Diritto d aut o re 70 % - Giuraemilia...scorso dall ’ente per il diritto d’autore. Tra questi...

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SANITÀKO Budget ospedaliero senza fondo » CHIARA DAINA D al 2013 lo sfondamento del tetto di spesa per i farmaci ospedalieri è per metà a carico delle a- ziende farmaceutiche. Laltra metà invece viene ri- pianata dalle regioni. È il cosiddetto meccanismo del pa- yback, destinato però a fare acqua da tutte le parti. Anche se studiato per una nobile causa, che va assolutamente difesa, ma vittima del muro di Big Pharma. Il budget ospedaliero messo dallo Stato non è mai abbastanza. E il tetto di spesa fissato al 3,5 per cento viene superato sempre di più: di 765 milioni nel 2013, di un miliardo nel 2014, di 1,6 miliardi nel 2015, fino ai due miliardi previsti per questanno. Pare che non basti neanche il contentino dal governo. Larticolo 21 del dl enti locali, approvato dal Consiglio del ministri del 20 giu- gno, prevede uno sconto di quasi 300 milioni per le case far- maceutiche. La quota di ripiano che dovranno versare infatti viene abbassata al 90 per cento per il 2013 e il 2014 e all80 per cento per il 2015. Una misura che assomiglia tanto a un re- galodenuncia il Movimento Cinque Stelle. Secondo i ru- mors, è attesa una pioggia di istanze di rettifica (sui conti assegnati da Aifa) da parte delle industrie. Case farmaceutiche, se lo sconto non basta » BARBARA CATALDI L a Siae è solo lulti- mo bubbone che sta per scoppiare nel brufolosogover- no Renzi. Il suo mo- nopolio legale nel campo dei diritti dautore è ormai ana- cronistico: superato dalla di- rettiva Barnier che in settima- na verrà recepita dal Senato; bocciato dallAntitrust che ne ha chiesto il superamento in tempi brevi anche in Italia; criticato da artisti molto po- polari, come Fedez e Gigi DAlessio, già passati alla con- correnza straniera (più preci- samente alla Soundreef fon- data a Londra da imprendito- ri italiani). CIÒ CHE PIÙ infastidisce, però, è linefficienza a spese nostre. Ti sposi e qualcuno suonerà dal vivo per farti ballare con gli amici? Metti in conto un obolo per la Siae. Organizzi una festa in quel locale? Se accendi lo stereo ti tocca sborsare sem- pre un obolo per la Siae. E il pub con musica di sottofondo o il bar con video musicali in- clusi? Obolo alla Siae anche per loro. Persino i negozi con la filodiffusione e gli organizza- tori delle feste di paese pagano una tassa alla Siae. Fiumi di soldi. Di sicuro una buona fetta dei 574 milioni per il diritto dautore incassati dallente lanno scorso. E non è finita. Anche quan- do compriamo lo smartphone o il tablet nuovo diamo qual- cosa alla Siae; quando com- priamo una chiavetta Usb, un cd vergine su cui registrare, un decoder e perfino un televiso- re. Il contributo non è sempre irrisorio: va dai 10 centesimi ai 32 euro per ogni dispositivo, a seconda della sua capacità di memoria. A sborsarli dovreb- bero essere i produttori, ma è chiaro che lonore viene scari- cato sistematicamente sul prezzo pagato dal consumato- re. Nel 2015 lequo compenso per copia privata, così si chia- ma questo contributo, dovreb- be aver fruttato almeno altri 150 milioni di euro, se si legge dentro gli ultimi disponibili. Ma i nostri soldi dove fini- scono? In teoria dovrebbero andare a remunerare musici- sti e sceneggiatori per il loro la- voro creativo. In pratica non si sa, tanto che la Società italiana degli autori ed editori è stata commissariata già tante volte: lultima nel 2012. DA ALLORA è cambiato poco. Un mese fa in Senato Laura Puppato del Pd, con altri col- leghi, in uninterrogazione al ministro dei Beni e delle Atti- vità culturali, Dario France- schini, ha chiesto di istituire u- na