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n. 12 - dicembre 2011 | anno XVII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it SEGNIdeiTEMPI giornale di attualità sociale, culturale e religiosa A Pozzuoli la Scuola di formazione politica con le indicazioni del Sinodo diocesano e per approfondire la dottrina sociale CATTOLICI: IL NUOVO IMPEGNO L’arcivescovo Bregantini: la Chiesa deve ascoltare, accompagnare, “piangere con chi piange” B enedetto XVI invoca una nuova generazione di catto- lici impegnati nella politica, richiamando la necessità e l’urgenza della formazione evangelica e dell’accompa- gnamento pastorale di una nuova generazione di cattoli- ci impegnati nella politica, che siano coerenti con la fede professata, che abbiano rigore morale, capacità di giudizio culturale, competenza professionale e passione di servizio per il bene comune. Il ripetuto invito del pontefice avviene in un momento cruciale della storia che mostra, in Italia e in Europa, non solo la crisi della politica in senso alto, ma anche una certa irrilevanza della presenza dei cattolici, disseminati in varie aggregazioni partitiche. Una tale irri- levanza - non solo per ragioni di diaspora, ma anche per un’identità spesso sfuocata e debolezza culturale - emerge quale percezione pressoché generalizzata presso le coscienze dei politici cattolici più pensosi. Ovviamente non c’è nes- suna intenzione di costruire un nuovo partito, né ci sono partiti da promuovere o da organizzare. Come sottolinea monsignor Crociata, la Chiesa non governa, non fa i go- verni e nemmeno li manda a casa; si tratta di affermare una presenza cattolica attiva, partecipe e corresponsabile; c’è bisogno di una rinnovata presa di coscienza di questa responsabilità dei cattolici rispetto a un patrimonio di valo- ri che il mondo cattolico rappresenta nella società italiana. In linea con l’esigenza di una sensibilizzazione alla cultura della cittadinanza e della partecipazione attiva alla vita civi- le, sociale e politica, e in seguito alle indicazioni del Sinodo diocesano, viene attivata a partire da quest’anno la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico, rivolta soprat- tutto a coloro che sono ritenuti, o potrebbero diventare, particolarmente idonei all’esercizio dell’arte politica, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la Dottri- na sociale della Chiesa e hanno a cuore le sorti del nostro paese e delle nostre città. (continua a pag. 2) Luigi Longobardo Un cementificio da recuperare A Quarto c’è una struttura sottratta alla camorra che da 10 anni aspetta di essere de- stinata a usi sociali. Gli stu- denti l’adottano per salvare il progetto. Pag. 15 Fuorigrotta, il quartiere che invecchia ma combatte Antichi e nuovi problemi, da- gli allagamenti alla chiusura di Edenlandia e Zoo. I comitati e l’impegno delle parrocchie Pag. 5 e 6 Celebrazione della Dedicazio- ne nel rione degli alloggi post terremoto. Il vescovo: quello che ci rende uniti è la Carità Pag. 8 e 9 San Lorenzo e le Case Gialle Una parrocchia per Pianura La Chiesa di Pozzuoli si è sempre dimostrata particolarmente attenta al mondo della comuni- cazione. Così, è stato ristrutturato il sito www. diocesipozzuoli.org. Grazie anche allo slancio dato dalla Federazione italiana dei settimanali cattolici, è stato trasformato il sito www.segnidei- tempi.it, giornale di attualità sociale, culturale e religiosa, avviando il primo magazine on line di arte, cultura e territorio, www.segniflegrei.it. Spazi nel mondo Internet, creati soprattutto con l’obiettivo di avvicinarsi ai giovani, sempre spro- nati dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella. Un impegno che ha visto anche la nascita di www. welcometourist.it, portale per la riscoperta delle bel- lezze della Campania, nel quale, in particolare, si possono scoprire gli itine- rari culturali promossi dal Centro diocesano per la pastorale della cultura e dall’Associazione Nemea, strutturati in particola- re per rispondere alle esigenze del turismo sociale e delle scuole di ogni ordine e grado. Progetti d’acco- glienza potenziati anche in vista di grandi even- ti, come alcune tappe della Coppa America e il Forum delle culture, che si svolgeranno essenzial- mente nella zona occidentale di Napoli, Bagnoli e Fuorigrotta: un territorio che fa parte della diocesi di Pozzuoli, direttamente coinvolta nello sviluppo dell’area metropolitana e dei Campi Flegrei. Così internet riscopre il territorio I siti della diocesi e di Segni dei tempi: attenzione alle nuove forme di comunicazione Per la tua pubblicità su Segni dei tempi telefona al n. 081.853.0626 oppure scrivi a: [email protected] www.segnideitempi.it questo sito ci avvicinerà Buon Natale & Felice Anno Nuovo

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Segni dei Tempi - Giornale di attualità sociale, culturale e religiosa.

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n. 12 - dicembre 2011 | anno XVII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it

SEGNIdeiTEMPIgiornale di attualità sociale, culturale e religiosa

A Pozzuoli la Scuola di formazione politica con le indicazioni del Sinodo diocesano e per approfondire la dottrina sociale

CATTOLICI: IL NUOVO IMPEGNOL’arcivescovo Bregantini: la Chiesa deve ascoltare, accompagnare, “piangere con chi piange”Benedetto XVI invoca una nuova generazione di catto-

lici impegnati nella politica, richiamando la necessità e l’urgenza della formazione evangelica e dell’accompa-gnamento pastorale di una nuova generazione di cattoli-ci impegnati nella politica, che siano coerenti con la fede professata, che abbiano rigore morale, capacità di giudizio culturale, competenza professionale e passione di servizio per il bene comune. Il ripetuto invito del pontefice avviene in un momento cruciale della storia che mostra, in Italia e in Europa, non solo la crisi della politica in senso alto, ma anche una certa irrilevanza della presenza dei cattolici, disseminati in varie aggregazioni partitiche. Una tale irri-levanza - non solo per ragioni di diaspora, ma anche per un’identità spesso sfuocata e debolezza culturale - emerge quale percezione pressoché generalizzata presso le coscienze dei politici cattolici più pensosi. Ovviamente non c’è nes-suna intenzione di costruire un nuovo partito, né ci sono partiti da promuovere o da organizzare. Come sottolinea monsignor Crociata, la Chiesa non governa, non fa i go-verni e nemmeno li manda a casa; si tratta di affermare una presenza cattolica attiva, partecipe e corresponsabile; c’è bisogno di una rinnovata presa di coscienza di questa responsabilità dei cattolici rispetto a un patrimonio di valo-ri che il mondo cattolico rappresenta nella società italiana. In linea con l’esigenza di una sensibilizzazione alla cultura della cittadinanza e della partecipazione attiva alla vita civi-le, sociale e politica, e in seguito alle indicazioni del Sinodo diocesano, viene attivata a partire da quest’anno la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico, rivolta soprat-tutto a coloro che sono ritenuti, o potrebbero diventare, particolarmente idonei all’esercizio dell’arte politica, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la Dottri-na sociale della Chiesa e hanno a cuore le sorti del nostro paese e delle nostre città. (continua a pag. 2)

Luigi Longobardo

Un cementificio da recuperareA Quarto c’è una struttura sottratta alla camorra che da 10 anni aspetta di essere de-stinata a usi sociali. Gli stu-denti l’adottano per salvare il progetto. Pag. 15

Fuorigrotta, il quartiereche invecchia ma combatteAntichi e nuovi problemi, da-gli allagamenti alla chiusura di Edenlandia e Zoo. I comitati e l’impegno delle parrocchie

Pag. 5 e 6

Celebrazione della Dedicazio-ne nel rione degli alloggi post terremoto. Il vescovo: quello che ci rende uniti è la Carità

Pag. 8 e 9

San Lorenzo e le Case GialleUna parrocchia per Pianura

La Chiesa di Pozzuoli si è sempre dimostrata particolarmente attenta al mondo della comuni-cazione. Così, è stato ristrutturato il sito www.diocesipozzuoli.org. Grazie anche allo slancio dato dalla Federazione italiana dei settimanali cattolici, è stato trasformato il sito www.segnidei-tempi.it, giornale di attualità sociale, culturale e religiosa, avviando il primo magazine on line di arte, cultura e territorio, www.segniflegrei.it. Spazi nel mondo Internet, creati soprattutto con l’obiettivo di avvicinarsi ai giovani, sempre spro-nati dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella. Un impegno che ha visto anche la nascita di www.welcometourist.it, portale per la riscoperta delle bel-lezze della Campania, nel quale, in particolare, si possono scoprire gli itine-rari culturali promossi dal

Centro diocesano per la pastorale della cultura e dall’Associazione Nemea, strutturati in particola-re per rispondere alle esigenze del turismo sociale e delle scuole di ogni ordine e grado. Progetti d’acco-glienza potenziati anche in vista di grandi even-ti, come alcune tappe della Coppa America e il Forum delle culture, che si svolgeranno essenzial-mente nella zona occidentale di Napoli, Bagnoli e Fuorigrotta: un territorio che fa parte della diocesi di Pozzuoli, direttamente coinvolta nello sviluppo dell’area metropolitana e dei Campi Flegrei.

Così internet riscopre il territorioI siti della diocesi e di Segni dei tempi: attenzione alle nuove forme di comunicazione

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Il vescovo Pascarella e la ScuolaVenerdì 4 novembre, nell’Auditorium del Seminario di Pozzuoli, si è tenuta l’inau-gurazione della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico della diocesi di Pozzuoli, presieduta dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella. È intervenuto mon-signor Giancarlo Maria Bregantini, Presidente della Commissione Episcopale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, vescovo di Locri-Gerace dal 1994 al 2007, dal 2007 arcivescovo di Campobasso-Bojano. L’incontro, è stato mode-rato dal vicario episcopale per la pastorale della cultura, don Luigi Longobardo, che dirige la stessa scuola di formazione socio-politica e quella teologica della Diocesi. Particolarmente apprezzato l’intervento dei giovani, che chiedono sia intensificato il dialogo tra le istituzioni e le nuove generazioni, che siano ascoltate le loro proposte e vengano messi in campo tutte le strategie e i progetti possibili per favorire lo svi-luppo economico e sociale del territorio e offrire prospettive di speranza per il futuro.

