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TORINO, 22 N

OVEMBRE 20

11RELATORE: dr. Giorgio SAPINO

rischio biologico nel settore carni

zoonosi come malattie occupazionali

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uno sguardo al passato …

il fatto che le persone che lavorano o che sono in contatto con animali o loro prodotti possano contrarre infezioni è conosciuto da secoli, ancora prima dell’introduzione del concetto di zoonosi

tipo di contatti

caccia

pesca

agricoltura

addomesticamento

allevamento

traumi

infezioni

veleni neolitico l’uomo si avvicina ai bovini a scopo

alimentare

prime tracce di tubercolosi ossea

nell’uomo

correlazione ?

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dermatomicosi“scabbia”

carbonchio cutaneo

morva

reazioni allergiche?

zoonosi che per prime sono state riconosciute come collegate al lavoro con animali

malattie con lesioni cutanee evidenti e brevi periodi di incubazione

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alcune con lungo periodo di incubazione

tubercolosi

echinococcosi cistica

lesioni interne e a lenta evoluzione

idem

micosi profonde

alcune probabilmente incluse in quelli

in seguito definiti come

complesso malarico

complesso influenzale

brucellosi febbre Q

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mal rossoforme

cutanee di carbonchio

alcune confuse con la lebbra

dermatomicosi da Tricophyton verrucosum

contatti con animali: quotidiani e non considerati come fattore di rischio

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carbonchio ematico

morva

scabbia

dermatomicosi

sono le infezioni connesse al lavoro con animali storicamente

più citate

nel XIX secolo riconosciute come malattie occupazionali

1° caso di compensazione per una zoonosi occupazionale (1828)

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Bernardino Ramazzini (Carpi, Modena 1633 – Padova 1714)

considerato IL PADRE DELLA MEDICINA DEL LAVORO

“ De morbis artificum diatriba “

ed. Modena , 1700 ed. Padova, 1713

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vie modalità d’infezione

solo successivamente

misure di controllolavoratori a

maggior rischio

interesse per queste malattie inizialmente rivolto

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in seguito, interesse esteso a

tutte le patologie connesse al lavoro con animali

loro ambienti di vita e di

allevamento

trasformazione dei prodotti di

o.a.

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tre pilastri fondamentali di una zootecnia

nel corso degli anni

convinzione

salute animale

salute dell’uomo

economia

moderna efficiente “sana”

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luoghi di lavoro inidonei per l’uomo

lo sono anche per gli animali allevati

per i singoli

per i consumatori

nel corso degli anni

convinzione

conseguenze socio-economiche negative

per le aziende

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la prevenzione delle malattie occupazionali

strumento di tutela dei lavoratori

fattore di promozione quali-quantitativa delle produzioni animali

fattore di promozione di un corretto rapporto

uomo-animali ambiente

nel corso degli anni

convinzione

rappresenta

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SanitàVeterinaria

secondo 0MS

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coinvolgimento della Sanità Pubblica Veterinaria (SPV) dell’OMS sin dalla fondazione

(1948)

collaborazione permanente con altre Organizzazioni Internazionali

(es. FAO)

tra le riunioni di esperti e documenti prodotti, tre tappe importanti sul tema delle zoonosi occupazionali

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1

riconosciute come rischi professionali

conoscenze specifiche necessarie

per prevenzione e controllo

zoonosi

classificate da un punto di vista

socio-economico

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zoonosi con gravi effetti sulle

produzioni animali

zoonosi con gravi conseguenze per

l'uomo e per gli animali, economicamente

importanti

zoonosi con gravi conseguenze per

l'uomo, ma di scarsa gravità per gli animali

molte zoonosi che possono essere

associate ad attivitàoccupazionali (es.

brucellosi, tubercolosi bovina, dermatomicosi, leptospirosi)

appartengono alle prime due categorie

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classificazione delle attività lavorative e delle popolazioni a elevato rischio di

zoonosi

classificazione delle zoonosi per attivitàlavorativa del settore agro-zootecnico

2

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3

controllo delle malattie

occupazionali

associate al lavoro con animali

emergente ed

importantedelle attività e competenze della SPV

componente

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potenziale zoonosico dei patogeni animali

60% dei patogeni umani èzoonosico

80% dei patogeni animali èmultiospite

75% delle malattie emergenti èzoonosico

quasi tutte le nuove malattie dell’uomo

originano da serbatoi animali

80% degli agenti che possiedono potenziale bioterroristico sono patogeni zoonosici

