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DIRITTO PUBBLICO 21/02 lez.1 Definizione di diritto pubblico : Il diritto pubblico è il diritto che si occupa dei rapporti col potere, cioè della condizione del cittadino nei confronti della pubblica autorità(potere pubblico), è un diritto che nasce nel momento in cui il cittadino riesce a frapporre fra se e l'autorità pubblica delle regole che lo garantiscano. Definizione di diritto : È una costante di tutti gli ordinari sociali, ogni stato antico e contemporaneo aveva o ha un concetto di diritto. Un diritto è un insieme di regole che in un certo momento disciplinano il funzionamento di un sistema, queste regole possono essere approssimativamente a tre ordini di contenuti: 1a categoria: regole con lo scopo di reprimere i comportamenti antisociali, (diritto penale, lo stato penalizza dei comportamenti ritenuti cattivi, e li reprime). 2a categoria: sono quelle regole che disciplinano all'interno di un gruppo la distribuzione di beni e servizi:un gruppo lavorando produce beni; il diritto si occupa di definire a chi spettano questi beni.(x es. il diritto privato, il diritto commerciale); 3a categoria: si occupa di regolare la istituzione e la distribuzione dei poteri pubblici, cioè di stabilire chi comanda, il perchè, il come, quale tipo di potere, e quali limiti; norme che si occupano quindi del potere La percezione che queste regole siano giuridiche non è arrivata subito, o almeno non per tutte. Per esempio la decretazione del potere in passato non era assegnato attraverso una norma giuridica, ma era tradizione che avvenisse (principio di tradizione) → Carlo Magno non veniva eletto al potere attraverso norme giuridiche ma perchè gli veniva assegnato il posto da Dio. Quindi certe regole si sono definite giuridiche recentemente e non già in passato come altre. Definizione di regola : è un giudizio su un comportamento , il gruppo giudica che un certo comportamento è negativo o positivo (meccanismi per disincentivare o promuovere). Comportamenti che tendono a condizionare il funzionamento di un gruppo. Non tutte le regole sono giuridiche: Regola di natura: il termine regola viene definito dall' attività perchè naturale, se non si verificano più non sono più di natura, quindi sono fenomeni che si verificano con regolarità; Regole sociali: si impongono ai consociati perchè questi tengano certi comportamenti, queste regole non sono necessarie, se la regola dice non rubare, non è vero che non si possa rubare, il comportamento magari verrà punito ma comunque il comportamento può avvenire; Tra le regole sociali, ci sono tanti tipi e non sono tutte giuridiche: es. la buona educazione, che ha delle regole (cena vestiti in un certo modo e seguendo certe regole; io mi presento in modo diverso e mi comporto in un modo non congruo) questo tipo di comportamento si presenta in una violazione di una norma, che ha in sé delle conseguenze; magari chi ci ha invitato non ci inviterà più. Questo ordine di regole che noi incontriamo quotidianamente, non sono le uniche, non sono regole giuridiche ma hanno delle sanzioni come le regole giuridiche. es.2 in certi ambienti sociali esistono delle regole che modificano i comportamenti dei consociati, per esempio negli ambienti sociali contadini il rapporto fra parenti è più forte a differenza della città, quindi c'è maggiore assistenza ai parenti, è vissuta come una regola questo comportamento,

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DIRITTO PUBBLICO

21/02 lez.1

Definizione di diritto pubblico: Il diritto pubblico è il diritto che si occupa dei rapporti col potere, cioè della condizione del cittadino nei confronti della pubblica autorità(potere pubblico), è un diritto che nasce nel momento in cui il cittadino riesce a frapporre fra se e l'autorità pubblica delle regole che lo garantiscano.

Definizione di diritto: È una costante di tutti gli ordinari sociali, ogni stato antico e contemporaneo aveva o ha un concetto di diritto.Un diritto è un insieme di regole che in un certo momento disciplinano il funzionamento di un sistema, queste regole possono essere approssimativamente a tre ordini di contenuti:

– 1a categoria: regole con lo scopo di reprimere i comportamenti antisociali, (diritto penale, lo stato penalizza dei comportamenti ritenuti cattivi, e li reprime).

– 2a categoria: sono quelle regole che disciplinano all'interno di un gruppo la distribuzione di beni e servizi:un gruppo lavorando produce beni; il diritto si occupa di definire a chi spettano questi beni.(x es. il diritto privato, il diritto commerciale);

– 3a categoria: si occupa di regolare la istituzione e la distribuzione dei poteri pubblici, cioè di stabilire chi comanda, il perchè, il come, quale tipo di potere, e quali limiti; norme che si occupano quindi del potere

La percezione che queste regole siano giuridiche non è arrivata subito, o almeno non per tutte. Per esempio la decretazione del potere in passato non era assegnato attraverso una norma giuridica, ma era tradizione che avvenisse (principio di tradizione) → Carlo Magno non veniva eletto al potere attraverso norme giuridiche ma perchè gli veniva assegnato il posto da Dio.Quindi certe regole si sono definite giuridiche recentemente e non già in passato come altre.

Definizione di regola: è un giudizio su un comportamento , il gruppo giudica che un certo comportamento è negativo o positivo (meccanismi per disincentivare o promuovere).Comportamenti che tendono a condizionare il funzionamento di un gruppo.Non tutte le regole sono giuridiche:

– Regola di natura: il termine regola viene definito dall' attività perchè naturale, se non si verificano più non sono più di natura, quindi sono fenomeni che si verificano con regolarità;

– Regole sociali: si impongono ai consociati perchè questi tengano certi comportamenti, queste regole non sono necessarie, se la regola dice non rubare, non è vero che non si possa rubare, il comportamento magari verrà punito ma comunque il comportamento può avvenire;

Tra le regole sociali, ci sono tanti tipi e non sono tutte giuridiche:es. la buona educazione, che ha delle regole (cena vestiti in un certo modo e seguendo certe regole; io mi presento in modo diverso e mi comporto in un modo non congruo) questo tipo di comportamento si presenta in una violazione di una norma, che ha in sé delle conseguenze; magari chi ci ha invitato non ci inviterà più.Questo ordine di regole che noi incontriamo quotidianamente, non sono le uniche, non sono regole giuridiche ma hanno delle sanzioni come le regole giuridiche.es.2 in certi ambienti sociali esistono delle regole che modificano i comportamenti dei consociati, per esempio negli ambienti sociali contadini il rapporto fra parenti è più forte a differenza della città, quindi c'è maggiore assistenza ai parenti, è vissuta come una regola questo comportamento,

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chi non lo fa viene biasimato dal gruppo. Oppure sempre in particolari contesti per esempio la ragazza rimasta in cinta troppo presto può risultare un danno, magari che per ripararlo si ricorre al matrimonio forzato, o allontanamento del soggetto maschio dalla donna, questi comportamenti sono regolati quindi da regole non giuridiche ma di tradizione.

Siamo in presenza di regole giuridiche se rubiamo, se passiamo col rosso, questo perchè esiste un'autorità pubblica che deve far evitare questi comportamenti, sanzionando il comportamento, con multa, reclusione, ecc...es.3 gioco a pallone in una squadra, sono tesserato attraverso la figc e guadagno. Io ho delle regole di gioco, non posso scalciare la caviglia dell'avversario, e vengo quindi punito e devo accettare la decisione dell'arbitro senza far male anche a lui. Analizziamo il comportamento che vado a prendere a pugni l'arbitro e vengo sanzionato dalla figc. La sanzione fin quì è l'espulsione dal gruppo, che è la stessa cosa che succede a quello dell'es 1 della cena. (sanzione: espulsione da un gruppo) la vicenda diventa giuridica se il giocatore di pallone la domenica successiva entra in campo e dice “gioco anche io”, e qui c'è qualcosa che non avviene più, a questo punto per esempio l'arbitro chiama i carabinieri e avvisa della situazione → passaggio da regolamentazione non giuridica a regolamentazione giuridica.Questo passaggio da non giuridico a giuridico avviene quando c'è l'ingresso in campo della forza (autorità che entra in campo per punire il comportamento).

La regola è giuridica quando assistita dalla forza, dal potere pubblico, caratterizzata dalla coercibilità ( che viene imposta), cioè capacità di imporre l'applicazione, per far tenere i comportamenti.

Caratteristiche della regola giuridica:– effettività, cioè la regola è tale se gode dell'esistenza di un potere che è in grado

effettivamente di imporla, non è più tale se viene totalmente violata perchè in quella situazione non c'è un'autorità che non ha avuto la capacità di imporre effettivamente la regola.

– esteriorità, la regola giuridica regola dei comportamenti esteriori, cioè al diritto interessa che anche se ho dei pensieri contro le regole non vado contro le regole, quindi va a vedere quello che faccio, non quello che penso.

– certezza, sapere che è quella, questo è un problema perchè soprattutto in ambienti complessi c'è una differenziazione della regola, una complessità.

Una regola giuridica è tale se non è isolata e si inquadra in un sistema, da sola non può esistere, perchè non sarebbe assistita da niente, quindi è tale se inserito in un sistema di regole chiamato “ordinamento”, sistema di regole tra loro coordinate dove le diverse regole assistono le une e le altre (es. non rubare perchè se rubo c'è un'autorità che mi punisce, che mi porta in carcere perchè ho rubato e mi mette davanti a un giudice che decide la mia pena).

Da quello detto emerge una nuova caratteristica, la “relatività”, cioè che le regole giuridiche non tutelano dei valori assoluti, ma esprimono dei valori che tutelano gli interessi che in determinati contesti storici sono ritenuti condivisi . Il diritto non ha il potere di imporre ai consociati dei valori assoluti

L'ordinamento Giuridico non deve presentare al suo interno delle contraddizioni (antinomie), ci deve essere coerenza fra le norme es. → si può rubare e non si può rubare( due leggi sono contrapposte e bisogna scegliere fra le due, non ci devono essere contraddizioni).

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Per garantire la coerenza interna esistono alcuni criteri, e sono 3:– criterio gerarchico: le norme non sono tutte uguali, le norme si collocano a diversi livelli, e

a seconda del livello hanno una maggiore o minore durezza, sono più o meno forti, si pongono in un rapporto gerarchico, in una gerarchia, questo permette di decidere,quando c'è un contrasto fra due norme, quale abbia più importanza sull'altra (per es. la nostra costituzione è rigida, per cambiarla bisogna avere delle modalità molto rigide, più rigide delle modalità per modificare una singola legge). Il criterio gerarchico non basta, perchè il contrasto potrebbe verificarsi fra due leggi sullo stesso livello.

– criterio di tipo cronologico: in presenza di due norme di pari forza che regolamentino in modo diverso la stessa situazione, prevale quella più recente, quella successiva abroga la norma precedente. L'abrogazione può essere fatta espressamente oppure può essere effettuata tacitamente, cioè che quella nuova non permette più l'applicazione di quella vecchia.

– criterio di competenza: può capitare che il potere di creare delle norme giuridiche venga distribuito fra varie autorità.es. stato e regioni, ambedue possono fare delle leggi. Le regioni devono fare delle leggi all'interno dell'ambito di una competenza. Il rapporto fra le leggi in questo caso è regolato da un criterio di competenza perchè in certe materie la competenza è delle regione e in certe dello stato, e questa competenza è definita nella nostra costituzione.

Questi 3 criteri sono i criteri del risolvere le antinomie delle fonti, risolvere i contrasti delle norme all'interno di un ordinamento giuridico.

23/02 lez.2

L'ordinamento, che sia complesso o elementare, ha delle regole perchè se l'è inventate, attraverso fonti di produzione del diritto (che creano le regole), queste fonti sono meccanismi che un certo ordinamento utilizza per creare delle regole. Le fonti possono essere meccanismi semplici o complessi:Negli ordinamenti più complessi le fonti di produzione del diritto si dividono in 2 tipologie:

– fonti atto: meccanismi istituzionalizzati attraverso i quali un determinato ordinamento produce in un determinato momento storico una norma, questi meccanismi sono normalmente un insieme di procedure e procedimenti, cioè una serie di pronunciamenti, che pronunciandosi esprimono la norma → è un prodotto che diventerà una regola.

[es. il parlamento italiano fa le leggi, che divengono legge perchè sono costituite da dei testi, quindi articoli che vengono approvati dalla camera dei deputati e dal senato della Repubblica, e una volta ottenuta l'approvazione vengono approvate dalla Repubblica. Questo percorso produce una norma, e questa è una fonte di produzione del diritto ed è una fonte atto, perchè si va a definire un prodotto che è un atto giuridico, un atto conoscibile, un documento scritto dove sono contenute le norme.]

– fonti fatto: norme che nascono dal basso, dai comportamenti, nascono dalla convinzione intima dei diritti di un certo gruppo che un certo comportamento sia tenuto. Nel tempo si trasforma in una norma.

[es. la nostra costituzione prevede che quando cade il governo bisogna eleggere un nuovo presidente del consiglio, da quando esiste la costituzione vige la prassi che il presidente della repubblica, per cambiare il presidente del consiglio, debba convocare delle consultazioni e decidere se cambiare o meno governo, questo comportamento ormai è prassi da 60 anni. Questo ha dato luogo che questa prassi diventi obbligatoria e non più solo doverosa, creando una norma non

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scritta e rendendo doveroso per il presidente della repubblica tenere questo comportamento].

Quando il Comportamento non è più solo opportuno ma anche doveroso, si crea una norma non scritta.

In Italia le norme giuridiche sono fonti atto, che sono create dalle autorità → civil law

Esistono degli ordinamenti che sono creati attraverso ordinamenti di consuetudine, per esempio quello anglosassone: gli ordinamenti common law sono fortemente consuetudinali.

Questa differenza di fonti ha un suo significato anche su piano funzionale, nel creare e nel applicare le norme: ad esempio negli ordinamenti a fonti atto le norme si pongono come norme scritte → atti prodotti dall'autorità e trasformati in norme e appositamente scritte, quindi norme che ci sono e trovano un loro supporto nel ruolo molto forte del giudice, egli per fare la sentenza si rifà a queste norme consuetudinali, le applica, le scrive e crea una norma scritta; esprime quindi una norma che è presente nell'ordinamento.

Negli stati con ordinamento common law le fonti atto si rifanno alle vecchie sentenze per decretare una sentenza.Nel momento in cui la legge deve essere applicata si pone il problema della sua applicazione:applicare la norma significa che quella norma deve essere attuata , resa operativa, ed essere riferita ad un caso concreto.La legge deve seguire un certo percorso logico, che si chiama sillogismo, una figura logica in cui attraverso due premesse si arriva ad una conclusione.es. chi ruba va in galera, Il signor Rossi ha rubato, conclusione → il Signor Rossi va in galera.

Anche il momento interpretativo della norma costituisce una fonte di diritto.

Nel nostro sistema giuridico l'interpretazione della norma è riservato a coloro che applicato la norma.

Delle volte il parlamento fa delle leggi di interpretazione autentica per chiarire il vero significato della legge scritta.

Interpretazione della norma → Art 12 delle preleggi c.c.: quest'articolo ci dice che quando un soggetto applica la legge deve guardare cosa c'è scritto nella legge. In realtà questa norma è il frutto del momento storico in cui è stata emanata (1942), dove c'era la prevalenza del governo sopra a tutte le autorità, la norma è tuttavia ancora in vigore.Questo criterio tuttavia non basta, perchè l'interpretazione potrebbe anche essere diversa da quello che è veramente; le leggi intenzionalmente a volte sono fatte in modo aperto per dare degli spazi operativi a chi le deve applicare.

[es. Art 40 della costituzione dice che lo sciopero è un diritto , significa che io lavoratore sciopero, il mio direttore non mi può sanzionare perchè sciopero, mentre se io violo il mio contratto di lavoro e non vado a lavorare il mio datore potrebbe sanzionarmi.Posso scioperare da solo? Nella norma non c'è scritto come posso scioperare, questo pone un'interpretazione della norma; oppure io con altri sciopero per ottenere una maggiore retribuzione.È possibile fare sciopero per fare ritirare le truppe dall'afghanistan? Non è però contro il datore di lavoro ma contro il governo.]

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Il criterio letterale quindi non basta, infatti vengono introdotti altri criteri per capire l'intenzione del legislatore:

– l'interpretazione finalistica, interpretazione basata sullo scopo della norma, cioè io vado a cercare l'intenzione del legislatore;

– l'interpretazione logica, dando cosi un senso opportuno;– l'interpretazione sistematica, quella determinata norma è collocata in un sistema di leggi e

si va a cercare l'interpretazione giusta per la sentenza.

Nel 1948 è stata emanata la Costituzione Italiana, che è scritta e rigida, non soltanto è norma ed esprime dei precetti, è anche un documento fondamentale ed è utilizzabile anche per chiarire e integrare altre leggi ad essa precedente.

