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Moneta, inflazione, misure statistiche dei prezzi

Nota: alcune di queste slides sono tratte dal corso del prof. Antonio Dell’Atti della Università di Bari, che ringraziamo

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La moneta è nata per fungere da:

Intermediario degli scambi (deve avere un valore accettato)Riserva di valore per consumi differiti (deve avere un valore che rimane costante) Unità di conto (deve consentire di esprimere agevolmente il valore di tutti i beni

Inizialmente la moneta era essa stessa una merce. Nei sistemi moderni è un “segno”, garantito da un’autorità emittente.

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Nella storia contemporanea abbiamo avuto diversi sistemi monetari: Il gold standard fissava la parità metallica

fissa (in oro) di ogni moneta. Il gold exchange standard si basava sulla

possibilità di convertire la propria moneta in sterline e dollari che avevano mantenuto il cambio fisso con l’oro.

Con Bretton Woods (1944) ogni moneta ebbe una parità verso il dollaro, convertibile in oro.

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Negli anni più recenti:

Nel 1971 De Gaulle fece crollare la convertibilità del dollaro e Nixon la abbandonò Attualmente le riserve auree servono soltanto per far fronte alle compensazioni tra banche centrali Forse in Europa, dopo l’introduzione dell’euro, le riserve sono diventate eccessive Il valore della moneta è oggi basato soltanto su una convenzione garantita dagli Stati

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Quanti tipi di moneta conosciamo in un sistema moderno? La moneta metallica (divisionaria) è emessa

dalla Zecca (Stato) e ha poteri di pagamento limitati (non si può usare per grandi pagamenti)

Le banconote hanno potere liberatorio illimitato e garantiscono che una banca (normalmente la banca centrale) “pagherà a vista” il quantitativo indicato. In che cosa? Mistero

In realtà la quantità di moneta del sistema è molto maggiore…

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POLITICA MONETARIA EUROPEA(slides del prof. Antonio Dell’Atti, Bari)

accentramento decisionale presso BCE e SEBC

decentramento operativo presso le BCN

OGNI BCN REGOLA LA LIQUIDITA' DEL SISTEMA BANCARIO DANDO ATTUAZIONE ALLE DIRETTIVE DI POLITICA MONETARIA IMPARTITE DALLA BCE

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STRUMENTI DI CONTROLLO della stabilità dei prezzi

A. definizione quantitativa della stabilità dei prezzi

l’aumento sui dodici mesi dell’indice armonizzato dei

prezzi al consumo (IACP o HICP Harmonized Index of

Consumer Prices) per l’area dell’euro deve essere

contenuto nel limite del 2%, da perseguire comunque nel

medio termine (le Banche centrali non possono conoscere

perfettamente i ritardi temporali con cui avviene la

trasmissione della politica monetaria e la variabilità nel

breve periodo dei prezzi per cause non monetarie e perciò

non controllabili dalle Autorità)

Politica monetaria

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Aggregati monetari (controllati dalla BCE sono rilevanti per il raggiungimento stabilità dei prezzi)

Eurosistema ha definito tre aggregatitre aggregati (M1, M2, M3) dal contenuto vieppiù vasto con il passaggio dal primo al secondo e infine all’ultimo.

M1: circolante e debiti a vista delle banche e dell’Amministrazione postale. Insieme di valori equiparabili, quanto ad accettazione come strumento di pagamento, alla moneta legale.

M2: dato da M1 più depositi con durata prestabilita fino a due anni e depositi rimborsabili su preavviso fino a tre mesi, mezzi finanziari suscettibili di trasformarsi in M1 tempestivamente.

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M3: dato da M2 ed altre tipologie di passività con scadenza contenuta: i pronti contro termine, le obbligazioni con scadenza originaria fino a due anni, le quote di fondi comuni monetari e i titoli del mercato monetario.

M3 risulta l’aggregato più stabile

viste le soddisfacenti proprietà anticipatorie riconosciute ad esso (le variazioni di M3 anticipano infatti gli andamenti dei prezzi al consumo nel medio termine), il Consiglio direttivo della BCE ha assegnato ad esso un ruolo fondamentale nell’ambito della politica monetaria comune, annunciando un valore di riferimento per la crescita dell’aggregato in discorso pari al 4,5 per cento. In quanto “valore di riferimento”, l’Eurosistema non si impegna a correggere gli scostamenti di breve periodo dal medesimo.

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Attualmente le VARIABILI STRUMENTALI

fondamentali per la conduzione della politica monetaria

sono costituite:

dalla BASE MONETARIA (biglietti, monete, depositi c/o autorità monetarie)

dai TASSI DI INTERESSE A BREVE TERMINE

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Che cosa è la base monetaria La banca centrale obbliga le banche alla riserva

obbligatoria, cioè a non prestare una quota dei depositi.

