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Cava di Terreni da Riempimento “Gerazza” Procedura di verifica “Screening” Comune di Castell’Arquato Studio Lusignani Servizi di geologia ingegneria ed ambiente Piacenza 160 DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA DI CANTIERE Le ditte esercenti le cave tendono di solito ad ubicare e dimensionare i cantieri in riferimento alla volumetria del materiale da escavare, alla richiesta di materiale, alle attrezzature necessarie per l’estrazione ed al personale addetto, il tutto seguendo un profilo sia funzionale che economico. Innanzitutto si fa rilevare che trattasi di cantiere impostato all'estrema semplicità in quanto il materiale sarà spedito come tout venant ai luoghi di utilizzo. Non sono previste costruzioni per ricovero macchine ed attrezzature. Mezzi utilizzati in cantiere Il cantiere sarà dotato di: Macchine operatrici N°1 Escavatore idraulico, N°1 trattore cingolato N° 1 Autobotte per innaffio antipolvere: N° 1 Fuoristrada 4 x 4 utilizzato per gli spostamenti all'interno dell'area di cantiere. N°1 cisterna 30 per rifornimento carburante montata su camioncino (mobile) omologata. - Automezzi per il trasporto del materiale estratto ai luoghi di utilizzo Tutti i mezzi saranno muniti di radio ricetrasmittente, estintore e cassetta medica di primo soccorso. Manutenzioni La manutenzione ordinaria dei mezzi avverrà all'interno del cantiere. Per manutenzione ordinaria si intendono operazioni di controllo e verifica eseguite dall'operatore stesso, che consentano di tenere in condizioni di efficienza operativa il mezzo. Essa sarà organizzata secondo i criteri predittivi consigliati dalle varie case costruttrici. Tali operazioni saranno oggetto di procedure che prevedono anche l'istituzione di apposito registro di annotazione per singola macchina. Per contro le manutenzioni straordinarie saranno affidate agli stessi fornitori delle macchine o comunque a personale qualificato esterno. 30 Capacità 370 litri

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Cava di Terreni da Riempimento “Gerazza” Procedura di verifica “Screening” Comune di Castell’Arquato

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DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA DI CANTIERE

Le ditte esercenti le cave tendono di solito ad ubicare e dimensionare i

cantieri in riferimento alla volumetria del materiale da escavare, alla richiesta di

materiale, alle attrezzature necessarie per l’estrazione ed al personale addetto, il

tutto seguendo un profilo sia funzionale che economico. Innanzitutto si fa rilevare

che trattasi di cantiere impostato all'estrema semplicità in quanto il materiale sarà

spedito come tout venant ai luoghi di utilizzo. Non sono previste costruzioni per

ricovero macchine ed attrezzature.

Mezzi utilizzati in cantiere

Il cantiere sarà dotato di:

– Macchine operatrici

– N°1 Escavatore idraulico,

– N°1 trattore cingolato

– N° 1 Autobotte per innaffio antipolvere:

– N° 1 Fuoristrada 4 x 4 utilizzato per gli spostamenti all'interno dell'area di

cantiere.

– N°1 cisterna30 per rifornimento carburante montata su camioncino (mobile)

omologata.

- Automezzi per il trasporto del materiale estratto ai luoghi di utilizzo

Tutti i mezzi saranno muniti di radio ricetrasmittente, estintore e cassetta medica di

primo soccorso.

Manutenzioni

La manutenzione ordinaria dei mezzi avverrà all'interno del cantiere. Per

manutenzione ordinaria si intendono operazioni di controllo e verifica eseguite

dall'operatore stesso, che consentano di tenere in condizioni di efficienza operativa

il mezzo. Essa sarà organizzata secondo i criteri predittivi consigliati dalle varie

case costruttrici.

Tali operazioni saranno oggetto di procedure che prevedono anche

l'istituzione di apposito registro di annotazione per singola macchina.

Per contro le manutenzioni straordinarie saranno affidate agli stessi fornitori delle

macchine o comunque a personale qualificato esterno.

30

Capacità 370 litri

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La competenza e l'idoneità dei fornitori, che offriranno le prestazioni

specialistiche di cui sopra, saranno accertate e documentate preventivamente ed

attestate dalla compilazione di schede predisposte allo scopo.

