sinuosa chaise longue

ispirata agli anni ’50 e che porta la firma di Altamoda Italia. Insieme

all’Eurocucina, quest’anno c’è stato anche il Salone del Bagno 2014. Han-

no partecipato molte aziende , alcune già note, come Gessi e Sicis, men-

tre altre hanno esposto per la prima volta, come Geberit, Florim e San-

tagostino. Tra le nuove proposte c’è Essen, uno scalda salviette di design

di Brem, Gong di Kreeo, un lavabo da appoggio dalla forma morbida e

arrotondata, e Le Fiabe di Hatria . Anche Poltrona Frau, storico marchio

Page 83: E42 magazine n 5 2014

81

rappresentativo del made in Italy da poco acquisito dall’americana Ha-

worth per il 58,6%, presenta numerose novità e rivisitazioni, tra cui una

libreria girevole, riedizione di un progetto degli anni Settata del designer

Gianfranco Ferretti. Quest’anno, inoltre, Poltrona Frau riveste la poltrona

della Business Class dei voli intercontinentali Alitalia: la collaborazione tra

le due aziende, iniziata ancora negli anni Novanta, si concretizza oggi in

nuova collezione di poltrone per il Boeing B747 e in un allestimento della

sala conferenze del centro direzionale Alitalia alla Magliana. A catturare

gli occhi attenti dei visitatori internazionali in visita ai Saloni è – soprattutto

per gli asiatici – il lusso made in Italy. Villari nel suo stand ripropone le

classiche porcellane zoomorfe, tra cui un elefante con tanto di borchie, in

uno stand che rende omaggio al Paese delle Meraviglie: la maison itali-

ana ricrea le atmosfere sognanti, ironiche, incantevoli . Centinaia di far-

falle di porcellana, sospese o adagiate sulle pareti, illuminano lo spazio:

in parte emanando luce, in parte rilanciandola attraverso la miriade di

cristalli Swarovski che tempestano le loro ali. Kartell ha puntato ancora

una volta su uno stand scenografico, scegliendo come tema «Precious

Kartell» intende concentrare ancor di più dell’anno scorso l’attenzione

sulla qualità e preziosità, il glamour e il lusso dei materiali plastici Kar-

tell, presentati con nuove, esclusive e brillanti finiture oro, argento, pla-

Page 84: E42 magazine n 5 2014

82

tino, canna di fucile, bronzo. Alcuni dei best seller di Kartell si illuminano

dunque in questa nuova finitura metallizzata: Masters, Componibili, Jelly,

Matelassé, Shanghai, Dune. Il glamour e il “lusso” dei materiali plastici

Kartell, oltre alla presentazione delle novità di prodotto (15 nuove linee),

mette a punto la rivoluzionaria famiglia Aunts&Uncles di Philippe Starck di

divani/poltrone/sedute e tavoli in policarbonato trasparente, le icone del

brand Kartell. Infine, in fiera non mancano i marchi provenienti dal fash-

ion system come Missoni Home, Blumarine Home Collection, Moschino

per altreforme, Fendi Casa, Roberto Cavalli Home, Armani Casa, e un

tris di griffe che ha debuttato nel mondo dell’arredamento di lusso: Gi-

anfranco Ferrè, Trussardi e Borbonese. In particolare al Fuorisalone Trus-

sardi debutta con la sua prima collezione dedicata all’arredo. L’azienda

di abbigliamento, per la verità, realizza già dagli anni 80 diversi pezzi

per la casa, spesso in collaborazione con altri brand, ma quest’anno,

Page 85: E42 magazine n 5 2014

83

per la prima volta, presenta la sua linea completa. La Home Collection,

svelata ufficialmente nella boutique di piazza della Scala, si compone di

divani, poltrone, tavoli e complementi, nati sotto la direzione creativa di

Gaia Trussardi e con la collaborazione, per alcuni pezzi, dell’architetto

Carlo Colombo. Tutti gli arredi, prodotti dalla storica azienda di Forlì Luxury

Living che già realizza le linee di arredo di altri marchi del lusso, sono

pensati per una casa colta interpretata in chiave milanese, fedele al lusso

discreto e all’eleganza senza sforzo tipici del marchio del Levriero, con

strutture pulite e motivi sobri che richiamano un design anni ‘50, tradotto

con modernità in soluzioni informali.

Page 86: E42 magazine n 5 2014

84

Arte e creatività

Mario Agrimi “Il fuoco nell’arte”di G.T.C.

Come è quando nasce in lei l’amore per l’arte?

Sin dalla prima infanzia sono sempre stato attratto dalle varie espres-

sioni dell’arte soprattutto dalla musica e dalle arti figurative; pertanto

ho cercato, con gli scarsi mezzi a disposizione in un ‘Italia del meridione

degli anni ‘50, di istruirmi e dilettarmi nell’applicazione pratica delle opere

artistiche. Oltre ad aver preso parte ad un piccolo gruppo musicale in

cui suonavo gli strumenti a tastiera, ho cominciato a prender lezioni di

arti pittoriche dal mio amico, maestro Graziano Miglietta. Il mio primo

approccio con l’arte è iniziato con l’ interesse nei confronti del paesaggio

rurale del mio paese; pertanto i miei primi lavori raffigurano quasi esclu-

sivamente scorci del paesaggio campestre del Salento degli anni ‘50-’60

.A differenza dell’ evoluzione della mia espressione artistica, nelle mie

prime opere, il colore assumeva ruolo da protagonista e la tecnica da me

utilizzata è la pittura ad olio e acquerello.

Come si è avvicinato alla pirografia, una tecnica davvero insolita?

La pirografia è una tecnica di incisione del legno cuoio e cartone per

mezzo di punte metalliche scaldate a fuoco o elettricamente; di solito

usata per decorare le superfici incise. Ho visto numerose applicazioni

pirografiche sin dalla mia giovinezza, soprattutto negli oggetti in vendita

nei mercatini rionali o nelle botteghe dei vecchi artigiani che usavano

abbellire e rendere unici i loro prodotti attraverso tali incisioni usate per

rappresentare figure schematiche o scritte di vario genere. Incuriosito da

tale tecnica ho acquistato i primi pirografi ed ho cominciato a dilettarmi

nelle incisioni permesse dallo strumento; a breve la mia vena artistica, mi

ha spinto a voler ‘far arte’ anche con questo mezzo... mi piaceva l’idea

di ‘far arte con il fuoco’. Ho quindi iniziato a ragionare sul modo in cui

avrei potuto ‘dipingere’ i miei quadri utilizzando i mezzi dell’incisione; il

mio obiettivo è stato quindi quello di trasformare gli incisori del pirografo,

che imprimono solchi freddi e ben definiti, in pennelli in grado dar vita

a ‘raffigurazioni’ e non solo a ‘segni’ potendo dar profondità alle figure e

potendo calibrare i vuoti ed i pieni, i chiari e gli scuri.

Page 87: E42 magazine n 5 2014

85

Ci può spiegare in cosa consiste?

Come già anticipato, la pirografia nasce come tecnica di incisione decorativa;

la mia personale tecnica, si è evoluta da ‘pirografia incisoria’ a ‘pirografia pit-

torica’ ovvero da tecnica strumentale alla semplice decorazione a tecnica di

supporto alla rappresentazione artistica. Il mezzo è sempre il ‘fuoco’ ovvero la

bruciatura dei vari materiali che si prestano ad essere pirografati ed è carat-

terizzata dall’assenza di colore, ovvero dalla presenza una gamma ristretta di

toni dicolore (marrone - nero).