PRIMO PIANO

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Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi Collaborano: Maddalena Annigliato, Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Fabio Cutolo, Eugenio d'Accardi, Antonio Franco, Irene Ioffredo, Antonio Izzo, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosa-ria Merone, Giovanni Moio, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - Francesco Schiano di Cola (portale)Grafica e impaginazione: Luca Scognamiglio (www.ZendoADV.it)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: STIEM S.p.A.Pubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato -Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giuntida: “otto per mille” e privati. Per contributi: Diocesi di Pozzuoli c/c postale 22293807Per la pubblicità: [email protected] del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

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anno XVII - n. 12- dicembre 2011

Associato all’USPI

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SEGNI DEI TEMPI

dicembre 2011

A questo scopo, si è cercato di conciliare gli itinerari

sistematici con eventi cultu-rali aperti a tutti (info sulla Scuola: www.diocesipozzuoli.org). Il primo incontro pub-blico è stato organizzato per l’inaugurazione della Scuola, fortemente voluta dal vescovo, monsignor Gennaro Pasca-rella, che si è tenuta venerdì 4 novembre, nell’Auditorium del Seminario a Pozzuoli. È intervenuto monsignor Gian-carlo Maria Bregantini, arcive-scovo di Campobasso-Bojano, presidente della Commissione episcopale per i problemi so-ciali e il lavoro, la giustizia e la pace della Conferenza episco-pale italiana. «È un momen-to importante per la diocesi. Questa iniziativa – ha eviden-ziato monsignor Bregantini - vuole essere anche una pro-vocazione positiva per la real-tà pastorale, in modo tale che la gente si renda conto che i loro problemi sono ascoltati. La Chiesa vuole essere serva,

madre e maestra. La Scuola, il cui punto di riferimento sarà l’Enciclica “Caritas in verita-te”, chiede di essere condivisa, incisiva, non accademica, nella consapevolezza che l’impegno formativo è essenziale».L’arcivescovo di Campobasso, con molto realismo, ha sotto-

lineato che non è facile dare risposte immediate in questo periodo di crisi, caratterizza-to da mancanza di lavoro e di fiducia, soprattutto nelle giovani generazioni. Ma evi-denzia il ruolo dei cattolici: «È importante che la Chiesa ascolti, accompagni, “pianga

con chi piange”, sia attenta alle situazioni, affrontando il male con il bene». Poi, rivol-gendo un occhio particolare alle problematiche del mondo del lavoro, monsignor Bregan-tini, nella sua intervista (ripor-tata su www.segnideitempi.it), chiede con determinazio-

ne che ci sia una revisione di alcune dinamiche, per indivi-duare risposte concrete per i giovani. Infine, viene lanciato un chiaro appello: «La politi-ca deve essere più attenta; non si può vivere in questo modo, quasi che il precariato sia una cosa di cui non ci si deve oc-cupare. La politica cambi se stessa. In particolare, i giovani devono incidere sulla politica. Soprattutto la problematica dei giovani impone che ci sia un’alleanza strategica, non uno “scarica barile” tra le istituzio-ni. Importante è amare molto la propria terra ed essere effi-caci, avviare anche piccole ini-ziative, non rimanere passivi». Un invito alla collaborazione, a camminare insieme, che è stato sottolineato anche dal vescovo di Pozzuoli, monsi-gnor Pascarella, e dai referenti della pastorale giovanile e del progetto Policoro, i quali han-no presentato la Lettera aperta dei Giovani della Diocesi di Pozzuoli ai sindaci dei comuni flegrei (riportata a pagina 4).

Luigi Longobardo

Contro la crisi i giovani protagonisti della politicaUn invito alla collaborazione e a camminare insieme(segue da pag. 1)

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PRIMO PIANO

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Ci sono degli incontri significativi che aprono orizzonti e danno slan-

cio al cuore per partire. Così è avvenuto grazie all’incontro, nell’auditorium del Seminario a Pozzuoli, con padre Gian-carlo, come si fa chiamare monsignor Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano. È approdato in Molise dopo la sua lunga esperienza calabrese, come cappellano nelle fabbriche di Crotone e nel carcere, poi come vescovo della dio-cesi di Locri-Gerace. Queste esperienze, come lui stesso riconosce, sono state determinanti e hanno fatto maturare una modalità di guardare al Sud e ai suoi problemi, ma anche una consape-volezza della risposta pastorale che la Chiesa deve dare. Erano in tanti ad ascoltare il suo in-tervento che ha inaugurato la Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico. Con un linguaggio appassionato, vivace nelle espressioni, ne individua il fondamento, i principi guida e traccia un itinerario d’impegno, potremmo dire un manifesto. Il suo discorso prende avvio dalla Cari-tas in veritate, l’enciclica di Benedetto XVI: una scuola di politica deve essere “l’occhio di Dio sui problemi della gen-te”. Deve aiutare quanti vi partecipano a guardare “oltre”. Cos’è quest’oltre? Con passione ha provato a spiegarlo, o meglio a evocarlo, attraverso la poe-sia di Leopardi, “L’infinito”. Le “siepi”, le marginalità, si superano “sedendo e mirando”, riflettendo insieme, lavoran-do insieme e i segni di speranza non mancano. Basta guardarsi attorno: se-gno di speranza è la lettera che i giovani della Pastorale giovanile e del Progetto Policoro hanno consegnato, in apertu-ra dell’incontro, ai sindaci e ai rappre-sentanti dei comuni della diocesi. Un chiaro segnale d’impegno alla cittadi-nanza attiva, al voler esserci e dare il proprio contributo. Segni di speranza sono quanti, al di là delle differenze, riescono a fare rete e a lavorare per il bene della comunità.Bregantini passa a individuare poi i tre cardini dell’im-pegno sociale e politico: sussidiarietà, solidarietà, principio del bene comune. Guidati da questi tre principi possia-mo leggere il territorio e conoscere le marginalità. Per lo più invece abbiamo sotto gli occhi un Sud che manca di tipicità e rischia l’emarginazione e un Nord che ha esasperato la sua tipicità e manca di reciprocità. Affida poi all’uditorio, alla Chiesa di Pozzuoli cinque parole per il Meridio-ne, che sono anch’esse un progetto edu-

cativo. La prima parola è il sogno. Per ripartire, per ritrovare la sua identità gli uomini e le donne del Sud devono puntare su ideali alti. Occorre osare: ma perché i sogni non scadano in illu-sioni, devono essere tramutati in segni, devono cioè concretizzarsi in opere e progetti. La grande piaga del Sud non è la ‘ndrangheta, la camorra, la mafia, ma il consegnarsi rassegnati davanti alla storia, il non riuscire a credere che possiamo farcela, che cambiare si può trasformando il destino in progetto, “l’ormai in ancora”. C’è bisogno di sen-tire che ognuno di noi è posto a custode di un giardino (seconda parola-chiave): la terra ci è stata affidata, è nostra ed è necessario tutto l’impegno, la responsa-bilità, occorre fare proprio i sentimenti dello sposo. E’ questa la terza parola che dice ancora un atteggiamento da far maturare, da far crescere: educare alla fedeltà anche davanti al limite, alla marginalità. Dobbiamo affinare dentro di noi il gusto del cielo, della bellez-za: Dio, l’arte, la bellezza della natura. La quinta parola è casa: che è anche il grande sogno da alimentare. Una Chiesa che sia casa accogliente, dove i “cinque piani” (le cinque dimensioni dell’uma-no) non vivano isolati, ma interconnessi, non uno più importante dell’altro, ma

ognuno sussidiario all’altro. Primo pia-no è la spiritualità, senza di essa non c’è opera sociale che tenga. Secondo piano è l’etica: essa è la capacità di mettere in relazione speranze e quotidianità. La spiritualità e l’etica insieme creano cul-tura, essa è lo spazio della progettualità, dell’elaborazione. La politica è il quarto piano, ad essa è assegnata l’azione nella società e poi quinto piano l’economia, che quando rispetta i livelli precedenti

è distribuzione equa e solidale dei beni. Ascoltando monsignor Bregantini si fa spazio un pensiero: abbiamo bisogno come Chiesa, come comunità di ripen-sare la nostra identità, la nostra pastorale mettendoci in ascolto della Parola. An-che noi dobbiamo pronunciare nel Sud, nei tanti Sud, le parole di fuoco di Pietro (Atti 4, 20): “Non possiamo tacere…”. (articolo completo su sdt on line)

sr Viola Mancuso

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L’intervento di monsignor Bregantini all’inaugurazione della Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico

«Ecco il manifesto di padre Giancarlo»Cinque parole per il Mezzogiorno: sogno, giardino, sposo, cielo, casa. E non possiamo tacere…

tel 081 229 67 53 fax 081 372 04 [email protected]

Per info: [email protected] - Irene Ioffredo e Giuseppe Familiari

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4dicembre 2011

PRIMO PIANOSEGNI DEI TEMPI

CURIA DIOCESANA DI POZZUOLI Lettera aperta dei giovani della Diocesi di Pozzuoli

ai sindaci di Bacoli, Monte di Procida, Marano, Napoli, Pozzuoli, Quarto

Carissimo Sindaco,

noi, ragazze e ragazzi della Diocesi di Pozzuoli, desideriamo condividere un percorso di riflessione che abbiamo intrapreso dall’anno scorso sui temi della cittadinanza attiva e i principi della Dottrina Sociale della Chiesa, cercando di rileggere particolarmente i problemi che affliggono i nostri territori compresi nella Diocesi (municipalità di Bagnoli-Fuorigrotta e di Pianura-Soccavo, i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto e parte di Marano).

Certi che vi metterete in ascolto dei propositi e degli interrogativi che noi per primi ci siamo posti, li rimandiamo a voi perché questa lettera possa diventare occasione di confronto, di dialogo e di futura collaborazione.

«I giovani sono una risorsa preziosa per il rinnovam ento della Chiesa e della società, resi protagonisti del proprio cammino, orientati e guida ti a un esercizio corresponsabile della libertà, possono davvero sospingere la storia verso un futur o di speranza» (Educare alla vita buona del Vangelo, CEI 2010, n. 32). Vorremmo quindi dar più voce, grazie al vostro impegno, a una realtà, quella giovanile, poco ascoltata, complessa e spesso strumentalizzata: noi siamo, sì, il futuro del nostro Paese e delle nostre città, ma soprattutto il presente! Dal nostro presente vogliamo ipotizzare in grande un futuro diverso per noi e i nostri quartieri e territori.

Una nostra rappresentanza, l’anno scorso, ha partecipato ai Forum organizzati dall’Ufficio Nazionale di Pastorale Giovanile e alla 46° Settimana Sociale dei Cattolici d’Italia a Reggio Calabria; insieme, nella nostra Diocesi, abbiamo rilanciato il Progetto Policoro che rende protagonisti proprio i giovani che, attraverso una forte rete, promuovono lo sviluppo locale.

Lo scorso 15 aprile a Pozzuoli, grazie alla collaborazione di diversi uffici, si è avuto un incontro di animazione per giovani, dal titolo “Per un sussulto di cittadinanza attiva”: ci siamo incontrati con l’Associazione Libera per riflettere sulla “lettera aperta alla città” di Sua Eccellenza Mons. Gennaro Pascarella. Ne siamo convinti: i nostri territori non rinasceranno se non vi sarà un corale sussulto di cittadinanza attiva. Ci siamo accorti che le questioni, cui fa riferimento il Vescovo nella lettera, sono ugualmente sentite da tutti i giovani dell’intero territorio diocesano; infatti, sono emersi numerosi spunti e interrogativi cui è urgente fornire risposte adeguate, particolarmente sul piano amministrativo e politico. Sembra, invece, che ci sia la difficoltà, da parte delle attuali classi dirigenti, a comprendere e venire incontro alle tante esigenze dei giovani, così come noi non riusciamo a trovare degli interlocutori credibili e concreti, ma soprattutto disponibili ad ascoltare e a fare. Siamo consapevoli delle immense potenzialità che il nostro territorio offre per uno sviluppo armonioso, sostenibile e solidale. Noi giovani, perciò, siamo certi di poter partecipare attivamente ad un confronto che porti alla risoluzione dei tanti problemi aperti delle nostre città: «dalla struttura viaria e urbanistica, all’integrazione armonica tra mare, campagna e città; dal rilancio del turismo archeologico, storico e culturale, all’intervento a favore delle periferie; dalla promozione di nuovi stili di vita e di consumo, che permettano di affrontare alla radice il problema dei rifiuti e degli scarti (che oggi richiedono soluzioni innovative per la riqualificazione, il riuso e lo smaltimento), alla necessità di ostacolare senza mezzi termini la criminalità, l’illegalità e l’economia sommersa» (Lettera aperta alla città di Pozzuoli, 2010).

Senz’altro sono diffuse tra i cittadini forme di rassegnazione e disinteresse, inoltre la speranza tende ad affievolirsi, fino a provocare disfatta e, soprattutto, sfiducia nelle possibilità della politica a costruire il bene comune prima dei propri interessi. Ma noi giovani abbiamo una gran voglia di fare attivamente la nostra parte non solo per il nostro bene, ma per il bene di tutti! Per questo, chiediamo di essere incontrati ed ascoltati da voi e dalle vostre organizzazioni amministrative e politiche.

Pozzuoli, 4 novembre 2011

Referenti diocesani - Animatori di Comunità del Progetto Policoro: Irene Ioffredo 340.77.92.024 - Giuseppe Familiari 333.18.27.848

e-mail: [email protected]

LETTERA dei GIOVANI

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TERRITORIO

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SEGNI FLEGREI

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Adesso a preoccupare di più è il rischio idrogeologico.

