Dossier liberiamo-gli-animali-dai-circhi

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Liberiamo gli animali dai circhi di Nadia Masutti e Laura Panini LAV: Circhi, Zoo ed Esotici www.lav.it Impronte – Anno XXVII - N.7 – Ottobre 2010 - Iscr. Trib. Roma 50/84 – Reg. Naz. Stampa 40/86/1993 – Roc 2263 – Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana – Direttore resp. Maria Falvo FOTO DREAMSTIME

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Liberiamo gli animalidai circhi

di Nadia Masutti e Laura Panini

LAV: Circhi, Zoo ed Esotici

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La presenza degli animali nei circhi 4

La doma 7

Stress e malessere 8

La provenienza degli animali dei circhi 9

I numeri dei circhi 10

Legislazione e contributi 10

Circo Alex Hamar 12

Circo di Barcellona 14

Circo Martini - Orfei Cirque D’Europe 15

Circo Martin Show 16

Circo Miranda Orfei 18

Circo Victor – Lo spettacolo delle meraviglie 20

Circo Coliseum Roma 23

Sommario

Impronte N.7 – Ottobre 2010AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993ISCR. ROC 2263 - anno 2001Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)

DIRETTORE RESPONSABILE Maria FalvoDIREZIONE E REDAZIONESede Nazionale LAVVia Piave 7 – 00187 RomaTel. 064461325 – fax 064461326www.lav.it

GRAFICA Michele Leone

STAMPA Arti Grafiche “La Moderna”Via di Tor Cervara 171 - Roma

CHIUSO IN TIPOGRAFIAOttobre 2010

“istinti”, ovvero sui marchi comportamentali propri dellaspecie. E contraddire o reprimere il comportamento di unanimale è andare contro la sua natura, dunque causa dimalessere, anche se i circensi affermano di amare gli ani-mali. Un amore non certo disinteressato.I gestori dei circhi equestri ed i proprietari/allevatori dianimali continuano ad affermare che gli animali nei cir-chi stanno bene: la salute è controllata, l’alimentazioneè sana ed abbondante, gli allenamenti sono dolci, sonococcolati e circondati d’amore. E mostrano animali appa-rentemente sani, addirittura giocherelloni ed affettuosi.Alcuni tendono a dar loro ragione. Perché? La ragione èda ricondursi ad una conoscenza superficiale del circo,priva di un’adeguata considerazione delle coercizioni su-bite dagli animali.Numerosi studi scientifici interdisciplinari, di cui il più re-cente è stato pubblicato da una equipe di studiosi dellafacoltà di Scienze Biologiche dell’Università di Bristol, af-fermano che ben difficilmente un animale sta bene in uncirco; altrettanti spiegano che non sta bene nemmeno inuno zoo con ben altro spazio a disposizione. Figuriamociquindi nel circo! Quindi, la benevolenza degli animali diun circo nei confronti dell’addestratore, ben che vada, èclassificabile come un caso di “sindrome di Stoccolma”(condizione psicologica nella quale la vittima mostra sen-timenti positivi verso il suo sequestratore), che, in quan-to sindrome, non è davvero un indicatore di benessere.

Qualche veterinario in Italia afferma che non esistono pa-rametri per valutare il benessere di un animale in catti-vità e attende che sia il legislatore a stabilirli.In generale il mondo veterinario tende ad associare la sa-nità fisica al benessere. Utilizzando lo stesso principio, sipotrebbe affermare che un ergastolano fisicamente sanoè anche nel pieno del benessere!I ricercatori però hanno stabilito, in base a prove clini-che, che:i viaggi chiusi nei carri bestiame, con le correlate e spes-so sbrigative operazioni di carico e scarico, sono fonte dimalessere per gli animali;i lunghi tempi di inattività in spazi angusti sono fonte dimalessere per gli animali, non solo psichico ma anche fi-sico visto che porta all’obesità;

le escursioni termiche sono fonte di malessere per gli ani-mali;la presenza imposta dell’uomo è fonte di malessere pergli animali selvatici;la mancanza di vie di fuga o luoghi ove nascondersi èfonte di malessere per gli animali;In definitiva il circo equestre è fonte di malessere per glianimali.

Questa condizione riguarda gli animali “esotici”, ovverole specie non domestiche presenti nei circhi (elefanti, ti-gri, leoni, puma, orsi…), ma anche cavalli, cani e bovidi:carica, viaggia, scarica, aspetta, esibizione, aspetta, cari-ca, viaggia.C’è da chiedersi: dov’è la magia del circo per questi ani-mali?Incredibilmente, per alcuni animali c’è anche una realtà“peggiore” e a questo proposito possiamo distinguere duetipologie di animali “da circo”: quelli esibiti e quelli fat-ti esibire.Quelli meramente esibiti, come ad esempio il rinoceron-te, lo struzzo o il bisonte, servono perlopiù come animalida visita allo zoo del circo e ai quali, al massimo, vienefatto compiere un paio di giri della pista davanti al pub-blico durante lo spettacolo.Il circo, oggi, è “anche” - e sempre di più - mostra itine-rante con il suo zoo, acquario e rettilario come attrazio-ni, ovvero tende ad espandere il proprio “parco animali”con l’acquisizione di specie “non tipiche” con lo scopo dimostrarle, in qualche modo facendo concorrenza ai giar-dini zoologici e riprendendo inutilmente il concetto del-l’antico “serraglio”.Gli animali artisti (come la tigre, il leone, l’elefante, l’or-so o l’otaria) eseguono, al comando del loro domatore,determinati esercizi all’interno di un numero. E sono que-sti ultimi a stare peggio; capiamone il perché partendoda una breve premessa. Il vocabolario italiano spiega che:domare = rendere docile, mansueto, addomesticare unabestia feroce o selvatica o, in senso figurato, sottomet-tere, sedare;addestrare = rendere abile, ammaestrare, esercitare, al-lenare.In un circo, quale differenza ci può essere, ad esempio,

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Il circo piace perché coinvolge, affascina e regala ma-gia. Le esibizioni di trapezisti, giocolieri, illusionisti eclown sono le espressioni artistiche che arricchisconoquesto spettacolo, da sempre gradite ad adulti e bam-bini, e frutto di un’elaborata e faticosa preparazione daparte degli artisti.Più di 2000 animali, però, in Italia fanno ancora partedi questo spettacolo: non sono consenzienti, ma sono ob-bligati ad esibirsi.La legge considera addirittura il circo un’attività con “fun-zione sociale”. Indubbiamente lo spettacolo può essereutile alla collettività, ma per essere un’attività “sociale”deve soddisfare le esigenze di una comunità ampia - men-tre sono sempre più numerosi gli italiani che disapprova-no l’uso degli animali nei circhi - e deve avere in sé deivalori. L’arte e l’abilità degli artisti umani sono dei valoriimportanti ma non possono esserlo l’uso, la doma, l’ad-destramento e l’asservimento degli animali fatti esibirenei circhi.Il circo equestre, per stessa orgogliosa affermazione degliaddetti ai lavori è “tradizione”. Ovvero passato. Un passa-to in cui il circo equestre era perfettamente in linea colpensiero comune che vedeva l’animale come “oggetto” dasottomettere e basta, un bruto e basta. Ma la società siè evoluta, la sensibilità collettiva si è evoluta, la scienzaè avanzata e così la conoscenza e la consapevolezza del-l’etologia animale, ovvero la scienza che studia il com-portamento animale nel suo ambiente naturale. Per nes-sun animale il circo, con le sue gabbie e il palcoscenico,è un ambiente naturale: dunque, il forte condizionamen-to subito dagli animali nei circhi è inaccettabile sul pia-no etico, scientifico e culturale perché può rappresentareun grave maltrattamento. Nessuno spettacolo con tali re-quisiti può aspirare, al giorno d’oggi, ad avere una fun-zione sociale. Da questo presupposto nasce la propostadella LAV di un’indispensabile riforma legislativa che “li-beri” gli animali dai circhi, valorizzando il grande talentodegli artisti umani che possono davvero arricchire sul pia-no culturale e sociale questo spettacolo. Il circo contem-poraneo che guarda al futuro e diventa di utilità sociale.

Nell’Ottocento gli animali esotici iniziano ad essere esibi-ti nei cosiddetti “serragli” (mostre itineranti con al segui-to un numero impressionante di animali prevalentementecomposti da grandi felini). Precedentemente, alle sogliedel Rinascimento, le “bestie feroci” erano portate ed esi-bite alle fiere/mercato, prevalentemente da zingari. At-tualmente i “serragli” di antica concezione sono presso-ché estinti, e ne rimangono in vita simbolicamente gli

zoo annessi ai circhi, mentre il nuovo concetto di serra-glio è stato sostituito dai “rettilari” e dai “circhi acquati-ci” che si ritiene soddisfino il concetto di “mostra fauni-stica itinerante”.Questa realtà non può aspirare a definirsi tradizione, in-tesa come valori che vanno tramandati, perché è l’espres-sione della prevaricazione sugli animali, di cui dovremmovoler fare ammenda.

La presenza degli animali nei circhi

Nei circhi tutti gli animali, indistintamente, passano la lo-ro intera vita sui camion che li trasportano e, per quellipiù fortunati, nelle ridotte gabbie in cui vengono postiquando il circo è attendato da qualche parte.Forse, per qualcuno, in tutto ciò non vi è nulla di tra-gico, ma proviamo a pensare...”sono una tigre siberianache vive a temperature medie tra O° e 5° C, sto viag-giando da ore chiusa dentro il conteiner sotto un solecocente d’estate. La temperatura è torrida, il circo arri-va a destinazione e, per ore ed ore, attendo strematache venga il momento in cui almeno apriranno la por-ta perché noi animali siamo gli ultimi ad essere siste-mati, se così si può dire”.Oppure: “sono un elefante della savana, è gennaio ed hoviaggiato nel conteiner ghiacciato tutta la notte. Ho trop-po freddo, lo dice anche la legge che non posso soppor-tare queste temperature. Arriviamo e quando finalmentemi fanno uscire sono in mezzo alla neve!”.Non c’è quindi da meravigliarsi se, a seguito di viaggi par-ticolarmente lunghi, all’apertura dei camion gli animalisiano stati trovati morti come successo di recente.In natura esistono climi diversi, quindi habitat diversi equesti habitat sono popolati da animali specializzati peraffrontare i rischi dell’ambiente in cui vivono. È una spe-cializzazione profonda, tipica, un modo di vivere applica-bile solo a quell’ambiente e che fa parte dell’essere.Anche l’uomo è un animale specializzato, per quanto dut-tile. Non può vivere in un ambiente privo di luce, nonpuò vivere in un ambiente privo di stimoli, fatica a so-pravvivere con temperature corporee di solo due o tregradi superiori o inferiori ai 37. E questo indipendente-mente dal fatto che viva in una metropoli o nelle fore-ste amazzoniche.Gli stimoli esterni sono indispensabili alla vita normale,al benessere complessivo dell’individuo, e alcuni sono es-senziali per la vita stessa. E così è anche per gli animali.Essere nato in un allevamento non incide sui cosiddetti

