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dr.ssa Lorella Gabriele

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Comunicare Il soggetto umano è un essere comunicante, così

come un essere pensante, emotivo e sociale. La comunicazione non va considerata

semplicemente come un mezzo e uno strumento. La comunicazione è una dimensione psicologica

costitutiva del soggetto: L’individuo non scegliere se essere comunicante o meno, ma

può scegliere se e in che modo comunicare.

Comunicare La comunicazione è un'attività eminentemente

sociale: in quanto si ha comunicazione solo all'interno di gruppi, in

quanto il gruppo rappresenta una condizione necessaria, una premessa indispensabile e un vincolo da cui ogni sistema di comunicazione prende origine, viene elaborato e viene conservato.

A sua volte, ogni sistema di comunicazione alimenta, influenza e modifica in modo profondo e sistematico la vita stessa del gruppo.

Socialità e comunicazione costituiscono quindi due dimensioni fra loro distinte, ma intrinsecamente interdipendenti, che si sono evoluti e si evolvono in maniera congiunta attraverso un processo reciproco di rimandi.

Comunicare Si può quindi dire che:

la comunicazione è partecipazione - prevede la condivisione di significati, dei sistemi di segnalazione, delle regole sottese agli scambi comunicativi;

La comunicazione è un'attività eminentemente cognitiva -è in stretta connessione con il pensiero e con i processi mentali superiori-conoscenze, credenze, emozioni, ecc; esiste una relazione intrinseca fra realtà pensabile e realtà comunicabile. Il soggetto A non può comunicare qualcosa a B se non ne ha intenzione

La comunicazione è strettamente connessa con l'azione -comunicare è sempre fare qualcosa nei riguardi di qualcun altro da parte del soggetto A. Ogni atto comunicativo ha degli effetti sulla sequenza degli scambi fra i partecipanti, all’interno di un processo di influenza reciproca.

Approccio interdisciplinare allo studio della comunicazione

La comunicazione è un’attività umana sofisticata, complessa e articolata.

Ha costituito l’oggetto di studio e di indagine scientifica di diverse discipline quali la matematica, la filosofia, la semiotica, la sociologia, l’etologia, l’antropologia, la linguistica e la psicologia.

Analizzeremo i principali punti di vista sulla comunicazione con l’obiettivo di giungere ad una visione globale e panoramica.

Fornire le principali categorie con cui esaminare i fenomeni e i processi comunicativi.

Comunicazione come trasmissione di informazione: il punto di vista matematico L'informazione è una differenza fra due o più

elementi o dati: è un'entità astratta è espansiva, poiché genera ulteriore informazione è comprimibile è facilmente trasportabile può essere definita come una differenza che genera

differenza.

La comunicazione è un processo di trasmissione di informazioni.

Comunicazione come trasmissione di informazione: il punto di vista matematico Secondo Shannon e Weaver (1949), la natura

dell'informazione è discreta e ogni volta che lavoriamo sui dati diminuiamo la quantità di informazione.

Hanno elaborato un modello del flusso di trasmissione dell'informazione da una fonte a un destinatario.

Shannon e Wiever (1949) focalizzano l’attenzione sul passaggio di un segnale o messaggio da una fonte A (emittente) attraverso un trasmettitore (per esempio la voce) lungo un canale (per esempio il filo di un telefono) a un destinatario B (ricevente) grazie ad un recettore (per esempio l’apparato acustico).

Trasmissione dell’informazione

L’emittente (fonte) può trasmettere il messaggio in modi differenti: Parole Gesti Espressioni mimiche…

EncodingEmittenteCifrare il messaggio secondo un codice, es. la lingua italiana

DecodingRiceventeDecifrare il messaggio, decodificandolo correttamente

Il punto di vista matematico Nella prospettiva di Shannon e Wiever (1949)

l'informazione è quindi una grandezza matematica finita, osservabile e misurabile.

L'informazione è quindi il valore di probabilità che si realizza all’interno di molte possibilità combinatorie (N scelte) fra H simboli.

Il codice Per essere trasmissibile, l’informazione deve

attualizzare un sistema di probabilità (s-codice) che definisca alcune combinazioni più probabili e altre meno probabili.

Perché vi sia comunicazione è necessario che la qualità del segnale sia buona e che la probabilità di emissione di alcuni segnali, la fonte, sia più alta di quella di altri, altrimenti si ha entropia e mancanza di informazione.

