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mo (Palazzo Reale e Cappella Palatina, le chiese di San Giovanni degli Eremiti, San- ta Maria dell’Ammiraglio-Martorana, San Cataldo, la Cattedrale, il Palazzo della Zi- sa, il Ponte dell’Ammiraglio) e le catte- drali di Cefalù e Monreale. Ma è stata an- che eletta Capitale Italiana dei Giovani 2017 e sarà ancora protagonista come Ca- pitale italiana della cultura 2018, l’anno in cui ospiterà, dal 15 giugno al 15 dicem- bre, Manifesta: la biennale d’arte itineran- te della scena artistica europea emergen- te. Così la città ha recuperato l’autostima. La filosofia del sindaco Leoluca Orlando è improntata alla mobilità e alla leggerez- za. «Siamo partiti dalla carta di Palermo e siamo diventati una città turistica, la quarta d’Italia, anche grazie al fatto che accogliamo i migranti». Ed oggi Palermo appare sulla stampa estera come exiting, safe e not expensive (eccitante, sicura e non costosa). Fino a non molto tempo fa nel capoluogo sicilia- 11-12 2017 www.mastermeeting.it 66 SCENARI DEL TURISMO La missione del sindaco Leoluca Orlando, in questo mandato, è culturale. La criminalità si combatte anche con la bellezza. La Carta di Palermo, scritta nel segno dell’accoglienza di chi arriva è anche la ragione per cui artisti e mecenati hanno deciso di investire qui. E intanto la città si prepara con entusiasmo al nuovo anno che la vedrà Capitale italiana della Cultura a cura di Tiziana Conte U Una città che non fa più ricorso né al si- lenzio della paura né all’urlo del dolore. L’orologio sulla facciata di Palazzo delle Aquile, sede del comune, scandisce il tempo che passa all’insegna della legge- rezza. Ed è il tempo che sta vivendo Pa- lermo grazie ai riconoscimenti internazio- nali, alla mobilità, ai migranti ai turisti. Nel 2015 ha avuto il riconoscimento Pa- trimonio dell’Umanità dall’Unesco con l’itinerario arabo-normanno costituito da nove monumenti, di cui sette solo a Paler- Il riscatto di Palermo e il tempo della leggerezza Leoluca Orlando: «Il modo migliore di occuparsi di turismo è non parlarne, ma parlare della città». Leoluca Orlando: «The better way to deal with tourism is not to talk about it, but to talk about the town»

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mo (Palazzo Reale e Cappella Palatina, lechiese di San Giovanni degli Eremiti, San-ta Maria dell’Ammiraglio-Martorana, SanCataldo, la Cattedrale, il Palazzo della Zi-sa, il Ponte dell’Ammiraglio) e le catte-drali di Cefalù e Monreale. Ma è stata an-che eletta Capitale Italiana dei Giovani2017 e sarà ancora protagonista come Ca-pitale italiana della cultura 2018, l’anno incui ospiterà, dal 15 giugno al 15 dicem-bre, Manifesta: la biennale d’arte itineran-te della scena artistica europea emergen-te. Così la città ha recuperato l’autostima.La filosofia del sindaco Leoluca Orlandoè improntata alla mobilità e alla leggerez-za. «Siamo partiti dalla carta di Palermo esiamo diventati una città turistica, laquarta d’Italia, anche grazie al fatto cheaccogliamo i migranti».Ed oggi Palermo appare sulla stampaestera come exiting, safe e not expensive(eccitante, sicura e non costosa). Fino anon molto tempo fa nel capoluogo sicilia-

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La missione del sindaco Leoluca Orlando,in questo mandato, è culturale. La criminalitàsi combatte anche con la bellezza. La Cartadi Palermo, scritta nel segno dell’accoglienzadi chi arriva è anche la ragione per cui artistie mecenati hanno deciso di investire qui.E intanto la città si prepara con entusiasmoal nuovo anno che la vedrà Capitale italianadella Cultura�a cura di Tiziana Conte