È il destino di molte zone dei Campi Flegrei, area dissemi-nata di strutture vulcaniche: piane circondate da crateri che non reggono più il peso del cemento e sbocchi natura-li che non esistono più. Si è costruito troppo, dappertut-to. L’ultimo allarme nei gior-ni della prima grande pioggia autunnale, a novembre. La polemica seguita alla sospen-sione della partita al San Pa-olo tra Napoli e Juventus del 6 novembre ha riproposto il grave problema. Il quartiere è a rischio ad ogni acquazzone. Un esempio? L’acqua piovana che dai Camaldoli, a Soccavo, scende lungo via Cinthia e si accumula nel sottopasso dello stadio San Paolo. «Un tempo – ricorda Michele D’Auria, insegnante ed esperto di ge-ologia - l’acqua, attraverso i percorsi scavati nei secoli, ar-rivava a Bagnoli e raggiungeva il mare». Già, era il percorso dell’Arena S. Antonio. Ma oggi? «Oggi, invece, l’acqua

non ha sfogo, l’asfalto del-le strade la rende ancora più veloce nella discesa e, quindi, pericolosa. Anche perché non si disperde durante il percor-so». Fuorigrotta è anche il quartiere dell’impegno civile. I comitati nascono spesso così come scompaiono, ma c’è chi incassa risultati utili per la collettività. C’è di tutto. Dalla petizione per la manutenzione dell’impianto di irrigazione delle aiuole del viale Augusto,

all’adozione di piazza San Vi-tale, vero e proprio centro del rione. I ragazzi dell’associa-zione “Il Filo” nel percorso di educazione ambientale - orga-nizzato da Cittadinanzattiva Napoli Ovest, Legambiente Neapolis 2000, associazione “Lo Sguardo che trasforma” - stanno sensibilizzando la cit-tadinanza e gli avventori della piazza verso una corretta edu-cazione civica. «Qui manca tutto – hanno scritto i ragazzi

- panchine pulite, bocchette dell’acqua funzionanti per il prato, una fontana potabile, manutenzione dei giardini e manto stradale nonché il ri-spetto dell’area pedonalizza-ta». L’obiettivo è adottare la piazza–simbolo di Fuorigrot-ta, centimetro dopo centime-tro. Così come altri cittadini di Fuorigrotta e Bagnoli vo-gliono “adottare” Edenlandia e lo Zoo. E sono al fianco dei lavoratori di due spazi storici

della città di Napoli. La socie-tà che gestiva il parco giochi più grande del sud Italia e il giardino zoologico è fallita. I lavoratori sono in sciopero e i cittadini vogliono difendere questo spazio. Attraverso alcu-ne manifestazioni pubbliche e incontri chiedono la proroga dell'esercizio provvisorio fino a ottobre 2012; la creazione di un fondo di dotazione da par-te delle istituzioni a sostegno dei lavoratori e il manteni-mento degli animali presenti e di tutta l'area interessata; so-spensione dell’affitto dei suoli alla Mostra d’Oltremare pari a 800 mila euro all’anno (500 mila per lo Zoo e 300 mila per Edenlandia) durante l'eserci-zio provvisorio; realizzazione di un'ipotesi progettuale ur-banistica, ambientale e sociale partecipata da parte dei citta-dini. La proposta è avanzata dal gruppo informale “Assem-blea popolare”, organismo che raccoglie associazioni, gruppi, comitati civici e di base e sin-goli cittadini.

Ciro Biondi

Il quartiere flegreo e i suoi problemi vecchi e nuovi: dall’emergenza allagamenti alla chiusura dello Zoo e di Edenlandia

Fuorigrotta annega ma non vuole affogareSi mobilitano associazioni e giovani per fare adottare piazza San Vitale e le strutture simbolo

«Gli abitanti di Fuorigrotta devono conoscere il loro quartiere. Ma soprat-tutto la storia del Rione deve essere conosciuta dai ragazzi». A lanciare il monito è Giuseppe Lala, docente ed architetto, memoria storica del quar-tiere. Nipote di Alessandro Lala, pe-dagogista e direttore generale delle scuole popolari di Napoli e figlio di Augusto, docente, pittore e studioso. Alla famiglia Lala è legata una parte della storia del ‘900 di Fuorigrotta. Giuseppe Lala si occupa anche di or-ganizzare mostre ed momenti in cui spiega l’origine antica e l’evolversi del-la zona fino alla grande trasformazio-ne degli anni ’40. «Questo è un quar-tiere che sembra molto vivace. Ma poi non è così. Via Leopardi e viale Augu-sto sono sempre trafficati, tuttavia si tratta solo di passaggio d’auto. Basta vedere la sera, quando Fuorigrotta diventa un quartiere dormitorio. Né qui si svolgono attività sociali e cultu-rali di rilievo. Un unico momento di aggregazione è la Festa di San Vitale che da quest’anno si svolge a mag-

gio. Eppure questo è un Rione dalla grande storia». E l’elenco delle testi-monianze storiche del professor Lala comprende tutti monumenti chiusi al grande pubblico come la Crypta Nea-politana, il complesso termale di via Terracina e i resti archeologici all’in-terno della Mostra. Anche quest’anno alcune classi della scuola elementare “Lala”, 78° Circolo Didattico, con le docenti Luciana Amata e Antonel-la Miloro hanno conosciuto l’antica Fuorigrotta con le visite alle masserie. I ragazzi hanno appreso la storia ed hanno potuto fotografare i resti arche-ologici e gli antichi casolari di Monte Sant’Angelo. Dalla loro esperienza gli alunni hanno prodotto due libri in cui è descritto anche come gli stessi ragazzi desiderano il quartiere. Per so-stenere la ricerca storica e anche per dare la possibilità a tutti di conoscere il territorio, la famiglia Lala ha crea-to per Fuorigrotta un archivio online dove è possibile leggere documenti e guardare immagini soriche. Il sito è archiviolala.it

Alla ricerca della storia &

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Dicembre 2011: gli appuntamenti

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SEGNI FLEGREI

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TERRITORIO

Quando parlo della par-rocchia, mi piace riferir-

mi a un noi, perché il senso di comunità è molto profon-do». È questa la descrizione che don Pasquale Di Giglio fa di quella che da un anno e mezzo è la sua comunità, la parrocchia del Buon Pastore a Fuorigrotta, in prima linea nel rispondere alle molte pro-blematiche sociali. «La primaria emergenza da af-frontare – spiega don Pasqua-le - è quella relativa agli anzia-ni, molto spesso abbandonati, poveri e malati. La maggior parte del nostro tempo e del nostro impegno è dedicato a loro, attraverso l’attento lavo-ro della Caritas e dei ministri straordinari dell’Eucarestia, che portano nelle case una parola di conforto e di com-pagnia». Fuorigrotta, ex quar-tiere agricolo sviluppatosi con il boom economico, sta assistendo ad un progressivo invecchiamento della popo-lazione, perché i prezzi delle case aumentano e non c’è molto ricambio. «Molti sono

però i bambini, perché molte coppie continuano ad abitare con i genitori anziani oppure portano i bambini qui per il catechismo, pur vivendo fuori quartiere o addirittura fuori

città». Molte sono anche le coppie separate e divorziate, che spesso si sentono abban-donate dalla Chiesa e messe fuori dalla vita sacramentale, per cui la parrocchia dediche-

rà loro un percorso, per far ri-scoprire la bellezza del Vange-lo e della comunità ecclesiale. Sempre per quanto riguarda le problematiche familiari, aumentano esponenzialmente le famiglie in difficoltà e i gio-vani che non riescono a costi-tuirne una perché non c’è la-voro e i prezzi delle case sono altissimi. Per le famiglie, oltre ad un accompagnamento spi-rituale, molto spesso si ricorre all’assistenza, con i pacchi ali-mentari e il pagamento di fitti e bollette.Per i giovani, la parrocchia sta puntando sulla creazione di occasioni di socializzazione, per sopperire alle mancanze del quartiere, in cui sono del tutto assenti luoghi dove po-ter fare un’aggregazione sere-na, pulita e propositiva, che non siano a pagamento. Gli spazi “verdi” presenti, di verde non hanno più nulla, perché completamente abbandonati all’incuria ed al degrado. Ci sono associazioni che si occu-pano di giovani, spesso solo per ciò che concerne il servi-

zio, ma prima di questo è ne-cessario creare un’aggregazio-ne. Nella parrocchia, invece, è attivo un bel gruppo di gio-vanissimi e di giovani adulti che, oltre al cammino di fede, svolgono diversi servizi, come l’animazione della liturgia e la collaborazione con la Caritas; molte sono poi le realtà tra-sversali presenti, con il Cam-mino Neocatecumenale, che raccoglie circa 300 persone, il Rinnovamento dello Spiri-to, che è frequentato da circa 50 persone, una comunità di famiglie e l’Azione Cattolica, che si sta rafforzando e con-solidando.La parrocchia, che conta circa 20.000 abitanti, si sta pro-ponendo anche come luogo d’incontro sul territorio per chi non è credente, promuo-vendo incontri con le asso-ciazioni attive nella zona e la creazione di una rete di soli-darietà insieme alle scuole ed il Terzo Settore, per mettersi sempre di più a servizio della comunità e del quartiere.

Giuseppe Tramontin

Fuorigrotta invecchia, si riparte dalla parrocchiaLa Buon Pastore in prima linea contro i disagi sociali

«Una Caritas che non faccia assisten-zialismo, ma si occupi soprattutto del-la dimensione umana, per far sì che circoli la testimonianza del messag-gio e della bellezza del Vangelo. Non promuovendo la persona ma soddi-sfacendo solo il bisogno concreto e materiale, non si fa innamorare della “vita buona” e non si crea cultura». È questo il grande e coraggioso sogno di don Pasquale in relazione alla Caritas parrocchiale, che sta vivendo in que-sto periodo una fase di ristrutturazio-ne e di riorganizzazione, per meglio rispondere alle esigenze che si presen-tano di giorno in giorno: «Nonostante l’immenso sforzo, ci siamo accorti che tutto quello che facciamo non basta. È necessario riorganizzare la Caritas, relativamente alla possibilità di mette-re in atto una serie di progetti legati alla promozione umana, il porre le persone nella condizione di scoprire di avere un valore in sé, non in rela-zione a quello che fanno, ma in rela-zione a quello che sono». Iniziando con dei progetti atti a voler mettere al

centro la persona, l’obbiettivo è quel-lo di voler, con il passare del tempo e stringendo giuste relazioni, mettere in condizione ognuno di diventare fautore e produttore del proprio be-nessere, quindi di uscire da una cate-na di assistenzialismo e far diventare i singoli protagonisti del loro futuro. «Vorremmo iniziare, in collaborazio-ne con la Confindustria, dei progetti su come si fa impresa, in particolare in relazione al mondo giovanile, e su come promuovere le proprie quali-tà nell’ambito dell’imprenditoria, in modo da poter creare anche possibili-tà occupazionali», rispondendo anche alle esigenze espresse nel convegno diocesano e negli Orientamenti pasto-rali della Cei per il decennio appena iniziato. Nonostante i sogni e i proget-ti per il futuro, la Caritas parrocchiale già oggi assiste circa 60 famiglie, at-traverso i pacchi alimentari e l’aiuto, laddove necessario, economico per bollette e fitti di casa, in collaborazio-ne anche con le altre parrocchie della forania di Fuorigrotta.