Personale

Il personale impiegato nel cantiere sarà presumibilmente di N° 2 unità ed il

sorvegliante dotato di telefono cellulare; l'orario di lavoro sarà di 10 ore al giorno per

circa 150 giorni all’anno.

Il personale addetto raggiungerà i cantieri con autoveicoli propri.

Tutti i mezzi saranno muniti di radio ricetrasmittente, estintore e cassetta

medica di primo soccorso.

Opere Accessorie

La cava sarà munita della segnaletica prevista dalla vigente normativa,

mentre l'area di escavazione verrà recintata. Sarebbe opportuno che in fase di

realizzazione della recinzione venisse scartata la possibilità di utilizzo di reti in PVC

colorate, che, oltre a male inserirsi nel contesto paesaggistico dei luoghi, risultano

poco permeabili alla fauna selvatica.

Saranno invece utilizzati fili di acciaio sostenuti da ritti in legno/metallo (vedi

particolare di seguito riportato).

Fig. n°82: Particolare costruttivo della recinzione in progetto

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L’ accesso sarà munito di lucchetto e chiuso al di fuori dell'orario di lavoro o

quando assente il personale addetto.

Foto n°39: Esempio della cartellonistica che dovrà essere posizionata

Il cantiere sarà dotato di box prefabbricati adibiti a spogliatoio, servizi igienici di

tipo chimico e cassetta medica (vedi All. n°25 “ Cantierizzazione” scala 1.1000).

Foto n°40: Particolare dei servizi igienici normalmente utilizzati

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V I A B I L I T A'

La particolare ubicazione territoriale che caratterizza l’ambito estrattivo in

oggetto ha indirizzato la scelta31, al fine di permettere l’allontanamento del

materiale scavato, di dirigere il traffico veicolare indotto verso la SP n°4 di Bardi

(vedi Allegato n° 23 “Carta della Viabilità” scala 1:5.000).

I mezzi adibiti al trasporto del materiale estratto percorreranno un tracciato

di circa 1,8 km, prima di raggiungere la SPn°4 così articolato:

Pista temporanea (695ml) - tratto in comune di Castell’Arquato:

La pista di servizio, di larghezza complessiva pari a 5 metri circa, sarà realizzata

alla estremità nord-orientale dell’area di cava e si svolgerà parallelamente al

confine tra il comune di Castell’Arquato e il comune di Fiorenzuola d’Arda sul

tracciato di una esistente carrareccia utilizzata a scopi agricoli.

Foto n°41: Sullo sfondo C.na Moruzza; in primo piano il tratto di pista lungo il confine con il

territorio comunale di Fiorenzuola

Dal vertice di Nord-Est della cava, a quota m 109 s.l.m., la pista32 si svilupperà

per m 410 verso Est, ovvero verso il corso del torrente Arda, interamente su

terreni di proprietà privata. Il superamento del canale della Sforzesca sarà

eseguito con la posa di 2 scatolari a sezione rettangolare di dimensioni interne

31

come per altro prescritto dal PAE vigente 32

della quale è già stata ottenuta la disponibilità - vedi allegato

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300x200 e lunghezza pari a 200mm (spessore cm 20). Si allega in calce

relazione tecnica sulla portanza dei manufatti e una breve descrizione dei

prefabbricati. Trattasi di manufatti della medesima luce dei passaggi agricoli

esistenti sul canale

Foto n°42: Un passaggio agricolo sul canale della Sforzesca nell’area in studio

Foto n°43: La carraia esistente in area demaniale che verrà adeguata al traffico veicolare indotto

La pista si svolgerà altresì per 215 m su sedime demaniale; entrambi i tratti in

questione coincidono con tratturi esistenti che saranno consolidati con la stesa di

circa 0,50 m di materiale ghiaioso in sorta, per consentire il transito dei mezzi

d’opera.

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A questo punto è esistente una carraia che consente di accedere alle aree

perifluviali del corso d’acqua e quindi al guado; anche questo tratto (70m) si

presenta scevro da vegetazione ripariale e con una larghezza prossima ai 4 m.

Foto n°44: La carraia esistente nel tratto che attraversa le aree perifluviali

Il piano viabile è costituito da materiale alluvionale di prevalente natura ghiaiosa e

ciottolosa che necessiterà localmente di modesti livellamenti per regolarizzarne il

fondo in modo da consentire un agevole passaggio degli automezzi.