UUna città che non fa più ricorso né al si-lenzio della paura né all’urlo del dolore.L’orologio sulla facciata di Palazzo delleAquile, sede del comune, scandisce iltempo che passa all’insegna della legge-rezza. Ed è il tempo che sta vivendo Pa-lermo grazie ai riconoscimenti internazio-nali, alla mobilità, ai migranti ai turisti.Nel 2015 ha avuto il riconoscimento Pa-trimonio dell’Umanità dall’Unesco conl’itinerario arabo-normanno costituito danove monumenti, di cui sette solo a Paler-

Il riscattodi Palermoe il tempodella leggerezza

Leoluca Orlando: «Il modomigliore di occuparsi diturismo è non parlarne, maparlare della città».Leoluca Orlando:«The better way to dealwith tourism is not to talkabout it, but to talk aboutthe town»

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città europea con i migranti nel centrostorico e non in periferia e abbiamo chie-sto l’abolizione del permesso di soggior-no perché partiamo dall’idea che la mobi-lità sia un diritto umano. Palermo non èuna città europea è una città mediorienta-le in Europa: Beirut ma con il tram e il wi-fi. L’innovazione è rendere nuovo quelloche sei e questo presuppone una grandesinergia». Importanti attrattori turisticisono anche l’aeroporto rinnovato, che hapure un bilancio in attivo, il Teatro Massi-mo che accoglie spettatori che vengonoda Londra, Parigi, Berlino ed altre capitalieuropee, solo per assistere ad uno spetta-colo. La città sta cambiando radicalmen-te. «Finalmente le persone hanno capitoche il cambio culturale è conveniente. Fi-no a cinque anni fa qui non si conoscevail car-sharing o il B&B». Sono in molti og-gi a lavorare grazie all’accoglienza, poi-ché hanno trovato nell’amministrazioneun interlocutore attento che ha pure pro-

no arrivavano soltanto giornalisti per fareinchieste sulla mafia e l’aeroporto collega-va cinque città; «oggi ne collega 95 nelmondo con voli diretti», ci fa sapere conorgoglio il primo cittadino di Palermo,convinto che «il modo migliore di occu-parsi di turismo è non parlarne, ma parla-re della città». «Purtroppo non abbiamoun’offerta adeguata al turista che arriva,non lo nascondo, ma ci stiamo impegnan-do e abbiamo già realizzato isole pedonali,ZTL e introdotto nuovi tram; nonostantele criticità di cui è giusto prenderne atto,bisogna esaltare gli aspetti positivi comeil messaggio passato all’estero che acco-gliere i migranti rende una città sicura».

Una città che sta cambiandoE non è un caso se Palermo ha superatoSiviglia come numero di visitatori duran-te la Settimana Santa. «Il dramma di Pari-gi e Bruxelles è l’emarginazione dei mi-granti, da qui la violenza. Siamo l’unica

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La spettacolare cattedraledi Palermo dedicata allaVergine Maria SantissimaAssunta in cielo.The spectacular cathedralof Palermo devoted to theVirgin Mary Most HolyAssumed in Heaven

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restauro, sarà adibita a spazio per mostree iniziative culturali. C’è poi il piano di“riqualifica de La Kalsa, il vecchio quar-tiere arabo della città, con Francesca eMassimo Valsecchi, tra i più grandi colle-zionisti d’arte d’Europa, che hanno com-prato Palazzo Butera, 9000 mq, per farnedopo il restauro e in virtù di un progettoper l’Europa, un centro di uso pubblico.Inoltre, il recupero dell’ex convento diSan Francesco, un luogo importante dalpunto di storico, perché è l’esattoria deifratelli Salvo, diventerà il centro delle cul-ture arabe e del Mediterraneo. Sede diManifesta sarà il Teatro Garibaldi e lachiesa dei Ss. Euno e Giuliano in PiazzaMaggiore. Lo studio olandese Oma (Offi-ce for Metropolitan Architecture) è ilCreative Mediator. «I nostri quartieri sa-ranno il nostro Louvre e attraverso l’artecercheremo di superare l’handicap esi-stenziale di alcune periferie». E che i pa-lermitani amino l’arte non è una novità.Basta guardare i Teatri Massimo e Poli-teama con la loro speciale capienza. Ilprimo, in stile neoclassico è il maggioreteatro d’Italia e uno dei più grandi d’Euro-pa. In origine era stato predisposto perospitare 3000 spettatori ma oggi la ca-pienza è di circa 1380. Qui si svolgonoben 250 spettacoli l’anno. «Siamo impe-gnati affinché Palermo non sia soltanto laCapitale della Cultura artistica, delle artifigurative, ma anche di tutte le altre cul-ture: dello sport, della salute, del cibo,dell’accoglienza, del servizio. Abbiamouna vivacità civile straordinaria che vamessa in rete».

