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di Leonida Pozzi 1

INCONTRI CON LE SCUOLEUNA MERAVIGLIOSA OPPORTUNITÀCHE CI RIGUARDA TUTTI

Inostri af f ezionat i l e t tor i troveranno in ques to numero di“Prevenzione Oggi” un ampio resoconto de l l ’a t t iv i tà Aidonel l e s cuole. Le re lazioni sono s tate curate dire t tamente dal l e

diverse Sezioni o dai Gruppi e fanno emergere una real tà mol todivers i f i cata ma con un unico valore di fondo : l ’ impor tanza de ldialogo con alunni e s tudent i perché at traverso di e s s i s i concre-t i zza uno d eg l i o b i e t t iv i fondamen ta l i d e l l a no s t raAssoc iazione , che è la di f fus ione de l la cul tura de l la donazione.Attraverso bambini , ragazzi e giovani - passando dal l e e l emen-tari a l l e medie superiori - l ’Aido ha una meravigl iosa poss ib i-l i tà di i l lus trare i valori de l messaggio assoc iat ivo.Abbiamo avuto più vol t e occas ione di so t to l ineare come i l nos trocompito s ia ne l l ’ immediato s ia ne l futuro , s ia par t i co larmenteque l lo di operare af f inché la cosc ienza de l la comunità c ivi l e s ia pra al conce t to di donazione come poss ib i l i tà di sa lvare edonare digni tà a l la vi ta di chi so f fre e non ha più a l tre prospe t-t ive. Ques ta opera di s ens ib i l izzazione c i vede impegnat i ne l lages t ione di divers i front i di dialogo : con i l mondo medico (pensoai medic i di base e a l l e farmacie) innanzi tut to. Ma anche con l eAmminis trazioni comunal i , con l e b ibl io teche , con l e par rocchie ,con gl i oratori . Ovunque c i s ia una sens ib i l i tà umana che possaasco l tare i l r i chiamo de l cuore , là dobbiamo es serc i noi a parla-re di donazione. Vien logico quindi sos tenere i l par t i co lareimpegno di chi opera ne l la s cuola perché proprio qui c i sono l epersone più a per te e s ens ib i l i , qui c ’ è l ’ entus iasmo e i l des ideriodi un mondo più gius to e p iù so l idale.Non poss iamo evi tare però di so t to l ineare , con un cer to ramma-rico , che non tut t e l e Sezioni provincial i de l la Lombardia hannocol laborato a l la s t e sura di ques to primo sommario resoconto.Così come c i sp iace dover cons tatare che per a lcune Sezioni que-s ta at t iv i tà non è cos ì impor tante come invece dovrebbe e s serecons iderata . Ma ques to non c i spaventa . Anzi , con orgogl iomostr iamo a per tamente i l quadro comples s ivo de l l ’Aido lombar-do ne l “pianeta s cuola” , con un dupl i ce s copo. Primo : che l ’ e spe-rienza di chi fa di p iù e megl io s ia segui ta e valorizzata dagl ia l tr i ; s e condo : che laddove ancora non s i è fa t to nul la c i s i s entain dovere di par t ire per ques ta meravigl iosa e sper ienza che è i lra ppor to con alunni e s tudent i de l l e s cuole e , d i conseguenza ,con l e loro famigl ie. E

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IPAGINA 1

INCONTRI CON LE SCUOLEUNA MERAVIGLIOSA OPPORTUNITÀ

CHE CI RIGUARDA TUTTIEditoriale del Presidente Leonida Pozzi

PAGINA 3

UNA PIANTA PER LA DONAZIONE

PAGINA 5

CRISTIANO MARTININella consulta tecnica dei trapianti

PAGINA 11

LO SVILUPPO DEL VOLONTARIATOUn confronto sulla storia e le prospettive

promosso dal Centro Servizi Volontariato

PAGINA 13

LA VITA NON È MAI DISGRAZIALa testimonianza di un medico

che ha partecipato a un progetto

di cooperazione internazionale in Tibet

PAGINA 17LE POTENZIALITÀ

DELLA BANCA DEGLI OCCHI

PAGINA 18

L’AIDO NELLE SCUOLELe tante forme di un intenso dialogo

PAGINA 30

SPAZIO ALLE LETTERE

In copertina: La raccolta delle meleFoto di Maurilio Mazzola

TUTTI REDATTORI«Prevenzione Oggi» è il mensile dell’Associazione e come tale è aper-to alla collaborazione dei responsabili di Gruppi o Sezioni oltre che a

tutti gli amici che intendono favorire la diffusione del periodico.In particolare è importante che le Sezioni provincialipartecipino alla preparazione di «Prevenzione Oggi»

segnalando per tempo le iniziative,i convegni, le attività di sensibilizzazione in genere.

Nei prossimi numeri, inoltre, sarà avviata una rubricadi posta con i lettori che sarà curata dal dott. Pietro Poidomani

Mensi le d i cu l tura sani tar ia

de l Consig l io Regionale AIDO Lombardia

Anno XII n. 113 - ottobre 2002Editore: Consiglio Regionale AIDO Lombardia

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Direttore ResponsabileLeonio CALLIONI

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UNA PIANTAPER LA DONAZIONE

Sabato 19 e domenica 20 ottobre 2002

Anche l’Aido,finalmente,

ha avuto la pro-pria giornatanazionale chel’ha vista presen-te su numerossi-me piazze italia-ne nelle giornatedel 19 e 20 otto-bre con l’offertadi una pianta dainterno.Ma qual è il verosignificato di unagiornata comequella da pococonclusasi equali i possibilisviluppi futuri?Innanzitutto èopportuno ricol-legarsi allo slo-gan che ha con-traddistinto l’in-tera iniziativa ecioè le due fina-lità: l’informa-zione e l’autofi-nanziamento.L’informazione èl’aspetto caratte-rizzante di tuttal ’Associazioneche vede appuntonella veicolazione del messaggio sulla bontàdel gesto donatorio la sua finalità precipua. Lasensibilizzazione ad un gesto così importanteper chi lo compie come per chi ne beneficia nonpuò non premettere un’adeguata e correttainformazione atta a garantire al gesto sponta-neo la propria parte razionale e scientifica. Risulta altrettanto chiaro ed evidente che perpermettere ad un’associazione di volontariatocome l’Aido di continuare questa opera, inizia-ta più di trent’anni or sono, sono necessarienotevoli risorse economiche in grado di darvita a tutti quei progetti che aspettano solo la

relativa copertu-ra per essere tra-sformati inrealtà.L’iniziativa del-l’offerta dellapianta ha incor-porato entrambele necessità sopraesposte: docu-mentare mag-giormente sul-l’argomento tuttii cittadini che lodesiderano e, conl’offerta dellapianta, permette-re che i program-mi di informazio-ne già allo studiodel Consiglionazionale vedanoal più presto laloro concretizza-zione.L’attenzione deimass-media all’i-niziativa e la pre-senza dei volon-tari su tantepiazze italiane hapermesso a molticittadini diincontrare laproblematica dei

prelievi e dei trapianti forse per la prima voltao, in altri casi, solo per approfondimenti e chia-rimenti. Con l’offerta legata alla pianta glistessi cittadini hanno contribuito alla realizza-zione di progetti importanti per continuare l’o-pera di sensibilizzazione. L’Aido si trova sempre più investita di questoruolo di sensibilizzazione anche alla luce dellaLegge n. 91 del 1999 che decreta per tutte leassociazione di volontariato proprio questaimportante funzione, di concerto con tutte lerealtà amministrative e sanitarie. Questa fun-zione non può che essere continuata anche in

Hanno avuto successo le due Giornatedi sensibilizzazione e autofinanziamento

per sostenere le iniziative dell’Associazione

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Maurizio Sardella

OBIETTIVO CENTRATO

considerzione deidati statistici chevedono l’Italia sem-pre più “europea” esempre più vicinaalla media di 20donatori per milio-ne di abitanti. Ildato è sintomaticodi una maggioresensibilità al pro-blema di tutte lecomponenti socialidel Paese: in primo

luogo della collettività che ha fatto proprio unsentimento altruista e razionale del problema,in secondo luogo dell’Amministrazione pubbli-ca che sempre con maggiore attenzione siaccosta alla risoluzione di tutti quegli aspettitecnici che afferiscono al prelevamento degliorgani e al loro conseguente trapianto. È forse quest’ultima componente che ha per-messo i notevoli passi avanti degli ultimi anni(basti pensare che in soli 10 anni il numero deiprelievi risulta più che raddoppiato) ed è pro-prio nei confronti di quest’ultima che l’Aido hafocalizzato la propria attività di informazione esensibilizzazione. Si era cioè consapevoli diun’accettazione quasi totalitaria del gesto da

parte della stragrande maggioranza delle per-sone e, nello stesso tempo, della scarsa atten-zione delle amministrazioni locali e sanitarie.Ora, dopo tanto sforzo e grazie anche ai fruttidi iniziative come queste, tutte le componentisono sempre maggiormente sensibilizzate.Non ci sono però, purtroppo, motivi per abbas-sare la guardia in quanto ancora molte perso-ne riempiono le liste di attesa a testimonianzadel fatto che quanto di buono è stato fattofin’ora non è ancora sufficiente e molta stradadeve essere percorsa soprattutto in quelleregioni italiane che mostrano una media permilione di abitanti ancora notevolmente bassa.Ma buone notizie stanno arrivando anche daqueste regioni, soprattutto del sud Italia, in cuii prelievi avvengono con sempre maggiore fre-quenza.In conclusione possiamo sicuramente esserecontenti di questa iniziativa in quanto si sonoraggiunti tutti gli scopi che ci eravamo pro-messi: ancora maggiore visibilità sui mass-media per raggiungere sempre più persone,informazione a tutti i soggetti interessati chesi sono fermati nei tantissimi banchetti e, infi-ne, raccolte di fondi che ci permetteranno dicontinuare con nuove risorse nella nostraopera di sensibilizzazione.

Maurizio Sardella

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Paola Saluzzi, testimonial per la Giornata Aido

CRISTIANO MARTININELLA CONSULTA TECNICA DEI TRAPIANTI

Con delibera del Ministro della Salute del 5giugno scorso il prof. Cristiano Martini, di

Calolziocorte (Lecco) è stato nominato compo-nente della Consulta tecnica permanente per i tra-pianti. Per i soci dell’Aido il prof. Martini è voltoscientifico molto conosciuto e apprezzato.Primario del II Servizio Anestesia Rianimazione eReparto Neurorianimazione dell’Ospedale diLecco, il prof. Cristiano Martini è sincero sosteni-tore dell’Aido come Associazione cui è stato affi-dato il compito di promuovere la “cultura delladonazione”.L’incontro è previsto per la tarda mattinata dimartedì primo ottobre. L’intervista-dialogo è diuna facilità disarmante. Con pochissime domandeposte alternativamente dal sottoscritto e dal pre-sidente Pozzi, il prof. Martini disegna il quadrocomplessivo della situazione trapianti inLombardia come meglio non si potrebbe fare. Èd’altra parte anche ovvio che una personalitàmedico-scientifica della sua portata e della suaesperienza abbia molto da dire.Cominciamo proprio dal suo nuovo impegno.Che cosa significa questo incarico e quali pro-spettive di miglioramento introduce per l’atti-vità di prelievo e trapianto?“Come ben si sa la Consulta nazionale dei tra-pianti è un organismo previsto dalla legge 91 del1999. Quindi è un’attuazione di questa legge.C’era anche prima, però la legge 91 prevedeva laricostituzione di questo organismo. Alcuni deicomponenti sono componenti “de iure”, cioè peresempio i coordinatori regionali ne fanno parte didiritto; ne fanno parte i rappresentanti delleAssociazioni di volontariato e ne fanno parte tuttauna serie di altre figure. Alcuni sono nominati dalMinistro della Salute ed è anche il mio caso. Unascelta che ritengo un riconoscimento, da partedelle istituzioni, del lavoro fatto in tanti anni inparticolare sull’attività di prelievo; noi siamoesperti del prelievo che è cosa ben distinta dal tra-pianto. Però, come ben sappiamo, non c’è trapian-to se non c’è prelievo. Questa nomina è sì una sod-

disfazione personale, ma è anche una soddisfazio-ne per tutto il Lecchese perché certi risultati siottengono mettendo insieme più risorse. Peresempio, se noi abbiamo così grande riscontro sulterritorio è perché l’Aido da sempre rappresentauna forza vera. C’è un’unione fra l’Aido e noi ope-ratori sanitari che è strettissima, e questo è unmotivo di forza: si è creata una mentalità che haaiutato l’ospedale che a sua volta ha aiutato il ter-ritorio a ben figurare nel campo del prelievo,anche dal punto di vista dei risultati (che magarinumericamente erano migliori due o tre anni fa).Sicuramente, però, oggi non c’è commissionenazionale o regionale che non venga a consultarciper la predisposizione dei protocolli scientifici,per i volumi da utilizzare nei corsi e per tuttoquanto serve agli operatori sanitari. Non passamese che non ci sia un impegno: in Regione piut-tosto che per il Transplant producement manage-ment che è l’organizzazione nazionale che forma icoordinatori locali e che è ormai diventata un’isti-tuzione. Questo dimostra che l’esperienza matura-ta localmente, man mano è stata accettata a livel-lo nazionale (faccio anche parte del direttivo delNord Italia Transplant) perché è stata valutatameritevole a livello organizzativo per le idee cheabbiamo avuto qui. Tutti insieme; perché l’ideavincente non è il risultato del lavoro di una perso-na sola ma è sempre il risultato di un camminoinsieme con gli altri. Quindi questa nomina è unriconoscimento professionale anche e non solo al

l’intervista

Il pr imario de l l ’Ospedale diLecco è s tato nominato ne l giu-gno scorso dal minis tro de l laSalute , Girolamo Sirchia .Una garanzia per lo svi luppodel l ’a t t iv i tà di tra pianto