commissione per control- lare loperato dellente, accu- sato di mala gestione e poca trasparenza, e addirittura ha chiesto se risponda al vero che la Siae abbia affidato ad un intermediario estero, deno- minato Valeur Capital, o ra- gioni sociali simili, diverse centinaia di milioni di euro di diritti, e li abbia allocati in stru- menti finanziari in giurisdi- zioni estere, tra cui il Lussem- burgo e la Svizzera e se le com- missioni pagate per tale servi- zio siano a valore di mercato e tracciabili fino al beneficiario ultimo. CHE COSÈ LA SIAE? Perché siamo tutti costretti a pagarla se vogliamo ascoltare musica, ma nessuno riesce a control- larne i bilanci? Si tratta di una società a base associativa, co- stituita da autori ed editori nel lontano 1882. Gestisce il mer- cato in regime di assoluto mo- nopolio dal 1941 ed è sottopo- sta alla vigilanza dei ministeri Cultura ed Economia. È un carrozzone con 1.200 dipen- denti da quasi 90 milioni allanno, in rosso da tempo e in ritardo di anni coi pagamenti dei diritti dautore. Anche se il suo nuovo presidente Filippo Sugar ha dichiarato con orgo- glio di aver fatturato 782 mi- lioni di euro, di averne ridistri- buiti 617 e di aver chiuso il bi- lancio 2015 in pareggio. Ladri, Laura non ha dub- bi. Cantante romana con più di un disco alle spalle, vive di mu- sica. I piccoli locali dove si suona dal vivo sono tartassati - ci spiega - le tariffe sono molto onerose, un borderò per un concerto in un pub lo paghi tra i 100 e i 150 euro e agli artisti arrivano solo sp icc io li.E aggiunge: Il monopolio è irragionevo- le. Soun- dreef, per e- sempio, fa pa- gare il borde- rò la metà e allartista dà i due terzi di quanto hanno pa- gato gli organizzatori del li- ve. Nonostante tutto, la mag- gioranza in Parlamento du- rante la discussione della di- rettiva Barnier, che metterà in concorrenza la Siae con le im- prese europee, ha bocciato tutti gli emendamenti per la li- beralizzazione del mercato nazionale, limitandosi ad ap- provare un ordine del giorno del senatore Pd Ichino che im- pegna il governo a intervenire nella direzione dellapertura dellattività di intermediazio- ne ad altri organismi di gestio- ne collettiva. Ma quando e co- me si intenda affrontare la riv oluzi one non è si sa. Senza con- correnza il 70% degli ar- tisti non rie- sce neanche a rientrare del- la tariffa di- scrizione allente - commenta il deputato M5S Sergio Battelli - vogliamo trasformare la Siae in unAutorità amministrativa indipendente a tutela del mer- cato, e stabilire requisiti pre- cisi per le imprese di interme- diazione in concorrenza tra loro. Tutti i cittadini sono chiamati a dare il proprio con- tributo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Diritto dautore 70% Gli artisti non riescono neanche a rientrare della tariffa discrizione allente I piccoli locali dove si suona dal vivo sono tartassati Un borderò per un concerto in un pub lo paghi tra i 100 e i 150 euro e ai musicisti arrivano solo spiccioli INUMERI 90 milioni di euro lanno. Tanto costa il carrozzone della società italiana autori e editori con i suoi 1.200 dipendenti 782 milioni di euro sarebbe il fatturato del 2015, stando alla dichiarazione del nuovo presidente, Filippo Sugar 574 milioni di euro incassati lanno scorso dallente per il diritto dautore. Tra questi anche quelli inerenti a feste private o negozi con filodiffusione Siae: storia di un monopolio anacronistico, a spese nostre Respinti in Parlamento gli emendamenti per la liberalizzazione del mercato nazionale Equo compenso Un contributo a carico dei produttori, che invece viene scaricato sui consumatori

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SA N I TÀ KO Budget ospedaliero senza fondo