…e altro ridondanza, ovvero la ripetizione nell'operazione di

codifica del messaggio per favorire la sua decodifica filtro, ovvero la selezione di alcuni aspetti proprietà

del segnale rispetto ad altri nell'operazione decodifica feedback, ovvero la quantità di informazione che da

ricevente ritorna all'emittente, consentendogli di modificare i suoi messaggi successivi.

Approccio semiotico Per la semiotica, invece, è

innanzitutto importante in che modo avviene il processo di significazione.

Il diagramma della significazione pone in relazione l'espressione (o simbolo acustico o iconico), la referenza (rappresentazione mentale) e il referente (l'oggetto reale).

Approccio semiotico Non esiste quindi un rapporto

diretto tra simbolo e referente, ma ogni simbolo è un prodotto culturale ed esprime un certo contenuto culturale.

C'è quindi un rapporto intrinseco tra comunicazione e cultura: i sistemi e le modalità di

comunicazione costituiscono l'esito dei processi convenzionali e sono il frutto dell'elaborazione condivisa da parte dei membri della cultura.

Segno Segno in termini di equivalenza:

vi sarebbe una corrispondenza piena e stabile fra espressione e contenuto, regolata da una relazione di identità.

Segno ha un carattere arbitrario=convenzionale, legato quindi ad una determinata cultura, non motivato dalla realtà a cui fa riferimento.

La stringa sonora «luna» non descrive nessuna delle caratteristiche dell’astro.

Segno come inferenza (Pierce, 1868; 1894) Il segno come qualcosa che per qualcuno sta al posto di

qualcos’altro, sotto qualche rispetto o capacità. Il segno assume la funzione di rimando, ossia rimanda a qualcosa

di diverso da sé: non conta l’indice puntato ma l’oggetto a cui l’indice punta.

Tre tipi di segni: Iconesomiglianza con il referente; Indicirapporto di continguità fisica con l’oggetto o l’evento a cui

si riferiscono; Simbolila connessione con il referente è stabilità per ocntinguità

ed è appresa. Segno come inferenzaindizio da cui trarre una conseguenza. Es. le nuvole sono segno di pioggia Segno come indizio comporta la presenza di modelli mentali che

consentono di cogliere gli aspetti mancanti dei messaggi.

Approccio Pragmatico Morris (1938) ha proposto la distinzione tra:

semantica, che si occupa dei significati dei segni; sintassi, che studia le relazioni formali fra i segni; pragmatica, che esplora la relazione dei segni con i

comunicanti.

Pragmatica Si occupa dell'uso dei significati, ossia dei modi in cui i

significati sono impiegati dai comunicanti nelle diverse circostanze.

Esamina i rapporti che intercorrono fra un testo e il contesto in cui è manifestato.

L’attenzione viene spostata dall’analisi della struttura del sistema di comunicazione all’atto concreto.

Pone in evidenza la comunicazione come azione e come fare. Essa non prende in analisi solo i prodotti della comunicazione, ma ritiene che la comunicazione sia un processo, un'azione tra due o più partecipanti.

Comunicazione come azione e come fare Austin (1962) ha proposto la teoria degli atti

linguistici, che mette in evidenza che dire qualcosa e anche fare sempre qualcosa.

Comunicazione come azione e come fare Ha individuato tre tipi di azione che compiamo

simultaneamente quando parliamo: Atti locutori atti di dire qualcosa, che si compiono per il fatto

stesso di parlare e di utilizzare parole e suoni; rappresenta ciò che si dice (Non ho strappato io il foglio).

Atti illocutori atti nel dire qualcosa, che corrispondono alle intenzioni comunicative del parlante; costituisce ciò che si fa nel dire qualcosa (dichiarare la propria estraneità al fatto).

Atti perlocutori atti con il dire qualcosa, che includono la produzione di determinati effetti da parte del parlante sul sistema delle credenze, su sentimenti ed emozioni; rappresenta ciò che si vuole ottenere dicendo qualcosa (convincere l’interlocutore della propria innocenza.

Atti linguistici Atti linguistici diretti la forza illocutoria che il parlante

intende attribuire all’enunciato è trasmessa in maniera conforme e corrispondente al significato letterale dell'enunciato medesimo.

Atti linguistici indiretti la forza illocutoria deriva non dal significato letterale dell'enunciato, ma dai modi non verbali in cui è manifestato (tono, ritmo di emissione delle parole, ecc.).

Puoi camminare più velocemente? Distinzione importante è quella tra frase, intesa come

espressione linguistica astratta, ed enunciato, inteso come l'uso concreto della frase in un contesto reale.

