E' Africa febbraio 2011 n.1

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CRISTINA NADOTTI NUMERO 1 | FEBBRAIO 2011 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM E AFRICA Essere medici con l’Africa nell’epoca della globalizzazione: le sfide, le opportunità, le nuove frontiere. VIAGGIO NELLA SALUTE GLOBALE

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Bimestrale di informazione di Medici con l'Africa Cuamm

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NUMERO 1 | FEBBRAIO 2011

BIMESTRALEDI INFORMAZIONEDI

MEDICICON L’AFRICACUAMMEAFRICA

Essere medici con l’Africa nell’epocadella globalizzazione: le sfide,le opportunità, le nuove frontiere.

VIAGGIONELLA SALUTE GLOBALE

ÈAFRICAPROPRIETARIOMedici con l’Africa Cuamm

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIA DI REDAZIONEElisa Bissacco

REDAZIONEAndrea Borgato, Dante Carraro,Alice Corinaldi, Serena Foresi,FabioManenti, Luigi Mazzucato,Bettina Simoncini, JacopoSoranzo

FOTOGRAFIEEnrico BossanMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

IMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 3638057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

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Coltivazione di teffin Etiopia.Foto di Cristina Nadotti.

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO MEDICI E AVVOCATI A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS VENTI NUOVI SULL’AFRICAPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

Il dottor Pierluigi Rossanigo, dal 1977 al servizio delle popolazioni del NordUganda, con il Cuamm. In questa foto del 1990 è ritratto mentre svolge attivitàdi Salute pubblica nel distretto di Moroto. Incontriamo le persone nei villaggipiù sperduti e lontani, vacciniamo i bambini, spieghiamo come usare le zanzarierecontro la malaria, insegniamo alle donne a recarsi nei centri di salute o negliospedali più vicini per partorire, in modo da ridurre le probabilità di complicazionied esprimere condivisione, per diffondere buone pratiche di prevenzione.

SALUTEPUBBLICA INNORDUGANDAPIERLUIGI ROSSANIGOVISITAUNVILLAGGIO

DALL’ALBUM DEL CUAMM

1990

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tIaMo aSSISteNdo a UN foRMIdabIle CaMbIaMeNto della geografia della povertà,accompagnato dalla trasformazione dei donatori e dei modelli di cooperazione.Nonostante la recessione e la grave crisi, sono aumentati i paesi donatori (oltre50, anche se alcuni hanno drasticamente ridotto gli aiuti governativi; l’Italia hatoccato il fondo dando nel 2009 un misero 0,16 del Pil relegandosi al penulti-mo posto fra i Paesi ocse). Si sono moltiplicati i soggetti privati e i network cheuniscono le forze per raggiungere obiettivi specifici, come il fondo Globale perla lotta all’aids, tubercolosi, malaria, le fondazioni bancarie, le imprese, gli enti locali. e mentre i “gran-di” continuano a promettere e l’europa a intervenire in ordine sparso, i cinesi si sono mossi, come for-miche operose, con la loro diplomazia del sorriso, basata sul pragmatismo e la non interferenza nelle que-stioni interne dei paesi. «la Cina è l’unico Paese al mondo che esporta tecnologia, uomini e capitaliassieme – ha spiegato il presidente Prodi –, come in algeria dove si sono presentati in 19.000 conse-gnando le case che dovevano costruire, con la puntualità di un orologio svizzero». e tutto questo, men-

tre continuano a morire ogni anno 265 mila mamme e 4,5 milionidi bambini, solo in africa sub-Sahariana. È in tale scenario che dob-biamo ritrovare il senso e lo stile del nostro cooperare a fianco e coni più poveri. Sono alcune delle riflessioni emerse durante il convegno“africa, tra europa e Cina” che abbiamo proposto, lo scorso 12 feb-braio a Padova, in collaborazione con l’Università e il Comune. Unmomento intenso, partecipato, vivo. Si sono stretti intorno a noi il

vescovo Mattiazzo, il sindaco Zanonato e il rettore Zaccaria, ma anche molta gente comune, desiderosadi affrontare, in profondità e con passione, temi che riguardano milioni di persone. Quelle più poveredel Sudan, che hanno il coraggio di mollare tutto per ritornare al Sud “solo” per votare. È storia di que-sti giorni, quella del Sud Sudan che ha scelto la strada dell’indipendenza. I primi di febbraio sono statiresi noti i risultati dello storico referendum. Quasi il 99% della popolazione ha deciso per la libertà dalNord. «Il sogno coltivato 50 anni, mezzo secolo di guerre, intervallato da pochi anni di pace, si sta rea-lizzando – si legge nel Sole 24 ore del 15/01/2011 –. I sudanesi del Sud la chiamano “the long way tofreedom” (il lungo cammino verso la libertà). Una “rivolta” paziente, pacifica, tenace, inestirpabile ver-so l’indipendenza. Il cammino sarà ancora lungo e faticoso: il Sudan del Sud, a maggioranza cristianae animista, è un paese la cui economia è in ginocchio, senza strade asfaltate, luce elettrica, acqua cor-rente. Il Sudan del Sud resta un paese senza sbocchi sul mare, senza infrastrutture che importa tutto enon produce quasi nulla al di là del petrolio. Già, il petrolio. Per il governo di Juba è la linfa vitale, rap-presenta il 98% delle sue entrate. È vero, il Sud del Sudan produce almeno i 2/3 dell’estrazione nazio-nale. Ma se vorrà trasportarlo dovrà usare gli oleodotti del Nord. Se vorrà raffinarlo in benzina dovràricorrere agli impianti petrolchimici del Nord, e se vorrà esportarlo dovrà farlo da Port Sudan, che ap-partiene al Nord, arabo e islamico. Senza un accordo con Khartoum il futuro è cupo».

Ci sarà da costruire tutto, strade, scuole, ospedali, ponti, tutto eccetto “la voglia di essere nazione”.Un desiderio così forte e vero che ha molto da insegnare a noi, che abbiamo un estremo bisogno diriprendere il cammino verso la libertà e la giustizia.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

IL CORAGGIO DI SCEGLIERENUOVE STRADE DI GIUSTIZIA E DI LIBERTÀ

EDITORIALE

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In un contesto in continua evoluzione,quali sono le nuove sfide per la cooperazioneallo sviluppo? Molto possiamo imparareproprio dalle popolazioni che desideriamoaiutare.