Come l’ha elaborata e personalizzata?

La tecnica applicata oggi nei miei lavori è frutto di anni di evoluzione alla base di

cui c’è un continuo studio del risultato visivo; a tal proposito, negli anni mi sono

dedicato alla trasformazione artigianale dello strumento d’incisione, in partico-

lare dei pennini metallici, da me stesso sagomati e resi adatti alla ‘bruciatura

non incisiva’ che permette la modulazione del chiaro e dello scuro.

Tutte le attrezzature da me usate, pur se reperite dal mercato comune, sono

adeguate alle esigenze personalissime della mia tecnica pittorica.

Trova che questa tecnica sia più difficile rispetto alla più tradizionale pittura

ad olio o a tempera?

Sicuramente è una tecnica molto più complessa rispetto alle altre

tradizionali. Innanzitutto, rispetto a quelle da lei citate, è una tecnica

che non lascia un ampio margine di errore in quanto, l’incisione

impressa dal pirografo, come è facile comprendere, non può es-

sere annullata in nessun modo e non si può tornare alla situazione

iniziale ovvero quella di materiale non inciso. La difficoltà maggiore

che presenta tale tecnica infatti è quella di dovere costantemente

calibrare e gestire la forza incisiva.

Vorrei inoltre aggiungere, che è una tecnica pittorica che prevede

tempi di produzione significativamente più lunghi delle altre, in

quanto, per poter conferire gli effetti chiaro-scurali è necessario ap-

plicare delle incisioni meno intense, ma per periodi più lunghi. La

produzione di un quadro di dimensioni medie non è mai inferiore a

svariati giorni di applicazione continua.

Educazione di Amore Pirografia di Mario Agrimi Originale di Antonio Allegri detto ‘il Correggio’

Riproduzione Pirografia di Mario Agrimi

Il Padrone della Voce. Pirografia di Mario Agrimi

Page 88: E42 magazine n 5 2014

86

I suoi quadri sono caratterizzati prevalentemente dai colori na-

turali del legno. E’ possibile imprimere delle colorazioni diverse?

le colorazione dei quadri sono quelle del supporto materico, in ge-

nere del legno,più o meno ‘bruciato’, pertanto non sono possibili al-

tre colorazioni se non quelle che vanno dal beije del legno naturale

al nero del legno quasi carbonizzato. I miei quadri, per tale motivo

hanno sempre l’aspetto di una vecchia fotografia d’epoca; inoltre,

l’incisione del legno, ad una determinata temperatura, permette la

fuoriuscita della resina (incolore) inglobata nelle molecole del legno

stesso; tale fuoriuscita conferisce al quadro un aspetto natural-

mente lucente senza che sia necessario applicare protettivi o lacche

sintetiche.

Come ha scelto i soggetti da realizzare?

Solitamente, i miei lavori, rappresentano ritratti: ritratti di vita quotidi-

ana, ‘fotografie’ di momenti, scorci di ambiti urbani che trovo siano

esaltati dall’effetto di immagine antichizzata che la mia tecnica ri-

esce a conferire. non mancano comunque, tra i miei lavori, copie di

opere d’arte (scelte tra quelle che più mi hanno colpito ed influen-

zato), realizzate per esercitare e spingere la mia tecnica a livelli di

espressione tra i più alti.

Ci parli suoi progetti futuri.

Nel mio futuro, c’è la voglia di continuare a ‘dipingere a fuoco’, per

la mia personalissima soddisfazione, ma anche per far conoscere

come l’arte può esprimersi nelle forme più diverse e meno canon-

iche; a tal proposito ho, tra i miei progetti quello di poter essere

promotore non solo della divulgazione della ‘pirografia pittorica’, ma

anche della possibilità di poter insegnare, attraverso l’ organizzazi-

one di appositi corsi, tutto ciò che negli anni ho sperimentato.

Libertà Idea originale e pirografia Mario Agrimi.

San Simone Pirografia Mario Agrimi. Originale olio su tela di Peter Paul Rubens

Cigno Solitario’ Idea e Pirografia Mario Agrimi

Cristo di Bernini Pirografia di Mario Agrimi

Page 89: E42 magazine n 5 2014

87

Da “Davide Causio” a “Delizie di pane” in tre generazioni!

Page 90: E42 magazine n 5 2014

88

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Page 91: E42 magazine n 5 2014

89

IMPUR PER IL SOCIALEOggi giorno, sempre più giovani e non, sono costretti alla sedia a rotelle per cause il più delle volte trauma-tiche. All’inizio la vita sembra finita ma poi la voglia di andare avanti ed il forte istinto di autoconservazione spingono i diversamente abili a ricominciare ad occuparsi del proprio benessere fisico partendo spesso dalle cose più semplici. Uno degli elementi trainanti in questi casi è proprio lo sport ed in particolare il lavoro con i pesi.

IMPUR è impegnata per sostenere i diversamente abili affinché il nuovo mondo del Wellness World sia parte-cipativo alle esigenze di tutte le persone ed in particolare nella volontà di abbattere finalmente ogni barriera, architettonica e sociale.

IMPUR crede fortemente nella totale integrazione dei diversamente abili nel mondo del fitness e per questo promuove l’iniziativa del Total Fitness Iniziative (TFI) tesa proprio ad intraprendere un percorso di coesione sociale partendo dallo sport, dal fitness appunto.

IMPUR ha iniziato questo percorso mettendo a disposizione di tutti i diversamente abili, in particolar modo coloro che sono su sedia a rotelle, una linea di macchine dedicate, adatta a tutte le strutture fitness (centri fit-ness, Hotel e SPA, Strutture Pubbliche e private, ambienti Militari o paramilitari), e una serie di servizi correlati tesi alla completa valorizzazione ed integrazione di tutte le persone.

IMPUR ha realizzato la linea JUMP che consente quindi a tutti coloro diversamente abili di poter praticare la palestra in totale sicurezza e autonomia nei movimenti e negli spostamenti da una macchina all’altra, senza dover chiedere necessariamente assistenza agli istruttori, poiché ogni macchina è stata progettata per consentire l’ingresso della sedia a rotelle, progettata da IMPUR, perfettamente mobile e allo stesso tempo per-fettamente integrabile, consentendo all’atleta di eseguire l’esercizio in piena autonomia e in tutta sicurezza.