I progetti della Caritas

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Page 7: Dicembre 2011

dicembre 2011

Circa 650 i delegati di ol-tre 160 diocesi italiane,

associazioni e movimenti ec-clesiali, che hanno partecipa-to al XII convegno nazionale di pastorale giovanile, che si è svolto a Roma dal 10 al 13 novembre. Tra questi anche la rappresentanza dell’uffi-cio per la pastorale giovanile della nostra diocesi, guidato da don Mario Russo. Par-tendo dagli orientamenti pastorali della Cei “Educare alla vita buona del Vangelo” e attraverso gli interventi dei vari relatori, il convegno ha presentato numerosi spunti di riflessione per la pastorale dei ragazzi, degli adolescen-ti e dei giovani, cercando in qualche modo di individua-re quelle priorità in grado di rilanciare l’impegno delle comunità ecclesiali a servi-zio dell’educazione. Quat-tro giorni davvero intensi, intervallati dalle relazioni di esperti tra cui padre Franco

Imoda, già magnifico retto-re della Pontificia università gregoriana, padre Duarte da Cuhna, segretario generale del Consiglio delle Confe-renze episcopali europee, e monsignor Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana. Diversi gli argomenti affron-tati: individualismo nella società e nella cultura con-temporanea, condizioni dei giovani in una pastorale gio-vanile di carattere europeo,

impegno prevalente dell’e-ducazione dei giovani e del dono di sé. “Abbiamo biso-gno non di giovani indigna-ti, ma di giovani impegnati”: con questa esortazione, che ha segnato tutti i lavori del convegno, è scaturita la ri-flessione più concreta e im-portante, cioè che sebbene la realtà sociale è segnata da disoccupazione, crisi della famiglia e mancanza di spe-ranza, la pastorale tutta ha il compito di accompagnare i giovani e aiutarli a trovare delle soluzioni. Di fronte alle sfide odierne, in sintesi, le nuove generazioni devono sfoderare coraggio e deter-minazione. Interessanti le testimonianze di vita di gio-vani italiani e di altri paesi europei, nonché la “fiera del-le esperienze di vita buona”, con oltre cinquanta stand. Momento significativo è sta-to l’incontro a “tre diocesi”: un’intera mattinata in cui

la delegazione di Pozzuoli si è confrontata con quanto accade nella pastorale giova-nile delle diocesi di Treviso e Pisa. L’occasione è stata utile per presentare idee e iniziative della nostra Chie-sa locale e soprattutto per conoscere altre realtà che, sebbene in modo diverso, hanno come unico obiettivo la cura pastorale dei giovani ad esse affidati. Il convegno si è concluso domenica 13 in piazza san Pietro. Durante il meeting è stato realizzato anche un utile momento di confronto tra i rappresen-tanti delle diocesi campane che, inoltre, hanno avuto la possibilità di conoscere e apprezzare monsignor Lucio Lemmo, vescovo ausiliario di Napoli e neo delegato per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale cam-pana (nella foto con la dele-gazione puteolana).

Angelo Volpe

Il XII convegno nazionale di pastorale giovanile: “Educare alla vita buona del Vangelo”. A confronto Pozzuoli, Pisa e Treviso

«Giovani indignati? No, impegnati»Coraggio e determinazione per battere disoccupazione, crisi della famiglia e mancanza di speranza

DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

Insieme per la vita buonaDopo la Giornata mondiale della gioventù di Madrid, che ha visto molti giovani della nostra diocesi protagonisti di questa fantastica esperienza, siamo stati chiamati a partecipare al XII convegno nazionale di pastorale giovanile dal titolo: “Crescere insieme per la vita buona”. È proprio dal concetto di “vita buona” che vorrei esprimere le mie considerazioni sul convegno. Abbiamo avuto la possibilità d’incontrare diversi relatori, uno in particolare ha colpito la mia curiosità: don Cesare Pagazzi, della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Nel suo intervento ha paragonato la comunità cristiana e all’abitazione domestica, sottolineando l’importanza della missione affidata ai giovani da Benedetto XVI durante la Gmg, di portare il Vangelo anche ai giovani lontani. «Tutto ciò che si fa in una casa – dice don Cesare – può essere fatto anche in parrocchia». Infatti, in casa si vive, si cresce, si sviluppano varietà di talenti, nascono vocazioni, esistono persone con una diversa vita, con diversi caratteri; casa è il luogo dove ci liberiamo dagli affanni, si ha fiducia, ci si abbandona alle mura domestiche, proprio come una fortezza che ci protegge dalle avversità dell’esterno e non ci lascia vincere dalla paura. Una comunità cristiana che ama i giovani deve far si che i giovani non soccombano proprio alle loro paure, alle loro diversità. Dalla nostra “amicizia con Gesù”, ci ha invitato Benedetto XVI a Cuatro Vientos, “nascerà anche la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri”. Per questo, anche attraverso l’amore e la stima, ci ricorda don Pagazzi, può iniziare la nostra missione. Così si può educare, edificare e quindi costruire su una roccia salda la nostra comunità parrocchiale, come ha scritto anche Paolo VI nella sua lettera enciclica Populorum Progressio del 1967: “Siamo noi i costruttori di un mondo nuovo”.

Luca Caccioppoli

Seminario Ac nazionaleSi è svolto a Roma, dal 19 al 20 novembre, nella Domus Mariae, il seminario di studio promosso dall’Azione cattolica sul tema: “Sotto lo stesso tetto. Il coraggio delle relazioni educative”. Il titolo dell’in-contro, al quale hanno partecipato alcuni consiglieri diocesani dell’Acr, esprime il volerci sentire tutti insieme chiamati a riflettere e a confrontarci sulla famiglia intesa nella sua unicità e globalità. È stato messo in evidenza come spesso i genitori si scoprono “impreparati” e quasi senza risorse di fronte ai figli che cominciano a mettere in discussione il ruolo genitoriale. Il primato educativo della famiglia va riconosciuto e sostenuto, così come affermato nel documento Cei sugli Orientamenti pastorali per il decennio (articolo completo di Antonio Izzo su sdt on line).

La Caritas festeggia 40 anni d’attivitàDal 21 al 23 novembre si è te-nuto a Fiuggi il 35° convegno nazionale Caritas, con la pre-senza di oltre 600 operatori delle 220 Caritas diocesane. Poi, nella mattinata del 24, Benedetto XVI ha ricevuto in

udienza i partecipanti nella basilica di san Pietro a Roma, in occasione del 40° anniversario di fondazione dell’organismo della Cei. Dalla dio-cesi di Pozzuoli sono partite oltre 200 persone, guidate dal direttore Caritas don Fernando Carannante (su sdt on line gli articoli).

Pastorale giovanile diocesana

Incontro di presentazione at-tività presieduto dal vescovo, monsignor Pascarella

Chiesa Gesù Divino Maestro - Quarto, giovedì 15 dicembre (ore 19.30)

Incontro operatori Caritas

Il direttore e il Centro Ascolto diocesano invitano tutti gli operatori Caritas all’incontro di spiritualità

Sabato 18 dicembre (ore 18)Chiesa San Marco – Pozzuoli

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

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È la nuova chiesa di Pia-nura e della Diocesi. È

la parrocchia di san Lorenzo, affidata a don Bruno Rosset-ti. Nel pomeriggio dell’11 novembre il vescovo di Poz-zuoli, monsignor Gennaro Pascarella ha presieduto la celebrazione di dedicazione della chiesa. Un momento emozionante per don Bruno e per i tantissimi fedeli del-le “Case Gialle” di Pianura. Bisogna anche registrare che erano presenti fedeli prove-nienti da tutta la diocesi e anche dalla provincia di Ca-serta. È stato un momento atteso da tutta la comunità che, utilizzando gli ampi lo-cali ospitati dalla parrocchia, consente adesso di svolgere molte e nuove attività spiri-tuali e sociali. «Ci deve essere la consapevolezza – dice don Bruno – che promozione sociale e Vangelo vissuto de-vono camminare insieme». Quello della dedicazione è uno dei riti più suggestivi ed emozionanti. È un rito carat-terizzato da gesti che si rifan-

no ai primi cristiani, come quando il vescovo versa il crisma al centro dell’altare e sugli angoli e poi unge tutta la mensa. Allo stesso modo unge le pareti della chiesa. «Questo tempio – ha detto monsignor Pascarella, ricor-dando sant’Agostino – ci ricordi che ciò che ci rende uniti è la Carità. Il patrono della vostra comunità e vo-stro intercessore è san Loren-zo, il quale donò la sua vita». La chiesa deve il suo nome alla contrada del quartiere

dove, nel 1995, fu inaugu-rata una cappella. La par-rocchia, dall’architettura moderna, ha tanti simboli antichi. «Sono i simboli di riconoscibilità dei primi cristiani – spiega il parroco indicando i segni posti sulle pareti dalla navata centrale – è un linguaggio cifrato che si usava all’inizio per non farsi scoprire. C’è l’alfa e l’omega, il pesce e il pane. E le lam-pade accese indicano la Luce che illumina la città. Sull’al-tare c’è il Crocifisso di San

Damiano. È un Gesù diver-so. È sulla Croce ma ha gli occhi aperti, guarda sereno sul mondo. Non è morto, è come se fosse appoggiato, disteso. Anche se in Croce, è molto più vicino alla Re-surrezione che alla morte. I colori prevalenti sono l’oro e il nero. Il primo è il colo-re regale, il secondo quello degli inferi». Sull’ambone sono impresse lettere greche e ebraiche. In diversi punti della navata ci sono invece passi di salmi.

La chiesa, inaugurata il 28 marzo dello scorso anno in occasione della domenica delle palme, è una delle più grandi della Diocesi. Sorge su via provinciale Montagna Spaccata (un’arteria impor-tante del territorio flegreo), nei pressi delle “Case Gialle” o “Villaggio Caritas”, un in-sediamento di alloggi popo-lari costruito all’indomani del terremoto del 1980. Le case furono realizzate grazie alle donazioni di Caritas, Cei e Stati Uniti, così come ri-corda anche una lapide. Un altro segno positivo per il quartiere, quello della nuova parrocchia, che quest’anno si aggiunge alla beatificazione del parroco di Pianura, don Giustino Russolillo.

c.b.

San Lorenzo, parrocchia per le Case Gialle di Pianura«Promozione sociale e Vangelo cammineranno insieme»

Spesso si parla dell’affido come di un’esperienza quasi impossibile, ma diverse famiglie stanno vivendo questa esperienza come un fattore decisivo della propria vocazione cri-stiana e familiare. In questi anni di attuazione del progetto affido nella nostra diocesi, abbiamo imparato a condividere tante esperienze. Alcuni portano nel gruppo racconti di af-fidi conclusi, mettendo in comune il bagaglio dei tanti momenti felici, spensierati, come delle tante difficoltà che si sono dovute affrontare. C’è chi porta l’esperienza con bambini pic-coli, altri con adolescenti, situazioni nelle quali, alle sfide e alle proteste dell’età, si aggiungono le sofferenze di appartenere ad una famiglia in dif-ficoltà. Ogni giorno facciamo i conti con i danni psicologici e fisici che il degrado e l’abbandono procurano ai bambini. C’è chi vive un affido che da diurno (per alcune ore al giorno), si è trasformato in uno “a lungo ter-mine”, modificando radicalmente il proprio essere famiglia. C’è chi vive

l’accoglienza di bambini stranieri, nelle feste natalizie e nel periodo esti-vo, facendo aprire ad altre culture, ma anche ad altre povertà. Fino ad arri-vare a chi vive un affido brevissimo, nei pochi giorni delle feste di natale o capodanno, dando la possibilità ad un bimbo di vivere il momento più bello dell’anno, in un nucleo familiare e non da solo nella casa famiglia. Tante vite spezzate dal degrado, dalla miseria, dall’abbandono, dalla violenza, dalla droga, dall’alcolismo, dalla delinquen-za, che si abbattono sui figli prima ancora di nascere. Storie, volti, parole che sono diventate le nostre storie, i nostri volti, le nostre parole. L’espe-rienza dell’affido familiare nel gruppo diocesano di famiglie accoglienti, è diventata per tutti noi l’occasione per camminare insieme, realizzando una carità operosa a favore dei bambini e che parla del grande Amore di Dio nel loro progetto di vita. Per info: Emi-lia Campolo e Rosario Belfiore – tel. 081.5268726 - 3382168953 - [email protected]

Affido familiare diocesanoQuest’anno la 98ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato sarà celebrata il 15 gennaio a livello regionale nell’arcidiocesi di Salerno. Nella nostra diocesi di Pozzuoli vivremo un momento particolare di segni di evangelizzazione la domenica successiva, 22 Gennaio, con la celebrazione della Santa Eucaristia, nella chiesa San Marco, in via Roma, 50, a Pozzuoli (ore 12.00). Attraverso Segni dei tempi, vogliamo dare questo messaggio per una sensibilizzazione all’evento. Tema di quest’anno, riprendendo il messaggio del Papa, sarà “Migrazioni e nuova evangelizzazione”.Se scegliessimo noi il modo di fare, di operare, potremmo spesso essere interiormente erosi dalla domanda: Ma ho fatto veramente ciò che dovevo? Invece la coscienza di “essere mandati” è una grande forza per tutti i momenti della vita. L’evangelizzazione nasce dagli incontri personali, per questo all’inizio si contenta anche dei piccoli numeri. Un’altra caratteristica del nostro mandato, come Migrantes, appare molto chiara: la povertà. La nostra missione viene vissuta nella semplicità, poveri fra i poveri. Se proclamiamo la Parola ad ogni persona, troveremo nel Vangelo stesso il nostro dono, la nostra ricompensa. Invito tutti, in particolare i confratelli e i responsabili delle realtà di volontariato del territorio, a sensibilizzare verso questa giornata, nelle proprie comunità parrocchiali e organizzazioni. Per info: [email protected] (su sdt on line messaggio completo e notizie degli eventi).