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FOTONOTIZIA

Con il referendum delloscorso 9 gennaio,il SudSudan ha sceltol’indipendenza dal Nord.Nonostante il pericolodi sommosse e disordini,i nostri medici sono rimastiaYirol e Lui, negli ospedali,a continuare il loro lavoro.Così scrive Enzo Pisanidall’ospedale di Yirol.«Sono arrivati i “returnees”da Karthoum, o Idp(Internal displace people)come preferisce chiamarliasetticamente l’Onu. Gentefuggita dalla guerra e dallamiseria del Sud decined’anni fa, che è riuscita afarsi una minima posizionenel Nord del paese e cheora ritorna nel Sud conla lettera maiuscola, cioènel nascente nuovo paese.Lì al Nord hanno lasciatotutto, impiego, salario,sicurezza sociale, amicizie,scuole, sanità, tutto trannequattro masserizie caricatesui camion del governo(del Sud); ora 200 di lorosono accampati in unascuola fatiscente, qui aYirol, mangiano dai propririsparmi che si esaurirannoin fretta, dormono sottolamiere bucate o assenti,cercano un lavoro che nonc’è, caricano acquada un pozzo insufficientee aspettano la nostra clinicamobile per raccontarcii loro malanni. Ma sietefelici? Incredibilmente mihanno detto di sì, senzaesitazioni e senza formalismipolitici, convinti fino infondo che questa è la loroterra, questa la loro storia,questo il loro destinodi disgraziati, sicuri cheil domani sarà miglioree, pazienza, se l’oggi faquasi rimpiangere ieri».http://anordest.corrieredelveneto.it

SUDSUDANNASCE UNNUOVO STATO

Gioia per il voto.

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FOTONOTIZIA

Abbattuti i governidi Tunisia ed Egitto.Scricchiolano le dittaturedi Siria, Libia e Yemen.Disordini anchein Marocco, Giordaniae Iran. Il 2011è cominciato all’insegnadelle rivoluzioni dalbasso, di insurrezionie rivolte contro ingiustiziepolitiche e sociali,in diversi Stati delMediterraneo.In Egitto la rabbia, covatae alimentata anche dallenuove forme dicomunicazione, Twittere Facebook, ha portatoalla grande giornatadi mobilitazione cheha visto più di un milionedi persone scenderein strada. La “marcia delmilione” si è svolta senzagrossi incidenti, mail movimento di protesta,iniziato il 25 gennaio,è costato la vita a diversepersone e circa 800 sonoi feriti che si contanoai primi di febbraio.Nonostante le dimissionidi Mubarak, avvenutelo scorso 11 febbraio,i disordini non cessanoe la situazione diventasempre più instabile.E nel frattempo, nellecoste italiane una nuovaondata di immigrati mettein crisi il paese: in pochigiorni sono sbarcate5.000 persone.Ed è di nuovo emergenza.

MEDITERRANEO:UN INIZIOBURRASCOSO

La “marcia del milione”,25 gennaio 2011, Il Cairo.

NtRato IN Modo INSISteNte nella vita enel linguaggio di noi tutti, il termine“globale” ci riguarda più da vicinodi quanto possiamo pensare. Si par-

la di economia globale, di commercio glo-bale, di comunicazione globale. Come me-dici abbiamo provato ad avvicinare questoaggettivo alla parola “salute”. Che cosa è lasalute globale? Vuol dire che il fenomenodella cosiddetta “globalizzazione” coinvolgein modo significativo anche la dimensionedella salute. Infatti oggi la speranza di vitaalla nascita è di circa 82 anni in Giapponee di 34 anni in Sierra Leone. Che la proba-bilità di morire di una persona tra i 15 e i

Concluso il progetto “L’operatore sanitario qualepromotore e avvocato della salute globale”, Me-dici con l’Africa Cuamm traccia un bilancio diquanto realizzato e stimola comportamenti piùconsapevoli nei giovani medici.

60 anni è di circa l’8% in Svezia, di oltre il46% in Russia e di oltre il 90% in lesotho.

Secondo l’organizzazione mondiale del-la sanità, la salute globale è la salute intesacome diritto umano fondamentale, un di-ritto collegato allo sviluppo sociale ed eco-nomico, al contesto complessivo in cui unindividuo è inserito. essa implica che a tutti,nel mondo, sia garantita l’assistenza sanita-ria di base.

Medici con l’africa Cuamm, che da ses-sant’anni è sul campo per il rafforzamentodei sistemi sanitari nei paesi africani, siimpegna per combattere le diseguaglianzepresenti nella salute e nell’assistenza sani-taria, in africa. al tempo stesso, in Italia,ha dato il via a una serie di iniziative persensibilizzare le persone e, soprattutto, percoinvolgere il mondo universitario, in mo-do che i giovani medici imparino a con-frontarsi con questa nuova dimensione.

IN PRIMO PIANO

DI ELISA BISSACCO

«Tutti i professionisti della sanità devonoadoperarsi affinché i servizi sanitari sianomeglio attrezzati per raggiungere i gruppipiù svantaggiati ed emarginati della società,rimuovendo le molteplici barriere cheimpediscono l’accesso alla consulenza,alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura»(How doctors can close the gap? - documentodelle principali associazioni medichedel Regno Unito).Un modo per agire in questo senso, anchequi in Italia, è quello di sensibilizzarel’opinione pubblica e di generare pensieroe buone pratiche.

Guardare oltre i confini del proprio paese. Aprirsia nuove esperienze e orizzonti. Conoscere le causedelle grandi diseguaglianze in salute che siperpetuano nel mondo. Essere un buon medico oggi,anche qui in Italia, significa non solo saper curarebene un malato, ma conoscere il contesto in cui essoè inserito. Vuol dire avere la consapevolezza chela salute ha assunto una dimensione “globale”,che ci rende tutti responsabili, ciascuno nel proprioambito, dei comportamenti che scegliamo di tenere.

MEDICI E AVVOC

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UNMODO“NUOVO”DI ESSEREDOTT

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Sono all’ordine del giorno temi quali la sa-lute e i suoi determinanti; l’origine e lo svi-luppo dei sistemi sanitari; la globalizza-zione e la salute; l’immigrazione e lasalute. Si tratta di diffondere e replicareesperienze come quella di Giorgia Sist.Una giovane di 25 anni, studente di medi-cina di Udine, appena tornata da Wolisso,in etiopia, dove ha trascorso un mese nel-l’ospedale San luca per “imparare, facen-do”, da uno dei progetti di Medici conl’africa Cuamm. Una giovane che presto

sarà medico e che della sua esperienza diafrica porta a casa: «curiosità per un mon-do nuovo; ammirazione per le persone chesi dedicano, con rispetto umano, all’altro;sorpresa nel rendersi conto che, guardan-do un volto, si può capire molto; profondovuoto per una vita spezzata; voglia di tor-nare a casa e impegnarmi con scelte eazioni concrete e consapevoli per ridurrele diseguaglianze evidenti». In questo nuo-vo scenario si inserisce la Riisg, la Rete ita-liana per l’insegnamento della salute glo-

Per analizzare questo contesto di crescenteglobalizzazione, Medici con l’Africa Cuammlo scorso 12 febbraio, a Padova, ha proposto“Africa tra Europa e Cina. Qualecooperazione internazionale oggi”, unincontro con Romano Prodi, consulente Onue professore alla Ceibs (China EuropeInternational Business School) a Shanghai.

CATITORI

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non solo sulle cause prossime della malat-tia, ma anche sulle cause delle cause».

da queste profonde convinzioni è nato“l’operatore sanitario quale promotore eavvocato della salute globale”, un progettodi Medici con l’africa Cuamm, realizzatograzie al sostegno e alla preziosa collabora-zione della fondazione antonveneta.