» CHIARA DAINA

Dal 2013 lo sfondamento del tetto di spesaper i farmaci ospedalieri è per metà a carico delle a-ziende farmaceutiche. L’altra metà invece viene ri-

pianata dalle regioni. È il cosiddetto meccanismo del pa-yback, destinato però a fare acqua da tutte le parti. Anche sestudiato per una nobile causa, che va assolutamente difesa,ma vittima del muro di Big Pharma. Il budget ospedalieromesso dallo Stato non è mai abbastanza. E il tetto di spesafissato al 3,5 per cento viene superato sempre di più: di 765milioni nel 2013, di un miliardo nel 2014, di 1,6 miliardi nel2015, fino ai due miliardi previsti per quest’anno. Pare chenon basti neanche il contentino dal governo. L’articolo 21 deldl enti locali, approvato dal Consiglio del ministri del 20 giu-gno, prevede uno sconto di quasi 300 milioni per le case far-maceutiche. La quota di ripiano che dovranno versare infattiviene abbassata al 90 per cento per il 2013 e il 2014 e all’80 percento per il 2015. “Una misura che assomiglia tanto a un re-galo” denuncia il Movimento Cinque Stelle. Secondo i ru-mors, è attesa una pioggia di istanze di rettifica (sui contiassegnati da Aifa) da parte delle industrie.

Case farmaceutiche, se

lo sconto non basta

» BARBARA CATALDI

La Siae è solo l’u lti-mo bubbone che staper scoppiare nel“br u f ol o s o” g o ve r-no Renzi. Il suo mo-

nopolio legale nel campo deidiritti d’autore è ormai ana-cronistico: superato dalla di-rettiva Barnier che in settima-na verrà recepita dal Senato;bocciato dall’Antitrust che neha chiesto il superamento intempi brevi anche in Italia;criticato da artisti molto po-polari, come Fedez e GigiD’Alessio, già passati alla con-correnza straniera (più preci-samente alla Soundreef fon-data a Londra da imprendito-ri italiani).

CIÒ CHE PIÙ infastidisce, però,è l’inefficienza a spese nostre.Ti sposi e qualcuno suoneràdal vivo per farti ballare con gliamici? Metti in conto un oboloper la Siae. Organizzi una festain quel locale? Se accendi lostereo ti tocca sborsare sem-pre un obolo per la Siae. E ilpub con musica di sottofondoo il bar con video musicali in-clusi? Obolo alla Siae ancheper loro. Persino i negozi con lafilodiffusione e gli organizza-tori delle feste di paese paganouna tassa alla Siae. Fiumi disoldi. Di sicuro una buona fettadei 574 milioni per il dirittod’autore incassati dall’entel’anno scorso.

E non è finita. Anche quan-do compriamo lo smartphoneo il tablet nuovo diamo qual-cosa alla Siae; quando com-priamo una chiavetta Usb, uncd vergine su cui registrare, undecoder e perfino un televiso-re. Il contributo non è sempreirrisorio: va dai 10 centesimi ai32 euro per ogni dispositivo, aseconda della sua capacità dimemoria. A sborsarli dovreb-bero essere i produttori, ma èchiaro che l’onore viene scari-cato sistematicamente sulprezzo pagato dal consumato-re.

Nel 2015 l’equo compensoper copia privata, così si chia-ma questo contributo, dovreb-be aver fruttato almeno altri150 milioni di euro, se si leggedentro gli ultimi disponibili.

Ma i nostri soldi dove fini-

scono? In teoria dovrebberoandare a remunerare musici-sti e sceneggiatori per il loro la-voro creativo. In pratica non sisa, tanto che la Società italianadegli autori ed editori è statacommissariata già tante volte:l’ultima nel 2012.

