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Pierantonio Marone Difficile conclsiione Romanzo 1

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Pierantonio Marone

Difficile conclsiione Romanzo

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Personaggi

Gabriele Tonelli direttore cosmeticiGisel Dantoni dirimpettaiaRosa e Gianni Dantoni genitori dirimpettaiaAdele Lock in Gasperini vedova inconsolataFranco Gasperini marito defunto +Adriano Lock cugino impiegatoLuis Goder magnate franceseLuisella Franzoni capo reparto cosmetici Maria e Giuseppe coinquilina e magazziniereAntonio Santi tenente di poliziaAdolfo Samperi avvocato di SarzanaGiorgio Goneni questore di polizia La SpeziaFrancesca e Anselmo Tonelli genitori dell’ingegnerePatrizia Tonelli in Caruso sorella torineseGiacinta - Flora Franzoni mamma e cognata a Mantova Luca Franzoni fratello imprenditore a MantovaTuri Doviglio boss imprenditore spezzinoNanni Loverso la spia in questuraFabio Bartolin anziano notaio spezzinoFranz Gruber direttore banca Elvetica BernaLorenzo Nardi Il chimico dell’azienda cosmeticiGino e Carlo Franzoni fratelli imprenditori casari a Mantova

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Capitolo Primo

I raggi del sole entravano dalla finestra aperta e batteva sul viso dei duea letto, che dormivano così bene. Erano rimasti abbracciati tra loro, dopouna notte d’immensa follia ed amoreggiare con tanta passione giovanile,da essere svegliarli dal sole così bruscamente. Nel far imprecare la giovane donna, per non aver il suo ragazzo, chiuso leimposta alla sera prima e in quel momento avere quella piacevole ombra almattino rilassante. Invece ora lì, all’interno della loro improvvisata alcova,capitava proprio a rompere le scatole, quel caldo sole che disturbava illoro piacevole riposo, iniziato abbastanza tardi quella notte.Quella luce calda che batteva sul viso, da farla svegliare e con difficoltàGisel, dare una gomitata al compagno al fianco, nel dire con la voceancora impastata e immusonita dal sonno: < Gabriele, dai svegliati!.. Vai achiudere le imposte. Il sole rompe... Ho ancora sonno! > borbottò seccataGisel, girandosi dall’altra parte e nel coprirsi col lenzuolo che era finito infondo ai loro piedi. Gabriele assonnato e senza rispondere, si alzava mostrando il sedere nudoe andava alla finestra a chiudere le imposta e poter tornare a letto, dariprendere il sonno arretrato, da poche ore appena incominciato.

Ma qualcosa lo fermo ad aprire per bene gli occhi e guardare giù in strada,da farlo imprecare sul sorpreso: < Per la miseriaccia! Gisel?.. Accidenti!Gisel alzati!! Stanno arrivando i tuoi genitori e tra un attimo suonerannoalla tua porta. Dai! Torna nel tuo appartamento e ricevili con grazia..Accidentaccio! Mah, ti hanno telefonato ieri che arrivavano? > Gisel non

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rispose, ancora mezza addormentata la giovane senza dire una parole,sgusciava fuori casa con i pochi indumenti raccattati in casa delcoinquilino e s’infilava nel suo appartamento di fronte, proprio mentre ilcitofono squillava in casa sua. Con la mano lo salutò ed entro dentrochiudendosi la porta, nel rispondere al citofono: < Chi è?.. Oh! Ciaomamma, papà!.. Dai salite... > borbottò Gisel abbastanza confusa. Dallo spioncino da casa sua Gabriele guardava l’arrivo dei genitori diGisel, che gli annunciavano sulla porta di casa, appena aperta da Gisel insottoveste e mezza addormentata: < Abbiamo deciso di farti una sorpresafigliola.. Come stai? > da farli entrare senza parla era rimasta stupita econtrariata, nel chiudere la porta col piede, abbastanza incavolata. Gabriele si spostò dalla porta ancora un po’ confuso, nel portarsi inbagno, ripensando a ciò che alla sera prima al ristorante, mentre cenavanoavevano deciso assieme cosa fare e infine nel rimanere d’accordo,nell’avere programmato un bel week-end per il fine settimana. Si erano poifatti una camminata fino a casa e ormai tardi da finire a letto asbaciucchiasi per bene nel chiacchierare fino alle tre del mattino neltrovarsi poi, a fare all’amore seriamente, da soddisfarli pienamenteentrambi i due amanti nottambuli. Si erano trovati abbastanza febbricitanti,aiutati dal buon vinello leggero, bevuto a cena, ma al contrario, fargliprendere sonno, gli tagliava a loro le gambe per bene, tra risate e aneddotipiccanti.. Da finire a letto in casa sua senza immaginarselo per bene, oforse era il pensiero di entrambi e voler fare all’amore con desiderio emagari poi incolpare il vinello toscano, che li aveva traditi. Ed orasull’incavolato Gabriele stava ripensando sulla situazione nata storta e iltutto mentre si faceva la barba sul veloce e con decisione da pioniereGabriele, tralasciò quei retorici pensieri e uscì dalla doccia, vestendosi difuria, era in ritardo al lavoro quel mattino, aveva tra le mani un bibbiosolavoro che l’aspettava in ufficio, da presentare alla padrona, la manager.

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Da arrivare veramente in ritardo in ufficio e sentire la titolare a richiamarei soliti ritardatari e darsi da fare: < Come al solito si dorme al mattino.Vediamo di muoversi giovanotti! Qui non si batte la fiacca. Intesi?.. > lirimproverò severa i ritardatari, ma il suo intento era rivolto al giovanedirettore, che il suo povero marito l’aveva da tempo insediato a dirigerel’azienda e a lei non le stava bene quel giovincello troppo ficcanaso. La signora Adele Lock in Gasperini, aveva ereditato l’azienda del marito,perito in uno strano incidente sul lago di Garda e ormai era quasi un annoch’era defunto e trapassato, da prendere lei in mano l’azienda e tentare dimigliorarla, per un migliore guadagno, invece del solito tram tram, cheusava il marito prima dell’incidente. (Gli mancava l’inventiva mio marito.)commentava lei al rientro dal funerale, da sembrare un po’ dispiaciuta. Ma con un po’ di brio e vivacità dopo a tentare di raggranellare più soldipossibili, da mettere sul suo conto separato bancario, invece di appiattirsisull’andamento dell’azienda che procedeva discretamente bene. Pertantoda brava scaltra donna manageriale, si stava impraticando a far muovere lechiappe ai suoi dipendenti senza tante storie, la pacchia era finita, assiemeal marito ormai defunto e trapassato, senza averlo tra i piedi come prima apoltronizzare come faceva sovente, così raccontava la mogliettina. Appena Gabriele si sistemo nel suo ufficio progetti, la direttrice lo chiamònel suo ufficio dall’interfono: (Gabriele l’aspetto nel mio ufficio!) da farlocorrere e sentirsi la solita ramanzina giornaliera. Purtroppo non ancora perben abituati a sentirsi spronati a muoversi con solerzia proprio per nulla.

ò Gabriele bussò all’ufficio direzione e aspettò che la padrona l’annunciad entrare: < Avanti! > rispose la donna dall’interno. Lui sul sorpreso, neltrovare poi, la dirigente spaparanzata sulla poltrona manageriale, in unatteggiamento un po’ provocatorio, ma dai modi seri e autoritari nelchiedere decisa al subalterno: < Ha terminato quel prospetto per migliorarela catena di montaggio?.. Lo posso vedere Tonelli. > < Certamente signora Gasperini!.. > rispose un po’ imbarazzato perquella presenza un po’ provocatoria della donna, che da giorni diventavaun dilemma a capirla per bene, quali erano le sue vere intenzioninell’azienda, con tutto il personale in fibrillazione, oltreché preoccupati.Lei la padrona, una bella mora intraprendete, era la difronte al direttore perbene messa e adagiata sulla poltrona manageriale, con i lunghi stivali neri,appoggiati alla scrivania, a mostrare le belle cosce giovanili, come i suoi49 anni, che non li dimostrava proprio per niente, chi non lo sapeva e la

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conosceva profondamente bene? Come il suo dipende, quel direttore.

Al contrario il giovane direttore, l'ingegnere Gabriele Tonelli, chimicoesperto in profumi, avendo avuto in mano per un certo periodo, ladocumentazione della ditta e aveva appreso vita e miracoli di ognuno, eaveva visionato ogni curriculum nell’ambiente lavorativo e pertanto potevafarsene un’idea ben precisa e del carattere della donna, la padrona arrivata. Lei come vedova, dall’apparenza inconsolata, per la prematura morte delcaro marito. Un po’ avanti con gli anni, ma abbastanza ricco, oltretutto unpo’ troppo dedito al riposo, invece di sollazzare la giovane briosa moglievogliosa. E ora che era passato a migliore vita o peggio, questo non lo sipoteva dire, dal brutto incidente capitato? Ma sta di fatto che la giovanemoglie aveva altre prospettive per il suo futuro in avvenire. Raggranellarepiù soldi possibili e alla fine mollare proprio tutto, da sistemarsi in unabella isola esposta al sole e possibilmente in buona compagnia. Era ciò chele balenava in mente, e aveva espresso sotto voce, all’amica d’infanzia,senza pensare chi le era accanto, se poteva sentirla esprimere in quel modoin un momento di sconforto, nel ricevere le dovute condoglianze inazienda per il funerale del povero marito svolto in forma strettamenteprivata a Mantova, la sua città nativa. E Gabriele casualmente l’avevasentita bisbigliare passando nel corridoio dell’azienda, mentre lei tra lelacrime si confidava ad una sua cara amica, la sua fattibile idea, nel trovare

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un bel posto per passare le vacanze la bella vedova inconsolata. Ma almomento, da quasi un anno dalla morte del marito, non la si vedeva perniente accompagnata da qualche ammiratore occasionale. Si presentavacosì smunta, depressa in ufficio, accompagnata da un lontano cugino, daassumerlo come ligio impiegato, da avere una spia in loco e da far pensarealla sua ligia serietà bel affiatata. Da quel che si vedeva al momentonessuno uomo aveva attorno, sempre sola e dedita solamente al lavoro enull’altro. Da dimostrare ai conoscenti e quei parenti lontani del poveromarito, che lei li definiva scrocconi, e che nominava sovente, pronta asfarsene se poteva. Da mostrare ch’era veramente una povera vedova solae inconsolata, distrutta dal dolore recente. Così dimostrava un po’ a tutti, difacciata com’era di presenza. Ma non all'ingegnere Gabriele che sapevaproprio tutto, vita e miracoli sulla famiglia Gasperini e signora Lockl’arrivista?.. Comunque, al contrario delle apparenze, la padrona aveva unforte temperamento combattivo, senz’altro era lei che comandava prima incasa e il marito divenuto succube forse per amore, l’ubbidiva ciecamentesenza protestare, la si vedeva anche sul lavoro. Era cambiato? La signora Adele da dietro la scrivania, guardava il giovane ingeniereabbassando gli occhiali con fare greve, aspettando che lui risponda alla suadiretta domanda e a mostrarle i risultati delle modifiche e ricerca effettuatasull’andamento della sua florida azienda ben avviata. Gabriele appoggiò sulla scrivania del capo, il plico che aveva in mano neldire: < Ecco il mio prospetto per un rinnovamento generale dell’azienda.Senza licenziare nessuno. Anzi più avanti dovrà assumere dell’altropersonale da mettere all’imbottigliamento del prezioso suo prodotto.. Vistole tante richieste sul mercato cosmetici. > facendo contenta la signora conquel suo prodotto. Adele un po’ intenerita, toglieva le gambe dallascrivania e prendeva in mano i documenti, sfogliandoli e visionandoli queifogli di fretta, ma attenta al suo subalterno in piedi difronte in attesa.Mentre adocchiava quel furbo impiegato, così lei lo definiva, nelchiedergli poi: < Potrebbe essere fattibile questo cambiamento, senzalicenziare nessuno. Anzi lei propone di assumerne. Pensa sia proprio ilcaso? > espose un po’ asciutta e guardinga, proprio da buona managerinteressata come si dimostrava a salvaguardare la propria impresa.. < Anzi, se il lavoro aumenta, occorrerà aumentare il personale nelreparto montaggio, da poter poi aumentare la produzione e far fronte allerichieste che ci sono già pervenuta dall’estero. Penso che potrà aumentareil suo fatturato dell86% e avrà un buon introito. Come lei mi ha suggerito,

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di poter provvedere ad arriva al traguardo e soddisfare le tante richieste deisuoi tanti clienti affezionati, da anni. > commentò Gabriele, ravvisandole ilpassato florido del proprio marito defunto troppo misteriosamente. < Il programma da lei sviluppato mi sembra una buona idea. Pertantodobbiamo metterla in pratica. Oltretutto il bagèt, insomma il prestito che labanca mi ha esposto penso che possiamo farcela. Purtroppo mio marito miha lasciato poco nel fondo cassa aziendale? > espose soddisfatta Adele.Nel riprendere a dire al suo dipendente, rimasto in attesa e abbastanzaimpacciato: < Va bene Gabriele. Ne riparliamo poi a pranzo. Adesso hodegli impegni da sbrigare. Si trovi pronto alle 13,00 andremo al ristorantequa sotto, “Da Ernesto”. Ne discuteremo pranzando.. A dopo! > locongedò decisa prendendo il telefono che squillava e da mettersi adiscutere ridendo, con l’interlocutrice dall’altro capo. Gabriele sul contrariato non aveva nemmeno potuto aprire bocca e direqualcosa, la signora Gasperini aveva già programmato tutto anche ilpranzo e magari il dopo? Dal come lo guardava con fare da buonaintenditrice a scegliersi il cavaliere giusto. Sperando che sia soltanto perl’occasione del pranzo? Stava pensando Gabriele sull’incavolato. Capendo che la donna era una persona piacevole, ma non per i suoi gusti.Lui non intendeva diventare il cavaliere servente da sollazzare la padrona epoi un bel giorno dargli il ben servito e rimpiazzarlo con un altro piùscaltro. Pertanto al momento doveva un po’ assecondare la volontà dellapadrona del vapore. E poi vedere e ponderare se valeva la pena tenere quelposto e senza diventare il cavaliere servente fuori orario. Era un dilemmache l’assillava, che era uscito fuori subito, fin dal tempo della scomparsadel povero marito, l'ingegnere Franco Gasperini? Perciò doveva almomento pensarci bene e decidere cosa intendeva fare, continuare, omollare tutto? Poi Gabriele si ravvede e si mette a sistemare per bene lesue scartoffie in ufficio e rispondere al telefono, che l’avvisavano dalreparto montaggio, si era intoppata una piccola pressa dei flaconcini diessenza aromatizzati in programma per la manifestazione da farsi in loco. Da scendere in reparto e controllare, oltre richiedere al cellulare il pezzirichiesto già da giorni e pertanto dovevano aspettare la sostituzione, che almomento non era ancora arrivata in sede e Gabriele si stava arrabbiando altelefono, con la ditta fornitrice del ricambio a muoversi per la ritardataconsegna del manufatto di rimpiazzo a bloccargli la catena di montaggio.Poi anche la titolare lo chiamava nell’altro reparto spedizioni, occorreva lasua presenza sul posto.

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Un imprenditore straniero era capitato proprio per caso o per davvero avisitare la sua azienda cosmetici spezzina? Erano le voci che circolavanoattorno. Era arrivato un illustre imprenditore francese che producevafragranti profumi di lusso del suo rinomato marchio mondiale: “Le ParfumGrandeour Parisien.” Erano le scritte sui quotidiani e alla TV areclamizzare il prodotto per la bellezza femminile. Era passato a visitare la loro produzione di cosmetici e l’imbottigliamentodei vari prodotti aromatici e creme, per una possibile produzione associatasul mercato straniero e aumentare i loro già buoni fatturati. Da trovarli chediscutevano alla grande, mostrando all’ospite la sua azienda ben avviata,dal vedere i vari scatoloni allineati in reparto e pronti per la distribuzione.

Nel far felice la signora Adele per un prossimo approccio e pertantovoleva farsi vedere che aveva una buon affiatamento con il propriopersonale italiano, da sorridere alle foto che il fotografo e reporter franceseche seguiva il manager parigino. Da fotografarli nei reparti di produzionedell’ultimo prezioso cosmetico rinomato italiano. “Il profumo d’oriente” Il Dottor Luis Goder, nei suoi giri per l’Europa a trovarsi degli associatida ingrandire il suo marchio già famoso nel mondo, con il nuovo punto divendita appena inaugurato, al centro di Manhattan Newyorchese: “LeParfum Grandeour Parisien.” Nel garantire alle tante signore sparse per ilmondo, il suo prodotto migliore di bellezza femminile, per l’esigenza delladonna moderna, dinamica e veloce. Dove il prodotto in espansione era dimaggior prestigio sul mercato mondiale, si stava diffondendo per bene. Mentre tra sorrisi forzati in bella mostra a discorrere su molte cose banali davanti ai tanti operai al lavoro, ma attenti ai loro discorsi sull’andamento

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dell’industria spezzina per ben avviata, ma con un bel punto interrogativo.La padrona per ben vispa a capire l’umore dei presenti, si sforzava apresentare il proprio personale, come una bella famiglia allargata e farvedere il buon andamento della propria industria cosmetica italiana.

Un’ora dopo nel veloce giro d‘ispezione a curiosare nei vari reparti diinscatolamento dei prodotti finiti, da congedarsi dalla gentile manager nelporgere i propri complimenti al caso e con savoir-faire galante. Nel vederel’industriale francese uscire soddisfatto dall’antico portone del palazzo esalire sorridente sulla propria limousine dicendo al proprio chauffeur: < Sì!Si può fare l’affare con la madame! > da lasciare soddisfatto la fiorenteindustria di profumi spezzina: “La Cosmetica Gasperini”.

Appena dopo, la manager Adele soddisfatta della visita dell’industrialeparigino, chiamava nel suo ufficio il giovane ingeniere. Il direttore delreparto cosmetici, affidatario del defunto marito, per le ultime operazioni edirettiva da far svolgere al personale, prima di recarsi a pranzare assieme,nel chiedergli: < Dovrà vedere se si può rimettere in sesto e velocemente lalinea di montaggio del nuovo prodotto, nell’imbottigliamento, dei piccolinuovi recipienti per l’esposizione di domani nel salone conferenze, cisaranno molte personalità della città, ed avere un po’ di piccole scatoletteomaggio per le signore presento all’inaugurazione del nuovo prodotto: “Ilprofumo d’oriente”. Mi raccomando, che sia tutto pronto. Non voglioscuse dopo! > consigliò lei decisa a dimostrare chi comandava in casa sua.Capendo che molti dipendente la snobbavano se era possibile, per il suo modo autoritario e strafottente. Intanto tra il personale nei vari reparti, era

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tutto un bisbigliare tra loro i dipendenti in fibrillazione, se sarebbero restatiai propri posti di lavoro o sostituito con altri dipendenti stranieri? Quelloera il sussurrare con il fiato sospeso, capendo che la padrona volevasbarazzarsene di quella fiorente industria che il povero marito avevaimpiantato cinquant’anni prima con un buon fatturato e pronta ad essereingrandire l’azienda, ma con la morte prematura che colse il padrone, cosìmisteriosamente, da lasciare un po’ tutti sul chi vive?... Era qualcosa chenon doveva capitare. Aveva sbagliato a sposare quell’arpia di moglie. Erail malumore che si mormorava sotto sotto nei vari reparti. Frattanto la padrona e il suo dipendente il direttore Tonelli, si erano recatia pranzare al ristorante rinomato, molto frequentato e fortuna vuole, sitrovava poco distante della loro industria cosmetici, “Da Ernesto”.La signora Adele con un savoir-faire da buona amica, era così coccola colil suo accompagnatore, da destare dei seri pensieri al giovane ingeniere. Gabriele era un po’ preoccupato da quella troppo magliara presenza, messaper bene in evidenza. Da dar da dubitare, che intenzioni aveva in mente lagentile signora? Mentre cercava di risponderle alle domande esposte, eranoun po’ imbarazzanti per un dipendente. Cercando di sviare le risposte inaltre domande, sul lavoro fiorente in ditta e cercare di estrapolare qualcosad’interessante e da capire le vere intenzione della donna, se intendevaveramente svendere l’industria cosmetici, creata dal suo povero maritodeceduto. A sua volta il marito, ai tempo del loro matrimonio, non avevaancora ben capito le intenzioni della bella moglie e lui era rimastosenz’altro imbambolato, stregato, da stravedeva per la moglie esuberante,da sentirsi fiero per averla sposata. Ma all’apparenza di facciata, lei sidimostrava; Sì innamorata, ma in verità, dei suoi cospicui depositi inbanca? Che però si stavano assottigliando velocemente. Pertanto Gabriele era in aspettativa di avere una risposta plausibile e unpo’ esaudiente a spiegargli la sua idea e cosa avrebbe fatto del suo avvenirein azienda quella donna manageriale, vedova inconsolata. Vedendola incontinuazione a telefonare al notaio per sveltire certe questioni lasciate insospeso dal defunto marito. Quella era ciò che Gabriele aveva captato insede e proprio per caso: Aveva trovato dei documenti lasciati dal padronenel sottofondo del vecchio mobile nello scantinato? E il tutto l’insieme nongli suonava affatto bene?.. da rimanere in silenzio a bere un po’ d’acqua.Aspettando che si metta a parlare di cose serie e non delle vacanze altrove?Infine lei nel provare a chiedergli, con una tonalità morbida, mentre alzavail calice ridendo e scherzandosi sopra al vino toscano, nel muovere la

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lingua e le labbra vogliose sul boro del calice: < Appena la ditta sarà benavviata e con un buon margine di guadagno, vorrei prendermi un po’ ditempo. Insomma una vacanza in qualche bel posto a riposare un poco.Cosa ne pensi Gabriele. Anzi potresti accompagnarmi, e far le vacanzeassieme. Da quando è mancato il mio povero marito, non mi sono piùmossa e pertanto un po di relax non farebbe male a nessuno. Trovi che horagione, svagarsi un poco, dopo tutto ‘sto tribolare? > espose sbattendo lelunghe ciglia e mancava solamente che si metteva a strusciarsi contro legambe sotto il tavolo e far fuse come una gattina in cerca di coccole. < Certo che fa bene a svagarsi un poco signora. Dopo tutto il tribolaree il dispiacere della grave perdita, le fa bene distrarsi un poco. Sonospiacente, ma purtroppo ho già promesso ai miei genitori, che li avreiaiutati a ristrutturare la casa e hanno già ordinato il materiale e pertanto,non posso proprio rinviare il lavoro.. Certamente da farsi nei miei giorni diferie.. Oltretutto ho già saltato le ferie dell’altro anno, per l’incidente a suomarito. Che peccato tale disgrazia capitata. E lei tutta sola a tribolare. > < Già! Quella casa sulle collina a Lerici? Ricordo bene, che l’avevadetto a mio marito che prima di trasferirsi a La Spezia abitava a Lerici..Comunque non è che parta domani. Magari avrà già terminato i lavori.. E’soltanto una mia pazza idea, a non andare da sola in giro per il mondo.Comunque ne riparleremo... Oh, finalmente! Arrivano con il primo... Houna fame! > concluse Adele, mettendosi a mangiare con decisione e noncommentare più nulla, ma a precisare al contempo: < Appena ritorniamo inufficio ho degli impegni gravosi che mi aspettano. Dobbiamo muoverci! >commentò senza entusiasmo. Gabriele capiva dall’atteggiamento delladonna, che non digeriva il suo rifiuto. Appena terminato di pranzare via dicorsa in ditta, con un’altra tonalità a far capire che la tregua quasi familiareera terminata, il lavoro era da mettere al primo posto. Tutto da ridiscuterese era ancora fattibile metterci una toppa. Ma ormai sembrava scontato, erada sostituirlo con un altro più disponibile in futuro. Lui aveva ormai persodei buoni punti nell’industria cosmetici Gasperini. Biascicò tra se ilgiovane direttore, era solo un dipendente per la padrona, lei non riusciva adigerire quella nomina, espressa a suo tempo dal marito. Gabriele l’aveva capito più che bene, perciò doveva fare molta attenzionenei suoi passi da farsi in futuro? Con il pericolo di perdere la posizione diprestigio che il povero marito gli aveva assegnato come dipendente difiducia, ma ora era tutt’altra roba, messo tra quella cose da buttare? Lamusica era cambiata e lei la padrona stava sconvolgendo tutto in azienda.