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FOTO Sam Haddock/PETA

La domaMa in generale, come avviene la doma di animali “artisti”?Proprio agli antichi serragli dobbiamo, purtroppo, il per-corso dei primi domatori, improntato fortemente dal ca-rattere aggressivo e violento nei confronti delle “belvepericolose”. Il messaggio da trasmettere al pubblico era iltotale dominio della natura da parte dell’uomo, tipica-mente di stampo colonialista.Anche per gli animali non feroci l’addestramento è statodi tipo violento e si è “apparentemente” protratto neltempo fino al dopoguerra del secolo scorso quando si ini-zia a parlare di “addestramento in dolcezza”, un metodoche dovrebbe basarsi non più sulla violenza bensì su unrapporto di fiducia tra uomo e animali che dia corpo adesibizioni più “naturali”.Peccato che siano proprio alcuni dei promotori di questotipo di addestramento che, ripresi “fuori onda” a compie-re violenze inaudite verso gli animali, vengono condan-nati per maltrattamento.In Italia sarà un Orfei, Orlando, che negli anni ’50 si se-gnalerà per questo tipo di addestramento, ma nel suo cir-co cresce ed agisce proprio Liana che in seguito rilasceràdichiarazioni su tecniche di addestramento sorprendentiper la loro crudeltà.Di fatto, che tale metodo di dolce non abbia proprio nul-la, lo si evince dalla stessa descrizione datane dai padrifondatori che, nella “paura insita nell’animale” individua-no la chiave stessa per l’addestramento.Non dimentichiamo che, anche se allevati in cattività, glianimali selvatici naturalmente rifuggono il contatto uma-no o di altre specie e mantengono un istinto naturale.Ciò significa che esisterà sempre un comportamento in-nato dell’animale, un vero e proprio patrimonio geneticoche, ad esempio, non permetterà mai alla tigre di “per-cepire” ciò che la circonda alla stregua di un gatto abi-tuato da sempre al contatto umano. Per tale motivi la“paura” va considerata a pieno titolo una gravissimaforma di violenza sull’animale selvatico.Nell’ultimo ventennio, periodo che vede una crescitaesponenziale della maturata sensibilità popolare nei con-fronti del mondo animale, le grandi famiglie circensi ita-liane, quali i Togni, Orfei, Montico, Casartelli, etc., si so-no date un gran da fare per convincere l’opinione pub-blica che i propri animali, rigorosamente nati in catti-vità e non prelevati in natura, sono acquisiti per curar-ne direttamente l’addestramento, ovviamente “in dol-cezza”. Il loro rapporto con gli animali viene definito co-me improntato da amore, rispetto ed un rapporto co-stante uomo- animale che porterebbe a gravi conse-guenze qualora fosse interrotto.Di fatto la questione si pone in ambito molto diverso.Innanzi tutto è opportuno specificare che vi è una so-stanziale differenza tra la doma iniziale dell’animale, cheè quella mirata a “spezzare” l’animale e a imprintare inlui la paura relativamente ad alcuni oggetti specifici(frusta, bullhook, ecc.) oltre che a fargli capire come siaimpossibile liberarsi, ribellarsi o fuggire, e la fase suc-cessiva.Una volta compiuto questo primo, fondamentale, passo,ciò che l’animale viene chiamato a fare tutti i giorni sot-to il tendone non può che definirsi mero allenamento, ecioè la ripetizione di esercizi, che possono anche subire

delle variazioni, così come avviene per i funamboli, gliequilibristi e tutti gli altri artisti del circo.Il domare avviene una volta sola e serve, principalmente,non tanto a far compiere determinati esercizi all’animale,bensì a fargli capire chi comanda e quali saranno le con-seguenze in caso di disobbedienza.Per tale motivo si reputano privi di significato gli invitiad assistere alle “prove” che i circensi rivolgono a chi cri-tica le tecniche di addestramento.Ed in questa prima fase, quanto è credibile l’affermazio-ne che i domatori/proprietari svolgono personalmente ladoma iniziale dei propri animali?

Lo scorso anno il famoso circo di Nando Orfei (soc. Or-fei-Bellucci) acquisì 4 nuove tigri arrivate dalla Spagna,già “preparate” da Mary Chipperfield che ne curò diret-tamente la consegna al domatore Emidio Bellucci (Fonte:Ufficio Stampa Circo Bellucci 18.7.2009).

Anche le tigri del Circo Amedeo Orfei risultano di prove-nienza Chipperfield.

Il marchio Chipperfield, riconducibile principalmente aMary Chipperfield, è volutamente sconosciuto all’opi-nione pubblica, ma è invece assai conosciuto nel mon-do circense.Mary Chipperfield, che in Spagna gestisce un blindatissi-mo centro di addestramento per animali da circo, dovet-te fuggire dall’Inghilterra dove subì un processo per gra-vi maltrattamenti a danno degli animali tanto che dovet-te riparare prima in Francia e poi in Spagna, dove è tutt’o-ra. La crudeltà dei suoi metodi fu documentata in ma-niera incontrovertibile ma la “signora”, con coniuge al se-guito, continua ad operare nonostante abbia nominato lanipote titolare del centro.Il suo ruolo è sempre stato, e continua ad essere, quellodi reperire ed addestrare animali da destinare ai vari cir-chi europei.I leoni di Martin Lacey junior, che ha vinto il Clown d’o-ro a Montecarlo, e proprietario di due leoni bianchi, pro-vengono dagli allevamenti dei Chipperfield.Le tigri di Stefano Nones Orfei del circo di Moira Orfeiprovengono anch’esse dai Chipperfields e cosi i suoi dueleoni bianchi, Ginevra ed Artù.Quindi, dagli italiani Orfei (Moira, Amedeo, etc.) ed altri,agli stranieri Knie, Pinder e Lacey, chi puo permetterselorinnova il numero coi felini (prevalentemente tigri) e chiha soldi (e il nome) va dai Chipperfields, rivendendo i“vecchi” felini ai circhi minori (vedi il Circo di Barcello-na) che li sfrutteranno ancora per qualche anno nell’at-tesa di un altro gruppo dismesso.Animali sconosciuti che arrivano già imprintati e che ven-gono “affittati” o “prestati” con estrema facilità: lo scor-so Natale il Circo Americano a Roma presentava 3 tigri,mentre il resto del gruppo era stato noleggiato all’Her-man Renz in Olanda e gli elefanti frazionati tra il Medra-no Francese e l’Arlette Gruss.Lo stesso fa il circo di Praga dei fratelli Cristiani: le tigrivengono noleggiate con il domatore Redi Cristiani e nelcirco tengono l’essenziale.Animali che vanno e vengono come pacchi in giro perl’Europa, molto spesso finendo nelle mani di altri doma-

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tra il cane, l’elefante e il rinoceronte?Il cane può essere semplicemente addestrato, vive conl’uomo da sempre e, inspiegabilmente, si fida di lui e fadi tutto per compiacerlo.Il rinoceronte non si può né domare né addestrare e nonaccetta alcun tipo di sottomissione, così come la iena. Pertutti gli animali da “serraglio” fu tentata nel tempo ladoma, ma per alcuni non fu mai possibile nemmeno sot-toponendoli alle peggiori vessazioni o privazioni.L’elefante da circo deve essere per forza domato e que-sto avviene fin dai primi mesi di vita. Il piccolo, sia pre-levato in natura che nato in cattività, viene strappato al-le amorevoli cure della madre ed inizia prestissimo il suopercorso di sofferenza.Il perché è molto semplice: le posizioni e gli esercizi chegli si impone di fare contrastano violentemente con lasua fisiologia, in pratica operano contro natura poichè ilcorpo di un elefante non è naturalmente in grado di ri-produrli se non costretto a forza e con, nel tempo, graviconseguenze fisiche. Perciò, a differenza di quanto avvie-

ne per gli elefanti da lavoro, la doma comincia prestissi-mo, e con violenza.Questo metodo, fino a poco tempo fa, si pensava essereutilizzato solo prevalentemente in Asia (Tailandia, India, etc.)e riguardasse animali liberi catturati alle madri. È stato scon-volgente scoprire che questo avviene, se possibile in modoancor più crudele, anche su piccoli nati in cattività, comedocumentato dall’ex addestratore di elefanti Sam Haddock,all’interno del centro segreto di addestramento del circoRingling Bros e Barlume & Bailey, il circo americano con ilmaggior numero di elefanti al mondo.Tiranti, pungoli, scosse elettriche e tanto, immenso dolo-re inferti ad un cucciolo indifeso da esseri umani che do-vrebbero solo vergognarsi di quello che stanno facendo.Ma la crudeltà umana non ha limiti poiché al cucciolo,che è stato perfidamente allontanato dalla madre che pu-re vive a pochi metri e lo rimpiange, viene affiancato unaltro elefante già “spezzato” ed asservito all’uomo che,più facilmente, porta ai risultati desiderati.Eh sì, che magia il circo!

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FOTO Sam Haddock/PETA

tori proprio come nel caso degli stessi Artù e Ginevra, idue leoni bianchi acquistati nel 2007, che alla fine del2008 erano già stati prestati al circo Mundial in Spagnae che sono rientrati al Moira Orfei all’inizio del 2010.Sono questi gli animali che morirebbero di dolore, a det-ta dei circensi, se fossero strappati ai loro domatori, maè più giusto dire proprietari, che tanto li amano?Nel circo arrivano animali già “predisposti”; al domatorespetta il compito di farsi riconoscere ed accettare.I numerosi incidenti con felini nei circhi dipendono dalfatto che il domatore non è ancora riuscito a farsi accet-tare da almeno un individuo.Il solo circo di Moira Orfei vanta un incredibile numerodi attacchi a domatori, di cui l’ultimo nel dicembre scor-so al figlio Stefano Nones da parte di una tigre.