Le criticitàProprio perché la città si sta riposizionan-do come destinazione turistica, gli opera-tori del settore ed in primis gli albergatori,non hanno dubbi: serve un Centro Con-gressi in grado di far accrescere l’attratti-va turistica della città e la sua offerta perun target di fascia alta, così come servi-rebbero anche maggiori servizi. «Oggi, alcontrario di qualche anno fa, abbiamo unaresponsabilità in più», precisa NicolaFarruggio, presidente Federalberghi Pa-lermo. «Ora che i turisti ci sono, non ba-sta fare le aree pedonali, dobbiamo curar-le, evitare ad esempio che via Maqueda, lasera, si trasformi in un suk. Servono rego-le. Inoltre, chiediamo che i fondi prove-

mosso incubatori d’impresa e start upgiovanili. «Manderei tutti i ragazzi paler-mitani per un anno all’estero e utilizzere-mo il milione del governo per Capitaledella Cultura 2018, anche per questo». Lamissione di Leoluca Orlando, in questomandato, è culturale. La criminalità sicombatte anche con la bellezza. Sindaconel 1985 lo è stato fino al 2000 per 15 annie tornato dopo 12 anni è stato rieletto peraltri cinque. La carta di Palermo scrittanel segno dell’accoglienza di chi arriva èanche la ragione per cui artisti e mecenatihanno deciso di investire qui.

«Attraverso l’arte cercheremodi superare l’handicap esistenzialedi alcune periferie»La città si prepara con entusiasmo al nuo-vo anno che sarà ricco di eventi: sarà po-tenziata l’edizione 2018 del Festival dellaLetteratura Migrante, nato due anni facon oltre 140 autori del Mediterraneo. LaChiesa dei Ss. Euno e Giuliano di recente

Piazza Quattro Canti:particolare di uno deiquattro Cantoni.Piazza Quattro Canti: detailof one of the four Cantons

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dall’omonima Porta quattrocentesca rie-dificata nel Settecento. Colori odori e vo-ci che si mescolano alla folla. Ed è belloperdersi, incuriositi dalle tante varietà difrutta e verdura per poi regalarsi una pau-sa street food: “sfincione e “sfincionello”“a meusa” e le più famose arancine, enon al maschile, mi raccomando. Soloper citare qualche esempio, ma tutte lec-cornie da provare. Palermo ti entra den-tro ed una volta che la conosci non puoinon tornarci. Per visitarla a fondo non ba-stano pochi giorni. Il tour Arabo-Norman-no è d’obbligo perché rappresenta unostile unico nel suo genere ed esclusivo diPalermo, Cefalù e Monreale e si caratte-rizza per l’unione di due mondi opposti:l’arabo - musulmano e il normanno-catto-lico. Splendidi palazzi, moschee, minare-ti, giardini e fontane vennero eretti neidue secoli e mezzo di dominazione araba(dall’827 alla fine del XI secolo) che rese-ro la città una tra le più ricche ed impor-tanti dell’epoca. Ne è un esempio il Pa-lazzo dei Normanni, la cui CappellaPalatina è interamente coperta da unadecorazione musiva in oro, eseguita damaestranze bizantine, che riporta temiiconografici religiosi e nella cui cupola