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Il prof. Cristiano Martini (a sinistra) con il cav. Leonida Pozzi

PRELIEVI IN NETTO AUMENTO

sottoscritto ma a tutto l’ambiente. Penso che lanomina possa essere utile non tanto a livello loca-le, perché a livello locale il massimo è probabil-mente stato raggiunto. Si può far molto in situa-zioni in cui c’è poco (e non sono certo i casi diLecco o di Bergamo). Sono altre le realtà in cui c’èda migliorare. Ed è in queste realtà che noi andia-mo a fare i seminari. Le dò una notizia che saràoggetto di relazione ufficiale al NITp, a Cavalese,a novembre: abbiamo fatto un’analisi del lavorodegli operatori sanitari. Ebbene possiamo dimo-strare con i dati che c’è un netto aumento dei pre-lievi laddove siamo arrivati con i nostri seminaridi formazione. C’è invece una diminuzione - noneccessiva ma c’è - dove i seminari non sono statifatti. Magari non c’è un rapporto diretto di causaed effetto, però intanto possiamo ragionevolmen-te pensare che i fenomeni siano collegati. Il dato èquesto, poi ognuno lo può interpretare comemeglio crede.Un altro aspetto molto positivo che va sottolinea-to sta nel valore del lavoro di équipe. Il nostrogruppo si muove su tutta la Lombardia per quan-to riguarda i progetti sostenuti dalla Regione (cheli ha finanziati con il decreto del febbraio scorso);su tutto il Nord Italia per quanto previsto invececome intervento sostenuto dal Nord ItaliaTransplant”.Si sono individuate le forme organizzative pra-tiche per migliorare l’attività di prelievo omeglio, per incrementarla?“Io continuo a ripetere che sono molto contentodel fatto che tutte queste cose nel Lecchese sianostrettamente interconnesse: l’Aido si interessa diorganizzazione e di formazione; l’ospedale si inte-ressa di organizzazione, di formazione e dellaparte scientifica ovviamente. L’anno scorso, comeda diversi anni, abbiamo portato i giovani dellescuole nel reparto di Neurorianimazione.Ovviamente con le scuole si parla anche dei pre-lievi e di tutte le altre tematiche tramite gli incon-tri che si svolgono negli istituti stessi. Qui inospedale però i giovani hanno la possibilità di visi-tare il reparto e i risultati sono anche stati pubbli-cati perché il coinvolgimento diretto produceeffetti molto interessanti. Ma questo è un lavoroche si fa insieme con l’Aido. A mio avviso non esi-ste una dicotomia. Dove esistono gruppi o sezioniAido che non hanno una stretta correlazione conl’ospedale, o viceversa, le cose non possono andarbene. Poi magari vanno male lo stesso perché l’o-spedale è inadeguato e le strutture fanno quelloche possono. È evidente poi che si tratta di ambi-ti diversificati di intervento. L’ospedale agisce piùsul versante scientifico; l’Aido sul territorio. E làdove ci sono dei miglioramenti questi possono

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CC U R R I C U L U MU R R I C U L U MVV I T A EI T A E

PROF. CRISTIANO MARTINI

Il prof. Cristiano Martini ènato a Calolziocorte inprovincia di Lecco, nel1946. Dopo il diploma diLiceo classico ha consegui-to la laurea in Medicina eChirurgia all’Universitàdegli Studi di Milano nel1973. Quindi la specializza-zione in Anestesia eRianimazione presso lastessa Università nel 1976.Nel 1974 è assistente nelLaboratorio di Analisidell’Ospedale di Lecco.Quindi dal 1974 al 1978 assistente presso lo stesso ospedale nelServizio di Anestesia e Rianimazione. Aiuto dal 1978 al 1989 eresponsabile I-II Servizio Rianimazione dal 1989. Primario (attualmen-te Direttore struttura complessa) II Servizio Anestesia Rianimazionee Reparto Neurorianimazione dell’Ospedale di Lecco dal 1990.È stato componente del Comitato tecnico scientifico dell’Ussl 16Lecco (in seguito Azienda Ospedaliera). Già componente della com-missione di disciplina Ussl 16 fino al 1995. Insieme con altri incarichidi rappresentanza dei medici è componente del Collegio di DirezioneAzienda Ospedaliera di Lecco (dal 2001). Consulente inNeuroanestesia dell’Azienda ospedaliera “E. Morelli” di Sondalo.Nella prima metà degli anni ‘90 l’attività del prof. Martini si sviluppain modo particolare sui trapianti, ma anche nel campo della Medicinadi emergenza e Neurorianimazione.In ordine di tempo è infatti:Componente della Commissione tecnico-scientifica RegioneLombardia (ex L.R. n. 8/94 “Potenziamento e razionalizzazione delleattività di prelievo e trapianto d’organi e dei Reparti diRianimazione”), 1994-1997; in tale ruolo ha contribuito alla realizza-zione della delibera regionale di rimborso alle Aziende ospedaliereper gli oneri sostenuti nell’attività di prelievo d’organi, e alla configu-razione del ruolo del Coordinatore locale prelievo organi inLombardia.Già referente Grande Area B ex. DRG (V11753 3/7/1991 “Protocollotecnico operativo delle procedure e adempimenti riguardanti il pre-lievo d’organi a scopo di trapianto terapeutico” (1991).Componente (dal 1999) del gruppo di lavoro regionale Lombardiaper il programma di educazione alla donazione di organi e tessuti peril trapianto (progetto “Graal della salute”) nonché componente delcomitato scientifico Regione Lombardia-Iref per la formazione-aggiornamento dei coordinatori locali prelievo d’organi; in tale vesteha contribuito all’organizzazione (e in qualità di relatore ufficiale) disei incontri (1998-2000) relativi a tematiche di competenza dei coor-dinatori locali prelievo organi (trattamento del donatore, organizza-zione del prelievo di cornee, figura e compiti del coordinatore loca-le, analisi della situazione del prelievo d’organi in Lombardia, ecc.).Coordinatore del Dipartimento emergenza-urgenza Ussl n. 16 Leccodal 1993 al 1995; poi dello stesso dipartimento dell’Azienda ospeda-liera Lecco (ex DRG n. VI / 27099 8/4/1997; atti di indirizzo per ilriordino del Sistema emergenza urgenza sanitaria in Lombardia) dal1997, nonché Direttore del medesimo a partire dallo stesso anno. Intale ruolo ha svolto insieme con il Comitato del Dipartimento mol-teplici attività (istituzione di medici e I.P. referenti per l’emergenza inogni reparto ospedaliero, realizzazione di valigette per il primo inter-vento nei vari reparti e U.O. intraospedaliere, periodiche iniziativescientifiche e di informazione per gli operatori sanitari, scuola infer-mieri e popolazione, partecipazione alla realizzazione e attività dellaCOEU-118 ecc.).Già responsabile II Area Dipartimento Chirurgie (Chirurgie speciali-stiche) Azienda ospedaliera Lecco (dal 1997). Responsabile Comitatocoordinamento Area territoriale interdipartimentale (CATI) provin-cia di Lecco (ex sopraccitato DGR) dal 1997 e componente CREU(Comitato regionale urgenza emergenza) dal 1998 con funzioni diprogrammazione e controllo dell’attività d’emergenza in tutti i suoiaspetti a livello provinciale e regionale.Iscritto alla Società italiana anestesia analgesia rianimazione terapiaintensiva e delegato sindacale e aziendale.Già Professore della Scuola infermieri generici Ospedale di Lecco e

La validità della Legge 91/’99

essere facilmente ricondotti alla collaborazionefra l’Associazione Italiana Donatori Organi e ilmondo scientifico (medici, chirurghi, ricercato-ri...). Va poi sottolineato che la Legge 91/99, cheall’inizio aveva provocato giudizi negativi, stadimostrando di essere una legge valida. È veroche mancano molti passaggi: dopo il varo deiregolamenti attuativi e di gran parte delle com-missioni molta strada rimane ancora da fare, inparticolare nell’attuazione della espressione divolontà da parte dei cittadini. Però c’è stato ungrande lavoro che, magari anche rallentato neltempo, è stato portato avanti. Il problema è chenon possiamo sperare che la legge cambi le cose.Dobbiamo cambiare la testa della gente, anchecambiando la legge. Pensiamo solo all’anno emezzo speso dal gruppo di esperti che ha lavora-to alla valutazione dell’idoneità dell’organo daprelevare. Ed era uno dei passaggi previsti dallanormativa. Infatti si prevede che “debba essereverificata l’idoneità degli organi”. Grazie tante.Vorrei anche vedere che non fosse verificata. Peròio posso anche affermare che non esistono proto-colli - negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, inFrancia, in Germania, ovunque nel mondo - piùrigorosi dei nostri. Gli Spagnoli, che sono i primiin Europa come numero di organi procurati, pren-dono organi che noi non preleviamo. Perché nonbasta prendere un organo e trapiantarlo in unapersona. Bisogna avere la massima garanzia chequesta persona dopo il trapianto stia bene, altri-menti l’intervento perde molto del suo valore.Questa scelta ovviamente più rigorosa comportadi avere a disposizione meno organi da trapianta-re. Non solo. Significa anche avviare procedure digrande complessità per aumentare il livello dicontrollo sugli organi candidati al trapianto. Lenorme della Legge 91/99 in alcuni punti nonsono ancora attivate. È per esempio molto scarsoil numero delle persone che si è recata all’Asl (nonparliamo poi del medico di base perché non cisono i sistemi informatizzati) o all’ospedale a dareo a negare la propria adesione alla donazione. Suquesto atteggiamento possiamo anche fare alcunevalutazioni sociologiche. Possiamo anche dire chel’italiano non ama essere schedato. I tedeschi sisarebbero probabilmente messi infila il giornodopo. Noi no. In questo momento sono 27 milapersone circa che hanno scritto sì o no sulla sche-da a livello nazionale. Certo, fa piacere poi verifi-care che il 75-80 per cento di queste persone hadetto sì. Quindi vuol dire che l’opera dell’Aido alivello nazionale, regionale e locale (tranne alcuneeccezioni) è stata grande. A livello di RegioneLombardia - bisogna dire che l’ultimo decreto(febbraio 2002), pur in mezzo a imprecisioni, ha