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LA JUMP LINE COMPRENDE 14 DIVERSI MACCHINARI

Page 92: E42 magazine n 5 2014

90

X Municipio

EMANUELA DROGHEI, Assessore al Welfare e alla Salute del Municipio X, trentasei anni,

sposata con Francesco D’Ausilio - capogruppo del PD in campidoglio, galeotta fu la po-

litica e chi la inventò – si divide tra istituzioni, partito e lavoro di mamma, quasi a tempo

pieno, con la piccola Margherita. La politica entra a far parte della sua vita più di quind-

ici anni fa: nel quartiere, nei gruppi di parrocchia, è un impegno che non si ferma e che

cresce come cresce insieme la voglia di mettersi in gioco e cambiare. Anni di impegno

e lavoro che, a luglio del 2013, la portano a ricoprire l’incarico di Assessore al Welfare

e alla Salute nel Municipio X, quello di Ostia, un territorio difficile che oggi, più che negli

anni passati, risente di questa crisi dilagante che lascia poco spazio alla possibilità di

condurre una vita se non agiata, almeno dignitosa. “Quello di oggi – spiega Droghei –

è un territorio che arranca, molto affaticato nel tessuto sociale che avrebbe bisogno di

progetti per rinnovarsi ma non riesce ancora a farlo. E proprio la politica dovrebbe fa-

vorire questi processi di rinnovamento partendo dalle piccole cose, dal quotidiano, per-

ché sono quelle che poi entrano in profondità e che mettono in moto un cambiamento

radicale”. Ma è proprio il welfare a essere colpito da tagli inconsulti, nonostante tutto,

perché “forse oggi è un modello troppo esoso, respingente anziché accogliente, per

questo è necessario, vista la contrazione delle risorse, agevolare e promuovere nuove

progettualità sul territorio”. Un cambio, sottolinea l’Assessore, che non deve essere solo

nel modo di finanziare il welfare “ma nel modo di intendere lo Stato che non deve es-

sere assistenziale ma deve accogliere e promuovere”, come dire nutrirti e curarti ma

Accogliere e promuovere: ecco il nuovo welfare

di Laura Solari

Emanuela Droghei, Assessore al Welfare e Salute del Municipio X

Francesco D’Ausilio, Capogruppo PD al Campidoglio

Page 93: E42 magazine n 5 2014

91

poi fare in modo che tu sia in grado di rimetterti in

sesto e camminare di nuovo da solo, perché il con-

cetto di “assistenza a vita”, oltre a contemplare costi

oramai insostenibili, è desueto e non lascia spazio

e nessun tipo di nuova integrazione. Un impegno

sicuramente più duro e faticoso quello sul territorio,

in prima linea, ogni giorno a combattere con ogni

tipo di necessità, bisogno, aiuto, a volte chiesto,

molto spesso preteso, qualche volta strappato con

la forza, perché ogni giorno Droghei dà un volto e un

nome a quel concetto aleatorio che noi chiamiamo

“crisi” e che per lei ha facce e corpi: sono famiglie e

persone spesso sull’orlo della disperazione, cui bi-

sogna dare risposte, soluzioni e occasioni che non

sempre si è nella possibilità di dare. Nel frattempo,

il Comune di Roma a rischio default (se non vero e

proprio default mascherato da tutti per non dover

ammettere un fallimento che affonda le sue radici

in decenni orsono), arranca e servirebbe un “bagno

d’umiltà – afferma l’Assessore – perché la situazi-

one è molto difficile, diciamo pure al limite, e se ne

potrebbe uscire solo con l’aiuto e l’impegno di tutti,

solo con grande generosità”. Una generosità che in

questo primo anno di lavoro Droghei ha profuso nel

suo territorio con iniziative che hanno dato risposte a

tutti: alle donne vittime di violenza con la presentazi-

one della proposta di legge regionale di contrasto

alla violenza sulle donne e la discriminazione della

differenza di genere, insieme all’intitolazione del par-

co di Dragona alle donne vittime di femminicidio; agli

emarginati con il primo censimento nella Capitale

dei senza fissa dimora per realizzare una fotografia

delle marginalità del X Municipio e mettere in campo

le soluzioni percorribili da parte dei Servizi sociali ter-

ritoriali; agli anziani, con l’inaugurazione del Centro

Alzheimer ‘Le Betulle’, a carattere semiresidenziale;

alle donne e mamme con l’albo delle babysitter,

unico a Roma, per dare alle donne che lavorano la

possibilità di lasciare i proprio figli al sicuro, con per-

sone selezionate e formate dal Servizio sociale e con

la realizzazione di un piccolo spazio “baby friendly”

– con giocattoli e fasciatoio – all’interno della sede

Uosecs del X Municipio; agli immigrati con “Roma

Include”, il progetto rivolto a 135 persone immigrate

che contempla un supporto nel percorso di accom-

pagnamento e di orientamento per la ricerca di un

lavoro; ai nuovi e giovani imprenditori con il “Bando

delle idee” per incentivare la promozione di attività

educative e di sensibilizzazione che ha visto cinque

progetti vincitori per un totale di 27mila euro; a tutti

grazie al protocollo d’intesa con l’associazione “Dalla

parte del contribuente” per offrire un aiuto per la con-

sulenza fiscale e tributaria. Una politica delle “piccole

cose” che entrano nella profondità del quotidiano e

hanno sicuramente messo in moto un processo di

cambiamento che tutti sperano avvenga anche a liv-

ello nazionale. E non posso esimermi dal chiederle:

Assessore Droghei, Renzi ce la farà? “Deve farcela!

Piaccia o no, con lui è cominciato il rinnovamento

vero della classe dirigente dell’Italia. Dobbiamo

andare avanti col coraggio di chi ha la certezza del

proprio compito e restituire la speranza al nostro

Paese”.

Giunta del Municipio X

Page 94: E42 magazine n 5 2014

92

Benvenuti a

Page 95: E42 magazine n 5 2014

93

EUROMA2!

Page 96: E42 magazine n 5 2014

94

Uno dei più bei Centri del grande gruppo internazionale Groupe Gen-

erale Immobiliere, che nei suoi 50 anni di storia ha sviluppato oltre 40

Centri in tutta Europa. Benvenuti in un Centro Commerciale unico per

stile ed eleganza, un luogo dove le migliori marche incontrano i con-

sumatori e dove le persone hanno l’opportunità di vivere un’esperienza

ricca, gratificante, rilassante, coinvolgente. Euroma2 è uno dei più grandi

Centri Commerciali esistenti in Italia, ma si distingue da tutti gli altri, an-

zitutto per l’architettura e per l’ambientazione, che coniugano te-cnologia

e design, lusso e praticità, materiali e manufatti pregiati e una logistica

ideale. Si distingue inoltre per l’offerta commerciale, composta da 200

negozi, appartenenti a tutte le categorie merceologiche del largo con-

sumo e caratterizzati dalle migliori insegne, da 30 cafè e ristoranti, dai

più accurati servizi (tra i quali un parcheggio di oltre 4.000 posti auto),

in un mix capace di incontrare le esigenze dei visitatori più esigenti. Eu-

roma2 poi ha un carattere speciale: vivace, glamour, aperto, accogliente,

un carattere che arricchisce l’offerta commerciale, andando a costruire

una shopping experience esclusiva, irripetibile. Euroma2: un ponte tra la

tradizione, tipica dell’offerta delle più importanti piazze e vie centrali delle

nostre città, e la modernità dei più rinomati mall commerciali interna-

zionali. Tra i valori distintivi di Euroma2 vi è la sua localizzazione, all’EUR,

un quartiere residenziale e d’affari di grande prestigio, collocato nel

contesto urbano di Roma e facilmente accessibile. Euroma2 è situato

all’incrocio tra Viale Cristoforo Colombo e Via dell’Oceano Pacifico, como-

damente raggiungibile sia dal Grande Raccordo Anulare che dal centro

città, attraverso Via Cristoforo Colombo, arteria di grande scorrimento.

Sull’asse viario che serve Euroma2 transitano giornalmente oltre 200.000

veicoli. Euroma2 si inserisce in un nuovo comprensorio immobiliare, che

comprende edifici residenziali di elevato valore ed un centro direzion-

ale di rilievo nazionale che ospita, tra gli altri, il Ministero della Salute,

Procter&Gamble Italia, e che accoglierà prossimamente Provincia di

Roma e ATAC.

info:

www.euroma2.it

www.facebook.com/CentroCommercialeEuroma2

Page 97: E42 magazine n 5 2014

95

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Page 98: E42 magazine n 5 2014

96

Il sublime piacere del gusto

FABIO CAMPOLI. Un modo di fare cucina che è diventato uno stile inimitabile. Una cucina che porta il

segno della contaminazione tra la sperimentazione che ricerca il nuovo e la tradizione che affonda nei

sapori tipici. Ma non solo. Chef di Rai Uno, food designer, consulente, testimonial, docente, organiz-

zatore di eventi, tre libri all’attivo e Presidente del Circolo dei Buongustai: tutto questo è Fabio Campoli.