Stress e malessereA questa dolorosa sopravvivenza vanno aggiunti ulteriorifattori critici: quelli derivanti da violenze e percosse gra-tuite inflitte agli animali, più volte documentate attra-verso materiale video-fotografico, e quelle derivanti dal-lo spregio dei Criteri di detenzione degli animali nei cir-chi fissati dalla Commissione Scientifica CITES del Mini-stero dell’Ambiente. Con la promulgazione della leggen.426 del dicembre 1998, il legislatore richiese alla Com-missione Scientifica CITES di valutare e concedere l’do-neità a detenere animali esotici, a quei circhi e mostreviaggianti che ne garantissero il benessere.Nessuna idoneità fu concessa, a riprova dell’impossibilitàche queste strutture di contenimento possano offrire ilminimo benessere agli animali ivi detenuti. Si rese quindinecessario, per evitare di chiudere tutte le strutture, fis-sare dei criteri minimi di detenzione che la Commissioneelaborò nel 2000, con aggiornamento nel 2006.Purtroppo, la maggior parte dei criteri relativi alla deten-zione non vengono osservati in modo costante, puntualeed uniforme e in molti casi il mancato rispetto è unaprassi consolidata.

Tra quelli maggiormente disattesi si possono valutare:

• il rispetto delle temperature in base alla specie

• gli arricchimenti ambientali (di ogni tipo, comprese levasche per il bagno, i pali per l’affilatura delle unghie,le tavole a differenti altezze, ecc.)

• la possibilità per gli animali di sottrarsi alla vista delpubblico

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• le dimensioni dei recinti (più spesso per gli animali noninseriti nelle linee guida CITES) e il fatto che alcuni ani-mali non devono essere legati.

La valutazione degli animali (documentazione, condizionidi detenzione, condizioni di salute) viene fatta dal Servi-zio Veterinario e/o dal nucleo del Corpo Forestale, nonsempre dal Servizio CITES.Nella quasi totalità dei casi il sopralluogo non avviene asorpresa e quindi le condizioni di detenzione degli ani-mali possono essere modificate per l’ispezione.Qualora il sopralluogo venga effettuato solamente dalServizio Veterinario ASL, e non anche dal Corpo Foresta-

le, la mancanza di competenza relativamente agli anima-li esotici aggrava le già superficiali ispezioni che si con-cludono quasi sempre con una valutazione positiva in me-rito al trattamento degli animali, anche di fronte a pale-si casi di maltrattamento.Di fatto le violazioni indicate come costanti non vengo-no quasi mai prese in considerazione come forma di man-cato benessere, ma vengono quasi sempre accettate co-me mancanze minori sulle quali si può sorvolare. Alcunitra i più intraprendenti rilasciano delle prescrizioni ma,dato l’esiguo tempo di attendamento del circo, non ci sicura di verificare se la struttura e sia adeguata o meno.A questo proposito dovrebbe essere fatto obbligo ai cir-chi di detenere un registro per l’annotazione di eventualiprescrizioni in seguito a carenze, con l’obbligo per i cir-chi di metterlo a disposizione delle autorità competentinei successivi attendamenti.

La provenienza degli animali dei circhiLa presenza di animali nei circhi è conseguenza di:• acquisto da strutture specializzate nella riproduzionee/o primo addestramento;

• nascite nel circo;• cessione da zoo (pratica illegale, ma ammessa dai cir-censi stessi);

• prelievo in natura.

Le nascite in cattività dovrebbero essere talmente nu-merose da soddisfare la richiesta non solo di semplicianimali, ma di esemplari già adulti e pronti per esibirsi.È incredibile che si continui a credere che gli animalisiano nati tutti nei circhi o comunque in cattività, datoche le rare nascite vengono pubblicizzate con enfasi enon sono certo tali da soddisfare le continue acquisi-zioni di animali. Vi sono più giraffe e zebre nei circhi diquante ne siano nate in tutti i circhi, zoo e parchi fau-nistici messi assieme!Il movimento interno degli animali non si limita alla ces-sione temporanea di numeri ma anche alla cessione de-finitiva, da parte di circhi “ricchi” a circhi con meno di-sponibilità finanziarie, di animali ormai vecchi. Vi sonoanche stati casi di cessione a privati.Da questo emerge anche l’esistenza di una gerarchia trastrutture: i circhi ricchi e quelli minori; i circhi nazionalie internazionali e i circhi di nicchia che vivacchiano a li-vello regionale.Più che operare in concorrenza, si tratta di un vero e pro-prio cartello. Che si “ciba” anche delle nostre tasse.Una riflessione: questi circhi di nicchia potrebbero sgan-ciarsi dal cartello semplicemente trasformandosi da“equestri” a “ginnici” rifiutando la logica, pro-grandicirchi, secondo la quale la presenza di animali, anchese estremamente costosa, è essenziale per la sopravvi-venza del circo.

Per quanto riguarda la riproduzione degli animali, mol-te sono le domande che emergono.Tigri, leoni, elefanti, ecc., invecchiano. Forse, e purtroppoper loro, a volte vivono più a lungo che non in natura,ma invecchiano anche nei circhi. Anche per loro vale co-munque il principio biologico di età riproduttiva e quin-di esiste un periodo di tempo entro cui i circhi possono

nei settori delle attività […] circensi e dello spettacoloviaggiante, nonché per la promozione ed il sostegno dimanifestazioni ed iniziative di carattere e rilevanza na-zionali da svolgere in Italia o all’estero”. Fanno seguitosuccessivi decreti fino ad arrivare al D.M. del 20 novem-bre 2007 – “Criteri e modalità di erogazione di contribu-ti in favore delle attività circensi e di spettacolo viag-giante, in corrispondenza degli stanziamenti del Fondounico per lo spettacolo, di cui alla legge 30 aprile 1985,n. 163” – che, tra l’alto, si pone quali obiettivi:favorire il costante rinnovamento dell’offerta di spetta-colo viaggiante e dell’arte circense italiana;particolare attenzione a consentire l’accesso alla culturacircense alle nuove generazioni e alle categorie meno fa-vorite;sostenere la funzione sociale, ricreativa e pedagogica del-l’attività circense e dello spettacolo viaggiante.

Tralasciando l’obiettivo del rinnovamento dell’offerta equello dell’accesso alla cultura (!) circense, evitando ditornare sull’argomento “funzione sociale” e dando perscontata la funzione ricreativa, una riflessione sulla pre-sunta “funzione pedagogica” è necessaria.Il 2007 è ben distante dal 1909, anno in cui Maria Mon-tessori pubblica il suo libro “Il metodo della pedagogiascientifica”, ma è evidente che chi ha definito per leggeche il circo ha una funzione pedagogica probabilmentenon sa chi fosse una delle più illustri scienziate italiane.Poiché la pedagogia è la “scienza dell’educazione che sioccupa della riflessione critica e della progettazione del-la pratica educativa; essa si inserisce in un ambito costi-tuito da un insieme di discipline che hanno come ogget-to di studio il processo educativo ivi compresa l’istruzio-ne”, qualcuno dovrebbe spiegare come interviene il circonel processo educativo o nell’istruzione. La risposta vieneda un documento firmato da più di cinquecento psicolo-gi che tra l’altro: “esprimono motivata preoccupazionerispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, forma-tivo, psicologico della frequentazione dei bambini di zoo,circhi e sagre in cui vengono impiegati animali. Questerealtà, infatti, comportano che gli animali siano privatidella libertà, mantenuti in contesti innaturali e in con-dizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a com-portamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. Ta-li contesti, lungi dal permettere ed incentivare la cono-scenza per la realtà animale, sono veicolo di un’educa-zione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono aldisconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolanolo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momentodi formazione e di crescita, in quanto sollecitano una ri-sposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disa-gio, all’ingiustizia.”

Il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), relativo ai circhie alle attività di spettacolo viaggiante, gestito dalla Dire-zione Generale dello Spettacolo dal Vivo del Ministero peri Beni e le Attività Culturali, è stato così ripartito negliultimi anni:

2008: 6.793.976,00 di euro2009: 5.755.010,97 di euroPer l’anno 2010 lo stanziamento stabilito per i circhi è di

6.252.883,32 euro.Mentre appaiono condivisibili i contributi stanziati voltia supportare le scuole di circo contemporaneo, quale in-vestimento per il futuro di giovani che intendano intra-prendere una carriera nel variegato mondo circense, ri-sulta invece incomprensibile lo sperpero di denaro pub-blico attuato mediante l’attribuzione di grosse cifre delFus nei confronti di talune strutture circensi, come adesempio il colosso Togni, la famiglia Casartelli del circoMedrano e Moira Ofei.In contrapposizione, il riparto del Fus complessivamentedestinato alle iniziative promozionali, assistenziali ed edu-cative si è attestato al di sotto dì 1.000.000,00.Da rilevare come, negli ultimi anni si sia assistito ad unfiorire di iniziative benefiche da parte del mondo circen-se, oltre che particolare attenzione verso i disabili e lagioventù. A tal proposito è opportuno sapere che, tra icriteri che sono valutati per l’assegnazione del fondo, Art.5 Comma 3, lettera g, sono oggetto di punteggio “le age-volazioni previste a favore del mondo della scuola, del la-voro e dei disabili”.Nell’ultimo dossier pubblicato sullo spettacolo dal vivodalla Direzione Generale si ribadisce che, in merito all’at-tribuzione del FUS in riguardo all’aspetto qualitativo, lavalutazione viene fatta in relazione alla validità del pro-getto artistico, all’attendibilità del programma artisticoin relazione al numero delle rappresentazioni preventiva-te, all’importanza culturale del progetto Artistico, al nu-mero e la tipologia di città visitate, all’identità e la con-tinuità del complesso circense a livello artistico, organiz-zativo ed occupazionale, alla rilevanza del complesso cir-cense, alla regolarità gestionale nonché all’impiego di per-sonale non familiare, alle agevolazioni previste a favoredel mondo della scuola, del lavoro e dei disabili, alla pre-senza di eventuali tourneè all’estero.Va evidenziato come questo Decreto stabilisca che il con-tributo venga a decadere in caso (Art. 7, comma 2) dicondanna definitiva a seguito di delitti di cui al Titolo IXbis del libro II del codice penale (dei delitti contro il sen-timento per gli animali) o di ogni altra violazione di di-sposizioni normative statali e dell’UE in materia di prote-zione degli animali.Di fatto, tra i vari circhi che hanno avuto accesso alcontributo ve ne sono alcuni, oltre a quelli con condan-ne, che hanno dato dimostrazione palese di maltratta-mento animale e molti non in regola dal punto di vistadocumentale, sia per mancanza delle indispensabili cer-tificazioni relative agli animali, sia per irregolarità am-ministrative.Inoltre, le regalie del FUS includono sostegni alle tourneèall’estero dove i nostri circhi dovrebbero rappresentare latradizione circense italiana.Tra le pagine che seguono troveremo un esempio quan-to mai illuminante in questo senso e, per citarne un al-tro, pensiamo al Darix Togni che continua all’estero lapratica vietata di far saltare le tigri attraverso il cerchiodi fuoco.