Si ribadisce che gli interventi sopra descritti non prevedono il taglio di

alcun esemplare arboreo o arbustivo di pregio.

Fig. n°83: Il pacchetto che sarà realizzato per adeguare le carraie esistenti

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Foto n°45: La carraia nei pressi del guado

Guado da riattivare e adeguare (comune di Castell’Arquato)

In merito al guado33 sopra citato il presente progetto, come meglio

descritto nella relazione idraulica redatta dall’Ing. P. Ghilardi, di seguito riportata,

prevede la sua riattivazione con relativo adeguamento atto a garantire il

passaggio del traffico veicolare indotto dalla cava (che ricordiamo è di

modestissima entità - 2 transiti ora).

Al fine di limitare il deflusso e l’intorbidimento delle acque ed eliminare la

possibilità dell’ingresso dei mezzi direttamente nell’alveo bagnato è stata infatti

prevista la posa provvisoria di 3 tubi di acciaio autoportanti della dimensione di

800 mm cad.

Fig. n°84: Schema del guado che sarà realizzato

33

già in sede di approvazione del PAE vigente era stato ottenuto un preliminare parere da parte della S.T.B. della R.E.R. (vedi allegato prot. N° 0155205 del 11/06/2007) per il suo utilizzo

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L’accostamento di tali elementi formerà una larghezza del guado di circa 4

m. Detti tubi durante il periodo invernale, quando l’attività di cava sarà interrotta34,

verranno rimossi35 per essere poi riposizionati alla ripresa dell’attività.

Sia la rampa di accesso al guado in sponda sinistra che quella in destra al

torrente Arda, si presentano ampie, prive di vegetazione ripariale e caratterizzate

da fondo prevalentemente ghiaioso e ciottoloso.

Foto n°46: Il guado nel periodo estivo

Foto n°47: La rampa di accesso al guado in sinistra Arda (gennaio 2013)

34

presumibilmente per motivi climatici 35 al fine di non alterare il normale deflusso delle piene.

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Foto n°48: Fotosimulazione del guado che sarà approntato

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Pista temporanea (1085 ml) - tratto in comune di Alseno:

Superato il torrente Arda detta pista interessa aree perifluviali sul territorio

del comune di Alseno (ml 97); la pista risulta impostata su fondo ghiaioso e

ciottoloso di larghezza prossima a 4mteri; anche in questo caso il tratto in

questione sarà solo oggetto di modesti livellamenti per regolarizzarne la

superficie in modo da consentire un agevole passaggio degli automezzi.

Foto n°49: Il tratto di pista che consente l’innesto sulla strada privata in comune di Alseno

A questo punto la pista si innesterà su un’esistente strada privata, di

larghezza prossima ai 5 m, che il P.A.E. (approvato) di detto comune destina a

servizio dell’ambito estrattivo “Tavernelle” ”, che verrà ampliato fino a portare la

sede stradale a 5m di larghezza.

Il primo tratto (139 ml) di quest’ultima strada (ricadente per altro in vincolo

paesaggistico) sarà lasciato non pavimentato mentre il restante tratto (ml 850),

fino all’intersezione con la SP n°4, verrà asfaltato prima dell’inizio dell’attività a

cura e spese della Ditta proponente.

Si sottolinea che anche questo intervento di adeguamento viario non

prevede il taglio di alcun esemplare arboreo o arbustivo di pregio, in quanto

trattasi di interventi che avverranno su strade e piste esistenti.

Il percorso così progettato è stato preso da riferimento nello Studio di

Impatto da Rumore e da Agenti Chimici come meglio illustrato nei relativi capitoli

di seguito riportati.

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Fig. n°84b: Il pacchetto che sarà realizzato per l’ampliamento della strada privata

Tutto ciò premesso, con la presente procedura di Verifica, la ditta Vetrucci

srl chiede il rilascio della concessione di utilizzo dell’intero tratto di pista

demaniale (sia in destra che sinistra T. Arda di lunghezza totale pari a ml 50036)

nonché nulla osta al ripristino del guado.