Don Paul John Opara, direttore della Migrantes diocesana

Verso la Giornata mondiale del Migrante

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DENTRO LA DIOCESI SEGNI DEI TEMPI

Per descrivere i lavori realizzati nel-la nuova chiesa S. Lorenzo Marti-

re e i locali annessi, l’architetto Gio-vanni Morra, richiama una citazione di Pavel Evdokimov: «Tra la piazza, che risuona del brusio quotidiano, e la chiesa, che invece è avvolta nel si-lenzio, non ci deve essere una cortina che tutto sbarra, ma una soglia aper-ta attraverso la quale passano i ven-ti di Dio». L'edificio è costituito da un quadrato in cui vengono tracciati i luoghi dell’esperienza sacra, quelli per la socializzazione e quelli di ser-vizio pastorale. Non tutto lo spazio disponibile viene occupato con volu-metrie, in più punti vengono lasciate superfici aperte di connessione tra i volumi destinati alle diverse funzio-ni. Tali spazi destinati alla preghiera ed alla meditazione si concludono idealmente nella cappella superiore, posta alla quota più alta, collocata in corrispondenza verticale con la fonte battesimale. Si definisce quindi una relazione visiva tra l'aula liturgica e l'edificio parrocchiale, riproducendo le relazioni spaziali, caratteristiche dei lotti conventuali, tra luoghi interni al "recinto comunitario". La presenza dell'aula liturgica è percepita fisica-mente in ogni punto del complesso edilizio divenendo generatore geome-trico degli spazi circostanti dedicati alla vita comunitaria. Tra il portone principale e l’aula liturgica è collo-cato uno spazio di filtro, dal soffitto basso e luminoso, metafora di un Dio che cammina con noi, che consente

il rapido passaggio psicologico tra il frastuono muto e il silenzio assordan-te. Il percorso dei fedeli, che si di-spongono nella sala, è accompagnato in elevazione dal movimento della controsoffittatura lignea che, cattu-rata la luce in facciata, invita con un movimento sinuoso verso il basso a “prendere posto”, al raccoglimento ed alla disposizione umile ed in preghie-ra in attesa della celebrazione. Sul lato sinistro della navata è possibile acce-

dere alla cappella dove è collocata la Custodia Eucaristica che, per la parti-colare posizione, è percepibile anche nella sala grande. L’illuminazione del-la chiesa è assicurata dalla presenza di lucernai posti sul perimetro dell’aula e da aperture sui patii interni destina-ti a giardini in cui sono collocati un ulivo ed un fico. La luce arriverà sul presbiterio anche da nord attraverso piccoli fori vetrati a simboleggiare la comunità sofferente “non presente”.

Il battistero è un luogo appartato ma non isolato dall'aula principale, in-fatti un ampia apertura permette il collegamento visivo tra questo e l'a-rea presbiteriale ed in particolare con l'ambone ed il cero pasquale. All'e-sterno la presenza del battistero è per-cepibile attraverso un ampia apertura che lascia intravedere lo spazio inter-no e dalla presenza di una vasca d'ac-qua che penetra verso l'edificio. Un ampio lucernaio di forma ottagonale penetra invece dall'alto illuminando fortemente l'ambiente che può acco-gliere circa cinquanta fedeli (su sdt on line la descrizione completa).

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Tutti i segreti della chiesadi via Montagna Spaccata

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IDEE & PROGETTI

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SEGNI DEI TEMPI

dicembre 2011

Ogni giorno i sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità,

conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il

sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite a tutti

i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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L’offerta è deducibile:Per chi vuole, le offerte versate a favore dell’Istituto CentraleSostentamento Clero sono deducibili fino ad un massimodi 1032,91 euro annui dal proprio reddito complessivoai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali.Per maggiori informazioni consulta il sitowww.offertesacerdoti.it

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conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il

sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite a tutti

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IDEE & PROGETTI SEGNI DEI TEMPI

dicembre 2011

Progetto realizzato con i fondi protocollo di intesa fondazioni bancarie e volontariato.

SERATA DI SOLIDARIETA’

Sala mensa della Scuola elementareCuma – Bacoli

Venerdì 30 dicembre 2011 (ore 16.00)

Tel. 081.868.71.62 - Cell.339.47.85.870Sito internet: www.prohandicap.itE-mail: [email protected]

per informazioni: ASSOCIAZIONE DI COLONTARIATO “PRO HANDICAP”Sede: via Miseno, 8 (interno Villa comunale) – 80070 Bacoli (NA)

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2011

Con il patrocinio del Comune di Bacoli

30 11Tombolata

Buffet e brindisi di fine anno

Animazione musicale

Proiezione filmati su attività associazione

Il complesso dell’ex cemen-tificio di via Marmolito a

Quarto è un bene di circa 15 mila metri quadrati di terre-no, sottratto alla camorra nel 1998 e assegnato al comune nel 2002.Per questa struttura, che è stata destinata alla costruzio-ne di un impianto sportivo polifunzionale, si attendono dal 2009 solo i fondi che, tuttavia, con gli anni dimi-nuiscono sempre più a disca-pito del riutilizzo sociale del bene stesso. L’ex Cementifi-cio, infatti, dovrebbe diven-tare una piscina comunale, oltre che ospitare una serie di spazi per attività ludiche, ricreative e sportive. Ma i circa sei milioni di euro de-stinati al progetto si sarebbe-ro ridotti a solo due milioni. Pertanto più volte è stato ne-cessario apportare modifiche al programma originario, che prevedeva una piscina di circa 50 metri, per poi pro-gettarne una di appena 30 metri. Sul budget, inoltre, incide anche la questione

della bonifica ambientale. Infatti per il terreno dell’ex Cementificio si richiedono da tempo opere di bonifica e la rimozione di rifiuti, anche pericolosi come lastre d’a-mianto, poiché l’area è sog-getta a continui scarichi di immondizia di ogni genere. Resta, inoltre, il dubbio su cosa nasconde il sottosuolo. Nodi che dovrebbero essere sciolti in fretta anche in con-siderazione del fatto che le progettualità previste per il bene confiscato sono impor-tanti proprio perché costitu-iscono un chiaro segnale di contrasto sociale alle mafie. Il monitoraggio del territo-rio ha portato a una chiara

individuazione del proble-ma del degrado innanzitutto per adolescenti e bambini. In casi come questo si tratta di zone che non presentano alcun centro di aggregazio-ne sociale, mentre invece vi mettono radici evasione e di-spersione scolastica.Nonostante tante difficoltà, c’è ancora chi crede nella trasformazione e, sebbene i “genitori” dell’ex cementifi-cio siano stati l’amministra-zione politica e i funzionari comunali, una parte impor-tante della cittadinanza ha adottato il complesso: sono gli studenti della scuola me-dia “De Filippo” e del Con-siglio comunale dei Ragazzi,

che tre anni fa hanno preso a cuore la questione grazie al progetto “Adotta un bene confiscato” promosso dall’as-sociazione “Libera”. I ragazzi hanno svolto, con il prezioso aiuto di esperti, un lavoro di ricerca, di studio e di progettazione. Non solo hanno affrontato la storia delle origini dell’ex cemen-tificio, conoscendo così il ri-svolto delle attività economi-che gestite da organizzazioni criminali, ma soprattutto hanno intuito l’importan-za, una volta sequestrato e

confiscato, di riutilizzarlo a scopo sociale per le esigenze delle collettività. Ecco allora che si propone con forza la realizzazione di una cittadel-la dello sport. Ma i tempi di attesa sono lunghissimi e un altro dilemma preoccupa. Ossia: questi ragazzi vedran-no mai realizzato il loro pro-getto e con esso tutti i sogni che vi hanno riposto? Op-pure nel frattempo divente-ranno adulti, costretti ad ab-bandonare il loro progetto e forse anche questa città?

Carmen Del Core

Sequestrato alla camorra nel 1998, assegnato al Comune nel 2002 e che da due anni aspetta i fondi per la ristrutturazione

Cementificio, la lunga attesa di QuartoGli alunni della De Filippo l’hanno adottato e chiedono di rispettare la destinazione sportiva

La confisca dei beni costituisce uno degli strumenti più importanti per una seria lotta alle mafie, poiché col-pisce interessi economici e ricchezze che organizzazioni criminali hanno accumulato con i loro traffici illegali. La confisca diventa così un’antimafia sociale e dei diritti, che si affianca a quella delle manette e della repressione, assicurata dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, con notevoli sforzi e scarsità di mezzi. La lotta alla mafia deve essere soprat-tutto caratterizzata da politiche di promozione sociale, di educazione alla legalità, di inclusione nel mondo del lavoro, anche utilizzando i beni con-fiscati, che molto spesso, tuttavia, viene offerto come un favore e che invece deve essere garantito come un diritto. Ed ecco che in questo contesto di lotta alla criminalità si inserisce la legge n. 109/96 sulla riutilizzazione dei beni confiscati alle mafie, la quale prevede l’esclusivo uso sociale ed il divieto as-soluto di vendita del bene confiscato. Questa legge segna una rottura impor-

tante perché nasce dalla spinta delle associazioni della società civile e perché ha permesso di creare in molti territori, e non solo nel Sud d’Italia, le condizio-ni per un lavoro vero per i giovani che su questa opportunità hanno investito e trovato una occasione di riscatto so-ciale ed economico.Dagli ultimi dati forniti dall’Agenzia del Demanio i beni immobili (case, terreni, fabbricati) confiscati sono circa 7.000 e di questi circa 3.000 sono stati destinati per uso sociale. Per più della metà ancora si deve attivare il processo di destinazione. Di questi circa 3.000 beni bisogna capire quali sono effettivamente uti-lizzati. Le difficoltà che purtroppo si incontrano nell’iter di un bene con-fiscato alla camorra sono numerose e l’impegno deve essere quello di creare le condizioni affinché si considerino i beni confiscati come una risorsa per lo sviluppo ordinario, economico e sociale del territorio, ma purtroppo non sem-pre è possibile.

c.d.c.