A titolo esemplificativo, oltre che per offrire un quadro,seppur limitato, sulla realtà dei circhi italiani, sono stateprese in esame alcune strutture più o meno famose masicuramente rappresentative.

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far accoppiare gli animali per ottenerne di nuovi. Mascientificamente la riproduzione in cattività di molte spe-cie è assai difficile, per altre impossibile.Ora, com’è normale, gli annunci di nascite nell’ambito delcirco sono limitati mentre il “parco animali” rimane co-stante, se non in aumento. Da dove provengono, allora, glianimali che sostituiscono quelli troppo vecchi o deceduti?È possibile che tutti i circhi europei siano alimentati daun’unica struttura, per quanto grande?È possibile che nessun animale giovane si mostri refrat-tario all’addestramento? E allora, che fine fa?E tutte le tigri dei Chipperfield da dove provengono?L’affermazione che tutti gli animali nei circhi siano natiin cattività appare labile, quando gli stessi proprietari, inmolti casi, non ne conoscono l’origine.Vi sono circhi che intraprendono lunghe tournée versoPaesi in cui ottenere animali esotici e false certificazioniCites è un gioco da ragazzi: con quanti animali sono par-titi e con quanti ritornano?Quanti animali vecchi vengono sostituiti con giovani?Quanti documenti vengono eventualmente falsificati emicrochip sostituiti?

I numeri dei circhiQuanti sono i circhi e quanti gli animali impiegano? Innessun settore economico è più difficile stabilire il nu-mero effettivo delle imprese quanto nei circhi in quan-to, al di là di pochissimi e famosi complessi che hannotutto l’interesse a mantenersi riconoscibili, vi è un sot-tobosco di strutture che, nel corso degli anni, hannomutato più e più volte l’insegna che dovrebbe caratte-rizzarli. Nei tempi andati sono stati i matrimoni tra mem-bri di famiglie circensi diverse che hanno caratterizzatonascite e fusioni, mentre ora, per motivazioni che nonè dato del tutto conoscere, tutta una serie di circhi as-sume una data insegna per poi cambiarla con frequen-za. O, ancora, parti di circo si fondono con altre strut-ture solo per determinati periodi. Un esempio fra i tan-ti è quello del Circo Nazionale Viviana Orfei che ha de-buttato lo scorso anno assorbendo una parte del CircoAlex Hamar (mentre alcuni dei numeri hanno prosegui-to le tournée nella penisola balcanica), della famigliaCoda Prin, ed il Circo di Spagna della famiglia Carbo-nari (quest’ultimo nel corso degli anni si era già chia-mato Circo Ariz, Circo Euro 2000, Circo Lina Orfei e SoolUniversal Circus). Da pochissimo il sodalizio tra le duefamiglie si è sciolto, la famiglia Coda Prin ha portatovia i propri animali ed al Viviana Orfei sono stati man-dati elefanti, giraffe ed un gran numero di altri esoticidal circo Medrano in tourneè nella penisola balcanica.Tutto questo dopo la sentenza con cui il Tribunale diTorino inibiva alla signora Viviana Orfei l’utilizzo, in tut-to il territorio nazionale, del nome “Orfei”, in ogni car-tellone, manifesto, sito internet e altro supporto pub-blicitario o telematico, in funzione di marchio. Questoè solo un caso fra i molti che può far capire come siadifficile censire le strutture circensi.Possiamo affermare che il numero dei circhi con anima-li, comprese le mostre faunistiche itineranti e i circhi ac-quatici, è di circa 100 unità.Per quanto riguarda invece il numero degli animali alseguito dei circhi si è cercato di fare una stima il più

possibile reale e con un minimo margine di scostamen-to. Il problema maggiore è stato censire volatili, ser-penti e, soprattutto, pesci. Questa tipologia di animali,insieme ai rettili, ha visto un aumento esponenziale ne-gli ultimi anni con la nascita dei circhi definiti “acqua-tici” che, in taluni casi, sono solo delle mostre itineran-ti senza che vi siano spettacoli accompagnati da esibi-zioni umane.Complessivamente gli animali impiegati, con stima ef-fettuata per difetto, si attestano su più di 2.000, tra cuipiù di 400 equidi per la maggioranza cavalli, ma anchepony e asini e circa 50 zebre. Risultano anche un’ottan-tina di bovidi vari tra cui una decina di bisonti.E poi:circa 140 tra cammelli e dromedari9 giraffeuna sessantina di lama6 rinocerontipiù di 20 ippopotamipiù di 50 elefantimeno di 10 orsi6/8 scimmiecirca 160 tigri comprese bianche e rosacirca 60 tra leoni ed altri felini40 tra struzzi, emù, etc.circa 350 volatili di cui la maggioranza pappagalli, maanche rapaci, notturni, avvoltoidai 70 agli 80 mammiferi di vario genere che compren-dono anche animali tipicamente da fattoriapiù di 100 caniuna ventina di mammiferi marini (otarie, etc.)circa 60 pinguinicirca 400 rettili, tra cui 250 serpenti – prevalentementepitoni, boa e anaconde – e 50 tra coccodrilli e alligatoripiù di 200 i pesci stimati, in gran numero piranha

Mettendo insieme tutte le stime nazionali, la popolazio-ne globale delle tigri è stimata in una quota che va dai3.402 ai 5.140 (fonte IUCN) e il trend è vertiginosamen-te in calo. Le sole tigri in possesso dei circhi della fami-glia Vassallo potrebbero ripopolare un intero territorio arischio d’estinzione. Ma si continua a prelevare in natura,ben sapendo che la riproduzione in cattività porterà a ra-rissimi parti e di nessuna utilità dal punto della conser-vazione della specie.

Legislazione e contributiLa prima forma di tutela giuridica dello Stato italiano neiconfronti dei circhi e delle attività di spettacolo viaggian-te risale al 1968. Con la Legge 337 - Art. 1 - “Lo statoriconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dellospettacolo viaggiante pertanto sostiene il consolidamen-to e lo sviluppo del settore” – prevedendo un fondo -Art. 19 - “per la concessione di contributi straordinari agliesercenti dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante.Oltre che a titolo di concorso nelle spese di ricostruzio-ne, ammodernamenti e difficoltà di gestione, viene sta-bilito che questi fondi potranno essere erogati anche afavore di iniziative assistenziali od educative”.Nel 1985, con la Legge 163 viene istituito il Fondo Uni-co per lo Spettacolo (FUS) con lo scopo di finanziare “en-ti, istituzioni, associazioni, organismi ed imprese operanti

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di estrema crudeltà sopra descritto […] e rivolto controun animale era inteso a domare l’elefante, ovviamente,in quanto in quel momento l’elefante stava mangiandotranquillamente, ma è stato perpetrato per evitare chel’elefante mangiasse il fieno che gli era di fianco. Essen-do affamato, l’elefante avrebbe avuto motivo di “svol-gere il suo lavoro” durante lo show per essere successi-vamente alimentato “come ricompensa”.

“Il duro comportamento tenuto nei confronti dell’elefan-te, qui sopra descritto e risultante in danni fisici, ha cau-sato inoltre anche danni psicologici all’elefante, come èrisultato da un filmato amatoriale […] ripreso dopo che

il circo ha cambiato il nome di cartellone in “Circo Ame-rican Show”, e nel quale l’elefante viene ripreso mentremuove ripetutamente la testa avanti e indietro. Standoa quanto sostiene Samantha Lindley (membro onorarioalla Royal (Dick) School of veterinary studies, Universitàdi Edimburgo, docente onorario all’Università di Glasgowe con 16 anni di esperienza come veterinaria comporta-mentista per il comportamento di animali selvatici incattività), questo comportamento stereotipato costitui-sce prova dell’esistenza di un danno psicologico neglielefanti utilizzati nei circhi, a causa della vita in catti-vità e dell’impossibilità di fuggire, e anche a causa deimetodi di addestramento che si basano su violenza fisi-ca o psicologica.

G.A. Bradshaw (esperto internazionale di traumi su ele-fanti e altri animali in cattività, membro fondatore e Di-rettore del Kerulos Center per la psicologia animale e peril recupero da traumi) conferma che l’estrema forza fisi-ca, la crudeltà e il trauma emozionale al quale Andra èstata sottoposta nel video, sono indiscutibili. Le pratichecomunemente utilizzate nei circhi sono ad esempio lepercosse violente, l’isolamento, l’incatenamento, la de-privazione di cibo e acqua, e tutta una vasta gamma distrumenti utilizzati per invalidare l’elefante psicologica-mente attraverso dolore e dominazione. I traumi psico-

logici causati agli elefanti dall’uso di queste pratiche ela cattività, possono anche essere causa di una serie didisordini, quali: infanticidio, iperaggressività, depressio-ne, poca salute, anoressia, asocialità, automutilazione.

La denuncia precisa infine che: “Il 5 luglio 2009, il circosi è ritirato dal territorio Greco per la risonanza avutadall’episodio e per poter evitare le sanzioni penali con-tro i responsabili, nonostante gli spettacoli del circo fos-sero stati programmati fino ad ottobre 2009 stando […]a loro dichiarazioni. Prima del ritiro dalla Grecia, in giu-gno 2009, lo stesso circo ha messo in scena alcune esi-bizioni nella città di Volos cambiando la propria insegna

in “Circo American Show” in quanto i responsabili vole-vano evitare il sequestro dell’elefante, l’imposizione disanzioni penali ma anche le reazioni di protesta dei grup-pi per i diritti degli animali.”

Insieme alla denuncia è stata presentata inoltre una let-tera del Ministero Greco dello sviluppo rurale (numero diprotocollo 3221/29-05-2009) relativa ad una proposta diproibire l’ingresso in Grecia, che non ha propri circhi, aicirchi con animali.

“È incredibile che un Paese come l’Italia continui a ‘rico-noscere il valore dell’attività circense’ e a finanziare letournée di circhi implicati in tali situazioni. Veramenteun bel modo di promuovere la tradizione circense italia-na all’estero. Inoltre, se l’erogazione del contributo è fi-nalizzata al raggiungimento di determinati obiettivi, per-ché non vi sono stati dei controlli in tal senso? O il con-tributo viene dato ‘a pioggia’, senza alcuna verifica? “

La LAV ha quindi scritto al Ministro per i Beni e le Atti-vità Culturali, On. Sandro Bondi, per chiedergli di inter-venire nel merito, affinché siano ritirati i fondi 2009-2010 concessi al circo Hamar, escludendolo di dovere dal-le future erogazioni.