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Capitolo Secondo

Alle sette di sera Gabriele lasciava il suo studio, la padrona era già uscitaprima, senza dare spiegazioni su cosa improntare per il programma delgiorno dopo, per il lanciò di una nuova crema, che gli esperti ricercatoridella loro fiorente industria avevano creato con successo. A scanso diequivoci Gabriele aveva già provveduto a impostare nel salone sotto ladirezione, la presentazione dei prodotti al pubblico in visita e sarebberoarrivati a vedere, dopo la pubblicità fatta. Da evitare che all’indomani lapadrona abbastanza dispotica, gli trovasse da ridire sulla sua presumibiledimenticanza o su qualcosa da rifare a suo avviso non giusta. Da trovaresempre qualcosa che non andava per il verso giusto. Era sempre indisaccordo? Perciò dopo l’ultimo controllo e un’occhiata al salone feste,Gabriele capi che tutti era a posto e poteva prendersi l’auto e andare a casa.Quel giorno abbastanza movimentato l’aveva stancato, più moralmente.

Gabriele arrivò a casa incavolato e non vedeva l’ora di buttarsi sotto ladoccia a rimuginare sui cocci rotti. Quella brava titolare non dava pace anessuno, da spronarli tutti a muoversi e produrre dei buoni risultati, sevolevano tenersi il posto di lavoro, con la crisi mondiale in giro. Era ormaila voce non troppa rassicurante che si stava diffondeva tra i vari reparti,oltre la ormai più che sicura vendita dello stabilimento a pezzi. Mentreall’apparenza salvarsi la facciata, per le difficoltà finanziarie, lasciatole dalmarito. Perciò sembrava già destinata ad essere assorbita e frantumata apezzi, dalla grande società francese, con sede a Parigi: “Le ParfumGrandeour Parisien.” Quello era il magro destino che si profilavadrasticamente davanti agli occhi bendati di tutti i dipendenti troppopreoccupati sulla veridicità dei fatti esposti, da borbottare tra le quinte.

Appena uscì dall’ascensore, Gisel lo bloccò sul pianerottolo del chiederglidecisa: < Hai fatto tardi stasera?.. Dai Gabriele, cambiati che andiamo acena con i miei... > lo spronò a muoversi, < Siamo già in ritardo.. > < Mah! Non li conosco nemmeno? Solo in foto.. > rispose impacciato. < Appunto, così li conoscerai.. Sei l’amico, il mio dirimpettaio. > < Ah! Non il tuo ragazzo adesso, vero? > commentò punzecchiandola. < Cenando poi si vedrà?.. Tranquillo, non ti mangiano! > mentre lo

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spingeva in casa a cambiarsi d’abito. < I miei genitori ci aspettano alristorante, proprio quello vicino alla tua sede... > le comunicò lei giuliva. < Acc..!.. Oggi è proprio una giornataccia. Ok!.. E’ inutile protestare,non ho voglia di discutere avanti... Vabbè, farò presto.. > risposesull’indifferenza, non aveva voglia di far baruffa era stanco e strematodalle circostanze avverse e quell’invito non ci voleva...

Trequarti d’ora dopo, erano arrivati al ristorante “Da Ernesto” e far ledovute conoscenze e strette di mano ai genitori di Gisel, erano arrivati daFirenze. Gabriele quella sera non era sul verso giusto con tutto queltribolare in ditta, oltre le ventilate proposte della padrona per delle ferie inqualche isola sperduta a rilassarsi, probabilmente a letto? Era il pensierofisso del giovane ingeniere messo un po’ alle stretta da ogni parte e almomento anche la sua ragazza. Era quasi prima, ma ora solo amici. Dalcome lo presentava ai suoi: < Mamma Papà, lui è Gabriele il mio amicodirimpettaio. > nel rivolgersi al giovane: < Papà Gianni e mamma Rosa.. >mentre loro si scambiavano strette di mano. < Piacere! Scusatemi ma hoavuto una giornata bibbiosa in ufficio e ho fatto tardi. Dovevo farpreparare una presentazione di un nostro nuovo prodotto al pubblico,domani in sede dell’azienda e con un sacco di complicazioni... > < Ah! E’ un dirigente d’azienda? > gli chiedeva il padre incuriosito. < Sono chimico ingeniere alla cosmetica Gasperini. Qua vicino.. > < Quel profumo che hai provato mamma a casa mia. Me l’ha regalatoGabriele. Un prodotto della sua società, ditta. > confermò Gisel sorridente. Mentre prendevano posto a tavola, già prenotata dai signori Dantoni. < Veramente buono e piacevole all'olfatto. Complimenti! > rispose lasignora Rosa, estasiata di quel giovane ingeniere che creava profumi. Gabriele rispose alla signora Rosa con un leggero sorriso d’approvazione, mentre incominciavano a sorseggiare indifferente il rinomato vino biancodel locale. Da abbinare al grosso pesce Branzino preparato apposta perloro, gradito ospiti fiorentini. Da dedurre, ch’era tutta un gran menata. Gabriele si trovò a guardare due tavoli più lontano, da vedere la signoraAdele e il rinomato industriale della concorrente francese a cena assieme.Erano proprio loro, la a discutere sulla probabile vendita della loro anticaproduzione di profumi e cosmetici rinomata in Liguria: “La CosmeticaGasperini”. Da farlo trasalire e capire il perché di quell’affrettatacolazione per invitarlo a far le vacanze assieme? Allora aveva già un piano ben preciso la bella vedova inconsolata.. “Che puttanata!” sbottò tra se,

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sempre più incavolato delle circostanze capitate tutte assieme e per caso.Anche Gisel lo stava osservando di traverso, tentando di capire doveguardava, mentre rispondeva ai genitori, sul buon pesce che mangiavano.

Quella presenza al ristorante da far intendere a Gabriele e capire che lapadrona stava veramente tentando di sfarsene della bene avviata impresa,impiantata dal suo defunto marito. Ormai aveva i soldi in mano del poveromarito, ma non le bastavano, voleva altri soldi e sfarsene di quel pesoaddossi di gestire un’impresa, che di quel passo era in procinto a fallire.Non era ciò che pensava la donna nel tentare di salvare la ditta edipendenti, da brava e scaltra vedova. Il suo scopo l’aveva raggiunto e ilresto non gli importava proprio più nulla, ne dell’industria cosmetici e deidipendenti da salvargli e il posto di lavoro. Immaginava Gabriele nelripensare un po’ a tutto, in quell'ambaradan di scenografica facciata storta. Da essere richiamato al presente da Gisel, che guardava anche lei oltre, acapire dove guardava lui il vispo dirimpettaio, che fissava quella signoraprovocante, intenta a chiacchierare animatamente in un perfetto francese? < Gabriele conosci quella esuberante signora francese? > sbottò decisa,un po’ seccata per la distrazione del suo dirimpettaio a cena con i suoi. < E’ la vedova Gasprini! Sta svendendo la propria industria di cosmeticial furbetto miliardario francese... Ecco tutto qui la faccenda! Sembravaavesse l’interesse per la sua azienda più che fiorente. Invece? > rispose sul

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distratto Gabriele, mettendosi a mangiare abbastanza sull’arrabbiato. < Quella è la vedova, la tua titolare.. Accipicchia! > sbottò Gisel. < Immaginò già cosa dirà domani all’inaugurazione di un nuovoprodotto. Davanti ai suoi dipendenti? Si chiude!.. Un vero peccato! > < Veramente signor Tonelli. Pensa che vuole svendere la sua industria,ai francesi? > commentava il padre di Gisel incuriosito. < Già!... > ma non poté proseguire, la signora e l’accompagnatorefrancese, stavano lasciando il locale e nel passare al loro fianco lei, si stupìal vederlo, e con decisione si fermò un attimo, a dire sorridendo al suosubalterno: < Buona cena! Mi raccomando Gabriele, domani non facciatardi alla presentazione.. Arrivederci! > li salutò mentre si allontanava conil viso tirato per la rabbia, era incavolata, per essere stata sorpresa...Gisel provò a dire: < E’ un po’ cafona come imprenditrice quella!? > < Talvolta i soldi danno alla testa. Mi sa che dovrò trovarmi un altrolavoro. Prima che l’azienda chiuda. Un vero peccato! > sbottò Gabrielealzando le spalle rassegnato all’evidenza delle circostanze davanti. < Lei è sposato con prole, signor Tonelli? > chiedeva la signora Rosa. < Non ho per ora quei problemi, signora. Comunque ai giorni nostri èsempre un problema trovare un posto di lavoro sicuro e decente oltre unabuona paga.. > espose Gabriele, alzando il suo calice e invogliare gli altri abrindare a qualcosa: ai genitori di Gisel: < Ai signori Dantoni... Salve! >svuotando deciso il proprio calice abbastanza incavolato Gabriele. Da arrivare alla fine della cena tra svariati discorsi, da trascurare, mentrela signora Rosa le domandava del suo lavoro: < Allora Gabriele domaniavrete la presentazione di un nuovo profumo da proporlo al pubblicospezzino? > chiedeva incuriosita la donna. < Può venire signora Rosa con Gisel a vedere, oltre ricevere un omaggio,in un flaconcino di essenza da provare, se le piacerà all’olfatto. > Rivolgendosi a Gisel nel precisare: < Io sarò impegnato tutto il giorno egià al mattino presto sono in sede. Ma potete venire, la presentazione èaperta a tutti e per tutto il giorno. > commentava Gabriele mentre uscivanoda ristorante, e si scusava salutandoli, nel spiegarsi: < Mi devono scusarema sono stanco e vado a riposare. Domani ho un’altro giornata dascordare. Arrivederci e grazie per la bella cena e la vostra piacevolecompagnia! > si accomiatò guardato da Gisel sospettosa. < Buona notte Gabriele! Noi faremo una passeggiata sul lungo mare.Dovrebbero fare dei fuochi d’artificio, sul molo centrale. > < E’ un peccato, che non puoi restare. Ciao! > concluse Gisel seccata.

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< Buon divertimento! > augurò Gabriele avviandosi a prendere lapropria auto parcheggiata nel piazzale dell’azienda la accanto. Mentre i signori Dantoni s’incamminavano verso il centro, a prendersi ilfresco serale sul viale centrale del lungomare spezzino. Già sul fondo, sivedevano lontano i primi fuochi d’artificio, ad illuminare la bella serata.

Gabriele era abbastanza incavolato per quella giornata da dimenticare,mentre si accingeva a salire sulla propria auto, quando notò qualcosa diuna sospettosa presenza,la attorno all’edificio della propria aziendacosmetici a mezzanotte. Da insospettirlo e andare a controllare cosefacevano quelle quattro persone che si muovevano furtivamente attorno, dasembrare di trovare un’apertura, per entrare all’interno del garage.Gabriele arrivò all’angolo dell’edificio e scoprì cosa stavano combinandoquei quattro individui, stavano tentando di forzare la saracinesca delgarage automezzi della ditta. Da stupirsi e notare per bene, che avevano lachiave e il codice per aprirla e da poter entrare all’interno e magari rubare i4 furgoni già carichi di prodotti pronti per la consegna a giorni. Gabrielesenza tergiversare, compose il numero 113 della polizia, da avvisarli di unprocinto furto d'automezzi carichi di prodotti per la consegna. Se possibilearrivare in sordina sul posto, da prenderli alla sprovvista i malviventi, giàormai all’interno del garage della rinomata ditta di cosmetici spezzina. Mentre quelli nella loro premura a sbrigarsi, avevano aperto il garage edentravano all’interno. Gabriele furtivamente si avvicinava in silenzio e conla sua chiave richiuse il garage, da bloccarli all’interno, impostando unnuovo codice. Se quelli dall’interno poi, non conoscevano il nuovo codice

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rimpostato da Gabriele, non potevano riaprire la serranda da rimanerebloccati all’interno senza poter in nessun modo uscire, e rimanere bloccatidentro senza altra via d’uscita. Alle spalle c’era la parete di cemento controla montagna. Pertanto quelli tentavano già di telefonare a qualcuno checapisca l’inghippo capitato? Mentre all’esterno Gabriele restava in attesache giunga la polizia a catturarli tutti quanti i ladri, finiti all’interno. Mezz’ora dopo arrivavano in silenzio, due auto della polizia e Gabriele sipresentava come direttore della casa cosmetici e spiegava la situazione. Dafar funzionare l’apertura e quelli rimasti all’interno, mentre imprecavanocosa mai era capitato al congegno che si era chiuso prima e non si aprivadopo. Da trovare poi, la polizia fuori che li aspettavano, essendo pronti arubare quattro automezzi carichi di prodotti nuovi da vendere sotto banco. Venivano tutti arrestati e ammanettati per bene, nel chiedere spiegazionisommariamente, da chi aveva fornito loro la chiave e il codice per aprire ilgarage della casa produttrice di cosmetici. Ma restavano tutti muti esorpresi. Da portarli in centrale e se volevano alleviare le proprie penefornire il nome di chi aveva consegnato a loro le chiavi e il codice per fareun bel furto di prodotti di bellezza, da vendere poi sotto banco altrove.Mentre la polizia si portava via i ladri, con l’accordo preso con il direttoreTonelli, d’aspettare in centrale la titolare, la signora Adele Lock Gasperiniper redigere la verbalizzazione sull’accaduto e il presumibile furto difurgoni dal loro garage, la sotto la sede dell’industria cosmetici spezzina.

Erano ormai le cinque del mattino, quando Gabriele si portò nel suoufficio stanco e stremato. Aveva chiamato diverse volte la titolare, manulla da fare. Chissà dov’era finita la vedova? Forse già a letto conl’imprenditore francese, per un migliore accordo sulla svendita della suaazienda. Immagino Gabriele che aveva spiegato all’ufficiale di polizia chela titolare era al momento irreperibile, pertanto sarebbe andato lui inquestura a verbalizzare l’accaduto, oltre tentare di sapere chi aveva fornitoquella chiave e il codice ai ladri? Sebbene s’immaginava già chi potevaessere, per farsi un po’ di grana facile prima del tracollo nella svenditafinale. Ma prima doveva aspettare i suoi dipendenti e colleghi da lasciarein mano a loro l’apertura e della presentazione del nuovo prodotto.Sapendo già di far tardi in questura con quei verbali da redigere al postodella titolare assente e introvabile al momento. Per fortuna sul lavoro arrivo in anticipo la capo reparto cosmetici, lasignorina Luisella Franzoni e subito Gabriele la contattò: < Meno male che

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sei giunta prima Luisella. Mi devi fare un grosso favore, a presenziare tuall’apertura del salone e presentare il nuovo prodotto ai visitatori. Io devoandare in questura a redigere un verbale, stanotte hanno tentato di rubarcidei furgoni. Per fortuna ero da queste parti e li ho bloccati e chiamato il113. Ma ora mi tocca andare in questura, la titolare non si trova. Lochiamata ancora mezz’ora fa. Comunque se arriva, non dire nulla evediamo che cosa salterà fuori dopo. Tu non sai nulla. Qualcuno a fornitoloro le chiavi e il codice per aprire il garage e prendersi i furgoni carichi diroba. Vuol dire che sapevano cosa prendere e pertanto lo sappiamo benechi è che ha il codice. Io e Adele e il nuovo impiegato, il suo cuginotirapiedi Adriano. Altri nell’azienda non hanno e non sanno proprio nulladel carico pronto da spedire a Roma. Comprendi Luisella! > < Acciderba! Gabriele.. Mi sa che lo stanno svuotando prima disvenderlo questo vecchio manufatto.. Accidenti a loro. Un vero peccato! >sbottò Luisella, nel chiedere ancora: < Ma tu cosa facevi qui di notte? Poicertamente con la gente in città per vedere i fuochi pirotecnici, i ladri eranosicuri, di viaggiare alla grande a prendersi la merce belle che pronta.. > < Avevo parcheggiato l’auto qui nel piazzale. Ero a cena con amici qui“Da Ernesto”. Non vedevo l’ora di buttarmi a letto con tutto sto casino, edinvece ecco belle che fregato a far le nottate a tener d’occhio il castellodegli altri... Accidenti! > sbottò sull’incavolato. < Chi tenevi d’occhio. Non hai dormito allora? Ieri eri a pranzo con lapadrona e alla sera, altrettanto?... > chiedeva stupita Luisella la bellaragazza che si era per bene destreggiata sul lavoro ad avere un postomigliore, grazie a Gabriele che l’aveva proposta per un avanzamento alpadrone, come persona di fiducia e ligia al proprio dovere: < Già, prima apranzo, Adele mi ha fatto una testa che non ti dico... Ma è la seconda notteche la faccio in bianco. La prima a chiacchierare con la mia coinquilinaquasi tutta la notte ed ora eccomi qui, ad aspettare che la nostra titolare tirifuori le unghie e tenti di scorticarmi, che non ho per bene impostato ilprogramma di presentazione dei prodotti oggi... Comunque per cortesiaLuisella, tieni sotto controllo la situazione. Io farò presto in questura, oltresapere se quei quattro arrestati, hanno svuotato il sacco e detto chi li hainviati qui a rubare i nostri furgoni.. Vado! > lasciandola e andare inquestura, proprio mentre vedeva spuntare dall’altro lato del salone latitolare assieme al manager francese. Ma Gabriele non si fece trovare, nonaveva tempo di raccontarle sul furto mancato. Forse più tardi avrebbeparlato, dopo che avrebbe saputo chi era il vero mandante del furto ai

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furgoni ben carichi di prodotti di valore e già pronti per la consegna ai varipunti vendita sparsi in Italia. La manager Adele, si guardava per attorno, in cerca del direttore e nonvedendolo, chiedeva alla capo reparto cosmetici: < Luisella ha visto daqualche parte Gabriele. Qui non c’è? > chiedeva irritata, torcendosi le dita. < No! Non lo ancora visto... Sarà nel suo ufficio. > rispose Luisella, nelmostrarsi indaffarata a consegnare gli omaggi alle signore presenti. < E’ sempre così! Quando uno ha un posto di comando se ne strafotte.Accidenti! Devo dargli una buona strigliata e se non gli sta bene, puòanche andarsene altrove! Nella mia azienda non voglio i fannulloni.. >andandosene dal magnate francese, ad intrattenerlo sui vari nuovi profumi.