Il bergamotto per me è stata una grande scoperta, non solo di sapore,

ma di vera cultura gastronomica. Mi sono avvicinato a questo prodot-

to con curiosità, fino ad innamorarmene e farlo diventare elemento

esclusivo della mia cucina, che mi ha valso il titolo di ambasciatore

del bergamotto nel mondo. L’ origine del bergamotto è incerta. Si ip-

otizza possa provenire dalla Cina, dalle Canarie o dalla Spagna, ma

considerando che fruttifica solo in un territorio ben specifico, potrebbe

essere anche un agrume esclusivo del Sud della Calabria. Pare che il

primo bergamotto di cui si ha notizia venne impiantato nelle vicinanze

di Reggio Calabria nel feudo “Giunchi” nell’anno 1750 da Nicola Parisi.

Un frutto prezioso, che si coltiva per il 90% della produzione mondi-

ale in una striscia di terra nella provincia di Reggio Calabria, che va

da Villa San Giovanni a Monasterace, compresa tra l’Aspromonte, il

mar Tirreno e il mar Jonio. Frutto raro e prestigioso, definito l’oro della

Calabria, che per anni ha costituito e - ancora lo è – un momento di

imprenditorialità importante di questa regione. Quando penso al ber-

gamotto, penso a una lunga tradizione del territorio e una ricchezza

del settore agroalimentare di un popolo, che ne ha fatto la sua fonte

di sostentamento. Famoso in tutto il mondo per le sue qualità. Non

adatto da consumare al naturale, ma come aroma ed olio essenziale

che arricchisce la cucina, la profumeria e la farmaceutica. E’ un pro-

dotto assolutamente da scoprire nella sua forma, colore, odore e nei

tanti possibili usi in cucina. Un ingrediente di nicchia che oserei dire

rende la cucina “aristocratica”. Con la sua fragranza agrumata regala

ai piatti un aroma che io definisco esclusivo. L’aroma dell’olio di ber-

gamotto è utilizzato per aromatizzare il the, i liquori, nella pasticceria

e nella gelateria. Nell’ultimo periodo c’è una curiosità maggiore della

cucina intorno a questo ingrediente che trova utilizzo a pieno titolo

in tutto il menu. Io lo consiglio vivamente sia per ricette dolci che per

quelle salate.

Il bergamotto, l’oro del sud a tavola.

www.ilcircolodeibuongustai.net

Page 99: E42 magazine n 5 2014

97

Page 100: E42 magazine n 5 2014

98

Ingredienti per 4 persone:

un l di brodo vegetale*

400 g di tonno fresco

100 g di orzo perlato

succo di un bergamotto o condimento al bergamotto

100 g di funghi champignon

100 g di carote

100 g di zucchine

20 g d’aceto di vino bianco

20 g di peperone

40 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato

pepe nero in grani

sale qb

Per prima cosa passo velocemente l’orzo sotto l’acqua corrente, lo faccio cuocere nel

brodo vegetale e lo porto a bollore: occorreranno circa trenta, trentacinque minuti. Ap-

pena pronto, lo lascio raffreddare nella sua acqua.

Taglio il tonno fresco e già pulito a cubetti molto piccoli, di mezzo centimetro di lato circa,

e li dispongo in una pirofila, condisco con un po’ di sale fino, aceto e metà del succo di

bergamotto: lascio marinare per quindici minuti. Trascorso questo tempo, scolo e tengo

coperto in frigorifero. Pulisco gli champignon che devono essere piccoli e sodi, li lavo col

cappello rivolto verso l’alto, li taglio a cubetti e li salto in padella con dieci grammi d’olio

e, appena pronti, li tengo da parte in un piatto.

Preparo un recipiente con dell’acqua fredda, ghiaccio e il rimanente succo di berga-

motto; lavo le zucchine e ne taglio la buccia a julienne sottilissima per metterla a bagno

in questa soluzione.

Pulisco le carote, taglio anch’esse a julienne (devono assomigliare quasi a dei capellini)

e le aggiungo alle zucchine.

Al momento di preparare l’insalata, scolo bene l’orzo bollito, lo metto in un recipiente

capiente e lo condisco con pochissimo peperone tritato, il tonno, i funghi, le zucchine e le

carote scolate; regolo di sale, se necessario, e aggiungo un po’ di pepe nero macinato al

momento. Termino con un giro d’olio extravergine d’oliva. È una ricetta estiva, valida alter-

nativa ad altre insalate più comuni, oltre che esempio classico di cottura a freddo* perché

tutti gli ingredienti, tranne l’orzo, vengono messi in una marinata di agrumi, aceto, sale

e acqua che produce una sorta di cottura.

Insalata di orzo perlato,

tonno fresco al succo di bergamotto

Il sublime piacere del gusto

Page 101: E42 magazine n 5 2014

99

Quattro zampe e una penna

X favore portami con te

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Page 102: E42 magazine n 5 2014

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Bentornati a FTT ragazzi! Eccomi qui a scrivervi mentre ascolto un po’ di

Muse, organizzo l’uscita di quest’ennesimo Sabato sera e aspetto che

inizi la partita della mia squadra del cuore. Durante le vacanze di Pas-

qua sono stata a Berlino: che città enigmatica, duttile. Non si può dire

sia bella, ecco, almeno “esteticamente” parlando: la definirei industriale,

funzionale, spaziosa. Ha delle strade enormi e soprattutto non vi esiste il

traffico, ci sono pochissime macchine: tutti vanno in bici, sulla metro (con

ampia organizzazione di linee) vi sono vagoni appositi per salire con le

biciclette. Purtroppo non ci sono bei palazzi antichi o angoli caratteris-

tici, tutto è nuovo, del resto è una città interamente ricostruita. Il “Mitte”

(centro) della città è solo geografico: Berlino non ha centro storico, ci si

sposta in metro da quel quartiere conosciuto per qualcosa a quell’altro

conosciuto per qualcos’altro. Potsdamer Platz è un quartiere particolare,

di stampo totalmente moderno: negli anni ‘90, coraggiosamente, si affidò

ad alcuni architetti di costruirvi la “Nuova Berlino”, ed eccovi 3 grattacieli di

varie forme, uno più arrotondato, l’altro triangolare, l’ultimo più comune

e palazzi mastodontici e colorati, ma soprattutto vi si visita il Sony Center:

un complesso di sette edifici in cui predominano vetro e acciaio: al suo

interno comprende una piazza ovale coperta da una spettacolare opera

di architettura e ingegneria: un articolato tetto a ombrello fissato con dei

tiranti a un enorme anello di acciaio che si poggia sugli edifici circostanti.