Foto n°50: La strada a servizio dell’ambito estrattivo “Tavernelle” in comune di Alseno

che sarà asfaltata; sullo sfondo la SP n°4

36

215 ml in comune di Castell’Arquato e 285 ml in comune di Alseno

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Adeguamento accesso alla Strada Provinciale n°4

Per consentire l’immissione dei mezzi sulla SP4 il presente screening prevede di

ampliare l’attuale accesso carraio con un semplice raccordo di ciglio. La svolta

dalla viabilità di cava sulla provinciale sarà regolamentata con il segnale di

“STOP” sulla relativa corsia (segnaletica orizzontale). Al fine di evitare la

lordatura della strada provinciale la ditta si impegna sia durante le fasi di

escavazione che quelle di sistemazione dei luoghi ad evitare che i propri mezzi in

uscita ed in entrata imbrattino le strade pubbliche.

Scavi

Il rilevato necessario per l’ampliamento dell’attuale accesso sarà eseguito

con il preliminare scavo e posa di un letto di sabbia di spessore pari a 20 cm

sormontato da uno spessore di macinato da demolizione di spessore pari a 40

cm. Sull’intera superficie così ottenuta (ampliamento + attuale accesso) sarà

posato uno strato di misto granulometrico stabilizzato (granulometria max mm 30)

avente uno spessore di 20 cm e quindi uno spessore di 10 cm di binder

(granulometria mm 15). Gli interventi previsti sono meglio descritti sull’All. n°23

“VIABILITÀ” scala 1:5.000.

Fig. n°85: Schema pacchetto previsto per adeguamento accesso carraio

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Foto n°51: L’accesso esistente che sarà adeguato

Fig. n°86: Planimetria dell’intervento

Segnaletica

Sarà posta in opera segnaletica verticale indicante la limitazione della

velocità a 60 km/h oltre a quella indicante il pericolo generico (Fig. II 35 art. 103

DPR n. 495/92) con il pannello integrativo recante la figura “mezzi di lavoro in

azione” (Modello II 6/g art. 83 DPR n. 495/92) e l’indicazione “uscita autocarri”.

Questo ultimo segnale composito dovrà essere attrezzato con almeno due

lampeggianti (Fig. II 460 art. 165 DPR n. 495/92). Infine si dovrà provvedere al

tracciamento dei rallentatori ottici (Fig. II 273 art. 179 DPR n. 495/92).

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Durata concessione

L’accesso, così come proposto nel presente Screening, sarà utilizzato per un

arco temporale stimabile di 5 anni. Tale concessione potrà essere eventualmente

rinnovata nel caso in cui l’ambito estrattivo non venisse esaurito in detto lasso di

tempo.

Ultimata la coltivazione della cava sarà cura della ditta Vetrucci provvedere

alla rimozione delle opere realizzate secondo le indicazioni che verranno fornite

dal competente Servizio dell’Amministrazione Provinciale.

Tutto ciò premesso, con la presente procedura di Verifica, la ditta Vetrucci

srl chiede il rilascio, al Servizio Infrastrutture ed Edilizia dell’Amministrazione

provinciale, della concessione per adeguamento dell’accesso carraio esistente

sulla SP n° 4 di Bardi.

Fig. n°87 Alcuni cartelli previsti dalla normativa vigente

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Computo metrico estimativo opere di adeguamento viabilistico Comune di Castell’Arquato

adeguamento carraia utilizzata a scopi agricoli (tratto privato) ml 410 x 5m

Scavo di sbancamento spessore 50 cm

1.025mc x 2€………………………………………………………………………………………… 2.050€

- Fornitura e posa in opera di ghiaia in sorta/materiale macinato proveniente da demolizione per rilevato della pista spessore 50 cm, comprensivo di costipamento mc 1.025 x € 15. ………………………………………………………………………………… 15.375€

Comune di Castell’Arquato

Attraversamento canale della Sforzesca

- fornitura e posa in opera di n°2 elementi scatolari delle dimensioni di 3000 mm x2000 mm e lunghezza 2000 mm n°2 x €1.000 ……………………………………………………………………………………… 2.000€

- Realizzazione di soletta in cls spessore 10 cm quale basamento per gli elementi scatolari (mq 12 circa) 12 mq x 30 €/mq………………………………………………………………………………… 360€

Comune di Castell’Arquato

adeguamento carraia utilizzata a scopi agricoli (tratto demaniale) ml 218 x 5m

Scavo di sbancamento spessore 50 cm

545mc x 2€………………………………………………………………………………………… 1.090€

- Fornitura e posa in opera di ghiaia in sorta/materiale macinato proveniente da demolizione per rilevato della pista spessore 50 cm, comprensivo di costipamento mc 545 x € 15. …………………………………………………………………………………… 8.175€