Gabriele mezz’ora dopo entrava in questura e trovava il tenente della seraprima in borghese, da chiedergli: < Mi scusi tenente. Ha per caso saputoqualcosa dai ladruncoli chi è il mandante del furto mancato da noi? > < Mi sa che qualcosa non quadra Tonelli. Il loro legale è subito arrivatoqui in questura e ha spiegato che quei 4 giovani autisti, avevano avutol‘ordine e la chiave con il codice, per aprire e prendere i furgoni carichi econsegnare la merce a Roma, come dalle bollette di viaggio e già pronteper la spedizione, e l’avvocato Samperi ci ha mostrato. Pertanto il capoquestore li ha lasciati liberi. Non hanno fatto nessuna infrazione. Sembrasia stato una svista, dalla telefonata anonima, a riferito il questore? > < Ma guardi che come direttore, io ho programmato le consegne, nonho dato a dei forestieri il compito di trasportare la merce. Abbiamo ilnostro personale autisti e solo dopodomani sarebbe partita la spedizionedei prodotti, certamente a Roma. Mi comprende tenente? Oltretutto nellanostra ditta, per quel che so, non abbiamo quell’avvocato rinomato, che

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tratta con la malavita locale, e viene pagato bene da loro.. Non so se mispiego bene? Già!... Ho capito tenente, questa volta gli è andata bene. Maalmeno sapete chi è che ha dato l’ordine, diciamo delle spedizione. Sonoproprio curioso di saperlo?.. > chiedeva Gabriele sull’incavolatoall’ufficiale della polizia a sua volta irritato. < Il direttore Lock. Adriano Lock. Così si è presentato, mandato dallatitolare a salvare la faccenda, scusandosi. Visto che ha noi i quattro ceffigià schedati, non sapevano cosa dire prima? E solo dopo che l’avvocatoSamperi lì ha informati a non dire altro, hanno rigirato la loro deposizione,spiegandosi di essersi confusi prima per paura. D’altronde se la direzionenon sporge denuncia e l’avvocato è per bene informato dal direttoreAdriano Lock?.. Penso proprio che siamo noi gli allocchi e comprendiamomale, signor Tonelli? Qualcosa non quadra!.. E m’incazzo anche io, sequalcuno si prende gioco della polizia, per fare i furbi... Accidentaccio!..Lei prima, ha detto la verità. Giusto? > sbottò il tenente sull’incavolato. < Ha perfettamente ragione tenente Santi. Grazie egualmente per ladelucidazione! Quel Lock è il cugino della titolare e fa solo l’impiegato almomento in reparto?.. Ed è tutto un po’ troppo strano. Troppo?.. Potrebbeper cortesia interessarsi sulla morte improvvisa e non chiara, capitata sullago di Garda del padrone della Cosmetica Franco Gasprini? 20 luglio2018. Non vorrei che è tutto un intreccio ben congegnato già da tempo?..Di questi tempi capitano proprio di tutto?.. Grazie e arrivederci tenente! >lasciando la questura demoralizzato. Il suo intervento notturno, nonprevisto aveva rotto un po’ le palle a tutti, quelle che avevano impostato ipiani per bene e lui era arrivato a scombussolare tutto e magari a tanti altri,quelli immischiati dentro senza accorgersene, loro poveri dipendenti. Constatava Gabriele, mentre guidava svogliato. Poi noto un’auto che loseguiva, già da prima appena aveva lasciato l’azienda, ed ora ancora dietroad una dovuta distanza. Non gli piaceva affatto? Da tenere sotto controllolo specchio retrovisore, borbottando da solo: < Mi sa che dovrò telefonareal tenente Santi? Mi ha fornito il numero del suo cellulare. > borbottava dasolo. Poi all’improvviso il suo cellulare si metteva a gracchiare, da aprirloin viva voce: < Buon giorno Gisel! Scusami, al momento sono moltoimpegnato…. Sei uno sporco bastardo! Ho sonno, devo riposare e invecechissà dove hai passato la notte. Porco bastardo! Vai al diavolo! >chiudendo decisamente lei la comunicazione più che incavolata. Da farloimprecare a sua volta: < Che puttanata! Anche Gisel rompe stamattina! Ah,cavoli! Per non dire altre parolacce appropriate.. Accidenti a lei! Poi mica

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sono il suo ragazzo, da presentarlo ai suoi genitori? Il mio vicino di casa..Vada a farsi benedire ch’è meglio! Lei la santarellina che gli piace farsistrusciare e poi ti manda al diavolo. Accidenti! > sbottò sull’incavolato.Infine con calma si riprende e chiama il tenente Santi, da riferire che eraseguito da un fuoristrada scuro targato GE****. Segnalò tranquillo, mentrelui, avrebbe fatto un percorso zigzagando per le vie della città, da capire seera sempre seguito. Tentando di ritornare verso la questura e magaricondurli da quella parte ed essere individuato dalla polizia in borghese, dacapire veramente chi erano? Perciò il tenente Santi con dei colleghi inborghese si mettevano a seguire le due auto la davanti, da stabilire seeffettivamente quelli seguivano l'ingegnere Tonelli. Forse aspettando cheGabriele si fermi ad un incrocio e subito capitò, veniva raggiunto dall’altraauto, che si affiancava e con decisione scendevano degli scagnozzi etentavano di bloccarlo, senza farsi scorgere dai passanti tranquilli, darapirlo, avendolo velocemente incappucciato da strattonarlo sul lorofuoristrada e pronti a partire di furia. Ma a quel punto con decisioneintervenivano i poliziotti in borghese e altre auto della polizia al seguito,arrivavano in aiuto, contromano e tanto di lampeggiatori accesi alcompleto, da bloccare l’auto e arrestare i malviventi rimasti sorpresi, tra ipassanti stupiti di tale intervento delle forze dell’ordine, senza possibilitàdi fuga dell’auto dei malviventi beccati sul loro lavoro sporco.

Risultavano poi appartenenti ad una banda camorristica del posto, cheerano stati assunti per depistare e far sparire l'eventuali prove fornite daldirettore Tonelli. Capendo poi, che il mandante era nientemeno che il fintoo presunto direttore, Adriano Lock.. Il mellifluo cugino disoccupato tuttofare, e amico senz’altro con la malavita locale da avere degli appoggi. Il tutto si era svolto in città tra la gente stupita di tale mossa repentinadella polizia a bloccare dei criminali incalliti del posto, che tentavano unsequestro in pieno giorno. Da ricevere degli applausi della gente comune,

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che avevano compreso subito la faccenda di un rapimento in pieno giornoe ormai, da non stupirsi più ai giorni nostri, di tale avvisaglia criminalesempre in azione a scapito di ignari cittadini che capitavano in mezzo. Gabriele ringraziava il tenente Santi, per averlo creduto e prontamenteaveva escogitato il suo pedinamento e alla fine corsa, arrestarli tutti quanti e stavolta senza ombra di dubbio e avere l’avvocato pronto per difenderli. Gabriele chiedeva al tenente: < Tenente Santi, oltre ringraziarla per l’aiutodatomi, essendo lei in borghese da passare inosservato, avrebbe tempo divenire alla presentazione del prodotto in ditta? Le farò conoscere la titolareAdele Lock, cugina del finto direttore. Forse la padrona si è scordatad’informarmi della sua nomina a direttore della ditta cosmetici in miavece. Io gli sto da tempo sulle palle? Dalla morte strana del padrone,stanno succedendo un sacco di cose storte, oltre svendere l’azienda a deifrancesi, cosi si va ventilando in ditta. Sempre di più incomincio a capire,che la morte del padrone non è stato un semplice incidente sul lago? Se leiavrà delle informazioni dai suoi colleghi a Desenzano, capirà che c’è delmarcio sotto. Oltre e all’improvviso gli ammanchi di milioni di euro, delpovero defunto. Ho scovato dei falsi registri a inventare spese mai fatte? >si spiegò Gabriele al tenente attento al suo discorso. < Anche al questore non gli è piaciuta queste avvisaglie strampalate, nelprenderci in giro. E non ci va giù sta menata esposta dai furbetti. Poidecideremo come dovremo procedere con gli arresti e anche dei mandanti,visto che abbiamo tanti nomi, ma bloccati per dei cavilli burocratici, daavere le mani legate? Questo è il guaio. Vengo volentieri a dare unaocchiata e poi vedremo cosa sapremo di preciso dai colleghi sul lagoGarda. Ho già inoltrato un fax di ricerca sull’incidente capitato?... >confermava il tenente. Mentre guardava i poliziotti che rientravano in sedecon gli arrestati e il tenente seguiva con la propria auto il direttore Tonellialla presentazione in sede della premiata (La Cosmetici Gasperini) deinuovi prodotti di bellezza proposti ai clienti, presenti all’esposizione.

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Capitolo Terzo

Gabriele e il tenente Santi. erano appena entrati nel salone delledell’azienda e trovare i colleghi indaffarati, che presentavano al pubblico inuovi prodotti di bellezza. Presentando il tenente come un conoscente allapromotrice Luisella, e prontamente lei offriva ai visitatori una scatoletta diprofumo omaggio, nell’offrirlo con un grazioso sorriso: < Per gli ospitigraditi. Un omaggio della nostra produzione. Per sua moglie o la fidanzatasignore! > espresse sorridente Luisella al giovane tenente sorpreso. < Antonio Santi. Grazie! Farò contenta mia moglie. >Mentre Gabriele informava la giovane collega: < Luisella, Antonio è uncarissimo amico incontrato in questura e mi ha accompagnato qui allapresentazione... Qui va tutto bene per adesso? > mentre loro si stringevanole mani e Santi si metteva in tasca la piccola confezione regalo per lapropria consorte: < Mia moglie sarà contenta, è a casa con due vispi nostrifigli da crescere. E’ impegnata con due gemelli.. > < Complimenti! Avrete un bel da fare, lei e sua moglie con due figli. > < Meno male che c’è mia suocera che l’aiuta. > si spiegava il tenente. < Luisella, vedo che ci sono pochi dipendenti qui oggi? Stannosnobbando la padron. Ormai è più che certo venderà tutto al francese.. > < Già! La padrona è inviperito con te Gabriele. Appena ti trova ti faràuna sua bella girata. Per non dire altro, di ciò che ma detto primaarrabbiatissima con te... > l’informò la giovane capo reparto cosmetici. < Tranquilla, immagino già cosa pensa di me. Hai per caso visto ilcugino della padrona, l’impiegato Adriano. Pare che è passato direttore? >chiedeva Gabriele guardandosi attorno tra gli ospiti presenti, nel grandesalone delle conferenze dove promuovevano la nuova essenza di profumoappena scoperta. “Il profumo D’oriente” di una fragranza esclusiva. < No, non lo visto ancora!.. Direttore quello? Impossibile! Ma tu haifatto tardi in questura stamattina. Pensavo che non tornavi più qui adaiutarmi. Lo sai che non ho molta dimestichezza con il pubblico.. Lascio ate le rogne e i reclami spropositati, delle gentili signore sofisticate epretenziose della città.. > commentò sottovoce Luisella. < Ho avuto un contrattempo, da non immaginare, che casino…. >Mentre tra loro i dipendente, un bravo chimico di profumi, Lorenzo, aricordo del momento, li fotografava col cellulare a mo di festa per tuttiloro: < Un bel sorriso! Sarà senz’altro l’ultima riunione di noi dipendenti

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affezionati. Presto ci sbatteranno fuori.. > andava a dire più che convintodella loro fine, senza un altro posto di lavoro sicuro da trovare in seguito.

< Non pensiamo sempre male ragazzo! > rispose Gabriele ai colleghi. < Penso che Lorenzo ha più che ragione. Oltretutto la padrona stacombinando un bel casino e mi sa che tra poco ci manderà tutti a casa? > < Lo temo anche io…. Ecco che arriva la nostra manager! > < In un attimo la padrona era arrivato accanto, guardando il gruppo deisuoi dipendenti e la persona assieme al suo direttore, da giudicarlopiacevole. Ma da tralasciare le presentazioni e andare al sodo decisa, coifumi che le uscivano dalle orecchie: < Signor Tonelli, non mi piace affattoil suo troppo distaccato comportamento al suo dovere. Dove e mi sembrache la pago profumatamente e lei se ne va in giro, quando è qui il suocompito. Pertanto la rimpiazzerò con il signor Lock, che mi sembra piùall’altezza della situazione. Avendomi avvisato che c’è stato un disguidoed è dovuto correre, chiamato in questura. Avvisato dal nostro avvocato, adistricare un inghippo capitato, da anonimi?... Qualche vicino di casa hatelefonato che stavano rubando dei nostri furgoni. Invece non era vero.Persino il questore a capito che era stata una bufala inventata da chissàchi.. E lei dove si trovava, invece di coordinare per bene le cose in ditta?Ne riparliamo domani. Per oggi può andarsene a casa, non serve qui almomento è di troppo.. > terminò, mentre fissava il signore presente, da nonsaper cosa chiedergli, se era con il Tonelli o un ospite di passaggio alla suapresentazione di prodotti di bellezza. Mentre Gabriele nell’indifferenzatotale, le rispondeva con un sorriso: < Sta trascurando il suo illustre ospitefrancese. La mollato la in mezzo al salone. Sarà meglio che lo rincorra,altrimenti non le comprerà la sua azienda quel miliardario? > facendola

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infuriare da diventare paonazza e scappare via di corsa. Nel far ridere iltenente che appena prima aveva parlato con la giovane Luisella, nelchiederle incuriosito: < Signorina Luisella. Ma Tonelli cosa rappresentaqui in ditta e conta veramente qualcosa? > < E’ lui che fa andare avanti la baracca, già da prima ancora, che ilpovero padrone è scomparso misteriosamente sul lago di Garda? Gabrieleera bene accettato dal padrone e gli voleva bene. Da fidarsi ciecamente.Peccato che è morto cosi malamente? > rispose Luisella, al conoscente diGabriele, mentre offriva alla signore in entrata, le piccole confezioni diprofumo regalo. Guardando il signor Santi incuriosita un poco dal tantointeressamento per il direttore Gabriele?... Alla fine il tenente chiedeva a Tonelli con un mezzo sorriso: < Amico mio,sei ben messo! Mi sa che approfondirò per bene le ricerche e cos’è capitatoveramente al padrone qui, del vapore. Ma, cosa gli ha preso, un infarto? >domandava a Gabriele, che stupito gli rispondeva sorpreso: < E’ questo ilguaio tenete! Non si sa nulla? > guardato da Luisella, sorpresa sulpronunciare tenente e lui riprendeva a dire: < Nessuno sa bene cosa siasuccesso di preciso la sul lago di Garda? Mi hanno riferito che è trapassatosul lago, e nemmeno siamo stati invitati al suo funerale. La vedova nonpoteva chiudere l’azienda per un giorno, che si è svolto a Mantova ilfunerale dov’è nato, nel 1956? E’ tutto quello che sappiamo noi quinell’azienda. Ecco il guaio tenente?.. > concluse Gabriele. < Ok! Ho perfettamente compreso Tonelli. Vado a spulciare un po lafaccenda, sono stufo di farmi prendere per i fondelli. Quel che ho visto quie sentito prima dalla titolare ho capiti che aria tira. Le farò sapere.Arrivederci! E grazie ancora signorina Luisella per il piccolo regalo dadare a mia moglie. Piacere di averla conosciuta. Arrivederci! > sgusciandovia velocemente e la giovane Luisella a chiedere a Gabriele: < Ma è untenente della polizia e sta indagando sulla morte del nostro padrone? Forsesapremo com’è crepato. Ho ammazzato? > borbottò sotto voce Luisella. < Già! Speriamo bene, che riescono a frugare nel torbido la polizia. Matemo che la mafia o camorra ha dei tirapiedi in alto, all’interno dellapolizia da mettere i bastoni fra le ruote? Speriamo?.. > rispose Gabriele.

Intanto in sala la manager Adele, si faceva forza e presentava al pubblicopresente e ai pochi dipendenti, il magnate francese, Luis Goder, che erapassato a concordare l’accordi di una fusione delle loro due imprese dicosmetici, tra la rinomata francese: “Le Parfum Grandeour Parisien.” e la

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loro impresa di profumi spezzini: “La Cosmetica Gasperini”, anticafabbrica dei tanti prodotti di bellezza e la cura della pelle per la donna.

Poi sul palco, si presentava il manager francese che in un perfetto italianospiegava l’accordo fatto con la signora Adele Lock Gasprini. Titolaredell’azienda italiana che da cinquant’anni la ditta risiede lì, a La Spezia. Tutto sembrava procedere bene e i presenti si sbracciavano a battere lemani per accontentare i diretti interessati alla nuova unione, per non direvendita sotto banco della loro ben avviata azienda cosmetici italiana. Ma qualcosa sembrava non andare per il verso giusto e quasi alle duepomeridiana, Mentre il magnate francese continuava a reclamizzare la suagrossa azienda francese al pubblico divenuto distratto e si ventilava la finedella promozione del loro prodotto omaggio. Da terminare malamente lagiornata, con scuse fasulle a far capire ai cittadini passati a ritirare laconfezione regalo che avevano terminato la distribuzione in magazzino, ilprodotto regale era andato a ruba, da rimandare ad altra data da definireper fare un’altra presentazione tra breve, di una nuova crema inprogramma e pronta a proporla al pubblico spezzino. Così, confusamente il nuovo direttore balbettando un poco e si scusavacon i presenti per la fine del prodotto omaggio da offrire alle signore. A quel punto, Gabriele stava per prendere sotto braccio Luisella: < Tiandrebbe d’andare a mangiare qualcosa? Io ho una fame, oltre lastanchezza.. Poi visto che sono stato licenziato! Perciò bisogneràfesteggiare.. Che puttanata è saltata fuori nella nostra azienda cosmetici! > < Certamente! Anch’io ho fame e sono molto arrabbiata per la schifosa

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sceneggiata che ti ha fatto qui, tra i presenti e clienti fidati. Mi dispiacetanto Gabriele! Non lo meritavi, tu che ti sei rotto per salvagli il culo. Midispiace che il povero padrone aveva la pelle del salame sugli occhi e nonvedeva che la moglie lo cornificava per bene. Accidenti a Lei! > sbottò. < Questa non la sapevo e pensare che ci stava provando anche con me..In verità non mi sono mai permesso di sparlare di lei al signor Franco,sebbene qualcosa immaginavo. Peccato! > ma venivano fermati dallapresenza di Gisel e la signora Rosa, arrivate a prendersi il profumo regalo.Nel chiedere la signora Rosa a Gabriele: < Ingeniere Tonelli! Siamo venuteper l’omaggio, ma mi hanno detto che è terminato... > < Buon giorno signora! Aspetti vedrò di trovarle ancora uno. > mentrefrugava sotto un ripiano e guardava Gisel dal viso tirato per la rabbia, danon poter parlare con la mamma accanto, alla fine chiedeva alla suacaporeparto: < Luisella sai se abbiamo ancora un omaggio per la signora,la mamma della mia dirimpettaia. Ne approfitto signora Rosa, le presentola mia fidanzata Luisella. > guardando le due donne che si confrontavano adistanza. Mentre la madre ignara si complimentava e ringraziava lasignorina che le forniva il regalo: < Grazie signorina! Complimentiingeniere ha una bella ragazza. Allora, a presto le nozze? > interrotta dallafiglia più che furente: < Mamma, ti prego! Sono affari loro. Dai andiamoche il papà ci aspetta in auto. Arrivederci! > sbottò tutta seccata Gisel. Mentre Luisella ancora frastornata guardava un po’ tutti da non capire perbene le faccenda. Anzi era più che chiara tra i due coinquilini c’era statoqualcosa, da tralasciare a discutere. Immaginò Luisella sorpresa dai nuoviavvenimenti, e in parte stava per arrabbiarsi per essere stata messa a centrodella loro discussione. Poi tralasciò tali quesito e accantonò ogni cosa. < Scusami Luisella se ti ho messo in mezzo. Ma mi ha fatto arrabbiarela mia coinquilina che mi ha presentato ai suoi come vicino di casa e noncome il suo ragazzo. Poi mi telefona in mezzo all’inseguimento deimalavitosi, pronti a prendermi e farmi fuori e lei a dirmi stronzate, dove hopassato la notte e con chi? Accidenti! Valle a capire certe ragazze viziate. > < Però! Ed io faccio da tappabuchi? Lasciamo perdere.. > < Tranquilla Luisella! Volevo soltanto fargli vedere che non possovivere senza di lei. Ecco tutto qui e grazie del tuo aiuto! Adesso avròtempo per aiutare i miei a sistemare la loro casa a Lerici. E se vorrai ungiorno ti ci porto a conoscerli. Mia madre sa preparare dei piattistraordinari. Scusami Luisella se ti rompo e ti ho fatta partecipe, con le mierogne, parlo sempre troppo e metto nei guai gli altri... > brontolò Gabriele.

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< Dai lascia perdere. Sai che da quando il povero padrone mi a fattotrasferire dalla boutique dove lavoravo a Mantova, nel venire qui. Nonsono mai stata ancora a visitare Lerici. Dovevo sempre andarci, ma solanon lo mai fatto. Accetto l’invito! Quando tu ai tempo. Dai andiamo fuoridi qui che l’aria è diventata malsana. Accidenti alla padrona e le suevigliaccate! > sbottò Luisella arrabbiata. < Prendo l’auto eh.. Aspetta telefono a mia madre, andiamo da lei apranzo. Mezz’ora di strada e ci facciamo una bella abbuffata. Credimi. > Al cellulare aveva risposto il padre Anselmo e Gabriele gli comunicavacon un bel: < Ciao papà! Avvisa la mamma che arriviamo a mangiarequalcosa da voi. Io e la mia caporeparto Luisella. A dopo ciao! > < Ma non gli hai chiesto se sono contenti e hanno tempo per noi? > < Tranquilla Luisella. Mia madre Francesca non vede l’ora che passoda casa loro e si farà in quattro per prepararci qualcosa di buono. >Luisella era salita in auto assieme all’ex direttore cosmetici e per la primavolta si trovava assieme al suo immaginario idolo di uomo, che lo trovavagentile ed educato, mai una parola fuori posto, era troppo ligio. E almomento lei era li con lui assieme a godere il paesaggio, cose impensabiliprima. Nel trovarsi a dire mentre si guardava attorno: < E’ veramentestupendo il posto. Non l’avrei mai immaginato e pensare che è a due passidalla mia pensione dove vivo con una mia amica di casa. Lei è commessain un supermercato poco distante... Non immaginavo che è cosi bello! >

< Beh’, penso che tra poco ne avrete di tempo libero. Al managerfrancese non servirete più. Da quel che ho appreso. Sfasceranno la nostraditta e si porteranno via i brevetti dei cosmetici migliori, da farli in altriposti, senz’altro a Parigi nella loro grande sede. Credimi, non passeràmolto tempo e tutto crollerà come un castello di carta. Un vero peccato! > < Lo pensi veramente Gabriele?.. Che peccato.. > commiserò Luisella.

