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Tra creduloni e scienziatiIl destino del sapere non è affatto al sicuroOggi più che mai

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Notizie dalle Sezioni

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News dal mondo

Spazio ai lettoriPer gli interventi dei lettori:

[email protected]

È attivo il sito dell’Aido Regionale:

www.aidolombardia.it

800 20 10 88NUMERO VERDE

Risponde l’Aido Lombardia

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Direttore editoriale Leonida Pozzi: «Non è un momento facile, ma non ci arrendiamo Auguri riconoscenti ai lettori e alle loro famiglie»

Gli auguri del PresidenteGiovanni Ravasi4

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L’abbraccio commosso di Milanoper la conclusione delle celebrazionidel 45° di fondazione del Dobe per il 40° anniversario della Sezione Provinciale di Milano

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Le cure alternative per malattie severe17

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Si al supporto nutrizionale e alla dietoterapia prescritta dal medico nutrizionista.No alle diete alternative ipocaloriche e al fai-da-te nelle malattie severe

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Mensile di cultura sanitaria del Consiglio RegionaleAido Lombardia - ONLUS

Anno XXV n. 239 - novembre/dicembre 2016

Editore: Consiglio Regionale Aido Lombardia - ONLUS 24125 Bergamo, Via Borgo Palazzo 90Tel. 035 235327 - fax 035 244345 [email protected]

Direttore ResponsabileLeonio Callioni

Direttore EditorialeLeonida Pozzi

Collaborazioni scientificheDott. Gaetano Bianchi

Dott.ssa Cristina Grande

Regione Lombardia - SanitàProf. Sergio VesconiCoordinatore regionale prelievo/trapianto

Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Dott. Michele ColledanDirettore Chirurgia Generale III Direttore Centro Trapianti di fegato e di polmoni

Dott. Giuseppe LocatelliConsulente del Dipartimento di Chirurgia Pediatrica

Prof. Giuseppe Remuzzi Direttore Dipartimento di Medicina

Azienda Ospedaliera A. Manzoni di Lecco

Dott. Amando GambaDirettore U.O. Cardiochirurgia

Università Milano Bicocca

Prof. Roberto FumagalliDocente

NITp - Nord Italia Transplant

Dott. Massimo Cardillo - Presidente

Dott. Giuseppe Piccolo - Direttore Cir

Istituto Mediterraneo Trapianti e Terapie di alta specializzazione - ISMeTT di Palermo

Prof. Bruno GridelliDirettore Medico scientificoProfessore di Chirurgia Università di Pittsburgh

Istituto Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” - Bergamo

Prof. Giuseppe Remuzzi - Direttore

Yale University School of Medicine

Prof. Mario StrazzaboscoProfessor of Medicine,Director of Transplant HepatologyDepartment of Internal MedicineSection of Digestive Diseases

Redazione esternaLaura Sposito; Clelia Epis; Fernanda Snaiderbaur

Redazione tecnicaBergamo [email protected] Seminati

Segreteria e Amministrazione24125 Bergamo, Via Borgo Palazzo 90Tel. 035 235327 - fax 035 [email protected]@aidolombardia.itC/C postale 36074276Marzia TaiocchiLaura Cavalleri

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StampaCPZ - Costa di Mezzate BG

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Le informazioni contenute in questo periodicovengono trattate con liceità, correttezza e tra-sparenza conformemente al D.lgs. n. 196 del 30giugno 2003 “Codice in materia di protezionedei dati personali”.

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Editoriale

IN COPERTINA:Fotoracconto di un anno di festa DOB-AIDO

In questo numero emerge con forzala ricchezza della nostra Associazione

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a ricchezza di questo numero della rivista è rappresentata da un numero elevato(finalmente!) di pagine dedicate alla vita e all’attività del territorio. Finalmente,ripeto, Sezioni e Gruppi hanno cominciato e consolidato una modalità di dia-logo con le altre componenti dell’Associazione in Lombardia, dai dirigenti delConsiglio regionale alle Sezioni, ai Gruppi sparsi nella nostra vasta e umana-

mente ricca regione. Questa è la strada che ci porta all’incontro. Le esperienze associative,le riflessioni, gli studi e tutto quello che è patrimonio di alcuni Gruppi o Sezioni, se condi-viso, diventa ricchezza per l’Associazione. “Prevenzione Oggi” è lo strumento perfetto perraccontarci, per condividere, per parlarci. Dico grazie a chi ha contribuito e invito ad atti-varsi chi ancora non l’ha fatto o lo ha fatto poche volte. Abbiamo questo meraviglioso stru-mento di condivisione, approfittiamone. L’ultimo numero di questo intenso 2016, moltoricco di contenuti, dedica uno spazio particolare alla conclusione delle manifestazioni che,nella seconda parte dell’anno, sono servite a celebrare i 45 anni dalla fondazione del Dobe gli anniversari più importanti per altre Sezioni della Lombardia. In particolare ampiospazio è dedicato alla giornata che abbiamo vissuto a Milano, perché quest’anno ricorre incontemporanea anche il 40° di vita della Sezione provinciale di Milano (per tanto tempoSezione Pluricomunale). Parto dalla giornata di Milano per sottolinearne alcuni aspettisalienti. Innanzi tutto la forte partecipazione, e poi la forza comunicativa della nostra pre-senza, del nostro orgoglioso sfilare nei luoghi più significativi storicamente e culturalmentedella Lombardia innanzando i nostri labari. Nessun potrà dimenticare quella Messa inDuomo, e poi la macchia bianco-rossa del simbolo Aido che piano piano ha colorato tuttala piazza davanti al Duomo. Le belle foto del servizio giornalistico, curate da Paolo Se-minati, dimostrano cosa sa essere Aido quando si propone alla comunità come messaggiodi cultura della donazione, di solidarietà vera e di senso civico. Anche in galleria VittorioEmanuele II il nostro corteo era uno spettacolo nello spettacolo di uno fra i luoghi più bellie suggestivi del mondo. Un cenno particolare lo voglio dedicare anche allo finale artisticomimico musicale con il quale la giornata si è conclusa. Chi c’era potrà testimoniare che sisono visti molti occhi lucidi di lacrime di commozione. Davvero stupendo. Grazie a chi haorganizzato e a chi ha partecipato. Questa giornata ha concluso, facendone un felice com-pendio, le manifestazioni iniziate a Vilminore di Scalve, presso il Tempio del Donatore econ l’omaggio alla memoria di don Carlo Gnocchi, il beato degli alpini e della donazionedi organi. Si è svolta poi, a fine settembre, la Fiaccolata che ha illuminato la città di Ber-gamo con il fuoco della solidarietà accesso da centinaia di partecipanti, arrivati da ogniparte della Lombardia per dare un segnale di presenza e di stimolo alla gente, oltre che diincoraggiamento alle persone in lista d’attesa per un trapianto, e alle loro famiglie.

In questo numero i nostri affezionati e preziosi lettori troveranno i consueti ma semprenuovi e interessanti articoli del caro dott. Bianchi, sulle “malattie severe”, raccontate congarbo e tratto lieve eppure con la massima concretezza e competenza medica. L’articolo èaccompagnato dalle indicazioni della nutrizionista Cristina Grande, capace di indicare conun linguaggio semplice e accessibile, mai banale, le possibilità di cura o comunque di con-trasto alla malattia insite in una corretta e sana alimentazione, in un contesto di correttistili di vita. Così come aiuta ad aprire la mente e ad individuare le falsità che spesso ormaivengono diffuse nella comunità attraverso i molti social network e più in generale attraversointernet. A volte si tratta di notizie semplicemente sciocche, prive di fondamento ma non dan-nose. Molto più frequentemente invece si tratta di pericolosa disinformazione che crea falseaspettative e a volte rischi veri per la salute della gente. Senza dimenticare che l’ignoranzao la falsa informazione crea pericoli anche nella convivenza civile perché la nostra vita ètanto intrecciata con l’informazione da esserne a volte condizionata nelle scelte fondamen-tali. Su queste tematiche, oggetto di una riflessione specifica nell’ambito di Bergamo Scienzadi quest’anno, invito a leggere l’articolo di Fernanda Sniderbaur, come sempre documen-tato, lineare, avvincente per tutto quello che svela.

Leonida Pozzi

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L’augurio che rivolgo ai let-tori-sostenitori e alle loro fa-miglie, è oggi venato di unpo’ di tristezza. Nonostan-te la rivista sia apprezzata

ovunque, nonostante l’ottimo rapporto co-municativo con l’Associazione, con le isti-tuzioni, con le scuole, con gli ospedali, contutti insomma, “Prevenzione Oggi” co-mincia ad essere in serie difficoltà. Perònon abbiamo nessuna intenzione di ar-renderci al pessimismo ma piuttosto direagire con forza e decisione, amplian-do il nostro sguardo editoriale. Lo me-ritano tutti coloro che alla rivista han-no sempre lavorato con impegno, compe-tenza e grandissima passione. Lo meri-ta l’Aido Lombardia, e lo meritano pro-prio i lettori, perché è grazie a loro se inquesti lunghi e intensi anni (dal novem-bre 2001) abbiamo potuto coniugaredue obiettivi fra loro contrapposti: la dif-fusione della cultura della donazione e ilsostegno economico alle Sezioni Pro-vinciali Aido Lombardia. Nessuno è mairiuscito a fare tanto perché l’impegno edi-toriale è in genere una fatica economica,non una voce attiva di bilancio.

Come reagiremo? Innanzitutto chie-dendo ancora una volta l’impegno di tut-ti i Gruppi e le Sezioni sparse sul terri-torio regionale, affinché facciano una se-ria campagna informativa e “culturale”per far leggere e far diffondere “Pre-venzione Oggi”. E poi sondando le pos-sibilità offerte dalla comunicazione pub-blicitaria. Avranno notato, i nostri let-tori, che abbiamo conseguito tutti i nostrisuccessi (tanti) senza dover mai vende-re spazi pubblicitari. Dovremo farlo,

Direttore editoriale Leonida Pozzi: «Non è un momento facile,

ma non ci arrendiamo Auguri riconoscenti

ai lettori e alle loro famiglie»

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d’ora in poi, ma ovviamente andremo allaricerca di sponsor di alta qualità, così dacontinuare ad offrire il meglio nel setto-re editoriale.

Questi sono i miei auguri ai lettori ealla rivista. E sono gli auguri di tutto ilConsiglio regionale, della Redazione, delcall center, e di tanti altri amici. Un ab-braccio affettuoso e umanamente calorosolo voglio però riservare proprio ai letto-ri, in particolare a tutti coloro che af-frontano anche sensibili sacrifici, pur dinon perdere il contatto con la rivista e nonfarla mancare dal panorama divulgati-vo italiano. Insieme con i lettori stiamoscrivendo queste pagine stupende di so-lidarietà e di successi clinici. I nostri let-tori meritano un grazie enorme e un au-gurio sincero di buon Natale e di buonAnno nuovo. È con il pensiero rivolto so-prattutto a chi lotta nella sofferenza cherinnovo un augurio alla società, affin-ché la solidarietà sia una parola che aiu-ta a descrivere un modo di convivere. Nonabbiamo bisogno di gente che vende pa-role, ma di gente che attraverso le paro-le contribuisce a costruire un mondo piùgiusto.

Abbiamo la fortuna di operare nel cam-po socio-sanitario e culturale in un mo-mento di grande intensità. Un momen-to che più semplicemente si definisce di cri-si ma che sarebbe un errore non consi-derare nelle sue enormi potenzialità percrescere nel cambiamento. Se la ricerca ela medicina del trapianto stanno otte-nendo risultati meravigliosi, questo ha va-lore solo nel momento in cui si può direche stiamo tutti meglio perché nella so-cietà c’è senso della comunità, civismo, vo-glia di volersi bene. In questo modo gliauguri hanno pienezza di significato, per-ché portano pace e benessere, così da po-ter davvero pensare che un mondo mi-gliore sia possibile. Basta volerlo. Ecrederci, tanto da mettersi in gioco perrealizzarlo. Noi ci siamo, i nostri letto-ri anche. Consolidiamo la nostra alleanzaper fare ancora meglio nell’anno che bus-sa alla porta. Non prima però di averringraziato il 2016 per tutto quello checi ha donato.

Cav. Leonida Pozzi

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Care Amiche e cari Amici,mi accingo, tramite “Pre-venzione Oggi” a por-gervi i miei primi augu-ri da Presidente Aido

Consiglio Regionale Lombardia: unsincero e cordialissimo augurio dibuon Natale e di buon Anno a tutti eda ciascuno di voi un affettuoso ab-braccio. L’anno che sta per finire è sta-to ricco di momenti importanti e si-gnificativi per la nostra Associazionesia a livello nazionale che più diretta-mente per la nostra Regione. Abbiamo avuto il rinnovo delle caricheassociative partendo dai Gruppi e viavia fino al Consiglio Nazionale che hapoi eletto la nuova Presidente Nazio-nale e la sua Giunta. A loro ed in par-ticolare a Flavia Petrin, Presidente, edal nostro Leonio Callioni, Vice Presi-dente Vicario, unitamente alla Giun-ta di Presidenza ed a tutto il nuovoConsiglio, vanno i miei migliori auguridi un sereno Natale e di buon lavoroper un nuovo anno associativo, certi chesapranno interpretare al meglio le esi-genze e lo spirito di quanti credono elavorano per una società che faccia del“dono” e della solidarietà un valore pri-mario. Anche a livello locale c’è statoil rinnovo delle cariche associative esono lieto di constatare che molti visinuovi si affacciano negli organi diret-tivi dei Gruppi e delle Sezioni pro-vinciali, accanto naturalmente ai tan-ti amici che da tempo si impegnano elavorano per Aido. Come sapete,sto facendo, con i vice

Presidenti regionali, il giro delle Se-zioni provinciali per incontrare e co-noscere i nuovi Consigli: le sensazio-ni che ne riporto mi danno la certez-za che la nostra Associazione è, nel suocomplesso, ancora ricca di quell’entu-siasmo che Giorgio Brumat chiedevaa ciascuno di noi nel diffondere il no-stro messaggio. Buon Natale e buonAnno, quindi, ai Presidenti ed a tuttii Consiglieri dei nostri splendidi Grup-pi e delle nostre Sezioni Provinciali. InLombardia il 2016 è stato l’anno checi ha visti festeggiare il 45esimo an-niversario di fondazione. Credo che an-cora noi tutti abbiamo negli occhi, masoprattutto nel cuore i momenti cele-brativi che hanno dato visibilità ed im-portanza ad una ricorrenza che ci èmolto cara nel ricordo del nostro fon-datore Giorgio Brumat. Come dimenticare la splendida corni-ce di monti che a Vilminore di Scalvecustodisce e protegge il Tempio delDonatore dove all’inizio di settembreabbiamo celebrato la Messa e prega-to per chi tanto ha fatto per la nostraAssociazione.Come dimenticare quella lungateoria di fiaccole colorate chehanno accompagnato inostri labari da Berga-mo alta fino in cittàbassa, fiaccoleche ci ricor-davano la

Gli auguri del PresidenteGiovanni Ravasi

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speranza sempre viva di chi attende un“dono” per continuare a vivere come cihanno poi ricordato le testimonianzeascoltate nel salone della Borsa Mer-ci. Ed infine Milano: la Messa in Duo-mo, il corteo dei labari in Galleria Vit-torio Emanuele, l’incontro a PalazzoMarino nella Sala Alessi con le auto-

rità regionali e citta-dine poi di nuovo in

corteo con la banda fino al Centro Am-brosiano dove uno splendido e com-movente spettacolo ha chiuso la gior-nata. Sono stati, soprattutto per me,momenti indimenticabili e ringrazio dicuore tutti coloro che hanno contri-buito a renderli tali, dandomi la cer-tezza che in questa mia nuova avven-tura avrò sempre la vicinanza ed il so-stegno di tanti amici. Consentitemi di chiudere con un gros-so ed affettuoso augurio a coloro chemi sono, per ovvi motivi organizzati-vi più vicini. Auguri e grazie a Lau-ra e Marzia per il loro quotidiano eprezioso contributo dalla sede, au-guri agli amici della Giunta Re-gionale, Donata, Duilio e Giu-seppe per il loro costante e vali-dissimo supporto, ma soprattut-to un affettuoso augurio al mioVice Presidente Vicario Cav.Leonida Pozzi la cui vicinanza èstata ed è per me ogni giornofonte di arricchimento.Buon Natale e felice Annonuovo.