La spettacolarità dell’edificio, oltre che dall’architettura innovativa, è data

da questo tetto che cambia lentamente colore passando dal rosso, al

verde, al viola, al blu. Un altro quartiere che tenevo a visitare era quello

dello Zoo di Berlino: Zoologischer Garten è il nome della fermata metro

dove sono state fatte le riprese del film ma dove soprattutto si svolsero le

reali vicende narrate in “Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino” di Christiane

F. Mi ha fatto impressione stare lì, specie perchè ho avuto poi modo di

passarci anche la serata dopo aver bevuto qualcosa, e l’atmosfera che

questa città così enorme, industriale, dà a chi passeggia - con questa

metro che invece di passare sottoterra spesso e volentieri la si ritrova

sopra la testa – una sensazione di alienazione e quasi mi arrivava la

percezione di chi non riusciva a trovare un significato alla propria es-

istenza senza finire nel provare qualcosa che andasse “oltre”. Alexan-

derplatz, la celebre, è stata forse quella che mi è piaciuta di meno: l’ho

trovata commerciale, solo bancarelle e chioschi. Grazie al consiglio di un

amico ho passato una serata nel quartiere di Kotbusser Tor, scendendo

all’omonima fermata metro: anche qui davanti agli occhi c’era sempre la

stessa Berlino, eppure la gente era un po’ diversa. Ho capito che era un

quartiere molto giovanile, di impronta un po’ punk un po’ hippie, una San

Lorenzo berlinese diciamo. Il quartiere dello Zoo, sormontato dal palazzo

della Mercedes con il simbolo della casa che ruota in alto, anche era

decisamente giovanile, ma un po’ più desolato e torno a ripetere..alien-

ante, nel suo silenzio. Invece a Kotbusser Tor c’erano molti pub, birrerie,

Susanna Russello

FTTFreeTimeteenagers

In Berlin, by the wall.di Susanna Russello

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localini in legno. Non ho avuto modo di ammirare la porta di Brande-

burgo di notte, e di giorno non mi ha entusiasmata; il museo di Pergamo

rimane uno tra i musei più belli che io abbia visto: capace di trasportarti,

a seconda della sala, avanti e indietro di millenni. Impressionante la zona

del muro, le immagini e la linea di pietre incastonata nella strada che

segue il vecchio percorso del muro, a far riflettere sul fatto che quella

riga oggi è tranquillamente oltrepassabile con un passo. Il quartiere del

Reich è stato visitato a dovere e fantastica ho reputato l’organizzazione,

la costruzione e la visita organizzata al Parlamento tedesco: la cupola

si presenta ultramoderna con il suo design davvero accattivante, e ve

lo dice una che odia il moderno in generale. In ultimo, ho visitato il fa-

moso museo dell’olocausto. “Famoso” dico, in realtà mi sono accorta

che in pochi sanno di cosa si tratti e devo ricordarmi che io lo conoscevo

solamente per un trafiletto che gli regalava il mio libro di antologia: è un

museo progettato dall’architetto Libeskind in modo da far stare male, a

disagio chi lo visita. La temperatura è bassissima, l’intero museo costruito

in pendenza, pavimentazione, pareti e soffitto in nero e l’ordine della dis-

posizione delle sale è caotica: vuole far perdere l’orientamento e simbo-

leggiare la perdita di sé, dei valori, delle certezze. Ci sono sale ove nulla è

esposto ma che si visitano unicamente per la loro architettura: il giardino

dell’esilio, la torre dell’olocausto: cliccatele su internet, quest’architetto è

sregolato. In conclusione devo dire che, come sopra, “bella” non può es-

ser chiamata, ma sicuramente Berlino è una città dalla storia affascinante

ed ha un’atmsofera che cattura. I tedeschi mi sono sembrati tutti cordiali

e allegri; la lingua ha in sé una forza e una consapevolezza di sé impres-

sionante: ho ascoltato musica tedesca nelle piazze e nei pub e mi sono

accorta di come la lingua riesca ad essere dura, a trasmettere allegria e

ad addolcirsi. Ve lo giuro, ho fatto caso a quanto anche il tedesco possa

essere considerato dolce!

Se volete scrivermi a FTT per chiedermi qualsiasi tipo di parere su

ogni aspetto della vostra vita da teenagers inviate una mail a su-

[email protected]. Dai piccoli problemi di cuore ad un con-

siglio per fare un regalo, una sorpresa, su qualche locale per organiz-

zare una festa, posso consigliarvi dei ristoranti o dei pubs con bella

musica, delle palestre attrezzate in cui allenarvi o qualche esercizio

semplice ma efficace da fare in casa (amo il fitness!), io sono qui!

101

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Una lamiera inanimata… da semplice involucro a custode di vita.

Dedicato ai futuri talenti

Questo progetto nasce su richiesta di una ditta specializzata, da

più di trent’anni, in bonsai e piante rare. La committenza desid-

erava ambienti moderni ed originali per esporre e valorizzare le

proprie creazioni. Ho proposto quindi di utilizzare due container,

in parte sovrapposti, collegati da un percorso semplice ed intui-

tivo, fornito di scale e zone di sosta, che permettono l’affaccio

sul giardino verticale, spina dorsale dell’ambientazione esterna

del progetto. Questo giardino è costituito da una struttura in ve-

troresina, che simula una montagnola rivestita di vegetazione e

attraversata da ruscelletti e cascatelle di acqua, che si raccolgono

nel laghetto sottostante, sospinti da appositi motori elettrici op-

portunamente nascosti e schermati. Il primo container, che si

trova al piano terra, è stato privato, quasi per intero, di un lato

lungo; al suo posto sono state inserite quattro grandi vetrate in

plexiglas, che consentono una perfetta illuminazione all’interno

ed una veduta d’insieme ai visitatori che si trovano all’esterno; sui

lati corti sono state lasciate le due aperture originali. All’interno

del container troviamo una serie di espositori di forma modulare,

realizzati in MDF laccato beige, scelti in questo colore perché si

armonizzava bene con il pavimento in Teak e le pareti in lami-

era color ruggine. Sopra agli espositori, trovano posto diversi vasi

contenenti bonsai e piante grasse, tra le più rare in circolazione.

Il secondo container, che si trova al primo piano, poggia in parte

sul primo container e in parte su di una piattaforma di lamiera

che, visivamente, si adagia sulla montagnola rivestita di vege-

tazione ma, in realtà, è sostenuta da una struttura in acciaio; in

questo caso, le due aperture sui lati corti sono state chiuse me-

diante saldatura, mentre sono stati aperti quattro passaggi sui

due lati lunghi; inoltre sono stati realizzati due lucernai, con vetro

in plexiglas, per dare luce all’ambiente e valorizzare i due allesti-

menti più originali, che si trovano subito al di sotto. Entrambi i container sono

stati pavimentati con listelli in legno Teak e le pareti interne sono state trattate

con un agente chimico bicomponente, per stabilizzare il progredire della rug-

gine e al contempo proteggere il visitatore da un eventuale contatto con essa.

Per realizzare questo allestimento ho utilizzato materiali diversi, ognuno con

le sue caratteristiche estetiche e funzionali.

PLEXIGLAS:

materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile. Più trasparente

del vetro, tende ad essere infrangibile a seconda della sua mescola. Proprio

per questo è usato per la fabbricazione dei vetri di sicurezza. Ho utilizzato

questo materiale per le grandi vetrate, per i gradini delle scale, per i grandi

vasi, per le sedute nei punti di sosta, per i pannelli del parapetto e per i divisori

di Filippo Maria Giordani

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trasparenti tra alcune piante nell’interno del container del

piano terra.