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Circo Alex HamarDal 1 gennaio 2006 il Circo Alex Hamar è inserito nel re-gistro delle imprese con la denominazione Circo Nazio-nale Italia Alex Hamar di Coda Prim Pietro e tra le atti-vità prevede unicamente quelle di attività circense e cir-co equestre.Dal 2008 al 2010 il Circo Alex Hamar ha ricevuto un to-tale di €125.000,00 di finanziamenti pubblici suddivisicome indicato qui di seguito:

Il Decreto 20 novembre 2007, che stabilisce i criteri e lemodalità di erogazione di contributi in favore delle atti-vità circensi e di spettacolo viaggiante, stabilisce infattiche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali eroghicontributi per i circhi e gli spettacoli viaggianti al fine,tra gli altri, di “sostenere la funzione sociale, ricreativae pedagogica dell’attività circense e dello spettacolo viag-giante” e di “sostenere la promozione internazionale del-la tradizione circense italiana all’estero”.

È quindi interessante vedere quale sia la “tradizionecircense italiana” di cui il circo si è fatto portatore inGrecia ricevendo in premio 40.000,00 euro di contri-buti pubblici.

Nel maggio del 2009, nel corso della sua tournée in Gre-cia, il Circo Alex Hamar, con l’insegna di Circo Massimo,fu oggetto di un filmato che ha fatto il giro del mondosuscitando sdegno e indignazione.Ed altrimenti non poteva essere.Di seguito alcuni passi dalla denuncia presentata dall’As-sociazione Psichanimal Athens nel mese di luglio 2009a seguito dell’episodio.

“Il 12 maggio 2009 alle 9.34 a.m. circa, è stato mostra-to sul canale televisivo Greco “Skai”, e in particolare sul-la trasmissione “ECO NEWS” un video amatoriale . Nelvideo è possibile vedere […] Davide Coda Prin, un uomodi quasi 50 anni, che tiene in mano un oggetto di ferroche ha un appuntito uncino di metallo ad una estremità,conosciuto come bullhook, e colpisce violentemente, fu-riosamente e senza ragione, un elefante, chiamato An-dra, sulla testa. […] L’elefante, Andra, è una femmina dielefante Asiatico di circa 42 anni […]. L’uomo stava uti-lizzando simultaneamente il bullhook per pungere la pel-le dell’elefante, tirare e poi sganciarlo, più e più volte ri-petutamente. Il risultato è che l’uomo ha inflitto inten-zionalmente molte ferite sul retro del lobo del suo orec-chio sinistro.”

La denuncia prosegue poi spiegando “Il comportamento

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2008 2009 2010Attività Circense in Italia 20.000 25.000 25.000

Attività Circense svolta all’esteroAnno rendicontazionedel contributo 2008 2009 2010Anno tournée per cui èstato concesso il contributo 2007 2008 2009Luogo della tournée Turchia Grecia GreciaImporto del contributo 15.000 20.000 20.000

TOTALE CONTRIBUTI DAL 2008 AL 2010 125.000,00

Il Circo di Martini – Cirque D’Europe è di proprietà di Da-rio Martini ed ha come direttore artistico Rinaldo Orfei.Nel dicembre 2009 volontarie LAV hanno provveduto adeffettuare un sopralluogo presso il circo Martini – Cirqued’Europe, visitando lo zoo annesso al circo.Nel corso della visita è stata rilevata la presenza di dueelefanti legati a catena.Due delle quattro zampe di ciascun elefante risultavanolegate ad una catena corta e fissate ad una sottostantepedana in legno, rendendo in questo modo impossibile,per gli animali, qualsiasi tipo di movimento.In questo contesto non stupisce che uno dei due elefantipresentasse anche un movimento stereotipato, classicosegno di stress negli elefanti presenti nei circhi: il conti-nuo ed ossessivo dondolio della testa.È incredibile come, a distanza di dieci anni dall’entrata invigore delle Linee Guida CITES, alcuni dettami, chiari spe-cifici, sembrino ancora non essere del tutto recepiti dalmondo circense. Le linee guida specificano infatti “L’usodi catene è consentito solo per brevi periodi durante iltrasporto, ma in linea di principio è da evitare. Le cate-ne devono essere rivestite di materiale morbido, devonoconsentire all’animale di sdraiarsi su un lato, e di poterrestare in questa posizione; inoltre non devono impedir-gli di rialzarsi autonomamente. Gli animali, pur con lecatene, devono poter disporre liberamente di tutto lo spa-zio loro concesso per effettuare i loro movimenti. Le zam-pe cui sono assicurate le catene devono essere cambia-te a rotazione ogni giorno[…]. Qualora gli elefanti, du-rante l’attendamento dei circhi, siano detenuti all’ester-no le catene non sono accettabili.”Oltre a questo, altri criteri “minimi” di benessere per glianimali detenuti presso il circo non fossero posti in esse-re: gli elefanti non avevano infatti alcun arricchimentoambientale e, sia per loro che per le tigri non vi era lapossibilità di nascondersi alla vista del pubblico.

La LAV ha pertanto provveduto a inoltrare una prima ri-chiesta di intervento al Corpo Forestale dello Stato per-ché provvedesse ad una verifica delle condizioni di de-tenzione degli animali e alle conseguenti azioni da porrein essere.Nel frattempo, da ulteriori verifiche da parte della LAV,le condizioni degli elefanti erano invariate: erano ancoradetenute a catena.Questo poiché, da informazioni assunte, il Corpo Foresta-le, pur avendo rilevato la presenza degli elefanti incate-nati in esterni nel corso del sopralluogo, e quindi in pie-na difformità con quanto esplicitato nelle linee guida CI-TES, non aveva ritenuto di procedere nei confronti deicircensi in quanto questi ultimi avevano garantito che lecatene venivano usate solamente come misura tempora-nea durante la notte per evitare la fuga degli animali.In seguito la Redazione di “Striscia la notizia” (Canale 5),è intervenuta nella vicenda documentando come le di-chiarazioni dei circensi relativamente agli elefanti incate-nati “temporaneamente” fossero false, riprendendo la con-tinuità di questa condizione in vari momenti nell’arco didue giorni.Da testimonianze raccolte ed elementi in fase di acquisi-zione si teme, purtroppo, che non si tratti di un caso iso-lato, e a molto poco valgono le ispezioni richieste in me-rito alle Autorità, poiché le giustificazioni addotte dei cir-censi (ad esempio: “li abbiamo appena messi a catena perfare le pulizie”) sono difficilmente confutabili a meno dinon disporre di una costante sorveglianza nel tempo, co-sì come fatto da “Striscia la notizia”. Nel frattempo la vi-ta di questi elefanti prosegue nello stesso inaccettabilemodo e l’unica alternativa possibile è che non sia più per-messo detenere tali animali nei circhi.

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Circo di BarcellonaIl Circo di Barcellona è inserito nel registro delle impresecon la denominazione Circo di Barcellona di FranchettiEnis.Nel dicembre 2006, al Circo di Barcellona veniva negatala concessione di attendamento nella città di Milano inquanto il Servizio Veterinario ASL, a seguito di sopralluo-go, verificava gravi carenze in merito alle prescritte do-cumentazioni.In particolar modo risultavano non presenti:• autorizzazione prefettizia alla detenzione di animali pe-ricolosi

• certificazione CITES (Convenzione sul commercio inter-nazionale delle specie animali e vegetali in via di estin-zione, firmata a Washington nel 1973) per tre tigri

• documentazione identificativa per due cavalli• cartelle cliniche degli animali• registro di carico e scarico degli animali• piano di alimentazione, di pulizia e disinfestazione• modalità di smaltimento delle deiezioni• attestazione della formazione del personale• valutazione del veterinario curante su gabbie, alloggi,mezzi di trasporto e modalità di manipolazione deglianimali

• descrizione della tipologia degli spettacoli in cui sonoutilizzati animali

Data la mancanza della necessaria documentazione, nel2007, tre tigri furono sequestrate.La documentazione relativa agli animali, lungi dall’essereuna futilità burocratica, è infatti uno strumento fonda-mentale per garantire che alcuni dei basilari diritti deglianimali vengano rispettati: dalla garanzia che le specieanimali in pericolo di estinzione non vengano più prele-vati in natura fino al controllo dei corretti parametri dinutrizione, cura e detenzione.Continuando a monitorare l’attività del Circo la LAV haavuto modo di verificare che durante gli spettacoli alme-no una delle tigri sottoposte a sequestro veniva anco-ra utilizzata come attrazione sulla pista.A seguito della denuncia della LAV nel gennaio 2009 il

Sig. Franchetti, proprietario del circo, è stato ritenuto col-pevole, in primo grado, del reato di detenzione di grandifelini sprovvisti di certificazioni Cites, oltreché di avercontinuato a trarre profitto dall’esibizione in pubblico diquesti animali.Il Franchetti è stato quindi condannato a 4 mesi di ar-resto e a 5.000,00 euro di ammenda, ancorché col bene-ficio della pena sospesa.Il Tribunale ha stabilito inoltre la confisca delle tigriancora in vita, purtroppo una solamente perché le altredue sono morte nel frattempo.È stata una sentenza di grande importanza in quanto sibasa sulla corretta applicazione della Legge 7 febbraio1992 n.150 che, rispettivamente agli art. 1 e 2, stabilisceil sistema sanzionatorio in caso di violazione di quantoprevisto dal regolamento (CE) 338/97 (relativo alla pro-tezione di specie della flora e della fauna selvatiche me-diante il controllo del loro commercio) per gli esemplariappartenenti alle specie elencate negli Allegati A, B e Cdel Regolamento medesimo.La tigre è un animale che rientra di diritto nell’AllegatoA del Regolamento 338/97, e cioè viene ritenuta in gra-ve pericolo di estinzione, tuttavia le tigri nate in catti-vità vengono inserite nell’Allegato B in quanto conside-rate oggetto di minore tutela. Fortunatamente la normasi estende ad entrambe le possibilità per cui non vi è dub-bio che la confisca diventi un obbligo così come sancitodalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 18805/06,per cui è vietato detenere in Italia animali appartenentialla fauna selvatica protetta della Convenzione CITES, edel quale non sia possibile dimostrare la regolarità del-l’importazione o della detenzione. Quindi - passaggio im-portantissimo - anche se il reato possa cadere in prescri-zione andando a sanare l’illecito penale, la confisca ri-mane obbligatoria come tutela assoluta dell’animale.Negli anni tra il 2007 e il 2009 il Ministero per i Beni ele Attività Culturali ha rendicontato un totale di 60.000,00euro di contributi stanziati per il Sig. Franchetti Enis, le-gale rappresentante del Circo di Barcellona.

2007 2008 2009Attività circense in Italia 20.000,00 20.000,00 20.000,00

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Circo Martini - Orfei Cirque D’Europe

bilità di detenere nei circhi l’Orso polare (Ursus maritimus),i requisiti seguenti non si riferiscono a questa specie”.