«tre corsi per studenti di medicina,presso le università di Udine, trieste e Pa-dova; tre giornate di formazione per i “for-matori”, nella sede del Cuamm. docentiuniversitari ed esperti nell’insegnamentodella Salute globale si sono confrontati suquesti temi, sulle metodologie di insegna-mento e di valutazione didattica.

Punto di forza è stato lo scambio diesperienze tra docenti esperti e coloro chesi trovano all’inizio del loro percorso acca-demico – queste alcune delle attività rea-lizzate nel corso del 2010, racconta Fran-cesca Bacchin del Cuamm –. e ancora:quattro corsi di formazione continua, incollaborazione con le aziende sanitarie, leUssl e gli ordini dei medici di trieste, Co-negliano e Vicenza. Il supporto al “Proget-to Wolisso” in accordo con il Sism (Segre-tariato italiano studenti di medicina), perpromuovere la partecipazione a brevi pe-riodi di esperienza al San luca di Wolisso,in etiopia».

Si rinnova ancora una volta l’originarioinvito “andate, curate gli infermi”, da cuiparte l’avventura del Cuamm, per formarepersonale sanitario per i Paesi in via di svi-luppo.

oggi, nell’epoca della globalizzazione,l’avventura abbraccia altre sfide.

IN PRIMO PIANO

bale, composta da diversi attori del mondoaccademico, del privato sociale, da realtàassociative studentesche e non, che metteal centro della sua attenzione la salute glo-bale e l’impegno quotidiano di ciascun me-dico per diffondere buone pratiche in que-sto ambito.

«l’insegnamento sulla salute globale– spiega Gavino Maciocco, professore deldipartimento di Sanità pubblica dell’Uni-versità di firenze e membro della Rete –rappresenta un’opportunità unica per lefacoltà di medicina, perché conduce gli stu-denti (e gli stessi docenti) a interrogarsi

A FORMAZIONE SUL CONCETTO DI SALUTE GLOBALE è uno strumento essen-ziale perché i medici di domani possano affrontare meglio le sfide diun contesto complesso, sempre più interculturale e interdipendente.È un modo per promuovere il diritto alla salute, invitando le personead assumere atteggiamenti più consapevoli e chiedendo l’elabora-zione di politiche sanitarie più eque.

In quest’ottica si inserisce il progetto “L’operatore sanitario qua-le promotore e avvocato della salute globale”, sostenuto dalla Fon-dazione Antonveneta, che si è occupato, nell’arco del 2010, di pro-muovere esperienze pratiche, per gli studenti di medicina del V e VI

anno, nei progetti di Medici con l’Africa Cuamm. Frutto di un accor-do esistente tra Medici con l’Africa Cuamm e il Segretariato italianostudenti di medicina (Sism), grazie a questa iniziativa, ogni mese,due studenti vengono ospitati nell’ospedale San Luca di Wolisso, inEtiopia, dove hanno la possibilità di svolgere un tirocinio nell’ambi-to dei progetti di cooperazione sanitaria internazionale.Ma l’impegno non finisce qui! Per far crescere consapevolezza e buo-ne pratiche Medici con l’Africa Cuamm ha bisogno di continuare arealizzare sul campo progetti mirati alla salute dei più svantaggiati.Vedi la fotografia aggiornata a pag. 19.

UNPROGETTOCHE CONTINUA

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Villaggio, Etiopia.

FLASH DALL’AFRICA

ANGOLALOTTA CONTRO LA TUBERCOLOSI

2011-2016: altri 5 anni di impegno nella lotta controla tubercolosi, in Angola. È stato infatti firmatodi recente il nuovo accordo tra Medici con l’Africa

Cuamm e il ministero dellaSalute angolano perun impegno che riguarderàtutte le diciotto provincedel paese. È ancora unavolta segno di stimae apprezzamento, da partedel governo, verso l’operatodi Medici con l’AfricaCuamm che dal 2002si dedica a implementare

questa attività. Il progetto ha come obiettivi l’aumentodella qualità, l’ampliamento dei servizi disponibiliper la cura e il miglioramento dell’assistenzaai pazienti co-infetti da tubercolosi e Hiv. La lottaalla Tb è uno degli Obiettivi del Millennio più difficilida raggiungere. Da una recente stima dell’Onu, infatti,la situazione vede una generale diminuzione del tassodi diffusione, eccetto che per i paesi dell’Africasub-Sahariana dove si è passati da 300 casi ogni1.000 persone nel 1990, a 490 casi su 1.000nel 2008. Saranno quattro le persone impegnatenel progetto per formare tecnici di laboratorio,infermieri, supervisori locali che possano recarsinei villaggi e realizzare le attività previste.

SIERRA LEONEIL CUAMM ESPLORA NUOVE FRONTIERE

Un nuovo paese, altri orizzonti, una sfida chesi rinnova. Nel mese di marzo don Dante Carraro,direttore dell’Ong, Giovanni Putoto e Fabio Manenti,

del Settore progetti, si sonorecati in Sierra Leone peresplorare la possibilitàdi dare il via a un nuovointervento in Sierra Leone.Affacciata sulla costadell’Oceano Atlantico,nell’Africa occidentale,la Repubblica della SierraLeone dal 1991 al 2001è stata teatro di una

durissima guerra civile causata da instabilità politicae forti interessi economici.Con un Indice di sviluppo umano tra i più bassial mondo (è al 158° posto su 169 paesi)e la mortalità materna e infantile tra le più alte (unadonna ogni otto rischia di morire per complicazionidovute al parto e un bambino ogni dodici muore,prima di compiere un anno), la Sierra Leone ha datoavvio a una nuova politica che garantisce accessogratuito alle cure per le donne incinte e per i bambinisotto i cinque anni. Si stima che 1,2 milioni di madrie bambini beneficeranno dell’iniziativa. Portare avantiuna sfida così impegnativa sarà sicuramente difficileper un paese tanto povero che avrà quindi bisognodel supporto internazionale.

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9 GENNAIO 2011YIROL, SUD SUDANCosì Enzo Pisani ci scrive da Yirol, Sud Sudan.