VETRORESINA:

tessuto non tessuto (feltro a fibre di vetro orientate cas-

ualmente), impregnato con resine epossidiche termoin-

durenti, che si solidifica dopo la lavorazione per intervento

di catalizzatori e acceleranti. E’ chiamata anche “plastica

rinforzata con vetro”. Ho utilizzato questo materiale per

creare la struttura della montagnola che, rivestita di veg-

etazione, si eleva al centro del laghetto.

PARQUET:

legno di Teak, proveniente dalle foreste tropicali e sub-

tropicali dell’Asia. La scelta è ricaduta su questo legno

perchè, essendo particolarmente duro e stabile, garan-

tisce grande resistenza all’umidità e all’usura da calpes-

tio. E’ molto adatto anche per esterni. Ho utilizzato questo

materiale per i pavimenti di entrambi i container.

MDF:

pannello di fibra a media densità, derivato del legno. I

frammenti di legno (es. scarti) vengono macinati per for-

mare una pasta di fibre utilizzando acqua, vapore o trat-

tamenti chimici. L’impasto viene definitivamente pressato

e compattato per mezzo della Lignina, già presente nel

legno; in caso di scarsità della stessa, si usano adesivi

termoplastici. Ho usato questo materiale per creare gli

espositori modulari, con finitura laccata beige, che fun-

gono da base per i Bonsai al piano inferiore.

Filippo Maria GiordaniProgettista d’interni, arredatore, designer [email protected]

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104104

Alberto Russo, James da Cruz e Simone Pilia, sono i djs con ill maggior consenso di preferenza musicale della giovane clientela del Pomeridiana Jungle@Futurarte

Street La moda e i mestieri

... i giovani che fanno

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t Style nascono dalla strada

di A.M.G.T.

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ballare i più giovani!!!

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Amor, ch’a nullo amato amar perdonaLa posta del cuore di Laura SolariCosì scriveva Dante per dirci che quando si è tanto amati non si può non riamare. Ma è davvero così? Allora vorrebbe dire che quando

non si è amati è perche non si ama abbastanza? Poco sappiamo dell’amore o forse tutto. Difficile spiegarlo, decifrarlo, capirlo e allora

ci siamo inventati una rubrica dove, in versi, proveremo a dare risposte a chi di risposte non ne riesce a trovare perché, in fondo, come

scriveva Emily Dickinson, “Che l’Amore sia tutto quel che c’è, è tutto ciò che sappiamo dell’Amore”.

Se ti senti un pò giùE un consiglio tu vuoiScrivi presto a chi puòRischiarar giorni bui.

Scrivici a: [email protected]

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Volevo scoprire le donne e invece ho scoperto me stesso

Sono alto, bello, single e intelligente, 27 anni, un bel lavoro

ma tutti si chiedono: “perché Marco non trova la ragazza

giusta?” Perché sono gay, ma l’ho capito solo un anno fa.

La mia è una storia per così dire normale: adolescenza, i

primi approcci e rapporti con le ragazze, poi la prima sto-

ria seria durata quasi cinque anni. Da allora, per un po’, ho

vagato tra appuntamenti e storielle ma dentro di me una

voce continuava a dirmi di andare da qualche altra parte,

a me ancora ignota. Poi, un’estate, al mare, l’incontro con

Aldo e un’esplosione d’amore. Non è facile scoprirsi a 26

anni: non lo è per te, per le persone che ti sono acconto,

per i tuoi amici ed è per questo che da un po’ di tempo vivo

in un completo isolamento che non mi fa più frequentare

le mie amicizie storiche ma nemmeno aprire a un nuovo

mondo dal quale sono attratto. So che, prima o poi, rius-

cirò a superare questo momento ma adesso come affron-

tare questo cambiamento che ha sorpreso soprattutto me

stesso?

Marco, Roma

Delle scelte che fai

Rimanere se stessi

Non pensavo sarebbe accaduto proprio a me

A vent’anni non ci pensi, nemmeno li guardi, nemmeno ci

parli con quelli che hanno oltre i quarant’anni: sono lon-

tani dal tuo mondo, dalla tua vita, dai tuoi sogni. Ma con

Riccardo è stato diverso. Lui è un amico dei miei genitori

da quando era un adolescente, praticamente è cresciuto

a casa mia, ho seguito tutto: il suo matrimonio, i suoi figli,

la sua carriera. Quante estati e natali trascorsi insieme,

quante volte mi ha spinto l’altalena da piccola…fino a

quando una sera, durante le festività natalizie, quest’uomo

di 45 anni mi ha baciato e io, da allora, non sono riuscita

più a pensare alla mia vita senza di lui. All’inizio il nostro

amore è stato clandestino, poi lo abbiamo urlato a tutto il

mondo, fregandocene dei giudizi, delle persone che, loro

malgrado coinvolte, avrebbero sofferto, dei miei genitori.

Oggi viviamo insieme, con i miei ho riallacciato i rapporti

ma una voce in fondo ogni tanto si riaffaccia e mi chiede:

“Avrai fatto la scelta giusta?”Marina, Nettuno

Molto rumore per nulla?O forse per tutto?Chissà se facendo una cosaPiuttosto che un altraDistruggiamo un futuroNuovo di pacca

Ma la vita è una serie

Non la sai quella giustaMa la fai con la testaE col cuore aspiranteDi voler stare beneSenza sogni si penteDel suo vivere breve

E la gran differenzaNon è stato un difettoPerche poi l’esperienzaSpesso porta dilettoPerché hai scelto col cuoreCosa c’era da fare

Ora poche domandeChe disturbano dentroCerca di andare avante

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Leggiamo

l progetto Krausdi Franzen Jonathan

“La vera rabbia, la rabbia come stile di vita, mi rimase estranea fino a un pomeriggio di aprile del 1982”. Jonathan Franzen aveva ventidue anni, si trovava in Germania con una borsa di studio ed era diretto a Berlino, dove avrebbe seguito un corso su Karl Kraus. Leggere i saggi dello scrittore viennese, per il giovane Franzen, fu come scoprire un’altra lingua straniera ce-lata all’interno del tedesco. Tra il 1899 e il 1936, attraverso la rivista “Die Fackel”, Karl Kraus si era imposto nel mondo culturale germanofono come il Grande Odiatore, censore della ba-nalità e della manipolazione, fustigatore del giornalismo dozzinale. Ammirato da Benjamin e Kafka, oscuro e criptico, Kraus era nondimeno un profeta lungimirante, e in questo libro Franzen mette in evidenza tutta l’attualità del suo pensiero. Il principale obiettivo polemico di Kraus era la macchina infernale dei giornali, “il disonesto abbinamento degli ideali illuminis-ti con l’incessante e ingegnosa ricerca di profitto e potere”. In modo simile, nota Franzen, nel consumismo tecnologico di oggi, in internet e nei social media, trionfa una retorica umanis-tica fatta di “creatività”, “libertà”, “connessione”, “democrazia” che crea dipendenza e assec-onda i peggiori istinti delle persone (molto di più di quanto non abbiano mai fatto i giornali). Rivisitando la propria passione giovanile, Franzen ne prende in una certa misura le distanze.... € € 19,50 Einaudi - Editore

Segnali di fumodi Camilleri Andrea

Da qualche tempo, Andrea Camilleri lancia dei personalissimi “segnali di fumo”. Sono foglietti di poche righe cui lo scrittore affida, in totale libertà, quello che gli suggerisce l’estro del momento. Ma che cosa “segnala” Camilleri? Intanto, molta partecipazione per le nostre vicende politiche: soprattutto indignazione per l’assenza di etica, la corruzione, la volgarità, il populismo becero, gli insulti di troppi “politici senza onore” che hanno prodotto fame, disoccupazione, scontro sociale, impoverimento del Paese. Poi, il gusto mai perduto del racconto disteso, dell’aneddoto divertente e rivelatore. Il piacere degli incontri con person-aggi del tutto sconosciuti o trattati esattamente alla stessa stregua - famosi come Wislawa Szymborska e il presidente argentino Alfonsìn. Le letture che durano da una vita (Pirandello, Vittorini, Malraux, Philip Roth, Tabucchi) e che suggeriscono alcune sobrie e per niente re-toriche considerazioni sull’arte dello scrivere. Infine, il senso - molto umano, ma mai troppo malinconico - del tempo che passa, dell’età che avanza: “... mettiamola così: il tempo è una giostra sempre in funzione. Tu sali su un cavalluccio o un’automobilina, fai un bel po’ di giri, poi, con le buone o con le cattive, ti fanno scendere.”