La Maxymova dimostra, quindi, già da tempo un chiarodisinteresse sia delle normative italiane, sia del benesseredegli animali.

Nel marzo 2009, durante un attendamento a Reana delRojale, viene fatto un ulteriore sopralluogo presso il circo.Le prime e più evidenti mancanze riguardano le pessime

condizioni dell’ippopotamo che reiterano il mancato rispet-to dei Criteri di Detenzione CITES, non essendo per lui pos-sibile, fra l’altro, nascondersi alla vista del pubblico

I volontari LAV hanno inoltre avuto modo di assistere al-la preparazione dello spettacolo della signora Niedermayer:un assurdo numero costituito da un cavallo, una tigre eun orso. Il cavallo, con in groppa la tigre traina un car-retto con un orso a bordo.

Ancora una volta risulta estremamente evidente la viola-zione delle Linee Guida CITES che specificano molto chia-ramente che “Particolare attenzione deve essere posta anon imporre la vicinanza di specie per loro natura noncompatibili” e che “In nessun caso esemplari di specie

diverse potranno essere trasportati o mantenuti in strut-ture attigue, con particolare riguardo alle differenze dietà e gerarchie sociali e soprattutto se le relative speciesono in rapporto preda-predatore”.

Di nuovo, ad aprile 2009, i volontari LAV videro che nuo-vamente il numero della Maxymova veniva portato inpista.

Sembrano bastare solo due mesi, però, per cambiare il ba-silare istinto di sopravvivenza di un animale. Nel giugnodel 2009, infatti, il cavallo viene dissequestrato e resti-tuito a Martino Maxi Jutta, il proprietario. La motivazio-ne rileva che il cavallo, portando la tigre in groppa daquando questa era ancora cucciolo, era ormai abituatoalla sua vicinanza.Nulla si dice sulla vicinanza dell’orso, da poco acquistatoe inserito nel numero.E nulla si dice delle Linee Guida CITES che, essendo re-datte da esperti della materia, non stabiliscono parame-tri entro cui specie etologicamente in conflitto possonoessere detenute insieme, ma lo vietano del tutto.

Ancora una volta, a distanza di mesi, il numero oggettodi denuncia è tornato in pista, questa volta a Cagliari:

Negli anni tra il 2006 e il 2010 il Ministero dei Beni edelle Attività Culturali ha rendicontato un totale di €73.087,00 di contributi stanziati per il Sig. Martino Eusa-nio, legale rappresentante del Circo Martin Show.I contributi, richiesti con costanza e in aumento ogni an-no, sono così suddivisi:

2006 2007 2008 2009 2010

Attività Circense in Italia8.000,00 7.000,00 10.000,00 12.000,00 15.000,00

Acquisto di nuovi impianti, macchinari,attrezzature e beni strumentali 21.087,00

Circo Martin ShowIl Circo Martin è inserito nel registro delle imprese con ladenominazione Circo Equestre Martin Show di Martino Eu-sanio. Diversamente da molti altri circhi le attività autoriz-zate sono strettamente legate all’attività circense: circoequestre, spettacoli viaggianti, mostra faunistica itinerante.Nell’ottobre 2008 la LAV effettua una prima verifica pres-so il circo in questione, attendato a Bolzano. Rilevandosituazioni di detenzione non corretta di animali, vengo-no richiesti anche l’intervento del Servizio Veterinario ASLe del Corpo Forestale.

Le loro risposte ribadiscono che “in contraddizione all’al-legata planimetria di posizionamento degli animali sot-toscritta dal titolare stesso, l’ippopotamo pigmeo era rin-chiuso all’interno del rimorchio di trasporto e non dispo-neva di un parchetto esterno per la movimentazione nelrispetto delle esigenze etologiche proprie della specie (inparticolare di tenere costantemente umida la cute) e ladetenzione all’aperto non garantiva le condizioni di si-curezza per l’incolumità pubblica”, che “La voliera nellaquale era detenuto un pappagallo Ara era di dimensionitali da non raggiungere le dimensioni minime previstedal punto 7 dell’allegato alla legge provinciale nr.9 (n.d.t.“Interventi per la protezione degli animali e prevenzionedel randagismo 2000”) e che “il rettilario era di dimen-sioni troppo ridotte rispetto allo sviluppo dei rettili edinoltre la temperatura interna troppo fredda per le esi-genze fisiologiche delle specie detenute, non vi era di-sponibilità di sufficiente acqua.”

Vengono inoltre rilevate importanti mancanze documen-tali: “dal registro di carico e scarico avrebbero dovutoessere presenti un Tegu Argentino e un Pitone Moluro,mentre assolutamente non era registrato il Pitone di Se-ba […] Per quanto riguarda la documentazione mancavaquella relativa all’Ara ed era lacunosa quella relativa alPitone di Seba […].”

Nei mesi successivi la LAV continua a richiedere agli EntiPubblici di effettuare controlli presso il Circo ma le ri-sposte, quando arrivano, dichiarano che tutto risulta inregola o, in alternativa che “la licenza di pubblico spet-tacolo […] è stata concessa in data 18 dicembre 2008senza alcuna prescrizione relativa alla detenzione di ani-mali in quanto non ne risulta la presenza nella docu-mentazione presentata”.

Dall’anno 2009 si unisce poi al Circo Martin Show la do-matrice Maxy Niedermayer, conosciuta con il nome di“Maxymova“.La signora Niedermayer rimane una delle poche domatri-ci ad utilizzare, nei suoi numeri, degli orsi. Fino all’anno2008 si esibiva con lei persino un orso polare, in seguitodeceduto.Le motivazioni per le quali gli orsi non sono animali ge-neralmente utilizzati nei circhi sono estremamente evi-denti da quanto specificato nei “Criteri per il manteni-mento di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti”emanati nel 2000 dall’Autorità Scientifica CITES del Mi-nistero dell’Ambiente:

“Gli orsi sono dei predatori di grosse dimensioni, dalleabitudini principalmente solitarie, assai robusti, dotati diartigli pericolosi, il che li rende poco adatti alla vita delcirco. Infatti è impossibile mantenere degli orsi nei cir-chi in maniera compatibile con le loro caratteristiche bio-logiche e con i peculiari comportamenti sociali di ogniindividuo. Ad esempio bisogna ricordare che diverse spe-cie originarie delle regioni più settentrionali trascorronoi mesi più freddi riducendo il loro metabolismo e andan-do in letargo. Inoltre diverse specie sono minacciate diestinzione e sono tutte incluse nelle appendici della CI-TES.Oltre alle considerazioni in merito al benessere degli ani-mali, i circhi non sono adatti ad ospitare le diverse spe-cie di orsi anche per ragioni legate alla sicurezza del pub-blico e degli operatori. […]Si ribadisce che le indicazioni sui requisiti minimi indicatedi seguito non devono pertanto essere considerate comeuna giustificazione o un invito a tenere queste specie neicirchi o mostre viaggianti. Considerata l’assoluta impossi-

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richiesta di emissione didecreto penale di condan-na nei confronti dell’Am-ministratore del circo peraver detenuto in condizio-ni incompatibili con la lo-ro natura animali esoticie non, sottoponendoliinoltre a lavori insoppor-tabili per le loro caratte-ristiche etologiche; in par-ticolare […] veniva riscon-trata la detenzione di:1 ippopotamo, detenuto inmezzo alla neve;

1 elefante femmina e un dromedario, detenuti su au-tocarri al freddo e di dimensioni tali da non permette-re loro alcun movimento;1 scimpanzé, detenuto in una gabbia angusta e al buio;Diversi cani di razza boxer, legati con la possibilità distrozzarsi ed esposti alle intemperie, uno di questi pre-sentava lesioni da morso ad un orecchio;Alcuni struzzi utilizzati come cavalcature negli spetta-coli, presentavano estese lesioni cutanee sul dorso.

Nell’attendamento del maggio 2010 in provincia di Fer-rara, il Servizio Veterinario rileva come la detenzione de-gli animali nuovamente presenti notevoli lacune e comenon sia ovviamente possibile garantire il benessere di al-cuni animali.

In particolar modo viene evidenziato che:“si riporta in primo luogo che il Circo detiene un singoloelefante indiano; tale condizioni risulta sconsigliata daicriteri specifici previsti dall’Allegato B della dgr 647/2000.Si segnala inoltre che tra gli animali a seguito del Circo,è presente un esemplare di scimpanzé di trent’anni di età,femmina. […] si riporta una sintetica raccomandazione:<< Gli scimpanzé in cattività devono avere uno spazioesterno abbastanza grande per garantire loro un adegua-to esercizio fisico (correre, arrampicarsi, dondolare), edesposto al sole per buona parte della giornata ma dota-to di ombra. È importante che vi sia una zona riscaldataper l’inverno e la possibiltià di isolarsi dalla vista dei vi-sitatori. Devono avere a disposizione materiale per co-struire i nidi per la notte. Devono ricevere più pasti algiorno e di una dieta varia. Gli scimpanzé in cattività de-vono fruire di contatti sociali frequenti e vivere in strut-ture ricche di stimoli: materiale per arrampicarsi, pozze,buche di sabbia, oggetti da manipolare, teli con cui gio-care, termitai, scatole magiche, ed altri oggetti creativi

dai quali ricavare, risolven-do semplici problemi, semi,noci o altro cibo>> […] ilsoggetto esaminato nonviene utilizzato per le esi-bizioni ma unicamente perl’esposizione, l’area in cuivive presso il Circo ha unasuperficie di m. 2,5 x 2,5,dispone di qualche arric-chimento ambientale ed è

riscaldata. […] Poiché è apparso evidente che le attualimodalità di detenzione dell’animale non garantiscono ilsoddisfacimento dei bisogni minimi sopra descritti, in par-ticolare per quanto attiene lo spazio disponibile, i con-tatti sociali frequenti, la ricchezza di stimoli, si è prescrit-to ai titolari del Circo di trasferire quanto prima l’anima-le presso la struttura di Latina dove si auspica possa frui-re di condizioni migliori rispetto alle attuali.”