Carissimi,il grande giorno è arrivato, anche se qui a Yirol in fondo è uguale a tutti gli altri.È domenica, prima tutti a messa, cioè due ore a cantare e danzare e poi in fila per il voto, fileordinate, neanche tanto lunghe, abbastanza silenziose, di gente abituata da sempre adaspettare e allergica all’ansia ed alla fretta. Le ragazze hanno i capelli a lucido, i vestiti piùnuovi, ma era anche così domenica scorsa.Nessuna efficienza, tutto lentissimo, sembra la celebrazione di un rito, passaggi infiniti eripetuti, in fondo non si sceglie niente. Nessuno “sceglie” secessione, solo ognuno confermaquello che da sempre ogni sudanese sa: che il sud è troppo lontano da Karthoum ed è piùvicino all’Africa.Alla fine l’indice della mano destra resta tinto di blu, sarà il segno che hai votato e per unasettimana non va via, fino a che anche il referendum sarà passato; e polvere e ventotorneranno a cantare la certezza di una vittoria che sembra una scommessa con l’impossibile.Ci sarà da costruire tutto, strade, scuole, ospedali, ponti, meno che la voglia di essere nazione.Che è quella che manca a noi che invece abbiamo tutto.In ospedale nessun infermiere al lavoro, colpa del referendum? Forse, ma anche domenicascorsa è stato uguale e domenica prossima magari pure. Il diritto al lavoro è sacrosanto, ildovere al lavoro è ancora un’utopia, specie quando è festa.Ed allora riaffiora il nostro vecchio peccato: “loro” sono fatti così.Ma chi sono loro? Diceva Kapuscinski che il «razzismo, da quando ha smesso di esseredivisione di classe, è rimasto come pregiudizio culturale e come tale si è consolidato».Loro sono i non noi e abbiamo bisogno di ripeterlo per ricordarci che essere orgogliosi di noistessi è quasi un contributo alla salvaguardia della specie occidentale in estinzione.E lo è ancora di più qui a Yirol, dove essere bianco è sicuro che sei straniero, ma esserestraniero non è sicuro che sei bianco: perché gli immigrati ugandesi, somali, etiopi, kenianisono tanti e quindi avere tanti colleghi neri che non sono “loro” ci mette ansia.Vogliamo ricordarci a tutti i costi che siamo buoni, bianchi, bravi, efficienti, sviluppati,intelligenti e orgogliosi di noi stessi: ma è roba marcia, credetemi, il vero orgoglio è quello diquesti bellissimi Dinka, che si sentono nazione senza bisogno di inventare un “loro” al difuori.ciaoEnzo

VENTI NUOVISULL’AFRICA

FOCUS

to le prime vere elezioni democratiche del-la sua storia. C’è stata un’infinità di pro-blemi, contestazioni, rinvii, violenze dipiazza, ulteriori morti. tra il primo e il se-condo turno di queste contestate presiden-ziali sarebbe dovuta passare qualche setti-mana e invece ci sono voluti oltre quattromesi. Ma alla fine un nuovo presidente c’è,riconosciuto da tutti, e non era neppure ilfavorito.

Secondo, la Costa d’avorio. Qui le ele-zioni presidenziali di fine 2010, che avreb-bero dovuto aiutare il Paese a voltare pa-

gina facendolo uscire dalunghi anni di tregua ar-mata, lo hanno invecefatto riprecipitare sul-l’orlo della guerra civile.Ci sono al momento duepresidenti che rivendica-no entrambi piena legit-timità e non si sa comevenirne fuori.

la conclusione è sem-plice: a differenza di quan-to accade nelle nostredemocrazie mature, inafrica “elezioni” e “de-mocrazia” non sono ne-

cessariamente sinonimi. talora le elezioniportano instabilità e conflitto; talaltra la de-mocrazia si afferma malgrado, e non graziea, un processo elettorale manipolato e cor-rotto. talvolta, perché ci sia vera democra-zia, è meglio aspettare a convocare il popo-lo alle urne; in altri casi può essere invecetroppo tardi. In africa insomma la democra-zia sta ancora cercando la sua strada, chenon sempre coincide con il mettersi in codadavanti a un seggio elettorale. anche se, co-me ebbe a dire Winston Churchill, non s’èancora trovato un metodo migliore. E

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DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

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firmata dal suo “Political Risk Correspon-dent” (che qualifica!), troviamo a propositodella situazione egiziana la seguente affer-mazione: «la maggior parte degli esperticonsidera scarse le probabilità di moti so-ciali». ora sappiamo che “la maggior partedegli esperti” si sbagliava.

Guardiamo ora per un attimo a due av-venimenti elettorali africani dell’anno pas-sato, prima di giungere alle conclusioni chesi impongono. Primo, la Guinea. dopo uncolpo di Stato costato centinaia di vite e ri-masto senza domani, il paese ha affronta-

UeSto 2011 È aNCoRa aGlI INIZI Ma giàpossiamo iscriverlo negli annali del-la storia africana come l’anno dellaGrande Vertigine democratica. Il suo

calendario è infatti straordinariamente fittodi elezioni, soprattutto presidenziali, ma an-che parlamentari, ai quattro capi del conti-nente. dalla Repubblica Centrafricana allaNigeria, all’Uganda, al Madagascar, passan-do per il burkina faso, la Repubblica demo-cratica del Congo, lo Zambia, lo Zimbabwe.Senza dimenticare le amministrative suda-fricane e soprattutto lo storico referendumdel Sud Sudan, che ha trionfalmente aper-to questa eccezionale carrellata elettoraleinaugurando un futuro di esaltanti speran-ze e di allarmanti incognite nel cuore del-l’africa.

Come sappiamo, il vento democraticoha preso a soffiare veemente anche altrovenel continente, senza aspettare l’aperturadelle urne. la “rivoluzione del gelsomino”in tunisia ha imposto in pochi giorni la cac-ciata dell’uomo che la governava con pugnodi ferro da quasi un trentennio, relegando-ne il nome nelle cantine della storia. Il ca-so egiziano, ancora aperto nel momento incui scriviamo queste note e sospeso traun’autentica possibilità di cambiamento eil baratro di uno spaventoso bagno di san-gue, è il più significativo ai fini del nostrodiscorso. lì, infatti, le elezioni presidenzia-li erano già in calendario per la secondametà dell’anno. evidentemente per le mas-se che a fine gennaio hanno invaso piazzatahrir chiedendo a milioni un cambiamen-to immediato, si trattava di un’attesa troppolunga. Soprattutto, il rito elettorale non eraconsiderato né “free” né “fair”. In una lungaanalisi messa in rete dalla stimabilissimaagenzia Reuters un mese esatto prima del-la rivolta egiziana, il 21 dicembre 2010, e

Q In Africa la democrazia staancora cercando la suastrada, che non semprecoincide con il mettersiin coda davanti a un seggioelettorale. Anche se, comeebbe a dire Winston Churchill,non s’è ancora trovatoun metodo migliore.

Johannesburg, Sudafrica.

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FOCUS

L’anno elettorale dell’Africasi è inaugurato il 9 gennaiocon il referendum perl’autodeterminazione delSud Sudan, che ha sancitola separazione dal Norde la nascita, a metà anno,di un nuovo Stato. Subitodopo, a fine gennaio,erano in programmale presidenziali nellaRepubblica Centrafricana,afflitte da problemi cosìgravi da spingere numerosicandidati dell’opposizionea minacciarne il boicottaggio.

Di grande importanzal’appuntamento del 9 aprilein Nigeria per la sceltadi un nuovo presidente.L’elezione di GoodluckJonathan, succeduto al suopredecessore che è mortoa metà mandato,altererebbe la tradizionalealternanza tra leader delnord e del sud del paese.La prova delle urne aspettaanche il presidentedi un altro paesericchissimo di materieprime e in situazione nonmeno critica, cioè JosephKabila della RepubblicaDemocratica del Congo.

In Uganda Yoweri Musevenipotrebbe rivelarsi un altroMubarak: le elezioniconvocate per quest’annodovrebbero confermarequesto presidente diventatosempre più un autocrate,ma non è detto che gliugandesi siano d’accordo.E poi Burkina Faso,Madagascar, Zambia,Zimbabwe, Sudafrica…

Campagna elettorale,Nairobi, Kenya.