Giovanni Ravasi

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L’abbraccio commosso di Milanoper la conclusione delle celebrazioni

del 45° di fondazione del Dobe per il 40° anniversario

della Sezione Provinciale di Milano

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Al contrario di quanto avve-nuto per la cerimonia diapertura del 45° di fonda-zione del Dob-Aido in Val-le di Scalve e alla Fiaccola-

ta per la Vita di Bergamo, il tempo nonera a favore della lunga fila di labari del-l’Aido lombarda in attesa di poter en-trare nel magnifico Duomo di Milanoche si ergeva maestoso davanti a loro.La pioggia fitta e il vento freddo nonhanno però fermato (nulla avrebbe po-tuto fermarli!) i volontari che sono en-trati in ordine e in silenzio in quel pre-stigioso luogo sacro, simbolo del capo-luogo lombardo.

Per l’Aido erano presenti, guidati dal-l’attenta regìa del cav. Leonida Pozzi,Vice Presidente Vicario del ConsiglioRegionale Aido Lombardia, la Presi-dente Nazionale Flavia Petrin, arriva-ta appositamente da Venezia, il Vice Pre-sidente Vicario Nazionale Leonio Cal-lioni, il Presidente Regionale lombardo,Giovanni Ravasi, accompagnato dallasua Giunta Regionale al completo e tut-ti i Presidenti delle Sezioni Provincia-li, insieme con numerosi rappresentan-ti e volontari dei diversi livelli dell’As-sociazione diffusi in tutta la regione.Alle ore 9.30 Mons. GianAntonio Bor-gonovo, Arciprete della Cattedrale,P

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Qui sopra la pergamena che la Sezione AidoProvinciale di Milano ha donato al ConsiglioRegionale della Lombardia per celebrare il 45º di fondazione del Dob - Donatori OrganiBergamo per mano del cav. Giorgio Brumat,l’associazione che si sarebbe poi trasformataqualche anno più tardi nell’Aido

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Presidente della Veneranda Fabbrica delDuomo ha iniziato la celebrazione del-la Santa Messa per gli anniversari difondazione, 45° del Dob-Aido e 40° del-la Sezione Provinciale di Milano. Mons.Borgonovo ha accolto con parole di ben-venuto la folta rappresentanza del-l’Associazione. Nel corso dell’omelia hapoi avuto modo di sottolineare la co-munanza dei valori etici espressi daAido con i valori cristiani della solida-rietà e dell’attenzione al prossimo.In un suggestivo colpo d’occhio, tra ilcomplesso intreccio di marmi chiari escuri del pavimento e l’incomparabilebellezza della navata riservata per l’oc-casione alle rappresentanze dell’Asso-ciazione, emergevano i labari di ben 130Sezioni Provinciali e Gruppi Comunalidell’Aido. La S. Messa, che è stata tra-smessa in diretta su alcune televisionilocali e nazionali è stata anche l’occa-sione, con la lettura della preghiera deldonatore da parte del Presidente Re-

gionale lombardo Giovanni Ravasi econ la commovente benedizione dei la-bari, per diffondere il messaggio d’amo-re per il prossimo che contraddistinguel’Associazione. All’uscita del Duomo, con un cielo cupoma momentaneamente in tregua, i vo-lontari della Sezione Provinciale di Mi-lano hanno disposto il corteo in modoimpeccabile facendo posizionare, dopoil corpo musicale Giuseppe Verdi diSanto Stefano Ticino, e gli striscioni, ilabari del Consiglio Regionale e dellaSezione Provinciale di Milano, le au-torità e successivamente i labari dei Pro-vinciali e dei Gruppi Comunali in filaper due. Il corteo ha quindi attraversatola prestigiosa galleria Vittorio Ema-nuele diretto a Palazzo Marino. La Se-zione Provinciale di Milano, per l’oc-casione, ha chiesto al Comune ospita-lità nella sala Alessi del Palazzo Co-munale per i saluti delle autorità; dopoaver disposto tutti i labari attorno alla

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Pozzi ha ricordato le origini del Dob - Donatori Organi Bergamo, ad operadell’indimenticabile cav. Giorgio Brumat. E poi la fondazione dell’Aido, due anni

dopo ancora presente e promotore lo stesso Giorgio Brumat. Per Pozzi è facile,avendo vissuto molti anni in ruoli di vertice dell’Aido, unire in un flusso

di ricordi i passaggi più significativi nella storia dell’Associazione.

45º Fondazione Dob - 40º Fondazione Aido Milano

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sala e aver fatto accomodare tutti i pre-senti, il cav. Leonida Pozzi, nel non in-consueto ruolo di regista delle mani-festazioni, memoria storica dell’Aidoe già Presidente del Consiglio Regio-nale Lombardia per 27 anni consecu-tivi, ha preso la parola introducendoi lavori. Pozzi ha ricordato le originidel Dob Donatori Organi Bergamo, adopera dell’indimenticabile cav. GiorgioBrumat. E poi la fondazione dell’Aido,due anni dopo ancora presente e pro-motore lo stesso Giorgio Brumat in-sieme con altri amici dell’Associazio-ne. Per Pozzi è facile, avendo vissutomolti anni in ruoli di vertice dell’Ai-do provinciale, regionale e nazionale,unire in un flusso di ricordi i passag-gi più significativi nella storia del-l’Associazione. E sono ricordi di unprotagonista che avvincono l’uditoriocome raramente avviene.Passa poi la parola agli invitati, facen-do aprire gli interventi al Sig. Valerio

Cremonesi, Presidente della SezioneProvinciale di Milano e primo orga-nizzatore della manifestazione che rin-grazia il pubblico e tutti i collaborato-ri. “Grazie a tutti voi. Siamo in tantioggi a celebrare questi anniversari:Gruppi Comunali, Sezioni Provincia-li, membri del Consiglio Regionale e au-torità. È stato stabilito di festeggiare aMilano perché, forti del pensiero di Bru-mat, ci siamo aperti e abbiamo sceltoMilano che è città del volontariato. Aidosi è radicata in Italia con numeri im-portanti, che contano e che pesano. Trale tante iniziative ricordo il progetto“Donare gli Organi: Una scelta in Co-mune”, che ci vede impegnati con ot-timi risultati su tutto il territorio pro-vinciale. Il macigno della lista d’attesadeve essere disintegrato, perciò bisognalavorare sodo. L’obiettivo dei prossimidieci anni è convincere anche coloro chedicono di no in Comune e vediamo sesiamo capaci di ribaltare la situazione”.P

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Claudio Pedrazzini: «La Regione si interessa di sanità legata alla vitaquotidiana delle persone; un’attività che deve essere supportata dal lavoro

dei tanti volontari così che insieme si riesca a trovare una soluzione per una vita migliore, nel solco, in particolare,

del percorso di misericordia lanciato dal Santo Padre».

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Il Presidente Cremonesi conclude poiil suo discorso con un pensiero di vici-nanza ai terremotati. Leonida Pozzi presenta quindi il dott.Claudio Pedrazzini, Consigliere dellaRegione Lombardia, impegnato nelsettore della sanità il quale, prenden-do la parola, ringrazia Aido per la col-laborazione con la Regione Lombardia,e affermando: “La Regione Lombardianon poteva essere assente a questa ma-nifestazione Aido in un momento in cuisi celebra la nascita dell’Associazione,dalla concretezza degli uomini berga-maschi e poi lombardi, concretezza delfare che ha trovato molte difficoltà nelsuo percorso ma che ha saputo vince-re molte battaglie. La Regione si inte-ressa di sanità legata alla vita quotidianadelle persone; un’attività che deve es-sere supportata dal lavoro dei tanti vo-lontari così che insieme si riesca a tro-vare una soluzione per una vita mi-gliore, nel solco, in particolare, del per-

corso di misericordia lanciato dal San-to Padre per rispondere al messaggio“Si sopravvive di ciò che si riceve ma sivive di ciò che si dona”. Dobbiamo cer-care di risvegliare le coscienze delle per-sone per dare risposte a chi ne ha bi-sogno in un momento particolare del-la vita e per valorizzare i sacrifici di chilavora nel sistema, volontari, medici eoperatori sanitari, che con generositàe professionalità lasciano segni positi-vi nella vita della persone”.Il cav. Pozzi, dopo aver ricordato i mol-ti aspetti positivi della collaborazionefra Aido e Regione Lombardia, passa laparola al Presidente del Consiglio Re-gionale Aido Lombardia, sig. Giovan-ni Ravasi. Scegliendo di proposito di ri-volgersi a Pozzi ancora con l’appella-tivo di “Presidente”, a segno di una vi-cinanza, di un affetto e di una condivi-sione che non si ferma davanti ai ruo-li, Ravasi ha ringraziato le autorità pre-senti, gli amici medici, la Presidente Na-

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Ravasi ha ricordato che oggi l’obiettivo principale dell’Aido in Lombardia è quello di essere presente in tutte le province della regione,

soprattutto a sostegno delle campagne di sensibilizzazione e per la scelta in Comune. Ricorda che è necessario lottare ogni giorno per far diminuire,

fino a cancellare le morti dalla lista d’attesa dei trapianti.

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zionale Flavia Petrin, che dimostragrande dedizione all’Associazione,spendendosi in varie occasioni sul ter-ritorio nazionale, e abbraccia poi ide-almente tutti i presenti. Si sofferma sul-la bellezza cromatica dei labari bianchie rossi dell’Aido che spiccano per sem-plicità ma con grande forza comuni-cativa, incuriosendo i molti turisti (an-che dell’Est, Giappone e Cina) presen-ti in Galleria Vittorio Emanuele. Ravasiha ricordato che oggi l’obiettivo prin-cipale dell’Aido in Lombardia è quel-lo di essere presente in tutte le provincedella regione, soprattutto a sostegnodelle campagne di sensibilizzazione eper la scelta in Comune. Ricorda che ènecessario lottare ogni giorno per fardiminuire, fino a cancellare le morti dal-la lista d’attesa dei trapianti. Giovan-ni Ravasi ha concluso il suo interven-to con una confidenza: “Ero molto pre-occupato di essere in grado di regge-re il ruolo di Presidente Regionale. Ma

ho subito sentito la vicinanza e l’affet-to sia di Leonida, che è un carissimoamico oltre che il “mio Presidente” dasempre, sia di tutta l’Associazionelombarda. Ha preso poi la parola Carolina Toia,Consigliera della Regione Lombardiache ha portato i saluti del PresidenteRoberto Maroni complimentandosiper il clima esistente nella grande fa-miglia associativa dove si respira ariadi casa e di collaborazione. La Consi-gliera Toia si è augurata che questa ma-nifestazione sia il primo di una lunga se-rie di incontri che avrà con Aido.Dandogli la parola, il cav. LeonidaPozzi ha ringraziato il dott. Sergio Ve-sconi, già Coordinatore Regionale deiprelievi e dei trapianti della Lombardia,per aver collaborare ad inserire il nomedi Aido nelle delibere sanitarie della Re-gione riconoscendo così all’Associazioneun ruolo significativo. Vesconi ha sot-tolineato di aver voluto essere presen-P

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Vesconi ha sottolineato di aver voluto essere presente nonostante un importanteimpegno nella stessa mattinata. “Non ha potuto fare a meno di essere presente

vista l’amicizia con il cav. Pozzi e considerato il momento storico che ilcoordinamento regionale sta passando con il passaggio del testimone al dott.

Giuseppe Piccolo con il quale condivido peraltro intenti e finalità”.