L' Art 12, dà carico ad un altro problema → può essere che un certo caso non sia direttamente regolato da legge: il giudice deve prendere comunque una decisione, in questa situazione si fa riferimento a disposizioni di casi simili, la cosiddetta “analogia” (analogia legis, analogia della legge che viene applicata a casi ad essa riferibili).Se il caso è ancora dubbio si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello stato ( analogia juris).

Spesso l'affermazione che il giudice è un vero applicatore ed esecutore della legge è sbagliata, perchè il giudice applica la legge ma contribuendo con la sua applicazione, quindi concorrendo con la sua attività.

Un ordinamento è un sistema di norme che regola un determinato contesto, si può discutere che questo sistema sia di norme giuridiche o meno; nel nostro sistema l'ordinamento è lo Stato (ordinamento giuridico), che si distingue dagli altri ordinamenti per particolari caratteristiche:

– sovranità: l'ordinamento statale non è soggetto ad altri ordinamenti, ha una sovranità verso l'esternoe anche verso l'interno, ha il monopolio del potere, della forza, è colui che decide. La regione liguria non è uno stato ovviamente, non è sovrana perchè al di sopra c'è lo stato italiano.

– originarietà, lo stato nasce da se, si auto-produce;– ordinamento politico a fini liberi, cioè che può lui stesso decidere cosa vuole fare, perchè

è ordinario e sovrano.

Lo Stato è un ente, cioè è un qualche cosa che ha personalità giuridica, è quindi un soggetto, è un'invenzione che per operare deve poter diventare titolare di rapporti giuridici, deve intrattenere rapporti giuridici con terzi.

I soggetti che sono titolari di rapporti giuridici devono anche operare, e per farlo si avvalgono di “organi”, i quali quando operano come organi dello stato riferiscono la loro attività all'ente, operando nei confronti dell'ente di appartenenza.

Distinzione fra ente e organo: Lo Stato è un ente e opera attraverso i suoi organi, cioè attraverso il parlamento, il governo; quando un organo opera per lo Stato, l'organo sta svolgendo delle attività i cui effetti vantaggiosi o svantaggiosi ricadono sull'ente.

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28/02 lez.3

Le regioni nascono all'interno dell'ordinamento più ampio statale.

Lo stato è un ordinamento giuridico che presenta degli elementi costitutivi dotato di popolo territorio e sovranità.

Il popolo è costituito dai cittadini; la cittadinanza è il requisito che posseggono i cittadini di un determinato stato o che viene preso successivamente a richiesta della stessa.

Gli apolidi sono quelli che non hanno la cittadinanza.Il fatto di dire che una persona è un cittadino italiano è la conseguenza di una scelta giuridica.Diritto di sangue: discendenza, sono cittadini italiani quelli che hanno discendenti italiani.Diritto del luogo, del suolo: è cittadino di quello stato colui che nasce in quello stato.

Il territorio è la base di riferimento su cui il popolo vive, su cui l'ordinamento politico esercita la sua forza.

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LE FORME DI GOVERNONegli stati moderni, a seconda dei rapporti diversi che si instaurano tra potere esecutivo e potere legislativo si possono creare diverse forme di governo.Classificazione di forme di stato nel tempo, negli ultimi secoli, con riferimento all'aspetto che intercorre fra lo stato e il cittadino

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Lez4 02/03LO STATUTO ALBERTINO

Cenni storici:Il 4 Marzo 1848 Carlo Alberto diventa Re di Sardegna, successivamente, nel 1861 vi è l'Unità d'Italia, nasce lo Statuto Albertino, la prima forma di Costituzione; lo Statuto si conclude nel 1948 con la nascita della Repubblica.

Caratteristiche:– è una costituzione “ottriata”: concessa ai sudditi dal sovrano;– l'obiettivo dello Statuto è di accogliere parzialmente istanze di democratizzazione dello stato

con un sistema costituzionale in cui il sovrano ha un ruolo centrale;– nasce la tutela dei diritti di libertà.

Forma di governo: monarchia costituzionale dualistica: il re da una parte con maggiore importanza e il parlamento dall'altra.

Debolezze: lo Statuto è flessibile e permette al legislatore ordinario di avere completa libertà di decisione. Non c'è nessun meccanismo giuridico di reazione nei confronti di questa libertà.

I RAPPORTI FRA STATO E CHIESA

Inizialmente lo Statuto Albertino sembra voler dar vita ad uno Stato confessionale, in cui la religione cattolica è ritenuta l'unica dello stato e gli altri culti sono considerati solo tollerati.Tuttavia, immediatamente dopo l'entrata in vigore dello Statuto, la situazione appare diversa: si sviluppa una legislazione che tende a tutelare le diverse confessioni religiose.Questo è dovuto anche al peggioramento dei rapporti tra Stato e Chiesa, avvenuto in seguito al respingimento da parte di Papa Pio IX della legge delle “Guarantigie”.Questa legge era stata approvata dal nuovo Stato unitario dopo la conquista dello Stato Pontificio con l'intento di disciplinare i rapporti tra lo Stato e la Chiesa.Nonostante questa norma garantisse il libero esercizio delle funzioni del Pontefice e della Santa Sede, Pio IX la ritiene insufficiente e un atto unilaterale dello Stato, rifiutandola.La relazione fra le due istituzioni peggiora nel 1874 quando la curia vieta ai cattolici la partecipazione alla vita politica. Tale divieto sarà eliminato con il Patto Gentiloni (1913).un accordo definitivo per riallacciare le relazioni tra lo Stato e la Chiesa si raggiungerà solo nel 1929 con i Patti Lateranensi dai quali deriva anche la fondazione dello Stato della Città del Vaticano.I patti Lateranensi sono riconosciuti nell'art. 7 della Costituzione.

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FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE

Nasce nel modello di riferimento degli USA, alla fine del 700 vuole applicare la suddivisione dei poteri, ma a differenza della Gran Bretagna non ha il re, e quindi se lo deve inventare, e nasce il presidente, che viene eletto dai cittadini e oltre a diventare capo dello stato diventa anche del governo. I cittadini eleggono anche il parlamento.Parlamento e presidente sono ambedue di denigrazione popolare, mentre in Italia non è cosi; questo attribuisce forza ai due organi.Parlamento e presidente operano secondo i loro campi di competenza, il parlamento fa le leggi (potere legislativo) e il presidente governa (potere esecutivo).Se cade il parlamento, il presidente non è legato a quest'ultimo, i due poteri rimangono nettamente separati.

I pregi:c'è stabilità, se il capo del governo viene eletto dal popolo il parlamento non lo può sfiduciare, il presidente degli USA se il paese la pensa diversamente da lui, egli comunque rimane in carica 4 anni.

I difetti:non essendoci omogeneità fra i due poteri dello stato, può capitare che lo stato si trovi in uno stato di stallo, per esempio il presidente, potrebbe succedere, che non riesce a fare quello che aveva detto, perchè il parlamento non gli approva le leggi.

Gli stati si possono ancora distinguere per la loro struttura interna:– stati unitari;– stati regionali;– stati federali;

stato unitario: un unico organo statale

stato federale:fulcro di un accorpamento di stato, lo stato federale nasce da un accordo fra stati sovrani che attraverso un accordo rinunciano alla loro sovranità per attribuire una sorta di super stato, cioè uno stato che comprende tutti.

Federalismo è usato impropriamente perchè quello che noi definiamo cosi si chiama regionalismo, noi abbiamo uno stato unitario che è organizzato tramite regioni.

La CEE ha solo un apparato burocratico, ma non ha un governo, non ha un federalismo.

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IL NOSTRO ORDINAMENTO COSTITUZIONALE

Passaggi storici fondamentali:

Facciamo riferimento come prima data al Marzo del 1848, quando Carlo Alberto concede ai rivoluzionari lo Statuto, tipica costituzione di campo liberale, che contiene quei principi tipici dello stato liberale, cioè divisione dei poteri, stato duale (borghesia elegge la camera, che fa le leggi, il monarca elegge il presidente del consiglio).

Nel decennio successivo questa situazione cambia, senza cambiare testo allo Statuto, il governo chiede la fiducia al parlamento; questo fatto nel tempo diventa regola.Lo statuto Albertino è una carta costituzionale flessibile, perchè è una legge normale, una legge come le altre, e quindi si pone allo stesso grado di forza delle altre leggi, con la dannosa conseguenza che se le altre leggi hanno la capacità di prevalere sullo Statuto, l'hanno anche modificato.

1861 → formazione dello Stato d'Italia, con l'unificazione dello Stato di Savoia; negli anni 60, soprattutto nel '65 vengono fatte le leggi sull'unificazione.

Nel 1870 → Presa di Roma, con il trasferimento a Roma della capitale, e la rottura dei rapporti fra stato e chiesa cattolica, i cattolici si ritirano dalla vita politica italiana.Dagli anni '70 agli inizi del 900, ci saranno quelle trasformazioni, che porteranno ad alcuni governi politici che introducono nuove leggi.

Nel 1922 → avvento del fascismo, il fascismo cosi come il nazismo si affermano vincendo delle elezioni, e sono governi legittimi non un risultato di un colpo di stato; costituisce una rottura netta, il sistema fascista si caratterizza per alcuni tratti:il leader, il dittatore, il capo del governo, tende a saltare il parlamento e a rapportarsi direttamente con il popolo molto aiutato dai mezzi di comunicazione, che tende a svalorizzare progressivamente l'organo rappresentativo della volontà popolare, perchè il rapporto fra leader e popolo si riunisce in assemblee, in piazza..ecc.

1929 → “patti lateranensi” nel 1929, chiesa e stato si riconciliano.

Il fascismo dura fino all'25 luglio 1943 con la caduta di Mussolini.La guerra continua, l'Italia però è alleata con gli anglo americani, che aspettavano di conquistare l'Europa.All'interno dell'Italia si erano formati comitati di liberazione nazionale, composti da partigiani, con ideologie diverse (monarchiche,liberali,comuniste), che conducono fino al 1945 alla liberazione dello stato.

Si crea ad un certo punto un accordo fra comitato liberazione nazionale e monarchia(in questi anni la monarchia si squalifica, perchè Vittorio Emanuele 3° fugge, e la monarchia diventa meno credibile all'interno del popolo, tanto è vero che dopo abdica e sale al trono Umberto secondo, che diventa luogotenente dello stato e non re). Umberto secondo fa un patto con il comitato di liberazione nazionale, dove si dice che fino a quando il popolo non avrebbe deciso se mantenere monarchia o andare verso la Repubblica, non sarebbe cambiato niente. Questo patto, “patto di Salerno”, viene infranto dal monarca, perchè nel maggio del 46 si fa eleggere re, e quindi riafferma la presenza della monarchia.

Anche questo passaggio non basta perchè il 2 giugno del'46 si vota il referendum istituzionale, si vota per monarchia o repubblica,vince la Repubblica nello stesso giorno viene eletta l'assemblea

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costituente che dal 2 giugno del 46 alla fine del 1947 prepara la stesura del testo della Costituzione.Il lavoro viene svolto all'interno dell'assemblea costituente che con persone specializzate (commissione dei 75) prepara la stesura del testo della Costituzione. Partecipano tutti i partiti alla stesura del testo, a parte che il partito “qualunque”.Il testo costituzionale viene quindi condiviso da tutti i partiti.

Lez5 09/03

LA COSTITUZIONE ITALIANA

Alcuni tratti della nostra costituzione

Innanzitutto la sua stesura avviene fra il 1946 e il 1947, entra in vigore il 1° Gennaio del 1948.Si colloca nella categoria delle costituzioni proprie dello stato sociale, si propone di apportare dei rimedi a situazioni di disuguaglianza.La costituzione è un documento giuridico, che contiene quindi delle norme, ma è un documento giuridico ad alto contenuto politico, perchè è la carta fondata di un ordinamento.

Caratteristiche sostanziali

– la Costituzione è un compromesso fra varie ideologie, un incontro politico di un vasto arco di forze che hanno trovato su delle regole un'intesa:[es. es. Art 41 disciplina l'iniziativa economica privata, uno dei motori dello stato moderno ed è uno dei temi di maggior conflitto fra le diverse forze del 46; :> iniziativa economica privata è libera (è di base liberale) → 1°comma> non può svolgersi in contrasto con la tutela della persona (democristiano) → 2° comma> la legge programmi, indirizzi l'economia, pubblica e privata.(comunista)]

– è un documento che si pone come elemento di distacco dal fascismo

Non è un caso che la costituzione sia immutata dal 48, questa vita la si deve a che la costituzione è un testo aperto, che non è orientato ad una sola ideologia politica.

Caratteristiche formali

– Rigidità: la Costituzione è rigida e quindi non è modificabile con una legge ordinaria, nasce da un episodio specifico e dall'assemblea costituente che aveva il compito specifico di scrivere la costituzione; l'assemblea poi è stata sostituita dal parlamento. La norma più rigida si colloca al di sopra della norma più flessibile.

– Programmaticità: all'interno della Costituzione ci sono norme programmatiche, cioè norme che si danno un obiettivo [es. Art 3 è compito della Repubblica impedire lo sviluppo della persona umana.]

– Precettività: all'interno della Costituzione ci sono anche norme precettive in quanto prescrivono un comportamento da tenere o da non tenere, sono introduttive di norme giuridiche immediate. [es. art13 la libertà personale è inviolabile]

– Lunghezza: la Costituzione Italiana è lunga, cioè densa di contenuti;

– Aperta: la Costituzione Italiana è aperta, cioè in quanto risultato di un compromesso politico condiviso, che mette una pluralità di opzioni.

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I principi fondamentali della Costituzione

Sono il contenuto immodificabile della costituzione e costituiscono la parte qualificante di questo sistema:

– principio personalista: la carta costituzionale pone al centro dell'attenzione la persona (lo stato per la persona e non la persona per lo stato (sistema marxista)). Lo troviamo espresso nell'Art 2, “la Repubblica tutela e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo”.

– Principio pluralista: pluralista perchè la nostra costituzione (art2) si propone di tutelare all'interno della società sia gli individui che le formazioni sociali attraverso le quali gli individui si esprimono (famiglia, istituzioni, comuni, province, regioni, sindacati, tutti quei gruppi intermedi nella quale gli individui si possono esprimere) questo avviene perchè si ritiene che il singolo si realizzi meglio attraverso formazioni sociali, all'interno della società per questo motivo si formano le aggregazioni, e queste ultime devono essere tutelate come vengono tutelati i singoli.

– Principio lavorista: l'art1 dice che “l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”, vuol dire che vengono aboliti altri valori fondanti sulla società, altri criteri che potevano essere assunti nel sistema che sono sostituiti e aboliti dal lavoro. Non è una repubblica dei lavoratori (anche perchè avrebbe se no introdotto le repubbliche di tipo marxista, perchè lo stato se no era espressione dei lavoratori).

– Principio democratico: art1 → “ L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. La democraticità è il risultato di un lungo processo, il potere appartiene al popolo e non al monarca, democratico significa dire che la titolarità del potere appartiene al popolo, questa titolarità del potere verrà esercitata in un certo modo.

– Principio autonomista: art.5 → “ la repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”.Autonomie locali cioè che le collettività locali possono esprimere le loro decisioni in maniera autonoma. es. il comune, le province, le regioni.Le decisioni vengono prese da degli organi che rispetto allo Stato corrispondono ad un'autorità più limitata che però fa le sue decisioni.Il nostro sistema è formato da una pluralità di autonomie locali (comuni circa 8000, province 150, regioni 21).

– Principio di laicità: il nostro Stato non è confessionale, non ha una religione di Stato e si dovrebbe porre con i cittadini nello stesso modo indifferentemente dal loro credo.Art.3 “le persone sono tutte uguali al di là della religione”.

– Principio di eguaglianza: art.3 1° comma, si distinguono:> Eguaglianza formale: tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, è alla base di testi come il codice civile, nel codice civile e anche in quello penale ci sono delle norme che vanno bene per tutti, la norma è astratta. Questo tipo di eguaglianza è espressione dello stato ottocentesco, è però un po' una mistificazione perchè, delle volte, dire che la legge deve essere uguali per tutti, avvantaggia alcuni e svantaggia altri.> Eguaglianza sostanziale: questo tipo di eguaglianza non parte dal concetto che la legge è uguale per tutti, ma parte dal concetto di porre tutti nello stesso modo davanti alla legge. (Si prende atto che nella società ci sono situazioni diseguali, queste situazioni di fatto quindi devono essere superate). [es. se gli agricoltori della Basilicata sono discriminati per qualcosa, e vogliamo equlibrarli a quelli della Emilia Romagna bisogna fare una norma

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che equilibri la situazione, un intervento diseguale].Queste situazioni limite devono essere gestite attraverso il criterio di ragionevolezza, è un criterio delicato e discrezionale che consente di valutare se si giustifica o meno una determinata situazione.