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Capitolo Quarto

Stava spiegando Gabriele, che avevano ancora un paio di km da fare, esuperare il lungomare della cittadina ligure Lerici, per arrivare a casa sua. Da trovare il papà Anselmo, che li aspettava fuori casa, da salutarlicontento: < Ben arrivati ragazzi! > li accolse cordialmente del loro arrivo. < Felicissima di conoscerla signor Tonelli! > si premurò a dire Luisella. < Piacere signorina! Lasci perdere il signore, solo Anselmo. La mammasta trafficando in cucina... Vi lasciò, vado ad aiutare la mamma. IntantoGabriele offri qualcosa da bere alla tua amica, collega.. > < Veniamo anche noi in cucina a salutare la mamma e a ricevere deirimproveri, per averla trascurata nelle mie visite figliali mancate. > mentreappoggiavano le loro giacche sul divano e andavano i cucina a salutare lamamma indaffarata e assieme al marito stavano preparando un pasticciocasareccio locale. < Buon giorno signora Francesca! > Prontamente la mamma si scusava: < Piacere signorina! Scusatemi ma hole mani unte. Gli abbracci e baci dopo.. Preparo il pasticcio che a te piaceGabriele. Sei sempre al lavoro e da qui non passi mai a trovarci.. Tra pocoè pronto ragazzi... Dai mettetevi comodi in soggiorno che mangeremo tuttiassieme. Non si arrabbia se le dico che è una bella e simpatica ragazza,Luisella. Veramente. Complimenti! > espose sincera mamma Francesca. < Grazie del complimento! Mi dispiace che la facciamo tribolare. E’stata una giornataccia in ditta e Gabriele ha voluto portarmi qui a trovarvi.Sono contenta di conoscervi... Permette che faccio una foto del vostro bel

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pasticcio e la mando ai miei a Mantova. Li farò contenti a vedere cheanche qui, mangio bene in Liguria. > mentre si prendeva il cellulare escattava un po’ di foto ai cuochi indaffarati a preparare il pranzo alle tre. < Fai pure Luisella. Poi di darò gli ingredienti e potrai scriverli ai tuoi. > < Mia mamma Giacinta e mia cognata Flora, a loro piace trafficare incucina e sanno fare degli agnolotto alla mantovana, veramente buoni. > liinformava sulla cucina mantovana, tra formaggio e salumi vari del posto. < Ogni regione a le proprie specialità, ed è un bene che molte massaiene fanno uso. Così non si perde la gastronomia locale. Andate a tavola chetra poco è tutto pronto... > consigliava mamma Francesca ai familiari. Gabriele era rimasto stupito per la veloce famigliarità che si era restauratatra Luisella e i suoi genitori. Da sentirsi contento e rilassato, dopo tutto iltribolare e alla fine, mentre si mettevano a tavola a pranzare in buonacompagnia, provò a dire ai suoi un po’ dismesso: < Ho perso il lavoro, lapadrona mi ha licenziato... Gli ho rotto le uova d’oro... > < Permetti Gabriele che spiego io ai tuoi genitori la faccenda. > nelriprendere Luisella a raccontare: < In parole povere, vostro figlio non èandato a letto con la vedova allegra e per quello e anche per altro laesonerato rimpiazzandolo, con un suo amato cugino mafioso. Perciò nonsarà più direttore come l’aveva delegato il povero padrone morto sul lagodi Garda un anno fa. E tra poco anche noi tutto perderemo il posto dilavoro, la ditta è stata assorbita da un vecchio bacucco francese, carico digrana e senz’altro disfarà l’azienda con i suoi 35 dipendenti lasciati a casadisoccupati, senza niente in tasca. Ecco il risultato finale a fidarsi dellebelle parole. Da quando si è sposato il signor Franco, ho capito subito chequella donna lo prendeva in giro. Lei era troppo presa per i milioni delpadrone. Poi in verità, non si sa bene com’è morto la sul lago di Garda?..Nemmeno al funerali ci hanno invitati e non ha fermato il lavoro, da poterandare a Mantova al suo funerale. Che carognata! Proprio degna della suaclasse da donna scaltra e arrivista.. Soldi, solo soldi! Che brutta cosal’ingordigia e la cattiveria, che si porta addosso la vedova allegra.. > < Acciderba! Figlioli miei... Non l’immaginavo? > sbottò mammaFrancesca, e il marito costernato a dire: < Che puttanata è saltato fuori!Avevo conosciuto il signor Franco anni addietro, ed era una persona buonee generosa.. Che brutta fine? > sbottò dispiaciuto. < Purtroppo è andata così. Mamma papà, adesso sono disoccupato.Posso aiutarti a sistemare finalmente la casa. > commentò sul fiacco. < Luisella ti va una fetta di torta al cioccolato. l’avevo fatta stamattina,

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con la convinzione che Gabriele sarebbe passato.. Ho indovinato! > < Grazie! E’ la mia preferita al cioccolato signora Francesca. > < Lascia perdere la signora, solo Francesca. Hai dei capelli stupendifigliola. In verità da giovane lo portavo anch’io lunghi e biondi. > < Ecco perché lo sposata mi piaceva la sua fulva chioma bionda alvento. Poi in quel giorno di brutto tempo in mare. Ricordi! > provò a dire. < Certo che ricordo! E mi piacevi. Altrimenti non ti avrei sposato.. > < Per me poca di torta mamma... Cosa diresti Luisella, se andiamo giùal mare a farsi una bella nuotata? Devo scaricarmi i nervi oggi.. > < Sarebbe bello. Ma non ho un costume addosso... > < Mi sembra che di sopra nell’armadio ci dev’essere dei costumi dabagna di tua sorella, mia figlia Patrizia. Sposata con due nipotini e abitanoa Torino. Di solito nel mese d’agosto lo passano qui con noi e così cigodiamo i vispi nipoti.. Luisella, tu sei fidanzata? > < Ancora non ho trovato il ragazzo giusto, per accasarmi. Poi adessocol pericolo di rimanere senza lavoro è meglio evitare di mettere sufamiglia. > interrotti dall’arrivo di Gabriele con in mano due costumi dellasorella Patrizia e li mostrava a Luisella: < Pensi che possono andarti bene,per un tuffo a Lerici? Mi sembrano elasticizzati, poi ai il fisico snella comemia sorella. Se vuoi provare, possiamo andare già a farci una bella nuotata.Ho voglia di rilassarmi un poco. In verità, incavolato! > espose Gabriele. < Posso provare. La giornata soleggiante e il mare qui è invitante.Permettete vado a mettermeli e così possiamo fare questo bagno. > Una camminata di mezz’ora chiacchierando e Gabriele l’aveva portata inun posto incantato, nel spiegarle: < Qui venivo sovente, quando c’è pocagente per godermi da solo questo bel posto. La chiamano La goletta. Comeadesso che non c’è nessuno attorno è piacevole tuffarsi in questa piccolainsenatura naturale è così tranquillo il posto... Ti piace questo posto? >

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< E’ veramente un posto da fiaba. Grazie Gabriele per il bel pomeriggiotrascorso assieme. Anche i tuoi genitori sono così famigliari che è bellostargli accanto. Non ti immaginavo un giovane così diverso da come tipresentavi sul lavoro: Serio e ligio, estremamente educato con tutti, oltreaiutarci amichevolmente in qualsiasi cosa capitava sul lavoro. Tutti neparlavano e ne parlano bene di te. Assomigliavi molto al povero padrone,disposto sempre per tutti. Scusa se mi permetto di dire certe cose, dapoveri operai affezionati. Ma tu sei stato l’unico a comprendere il nostrodisagio e il problema che si profila per il futuro?.. > < Anche io mi devo scusare con te... Come un bel cretino, non ti ho maiguardata, come ti vedo adesso, una bellissima donna. Come non ho fattoad accorgermene che aveva accanto una persona della massima fiducia eserietà. In verità ho sempre pensato che tu avessi un tuo ragazzo e micompiacevo mentalmente con lui, per averti accanto e averne cura, senzadover venire a romperti sul lavoro, con complimenti da cafone. Non sonotagliato per approfittare delle occasioni buone, che capitano ad essere alcomandano talvolta. La serietà inanzi tutto. Non mi sarei mai permesso dipronunciare parole scorrette con il personale sul lavoro. Non sono abituatoa mescolare la lana con la seta. Sono parole del povero signor Franco.Ogni cosa al proprio posto. Ora lo sai come la pensavo e la penso. > sispiegò correttamente Gabriele, alla giovane molto attenta alle sue parole.Nel rispondergli: < Sei sempre stato una persona onesta, ma abbastanzamisteriosa sul personale. Ti ammiravo e ti ammiro ora! > < Già, che casinista sono stato! Ed ora qui, in questo bel posto, tento perla prima volta di dirti sinceramente come la penso e la pensavo senzapronunciarmi. Sei veramente una bellissima e affascinante ragazza solare..Complimenti Luisella! Abbiamo la foto sul cellulare appena fatta faredall’ultimo bagnante e pertanto avremo un bel ricordo di una sincera espero lunga amicizia. Adesso andiamo a casa, ragazza dai capelli biondicome l’oro. > la invitò sorridendo Gabriele era abbastanza confusamentefelice, ma imbranato a dire qualcos’altro. < Wauh!! Che paroloni ai detto in un breve attimo Gabriele. Grazie peril complimento. Non me la sarei mai aspettato dal mio ex direttore dei cosichiari complimenti personali. Grazie!.. Si sarà meglio andare, il cielo siannuvola. > Luisella si sentiva trasportata al settimo cielo. Il suoaffascinante direttore si era accorto finalmente della sua presenza. Forseanche lui ha un po’ d’amore per una giovane sciocca ragazza, ma troppoinnamorata platonicamente per esporsi apertamente alla persona la davanti

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abbastanza interessata, da trovarsi a dire a fior di labbra: < Pazienza! > < Cara la mia Luisella, cosa stai rimuginando? Ti vedo pensierosa...Forse le mie parole tutte accavallate di hanno turbata? > < Devi scusarmi, talvolta sono abituata a fantasticare e in un bel postocome questo è facile viaggiarci sopra. Ecco tutto qui, mio caro direttore. >Interrotti dal cellulare di Luisella: < Scusami, rispondo. Sì!.. Hai sei tuMaria... Certamente posso far tardi e rientrare a casa dopo... Certo!.. Hai iltuo Giuseppe li con te, vero... Tranquilla, tarderò... Ciao! > poi nelchiudere, si trovò a sorridere guardando Gabriele nel dire: < La miacoinquilina, con la quale abbiamo l’appartamento preso in affitto assieme,talvolta ha il suo ragazzo che si ferma qualche ora con lei.... Saiperfettamente cosa capita a volersi bene e stare un po’ soli... > commentòLuisella con un risolino amorevole. < Beh’, visto che domani è domenica e non si conclude nulla. Perchénon ti fermi qui a Lerici. I miei hanno una camera per gli ospiti e puoifermarti se voi? Oltretutto puoi dire, alla tua amica che il suo ragazzo e misembra che è il nostro bravo magazziniere Giuseppe. Vero? Può fermarsida lei tutta la notte e saranno tutti felice e contenti alla fine. Giusto? > < Ma tu lo sapevi che Giuseppe frequenta la mia coinquilina? Pensiveramente che non dispiace ai tuoi se mi fermi qui a casa tua? Mi sembreràdi far le ferie anticipare in un posto così incantato.. > guardandosi attorno. < Sei una carissima, amica. Non puoi rifiutare, di farmi compagnia.Oltretutto devo recuperare il tempo perduto a non averti mai guardato perbene, quanto sei bella e carina. Devi darmi il tempo di riprendermi e farmiperdonare. Senza aver mai espresso una gentile parola alla bellissimagiovane che in silenzio mi aiutava a dirigere la baracca. Scusami ancora! > < Ma guarda che io non c’è lo con te, se non ti sei accorto. Poi non seiinnamorato della tua vicina di casa? E l’hai fatta arrabbiare a morte,presentandomi come la tua fidanzata? Se poteva mi avrebbe fulminata.. > < Scusami! Mi è venuto d’impulso a contrastare la sua gelosia. Sì, inverità mi piaceva, ma non sono innamorato. Poi il suo modo di presentarmiai suoi: Il vicino di casa. Effettivamente era lei che si divertiva con metenendomi a distanza. E da quella sera ho capito che non era la ragazza chevolevo. Ma che stupido a non accorgermi della tua presenza.. > < Mi fa molto piacere se finalmente ti stai accorgendo che esistoanch’io, su questo pianeta sgangherato. > rispose Luisella mentre si sedevasulla sabbia, nel guardarlo affascinata dalla sua presenza alta e virile. < Accipicchia! Hai perfettamente ragione, me lo merito questo sincero

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rimprovero. Mi permetti che esponga una mia quasi valida opinione? Misto innamorando di te mia dolce Luisella. Scusami ancora se avevo gliocchi bendati. Solo ora in questo poche ore assieme, ho compreso il verosignificato amore.. Ma quello vero! > e con decisione abbassarsi e baciarladelicatamente, senza invadenza. Il bacio fu ben recepito e accettato condesiderio da troppo tempo lei a spasimare per un amore suo immaginario.

Alla fine tutto fu più chiaro e conciso per entrambi, nel capire che erascoppiato tra loro l’amore, proprio quello vero. Tutta roba da non credere.Restarono la seduti sulla sabbia fine, a guardarsi negli occhi, finché il solenon era sparito all’orizzonte, da lasciare un senso di benessere appena natotra loro: < Ti amo veramente Luisella! Non l’avrei mai immaginato. >mormorò sotto voce al suo orecchio, tra piccoli baci espressi tra loro e achiacchiere sui problemi al lavoro e i ricordi trascorso assieme tra loro duevalidi colleghi in perfetta armonia lavorativa. Oltre prenderlo in giromentre lui provava un nuovo profumo appena inventato e lei, si burlava unpoco: < Ha l’essenza di lavanda e non di qualcosa che ammaglia. Scusamima è piacevolmente avvolgente il suo profumo. Prosegui! > lo spronavaamorevolmente. Da capire ore per entrambi che l’amore era già presente.

Alla fine decidere ch’era meglio rientrare a casa: < Sarà meglio tornare acasa. Da far cenare in ritardo i tuoi come oggi. > propose Luisella, la cenali aspettava assieme ai genitori, del suo ragazzo e si dimostravano entrambifelici di averla benevolmente a casa loro, come una nuova figlia acquisita.In verità era felice, nel capire che bastava così poco.

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Capitolo Quinto

Gabriele per strada continuava a chiacchierare a ruota libera, colta daun’irrefrenabile frenesia di gioia, mentre camminavano a piedi verso casa,provando a fare futuribili prospetti per il loro futuro, che si profilavadavanti un po’ confusamente incerto al momento, nel loro subbugliolavorativo da approfondire meglio, mentre le idee si ammucchiavano l’unasull’altra a ruota libera. Da sentirsi egualmente felice. Senza accorgersene arrivarono finalmente a casa dei signori Tonelli, isuoi cari genitori, intenti a trafficare in cucina, con altri piatti succulenti,da gustarli assieme a cena, in un’allegra famiglia campagnola. Li trovarono seduti in soggiorno con la tavola già apparecchiata, mentreaspettavano per cenare assieme e sentire poi, le loro evoluzioni fatte giù almare a divertirsi, proprio come dei ragazzini imbranati, che per la primavolta scoprono il mare invitante sotto casa. Dopo cena si erano sistemati fuori in giardino a prender il fresco, e conaddosso ancora la camice del giovane compagno, messe prima appenatornati dal mare, dopo un bella doccia rilassante. Gabriele se la portava avedere attorno alla casa dei suoi, nel spiegare cosa dovevano fare perrisistemarla meglio lui e il padre. Approfittando dell’intimità a darle bacifurtivi, scoppiati cosi allegramente in sincronismo tra loro due giovaniperdutamente innamorati. Nel ritornare dall’altro lato del cascinale, dove lamamma e il padre erano seduti sulla loro panca a godersi i fresco serale.

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Luisella le montò in spalla, scherzando come due ragazzini al doposcuola,da far felice i genitori al vederli giocare assieme, nel commentare tra lorogenitori e a pensare, che forse il proprio ragazzo aveva trovato la donnagiusta. Nel vederli per la prima volta, così ben affiatati a sbaciucchiarsi dinascosto in perfetta armonia da far invidia per la visione giovanile, espostala davanti senza malizia e sotterfugi. Erano veramente da invidiare le loroinfantili effusioni goliardiche, cose mai immaginate che potevano capitare. Poi mettersi seduti sulla panca assieme a loro, dove tentavano diraccontare le loro evoluzioni marine al pomeriggio inoltrato, a nuotare efarsi i tanti tuffi dall’alto di un masso e alla fine trovarsi a ridere per il beldivertimento rilassante tra le acque calme del mar Tirreno, la in mezzo aquella caletta accogliente, in quel posto da favola millenaria.Papà Anselmo aveva portato dei gelati sorbetto, per rinfrescare la gola dalcaldo estivo, sebbene la sera avanzava, ma la calura restava.La madre Francesca alla fine chiedeva al figlio: < Con tutto questo beldivertimento ti ha fatto scordare il sonno arretrato che annunciavi prima? > < Già hai ragione mamma. E’ come se mi sarei ricaricato le batterie esto bene qui, tra noi in compagnia. > concluse guardando Luisella che glisorrideva felice accanto al suo uomo. Nel dire Luisella ai presenti conslancio: < Sto gustando una felicità mai provata prima. Grazie a voi tuttiche mi avete accolta come una figlia. Non l’avrei mai immaginato che c’èancora gente buona in giro. Sono felice. Grazie a voi! > mentre pensava trase: “E’ proprio una sfacciata fortuna averlo finalmente tutto per me,questo bel ragazzo. Sono stata fortunata!” commentò da sola contenta. < Per così poco figliola mia! Qui puoi restare fin che vuoi, come a casatua. > la rassicurò mamma Francesca guardandola rilassata e contenta.. < Ho invitato Luisella se vuole fermarsi qui stanotte da passare unapiacevole domenica assieme. La stanza degli ospiti è sempre disponibilevero, mamma? Senza portarla a casa sua a La Spezia. > < Ma certamente figliola! La stanza è sempre pronta per evenienza. > < Poi in verità, > provò a dire Gabriele: < Incomincia a farsi sentire lastanchezza, ho perso due notti, oltre il tribolare con i ladri e la polizia ealla fine si è rivelata per quel che è veramente la melliflua padrona, che hadissanguato il povero signor Franco. Che carognata! Sono veramentestanco e incomincio ad aver sonno.. Vi prego! Lasciatemi dormiredomattina. Voglio riposare. Devo riprendere fiato... > espose Gabriele. < Dai vai a dormire figliolo!.. > consigliò la madre. < A Luisellapensiamo noi, a farle vedere la sua stanza. Tranquillo! > consigliò.

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< Può stare tranquilla Luisella e dormire avanti domattina. Immaginad’essere in vacanza per un giorno. > consiglio il padre Anselmo, un uomotranquillo di poche parole, ma coscienzioso a comprendere i giovani. < Grazie siete troppo gentili!.. Buona notte Gabriele! Riposati.. > < Notte a tutti voi. Vado.. Quel grappino per la digestione mi ha messofuori uso. Ciao! > avviandosi su per le scale, era abbastanza stanco.

Poi appena dopo che Anselmo aveva portato una limonata fresca da bere aloro tre, mamma Francesca provò a chiedere sotto voce a Luisella: < Madimmi un po’ Luisella, c’è dell’altro sotto. Vero? Non ho mai vistoGabriele cosi abbattuto. Sebbene tentava di non dimostrarlo. Ma loconosciamo troppo bene per capirlo che mente sfacciatamente? > < Beh’, visto che Gabriele non l’ha accennato a pranzo e anche staseraa cena... Hanno tentato di rapirlo per tappargli la bocca per sempre... > < Cosa vai dicendo figliola mia!? > sbottavano assieme i genitorisorpresi, da non immaginare tali fatti criminali possano capitare al figlio. < Per fortuna che sa usare la testa Gabriele e aveva già chiamato lapolizia nell’inseguimento con le auto per la città a La Spezia. Da riuscirealla fine a catturarli quei criminali, prima che si portassero via Gabriele...A quel punto era da farlo sparire per sempre. Poco ma sicuro?... Magaripoi trovare il corpo in mezzo al mare... Mi credano, ho veramente temutoil peggio, anch’io... Gli voglio troppo bene adesso per perderlo, dopoaverlo ritrovato per puro caso... > espose Luisella seria.. < Ecco perché tentava di parlare di tante cose, ma senz’altro non volevaspaventarci. Noi eravamo istintivamente preoccupati. Neanche se fossimoindovini. Grazie Luisella! Non diremo nulla, sarà lui se vorrà un giornoraccontarci la faccenda. Che miserabili criminali!.. Viviamo in un mondobalordo. Altroché storie, dove siamo finiti!? > sbottò arrabbiata mammaFrancesca e il marito provò a chiedere alla ragazza appena dopo: < Possofarti una domanda un po riservata Luisella? > guardandola come una figlia. < Mi chieda pure signor Anselmo.. Vuol sapere se siamo fidanzati? > < Beh’, qualcosa del genere. Non l’abbiamo mai visto cosi premuroso.Oltretutto non abbiamo mai visto arrivare qui con una ragazza e con teoggi, ci è parso che è innamorato... Pensi che sbagliamo? > < In verità sono sempre stata io innamorata di vostro figlio. Ma lui nonmi vedeva. Vedeva solo il lavoro ed era gentile con tutti da aiutarci. Solooggi mi ha detto che pensava avessi un fidanzato e pertanto non era portatoa battute spiritose, da intromettersi. È troppo serio nel suo lavoro che non

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si permetteva di disturbale noi donne nello stabilimento. Ma sono contentache oggi per la prima volta, il mio principe azzurro Gabriele, tanto bramatodalla padrona che voleva portarselo a letto. Oggi mi ha baciata con infinitoriguardo. In verità lo amo tanto! Posso dire di essere stata fortunata adaspettare che mi guardi. In verità non avrei avuto il coraggio io, di farmiavanti e dirglielo che da anni ero pazzamente innamorata.. > < Tu sei sempre stata innamorata di nostro figlio e lui niente? > < Già! Qualcosa del genere. L’avete educato troppo bene.. > < Grazie figliola cara, per la tua sincerità. Proprio oggi anche noistavamo discutendo e speravano, pensando se tu eri la sua ragazza. Pareche la Madonna delle Grazie, del santuario poco lontano, mi ha ascoltata..Beh’, adesso possiamo andare a dormire Anselmo, ci sentiamo risollevati.Grazie Luisella! Sei veramente una bella e saggia ragazza. Dai vieni che timostro la tua stanza. > da abbracciarla commossa, mentre si mettevano asalire le scale e indicarle poi la sua cameretta: < Spero che ti vada bene èpiccola ma trovi tutto dentro. Buona notte Luisella! > la salutò con unastretta delle mani felice del risultato. < Notte anche a voi mamma Francesca e papà Anselmo. > < Questa sì che è la risposta giusta figliola nostra. Notte! A domani..>andandosene nella propria stanza in fondo al corridoio rasserenati.Luisella commossa dalle circostanze, entrò nella stanzetta linda e pulita, ilprofumo di bucato appena fatto, aleggiava nella piacevole stanzetta, dasentirsi felice nel trovarsi li nella casa del suo ragazzo, oltre ad avere deigenitori piacevolmente onesti e cordiali da renderla felice per la primavolta che s’incontravano. Da spogliarsi con calma e assaporare la bellezzae il profumo di campagna che entrava dalla finestra aperta. Portandosi aguardare fuori dalla finestra e osservare il cielo tutto stellato, da sentirsiveramente felice. Alla fine buttarsi sopra al letto nel pensare al suo amore,appena coricato poco prima nella stanza accanto e trovarsi a dire a fior dilabbra, guardando con amore la parete a lato: < Buona notte amore mio! >pensando se il suo uomo dall’altra parte, prima di coricarsi aveva pensato aloro da basso in cortile. Tentando d’immaginarselo d’averlo lì accanto epoterlo baciare ancora, ne sentiva la voglia dei suoi baci ed essere strettadalle sue braccia forti, da farla sorridere alle idee provocanti che andavapensando con infinito amore per il suo ragazzo. Era perdutamenteinnamorata e non poteva smentirsi. Si sentiva felice, al settimo cielo.