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te nonostante un importante impegnonella stessa mattinata. “Non ha potu-to fare a meno di essere presente vistal’amicizia con il cav. Pozzi e conside-rato il momento storico che il coordi-namento regionale sta passando con ilpassaggio del testimone al dott. Giu-seppe Piccolo con il quale condivido pe-raltro intenti e finalità”. Vesconi ha ri-cordato che per Aido entrare a far par-te del progetto “Donare gli Organi: Unascelta in Comune” non è stata un fat-to scontato e ringraziato per il senso divicinanza e di rispetto che l’Associa-zione ha nei confronti delle istituzioni.Al dott. Vesconi ha fatto seguito l’in-tervento del dott. Giuseppe Piccolo, “fi-glio del NITp”, come lui stesso si è de-finito, il quale che ha ricordato i pionierinelle istituzioni, promotori del NITp edi altre forme organizzative utili a fa-vorire la donazione e il trapianto di or-gani, fossero come Aido capaci diesprimere il senso concreto e vero

della donazione. Il dott. Piccolo ha ri-cordato che “la forza di Aido sta nellacapacità di farsi portatore di interesse,costante e tenace stimolo nella sanitàe per portare ovunque, anche in paesilontani, il valore della donazione”. Ildott. Giuseppe Piccolo ha infine rin-graziato per l’invito, ricordando la co-stante collaborazione con il dott. Ve-sconi nell’idea di creare, anche il Italia,il “sistema trapianto”, una modalità, cioè,che vada oltre la disponibilità episodi-ca o individuale ma assuma la donazionee il trapianto come modalità consolidatadi cura sanitaria. Salutando il dott. Pic-colo, il cav. Leonida Pozzi ha sollecita-to a tenere alta la vigilanza sulle se-gnalazioni dei potenziali donatori af-finché il lavoro della cultura del dononon sia sprecato per la scarsa disponi-bilità a lavorare su prelievi e trapianti. Per il Comune di Milano era presentel’assessore alle Politiche sociali, dott.Pierfrancesco Majorino, il quale, pren-

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Pierfrancesco Majorino: «È bello vedere la vostra ricchezza umana e morale in questa città (e non solo) e che oggi ospitiamo nella sala Alessi

a segno di un riconoscimento esplicito del valore di Aido. Voi raccontate una storia straordinaria ed è giusto mostrare l’orgoglio

e la passione con cui vi prendete cura e vi mettete a disposizione dell’altro».

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dendo la parola, ha fra l’altro afferma-to: “È bello vedere la vostra ricchezzaumana e morale in questa città (e nonsolo) e che oggi ospitiamo nella salaAlessi a segno di un riconoscimentoesplicito del valore di Aido. Voi – ha ag-giunto – raccontate una storia straor-dinaria ed è giusto mostrare l’orgoglioe la passione con cui vi prendete curae vi mettete a disposizione dell’altro”.Pozzi ha nuovamente ringraziato perla concessione della sala Alessi che è “unbellissimo biglietto da visita della Cit-tà di Milano dove oggi sono presenti itanti Gruppi Comunali, le Sezioni, ilConsiglio Regionale e esponenti dellaGiunta Nazionale, insieme con tutti iPresidenti Provinciali. Ha poi portatoil suo autorevole saluto il dott. MarcoGranelli, Assessore Mobilità e Am-biente del Comune di Milano, amicopersonale del cav. Pozzi e uomo impe-gnato da sempre nel sociale e nel vo-lontariato. Granelli ha sottolineato il

profondo significato della presenzadell’Aido a Milano, città simbolo del-la generosità lombarda e quindi luogoideale per la celebrazione del 45° di fon-dazione del Dob-Aido, oltre che del 40°della Sezione Provinciale di Milano”. La conclusione di questo qualificativomomento associativo è stata affidata allaPresidente nazionale Flavia Petrin:“Sono qui per portare il saluto di tut-ta l’Aido e per rendere omaggio allaLombardia, terra che ha accolto e so-stenuto la geniale intuizione di Gior-gio Brumat, fondatore del Dob e veroiniziatore della donazione di organi inItalia”. Dopo aver ricordato che portanel suo cuore un bellissimo ricordo del-l’ospitalità lombarda e del calore ri-servatole in occasione della manife-stazione di Vilminore qualche settimanaprima, la Presidente Nazionale Petrinha aggiunto: “Mi sono soffermata,questa mattina, al termine della com-movente celebrazione in Duomo, suiP

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La conclusione di questo qualificativo momento associativo è stata affidata alla presidente nazionale dott.ssa Flavia Petrin: “Sono qui per portare

il saluto di tutta l’Aido e per rendere omaggio alla Lombardia, terra che haaccolto e sostenuto la geniale intuizione di Giorgio Brumat, fondatore

del Dob e vero iniziatore della donazione di organi in Italia”.

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volti dei volontari Aido che portavanoi labari. Volti sorridenti, volti di gentesinceramente votata alla promozionedella cultura della donazione, volti digente capace di amare il prossimo do-nando tutta se stessa”. “È vero – ha poiaggiunto -, la composizione cromaticadel bianco dei labari con il simbolo inrosso che risalta e colpisce chi guarda,ha un che di particolarmente sugge-stivo. Ma lo spettacolo vero sono i vo-lontari e la fierezza con cui portano i la-bari Aido. Questo significa che sono or-gogliosi di appartenere a questa Asso-ciazione, nella quale credono e che ri-sponde ai più importanti valori etici emorali di una comunità civile. Ma nondimentichiamo che noi abbiamo il do-vere di custodire e tutelare questi sen-timenti, troppo preziosi per poterlimacchiare con una gestione superficialeo disattenta dell’Associazione. È gra-zie a loro che oggi siamo qua a dire chesiamo all’incirca 1 milione e 300 mila.

Questo numero ci potrebbe far pensa-re che siamo tanti, ma non possiamodormire sugli allori. Dovremmo infat-ti, a mio avviso, essere molti di più, per-ché l’Italia conta circa 40 milioni dimaggiorenni e dovremmo puntare aconvincere la gran parte di questepersone. Noi abbiamo ruoli direttivi, maquesto significa che siamo totalmenteal servizio dell’Associazione e quindi alservizio di tutti i volontari. Loro sonoil patrimonio più prezioso e delicato del-la nostra amata Aido. Noi abbiamo com-piti associativi istituzionali, siamo chia-mati a gestire la parte amministrativa,quella organizzativa e i rapporti con leIstituzioni. Oggi più che mai Aido èun’Associazione riconosciuta e ap-prezzata ad ogni livello istituzionale. In-sieme con tantissime altre iniziative, ri-cordo che siamo partiti con la rete tra-piantologica e che molte soddisfazioniderivano dal progetto “Donare gli Or-gani: Una scelta in Comune”. Questa è

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Flavia Petrin: «Oggi più che mai Aido è un’Associazione riconosciuta eapprezzata ad ogni livello istituzionale. Molte soddisfazioni derivano dalla

campagna “Donare gli organi: Una scelta in Comune”. Questa è una campagnache si affianca al nostro lavoro: non va contro ad Aido perché a noi interessa

che il cittadino si esprima e lo faccia nel modo che ritiene più adeguato».

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una campagna che si affianca al nostrolavoro: non va contro ad Aido perchéa noi interessa che il cittadino si espri-ma e lo faccia nel modo che ritiene piùadeguato. Purché lo faccia”. Ripren-dendo la parola il cav. Pozzi, parlandoa nome di tutti i volontari, ha ringra-ziato la Presidente nazionale e tutte leautorità che hanno partecipato allamanifestazione. Ha concluso affer-mando che ognuno dei partecipanti siporterà nel cuore, per sempre, il ricor-do dell’Aido in Duomo di Milano, nel-la Sala Alessi del Municipio e delle bel-le parole rivolte da parte delle autori-tà e delle Istituzioni che hanno garan-tito la loro presenza. Successivamente gli efficientissimi vo-lontari della Sezione Provinciale di Mi-lano hanno riformato il corteo che, ac-compagnato da un timido raggio di sole,si è diretto alla volta del Centro Am-brosiano di via S. Antonio. Dopo mez-z’ora di sfilata per le vie centrali della

città, accompagnati dai volti curiosi ditutti i turisti, il corteo è arrivato al cen-tro, attesi da un ricco buffet. La gior-nata è proseguita con una graditissimaproposta composta da musica, canto erecitazione. Uno spettacolo straordi-nariamente bello e coinvolgente, che hacommosso tutti i presenti in sala, offertodalla Corale Stefanese, in collaborazionecon il CCT Centro di Cultura Teatra-le di Santo Stefano Ticino.Prima di concludere la giornata, ilcav. Leonida Pozzi e il Presidente del-la Sezione Provinciale di Milano sig. Va-lerio Cremonesi, hanno nuovamenteringraziato tutti i presenti donando unricordo della stupenda giornata allaPresidente nazionale Flavia Petrin, alPresidente regionale Giovanni Rava-si che, sinceramene commossi, hannoringraziato per la bellissima giornatavissuta insieme.

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La giornata è proseguita con una graditissima proposta composta da musica, canto e recitazione. Uno spettacolo

straordinariamente bello e coinvolgente, che ha commosso tutti i presenti in sala, offerto dalla Corale Stefanese, in collaborazione

con il CCT Centro di Cultura Teatrale di Santo Stefano Ticino.

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“Dieta, vitamine esuggestione” cosìha titolato un am-pio servizio gior-nalistico il Corrie-

re della Sera del 14 settembre 2015 ri-ferito alle cure alternative antitumo-rali proposte da alcuni medici che ne-gano invece la validità delle moderneterapie validate dalla scientifica ed acui dobbiamo molte guarigioni o re-missioni durature della malattia etra queste la chemioterapia ne è laprincipale vittima. L’inchiesta gior-nalistica è stata stimolata dalla noti-zia della morte di due giovani donneche hanno rifiutato le terapie ormaiconsolidate e scientificamente molto

efficaci della medicina ufficiale. I duecasi che tanto interesse hanno susci-tato sulla stampa nazionale e sui me-dia si riferivano ad una ragazza di 18anni affetta da una forma leucemicache, se prontamente diagnosticata ecurata, assicura la guarigione nell’80%dei casi. Nel secondo caso la giovanesignora soffriva di un tumore allamammella che dopo essersi affidataalle cure alternative, alla fine si era do-vuta rivolgere ai medici di un repar-to ancologico specializzato, ma lecondizioni disperate di avanzamentodella malattia non hanno potuto ot-tenere quei benefici che si sarebberopotuti conseguire se già precoce-mente si fossero applicate le terapie

Le cure alternative per malattie severe

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più idonee e più efficaci. Eppure, sianel caso della leucemia giovanile chedel tumore al seno, la possibilità diguarigione è molto alta (rispettiva-mente del 80% e del 93% dei casi) se

prontamente diagnosticati e corret-tamente curati. Ma le due donne epurtroppo anche molte altre persone,hanno preferito affidarsi a cure “al-ternative”, in questo caso quelle sug-gerite da un medico tedesco, peraltroradiato dall’Ordine dei Medici già dal1986, perché “affetto da monomaniee grave perdita del senso di realtà”.Questo ex medico di 81 anni, sostie-ne che le malattie sono causate da pro-blemi psicologici non risolti. Ovvia-mente questa sua opinione non èsuffragata da alcuna certezza scienti-

fica. Ma la rete pullula di propostetra le più fantasiose per la cura

non solo dei tumori, ma anchedella sla, del parkinson e

quant’altro. Basta ri-cordare il metodo diBella che non ha rettoa ben due indaginiscientificamente cor-rette, ma, malgradociò, ancora praticato.Molte proposte di gua-rigione miracolose sipossono trovare in reteda parte di saccenticuratori. Di tutte que-ste proposte però non sipossono vedere i risul-tati rigorosamente con-

dotti e controllati, ma almassimo casi isolati di

guarigioni presunte o co-munque di cui manca una

documentazione credibile. Il problema del rifiuto della te-rapia chemioterapica e radian-te da parte di molti pazienti èsoprattutto legata a cattiva in-formazione riguardante l’azione,gli effetti positivi, ma anche ipossibili effetti collaterali di que-ste. Molti preferiscono morire dimalattia nel timore di “morire perazione della chemioterapia”. Èquesta, purtroppo, una credenza

popolare ingiustificata. Oggi, af-ferma l’esperto Prof. Pinto: “La tos-

sicità di questi farmaci è molto ri-dotta e così gli effetti collaterali daquesti causa”. È comunque un dato

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obiettivo indiscutibile: dal registro ita-liano dei tumori risulta che dal 1980ad oggi la mortalità per tumore è di-minuita del 28%, non solo, si osservala guarigione nel 90% dei tumoridella prostata, dell’86% della mam-mella, del 63% di quelli del colo-ret-to, del 93% dei testicoli ecc. Ma anchela qualità di vita dei pazienti è netta-mente migliorata sia in corso di trat-tamento terapeutico ma soprattuttonegli anni successivi al trattamentonei casi ora non certamente rari diguarigione. Ma perché c’è così tantadiffidenza verso queste terapie eduna tendenza a rivolgersi a saccentiguaritori, con proposta di cure le piùsvariate e fantasiose? Una spiegazio-ne potrebbe essere che queste perso-ne sono capaci di ascoltare il pazien-te, di stabilire con questi un dialogodedicando loro molto tempo. Pur-troppo questo è un aspetto della curadel paziente che viene troppo fre-quentemente trascurato, non per cat-tiva volontà del curante, ma perchétroppo spesso oberato da troppo ca-rico di lavoro. Il rapporto medico-pa-ziente, una giusta e reale informazionesulla gravità della malattia sullo sco-po della terapia ed sui risultati che daessa si aspettano: questa è la strada mi-gliore per una fattiva collaborazionetra il medico e il suo paziente. Certa-mente anche la volontà del malato diguarire ha la sua importanza. Non sipuò infatti escludere che in qualchemodo questo atteggiamento del pa-ziente possa stimolare le difese che cia-scuno di noi ha per contrastare la ma-lattia. Si dice che molti non muoionodi malattia, ma ancor prima di pauradella stessa. Permettetemi di accen-nare ad una esperienza personale.Alcuni anni fa mi fu diagnosticata unaforma tumorale in fase iniziale. Ov-viamente è stato per me un momen-to difficile in quanto mi si poneva ildubbio che questa malattia potesse li-mitare la mia sopravvivenza, o alme-no che potesse limitare la mia attivi-tà. Si trattava poi di scegliere la terapiapiù efficace tra le diverse prospetta-te dallo specialista oncologo. Pur es-

sendo medico, ma non specialistanella branca oncologica, ho dovuto af-fidarmi all’esperienza di altri. Duranteil trattamento radiante della durata dicirca due mesi, con sedute giornalie-re, ho avuto momenti di sconforto peri disturbi secondari causati dalla stes-sa. Ma ho resistito ed ho lottato contenacia per vincere lo sconforto che inalcuni momenti mi assaliva. Alla finene sono guarito, come confermano an-che gli esami recentissimi da me ese-guiti. Una sola cosa mi è mancata: lapossibilità di esprimere compiuta-mente ai vari medici curanti i miei pro-blemi, non solo fisici ma anche psico-logici ed emotivi. Ho ottenuto questopiù da un capo sala che da alcuni mieicolleghi. Se questo si è verificato nelcaso di un collega medico, penso chesia ancor più difficile per chi medico

non è. Non ci vogliono ore di colloquioper stabilire un rapporto proficuo,anche psicologico, con il singolo pa-ziente; bastano pochi minuti in tran-quillità. Da giovane medico lessi un li-bro per me importante: “Medico, pa-ziente e malattia” di Balint. Di questolibro mi ricordo in particolare una fra-se: “Tra tutte le terapie possibili la me-dicina-medico rappresenta la più im-portante”. Con ciò si voleva rimarca-re quale importanza rappresenti la pre-senza di un medico, non solo tecnica-mente esperto ma anche capace di in-staurare un rapporto con il proprio pa-ziente. Ciò è ancor oggi vero pur inpresenza di tecnologie sofisticate checertamente hanno contribuito a rag-giungere i buoni risultati anche nelcampo dei tumori. Le macchine perònon possono sostituire l’uomo e la suadisponibilità ad aiutare e confortare.