nienti dalla tassa di soggiorno non venga-no utilizzati solo per gli eventi, ma ancheper fare programmazione. L’Amministra-zione deve comprendere che il turismonon è più una delle componenti principalima è l’unica chance che la città ha oggiper crescere». Emilio Arcuri, assessoreRigenerazione Urbanistica, fa sapere che«si può vivere senza Centro Congressi, masappiamo che al turismo farebbe bene enoi, come Amministrazione, possiamoaprire le porte ai privati e negoziare unpunto di equilibrio tra le esigenze delle di-verse parti. A loro guardiamo con favoreed auspichiamo proposte concrete e pro-getti credibili e affidabili, ed a confermadi quanto detto in campagna elettorale ri-badiamo che mettiamo a disposizione iPadiglioni 16 e 20 della Fiera del Mediter-raneo». Auspica l’apertura di un centrocongressi anche Giuseppe Cassarà, pre-sidente di Federturismo Sicindustria: «Pa-lermo non può più permettersi di non ave-re un Centro Congressi-Eventi polivalen-te. Attualmente c’è solo un hotel che hauna sala da 900 posti a sedere. I privatipossono essere disponibili in un clima diampio coinvolgimento, anche se fosse ne-cessario, con un avviso informativo di evi-denza pubblica. Ma serve soprattutto apri-re un tavolo di confronto permanente conl’amministrazione comunale che si riuni-sca periodicamente per fare il punto sulcongressuale, sui proventi dell’imposta disoggiorno, ma anche sulle criticità del set-tore».

La città che non ti aspettiPalermo è una città che ti avvolge, la cittàche non ti aspetti per quanto immensa èla sua bellezza. Quella bellezza che ri-scontri non soltanto in quello stile arabo-normanno che solo qui puoi trovare, e neitanti capolavori d’arte e di architettura,ma anche nella sua gente. Come Elisa checi invita ad assaggiare la granita fatta coni gelsi che lei stessa ha raccolto nella suacampagna. Giovane, simpatica e social hamesso il suo piccolo bar su facebook e cichiede di mettere un like sulla pagina. Ocome la gente che incontri al mercato ilCapo, nell’omonimo quartiere, e che hasaputo mantenere intatto l’aspetto dasuk, con il suo intricato labirinto viariodove il suo asse principale è costituitodalla via Porta Carini che prende nome

I coloratissimi carrettisimboli dell’iconografiafolcloristica siciliana.The colorful wagons,symbols of Sicilian folkloreiconography

La Cappella Palatinapatrimonio dell’UmanitàUnesco.The Palatine Chapel is aUnesco World Heritage Site

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suore benedettine, fondato nel 1194 daGoffredo ed Eloisa Martorana. L’edificioconserva la sua originaria struttura qua-drata con cupola sorretta da quattro arco-ni acuti, tipico dello stile arabo-norman-no, e dalle navate barocche aggiunte allafine del XVII secolo. All’interno mosaicibizantini, affreschi settecenteschi, un pre-zioso tabernacolo in lapislazzuli della finedel XVII secolo e l’Ascensione, dipinta daVincenzo da Pavia nel 1533. La chiesa faparte dell’Eparchia di Piana degli Albane-si, diocesi cattolica di rito greco-bizanti-no della Chiesa Bizantina in Sicilia. Inpieno stile arabo anche il Castello dellaZisa, al cui interno si può ammirare lacollezione di arte islamica. Altro luogosimbolo della città è Piazza Vigliena,detta Quattro Canti, i cui quattro ango-li sono decorati da facciate convesse dipalazzi del Settecento suddivisi in tre li-velli e tre ordini: Dorico, Ionico, Corinzio,e da quattro fontane sormontante da scul-ture rappresentanti le quattro stagioni.All’interno di nicchie, le statue dei re spa-gnoli e le sante protettrici di Palermo:Cristina, Ninfa, Oliva e Agata (che saràsostituita da Santa Rosalia). Centro spa-ziale di Palermo, qui si intersecano le dueprincipali vie della città: corso VittorioEmanuele e via Maqueda. Altra sostad’obbligo è al Ponte dell’Ammiraglio:fatto erigere tra il 1130 e il 1140 sul fiumeOreto da Giorgio d’Antiochia, ammiragliodi re Ruggero, era importante per la viabi-lità di quel periodo, quando Palermo eraraggiungibile solo dal mare. Presso que-sto ponte, nella notte del 27 maggio 1860,le truppe garibaldine piegarono quelleborboniche che s’opponevano al loro in-gresso in città. Ma Palermo e moto di piùe ci vorrebbero pagine e pagine per rac-contarla tutta, ma sicuramente non sipossono mancare le visite ad alcune tra leopere più importanti della Sicilia: l’An-nunziata di Antonello da Messina nel-la Galleria Regionale di Palazzo Aba-tellis e a Palazzo Chiaramonte-Steri,La Vucciria di Guttuso. n