€ 14,00 UTET - Editore

Un’ idea di destino. Diari di una vita straordinariadi Terzani Tiziano

“Cosa fa della vita che abbiamo un’avventura felice?” si chiede Tiziano Terzani in questa opera, che racconta con la consueta potenza riflessiva l’esistenza di un uomo che non ha mai smesso di di-alogare con il mondo e con la coscienza di ciascuno di noi. In un continuo e appassionato procedere dalla Storia alla storia personale, viene finalmente alla luce in questi diari il Terzani uomo, il padre, il marito: una persona curiosa e straordinariamente vitale, incline più alle domande che alle facili risposte. Scopriamo così che l’espulsione dalla Cina per “crimini controrivoluzionari”, l’esperienza de-ludente della società giapponese, il passaggio professionale dalla Repubblica al Corriere della Sera, i viaggi in Thailandia, URSS, Indocina, Asia centrale, India, Pakistan non furono soltanto all’origine delle opere che tutti ricordiamo. Furono anche anni fatti di dubbi, di nostalgie, di una perseverante ricerca della gioia, anni in cui dovette talvolta domare “la belva oscura” della depressione. E proprio attraverso questo continuo interrogarsi (“tutto è già stato detto, eppure tutto è da ridire”), Terzani matu-rava una nuova consapevolezza di sé, affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere alla moglie e ai figli, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall’autore stesso. Prefazione di Angela Terzani Staude. € 19,90 Longanesi - Editore

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Cinenews

GodzillaRegia di Gareth EdwardsInterpreti: Ken Watanabe, Aaron Taylor-Johnson, Elizabeth Olsen, Bryan Cranston, Juliette Binoche

L’epica rinascita dell’icona Godzilla della Toho, questa spettacolare avventura, dalla Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures, contrappone il mostro più famoso del mondo alle malvagie creature che, sostenute dall’arroganza scientifica dell’umanità, minacciano la nostra esistenza.Gareth Edwards è il regista di Godzilla, che vede protagonisti Aaron Taylor-Johnson, il candidato all’Oscar® Ken Watanabe, Elizabeth Olsen, la premio Oscar® Juliette Binoche e Sally Hawkins, assieme al candidato all’Oscar® David Strathairn e a Bryan Cranston.Edwards dirige da una sceneggiatura di Max Borenstein e soggetto di David Callaham, ispirato al personaggio “Godzilla”, di proprietà e creato dalla TOHO CO., LTD. Thomas Tull e Jon Jashni sono i produttori assieme a Mary Parent e Brian Rogers.

The English TeacherRegia di Craig ZiskInterpreti: Julianne Moore, Michael Angarano, Greg Kinnear, Lily Collins, Nathan Lane

Linda Sinclair è un’insegnante di letteratura inglese al liceo di Kingston in Pennsylvania. Ha quarantacinque anni ed è irrimediabilmente single. I suoi amori sono i romanzi che ama e di cui cerca di far apprezzare le qualità ai suoi studenti. E’ proprio uno di loro, Jason, che ha tentato, dopo il diploma, di far rappresentare il suo primo dramma a New York che ora torna a casa sfiduciato. Linda legge il testo e convince il collega insegnante di teatro Carl a metterlo in scena con gli studenti della scuola. Gli ostacoli da superare sono numerosi, ivi compreso il padre medico di Jason, che lo vorrebbe iscritto a Legge. Ad aggravare le cose ci si mette anche un sentimento difficile da controllare: la gelosia. Non è mai facile sia per uno sceneggiatore (in questo caso una coppia, Dan e Stacy Chari-ton) che per un regista (che ha una grande esperienza televisiva ma è al suo esordio nel lungometraggio) reggere fino in fondo un film che si presenta come un mix tra commedia e dramma. L’obiettivo viene raggiunto grazie a quell’attrice completa che risponde al nome di Julianne Moore.

Grace di MonacoRegia di Olivier Dahan.Interpreti: Nicole Kidman, Tim Roth, Frank Langella, Paz Vega, Parker Posey.

La storia di Grace Kelly è decisamente una delle più suggestive (ma anche tristi) che Hol-lywood ci abbia mai regalato. Star del grande schermo negli anni Cinquanta (quando vince anche un Oscar), abbandona il mondo del cinema per diventare la principessa di Monaco, per poi morire nel 1982 in un incidente automobilistico. Il regista Olivier Dahan (che ha portato Marion Cotillard all’Oscar grazie al film La vie en rose) racconta la sua storia, basandosi su una sceneggiatura di Arash Amel, per una pellicola prodotta da Pierre-Ange Le Pogam con 15 milioni di dollari di budget. Il film si concentra su un peri-odo molto limitato, ossia sei mesi dell’anno 1962, quando Grace Kelly sposò il Principe Ranieri di Monaco e lo aiutò a difendere l’identità del principato dagli attacchi politici di Charles De Gaulle. La scelta della Kidman come interprete della principessa è arrivata dopo lunghe discussioni di casting.

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le lettere dei lettori di ROMA

Riceviamo sempre e-mail da parte dei nostri numerosi lettori, ne pubbli-

chiamo alcune ringraziando ed invitando tutti a continuare a mandarci

commenti, richieste e perché no, anche critiche, qualora ce ne fossero.

Grazie!

Gilda Tucci

Caro direttore, sono un fedele lettore del vostro magazine e

vorrei esprimere un’opinione riguardo agli sbarchi massivi

che stanno avvenendo lungo le nostre coste del sud. Mi chiedo

come sia possibile che questo governo faccia tanta fatica a

trovare i famosi 80 €, dico 80 non 800, che secondo i nostri

politicanti dovrebbero cambiare la vita di molti e far ripartire

l’economia quando poi spende il nostro denaro, tanto, tanto

denaro per l’operazione mare nostrum. Ho la sensazione che

anche il salvataggio di quei poveretti sia un ottimo business per

molti. Noi intanto dobbiamo fare i conti con la spesa quotidi-

ana e non voglio aggiungere altro per ora. Grazie

A.R.

Gentile direttore, stiamo assistendo ad una sorta di guerra civ-

ile in Ucraina, mi pare indotta per i soliti motivi di interessi.

Vorrei sapere se è giusto da parte degli americani, tedeschi ,

inglesi e a seguire , gli stati “cagnolini “, (nel senso di cagno-

lini che seguono il padrone ), interferire così pesantemente nei

riguardi di uno stato sovrano che ha il sacrosanto diritto di fare

le sue scelte in totale autonomia e libertà . Quanto ci conviene

a noi inimicarci i russi che in fondo sono gli unici che spendono

in questo paese, per assecondare le politiche decise da altri?

un lettore Antonio M.