Comune di Castell’Arquato

livellamento tratto demaniale in area perifluviale ml 70 x 4m

Livellamento

280 mq x 1.5€……………………………………………………………………………………… 420€

Comune di Castell’Arquato

allestimento Guado

posa in opera di 3 tubi in acciaio ondulato ø 800 autoportanti, raccordo con le rive, rinfianco

con materiale ghiaioso prelevato in loco e realizzazione di sottofondo con stesa di circa 50

cm di materiale ghiaioso tout venant

A forfait ……………………………………………………………………………………………… 4.000€

Comune di Alseno

livellamento viabilità demaniale ml 215 x 4m

Livellamento

860mq x 1.5€………………………………………………………………………………………… 1.290€

Comune di Alseno

Ampliamento strada privata esistente ml 139 x 1m

Ampliamento sede stradale (1 m circa) con fornitura e posa in opera di ghiaia in

sorta/materiale macinato proveniente da demolizione per rilevato della pista spessore 50

cm, comprensivo di costipamento

mc 70 x € 15……………………………………………………………………………………… 1.050€

Comune di Alseno

asfaltatura viabilità privata ml 850 x 5m

Ampliamento sede stradale (1 m circa) con fornitura e posa in opera di ghiaia in

sorta/materiale macinato proveniente da demolizione per rilevato della pista spessore 50

cm, comprensivo di costipamento

mc 425 x € 15……………………………………………………………………………………… 6.375€

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Fornitura e posa in opera di misto granulare stabilizzato spessore 10 cm, comprensivo di

costipamento

425mc x 30€………………………………………………………………………………………… 12.750€

Fornitura e posa in opera di misto bitumato tipo binder 0 - 20 spessore 10 cm

4250mq x 16€……………………………………………………………………………………… 68.000€

Comune di Alseno

Ampliamento accesso carraio SP n°4

- Fornitura e posa in opera di tubazione in cls autoportante (diam. 500mm) per interramento cunetta comprensivo di rinfianco con materiale sabbioso ml 25 x 60 €/m …………………………………………………………………………………… € 1.500=

- Scavo di sbancamento per ampliamento (120 mq) accesso con allontanamento del materiale di risulta mc 108 x € 2 ……………………………………………………………………………………… € 216=

- Fornitura e posa in opera di letto di sabbia per preparazione del piano di posa della massicciata compreso rullatura, bagnatura e ogni onere per la messa in opera: spessore medio 20 cm mc 24 x € 15……………………………………………………………………………………… € 360=

- Fornitura e posa in opera di materiale macinato proveniente da demolizione per rilevato stradale spessore 40 cm, comprensivo di costipamento mc 48 x € 15……………………………………………………………………………………… € 720=

- Fornitura e posa in opera di misto granulare stabilizzato spessore 20 cm, comprensivo di costipamento mc 24 x € 45. …………………………………………………………………………………… € 1.080=

- Fornitura e posa in opera di misto bitumato tipo binder 0 - 20 spessore 10 cm

mc 24 x € 16……………………………………………………………………………………… € 384=

TOTALE € 127.195=

Nei sopra riportati calcoli dei costi delle opere di adeguamento viabilistico è stato

tenuto conto dell'impiego delle macchine operatrici in dotazione al cantiere e

dall'esperienza maturata in tale tipo di interventi dalla ditta Vetrucci srl.

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VERIFICA IDRAULICA GUADO IN PROGETTO

(a cura Prof. Ing. P. Ghilardi)

Il presente contributo tecnico riguarda la valutazione circa la fattibilità di un

guado sommergibile in materiale sciolto posato sull’alveo dell’Arda, e dotato di

tubi metallici per consentire il transito della corrente. Risulta opportuno

sottolineare che trattasi di guado esistente periodicamente utilizzato dai mezzi

agricoli per passare da una sponda all’altra del torrente attraversando l’alveo.

Foto n°52: Il tratto terminale della pista esistente, in sponda sinistra, che conduce al guado

Il guado è previsto della larghezza massima di 4 m e realizzato in modo da

non alzare l’attuale altimetria delle piste di accesso. Vista la stagionalità37

dell’attività che sarà svolta in cava “Gerazza” è presumibile che nel periodo

invernale, durante le quali sono prevedibili le maggiori portate del corso d’acqua,

l’opera non venga utilizzata.