Lez 6 14/03

IL POTERE

Il principio democratico è espresso dall'Art1 che dice che la sovranità appartiene al popolo nelle forme dei limiti della costituzione; questa è un'affermazione prudente, dove si vuole dare la sovranità al popolo, che faccia le sue scelte, ma non in qualunque modo, ma seguendo certi percorsi, attraverso certi strumenti di manifestazione della sua volontà.Non c'è un esercizio della sovranità giorno per giorno, il popolo manifesta la sua sovranità attraverso il voto, eleggendo i suoi rappresentanti.Mi esclude la rilevanza di operazioni diverse (per esempio il sondaggio compiuto, il televoto, la manifestazione di piazza), la sovranità popolare si legittima solo ed esclusivamente con il voto.

Il diritto di voto costituisce lo strumento con cui i cittadini esercitano la propria sovranità, e si acquisisce con la maggiore età, compiuti i 18 anni.Dal 2000 il diritto di voto è stato allargato anche ai cittadini all'estero.Il voto nel nostro sistema si dice che è personale, uguale, libero e segreto.

– Personale nel senso che voto per me, non posso rappresentare un altro nel seggio;– uguale significa che tutti i voti valgono uguali (nell' 800 c'erano voti che valevano di più,

cioè di quelli che avevano censo maggiore); – libero e segreto non comporta molti commenti è cosi punto.

I sistemi democratici, possono essere di democrazia diretta o indiretta:– Diretta cioè quando i cittadini con il voto assumono una situazione diretta, votano

direttamente per una certa soluzione. ( per esempio il referendum).– Indiretta cioè sono quelli dove gli elettori non votano per dei problemi ma per eleggere dei

rappresentanti che poi voteranno a loro volta per risolvere i problemi.

Il nostro sistema dà la netta prevalenza sulla democrazia indiretta, anche questa scelta di preferenza è una scelta che risente del momento storico e delle esperienze regresse, perchè nel fascismo si era costruito un rapporto fra popolo e dittatore che era troppo diretto, gestito attraverso comunicazioni in piazza, comizi che tendevano a saldare rapporto diretto dittatore-popolo in una sorta di democrazia, rapporto populistico diretto, il nostro sistema vuole evitare rapporti di questo genere.La Svizzera è un paese che ha una democrazia molto più diretta, dove si usa abitualmente il referendum.Qui c'è uno snodo che condiziona molto l'assetto del sistema: i cittadini votano per eleggere il proprio rappresentante, in questo passaggio si colloca il tema dei sistemi elettorali.

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IL SISTEMA ELETTORALE

Definizione: tecnica che consente di trasformare i voti in seggi, stabilire i diversi rappresentanti dei diversi partiti politici.

Esigenze:– il sistema elettorale deve essere idoneo in modo che chi vota manifesti la propria volontà;– il sistema elettorale deve essere fatto in modo da garantire, una volta fatta l'elezione, che chi

è eletto sia in grado di esercitare il potere e che governi con una certa continuità.

Tipologie di sistema elettorale:

– sistema maggioritario: tutti i seggi in palio in una determinata circoscrizione vengono assegnati al partito o alla coalizione di partiti che ottiene:> o la maggioranza semplice dei voti espressi: numero di voti superiore a quello ottenuto dagli altri → “modello Plurality”;> o la maggioranza assoluta: 50% + 1 → “modello Majority”;DIFETTO: vengono penalizzati i partiti più deboli perchè possono ottenere voti nei singoli collegi senza però conquistare seggi.

– Sistema proporzionale: i seggi vengono assegnati tra tutti i partiti che hanno partecipato alla competizione elettorale in proporzione al numero di voti che ciascuno di essi ha ottenuto.DIFETTO: all'interno del parlamento può non esserci stabilità a causa dei vari piccoli partiti che lo compongono che possono non essere in grado di governare.

Storia del sistema elettorale italiano:

– dal 1948 al 1993 il sistema elettorale era altamente proporzionale: la partecipazione di diversi partiti successivamente alla liberazione dell'Italia dal fascismo fa si che tutti, pur avendo pesi diversi, possano partecipare al governo. Per questo motivo c'è una continua instabilità all'interno del Parlamento che causa ripetute volte la caduta del Governo;

– dal 1993 al 2005 avviene l'abrogazione di alcune norme: si passa dal sistema proporzionale a quello maggioritario (sistema diviso in collegi). I ¾ dei candidati vengono eletti su collegi nominali, l'1/4 con sistema proporzionale. Ciò comporta difficoltà all'elettore perchè per eleggere i ¾ va a cercare una strategia politica mentre per i restanti deve scegliere in base alle preferenze politiche;

– dal 2005 ad oggi si instaura un nuovo sistema elettorale che viene definito “porcata”: si torna al sistema proporzionale “a scrutinio di lista” (i partiti scelgono i candidati, non c'è la possibilità dell'elettore di esprimere preferenze) in collegi plurinominali, con assegnazione di un premio di maggioranza (55% dei seggi) alla coalizione o alla lista che ha raccolto il maggior numero di voti a livello nazionale (per la Camera) e a livello regionale (per il Senato), ma non ha ottenuto il 55% dei seggi in palio. Questa percentuale dà un margine di sicurezza per governare.

Critica:– non c'è una soglia minima di voti per ottenere il premio di maggioranza;– per la votazione al Senato (che avviene su base regionale) potrebbe accadere che se per ogni

Regione vince il premio di maggioranza un diverso partito, al Senato non ci sia una vera e propria maggioranza ma una riunione di piccoli partiti;

– impossibilità dell'elettore di scegliere l'eletto: i partiti presentano all'elezione una lista di

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candidati in un ordine prestabilito (ad esempio se un partito prende 5 seggi, i primi 5 in lista li occuperanno); quindi gli eletti vengono scelti dal partito e non dagli elettori.

Lez7 16/03

IL PARLAMENTO

Definizione: è l'organo costituzionale titolare della funzione legislativa.

Struttura: si compone della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica che esercitano gli stessi poteri.Gli atti parlamentari sono frutto del necessario accordo tra le due camere.Le uniche differenze riguardano:

– il numero di membri: > 630 deputati > 315 senatori (+ i senatori a vita)

– diverso sistema elettorale: > a livello nazionale la camera > a livello regionale il senato

La durata delle cariche dei Deputati e dei Senatori è di 5 anni.

Organizzazione:• le due camere hanno come primo compito quello di eleggere fra i propri membri il

Presidente e il componente dell'ufficio di presidenza. L'elezione del Presidente avviene a scrutinio segreto ed è richiesta:- alla Camera la maggioranza dei 2/3 dei componenti al 1° scrutinio e al 2°, e la maggioranza assoluta dal 3° scrutinio in poi;- al Senato la maggioranza assoluta dei componenti nel 1° 2° e 3° scrutinio, dopo di che si procede all'eventuale ballottaggio tra i due senatori più votati.

I 2 presidenti sono rispettivamente la seconda e la terza carica più alta dello Stato. Questa carica è di rilevanza organizzativa e non politica.

Il ruolo dei presidenti: garantire il corretto funzionamento delle regole del Parlamento: > presiedere le sedute delle Camere > condurre discussioni applicando una serie di regole e criteri;

• le due camere si organizzano in “gruppi parlamentari” che rappresentano la proiezione dei partiti all'interno delle camere. L'adesione ad un gruppo è obbligatoria, chi non opera nessuna scelta entra a far parte di un “gruppo misto”. All'interno di questi gruppi vengono definite le linee di condotta da tenere durante le discussioni, si designano i rappresentanti nelle commissioni e si definisce il programma di lavoro delle camere.Successivamente vengono istituite “commissioni parlamentari”, cioè organi collegiali a cui vengono assegnati i disegni di legge, possono essere:- commissioni permanenti: hanno la stessa durata della camera, sono 14 membri per camera e hanno diverse competenze; un eventuale disegno di legge viene prima trattato e modificato dalle commissioni;- commissioni d'inchiesta: ciascuna camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse, nomina quindi una commissione che procede alle indagini e agli esami con stessi poteri e limitazioni dell'autorità giudiziaria;- commissioni legate ad altre funzioni;

Le sedi della Camera e del Senato sono immuni, non possono cioè essere violate da altre autorità.

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I parlamentari: sono i Deputati per la Camera dei Deputati e i Senatori per il Senato della Repubblica.I Deputati e i Senatori non possono essere eletti se sono in situazioni di “ineleggibilità” o di “incompatibilità” (vedere nei fogli successivi la “funzione elettorale”).

I membri del Parlamento, inoltre godono di particolari tutele:– art 68 “Principio dell'immunità parlamentare”: nessun membro del Parlamento può essere,

senza il permesso della Camera di appartenenza:> sottoposto a perquisizione personale o domiciliare> arrestato o sottoposto a intercettazioni> privato della libertà personale> mantenuto in detenzioneSalvo il caso in cui sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.

– Art 68 “Dell'insindacabilità dei voti dati e delle opinioni espresse dai parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni”: il Parlamento quindi, gode di una libertà di manifestazione delle proprie opinioni più ampia, un'ampiezza che si traduce nella non perseguibilità del parlamentare, né sul piano civile né sul piano penale, amministrativo o contabile.

– Art. 69 “Indennità dei parlamentari”: i membri del Parlamento ricevono un'indennità prestabilita dalla legge per la durata della loro carica in garanzia all'abbandono del precedente lavoro.

La perdita dello “status” di membro del Parlamento può avvenire o per decisione dell'assemblea (cause di incompatibilità) o per dimissioni.

Il procedimento legislativo:Il Parlamento per fare le leggi attua un procedimento che serve ad approvare e successivamente a farle entrare in vigore.Le fasi sono:

– Iniziativa– deliberativa– promulgazione e pubblicazione

Fase iniziativa: consente nell'esercizio, da parte di determinati soggetti, del potere di sottoporre progetti di legge al Parlamento. Tale potere è riconosciuto a:

– parlamentari: che sottoscrivono una proposta di legge;– governo: presentando dei disegni di legge al Parlamento; per governare il Governo deve

farsi approvare le leggi;– corpo elettorale (cittadini): presenta alle camere una Proposta di legge raccogliendo su di

essa 50000 firme;– consigli regionali: presentano proposta di legge alle camere;– Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL): contribuisce all'elaborazione della

legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge;– i comuni: per modificare la propria circoscrizione territoriale.

Fase deliberativa: si svolge all'interno del Parlamento; si compone di:– esame– discussione – votazione

della proposta di legge.

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Questa fase inizia con l'esame della Proposta di Legge da parte della commissione parlamentare competente per materia (se vengono toccate anche altre commissioni viene chiesto loro di esprimere un parere).

Concluso l'esame in commissione, la Proposta di Legge passa in assemblea, dove viene discussa sulla base del testo e della relazione presentata dalla commissione.

L'assemblea vota articolo per articolo e separatamente gli emendamenti (modifiche)quando il testo è confermato da entrambe le camere la legge viene approvata.

A questo punto la legge viene trasmessa al Presidente della Repubblica per la promulgazione.

– ci sono casi in cui le commissioni possono lavorare in sede “deliberante”, in quanto approvano la legge senza farla entrare in aula → ciò non è possibile per le leggi: di revisione costituzionale, di ratifica di Trattati Internazionali e per leggi elettorali.

– C'è anche una procedura speciale nella quale la commissione opera in sede “redigente” (scrive il testo), cioè quando ci sono più proposte di legge, le commissioni le uniscono in un unico testo.

Fase della Promulgazione e Pubblicazione: il Presidente della Repubblica deve promulgare la legge, fa un controllo alla “costituzionalità” della legge e se trova delle parti o tutta la legge incostituzionale, la modifica e la rimanda nelle camere che:

– o si adeguano al testo corretto dal Presidente;– oppure riapprovano lo stesso testo che per regola deve essere obbligatoriamente promulgato

dal Presidente.Successivamente avviene la Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.La legge entra in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione.

La Funzione di revisione Costituzionale art. 138: la modifica di leggi costituzionali richiede un processo molto più lungo e complicato di quello riguardante la modifica di leggi ordinarie.Nella prima fase la legge impone una doppia deliberazione da parte di entrambe le camere a distanza non inferiore a 3 mesi l'una dall'altra.Nella deliberazione è richiesta la maggioranza assoluta:

– se la maggioranza è eguale o superiore ai 2/3 dei componenti di ciascuna camera la legge viene direttamente promulgata;

– se c'è solo la maggioranza assoluta, il testo legislativo può essere sottoposto a Referendum qualora ne facciano richiesta:> 1/5 dei componenti di una camera;> 500000 elettori;> 5 Consigli Regionali.

La richiesta deve essere presentata entro 3 mesi dalla pubblicazione.

Limiti della funzione di revisione Costituzionale:– non può essere modificata la “forma repubblicana” dello Stato (art.139);– i principi fondamentali non possono essere modificati;– l'art.138 non può essere modificato o eliminato perchè cosi facendo la Costituzione non

sarebbe più rigida.

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Lez8 21/03

Funzione di indirizzo e controllo del Parlamento:– Mozione di fiducia: il Governo una volta nominato dal Presidente della Repubblica deve

presentarsi in Parlamento per ottenere da ciascuna camera la “fiducia”, concessa mediante votazione per appello nominale (ogni parlamentare si espone in prima persona) di una mozione motivata. La votazione avviene sulla base dell'esposizione da parte del Presidente del Consiglio delle “linee del programma del Governo”. A queste si riferisce la nozione di fiducia, che impegna il Governo a perseguire l'indirizzo positivo che in esse trova espressione, ma impegna anche il Parlamento alla sua realizzazione. Il Governo continua quindi a governare fino a quando non ha la fiducia del Parlamento. Quando perde questa fiducia è obbligato a dimettersi:> mozione di sfiducia: richiesta di almeno 1/10 dei componenti della camera di rivotare la fiducia al governo (la fiducia si può votare al minimo ogni 3 giorni);> quando il Governo deve farsi approvare una legge velocemente, mette sulla richiesta una mozione di sfiducia: se la legge non viene approvata, il Governo e una parte di esso, cade.

– Interrogazioni: chiamano in causa il Governo per avere notizie su un determinato fatto e sulla posizione che esso intende assumere a riguardo.

– Interpellanze: hanno la finalità di far acquisire informazioni sulle ragioni che hanno indotto il Governo ad assumere determinate posizioni;

– Mozioni: rappresentano il mezzo mediante il quale si invita il Governo ad assumere un determinato comportamento in ordine al problema oggetto di discussione.

– Ordine del giorno

Bilancio Statale e legge Finanziaria:La legge di Bilancio serve ad impostare le previsioni di entrata e di uscita che lo Stato ha durante l'anno. Lo Stato deve approvare questa legge entro la fine dell'anno, se no non può effettuare spese.La legge finanziaria consente di apportare modifiche alla legislazione di entrata e di spesa vigente, correzioni per il perseguimento degli obiettivi di politica economica del Governo. Questa legge viene fatta subito prima della conferma del Bilancio.

Parlamento in seduta comune: per l'esercizio di determinate funzioni. La Costituzione prevede che le Camere si riuniscono in “seduta comune”, dando cosi vita ad un organo distinto a competenza limitata. Esso è presieduto dal Presidente della Camera all'interno della Camera dei Deputati.Le funzioni che il Parlamento esercita in seduta comune sono:

– elezione del Presidente della Repubblica (3 delegati per regione, salvo Valle D'Aosta che ne ha uno solo): maggioranza dei 2/3 nei primi 3 scrutini; maggioranza assoluta in quelli successivi. Il Presidente giurerà fedeltà alla Repubblica dinanzi al Parlamento in seduta comune.

– Elezione di 5 giudici della Corte Costituzionale (aggiunti ai 5 nominati dal Presidente della Repubblica e ai 5 nominati dalla Suprema Magistratura);

– Elezione di 8 membri del Consiglio Superiore della Magistratura (si aggiungono ai 16 membri togati, è necessaria la maggioranza dei 3/5 dell'organo)

– creazione di un elenco di 15 possibili nomi, tra cui vengono sorteggiati poi i 16 giudici non togati: che si affiancano ai membri della Corte dei Conti, in sede di giudizio sui reati di “alto tradimento” e “attentato alla Costituzione” da parte del Presidente della Repubblica;

– messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica: maggioranza assoluta dell'organo.

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Principio di riserva di legge

La riserva di legge, inserita nella Costituzione, prevede che la disciplina di una determinata materia sia regolata soltanto dalla legge primaria e non da fonti di tipo secondario (come i regolamenti).Es. la libertà personale Art 13, non è ammessa forma alcuna di detenzione e restrizione della libertà personale se non nei soli modi e casi previsti dalla legge.Es2. Art 23 nessuna prestazione personale e patrimoniale (servizio militare, chiamato a testimoniare a processo.. ecc, pagamento imposte...) può essere imposta se non in base alla legge ; cioè che sono ammissibili giuridicamente se sono previste dalla legge, deve esistere una legge per il pagamento dell'imposta.