SCHEDAPER CAPIRE

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GGETTI COME MEDIATORI del nostro rapportocon l’Africa. Gli antropologi GiovannaParodi da Passano e Ivan Bargna nehanno raccolti 300, opere in gran parteinedite e appartenenti a collezioni privateitaliane, per la prima volta raccolte in unpercorso espositivo aperto al pubblico.Fino al 5 giugno, Palazzo Ducaledi Genova e Castello D’Albertisospiteranno “L’Africa delle Meraviglie.

Arti africane nelle collezioniitaliane”, una mostra chesi avvale dell’eccezionalecollaborazione di Marc Augée che pone l’accento sullamaterialità e la tatticità deglioggetti d’arte africani. Nellospazio espositivo le istallazionidell’artista Stefano Arienti

accompagnano le opere creandoun percorso emotivo lungo il qualeil visitatore può rapportarsi di voltain volta agli oggetti in modo immediato.I curatori della mostra genovese hannorinunciato a vetrine o apparati chediminuiscono l’intimità con le opere:statuette lignee, maschere, feticci sonoesposti allo sguardo nella loro fisicità, perrisvegliare la meraviglia così come hannorisvegliato la curiosità dei collezionisti.Il tentativo è quello di restituire all’arteafricana la possibilità di raccontarsisenza filtri, scostandosi dalla tradizionaledefinizione di “arte primitiva”, con laconsapevolezza tuttavia che l’Africa, chei collezionisti hanno conosciuto, è solouna delle tante possibili, e dice qualcosasia di chi guarda che di chi è guardato.A Palazzo Ducale chiude la mostra unasala che ospita tre video girati a Bandijounnegli altopiani camerunesi, e cherovescia la prospettiva documentandoil collezionismo africano: quello di uncapo tradizionale, quello del direttoredi un museo locale e infine quello di unapersona facoltosa e cosmopolita, unuomo politico e professore universitarioche accompagna i visitatori nella suavilla mostrando gli oggetti raccolti in unavita. Alla fine l’impressione è quelladi una molteplicità di sguardi che siintersecano, in un percorso che nonplaca la curiosità per l’Africa.

DOVE & QUANDOFino al 5 giugno, Palazzo Ducalee Castello D’Albertis, Genova.INFOtel. 010.5574065 e 010.2723820www.palazzoducale.genova.it

AI PENSATO DI CONOSCERE l’Africa…mangiando? In Italia sono reperibiliormai diversi libri per imparare acucinare come si fa “a sud del Sahara”.È una vera enciclopedia “Africa.Un viaggio gastronomico attraversoil continente nero in trecentonovantapiatti” di Dikko Sankara, che esploral’Africa da nord a sud e da est a ovest,alla scoperta delle culture e delleusanze di centinaia di popoli, riassunte

nel loro rapportocon i cibi, nellascelta degliingredienti, nelmodo di cucinare,in un rapportocostante conl’ambiente cheli circonda. Il libro

propone ricette fattibili con ingredientifacili da reperire, di zuppe, carni,pesce, verdure e contorni, desserte bevande. Per qualcuno dei tanti paesidi questo viaggio si suggerisce comepreparare e allestire un pranzocompleto, con la sistemazione dellatavola, il caratteristico modo di riceveregli ospiti e di servire, il contornodi colori e di profumi locali.Edizioni Dell’Arco, che pubblica anchela rivista sull’immigrazione “Come”,propone “L’Africa nel piatto”, un libroagile che illustra diciassette ricettetipiche di sette paesi dell’Africasub-Sahariana: Camerun, Congo, Costad’Avorio, Ghana, Nigeria, Senegale Sudan. Ciascun paese e le sue ricettecorrispondono a un incontro, avvenutoin Italia, con chi da lì viene davvero.Un libro pieno di uomini, donnee sapori, per conoscere meglio l’Africae imparare ad assaggiarla. Le ricettesono illustrate passo a passo, così comele ha viste preparare l’autore,che non è uno chef professionista,ma un normale cuoco di casa.

I TITOLIPiersandro Pallavicini, “L’Africa nelpiatto”, Edizioni Dell’Arco, pp. 96.Dikko Sankara, “Africa. Un viaggiogastronomico attraverso il continentenero in trecentonovanta piatti”,Mimesis, pp. 283.AAVV, “Le ricette di pappamondo:Cucina del Senegal e dell’Africa nera”,Ed. Terre di Mezzo, pp. 76.

MOL SUDAN VIVE UN MOMENTO CRUCIALE dellasua storia, dopo il referendum delloscorso gennaio che si è conclusocon la scelta da parte dei sud sudanesidi separarsi dal Nord. Un nuovo libroracconta con il linguaggio crudo, a voltedissacrante, dei fumetti, la storia di unpopolo fiero e coraggioso e la bellezzadi un paese violentato dall’odio e dalleguerre, che vuole ritrovare se stesso.“Diario di un viaggio in Sudan”, editodalla Emi, nasce dall’incontro frala Scuola Internazionale di Comics e“Cesar”, la Onlus che sostiene l’opera

di monsignor CesareMazzolari, vescovodi Rumbek in Sudan.Le tavole sono staterealizzate dagli studentidell’Accademia italianadi arti figurative e digitali,aiutati da docenti e“nomi famosi” del mondodei fumetti italiano.Pagina dopo pagina

il lettore scopre le bellezze e gli orroridi una realtà neanche immaginabile.I fumetti riescono a far emergereil fermento profondo e inarrestabileche attraversa oggi il Sud Sudan, in cuiha preso vita il progetto di costruzionedella prima scuola per insegnanti, che“Cesar” sta realizzando. Il ricavato dellibro, che sarà distribuito in tuttele librerie d’Italia e potrà anche essereacquistato online attraverso “Cesar”,servirà proprio a sostenere il progettodella scuola.

IL TITOLOAAVV, Diario di un viaggio in Sudan,Emi, pp. 112.INFOwww.cesarsudan.org

SEGNA IN AGENDA

SGUARDIL’AFRICA DELLE MERAVIGLIE

CULTURAL’AFRICA NEL PIATTO

ARTEIL “NUOVO SUDAN” A FUMETTI

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LTRE ALLA POLITICA, una serie di eventiimportanti segnerà il 2011 africano:il Forum sociale mondiale a Dakarin febbraio, il World Economic Forumon Africa in giugno e in settembregli All Africa Games, le “olimpiadi”panafricane che si svolgeranno a Maputo,in Mozambico. È infine attesa da milionidi cattolici africani la seconda visitanel continente di Papa Benedetto XVI,che avverrà a novembre in Benin.È inoltre un anno ricco di scadenzeelettorali quello che attendeil continente africano. Dopo l’agognatoreferendum per l’indipendenza del SudSudan, nel 2011 andranno alle urneper le presidenziali tre “giganti” delcontinente: la Nigeria il 23 aprile,l’Egitto a settembre e la RepubblicaDemocratica del Congo il 27 novembre.L’Uganda, segnata nel 2010 da dueattacchi terroristici di stampo islamista,andrà a votare per il primo turno delle

presidenzialiil 12 febbraio.Si vota perscegliere ilpresidentein Benin, chel’Onu ha definito

uno dei paesi più democratici dell’Africaoccidentale.Non è così per il Ciad, il cui presidenteIddris Déby si ricandiderà alle elezionidell’8 maggio.Tra gli Stati che negli ultimi anni hannofatto passi avanti verso una buonagovernance c’è la Liberia: a ottobresi ricandiderà per il secondo mandatoEllen Johnson-Sirleaf, per ora unicadonna presidente dell’Africa.Nel Nord Africa, dopo le contestateelezioni parlamentari del dicembre2010, l’Egitto torna al voto per lepresidenziali in settembre. Il paesedeve fare i conti con la pesante ereditàdi Hosni Mubarak e con le frangefondamentaliste che hanno ripreso vigore.