Caro direttore, mi complimento per la qualità della rivista che

pubblicate e che seguo assiduamente. Trattate degli argomenti

di nicchia assenti in altre riviste di larga diffusione e nome

consolidati, sapete dosarli e un particolare complimento ve lo

sto collezionando …!

Una affezionatissima lettrice di Roma Nord Chiara

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La Parola di PasquinoIl Forum dei Cittadini e delle Istituzioni

di Roma Capitale

Mi chiamo Giovanna, sono una giovane studentessa universitaria

da poco approdata alla specialistica in Lingue e Comunicazione In-

ternazionale di Roma Tre. Da quando ho abbandonato le superiori,

non ho fatto altro che districarmi nel vorticoso percorso universitario,

per inseguire i miei sogni e le mie aspirazioni, sempre con la sper-

anza di catturare, prima o poi, il treno giusto. Penso che la situazione

economica italiana, seppur critica, porti i ragazzi a una migliore con-

oscenza di se stessi: sono consapevoli del fatto di non dover e non

voler scendere a compromessi e accettare sistemi che non sanno

prendersi cura di loro. Quando parlo di non scendere a compro-

messi, mi riferisco alle possibilità di scelta che tutti noi dovremmo

avere. Perché è molto triste pensare di mettere da parte le proprie

aspirazioni e scegliere un percorso in base alle “facoltà più richieste

dal mercato del lavoro”. Sto inseguendo i miei sogni passando ore e

ore davanti a offerte lavorative su internet, in mezzo alla strada, con

il curriculum in mano, per far pesare meno ai miei genitori la scelta

di voler proseguire gli studi. E nonostante questo, nonostante mo-

menti di disperazione, veniamo comunque derisi da chi ci governa,

e appellati come bamboccioni, schizzinosi, e altro. E, invece no. Non

siamo “choosy”, ma “indignados”. Siamo ragazzi perennemente in

corsa per far combaciare università, lavoretti e famiglia. Indignati di

un sistema che non ci fa più credere nelle nostre capacità, nelle nos-

tre risorse. Figli di una società che ti spinge al pessimismo, che non

riconosce i tuoi sforzi, che ti definisce “schizzinoso” quando invece

hai accettato qualunque lavoro come animatrice, babysitter, barista,

cameriera, promoter e non so che altro. Vorrei che qualcuno tra

coloro che ci governa venisse tra noi e ascoltasse davvero le nostre

storie e i nostri bisogni. Vorrei che sapesse che non abbiamo rinun-

ciato a sogni e aspirazioni, nonostante tutto. Ma vorrei anche fosse

consapevole che quello in cui viviamo non è il certo mondo migliore

che speravamo per noi.

Giovanna Pappalettera

La conversazione continua sul Forum La Parola di Pasquino

www.laparoladipasquino.it

Storia di una ragazza di oggi

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[email protected]

Centro per l’impiego Profilo

CPI ROMA CINECITTA’ AGENTE DI VENDITA promoter in stand (settore no profit) per promozione, marketing, gestione gruppo di lavoro, sensibilizzazione e acquisizione donatori per organizzazioni no profitCPI POMEZIA COMMESSO DI BANCO banchista vendita prodotti di salumeria e formaggiCPI ROMA OSTIA ANALISTA PROGRAMMATORE analista programmatoreCPI GUIDONIA MONTECELIO AGENTE DI ASSICURAZIONE junior account - intermediario assicurativo con obiettivo di intraprendere percorso di carriera professionista del mercato assicurativo che evolve verso figura di senior account, tale figura costituisce bacino da cui l’azienda sceglie per sviluppo carriera con contratto di lavoro a tempo indeterminatoCPI POMEZIA COMMESSO DI VENDITA accoglienza clienti, assistenza e vendita, sistemazione merce e cura del punto venditaCPI POMEZIA SALDATORE A SALDOBRASATURA saldobrasatore con esperienzaCPI POMEZIA FRIGORISTA INDUSTRIALE addetto alla riparazione di frigoriferi industriali (parte elettrica - collaudo centrali - trattamento acqua - patentino frigorista)CPI ROMA CINECITTA’ TELEFONISTA ADDETTO AI CALL CENTER PER L’INFORMAZIONE operatore call center out boundCPI PORTA FUTURO PROGRAMMATORE INFORMATICO programmatore c/c++CPI PORTA FUTURO PROCACCIATORE COMMERCIALE il dialogatore è colui che svolge un ruolo cruciale sensibilizzando l’opinione pubblica sulla situazione di milioni di rifugiati; il dialogatore entra in contatto con potenziali donatori in luoghi pubblici o privati con l’obiettivo di acquisire donazioni regolari a lungo termine secondo gli obiettivi indicati da unhcr. il personale verrà inserito nel team del settore della raccolta fondi.CPI GUIDONIA MONTECELIO RESPONSABILE RETE DI VENDITA il candidato ideale ha la responsabilita’ di gestire e coordinare la rete vendita del territorio assegnato. nel dettaglio si occupera’ di pianificare gli obiettivi di vendita, monitorare e affiancare il team commerciale e supportare lo stesso nel raggiungimento del target assegnato all’area. addetto alla rilevazione dei fatti aziendaliCPI VELLETRI IMPIEGATO AMMINISTRATIVO addetto alla rilevazione dei fatti aziendaliCPI ROMA CINECITTA’ CAMERIERI DI ALBERGO commis di sala 6° livello ccnl

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“La società a responsabilità limitata Stile Legno Roma è il nuovo fiore all’occhiello del GAR (Gruppo Abballe Ricci) che nasce a Roma con l’obiettivo di es-pandere le proprie attività imprenditoriali in tutta Italia.

Da oltre cinquant’anni il GAR opera con successo nel settore immobiliare ed è diventato leader in Italia nel campo dell’edilizia residenziale, industriale, commer-ciale e infrastrutturale. Ha realizzato nel corso della sua lunga vita importanti complessi immobiliari, piat-taforme industriali, impianti polisportivi e imponenti opere di urbanizzazione primaria e secondaria.

La passione per la realizzazione di nuove opere, la ricerca di soluzioni eco sensibili ad alto risparmio en-ergetico attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie e l’attenzione continua rivolta alle nuove tendenze sono solo alcune delle qualità che contraddistinguono il GAR.

Con tali presupposti Stile Legno Roma ha intrapre-so il suo grande viaggio nel mondo avvalendosi delle es-perienze maturate dal gruppo, della professionalità dei propri ingegneri, architetti e consulenti tecnici, dalla fase progettuale a quella realizzativa con estrema at-tenzione per i dettagli di qualità. La filosofia della soci-età si fonda sul rispetto del paesaggio e dell’impatto ambientale attraverso studi e analisi del territorio, mantenendo elevati standard di qualità sempre con materie prime selezionate.La società Stile Legno Roma si prefigge di diffondere la qualità e la bellezza dello stile italiano garantendo sin-ergie professionali uniche nei vari settori di attività e mantenendosi altamente competitiva”

StileLegnoRoma - 00155 - Roma Via Delia 75 (La Rustica) Uscita 15 G.R.A. Tel.062290464 - 0622709590 - www.stilelegnoroma.it

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MUSIC WEEKStrumenti musicali in mostraLa bottega dei Maestri Liutai

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In collaborazione con:

vi allieterà con favolosi concerti.Direzione artistica a cura di Lorenzo Tozzi

PRESENTA