A tale riguardo è opportuno che, durante i periodi di fermo dell’attività, di

solito i mesi più piovosi dell’anno, le tubazioni vengano rimosse al fine di non

alterare il normale deflusso delle piene.

37

stimata in 150 giorni/anno condizioni metereologiche permettendo

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Fig. n°88: Sezione del tratto di T. Arda ove è in previsione la riattivazione del guado

Caratteristiche della sezione

La sezione del guado si trova nel tratto fra le sezioni 233 e 234 dell’Arda

nel PTCP2007 (vigente), coincidenti rispettivamente con le sezioni 40 e 41 dello

studio effettuato dall’Ing. I. Fresia (1998) a corredo del precedente PTCP.

I documenti citati riportano per le due sezioni quote del fondo

rispettivamente di 101 m e 109 m, e distanze progressive pari a 35022 m e

35912 m dalla sezione assunta come origine della ascissa curvilinea misurata

lungo l’asse dell’Arda.

Sulla base di questi dati risulta una pendenza media del tratto pari a 0.9%;

per una valutazione di massima, si è adottato questo valore come pendenza del

fondo nell’intorno della sezione in cui è prevista la realizzazione del guado.

Risulta opportuno sottolineare che il tratto di T. Arda in questione risulta

incassato di circa 2,5 m rispetto al piano di campagna circostante (pianura

coltivata).

Le portate considerate

In base ai dati forniti dal Consorzio di Bonifica di Piacenza, nel periodo

compreso fra la metà di giugno e la metà di ottobre dalla diga di Mignano viene

rilasciato solo il deflusso minimo vitale pari a 100 l/s, per cui è ragionevole

ipotizzare che nella sezione del guado in progetto la portata resti contenuta entro

i 500 l/s. Nel medesimo periodo, il Consorzio potrebbe effettuare svasi

eccezionali in caso di estrema emergenza, comunque sempre effettuati con largo

preavviso, con una portata massima di 25 m3/s38.

Stato di fatto

Sulla base delle precedenti ipotesi, e del profilo altimetrico della sezione rilevato

in loco, sono state calcolate le altezze di moto uniforme per diverse portate, come

38

ben diversa la situazione invernale, in cui con tempi di ritorno di qualche anno, le portate di

piena potrebbero superare i 50 m3/s.

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illustrato dalle figure di seguito riportate. Per i calcoli si è adottato un coefficiente

di scabrezza di Manning pari a 0.04.

Fig. n°89: Le altezze idrometriche con portata 0.5 m

3/s

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Guado Arda

RS = 130

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 2

WS PF 2

Crit PF 2

0.0 m/s

0.2 m/s

0.4 m/s

0.6 m/s

0.8 m/s

1.0 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°90: Le altezze idrometriche con portata 1 m

3/s

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Guado Arda

RS = 130

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 3

WS PF 3

Crit PF 3

0.0 m/s

0.2 m/s

0.4 m/s

0.6 m/s

0.8 m/s

1.0 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°91: Le altezze idrometriche con portata 2 m

3/s

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Guado Arda

RS = 130

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 4

WS PF 4

Cri t PF 4

-4 m/s

-2 m/s

0 m/s

2 m/s

4 m/s

6 m/s

8 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°92: Le altezze idrometriche con portata 5 m

3/s

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Guado Arda RS = 130

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 1

WS PF 1

Crit PF 1

0.0 m/s

0.2 m/s

0.4 m/s

0.6 m/s

0.8 m/s

1.0 m/s

Ground

Bank Sta

Cava di Terreni da Riempimento “Gerazza” Procedura di verifica “Screening” Comune di Castell’Arquato

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179

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Guado Arda

RS = 130

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 5

WS PF 5

Cri t PF 5

-4 m/s

-2 m/s

0 m/s

2 m/s

4 m/s

6 m/s

8 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°93: Le altezze idrometriche con portata Portata 10 m3/s

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Guado Arda

RS = 130

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 5

WS PF 5

Cri t PF 5

-4 m/s

-2 m/s

0 m/s

2 m/s

4 m/s

6 m/s

8 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°94: Le altezze idrometriche portata 30 m

3/s

Le altezze calcolate con le portate più basse ben riflettono la situazione idraulica

riscontrata durante il sopralluogo effettuato in data 13 marzo 2013 alla presenza

dell’Ing. Fagnoni e dell’Ing. C. Francia della RER Servizio Tecnico di Bacino F.