Dott. Gaetano Bianchi

Il rapporto medico-paziente, una giusta e realeinformazione sulla gravità della malattia, sullo scopodella terapia ed sui risultati che da essa si aspettano:questa è la strada migliore per una fattiva collaborazionetra il medico e il suo paziente. Certamente anche lavolontà del malato di guarire ha la sua importanza.

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Il paziente oncologico ha diritto al-l’appropriato e tempestivo sup-porto nutrizionale. Questo è quan-to sancito dalla carta dei diritti delpaziente oncologico, condivisa da

tre importanti associazioni: l’Asso-ciazione Italiana di Oncologia(AIOM), la Società Italiana di Nu-trizione Parenterale ed Enterale(SINPE), e la Federazione Italianadelle Associazioni di Volontariato diOncologia (FAVO).Il documento evidenzia, tra le altrecose, il diritto dei pazienti a essere in-formati correttamente “in base alleevidenze cliniche riguardo al propriostato nutrizionale e alle possibiliconseguenze ad esso associate e allediverse opzioni terapeutiche nutri-zionali» da parte di «personale sani-tario con documentate e riconosciu-te competenze di nutrizione clinica».

SI AL SUPPORTONUTRIZIONALE E ALLA

DIETOTERAPIA PRESCRITTADAL MEDICO NUTRIZIONISTANO ALLE DIETE ALTERNATIVE

IPOCALORICHE E AL FAI-DA-TE

NELLE MALATTIE SEVERE

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A chi affidarsi?La necessità di dover specificare in undocumento indirizzato a portatori digravi patologie, quali sono le malattieoncologiche, che i consigli nutrizionalia questi malati dovrebbero essere im-partiti solo da «personale sanitario condocumentate e riconosciute compe-tenze di nutrizione clinica», nascedalla confusione dovuta al moltiplicarsidi figure di «esperti di alimentazione»e «nutrizionisti». Molti di questi esperti, anche se con unrispettabile curriculum universitario,non sono adatti a dare consigli di nu-trizione clinica. Essere esperti di nutrizione o alimen-tazione o essere nutrizionisti può ri-ferirsi a uno dei settori di tutto l’am-pio ventaglio degli argomenti ineren-ti a questo settore: cucina, ricette,erbe, integratori, tecniche di prepara-zione degli alimenti, chimica, biochi-mica, tossicologia, biologia, cultura del-l’alimentazione ecc...Se non ci fosse tanta confusione, per cuiogni esperto di nutrizione si sente li-bero di esprimere un parere anche inambiti di argomenti, lontani dal suopercorso formativo e dalla sua espe-rienza, parlando, per esempio, di pa-tate, ogni esperto dovrebbe esprime-re il suo giudizio solo su alcuni aspet-ti dell’argomento: il cuoco dovrebbe li-mitarsi alle ricette, il tecnologo ali-mentare potrebbe informare sulla pro-duzione industriale delle patate pron-te all’uso, l’erborista su una eventua-le preparazione di tisane con parti del-la pianta della patata o, in caso con-trario, spiegare perchè la pianta non èadatta a tale scopo, il biologo sulla clas-sificazione delle patate nel regno ve-getale e spiegare cosa siano i tuberi oche parte della pianta sia la patata, ildietista parlerà delle calorie e dei nu-trienti presenti nella patata e il suo usoin una dieta equilibrata o eventuali con-troindicazioni e il medico nutrizioni-sta potrà parlare delle patologie che po-trebbero richiedere una limitazione oesclusione della patata dalla dieta o diquali esami siano necessari fare per ac-certare eventuali disturbi legati al-

l’assunzione delle patate.Purtroppo le cose non vanno mai cosìe succede che i cuochi diano consiglisulle patologie e che magari i medicisuggeriscano ricette e menu’. Natu-ralmente, può anche essere che un me-dico sia anche un ottimo cuoco, ma im-probabile che un cuoco sia anche unbravo medico.La dieta può essere una vera e propriaterapia per il paziente e, consigli sba-gliati, possono rivelarsi inutili o, peg-gio, dannosi.Le cose non cambiano neanche se glistudi di nutrizione di una persona sisono protratti per decine di anni manon riguardano la nutrizione clinica.La nutrizione clinica è quella che ri-guarda le persone malate, le malnu-trizioni, la nutrizione artificiale e si ap-

plica spesso in ambito ospedaliero. Intale ambito le figure maggiormentecompetenti sono il medico specialistain scienze dell’alimentazione e il die-tista clinico. In ambito clinico nutrizionale moltoimportante è anche il contributo degliinfermieri. L’infermiere è la figurasanitaria più a contatto con il malatoe segnala al dietista eventuali difficol-tà all’alimentazione, somministra eaddestra i pazienti ad una eventuale nu-trizione artificiale.

Una valutazione nutrizionale professionaleLa valutazione dello stato di nutrizio-ne nel paziente oncologico non è solouna semplice analisi della composizionecorporea, rilevata magari su una bi-lancia automatica che calcola massamagra e massa grassa. Le raccoman-P

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La necessità di dover specificare in un documento indirizzatoa portatori di gravi patologie, quali sono le malattieoncologiche, che i consigli nutrizionali a questi malatidovrebbero essere impartiti solo da «personale sanitario condocumentate e riconosciute competenze di nutrizione clinica»,nasce dalla confusione dovuta al moltiplicarsi di figure di«esperti di alimentazione» e «nutrizionisti».

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dazioni delle più autorevoli società dioncologia e di nutrizione italiane sonodi eseguire uno screening nutriziona-le con strumenti validati a partiredalla diagnosi e ripeterlo a intervalliperchè alcuni tipi di tumore possono in-fluenzare negativamente lo stato di nu-trizione. I pazienti, che secondo i test,presentano un alto rischio nutrizionaledevono essere prontamente inviatiper una valutazione completa e laprescrizione del supporto nutrizio-nale ai servizi di nutrizione clinica.Il supporto nutrizionale, che parte daun counseling nutrizionale persona-lizzato, deve tenere conto delle condi-zioni nutrizionali, dello stato clinico, deitrattamenti previsti e dei risultati at-tesi. Le società scientifiche raccoman-dano, se necessari, anche gli interven-

ti di nutrizione artificiale e gli inte-gratori dietetici per bocca, per ripor-tare i pazienti al giusto stato di nutri-zione e sottolineano che diete “alter-native” ipocaloriche per la cura del can-cro (es. macrobiotiche o vegane) nonsono raccomandate poiché potenzial-mente dannose.

Attenzione alle diete ipocaloricheper i malati oncologiciIl rischio delle dieta ipocaloriche o «di-magranti», cioè quelle che fornisconoall’organismo meno calorie di quellespese giornalmente per l’attività fisi-ca e per tutte le altre esigenze corpo-ree, è quello di privare il fisico di im-portanti nutrienti o di renderlo più de-bole e piu’ esposto ai rischi di infezio-ne e meno resistente alle eventuali con-seguenze delle terapie e degli interventichirurgici.

Soprattutto quando sia necessario sot-toporsi ad un intervento del tratto di-gerente che potrebbe poi prevedere unperiodo di difficoltà con la ripresadell’alimentazione (interventi allo sto-maco, esofago o pancreas), è importantemangiare adeguatamente per coprirebene il proprio fabbisogno calorico eproteico. A volte, pensando di mangiarein maniera più salutare, molti pazien-ti eliminano il latte dalla dieta, sosti-tuendolo con latte vegetale che, in re-altà, ha caratteristiche nutrizionalicompletamente diverse dal latte, dimucca che è una fonte di proteine pre-

ziose e calcio. L’abolizione del latte dal-la dieta, spesso la impoverisce di unabuona percentuale proteica.Se non è il medico o il dietista a con-sigliarlo, prima di un intervento on-cologico e/o prima di affrontare unachemio o una radioterapia, non pre-occupiamoci di controllare i grassi cat-tivi, le calorie, o altro, la cosa più im-portante è: mangiare abbastanza!

Migliorare la qualità della vita con la nutrizione anche nei casi più graviLe cure nutrizionali migliorano laqualità della vita del malato oncologi-co anche negli stati più avanzati della

A volte, pensando di mangiare in maniera più salutare, molti pazienti eliminano il latte dalla dieta, sostituendolo con latte vegetale che, in realtà,

ha caratteristiche nutrizionali completamente diverse dal latte, di mucca che è una fonte di proteine preziose

e calcio. L’abolizione del latte dalla dieta, spesso la impoverisce di una buona percentuale proteica.

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malattia e possono migliorare la qua-lità della vita anche durante i periodidi chemio e radio terapia per combat-terne i numerosi effetti collateralicome diarrea, stipsi, mucosite, xero-stomia, vomito e nausea.DiarreaLa valutazione dello stato nutriziona-le e una raccolta delle abitudini ali-mentari sono importanti per rilevaree correggere eventuali stati di malnu-trizione dovuti al protrarsi della diar-rea e a eventuale malassorbimento deinutrienti da parte dell’intestino.Un adeguato apporto di liquidi con ac-

qua e bevande è importante per evita-re la disidratazione. Evitare tutti i pro-dotti contenenti lattosio, alcool e gli in-tegratori dietetici molto concentrati (adalta osmolarità) può aiutare a diminuirele scariche diarroiche. È necessario an-che evitare i cibi troppo grassi o frit-ti e gli alimenti ad alto contenuto di fi-bre come i legumi, i cereali e loro de-rivati integrali, la crusca, il germe digrano, i semi e la frutta secca. Anchealcune verdure troppo fibrose come icarciofi e i finocchi devono essere evi-tate. Nei casi più gravi, puo’ essere utile, perqualche tempo, evitare anche tutti i tipidi verdura e frutta e limitarsi all’as-

sunzione di succhi di frutta e centri-fugati.StipsiAl contrario, nel caso di stipsi, se nonsono presenti ostruzioni nell’intestinoe non c’è il rischio di occlusione, si in-coraggia il consumo di una dieta ric-ca di fibre con cereali e derivati inte-grali, legumi, frutta e verdura. Si con-siglia anche di bere abbondantemen-te perchè le fibre devono essere idra-tate per rendere morbide e piu’ volu-minosi le feci e facilitare così il transi-to intestinale.Vomito e nauseaAnche nel caso di questi sintomi bi-sogna effettuare una valutazione del-lo stato nutrizionale e una raccolta del-le abitudini alimentari per correggereeventuali stati di malnutrizione.

Lo screening nutrizionale deve regi-strare peso attuale del paziente, even-tuale calo ponderale negli ultimi 6, 3,1 mesi e Indice di Massa Corporea.Bere lontano dai pasti e fare pasti pic-coli e frequenti, a base di cibi secchicome grissini e/o fette biscottate, puo’essere d’aiuto. Nei casi più gravi puòessere necessaria la nutrizione artifi-ciale.Mucosite e XerostomiaInfezioni della cavità orale e secchez-za sono spesso causa di uno scarso ap-porto nutrizionale e conseguente per-dita di peso. Alcuni banali consigli comequelli di consumare alimenti caldi mamorbidi e freddi, che non si appiccichinoal palato come miele e marmellata, nontroppo salati, dolci o speziati, può aiu-tare ad attenuare il fastidio e a conti-nuare a nutrirsi sufficientemente.

Cristina Grande

Le cure nutrizionali migliorano la qualità della vita del malato oncologico anche negli stati piùavanzati della malattia e possono migliorare la qualità della vita anche durante i periodi di chemio e radio terapia per combatterne i numerosieffetti collaterali come diarrea, stipsi , mucosite,xerostomia, vomito e nausea.

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Dicesi “Credulone”, secondola definizione del noto vo-cabolario Devoto-Oli “Chicrede a tutto e a tutti confacilità eccessiva”. Costui,

secondo il sociologo francese GeraldBronner, rappresenta una categoriache, nell’era di internet e del sapere dif-fuso e potenzialmente disponibile ed a

portata di mano di tutti, pare destina-ta a vedere incrementare le sue fila e con-tendere alla scienza ed al metodo scien-tifico la supremazia sulla gestione del sa-pere. Siamo andati a vedere l’intervento cheGerald Bronner ha tenuto a Bergamo,durante le giornate di Bergamo Scien-za ad inizio ottobre, per capire meglio