TRE EVENTI DA SEGUIREA giugno: World Economic Forumon Africa dove si decidono le politichecommerciali che influiscono sulla vitadi tutti gli abitanti del continente.A settembre: gli All Africa Games,le “olimpiadi” africane che si svolgonoa Maputo.A novembre: il viaggio del Papain Benin.

OINAGENDA2011, ANNO DI ELEZIONIPER L’AFRICA

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

BENEDETTO XVI TORNERÀ in Africa. Dal 18al 20 novembre si recherà in Benin.Sarà il suo secondo viaggio apostoliconel continente. La prima volta, nelmarzo 2009, aveva visitato Camerune Angola, per presentarel’“Instrumentum laboris” in vista delsecondo Sinodo dei vescovi per l’Africa,che si svolse nell’ottobre dello stessoanno in Vaticano.Il viaggio in Benin continua idealmentequesto percorso, infatti il Papaconsegnerà ai vescovi l’esortazioneapostolica frutto del sinodo, che serviràda guida pastorale alla chiesa africananei prossimi anni per mettere in praticail tema sinodale: “La chiesa al serviziodella riconciliazione, della giustiziae della pace”.Il viaggio apostolico, il cui carattereprincipale è pastorale, s’inserisce nelquadro delle celebrazioni del Giubileoper i 150 anni dell’evangelizzazione delBenin e per Benedetto XVI sarà anchel’occasione, ha spiegato la Santa Sede,per ricordare «l’indimenticabile» e carocardinale Bernardin Gantin con cuiil Papa «ha avuto l’occasioneprovvidenziale» sono le sue stesseparole «di condividere numerosi annidi servizio alla Sede apostolica».Il cardinale Gantin, morto nel 2008all’età di 86 anni, è stato il primocardinale di origine africana a esseremesso a capo di un dicastero vaticano.

DOVE E QUANDOBenin, dal 18 al 20 novembre.

EVENTIIL PAPA TORNA IN AFRICA

ORPI CHE DALL’AFRICA arrivano in Italia,imbarcati, trafficati, corpi che siperdono in mare, corpi che vengonorespinti, che diventano illegali, corpiche vogliono tornare a essere personee lottano per l’integrazione. La mostra“Corpi migranti”, allestita fino al 29maggio al Museo Africano di Verona,racconta la storia, i sogni, la realtàdi persone che nel viaggio, chele conduce lontano dal proprio mondodi origine, rischiano di perdere l’identitàper diventare, appunto, solo “corpi”.La migrazione e la diaspora sononarrate nel percorso espositivo dellamostra valorizzando la sinergia di diversilinguaggi comunicativi, attraversosoprattutto le immagini di fotografie registi che hanno fissato nell’obiettivofotografico situazioni, volti di uomini,donne, bambini in cerca di un futurolontano da guerre, persecuzioni e povertà.E che rischiano tutto quello che hanno:

la loro vita.«A volte da tuttaquesta faticae dalla sofferenzanascono ancheopportunità per chiaccoglie e per chi

viene accolto» recita il testo della mostra,diventando seme per «una nuovavisione di società multietnica dovela condivisione e la conoscenzareciproca rappresentano la vera risorsasu cui tutti possono contare».La mostra, insieme al libro chel’accompagna, fa parte di un progettopiù ampio della Fondazione Nigriziaonlus, “Le sfide dell’immigrazione:media e eventi culturali per educare allamulti cultura”, che prevede laboratorinelle scuole, un documentario video,una pubblicazione a fumetti,un programma radiofonico dedicatocon testimonianze e un seminario sullasocietà multiculturale. Le fotografiedi Enrico Dagnino, Alan Maglio,Giuliano Matteucci, Medhin Paolos,e i video di Alvaro Lanciai, Rete G2-Seconde Generazioni gireranno perl’Italia: dopo l’esposizione a Verona lamostra andrà a Trento, Brescia, Milano,Firenze, Roma, Bari, Castel Volturno.

DOVE & QUANDOVerona, Museo Africano.Fino al 29 maggioInfo: www.museoafricano.org

CFOTOGRAFIAI SOGNI DEI MIGRANTIPRENDONO CORPO

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CANTIERE CUAMMEIL BENE OSTINATOPAOLORUMIZRACCONTA IL CUAMM

N INCoNtRo SPeCIale, un amore a pri-ma vista: quello di Paolo Rumiz eMedici con l’africa Cuamm. Unascintilla che a fine marzo ci regala

“Il bene ostinato”. Questo il titolo del nuo-vo libro di Paolo Rumiz, scrittore-viaggia-tore che si innamora del progetto della pri-

ma, non discussa, mai chiacchierata ongin campo sanitario riconosciuta in Italia e

decide di raccontarne emozioni, profumi,rumori, persone, vite. Indagine ed esplo-razione di un cammino che dura da 60 an-ni e che non si vuole fermare proprio ades-so, affermando giorno dopo giorno, conrispetto e tenerezza, il diritto umano fon-damentale alla salute.

Nelle pagine di questo libro si dannoappuntamento tanti dei 1300 volontari chehanno operato sul campo dagli anni ’50 fi-no ad oggi e le persone che con operosità ecreatività mettono in moto la complessama leggera macchina di Medici con l’africaCuamm in Italia.

Rumiz ha voluto approfondire questoimpegno in favore dei più bisognosi con-sultando documenti, intervistando volon-tari, recandosi direttamente in terra africa-na, per vivere sulla propria pelle e vederecon i propri occhi questo percorso ricco didubbi e certezze, difficoltà e soddisfazioni,sofferenza e sorrisi.

tanti racconti per fissare le storie di chiha deciso di dedicarsi agli altri, di trascor-rere lunghi periodi di tempo in villaggi lon-tani, aiutando coloro che lottano ogni gior-no la battaglia per la vita. Un racconto dipersone e fatti che è anche un’occasioneper riflettere sul valore dell’altruismo, con-frontato con l’indifferenza e l’egoismo del-la società moderna occidentale, troppo oc-cupata a pensare a se stessa e a costruirerancore nei confronti dei “diversi”.

“Il bene ostinato”, edito da feltrinelli,non è solo un libro: è un altro modo perdire Medici con l’africa; è il coraggio di ungiornalista che si è lasciato abbracciare daun mondo pericoloso e impegnativo e cheha deciso di condividere questa esperienzae avvicinarla a tutti noi.