troneggia un maestoso Cristo pantocrato-re. Il sincretismo di stili della maestosaCattedrale rispecchia, invece, le diversedominazioni, da quella araba passandoper quella normanna fino ai vicerè spa-gnoli. Dedicata alla Vergine Maria Santis-sima Assunta in cielo, risale al 1184. Sug-gestivo è il prospetto meridionale, postosu via Vittorio Emanuele, con il bellissi-mo portico realizzato nel 1453, capolavo-ro del gotico fiorito catalaneggiante. Al-l’interno si trovano le tombe reali in porfi-do rosso, fra cui quella di Federico II; lacappella con l’urna argentea di Santa Ro-salia, patrona di Palermo, che viene por-tata in processione ogni 15 luglio; di note-vole interesse è la tiara appartenuta a Co-stanza d’Aragona, rinvenuta nel suo se-polcro. Molti edifici di culto nati comemoschee furono in seguito trasformati inchiese, come la Chiesa di San Cataldocostruita nel 1154 sotto il regno di Gu-glielmo I quale cappella di un sontuosopalazzo oggi non più esistente. Esempiopeculiare della cultura architettonica ara-ba con le tipiche cupole rosse e la formadi parallelepipedo. Splendidi sono il pavi-mento a tarsie policrome in marmo e por-fido e l’altare. La Chiesa di S. Giovannidegli Eremiti, un altro dei monumenti-simbolo della città, fu costruita in epocanormanna, tra il 1130 e il 1148, sotto il re-gno di Ruggero II. Costituita da cinquestrutture cubiche sormontate da cupole:L’accostamento del quadrato che rappre-senta la terra, al cerchio che rappresentail cielo, ricorre sia nella cultura islamicafatimita sia in quella bizantina. Annessoalla chiesa il Chiostro del XIII secolo, congli archi a sesto acuto su colonnine bina-te. La Chiesa di Santa Maria dell’Am-miraglio o Martorana, fu edificata nel1143 da Giorgio di Antiochia e concessanel XV secolo al vicino convento delle

Palermo: i banchi delpesce al caratteristicomercato Il Capo. A destra,street food: lo sfincioneuno dei prodotti tipici dellagastronomia palermitana.Palermo: the fish stalls tothe Capo market. Right,street food: sfincione, oneof the traditional recipes ofPalermo

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Atown not recurring any more nor tothe silence of fear nor to thescream of pain. The clock on the

facade of Palazzo delle Aquile, headquar-ter of the common, tells the time passingby in the name of lightness. This is thetime lived by Palermo thanking to interna-tional acknowledgements, to mobility, tomigrants, to tourists. In 2015 it was desig-nated UNESCO Cultural Heritage sitetanks to the Arabic-Norman itinerary com-posed by nine monuments, whose sevenfrom Palermo (Palazzo Reale and Cappel-la Palatina, the churches of San Giovannidegli Eremiti, Santa Maria dell’Ammi-raglio-Martorana, San Cataldo, the Cathe-dral, Palazzo della Zisa, Ponte dell’Ammi-raglio) and the cathedrals of Cefalù andMonreale. It was also elected Italian Capi-tal of Youth 2017 and it will be again thestar as Italian Capital of Culture 2018, inthis year it will host, from June the 15th toDecember the 15th, Manifesta: the itiner-ant biennial of art of the European emerg-ing artistic scene. So, the town reacquired

its self-esteem. Mayor Leoluca Orlando’sphilosophy is shaped by mobility andlightness. «We started from the Carta ofPalermo and we became a tourism town,the fourth in Italy, also thanks to our wel-come to migrants».Palermo is now appearing as “exiting, safeand not expensive” on foreign press. Just afew time ago in the Sicilian administrativecentre only journalists came to make in-

TOURISM SCENARIOS.