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Capitolo Sesto

Poi Luisella si ravvede ad ascoltare qualcosa che si muove in stanza, daspaventarla un poco e abbassarsi a guardare sotto il letto. Da scoprire che ilcagnolino bianco Birbo si era infilato in stanza e sistemato sul tappeto dafarle compagnia. Nel trovarsi a sorridere ai suoi due occhioni neri, che lascrutavano e aspettava tremante un suo rimprovero per essersi introdottofurtivamente nella sua stanza, immaginò Luisella sorridendo. Alla fine Luisella lo chiamò: < Beh’! Che fai, mi tieni compagnia. Daivieni qui che ti chiedo qualcosa del tuo padrone Gabriele? > mentre loaccarezzava: < Ho capito. Non ti va di stare solo. OK! Mettiti sul tappetinoe mettiamoci a dormire assieme... Ciao Birbo! >

Erano le undici del mattino quando si svegliò abbastanza tranquillaLuisella, avrebbe voluto restare ancor un poco sotto le coperte e tentare didormire avanti, ma a ripensarci nel trovarsi ospite, da alzarsi. Il barboncino era già uscito dalla stanza e lei si crogiolava felice.Immaginando di svegliarsi entrambi, quasi in sincronismo, sembrava dicaptare ed essere in simbiosi l’uno con l’altra. Lei da una parte luidall’altra, dove l’amore appena nato, sapeva guidarli assieme e sebbeneparevano lontani, era soltanto separati da una parete di mattono divisoriadelle loro due stanze accanto. Luisella era felice da alzarsi e andare inbagno a rinfrescarsi un poco il viso, la felicità le sorrideva. Mentrearrivava Birbo e l’accompagnava scodinzolando da basso.

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Gabriele si era svegliato sull’agitato, con un funesto presagio, dariprendersi subito e capire che non era nulla, solo un brutto sogno e almomento passato. Gli rimaneva soltanto il dolce pensiero dall’altra partedella prete, dove c’era la sua ragazza che dormiva ancora, immaginava luicontento. Poi si ravvede nel guardare l’ora e capire che era già tardi eormai tutti erano senz’altro già alzati. Mentalmente li ringraziava peraverlo lascito dormire avanti, ne aveva bisogno. Si sentirsi bene dopoquella bella dormita rilassante. Si alzò e spalancò la finestra, rimastasocchiusa da far entrare il sole e l’aria fresca dai sapori di campagnaestiva, nello sporgersi e vedere giù in cortile la sua donna appena alzatache giocava con il barboncino Birbo. Mentre la mamma portava fuori sottoil pergolato il vassoio con del caffè fumante. Da trovarsi a chiedere dallafinestra esultante: < Buon giorno a tutti. Ne avanzate un poco anche perme. Vi raggiungo subito. Arrivo! > Infilandosi un paio di calzoni, unacamicia e via giù di corsa a salutarli per bene: < Buona giornata a tutti!Stamattina mi sento meglio. Tu Luisella, ai dormito bene? > catturandoleun bel sorriso, nel rispondergli contenta: < Benissimo! Mai stata cosi bene.Vedo che anche tu stai meglio stamattina.. Hai il viso più rilassato. >mentre lei gli versava del caffè dalla moka bollente nella tazzina sultavolo: < Zucchero? > le chiedeva guardandolo con occhi da cerbiattainnamorata: < Niente zucchero amore. > da sentirsi veramente felice, neldire avanti: < Ci vuole proprio un buon caffè stamattina.. > mentre siprendeva la tazzina che Luisella gli porgeva, da renderlo felice ad averlaaccanto. Quella era veramente la sua ragazza. < Guarda figliolo che è quasi l’ora del pranzo. Papà è in cucina hacontrollare la lepre se è per bene rosolata al forno. E’ passato ieri seraVincenzo il cacciatore e ce la portata. E subito stamattina tuo padre si èdato da fare per mangiarla oggi a pranzo.. > l’avvisò la mamma. < Non importa che ore sono, l’importante che le perone che amo sonotutte qui. Questo è l’essenziale. > rispose dando un bacio alla sua donnainnamorata.< Ti va di fare due passi assieme qua attorno? > mentre lei sisistemava i capelli e infine rispondeva contenta: < Certamente amore! >rispose lei, prendendolo sotto braccio contenta e lui con un sorriso infantilenel dirle: < Sei veramente meravigliosa amore. > mentre se la stringeva alpetto da baciarla con grande trasporto. L’amore era scoppiato alla grandetra loro due innamorati da anni, senza saperlo per bene. Ed ora li si stavanoguardando a rimirarsi negli occhi. Non serviva dialogare, i loro occhioparlavano assieme, da trasmettere un sacco di complicate idee tra loro due.

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Mentre Gabriele provava a dire e si toglieva dalla tasca un vecchioastuccio con un anello, nel dire con il fiato sospeso dall’emozione: < Vuoiessere la mia donna Luisella? E’ un anello della mia nonna paternaMargherita e me la dato anni fa, dicendomi con affetto: ( Per la tua sposaGabriele, gli porterà fortuna come a me ai miei tempo. Ed ora a cent’anninon posso pretendere ancora molto della vita terrena. E sono felice chemio nipote possa trovare la persona giusta per accompagnarsi in futuro.)Ora so che aveva ragione tu sei la persona giusta per camminare assieme.Ti amo veramente tanto Luisella! > proponeva lui commosso. < Dio che bell’anello! Certo che lo voglio! Ti amo veramente tanto eda molto tempo. Si voglio sposarti amore! > rispose con le lacrime agliocchi di felicità, mentre si rimirava l’anello appena messo al dito. Nel ritornare dall’altro lato del casolare e mostrare felice ai genitori,l’anello ricevuto: < Guardate! Mi ha chiesto un sposa. Mi ha dato l’anellodella sua nonna Margherita. E’ stato un pensiero gentile. Dio quanto ti amoGabriele! > borbottò commossa Luisella, buttandole le braccia al collo.Mentre i genitori si complimentavano più che contenti: < Siamo veramentecontenti per voi due. Siete una copia ben appaiata. Complimenti! Lapovera nonna Margherita a sempre avuto una predilezione per il suo nipoteGabriele. Sarà contenta per la scelta fatta e senz’altro il suo anello viporterà fortuna. Ragazzi nostri! > esponeva saggia mamma Francesca. < Dai! Andate a cambiarvi quel vestito bianco, ad evirate di sporcarvimangiando la lepre con le mani. Si usa così con la selvaggina da questeparti. E poi venite a tavola ragazzi il pranzo è pronto! > li avvisò il papàAnselmo dalla finestra della cucina, era tutto indaffarato a spignatare.

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Loro erano saliti sopra e lei in stanza della sorella a trovare qualcosa damettersi addosso: T-shirt e calzoncini e lui canottiera hawaiana, perl’occasione ad abbuffarsi a mangiare la selvaggina fatta alla casareccia.

Alla fine tutti pronti da poter mettersi a tavola a banchettare con gusto econ un sacco di specialità da scegliere a piacere quel giorno. Era un belgiorno per festeggiare il loro fidanzamento improvvisato. Luisella felice, era andata in cucina ad aiutare mamma Francesca, mentrela donna le raccontava e spiegava gli ingredienti e spezie, adoperate per levarie pietanze preparate, nell’aiutarla a sistemare al meglio i vari piatti damettere in tavola e finalmente pronti a sedersi tutti assieme contenti.

Con un tocco finale della mamma sistemare dei fiorellini sparsi sullatavola a guarnire le vivande. Infine seduti per bene tutti a tavolanell’augurarsi un buon appetito, da assaggiare un po di salame affettato eformaggio come antipasto e un risotto giallo per primo e infine assaporarela squisitezza della lepre in salmì fatta alla genovese, irrorata da un buonBarolo piemontese a saziare il palato. In attesa di scoprire poi il dolcecasareccio a sorpresa. Alla fine del buon pranzo, una bella fetta di torta coperta di fragole dainvogliare ad assaggiarla, sebbene già pieni dell’abbondante pranzo fatto. < Che bontà mamma Francesca! Mi dovrà insegnale come farla.. >Poi un buon caffè e decidere di portarsi fuori sotto il pergolato a prendereil fresco pomeridiano e rilassarsi in una piacevole pennichella dopol’abbondante pasto fatto, con in programma appena dopo un gelato arinfrescare la gola e l’ugola dei presenti.

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Capitolo Settimo

Gabriele era salito sul solaio, a cercare delle cose vecchie da mostrarealla sua donna, intenta a chiacchierane con la mamma Francesca. Proprio e per caso in solaio, Gabriele apriva la finestra per il caldo e sisoffermo a guardare lontano oltre la collina alla spalle della casa, da notareun luccichio al riflesso del sole. c’era qualcosa d’insolito da attirare la suaattenzione, la di fronte, sulla stradina di campagna tra le spesse acacie checosteggiavano il vecchio sentiero, c’era un fuoristrada nero, ferma equalcuno sbirciava col cannocchiale, proprio verso di loro a curiosare. Damettere Gabriele sull’avviso, che qualcosa stava andando storto? Da prendere a sua volta il vecchio cannocchiale sul mobile nel solaio eguardare, quel qualcosa che l’aveva messo in agitazione? Da nonsbagliare, erano senz’altro quelli della banda, nel suo tentato rapimento incittà e lui li aveva fatti arrestare tutti quanti. Senz’altro adesso quelli inquel momento, stavano provando a fargliela pagare, di averli rotto i loropiani mafiosi in espanzione. Gabriele per un attimo ebbe un funesto presagio e lo stava aggredendo, daprendere il cellulare dalla tasca e comporrere il numero del tenente Santi,sperando di trovarlo in questura a La Spezia: < Pronto! Tenente Santi... Miscusi il rompimento, sono Tonelli da Lerici, sono a casa dei miei genitori...Lo chiamata per il fatto che dal mio solaio sto vedendo in lontananza unfuoristrada nero, ch’è nascosto tra le acacie e stanno guardando con uncannocchiale da questa parte. Non vorrei che si preparano ad un assaltomafioso qui al nostro cascinale…. Già! Per l’appunto.... Aspetti... Cheriguardo col cannocchiale, eh…. Acc… denti!! Hanno un lanciarazzi inmano... Vado a portare lontano i miei.. > gridava disperato, mentrescendeva le scale di volata, nel dire ancora al cellulare al tenente: < Sperodi portarli lontani!!... L’avviserò dopo se ci siamo ancora…. Acc…! Temodi non farcela proprio!!!…. > da interrompere la comunicazione e urlare aisuoi seduti tranquilli sotto il pergolato: < Dai! Scappiamo, salta tutto inaria…!! Presto andiamo nel seminterrato sotto la collina. Presto!! Correte!Correte!!! > urlava disperato. Prendendoli per mano le donne e correre daquella parte, d’aggirare la collinetta ed entrare nella vecchia ghiacciaiaetrusca, e sperare che regga al botto, più che sicura avvenga. Propriomentre dall’altra parte una grossa deflagrazione faceva tremare il terreno efar volare in mille pezzi la loro casa, colpita per bene da un lanciarazzi

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sparato da un centinaio di metri e tutto il cascinale andava in mille pezzi.Proprio roba da film criminale. Ma veritiera per loro che al momento sierano salvato pr miracolo, dall’essere sbriciolati dal grosso innesco perabbattere bunker di cemento armato. Volevano veramente cancellare ogniprova e traccia. Sperare che nelle ricerche poi effettuate risulti la causa unafuga di gas da distruggere tutta la grossa abitazione e i suoi abitante ridottiin pezzettino, anneriti dal debole fuoco rimasto dopo a prova. Gabriele, pregò gli altri di restare la dentro nascosti e lui provava aduscire, rimanendo ancora nascosto dei grossi cespugli di sempreverde chenascondevano l’apertura e vedere cos’era poi capitato la fuori, dove primac’era la loro casa. Da sentirsi il cuore raggelare alla vista di un cumulo dimattoni e polvere che riempiva tutta l’aria attorno al posto disastrato. Da intravvedere un cumulo di macerie con piccole fiammelle finali. Unpezzo di bombola del gas per casa, innescata dallo scoppio era volare indue pezzi di metallo attorno a dimostrare poi che era senz’altro stata unfuga di gas dalla bombola di propano in casa, a fare tutto quel casino. Poi arrivarono i primi soccorsi del vicinato e i pompieri che erano arrivatovelocemente sul posto chiamati da qualcuno, a constatare la gravedisgrazia capitata a quelle persone che vi abitavano e si davano da fare avedere se ci fossero ancora dei corpi delle persone all’interno della grandevoragine provocata dal forte scoppio, sentito lontano diversi km attorno..

Dai dintorni erano accorsi villeggianti e i vicini a vedere cos’era successodi grave alla famiglia Tonelli. Da non vedere nessuno dei componenti, daallertare le eventuali ricerche attorno. Anche i carabinieri e polizia eranopoi arrivati sul posto, oltre la stampa e televisione a riprendere il disastrocapitato, una fuga di gas, in un pomeriggio domenicale tranquillo. Robaimpossibile a immaginare che capito per davvero.

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Gabriele nascosto tra gli arbusti si ravvede, sentendo il proprio cellulare intasca che vibrava, da aprirlo e parlare con il tenente Santi: < Si Tenente...Siamo vivi per miracolo... Si!…. Noi, ci siamo salvati rifugiandosi nellavecchia ghiacciaia etrusca... Già!.. Io consiglieri di rimanere nascosti elasciare che la malavita locale si senta sollevata per aversi sbarazzato dellamia presenza ingombrante... E magari poi, voi della polizia potete cercaremeglio, sapendo loro al sicuri senza più testimoni e magari fare dei passifalsi, adoperando tranquillamente il cospicuo danaro rimasto, del defuntoFranco Gasperini. Io ho trovato gli incartamenti originali e non taroccati,da mostrare poi alle autorità competenti. E smascherare la bella vedovaallegra. Pensi un po’, tenente?.... Lei.. Se la intendeva con il mafioso... Ilcommendatore armatore, Turi Doviglio. Quello che gestisce buona partedella malavita spezzina…. Già. Tenente, proprio così!…. Solo ora loscoperto visionando per bene quei documenti che il povero Gasperini liaveva nascosti da tempo nello scantinato del suo stabilimento e pensareche mi aveva avvisato più di un anno fa, ma non avevo compreso bene ilsignificato, nel dirmi: (Guarda Gabriele che nello scantinato del reparto,troverai la soluzione di tutto?...) e io non l’avevo capito cosa voleva dire,che era stato inguaiato dalla moglie e compagni di merenda... Comprendetenente?... Comunque ci teniamo in contatto e al momento noi siamoscomparsi..... Staremo a vedere come procede sta menata del cavolo!….Arrivederci! > ritornando dentro alla vecchia ghiacciaia. Papà Anselmoaveva acceso una lampada a petrolio nel guardarsi in viso a congratularsiper tutti quanti, si erano salvati la pelle. Mentre tutti quanti fuori, era unafebbrile ricerca di qualcosa che già immaginavano chiunque, non c’erarimasto più nulla. Volatilizzati nel grosso scoppio, che tutti presumevanofosse la bombola del gas di propano casareccio scoppiata accidentalmente. Ormai arrivati a sera e tutti si stavano ritirando, con l’amaro in bocca pernon esserci nessun superstite da raccattare. Nemmeno i peli del poverocagnolino bianco dei signori Tonelli. Disintegrati per bene, era il risultatofinale espresso amaramente dai vigili del fuoco, nelle febbrili ricerche.

I vigili del fuoco avevano tirato un nastro di confine a giudicare leeventuali ricerche da fare ancora in un sopralluogo al giorno dopo e ormaisera sospendere, ma era più che scontato, c’era ben poco da raccogliere,erano sparpagliati pezzi della casa in una decina di metri attorno, espogliato gli alberi accanto, disseminati nel prato attorno al disastrocapitato drasticamente in una domenica estiva tranquilla.

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Il tenente Santi dalla Spezia, si metteva in contatto con gli agenti sul postoda sapere cos’era per ben successo ai signori Tonelli, già sfuggiti ad unsequestro due giorno prima. E al contempo cercare in questura chi è chefaceva il doppio gioco ad avvisare i mafiosi ogni qualvolta tentavano unaazione di rastrellamento e lo spostamento dei presunti testimoni e alla finetutto finiva proprio nel nulla. Da farli incavolare un po’ tutti in questura. Pertanto il tenente chiamo i suoi gregari e li avvisò che avrebbero fattoun’incursione in un noto locale malavitoso e restò ad aspettare, per vedereun suo graduato, purtroppo già sospetto, che se la spassava troppo bene peril suo poco stipendio. Da decidere e seguirlo nei bagni della questura, dabeccarlo che chiamava qualcuno al telefono e avvisarli della retata. Iltenente si era appostato fuori dal bagno e gli chiedeva deciso alla suauscita: < Appuntato Loverso. Li ha avvisati che arriviamo oggi? > davederlo sbiancare in viso e rispondere poi, sul sorpreso: < Stavo chiamanomia moglie per spostare il pranzo… Tenente! > < Non le dispiace passarmi il suo cellulare? > chiedeva il tenente. < Ma tenente! La privaci... > rispondeva arrossendo vergognosamente. < Si metta sull’attenti e risponda seriamente ad un suo superiore! > < Mah, perché.. Insomma. Chiamavo mio cognato al bar che non sitrovi proprio mentre arriviamo noi... Ecco, tutto qui la breve telefonata.. > < Ah! Quel suo cognato che le ha dato i soldi per la villa e l’auto dilusso? Un bravo cognato!... E per caso si chiama Turi Doviglio? > < Mi ha fatto un prestito a lunga scadenza.. > rispondeva farfugliando. < E magari senza interessi, come cognato! Ripagandolo con qualchetelefonata d’avviso. Vero? Al momento rimarrà agli arresti in caserma.Consegni distintivo pistola e tesserino, oltre il cellulare e rimanga a

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disposizione del procuratore... Portatelo via! > ordinava ai subalterniarrivati a vedere cosa diavolo succedeva alle urla sentite nei gabinetti dellaquestura. Avevano catturato la spia in loco. Brutto affare era capitato tra gliagenti di polizia. Un vero peccato farsi corrompere e rovinarsi la vita persempre in futuro. Era il pensiero di chiunque in questura. Appena dopo sul cellulare della spia appariva un avviso: “Quandoarrivano? Oggi o domani? Avvisaci per tempo..” da capire che la malavitaera molto attiva, aspettando eventuali altri senali dall’infiltrato. < DottorGoneri, ecco la prova che l’appuntato Loverso avvisava gli spacciatori. Unvero peccato rovinarsi così la carriera.. > commentava il tenente Santi.Mentre rispondeva alla richiesta, scrivendo sul cellulare: “Sono in arrivo.” < Il luccichio dei soldi fanno girare la testa. Deciderà il procuratore. >commentava il questore, scrollando il capo: < Dai andate a prenderli! >

Un’ora dopo la polizia aveva fatto una buona retata, da tutt’altra parte eavevano preso dei grossi pesci, ma mancava il principale. Purtroppo era allargo in acque internazionali sul suo yacht a pescare. Ma senz’altro lanotizia dello batosta gli era giunta al boss, ma era pronto a rinsaldare il suogruppo, dove le forze dell’ordine, l’avrebbe messo momentaneamente ariposo, con il suo spaccio di droga fatto in grande stile. Da mettere inmovimento lo stuolo dei suoi avvocati ben pagati, per arginare un poco, glieventuali danni riportati e a dimostrare che lui da bravo industriale noncentrava un bel niente con la malavita locale. Erano soltanto voci invidioseche sbandieravano i ben pagati avvocati che trattano con la malavita. Daesprimere che quelle falsità cadevano sulla spalle di una persona onesta,invidiosi per la sua espansione nelle imprese costruzioni e natanti, solofalsità venivano espressa malamente dagli ignoranti, ad un signoreintegerrimo della massima serietà e distinta nell’alta società spezzina. Purtroppo mancavano le prove tangibili per incastrarlo di persona.

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Intanto dentro alla vecchia ghiacciaia etrusca, erano rimasti un po’ tuttispaventati e ammutoliti, da non riuscire a dire parola, solo sgomenti epreoccupazione restava. Mentre Gabriele tentava di rassicurarli a rimaneretranquilli e nascosti, oltretutto lì, per fortuna avevano per sfamarsi almomento, come dispensa fresca, dove il padre Anselmo vi riponevaformaggio e salami al fresco, oltre le verdure e l’acqua che sgorgava dalvecchio tubo dal monte ed era buona persino da bere. C’era persino ancorail forno a legna, dove un tempo si facevano il pane per loro. Insomma allameglio potevano tirare avanti un po’ di giorni. Dovevano solo aspettareche le acque si calmino e la malavita gioisca del loro buon risultato a farsparire in un solo colpo quel rompiballe dell’ingegnere Tonelli efamigliari. Che aveva reso la vita difficile a tutti nel curiosare troppoattorno nello stabilimento della povera vedova Gasperini, detestata dalproprio personale, solo per il fatto che voleva sfarsene dell’industria benavviata dei cosmetici per la bellezza femminile.

Papà Anselmo aveva acceso diverse lanterne per illuminare il percorsi e ilsoggiorno nella vecchia grotta, a tenere alto il morale distrutto dal botto.