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incremento del rischio di esposizione ad agenti zoonosici

maggiori contatti con reservoir selvatici o artropodi

per attività ricreazionali

leptospira spp.

borrelia burgdorferii

francisella tularensis

coxiella burnetii

rickettsia spp.

hantavirus

TBE

cacciaturismo

pesca

escursionismo

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degradazione dell’ambiente naturale specie selvatiche e vettori

migrano insediandosi verso nuove aree

l’uomo si espone a nuovi agenti invadendo nuovi spazi prima disabitati

arbovirus

filovirus

arenavirus

incremento del rischio di esposizione ad agenti zoonosici

deforestazione costruzione di dighe

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riscaldamento globale

“vector born” virali e batteriche

epidemie di peste associate a forti piogge in Africa e Nord America

epidemia di Chikungunya virus in Romagna

incremento del rischio di esposizione ad agenti zoonosici

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diffusione dei patogeni in zone indenni

nuovi adattamenti ad altre specie ospiti

influenza aviare

SARSchikungunya

west niledesease

globalizzazione

incremento del rischio di esposizione ad agenti zoonosici

rapidi spostamenti tra continenti

aumenti dei commerci e turismo

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immunodepressione

m. bovis

m. avium

listeria monocytogenes

bartonella henselae

MRSA

legionellatoxoplasmosi cerebrale

incremento del rischio di esposizione ad agenti zoonosici

pazienti neoplastici ed organotrapiantati

stress

HIV

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obiettivi della Normativa in materia di obiettivi della Normativa in materia di Igiene e Sicurezza Igiene e Sicurezza ((D.LgsD.Lgs 81/2008 e 81/2008 e s.m.i.s.m.i.))

5 punti essenziali: 5 punti essenziali:

ridurre il numero e le conseguenze degli incidenti sul lavororidurre il numero e le conseguenze degli incidenti sul lavoro

ridurre lridurre l’’incidenza delle malattie professionaliincidenza delle malattie professionali

migliorare le condizioni di lavoro ed il benessere del lavoratormigliorare le condizioni di lavoro ed il benessere del lavoratoree

tutelare la popolazione dai rischi connessi con ltutelare la popolazione dai rischi connessi con l’’attivitattivitàà

salvaguardare lsalvaguardare l’’ambienteambiente

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la normativa la normativa coinvolge coinvolge in modo totale i in modo totale i veterinari operanti in strutture produttive che veterinari operanti in strutture produttive che prevedono obbligatoriamente la presenza o prevedono obbligatoriamente la presenza o

la supervisione:la supervisione:

come come beneficiaribeneficiari

come responsabili

come responsabili

della sua stessa della sua stessa

applicazioneapplicazione

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per i veterinari riveste particolare interesse il per i veterinari riveste particolare interesse il titolo titolo XX°° del D. del D. LgsLgs. 81/08 e . 81/08 e s.m.i.s.m.i. inerente le inerente le

norme che si applicano: norme che si applicano:

“a tutte le attività lavorative nelle quale vi è rischio di esposizione ad agenti

biologici”

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l’agente biologico è definito come

“qualsiasi microrganismo …… che potrebbe provocare

infezioni, allergie o intossicazioni”

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VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICOVALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO

razionalmente potrebbe essere definita dalla formula

R = P x D

R = rischio P = prob. verificarsi evento D = danno

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difficile anche esprimere l’entità del danno atteso

mancano i dati per valutare la probabilitàche si verifichi l’infezione o la malattia

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morte

le conseguenze dell’esposizione ai piùcomuni agenti zoonosici possono variare

semplice sieroconversione

malattie con manifestazioni

sintomatologiche molto variabiliinsorgenza

di postumi irreversibili

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il danno è

condizionat

o

da

patogenicità

del

ceppo

stato immunitario

dell’uomo

presenza

di fattori

di rischio

dose

infettante

ricevuta

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trattamenti

farmacologici

malattie od

infezioni

intercorrenti

età

(vecchi, ba

mbini)

stato

fisiologico

(gravidanz

a)

presenza

di fattori di

rischio

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gli agenti biologici sono suddivisi in 4 gruppi in funzione del livello di rischio:

Gruppo 1: agente che presenta poche probabilità di causare malattie nell’uomo

Gruppo 2: agente che può causare malattie in soggetti umani e costituisce un rischio per i lavoratori ma che ha scarse probabilità di propagazione e nei confronti del quale sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche

Clostridium, Enterococcus spp., Klebsiella pneumonite, Leptospira interrogans, Salmonella paratyphi,Stafilococcus spp., Streptococcus spp., Vibrio spp., Pseudomonas spp., Adenovirus, Candida spp, Entamoeba istolitica, Ascaris lumbricoides, Giardia lamblia,

ecc

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Gruppo 3:agente che può causare gravi malattie in soggetti umani e che costituisce un serio rischio per i lavoratori; può propagarsi nella comunità ma sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche

Gruppo 4: agente responsabile di gravi malattie nell’uomo con elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche e terapeutiche

Escherichia, Brucelle, Salmonella typhi, Shigella dysenteriae, Virus dell.epatite B e C, Virus della rabbia, Echinococcus spp., Entamoeba istolitica, Tenie spp., ecc

Morbillivirus equino, ecc

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la valutazione del rischio biologico può essere effettuata sulla base di

informazione delle malattie che possono

essere contratte

potenziali effetti allergici

e tossici

conoscenza relativa all’esistenza di patologie dei

lavoratori correlabili con l’attività da essi

svolta

eventuali ulteriori situazioni note che possono

influire sul rischio

sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici

interessati

classificazione degli agenti biologici che potrebbero presentare pericolo per la

salute umana

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relazione sulla valutazione dei rischi: se evidenzia pericoli biologici, si devono attuare misure:

tecniche

uso del segnale di rischio biologico e altri segnali di avvertimento appropriati (Allegato XLV°)

predisposizione di mezzi necessari per la raccolta, l’immagazzinamento e lo smaltimento dei rifiuti in condizioni di sicurezza, mediante l’impiego di contenitori adeguati ed identificabili dopo idoneo trattamento dei rifiuti stessi

adozione di misure collettive di protezione ovvero misure di protezione individuali qualora non sia possibile evitare altrimenti l’esposizione

adozione di misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro

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organizzative

procedurali

limitazione al minimo dei lavoratori esposti, o potenzialmente esposti al rischio di agenti biologici

TUTTE MISURE ATTE AD EVITARE OGNI ESPOSIZIONE AGLI AGENTI BIOLOGICI

verificare la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro al di fuori del contenimento fisico primario, se necessario o tecnicamente realizzabile

evitare l’utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di attività lo consente

progettazione di processi lavorativi, anche attraverso l’uso di dispositivi di sicurezza atti a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti biologici

concordare procedure per la manipolazione ed il trasporto in condizioni di sicurezza di agenti biologici all’interno e all’esterno del luogo di lavoro

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trasmissione

per mezzo di materiali

biologicisangue

tessuti in genere compresi i

frammenti ossei

liquido cerebrospinale

liquido sinoviale liquido

pleurico

per contatto diretto con gli animali

per via

aerea

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in tutti questi casi è necessario attuare sempre adeguate misure di prevenzione dette

lavaggio accurato delle mani

uso dei

guanti

uso dei camici protettivi

uso di maschere,

occhiali e visiere protettive

uso di precauzioni per prevenire le

esposizioni accidentali

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ALLEGATO XLIV DEL D. LGS. N.° 81/08 e S.M.I. ELENCO ESEMPLIFICATIVO DI ATTIVITA’ LAVORATIVE CHE POSSONO COMPORTARE LA PRESENZA DI

AGENTI BIOLOGICI

in industrie alimentari

attività

nell’agricoltura

nelle quali vi è contatto con gli animali e/o con

prodotti di origine animale

nei servizi sanitari, comprese le unità di

isolamento e post mortem

nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi i laboratori di

diagnosi microbiologica

in impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti speciali potenzialmente

infetti

negli impianti per la depurazione delle acque di scarico

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con riferimento alle attività di allevamento e di macellazione in alcune aree o tipologie di

allevamento/industrie zootecniche

quali zoonosi possono essere considerate “importanti”come “possibili” infezioni occupazionali in Italia ?

brucellosi

bovini

ovini

bufali

loro organi

leptospirosi

suini e loro visceri

reflui zootecnici

tubercolosi bovina

bovini e loro organi

dermatomicosi

conigli

bovini da carne

gatti

caniechinococcosi

cistica

ambiente pastorizia

tetano

ambienti con presenza di animali

carbonchio ematico

pelli lana carcasse

mal rosso carcasse di suini streptococcussuis

carcasse e visceri di suini

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obiettivi

garantire un’adeguata sorveglianza delle

zoonosi e della resistenza agli antimicrobici

sorveglianza piùappropriata, in funzione della zoonosi e agente zoonotico, nelle varie fasi della catena

alimentare

produzione primaria

altre fasi della catena alimentare, compresa la produzione dei mangimi

garantire costante cooperazione tra medici e veterinari

consentire lo scambio di informazioni relative alle zoonosi ed agli agenti zoonotici