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Professore titolare insegnamento Anestesia rianimazione Scuolainfermieri professionali e caposala Ussl 16 e Azienda ospedalieraLecco. Docente universitario dello stesso insegnamento presso ilcorso di diploma Scienze infermieristiche, oggi corso di laurea (sezio-ne distaccata Università di Milano presso Azienda ospedaliera diLecco) dal 1996 al 2002.Già Professore titolare insegnamenti Anatomia fisiologia patologiaumana presso Ussl n. 16 e Azienda ospedaliera Lecco per tecnicisanitari radiologia medica.Docente universitario (professore a contratto) II cattedra scuola dispecializzazione e Anestesia rianimazione (facoltà Medicina e chirur-gia Università di Milano) dal 1997 al 2002.Collaboratore NITp (Nord Italia Transplant) dalla fondazione, coor-dinatore gruppo di lavoro permanente NITp reperimento organi dal1997.Relatore ufficiale riunioni scientifiche annuali NITp su tematiche ine-renti l’organizzazione ospedaliera riguardo ai prelievi d’organo, le ini-ziative della Regione Lombardia, la figura del coordinatore locale pre-lievo, il registro decessi per cause cerebrali, il protocollo del dona-tore pediatrico, la formazione mediante seminari interattivi del per-sonale delle terapie intensive in tema di prelievo d’organi, il tratta-mento del donatore, la morte encefalica.A tutt’oggi ha coordinato e personalmente ha partecipato a ventiseminari di formazione nell’ambito NITp (di cui 10 in Lombardia) afavore degli Operatori Sanitari.Ha collaborato estesamente alla realizzazione di un “pacchetto for-mazione” NITp fatto proprio dalla Regione Lombardia, usato qualestrumento didattico in tutte le Regioni NITp (Lombardia, Liguria,Veneto, Friuli, Marche, Provincia di Trento), nonché presentato alivello nazionale.Componente del Comitato direttivo NITp dal 2001.Componente Consulta tecnica permanente trapianti dal 2002.Componente gruppi di lavoro NITp sull’aggiornamento dei proto-colli operativi prelievo e trapianto d’organi. Già componente delgruppo di lavoro NITp “Balint” sulle problematiche psicologiche delpersonale medico addetto all’attività di prelievo-trapianto d’organi.Ha conseguito il Diploma internazionale di attestazione qualeTransplant Procurement Manager (Università di Barcellona-Budapest, ONT: Organizacion Nacional de Transplantes), corsoavanzato di addestramento sul coordinamento delle attività di pre-lievo e trapianto d’organi organizzato dai transplant coordinatorsdella Spagna, leader tra i Paesi d’Europa per l’attività di prelievo(1997), e nel 2002 ha conseguito l’ETCO (Organizzazione deiTransplant Coordinator Europei) Certification.Docente corsi TPM (Trasplant producement management) naziona-li.Transplant coordinator dell’Ussl 16 Lecco (delibera 23 settembre1994, la prima nomina della Regione Lombardia).Coordinatore locale prelievo d’organi Azienda ospedaliera Lecco (exDRG 28461 9/5/1997 “Istituzione coordinatori locali prelievo d’or-gani), dal 1997; reiterato dalla Direzione generale in data 22/9/2000.Coordinatore locale delle attività e delle funzioni concernenti il pro-cesso di donazione e di prelievo a scopo di trapianto (ex DGR n.7/7987 dell’8/2/2002) a livello provinciale dal maggio 2002.Diploma corso Ippocrate per manager ospedaliero UniversitàBocconi di Milano (1994) e del corso IREF - Regione Lombardia“Controllo di gestione medicalizzato e budget di reparto alla luce delfinanziamento a prestazione”.Estensore di circa 55 lavori scientifici, Abstracts, comunicazioni acongressi ecc. su temi inerenti a: Neuroanestesia,Neurorianimazione, Anestesia e Rianimazione generale, Attività ditrapianto d’organi con particolare riferimento al prelievo.Organizzatore e/o relatore in numerosi corsi e congressi inerenti aitemi sopra ricordati nonché titolare di periodici seminari, corsi eincontri di aggiornamento su argomenti di Rianimazione, Emergenza,Trapianti, a favore di medici, infermieri, studenti e cittadinanza loca-le. Organizzatore di visite guidate per gli studenti delle scuole supe-riori del territorio presso la Neurorianimazione.Consulente scientifico Aido Regione LombardiaCollaboratore Aido mediante conferenze, trasmissioni radiofonichee televisive, interventi didattici presso le scuole superiori e inferioridel territorio (e della Regione Basilicata per due anni) su temi ine-renti il prelievo e trapianto d’organi.Presidente Commissione Sanità Lions Club Lecco Host fino al 2002.Presidente Lions Club Lecco Host 2002-2003.

IN LOMBARDIA AUMENTANO I DONATORI

fissato dei princìpi. Ha stabilito che quanto menoesistano delle aree di riferimento (che, sia dettoper inciso, dovevano essere meglio realizzate per-ché esistono incongruenze come quella per cui cisono province piccolissime, come Lecco, e altrearee territorialmente molto ampie, difficilissimeda gestire); però è stabilito il principio che unacerta quota di finanziamenti a quel coordinatored’area debba arrivare ed essere finalizzato alla for-mazione degli Operatori. (Va precisato che questofinanziamento non è neppure in minima parteprevisto quale compenso al coordinatore, il chenon è giusto). Nel resto del mondo il coordinato-re ha uno stipendio che corrisponde alle mansioniche è chiamato a svolgere. Da noi no. Si continuaquindi ad andare avanti sulle ali dell’entusiasmodi pochi, finché ci sarà gente che ne avrà. Però senon “professionalizzi” l’attività prima o poi si vain crisi. Io posso dire che se fossi ancora un gio-vane assistente o un aiuto assolutamente non riu-scirei a fare quello che faccio. Mi è possibile per-ché essendo, ahimé, quasi al termine della carrie-ra mi posso permettere di fare anche alcune coseche ritengo importanti, ovviamente oltre a tuttigli altri impegni istituzionali. E’ un lavoro impe-gnativo al massimo. Anche nel caso in cui non sivolesse essere coinvolti nella parte scientifica(salvo pagarne lo scotto perché se non la fai nonsei nessuno), solamente le comunicazioni da tene-

re, gli incontri a cui partecipare a tutti i livellisono un compito notevole. Dobbiamo poi sottoli-neare che in Lombardia, diversamente da quantoavviene in Emilia e in Toscana tutta l’organizza-zione “esecutiva” del prelievo-trapianto è affidataal NITp e quindi ai centri che ne fanno parte.Attualmente non esiste corso, seminario, forma-zione che non passi anche da noi. Si dimenticanodi noi magari quando devono formare le commis-sioni. Ma non è un problema. Noi continuiamo apensare che le Commissioni Regionali non debba-no essere un riconoscimento onorifico e che quin-di l’incarico debba essere dato a chi dimostra dipossedere pratica vera, concretamente maturatasul campo... Ma non addentriamoci su questiaspetti perché ci porterebbero inutilmente lonta-no. Nel complesso sicuramente c’è molto movi-mento e i risultati sono buoni. Possiamo registra-re un forte aumento dei donatori in Lombardia: un20 per cento circa in più in otto mesi. Devo anchedire che sono convinto che ciò sia dovuto non soloall’opera della Regione Lombardia qualeIstituzione (anche perché il decreto del febbraio2002 è troppo recente) ma soprattutto che sia ilrisultato dell’opera di informazione e sensibilizza-zione del Nord Italia Transplant e dell’entusia-smo e spirito di sacrificio dei coordinatori locali eospedali che si sono attivati.Come è oggi il rapporto con i parenti delle

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insieme per un sì al prelievo

persone per le quali si chiede di poter preleva-re gli organi?“Noi abbiamo cominciato a parlare con i parentinella seconda metà degli anni Settanta. È forsel’aspetto che più ci impegna e nello stesso tempopiù ci gratifica. È stata un’esperienza fondamenta-le per la nostra formazione. La comunicazione èun’arte che va insegnata e che sempre più è al cen-tro della nostra attenzione. Bisogna imparare arispettare il parente, a saper coniugare il modo didare le notizie con la necessità di dare solo notizievere; ad essere umani e professionali insieme. Noiquest’arte l’abbiamo acquisita sul campo, andandoallo sbaraglio. Ma un tempo non si poteva farediversamente. Oggi non è più così. Bisogna esserecapaci di far capire che l’atto di solidarietà che sichiede può salvare una o più vite umane, e abbia-mo altissime probabilità che la risposta sia positi-va (95 per cento dei casi, per esempio, a Lecco e il70 per cento di media in Italia). È chiaro che nontutti lo sanno fare. Io ho alcuni colleghi bravissi-mi professionalmente che non metto mai a parla-re con i parenti. Perché per carattere, per forma-zione, per tanti altri motivi, non sono adatti a que-sto momento così delicato e importante”.In questi anni si è modificato l’atteggiamentodei parenti nei confronti dell’ipotesi di prelie-vo?“Si è tutto profondamente modificato. Noi ci stia-mo rapidamente americanizzando. La sanità è for-temente evoluta; la litigiosità è aumentata enor-memente, forse meno nel campo dei trapianti(anche qui però si notano le prime avvisaglie).Oggi le persone non ne vogliono più sapere digiustificazioni e spiegazioni. Non gliene importadi sentirsi dire che mai la sanità in Italia è statafinanziata quanto serviva e che saranno necessarisempre più soldi. Non riescono inoltre a capireche questi soldi alla fine li tireremo fuori tutti noi.L’età media aumenta, la tecnica si perfeziona, icosti di gestione delle malattie aumentano. Tuttociò causa spesso un atteggiamento conflittuale chepesa e peserà sempre di più e potrà costringeremolti operatori sanitari a un tipo di medicinadifensiva. La mentalità è completamente cambia-ta: si pretende tutto, subito e gratis e guai se que-sto non succede. Per fortuna nei trapianti non è(ancora) così: non c’è questa acrimonia. Parlando di opposizioni al prelievo c’è ancora chiti dice no: è gente che non vuole comprendere chepurtroppo nel proprio parente non c’è più la vita.Non sono mai persone cattive, anzi. Si rifugianonel no spesso perché sentono questa morte comeloro colpa. A parte questo, tutto il lavoro che èstato fatto, sia in termini di sensibilizzazione chedi cultura della donazione ha prodotto risultati

notevoli”.Le cellule staminali potranno diventare ripara-trici degli organi ammalati o potranno essereapplicate nella costruzione di organi per il tra-pianto?“In questo momento le cellule staminali possonoessere viste come ottime riparatrici solo di alcunitessuti. Per esempio la cornea, la cute, il midolloosseo e poco altro. Per ricostituire un organo laricerca scientifica deve andare avanti molti anni. Èperò l’alternativa più promettente al prelievo diorgani da cadavere. Gli animali transgenici attual-mente sono un tema in fase di ripensamento: aparte le difficoltà tecniche, non abbiamo per esem-pio la certezza che non siano portatori di virussconosciuti. Una via potrà essere rappresentatadall’ingegneria genetica, con grandi possibilitàteoriche, ma con sviluppi in un futuro non vicino.Sappiamo di alcuni tentativi con il cuore artificia-le, ma sono interventi di cui conosciamo la par-tenza e mai la conclusione, a parte l’uso tempora-neo in attesa di trapianto. Inoltre non si puòdimenticare che sono costosissimi. Sul frontedella immunosoppressione ci saranno invece dellegrosse novità”.Sul piano organizzativo nazionale, relativo allariorganizzazione degli ospedali e in particola-re delle Rianimazioni e l’investimento sullapreparazione di personale medico e infermie-ristico per migliorare i risultati, a parte le ini-ziative vostre e dell’Aido, penso che qualcosasi stia muovendo. Se non è così cosa si puòfare?”.“Sicuramente il Ministro auspica il potenziamen-to delle Neurorianimazioni così come previstodalla Legge 91/99. Però che questo venga fatto inpratica lo credo poco: sono pessimista perché vor-

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IL RUOLO DELL’AIDO

rebbe dire trovare ingenti risor-se economiche. Non credo peresempio che la RegioneLombardia riuscirà a stanziarequesti fondi. Soldi che servireb-bero ai vivi, attenzione, e non aimorti. Perché il nostro lavoro èsalvare le vite umane prima ditutto. Da uno studio ormai vec-chio di Iapichino e Gattinoni(Università degli Studi diMilano I Cattedra di Anestesia eRianimazione) risulta che inLombardia per ottimizzare leRianimazioni servivano ingentiinvestimenti economici giàparecchi anni fa. Non credo cheoggi le condizioni siano migliori.Sicuramente si sta invece lavo-rando sulla formazione e sul-l’informazione molto più diprima. Questo ci facilita nel reperimento del con-senso e nell’attività di prelievo e di trapianto”.Quale ruolo ha (e avrà in futuro) l’Aido nelsostegno alla donazione di organi?“Più e meglio di prima. L’approvazione dellalegge non ha cambiato, ma rafforzatol’Associazione. Nell’art. 2 si fa specifico riferimen-to alle Associazioni di volontariato che supporta-no l’attività del medico. Guai se l’Associazionedovesse pensare che con la legge non c’è più lavo-ro da svolgere. Ce n’è più di prima e chi è nell’am-biente lo sa molto bene. Perché adesso quasi sem-

pre la scelta si fa ancora di fronte ad un medicoche può aiutare a trasformare un “no” detto d’i-stinto in un “sì” ragionato. Ma in futuro, quandoavremo tutti (o quasi) espresso in vita la nostravolontà, bisognerà che ciò sia stato in seguito alladecisione di gente preparata e sensibilizzata inmerito. E chi lo può fare meglio di chi da decennilavora per la cultura della donazione?”.