DA ALLORA è cambiato poco.Un mese fa in Senato LauraPuppato del Pd, con altri col-leghi, in un’interrogazione alministro dei Beni e delle Atti-vità culturali, Dario France-schini, ha chiesto di istituire u-na commissione per control-lare l’operato dell’ente, accu-sato di mala gestione e pocatrasparenza, e addirittura hachiesto “se risponda al veroche la Siae abbia affidato ad unintermediario estero, deno-minato ‘Valeur Capital’, o ra-gioni sociali simili, diversecentinaia di milioni di euro didiritti, e li abbia allocati in stru-menti finanziari in giurisdi-zioni estere, tra cui il Lussem-burgo e la Svizzera e se le com-

missioni pagate per tale servi-zio siano a valore di mercato etracciabili fino al beneficiarioultimo”.

CHE COS’È LA SIAE? P er c h ésiamo tutti costretti a pagarlase vogliamo ascoltare musica,ma nessuno riesce a control-larne i bilanci? Si tratta di unasocietà a base associativa, co-stituita da autori ed editori nellontano 1882. Gestisce il mer-cato in regime di assoluto mo-nopolio dal 1941 ed è sottopo-sta alla vigilanza dei ministeriCultura ed Economia. È uncarrozzone con 1.200 dipen-denti da quasi 90 milioniall’anno, in rosso da tempo e inritardo di anni coi pagamentidei diritti d’autore. Anche se ilsuo nuovo presidente FilippoSugar ha dichiarato con orgo-glio di aver fatturato 782 mi-lioni di euro, di averne ridistri-buiti 617 e di aver chiuso il bi-lancio 2015 in pareggio.

“Ladri”, Laura non ha dub-bi. Cantante romana con più di

un disco alle spalle, vive di mu-sica. “I piccoli locali dove sisuona dal vivo sono tartassati -ci spiega - le tariffe sono moltoonerose, un borderò per unconcerto in un pub lo paghi trai 100 e i 150 euro e agli artistiarrivano solosp icc io li”. Eaggiunge: “Ilmonopolio èi rr ag io ne vo-l e . S o u n-dreef, per e-sempio, fa pa-gare il borde-rò la metà eall’artista dà idue terzi di quanto hanno pa-gato gli organizzatori del li-ve”.

Nonostante tutto, la mag-gioranza in Parlamento du-rante la discussione della di-rettiva Barnier, che metterà inconcorrenza la Siae con le im-prese europee, ha bocciatotutti gli emendamenti per la li-beralizzazione del mercatonazionale, limitandosi ad ap-

provare un ordine del giornodel senatore Pd Ichino che im-pegna il governo a intervenire“nella direzione dell’aperturadell’attività di intermediazio-ne ad altri organismi di gestio-ne collettiva”. Ma quando e co-

me si intendaaffrontare lariv oluzi onenon è si sa.

Senza con-correnza i l70% degli ar-tisti non rie-sce neanche arientrare del-la tariffa d’i-

scrizione all’ente - commentail deputato M5S Sergio Battelli- vogliamo trasformare la Siaein un’Autorità amministrativaindipendente a tutela del mer-cato, e stabilire requisiti pre-cisi per le imprese di interme-diazione in concorrenza traloro. Tutti i cittadini sonochiamati a dare il proprio con-tributo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Diritto d’aut o re

70 %Gli artisti non riescono neanche a rientrare

della tariffa d’iscrizione all’e nte

“I piccoli locali dove si suona dal vivo sono tartassatiUn borderò per un concerto in un pub lo paghi trai 100 e i 150 euro e ai musicisti arrivano solo spiccioli”

INUMERI

90milioni di euro l’anno. Tantocosta il carrozzone dellasocietà italiana autori e editoricon i suoi 1.200 dipendenti

78 2milioni di euro sarebbe ilfatturato del 2015, stando alladichiarazione del nuovopresidente, Filippo Sugar

5 74milioni di euro incassati l’annoscorso dall’ente per il dirittod’autore. Tra questi anchequelli inerenti a feste private onegozi con filodiffusione

Siae: storia di un monopolioanacronistico, a spese nostreRespinti in Parlamento gli emendamenti per la liberalizzazione del mercato nazionale

Equo compenso

Un contributo a carico

dei produttori, che

invece viene scaricato

sui consumatori