Successo della comunicazione Grice (1975) basa il successo della comunicazione sul

principio di cooperazione: Dai il tuo contributo al momento opportuno, così come

richiesto dagli scopi dell'orientamento della conversazione in cui sei impegnato.

Successo Principio di Cooperazione Massime che guidano la condotta dei partecipanti:

massima di quantitàevita di fornire un contributo più informativo del necessario

massima di qualitànon dire ciò che credi falso massima di relazione sii pertinente massima di modo evita ambiguità

Le massime sono di natura convenzionale e vengono apprese attraverso l'esperienza quotidiana.

Sulla base di questo modello, Grice ha approfondito i processi attraverso i quali diventa possibile capirsi e comunicare nel corso degli scambi della vita quotidiana.

Grice La logica del linguaggio, che si applica al significato

letterale; La logica della conversazione, che si applica ai

processi che gli individui usano per inferire ciò che il parlante intende comunicare.

La logica della conversazione implica quindi la distinzione fondamentale tra il dire e significare: un conto è ciò che è detto what is said un conto è ciò che è significato con il proprio

messaggio what is meant

Implicatura conversazionale Fra il livello «ciò che è detto» e il livello «ciò che è

significato» esiste uno scarto che deve essere colmato, poiché ciò che è inteso è più di ciò che viene detto.

Il parlante B risponde in modo apparentemente inappropriato (non rispetta il principio di Cooperazione)

Fornisce degli indizi corretti e condivisi dicendo p in modo tale che il richiedente sia in grado di inferire q.

Implicatura conversazionale Durante un atto comunicativo sono in atto delle

implicature conversazionali, ovvero degli impegni semantici aggiuntivi per andare oltre al significato letterale dell'enunciato e capire in modo appropriato l'attenzione comunicativa del parlante.

Implicatura conversazionale Le caratteristiche delle implicature:

sono cancellabili, in quanto si possono dissolvere se si aggiungono alcune premesse a quelle originali come nell’enunciato

Implicatura conversazionale Le caratteristiche delle implicature:

sono non-distaccabili, poiché sono attaccati al valore semantico dell'enunciato, non alla sua forma linguistica

Implicatura conversazionale sono calcolabili, poiché è prevedibile che in una

situazione standard l'interlocutore sappia fare inferenza appropriata

sono non-convenzionali, in quanto non fanno parte del significato convenzionale dell'espressione linguistica, ma sono negoziate, di volta in volta, in funzione del contesto di uso.

Le modalità si imparano con l’esperienza Le modalità sono culturali e pur essendo convenzionali

non sono arbitrarie: per realizzare comunicazioni efficaci è necessario sapere tali convenzioni.

Secondo Grice (1975) l’osservanza e la violazione di tali modalità regolano i processi di attribuzione di significato e di comprensione nella comunicazione.

Il principio di pertinenza Sperber e Wilson (1986), partendo dai concetti

elaborati da Grice, introducono un modello ostensivo-inferenziale, superando sia l’approccio di Shannon e Weaver sia lo stesso Grice.

Questi autori partono dai concetti di produzione e condivisione di significato.

Modello ostensivo-inferenziale Sperber e Wilson (1986) propongono modello ostensivo-

inferenziale secondo cui: l’ostensione è la condotta che rende manifesta l'intenzione di

rendere manifesto qualcosa d'altro (esempio un ordine, un'affermazione ecc.). Il comportamento ostensivo consente di inferire pensieri o ipotesi;

l'inferenza è un processo logico al termine del quale un'ipotesi è ammessa come vera sulla base di altre ipotesi, la cui verità certa è ammessa in partenza, es. sillogismi deduttivi.

Per fare sì che un'inferenza venga accettata sono importanti gli effetti contestuali, che servono ad integrare le nuove informazioni con quelle preesistenti.

Diade comunicativa Il soggetto S (Mario) che voglia dire qualcosa con

l’enunciato X deve avere le seguenti intenzioni: a) Che l’enunciato produca un effetto su un altro soggetto A

(Saverio); b) Che A (Saverio), riconosca l’intenzione di S (Mario); Che tale riconoscimento ingeneri una risposta di A a S. Distinzione fra intenzione informativa e intenzione

comunicativa. intenzione informativa intenzione di informare il

destinatario di qualcosa; intenzione comunicativaintenzione di informare il

destinatario sulla propria intenzione informativa.