Può essere di diversi tipi:– assoluta : la materia deve essere regolata integralmente dalla legge e da atti aventi forza di

legge. Es. noi possiamo essere arrestati e ispezionati soltanto nei casi previsti dalla legge, questo tipo di riserva non da alle fonti secondarie nessun margine di godimento; tutto deve essere previsto dalla legge;

– relativa : la materia può essere disciplinata anche da fonti diverse dalla legge e ad esse sotto ordinate, però la legge primaria deve fissare i limiti e i criteri nella quale le fonti poste in basso debbano “legiferare”. Es. Art 23 nessuna prestazione personale può essere imposta se non nei casi della legge; è relativa perchè copre solo una parte, il resto viene disciplinato da altri organi dello stato; la norma di legge ponga dei paletti dei principi, ma poi all'interno è possibile che atti secondari dispongano e applichino in concreto la materia;

– rinforzata: la Costituzione non si limita a demandare alla legge la regolamentazione di particolari materie, ma ciecoscrive la discrezionalità dello stesso legislatore, imponendogli vincoli e limiti. Es. Art 42 sulla proprietà privata, che è regolata dalla legge, fin qui possiamo essere in riserva assoluta, ma aggiunge qualcosa, i contenuti della legge non sono liberi ma vincolati, finalizzati a quegli obbiettivi che la riserva di legge mi ha vincolato, una norma di legge che abbia determinati contenuti e ottenga determinate finalità.Es2. Art 41 2°comma, “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”

Nozione di forza di legge

Sono atti aventi forza di legge gli atti normativi, emanati dal Governo e solitamente denominati decreti od ordinanze, ai quali l'Ordinamento attribuisce la stessa forza della legge ordinaria, collocandoli allo stesso rango nella gerarchia delle fonti.Una legge quando viene approvata ha la capacità di abrogare le leggi che sono in contrasto con se stessa.

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IL REFERENDUM

– Abrogativo : Art.75 della Costituzione, Consiste nella sottoposizione al voto popolare di uno o più quesiti relativi all'abrogazione, totale o parziale di una legge già in vigore.

Un po' di storia:Negli anni 60 è stata richiesta una legge sul divorzio da parte di due parlamentari (il tema del divorzio fu un tema che portò a una guerra politica molto forte, che si sviluppava in realtà in maniera trasversale all'interno della maggioranza e dell'opposizione, democrazia cristiana e forza laica ecc..), su questo tema ad un certo punto per evitare che diventasse l'occasione per la caduta del governo, si raggiunse un accordo fra le forze politica, si vota per il divorzio, ma si mise finalmente in pista un referendum; dopo quel fatto il referendum viene usato per una serie di vicende successive, e useremo anche quest'anno sull'acqua, sul nucleare.

Le richieste di Referendum Abrogativo:Le richieste referendarie devono essere fatte o tramite 500 mila elettori (raccolta di firme successivamente a una richiesta di referendum) o con la richiesta di almeno 5 Consigli regionali (temi fra stato e regioni); le richieste devono essere presentate fra il 1 Gennaio e il 30 Settembre. Nell'arco di 3 mesi possono essere raccolte le firme, con qualunque modalità, basta che siano autenticate le firme da un notaio, la raccolta deve esaurirsi nell'arco di tre mesi, ci sono poi controlli di regolarità delle firme da parte di un ufficio della cassazione, la corte costituzionale dopo controlla che ci sia l'ammissibilità del referendum, entrare nel merito e valutare il quesito che è stato posto.Si è molto discusso se il numero di 500000 elettori sia congruo, molti dicono che questo numero è troppo ridotto e che si possa chiedere troppo facilmente il referendum; una volta raccolta le firme, questa forma di referendum viene sottoposte a due forme di controllo:> formale, controllata da un ufficio della cassazione su quanto è stato raccolto su quel tema;> di ammissibilità, di natura più sostanziale per certe leggi non si può usare il referendum per abrogarle: 1)leggi tributarie e di bilancio;2)di amnistia(viene pulita la fedina penale a quelle persone che hanno commesso un determinato fatto, viene cancellato il reato e la pena) e di indulto(cancella la pena e non il reato, la fedina penale è sempre però sporca) che sono misure legislative del parlamento con le quali il parlamento esercita il potere di grazia, di svuotare le carceri art 75 2° comma);3)trattati internazionali.La legge di referendum deve essere presentata alla corte costituzionale che vota l'ammissibilità, e che quindi osserva se non ci sono presenze di quelle leggi sopraelencate).

Procedimento: 1) Controllo delle richieste da parte dell'Ufficio Centrale per il Referendum della Corte di Cassazione che verifica l'atto oggetto della richiesta (deve avere forza di legge) e la regolarità delle firme.2)Giudizio di ammissibilità da parte della Corte Costituzionale: non possono essere sottoposte a Referendum:> leggi tributarie e di bilancio> leggi di amnistia e di indulto> leggi di autorizzazione a ratificare trattati internazionali;> richieste con quesiti aventi una pluralità di domande eterogenee (c'è difficoltà per elettore)> richieste che attengano a norme costituzionali;> richieste che attengano a leggi ordinarie dotate di una particolare forza di resistenza all'abrogazione;> richieste che attengano a leggi ordinarie a contenuto costituzionalmente vincolato;

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3) Dopo che la richiesta ha passato il doppio controllo, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, fissa la data del Referendum tra il 15 Aprile e il 15 Giugno (in una domenica).4) Scrutinio e proclamazione dei risultati:> se c'è abrogazione totale o parziale della legge, il Presidente della Repubblica la dichiara con decreto (gli effetti della legge decorrono dal giorno dopo la sua pubblicazione)> se non c'è abrogazione della legge il Ministro della Giustizia pubblica i risultati sulla Gazzetta Ufficiale, la legge non potrà più essere sottoposta a Referendum per 5 anni.

Limiti:> di partecipazione: la consultazione referendaria può produrre i suoi effetti abrogativi solo se c'è il Quorum degli aventi diritto al voto;> relativo all'esito: gli effetti abrogativi si producono se c'è il Quorum dei votanti.

– Nel procedimento di Revisione Costituzionale (vedere Parlamento): Art. 138 della Costituzione, se nella seconda votazione sulla legge di Revisione Costituzionale non si raggiungono i 2/3 a favore, ma solo il Quorum, la legge sarà pubblicata solo sulla Gazzetta Ufficiale e si prevede che questa possa essere sottoposta a Referendum su richiesta di:> 500 mila elettori> 5 Consigli regionali> 1/5 dei membri di una CameraRichiesta dopo 30 giorni dalla Pubblicazione.Il Controllo passa solo dall'ufficio Centrale e non dalla Corte Costituzionale; il limite è solo quello relativo all'esito (come nel referendum abrogativo).

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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Definizione: È il capo dello stato, si colloca nel rapporto fra governo e parlamento, in una posizione di autonomia; nello Statuto Albertino in realtà il re era il titolare del potere di nominare il governo, godeva di una posizione di forza nei confronti del potere esecutivo, ma c'era però il dualismo; oggi, che la sovranità è del popolo, questa contrapposizione non c'è più, quindi la posizione del presidente della repubblica non è la stessa del re, ma ha un ruolo diverso.

Elezione:Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune, solo a tal fine integrato da tre rappresentanti di ciascuna Regione (Val d'Aosta ne nomina solo uno).Il Presidente deve essere eletto solo a “scrutinio segreto” e da maggioranze qualificate (nelle prime 3 votazioni è richiesta la maggioranza di 2/3 dei componenti, successivamente quella assoluta.

Successivamente il Presidente fa giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione, davanti al Parlamento in Seduta Comune; dopo di che entra in carica. La durata in carica del Presidente è pari a 7 anni.Il Presidente può essere una persona che ha almeno 50 anni ed ha il compito di garantire la stabilità.

Funzioni del Presidente: Il presidente della Repubblica, proprio perchè non appartiene ad alcun potere, ha delle funzioni nei diversi poteri.Si possono distinguere 2 ordini di competenze:

– di natura simbolica e formale, essendo il Presidente e Capo dello Stato ha il ruolo di rappresentare lo Stato Italiano all'estero.

– di natura sostanziale, ha altre competenze non ordinarie, di ricomposizione del nostro sistema Costituzionale.

Ha altre competenze non ordinarie, di ricomposizione del nostro sistema costituzionale:– Risoluzione delle crisi di governo: quando vengono fatte le elezioni, viene eletto un

Parlamento e questo deve dare la fiducia ad un Governo; se successivamente ci sono delle crisi il presidente della repubblica parlerà con i vari poteri, e designerà un altro politico per eleggere il nuovo Presidente del Consiglio (risultato del lavoro del Presidente della Repubblica nei confronti dei parlamentari, per trovare il possibile sostituto del vecchio Presidente del Consiglio), è un'operazione importante perchè designa il governo che deve nascere; questo ruolo non viene esercitato solo quando la legislatura comincia, ma si ripete tutte le volte che il governo cade. Nel momento in cui, in fase di legislatura si presenta questa Crisi di Governo, il Presidente della Repubblica viene chiamato a ricercare il nuovo capo di governo e i ministri che dovranno starci attorno, attraverso delle consultazioni e mandati esplorativi.

– Scioglimento anticipato delle camere: Art.88 della Costituzione, in determinate situazioni, il Presidente della Repubblica, dopo aver ascoltato le opinioni dei Presidenti del Senato e della Camera, può decidere di sciogliere anticipatamente le Camere o una sola di esse, in ragione del corretto funzionamento del Sistema Costituzionale.Il Presidente non può esercitare tale facoltà negli ultimi 6 mesi del suo mandato, per il motivo che potrebbe influire sulle Camere per le successive elezioni.I motivi che possono portare il Presidente della Repubblica a sciogliere le Ca,mere anticipatamente sono di diversi tipi:1) quando il rapporto di fiducia fra Parlamento e Governo viene meno, e il Presidente della Repubblica non riesce a trovare un nuovo Governo alla quale il Parlamento riesca a dare fiducia; allora il Presidente scioglie le camere perchè non c'è più spazio di espressione di un nuovo Governo.

– 2) quando il presidente ritiene che il Parlamento non sia in grado di esprimere un nuovo

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Governo attraverso sondaggi e opinioni o attraverso Referendum popolare, il risultato sarebbe cioè che la maggioranza pensa una cosa e il popolo ci va contro; si desumerà quindi che la volontà popolare non è più coerente con il Parlamento e allora il Presidente scioglierà le Camere.

Altri compiti sostanziali sono:– la promulgazione delle leggi, cioè di verificarne la costituzionalità e se è opportuno quindi

di apportarne delle modifiche e rispedirle in Parlamento. Dopo che la legge è stata dichiarata costituzionale viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale;

– il Presidente può inviare al Parlamento dei messaggi per avere dei determinati comportamenti (abbassare i toni, la litigiosità) oppure raggiungere determinati obiettivi.

Le responsabilità del Presidente art.90:1) responsabilità politica: Nel nostro paese non c'è una responsabilità politica per il quale

qualcuno possa sfiduciare il Presidente della repubblica, non c'è quella situazione che c'è negli USA in cui qualcuno può sfiduciare il Presidente per i suoi atti. Esiste invece una responsabilità politica diffusa, esiste un potere dell'opinione pubblica di criticare il comportamento del presidente della repubblica, non c'è una censura sulla critica. Quindi la responsabilità politica è presente solo in forma di critica verso il presidente e non di richiesta di dimissione;

2) responsabilità giuridica, sul piano di responsabilità civile, per atti che il presidente svolge (nell'esercizio delle funzioni), se qualcuno lo critica e lo accusa il Presidente della Repubblica non risarcisce i danni, perchè quando egli firma , gli atti vengono controfirmati da un altro componente del governo, che si affianca alla firma del Presidente, e che cosi controfirmando si prende la responsabilità.

3) Responsabilità penale,Atti del presidente della repubblica ( per es. si fa corrompere nelle sue decisioni), il Presidente gode di una irresponsabilità penale, tranne per atti di alto tradimento o per attentato alla Costituzione; I due particolari reati (alto tradimento e attentato alla costituzione) esprimono delle particolarità: quando il codice penale definisce degli atti come reati, il codice deve spiegare anche il motivo per il quale questi atti sono reati ( es. chi ruba è condannato all'arresto per 3 anni, però bisogna definire cosa è il furto, la norma darà quindi la spiegazione di furto; se un soggetto fa una truffa viene arrestato, la norma deve definire cosa è la truffa) il problema è che la norma penale deve descrivere il comportamento materiale del reato, perchè mancherebbe un tassello fondamentale posto in garanzia di colui che ha commesso il reato; descrive il comportamento che da luogo al reato.Invece i due reati che la costituzione ipotizza nell'art. 90, non sono dettati da questa regola, queste due norme penali configurano delle norme penali in bianco (non descritto il comportamento penalmente punito), non definisce i contenuti, perchè in realtà sono strettamente collegati all'esercizio politico, che il presidente potrebbe raggiungere in seguito al suo esercizio, attraverso diversi comportamenti e poi giudicati politicamente.Per tali reati, il Presidente è posto in “stato di accusa” da parte del Parlamento in seduta comune e verrà giudicato da un giudice sommo della Corte Costituzionale aiutato dalle forze dello Stato.

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IL POTERE ESECUTIVO- IL GOVERNO

Definizione: organo collegiale complesso, cioè composto da una pluralità di persone.È composto dal Presidente del Consiglio (superiore a tutti) e dai Ministri, Sottosegretaei e Viceministri (compiti specifici).

Cambiamenti storici:L'area delle competenze del governo, si è radicalmente ampliata nella storia successivamente alla trasformazione da stato liberale (stato astensionista, il governo svolgeva compiti limitati, garantiva sicurezza, giustizia, però non assistenza sanitaria,no servizi pubblici, no a tutta una serie di prestazioni che ogni giorno riceviamo dall'apparato pubblico che ci permette di vivere meglio in confronto ad altri paesi del mondo) a quello sociale.Superata questa trasformazione, lo stato diventa interventista, si da carico dei ceti deboli, si da carico di situazioni sociali, comporta che lo stato faccia dell'altro, una serie di attività anche di natura imprenditoriale che garantisca ai cittadini una serie di servizi.

Elezione:• l'art.92 della Costituzione dice che il presidente della Repubblica elegge quello del

Consiglio e poi su consiglio delle stesso i Ministri, in realtà c'è la consuetudine che il partito che vince le elezioni manda un suo rappresentante come Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica sceglie poi se confermarlo o meno. Il Presidente del Consiglio elegge poi i suoi Ministri.

• Per entrare in carica il Governo deve ottenere la fiducia dal Parlamento: entro 10 giorni deve convocare il Parlamento, illustrare il programma di Governo ed essere eletto attraverso votazione nominale.

Competenza del Presidente del Consiglio: Art.95-Il presidente del consiglio ha una competenza di 360° per tutto quello che deve essere compiuto per mandare avanti il sistema dello stato, e svolge un comportamento di amministrazione dei ministri.

I Ministri: i ministri possono essere di diverso tipo e il loro numero è definito da una legge, il ministro è una carica rilevante che consente di dare visibilità ad una forza politica ottenendo cosi un peso politico all'interno del paese.Possono essere:

– di serie a ( ministro degli interni, degli esteri, della difesa..),– di classe inferiore (del turismo, dello sport....).

Il governo si compone di altri componenti, i sottosegretari o viceministri, che sono dei collaboratori dei ministri, che hanno le competenze da quest'ultimi, ogni ministro ha sotto di sé un certo numero di sottosegretari, alla quale da dei compiti specifici.

I ministri possono essere:• con portafoglio : avente un Ministero sottostante che serve a finanziare e a svolgere le

funzioni del Ministro (es.Maroni ha il ministero degli interni, ha sotto di se una struttura rilevante per svolgere le funzioni che deve svolgere, La Russa, Ministro della Difesa ha sotto di sé il ministero della difesa; nel momento in cui ha il portafoglio non fa parte solo dei ministri ma è anche capo di un determinato apparato, ministero, opera come rappresentante di quel apparato)

• senza portafoglio: ha una determinata competenza però non è capo di un apparato.I maggiori ministri compongono il Consiglio di Gabinetto del quale il Governo può avvalersi.

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Sostituzione dei ministri:• Ministri ad interim: sono il Presidente del Consiglio o altri ministri che sostituiscono

temporaneamente un Ministro che si è dimesso o che è stato dimesso in attesa di un'accurata sostituzione.

• Rimpasto ministeriale: quando un governo in carica, in un certo momento storico, decide di cambiare uno o più ministri (per es. sostituzione del ministro Bondi, ministro della cultura).

Competenza normativa del Governo: si esprime attraverso diversi tipi di norme:– decreti legge (art.77): atti con forza di legge che il Governo può adottare in casi

straordinari. Entrano in vigore subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ma gli effetti prodotti sono provvisori perchè i decreti perdono efficacia se il Parlamento non li converte in legge entro 60 giorni; il decreto legge non può essere rinnovato. ES.un tempo il prezzo della benzina era regolato per legge , e per affidare i prezzi alla benzina si toccavano i decreti legge, perchè se no i proprietari di benzina si sarebbero tenuti la benzina fino a quando il prezzo non fosse salito (oggi il prezzo della benzina è affidato al mercato).