The rebirth of Palermo and the time for lightnessMayor Leoluca Orlando’s mission is cultural in this tenure. Crime is also beaten by beauty.The Carta of Palermo, written in the name of welcoming who comes is also the reason whyartists and patrons decided to invest here. And, in the main time, the town prepares withenthusiasm for the new year when it will become the Italian Capital of CultureTiziana Conte

Palermo: Piazza Pretoriacon il Palazzo delle Aquile.Sotto, Palazzo BelmonteRiso Polo musealeRegionale.Palermo: Pretoria Squarewith the Palace of theEagles. Under, PalazzoBelmonte Riso seat of theRegional Museum

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quiries about mafia and the airport con-nected only five cities; «today it is con-nected to 95 cities all around the worldwith direct flights», the first citizen ofPalermo lets us know proudly, confirmingthat «the better way to deal with tourismis not to talk about it, but to talk about thetown». «Sadly, we don’t have a suitableoffer for tourists, I don’t deny it, but weare putting our effort in it and we have al-

ready realised pedestrian islands, ZTL(limited traffic zones) and we have intro-duced new trams; in spite of the weak-nesses, whose we are well aware, weneed to emphasise the positive aspects,such as the message we sent to foreigncountries that welcoming migrants makesa safe town».

A changing townAnd it is not casual that Palermo over-came Siviglia for the number of visitorsduring the Holy Week. «The drama ofParis and Bruxelles is the marginalisationof migrants, hence, violence. We are theonly European town with migrants livingin the historical centre and not in the out-skirts and we asked for the abolition ofresidency permit because we are con-vinced that mobility is a human right.Palermo isn’t a European town, it is aMiddle Eastern town in Europe: Beirutwith trams and Wi-Fi. Innovation is turn-ing what you are into something new, andthis implies a great synergy». Importanttourism attractions are also the renewedairport, that has even an active balancesheet, the Teatro Massimo, welcomingspectators who come from London, Paris,Berlin and other European capitals, just towatch a spectacle. The town is radicallychanging. «Finally, people understandthat cultural change is good. Five years

Chiesa di San Cataldo:esempio peculiare dellacultura architettonicaaraba.Chiesa di San Cataldo: awonderful example of thearabic architectural

Il magnifco palazzo deiNormanni (particolare).Detail of the magnificentPalazzo dei Normanni

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ago nobody knew here what car-sharingor B&B were». Nowadays, a lot of peopleworks in welcoming, because they foundan attentive partner in the municipal ad-ministration that promoted even businessincubators and young start up. «I wouldalso send all the young of Palermo in aforeign country for a year, and we will usepart of the million given by the govern-ment for the Capital of Culture 2018 to doit». Leoluca Orlando’s mission is culturalin this tenure. Crime is also beaten bybeauty. He was mayor in 1985, until 2000for 15 years and he came back after 12years, recently, he has been re-elected foranother five. The Carta of Palermo, writ-ten in the name of welcoming who ar-rives, is also the reason why artists andpatrons have decided to invest here.

«Even by art we will tryto overcome the existentialhandicap of some outskirts»The town is preparing with enthusiasm tothe new year that will be rich in events:the 2018 edition of the Festival of MigrantLiterature will be empowered, it begantwo years ago with more than 140 authorsfrom Mediterranean. The recently restoredchurch of Ss. Euno and Giuliano will hostart shows and cultural initiatives. Then,there is the plan for “the requalification ofLa Kalsa, the old Arabic district, withFrancesca and Massimo Valsecchi, amongthe greatest European art collectors, whobought Palazzo Butera, 9000 square me-ters, to restore it and, then, to turn it into acentre for everyone, following a project ofthe European Community. Moreover,there is the restoration of the former con-vent of Saint Francis, an important histori-cal site, because it is the brothers Salvo’scollector-shop. It will become the centreof the Arabic and Mediterranean cultures.The headquarters for Manifesta will beTeatro Garibaldi and the church of Ss. Eu-no e Giuliano in Piazza Maggiore. TheDutch study Oma (Office for MetropolitanArchitecture) is the Creative Mediator.«Our districts will be our Louvre and byart we will try to overcome the existentialhandicap of some outskirts». It’s not newPalermo citizens’ love for art. An exampleis the capacity of the theatres Massimoand Politeama. The first is in neoclassicalstyle, it is the biggest theatre in Italy and

one of the biggest in Europe. It was origi-nally built to host 3000 spectators but,nowadays, its capacity is almost of 1380.It hosts more than 250 spectacles per year.«We put our effort in making Palermo notonly the Capital of artistic and figurativearts, but also of all the other cultures:sport, health, food, welcome and service.We have an extraordinary civil vitalitythat should be shared».