Mentre fuori all’entrata, Gabriele aveva sistemato meglio il vecchioportone di legno intriso di rampicante, ad evitare che qualcuno dall’altraparte, dov’era prima la loro casa ormai distrutta e saltata in aria, venga acuriosare da quella parte a duecento metri oltre la collina, nascosta tra irovi e possa scoprire l’entrata della vecchia ghiacciaia etrusca. Gabrieletentava di non farsi vedere dai suoi, ch’era più che mai sconvolto e

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incavolato per la tragedia distruttiva capitata. Cercando di pensare ad altro,nel trovare il modo per portarsi in città a La Spezia, e andare allostabilimento e recuperare quei rari documenti che comprovano le malefattedella perfida Adele Lock, consorte del padrone ormai deceduto incircostanze ancora troppo oscure, la lontano sul lago di Garda e senza altrenotizie veritiere al momento sulla sua morte, avvenuta un anno prima?.. Pensando Gabriele alla casa dei suoi genitori, purtroppo ormai distrutta,assieme alla sua auto fracassata dal tremendo botto. Perciò a quel puntodoveva escogitare un sistema per allontanarsi, senza essere visto danessuno e trovare oltretutto un mezzo di trasporto? Per fortuna gli erarimasto in tasca il portafoglio con pochi soldi e il cellulare ormai quasiscarico, difficile da riorganizzarsi al meglio, data la precaria situazionecapitata a tutti loro, sinistrati così all’improvviso. Da decidere di chiamare il tenente Santi alla Spezia, ed era l’unicapersona che poteva fidarsi: < Tenente sono Tonelli! Sì, sempre io…. Sitranquillo, siamo salvi... Rimasti purtroppo con i soli vestiti addosso.... Hola batteria del cellulare quasi scarica... Perciò se lei potrebbe venire aLerici in borghese a prendermi l’aspetterei al porticciolo, essendo io inbermuda…. Già! Tutto è saltato in aria.... Auto casa e quei pochi soldi deimiei genitori in casa... Perlamiseriaccia!.. Che bastardi!!.. Già! Poi vistoche è domenica e tutti sono ormai tranquilli e quel rompiballe di Tonelli èsparto. Vorrei andare allo stabilimento lì, a La Spezia, a recuperare queibenedetti incartamenti del padrone e poterli incastrarli per bene tuttiquanti…. Già! Proprio così... Quei documenti tenente possono cambiare lasituazione, mi creda... Grazie l’aspetto alle ventidue sul molo tra le barcheormeggiate.... Lei è più che un amico. D’accordo! > concluse, dal parlareguardato dai suoi che l’ascoltavano attenti e capire che quel loro figlioaveva qualcosa di positivo in zucca. Poi Gabriele commentava, nel salutarei suoi spaventati e smunti dalle avverse circostanze: < Vado e cercoqualche sistema per... Vi voglio tutti bene! > baciando la sua donnainnamorata: < Ciao amore! Non temere vado e torno.. > da sgusciare fuorisenza essere visto dai curiosi, rimasti la attorno alla loro casa distrutta, inun cumulo di macerie e polvere, proprio null’altro era rimasto.

Gabriele si era seduto su di una bitte al porticciolo, ad aspettare il tenentein calzoncini corti da bravo turista accaldato. Appena dopo ecco, apparirel’auto del tenente che l’aveva individuato da fermarsi accanto: < Unpassaggio giovanotto! > lo motteggiò ridendo. Per alleviare l’alta tensione

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che regnava nell’aria, dove tutti i cittadini erano impegnati a guardare latelevisione a vedere e discutere l‘immenso disastro capitato da quelle partiin piena stagione turistica. Un ora dopo erano davanti agli uffici della ditta cosmetici e senza tantestorie Gabriele aveva trovato le chiavi nascoste e che da anni il padrone laaveva messa in emergenza e nessun altra persona lo sapeva, da poterentrare assieme al tenente, disattivando l’antifurto e portarsi nel suo ufficiodove teneva nel ripostiglio dei vestiti di ricambio e scarpe, da vestirsi allaveloce, da essere più presentabile di sera e passare inosservato. Poi seguito dal tenente scendere nel vecchio scantinato e dietro un lungalibreria dagli scaffali vuoti, e in un angolo aprire una specie di vecchiascatola elettrica e dentro c’era uno sportello, da aprire e trovare uninterruttore, da far scattare l’apertura introvabile della cassaforte ufficio. < Però! Che ingegnoso nascondiglio.. > provò a dire il tenente ridendo. < Senz’altro era il nascondiglio, dove si rifugiava e spariva sovente ilpadrone Gasperini. Lui si rifugiava quaggiù a sistemare i suoi incartamentisenza essere visto, nemmeno dalla moglie. Aveva fatto sistemare una predad’aria che proviene dall’alto. Insomma un posto sicuro da nascondere lesue cose preziose.. Mi segua tenente sono qua dentro la dietro al ritrattodel giovane commendatore... > spingendo la parete ripiano a mo di porta,da entrare e curiosare attorno alla stanza spoglia. C’era un ufficio vuoto.

Da trovarsi dentro alla stanza di noce massiccio spoglia, senza suppellettilie disposta ad ufficio privato, dove Gabriele aveva trovato da tempo, dietroal quadro del giovane commendatore e aveva scoperto che c’era unavecchia cassaforte a codice. Gabriele aveva altre volte faticato a scoprire il

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codice per aprirla, e alla fine provò ad indovinare il codice, ch’erano glianni dello stabilimento e da aprirlo soddisfatto. Ed ora assieme al tenente Santi, prendere finalmente i tanti documentiriposti all’interno e un po di euro che potevano servigli per lo spostamentoed eventuali spese da fare: < Con questi documenti tenente, avremo risoltoil grave problema di truffe e furti, a scapito del padrone ormai trapassato.Ma immagino che avendo senz’altro capito che la moglie lo tradiva, hamesso al sicure queste prove tangibili. Con una annotazione, che ancoranon ho ben capito a cosa si riferisce. (Dopo quindici mesi sarà definitivala faccenda?) così era ed è scritto per bene sull’agenda? > si spiegavaGabriele al tenente attento, tentando di spremersi le meningi a ricordarequalcos’altro. Nel riprendere a dire: < Sa tenente, sarà meglio che questidocumento li portiamo da un’altra parte e non in procura, qui alla Spezia.Io non mi fido troppo? Quel mafioso conosce troppa gente, e gli devonosenz’altro dei favori, da avere un sacco di tirapiedi un po’ dappertutto.. > sispiegò dubbioso e sicuro Gabriele al tenente attento. < Già ha ragione. Evitiamo che la mafia locale abbia dei tirapiedi dentroai tribunali e possano aver corrotto dei giudici e metterci il bastoni fra leruote, da far sparire queste tangibili prove ritrovate. > si spiegò Santi a suavolta dubbioso, sul futuro della città troppo maltrattata. < Già! Ha più che ragione.. Anzi prima direi di fare delle copie deidocumenti importanti e tenerci gli originali, in caso di possibili disguidi aigiorni nostri? Tutto è possibile.. Accidentaccio l’ingordigia! > sbottò. < Ho una persona fidata, dove possiamo fare le fotocopie e nascondereil resto, in attesa di proporle dopo al magistrato giusto.. > concordò iltenente che si stava divertendo a scoprire le tante magagne attorno alla suacittà per bene. Discutendo che al momento giusto, le copie li avrebberoconsegnati alla procura generale di Genova da visionare e finalmentepoterli incastrare tutti quanti i furbetti che si spartivano favori e soldiraccattati dai loro traffici illeciti con gli affigliati in regione.

Già prima in auto il tenente si spiegava, che aveva avuto delleinformazioni dai colleghi di Desenzano e a loro volta avevano fatto delleindagini, da scoprire che il commendatore Franco Gasprini era statobuttato in acqua. Da una denuncia accantonata e non veritiera, messasubito a tacere, non si sa da chi gestiva la faccenda a quel tempo. Erapervenuta una segnalazione da un’imbarcazione che aveva visto degliuomini sulla barca a vela descritta, e buttare qualcosa di grosso in acqua e

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invece dal verbale rilasciato dopo ad altri agenti, risultava che si erarovesciata la piccola imbarcazione da gara e poi raddrizzata daglioccupanti, mentre il padrone purtroppo era per bene annegato. Era ciò cherisultava al momento, e il tenente, avrebbero chiesto la documentazionedel patologo e vedere se coincideva ai fatti, ed era veramente annegato oera stato ammazzato prima? Era ciò che il tenente aveva spiegato prima inauto al giovane ingeniere Tonelli, le sue ricerche sulla morte delcommendatore Franco Gasperini titolare della cosmetici spezzina e mortoil 20 luglio del 2018 in barca a vela, sul lago di Garda.. Gabriele apprezzava tale ricerche del tenente Santi. Da dedurre che luiaveva visto giusto, la vedova stava facendo un po’ troppo la furbetta e lemoine con lui, erano solamente per tenerselo buono e dalla sua parte, finch’è gli serviva. Nel provare a dire al tenente: < Bisognerà Tenente,contattare il notaio Fazio Bartolin. La padrona continuava ad insistere daavere delle risposte dal notaio e per cosa? Forse nel testamento già redattomolto tempo prima dal povero Gasperini e magari aveva messo delleclausole, che alla signora forse, non andavano bene da tentare dicambiarle. Ecco l’insistenza a spronarlo a muoversi e poter vendere tutto efilarsela lontana con l’amante istrione... Immagino? > condensò Gabrielealla veloce, mentre stavano caricavano l’auto con i diversi volumi e agendedel povero commendatore Gasperini, rinvenute del suo nascondiglioufficio segreto, la sotto il palazzo antico dell’industria Gasperini. Il tenente Santi, stava a sua volta rimuginando sui quesito sorti e provava achiedere al giovane ingeniere Tonelli: < Tonelli. Lei pensa che ancora nonhanno aperto il testamento del defunto Franco Gasperini. Allora ci saràqualche cavillo da risolvere, come consorte e unica ereditiera? > < Dell’apertura del testamento non sono al corrente. Però ho trovato inquesti documenti e mi sembra di aver notato, che il padrone aveva fattouna specie di polizza assicurativa con una banca svizzera a Berna? > < Pensa veramente che ci sia dell’altro? >Si erano fermati sul viale a chiacchierare e discutere sui fatti da sbrogliare,erano talmente presi dal discorso che si erano scordati di essere nellaproprietà della ditta cosmetici e alla fine si ripresero da controllare erisistemare tutto per bene senza lasciare traccia del loro passaggio nellasede centrale cosmetici. Chiudere per bene ogni cosa e riattivarel’antifurto, da tenersi la chiave in evenienza per il futuro, se occorreva farealtre intrusioni all’interno dello stabilimento in procinto tra breve, acambiare padrone e lasciare gli affezionati operai senza lavoro e paga,

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oltre le pensioni che a Gabriele sembrava essere stata dimezzata. Da dar da pensare e discutere se la padrona pagava avanti i contributi per ipropri dipendenti. Era tutto da rivedere e controllare per bene i tantiregistri. Gabriele stava spiegando che prima dell’arrivo della signoraAdele, era lui che controllava e pagava i dipendenti e il dovuto deicontributi allo stato per arrivare al pensionamento. La dovuta pensionespettante agli operai della ben avviata produzione di cosmetici spezzina.Purtroppo Gabriele, aveva notato che la signora Adele Lock, dopo averpreso in mano le redini della ditta, aveva per bene ridotto il dovuto aidipendenti, facendo vedere al inps, che i lavoratori lavoravano di meno epertanto la paga era dimezzata, anche i contributi. Mentre agli operaisembravano esatti i contanti ricevuti a loro, fuori busta e spiegando perproblemi di fondi bloccati dallo stato alla morte del marito: < Tutte balle!La padrona e il suo amato cugino tutto fare, avevano manomessi efalsificato gli scontrini dati ai dipendenti e alla fine risulteranno giornipersi e lavorati gratuitamente. < Sembra una truffa ben congegnata e perben nascosta ai dipendenti e all’Inps, proprio di facciata. > concordavanoassieme, discutendo avanti come e dove sistemare qui documenti preziosi.

Poi con decisione mettersi in auto e pronti a partire, da provare a dire iltenente Santi a Gabriele: < Sarà meglio non aspettare altri giorni e domani,andremo a parlare con il notaio Fazio Bartolin, da capire per bene, cosaconteneva il testamento redatto nel suo studio anni addietro? > < Ha perfettamente ragione tenete! Sarà meglio battere il ferro fin ch'ècaldo. Poco ma sicuro! > concordò Gabriele.

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Capitolo Ottavo

Il tenente Santi, trovava una sistemazione provvisoria al momento perquei documenti da nascondere, da lasciare i due scatoloni dai genitori disua moglie, in periferia. Un posto tranquillo, in attesa di sbrogliarel’intricata matassa bollente, nel dire poi al l'ex direttore: < Tonelli leiprenda la mia auto e torni dai suoi a Lerici, le do un cellulare per i suoi,così ci teniamo in contatto con i suoi nel vostro nascondiglio. E con quellamazzetta di euro comperi qualcosa da mangiare, nella vostra ghiacciaia alfresco... Vada che saranno in pensiero. A domani! > < Grazie tenente! Allora a domani la richiamo.. > da montare sull’autoe sperare di non essere fermato da altri agenti o carabinieri per strada. Almomento doveva risultare tutti morti. Disintegrato! Gabriele arrivo a Lerici ormai giorno, camuffato con tanto di occhialiscuri, da fermarsi in un negozio e prendere del pane, dolci e una bottigliadi spumante. Da arrivare vicino casa e passare per un curioso turista, datrovare ancora i pompieri e carabinieri a frugare il perimetro dello scoppio,ma da lasciare un sacco di dubbi, non erano ben sicuri se era stataveramente la bombola di gas propano a fare un tale disastro? Erano le vociche circolavano la attorno. E come tanti curiosi a fare delle foto con ilproprio cellulare, a riprendere il disastro. Anche Gabriele aveva notatodelle facce sospette attorno a curiosare e ne approfittava a fare altrettanto,li riprendeva da mostrarle poi al tenente se per caso li conosceva? Gabriele con la borsa della spesa, che pareva pronto a sfamare ifamigliari, da sembrare proprio un turista, che torni al suo motel pocolontano. Mentre aggirava la collinetta e si portava all’ingresso della lorogrotta e prima d’entrare guardarsi bene attorno e vedere se qualcunol’avesse notato da seguito. Ma tutto era tranquillo e allora spostò ilrampicante sulla vecchia porta ed entrò dentro, chiamandoli: < Sì, sonoarrivato. Sono io! > da trovarli accantucciate sul fondo, ancora spaventati,ma alla sua presenza riprendersi risollevati: < Meno male che sei tornatofigliolo! > lo ringraziò la mamma commossa. Luisella dal canto suo, era rimasta ancora frastornata, disperata con lemani tra i capelli scompigliati dalla disperazione, di essersi trovata inmezzo senza saperlo a quella tragedia senza nemmeno immaginarselo. Eraveramente rimasta frastornata e spaventata a morte.

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Senza avere altre notizie buone. E alla vista del suo uomo, da corrergliincontro, buttandogli le braccia al collo, con le lacrime agli occhi, dallafelicità ritrovata, nel rivederlo ancora vivo e non morto comes’immaginava prima tra se, troppo disperata a pensare diversamente. Iltroppo dolore l’aveva annientata da pensare male. L’amava troppo, per perderlo appena ritrovato il suo unico amore, natoplatonicamente da anni e ora ancora illibata da spaventarla tremendamentetanto in avvenire. Dopo tutto in quel modo così barbaro del loro primoincontro, dove sembrava essere già stroncata prima dell’inizio la lorobreve relazione, nel provare a dirsi da sola: “In cuor mio l’amo troppo perperderlo, senza potergli dire ancora una volta, t’amo tanto amore!...” Gabriele se la stringeva con affetto e amore, baciandole le lacrime che lerigavano il viso. Mai come in quel momento sentiva veramente il piaceredi sentirla accanto e la desiderava fortemente, mentre i baci non sicontavano più dalla quantità espressa con il cuore. Poi alla fine si ravvedea salutare i suoi cari in apprensione, dal chiedergli e sapere cos’era poicapitato la fuori alla loro casa: < Gabriele cos’è successo la fuori, dopo ilgrosso botto sentito? > Gabriele con un leggero sorriso, provò a raccontarecon calma ciò che aveva visto e fatto assieme al tenente di polizia. Mentrepassava la borsa alla mamma per togliere il pane e dei dolci e una bottigliadi spumante per festeggiare la loro salvezza: < Va tutto bene! Penso che unbrindisi ci vuole adesso. Anche nelle circostanze avverse. Presto usciremoda qui dentro. Le forze dell’ordine stanno preparando un bel rastrellamentoe prendere nella rete anche i pesci grandi. Mi dispiace che per causa miaavete avuto la casa distrutta completamente.. Mi dispiace tanto.. > sirammaricò dispiaciuto Gabriele i suoi più che comprensivi. < Tranquillo figliolo! Prima la salute, poi penseremo al resto. > concordò

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papà Anselmo: < Sì, ho visto stanotte cos’hanno fatto?.. Sono uscito e hovisto il casino che hanno fatto quei figli di puttana! Che bastardi! > sbottòincavolato papà Anselmo, distrutto dal dispiacere di aver perso tutto. < Tu sei andato fuori stanotte!? Mi ero appisolata accanto a Luisella enon ti ho sentito.. > lo rimproverarlo mamma Francesca. < Dovevo almeno vedere che cavolo hanno fatto alla nostra casa. Ah! > < Tranquilli. Ormai il danno è fatto. Vorrà dire che la costruiremomeglio di prima. > confermò Gabriele, stringendo la sua donna accanto. < E con quali soldi? Quei tre soldi in banca, li avevo già impegnato perristrutturarla.. Invece adesso possiamo andare a dormire sotto i ponti. Nonabbiamo più niente! > contestò Anselmo adirato. < Vorrà dire che ci arrangeremo qui nella grotta. > provò a diremamma Francesca, tentando di preparare qualcosa da mangiare. < Con quelle tre tavole faremo i letti e per fortuna l’acqua non manca.Pertanto non possiamo dire di morire di sete. Essì, questa proprio non cel’immaginavamo una tale tragedia. Per le mie statue! > sbottò incavolatopapà Anselmo: < Certamente c’è l’assicurazione. Ma non prevede scoppidi ogni genere e pertanto crack! Belle che fregati siamo... > < Devi aver pazienza papà! Qualcuno pagherà dopo, che avrò presentatoi tanti documenti che comprovano l’infiltrazione della malavita locare atentare di truffare il prossimo e ammazzare un sacco di gente innocente.Speriamo di trovare il giudice giusto che sappia valutare bene la faccendaed avere poi la risposta veloce, di chi pagherà i nostri danni dopo... > < Mah! Speriamo bene. Finché non ho i soldi in mano non mi fido dellebelle parole, Vedrà, vedremo, ecc…? Ah! > sbotto Anselmo, prendendo ilbicchiere in mano e dire: < Dai, beviamoci sopra al momento. Finchésiamo salvi. Vorrà dire che ci rimboccheremo le maniche.. Acc.. denti! > < Sarà meglio che vada, devo riportare l’auto al tenente. Sperando chenon sia a sua volta controllato. Purtroppo la malavita locare a le mani inpasta dappertutto. Perciò dovremo sbrigarci a fare diverse interviste esopralluoghi e scoprire l’inghippo principale. Vi lascio questo cellulare chemi ha dato il tenente in caso di bisogno. Con in po’ di Euro presi inprestito. Vado, un caro bacio a tutti voi. Vi voglio bene. Ma miraccomando restate qui al sicuro e presto risorgeremo vincitori. Ciao! >stringendosi la sua ragazza da baciarla con passione: < A presto amore! >poi un abbraccio alla mamma Francesca in lacrime e via fuori dalla loroghiacciaia etrusca nascosta dal sempreverde, sotto la collinetta centenaria.

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Capitolo Nono

Gabriele aveva lasciato l’auto nel piazzale del piccolo motel, pocodistante da loro, da salirci sopra e via deciso verso La Spezia, mentretelefonava al tenente per incontrarsi e mettersi d’accordo sui loromovimenti divenuti assai segreti con un sacco di spie attorno.

Gabriele arrivò alla Spezia ormai pomeriggio inoltrato, da incontrarsi conil tenente e andare a parlare subito con il notaio Fabio Bartolin. Lo trovarono ancora nel suo vecchio studio indaffarato, da farli entrareappena presentati come agenti di polizia i borghese: < Buona sera dottore!Sono il tenente Antonio Santi della polizia investigativa e l'ingegnereGabriele Tonelli. Stiamo investigando sulla morte del commendatoreFranco Gasperini. Titolare della “La cosmetica Gasperini” Dove ci risultach’era un Vostro assistito nelle sue pratiche testamentari, Vero? Lei comesuo notaio di fiducia. Insomma per farla beve la vedova Adele Lock inGasperini ha già avuta la spettante eredità del marito? > < La vedova Lock vi ha incaricato voi a venire qui a sollecitarmi chemi sbrighi con la lettura testamentaria. Mi sembra che gli avevo spiegatoper bene che nel testamento, doveva essere aperto dopo 15 mesi dalla suamorte, anche in circostanze non chiare. Cosi aveva voluto il povero dottorFranco Gasperini. E ancora non è trascorso tale tempo. Poi effettivamentetutte le pratiche sono depositate e in mano alla banca Svizzera di Berna.Pertanto la signora dovrà aspettare cosa gli ha lasciato il povero maritodeceduto sul lago di Garda. > si spiegò, un po’ incavolato per l’insistenza. < Perciò, dottor Bartolin, quando verrà aperto questo testamento? > < E’ fissato l’appuntamento per questo giovedì in banca a Berna, datrovarci la tutti quanti e aprire le volontà del defunto.. Potete riferire allasignora Lock. Che è inutile insistere. Giovedì a Berna saprà cosa le aspettadi eredità. E’ una continua insistenza, ogni due giorni a sollecitarmi disbrigarmi, accidenti che premura! > brontolò l’anziano notaio. < Ma guardi dottore, che noi non siamo qui per conto della vedova. Mabensì stiamo indagando sulla morte del marito, ed è tutt’altra cosa. > < Perdonatemi. Ho capito male. Ma è un continuo a rompere.. Allorapenso che verrete anche voi a Berna all’apertura del testamento come darichiesta dalla volontà del defunto dottor Franco Gasperini? >

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< Senz’altro ci saremo dottore! La giustizia farà il suo corso e presenzaall’apertura testamentaria e da capire per bene la volontà del defunto,deceduto abbastanza malamente e misteriosamente, la sul Garda?.. > < Giusto bene la vostra presenza qui. Non serve che vi mandi unavviso di presenza. Lei signor Gabriele Tonelli era ed è una persona difiducia nell’azienda Gasperini e pertanto dev’essere presente all’aperturatestamentaria. Così aveva richiesto e messo in calce a suo tempo, ilcommendatore, dottor Franco Gasperini. Ha compreso, non può nonesserci all’apertura testamentaria a Berna. D’accordo! Mi raccomando, alleundici puntuali! > li sollecitò il notaio. < Tranquillo dottor Bartolin, ci saremo a Berna all’apertura.. Arrivedercie grazie per la delucidazione sui fatti. > rispondeva il tenente incuriosito datale richiesta nel guardare in viso Gabriele, un po’ sorpreso, che il poveropadrone lo voleva all’apertura del suo testamento e per giunta in Svizzeraalla banca Elvetica a Berna. Lasciato lo studio del notaio, andarono da un conoscente a fare lefotocopie dei vari documenti compromettenti, in attesa di vedere losvolgimento dell’apertura del testamento tanto atteso in Svizzera. Poi Gabriele nel mettersi d’accordo col tenente Santi, che avrebbero presoil treno da Genova due giorno prima, da trovarsi poi giovedì mattina, aBerna alla banca centrare Elvetica e scoprire cosa aveva lasciato poi allamoglie, dopo quindici mesi di pena ad aspettare la sorpresa? < Senz’altrosarà presente la donna all’apertura del testamento espresso dal poveromarito defunto. Gli prenderà un colpo, nel vedermi ancora vivo. > < Dobbiamo stare all’erta. Potrebbero esserci degli scagnozzi del bossa vegliare la donna in banca e che torni poi a casa con il malloppo. > Intanto in questura a La Spezia il capo questore dopo un bel colloquio eresosi conto sui fatti, raccontati dal suo ufficiale di sostegno, il tenenteSanti. Pertanto aveva dato dei permessi di ferie al tenente Santi da esserelibero di muoversi e recarsi all’estero. Oltre far sapere in questura che glioccorreva un po’ di riposi dopo dei buoni risultati avuti nelle indagini esvariati arresti, non troppo di prestigio, ma era pur sempre qualcosa...