Il Servizio Veterinario ASL di Ferrara, relativamente aglialtri animali presenti nella struttura, ha inoltre espresso:“Si è rilevato in particolare che venivano detenuti un sin-golo esemplare di elefante indiano e di scimpanzé, spe-cie altamente sociali” che “Lo spazio disponibile per i se-guenti animali: camelidi, zebra, leoni, uccelli corridori,cani, deve essere aumentato secondo le misure indicatenell’autorizzazione sanitaria rilasciata” e che “si esprimeuna considerazione in merito all’utilizzo nel periodo au-tunno-inverno negli spettacoli itineranti, di animali chenecessitano di temperature ambientali non inferiori a 15°,(elefante, ippopotamo, zebra, grandi felini). La necessitàdi evitare a quegli esemplari l’esposizione alle basse tem-perature, fa sì che gli stessi trascorrano tutto il loro tem-po nei carri di trasporto, ovvero in spazi assai limitati[…] si ritiene dunque necessario chiarire se la condizio-ne sopra descritta possa ritenersi ostativa già in via pre-ventiva, ai fini del rilascio del parere per l’attendamento

dei circhi nel periodo autunno-inverno”.Anche in questo caso la LAV ha presentato denuncia neiconfronti del circo Miranda Orfei.

Da controlli successivi al circo Miranda Orfei, i volontariLAV hanno potuto rilevare che, nonostante il Servizio Ve-terinario ASL e il Corpo Forestale di Ferrara abbiano piùvolte sottolineato l’esigenza di spostare al più presto loscimpanzé, nel corso dell’attendamento a Viterbo, a giu-gno 2010, lo stesso risultava essere ancora presso il circo.

La struttura di Latina, che nel verbale viene indicata co-me “zoo denominato ‘Safari Park’, via del Malconsiglio –Latina Borgo Grappa”, risulterebbe essere di proprietà del-la Signora Montemagno Maria Olga, detentrice dello scim-panzé e sorella del titolare del Circo Miranda Orfei, Mon-temagno Daviso, e zona di stallo per gli animali del circosui quali, quindi, non si cessa mai di lucrare.

Tale struttura risulta attualmente sottoposta a seque-stro in quanto, a seguito di un intervento della Polizia Mu-nicipale del Comune di Latina, è stata rilevata la mancan-za del nulla-osta di cui all’art. 80 del T.U.L.P.S. (sicurezza)e di autorizzazioni relative all’esecuzione di opere edilizie.

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Circo Miranda OrfeiIl Circo Miranda Orfei è inserito nel registro delle impre-se con la denominazione Circo Miranda Orfei S.r.l. e trale attività registrate vi è solo quella di circo.Nel gennaio 2009, volontari LAV hanno effettuato un so-pralluogo presso il Circo attendato a Como, rilevando con-dizioni di detenzione degli animali inadeguate.Gli animali, in particolare un’elefantessa, un ippopotamo,un dromedario, diversi struzzi, sei cani di razza boxer ealcune zebre, erano detenuti all’aperto con una tempera-tura di 0°.Le linee guida CITES del Ministero dell’Ambiente stabili-scono precisi criteri di detenzione per gli animali e traqueste vi sono anche indicazioni per le temperature:

“Criterio 11: gli animali dovranno avere a disposizionesia strutture di ricovero per ripararsi da condizioni cli-matiche avverse […]Le relative strutture di mantenimen-to dovranno essere attrezzate con strumenti atti a rego-lare la temperatura degli ambienti in funzione delle sin-gole esigenze degli esemplari ospitati.

Elefanti: in caso di temperature esterne inferiori ai 15°C,gli elefanti devono avere la possibilità di proteggersi inun’area riparata dal vento e da altre condizioni meteo-rologiche avverse, ed in cui viene mantenuta una tem-peratura di circa 15°C. In caso di gelo gli animali devo-

no poter disporre di ambienti riscaldati (almeno 20°C),privi di correnti d’aria, grandi abbastanza da permetter-ne la permanenza a tutti gli esemplari pur garantendoloro la possibilità di muoversi liberamente. La strutturadeve essere progettata in maniera tale da poter esserepulita e lavata giornalmente su pareti e pavimento.Zebre: Generalmente in caso di temperature esterne sotto

i 12°C tutti gli animali devono avere la possibilità di ri-pararsi in ambienti in cui la temperatura sia di circa 12°Co meno, a seconda delle zone di origine degli animali.”Nonostante queste indicazioni i recinti che gli animaliavevano a disposizione erano ancora innevati e l’unicafonte di riparo era il container - che per alcuni animaliera estremamente piccolo, non consentendo loro di muo-versi, girarsi e sdraiarsi liberamente - utilizzato per glispostamenti, mantenuto aperto e che non poteva quindigarantire le temperature minime richieste.

I cani venivano invece detenuti in un box o legati, conscarsa possibilità di movimento e scarso riparo.È stata inoltre rilevata la presenza di uno scimpanzé al-l’interno di una struttura chiusa.Anche in questo caso, come sottolineano le Linee GuidaCITES, “Numerose considerazioni di ordine biologico, com-portamentale e conservazionistico rendono assolutamen-te inaccettabile ed inopportuna la detenzione di tutte le

specie appartenenti all’ordine dei Primati nei circhi inparticolar modo per tutte le scimmie antropomorfe.”

La LAV ha quinti presentato denuncia per maltrattamen-to e detenzione incompatibile, subito dopo aver richiestol’intervento degli enti preposti perché si procedesse a ga-rantire che almeno i criteri minimi per il benessere ani-male venissero rispettati.

La LAV ha continuato a seguire gli spostamenti del circoMiranda Orfei. La situazione degli animali, negli attenda-menti che è stato possibile seguire e verificare, come adesempio a Bassano del Grappa (Vicenza), si presentava so-stanzialmente invariata, nonostante la situazione climati-ca particolarmente fredda.In data 30 novembre 2009 il Tribunale di Como ha fatto

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Gli anaconda sono immobili, mentre gli alligatori vengo-no forzati ad uscire, ma si vedono sofferenti e in diffi-coltà a stare in piedi e fare quattro passi.Dulcis in fundo: un leone marino di 400 chilogrammi, te-nuto nella solita scatola di ferro, e due squali in una spe-cie di vasca da bagno.Inoltre, vengono fatti sfilare due poveri istrici e due pin-guini. In poco più di una vasca da bagno due squali nu-trice, ora morti.

Il percorsoLa LAV segue il Victor da anni. Nonostante numerosi sol-leciti alle Istituzioni preposte al controllo, non succedeassolutamente nulla.In modo particolare, si nota che nessuna attenzione è sta-ta rivolta alle prescrizioni della Commissione Scientifica Ci-tes in quanto, in nessuno dei verbali di ispezione emessi ein possesso di questa Associazione, vengono menzionati i“criteri” e specificato se siano stati rispettati o meno.Infatti, la scarsa attenzione degli organi che hanno ef-fettuato i controlli è stata unicamente posta da una par-te all’assenza di malattie in atto (soprattutto infettive) edall’altra all’esistenza dei previsti certificati di origine egli altri requisiti CITES, mentre si è “voluto” sorvolare sul-le condizioni di detenzione degli animali.

Emblematica la risposta data dall’ASL di Pescara, riguar-dante un sopralluogo eseguito, in cui, mentre si parla dibenessere animale, contestualmente si fa riferimento adelle ventole che avrebbero il compito di mantenere latemperatura all’interno di un “tunnel”, termine che, intutti i vocabolari italiani, sta a significare un luogo an-gusto o una situazione pericolosa o comunque negativa.Ma il 18 marzo 2009 sembra che la situazione possa ve-ramente cambiare, la trasmissione televisiva Striscia laNotizia (Canale 5), trasmette un servizio sul Circo ‘‘Victorlo spettacolo delle meraviglie”, attendato in provincia diRavenna. Dal servizio televisivo, durante il quale si rac-

coglie anche la testimonian-za del dottor Nardini, Vete-rinario e membro del Consi-glio Direttivo della SIVAE, sievincono le gravissime con-dizioni di detenzione di tuttigli animali utilizzati nell’esi-bizione e l’evidente stato disofferenza di alcuni di loro.La vicenda assume una forterilevanza, viene presentataaddirittura un’interrogazione

parlamentare e l‘Ente Nazionale Circhi prende le distanzedal Victor, auspicando maggiori e sempre più severi con-trolli ‘’nei confronti di mostre faunistiche o similari checon il circo hanno in comune poco o niente’‘ ed invitan-do le autorità competenti a predisporre i provvedimentinecessari nei confronti di chi non rispetta la legge.Ma nel maggio del 2009 il Victor arriva in provincia diPistoia, e precisamente a Montecatini Terme, dove final-mente non ci si gira dall’altra parte per non vedere . LaASL è decisa a procedere al sequestro preventivo deglianimali del Victor, ravvisando gli estremi dei reati di mal-trattamento e di detenzione in condizioni incompatibilicon la loro natura.Il 27 maggio tutti gli animali del Victor vengono postisotto sequestro dall’Asl di Montecatini e dagli Agenti delNIRDA (Nucleo Investigativo Reati a Danno di Animali)del Corpo Forestale dello Stato. Al momento del seque-stro, gli animali vengono trovati completamente al buio.

Il sequestro preventivo e probatorio viene convalidato dal-la Procura della Repubblica di Pistoia ma non vi è la pos-sibilità di trasferire subito gli animali in strutture ade-guate in quanto, dagli accertamenti sanitari eseguiti, emer-gono delle zoonosi (quali la clamidiosi e la salmonellosi)a causa delle quali diventa necessario porre il Circo inquarantena.

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Circo VictorLo spettacolo delle meraviglie

Il Registro delle Imprese non ha dati sull’impresa VictorDavid Show; si può dedurre che questa dicitura sia soloun’insegna e non individui quindi un’azienda.Il Registro delle Imprese fornisce invece questi dati:denominazione Calvaruso Vittorio.Sede legale: Via Largo Amedeo Moscati 5 - SalernoAttività: spettacoli viaggianti, mostra faunistica.

Si tratta di un’attività di spettacolo viaggiante, un’espo-sizione di animali leggermente diversa dal Circo comune-mente inteso e compresa nelle attività della citata legge337/68; gli animali sono considerati “attrazioni” inseritenell’elenco delle attività spettacolari, attrazioni e tratte-nimenti di cui all’art.4 della legge 18.3.1968, approvatoe aggiornato con vari Decreti Interministeriali tra cui ul-timo, noto, il decreto 28-02-2005, precisamente tra le“medie attrazioni”, sotto la voce:“mostre faunistiche zoo.Trattasi di strutture, padiglioni o di automezzi o rimorchiaperti da un lato, riparati con sbarre di ferro o vetri, nel-l’interno dei quali sono posti animali feroci o non, o ri-produzioni di animali, anche animate, con eventuale esi-bizione davanti al pubblico”.

La strutturaLa struttura è perfettamente adeguata alla definizionecontenuta nell’elenco e al momento dell’allestimento imezzi di trasporto sono accostati al tendone/ teatro dicui rappresentano il fondale.Non sono allestite aree esterne rispetto a quelle in cuiviene eseguito lo spettacolo perciò le gabbie che ospita-no gli animali durante lo show sono la loro dimora abi-tuale, nonché mezzo di trasporto.