Marta bracciale

UIn arrivo a fine marzo il nuovo libro di Paolo Rumiz, editoda Feltrinelli. Un’“andata e ritorno” del giornalista-scrittorefriulano alla scoperta del Cuamm di ieri e di oggi.

PAROLE DI LULÙLa magia di una giornata eccezionale. Un compleanno diverso da tuttigli altri, che ha radunato circa 10.000 persone in un parco alle portedi Roma (Mazzano Romano). La musica di 50 artisti italiani. I volti,gli abbracci, le strette di mano. E infine le parole, la voce, i colori di un giornoda ricordare. Sono questi gli ingredienti di “Parole di Lulù”, l’ultimarealizzazione di Niccolò Fabi. Un cofanetto che contiene il videoraccontodel concerto in onore della figlia scomparsa e un inedito duetto con Mina,

in “Parole, parole, parole”, viene distribuitoin tutte le Feltrinelli, al costo di 8,90 euro.Il ricavato dalla vendita andrà a sostenereil reparto di Pediatria di Chiulo, in Angola,uno degli ospedali in cui opera Medici con l’AfricaCuamm. Già con il concerto si è raggiunto il primoobiettivo di ristrutturazione degli edifici.Con questo dvd, il cantautore italianoha promesso di coprire le spese per fornirei farmaci, il materiale di consumo e soprattutto

la presenza di un medico per i bambini di Chiulo. Un grazie a Niccolòe Shirin, ma soprattutto a quanti vorranno aiutarli in questo impegno.

Chiulo, Angola.Il meravigliosoalbero sotto alquale si radunala comunità.

Il cofanetto diNiccolò Fabi.

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IeCI CaNdelINe per il gruppo “Cuammcon Sara per l’africa” di bassano.Su quale spinta è nata l’idea di forma-re un gruppo di appoggio al Cuamm?

Il nostro gruppo si è costituito attorno al ri-cordo di Sara lessio, che perse la vita in unincidente stradale, nel novembre 2000 – ri-sponde Carlo Girardi, presidente del grup-po. Sara è stata una studentessa del Cuamme ha sempre manifestato una grande stimaper questa ong. Costituire il gruppo di ap-poggio ci è sembrato il miglior modo per da-re forma a quegli ideali che ella portava nelcuore.

Da quanti soci è composto il gruppo?Quali sono le principali attività?

fanno parte della nostra associazione circa100 persone, tra bassano e l’altopiano diasiago. la nostra attività cerca di sensibiliz-zare sul tema del diritto alla salute, con in-terventi nelle scuole e nelle parrocchie, fa-vorendo contatti tra il territorio e la sede diPadova.

Quali progetti sostenete?Sin dall’inizio abbiamo raccolto fondi a fa-vore degli studenti del master in Scienze sa-nitarie presso l’Università dei Martiri Ugan-desi di Nkozi. abbiamo anche sostenuto lascuola per infermieri dell’ospedale di Chiu-lo. Quest’anno saremo impegnati nella rea-lizzazione di una scuola per infermiere eostetriche di tosamaganga, in tanzania.

Che senso ha questo vostro impegno?Nasce dalla consapevolezza che molti fra-telli africani vivono una situazione dram-matica sotto il profilo del diritto alla salutee che Medici con l’africa Cuamm realizzaprogetti per soddisfare i reali bisogni dellepersone e, soprattutto, condivide le attivitàcon i destinatari.

Avete in programma qualche cosa di spe-ciale per festeggiare questo compleanno?

Stiamo lavorando all’organizzazione delpranzo di solidarietà, che si terrà il prossimo22 maggio a bassano; vorremmo inoltre or-ganizzare un concerto ad asiago, durantel’estate, e allestire la mostra “Èafrica”.

SUI PASSI DIMARIA BONINOAd Aosta venerdì 21 gennaio 2011 si è tenuto il convegno “Sui passi di Maria Bonino… Comecambia il modo di fare cooperazione sanitaria in Africa”, organizzato dalla Fondazione Maria Boninoe da Medici con l’Africa Cuamm, con il patrocinio di Regione autonoma e Azienda sanitaria dellaValle d’Aosta e dell’Associazione culturale pediatri. Il convegno ha visto, tra gli altri, la partecipazionedel Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo, dr.ssa Elisabetta Belloni, del dr. Luwawa,consigliere per la salute pubblica del ministero della Sanità dell’Angola e del dr. Giorgio Tamburlinidell’Osservatorio italiano per la Salute globale. Gli interventi hanno tracciato un quadro delle lineeguida e del ruolo delle istituzioni nella cooperazione internazionale e hanno portato a modello alcunetipologie di intervento che vedono una forte collaborazione tra istituzioni e Ong. Un esempioè il progetto di sostegno alla Scuola di formazione di infermieri medi di Uige, in Angola, realizzatoda Medici con l’Africa Cuamm in collaborazione con la Fondazione Maria Bonino.

A ROMA E A MILANOCORRI PER L’AFRICAQuest’anno, per la prima volta, nei maggiori appuntamenti podistici italiani di Roma e Milano saràpossibile correre per una buona causa. Il 20 marzo a Roma con la gara, non competitiva, dei 4 km(RomaFun - la Stracittadina) e a Milano il 10 aprile, con la gara dei 42 km o nella staffetta 4x4(10 km a concorrente), sarà possibile iscriversi con Medici con l’Africa Cuamm e destinare partedella propria quota di iscrizione a sostenere la campagna “Questa è una foto di guerra” per l’accessoal parto gratuito e la cura del neonato in Africa. Partecipa anche tu e coinvolgi i tuoi amici! E se seiun circolo sportivo, puoi scegliere di gemellarti con Medici con l’Africa Cuamm.Per info: www.cuamm.org o scrivi a [email protected]. Progetto Charity della Maratona di Roma:http://www.maratonadiroma.it/it/19/charity_roma_fun_la_stracittadina.aspxProgetto Charity della Maratona di Milano: http://milanocitymarathon.gazzetta.it/charity.shtml

TRE ANNI INTENSIPER MEDICI CON L’AFRICA CUAMM SALENTOSi è tenuta domenica 23 gennaio, a Torre S. Susanna (BR), la festa per il terzo anniversario del piùgiovane gruppo di Medici con l’Africa Cuamm: quello del Salento. Il gruppo, fin dalla sua origine,si è impegnato attivamente nella promozione e sensibilizzazione sul territorio della missionee dei valori del Cuamm, attraverso l’organizzazione di eventi e attraverso azioni di raccolta fondiper progetti specifici in Mozambico. Le iniziative sostenute sono quella per la lotta allamalnutrizione infantile e all’Hiv/Aids e il sostegno alla facoltà di Medicina dell’Università cattolicadel Mozambico di Beira. Dal 2010, l’attività del gruppo si rivolge anche alle scuole in cui vengonoorganizzati interventi sulla salute in Africa, una proposta riconosciuta e apprezzata anche dal Centroservizi per il volontariato della Provincia di Brindisi. Per info sul gruppo: [email protected]

CUAMMCONSARA PER L’AFRICA

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

E RETE CUAMM

Attività disensibilizzazionea Rosà.