Intervista a cura diLeonio Callioni

Ha collaboratoLeonida Pozzi

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LA VITA NON È MAI DISGRAZIAE MORIRE NON PUÒ ESSERE UNA PROSPETTIVA

Emarginati, abbandonati, soli, talora con l’uni-ca prospettiva della morte. È questa la dram-

matica situazione dei disabili del Terzo Mondo dicui nessuno parla. Su 335 milioni di portatori dihandicap al mondo, il 70% è concentrato nei Paesidell’Asia e dell’Africa. Difficilmente ci si soffermaa pensare cosa può voler dire nascere disabili inzone dove le condizioni di vita delle persone “nor-mali” sono rese precarie dalla povertà e dalleguerre. Se in Occidente essere accettati dallasocietà è di fatto tuttora una conquista nonostan-te tutta la possibile sensibilizzazione in proposito,figuriamoci quale attenzione può essereriservata altrove a chi, all’alba del2002, viene ancora consideratocome una punizione divina. Unfenomeno culturale difficileda cambiare e che assumeconnotazioni diverse aseconda della dislocazionegeografica del Paese esoprattutto delle tradizionireligiose ivi presenti. Agliultimi fra gli ultimi l’unicapossibilità di essere assistiti ecurati è assicurata da tante pic-cole iniziative, legate per lo piùalle associazioni di volontariato ealle congregazioni religiose che da annisvolgono questo compito preziosissimo senzaalcuna risonanza sugli organi di stampa. Quellache vi vogliamo raccontare, per contribuire a darevoce a tanta silenziosa operosità, è la storia di unprogetto curato da una Fondazione che a noidell’AIDO sta molto a cuore, la Fondazione DonGnocchi. Don Carlo infatti - lo abbiamo ricorda-to nel numero di aprile - ebbe l’intuizione profeti-ca di donare le proprie cornee a due suoi ragazzinon vedenti, favorendo l’approvazione da partedel Parlamento italiano della prima legge inmateria di trapianto di organi (1956). Da alloraad oggi per noi molto è cambiato così come ècambiata anche la Fondazione che tuttavia da cin-quant’anni a questa parte continua la missioneche fu di Don Carlo: farsi carico del sofferente

attraverso un progetto di recupero globale dellapersona. Sulle orme di chi diceva che occorre“recuperare e intensificare, attraverso la riabilitazione,la vita che non c’è ma ci potrebbe essere” i continua-tori dell’opera di Don Carlo hanno fatto tantastrada, una strada che li ha portati a intervenirenelle zone più povere e più tribolate del mondo innome di quella carità verso i più deboli che fin dasubito il loro fondatore aveva sognato di estende-re ben oltre i confini dell’Italia. E così Bosnia,Kosovo, Zimbawe sono diventate le aree dove laFondazione, dopo il riconoscimento ottenuto due

anni fa a Organizzazione non governati-va, ha avviato dei progetti di coope-

razione internazionale. Un impe-gno senza frontiere che ad ago-

sto è approdato in Tibet. Benpresente nell’immaginarioeuropeo per le spettacolariscenografie himalayane, larealtà di questo Paese nonè quella preconfezionatadai cataloghi di viaggio per

attirare turisti in cerca dimagiche atmosfere. Si tratta

infatti di una delle aree piùpovere al mondo, specie nelle

zone rurali, dove l’unica risorsa èun’agricoltura di pura sussistenza e dove i

servizi socio-sanitari sono inesistenti. Qui, a oltre4000 m di altitudine, sposare il messaggio di DonCarlo alle necessità locali è una bella sfida. Chimeglio del medico coinvolto nel progetto ce lopoteva testimoniare? Lo abbiamo incontrato asettembre, prossimo a ripartire verso un’altra dif-ficile meta, Kabul. Motivo: lo studio di fattibilitàdi una nuova missione riabilitativa.“Dott. Cimorelli, cosa fa quest’estate? Perché non vienein Tibet con un progetto della Fondazione?”“Parliamone” Ho risposto.A raccontarci la sua esperienza è un neuropsi-chiatra infantile del Centro “S.Maria alCastello”di Pessano con Bornago, il Dott. FlavioCimorelli.“Lavoro come consulente della Fondazione da più di

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La testimonianza di un medico che ha partecipato a un progetto di cooperazione internazionale in Tibet

donando frammenti di speranza ad alcuni disabili.I PARTE

c’era sempre un’eccedenza di realtà rispetto a quello che avevo immaginato

dieci anni e la mia partecipazione al programma pro-mosso dalla Lama Ganghen World Peace Foundation,la Help in Action Onlus e l’Associazione per la soli-darietà fra i popoli con il finanziamento della RegioneLombardia, è iniziata così, da una semplice doman-da”.Non è nuovo a queste missioni nel cuore delmondo - nel 2001 era in Kosovo - eppure si lasciastupire e interrogare dalla proposta.“Il progetto si preannuncia subito interessante e perfet-tamente rispondente al metodo inaugurato da DonCarlo: coniugare prevenzione e riabilitazione e mette-re il disabile al centro del processo terapeutico offren-dogli, tra le altre cose, anche un’occupazione. Il pro-gramma comprende infatti:1) nella prima parte la costruzione di un atelier dilavoro all’interno del Monastero di Tashi Lhumpodove alcuni ragazzi handicappati impareranno i prin-cipali rudimenti dell’artigianato locale. Lo scopo del-l’iniziativa consiste nel fatto che, contribuendo a pre-servare le proprie tradizioni e a sostenere la scuola conla vendita dei prodotti, questi ragazzi possano acqui-sire un ruolo attivo nella società.2) nella seconda parte l’apertura di un ambulatorioper disabili presso la Clinica dello stesso Monasterodove gli esperti della Fondazione metteranno a puntoun programma di riabilitazione fisioterapica. Di fronte a queste premesse non posso che rispondere disì e così il 12 agosto mi ritrovo sull’aereo insieme adaltri due compagni di avventura: Laura Negri, fisio-terapista e il marito Renzo Pezzini, operatore dellariabilitazione. La prima cosa che notiamo è che perandare da Pechino a Lhasa ci indirizzano su un volonazionale. In fondo non ci meravigliamo: la storia delTibet è come tutti sanno una storia sofferta. LaRepubblica popolare cinese lo considera ancora oggiuna sua regione e se fino a quindici anni fa avevadistrutto buona parte dei monasteri, azzerato le tradi-zioni locali e imposto la lingua cinese recentemente hadato segno di voler invertire questa tendenza permet-tendo ai monaci di rientrare nei monasteri e alle asso-ciazioni di volontariato di portare in loco progetti direcupero urbano e sanitario.Arrivati a Shigatse, la prima sensazione è quella di ungrande stupore: la bellezza della natura è realmentemozzafiato. Tuttavia ci accorgiamo che la città riflet-te la stessa drammatica frattura che ha caratterizzatola storia del Paese: dove vivono i cinesi è tutto un sus-seguirsi di alberghi di lusso e ristoranti alla moda,dove vivono i tibetani c’è una situazione di povertàestrema, le case sono di fango, non c’è luce. L’unicoospedale è cinese e i tibetani non ci possono andare per-ché costa troppo con il risultato che le sole cure a cuipossono accedere sono quelle prestate dalla Clinica delMonastero. Clinica per modo di dire perché si tratta diuna serie di stanzette che danno su un cortile esterno.

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le situazioni erano una continua provocazione alla mia libertà

Qui, all’aperto, il massimo che i medici-monaci riesco-no a offrire ai malati sono delle flebo di acqua e zuc-chero, delle sedute di agopuntura, qualche medicina abase di erbe. In sostanza ben poco, eppure chi ne puògodere è già fortunato: gli abitanti dei villaggi piùlontani non solo mancano di questa minima forma diassistenza ma addirittura non hanno l’acqua e sonocostretti, per lavarsi e per bere, a utilizzare quella dellepozzanghere. Questo è il quadro a cui ci siamo trova-ti di fronte: un bisogno enorme e pochissime possibilitàdi riposta. Unica eccezione l’incredibile disponibilitàdei monaci, che tuttavia non sapevano come affronta-re il problema dell’handicap.Come sei intervenuto?Innanzitutto ho cercato di valutare le aree di disa-bilità di cui non esistevano dati statistici, poi hocominciato il lavoro di screening sulle personeche avevamo individuato, circa 250 handicappati.La cosa più affascinante con cui mi sono subitomisurato - e devo dire che questo ha caratterizza-to tutto il tempo della mia permanenza - è stato ilfatto che c’era sempre un’eccedenza di realtàrispetto a quello che avevo immaginato. Mi spie-go: il mio lavoro consisteva nel visitare disabili dietà compresa fra i 5 e i trent’anni e cercare, in col-laborazione con i capi villaggio o il medico locale,di fare un minimo di schedatura. Ebbene, finivasempre che mi ritrovavo a visitare un’infinità dialtre persone che disabili non erano ma si capivache erano venute a cercarmi nella speranza diveder risolti i loro malanni. Una richiesta di aiutoche, posta con grande fiducia, era impossibile elu-dere e che sollecitava continuamente la miaresponsabilità, portandomi talvolta a prenderedecisioni drammatiche. Ricordo in particolare un

episodio: arrivato in un paese distante circa dueore da Shigatse, mi sono trovato di fronte unafolla di circa trecento persone, quasi tutte anzia-ne, accalcate in uno spazio semi-aperto. Eraimpossibile visitare in quelle condizioni, così hodovuto fare una scelta: chiedere di poter vederesolo le persone giovani e con handicap. È statosicuramente un momento sofferto ma occorrevaessere realisti, cioè tenere presente il criterio didare la precedenza a chi, per ragioni di età, avevaancora la possibilità di essere recuperato. Alla fine dello screening ho selezionato circa 40ragazzi, destinandone alcuni all’atelier, altri allaseconda parte del programma, la fisioterapia ria-bilitativa negli ambulatori del Monastero. Maancora una volta mi sono accorto che la realtàchiedeva a me e agli altri di andare oltre quelloche era previsto dal progetto, cioè che Laura lavo-rasse sui ragazzi per aiutarli nel recupero moto-rio e Renzo costruisse ausili per permettere lorodi muoversi con maggiore autonomia. Perché ilpercorso riabilitativo iniziato non finisse in con-comitanza con la fine del programma occorrevaformare i monaci. E così è iniziata una nuovaavventura che ora sta seguendo Laura: insegnareloro tutte quelle manovre che possano renderepiù funzionale un arto handicappato così da met-terli nelle condizioni di poterlo fare in futuro dasoli. Partire da una ipotesi di intervento e poi sco-prire che è meglio adeguarla alla situazione chetrovi è stata una continua provocazione alla mialibertà che di volta in volta ha dovuto valutarequale scelta fosse più adeguata. Ad esempio nonho distribuito ai tibetani alcun tipo di medicinaleoccidentale ma mi sono limitati a dare suggeri-

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l’attenzione al bisogno dell’altro suscitava una grande creatività di risposta

menti pratici a integrazione delle loro terapie abase di erbe. E questo perché ho consideratodiversi fattori: innanzitutto, non essendo abituatia prendere tali farmaci, possono avere un ritornodi effetti collaterali molto forti ma soprattuttoperché per curarli secondo la medicina occidenta-le occorre un progetto di assistenza continuativache sarà possibile solo mano a mano che la Cinasarà disposta a permetterlo.Cosa vuol dire riabilitazione per un disabile,specie se vive nel Terzo Mondo?La cosa più bella che mi ha insegnato laFondazione e che cerco di applicare là dove mi èchiesto di andare è che riabilitare non è curare unbraccio malato ma prendere in carico tutta la per-sona e tutta la situazione in cui vive. Di fatto lagente guarda a chi ha subito un handicap come aun “poverino” da aiutare, non a un soggetto concui rapportarsi. Quindi la prima prospettiva a cuitendere è non solo aiutarla a recuperare l’uso delbraccio o - nel caso di handicap psichico - la capa-cità di relazionarsi con gli altri, ma anche favori-re il suo ritorno alla autonomia, cioè reintegraretutte le sue potenzialità. E qui si inserisce ildiscorso dell’importanza degli ausili (stampelle,carrellini, protesi) che in questi anni laFondazione ha perfezionato con il servizio SIVAe che in piccolo abbiamo cercato di mettere infunzione anche in Tibet. Avendo incontrato moltisoggetti con handicap che si trascinavano storti

per mancanza di opportuni sostegni, abbiamopensato alla possibilità di costruirli con il mate-riale che c’era a disposizione. E così pochi giornidopo il mio rientro in Italia mi è arrivata la primatestimonianza concreta di questo lavoro: la foto diuna stampella che Renzo ha costruito andando acercare il materiale in città. È stato commoventepensare che qualcuno dei ragazzi che avevo visi-tato potesse usarla ma ancor di più constatarecome da un atteggiamento di attenzione ai biso-gni del prossimo possa nascere una creatività dirisposta inimmaginabile, anche nel Paese piùpovero al mondo.Rimandiamo al mese prossimo il racconto di questaavventura umana e professionale non comune.Continuate a seguirci.