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il Comitato scientifico UE per le misure veterinarie in relazione alla sanità pubblica ha dichiarato prioritarie in funzione

frequenza

popolazione umana e animale

mangimi

prodotti alimentari

gravitàconseguenza economica

seguenti zoonosi

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lista A

� BRUCELLOSI

� TUBERCOLOSI (M. bovis)

� SALMONELLOSI

� ESCHERICHIA COLI O157:H7 (vtec)

� LISTERIA MONOCYTOGENES

� ECHINOCOCCOSI

� TRICHINELLOSI

� CAMPILOBATTERIOSI

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seguenti zoonosi

sistemi di sorveglianza devono essere sviluppati, in funzione

situazione epidemiologica

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virus dell’influenza

lista B

rabbia

calicivirusvirus trasmessi da artropodi encefaliti

equine

virus epatite Azoonosi virali

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yersiniosi

borreliosi

zoonosi batteriche

lista B

leptospirosi

psittacosi

tubercolosi

M. avium ed altri

botulismo

vibriosi

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toxoplasmosi anisakis

criptosporidiosi cisticercosi

zoonosi da parassiti

lista B

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N. casi Casi/100.000 abitanti

Campylobatteriosi 200.507 45,2

Salmonellosi 151.995 31,1

8.792 2,8

E.Coli VTEC 2.905 1,1

1.554 0,3

542 0,1

Echinococcosi 834 0,2

Trichinellosi 779 0,2

120 0,03

3

ZOONOSI IN EUROPA NELL'ANNO 2007CASI UMANI

Yersiniosi

Brucellosi

Rabbia

Tubercolosi

Listeriosi

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N. focolai: 5.609

N. Persone coinvolte: 39.727

N. ospedalizzati: 3.291 (8,2%)

N. morti: 19

Agenti zoonotici responsabili:

Salmonella 39%

Campylobacter 8,2%

Calicivirus 12%

focolai di tossinfezione alimentare in UE nel 2007EUROPEAN FOOD SAFETY AUTHORITY (EFSA)

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diminuzione dell’incidenza di molte zoonosi “classiche”

aumento di alcune zoonosi e nuovi rischi occupazionali

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diminuzione dell’incidenza di molte zoonosi “classiche”

applicazione degli strumenti della medicina veterinaria preventiva (igiene, piani di

controllo, vaccini, …)

nuove tecnologie di allevamento e di

produzione e trasformazione dei prodotti di o.a

cambiamenti nei contatti con animali

introduzione delle

pratiche di benessere animale

migliore controllo sanitario

degli addetti

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aumento di alcune zoonosi e nuovi rischi

occupazionali

nuove tecnologie di allevamento e di

produzione e trasformazione dei prodotti di o.a.

sensibilizzazione a farmaci utilizzati

in zootecnia

alveoliti allergiche dovute a polveri

organiche

dermatomicosi negli allevamenti

intensivi

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la prevenzione delle zoonosi occupazionali deve essere attuata in stretta collaborazione tra diverse figure professionali, innanzitutto tra

medici e veterinari

si tratta di un campo di comuni interessi e

competenze

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NECESSITA’ DI COLLABORAZIONE MEDICO-VETERINARIA

identificazione dei pericoli di natura biologica

sorveglianza, diagnosi e controllo

verifica delle misure di prevenzione e di igiene nell’intera filiera produttiva

notifica delle malattie

educazione sanitaria e informazione

prevenzione dei rischi biologici nei luoghi di lavoro

sorveglianza e vaccinazioni

verifica delle misure di prevenzione ed igiene individuali e collettive

diagnosi e terapia

notifica delle malattie

educazione sanitaria e informazione

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sfide attuali

salvaguardare e migliorare i servizi a tutela del lavoro

estenderli alle zone e alle persone che non ne dispongono

istruire adeguatamente coloro che si dedicano ad attività zootecniche

e correlate

monitorare tali attivitàin modo da identificare

tutte le malattie, presenti o emergenti, che esse comportano

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