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VISTO DA QUI

N RaPPoRto del GoVeRNo INGleSe dI QUalChe SettIMaNa fa sostiene che siamo difronte a una crisi alimentare mondiale: con la popolazione del pianeta che toc-cherà i sette miliardi di persone a fine anno, e i nove miliardi entro trent’anni,semplicemente non ci sarebbe abbastanza cibo per tutti. di qui la proposta dilanciare una nuova “rivoluzione verde” per aumentare la produttività agricola.Ma è davvero così? È la povertà, non la mancanza di cibo il problema dell’afri-ca. I raccolti di oggi sarebbero sufficienti per sfamare non sei ma nove e forseaddirittura 15 miliardi di persone, se si mettesse rimedio agli errori, agli sprechi e alle inefficienze cheoggi affliggono la produzione agricola.

Il primo esempio è l’allevamento: gran parte dei raccolti vanno oggi a nutrire il bestiame, in par-ticolare i bovini. Purtroppo, occorre usare cereali equivalenti a otto calorie per ottenere una caloriadi carne. anche se non tutti i cereali consumati da buoi, pecore, capre e altri animali da allevamen-

to sarebbero facilmente utilizzabili per l’alimentazione umana,resta il fatto che ogni bistecca che arriva sulle nostre tavole po-trebbe essere trasformata in un pasto a base di cereali per due fa-miglie africane (senza contare l’uso dell’energia necessaria permacellare, conservare e trasportare a destinazione la carne).

l’energia è il secondo problema: negli ultimi anni, il timore diuna futura carenza di petrolio ha indotto molti governi, tra cuiquello dell’Unione europea, a promuovere la trasformazione di

cereali in benzina, i cosiddetti biocarburanti. Il presidente degli Stati Uniti, barack obama, ha an-nunciato in febbraio che intende incentivare ancora di più questo settore, senza tener conto del fat-to che il pieno di un singolo fuoristrada richiede l’uso di cereali sufficienti ad alimentare una fami-glia africana per un anno. È urgente far partire una campagna perché l’Unione europea rinunci aqueste strategie: i biocarburanti saranno nel futuro una delle cause della fame nel mondo.

Un’altra fonte di perdite di raccolti sono le strutture di conservazione: oggi fino a un terzo dei ce-reali prodotti in africa viene distrutto da topi o insetti. la creazione di reti di trasporto e di silos fa-cilmente raggiungibili dai contadini permetterebbe di aumentare la quantità di cibo disponibile an-che senza aumenti della produzione attuale.

la semplice verità è che i contadini del mondo potrebbero facilmente raddoppiare la produzio-ne, usando tecniche di coltivazione appropriate e sementi migliori, ma ugualmente gli sprechi e leperdite continuerebbero. Soprattutto, continuerebbe la speculazione: ad ogni carestia ci sono centi-naia di intermediari e speculatori che si arricchiscono. di nuovo, è la povertà, non la mancanza di rac-colti sufficienti il problema dell’africa. Per mettere rimedio alle periodiche carestie che devastano ilcontinente e stroncano milioni di vite, la strada non è aumentare gli aiuti alimentari, né introdurrepiante geneticamente modificate per aumentare la produzione: è mettere i contadini al riparo dalletempeste di un mercato impazzito. Il primo passo è favorire l’autosufficienza alimentare invece chele colture da esportazione: dove ogni famiglia ha un orto nessuno muore di fame. Il passo successi-vo è aiutare i paesi africani a limitare le perdite nei trasporti e nella conservazione: l’Unione euro-pea potrebbe dare la priorità alle infrastrutture invece di usare gli aiuti in altro modo. Infine, ciascu-no di noi può, nel suo piccolo, fare qualcosa: sarebbe utile ridurre il consumo di carne nei paesiindustrializzati (che è effettivamente calato negli ultimi decenni ma non abbastanza).

CRISI ALIMENTARERISCHI E POSSIBILITÀ

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Per mettere rimedio alle periodiche carestieche devastano il continente, la stradanon è aumentare gli aiuti alimentari,è mettere i contadini al riparo dalle tempestedi un mercato impazzito.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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BISOGNI INPRIMOPIANOECOME PUOI AIUTARCI

ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 12Luanda: lotta alla Tb in 18 province.Uige: le attività vanno dalla formazione delpersonale al sostegno delle attività di salutepubblica dell’ospedale di Damba, al rafforzamentodella fornitura dei servizi nel municipio di Damba.Cunene:migliorare i servizi per la salute materno-infantile e ridurre l’incidenza dell’Hiv. L’interventoè focalizzato nell’ospedale di Chiulo dove vienedato supporto alla pediatria.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETO CONTRO LA TBCON 50 € CURI UN BAMBINO RICOVERATOPER MALARIA

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 4A livello nazionale: supporto al coordinamento della rete delle strutturesanitarie cattoliche.Wolisso: viene garantito supporto all’ospedale San Luca e alla scuolainfermieri. Sono inoltre implementate attività di salute pubblicasul territorio.CON 2.000 € PUOI OFFRIRE UNA BORSA DI STUDIO A UN’OSTETRICA

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 15Beira: formazione in università e presenza in ospedale, miglioramentodella qualità e della diffusione delle cure per bambini sieropositivi.Moma e Mogovolas: rafforzamento del sistema sanitario distrettualeper l’erogazione dei servizi materno-infantili.CON 100 € FORNISCI UN TRATTAMENTO PER UN BAMBINO MALNUTRITO

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 11Regione di Iringa: supporto all’attività clinica e alla gestione ospedalierae al maggiore coordinamento delle risorse umane nel distretto.Miglioramento della salute materno-infantile, attraverso attivitànelle comunità.Mikumi: gestione ospedaliera e sostegno alle cure materno-infantili.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 11Yirol e Lui: riabilitazione delle strutture dell’ospedale e supporto alle attivitàcliniche in particolare ai servizi materno-infantili.CON 80 € FORNISCICURE PER UN BAMBINOMALATO DI POLMONITE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 18West-Nile: sostegno agliospedali di Angal eNypea nell’ambito dellasalute materno-infantilee iniziative di sostegnoper la disabilità.Karamoja: assistenzatecnica ai 7 distrettie alla direzione sanitariadell’ospedale di Matanye supporto alla scuolainfermieri di St. Kizito.Regione Centrale:sostegno all’ospedaledi Naggalamanell’ambito della salutematerno-infantile.Oyam: lotta alla mortalitàneonatale e materna;miglioramentodell’accesso ai servizi disalute riproduttiva.Nkozi: progetto diformazione per managersanitari presso l’UgandaMartyrs University.CON 60 € ASSICURIUN PARTO CESAREO;CON 20 € COPRI LESPESE PER UN PARTO;CON 15 € GARANTISCIUN TRASPORTOIN AMBULANZA

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* dato aggiornato allo 01.02.2011

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codice fiscale 00677540288 mediciconlafrica.org

In Africa muoiono ogni anno 4,5 milioni di bambini e 265 mila madri. Medici con l’Africa Cuamm da 60 anni lavora per garantire un parto gratuito e sicuro a mamme e bambini e anche tu puoi fare molto.

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QUESTA È UNA FOTO DI GUERRA