– Decreti legislativi (delegati): atto con forza di legge emanato dal Governo in esercizio della delega conferitagli dal Parlamento attraverso un'apposita legge (di delega).

Potere regolamentare del Governo: il Governo può fare anche dei regolamenti che sono sotto i decreti e rappresentano delle norme generali e astratte. Il potere regolamentare è tipico del Governo e non viene controllato dal Parlamento.I tipi di regolamento sono:

• di esecuzione: dettano norme specifiche per corretta esecuzione della legge. Es. legge che disciplina gli scarichi industriali, le industrie che scaricano in corsi d'acqua che quindi inquinano i corsi d'acqua per operare devono essere autorizzate devono rispettare dei regolamenti, quindi sono sottoposte ad amministrazione;

• di attuazione e/o integrazione: definiscono meglio una legge favorendone la migliore applicazione; la legge qui è di manica larga, e affida tutto al regolamento, il regolamento regolamenta quasi tutta la situazione;

• indipendenti: riguardano fenomeni non dettati dalla legge, non devono quindi rifarsi ad una normativa superiore;

• di organizzazione: riguardano l'organizzazione degli uffici della Pubblica Amministrazione, questi regolamenti hanno dei limiti dati dalla legge;

• delegati: finalizzati ad attribuire al potere regolamentare del Governo il compito di regolare certe materie anche in delega della disciplina precedentemente posta dalla legge. Il nostro ordinamento ha tante leggi, si parla di 200000 circa, dal 1861 ad oggi, ogni tanto si parla di semplificazione (si cerca di averne meno), questa semplificazione viene effettuata trasformando delle leggi in regolamenti, perchè questo consentirà di incidere su questa legge in maniera più semplice (non c'è più la competenza del parlamento, viene lasciata al governo), per fare questa trasformazione bisogna declassare la legge e quindi consentire al governo di regolamentare un fenomeno che prima non era suo, bisogna stabilire con un'altra legge che quella li non è più una legge ma un regolamento; quest'operazione in realtà viene disposta con dei regolamenti delegati, che regolano dei fenomeni che prima erano dettati dalla legge ed ora possono essere regolamentati da regolamenti.

Giudizio del Presidente del Consiglio e dei Ministri:Art. 96 → “il presidente del consiglio dei ministri ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale.”La peculiarità di questa norma è che l'andare davanti al tribunale dei ministri è comunque subordinato alla camera di appartenenza, quindi andare a un processo davanti ad un tribunale

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normale e davanti al tribunale dei ministri è molto diverso perchè comunque ci deve essere un'autorizzazione da parte della camera di appartenenza per svolgere il processo.

Un tempo il governo godeva di un regime di favore, perchè con i reati ministeriali (commessi nell'esercizio di funzione di ministro) il governo poteva essere sottoposto a condanna penale solo da parte del tribunale dei ministri (tribunale speciale composto da 3 magistrati sorteggiati, più un giudice normale), conseguenze concrete: se il reato non è ministeriale il giudice è quello normale che sta giudicando, se invece è ministeriale giudica un giudice che si chiama tribunale dei ministri (magistrati con la differenza che questi vengono sorteggiati dallo stesso tribunale), la seconda differenza perchè il processo vada avanti bisogna che ci sia l'approvazione della camera.

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LA CORTE COSTITUZIONALE

Definizione: organo costituzionale dotato di speciali competenze che nasce per rispondere a 3 esigenze, o meglio per tutelarle:

– la costituzione introdotta nel 48, è rigida, e se questa è quindi al di sopra delle leggi, bisogna garantire che questo principio sia rispettato, e venne creata un'autorità apposita cioè la corte costituzionale;

– la nostra costituzione introduce le regioni, prima del 48 le regioni non c'erano, i nostri costituenti fanno una scelta regionalista, dotando delle competenze rilevanti, nell'introdurre questi enti si è dovuta creare una corte, un giudice, dove gli eventuali conflitti fra regioni che si potevano presentare potessero essere risolti;

– responsabilità penale del capo dello stato; nello statuto il sovrano se avesse commesso un reato non sarebbe stato sottoposto a giudizio dei magistrati, sarebbe stato sottoposto a giudizio penale del senato; in un sistema costituzionale diverso come quello che è stato creato nel 48 bisognava creare dei meccanismi diversi, il capo dello stato doveva essere quindi sottoposto a giudizio da un corpo maggiore e quindi nasce la corte costituzionale.

Struttura: la Corte Costituzionale non svolge un ruolo politico (nel senso che abilitato ad intervenire nei confronti politici), ha una funzione di garanzia più giuridica.È composta da 15 giudici la cui designazione è ripartita tra tre diverse sedi:

– 5 alle alte giurisdizioni della magistratura (cassazione, corte dei conti, consiglio di stato)– 5 dal presidente della repubblica – 5 dal parlamento in assemblea comune.

Con questi 15 giudici costituisce un organo autorevole dello stato, e caratterizza anche gli alti poteri dello stato, la loro carica dura 9 anni.

Elezione dei giudici: per essere eletti i giudici devono ottenere al primo scrutinio la maggioranza assoluta, se questa non viene raggiunta si procede al ballottaggio tra i candidati che hanno ottenuto più voti e tra questi viene eletto chi ottiene la maggioranza relativa. In caso di parità viene eletto il più anziano.Elezione del Presidente: eletto a maggioranza dei componenti dell'organo, dopo il primo e il secondo scrutinio, si va al ballottaggio. Il presidente dura in carica 3 anni ed è rieleggibile entro i limiti del suo mandato novennale.

Ruolodella Corte Costituzionale:Controllo della legittimità costituzionale:la scelta di costituire la corte costituzionale costituisce una scelta di campo circa l'adozione di un modello; avendo una costituzione rigida dobbiamo avere un meccanismo che valuti se una legge è costituzionale o no, questo meccanismo nell'esame dei sistemi giuridici stranieri tende ad assumere 2 caratteristiche alternative, si può avere un sindacato diffuso (il giudizio se la legge è costituzionale o meno è assegnato ad un giudice qualunque, si applica negli USA per esempio) sindacato accentrato (l'incostituzionalità viene controllata da un organo solo e vale per tutte le sentenze e per tutti i giudici).Una legge è incostituzionale quando contrasta con la costituzione, questo contrasto si verifica sotto diversi profili, il contrasto con la costituzione viene con riferimento alle leggi e con gli atti equiparati alle leggi, una legge è costituzionale se questa norma è presente in un atto del parlamento o in un atto equiparato alla legge (come i decreti leggi),quindi questo giudizio si fa alle leggi primarie, sotto la costituzione.Supponiamo che una legge sia stata approvata con norme diverse da quelle della nostra costituzione, è stata approvata solo da una delle due camere, e poi divulgata (legge quindi

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incostituzionale), il vizio è un vizio del procedimento, è un vizio di competenza, l'organo che deve interpretare la legge non è entrato, il primo ordine di illegittimità potrebbe essere configurato sotto il profilo del procedimento.Più frequente è il caso che la legge violi il piano sostanziale, che contenga al suo interno delle norme che vanno contro una legge costituzionale, violazione da parte di una norma di un principio.L'incostituzionalità della legge può essere configurata sotto un terzo profilo, definito come eccesso di potere legislativo: nell' 800 il parlamento per fare le leggi poteva disporre di quello che voleva perchè non c'erano dei limiti, invece oggi tutti i poteri hanno delle limitazioni, quindi anche il parlamento incontra dei limiti nel fare le leggi, principalmente che le leggi siano conformi alla costituzione, questo non soltanto si configura come conformità formale, in alcuni casi il potere che viene esercitato dal parlamento per fare la legge viene a perseguire degli scopi che nell'economia del parlamento sono sofferti, se il parlamento fa una legge che è propria di uno degli altri dei due poteri, e quella legge in quanto tende a ottenere uno scopo al di là del proprio potere, è una legge anticostituzionale, è questo determina un eccesso di potere legislativo, quindi fa una legge per finalità che non gli appartengono.

Sistema accentrato di verifica della costituzionalità:L'unico caso in cui viene annullata una legge non dalla corte costituzionale è quando il Presidente della repubblica deve approvare una legge e deve verificarne la sua costituzionalità.

La corte costituzionale può essere richiamata in causa in due modi:– giudizio in via principale o in via d'azione: quando Stato e Regione ritengono leggi statali

o regionali in contrasto con la Costituzione o con i criteri costituzionali per il riparto delle competenze legislative tra regioni e Stato, possono sollevare direttamente la questione davanti alla Corte.

– giudizio in via incidentale o in via di eccezione: questo giudizio davanti alla Corte Costituzionale nasce da un'iniziativa di un giudice comune, la quale si lega strettamente alla soluzione di un caso concreto che quel giudice si trovi a dover decider. Durante il giudizio il giudice può ritenere la legge che deve applicare di dubbia legittimità costituzionale e può dunque sospendere il processo creando cosi un incidente nel corso del medesimo. Solleva la questione di illegittimità delle leggi davanti alla Corte Costituzionale. L'atto che sospende il processo in corso deve contenere:> indicazione della legge di cui si dubita;> indicazione delle disposizioni costituzionali che si ritengono violate;> i motivi che hanno indotto il giudice a ritenere la legge di illegittimità costituzionale.ESEMPIO:una persona ha preso in affitto una casa, ad un certo punto il conduttore non paga un canone, il proprietario lo vuole sfrattare, si va in giudizio, ci saranno gli avvocati delle due parti, il problema degli sfratti è un problema sociale, il governo decide di fare approvare una legge al parlamento che proroga gli sfratti di 5 anni, beneficia il conduttore di rimanere ad occupare la casa altri 5 anni, la soluzione dell'avvocato del proprietario, è dire che questa legge è anticostituzionale, perchè attraverso l'art 42 la proprietà privata è tutelata, e il proprietario per 5 anni non può disporre del suo bene, e poi l'avvocato potrebbe andare a toccare anche il principio di eguaglianza dell'art 3, è una legge quindi che discrimina, a questo punto il giudice si ritrova una causa che porta rogna, quindi il problema dell'incostituzionalità di una legge nasce da un singolo processo, però siccome il giudice non può stabilire che quella legge non sia costituzionale, deve sospendere il processo e mandare tutto alla corte costituzionale riferendogli tutto, in questo caso l'eccezione nasce nel processo come incidente processuale e comporta il passaggio della questione alla corte costituzionale. La questione di incostituzionalità nasce in un processo, il giudice (il giudice non è obbligato ad inviare il tutto alla corte costituzionale), deve operare con due tipi di valutazioni:1) la questione deve essere rilevante, che tocchi quel processo;

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2) non deve essere una questione strampalata, deve avere un'apparenza di serietà, una coerenza, sia proponibile (es. se è stata valutata una sentenza simile dalla corte costituzionale)Quindi il giudizio nasce da un incidente o un eccezione processuale, che viene rimandato alla corte costituzionale, la corte non decide il fine della causa ma giudicherà solo se la legge è incostituzionale o meno, e se riterrà l'incostituzionalità emetterà una sentenza che la dichiarerà anticostituzionale.

La Corte Costituzionale emette delle sentenze nelle quali decide se quella legge è costituzionalmente legittima o meno, le sentenze possono essere di due tipi:

– di accoglimento, se accolgono l'eccezione, dichiarerà che la legge è incostituzionale; art 136 quando la corte costituzionale dichiara che la legge è incostituzionale, la legge incomincia a non avere più valore nel momento in cui la sentenza viene pubblicata sulla gazzetta ufficiale (il giorno successivo), la incostituzionalità non produce effetti solo per giudizio che ha generato la questione, ma la legge incostituzionale cessa di avere efficacia, non produce più i suoi effetti, cioè che quella legge non può più trovare applicazione e quindi non può dar luogo a comportamenti in sua attuazione,in primo luogo nel caso in cui è stata creata la questione non sarà più applicata quella legge dal giudice, allo stesso modo si dovranno comportare tutti gli altri giudici per le altre sentenze.Dove le questioni siano già state decise l'incostituzionalità della legge non infierisce sulla decisione passata (favor rei):> per processo in via incidentale: queste sentenze producono l'annullamento delle norme dichiarate incostituzionali che non potranno più essere applicate (da nessun giudice).> per processo in via principale: l'effetto è quello di annullare la legge statale o regionale impugnata.

– di rigetto, che respingono l'eccezione, la legge viene dichiarata costituzionalmente legittima:> per processo in via incidentale: la legge viene dichiarata costituzionale dalla Corte e il giudice di quel processo dovrà adottare la sua decisione applicando quella norma;> per processo in via principale: l'effetto è quello di consentire l'ulteriore applicazione della legge impugnata.

ESEMPIO: C'è una legge che dice che intorno a i terreni militari non si può costruire niente, la logica è che gli uffici militari sono edifici sensibili e vengono tenuti distanti dal centro abitato quindi, il proprietario di un'area vicino al territorio militare vuole costruire, e fa una richiesta, ma il giudice decide di togliergli il terreno perchè vicino al terreno militare, e non gli da indennizzo, il soggetto richiede un'incostituzionalità della legge perchè viola un principio fondamentale, la corte costituzionale dice al soggetto che ha torto, è vero che se si tolgono dei beni fondamentali e non si da un indennizzo, però se interpretata in questo modo a chi viene tolto il terreno ha diritto ad un indennizzo, la legge non viene annullata, il timore della corte è che il parlamento non faccia una legge nuova che tratti su questo argomento.

Giudizio per l'attribuzione dei poteri dello Stato:

Art 134 “ la corte costituzionale giudica sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni(potere legislativo, esecutivo, giurisdizionali, sono poteri autonomi)”. Il ruolo della Corte è quello di verificare che non ci sia un organo che controlli i conflitti fra altri poteri.Le regioni sono autonomie locali, questa autonomia è tale da ricondurre alla corte costituzionale un eventuale conflitto con lo stato.

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Giudizio del Presidente della Repubblica art.134 Cost.:Funzione attribuita alla Corte dalla Costituzione per il giudizio delle accuse promosse dal Parlamento nei confronti del Presidente della Repubblica per i reati di “alto tradimento” e “attentato alla Costituzione”.Il Parlamento deve verificare che gli atti testimonianti i reati del Presidente siano fondati.Nel momento in cui il Presidente viene messo in stato di accusa la Corte assume il ruolo di “giudice penale”: ai 15 giudici se ne aggiungono altri 16 sorteggiati dalla lista designata dal Parlamento ( il parlamento individua periodicamente un elenco di giudici per creare questo consiglio più ampio di giudizio del Presidente della Repubblica → vedi Parlamento).La sentenza che conclude il giudizio di accusa (anch'essa pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale) è irrevocabile, ma può essere sottoposta a revisione.

LA MAGISTRATURA

Definizione: è un complesso di organi con funzioni giurisdizionali che nasce per garantire la libertà del cittadino nei confronti del potere esecutivo.I Magistrati non vengono eletti ma partecipano a dei concorsi pubblici; questo va a determinare il potere “tecnico” della Magistratura.La Magistratura ha un potere autonomo e quindi non dipende da nessun altro organo ma solo dalla legge.

Art.104-105 della Costituzione: il giudice per garantire la libertà ai cittadini deve essere tutelato; per questo la Costituzione in questi due articoli tronca i rapporti tra Magistratura e Governo.Art.102: non servono giudizi speciali perchè c'è un sistema di Magistratura ordinaria capace di trattare qualsiasi giudizio.

Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) Art.104:composizione: è prevista una composizione mista con:

• membri elettivi (24) : 8 eletti dal Parlamento in seduta comune e 16 eletti dai magistrati delle varie categorie;

• membri di diritto: Presidente della Repubblica che presiede l'organo, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore Generale della Corte di Cassazione.

I membri elettivi durano in carica 4 anni e l'elezione del nuovo CSM deve avvenire entro 3 mesi dalla scadenza di quello precedente.Ruolo: è un organo che autogoverna la Magistratura e si affida a tutte le decisioni della vita professionale dei magistrati.

La Magistratura Penale:è articolata in 2 ordini di Magistrati:

– Magistratura Requirente: pubblici ministeri, uffici che svolgono indagini e raccolgono prove;

– Magistratura Giudicante: quella che giudica.Non c'è separazione vera e propria tra magistrati perchè' attraverso concorsi possono passare da una carriera all'altra ( da Magistratura Giudicante a Requirente e viceversa).Se si facesse una vera e propria separazione i magistrati requirenti sarebbero più volti verso l'accusa e non verso la scoperta della verità e soprattutto verrebbe a limitarsi l'indipendenza nei confronti del potere esecutivo da parte di questi.

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L'organizzazione della Magistratura:la Magistratura è organizzata in una pluralità di tribunali. Il corpo della Magistratura si suddivide poi in una “Magistratura ordinaria” cioè in giudici civili e penali.I magistrati vengono poi assegnati agli uffici:

• Giudice di Tribunale (di 1° grado);• Giudice della Corte d'Appello (di 2° grado);• Giudice della Corte di Cassazione (di 3° grado).