Laura Sposito

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Milano: i soggetti coinvolti nel progetto di cooperazione internazionale in Tibet.Da sinistra Renzo Pezzini, operatore della riabilitazione, Renzo Anguissola,Direttore del Centro S.Maria Nascente di Milano, sede della ONG, MassimoFerrario, responsabile dei progetti di cooperazione internazionale, Laura Negri,fisioterapista, Flavio Cimorelli, neuropsichiatra infantile, Mons. Angelo BazzariPresidente della Fondazione Don Gnocchi, Saverio Lorini, responsabile dei pro-getti di cooperazione internazionale.

MONZA, LE POTENZIALITÀDELLA BANCA DEGLI OCCHI

L’analisi dei primi otto mesi di attività della“Banca degli occhi di Monza” porta in evi-

denza un dato decisamente interessante: bastanotre ospedali (Busto, Lecco e Monza) per coprire il48,6% dei tessuti ricevuti da tipizzare. Sono datimolto positivi, tanto più se ad essi aggiungiamoil buon andamento dell’attività, in questo specifi-co settore, degli Ospedali di Bergamo e di Chiari.C’è quindi una potenzialità su tutta la Lombardiaper fare abbondantemente fronte al fabbisogno.Ragioni, queste, che hanno indotto il Presidentedel Consiglio regionale Aido della Lombardia,Cav. Leonida Pozzi, a prendersi carico del pro-

blema affinché sia affrontato a livello di coordi-namento regionale e si possa migliorare l’attualesituazione.Va infatti considerato che il bacino di utenzadella banca degli occhi è anche extraregioanle(citiamo per esempio Trento, Rovereto, e altri)perché nel 2001 gli Ospedali lombardi hannoacquistato 341 tessuti dalla banca di Mestre e101 dall’estero.Qui di seguito pubblichiamo la tabella riassunti-va dell’attività della Banca degli occhi del SanGerardo di Monza dal gennaio all’agosto 2002.

(Zio Pik)

bilanci e prospettive 15

LOCALITA’ OSPEDALE Genn. Febb. Mar. Apr. Mag. Giug. Lug. Ag. Tot. N° lettiBeato Palazzolo - - - - - - - - - - 4 - - - - 4 148

Bergamo 16 6 4 6 10 4 8 2 56 1446Borgo Valsugana - - - - 4 - - 2 2 4 2 14

Brescia 3 4 2 4 2 - - - - 2 17 1957Busto Arsizio 20 10 24 30 20 18 16 14 152 763Chiari Osp.Civile - - 2 6 - - 2 - - - - 2 12Cinisello Bassini 8 10 12 8 2 2 4 12 58 300Como Sant’ Anna 12 6 4 2 4 2 - - 4 34 836Como Valduce 10 8 2 4 2 - - 2 - - 28 371Lecco 6 24 36 18 12 14 19 8 137 710Legnano 4 6 8 4 - - 2 4 6 34 816Merate 8 - - 2 2 2 2 - - - - 16 368Milano Fatebenefratelli 7 4 14 8 11 9 11 6 70 589Milano Humanitas - - 2 10 2 2 2 - - - - 18 320Milano Niguarda 6 4 10 4 6 - - 4 - - 34 1412Milano San Raffaele 14 10 8 - - 6 12 12 10 72 1077Milano San Paolo - - 4 2 - - 8 6 2 - - 22 632Monza San Gerardo 32 28 32 44 22 42 30 36 266 1160Monza Policlinico - - - - - - - - - - - - 2 - - 2 229Paderno Dugnano S.Carlo 2 - - - - - - - - 2 6 4 14 183Rovereto - - - - 4 - - - - 2 - - 6 12Saronno - - - - - - - - - - 2 - - - - 2Sesto San Giovanni 2 - - - - - - - - - - - - - - 2 592Tradate 2 - - - - - - 4 - - - - - - 6 261Trento Santa Chiara - - 6 6 4 - - 18 2 4 40Treviglio - - - - - - - - - - - - - - 2 2Vimercate - - 4 4 - - 2 4 2 2 18 521Totale Mensile 152 138 194 140 119 149 128 122 1142 14543Totale Generale 152 290 484 624 743 892 1020 1142

TABELLA

ATTIVITÀ DELLA BANCA DEGLI OCCHI DEL S. GERARDO DI MONZA NEL 2002

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Il rapporto dell’Aidoprovinciale di Bergamo

con le direzioni scolasti-che bergamasche si pre-senta incrementato dianno in anno grazie agliinterventi chel’Associazione ha posto inessere direttamente nellescuole, soprattutto ele-mentari e medie inferiori. “In Italia la solidarietàdella donazione di organia scopo di trapianto tera-

peutico sta esplorandonuove strade e nuovi modidi agire, solo teorizzatifino a pochi anni fa. Lanuova legge procede nellapropria applicazione conpassi piccoli e grandi, conazioni che hanno già coin-volto l’intera popolazione.Eppure la scuola berga-masca, dimostrando sensi-bilità e lungimiranza, haabbracciato questo mes-saggio di solidarietà già da

diversi anni, attraverso lacollaborazione con lanostra Associazione”,commenta il Presidenteprovinciale Cav. LeonidaPozzi, rivolgendo la suarichiesta di collaborazioneai docenti, ai presidi ed alProvveditore agli studidella provincia diBergamo. L’idea che sta alla base diquesti interventi è sempli-ce ma importante. Neitrent’anni di attività,l’Aido si è fatta promotricedi un’opera di sensibilizza-zione, non finalizzata all’e-sclusiva raccolta di singo-le adesioni da parte dellagente, bensì ad una tra-smissione di valori eticifondamentali, volti allasensibilizzazione ed allamaturazione culturaledella popolazione nellasua globalità. Se infatti lascienza dei trapianti ha

fatto negli ultimi decennidei passi da gigante,altrettanto non si può diredell’ambito culturale, incui troppo spesso è assen-te la mentalità produttricedi quel gesto di solidarietàche si esprime nella dona-zione di organi. Ci sonoinfatti ancora moltissimidubbi ed incertezze cheistintivamente conduconoal rifiuto alla donazione.Posto quindi che il mes-saggio che si vuole tra-smettere è in primis unvalore etico, la solidarietàche deve impormi di pen-sare al mio prossimo comead un altro “me stesso” -valore che lega insieme einscindibilmente il concet-to di solidarietà a quello diresponsabilità - a chi puòessere rivolto nel modopiù forte ed efficace questomessaggio se non a deibambini e a dei ragazzi? I

L’Aido e la scuola: unbinomio che funzio-

na, una collaborazione chedà ottimi risultati, ma chepochi conoscono.“Prevenzione Oggi” hachiesto alle Sezioni pro-vinciali di raccontare, per isuoi lettori, come realizza-no l’impegno di parlarecon gli scolari, gli alunni egli studenti. Ed insieme anche con iloro insegnanti e le lorofamiglie.Entrare nelle scuole signi-

fica aprire una prospettivadi grande portata sul futu-ro della donazione degliorgani perché bambini egiovani vivono il concettodi donazione con unagenerosità e un entusiasmoche non hanno eguali.Di seguito pubblichiamo lerelazioni - alcune più det-tagliate, altre più sinteti-che, ma tutte importantiperché “raccontano” lavita vera dell’Associazione- pervenute dalle Sezioniprovinciali.

Da parte nostra ringra-ziamo tutti coloro chehanno collaborato invian-

do testi, foto o altro mate-riale utile alla pubblica-zione.

LE SEZIONI SI RACCONTANO

L’AIDO NELLE SCUOLE

Le tante forme di un intenso dialogo

BergamoSezione di

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concetti che si imparanoda piccoli accompagnanofino all’età adulta, diventa-no parte del proprio baga-glio culturale ed addirittu-ra del proprio immagina-rio, si possono forsedimenticare ma difficil-mente si abbandonano nétanto meno si contraddi-cono.L’obiettivo è quindi quellodi arricchire il patrimonioculturale dei ragazzi conelementi di etica spicciola:la solidarietà, la tolleranzadel diverso, il rispettodella propria vita e diquella altrui, l’educazionealla salute. La scuoladiventa perciò protagoni-sta di questo progetto inquanto una delle sedi prin-cipali di costruzione del-l’individuo.L’intervento si svolge,secondo una modalitàormai collaudata ed effica-ce, in tre momenti: primadi tutto si fa vedere un fil-mato di 13 minuti (che ègià stato sperimentatonegli anni scorsi ed haottenuto un’ampia appro-vazione da parte degliinsegnanti). Il testo ed idisegni del filmato sonoriprodotti su un opuscoloche viene consegnato aidocenti alcuni giorniprima dell’incontro, inmodo che, qualora sia pos-sibile, l’argomento vengaaffrontato in classe ancheprima che gli operatori

dell’Aido lo introducano.In un secondo momento siprocede ad un breve inter-vento per focalizzare l’at-tenzione sui due argomen-ti principali trattati dal fil-mato: l’educazione civicasulla donazione di organie la scienza del trapiantoterapeutico. In questa fasevengono anche esposti dalpresidente del gruppoAido locale (o da un suoincaricato) i dati relativiall’operato del gruppo edalla attività che è statasvolta nella comunità. Lafase finale dell’intervento

prevede un dibattito e nor-malmente è una fase moltoviva, soprattutto là dovel’insegnante, avendo giàaffrontato questi argo-menti anche nei giorniprecedenti, abbia svilup-pato nei ragazzi un vivointeresse rispetto alle que-stioni trattate.Il materiale fornito agliinsegnanti è altamentequalificato e consiste: nel-l’opuscolo “Missione perla Vita” (per le scuolelementari), che è appuntola riproduzione grafica delvideo che viene poi tra-

smesso durante l’inter-vento; nell’opuscolo “Vichie il pellicano” (per le scuo-le medie), che con unagrafica molto piacevole esimpatica espone “a misu-ra di bambino” le temati-che sulle quali è incentra-to l’intervento, oltre adoffrire delle “schede dilavoro” che possonodiventare spunto per ulte-riori momenti di riflessio-ne anche dopo l’interven-to; nell’opuscolo di infor-mazione scientifica “Il tra-pianto di organi” (per idocenti e le scuole supe-

Il quadro complessivo degli incontri avvenuti nell’anno 2000-2001

PRESENZE TOTALI ALUNNI INSEGNANTI GENITORI CLASSI INCONTRIElementari 2196 2068 127 1 113 58Media inferiore 1966 1842 122 2 89 54Media superiore 403 384 19 0 19 9

Totali 4565 4294 268 3 221 111

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riori). Alla fine dell’inter-vento viene consegnato unquestionario ai docenti incui, oltre a poter dare ungiudizio sugli operatori esul materiale presentato, èpossibile dare suggeri-menti e fare delle annota-zioni, offrendo in questomodo la possibilità dimigliorare di volta involta la metodologia del-l’intervento a secondadelle indicazioni offerte. Questo per quanto riguar-da gli interventi nellescuole elementari e medieinferiori, in quanto per lemedie superiori non esiste

un progetto prefissato maviene programmato e stu-diato in modo personaliz-zato per ogni scuola al finedi avere il maggiore conte-nuto sociale ed informati-vo possibile.Il gruppo dei relatori nellescuole è formato da: sig.Lorenzo Cattaneo, sig.Paolo Gigliuto, sig.Fausto Giuliani, dott.Giovanni Guatteri, dott.Roberto Marozzi, sig.Leandro Mora, sig.Angelo Piccoli, dott.Pietro Poidomani, sig.Leonida Pozzi, dott.Roberto Volpi.