Gabriele si era camuffato a y-pie un po’ trasandati da essere confuso,senza immaginare fosse ancora vivo, invece che morto nel botto a Lerici.Da affittare una stanza in una pensione trasandata. Perciò mantenendo unacerta distanza, aveva notato che cerano delle auto e individui a piedi chepedinavano il tenente in borghese per la città. Da telefonagli e avvisarlo

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che era per ben controllato. Comunque restavano d’accordo che siavrebbero rivisti alla stazione di Brignole a Genova, avendo lasciato dettoprima in questura, che sarebbe andato un po’ di giorni a trovare i suoi aTortona e rilassarsi un poco stressato. Da supporre che avrebbero smessoal momento dal seguirlo, aspettando il suo rientro a La Spezia dariprendere servizio in questura e fare in suo dovere da sbirro.

Frattanto Gabriele cambiando continuamente indumenti, presi da unamico venditore di cose usata, con tanto di occhiali e purillo da basco intesta, da poter confondere la sua presenza per le vie della città e poterseguire il tenente, da tenerlo informato su chi lo seguiva, fotografando ipiù sospetti, da avere alla fine un bel po’ di foto di persone pocoraccomandabili, nell’ambito della malavita locale spezzina…

Finalmente al martedì prendere il treno per Genova e poi al cambio aBrignole, incontrarsi di nascosto con il tenente Santi e salire sul treno perMilano e scendere a Tortona tutte e due, come da programma fatto eandare a casa dai parenti del tenente e assieme passare la notte e nellamattinata di mercoledì passare prima in un negozio d’abbigliamentomaschile e con quei soldi del povero padrone raccolti dallo scantinatoprendersi dei vestiti completi per tutte e due da arrivare a Berna e fare unabuona presenza. Poi riprendere il viaggio sull'Intercity del pomeriggio,diretto in Svizzera, con un breve sosta a Milano e poi via su verso ilSempione al confine svizzero e arrivare a Briga, dove si fermarono apernottare. Al mattino seguente riprendere il viaggio sui treni panoramicisvizzeri per arrivare a Berna la capitale in perfetto orario. Il viaggio fino dal quel mattino in partenza da Briga era stato piacevole ilpercorso e senza intoppi da guastare, diciamo la passeggiata. D’ammirare il percorso tra i monti svizzeri, sui quei treni panoramici delleferrovie elvetiche, al mattino presto al sorgere del sole era veramente unspettacolo piacevole e gratuito, da poter arrivare a Berna alla famosa bancaCentrale Elvetica, entro le undici del mattino di giovedì 20 luglio del 2019.

il treno Glacer Express percorreva veloce i tunnel e viadotti, attraversandole ampie valli, tra le alte montagne svizzere, e in breve tempo arrivare aBerna la capitale puntuali. Da provare a dire il tenente: < I treni d’oltralpesono come gli orologi svizzeri, viaggiano sempre in perfetto orario. > < Già, hai perfettamente ragione Antonio santi! >

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Finalmente all’arrivo a Berna, in perfetto orario, da perdere un momentoper prendersi un caffè all’italiana, in un bar che reclamizzava l’Italia emancava a loro l’aroma giusta e poi prendere un taxi e farsi portare allabanca Centrale Elvetica da arrivare all’ora prevista, puntuali.

Da trovare poi all’interno nell’atrio, il notaio Bartolin e la signora AdeleLock in Gasperini. Che alla vista del suo ex direttore la in banca, dapensare che stravedeva e dall’ira nel dire tra se incavolata: (è ancora vivo),stupita da sola. Andando in escandescenza, da far voltare chiunque si troviin banca per le sue esternazioni espresse da bassifondi: < Cosa fa quiquell’accattone di un mio dipendente licenziato? Non lo voglio alla letturadel testamento di mio marito. Fuori di qui! > sbraitava sdegnata.Prontamente il notaio Bartolin, riprendeva la donna esageratamente agitataper la presenza del direttore Tonelli. Da ricordarle, che l’azienda fino aprova contraria era ancora del marito, fino alla lettura del testamento.Pertanto il Tonelli era stato inserito nel testamento, dal defunto marito.Perciò doveva rimanere tranquilla e ascoltare e digerire il rospo. Mentre ildirigente bancario che avrebbe poi aperto il plico del testamento e scoprirele volontà del defunto testatore. Nel dire asciutto il direttore bancario unpo’ seccato per la scenata provocatoria: < Come direttore di questa illustrebanca Centrale Elvetica, mi appresto ad aprire il plico, consegnatomi dalnotaio Fazio Bartolin, a suo tempo e racchiude in esso le ultime volontàdel defunto dottore Franco Gasperini. La clausola era di aprirlo soltantodopo 15 mesi, dalla morte del testatore. > pertanto con diligenza, il

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direttore rompeva i sigilli e tirava fuori diversi fogli redatti dal notaiopresente, riprendendo a leggere le motivazioni scritte in calce: < Ho volutotardare la presentazione di queste mie volontà, per vedere se mia moglie sisarebbe ravveduta nel frattempo e deliberatamente confessi di avere unamante, il signor Turi Doviglio. Che da tempo mi ha sottratto denaro a modi estorsione, ricattandomi se non avrei pagato, avrebbe prima sfregiatomia moglie e poi dato fuoco alla mia fabbrica di cosmetici. Per paura hopagato continuamente per salvare l’azienda e i miei dipendenti. Ma non eraabbastanza e non so come andrà a finire la faccenda. Temo che non ci saròpiù per vedere la fine di tutto. Fidavo sempre nel rinsavire di mia moglieAdele. Ma a quanto sembra non si è ravveduta, anzi, sempre di piùprepotente e insaziabile di soldi, fingendo di essere ricattata, invece è alcontrario, complice con l’amante mafioso... > l’urlo della donna a fermareil direttore dal proseguire, nel tentativo di andarsene via sdegnata, mabloccata dalla sicurezza interna a dover resta e sentire il seguito. Mentre iltenente Santi e Tonelli si stupivano di tale denuncia messa bene in luce dauna vittima dei soprusi perpetrati dalla moglie e l’amante istrione, ilfaccendiere facoltoso che spadroneggiava pesantemente in Liguria. Mente il direttore imperterrito continuava a leggere le ultime volontà delpovero Gasperini: < Come ultima postilla espressa dal testatore sano dimente, che denuncia e propone che la sua intera azienda vada al suo fidatodirettore Gabriele Tonelli, che condurrà lo stabilimento con dedizione.Come l’ho creato anni addietro e voglio che il giovane Gabriele Tonellisegua le mie orme. Grazie, per avermi servito sempre bene e con stima efiducia. Qui in questa banca svizzera ho riposto altro denaro ben lontanodalle grinfie di mia moglie Adele e compagni, per niente riconoscente arinsavirsi, nell’averla tirata fuori da un bordello genovese. Peccato, a leiaspetterà soltanto il carcere come ricompensa. > concludendo il direttore aipresenti: < Signori queste sono le volontà del defunto e la polizia elvetica,trasferirà in Italia la signora Adele Lock. La consegnerà alla poliziaitaliana, per essere complice di questo mostruoso delitto, oltre appropriarsidei beni altrui non ancora intestati a lei... Peccato! > terminava seccato ildirettore Franz Gruber. < Caspiterina! > sbottò il tenente Santi. Guardando l’amico Tonelli, checon fatica faticava a connettere tutte quelle cose e lui era di colpo diventatoil padrone dell’industria cosmetici spezzina: < Non l’immaginavo! >sbottò sorpreso Gabriele più che mai dalle sconvolte circostanze capitate:< E’ stata proprio una difficile conclusione.. Che casino è saltato fuori! >

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Mentre il tenente provava a risollevare l’amico: < Però! Ora non più solodirettore, ma il padrone. Te lo sei meritato con dura fatica, questo posto diprestigio, amico! In verità ho temuto che non avresti visto la fine.. > < Già! Questo è più che vero.. Comunque sono contento di poteraiutare i miei colleghi, anzi dipendenti adesso. Acciderba! > Mentre i dirigenti bancari aspettavano che il giovane e nuovo proprietariofirmi un sacco di scartoffie, come loro nuovo cliente ed erede, proprietariodi una industria italiana, che aveva un buon capitale depositato nella lorobanca Elvetica. Gabriele rivoltosi commosso all’amico: < Amico Antonio, non so comeposso dirlo a casa, che di colpo sono diventato il padrone dell’azienda.Accidenti che casino! Chi se lo immaginava? > esternò. < Il povero dottor Gasperini aveva visto giusto in te, come suo dirigente.Vai tranquillo hai un percorso duro davanti, ma so che ci riuscirai. Adessodevo chiamare il questore e dare ordini precisi per arrestare il boss TuriDoviglio. Ci sono le prove e i relativi assegni forniti per il ricatto efotocopiati prima di consegnarli al committente ricattatore. Dai vai a farele tue tante firme per assumere l’azienda come nuovo padrone. Auguriingeniere Gabriele Tonelli! Appena lo sapranno farai felice i tuoidipendenti in apprensione. > lo rassicurò Santi contento. < Già! Dovrò rimboccarmi le maniche. Devo telefonare a casa.. > Nel frattempo uno stuolo d’impiegati si apprestava a redigere la nuovalinea a stendere i vari verbali da far firmare al nuovo cliente dellaprestigiosa banca Centrale Elvetica. Da mettersi tutti attorno ad un tavolo epassare diversi fogli da firmare all’ingegnere Gabriele Tonelli, eredeuniversale del defunto Franco Gasperini, e della suo prestigiosa industriadi prodotti di bellezza: (La cosmetica Gasperini) con sede e produzione aLa Spezia in Italia... Da visionare ogni clausola e accettare il lascito.

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Al termine della bibbiosa trafila, di firme e carte a concluderel’accettazione e andare con i dirigenti banchieri a festeggiare al ristorantedi fronte alla banca la presenza di un nuovo cliente, che ha accettato dirimanere nella loro banca con il proprio capitale, di svariati milioni di eurogià depositati e a sua completa disposizione. Alle sei di sera, lasciavano il lussuoso ristorante dove avevano partecipatoal rinfresco con tanto di caviale tartine e dolci, offerto dalla banca al nuovocliente rimasto con loro. Gabriele aveva già prima chiamato i suoi parenti ancora imbucati nellaghiacciaia etrusca a Lerici nell’avvisarli: < Ciao! Come state?.. Luisellametti in viva voce il cellulare da far sentire ai miei ciò che vi dico a tuttivoi.. Scusatemi se ho tardato nel chiamarvi prima... Ma volevo per beneessere sicuro di ciò che vi espongo e la fortuna che ho avuto qui inSvizzera... Cosa è successo ancora?… No tranquilli tutto bene qui... Ilsignore Gasperini mi ha fatto suo unico erede e pertanto la produzione dicosmetici Gasperini, continuerà ad essere nostra e non francese… Cosa!Da rassicurare tutto il personale che nessuno sarà licenziato, anzi cisaranno altre assunzioni, con le nuove direttive dell’azienda. Il sottoscrittoe intende migliorale la nostra ben avviata azienda e i soldi ci sono e tantida poter oltretutto ricostruire la vostra casa distrutta dai balordi criminali..In questo momento il tenete Santi, ha già impostato alla Spezia una vastaretata e catturato personaggi di spicco e verranno tutti arrestati. Il defuntoGasperini da anni aveva accumulato le tante prove da incastrarli tutti….Pertanto devo ringraziare il buon dottore Franco Gasperini, che mi hascelto per continuare la sua strada ben avviata... Adesso vi lasci ho ancoraun sacco di cosa da fare qui in Svizzera... Ciao a tutti voi e un grossoabbraccio amore mio…. Auguri da noi qui nella ghiacciaia. Augurifigliolo!... Grazie per i vostri auguri!…. Allora ci sposiamo amore!? ..Certo che ci sposiamo appena torno a casa... Ti amo tanto Luisella! >rispose quasi urlando dalla felicità, che aveva in cuore Gabriele. Mentre prenotavano due stanze all’hotel la vicino e riposare dallo stressaccumulato e al mattino dopo, rientrare in Italia con l’intersity per lariviera ligure e approdare a Genova verso sera. Un auto della polizia era ad attenderli da riportarli alla Spezia i vincitoridel round contro la malavita per ben infiltrata in Liguria.

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Capitolo Decimo

Intanto dagli uffici della questura alla Spezia, erano già stati diramatiordini di arresto per un bel po’ di furbastri che nell’ombra raccoglievanomilioni da spartirsi tra loro. Ma anche tra bande avversi, gli aiuti nonmancavano da permettere di avere diversi settori da controllare, ma poipretendevano una certa ricompensa tra bande accordata prima. Ma c’erasempre anche nella malavita chi faceva il furbo e la voce grossa a calmarei più deboli ladruncoli, che protestavano. Ma stavolta il commendatoreTuri Doviglio aveva esagerato, tentando di fregare i compari e incolparli ditroppe cose storte, da avere una loro ritorsione contro e da decidere chesarebbe stato il nuovo capo sulla costa ligure a comandare.

E non si sa bene come sia successo, ma sta di fatto che il grossi yachtdell’imprenditore Turi Doviglio, che viaggiava tranquillo vero la Sardegnaall’improvviso saltava in aria con gli occupanti a bordo e nessuno si èsalvato da affondare troppo rapidamente. A qualcuno non gli stava bene le direttive non concordate prima ecambiate dopo, da ricevere una dura lezione, il mare non perdona.

Alla Spezia dopo gli avvenimenti scabrosi capitati in alto mare, con ilgrande yacht saltato in aria, di proprietà del famoso boss Turi Doviglio,ch’era colato a picco rapidamente. Pertanto erano tutti in fermento gliaffigliati, capendo che erano stati messi alle strette con vaste retate dalla

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polizia e carabinieri. Oltre gli arresti di personalità per ben nascoste daessere fermate e interrogate, immischiate con la malavita locare a lorovantaggio. Anche il nucleo investigativo dei carabinieri, che furono i primaad arrivare sul posto a Lerici, alla casa saltata in aria, per una fuga di gas. Icarabinieri della scientifica avevano riscontrato, senza far sapere esegnalare alla stampa ciò che avevano scoperto, di aver trovato unframmento di granata militare e pertanto non poteva essere la colpa dellabombola del gas di casa, il botto? E appena pochi giorni dopo, in un vastorastrellamento attorno, trovare in un casolare tre le colline, un suv nero,carico di armi e un lanciarazzi. Da dedurre che gli occupanti di quelcasolare nascosto erano gli stessi che avevano fatto saltare la casa deisignori Tonelli a Lerici, eseguendo l’azione per conto terzi. Da arrestarlitutti per tentato omicidio, ad ignari cittadini periti nel disastro colposoprovocato da quelle bande in conflitto tra loro per avere il controllo.

In tutte quelle notizie che apparivano in televisione e sui quotidiani,risaltava l’arresto in Svizzera della signora Adele Lock, vedova Gasperini,arrestata a sua volta per aver tramato e fatto assassinare il proprio marito,nel tentativo di sottrarre i beni e la famosa fabbrica di cosmetici da anniimpiantata a La Spezia del povero marito e si apprendeva che era statoammazzato sul lago di Garda barbaramente. Da essere stata trasferita dallaSvizzera e racchiusa nelle carceri di Genova in attesa di giudizio. Ma almomento l’eredità non veniva ancora menzionata a chi spettava ad averla.L'ingegnere Tonelli aveva chiesto di astenersi a pubblicare tali notizie.L’avrebbe lui personalmente fatto sapere ai suoi dipendente a giorni.

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Gabriele e il tenente Santi rientrarono alla Spezia, in sordina, nonvolevano avere i cronisti tra i piedi, con interviste per accontentare ilpubblico curioso a sapere vite e miracoli sui fatti altrui già abbastanzaspaparanzati. Da prendere un’auto della polizia e farsi portare a Lerici. Erala prima cosa da fare, e far uscire i suoi dalla ghiacciaia, il pericolo era almomento passato, senza strascichi di sorta. Quando la pantera si fermo accanto alle macerie della casa, c’era ancoraqualcuno che guardava il posto sinistrato, curiosando attorno. Gabriele eSanti scesero dall’auto della polizia e andavano a cercare e salutare isignori Tonelli, rimasti segregati nella loro ghiacciaia per giorni, mentreGabriele li chiamava a voce alta: < Siamo arrivati! Potete uscire, miei cari.Il polverone sembra acquietato!.. > da vederli uscire fuori un po’ diffidenti,sebbene la sua telefonata li aveva rassicurati del pericoli passato. Datrovarsi ad abbracciarsi tra lacrime e baci: < Ben tornato figliolo!.. Vai! Latua fidanzata ti aspetta trepidante. Vai da lei, è troppo spaventata ancora. >consigliava la mamma preoccupata, dopo i primi abbracci sentiti. < Amore mio, di amo tanto! Non vedovo l’ora di riabbracciarti. Adessonon perderemo altro tempo ci sposiamo subito... Ti amo troppo! > concluseporgendo un mazzo di fiori per la sua donna, stringendola a se innamoratae lei faticava a dire qualcosa dalla tanta felicità accantonata nell’attesa.Guardando il mazzolino di fiori, nel dire finalmente tra la lacrime al suouomo: < Grazie dei fiori amore! Dio quanto ti amo Gabriele! > < Non vedevo l’ora di tornare a casa amore e abbracciarti forte! >

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< In tutte queste ore d’attesa ho temuto per la tua vita. Non riuscivo apensare diversamente. Ti amo tanto amore! > mentre appoggiava i fiori suuna cassa di legno, da essere libera ad abbracciare il suo amato Gabriele.Nel dire avanti: < Non vedevo l’ora che tornavi a casa. Insomma qui!Sebbene la casa dei tuoi è distrutta. Un vero peccato ciò che è successo.Hai promesso che la ricostruirai. Vero? Come sono contenta amore mio! >Continuava Luisella stravolta dalla felicità. Poi rivoltasi al tenente, intentoa salutare i coniugi Tonelli e dirle commossa: < Grazie tenente per avervegliato sul mio promesso sposo. Grazie veramente tanto! Lo amo troppoper perderlo, dopo che ho faticato e pregato tanto... > < E’ stato un piacere collaborare al suo fianco. Mi è stato di grandeaiuto e assieme abbiamo sventato un sacco di gentaglia da forca. Sonocontento che tutto è finito bene. Adesso vi lascio è vado da mia moglie cheda troppo tempo lo trascurata per lavoro. Mi mancano i miei figli. > < Tenente Santi, guardi che dovrà farmi da testimone al nostromatrimonio. Non può mancare a darmi ancora una mano e d’esserepresente assieme a sua moglie e i suoi figli. L’aspettiamo! > gli chiedevaGabriele più che contento di quel suo nuovo amico sincero. < Dovrò chiedere un permesso! Ma non mancheremo ad essere presential vostro matrimonio, quello di un amico sincero. Grazie per avermichiesto di far da testimone. Ci tengo. Ora vado a casa mi mancano i miei.Arrivederci! > montando in auto e via assieme i due poliziotti di scorta.Mentre loro lo salutavano alzando le braccia. E Luisella provava a dire alsuo uomo: < Ho parlato oggi con mia madre a Mantova, che ancora nonsapeva nulla di tutta sta storia che mi è capitata.. Insomma ci aspetta aMantova per conoscerti amore.. Sai una madre è sempre apprensiva eanche arrabbiata perché non lo chiamata prima. Ancora non ha capito chequi si rischiava la vita... Ma glielo diremo poi assieme a voce, Giusto? > < Tranquilla amore! Sistemeremo ogni cosa. Poi adesso sono il padronedel vapore. > sbottò a dire ridendo Gabriele. Mentre se la stringeva felicedi averla tra le braccia: < Quanto mi sei mancata amore! > Adessodovremo fare un salto a La Spezia e rassicurare i nostri colleghi, immaginosono tutti in apprensione. Aspetta chiamo in taxi e ci facciamo portare acasa nostra. Alla nostra azienda adesso. > l’informava serio. < Ma come faremo entrare dentro? Se la padrona aveva le chiavi?.. Letue e le mie e la mia borsa, sono saltate in aria in casa dei tuoi.. > < Amore dimentichi che adesso siamo noi i proprietari e ho sempre lechiavi. Quella di riserva raccattata sotto il tappeto. > rispose sorridendo.