TRA CREDULONI E SCIENZIATI

Il destino del sapere non è affatto al sicuroOggi più che mai

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i termini di una questione che poten-zialmente rischia di farci sprofondare inun nuovo medioevo, popolato di cre-denze, miti e ipotesi prive di qualsivo-glia scientificità. Ipotesi senza verificache trovano credito presso fasce sem-pre più vaste di popolazione. Queste le domande sul tavolo: Perchémiti di complotto sembrano conquistarelo spirito dei nostri contemporanei? Per-ché ci si fida sempre meno degli uomi-ni di scienza? Come possono, in linea dimassima, dei fatti immaginari, inventatio perfino francamente menzogneri ar-rivare a diffondersi nella sfera pubbli-ca in modo globale e come possono far-ci credere a tutto e a qualsiasi cosa, a mo-dificare le decisioni dei politici, insom-ma a plasmare una parte del mondo incui viviamo? Non era ragionevole spe-rare che con la libera circolazione d’in-formazioni e l’aumento generalizzato dellivello di studio, le società democraticheavrebbero teso a una forma di saggez-za collettiva? Secondo Bonner quello che si sta veri-ficando in questi anni è un’appropria-zione ed utilizzo delle conoscenze chesi rivela spesso distorsivo delle stesse estrumentale rendendo difficile, in que-sta società, acquisire informazioni nonalterate e facendo così profilare al-l’orizzonte una vera e propria battagliatra dogma (la credenza) e scienza (la co-noscenza in senso proprio). “In Internet non raramente le troppe in-formazioni finiscono per nascondere ciòa cui vorremmo accedere, senza conta-re che le nostre ricerche, normalmen-te, tendono a cementare quello in cui vo-gliamo credere. Come risulta chiara-mente, per esempio, in ambito politico”ha dichiarato Bonner aggiungendo la-conico che “La menzogna è più umanadella verità e l’arte di convincere, anchesul falso, è oggetto di indulgenza.Troppa”.Ma partiamo dal principio. Bonner haparlato della fatica che serve per capi-re cos’è importante nel flusso delle in-formazioni, uno sforzo ed una lucidità,tipici di un’ indagine scientifica, che spes-so fanno apparire chi pone più doman-de come più stupido. Anche se senza

questo atteggiamento alla lunga si ri-schia di rimanerlo, stupidi.“Distillare teorie senza il metodo scien-tifico, la verifica tramite domande op-portune e legittimi dubbi, intrappola glispiriti e porta al dogma. Rifiutare le di-mostrazioni scientifiche genera dogmied ignoranza” ha ribadito il professoredi sociologia dell’università Paris-Di-derot che dalle sue riflessioni esposte nellibro, edito purtroppo solo in francese,“La democratie des credules”, ovveroquella “Democrazia dei creduloni” chepresta il titolo alla conferenza omoni-ma, ha esposto ad una platea attenta enumerosa il suo pensiero in merito alcome e perché si possano formare del-le credenze che non hanno nessun fon-

damento scientifico. “Oggi assistiamo aduna nuova vitalità inquietante dellecredenze” ed ha ammonito “C’è qualcosadi peggio dell’ignoranza ed è la credenza.Quell’impressione di sapere che portapersone non folli a compiere atti folli.Persone che per questo loro atteggia-mento nei confronti della realtà pos-siamo definire certamente come cre-duloni”.Sono costoro, secondo Bonner, ad averdato nuova linfa agli estremismi religiosi,quali l’Isis, politici, quali le estreme de-stre e sinistre, ed ai fanatismi pseudoscientifici come quelli che avversano ivaccini come più pericolosi delle stes-se malattie che sono chiamati a conte-nere e combattere.“Le credenze sono ar-rivate a tale potenza” si è rammaricatoBonner “da aver convinto il 40% deifrancesi che i vaccini non siano efficacie che sia meglio diffidarne. Una per-centualeche ci pone primi al mondo conquesto triste e pericoloso primato”.

«Oggi assistiamo ad una nuova vitalitàinquietante delle credenze. C’è qualcosa di peggiodell’ignoranza ed è la credenza. Quell’impressionedi sapere che porta persone non folli a compiereatti folli. Persone che per questo loroatteggiamento nei confronti della realtà possiamodefinire certamente come creduloni»

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Ma come siamo arrivati a questa si-tuazione? Bonner spiega che in epocapre-web esistevano dei “guardiani del-l’informazione”, professionisti qualigiornalisti, professori e scienziati cheerano preposti a verificare la veridicitàdelle nuove teorie prima di immetter-le in quel mercato dell’informazione acui poteva poi accedere la maggioran-za delle persone. Le credenze allora ave-vano cittadinanza quasi solo in quelloche lo scrittore francese chiama “ilmercato nero” dell’informazione, quel-lo del passa-parola, dove le notizie si dif-fondevano da una persona ad un’altralentamente, venendo naturalmente di-storte e semplificate ad ogni successi-vo passaggio. La capacità umana media di memoriz-zare infatti consentiva di arricchire o ri-

cordare fino ad un massimo di sette par-ticolari di queste storie tramandateoralmente. Con l’avvento del web però,queste caratteristiche del mercato del-l’informazione sono svanite quasi di col-po e la deregolamentazione tipica di in-ternet ha dato nuova cittadinanza e po-tere a quello che una volta era relega-to nel “sommerso” del passa-parola.“Tramite una semplice ricerca on linepossiamo avere in poco tempo un enor-me quantitativo di informazioni, senzasapere in anticipo quale è degna di fi-ducia e quale no” ha spiegato Bonner“Considerando inoltre che normal-mente, umanamente, abbiamo la ten-denza a cercare di confermare più checontraddire quello in cui crediamo, la-vorando per crearci quello che io defi-nisco una forma di confort intellettua-

Professore di Sociologia pressol’Università di Parigi-Diderot,

Gerald Bronner lavora sullecredenze collettive, i vizi di

ragionamento e le loroconseguenze sociali. Dopo aver

scritto la propria tesi di laurea sultema dell’incertezza, che ha

pubblicato come “Che ne so io?”,Gérald Bronner è stato nominato docente a Nancy nel 1998,

dirigendo poi il Dipartimento di sociologia di questa universitàper due anni (1999-2001).

Dal 2004, quando entra a far parte della Sorbona, al 2007, haco-diretto con Jean-Michel Berthelot il Centro studi di

sociologia della stessa università. Dal 2012 è docente pressol’Università Paris-Diderot (Paris VII). Nel 2013, ha pubblicato

“La democrazia dei creduloni” per il quale ha ricevuto ilPremio della Revue des Deux Mondes. Il 10 dicembre 2014 è

stato eletto membro dell’Accademia delle Tecnologie inFrancia. Attualmente collabora con riviste quali Rompicapo e

Psycho, Le Nouvel Observateur, Lettere ed altre testate. Tra le sue innumerevoli pubblicazioni ricordiamo:

L’incertezza, (“Che ne so io?”) del 1997 e tradotto in arabo nel 1999.

L’impero dell’errore. Elementi di sociologia cognitiva del 2007.

Il pensiero estremo: come si diventa fanatici del 2009. La democrazia dei creduloni del 2013.

Il mondo degli uomini del 2014.

GERALDBRONNER

in epoca pre-web esistevano dei “guardiani dell’informazione”,professionisti quali giornalisti, professorie scienziati che erano preposti averificare la veridicità delle nuove teorieprima di immetterle in quel mercatodell’informazione. Con l’avvento del webperò, queste caratteristiche del mercatodell’informazione sono svanite.

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le, questo ci porta conseguentemente,nonostante l’amplissimo quantitativo diinformazioni a disposizione, a valoriz-zare nella ricerca le informazioni chevanno nella stessa direzione in cuivanno i nostri pensieri, con l’attivazio-ne del paradosso per cui più informa-zioni ci sono più avrò la possibilità di tro-varne che vadano nello stesso senso del-le mie convinzioni. E proprio con quel-le nuove informazioni andrò scavandopiù in profondità il solco delle creden-ze”. Ma non è tutto. “Ognuno di noi puòriversare informazioni in rete, uno spa-zio pubblico dove posso dare la mia ver-sione, non necessariamente verificata, deifatti” e per effetto della “Democratiz-zazione del mercato dell’informazionetramite il web alcuni, e spesso neanchei più capaci, scrivono più di altri men-

tre moltissimi restano a guardare, in-decisi”. Lungi dall’essere il paradiso dell’infor-mazione libera, internet viene presen-tato quindi da Bonnet come un luogo

IL PENSIERO ESTREMOIl lavoro di Gerald Bronner siincentra sull’analisi delle credenzecollettive e sull’ibridazione trapensiero individuale e variabilisociali. Studiando le determinantidel successo di una credenza nellospazio sociale, gli studi di Bronnercercano di illuminare su qualipossano essere i processi che

portano gli individui ad approvare le più improbabili teorie.Nel solco di questa sua ricerca nasce anche “Il pensiero estremo.Come si diventa fanatici” edito nel 2012 dalla casa editrice IlMulino di Bologna e vincitore del prestigioso Premio EuropeoAmalfi per la sociologia e le scienze sociali. Come recita la quartadi copertina, si tratta di un saggio che vuole essere una“cartografia del territorio mentale estremista che spiega come sipossa giungere a sostenere un’idea, non importa quanto assurdae lontana dalla realtà, fino alle estreme conseguenze”. SecondoBronner estremisti lo si diventa per i più svariati motivi e ilbenessere nonche’ la scolarizzazione lungi dal garantire unantidoto a questo malanno, spesso ne sono terreno di cultura,innesco di molti casi di radicalismo violento e manie. “Uno dei motivi della radicalizzazione di un individuo può essere lafrustrazione, il sentimento che non gli sia riconosciuto il suo giustovalore. Questo sentimento può anche incarnarsi in un’ideologia diredistribuzione delle opportunità sociali. Alcune di queste personehanno la sensazione di essere state derubate dalla vita, dalsistema sociale, e hanno la tentazione di ripartire da zero. Ilfanatismo dunque può sfociare in questa opzione.” avevadichiarato Bronner in un’intervista a Panorama in occasione dellancio del testo in Italia “L’incapacità di regolare il desiderio puògenerare pulsioni sociopatiche. Nell’era della società mediatica,poi, la notorietà è un bene più desiderabile della giustizia o delbene. Ci sono persone che per raggiungere la fama compiono attiaberranti.” Ricordando le parole del filosofo Alexis de Tocquevilleper cui “i sistemi democratici sono quelli che creano maggiorefrustrazione, perché sono fondati sull’idea che si parta tutti dallastessa linea e si possa ambire a ogni cosa” il sociologo franceseritiene che “Il pensiero estremo può essere letto come unadisperata risorsa per riguadagnare una visione del mondo unitariadi fronte a una realtà talmente complessa da essere diventatailleggibile” perche’ “propone a coloro che lo abbracciano unaforma di verginità mentale, la possibilità di ripartire da zero, dicapire tutto, soprattutto di spiegare i loro errori con la perversionedel mondo e non con i propri limiti” (F.S.)

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pieno di informazioni sbagliate chespesso sovrastano quelle corrette. “Il70% dei siti internet dedicati ai quattroargomenti più cercati su Google, il prin-cipale motore di ricerca al mondo, dal-l’astrologia al mostro di Lockness daiCerchi nel Grano alla Psicocinesi, rac-contano credenze che la scienza ha giàconfutato” ha fatto notare il francese “inuna sorta di Tirannide delle credenzeche si è imposta a causa dell’apatia del-la maggior parte delle persone chepur sapendo le verità scientifiche non lehanno contrastate, permettendo loro disvilupparsi sempre di più e sempre piùin fretta”. Esempio ne sono i tempi di dif-fusione delle teorie complottiste: “Ci vol-lero 27 giorni prima che nascesse una

teoria complottista sull’assassino del pre-sidente JF Kennedy mentre per le cau-se della strage nella redazione di Char-lie Hebdo neanche un giorno e già nefiorivano”. Per spiegare come si materializza un fal-so mito on line, Bonnet ricorre alla me-tafora della millefoglie, il dolce france-se fatto da tanti sottilissimi strati di pa-sta friabile che, una volta composto, èmolto più difficile da tagliare di quan-to non lo siano i singoli fogli. “Allo stes-so modo di una millefoglie” ha spiega-to “una storia falsa è il risultato dellacomposizione di una serie di argomen-ti che presi singolarmente sono pococredibili e facilmente smascherabili mauna volta tutti insieme possono inti-midire chi li voglia smontare o intrap-polare chi vi si avvicina. E comunque de-motiva molti dallo spendere il propriotempo e forze per contraddire una aduna tutte le parti della stessa credenza”.Ma non è tutto. “Anche i media sono

contaminati ed influenzati sempre piùdalle logiche di quantità e velocità chedominano il mercato dell’informazioneon line. Pubblicando a getto continuosul web notizie non sempre verificate mache, secondo una visione distorta di ciòche il lettore può desiderare, dovreb-bero permettere loro di avere maggio-ri ‘click’ finiscono per contribuire a ren-dere ancora più arduo e più lento allascienza il lavoro di smontaggio delle bu-fale. Mentre si allargano le credenze…”e aggiungendo infine come “Più le in-formazioni da processare aumentano piùtendenzialmente la capacita’ della no-stra mente di pensare e riflettere dimi-nuisce”. Data questa situazione secon-do Bonnet non ci sono dubbi: “Siamo difronte ad una guerra in corso tra la de-mocrazia dei creduloni, nata e cresciu-ta grazie alla democrazia delle infor-mazioni via web, e la democrazia dellaconoscenza, creatasi con l’Illuminismoe sviluppatasi fino ai giorni nostri”. Sul-l’esito però non ci sono certezze “Nes-suno sa come potrà andare a finire, di-chiara Bonner che richiama la platea al“Dovere metodologico del dubbio” chelui sta oggi applicando fattivamente inun esperimento posto in campo dal go-verno francese per tentare di recuperarei radicalisti islamici catturati tra Fran-coforte e la Turchia ed in procinto dipartire per i territori in mano all’Isis oche svolgevano ruolo di basisti in Eu-ropa per il Califfato Nero. “La maggior parte di queste persone hala mente imbottita di teorie complotti-ste” ha detto “Quello che stiamo cer-cando di realizzare è far nascere in lorolo spirito critico, l’unico che li può por-tare alla percezione della natura illusoriadi queste loro credenze. Lavoriamoper far si che in loro possa realizzarsiquella liberazione intellettuale essenzialeper una dichiarazione di indipendenzadi pensiero.” Bonnet ne è convinto“Solo sviluppando uno spirito critico, insenso scientifico, ci possiamo aspettareche nascano libertà ed identità singole,non massificate. Quello che vogliamofare e tentare di riscattare l’indipendenzadei singoli individui” .