BresciaSezione di

Anche per l’anno scola-stico 2001-2002

intensa è stata l’attivitàdell’Aido provinciale diBrescia all’interno dellescuole.Grazie alla disponibilitàdei responsabili scolastici, ivolontari della sezionebresciana, dopo aver parte-cipato a un corso formativoorganizzato dalla Aziendasanitaria locale e ben coa-

diuvati da alcuni medici einsegnanti, hanno incon-trato all’incirca 2000 stu-denti delle scuole di ogniordine e grado.È stata indubbiamente unaesperienza estremamentepositiva, non tanto per ilcoinvolgimento degli stu-denti, ma soprattutto per-ché in alcune ocasioni, agliincontri oltre al corpodocente sono intervenuti

anche i genitori.A conclusione diversi isti-tuti hanno impegnato glistudenti nella discussionesu quanto sentito e moltihanno prodotto pregevolemateriale comunicativoche la Commissione pro-vinciale per il concorsoscolastico, formata daesperti del settore, ha rite-nuto meritevoli di assegna-zione delle borse di studio

previste dai bandi di con-corso del premio stesso;borse di studio che verran-no consegnate entro la finedell’anno in PalazzoBroletto alla presenzadelle autorità dellaProvincia, del Comune edelle scuole.In particolare nel corsodello scorso anno scolasti-co l’attività della sezione siè svolta in 10 scuole mediesuperiori; 20 scuole medieinferiori; 3 scuole elemen-tari.Questi i volontari impe-gnati nell’opera di sensibi-lizzazione e divulgazionedella cultura della donazio-ne: Lino Lovo, presidente;Loredana Fois, consigliereregionale e segretaria pro-vinciale; Rosaria Prandini,referente scuola; LucianaBeltrami, referente scuola;Dario Cima, collaboratore;dott. Galbardi, medico chi-rurgo; dott.ssa GraziaFiorentino, medico riani-matore, Luigi Albertini,consigliere provinciale.

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Crema - Nell’attività disensibilizzazione delle

scuole di Crema i respon-sabili hanno proceduto inquesto modo: richiesta diincontri con gli alunnirivolta ad ogni preside discuole superiori; accordosui giorni di svolgimentodegli incontri (prevalente-mente il sabato, ma anchein altri giorni della setti-mana). Gli incontri vengo-no svolti classe per classe,dunque tutta la “campa-gna” dura ogni anno fra itre e i quattro mesi. Lescuole sono state 11 (dagliistituti tecnici ai licei, allescuole professionali). Dueo tre giorni prima dell’in-contro vengono consegna-te ad ogni alunno, inbusta, le schede che ver-ranno compilate nellastessa mattinata e ritirateal termine della giornata.Le schede vengono catalo-gate e i dati contenuti ven-gono elaborati tenendodivise le classi. Dopo diche, durante l’incontronella classe, vengono chia-rite le problematiche evi-denziate nella scheda.L’incontro si svolge comesegue: presentazione delrelatore, esposizione dello

scopo dell’incontro che èquello di informare, dioffrire un’opportunità discelta. Quindi avviene laproiezione commentatadella videocassetta “Aido-Missione per la vita”. Siprocede poi con il dibatti-to (domande-risposte) econ la distribuzione adogni alunno dell’opuscolo,del video e del dépliant“Un sì condiviso”.Vale la pena di sottolinea-re che alla domanda sul-

l’impegno nel volontariatoil 90-95% degli interpella-ti ha risposto che non èimpegnato. Alla domanda:“Conosci l’Aido?”, il 70-80per cento ha risposto sì. Igiovani inoltre rifiutanol’uso della parola “dovere”collegata al senso civico oal sentimento cristiano.Ottima la risposta diffe-renziata delle bambine edelle ragazze, più convintee profonde. Alla domandasulla disponibilità e sul

valore della donazione larisposta che indica talescelta come “meraviglio-sa” tocca l’85-90% dellerisposte favorevoli.Le persone impegnatenegli interventi sonoFranco Sinagoga e ladott.ssa Caizzi, oculista.

Cremona - Nel corsodell’anno scolastico

2001-02, nell’ambito delterritorio cremonese sonostati effettuati incontri conscuole medie dell’obbligoe scuole medie superiorialla presenza di consiglieriprovinciali e medici. Inmodo particolare nellescuole medie sono statiincontrati circa 200 alunnimentre nelle scuole supe-riori 1500 alunni (la mag-gioranza di questi ultimicon interventi effettuatinell’ambito cremasco).Per l’anno scolastico2002-03 l’incontro nellescuole dovrebbe esserecosì articolato: territoriocremasco organizzatodirettamente dalla localesede Aido; territorio cre-monese organizzato dallasede Aido; Cremona cittàorganizzata in sinergiacon Asl e Aido cittadina.

Crema e CremonaSezione di

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Per l’anno scolastico2001-2002 la sezione

provinciale di Lecco hapromosso, su invito edinteressamento del Prof.Cristiano Martini,Primario del reparto diN e u r o r i a n i m a z i o n edell’Azienda Ospedalieradi Lecco e coordinatorelocale per il prelievo diorgani, una serie di visiteguidate all’interno delreparto diNeurorianimazione, riser-vato agli studenti dellescuole medie superiori diLecco e di Oggiono, perun totale di 156 studenti.Presso le sedi scolastichesi sono tenute delle lezio-ni, il giovedì pomeriggiodalle 14.30 alle 16.30, chehanno sviluppato temiimportanti come quellodel coma, della mortecerebrale, dello stato divigilanza e vegetativo, esulle complesse procedu-re per iniziare il prelievodi organi a scopo di tra-pianto terapeutico. Glistudenti del 3°, 4°, 5°anno dei Licei, delleMagistrali e degli IstitutiTecnico-Commercial ihanno partecipato conmolta attenzione e inte-

resse alle spiegazioni delProf. Martini e di altrimedici presenti e coloroche lo desideravano, ingruppi di 6 o 8 personealla volta, hanno potutovedere da vicino ed inconcreto il lavoro delPrimario nel reparto del“Manzoni” di Lecco. Fra le iniziative dellaCommissione ProvincialeScuola di Lecco, è da evi-denziare inoltre il 3°Corso Provinciale Aido-Scuola, sostenuto econo-micamente dal Sig.Giuseppe Mazzoleni diLecco, in memoria dellamoglie Angela Pirovano,tra le Scuole MedieInferiori “Ticozzi” ed ilCollegio “Volta” di Lecco,con la premiazione deilavori svolti dagli alunnisulle tematiche donative edel trapianto a cui hannoaderito quest’anno 227ragazzi dei due plessi lec-chesi. La premiazione si ètenuta il 4 giugno scorso.Riassumendo l’attivitàdell’anno scolastico 2001-2002 sono stati 3396 glialunni e studenti incon-trati e 53 le Scuole ele-mentari, medie e superio-ri visitate.

L’attività dell’Aidonella provincia di

Mantova si è caratterizza-ta con interventi diversi edi vario livello sul territo-rio.La Sezione provinciale hapromosso un importanteseminario ospitatodall’Università in occasio-ne delle giornate naziona-li con il patrocinio e lapartecipazione dellaRegione e della Provincia.L’intervento ha evidenzia-to la necessità di renderecontinuative la relazionecon gli studenti di questafascia di età anche attra-verso convegni-corsi diprevenzione sanitaria,attività che la Sezione stapredisponendo per i primimesi del prossimo anno.Sul territorio la maggiorparte dei Gruppi riesce aproporsi annualmenteall’interno dei plessi scola-stici con interventi direttinelle classi; così a San

Giorgio, Villimpenta,Virgilio, Sermide,Castelgoffredo, Asola emolti altri.In particolare i GruppiAido di Viadana e diMoglia hanno banditoconcorsi: il primo di natu-ra letteraria aperto agliistituti superiori e pubbli-cizzato anche via internet,che ci ha regalato un temafemminile di grande bel-lezza; il secondo un con-corso per tema e disegnoriservato alle scuole ele-mentari. In tali occasionila partecipazione deglistudenti è stata assaiampia.Il Gruppo Aido di Ostigliaha recentemente presenta-to presso tutte le scuolelocali un concorso innova-tivo: la presentazione diuno “slogan” sulla dona-zione. L’interesse suscita-to appare notevole e trabreve la giuria sceglierà lafrase ad effetto.

LeccoSezione di

MantovaSezione di

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Nel corso dell’annoscolastico 2001-

2002 l’attività nella scuo-la del Gruppo pluricomu-nale Melegnano-Melzo(Milano) ha permesso dieffettuare undici incontricomplessivamente: 7negli istituti superiori(con 250 studenti circa) e4 nelle medie inferiori(200 studenti circa). Gliincontri hanno registratola presenza dei presidentidei gruppi locali e inqualche caso anche del

presidente del Gruppo,Felice Riva, oltre che deldott. Solca, coordinatoredei prelievi nell’Ospedaledi Cernusco, dei medici dimedicina generale locali,e di cittadini che hannobeneficiato del trapianto.Tutti gli incontri hannoavuto riscontri positivi enel contempo si è proce-duto alla distribuzione dimateriale di informazio-ne e di sensibilizzazionealla cultura della dona-zione.

Melegnano - MelzoSezione pluricomunale di

MilanoGruppo speciale di

Il Gruppo speciale diMilano, costituito solo da

un anno e mezzo, ha iniziatosolo recentemente ad opera-re nelle scuole. L’iniziativa èstata rivolta agli istitutisuperiori. Il gruppo deivolontari che si è costituito e

che si è assunto l’onere digestire gli incontri nellescuole è formato dalle signo-re Lucia Cavalleri, LauraRavasi, Gigetta FulanoSqueri, Raffaella Cairati,Marina Pinato e dal sig.Claudio Terzi.

Monza - BrianzaSezione pluricomunale di

La Commissione Scuoladella Sezione plurico-

munale Monza - Brianza ècomposta da C. Baccanti,L. Russo, M. Fiani.Per l’anno 2001-2002 ilpiano di intervento preve-de: priorità alle scuolemedie superiori di Monzae Brianza; interventi rivol-ti agli alunni:a) proiezione di una video-cassetta dal titolo “IlTrapianto” di caratterescientifico-divulgativo; b)proiezione di lucidi constatistiche sulle donazionie i trapianti allo scopo diillustrare come esprimerela volontà di donazione; c)interventi di medici spe-cialisti; d) testimonianze ditrapiantati; e) discussionegenerale.Quindi, a seguire, incontridi verifica con i professoridelle classi partecipanti.Dopo l’invio di lettere apresidi delle scuole mediesuperiori e inferiori per lapresentazione della propo-

sta di intervento sono statiorganizzati gli incontripreparatori con insegnantiresponsabili del ProgettoSalute in quelle scuole chehanno risposto positiva-mente. Sono quindi segui-ti, da gennaio al maggio2002, incontri con gli

alunni delle seguenti scuo-le:* Liceo Frisi - Monza n.6classi ca. 120 alunni* ITIS Hensemberger -Monza n.11 n. 6 classi ca.200 alunni* Ist. Mag.Canossiane -Monza n.5 classi ca. 120

alunni* Sc.Media - Villasanta n.2classi ca. 40 alunni* Sc.Media Farè - Lissonen.4 classi ca. 80 alunni* Sc.Media Forlanini -Sesto S.G. n. 4 classi ca.80 alunniper un totale di 32 classi ecirca 640 alunni. Gli incontri con gli alunnisi sono svolti durante lenormali ore di lezioni cur-riculari, con la presenzadei docenti delle classi.Secondo quanto previstodal piano di intervento,oltre ai volontari dell’Aidohanno presenziato agliincontri anche medici spe-cialistici e trapiantatiiscritti all’Ato.Il risultato degli incontripuò essere giudicato piùche positivo: alcune classisi erano preparate all’in-contro, predisponendoelenchi di quesiti; in tutti icasi i ragazzi hanno dimo-strato discreto interesse edhanno partecipato al dibat-

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tito con richieste di chiari-menti ed esprimendo lapropria opinione. Unaprova dell’interesse susci-tato è stato l’invio, daparte di alcuni ragazzi,dell’iscrizione all’Aido conannessa dichiarazionedella volontà alla donazio-ne.In alcuni istituti, successi-vamente agli incontri, iltema è stato ancora dibat-tuto e ci sono pervenuterelazioni scritte di talidibattiti.In due Istituti (Frisi eCanossiane) l’incontro èstato organizzato in colla-borazione con le associa-zioni Avis ed Admo,potendo così allargare ildiscorso a tutto il campodelle donazioni di se stessi.Il nostro ringraziamentova ai dottori Bernasconi,Citterio, Schillaci,Mascaretti, Luciano checon i loro interventi hannocontribuito a dare unainformazione medico-

scientifica ampia e comple-ta; alle signore Pinato ePochintesta che hannodato testimonianza dellaloro esperienza di trapian-tate; ai colleghi dell’Avis edell’Admo ed in particola-re alla ProfessoressaFumagalli per gli incontricondivisi con queste asso-ciazioni.