La Corte di Cassazione è il vertice della giurisdizione ordinaria in quanto è il tribunale di ultima istanza. Coordina i rapporti tra le varie giurisdizioni e si articola in sezioni (civili, penali e del lavoro).La Corte di Cassazione è giudice di legittimità, in quanto giudica sul diritto e non sui fatti, cioè non può riesaminare le prove, ma deve verificare che sia stata applicata correttamente la legge anche nei processi di grado inferiore.

A fianco della Magistratura ordinaria vi sono anche delle “Magistrature speciali”:– giudice amministrativo, giudice che giudica nelle cause che il cittadino ha contro la

pubblica amministrazione (consiglio di stato, giudice che deve verificare il corretto esercizio del potere pubblico);

– giudice contabile, la corte dei conti la quale ha un compito di giudicare i funzionari pubblici che hanno speso male il denaro pubblico,giudizi sulla responsabilità dei dipendenti della pubblica amministrazione e chiedere loro il risarcimento per spese improprie della spesa pubblica;

– giudice tributario, giudice che giudica dei pagamenti sbagliati da parte di cittadini, successivamente a degli accertamenti fiscali ( es. dichiaro delle spese diverse da quelle reali);

– giudici militari, i militari hanno per i reati commessi in qualità di militari hanno questa caratteristica di avere dei tribunali composti da giudici militari che hanno un loro codice penale e giudicano solo i militari;

I principi per la funzione di giudice:

1) Art. 24 Cost.: Principio di diritto alla Difesa: ogni cittadino ha diritto ad una difesa (avvocato difensore). Nel giudizio penale, se l'imputato no ha un suo avvocato gliene viene dato uno di ufficio. Nel giudizio civile l'imputato ha diritto di chiedere un avvocato se dimostra di non poterselo pagare.

2) Art. 25 Cost Principio del Giudice Naturale: il Giudice, per ogni sentenza, è uno e uno solo e deve rimanere tale (Giudice Naturale);

3) Art.25 (2° comma) Principio della irretroattività della legge penale: la legge quando entra in vigore non è retroattiva, cioè non punisce i fatti passati ma solo quelli che avverranno dopo la sua approvazione;

4) Art.27 Personalità della Responsabilità penale: ognuno è responsabile dei propri atti davanti alla legge;

5) Art. 111 Il giusto processo: le 2 parti devono essere alla pari e tutelate ugualmente. Sono valide solo le prove raccolte all'interno del processo e i provvedimenti del giudice devono essere motivati.

6) Principio dell'inamovibilità: i magistrati non possono essere privati dell'incarico e neanche trasferiti d'ufficio.

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GLI STRUMENTI CHE L'ORDINAMENTO ITALIANO PREDISPONE PER GARANTIRE UNA TUTELA NEI CONFRONTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (STATO)

Questi strumenti sono la risposta che l'ordinamento da di disporre una tutela nei confronti del cittadino.La nostra costituzione all' Art 113: contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale, gli atti con la quale lo stato esercita il potere pubblico sono sempre sottoposti ad analisi del giudice qualora lo si richieda, quest'articolo poi dice degli elementi di problematicità, si parla di diritti e interessi legittimi, art 24(“tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”), la costituzione introduce una distinzione fra diritti e interessi legittimi.Con l'avvento dello stato liberale nasce l'esigenza di tutelarsi.

Contenzioso amministrativo: si descriveva la presenza all'interno della pubblica amministrazione degli uffici alla quale poteva rivolgersi il cittadino per la propria tutela verso la stessa.C'è uno squilibrio perchè io chiedo tutela contro la pubblica amministrazione ad un organo che è all'interno della stessa e quindi questa si auto-giudica.

Il problema di fondo è il principio di separazione dei poteri, cioè che se un organo che mi può tutelare nei confronti della pubblica amministrazione se è un potere è giudiziale si rischia che vada incidere sulla pubblica amministrazione, quindi era necessario che ci fossero da un lato delle limitazioni per la pubblica amministrazione, e dall'altro lato che se queste limitazioni provenivano da un organo giudiziale fossero anch'esse limitate per non prevalere sull'altro potere.

Nel 1865 viene fatta una radicale riforma radicale, la pubblica amministrazione non è diversa dagli altri, è uguale ai cittadini, la legge assume il nome di legge abolitiva del contenzioso amministrativo, stabilisce il principio che se un cittadino viene leso di in un suo diritto soggettivo (Art 24 -tutti possono agire in giudizio per la tutela dei diritti e interessi legittimi; i nostri diritti soggettivi sono quel complesso di situazioni che costituiscono il nostro patrimonio giuridico, i diritti soggettivi sono delle situazioni di vantaggio che una volta che vengano lesi ci permette di rivolgerci ad un giudice per tutelarci, questi diritti valgono sia nei confronti di un altro cittadino sia nei confronti della pubblica amministrazione) da un atto della pubblica amministrazione, si può rivolgere ad un giudice ordinario (tribunale civile) come se fosse stato leso da un altro cittadino, introduce dei principi di tutela efficiente.La riforma è molto importante perchè assoggetta la pubblica amministrazione alla magistratura.La tutela dei diritti soggettivi nei confronti della pubblica amministrazione è giudicata dallo stesso organo che tutela i diritti nei confronti di un altro cittadino, cioè il giudice ordinario.

Successivamente alla riforma ci si rende conto che ci sono delle cose che non vanno, il cittadino in certe situazioni rischia di non essere tutelato.In un sistema che diceva che il cittadino è tutelato nei confronti dei diritti soggettivo da parte di un giudice ordinario, per esempio successivamente ad un concorso per dei posti di lavoro nella quale nessuno aveva il diritto di passare, di essere ammesso, serviva un giudizio corretto da parte dei giudicanti, se non era cosi il cittadino non era tutelato, nei confronti della pubblica amministrazione. Quest'ultima deve garantire eguaglianza di rapporti; rispetto a questa regola non basta essere tutelati nei confronti del diritto soggettivo, quindi nasce la nozione di interesse legittimo.

Interesse legittimo: è la pretesa che tutti noi abbiamo nei confronti della pubblica amministrazione quando questa ha rapporti con i cittadini, in queste situazioni deve applicare quelle regole di uguaglianza e correttezza che regolano il suo comportamento.

Ci sono situazioni nella quale possono essere lesi dei diritti da parte della pubblica amministrazione

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in quanto essa esercita il potere, quando nasce la situazione di potere, supremazia su di noi, i danni che questa ci può recare sono maggiori in confronto a quelli che ci potrebbero recare gli altri cittadini, nell'impostazione della legge del 1865 questa fetta di comportamenti della pubblica amministrazione sfuggivano al controllo, e quindi il cittadino era solo tutelato per i suoi diritti soggettivi.

Successivamente si capi che il cittadino no nera tutelato nella tutela delle sue situazioni soggettive di interesse legittimo (quando io faccio un concorso i giudicanti devono giudicarmi correttamente nei termini della legge), al cittadino deve essere garantita la tutela quando la pubblica amministrazione eserciti il suo potere pubblico.

Nel 1889 si introduce un giudice nuovo, si attribuisce alla quarta parte del consiglio di stato la tutela degli interessi legittimi, con questo passaggio si da vita alla Giurisdizione amministrazione(giudici amministrativi, tutela degli interessi legittimi) in contrapposizione alla giurisdizione ordinaria (tribunale civile), nasce questa nuova caratteristica: se c'è lesione di interesse legittimo si va dal giudice amministrativo, e se c'è lesione di diritto soggettivo si va da giudice ordinario.Il sistema della tutela evolve ulteriormente, si sviluppa, il consiglio di stato, organo che dal 1889 diventa organo composto da magistrati. Nel 1971 vengono istituiti i tribunali amministrativi regionali che diventano la cosiddetta giurisdizione amministrativa, quei giudici che giudicano dei comportamenti che la pubblica amministrazione pone in essere nell'esercizio del potere pubblico. (art 113, il cittadino può chiamare a giudizio la pubblica amministrazione per ogni suo atto, a seconda che ledano diritti soggettivi o interessi legittimi si assegnerà il tipo di giudice).

Il sistema che abbiamo descritto è estremamente complesso, ci sono una serie di situazioni in cui non si sa se io sia tutelato per diritto soggettivo o interesse legittimo.

ES. Nei confronti del mio datore di lavoro, che in questo caso è la pubblica amministrazione, ho il diritto di avere lo stipendio a fine mese se lavoro, nell'ambito del mio datore di lavoro ho anche altre situazioni, per es. io ho un diritto a non essere trasferito eppure io vivo a Genova e voglio continuare a lavorare qui, però mi trasferiscono da un'altra parte, nei confronti del datore non ho un diritto soggettivo o interesse legittimo ad essere trasferito, nei confronti della pubblica amministrazione ci deve essere un criterio corretto, devo disporre di una tutela, il potere deve essere esercitato in modo giusto, quindi qui ho 2 situazioni insieme diritto allo stipendio ed interesse legittimo a mantenere il mio posto.Queste situazioni soggettive quindi vanno spesso a mescolarsi.Emergono situazioni soggettive diverse e quindi espone il cittadino a sbagliare giudice, e quindi lo espone al rischio di esporre una causa dal giudice sbagliato in relazione alla situazione lesa.Nel 1923 viene introdotta una deroga che si chiama giurisdizione esclusiva, cioè che per alcune materie stabilite dalla legge, per le quale diritti soggettivi ed interessi legittimi sono mescolati e difficilmente identificabili, si va sempre davanti al giudice amministrativo, in queste materie di giurisdizione esclusiva non opera il criterio per la divisione dei giudici per diritti soggettivi e interessi legittimi.

Noi cittadini disponiamo nei confronti della pubblica amministrazione di strumenti di tutela, che noi otteniamo da giudici, da organi che non dovrebbero essere più vicini a nessuna delle due parti in causa.Noi cittadini disponiamo anche di altri strumenti di tutela che non sono giurisdizionali, non ci rivolgiamo a un giudice per la tutela, ma chiediamo tutela attraverso ricorsi amministrativi per degli atti compiuti dalla pubblica amministrazione verso la pubblica amministrazione e non ad un giudice.

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I ricorsi amministrativi: con i ricorsi amministrativi, i soggetti che si ritengono danneggiati da una deliberazione amministrativa possono chiedere che l'amministrazione inizi un apposito procedimento per riesaminare la legittimità di quella deliberazione.

Ci sono tre tipi di ricorsi amministrativi:– ricorso gerarchico, ricorso che viene presentato all'organo della pubblica amministrazione

gerarchicamente superiore all'organo che ha commesso l'atto;– ricorso in opposizione, è una tutela minore, è un ricorso amministrativo che viene

presentato allo stesso organo che ha commesso l'atto che vado a contestare;– ricorso straordinario al presidente della repubblica, ricorso diverso dai primi 2, si

presenta al Presidente Della Repubblica per la quale si richiede che un organo della pubblica amministrazione venga annullato, intanto è un po' meno domestico degli altri, la decisione che viene assunta dal presidente in realtà è un a decisione che è data da un parere del consiglio di stato, il secondo elemento è che mentre i ricorsi al TAR e al consiglio di stato devono essere presentati in 60 gio0rni dall'atto, questo ricorso può essere presentato entro 120 giorni dall'atto, questi ricorsi possono essere chiamati ricorsi amministrativi.(guardare da qualche parte).

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Definizione: è l'insieme di enti, soggetti pubblici e talora privati che svolgono la funzione amministrativa nell'interesse pubblico. È sottoposta al principio di legalità: i poteri che esercita e le attività che svolge devono trovare riscontro in una disposizione di legge.

Azione: la Pubblica amministrazione agisce in 2 modi:

– esercitando i poteri autoritativi, cioè esercitando funzioni assistite dalla forza e determinando la propria volontà attraverso provvedimenti o atti;

– con esecutorietà, potere che i privati non hanno e che le permette di agire senza riferirsi ai canali della giurisdizione, manifestando cosi il suo potere autoritativo.

Atti amministrativi:possono essere:

– discrezionali: cioè quelli con i quali la Pubblica Amministrazione prende una decisione operando una scelta tra tante opzioni;

– indiscrezionali: cioè quelli che non sono frutto di una scelta ma che sono tali e non possono essere diversi.

Procedimento amministrativo: l'atto si compone di 3 fasi:1) preparatoria: fase che mira a fornire all'attività deliberante, elementi necessari per la

decisione:- atto di iniziativa, può essere da parte della stessa amministrazione, di una parte privata interessato o di un altro organo o soggetto pubblico;- sottofase istruttoria: gli organi amministrativi competenti raccolgono tutte le informazioni ritenute necessarie;- raccolta dei pareri: di appositi organi amministrativi: facoltativi, obbligatori (per legge o regola), vincolanti ( vincolano anche a seguirne il contenuto).

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2) Costitutiva: l'organo competente che può essere diverso da quello che ha operato in precedenza, adotta l'atto nella forma e con le modalità prescritte. Si può suddividere in:- fase deliberativa semplice: se l'argomento dell'atto è di competenza di un organo monocratico o collegiale;- fase deliberativa complessa: se devono intervenire gli organi per la formazione di un atto complesso.

3) Integrativa dell'efficacia: riguarda il modo in cui atti perfetti possono produrre i loro effetti giuridici se non presentano vizi di legittimità.

Al termine del procedimento si ha quindi un atto perfetto ed efficace.La validità dell'atto dipende dalla sua conformità alle diverse prescrizioni normative.

Quando qualcuno viene danneggiato da un atto amministrativo, gli strumenti di cui disponiamo sono i ricorsi, nel momento in cui noi vogliamo contestare un atto amministrativo per poterlo contestare dobbiamo dire che questo atto è illegittimo, cioè che la pubblica amministrazione ha esercitato il suo potere male, in questa prospettiva si apre un tema diverso: legittimità o illegittimità degli atti amministrativi.

Legittimità o illegittimità degli atti amministrativi:

Quando si parla di illegittimità si fa riferimento a 2 possibili condizioni:

– nullità, quando l'atto amministrativo non esiste è nullo, questo quando l'atto manca di uno dei suoi elementi costitutivi che sono: il soggetto (l'atto per essere tale deve provenire dalla pubblica amministrazione), l'oggetto (l'atto deve riferirsi a qualcosa che c'è, che esiste),un contenuto (quello che l'atto amministrativo dispone), la causa ( lo scopo di interesse pubblico che quell'atto deve perseguire, la causa non è altro che la conseguenza del principio di legalità, un potere deve essere funzionale a raggiungere un determinato interesse pubblico), la forma (il modo nel quale l'atto amministrazione si presenta, la pubblica amministrazione formalizza con la forma la sua volontà, non c'è un obbligo di forma scritta, ma deve essere solo una forma idonea a esercitare quel determinato potere); questa ipotesi è molto rara, l'atto amministrativo solitamente non è nullo ma annullabile;

– irregolarità: quando sono presenti anomalie dell'atto ritenute sanabili e che quindi non vengono considerate sufficienti a costituire una causa di annullamento.

– annullabilità, esiste l'atto amministrativo però presenta un difetto che può consentire di arrivare ad una sua rimozione, l'atto è annullabile quando presenta vizi di illegittimità, che possono essere di 3 tipi:1) l'atto amministrativo viola la legge (non la attua correttamente), viene assunto dalla pubblica amministrazione in contrasto con una disposizione di legge ( es. su un certo terreno si può edificare, il comune mi dice che li non posso edificare);2) incompetenza, l'organo della pubblica amministrazione non era l'organo giusto che doveva prendere quella determinata condizione, atto amministrativo è emesso da un'autorità che non ha il compito di farlo: > assoluta: quando la Pubblica Amministrazione esercita potere appartenente ad un'autorità non amministrativa;> relativa: quando il potere esercitato appartiene ad altro organo del medesimo apparato amministrativo3)eccesso di potere, quando una pubblica amministrazione (che emette atti retti da principio

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di legalità) nell'emettere un certo atto persegue uno scopo pubblico diverso da quello che dovrebbe perseguire; chi provvede esercita male il potere;es. voglio costruire una casa in riviera, devo chiedere due permessi distinti, uno al comune per vedere se il progetto è edificabile rispetto alle normative urbanistiche, e un secondo permesso ad un altra autorità che valuta se il progetto è compatibile con quella zona, potrebbe succedere che il comune risponda : “il tuo progetto è conforme al piano regolatore ma secondo me è brutto e non è compatibile con quella zona”, in questo caso il comune è andato sopra alle sue competenze svolgendo il ruolo di un'altra autorità e c'è stata quindi una situazione di eccesso di potere.

Questi sono criteri, principi che nascono più dalla teoria che dalla legge, cioè che questi criteri sono stati trattati di più dalla giurisdizione che dai legislatori.