L’antimafia sociale

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IDEE & PROGETTI

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SEGNI DEI TEMPI

per ualche LIBRO

“Quarto tra passato e futuro” Viaggio nella storia della città attraverso i Quaderni dell’Ufficio Cultura del Comune di Quarto.

di Antonio Ferro

“Giallo Tufo: un mistero nei Campi Flegrei”È un giallo territoriale legato al patrimonio storico, artistico, paesaggistico, culturale, archeologico dei Campi Flegrei.

di Francesco Escalona

20/10/11

“I racconti di Giosafatte e del suo settimo nipote – l’identità ebraica svelata”I racconti di nonno Giosafatte ai suoi nipoti. Una storia vera che nasconde un’altra storia: il lungo cammino, tenuto nascosto, del popolo ebraico fino a Bacoli, nel cuore dei Campi Flegrei.

di Rosario “Rosso” Capuano

“Quattro novelle neapolitane”Neapolis, Nisida, Kyme (Cuma) e Tripergola sono gli scenari in cui sono ambientati i quattro racco-nti. Un modo per visitare questi luoghi attraverso gli accadimenti quotidiani di donne e uomini dell’epoca. Il testo è integrato da un breve glossa-rio curato da archeologi per consentire una migliore comprensione dei riferimenti geografici e storici.

di Gianni Santarpino

“Pulcinella:il trionfale ritorno di Horus”Chi si nasconde dietro la maschera di Pulci-nella? Un ritratto inedito, carico di intuizioni e decifrazioni che contribuiscono a rischiarare il nostro background e quindi la nostra stessa civiltà attuale.

di Franco Pisano

“Bacoli. Storia di un comune”Curiosità e aneddoti che raccontano il lungo excursus storico che ha portato l’antico terri-torio di Bacoli, nel 1919, a diventare comune autonom.

di Francesco Lubrano

1° CICLO:“Storia, storie e tradizioni dei Campi Flegrei”

CINe“Quando sei nato non puoi più nasconderti”Regia di Marco Tullio GiordanaSandro ha dodici anni e una vita spensierata in una piccola cittadina di provincia. Un giorno, durante un viaggio in barca nel Mediterraneo con il padre, cade in acqua e non riescono a raggiungerlo prima che sparisca tra le onde. Viene ripescato da uno scafo su cui sono imbarcati dei clandestini che fanno rotta verso l'Italia, sperando in una vita migliore e nel miraggio di un lavoro per poter mantenere le loro famiglie. Tra gli emigranti ci sono due fratelli rumeni, Radu e Alina. Hanno la stessa età di Sandro e tra i tre ragazzi si stringe un rapporto che somiglia sempre più ad un'amicizia, nonostante le diversità e la lingua diversa. Sandro si sente vicino a loro, e soprattutto ad Alina, così bella ai suoi occhi di adolescente. È l'età adulta che irrompe nella sua vita, mostrandogli lo squallore e la crudezza della realtà e costringendolo a guardare il mondo con occhi diversi...

“Sognando Beckham”Regia di Gurinder ChadhaInghilterra: Jessminder, una ragazza indiana immigrata, ama giocare a calcio e ha un'autentica passione per David Beckham. La sua famiglia però non condivide e vorrebbe che nel suo futuro ci fosse soltanto il college e un lavoro come avvocato. Un giorno, mentre sta giocando al parco, le viene proposto da Jules, una ragazza del team locale, di entrare a far parte della squadra femminile di calcio e partecipare al torneo estivo.,,

“L’Ospite inatteso”Regia di Thomas McCarthyWalter Vale, professore universitario di Economia, vedovo da cinque anni, vive una vita monotona in una cittadina del Connecticut. Quando Walter di malavoglia accetta di sostituire un collega a una conferenza a New York City, scopre con sorpresa che il suo appartamento, da tempo disabitato, è stato affittato con un imbroglio a una giovane coppia, il siriano Tarek e l’africana Zainab. Dopo un primo momento di sconcerto Walter decide di farli restare finché non si siano trovati un altro posto. Anche attraverso una comune passione per la musica, in breve, tra Walter e Tarek prende forma un’amicizia che la più guardinga Zainab disapprova. Quando però un contatto accidentale con la polizia fa finire Tarek, immigrato irregolare, in un

centro di detenzione dell’I.C.E. (Immigration and Customs Enforcement), Walter risulta essere l’unica persona che gli può far visita. L’impegno di Walter nei confronti del suo giovane amico si rafforza ancor di più con la comparsa di Mouna, la madre di Tarek venuta in cerca del figlio. Mentre i quattro affrontano le desolanti realtà del sistema di immigrazione americano e i problemi della loro vita, affiora la loro umanità attraverso situazioni ora goffe e comiche, ora tenere e drammatiche.

“Nuovomondo”Regia di Emanuele Crialese

XX secolo: la famiglia siciliana dei Mancuso, che agli inizi del secolo lasciano Petralia, un paese dell'entroterra, alla volta dell'America. Salvatore, prostrato da una terra poco generosa, si affida alla Madonna e, dopo averle offerto un sasso macchiato di sangue perché portato in bocca in segno di sacrificio, le chiede quale strada deve prendere, se restare o partire...

“Il vento del perdono”Regia di Lasse Hallström

Il film narra il ricongiungimento e la riconciliazione tra una giovane donna, la sua piccola figlia e il suocero, che sembrava non potersi più aprire dall'isolamento materiale e sentimentale nel quale si era richiuso nel proprio ranch del Wyoming.Jean Gilkyson (Jennifer Lopez), in fuga dal fidanzato violento, assieme alla figlia cerca accoglienza da Einar Gilkyson (Robert Redford), nonno della figlia. Tra i due non corre buon sangue, infatti Einar ritiene Jean responsabile della morte del figlio Griffin, dovuta ad un incidente stradale.Einar, dopo la morte del figlio e l'abbandono della moglie, è diventato un uomo chiuso al resto del mondo, gestisce

“Il giardino del perdono”Regia di Paul A. KaufmanShay Hunter frequenta il college ma non riesce a superare lo stress della scuola a causa del suo carattere instabile. I professori le consigliano di prendersi un periodo di riposo e la ragazza, non avendo amici e non sapendo dove andare, decide di rientrare a casa e affrontare la persona che ritiene responsabile dei suoi problemi: Nora, la madre alcolizzata con la quale non ha ha contatti da cinque anni. Affrontare la dipendenza dall'alcol della donna, le difficoltà dei rapporti interpersonali, i drammi di ogni giorno per Shay è davvero difficile. Soltanto grazie all'amore per la sua famiglia che Shay riuscirà a perdonare la madre, causa dei suoi problemi. "Il giardino del perdono" è una storia forte e commov-ente sulla difficoltà di alcuni rapporti anche tra persone che si vogliono bene.

“Perdona e dimentica”Regia di Todd Solondz

Solondz narra, attraverso gli occhi di tre sorelle, le cui famiglie sono vittime di pesantissime tragedie quali pedofilia, depressione e solitudine, un'America che esiste e di cui nessuno vuol parlare. Il racconto è basato su due tematiche, forgive and forget, perdonare e (o) dimenticare....

da solo il suo ranch, con la sola compagnia del fraterno amico Mitch (Morgan Freeman). Quest'ultimo, dopo l'aggressione di un orso avvenuta un anno prima non solo non è più in grado di aiutare la fattoria, ma ha bisogno di essere continuamente accudito da Einar. La piccola Griff (Becca Gardner) con la sua innocenza, scalfisce pian piano il duro cuore di Einar che alla fine accetta anche Jean, alla quale perdona l'incidente del figlio, e che protegge, con lo sceriffo Curtis, dal ritorno del suo violento compagno.

06/10/11

03/11/11

17/11/11

“Enolibro – Pagine da bere”�Vino e Vigneti nei Classici della Letteratura;�Nunc est bibendum. Cultura del vino e coltura della vite.

Il progetto Enolibro è il punto di partenza di un viaggio nelle tradizioni e nella cultura delle aree che producono vino. I primo otto volumi sono curati da archeologi che conoscono il patrimonio dei Campi Flegrei.

Rosaria CiardielloIvan Varriale

01/12/11

15/12/11

29/12/11

forum

<oltre le diversitàvariazioni date su Facebook

<il vento delperdono

variazioni date su Facebook

25/10/2011

17/04/2012

8/11/2011

15/11/2011

11/10/2011

hall

conference

bar

29/11/2011

13/03/2012

“There be dragons”In uscita

Sullo sfondo della guerra civile spagnola, il film ripercorre la gioventù di Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002. Il titolo del film deriva dall'espressione latina Hic sunt dracones, usata dai cartografi medievali per descrivere i pericoli derivati da luoghi ancora ignoti alle mappe.

13/12/2011

dicembre 2011

www.divinmaestro.it

“Enolibro. Pagine da bere” - 1 dicembre (ore 19) Vino e Vigneti nei Classici della Letteratura.Cultura del vino e coltura della vite.Rosaria Ciardiello - Ivan Varriale

“Pulcinella: il trionfale ritorno di Horus” - 15 dicembre (ore 19)Chi si nasconde dietro la maschera di Pulcinella?Un ritratto inedito, carico di intuizioni.Franco Pisano

“Bacoli. Storia di un comune” - 29 dicembre (ore 19)Curiosità e aneddoti. L’excursus storico di Bacoli, nel 1919, diventato comune autonomo.Francesco Lubrano

Per info: www.divinmaestro.it

Riciclare le vesti dei sacer-doti per fare gli abiti dei

pastori del presepe. Così ca-sule, cotte e stole diventano vestitini per Gesù Bambino, veli per Maria, mantelli per Giuseppe e sontuosi turbanti per i Magi. L’arte presepiale è più che arte nelle mani di don Giorgio Della Volpe, parroco della concattedra-le san Paolo Apostolo. Don Giorgio coltiva questa pas-sione da ragazzo. Oggi, a 40 anni, la passione non si è spenta anche se ha poco tempo. Nativo di Grumo Nevano è stato parroco della chiesa di san Filippo Neri a Lucrino e per dieci anni, alla chiesa dei pescatori di san-ta Maria del Riposo a Baia. Da poco più di un anno è a Monterusciello, coadiuvato da don Angelo Pajarillaga.Lei ogni anno sul setti-manale Famiglia Cristia-na pubblica un annuncio: “cerchiamo paramenti, arredi e  suppellettili sa-cri, smessi, nuovi o fuori uso…”.

«Sì. E arrivano abiti da tutta Italia. Quando sono nuovi li riutilizziamo, li regalo o li mando ai sacerdoti delle mis-sioni. Quelli irrecuperabili, ma ancora belli, li utilizzo per i pastori. I migliori sono quelli con ricami o i dama-scati. Più sono antichi e più sono preziosi. Cerco anche arredi e suppellettili sacri. A seconda delle cose che ar-rivano ricavo oggetti per il presepe. Per esempio con le coroncine spezzate dei rosari si possono fare delle collane per i Re Magi».Il suo è un presepe tipica-mente napoletano…«Mi ispiro ai pastori del ‘700. Compro il corpo del pastore di 40 centimetri, con anima in metallo e pa-glia, testa in terracotta e arti in legno e poi cucio i vestiti. Adesso ho poco tempo, ma resta sempre una passione che coltivo quando sono a casa mia. Non faccio mostre né li vendo. Anche se a Baia, per la ristrutturazione della chiesa, abbiamo venduto an-

che i pastori». Come nasce un pastore?«Con la preghiera. C’è una preghiera iniziale, una pre-ghiera durante il lavoro e una dopo… Ma il fatto che si utilizzi la stoffa delle vesti sacre rende le creazioni uni-che. Ogni paramento ha una storia perché porta con sé un po’ della vita del sacerdote, è stato utilizzato per le cele-brazioni. Così i pastori sono impregnati di Dio, è come se avessero un’anima». I soggetti?«Ovviamente la Sacra Fami-

glia e i Re Magi… Anche se non sono come quelli dei maestri di San Gregorio Ar-meno per me sono bellissi-mi: ogni scarrafone è bello a mamma soja». E a proposito di cose sacre. Il 25 maggio lei è stato ri-cevuto da Benedetto XVI subito dopo una celebra-zione in Piazza San Pietro. Con i suoi parrocchiani ha chiesto la benedizione del-la corona della statua della

Madonna.«È stato un momen-to emozionante. Ho parlato molto con Sua Santità il quale mi ha chiesto come era an-dato l’Anno paolino diocesano e che alla solenne cerimonia di chiusura del 30 lui sa-rebbe stato rappresen-tato dal cardinale Sal-vatore De Giorgi. Mi ha stupito questa sua conoscenza di un fatto che riguarda solo la no-stra Diocesi. È il segno che il Papa ci segue e ci

guida anche quando sembra lontano».

ci.bi.