Oltre agli incontri con glistudenti, si segnalano dueincontri con i genitoridegli alunni di due Scuolemedie: Scuola mediaBellani-Ardigò di Monza eScuola media di Villasanta;si ritiene che questa tipo-logia di interventi sia inte-ressante e passibile difuturi sviluppi.Per quanto riguarda ilfuturo, per l’anno scolasti-co 2002-2003 la SezionePluricomunale dell’AidoMonza - Brianza ha datoavvio ad un programmad’informazione nelleScuole medie superiori ed

inferiori del territorio sulproblema della donazionedegli organi e dei trapiantiterapeutici.Infatti appena aperte leScuole ha indirizzato atutti gli Istituti medi supe-riori, pubblici e privatidella Brianza (oltre unasettantina) e all’attenzionedei presidi e degli inse-gnanti, responsabili per“Educazione e salute”, lapropria proposta di corsiinformativi per gli studen-ti delle IV e V classi tenutida medici e tecnici del set-tore.La proposta si articola nel-l’informativa di come fun-ziona un organo, di comesi cura e di quali risultatihanno i trapianti fino adarrivare alla conclusioneche mancano i donatori:l’Aido offre inoltre unaconsulenza tecnico-scien-tifica ai Capi d’Istituto edai professori di Scienze,con materiale informativo,proiezione di diapositive e

videocassette sull’argo-mento.L’anno scorso hanno ade-rito all’iniziativa quattroIstituti, I.T.C. Primo Levidi Seregno e Liceo Frisi,I.T.I.S. Hensemberger, Ist.Magistrale Canossiane diMonza, 24 classi per untotale di 480 studenti ed èprobabile che, visto il suc-cesso dell’iniziativa, que-st’anno le risposte affer-mative degli Istituti saran-no molte di più.Per le Scuole medie infe-riori la proposta informa-tiva dell’Aido verrà fattainvece nelle prossime set-timane dai GruppiComunali Aido attraversola proposta di un “Accordodi rete” agli Istituti scola-stici comprensivi del loroterritorio ed al Comuneper un progetto di corsosu tematiche inerenti allasalute, alla prevenzione edai trapianti di organi e tes-suti.Anche in questo caso irelatori saranno medici edesperti, che si avvarrannodel materiale informativo,idoneo all’età degli stu-denti, messo a disposizio-ne dall’Aido: la collabora-zione con le Istituzioni perfare corretta informazionesulla necessità delle dona-zioni e dei trapianti va nelsenso del nuovo indirizzopreso dall’Associazione.Non più solo divulgazionedella cultura della dona-zione ma anche collabora-zione con le Istituzioniper dare informazioni cor-rette sull’argomento, comeprevisto dalla Legge91/99 che ha proprio lafunzione di stimolare leIstituzioni stesse ad appli-care la legge medesima e acontrollare che lo faccianocorrettamente.

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“Non ricordo - ciscrive il presiden-

te provinciale LuigiRiffaldi - di essere statocontattato durante glianni di servizio scolasticoda Associazioni di volon-tariato quali Avis o Aidoper la presentazione degliimportanti scopi e finalitàdi queste Associazioni divolontariato. Non potevopertanto non intrapren-dere iniziative in talsenso, fin dal momentodel mio insediamento, peravviare proposte e pro-getti in tale direzione. Ènata così nell’ottobre2001 l’idea del progetto“Aido missione scuola” incollaborazione con tregruppi Aido comunali:Mortara, Cilavegna eVidigulfo.Il progetto è stato redattoe presentatoa l l ’Ammin i s t r az ione

Provinciale che l’ha rite-nuto, fra moltissimi pro-getti pervenuti da partedelle Associazioni onlusprovinciali, meritevole difinanziamento. Durantel’anno scolastico 2001 -2002, questi tre gruppicomunali Aido hanno pre-sentato ad alunni di diffe-renti cicli scolastici (Velementari, classi IIImedie e Istituto profes-sionale per l’Agricol-tura) la problematicadelle donazioni e dellasolidarietà.Non entro nel meritodelle singole iniziativeche hanno avuto diversesfaccettature a secondadella tipologia, delle etàdegli alunni e delle classidi frequenza. La valuta-zione mia e dei miei col-laboratori che l’hannoconcretamente realizzataattraverso incontri con le

classi, presentazione didiapositive e filmati,discussioni, compilazionedi questionari ed elabora-ti grafici non può cheessere positiva.L’interesse e la partecipa-zione degli alunni, sup-portati e seguiti dai loroinsegnanti, sono statepositive soprattutto nelmomento delle discussio-

ni e della successiva ela-borazione didattica inclasse. Da questo abbiamocapito che è giunto ilmomento di formalizzareufficialmente la propostaad un più ampio raggio discuole. Questo sarà possi-bile, a mio giudizio, se sipotrà contare su una verae sentita partecipazionedelle scuole stesse a que-ste tematiche finalizzatead un momento educativodi alto spessore. Non posso non accennareall’esperienza che il grup-po Avis-Aido di Vidigulfosta portando avanti ormaida diversi anni nell’ambi-to della comunità scola-stica locale. Questo pro-getto viene attuato inmodo sistematico e conti-nuativo e vede coinvoltele classi V elementari e leclassi III medie. Si attua-no cinque o sei incontriannuali per ogni tipo discuola sulle tematicheassociative dell’Aido edell’Avis e sulla solida-rietà. Se tutti insieme riu-scissimo a concretizzarequesto programma, nondico in tutte le scuole ma

PaviaSezione di

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almeno in quelle comu-nità dove l’Aido e l’Avisoperano quotidianamen-te, io credo che la nostrafiamma associativadivamperebbe a poco apoco come un fuoco e neltempo potrebbe far avvi-cinare ai nostri idealimoltissimi giovani per-mettendo a poco a poco illoro ingresso nelle nostreassociazioni e la sequeladei nostri ideali.Non mi resta che conclu-dere con l’augurio chel’Aido pavese si avvii suquesto percorso, intra-prenda con determinazio-ne questa strada di rap-porti sempre più vivi conla comunità scolastica ecostruisca con la stessauna collaborazione chepossa far crescere in tutti,ma soprattutto fra i gio-vani, un impegno e un’a-desione ai nostri idealiassociativi”.Nel dettaglio Pavia haincontrato nell’anno sco-lastico 2001-2002 tre

Istituti scolastici: Istitutoprofessionale perl’Agricoltura di Mortara(100 alunni); scuola mediaDorno e scuola elementa-re Cilavegna (100 alunni);scuole elementari e mediedi Vidigulfo (100 alunni).I volontari impegnatisono stati: prof. LuigiRiffaldi, presidente Aidoprovinciale; dott.Gandolfi, presidente AidoMortara, sig. ClaudioViola, consigliere AidoMortara, sig. Marco Nai,consigliere AidoCilavegna.Il Gruppo comunale diVidigulfo ricorda che“durante il corso dell’an-no scolastico 2001-2002,per il terzo anno consecu-tivo, l’Associazione hasvolto diversi incontricon gli alunni delle classiV elementari e III mediesulla tematica delle dona-zioni e delle associazionidi volontariato Aido. Sisono proiettati audiovisiviche sono poi stati discussi

con gli alunni. Sono statielaborati questionari perverificare l’acquisizionedei concetti fondamentalie sono stati prodotti gra-fici sulla tematica delledonazioni: il tutto è statoelaborato sotto la guidadei docenti. La giornatafinale si è svolta negliultimi giorni di scuolacon il riconoscimento dellavoro e della collabora-zione e con la consegnaagli alunni di alcuni gad-

gets a ricordo dell’attivitàsvolta”.Così invece Claudio Violaci racconta un’esperienzadi Mortara: “Sabato 16febbraio l’Aido comunaledi Mortara ha organizza-to un incontro di informa-zione sulla donazione esul trapianto presso lascuola media superioredell’Istituto professionalestatale per l’Agricolturadi via Marsala. Assieme anoi abbiamo invitatoanche l’associazionenostra gemellata Avis einsieme abbiamo parlatodi donazione in sensototale, comprendendo neldiscorso anche l’Admodal momento che le treassociazioni sono legatedallo stesso fine: la dona-zione. Siamo stati ascolta-ti attentamente dagli stu-denti poiché in quel perio-do con i loro insegnantistavano affrontando l’ar-gomento “solidarietà” e ilnostro intervento ha datoluogo ad una successivarelazione”. Ci siamoavvalsi del supporto didiapositive proiettate suschermo gigante e com-mentate dal nostroPresidente, dr. Gandolfi,il quale colloquiava con

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gli studenti dando ad ognidomanda una spiegazioneesauriente e intuitiva.Al termine dell’incontroabbiamo lasciato agli stu-denti un gadget con iloghi delle tre Associa-zioni per ricordare che lasolidarietà è vita”.Per il Gruppo comunaleCilavegna AntonioTurato scrive: “Sabato 4maggio l’Aido, in collabo-razione con l’Avis e ilComune, ha organizzatoun incontro con alcunimedici del Policlinico SanMatteo di Pavia per iragazzi della III media diCilavegna. L’incontro e ilsuccessivo dibattito sisono svolti nella sala con-

ferenze della clinica oculi-stica. Il nostro presidenteMarco Nai, nelle vesti dimoderatore, ha presenta-to gli oratori della gior-nata: il dott. Gelmi, i con-siglieri del gruppo Aido eAvis e l’assessore alloSport e Politiche sociali,Alan Ugazio. Proprioquest’ultimo ha aperto ildibattito parlando dellacollaborazione tra le varieassociazioni presenti sulnostro territorio e ilComune stesso. Poi èintervenuto il dott. Gelmiche ha parlato della bancadelle cornee, mostrandoanche i vari reparti in cuiè divisa. Il nostro presi-dente provinciale Aido,

prof. Luigi Riffaldi, ci haesposto le problematichedel trapianto in genere.Infine sono stati presen-tati dal moderatore il pre-sidente del gruppo Avis,Giuseppe Cappelletti, laresponsabile del centrotrasfusionale delPoliclinico prof.ssaSalvaneschi, il Presidentedel Gruppo provincialeAvis dott. Marchesotti e ilresponsabile sanitario delGruppo di Cilavegnadott. Fossa, i quali hannoevidenziato le varie pro-blematiche del loro grup-po. Come solitamenteavviene, abbiamo chiestoai ragazzi di porredomande agli oratori e ne

è scaturito un interessan-te ed entusiastico dibatti-to. In conclusione è statodonato dalle due associa-zioni un riconoscimentoagli intervenuti. Il nostrosentito ringraziamento vaal Comune per la sua par-tecipazione, al presideprof. Ghiotto e al perso-nale docente e non docen-te della scuola media diCilavegna, da semprevicini alle nostre proble-matiche. In un prossimofuturo si pensa di riuscirea organizzare questiincontri oltre che aCilavegna anche aCassolnovo, dato che faparte dello stesso distret-to scolastico”.

Sondrio e TiranoSezione di

Informazione, formazio-ne e sensibilizzazione

sulla donazione e trapiantoorgani nelle scuole diSondrio e Tirano - ci spie-ga in un’ampia relazione lapresidente signora FrancaBonvini - si sono svolte coni seguenti metodi e risulta-ti:Il gruppo di Tirano è pre-sente nelle scuole da quat-tro anni. Sono state coin-volte:* le scuole medie - II e IIIclassi;* scuole superiori - IV e Vclassi (liceo scientifico, isti-tuti commerciali, ragionie-ri e geometri)Gli interventi sono statifatti con la presenza massi-ma di due classi per ladurata di due ore ciascuna.Partendo dalla convinzioneche è assolutamente sba-gliato “mettersi in catte-dra” e spiegare, abbiamoautonomamente elaborato

piani di intervento diversiper le scuole medie e lescuole superiori.Fondamentale è riuscire acoinvolgere e rendere par-tecipi i singoli dando ampiospazio agli interventi anchedurante l’esposizione degliargomenti. Riteniamo

infatti che non risponderead una domanda, soprat-tutto se provocatoria, possafornire all’interlocutorel’impressione di trovarsi difronte a persone poco pre-parate o intenzionate a evi-tare l’argomento proposto.Premessa indispensabile è

chiarire che non siamo per-sonale medico e pertantonon ci permettiamo diandare oltre le nostre pos-sibilità. È più onestorispondere di non saperdare una risposta “scientifi-ca” piuttosto che darne unaerrata e venire smentiti.

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Perderemmo irrimediabil-mente credibilità.