Nel 1990 legge 1241, che introduce alcuni principi in materia di procedimento amministrativo, è stata creata per garantire una maggior trasparenza nella pubblica amministrazione:

– principio della comunicazione nell'avvio del procedimento, cioè che tutte le volte che la pubblica amministrazione vuole dare inizio a un procedimento deve comunicare all'interessato che l'atto sta partendo; da vita a una fase partecipativa dove l'interessato può scrivere alla pubblica amministrazione per tutelarsi all'interno del procedimento; questa legge introduce anche il responsabile di questa legge, cioè che la pubblica amministrazione nel comunicare l'avvio del procedimento comunica anche che di quel procedimento è responsabile il signor tal dei tali; il responsabile è appunto responsabile titolare della decisione che deve essere assunta, è responsabile giuridicamente, questo impianto garantisce la conoscibilità dell'azione amministrativa e garantisce la partecipazione del cittadino all'atto amministrativo;

– principio del diritto all'accesso, è un diritto del cittadino di tenere copia degli atti che la pubblica amministrazione ha emesso.

L'ORDINAMENTO REGIONALE

Una delle caratteristiche della costituzione è di avere introdotto le regioni, questa articolazione del territorio nazionale in regioni si inquadra nell'ambito del principio fondamentale detto “autonomistico”, l'art 5 della costituzione dice che la Repubblica una e indivisibile, riconosce la bontà di una distribuzione del territorio attraverso autonomie locali, autonomie locali vuol dire che esistono enti diversi dallo stato che lavorano in autonomia, che possono prendere decisioni diversi da quello dello stato, questo sistema di enti è diviso in 3 parti:

– regioni– province– comuni

Le autonomie locali sono caratterizzate dal fatto che sono elette direttamente dai cittadini, quindi esprime un grado di libertà ed autonomia del cittadino.

La nostra costituzione parte dal presupposto che le autonomie locali devono essere promosse per la manifestazione della volontà del cittadino.Le autonomie locali sono collocate in tre livelli, il comune per esempio è il livello più vicino al cittadino.Le regioni costituiscono il tormentone del dibattito pubblico, perchè introdotte nel 1948 ma davano già problemi nell'800, il dibattito che ci fu venne risolto con “ no alle regioni” perchè l'Italia veniva da un'unificazione di più stati quindi ci doveva essere unità e l'Italia non era pronta a suddividersi.Successivamente nel 48 è stato introdotto nella costituzione che lo stato potesse essere disarticolato in regioni, questo significava dare più potere a comuni e province.

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Le regioni di fatto non nascono, perchè l'assemblea si impose che le regioni costituivano un pericolo, perchè mentre la maggioranza del paese era di una ideologia, le regioni implicavano di avere magari una maggioranza di ideologia diversa, questo avrebbe implicato una perdita del potere centrale, e quindi si rischiava un potere esterno di una maggioranza diversa da quella centrale.Nel 1970 c'è la prima elezione delle regioni, vengono introdotte quindi le regioni attraverso la disciplina della costituzione con dei principi molto contenuti, nel 2001 invece l'ordinamento regionale viene radicalmente riformato, modificando le competenze fra stato e regioni e attribuendo alle regioni una maggiore competenza.

Lo stato quindi garantisce l'autonomia ai cittadini delle varie regioni, ma bisogna vedere quanto è il grado di autonomia, per calcolare questo grado, lo consideriamo trattando l'autonomia regionale secondo varie autonomie:

– autonomia statutaria;– autonomia legislativa– autonomia amministrativa– autonomia finanziaria

Art 114 “la Repubblica è formata da Comuni, dalle province, dalle città metropolitane regioni e stato.

Le regioni dispongono di una potestà normativa, possono fare delle norme, delle leggi, nell'ambito di queste norme ci sono delle norme particolari chiamate statuti, ogni regione si dà uno statuto, lo scopo e il senso sarebbe quello di darsi delle regole che nella libertà di quella regione attribuiscono delle caratteristiche di distinzione dalle altre regioni, lo statuto è una piccola costituzione che regolamenta la singola regione, c'è un'autonomia statutaria quindi per ogni regione.Partiamo dal presupposto che in Italia ci sono 20 regione, di queste 20, 5 sono dette a statuto speciale, cioè istituite in tempi diversi, prima del 1970 la cui istituzione costituiva la risposta a dei problemi, a delle richieste che si erano creati in quelle regioni, per esempio la prima è la Sicilia, che poteva diventare una degli stati uniti di America dopo la guerra; quindi a queste regioni venne data una libertà costitutiva (Val d'Aosta, Sicilia, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Sardegna), lo statuto per queste regioni è un documento che dirige i poteri della regione e viene approvato con legge costituzionale, gli statuti speciali vengono approvati con il procedimento della revisione costituzionale, perchè non potendo cambiare la costituzione allora questi statuti speciali sono stati introdotti con nuove leggi costituzionali.

Le regioni a Statuto ordinario: Art 123 detta la regola sulla cui base le 15 regioni a statuto ordinario approvano ciascuna per se il proprio statuto ordinario, in maniera libera e autonoma, “ciascuna regione ha uno statuto che in armonia con la costituzione ne determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento”, forma di governo cioè il rapporto che intercorre fra gli organi costituzionali, lo statuto fa si che le regioni possano darsi una forma di governo diversa.Altro aspetto sono i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento, il grado di autonomia emerge fra il grado degli statuti stessi e la costituzione, lo statuto deve essere in armonia con la costituzione, cioè che:

– non deve essere per forza in armonia con le leggi dello stato;– deve essere in armonia e non conforme, in armonia è una nozione, ci deve essere una

sintonia e non una necessaria conformità, questo da segno di un ulteriore grado di autonomia delle regioni nei confronti dell'ordinamento statale.

Lo statuto regionale è approvato con un procedimento particolare, è una legge con procedimento differente dalle leggi regionali, cosi come a livello nazionale la costituzione ha grado e importanza

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diversa dalle altre leggi, in ragione di questa maggiore rigidità e grado è dettato dal 2° comma dell'art 123, è approvato con la maggioranza di componenti del consiglio regionale, per tale legge non è richiesta nessuna approvazione del governo nazionale, mentre il governo potrà impugnare la legge per verificarne la legittimità all'interno della corte costituzionale.3° comma-Lo statuto è sottoposto a referendum popolare qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta 1/50 degli elettori o 1/5 del consiglio regionale.

NEL 2001 SI RIFORMA il rapporto fra stato e regioni sotto il profilo del fare le leggi:

– il primo principio sottolinea la pari dignità della legge regionale con le leggi nazionali, le leggi regionali sono atti normativi con pari forza e dignità, l'inizio dell'art 117 infatti dice che la potestà legislativa è esercitata dallo stato e dalle regioni, c'è un principio di competenza che divide le leggi nazionali da quelle regionali, ma non di diseguaglianza come importanza.

L'art 117 mette in evidenza anche che nel sistema italiano la potestà legislativa è esercitata dallo stato e dalle regioni con il rispetto verso i vincoli posti dalla costituzione e anche quelli posti dall'ordinamento comunitario, ciò significa che la corte costituzionale quando giudica la legittimità, non la giudica solo sotto il parametro del rispetto alla costituzione, ma le giudica anche sotto il rispetto dei principi comunitari, in ragione del fatto che la costituzione richiama i principi comunitari come un parametro che le leggi devono rispettare.

– Secondo la costituzione del 48 le regioni fanno delle leggi secondo certe materie, le altre competenze sono delle leggi statali, nel 2001 la nostra costituzione viene trasformata prevedendo che la competenza fra stato e regione sia dettata secondo queste regole:

1) ci sono delle materie a cui si può occupare solo lo stato (politica estera, immigrazione,difesa e forze armate, moneta ordine pubblico, ecc..), art 117 2° comma, in queste materie lo stato ha legislazione esclusiva, se qualche altro organo fa una legge su queste materie, questa sarà una norma contro la costituzione;

2) ci sono una seconda categoria di materie le quali appartengono in comune a stato e regione, legislazione concorrente, alle regioni la potestà legislativa e la determinazione dei principi fondamentali allo stato, (art 117 3°comma).

3) la terza categoria è tutto il resto, tutte le materie che no sono elencate nell'elenco dell'art 117 appartiene alla regione, il 4° comma dice che spetta alle regioni la potestà legislativa di ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.

La presenza della legislazione concorrente è il problema più grosso, più delicato, è difficile delineare il rapporto fra stato e regioni in questo ambito; questa particolare area vasta e rilevante, forma dei problemi delicati sotto vari problemi, il primo profilo è quello di determinare quali sono i principi fondamentali.

Lo stato deve fare delle leggi che mettono i contorni alle regioni, le cosiddette leggi quadro o cornice, definendo in maniera chiara quali sono i principi fondamentali, il problema è che lo stato non ha fatto queste leggi, il giudizio è sempre assegnato alla corte costituzionale. Questo da quindi un forte scontro fra stato e regioni.

Le funzioni amministrative sono attribuite all'ente pubblico più vicino al cittadino, il comune, salvo che per esercitarne il principio unitario siano confluite a Province, Città metropolitane, Regioni, e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà.

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Principio di sussidiarietà: è un principio sociale e giuridico amministrativo che stabilisce che l'intervento degli enti pubblici territoriali, sia nei confronti dei cittadini sia degli enti, debba essere attuato esclusivamente come “sussidio) (aiuto) nel caso in cui il cittadino sia impossibilitato ad agire per conto proprio:

– Sussidiarietà verticale: elaborazione di un meccanismo che mi individua un criterio di tendenziale attribuzione delle singole funzioni, nelle diverse decisioni si modificano di competenza via via che la decisione si consideri non idonea all'ente, più complessa quindi. Questo criterio è di “sussidiarietà verticale” perchè le competenze salgono e scendono da un ente all'altro.

– Sussidiarietà orizzontale:Stato, Regioni, Province e Comuni devono favorire l'iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale ( ridurre la loro presenza in funzioni che potrebbero essere tranquillamente svolte dai cittadini), attività economiche, di istruzione, di sanità, ecc, potrebbero essere gestite meglio dai cittadini e meno dalla pubblica amministrazione.

Questa norma descrive allora un processo di privatizzazione della pubblica amministrazione, l'entrata quindi di privati nei ruoli della pubblica amministrazione.

Autonomia legislativa: dettata come detto prima dall'art.117, che ne determina gli ambiti di autonomia.

Autonomia amministrativa:

Quella con cui la Pubblica Amministrazione esercita il potere e comunica le sue decisioni.

Questa attività è quella che viene svolta quindi dalla pubblica amministrazione.

Il problema sta in: tutti i ruoli della Pubblica Amministrazione come si devono distribuire fra gli enti, queste competenze devono essere definite, ciascuno deve sapere cosa fare, bisogna individuare un criterio per attribuire agli enti le competenze, questo criterio è il “criterio di sussidiarietà” , cioè un principio di derivazione comunitaria che ci da uno strumento per arrivare a capire chi deve fare cosa.

Art 118- le funzioni amministrative sono attribuite ai comuni (codice civile).

Autonomia finanziaria:

La titolarità dell'autonomia finanziaria si ha quando ci sono delle risorse ( dei soldi da spendere).

Il sistema degli enti primari è basato sulla finanza derivata: lo Stato da dei soldi per fare in modo che ci siano dei servizi.

Essendo stata abolita l'ICI, le regioni non hanno più ricevuto i finanziamenti adatti.Art.119 Comuni,Province, Città metropolitane, Regioni, hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, hanno risorse autonome, stabiliscono e applicano tributi ed entrate in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.Lo stato istituisce un fondo per i territori con minore capacità fiscale per abitante.

Organi della regione (sul libro)

LIBERTÀ

Intendiamo “libertà” come libertà dal potere pubblico nei confronti della pubblica autorità che poteva comprimere la sfera giuridica di chiunque.

Le libertà significa che da un certo momento in poi il cittadino appartiene ad una certa sfera giuridica protetta, ha la possibilità di difendere alcune sue libertà.

Il concetto di libertà con l'avvento dello stato liberale è un concetto di “libertà negativa”, cioè che il

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diritto che viene dato al cittadino si concreta nel negare la sua possibilità di inserirsi nella sfera pubblica del cittadino. (libertà negative= libertà intensive che attribuiscono poteri di difesa al cittadino nei confronti del potere).

Seguono le libertà positive che nel passaggio dallo stato liberale a stato sociale, la condizione del cittadino è migliore, ha il diritto di partecipare alla vita politica del paese, acquista il potere di ottenere delle prestazioni da parte dello stato (diritto di voto, diritto di entrare in politica, diritto alla salute, ecc.).

LIBERTÀ NEGATIVE

La tutela delle libertà prende atto con il fatto che la Costituzione è Rigida, l'esperienza dello Statuto Albertino che aveva tutelato le libertà con leggi ordinarie è fallita e quindi nella nuova Costituzione si è dato alla libertà un rango più rigido attraverso principi della costituzione immodificabili.

L'art 2 dice che la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, io riconosco qualcosa che già c'è, la costituzione non si limita a tutelarli ma dà atto della loro esistenza già in precedenza, questo costituisce quindi un dato immutabile all'interno di questo ordinamento giuridico.

La nostra costituzione si occupa di tutelare i diritti non solo per i singoli ma anche alle associazioni tramite le quali i cittadini si possono esprimere, mentre in passato erano i cittadini che dovevano valorizzarsi da sé.

Le tecniche usate per la tutela delle libertà sono varie, la costituzione non ha una norma unica per ciascun diritto (art 13 in poi), i vari modi per esercitare le libertà trova una sua propria regolamentazione; gli strumenti giuridici che queste norme utilizzano sono 2:

– uso della riserva di legge;

– uso della riserva di legislazione;

Tutelare un diritto alla libertà significa che una certa libertà è garantita e che per poterla limitare bisogna seguire certe regole.

Strumento della riserva di legge

es. art 13 della costituzione, “la libertà personale è inviolabile, non è ammessa forma alcuna di....”, c'è una prima parte che esprime la libertà, mentre la seconda esprime quello che non si può fare nei confronti di questa libertà, i casi in cui si può violare la legge sono scritti nella legge e non ci sono ulteriori regolamenti che li dettano.

Il problema è il rapporto cittadino-potere pubblico che sarebbe il potere esecutivo (poteri di polizia), le garanzie che abbiamo è che il potere esecutivo è soggetto sempre agli altri due poteri.

La sola riserva di legge non basterebbe a tutelarci, perchè l'organo giurisdizionale deve verificare l'attività del potere pubblico, qui quindi ritroviamo il principio di separazione dei poteri.

Tipi di libertà:

Libertà personale: tutela la libertà fisica e psichica della persone, l'art. 13 fa rifermento a qualsiasi restrizione alla libertà personale: detenzione, ispezione e perquisizione personale. È garantita da una riserva di legge assoluta (libertà limitata solo nei casi e nei modi previsti dalla legge) e da una riserva di giurisdizione (solo l'autorità giudiziaria può applicare in concreto tali limitazioni).

Libertà di domicilio: l'art. 14 tutela il domicilio, visto come la proiezione spaziale della libertà personale. Il domicilio è inviolabile e con domicilio non si intende solo la dimora della persona o la sede dei suoi affari, ne si intende ogni luogo in cui la persona possa svolgere attività della vita

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privata. La libertà di domicilio può essere limitata da parte dell'autorità amministrativa per determinati fini e per determinati motivi (anche senza provvedimento del giudice).

Libertà di circolazione e soggiorno: Art.16, garantisce al cittadino la libertà di circolare e soggiornare liberamente all'interno dello Stato nonché la libertà di uscire e rientrare in tale territorio. Non possono esserci motivazioni politiche che limitino tale libertà, ma solo limiti disposti dalla legge per motivi di sanità e di sicurezza. La libertà di espatrio è limitata dagli obblighi di legge: non possono ottenere il passaporto coloro che devono adempiere a certi obblighi (minori senza assenso dei genitori, ricercati, ecc.).

libertà e segretezza della corrispondenza: art.15, tutela i modi attraverso i quali la persona entra in contatto con altri soggetti determinati. Libertà e segretezza sono 2 aspetti strettamente connessi ma presentano differenze per quanto riguarda le violazioni. Vi possono essere interferenze nella libertà che non influiscono sulla segretezza e viceversa. Tutela la posizione del mittente e del destinatario (è libertà di comunicare e ricevere comunicazioni), ogni interferenza è punita dalla legge. L'unico caso in cui si può procedere con intercettazioni telefoniche riguarda indagini giudiziarie, è possibile solo per i reati più gravi, per un periodo limitato e con previa autorizzazione del giudice.

Libertà di manifestazione del pensiero: art.21, tutela il diritto di comunicare il proprio pensiero a soggetti indeterminati tutela tutte le manifestazioni del pensiero:

– libertà di stampa (3 principi):

> divieto di sottoporre a controllo la produzione degli stampati e il loro contenuto (divieto di sottoporre la stampa ad autorizzazioni e censure).