Chiunque voglia donare paramenti e oggetti sacri può inviarli al seguente indirizzo: Parrocchia san Paolo Apostolo, via Verga, 2 - 80078 Pozzuoli (NA) Oppure può telefonare al numero 081.5247990

I vecchi indumenti dei sacerdoti regalati ai… pastoriMonterusciello, il bel presepe di san Paolo Apostolo

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Venerdì 28 ottobre è stato avviato il percorso for-

mativo nel campo della disa-bilità, organizzato nell’Istitu-to Virgilio dalle associazioni Pro Handicap, La Roccia e Ascam, che operano in rete da diversi anni, soprattut-to in sinergia con il Centro Studi della Caritas Diocesa-na di Pozzuoli, la cooperativa sociale Ifocs, le associazioni Nemea, Insieme e ora con la Diàlogos Comunicazione.Il corso, che s’inserisce tra le attività del progetto “Vita so-ciale disabili”, sostenuto dal Centro di Servizio per il Vo-lontariato di Napoli, è dedica-to a tutti coloro che vogliono conoscere o approfondire la conoscenza dei principali pro-blemi che le persone con varie disabilità incontrano quoti-dianamente.Gli incontri prevedono sia esperienze pratiche che lezio-ni frontali e l’obiettivo è far sperimentare ai partecipanti la possibilità di essere utili nel volontariato. Così nella pri-ma lezione, dopo un primo

momento di conoscenza tra i relatori e i partecipanti, si è discusso su come è cambiato il concetto stesso di disabilità nel corso degli anni e su come affrontare i problemi legati ai diversi aspetti della disabilità.Nella seconda parte del po-meriggio, sono state propo-ste esercitazioni pratiche, per permette loro di far conosce-re e sperimentare le difficoltà che le persone disabili devo-no affrontare ogni giorno e l’importanza di ogni parte del

corpo. I ragazzi sono rimasti positivamente colpiti da que-sta esperienza, rilevando – ad esempio – che non usare un arto o uno dei sensi per po-chi momenti, può far scoprire che il corpo umano è capace di “svegliare” gli altri sensi. Così hanno constatato cosa si prova stando seduti su di una sedia a rotelle e dover supera-re ostacoli lungo il cammino (anche essere spinti è stato significativo per loro). Signi-ficativa l’emozione riportata da una corsista che ha eviden-ziato il forte impatto, perché “l’impossibilità di decidere” e il fatto che qualcuno dovesse spingerla, le ha suscitato uno stato di fastidio e di ansia.La stessa impostazione è stata data anche al secondo incon-tro che si è svolto l’11 novem-bre. Nel mese di dicembre (il giorno 9), sempre nei locali dell’Istituto Virgilio, ai parte-cipanti al corso verrà presen-tato il Laboratorio delle emo-zioni che viene portato avanti da diversi anni nel Centro Ar-cobaleno a Fuorigrotta. I cor-

sisti potranno vivere diretta-mente questa esperienza, per poi riprendere le lezioni a par-tire dal nuovo anno.Sempre a dicembre (sabato 3, dalle ore 17.30), la rete ope-rativa “Disabilità Superabili”, costituita dalle organizzazioni citate all’inizio dell’articolo, organizzerà un altro evento nel Laboratorio delle Arti, in via Torrione a Monte di Procida, con il patrocinio dei Comuni di Bacoli, Monte di Procida e Rai educational.

Adele Delicato

All’Istituto Virgilio associazioni in campo per il progetto di vita sociale del CSV Napoli. L’esempio del Laboratorio Emozioni

Disabili, quando i volontari sono utiliUna concreta esperienza di percorso formativo: ecco cosa si prova a vivere su una sedia a rotelle...

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CULTURA

dicembre 2011

Riproposto dall’Istituto Superiore “Pitagora” di Pozzuoli il concorso nazionale di scrittura creativa “La pagina che non c’era”. L’iniziativa letteraria che nella sua prima edizione ha riscosso già un notevole successo è rivolta agli alunni delle scuole superiori ed è patrocinata dai comuni di Napoli e Pozzuoli. Gli scrittori proposti quest’anno sono: Viola Di Grado con “Settanta acrilico e trenta lan”’ edizioni E/O; Andrej Longo con “Lu campu di girasoli”, edito da Adelphi; Marco Malvaldi con “La briscola in cinque”, di Sellerio; e Antonio Scurati con “La seconda mezzanotte”, di Bompiani. L’idea guida è riunire intorno ai libri i ragazzi spesso distanti dalla pagina scritta, superando le loro diffidenze verso la lettura con un gioco letterario; pertanto gli studenti partecipanti dovranno leggere i romanzi proposti, scegliendo il “libro prefe-rito” e aggiungendo una pagina, quella che non c’era, in un punto qualsiasi del testo scelto, imitando lo stile dello scrittore e mimetizzandosi nella sua opera. L’investitura sulla bontà dell’iniziativa del Pitagora è giunta da Valeria Parrella, tra gli autori scelti nella prima edizione: «Penso che questo sia il migliore dei concorsi letterari per studenti che ho visto nella mia duplice carriera di studentessa e di scrittrice. E’ un concorso a migliorarsi, che è quello che facciamo tutti, o dovremmo fare tutti. Dell’incontro con gli studenti mi è piaciuta molto l’apertura al pubblico, il fatto di non sapere chi mi era davanti, se studenti del concorso, giovani lettori, curiosi, pazzi… e le domande sono state intelligenti, ficcanti, insomma si è creata una vera corrispondenza. Inoltre mi ha sorpreso molto vedere quanto fossero belle le pagine proposte in finale. Anche quella per me è stata un’esperienza importante, forse più del semplice incontro con i lettori. Questo evento è come mandare un mazzo di fiori e vedersi rimandare una rosa. Poi erano anche belle rose, profumate di letteratura vera». Rispetto allo scorso anno gli allievi saranno coinvolti maggiormente nell’organizzazione dell’evento. In febbra-io, poi, si terrà presso il Pitagora un festival della letteratura giovane, che ospiterà

i quattro scrittori. La premiazione delle “pagine” più belle avverrà nella prima settimana di giugno alla presenza degli autori in una sala messa a disposizione dal comune di Napoli. Nella passata edizione parteciparono tra gli altri i Licei Coper-nico, Genovesi, Umberto, Vittorio Emanuele. In finale anche due allieve del Pitagora: Ilaria D’Angelo e Silvia Moio. Per Pozzuoli alla seconda edizione sono già iscritte il Pitagora ed il Virgilio. gi.mo.

Piccoli scrittori crescono: che bella idea al “Pitagora”

Centonovantuno cappottiLunedì 12 dicembre (ore 10.30), Biblioteca Civica “Raffaele Artigliere”.

Inediti garibaldini dalla Terra di Lavoro

Presentazione del libro di Aurora Delmonaco

a conclusione del progetto “LegalItalia”

dell’Istituto Virgilio di Pozzuoli

Festa dell’Albero

Anche nell’area flegrea dal 21 novembre sono state organizzatediverse manifestazioni in occasione della Festa dell’Albero, daBacoli a Pozzuoli, fino a Fuorigrotta. Grande entusiasmo nel63° Circolo didattico Andrea Doria, per l’iniziativa voluta daldirigente scolastico Gianni Saviano e promossa dalle insegnantiSusy Falanga e Paola Franco, con il partenariato di LegambienteCampi Flegrei, coordinata da Guglielmo Fragale. Venerdì 25novembre, i bambini, guidati da tre giardinieri, hanno messo adimora 70 piante donate dal Corpo forestale di Roccarainola.

SEGNI DEI TEMPI

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Quaranta mesi di stop non sono stati ancora sufficienti

per completare i lavori di ristruttu-razione della piscina comunale di Lucrino. Unico impianto dell’area tra Pozzuoli centro ed Arco Felice, il progetto ha subito continui ral-lentamenti rispetto al programma di partenza che hanno allungato a dismisura i tempi di consegna. Al momento della chiusura delle attivi-tà nel giugno del 2008 per effettuare gli interventi necessari alla struttura e agli impianti fu promesso che nel giro di un anno, massimo 18 mesi, la piscina sarebbe stata restituita alla città. Invece problemi vari: prima il

blocco dei lavori per la non confor-mità delle certificazioni antimafia delle imprese prescelte, poi variazio-ni al progetto di partenza per appor-tare migliorie all’impianto di riscal-damento dell’acqua ed infine, pare, problemi tra impresa e Comune sulla valutazione dei lavori effettuati, stanno procrastinando oltremisura la riapertura dell’impianto. Commissa-ri prefettizi e amministrazioni poli-tiche che si sono succedute in questi mesi si sono sempre dette pronte a riaprire i battenti dello storico im-pianto, inaugurato agli inizi degli anni Settanta, ma poi le promesse si sono vanificate, deludendo l’attesa di

società sportive e semplici utenti, co-stanti frequentatori della struttura. Proprio le società sportive sono le re-altà maggiormente mortificate dalla chiusura della piscina di via Mili-scola. Negata l’attività a centinaia di giovani e giovanissimi e soprattutto interrotta la crescita sportiva di so-dalizi che investivano in manifesta-zioni regionali e nazionali. Soprat-tutto in tutto questo lasso di tempo i responsabili del Comune non si sono espressi in maniera chiara sul futuro della gestione dell’impianto. Sarà assegnato a privati, oppure si riproporrà la gestione pubblica come in passato? Questo è un aspetto non

secondario che andrebbe affrontato non solo nelle sale degli uffici comu-nali, ma valutato opportunamente insieme alle realtà sportive del ter-ritorio per rioffrire al meglio l’im-pianto alla città. I tempi indefiniti della chiusura hanno fatto passare in secondo piano un importante inter-vento tecnologico che ha permesso di sfruttare l’acqua calda termale del sottosuolo di Lucrino per le docce e i lavabo. Una novità che porterebbe ad un risparmio di quasi il 70% nei consumi energetici quantizzabili in circa 50mila euro annui. Ma il ritor-nello è quando riapre la piscina?