Lo spettacolo, gli animali e il maltrattamentoVa ricordato che la Commissione Scientifica Cites ha for-nito, in data 10 maggio 2000, precisi “Criteri per il man-tenimento degli animali nei circhi e nelle mostre viag-gianti”, che forniscono parametri minimi per la correttasopravvivenza degli animali cui si riferiscono, nonché leindicazioni di carattere sanitario ed amministrativo chedevono essere osservate dalle strutture che vogliono de-tenere animali da utilizzare negli spettacoli.“Criterio 11: gli animali dovranno essere mantenuti in strut-ture, sia fisse che mobili, che permettano agli stessi di po-tersi liberamente sottrarre alla vista del pubblico.Inoltre, gli animali dovranno avere a disposizione sia

strutture di ricovero per ripararsi da condizioni climati-che avverse, sia idonei arricchimenti ambientali atti adevitare comportamenti stereotipati. Le relative strutturedi mantenimento dovranno essere attrezzate con stru-menti atti a regolare la temperatura degli ambienti infunzione delle singole esigenze degli esemplari ospitati.”

Di contro, la situazione al Victor più volte documentata:un centinaio di uccelli, compresi grandi rapaci ma anchenotturni, avvoltoi, pellicani, marabù, ed altri tra cui alcu-ni particolarmente protetti perché in grave pericolo diestinzione, sono costretti in anguste gabbie che ne im-pediscono non solo il volo ma anche normali movimentidi estensione delle ali e che non hanno all’interno alcu-

no stimolo ambientale e nemmeno la presenza degli in-dispensabili trespoli. Gli animali vengono fatti uscire peruna breve esibizione attirati dal cibo e poi rientrano, sem-pre attirati dal cibo, in quella che la presentatrice dellospettacolo definisce “casa loro”. Il fondale su cui si muo-ve lo spettacolo è costituito dal rimorchio che trasportagli animali.Le gabbie, non certo adeguate, possono contenere ancheuno svariato numero di animali che, a parte i pochi mi-nuti dello spettacolo, vivono perennemente imprigionatinelle gabbie, per la maggior parte del tempo al buio.Molte gabbie sono chiuse da pannelli di legno scorrevoli,che quindi “piombano” letteralmente gli animali, e chevengono abbassati solo al momento dell’esibizione .

Durante l’intervallo un gufo reale, uccello notturno per ec-cellenza, viene messo in bella mostra sotto i fari accecantisul palcoscenico, per le foto di rito con gli spettatori.Quindi si passa agli animali acquatici.Con un automatismo sale una piattaforma che alza a li-vello di palcoscenico due contenitori che contengono, ri-spettivamente, anaconda e alligatori: si aprono uno allavolta, si mostrano e subito dopo ritornano nelle segrete.

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Circo Coliseum RomaIl Circo Coliseum Roma è inserito nel registro delle im-prese con la denominazione Circo Coliseum di VassalloEugenio e ha come attività registrata quella di circo eque-stre.La situazione relativa ai finanziamenti ricevuti da questocirco risulta piuttosto complessa.Negli anni dal 2005 al 2010 il Legale rappresentante, Vas-sallo Eugenio, ha infatti ricevuto contributi a suo nomerelativamente a tre diverse attività circensi con nomi si-mili, per un totale di €357.000,00. I contributi sono sud-divisi come indicato nella tabella a fondo pagina.

Le modalità di accesso ai contributi non sono l’unicoaspetto degno di nota relativo a questo circo, anche lagestione degli animali presenta infatti caratteristiche pe-culiari.

Su un totale di 53 animali registrati in ingresso sui regi-stri CITES del Circo dal 2003 al 2009, nessuno di loro ri-sulta acquistato. Tutti gli animali, secondo la compilazio-ne del registro, risultano infatti arrivati al circo grazie a“donazione”, “acquisizione gratuita” o un generico “altro”.

Tra questi animali - sempre stando ai dati contenuti neiregistri - alcuni, in particolar modo, destano attenzione.È il caso di 4 tigri, registrate il giorno stesso della loronascita, in Grecia, e purtroppo tutte morte, una dopo po-

co più di un mese e le altre tre a circa un anno di età.È il caso anche di due elefanti, registrati in ingresso afebbraio 2009 e in uscita, anche questa volta in Grecia,nel luglio dello stesso anno, a soli 5 mesi di distanza.

Il fatto che però sconcerta maggiormente è relativo adun sequestro di due tigri e due elefanti del Circo, av-venuto nel gennaio del 2007 a causa della mancanza del-la prescritta documentazione relativa agli animali, tantoche gli elefanti non risultavano nemmeno inseriti nel re-gistro di carico.

Le tigri sono state in seguito confiscate con sentenza delTribunale di Lucca del 21 dicembre 2009 e attualmentesi trovano presso il Centro CRASE del WWF di Sempro-niano, in attesa di una definitiva destinazione.Gli elefanti, a quanto risulta, sono stati rapidamenteportati all’estero dal proprietario e di loro si sono per-se le tracce. Sembra impossibile che animali posti sottosequestro, e di taglia notevole, possano essere fatti spa-rire uscendo dal territorio senza essere fermati ai puntid’ispezione. Esiste un nuovo manuale operativo recantemodalità e procedure relative ai controlli in ambito do-ganale sul commercio internazionale di specie di fauna eflora selvatiche minacciate d’estinzione che spiega esau-stivamente come e chi debba effettuare i controlli.Ma gli elefanti sono spariti e il circo continua tranquil-lamente ad operare nonostante il grave reato commesso.Com’è possibile?Tutto è possibile, magia del circo.

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Inoltre Calvaruso, il proprietario del Victor, si appella alTribunale del Riesame che, con una discutibile sentenzadel 19 giugno, dispone il dissequestro degli animali ad ec-cezione degli uccelli. Avuto il via libera sanitario dopo lecure prescritte, il 4 agosto, nel tardo pomeriggio e per tut-ta la notte, sono state effettuate le operazioni di trasferi-mento degli 82 animali. Tutto si è svolto con la massimaattenzione al benessere degli animali e ciò è stato resopossibile anche grazie alla collaborazione professionale delpersonale tecnico e scientifico del WWF, che ha garantitol’accoglienza di numerosi animali e ha supportato il Cor-po Forestale dello Stato e il NIRDA del Corpo Forestale del-lo Stato nel corso dell’intera operazione.

Tutti gli “ex reclusi” sono giunti nei centri di accoglien-za, che sono la loro nuova dimora e hanno iniziato unpercorso di monitoraggio per verificare le fasi di accli-matamento, oltreché una seria indagine per accertarne lostato di salute.Ottantadue sono partiti ma 17 animali sono rimasti. Dalcanto suo il Calvaruso, con i suoi avvocati, presenta unanuova istanza di dissequestro degli uccelli nonché ricorsoin Cassazione contro il provvedimento del riesame.E, dalla fine di agosto, ricomincia i suoi spettacoli itine-ranti con i pochi animali rimasti.Ma lo squalo nutrice dal gozzo pronunciato, che il dott.Brunetti aveva asserito sarebbe guarito in breve tempo,non c’è più e al suo posto sono state poste due delle nu-merose anaconde giganti lasciate riprodurre incosciente-mente in gran numero.Viene spontaneo chiedersi, dato che questi animali rien-

trano nella lista diquelli pericolosi, se laprescritta denuncia siastata fatta alla Prefet-tura locale e come sipossa permettere achiunque una riprodu-zione selvaggia di que-sta tipologia di anima-li. La situazione non èmolto cambiata, il leo-ne marino è semprecostretto a fare ilclown ornando unatrombetta con le nari-ci. Che tristezza.Ma, cosa ancor piùgrave, al Victor riap-

paiono i primi uccelli quando è ancora in Toscana, neglispettacoli del Lazio sono diventati addirittura 13, una bef-fa nei confronti delle aule di giustizia!Ma, incredibilmente, la Corte di Cassazione da ragione alCalvaruso e il Tribunale di Pistoia si pronuncia sul caso eordina il dissequestro e la restituzione degli animali alproprietario. Appare incredibile una serie di sentenze cosìapprossimative, insensibili ed indifferenti.Il caso, con le sue implicazioni, ha scosso il mondo poli-tico, veterinario, circense e tutte le persone che hannocreduto nella legge contro il maltrattamento animale.Come finirà?Il procedimento penale nei confronti del Calvaruso è incorso, si attende giustizia.È vero che la legislazione non da indicazioni specificheper ogni specie animale detenuta, cosa impossibile, ma aquesto punto dovrebbero essere applicate “scienza e co-scienza” da parte dei controllori.“Coscienza”, di cui fa parte il comune buon senso, cheimpone, ad esempio, le seguenti domande:

1) è possibile che un’Aquila americana (Haliaetus leuco-cephalus) che raggiunge i 110 cm di lunghezza e l’aper-tura alare di quasi 3 metri. non soffra minimamente chiu-sa in una gabbia?

2) È possibile che un’Aquila siberiana (Chrysaetus kamt-schatica) con una lunghezza di 74-87 cm e con un’aper-tura alare di 203-220 cm, che nidifica tra i 1700 e i 2200metri gioisca e sia grata al padrone per vivere in una gab-bia buia tutto l’anno?

3) È possibile che un Pellicano gigante (Pelecanus ono-crotalus + crispus) di Altezza 170 cm, Peso 11 kg, aper-tura alare circa 3 metri, il cui habitat è acquatico o al-meno umido (laghi interni, paludi, coste) stia benissimoal sicuro dentro un contenitore piombato?

4) È possibile che un alligatore (Alligator mississippiensis)che vive prevalentemente in stagni di acqua dolce e pa-ludi ma anche in fiumi, laghi e corsi d’acqua, in zone aclima temperato-caldo, che si iberna quando cala la tem-peratura, sia felice di vivere in un triangolo lungo menodel suo corpo?

Queste domande si ripropongono per ogni specie dete-nuta e sono più di cento gli individui utilizzati.

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FUS 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Denominazione: CIRCO COLISEUM DI VASSALLO EUGENIO - Sede Legale: SALERNO

Attività circense in Italia 32.000,00 32.000,00 35.000,00 35.000,00Attività circense all’estero 30.000,00 30.000,00

Denominazione: VASSALLO EUGENIO - Insegna: CIRCO COLOSSEO - Sede Legale: MAGLIE

Attività circense in Italia 18.000,00 25.000,00Attività circense all’estero 125.000,00

Denominazione: CIRCO COLISEUM ROMA - Sede Legale: FORMIA

Attività circense all’estero 25,000,00Attività circense in Italia

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