The weaknessesAs the town is becoming a tourist destina-tion, the operators of the sector and, first-ly, the innkeepers, don’t have doubts: thetown needs a Congress Centre able to in-crease the tourist attraction and its offerfor high range target, as well as it needsmore services. «Today, more than someyear ago, we have a bigger responsibili-ty», Nicola Farruggio, president of Feder-alberghi Palermo, states. «Now, we havetourists, but it isn’t enough to make pedes-trian areas, we should take care of them,avoiding for example that via Maquedaturns into a suk in the evening. We needrules. Moreover, we propose that thefounds coming from the visitors tax aren’tused only for events, but also for program-ming. The Administration should under-stand that tourism isn’t one of the princi-pal components, but it is the only chanceto grow for the town». Emilio Arcuri,councillor of Urban Regeneration, makesus know «we can live without a CongressCentre, but we know that tourism wouldbe very useful and we, as Administration,can open doors to privates and negotiatea point of equilibrium among the needs ofboth sides. We look at them with favourand we hope for concrete proposals, be-lievable and trustable projects, and, con-firming what we said during politicalcampaign, we state again that we makeavailable the pavilions 16 and 20 of theMediterranean Fair». Giuseppe Cassarà,

Street food: Paneca meusa, specialitàgastronomica siciliana.Street food: Paneca meusa, sicilian culinaryspecialities

Giuseppe Cassarà,presidente di FederturismoSicindustria.Giuseppe Cassaràpresident of FederturismoSicindustria

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president of Federturismo Sicindustria, al-so hopes for the opening of a CongressCentre: «Palermo can’t go on without amulti-functioning Event-Congress Centre.Nowadays, there is only a hotel with ahall with 900 seats. Privates may be avail-able for a wide collaboration, if it is nec-essary, with an information notice in openpublic procedures. However, we mostlyneed to open a table for permanent con-frontation with the municipal administra-tion that periodically meets to state thepoint of situation about the Congress Cen-tre, about the revenue of the visitors tax,but also about the weaknesses of the sec-tor».

The town you don’t expectPalermo is a town that wraps you, thetown you don’t expect how much beauti-ful it is. This beauty is not only in thatArab-Norman style that you may find onlyhere, or in the numerous masterpieces ofart and architecture, but also in its people.Such as Elisa who invites us to taste agranita made from mulberries harvestedby her in the countryside. Young, funnyand social, she puts her little bar on face-book and asks us to “like her”. Or, such aspeople you meet at the local marketCapo, in the district with the same name,and that succeeded in maintaining its suklook, with its intricate labyrinth of alleys

where its main axis is composed by viaPorta Carini, taking its name from thedoor of the fourteenth century with thesame name rebuilt in the eighteenth cen-tury. Colours, smells and voices mix in thecrowd. And it is very beautiful to looseyourself, becoming curious of the lots ofkinds of fruit and vegetable and then totake a street food break: “sfincione and“sfincionello” “a meusa” and therenowned arancine, beware not to call it“arancino”. These are only some exam-ples, there is a lot of delicacies to try.Palermo gets under your skin and onceyou know it you need to come back. Afew days are not enough to deeply visit it.The Arabic-Norman tour is a must be-cause it represents a unique style that canbe found only in Palermo, Cefalù andMonreale and it is made by the union oftwo opposite worlds: the Arabic-Muslimand the Norman-Catholic. Magnificentpalaces, mosques, minarets, gardens andfountains were built in the two and halfcenturies of Arabic domination (from 827to the end of the XI century) that made thetown one of the richest of that time. Anexample is Palazzo dei Normanni, whoseCappella Palatina is entirely covered by agolden mosaic decoration, made byByzantine hands, showing religiousiconographic themes and where the ma-jestic pantocrator Christ leads the dome.