Intenzione comunicativa deve essere manifesta Un fatto è manifesto se e solo se un soggetto è in grado

di rappresentarlo mentalmente e di accettare tale rappresentazione come vera.

Ipotesi di mutuo ambiente cognitivo ogni ipotesi è reciprocamente manifesta e assicura un sufficiente grado di cooperazione per capirsi e comunicare.

Le ipotesi che in un dato momento riceveranno maggiore attenzione dipende dalla pertinenza dell’ipotesi in quello specifico contesto.

Significati presuntivi Levinson ha integrato le prospettive teoriche precedenti

proponendo il modello pragmatico dei significati presuntivi, intesi come interpretazioni preferite dagli enunciati in un dato scambio comunicativo.

Egli ritiene che una teoria della comunicazione debba prevedere tre livelli esplicativi: il significato-tipo della frase, inteso come significato astratto e

ideale il significato-occorrenza dell'enunciato, inteso come l'uso di

significato in un'occorrenza concreta il significato-tipo dell'enunciato, definito come significato

usuale e regolare ricorrente in una determinata classe di contesti. Quest'ultimo livello corrisponde alle interpretazioni preferite e alle

interpretazioni per default.

Implicatura conversazionale generalizzata

Tre principi pragmatici per spiegare la comunicazione

Tre principi pragmatici per spiegare la comunicazione

Punto di vista sociologico comunicazione come espressione e prodotto della società La sociologia della comunicazione sottolinea la

prospettiva sociale e istituzionale nell'analisi dell'azione sociale, del soggetto e dell'interazione.

La sociologia della comunicazione come costruzione sociale della realtà dal punto di vista cognitivo.

Micro e macro sociologia La Microsociologia di Goffman (1963; 1981) si centra

sullo studio delle condizioni di organizzazione sociale, necessarie per la circolazione dell’informazione, descrivendo la struttura delle relazioni sociali.

Per Goffman, la vita quotidiana diventa oggetto di studio, o sociologia delle occasioni o delle situazioni trascurate.

Luogo privilegiato di studio è la conversazione (verbale e non verbale) per verificare in che modo la dimensione sociale influenzi l’organizzazione della conversazione e gli scambi comunicativi che in essa avvengono.

La struttura dello scambio comunicativo

Per Goffman esistono delle regole ben precise all’interno delle quali si strutturano le sequenze comunicative, che permettono agli interlocutori di definire la situazione, stipulando il significato e la struttura dell’interazione e della comunicazione in corso.

Le regole organizzano il modo di iniziare, di terminare uno scambio, il comportamento adeguato in relazione allo spazio, al tono della voce, ai ruoli.

La scelta delle regole è determinata dal frame o cornice (o contesto) comunicativa entro la quale si svolge una comunicazione.

Rituali di comunicazione Secondo Goffman, il frame consente di gestire la situazione e di

sapere o prevedere cosa può accadere e come comportarsi. Il frame conversazionale è una memoria di passate esperienze. In tal senso, la comunicazione è un fenomeno di ritualizzazione.

Gli atti del rituale (sequenze ben definite di comportamenti anche di natura simbolica) hanno una funzione comunicativa e rimandano a sistemi di comunicazione strutturati ed evoluti nel corso del tempo.

I rituali forniscono informazioni sui parlanti, sul giudizio collettivo e anche sulla situazione.

Sistemi di comunicazione Il rituale rimanda a sistemi di comunicazione stabiliti

all’interno di un certo gruppo di partecipanti (comunicazione implicita o esplicita, simmetrica o asimmetrica) ed è regolato da strategie di comunicazione adottate dai comunicanti.

Prospettiva drammaturgica della comunicazione: la comunicazione è qualcosa che si mette in scena sul palcoscenico delle interazioni.

Goffman esamina in modo innovativa una serie di fenomeni sociali della vita quotidiana.

Il concetto di post-moderno e di globalizzazione Il concetto di post-moderno, inteso come

prospettiva culturale post-industriale e post-utopica, si pone come antitesi ai miti del mondo moderno quali il progresso, la ragione, la rivoluzione.

In tale prospettiva, l’informazione e la comunicazione diventano merce di scambio.

Il concetto di globalizzazione si pone al centro di un’ideologia in cui il melting-pot e i grossi problemi sociali, economici e culturali diventano fondamentali.

Approccio psicologico: comunicazione come gioco di relazioni La comunicazione entra nell’esistenza del singolo soggetto,

dei gruppi e delle istituzioni sociali, mettendo in evidenza le sue funzioni, come trasmissione di informazione, come connettivo dei legami interpersonali, come dimensione intrinseca che fonda ed esprime identità personale e la posizione sociale di ogni soggetto.