Giuseppe Moio

Nella città di mare i nuotatori non hanno la piscinaLucrino, la vergogna dei lavori che non finiscono mai

SPORT

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Da Monterusciello alla Thailandia. E ritorno: da campione del mondo

Un puteolano vince il torneo mondiale di muay thai, arte marziale e sport na-zionale della Thailandia. È Michele Narciso, campione della categoria -75 Kg del “Thailand Extreme 2011”, la competizione più importante che si disputa di que-sta disciplina, una sorta di Campionato del Mondo. Narciso, 29 anni, di Monteru-sciello, è istruttore di palestra. In più, nel torneo Open allargato, l’atleta ha vinto il 2° posto nella categoria –78 Kg. All’evento, che si è svolto ad agosto, hanno partecipato decine di atleti di 32 nazionalità diverse. Unico italiano è stato Nar-ciso. Dopo otto match in cui sono stati battuti atleti europei e asiatici c’è stata la vittoria sull’altro finalista, un thailandese (Narciso ha sostenuto incontri con un brasiliano, un olandese, un birmano e tre thailandesi). «Sono partito con tanta grinta – ricorda Narciso - anche perché erano in pochi a credere in un successo. Ho avuto anche l’onore di conoscere un mito della muay tahi, il maestro Senan Yodtong che in Thailandia è un monumento vivente. Ho iniziato a praticare sport a sei anni con il tae kwon do. A sedici anni ero cintura nera, poi mi sono avvicinato al kick boxing e, infine, a questa disciplina. Mi alleno dalle sei alle otto ore al giorno, tutti i giorni. Grazie a questo sport ho evitato la strada. Continuo a aggregare ragazzi che hanno modo di avvicinarsi a questa disciplina e allo sport. La mia idea è di coinvolgere anche altri giovani che vengono di solito esclusi ed emarginati quando si parla di arti marziali, come i portatori di handicap». Narci-so nel 2003 è stato campione del Sud Italia e campione europeo nel 2005. Sem-pre nel 2005 è stato primatista di varie discipline come la distensione su panca e la bench press. Dal 2007 insegna arti marziali nella palestra Asd Marte 06 di via Campana con Ettore Milani e Maria Carbone e fa parte della Union Fighetrs di Napoli del maestro Giulio Gessari. La muay thai – “la lotta dei re” - è un’antica arte marziale nota anche come thai boxe o boxe thailandese. Secondo alcuni studiosi ha oltre 2000 anni di storia. I professionisti thai, spesso figli di famiglie poverissime, iniziano gli allenamenti da giovanissimi, per essere considerati at-leti maturi già sui 20 anni. La muay thai è per i poveri una via di realizzazione

personale e professionale. La preparazione fisica è tra le più rigorose e sfiancanti di ogni sport: i pugili osservano una rigida disciplina allenandosi due-tre ore, per due volte al giorno, per cinque-sei giorni la settimana, correndo o nuotando per chilometri, saltando la corda, eseguendo flessioni su braccia e gambe, trazioni alla sbarra, esercizi per gli addominali e i muscoli del collo. «Con costanza il giovane Narciso - ha affermato Agostino Magliulo, sindaco di Pozzuoli - è riu-scito nei suoi allenamenti faticosi ed impegnativi, battendo gli stessi campioni thailandesi, sconfiggendoli in casa propria. Lo sport è importante nella vita di ciascuno, è veicolo di crescita e formazione. Per Pozzuoli oggi avere un altro at-leta di così grande valore e prestigio è un onore». c.b.

dicembre 2011

Fine anno con il Torneo di NataleIl Csi di Pozzuoli ripropone per fine mese, tra il 27 ed il 30 dicembre, nell’intermezzo delle festività natalizie e di inizio nuovo anno, il “Torneo di Natale”, manifestazione di calcio a cinque, aperta alle categorie Under 8 (2003-2004), Under 10 (2002-2003), Under 12 (2000-2002), Under 14 (1998-2000) e Under 16 (1996-1998). L’iniziativa che è giunta al sesto anno di vita si svolgerà sui campi della parrocchia Divino Maestro a Quarto e del Gardenia Licola a Licola, quest’ultimo l’impianto che ospitò la prima edizione nel 2005. All’appuntamento, che vede coinvolte la Pastorale giovanile della diocesi e l’Azione cattolica ragazzi, hanno già dato la propria disponibilità le parrocchie Medaglia Miracolosa, san Pietro e Paolo, san Massimo, Divino Maestro, sant’Artema e san Gioacchino e l’associazione Gardenia Licola. L’iniziativa che avrà il patrocinio dell’Azienda di cura soggiorno e turismo flegrea e della Pro Loco Pozzuoli, rientra nel calendario delle manifestazioni di fine anno dell’area flegrea e ha per obiettivo l’instaurarsi di rapporti “razionali” tra giovani di diverse estrazioni con l’applicazione del ”terzo tempo”. Le iscrizioni si chiudono il 22 dicembre.

SEGNI DEI TEMPI

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TAM TAM

dicembre 2011

Una web tv per trasmettere la Santa Messa agli am-

malati. È l’idea di un gruppo di fedeli della parrocchia dei santi Pietro e Paolo apostoli di Quarto. E da alcuni mesi la celebrazione delle 11,30, offi-ciata da padre Erminio Albano della Società Divine Vocazioni, arriva direttamente nelle case di chi non può essere presente in parrocchia. «Abbiamo la media di sessanta collegamenti ogni domenica. Non sono pochi». A parlare è Salvatore Basile, tecnico di arti tipografiche con la passione per la tecnologia e le riprese video. È lui che co-ordina il gruppo di giovani che stanno partecipando alla “Web Tv Santi Pietro e Paolo”. Per collegarsi basta avere un computer e una connessione ad internet. La web tv quarte-se utilizza LiveStream.com, un sito internet da cui è possibile trasmettere immagini in diret-ta di buona qualità. Attraverso questo canale hanno trasmesso in tutto il mondo, con il per-messo di Canale 21, anche la diretta della celebrazione per la

beatificazione di don Giustino Russolillo del 7 maggio. Ma dalla parrocchia sono andate in diretta online anche le cresime e le comunioni. «Vogliamo dare innanzitutto un servizio agli ammalati – spie-ga Basile – e l’altro obiettivo è aiutare i giovani a creare aggre-gazione e ad imparare un me-stiere». I mezzi non sono molti, ma le capacità organizzative e la creatività non mancano: si

utilizzano persino le telecamere di sorveglianza all’interno della chiesa. «Abbiamo un banco di regia e anche due telecamere mobili durante la celebrazio-ne» spiegano gli operatori. La web tv nasce dopo alcuni anni di esperienza con il sito parroc-chiale e l’inserimento online di video del parroco che commen-ta i passi del Vangelo. Del grup-po fanno parte numerosi giova-ni. Come Nicola, di 17 anni,

che impara a fare il cameraman oppure Marco Meli, impiegato, che si occupa della regia. Ma-rika Marino è una dipendente statale. Residente a Quarto, la-vora a Varese: «Siamo riusciti a realizzare – afferma - anche dei collegamenti dal nord. Per me è un modo di sperimentare la nostra tecnologia e la qualità delle immagini». Marika riesce a collaborare alla regia attra-verso internet direttamente da

Varese; in particolare si occupa della titolazione. Il suo impe-gno è un modo per sentirsi più vicini a casa: «La gente chiede: ma perché non trasmettete an-che la Santa Messa del sabato sera?». Prima della celebrazione va in onda una “signorina”, un avatar creato da un programma che annuncia la messa in onda della celebrazione. «In parroc-chia – conclude Basile – l’età media è molto alta. Questo è un modo per avvicinare i ra-gazzi. Abbiamo molte idee e stiamo cercando di realizzarle. Con poco è possibile creare de-gli incontri interattivi o dare, prima dell’inizio della messa, delle news sugli eventi dioce-sani». «Vogliamo far conoscere il territorio anche attraverso la chiesa – dice Marco Meli – vo-gliamo raggiungere i lontani e far vedere che in chiesa si gio-isce: Dio è gioia. Vogliamo far capire che in chiesa c’è allegria e che l’allegria è contagiosa». Per guardale la web tv connettersi al sito della parrocchia: sanpie-troepaolo.it

Ciro Biondi

L’esperienza della comunità dei santi Pietro e Paolo: una web tv che avvicina chi è costretto a restare in casa come gli ammalati

Qui Quarto, va in onda la… parrocchiaVolontari e creatività per la singolare esperienza online: si utilizza anche la videosorveglianza

Il team in foto. In piedi da sinistra: Salvatore Basile (team manager), Nicola D'ambrosio (cameraman), padre Erminio Albano (parroco) e Marika Marino (reporter). In ginocchio da sinistra: Marco Meli (team manager) e Mauro Della Monica (regia e software application).

SEGNI DEI TEMPI

Un’esplosione di arte di strada Se uno guarda Monterusciello dalla tangenziale, già la vede, la San Paolo Apostolo. È in un edificio molto grande - un’ala della concattedrale san Paolo - in cui trovano spazio gli uffici dell’Asl Napoli 2 nord, una scuola superiore in cui si recuperano anni scolastici, uffici parrocchiali. Così quando ci entri, nella scuola media, ti stupisci che sia così piccola, con le sue tre aule, palestra, sala mensa, segreteria, laboratorio didattico, sala dei professori. Se arrivi prima che suoni la campanella i ragazzi li trovi che giocano a bigliardino o a fare passaggi con palline improvvisate. Più tardi ti accoglie Marco Nacci, il direttore da anni. La scuola, in effetti, costituisce una piccola realtà, ma con gli anni si è capito che questa è la vera forza. Proprio questa piccolezza avvicina alle famiglie e ai giovani che trovano così un ambiente sereno in cui passare i tre anni decisivi di tutto il percorso scolastico. Arrivano bambine/i e se ne vanno ragazze/i con un metodo di stu-dio e con una formazione umana e cristiana che gli danno la forza di affrontare gli studi superiori. E se la crisi economica mette in difficoltà proprio le realtà piccole, nella scuola San Paolo noi ci si scoraggia e ci si sosteniene a vicenda con le famiglie. Da qualche anno nella scuola c’è la presenza di tutti laici, ma l’attenzione verso la for-mazione cristiana degli alunni non è mai mancata, anzi, costituisce una priorità per tutti quelli che ci lavorano. A maggior ragione da quest’anno in cui monsignor Pascarella si è dimostrato ancora più vicino e ha deciso di approfondire ulteriormente il legame tra scuola e diocesi. L’inaugurazione dell’anno scolastico, infatti, è stato un vero momento di condivisione con il vescovo. Insomma, in un momento di “emergenza educativa” delle nuove generazioni, la scuola

media San Paolo Apostolo si propone come una possibile risposta. Quest’anno il Collegio docenti ha recepito la volontà del Parlamento europeo decidendo il tema annuale “Accoglienza e solidarietà tra le generazioni”. In questo modo i ragazzi studieranno le singole materie e i relativi programmi ministeriali riflettendo sull’importanza del filo che lega la trasmissione dei saperi con l’esperienza di vita.

Dino Patierno

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Associazione culturale di volontariato NEMEA Segreteria Itinerari: c/o Centro Studi per il Volontariato

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2011>> i Campi Flegrei

L’Associazione NEMEApromuove i suoi Itineraristorico-religiosi,sviluppando visitetematiche, rivolte inparticolare alle scuoledi ogni ordine e grado.

I Campi Flegrei hanno sempre esercitato un fascino particolare, dall’antichità più remota all’epoca del Grand Tour.L’Associazione invita ad un viaggio straordinario tra miti, leggende, storia, monumenti, alla scoperta dei tesori qui racchiusi.

Di quelli ancora esistenti e di quelli, purtroppo, dissipati; non per camminare sui sentieri della nostalgia, ma per contri-buire a proporre prospettive di sviluppo e di riscatto.

1. ITINERARIO PAOLINOMacellum “Tempio di Serapide” - Porto e Borgo marinaro – Chiese: Assunta a mare - S. Maria delle Grazie - S. Vincenzo Ferrer - S. Maria della Purificazione (cripta) - S. Raffaele - S. Giuseppe - Corpo di Cristo e Tempio Duomo sul Rione Terra.

2. ITINERARIO PALEOCRISTIANO PUTEOLANONecropoli di via Celle e S. Vito - Cappella rurale S. Vito

3. ITINERARIO IANUARIANOCratere Solfatara - Santuario S. Gennaro e convento Cappuccini - Anfiteatro Flavio

4. ITINERARIO PALEOCRISTIANO CUMANOAcropoli di Cuma - Antro della Sibilla - Resti basilica paleocristiana (Tempio di Apollo) - Resti basilica paleocristiana (Tempio di Giove)

5. ITINERARIO PALEOCRISTIANO MISENATEParco Archeologico di Baia - Castello di Baia - Cento Camerelle - Piscina Mirabile - Chiesa S. Anna a Bacoli - Chiesa S. Maria delle Grazie e S. Sosso a Miseno

6. BIBLIOTECA VESCOVILE E MUSEO DIOCESANOBiblioteca - Sala espositiva - Museo virtuale

7. ALLE PORTE DEI CAMPI FLEGREICrypta Neapolitana e Tomba di Virgilio

Sedi operative: c/o Chiesa della Purificazione - Museo Virtuale Rione Terra

c/o Palazzo vescovile - Chiesa SS. Corpo di CristoRione Terra – Pozzuoli (NA)

c/o Centro Arcobaleno – Officina TeatraleVia Cumana, 48 – Fuorigrotta Napoli

Centro Diocesano per la pastorale della [email protected]

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con il sostegno del Comune di Napoli

dicembre 2011

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