Palermo, Teatro Massimo:qui si svolgono ben 250spettacoli l’anno.Palermo, Teatro Massimo:It hosts more than 250spectacles per year

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SCENARI DEL TURISMO

The syncretism of styles of the majesticCathedral mirrors, indeed, the numbreousdominations, from the Arabic passingthrough the Norman until the Spanishviceroy. Dedicated to Vergine Maria San-tissima Assunta in cielo, it was built in1184. The southern prospect is suggestive,placed on via Vittorio Emanuele, with thebeautiful porch built in 1453, masterpieceof Catalan florid Gothic. Inside there arethe royal tombs in red porphyry, amongthem Frederic II’s one; the chapel withSanta Rosalia’s silver urn, the patron saintof Palermo, who is carried around thetown every July the 15th; very interestingis Costanza d’Aragona’s tiara, found in hertomb. A lot of religious buildings original-ly built as mosques were transformed intochurches as time went by, such as theChiesa di San Cataldo built in 1154 underthe realm of William I as chapel of asumptuous palace that exists no more. Awonderful example of the Arabic architec-tural culture with the typical red domesand the parallelepiped shape. The marbleand porphyry polychromatic inlay floorand the altar are splendid. The Church ofS. Giovanni degli Eremiti, another sym-bolic monument of the town, was built inthe Norman age, among 1130 and 1148,under Roger II’s realm. Composed by fivecubic structures capped by domes: thecombination of the square, representingearth, and the circle, representing heaven,recurs either in the Islamic Fatima cultureeither in the Byzantine one. Connected tothe church, the cloister of the XIII century,with pointed arches on paired columns.The Church of Santa Maria dell’Ammi-raglio or Martorana, was erected in 1143by George of Antiochia and given in theXV century to the near Benedictine sistersconvent, founded in 1194 by Goffredoand Eloisa Martorana. The building pre-serves its original squared structure withthe dome sustained by four pointed arch-es, typical of the Arabic-Norman style,and by Baroque naves added at the end ofthe XVII century. Inside, Byzantine mo-saics, frescos of the eighteenth century, aprecious tabernacle covered in lapis lazuliof the XVII century and the Ascension,painted by Vincenzo da Pavia in 1533.The church is part of the Eparchy of Pianadegli Albanesi, catholic diocese of Greek-Byzantine rite of the Byzantine Church in

Sicily. The Castello della Zisa is also inArabic style, and here you may admire abeautiful collection of Islamic art. Anothersymbolic site of the town is PiazzaVigliena, known as Quattro Canti, whosefour corners are decorated by convex fa-cades of palaces of the eighteenth centurycomposed by three levels and three or-ders: Doric, Ionic, Corinthian, and by fourfountains crowned by sculptures repre-senting the four seasons. Inside, recesses,statues of Spanish kings and the patronsaints of Palermo: Cristina, Ninfa, Olivaand Agata (who will be substituted bySanta Rosalia). This is the geographicalcentre of Palermo, where the main streetsof the town meets: corso VittorioEmanuele and via Maqueda. You shouldalso stop at the Ponte dell’Ammiraglio:built among 1130 and 1140 on the riverOreto by Giorgio d’Antiochia, KingRoger’s admiral, it was important facilita-tion of the road system of that age, whenPalermo was reachable only by sea. Onthis bridge, in the night of the 27th may1860, Garibaldi’s troops won against theBorbonic ones who were trying to stoptheir entrance in the town. However, thereis so much more to see in Palermo thatwe would need pages and pages to de-scribe all, but, surely, you shouldn’t missto visit some of the most important art-works of Sicily: l’Annunziata di Antonelloda Messina in the Galleria Regionale ofPalazzo Abatellis and Palazzo Chiara-monte-Steri, La Vucciria by Guttuso. n

La Chiesa di S. Giovannidegli Eremiti, un altrodei monumenti simbolodella città.The Church of S. Giovannidegli Eremiti, anothersymbolic monument of thetown