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Capitolo Undicesimo

Alla Spezia i dipendenti della cosmetici Gasperini si erano tutti presentatidavanti allo stabilimento, pronti per entrare a lavorare come sempre.Sebbene le notizie erano scarse e temevano di trovare un avviso dilicenziamento, dopo le notizie che la polizia aveva arrestato la vedovaAdele Lock per assassinio. Ma ancora non avevano ben capito che è che aprirà e avvierà l’azienda, sesaranno i francesi o quei lontani cugini, i parenti del padrone da Mantova?Sperando sempre di rimanere a lavorare avanti.. Si erano presentati davanti al portone in attesa di sapere qualcosa dopo labufera capitata sulla ditta. E quella nave del boss mafioso, amico dellavedova era anch’essa saltata in aria e sembravano tutti morti? Era tutta unagrande confusione di notizie accavallate l’una sull’altra. Mentre Lorenzo ilbravo chimico, provava a fotografarli tutti a mo di ricordo, se chiudevanoveramente la loro fabbrica, almeno rimaneva una foto della loro amicizia.

Poi sul sorpreso, vedere arrivare un taxi e scendere il loro direttoreGabriele e la caporeparto cosmetici Luisella. Da farli esultare di gioiasperando siano loro che momentaneamente aprano lo stabilimenti dariprendere il lavoro. Nel chiedere infine sorpresi: < Ma, Luisella, Gabriele,voi avete le chiavi? Allora si riprende il lavoro come prima? Le notiziesono molto confuse. Insomma lavoreremo per i francesi o aspettiamo queilontani parenti da Mantova del povero padrone, che vengono loro aprenderne possesso della fabbrica, come eredi? >

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< Cari colleghi e amici. Restiamo calmi. Qui non verrà nessun’altro.Noi faremo andare avanti la baracca, così la vedova allegra la chiamava.Ricordate? Perciò da oggi la musica è cambiata e nessuno sarà licenziato enemmeno i francesi ci metteranno le mani sopra. Il povero signor FrancoGasperini, mi ha decretato suo unico erede e pertanto l’azienda “LaCosmetici Gasperini”, riprenderà a rivivere come un tempo, a produrre eservire i nostri fedeli clienti, con la sua antica produzione di svariatiprofumi di prestigio che i nostri chimici, voi sapete inventare. E dato ilmomento speciale, ne approfitto per comunicarvi, che presto ci sposeremonoi due e siete tutti invitati alle nostre nozze. Non potete mancare... > < Wauh!! Auguri! Ve lo meritate veramente.. Auguri ragazzi! > Da far esultare i tanti dipendenti presenti nel cortile dell’azienda, alla bellanotizia, oltre non perdere il posto di lavoro, dove per anni hanno dato illoro contributo da bravi operai coscienziosi. Poi oltretutto ed avere un carocollega e padrone a dirigere la loro amata fabbrica in buona armonia.. Da gridare di gioia all’impazzata oltre le lacrime per la commozione, deibravi dipendente, che da molto tempo con l’arrivo e la presenza dellapadrona Adele, aveva fatto perdere il buon umore e creare intrighi fasulli.Pur di farli scappare e vendere tutto e fuggire alla veloce all’estero, lei e ilboss mafioso, che stavolta ci ha lascito malamente le penne in mare. Poi all’interno della sala riunioni Gabriele prima di riprendere i lavoriintendeva fare un breve discorso: < Carissimi amici e colleghi, prima diriprendere ognuno il proprio posto e iniziare la nostra produzione, moltorichiesta sul mercato profumi, ma al momento con le stravolte circostanze,vi voglio far partecipe e pregarvi che presto andremo tutti a Mantova avisitare la sua tomba e a ricordare l’uomo, che cinquant’anni fa haimpiantato questa fiorente azienda, da onorarlo e ricordarlo come si deve.El paron, il signor Franco Gasperini. > da ricevere un prolungato battito dimani e approvare la decisione del nuovo padrone Gabriele. Inoltre nellegiornate in trasferta a Mantova, partecipare al nostro matrimonio, proprio aMantova la città nativa della mia futura moglie. Pertanto tenetevi pronti apassare un po’ di giorni fuori casa. Tutto a spese della ditta. S’intende. > < Veramente Gabriele, ci porti a vedere la tomba del povero signorFranco? Grazie per il bel gesto! E partecipi del vostro matrimonio. Alloratanti auguri, paron! > da riprendere ad ognuno il proprio posto di lavoro,con più amore di prima. Da sentirsi veramente una bella famiglia allargata.

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Capitolo Dodicesimo

Gabriele e Luisella, assieme ai genitori, erano arrivati all’inizio dellasettimana a Mantova, con una nuova auto, erano purtroppo sprovvisti dimezzi di trasporto. E finalmente incontrare i parenti della sua futura sposa.La madre la signora Giacinta era entusiasta della figlia che aveva trovatol’uomo giusto per accompagnarsi assieme. Tra abbracci e baci a salutarsicontenti: < Ben arrivati a casa nostra carissimi!.. Ti devo rimproverarefiglia mia, non mi ha mai detto nulla che ti sei fidanzata con un bel toso, eda quando vi conoscete? Non ci hai detto proprio nulla. E Allora?.. > < Tranquilla mamma! La storia è troppo lunga e complicata. Poi concalma ti racconteremo tutto. Lui è Gabriele il mio futuro sposo e loro sonoMamma Francesca e papà Anselmo, che abbiamo passato un po’ di notteassieme a tremare nella loro ghiacciaia etrusca di casa. > accennò. < Mah, cos’è sta storia.. Avete passato la notte nella ghiacciaia? > < Appunto, ed è per questo che la storia è lunga. Con calma te laracconteremo. Fammi salutare un po’ tutti della nostra famiglia. FratelloLuca e cognata Flora, che piacere rivedervi. E’ più di un anno che non civediamo. E i cari nipoti? Ormai grandi e sempre al lavoro, vero?.. > < E’ più di un anno che non tornavi a casa Luisella. > la rimproverò. < Ho accettato il tuo consiglio fratello di convolare a nozze nella nostravecchia cattedrale di San Lorenzo al Mincio. Allora hai pensato a tutto...Bene! Dobbiamo soltanto sposarci. Tutto pronto.. Mamma m’hai detto pertelefono, che mi hai preparato il suo vestito da nozze, da indossare. Devosolo provarlo se occorre qualche piccola modifica. In verità mi piacevamolto, guardando le tue foto del matrimonio con il povero papà... Avreidesiderato che mi accompagnasse lui in chiesa... Peccato! > borbottò,guardando il proprio uomo che stava dialogando con suo fratello e subitole rispondeva: < Ci sono io sorellina mia! Io ti accompagnerò all’altare! > < Grazie Luca! Mi sembra appena ieri, quando prendevo il treno per LaSpezia.. Il tempo è volato via e per caso ho incontrato Gabriele ed ètutt’altra storia. Divenuta un po’ avventurosa, ma alla fine l’amore a vintoda ripagarci dal tanto tribolare. Credetemi! > espose tranquilla Luisella. < Ma, cos'è sta storia che si è sentita in televisione ed è capitata dallevostre parto? > chiedeva mamma Giacinta, guardando i presenti. A quelpunto Gabriele provo a dire: < Se qualcuno qui prepara un caffè, gliracconteremo la nostra storia per intero.. Un po’ lunga, ma si può fare.. >

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< Per caso non centrate qualcosa anche voi? > chiedeva Luca. < Mah, veramente centrate qualcosa anche voi tutti, con quel casino cheabbiamo sentito dire alla TV? > provava ad immaginare la cognata Flora. < Carissimi parenti, da quel che vedete, noi siamo un po’ tutti coinvoltiin quel casino. Tra furti rapine e altro? Qui i miei genitori hanno avuto lacasa distrutta per colpa mia e hanno vissuti diversi giorni assieme aLuisella, nascosti in una grotta. La nostra ghiacciaio etrusca. Già! > < Cosa vai a raccontare? > chiedeva sorpreso Luca, da sedersi e nelsentire poi la faccenda spiegata per bene dai presenti, raccontando vita emiracoli capitato in Liguria e in parte centrava il povero paron il sorFranco Gasperini, titolare dell’azienda cosmetici. Che anni addietro erapartito da Mantova per La Spezia e aveva creato un piccolo impero, maconteso dalla moglie arrivista da spedirlo al creatore assieme a boss perprendersi lei ingorda il malloppo. E in tutto quel racconto sconvolgente, daarrivare all’ora di cena che ancora stavano ascoltando le mirabolantiavventure della famiglia Tonelli, con la casa saltata in aria. Da sentire unsacco di esclamazioni inorridite: < Oh, no!!.. Mio Dio! >

Poi finalmente lasciare in disposte le disavventure e mettersi a cenare inpiacevole compagnia, nell’invogliare a fare assaggiare le specialità dellaloro produzione casareccia: Salumi formaggi per antipasto ed un primo abase di agnolotti alla mantovana. In un giubileo festoso, a rianimare glianimi dopo aver sentito le tante disavventure capitate in Liguria.

Poi, finalmente dopo cena, decidere come sistemare gli ospiti per la notte,essendo rimasti tutti traumatizzati per la tragica storia e con il pericolo chequalcuno poteva lasciaci le penne per davvero in mezzo all’assalto. Nel sistemare e mettere i parenti dello sposo nelle stanze nuove della lorofattoria ristrutturata a nuovo. Da spiegare che poco lontano avevano unbell’allevamento di suini, e traevano dei prosciutti favolosi da mangiare.

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In cooperativa con altri allevatori della zona a produrre dell’ottimoprosciutto, coppe, mortadella e salsicce locali, con un buon guadagnodella loro produzione artigianale mantovana. Il fratello maggiore Luca e la moglie Flora con due figli Gino e Carlo, giàalti che lavoravano nella propria aziende famigliare, ben avviata, da essereabbastanza impegnati e da svolgere il lavoro con diletto oltre la scuola. Pertanto a quel punto il fratello Luca era a sua volta contento, nel far leveci del papà a sua sorelle, dopo la scomparsa del padre e orgogliosamentepoterla accompagnarla all’altare, sabato prossimo, era un dovere paterno,tramandato ai figli, nella loro dinastia famigliare e deve continuare.

Il giorno dopo era arrivato con la propria auto il Tenente Santi e la mogliecon i due figlioletti a far da testimone com’erano rimasti d’accordo. Dafelicitarsi a far le dovute conoscenze tra sentiti saluti e abbracci, con iparenti delle rispettive famiglie e alla fine, sistemarli nella grande fattoria,che presto diventerà un agriturismo. Con un piccolo appartamento persistemare meglio i figli piccoli un po’ stanchi del viaggio. Da allargare labrigati di amici e parenti in arrivo a congratularsi con i futuri sposi. Oltresentire le ultime notizie arrivata dalla Spezia, portate dal tenente e a riferireagli amici pronti per le nozze: < Con un’altra bella retata dell’altro giorno,abbiamo preso anche il boss del camorrista rivale, che nello sputtanamentotra loro si sono fatti prendere alla sprovvista e pertanto arrestati una buonafetta di criminali. Questo è l’ultimo resoconto. Ma adesso parliamo d’altro,vedo che qui avete una mentalità diversa, più famigliare da aiutarsi trafamiglie. Poi ho visto che i vostri parenti hanno un bell’allevamento dimaiali e un bel agriturismo in procinto di aprire al pubblico. Proprio bello!Luisella. Roba da far venire la voglia di ritornare da queste parti a fare leferie estive in campagna. > < Basta prlare con mio fratello Luca e ti può tenere una stanza libera.Per la prossima stagione estiva. In confidenza, mia madre ma detto che tifornirà del prosciutto, formaggio e salumi nostrani, oltre del panecasareccio locale, per far colazione durante il viaggio di ritorno allaSpezia. Hai fatto molto per noi. L’amico lo si vede nel momento delbisogno. Tranquilli non devi preoccuparti di nulla è tutto compreso. > < Per l’amor del cielo! Non c’è ne bisogno. Già tanto averci invitatialle vostre nozze. In verità ci tenevo. Mi devi scusare, vado di sopra damia moglie, ad aiutarla con i figli. Li porto a guardare il vostroallevamento del bestiame e farli camminare un poco. A dopo! >

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Più tardi il pullman dei dipendenti partito dalla Spezia al mattino prestoera arrivato a Mantova verso mezzogiorno del giovedì 20 luglio, doveavevano già tutto pernottato in un albero in città. Gabriele e Luisellaavevano faticato per trovare un hotel disponibile e avere stanze sufficienteper una trentina di persone e metterla a disposizione per i propridipendenti, in quei due giorni di permanenza contribuita. I soldi nonmancava da poter adoperarli almeno per una volta senza lesinare, per ilproprio personale di fiducia e ad onorare il povero padrone nella sua terranativa, ammazzato barbaramente dalla moglie assieme all’amante. Almenopoter andare tutti al camposanto nel pomeriggio e assistere ad unafunzione religiosa nella cappella di famiglia dei signori Gasperini. Gabriele e Luisella li attendevano più tari dopo aver pranzato a far daguida ai colleghi per quella città padana, situata tra i tre laghi. Fin già dapiccolina Luisella amava, ad andare con il padre a pescare nei tre laghi delfiume Mincio attorno alla città.. Ma dopo la perdita del padre Alfonso perun infarto improvviso, Luisella aveva perso quell’abitudine, e si eraimpegnata come commessa in un negozio di profumi in città, dove avevaconosciuto il signor Franco Gasperini, da chiederle se voleva andare a LaSpezia nel suo stabilimento di cosmetici, come consulente esperta diprofumi. Da accettare con piacere il trasferimento in Liguria. Pertanto almomento assieme ai colleghi lei faceva da guida in visita nella sua cittànativa, Luisella e il fidanzato, stavano sistemando un po’ tutti per unmaggiore sollievo a godersi la breve villeggiatura in valle padana. Nelmostrare le bellezze della sua città in mezzi ai tre laghi del fiume Mincio.

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Al pomeriggio dopo aver pranzato erano passati a prenderli e daaccompagnare i colleghi a fare una visita al camposanto a onorare ildefunto padrone Franco Gasprini, con una funzione religiosa dovuta. Contenti di aver visto la tomba di famiglia dei Gasperini, ma delusi, erasenza una foto, la moglie Adele non voleva vederlo in foto sulla tomba,raccontava Luisella che l’aveva saputo dal custode del camposanto. Dalasciare poi liberi i suoi dipendenti a cenare in hotel e godersi la città apasseggiare alla sera per il centro e curiosare o suoi negozi sotto i portici.

Finalmente al giorno dopo tutti vestiti a festa partecipare alla nozze delnuovo padrone Gabriele e la collega Luisella, e il rituale pranzo d’obbligoda quelle parti in una bella brigata allegra.Purtroppo al pomeriggio del giorno dopo saluti e abbracci, rientrare allaSpezia. Era il programma impostato per il viaggio a Mantova e rientrarealla Spezia e riprendere finalmente a lavorare, sotto la guida del giovaneGiuseppe l’esperto spedizioniere, ch’era ben contento di avere accanto lasua Maria, amica di casa di Luisella al suo matrimonio a Mantova.Pertanto al momento, era passato dalle spedizioni ad aiutante direttoredella fabbrica e a vigilare, in assenza del padrone, in luna di miele con lapropria consorte. Avevano deciso che sarebbero andati a Venezia ingondola, ove nessuno dei due era mai stato in laguna.

Nella grande fattoria di casa Franzoni erano tutti in fermento, per le nozzeda farsi nella vecchia cattedrale, di San Lorenzo al Mincio. Era unatradizione famigliare, dove anni addietro si erano sposati i nonni e dopomamma Giacinta e papà Alfonso Franzoni. Pertanto sabato mattina mettersi in moto tutti quanti per far fare una bellafigura all’amata sorellina, e vederla finalmente in chiesa, accanto alproprio sposo, nell’ascoltare infine il rituale: < Sì lo voglio! > Da farcommuovere tutti i presenti per il bel matrimonio fatto un po’ all’antica.Ma era l’usanza del posto e le sue tradizioni di un tempo da rispettate.

Alla fine la cosa bella nel vederli uscire dalla chiesa felicemente per manotra lacrime di gioia, per la felicità trovata, nella solenne giornata dedicataai due innamorati. Dove l’amore per loro non ha confini i sorta. Coperti dauna pioggia di riso augurale e di buon auspicio per gli sposi.

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I colleghi di lavoro erano usciti prima dalla chiesa e nel piazzale gli amici,esultavano festosi agli sposi commossi e al nuovo loro capo, nonchépadrone della fabbrica di profumi. Uscivano austeri dalla chiesa tenendo abraccetto la giovane e bellissima sposa, troppo commossa, da trovarsi apiangere di felicità. Luisella era tutta emozionata, da essere coperta dimancate di riso augurale a festeggiare le loro avvenute nozze lì, in quellavecchia cattedrale di San Lorenzo sul Mincio.

Poi come da tradizione, tutti al ristorante sul lago superiore a mangiare ebrindare nel festeggiare assieme il loro giovane matrimonio ben riuscitodove le urla espresse e indirizzate ai festeggiati: < Evviva gli sposi! Lungavita e felicità agli sposi!! > esprimevano i colleghi e parenti affezionati.

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Quando l’amore è intenso e sincero, supera qualsiasi confine…

Come sovente si vuol dice, in questi casi a ricordare un lieto evento.

Tutti vissero felici e contenti.

FINE

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I luoghi e le foto dei personaggi, inseriti nel romanzo, sono puramentecasuali dall’inventiva dell’autore Pierantonio Marone

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Romanzi inseriti - sul Web: Gratuitamente

Romanzi d'amore e d'avventura, intrisi di giallo - sono disponibili per tutti gratuitamente sul mio Sito Web: in formato - PDF - ebook -

1968 - Sahadja - Hilde febbraio 1970 - Un amore diverso maggio 1974 - Viaggio al Sud aprile 1980 - Rincorrere il rischio marzo 1983 - Per colpa di uno stupro luglio 1990 - Il dolore fatuo della reviviscenza gennaio 1996 - Far West - La mappa scomparsa novembre 1997 - Anche i clown si spogliano giugno 1999 - L’identità perduta dicembre 2006 - L’ardua risorsa aprile 2007 - Memorie confuse del passato maggio 2009 - Un fluttuare di un fico nella notte agosto 2009 - La ragazza del lago Maggiore ottobre2010 - Venti anni e un giorno per vivere febbraio 2010 - Futili pensieri a Wadi-Rum luglio 2010 - La vita è come un grande gioco settembre 2010 - Viaggio inaspettato novembre 2011 - Le vie del Signore sono infinite gennaio 2011 - Pura fatalità marzo 2011 - Una fermata di troppo maggio 2011 - Un legame difficile luglio 2011 - Oltre il riflesso l'inganno settembre 2012 - Perché l'hai fatto? gennaio 2012 - Stagioni da ricordare febbraio 2012 - Valida soluzione aprile 2012 - Il fuoco non perdona maggio 2012 - Il verde profondo della foresta giugno 2012 - L'ereditiera scomoda settembre 2012 - L'attesa primavera novembre 2013 - Viaggio a Lourdes febbraio 2013 - Tutto da rifare marzo 2013 - Memorie confuse e un po' contorte aprile2013 - Camille maggio

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2013 - Sotto un cielo stellato giugno 2013 - Karim il vichingo luglio 2013 - Tutto è possibile agosto 2013 - Sole rovente settembre 2013 - Insidie pericolose ottobre 2013 - Bersaglio mobile novembre 2013 - Racconti del passato dicembre 2014 - Fuga complicata gennaio 2014 - Senza destino marzo 2014 - Vacanza complicata aprile 2014 - Complice il ritratto maggio 2014 - Ritorno alla vita giugno 2014 - Lo scrigno conteso luglio 2014 - Las leyenda misteriosa an Machu Picchu 1 agosto 2014 - Las leyenda misteriosa an Machu Picchu 2 agosto 2014 - Qualcosa di sbagliato settembre 2014 - Quella panchina vuota ottobre 2014 - Una particolare situazione novembre 2014 - La lotta per la pagnotta dicembre 2015 - Quei fiori sulla scogliera gennaio2015 - La custode del faro marzo 2015 - Una questione di classe aprile 2015 - La cosa più bella che ho di te giugno2015 - Se fosse Vero? luglio2015 - Le ore che non passano a Chengdu agosto 2015 - Inquietante destino novembre2016 - Qualcosa di piacevole gennaio 2016 - Racchiusa in un cuore ghiacciato febbraio2016 - Legami al cellulare marzo2016 - Dietro quella porta gialla a Dublino aprile2016 - La reviviscenza acquisita 1 maggio 2016 - La reviviscenza acquisita 2 luglio 2016 - Questa poi mi è nuova agosto 2016 - L'amore immaginario settembre 2016 - Difficile dover scegliere novembre 2016 - Il ragazzotto smarrito dicembre2017 - Riflessi nello stagno gennaio2017 - Tra le note musicali marzo

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2017 - Intrighi che riaffiorano dal passato maggio 2017 - Covo di streghe luglio2017 - Un piacevole ricordo messo in cornice agosto2017 - Il tappa buchi ottobre2018 - La spia non fa la spia marzo 2018 - Cosa si fa per amore aprile2018 - Abbraccio misterioso maggio2018 - La disperazione nel cuore giugno2018 - I vizi e le virtù di un insegnante cretese luglio2018 - Avvolta nel mistero agosto2018 - Dietro la facciata di quel bisonte della strada settembre2018 - La sorpresa inaspettata ottobre 2018 - Giornata casuale dicembre2019 - Arold il giovane viking gennaio2019 - Rosa la mia casa febbraio2019 - L’arabesco intrigante aprile2019 - La scoperta di Teresa maggio2019 - Piacevole avventura luglio2019 - Destino ingrato agosto2019 - Amore immaginario, nascosto e controverso settembre2019 - Ricorrenza sbagliata ottobre2019 - Attrazione fatua dicembre2020 - Dopo il temporale gennaio2020 - La misteriosa presenza a Khotyn febbraio2020 - Il fedele amico marzo2020 - Difficile conclusione aprile

SitoWeb: di Pierantonio Marone

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Pierantonio Marone

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