Fernanda Snaiderbaur

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«Siamo di fronte ad una guerra in corso tra la democrazia dei creduloni, nata

e cresciuta grazie alla democrazia delle informazioni via web, e la democraziadella conoscenza, creatasi con l’Illuminismo

e sviluppatasi fino ai giorni nostri. Sull’esito però non ci sono certezze»

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Pubblico incontro sulla donazione degli organi,tessutie cellule a Quattrocase di Casalmaggiore. Nel conte-sto dell’evento “Le notti di Quattrocase” i volontariAido di Casalmaggiore, San Giovanni e Solarolo Rai-nerio, erano presenti a tutte le tre serate con uno spe-cifico stand, in uno spazio gentilmente concessonell’ambito della festa, dal Gruppo Emergenti, finaliz-zato all’informazione, diffusione e consolidamentodel concetto della solidarietà umana, sollecitando lacoscienza della cittadinanza sul valore della dona-zione di organi, tessuti e cellule, post mortem ed invita, al fine di incrementare il numero di donatori ef-fettivi, riducendo la carente disponibilità di organi ediminuire le lunghe liste di attesa di persone affetteda gravi malattie che necessitano esclusivamente diun trapianto per alimentare la loro speranza di una di-gnitosa vita. L’informazione è l’elemento chiave perfavorire la donazione, perché senza donazione non sipossono effettuare trapianti e senza trapianti non sipossono salvare vite umane. Domenica pomeriggio nella cornice della Chiesetta diSan Rocco e San Martino di Quattrocase di Casal-maggiore, in occasione del giubileo della Misericor-

dia, concomitante con l’iniziativa del Ministero dellaSalute e Centro Nazionale Trapianti, denominata“Diamo il meglio di noi” si è tenuto un pubblico in-contro sul tema “ Non di Solo Pane...”, la donazione diorgani come massima espressione della solidarietà. Dopo i saluti, il Presidente dell’Aido di CasalmaggioreAmbrogio Mazzini, ha evidenziato come questa sep-pur piccola comunità di soli 322 abitanti di cui circa290 maggiorenni, conta 22 iscritti all’Aido, espri-mendo un plauso ai validi collaboratori, all’ex Presi-dente del Gruppo Comunale Vareschi Virginio, nondimenticando di fare riferimento ai donatori multior-gano: la giovanissima Genni Lena e Romano Zanonied altri non conosciuti. Il Dott.Costantino Rosa – ap-passionato di storia locale, relazionando sulla storiadella Comunità, da sempre molto sensibile ed impe-gnata nel campo della solidarietà civile ed umanita-ria, ha sottolineato la meritevole azione svoltadall’Associazione Gruppo Emergenti (in passatoGruppo Vareschi) a sostegno di svariate Associazioni,Parrocchiali ed anche di iniziative in campo civico. Aseguire il Dott. Luigi Borghesi-Componente SettoreAido Cultura ha trattato con competenza e semplicitàil tema della cultura della donazione di organi tessutie cellule e relativi trapianti avvalendosi di una speci-fica proiezione, commentandola e rispondendo du-rante la proiezione alle molteplici domande degliintervenuti. È emerso che pur essendo in crescita le

Notizie dalle Sezioni

«Le notti di Quattrocase»Volontari Aido presenti!

CASALMAGGIORE (CR)

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Nei giorni tra il 9 e l’11 settembre scorso, promosse e or-ganizzate dall’Associazione di volontariato “Don Bosco”,si sono svolte una serie di iniziative per festeggiare il 20°anniversario di fondazione e attività.Il 20 aprile 1996 infatti si costituiva ufficialmente l’Asso-ciazione di volontariato “Don Bosco”, con sede presso ilCentro Parrocchiale di Chignolo d’Isola. All’articolo 1dello Statuto afferma che: “l’Associazione è libera a tutti,pone le sue ragioni d’essere nei fondamentali valori di

solidarietà e di reciproca assistenza, propri del messag-gio cristiano che, tutti e da sempre validi, sono ancheoggi ampiamente avvertiti dalle persone ammalate edagli anziani”.Nel corso di questi anni l’Associazione ha gradualmenteampliato le sue attività e iniziative. Per presentare il la-voro svolto e le prospettive, è stato stampato un breveopuscolo che racconta la storia, i principali momenti sa-lienti, le varie attività promosse dall’Associazione.Nelle riflessioni finali, l’Associazione ricorda come...“siamo tutti consapevoli che, non solo per la nostra re-altà associativa, ma anche per altre situazioni, se non cifossero i gruppi con persone che offrono il loro servizioin modo libero, spontaneo e gratuito molti di questi

Notizie dalle Sezioni

Tante iniziative per festeggiareil 20esimo di fondazione

CHIGNOLO D’ISOLA (BG)

donazioni ed i trapianti,sono in costante crescita lepersone in lista di attesa: dalla tabella proiettata ri-sulta che nell’anno 2015 i donatori segnalati sonostati 2333 ed i trapianti effettuati 3312 di cui 313 tra-pianti da donatore vivente. Alla data odierna 9321persone sono in lista di attesa, 1.685.473 hannoespresso il loro consenso alla donazione di organi dicui 144.230 mediante registrazione presso le ASL,228.123 mediante registrazione presso i Comuni e1.313.120 mediante iscrizione all’Aido, sottolineandol’importanza di dichiarare in vita la volontà alla dona-zione, perché quando ciò non avviene, nel 30% deicasi i famigliari del defunto si oppongono al prelievo. Parlando di dichiarazione di volontà ha informato i

presenti che il Comune di Casalmaggiore ha aderitonel mese di maggio 2015 al progetto “Donare gli or-gani: Una Scelta in Comune” ovvero la possibilità didichiarare al momento del rinnovo della carta di iden-tità la volontà o meno di donare gli organi e dai oltremille cittadini contattati circa 900 hanno dato il con-senso, un centinaio no. Unica nota stonata rispettoalla notizia è che al momento attuale non è ancoraoperante il servizio di trasmissione diretta telematicada parte del Comune al Ministero della Salute. Que-sto comporta che, nelle statistiche nazionali, ancoranon compaia il lodevole lavoro compiuto dai funzio-nari dell’Ufficio anagrafe del Comune di Casalmag-giore.

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non avrebbero modo di sopravvivere. Bisogna però ri-flettere sulle motivazioni o sui bisogni che fanno na-scere questa necessità di agire: solitamente sono unaspiccata sensibilità ai bisogni dell’altro, o anche ai pro-pri, o uno spiccato senso di giustizia sociale... In una re-altà associativa come la nostra è sicuramente il primomotivo: essere volontario/a nella nostra associazione ri-chiede una sensibilità all’ascolto, all’accoglienza, esseredisponibili a collaborare con gli altri per raggiungere gliobiettivi comuni...”Lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni. Équesto uno dei fili conduttori della serata del 9 settem-bre 2016, la prima dei tre giorni di festeggiamenti, chesi è svolta coinvolgendo tutte le associazioni sociali e/oculturali presenti a Chignolo d’Isola.A ciascuna associazione operante nel Comune di Chi-gnolo d’Isola nell’ambito dell’assistenza, protezione ci-vile e della cultura, è stato chiesto di portare un brevesaluto e soprattutto presentare le proprie attività. Benundici associazioni hanno raccontato le proprie gioie ele fatiche dell’essere volontari, soprattutto di associa-zioni di volontariato.Al termine della presentazione il Presidente della Pro-vincia di Bergamo dott. Matteo Rossi ha rivolto un sa-luto ai presenti ricordando come la nostra Provincia siaricchissima di associazioni di volontariato in tutti gli am-biti della vita: dall’assistenza, al sanitario, dalla cultura,alla protezione civile, dallo sport alla tutela dell’am-biente. È un patrimonio di solidarietà che aiuta la co-munità a vivere fino in fondo il dovere di unacittadinanza.Il dott. Zucchelli Marco, della Caritas Diocesana ha ri-chiamato alcuni atteggiamenti che i vari gruppi di vo-lontariato hanno sottolineato nelle presentazioni, quasicome caratteri fondamentali del loro agire: accogliere,accompagnare, donare, aiutare, il territorio, fare cultura. Vi è anzitutto la gioia di essere volontari, di sentire il bi-sogno di dare una parte del proprio tempo per gli altri,per la comunità. Ciascuno poi trova la sua strada: da unvolontariato personale, a quello di gruppi informali, finoall’entrare in associazioni di volontariato organizzate,che diventano realmente punti di riferimento nella co-munità.Un secondo aspetto richiamato è il rendersi conto comei gruppi di volontariato aiutano a cambiare la comunità.Ma per essere davvero strumenti di cambiamento bi-sogna che continuamente le associazioni trovino unospazio del loro tempo per pensare, riflettere sui cam-biamenti in atto nella comunità, sul loro essere volon-tari. Già la parola comunità, richiama inoltre il bisognodi lavorare con gli altri per creare unità, pure nella di-versità dei propri ruoli e carismi. Non ci possono esseregruppi di volontariato che non lavorano insieme tra loroper rendere più bella, accogliente e solidale la comu-

nità. Prima ancora di quello che si fa, il lavorare insiemediventa un forte segno di fiducia, di servizio alla comu-nità .Infine un terzo aspetto citato dal relatore è il richiamo aguardare con più ottimismo al futuro. Quando la societàè in crisi, anche il volontariato è in crisi: spesso i gruppirichiamano il bisogno di ricambi generazionali chefanno fatica ad esserci; c’è anche la fatica di sentirsi inpochi rispetto alla mole di servizi che sono richiesti aivolontari. Il tempo di oggi ha bisogno di un rapportopersonale nel proporre a nuove persone la scelta di vi-vere un’esperienza di volontariato. Si coinvolge in modopersonale, quasi con il proprio esempio di servizio gra-tuito e gioioso. C’è bisogno di volontari che vivano conserenità il loro servizio. C’è bisogno di guardare al futurocon speranza e serenità: il volontariato è la fiducia diavere qualcosa di offrire al prossimo. La sensibilità , lapazienza, il calore, sono tutte qualità da coltivare e daoffrire agli altri, soprattutto a chi fa più fatica a guardaread un futuro migliore.Il cav. Leonida Pozzi, partendo dalla propria esperienzadi vita e di servizio alla comunità nei diversi luoghi incui ha potuto operare, ha insistito molto sul tema deldono. “Che cosa è il dono? Verrebbe da dire che è darequalcosa a qualcun altro senza aspettarsi nulla in cam-bio. Questo è vero ma è solo una parte della realtà. Ildono è infatti dare il senso più profondo alla nostra esi-stenza. Non siamo nati infatti (e la nascita è un immensodono) per vivere isolati. Viviamo felici solo dentro unmondo di relazioni, di rapporti umani che danno sensoall’esistenza”.L’attuale crisi socio-economica ci sta facendo riscoprireil valore della semplicità, della sobrietà, del desideraresolo ciò che serve: forse sta tornando la prevalenza del-l’essere sull’avere.Il cav. Pozzi ha ricordato come “la bellezza del dono èrappresentata da chi dona il proprio tempo per chi è indifficoltà, da chi dona il sangue per chi giace in un re-parto di ospedale e chi ne ha bisogno, da chi dona i pro-prio organi e lo fa disponendo di sé dopo la morte come“strumento di vita” per fratelli sconosciuti che vivono ladisperante esperienza della lista d’attesa”. E qui ha ri-cordato il valore dell’Aido, come strumento per viverefino in fondo l’esperienza del dono, della gratuità, deldare una parte di se affinchè un altro possa continuarea vivere. “Obiettivo dell’Aido è la lotta alla lista d’attesaper un trapianto: ben 9.100 persone sono in lista d’at-tesa agli inizi del mese di settembre. Lista d’attesa vuoldire dramma, sofferenza, tragedia. Di queste personesappiamo che dalle 500 alle 600 non ce la faranno e perloro l’organo non arriverà mai... È una cosa intollerabile.Non è civile, non è cristiano. Non può dirsi comunitàuna società che permette ancora tanta sofferenza”. Hachiuso la serata il primo cittadino di Chignolo d’Isola. Il

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Sindaco Samanta Ronzoni, ha letto e commentato unadefinizione di volontariato che l’ha particolarmente col-pita: “il volontariato è un’attività libera e gratuita svoltaper ragioni di solidarietà e di giustizia sociale. Può es-sere rivolta a persone in difficoltà, alla tutela e valoriz-zazione dell’ambiente e promuovere la cultura dellasolidarietà”.Nel commentare questa definizione il Sindaco ha ricor-dato come c’è chi fa volontariato per coltivare una pas-sione, chi crede nel valore civile e si mette adisposizione per dare una mano alle istituzioni o chisemplicemente è un volontariato perché dona. “Seguardo voi associazioni posso dire che a Chignolo tuttoè questo è presente ed è solo grazie a Voi e all’immensolavoro che fate”. Anche di fronte alle fatiche, a volte anche alle critichedei cittadini, il Sindaco ha chiesto alle associazioni dinon scoraggiarsi, “perchè la maggior parte dei cittadini

vi ammirano e sanno che possono sempre contare sudi voi.Come Amministrazione Comunale si sta cercando dipoter fare di più per sostenere quelle diverse e belle re-altà presenti a Chignolo. Per questo motivo stiamo pro-cedendo al recupero di un immobile dismesso affinchèdiventi la casa delle associazioni: un centro di aggrega-zione sociale e culturale dove le associazioni avranno adisposizione locali e luoghi all’aperto per svolgere leproprie attività o anche solo per ritrovarsi”.L’opuscolo predisposto dall’Associazione di volontariatoDon Bosco si chiudeva con un auspicio: ”Questo è il no-stro sogno da realizzare: avere sempre persone dibuona volontà che con rinnovato spirito, con genti-lezza, capacità e attenzione ai bisogni dell’altro e ai pro-pri, sappiano mettersi in gioco in modo consapevolenella certezza che condividere un viaggio vale più dellameta”.

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Oltre settanta volontari dell’Aido provinciale di Leccosi sono trovati presso il Museo della Seta di Garlate,gentilmente concesso dal Comune, per affrontare unamattinata intensa di studio e aggiornamento.Dopo i saluti portati dal Sindaco di Garlate GiuseppeConti e l’apertura del lavori da parte del Presidente Pro-vinciale Aido Antonio Sartor, i volontari si sono subitocimentati con la relazione dei docenti dott. FrancescoLusenti, dott. Alessandro Dell’Oro, del Centro Prelievidell’Ospedale di Lecco: che hanno parlato di diagnosidi morte cerebrale, e delle problematiche connesse alprelievo e trapianto degli organi, ben due ore di lezionee risposte ai volontari desiderosi d’informazioni.Successivamente Giovanni Ravasi, Presidente Regio-nale Aido Lombardia, ha aggiornato tutti i presenticirca il nuovo Sistema organizzativo Prelievi di Organiin Lombardia, che dovrebbe migliorare e aumentare lepossibilità di prelievo di organi nella nostra Regione.Gli Aidini dopo 3 ore d’intenso studio, hanno visitato ilmuseo della Seta di Garlate, guidati nella visita dalleguide del Museo. Dopo il pranzo presso il ristoranteBarbera & Champagne, il gruppo di volontari è tornatopresso il Museo, dove sono proseguiti i lavori con l’in-contro dei Presidenti dei Gruppi Comunali con il diret-tivo Provinciale, sono state discusse le attivitàprovinciali e le problematiche dell’Associazione.Una giornata intensa ma molto proficua per tutti i vo-lontari che ora potranno affrontare l’incontro con i cit-tadini con maggiori informazioni.