La psicologia si occupa dei processi ontogenetici di sviluppo e di maturazione delle competenze comunicative nel neonato e nel bambino.

Bateson (1972): gli individui non soltanto «si mettono in comunicazione»

(trasmissione delle informazioni), né semplicemente «prendono parte alla comunicazione», ma «sono in comunicazione» e attraverso la comunicazione, giocano sé stessi e la propria identità.

Notizia e comando «Essere in comunicazione» significa che nella e

mediante la comunicazione, le persone costruiscono, alimentano, mantengono e modificano la rete di relazioni in cui sono costantemente immerse e che esse stesse hanno contribuito a tessere.

Ogni atto comunicativo procede su due livelli distinti e interdipendenti nel medesimo tempo: il livello di notizia, ossia le cose che dice il livello di comando, ossia l'indicazione interlocutore

come intende le cose che dice.

Intenzione comunicativa

Livelli di comunicazione La comunicazione non solo non è un processo

semplice, ma si articola su più livelli: il livello della comunicazione - i contenuti che si

scambiano; il livello della meta comunicazione - la

comunicazione che ha come oggetto la comunicazione stessa.

La definizione di sé e dell’altro La comunicazione diventa il tessuto che crea, mantiene,

modifica, rinnova i legami fra i soggetti. Ogni volta che un soggetto comunica qualcosa ad un altro

soggetto, definisce nel medesimo tempo se stesso e l’altro, nonché la natura e la qualità del legame che li unisce.

La comunicazione è la dimensione psicologica che produce e sostiene la definizione di sé e dell’altro.

In ogni atto comunicativo, ciascuno di noi è come se dicesse: Ecco come sono. Ecco come mi vedo. Ecco come mi presento.

Contemporaneamente Ecco come ti vedo. Ecco come tu sei secondo me. Ecco che

tipo di relazione ci lega.

Comunicazione come vortice di scambi La comunicazione è continua ed è reciproca fra gli

interlocutori. Si crea, a molti livelli, una sequenza ininterrotta e una

spirale di messaggi nella quale lo stimolo, la risposta e il rinforzo, si sovrappongono e si fondono insieme.

Ogni atto comunicativo è contemporaneamente una risposta ad un messaggio precedente, uno stimolo per l’interlocutore, e un rinforzo per un certo modello comunicativo.

Relazioni umane: Conflitti interpersonali

Marito: Io alzo la voce perché tu brontoli Moglie: Io brontolo perché tu alzi la voce

Segmentare in modo arbitrario il processo circolare e continuo della comunicazione

Comunicazione e relazioni umane Bateson (1958), cogliendo l'importanza degli scambi

comunicativi nel costruire e regolare le relazioni interpersonali, individua due modelli di base: le relazioni simmetriche, che si fondano sulla

percezione dell'uguaglianza tra le parti e nei quali la comunicazione di un partecipante tende a rispecchiare, ingrandendolo, l'atto comunicativo dell'interlocutore

le relazioni complementari, in cui si ha la percezione delle differenze dei rapporti tra i partecipanti, cogliendo una posizione di dominanza da una parte e una di sottomissione dall'altra.

Definizione di comunicazione Comportamento, qualsiasi azione motoria di un

individuo, osservabile e percepibile in qualche maniera da un altro.

Interazione, qualsiasi contatto fisico o virtuale, volontario o non, che avvenga tra due o più individui in grado di modificare lo stato preesistente delle cose tra loro.

Comunicazione, uno scambio interattivo osservabile tra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento.

Funzioni basilari della comunicazione Funzione proposizionale la comunicazione

permette di elaborare, localizzare e trasmettere conoscenze tra i partecipanti;

Funzione relazionale la comunicazione permette di costruire, alimentare e rinnovare la rete di relazioni in cui si è inseriti;

Funzione espressivaovvero la capacità di manifestare pensieri, sentimenti, emozioni ecc.

Osservazione Per concludere, occorre sottolineare che la

comunicazione costituisce un'attività universale globale che va a toccare tutti gli aspetti dell'esperienza umana, nessuna esclusa.

Per questa ragione essere oggetto di studio interdisciplinare da parte di numerosi punti di vista scientifici assai diversi tra loro.

Esercizio: Si inferiscono i significati? Osserviamo le espressioni facciali Osserviamo la postura Osserviamo l’interazione

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