Gli strumenti finanziari utilizzabili per soddisfare questo vincolo costituiscono la base monetaria.

Fino al 1999 la BM comprendeva biglietti e monete, depositi presso le autorità monetarie e valute estere immediatamente convertibili in valuta nazionale.

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BASE MONETARIAcanali di creazione/distruzione

CANALE ESTERO concorre al quantum di base monetaria mediante il saldo della bilancia dei pagamenti: un saldo positivo genera un incremento in seguito alla conversione della valuta estera nella moneta nazionale; l’opposto accade nel caso di saldo negativo.

 

CANALE TESORO può impattare sul volume della base monetaria solo per il tramite dell’emissione diretta di biglietti e monete. Con l’abolizione del finanziamento da parte della BC (divorzio Bankitalia/Tesoro), non più possibilità di influire sulla base monetaria con operazioni di copertura fabbisogno finanziario

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CANALE SISTEMA BANCARIO

Crea moneta allorché ricorre alle operazioni di rifinanziamento da parte della Banca centrale

Distrugge base monetaria con l’assolvimento dell’obbligo della riserva obbligatoria.

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TASSI DI INTERESSE A BREVE TERMINETASSI DI INTERESSE A BREVE TERMINE

i tassi fissati in modo discrezionale dalla Banca centrale determinano il “corridoio” entro il quale si muove il tasso EONIA (tasso del mercato interbancario, Euro Overnight Index Average)

il pavimento è rappresentato dal tasso applicato sulle operazioni di deposito presso la Banca centrale;

il tetto è costituito dal tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale;

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Moneta e inflazione

L’inflazione è considerata “la tassa più iniqua” perché danneggia soprattutto chi ha un reddito fisso.

Inoltre l’aumento dei prezzi interni fa perdere competitività al sistema: il Paese dovrà svalutare, con aumento delle merci importate ecc. C’è il rischio di una spirale.

Spesso si distingue tra inflazione “da costi” e inflazione “da domanda”.

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Inflazione da costi e da domanda

L’inflazione da costi deriva da un aumento eccessivo dei costi di produzione.L’inflazione da domanda deriva da un eccesso di richiesta dei beni prodotti dal sistema. Un eccesso di moneta “lubrifica” l’aumento dei prezzi secondo la formula

MV =PT (Equazione di Fisher) in cui M è la quantità di moneta, V la velocità di circolazione, P il livello dei prezzi e T la quantità di transazioni.

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Banca centrale e Tesoro: dialettica di interessi Poiché i governi tendono a espandere la

quantità di moneta per massimizzare il consenso, le banche centrali devono avere un certo grado di autonomia.

In Italia, dall’inizio degli anni ’80, col cosiddetto “divorzio”, la Banca centrale ha smesso di finanziare il disavanzo con nuova moneta e il Tesoro ha dovuto rivolgersi al mercato finanziario.

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Le banche operano attraverso una gamma di tassi d’interesse: Tasso passivo, pagato ai depositanti Tasso attivo, richiesto ai debitori, che va dal:

prime rate, riservato ai clienti primari; al top rate per quelli meno affidabili. Oltre il top

rate c’è l’usura. Il margine di intermediazione delle banche

risulta dalla differenza tra tassi attivi e tassi passivi. Più i tassi sono bassi, meno guadagnano le banche.

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La manovra del tasso di riferimento Il tasso di riferimento (una volta era il tasso di

sconto) è il tasso applicato dalle banche centrali nei prestiti interbancari; determina con effetto domino tutta la gamma dei tassi.

Le decisioni della Bce e della Federal Reserve sulla manovra dei tassi sono tra le più importanti decisioni di politica economica.

Il tasso di riferimento infatti determina il costo del denaro e quindi la convenienza a effettuare investimenti.

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In pratica:

Aumentare il tasso di riferimento equivale a schiacciare il freno dell’economia. Funziona sempre.

Diminuire il t.d.r. equivale a schiacciare l’acceleratore. Funziona solo se non ci sono altri fattori che inducono gli imprenditori a non investire.

I differenziali dei tassi tra le grandi monete canalizzano i flussi finanziari globali e quindi influiscono sui cambi.

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Come si misura l’inflazione? In contabilità nazionale, attraverso il

cosiddetto “deflatore del Pil” Nelle statistiche congiunturali, attraverso le

variazioni di prezzi dei cosiddetti “panieri”. In Italia l’Istat presenta tre diversi panieri:

L’indice Nazionale Intera Collettività, il più completo;

L’indice Famiglie Operai e Impiegati; L’indice europeo armonizzato

Esisteva un ulteriore indice (costo della vita), con paniere fissato per legge, che è stato abbandonato.