Notizie dalle Sezioni

Mattinata intensa di studio e aggiornamento

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Il Gruppo Comunale di Melzo nell’ambito del 40° difondazione ha promosso diverse iniziative che si pro-trarranno nel proseguo dell’anno.Una manifestazione, ritenuta importane e significativaè stato il pellegrinaggio in bicicletta presso la Famigliadel Cuore Immacolato di Maria di Bisentrate.È stato un momento di aggregazione con gli iscritti esimpatizzanti un momento di raccoglimento con la S.Messa ed a seguire tanta felicità con un pranzo al sacco!

Festeggiato con la comunitàil 40esimo di fondazione

Il gruppo Aido di Prezzate ha festeggiato con la comu-nità di Prezzate e gli altri gruppi Aido, il 40º anniversa-rio di fondazione del Gruppo. La festa è iniziata la seraprima con una conferenza del dott. Marchesi, primariodi Rianimazione dell’Ospedale di Bergamo che ha spie-gato cosa avviene quando un paziente è dichiaratomorto. In primis ha parlato delle cause della morte chepuò avvenire per un problema cardiaco, per un pro-blema respiratorio e per un problema cerebrale.Quando viene dichiarato morto, innanzitutto si verificase può essere un donatore, se ha espresso la sua vo-lontà di donare o se è iscritto all’Aido; poi si chiede aicari se abbiano mai espresso una tale volontà o sedanno il loro consenso. Ha illustrato la formazione del-l’équipe di tre medici per il monitoraggio del paziente

e gli esami che vengono eseguiti per verificare che nonci sia attività cerebrale durante il periodo di osserva-zione di sei ore dalla dichiarazione di morte. Infine haillustrato come in Italia è organizzata la macchina deitrapianti e quante persone sono impegnate nelleéquipe mediche che devono essere reperibili per ese-guire il prelievo degli organi e il trapianto nel ricevente.La conferenza è terminata con la testimonianza del Cav.

Notizie dalle Sezioni

Un anno per festeggiareil 40esimo di fondazione

PREZZATE DI MAPELLO (BG)

MELZO

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Dall’1 al 22 ottobre, presso il cinema Ideal di Cepino - S.Omobono Terme, si è tenuta la mostra Toccare, orga-nizzata da Aido Zona 11, Unione ciechi Bergamo e Isti-tuto comprensivo di Paladina.E’ stato montato un tunnel completamente buio, nelquale si veniva accompagnati da non vedenti i quali,facendo toccare con le mani e con i piedi diversi parti-colari, hanno raccontato il ciclo della vita.Un’esperienza molto forte soprattutto immedesiman-

La Valle Imagna colpitadalla mostra «Toccare»

SANT’OMOBONO TERME (BG)

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Pozzi, Vice Presidente regionale Vicario Aido Lombar-dia, che ha raccontato la sua esperienza di trapianto difegato, dalla diagnosi alla malattia, alla telefonata daparte dell’ospedale, al post operazione e alla sua vitadedicata all’Aido perché altre persone possano ricevereun organo.Sabato la giornata era iniziata come gli ultimi giornicon pioggia, nuvole grigie in cielo che non davano alitidi speranza per il pomeriggio. La pioggia ha continuatoa scendere per tutta la mattinata e verso le 13, uno spi-raglio di sereno si è fatto avanti da ovest. Il sole ha sba-ragliato le nubi alle 16, orario di ritrovo, illuminava lanostra giornata di festa. Tanti gruppi sono venuti a farefesta con noi, la banda di Prezzate ha allietato con lasua musica questa festa, i bambini con la loro gioiahanno dato un tocco di spensieratezza alla giornata epoi le autorità, le altre associazioni di Prezzate e Ma-pello che hanno testimoniato la loro vicinanza al no-stro gruppo con la loro presenza, gli iscritti e lapopolazione di Prezzate. La sfilata si è svolta in allegriaper le vie del paese dove le bandiere dell’Aido danza-vano nel cielo e alcuni striscioni ricordavano il mes-saggio dell’Aido: la donazione vuol dire vita.La sfilata è finita con la Santa Messa dove si è ricordatola missione dell’Aido ossia la cultura della solidarietà,della donazione e della generosità. Infine i discorsi dirito e il buffet. Noi del Consiglio direttivo con il Presidente, ringra-ziamo di cuore tutti coloro che hanno partecipato per-ché ci hanno dato un segno di vicinanza e nuovi stimoliper proseguire verso il traguardo del 50º. Non è faciletrovare le motivazioni per dare continuità alle attività diquesta associazione, a trovare volontari e nuovi iscritti,ma il pensiero che bambini, uomini e donne sono in at-tesa di un organo o un tessuto per aprire un nuovo ca-pitolo della loro vita, ci spinge a informare le personeper renderle consapevoli dell’aiuto che possono dareal prossimo solo dicendo sì.

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dosi nel mondo di un non vedente e a pensare che hala possibilità, se pur con molte difficoltà, di fare la suavita.Grazie alla competenza delle guide, i visitatori hannopotuto cogliere certe sfumature e sono stati in gradodi mettere da parte la vista e utilizzare gli altri sensi, chesolitamente rimangono in secondo piano.Alla fine del percorso i più rimanevano a pensare perqualche istante senza riuscire ad esprimere le propriesensazioni. I commenti erano diversi: “Bello, incredibile,non pensavo che...”, ma c’è stato anche qualcuno che,dall’emozione, si è lasciato scappare qualche lacrima.Le scuole hanno fatto la parte del leone per quanto ri-guarda la partecipazione, dall’infanzia alle superiori,tanto che in diversi casi si sono dovuti organizzare al difuori dell’orario scolastico, per poter effettuare la visita,in quanto la disponibilità oraria non lo avrebbe per-messo. Questo significa che c’è stata una buona divul-gazione da parte dei dirigenti scolastici che hannoaccolto pienamente la proposta.In moltissimi casi, sopratutto i più piccoli, sono tornaticon i genitori nei fine settimana, attendendo ancheun’ora e mezza, per vivere con loro questa esperienza.Oltre al tunnel sono stati realizzati, grazie alla collabo-razione dell’Istituto comprensivo di Paladina che hamesso a disposizione materiali e personale, alcuni la-boratori sensoriali che hanno permesso di completarel’offerta formativa.Per queste tre settimane la Valle Imagna è stata al cen-tro di un evento a livello provinciale, pensando chehanno visitato la mostra ben 2490 persone, partendodalla serata inaugurale che si è tenuta a Berbenno il 23settembre, organizzata dal gruppo Aido locale e che havisto una numerosissima partecipazione, alla qualesono intervenuti l’ex presidente Leonida Pozzi e, contestimonianze molto toccanti, trapiantati e familiari didonatori.L’inaugurazione si è tenuta il 1 ottobre alla presenza delVice Presidente Vicario Aido Nazionale Leonio Callioni,della Vice Presidente Provinciale Monica Bolis, del Pre-sidente dell’Unione italiana ciechi di Bergamo ClaudioMapelli, dei direttori didattici degli istituti comprensividi Paladina e S. Omobono, oltre a numerose personalitàdella Valle e un folto pubblico.Gli organizzatori sono orgogliosi che la Valle abbia ri-sposto con questi numeri.Nel pomeriggio conclusivo del 22 ottobre, oltre ai variringraziamenti, spicca la soddisfazione del presidentedell’Unione ciechi, Claudio Mapelli, che si è ricredutodello scetticismo iniziale avendo organizzato l’eventoin una Valle piccola come la Valle Imagna, ma che haottenuto questi risultati.Anche in questa occasione la partecipazione è stataoltre ogni aspettativa, con persone che hanno visitato

il tunnel dopo la chiusura ufficiale.A completamento dell’evento sono state organizzate,in collaborazione con il gruppo Omero che si occupadi attività sportive per non vedenti, due cene al buioalle quali hanno partecipato circa 90 persone.Se il tunnel è un percorso di circa 10 minuti, la cena albuio dura circa due ore e si mangia, serviti al tavolo danon vedenti, senza alcuna possibilità di vedere nulla.La maggior parte dei partecipanti, se pur con qualchedifficoltà, ha portato a termine questa esperienza, maqualcuno non è riuscito e si è dovuto far accompagnarefuori. La cosa positiva è che chi è giunto alla fine, è di-sposto a rifarla. Ciò significa che ha lasciato un riscon-tro positivo.Un grandissimo grazie a Renzo Frosio che ha semprepresenziato alla mostra coordinando i visitatori, te-nendo traccia di tutto quello che succedeva, ma anchepulendo e riordinando alla fine di ogni giornata e spie-gando ai visitatori il collegamento tra Aido e cecità,mettendo in evidenza la possibilità di guarigione perchi ha la fortuna di poter effettuare il trapianto di cor-nee, risolvendo così il proprio problema.Grazie ai componenti dei Gruppi Aido sempre presentie alle guide dell’unione ciechi di Bergamo.Un particolare ringraziamento va alla sig.ra Aretha Ca-pelli, dell’Istituto comprensivo di Paladina, per averideato, organizzato e seguito i laboratori sensoriali.Non voglio dimenticare il sig. Francesco Mangili, non

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vedente molto vicino all’Aido ed ex presidente, che haproposto l’evento e che ha curato l’allestimento internodel tunnel. Questo percorso è stato proposto per laprima volta ad Albino nell’ambito di Bergamo scienza2015 e ripreso a Calusco D’Adda ad aprile 2016. Que-sta edizione, però, si è completamente rinnovata neicontenuti, avendo inserito nuovi elementi, che hannodato maggiormente l’idea dello scorrere della vita di-ventando ancor più una formazione didattica.E’ stato un lavoro intenso, a partire dall’individuazionedella location, al contattare le scuole, al montaggio esmontaggio della struttura, all’organizzazione deitempi di partecipazione dei vari gruppi, al coordina-mento delle guide, alla sistemazione quotidiana deicontenuti del tunnel, alla pulizia del locale, ecc., ma neè valsa la pena.Come consigliere Aido Valle Imagna, ho avuto la for-tuna di essere il responsabile e coordinatore dell’orga-nizzazione, pertanto ringrazio tutti coloro che mihanno permesso di realizzare questo grande eventonella nostra Valle e di conoscerla meglio, potendo

aprezzare pienamente le potenzialità degli abitanti, so-pratutto nel campo del volontariato.Voglio sottolineare anche l’entusiasmo che mi hannotrasmesso e la fiducia che mi hanno accordato, la pre-sidente Aido Valle Imagna, nonchè Vice Presidente Pro-vinciale, Monica Bolis e il coordinatore Aido zona 11Alberto Signorini.

Tiziano Nava

Notizie dalle Sezioni

130 partecipantialla 5ª Pedalata Aido

Il Gruppo Comunale Aido di Sermide (Mantova) ha or-ganizzato la 5ª Pedalata Aido lungo gli argini del Posvoltasi durante la Fiera del Patrono S.S. Pietro e Paolo.L’evento ha visto la partecipazione di circa 130 personetra pedalata e pranzo e la presenza del Gruppo Aido diGazoldo degli Ippoliti, comune situato all’altro estremodella provincia di Mantova. Un lungo cordone di bici-

SERMIDE (MN)

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Notizie dalle Sezioniclette si è snodato lungo l’argine del Po fino ad arrivarealla Riserva Naturale Isola Boscone dove la Pro Loco el’Aido di Carbonara hanno allestito un punto ristoromolto gradito. Così rifocillati la carovana ha raggiuntoVilla Cristina a S. Croce per gustare lo squisito pranzopreparato dal sempre valido e disponibile ComitatoFiera. Il supporto logistico durante il percorso è statoperfetto grazie alla competenza e alla professionalitàdel Gruppo Duathlon. Il Direttivo di Sermide è intera-mente “rosa”, a testimonianza della dedizione e dellasensibilità che spesso contraddistinguono le donne,unitamente alla loro capacità di lavorare in sintonia econ spirito di collaborazione. Il Gruppo, anche con ma-nifestazioni a carattere ludico, persegue l’obiettivo fon-damentale dell’Associazione: informare la cittadinanzasui temi del dono per favorire il diffondersi del valore edella cultura della solidarietà. Concludiamo con le pa-role, ancora attuali, del grande fisico Albert Einstein, se-condo cui: il valore di un uomo dovrebbe esseremisurato in base a quanto dà e non in base a quanto èin grado di ricevere.

Festa ben riuscita a Trescore Balneario e grande soddisfa-zione per il Presidente Provinciale Aido Bergamo oltre chedel Gruppo Comunale di Trescore, dott. Corrado Valli.L’apertura della manifestazione per la celebrazione dei 40anni di vita del Gruppo Aido è iniziata con la sfilata per lestrade centrali della cittadina bergamasca e passaggio inpiazza Cavour accompagnati dalla banda e da 25 labari deigruppi comunali. È seguita l’inaugurazione del monu-mento “al dono” collocato in una zona di grande passaggioaffinché vedendolo le persone siano portate a farsi do-mande ed a riflettere per arrivare a dire si alla vita.“Fare festa in occasione di un anniversario non è autorefe-renzialità, serve per dare energia al gruppo perché possaaffrontare con slancio le sfide di questi anni - ha ricordatoCorrado Valli, Presidente - ma serve perché si rinnovi il no-stro entusiasmo per continuare meglio di prima e più diprima nella nostra azione di sensibilizzazione e informa-zione. È una occasione per fare il punto sulla storia del no-stro gruppo locale, recuperare i valori e gli ideali che hannomosso i fondatori e proiettarli nel futuro. Proprio per que-sto abbiamo voluto fare un monumento che guarda al fu-turo, rivolto a chi ancora non ha scelto perchè vedendolointerroghino la loro coscienza ed arrivino a fare una sceltadi dono. Il dono della vita che ci è stato dato gratuitamentee che altrettanto gratuitamente rendiamo ai nostri fratelliin precarie condizioni di salute perché la vita continui”.

Erano presenti, e sono intervenuti per confermare il lorosostegno all’Associazione e alla cultura del dono, il sindacodi Trescore Balneario, Donatella Colombi, l’on. GiovanniSanga, e il Vice Presidente Vicario Regionale, cav. LeonidaPozzi.