Per quanto riguarda iragazzi è normale che neiprimi momenti ci sia unacerta freddezza. Ed è quiche sta il segreto di riusci-re a scardinare questoatteggiamento: proporremagari qualche domandaprovocatoria a mo’ di sti-molo oppure una battutaspiritosa per allentare latensione.Superata questa prima fasedi solito rileviamo, sullabase della nostra esperien-za, una notevole empatia.Anzi l’interesse e ledomande, diventano tal-mente frequenti che, se nonsi presta attenzione, sirischia di uscire dal tema.La discussione, inizialmen-te tra i singoli e il relatore,ad un certo punto si apretra i ragazzi stessi: ciascu-no comunica il propriopensiero ed il dibattitodiventa molto aperto espontaneo.Questo è il segnale che l’u-ditorio ha recepito il mes-

saggio, lo ha fatto proprio elo vuole sviscerare sottoogni aspetto. La nostrapresenza si limita, in que-sto momento e prima diriprendere in mano la rela-zione, a gestire la discus-sione, intervenendo moltopoco e solamente per:* correggere eventualierrori macroscopici e gros-solani;* per riprendere qualcheparticolare affermazione esottolinearne l’importanzaoppure per proporne lavisione da un altro punto divista.Convinti che il futuro sigioca attraverso i giovani,riteniamo che lo scopo pri-mario non è quello di rac-cogliere adesioni, ma disollevare il problema,riflettere insieme, fugare idubbi, commentare le noti-zie di cronaca distorte etrasmettere certezze. Leiscrizioni non tarderannoad arrivare, magari intutt’altro contesto.Dobbiamo anche ricono-scere che il rapporto che sipuò instaurare in due ore

scarse non può esseremolto approfondito mal’essere riconosciuti, salu-tati, alle volte anche ami-chevolmente e con qualchebattuta, a distanza di mesi,ci rende consapevoli chequalcosa abbiamo lasciato.Proviamo soddisfazionequando, per esempio,veniamo a sapere che iltema è stato poi discusso inaula con insegnanti chenon hanno assistito aldibattito e verificare chealle provocazioni di que-st’ultimo, i ragazzi abbianosaputo rispondere adegua-tamente e soprattuttoabbiano sostenuto le loroidee.

Gli insegnantiAnche con quelli che sonopresenti il rapporto è ini-zialmente di diffidenza,alcuni addirittura vedonoin noi l’antagonista, magaridelle loro idee contrarie.Alle volte, invece, i ragazzivedono nel “prof ” - soprat-tutto se un “buon prof ” - illoro alleato forte con ilquale spalleggiarsi per

porci in difficoltà. Moltocautamente e con buonsenso capita di dover pren-dere posizione e smentirel’insegnante. Ciò provocanei ragazzi un lieve sensodi smarrimento: sorge ildubbio che forse quell’inse-gnante è un genio nella suamateria ma per il resto è uncomune mortale (questosoprattutto nelle scuolemedie).Contrariamente al comunepensare, devo dire che lamaggior parte dei ragazzi èattenta a tutti gli stimoliche riceve, se ben posti.Anche se a volte si mostra-no all’apparenza di scorzamenefreghista, in realtà c’èin loro molto terreno ferti-le e una grande sensibilitàa raccogliere ogni seme disolidarietà o di condivisio-ne con le sorti dell’altro.L’attività formativa e infor-mativa nelle scuole è, anostro avviso, un campoparticolare verso il qualeindirizzare le nostre ener-gie. Il prossimo anno scola-stico incontreremo i ragaz-zi che hanno già vissutol’esperienza quando eranonelle scuole medie. Sarà untest molto importante perverificare se il nostroprimo intervento ha avutoun seguito.

Gruppo di Sondrio Vi sono stati incontri colle-giali con gli alunni dellescuole Superiori III, IV e Vpresso l’AuditoriumTorelli, presenti anchealcuni insegnanti. È statotrattato l’argomento attra-verso la proiezione di alcu-ni filmati Aido e la distri-buzione di materiale infor-mativo. Si è trattato di un’infarinatura che ha fatto dapremessa al dibattito dalquale in prima battuta è

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emersa la scarsissimaconoscenza del problemaed una grande disinforma-zione. Gli interventi, anchese parecchi, erano infattiprivi di attinenza al proble-ma. Successivamenteabbiamo predisposto deiquestionari-tipo le cuidomande fossero non solomirate sulla conoscenzadella legge o sul significatodella donazione e del tra-pianto ma anche sulla sen-sibilità dei giovani al pro-blema e sul loro orienta-mento. Questi questionari sonostati distribuiti, d’intesacon i presidi, in tutte leclassi delle scuole superiorie, una volta compilati daglialunni, sono stati da noiritirati e vagliati. L’esamedelle risposte ha fornitoutilissime indicazioni sulletipologie di attività infor-mativa e formativa piùopportune da adottare perl’ottenimento di risultatisempre migliori.Non solo ma è emerso che,in genere, gli insegnantinon trattano l’argomento.

Presso il liceo classico diSondrio da due anni è aper-to uno sportello “informascuola”. Insieme alle altreAssociazioni siamo presen-ti con tutto il materialeinformativo ed una voltaalla settimana l’Aido è adisposizione per fornireinformazioni ad alunni einsegnanti. Con la ripresadelle scuole riparte l’atti-vità di informazione e noistiamo valutando unanuova possibilità: formarealcuni ragazzi affinchésiano loro a spiegare aicompagni e magari ancheagli insegnanti il valoredella donazione e del tra-pianto.Tra le varie esperienzedell’Aido nella e per lascuola è da sottolineare laconsegna, nell’ambito dellacelebrazione della “VGiornata NazionaleDonazione e Trapianto”,del “Testimone dellaDonazione” a tutte le scuo-le superiori del capoluogo:una pergamena firmataoltre che dalla presidentedell’Aido anche dal Sindaco

di Sondrio.“Alle giovani generazioniche si stanno formandonella scuola per aprirsi allavita, le generazioni di oggiconsegnano un testimonedi impegno per la diffusio-ne della cultura della dona-zione, cultura di vita.Tocca a loro elevare ilgrado di consapevolezza diuna solidarietà che è ungesto di amore e un attocivile. Per tanti che hanno biso-gno occorre infatti, edoccorrerà, che vi sianomolti donatori per i qualiuna vita, diversa, in partecontinua ancora mentre,per chi attende la vita, sifermerebbe.Per migliaia di uomini,donne, bambini - nono-stante i progressi - lenecessità rimangono enor-mi, e restano quindi lunghele liste di attesa. Per questomotivo è indispensabile

continuare e intensificare,in modo sempre più vigo-roso ed efficace, la diffusio-ne della cultura della dona-zione, che è cultura dellavita.Raccogliendo questo testi-mone i giovani diano il lorodeterminante contributo,come o se possibile meglioancora di quanto non abbiafatto chi li ha preceduti,avendo come ambizioso maappagante obiettivo unapresa di coscienza generaleda cui soltanto potrà venirela chiusura delle drammati-che liste di attesa”.

ConsiderazioniOperare in ambito scolasti-co è utilissimo per la capa-cità ricettiva degli alunni eper la loro ampia disponibi-lità a trasmettere ad altri ilmessaggio, familiari com-presi che purtroppo sonospesso contrari soprattuttoper difetto di informazione.

Lettere e messaggi dai lettoriAPPREZZAMENTO

PER LA RIVISTA

Spett.le Associazione,ho ricevuto nei giorni scorsi l’invito a rinnovare

l’abbonamento a “Prevenzione Oggi”, abbonamento che horinnovato per la metà della cifra, in quanto, lavorando permio conto da meno di due anni, non mi è possibile farediversamente.Lascio alla vostra discrezione la spedizione nella misura dimetà dell’anno, anziché per un anno intero. Sia io che miomarito, Pietro Tambini, siamo lettori interessati del gior-nale e troviamo che le notizie sono interessanti dal puntodi vista etico. Inoltre il materiale di informazione rendepiù vicini noi donatori alla realtà che anima l’Associazione.Ci complimentiamo anche per la continua ricerca dellaqualità degli articoli, oltre che della veste grafica e com-positiva.Avendo studiato e in parte lavorato in Germania neglianni scorsi, mi piacerebbe sapere a quale punto è la ricer-ca e l’impegno delle Associazioni (se ne esistono) per ladonazione degli organi, in alcuni Paesi europei.Desidererei inoltre avere aggiornamenti sulle fasi di ricer-ca nei maggiori ospedali europei (tedeschi, francesi, sviz-zeri, per esempio).Mi sono forse “sfuggiti” nella lettura dei mesi scorsi arti-coli in merito?Grazie anticipatamente se vorrete dare una risposta allapresente.Colgo l’occasione per porgere i migliori saluti.

Ivana CantaluppiComo

Gentili signori Cantaluppi eTambini,abbiamo ricevuto la Vostra lettera e desideriamo

ringraziarvi sia per aver rinnovato l’adesione alla nostrarivista che per l’apprezzamento da voi dimostrato verso lastessa. Le vostre belle parole ci hanno fatto veramente pia-cere e gratificano gli sforzi che la nostra redazione compiecostantemente per produrre articoli di alto livello, sianoessi di interesse generale che associativo.Per ricambiare il vostro interesse sarà nostra cura farvipervenire la rivista per tutto l’anno.Per quanto riguarda gli argomenti citati nella vostra let-tera, l’attività di prelievo e la ricerca nel campo dei tra-pianti sono molto avanzati in alcuni Paesi europei (vediSpagna, Francia, Belgio, Regno Unito, Germania) un po’meno in altri. L’Italia si colloca al quarto posto per l’atti-vità di prelievo ed è ad altissimo livello nella qualità deitrapianti. Questo è un riconoscimento di grande prestigio.Per contro, in tutti i Paesi, così come nel nostro, il fabbi-sogno è nettamente superiore agli organi disponibili, per ipiù diversi motivi.Cosa fanno le associazioni? L’Aido in Italia è molto attivanel diffondere il messaggio della donazione, come pure cisono altre Associazioni che in qulche modo si occupano diquesto problema. Non ci risulta che in altri Paesi europeici siano realtà organizzate come l’Aido, però sappiamo cheil mese scorso ci sono stati dei primi contatti tra alcuniesponenti di organizzazioni europee per iniziare undiscorso finalizzato alla ricerca di una collaborazionecomune su questi temi, così importanti e delicati per laqualità della vita umana.Come si sa, queste notizie non appaiono sui “media”, cio-nonostante molti sono coloro che vi lavorano, costante-mente, seriamente e con grande professionalità e dedizio-ne.Noi cerchiamo di fare la nostra parte anche attraverso lepagine di “Prevenzione Oggi”.Nel rinnovarvi il nostro grazie inviamo cordiali saluti.

Leonida Pozzi

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Riconoscential dott. Bruno GridelliSono abbonata alla rivista Prevenzione Oggi.Ho letto sulla rivista che del comitato scientifico faparte anche il dr. Gridelli. Approfitto di questi mezzimoderni per mandargli due righe. Sono la mamma diDania che oggi ha 5 anni e che nel 1997 è stata ope-rata dal dr. Gridelli presso il Policlinico di Milano el’anno dopo presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo.Volevo solo fargli sapere che Dania sta bene, ha fini-to il secondo anno di asilo, facciamo sempre i con-trolli ogni 6 mesi alla De Marchi con la dott.saNebbia (che è fantastica), l’ultimo è stato lo scorso 2luglio e presumo che gli esami andassero bene vistoche non ho ancora sentito nulla dall’ospedale. In que-sti giorni è al mare, dopo 4 anni sono riuscita alasciarla andare da sola (con suo padre!).Ringrazio e saluto cordialmente.

Campagnoli

Il nome delle localitànelle foto di copertinaCalco, 2 luglio 2002Sono una vostra socia Aido e ho rinnovato l’abbonamen-to perché ritengo una cosa giusta essere informata e aiu-tare la vostra Associazione.Vorrei chiedere una precisazione: è possibile in 2ª paginascrivere il nome delle località, le cui foto, molto belle,sono la copertina della vostra rivista di cultura sanitaria?Saperlo soddisferebbe la mia curiosità, e penso di nonessere la sola!Grazie per aver letto la mialetterina, e auguro unabuona continuazione nelVostro lodevole lavoro.Cordialità.

Giovanna

Gentile signora Giovannaabbiamo ricevuto la Suabella lettera e La ringrazia-mo, in modo particolareper l’interese che Lei dimo-stra verso l’Associazione.Abbiamo tanti Soci cheaccettano di sostenere lanostra rivista ma raramen-te qualcuno ci scrive ester-nando il proprio apprezza-mento; gliene siamo grati.È vero, qualche altro“curioso” ci ha rivolto lastessa richiesta. Dal nume-ro di luglio 2002 troverà ilnome della località dellafoto di copertina e delfotografo nella pagina delsommario.Un cordiale saluto.