>divieto di sottoporre la stampa a sequestro, se non nel caso di un delitto per il quale la legge sulla stampa lo autorizzi espressamente (in caso di urgenza può procedere al sequestro la polizia);

> possibilità che il legislatore imponga a imprese editrici l'obbligo di rendere noti mezzi di finanziamento.

Limite: il buon costume, riferito a violazione della sfera del pudore sessuale); il giornalista deve essere iscritto all'albo dei giornalisti.

– Libertà della radiotelevisione: il servizio televisivo nasce come servizio statale e non privato e originariamente viene concesso ad un'unica società: Rai (monopolio pubblico). Problema: può ritenersi conforme alla Costituzione questo monopolio? Questo problema viene superato anche grazie ai progressi tecnologici che hanno portato prima alla disciplina del monopolio pubblico, poi ad un sistema misto pubblico – privato ed in fine privatistico. Il principio cardine è il “pluralismo informatico” inteso come rispetto delle diverse opinioni nei programmi e accesso all'attività radiotelevisiva del numero più ampio di imprese. In realtà però c'è un duopolio: emittenza pubblica e operatore privato (Mediaset).

Libertà collettive:

• di riunione art.17: tutti i cittadini hanno il diritto di riunirsi purchè la riunione sia pacifica e senza armi. Può avvenire in luogo privato (senza autorizzazione), in luogo pubblico (senza autorizzazione), luogo aperto al pubblico (con autorizzazione);

• di allocazione art.18: i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente con alcuni limiti:

> è vietata associazione per commettere reati (associazioni a delinquere);

> associazione segreta perchè c'è libertà di associazione quindi se la si fa di nascosto è perchè si vogliono commettere fatti illeciti.

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> associazioni che perseguono fini politici avvalendosi di un'organizzazione militare (SS).

C'è la libertà di dar vita a partiti politici, ma la legge può introdurre limitazioni al diritto di iscriversi ad un partito per alcune categorie di dipendenti pubblici. Si può costituire un partito politico sulla base di qualsiasi ideologia, tranne quella fascista.

Libertà religiosa: art. 19, tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purchè non si tratti di riti contrari al buon costume. La nostra costituzione configura un pacifico rapporto fra lo stato italiano e l'organizzazione della religione cattolica anche grazie a situazione di fatto, cioè che è la religione che si è instaurata sul territorio.

Art 7 della costituzione, dice che lo stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.Questa legge visto che i patti lateranensi non si cambiano solo con una legge di revisione costituzionale ma anche con legge ordinaria, I Patti Lateranensi vengono definite come norme interposte fra le norme costituzionali e le leggi ordinarie ma non possono essere decretate come costituzionali, per modificarli con le varie leggi si deve fare un accordo.

IL RAPPORTO DI LAVORO

art 39- i sindacati e 40- lo sciopero

Art 39 disciplina la libertà sindacale attribuendo al sindacato (si affianca ai lavoratori per tutelarne la categoria, nasce alla fine dell'800 il sindacato, il libero sindacato poi con il fascismo non è più consentito; la nostra costituzione poi valorizza il sindacato valorizzandolo attraverso la libertà), la libertà di dare vita ai sindacati (“l'organizzazione sindacale è libera”), cioè che all'interno di una categoria di lavoratori (metalmeccanici, agricoltori, artigiani..ecc) è possibile dar vita a più sindacati, non c'è un sindacato unico, ma sono diversi,libertà significa anche una libertà individuale, del singolo di decidere nei confronti dell'offerta che i vari sindacati possono proporre; la nostra costituzione da un ruolo specifico ai sindacati cioè di stipulare i contratti collettivi di lavoro ( contratto individuale di lavoro : lega il lavoratore con il datore di lavoro, si stipula un contratto),i contratti collettivi regolamentano categoria per categoria alcuni rapporti base e si appoggiano ai contratti individuali nel senso che i contratti individuali potranno prevedere delle parti di tutela per il lavoratore individuale; i sindacati hanno il compito quindi di stipulare i contratti collettivi di lavoro, questi contratti collettivi hanno una particolarità che li differenzia dai normali contratti che riguarda le parti che lo stipulano, invece il contratto di lavoro previsto dall'art 39 è differente perchè vengono stipulati e operano per l'intera categoria, sono di carattere normativo cioè che regolano in maniera uguale per tutti il rapporto di lavoro di una certa categoria di lavoratori, i sindacati per stipulare questi contratti dovrebbero essere registrati a uffici locali o centrali.I sindacati si devono dare al loro interno uno statuto per decidere i vari meccanismi che sono tipici di uno stato democratico, una volta che i sindacati avessero ottenuto questi requisiti avrebbero ottenuto anche la registrazione, che gli avrebbe dato la personalità giuridica per fare contratti collettivi.I vari sindacati concorrono alla formazione di un unico contratto di lavoro, questo perchè il contratto collettivo di lavoro ha una funzione fortemente garantista per il lavoratore, significa garantire ai lavoratori le tutele minime.La conseguenza è però che ci sono più categorie per una categoria di lavoratori, l'art 39 dice che i sindacati partecipavano alla riunione collettiva rappresentati in proporzione dei loro iscritti, nella compagine quindi quelli che sono più rappresentati avevano più peso nella definizione delle linee del contratto da stipulare, una volta definito un sindacato quindi si deve creare una specie di collegio dove i sindacati che hanno più importanza hanno più potere decisionale sulla stipulazione

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del contratto collettivo, questo contratto collettivo è valevole per tutti i lavoratori della categoria.Il contratto diventa una regola, questo è una eccezione per la contrattazione dei principi normali.L'art 39 è direttamente operante oggi solo per la libertà dei sindacati, le leggi precedentemente indicate non sono mai state fatte normative, i sindacati sono solo delle normali associazioni che tutelano i lavoratori iscritti, la differenza che c'è fra i sindacati che ci sono realmente e quelli che ci dovevano essere è che potevano essere stipulati contratti collettivi normativi, ma oggi non è cosi, i sindacati sono delle associazioni private che concorrono per la stipulazione di contratti collettivi che però rispondono ai contratti collettivi per la materia dei contratti dettati nel codice civile.La situazione che si è creata è quella per la quale i contratti collettivi sono dei normali contratti che impegnano le parti che li stipulano; il modello quindi è un modello diverso da quello previsto dalla costituzione.Alla base di questo avvenimento c'è il problema che il legislatore non ha mai fatto la legge per ragioni politiche di vario tipo, per esempio negli anni 50-60 all'interno dei lavoratori già allora esistevano già tre organizzazioni sindacali (cisl,uil,cigl), il peso della cigl era schiacciante sugli altri due, quindi in quel momento che il governo era di destra, il sindacato maggiore sarebbe stato dalla parte dell'opposizione che era comunista.Negli anni 70 questa situazione cambia i sindacati acquistano un peso molto rilevante all'interno della società, diventano delle organizzazione senza la cui collaborazione è difficile assumere decisioni di rilevanza politica, diventano un peso politico significativo, acquistano un peso più significativo di quello che doveva essere per la rappresentanza dei lavoratori.Dopo una decina di anni dall'entrata in vigore della costituzione si è voluto dare un vuoto per la mancanza di un contratto di lavoro collettivo per le zone non sindacalizzate, alla fine degli anni 50, il governo fa un'operazione ossia, prende un contratto collettivo per ogni categoria di lavoratori e lo trasforma in legge, attribuendo quella generalizzata efficacia non con il meccanismo previsto dall'art39 ma con un'altra legge che sostituiva questo meccanismo.Questo solleva dei problemi, la corte costituzionale si pronuncia salvando questo meccanismo, la situazione di vuoto impone delle misure straordinarie che devono essere accettate, il problema che l'hanno successivo questa operazione del governo viene rifatta; questa seconda volta la corte costituzionale non lo accetta.Dopo succede che questo problema viene superato su piano giuridico-politico, negli anni 70 i sindacati acquistano peso politico perchè si confederano, i tre sindacati operano in maniera coordinata, queste riesce a far avere per ogni categoria di lavoratori un contratto collettivo di lavoro di lunga prevalente ai contratti di lavoro normali, in qualche modo quindi il volere dell'art 39 si ottiene con la confederazione dei tre sindacati.I giudici del lavoro attuano nei confronti dei lavoratori un principio, art 36- il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionato alla quantità e qualità del suo lavoro, si rifà quindi al principio di eguaglianza; la magistratura del lavoro ha applicato questo principio per estendere ai lavoratori i contenuti dei contratti collettivi di lavoro.

DIRITTO DI SCIOPERO Art 40

il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.Lo sciopero è storicamente lo strumento di lotta dei lavoratori, quello al quale i lavoratori hanno fatto riferimento per tutelare la loro condizione.Dire che è un diritto significa dire che nel momento in cui i lavoratori esercitano lo sciopero questo non può comportare alcun tipo di misura, nel senso che non si possono togliere soldi dallo stipendio quando si esercita questo diritto.L'art 40 dice che il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano, avrebbe suggerito quindi al legislatore di fare delle leggi per regolare lo sciopero, ne è stata emanata poi solo una di queste leggi, anche in tema di sciopero si è creato un problema per il legislatore per creare le leggi che regolano lo sciopero.L'unica eccezione è una legge del 1990 che regola i pubblici servizi, oggi l'unica regolamentazione

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è quella che tutela i lavoratori dei pubblici servizi.Lo sciopero quindi è stato solo regolamentato in piccola parte, la mancanza della regolamentazione di legge ha prodotta una ampia casistica giurisprudenziale, i problemi nascevano già dalla nozione di sciopero (es. quanti membri devono essere per considerarsi sciopero, la giurisprudenza poi ci dir che dovrebbe avvicinarsi a una forma di protesta collettiva). Art 3 comma 2, la costituzione è diffidente ad un sistema economico liberale aperto.Delinea un quadro complesso che ci farà dire che è un sistema ad economia mista in cui è garantita l'iniziativa privata ma anche una incidenza del potere esecutivo su di essa.Art 4, l'iniziativa privata è libera, poi doposi prevedono limiti più complessi, non deve recare danni alla sicurezza delle persone.3°comma: la legge determina i controlli opportuni perchè l'attività privata possa avere fini sociali.Lo stato non è soltanto il soggetto pubblico che tutela i valori della persona ma che può porsi nei confronti dell'economia dei fini propri ( fini sociali)e li può perseguire anche direttamente attraverso programmi e controlli sull'iniziativa privata e anche programmi e controlli di un'attivitò economica pubblica.Ci può essere quindi un imprenditoria gestita dagli apparati pubblici.L'economia può essere controllata, limitata per garantire la persona, programmata ( lo stato elabora una programma economico), pubblica.Questo quadro viene completato nell'art 43il quale disciplina l'ipotesi delle cosiddette “nazionalizzazioni” cioè quando un settore di attività viene sottratto al mercato e dato in mano allo stato.Ai fini di utilità generale, lo stato può nazionalizzare delle imprese o delle categorie di imprese.La norma è un contratto con l'iniziativa economica privata.es. emittenza televisiva che in origine era un monopolio legale dello stato, che aveva deciso che quel settore fosse riservato solo ad un operatore (Rai):Nucleare:prima di Chernobyl era totalmente gestito dallo stato, era un settore nazionalizzato.La possibilità per lo stato di riservarsi delle attività economiche riguarda: pubblici servizi (Rai), fonti di energia (nucleare) oppure quando in un settore vi sono delle condizioni di monopolio.La gamma di possibili situazioni sono molteplici e lo stato può decidere se intervenire o meno non è obbligato.Sotto questo profilo due norme danno un'idea di norma costituzionale aperta e compromissoria perchè danno vita ad un'economia che si presta ad una gestione fortemente liberale oppure fortemente socialista.

Il quadro della costituzione andava a fotografare una situazione di fatto che era esistente nel senso che l'Italia post fascista si portava dietro dei meccanismi di controllo nell'intervento in economia introdotto dal fascismo caratterizzati da un forte intervento nell’economia.Questi meccanismi avevano creato un sistema ad economia mista che nel passaggio alla Repubblica è stato ereditato.

I RAPPORTI FRA STATO ED ECONOMIA

1) sistema delle partecipazioni statali, in conseguenza della crisi finanziaria del 29, negli anni 30, alcun banche di interesse nazionale erano in fortissima difficoltà, ha indotto il governo di allora a prendere delle iniziative, lo stato ha ritenuto di acquistare i pacchetti azionari di queste banche e quindi diventando cosi proprietario affidandone poi la gestione ad altri enti di gestione (il primo dei quali era l'iri, gestiva imprese formalmente private ma controllate formalmente dallo stato).Nel passaggio al sistema costituzionale dopo la guerra, questo sistema dell'intervento del pubblico c'è, viene mantenuto, e implementato, all'IRI si aggiunge l'ENI, un terzo dell'imprenditoria italiana era costituita da la maggior parte di imprese private ma

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controllate dallo stato.Tutto questo sistema si chiama “sistema delle partecipazioni statali”, questo sistema diventa cosi rilevante che viene istituito un ministero apposta; si capisce perchè il 3° comma dell'art 41 ad un certo punto parla di attività economica pubblica, una parte del nostro sistema economico era governato e controllato dal pubblico.Questo sistema progressivamente verrà smantellato, questo sistema già ci delinea come lo stato interveniva sull'economia, cioè acquistando pacchetti azionari delle banche prendendo il controllo delle imprese.

2) Negli anni 60 del 900, politicamente dopo l'entrata della costituzione, le maggioranze politiche dal 48 al 92 sono state caratterizzate da essere molto simili fra loro, negli anni 60 c'è l'avvento di partiti socialisti, questo induce la nuova maggioranza politica ad usare degli strumenti previsti dalla costituzione:- norma sulle nazionalizzazioni: art 43 consente di riservare allo stato dei settori di attività, nel 62 viene avviata la nazionalizzazione dell'energia elettrica, prima il sistema di produzione di energia presentava dei difetti in quanto incentivava i produttori di energia elettrica a cedere energia solo quando c'era convenienza, il settore che prima era in termini di mercato passa ad essere nazionalizzato e quindi stabilendo cosi un prezzo unico per tutti gli utenti, nasce l'ENEL, che diventa l'ente esclusivista verso questo settore.

In questa euforia statale viene tentato un terzo intervento, la programmazione dell'attività economica, lo stato rivolgendosi all'art 41 crea un programma, questo programma non aveva i giusti strumenti, non ha trovato dei meccanismi, delle azioni che potevano consentire di raggiungere gli obbiettivi del programma stesso.In sostanza emerge uno stato abbastanza interventista nell'economia.

Da un lato un quadro costituzionale che dava allo stato dei poteri, dall'altro lo stato che con l'esperienza usa questi poteri.

Questo è il quadro costituzionale vigente e questi sono i meccanismi che questo quadro ha creato.Successivamente ci sono state delle modifiche di questo quadro.

L'obbiettivo della comunità economica europea è di creare un mercato unico, cerare una situazione di mercato in cui gli operatori del mercato si possano incontrare sul mercato muovendosi sul territorio della comunità europea senza trovare dazi, quindi essere liberi per l'Europa, per i territori della UE.es. se l'Italia vuole costruire un ponte sullo stretto di Messina coloro che vogliono partecipare alla gara d'appalto possono essere provenienti da tutti i territori europei, le gare devono essere pubblicate in tal modo che siano visibili anche agli utenti degli altri stati della comunità.I soldi possono essere investiti su qualsiasi impresa dell'Unione Europea, quindi c'è libera circolazione della moneta.Per i lavoratori comunitari c'è possibilità di lavoro in tutti i territori della comunità europea, (es. calciatori stranieri comunitari che possono tranquillamente venire a giocare in Italia).Si ritiene che l'economia della comunità europea debba essere regolata dal principio di concorrenza.La parità di concorrenza porta con se la conseguenza che lo stato non possa intervenire sulle regole della concorrenza, c'è un divieto agli stati di aiutare le proprie imprese sulla concorrenza della comunità.Questi costituiscono dei principi comunitari che vanno a costituire l'Unione Europea in questo ambito.Lo Stato all'inizio era sfavorevole a questi principi, ma poi si è dovuto adattare.Negli anni 90 è stato avviato un processo di privatizzazione, cioè che le imprese che erano pubbliche (controllate o gestite direttamente dal pubblico) sono state progressivamente messe sul mercato e vendute a privati (IRI,ENI,ENEL).

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La conseguenza di tutto questo, è che il nostro quadro costituzionale sebbene sul piano sia ancora quello, nei fatti è cambiato, perchè le norme della comunità europea hanno un'efficacia diretta all'interno dello stato, con efficacia analoga alle norme della nostra costituzione (Art 17 secondo comma); questo comporta probabilmente che il 3° comma dell'art 41 che abbiamo visto precedentemente è da considerarsi superata dai principi comunitari; questo significa che noi nella nostra adesione alla comunità europea, siamo passati da un sistema economico misto ad un sistema di economia liberale classica.