A 40 anni un monumentoper far pensare

TRESCORE BALNEARIO (BG)

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Particolarmente incisive le parole del cav. Pozzi, Vice Presi-dente Vicario del Consiglio Regionale Aido Lombardia, eper 27 ininterrotti anni Presidente Regionale (senza di-menticare una miriade di altri incarichi in Associazione enelle istituzioni di natura sociale e sanitaria). Con la verveche gli è consueta, Pozzi ha richiamato a non dormire sugliallori di una Lombardia che ha conseguito tanti positivi ri-sultati, ma al contrario di continuare a lottare per la diffu-sione della cultura della donazione al fine di ridurre a zerola lista d’attesa. “Questa è la nostra vera finalità – ha con-cluso Pozzi -: fare i modo che tante sorelle e tanti fratelliche, con le loro famiglie, soffrono in attesa di un organoche li restituisca alla vita, abbiamo ciò di cui hanno biso-gno. Il dono è l’espressione pià bella della vita umana. Noisiamo orgogliosi di far parte e di essere al servizio di que-sta Associazione”. La Santa Messa è stata celebrata da don Franco Zamboni,parroco emerito di Trescore, che all’omelia ha rivolto pa-role di ringraziamento, sostegno e incoraggiamento ai di-rigenti e a tutti i soci Aido: “Desidero anzitutto rivolgere anome anche del Parroco, don Ettore, dei sacerdoti e di tuttala comunità cristiana di Trescore B., il mio saluto più cor-diale e fraterno a tutti i soci del gruppo Aido di Trescore,che oggi inaugurano il loro monumento e festeggiano il40° di fondazione.Un saluto particolare alle autorità, ai responsabili e alle nu-merose delegazioni e gruppi che partecipano a questa ce-lebrazione. È un saluto che vuole esprimere stima,apprezzamento, plauso, ma soprattutto tanta ricono-scenza per il gesto così squisitamente umano e cristianodel dono di un proprio organo a dei fratelli bisognosi di es-sere trapiantati. Che cosa è di più grande e di più nobile diquesto vostro gesto che aiuta una persona a vivere, cheridà speranza, che risolleva chi è nell’urgenza di un soc-corso? Quell’organo , quel dono è segno del vostro amore,della vostra condivisione e dell’aiuto indispensabile e de-terminante a chi soffre, a chi è nel bisogno… è il segno di

una cultura vera e autentica di fraternità. Grazie carissimi!La vostra è una testimonianza incomparabile di ricchezzainteriore e di umanità. Abbiamo bisogno di questa testi-monianza, in un mondo spesso egoista e chiuso, questisono i valori che aprono alla speranza, alla fiducia. Sonopunti luminosissimi! E la società non solo guarda a voi confiducia e stima, ma vi è profondamente grata per la vostrasensibilità e generosità; grata per gli ideali che incarnati diamore per la vita, di solidarietà, di rispetto per la personeche soffrono e, diciamo pure, per gli ideali di una civiltàfondata sull’amore e sulla gratuità. Tutto quello che siamoè dono e si ridà gratuitamente! E questo è Cristianesimo!”.Indicando le ragioni della posa del monumento e le carat-teristiche dello stesso, il presidente Corrado Valli ha affer-mato: “Questa opera è stata scelta dal nostro Consiglioproprio perché meglio rappresenta il dono rispetto ad altresoluzioni presentate dall’artista Emiliano Facchinetti. Ildono e’ il senso dell’opera ma è anche ciò che ne ha resopossibile la realizzazione! Si, perchè le persone e le impreseimpegnate nella realizzazione del monumento e della ri-qualificazione dell’area hanno donato in tutto o in parte illoro lavoro o i materiali utilizzati. Un opera che Aido donoa alla comunità ma che la stessa ha contribuito a realiz-zare.”Prosegue con la descrizione “Come possiamo facilmenteintuire qui sono rappresentate due figure nella loro es-senza di fiamma vitale c’è un passaggio di vita tra quellaun po’ più piccola a quella un po’ più alta, più sofferenteche grazie all’organo torna a rimettere in circolo piena-mente le funzionalità dell’organismo ritorna a una vitapiena. Nell’opera è facile intuire con questo ingranaggiorosso l’organo donato. E proprio per celebrare il dono dellavita Abbiamo scelto di posizionare un Mandorlo per il fortevalore simbolico di questa albero, è il simbolo della nascitae della resurrezione. Dopo il periodo di morte invernale, èil primo albero a sbocciare in primavera e perciò simbo-leggia il rinnovarsi della natura, l’aprirsi alla vita.”

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NOTIZIE DAL MONDO

BELGIOIL LATTE MATERNO IN AMERICA È UN BUSINESSDA UN MILIARDO DI DOLLARI

Secondo le ultime notizie provenienti dal Belgiopresso “The Walking Egg”, un’organizzazione noprofit con sede presso l’università di Genk, città bel-ga situata vicino al confine con i Paesi Bassi, si è mes-sa a punto una nuova tecnologia per la fecondazionein vitro che potrebbe far passare il costo di questaoperazione da 12mila dollari a soli 150 dollari perogni ciclo. La chiave di volta è stata trovata utiliz-zando un insieme di acido citrico e sodio bicarbo-nato, lo stesso miscuglio chimico che rende frizzantel’Alka-Seltzer quando entra in contatto con l’acqua,al posto delle tradizionali sostanze con cui si pra-tica questa fecondazione. All’origine della sua fon-dazione, nel 2012, lo scopo di The Walking Egg eratrovare una soluzione per l’infertilità nei paesi piùpoveri dove, se si è sterili, si rischiano la persecu-zione, l’isolamento sociale e spesso il suicidio. Nel2014, però, quando i ginecologi belgi hanno pre-sentato i risultati delle loro ricerche a Londra, 40bambini nati dagli esperimenti fatti a partire dal no-vembre 2012, si sono resi conto che il costo per l’in-seminazione in vitro è ancora un ostacolo anche neipaesi più ricchi, ottenendo di conseguenza grandeattenzione presso la comunità scientifica occiden-tale e la contemporanea attivazione di molti con-tatti per testare il loro metodo in altri paesi. Oggisono pronte per partire sperimentazioni a Londrae ne sono in corso in Ghana e Kenia. Se tutto an-drà come sperato si partirà anche a Cipro e in Por-togallo il prossimo anno. (F.S.)

ITALIALA FELICITÀ O L’ARTE CULINARIA. ESISTONO MA-NUALI PER OGNI NOSTRA SCELTA.

Come ha riportato recentemente anche il Corrie-re della Sera, negli ultimi anni stanno aumentan-do in maniera molto sensibile i numeri delle ven-dite di manuali e testi su come fare qualsiasi atti-vità: dagli sport alla cucina, dal giardinaggio al viag-gio perfetto. La chiave per spiegare il fenomeno sta-rebbe nel bisogno crescente delle persone di nor-mare la propria vita. Darle un ordine per non sen-tirsi persa nel cambiamento continuo che e’ diven-tato cifra di questi ultimi decenni. Cavalcando que-sta tenenza il Time ha creato una rubrica ad hoc,una sorta di manuale a puntate che dispensa con-sigli pratici (dopo tutto stiamo parlando di anglo-sassoni…) per star bene nella propria pelle. Tra le

varie puntate, e considerato il periodo natalizio, han-no attirato la nostra attenzione i consigli focalizzatisu un temine che oggi e’ quasi un tabù: la felicità.Il settimanale statunitense parte dalla premessa cheproprio mentre gli americani spendono circa 10 mi-liardi ogni anno per manuali di auto aiuto, inclusi te-sti su come essere felici, migliorare la propria esistenzae simili, le ultime ricerche scientifiche stanno di-mostrando, in perfetta controtendenza, che più cer-chi la felicita’ meno hai possibilità di raggiungerla (!). Acconto ai risultati delle ricerche pubblicate sul Jour-nal of Experimental Psychology: General, in cui sievidenzia come la ricerca smodata delle felicità siasintomo di malessere, il Time pubblica quindi an-che alcuni suggerimenti offerti come consigli chesarebbe utile applicare per essere felici senza met-tersi a caccia della felicità.1. Destinare dei momenti fissi della giornata ad at-tività dove provare emozioni positive. Come peresempio dedicarsi al giardinaggio o passare qualchemomento con gli amici2. Spostare la prospettiva: studi dimostrano che inuna situazione di serenità le persone sono più ri-lassare e tranquille, quindi in stato di benessere, diquanto no siano invece nei momenti in cui prova-no estrema felicità3. Focalizzarsi sulle attività che si stanno facendo,senza cercare di svolgerne più d’una contempora-neamente, aiuta a sentirsi felici e soddisfatti4. Spesso aspettative troppo elevate portano al-l’opposto. Come rilevato da una ricerca fatta a ca-vallo di Capodanno, chi si aspettava chissà che emo-zioni per la festa dell’ultimo dell’anno spesso ha de-nunciato più delusione di chi invece si e’ approcciatoall’evento senza piani particolarmente elaborati edattese eccessive.5. Assaporare intensamente e poi rivivere i bei mo-menti, anche quando sono passati, permette di man-tenere alti livelli di felicitàSe vi state chiedendo se questi consigli funzioninodavvero, metteteli alla prova voi stessi. Basta iniziaresubito. (F.S.)

USAQUANDO LE NUOVE TECNOLOGIE NON AIUTANO

Mentre continuano i lanci sul mercato di applica-zioni che monitorano le nostre abitudini alimentari,sportive o legate più in generale allo stile di vita, ri-cordiamo per esempio l’occhiale “intelligente” rea-lizzato da Luxottica e Oakley per creare program-mi di allenamento personalizzati ad attivazione vo-cale, in grado di rispondere alle domande formu-

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NOTIZIE DAL MONDOlate dall’atleta in merito alle proprie performancementre si allena, dall’America arrivano i primi stu-dio sull’efficacia di tutti questi device (ovvero di-spositivi elettronici) nel contrastare le nostre cat-tive abitudini e farci migliorare la qualità delle no-stre esistenze. Ebbene, contrariamente a quanto siaspettavano tecnici e scienziati, a cinque anni dal-l’inizio dell’uso massiccio da parte della popolazioneamericana di dispositivi “indossabili” per tracciarela validità dei loro allenamenti, un mercato da 7 mi-liardi di dollari nel 2016, la promessa di veder di-minuire obesi e persone sovrappeso non e’ stata man-tenuta. I cambiamenti degli americani nei com-portamenti a medio e lungo termine, previsti comeconseguenza dell’uso di applicazioni in grado di dareai propri utenti accesso in tempo reale sul numerodi calorie bruciate, non si sono verificati.“Questi tracciatori non coinvolgono le persone tan-to da far loro cambiare gli stili di vita a cui sono abi-tuati” spiegano i ricercatori dalle pagine del Jour-nal of the American Medical Association, ipotiz-zando che le persone si aspettino da questi strumentinon solo una immagine fedele dell’esatta situazio-ne in cui il loro organismo versa ma anche il sug-gerimento per una possibile strategia atta a modi-ficarne i comportamenti sbagliati. La conoscenza dei nostri comportamenti poten-zialmente nocivi per la salute insomma, non sarebbeabbastanza convincente da indurci a cambiare i no-stri atti. O comunque non è leva sufficientementeforte da essere statisticamente percepibile. La so-luzione? “Per tre-sette giorni vivete la vostra vita nor-malmente, registrando con uno di questi strumen-ti i dati sul vostro consumo di calorie, stato del cuo-re e resistenza agli sforzi in modo da ottenere unafotografia veritiera della vostra condizione attuale”suggerisce Catrine Tudor-Locke, docente di Ki-nesiologia presso l’Università del Massachusetts cheda anni studia i comportamenti d’uso in merito aquesti device “Solo allora potrete decidere dove rea-listicamente arrivare. E pianificate un cambia-mento a medio - lungo termine” spiegando come“I dati non vanno visti da soli ma in modo dinamico,comparandoli nel tempo. Solo così possono esseredi aiuto per migliorare”. (F.S.)

GERMANIAMONITORARE LA QUALITÀ DELL’ARIA. TUTTI DEVONO FARE LA LORO PARTE, ANCHE I PICCIONI

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del-la Sanità, l’inquinamento dell’aria uccide ogni anno

7 milioni di persone e rappresenta il maggior rischioper la salute umana proveniente dall’ambiente.L’inquinamento riduce la produttività, impatta sul-la salute e sul benessere e solo in America un adul-to su 12 soffre di asma, malattia collegata all’inqui-namento, con un costo annuo per le casse dello sta-to di 56 miliardi di dollari. A partire da questi dati, e dal fatto che la percen-tuale della concentrazione di smog nell’aria può va-riare anche significativamente nel corso della gior-nata, la startup francese Plume ha lanciato lo scor-so anno una applicazione per i-Phone e Androidcon cui monitorare lo stato dell’aria in tempo rea-le attraverso una visualizzazione su monitor dellediverse concentrazioni di inquinamento dell’aria nel-le principali città del mondo. Conoscere i livelli dismog (nel dettaglio si tratta di Ozono, micro par-ticolato e NO2) ed evitare di uscire o trovarsi incerte strade in certi orari del giorno può infatti con-tribuire in modo importante a diminuire i rischi chel’inquinamento dell’aria comporta per il nostro or-ganismo. I dati sulla situazione dell’aria nelle città del mon-do forniti dall’applicazione Plume sono il risulta-to di una raccolta ed analisi di oltre mezzo milio-ne di informazioni fornite dalle principali stazio-ni di raccolta dati sull’inquinamento già attive in di-verse aree urbane del mondo: 150 metropoli in 20diversi paesi tra USA, Europa ed Asia. Per migliorareed aumentare ancora la qualità dei dati raccolti sul-lo stato dell’aria nelle città, Plume sta oggi svilup-pando una serie di sistemi di monitoraggio, alcunidei quali applicabili anche allo zaino dei propri fi-gli o alla canna della bicicletta e quest’anno, per sen-sibilizzare i cittadini sullo stato dell’aria nelle lorocittà, ha ingaggiato dei volontari molto particola-ri: i piccioni di Londra! Vestendoli con dei mini zai-ni dotati di sensori per monitorare i livelli di ozo-no ed anidride carbonica, la Plume ha utilizzato que-sti uccelli, meglio noti ai cittadini londinesi (e nonsolo) come “ratti con le ali”, inaugurando tra il 14ed il 17 marzo di quest’anno una nuova fase di te-staggio dell’aria. L’obiettivo era incuriosire e quindi coinvolgere piùgente possibile nella raccolta dati. Un essere viven-te che si sposta in città, in orari e luoghi differenti,e’ infatti in grado di raccogliere informazioni mol-to più ricche ed interessanti di una centralina di ri-levamento fissa. Per ora Plume ha convinto Londra, che sostienel’iniziativa tramite l’Imperial College, ma non si fa-tica ad immaginare che i proseliti aumenteranno. Perinfo : http://plumelabs.com (F.S.)

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