Po.

Foto n°53: Il guado ripreso dalla sponda sinistra

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180

Assetto di progetto

Ipotesi 1 – tre tubi da 800 mm

Nel caso di installazione di tre tubi metallici corrugati di diametro interno 800 mm

e scabrezza di Manning pari a 0.02, si ottiene quanto illustrato dalle figure che

seguono.

Fig. n°95

La portata di 500 l/s transita completamente all’interno dei tubi occupando solo

una piccola parte della sezione, e provocando un rialzo del pelo libero a monte

dell’ordine della decina di cm.

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

Guado Arda RS = 112 Culv Guado

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 1

WS PF 1

Crit PF 1

0.0 m/s

0.2 m/s

0.4 m/s

0.6 m/s

0.8 m/s

1.0 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°96

Sezione di valle del guado con l’indicazione della quota d’acqua (WS PF 1) nel

caso di portata pari a 500 l/s.

0 5 10 15 20 25 30-0.2

0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

1.2

1.4

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 1

WS PF 1

Crit PF 1

Ground

Arda 1

Cava di Terreni da Riempimento “Gerazza” Procedura di verifica “Screening” Comune di Castell’Arquato

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181

0 5 10 15 20 25 30-0.2

0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

1.2

1.4

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 2

WS PF 2

Crit PF 2

Ground

Arda 1

Fig. n°97:

Considerazioni analoghe valgono per la portata di 1 m3/s (vedi fig. n°..: ).

0 5 10 15 20 25 30-0.2

0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

1.2

1.4

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 3

WS PF 3

Crit PF 3

Ground

Arda 1

Fig. n°98

Come illustrato nella figura sopra riportata anche la portata di 2 m3/s transita tutta all’interno dei tubi.

0 5 10 15 20 25 30

0.0

0.5

1.0

1.5

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vatio

n (

m)

Legend

EG PF 4

WS PF 4

Crit PF 4

Ground

Arda 1

Fig. n°99:

Cava di Terreni da Riempimento “Gerazza” Procedura di verifica “Screening” Comune di Castell’Arquato

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182

Nell’ipotesi di transito di 5 m3/s il guado viene sormontato, nella sua parte

centrale, da una lama d’acqua stimabile in 10-15 cm, provocando un

innalzamento del pelo libero a monte di circa 1 m, tale comunque da non

generare allagamenti della campagna circostante (vedi fig. n°100 ).

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

Guado Arda RS = 112 Culv Guado

Station (m)

Ele

vatio

n (

m)

Legend

EG PF 4

WS PF 4

Crit PF 4

0.0 m/s

0.2 m/s

0.4 m/s

0.6 m/s

0.8 m/s

1.0 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°100: Sezione di monte del guado nel caso di portata pari a 5 m

3/s.

0 5 10 15 20 25 30-0.5

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 5

WS PF 5

Crit PF 5

Ground

Arda 1

Fig. n°101:

Nel caso di manovre di svaso del tutto eccezionali, considerando

prudenzialmente una portata di 30 m3/s, il profilo di pelo libero a monte del guado

verrebbe localmente incrementato di circa 1 m (vedi fig. n°101 sopra riportata.

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183

ipotesi 2 – due tubi da 1000 mm

Nel caso di installazione di due tubi metallici corrugati di diametro interno 1000

mm e scabrezza di Manning pari a 0.02, si ottiene un transito passaggio della

corrente molto simile a quello relativo all’ipotesi di tre tubi da 800 mm come

illustrato nel seguito.

0 5 10 15 20 25 30

0.0

0.5

1.0

1.5

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 1

WS PF 1

Crit PF 1

Ground

Arda 1

Fig. n°102:

La portata di 500 l/s transita completamente all’interno dei tubi occupando solo

una piccola parte della sezione, e provocando un rialzo del pelo libero a monte

dell’ordine dei 20 cm.

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

Guado Arda

RS = 112 Culv Guado

Station (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 1

Crit PF 1

WS PF 1

0.0 m/s

0.2 m/s

0.4 m/s

0.6 m/s

0.8 m/s

1.0 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°103

Sezione di valle del guado con l’indicazione della quota d’acqua (WS PF 1) nel

caso di portata pari a 500 l/s.

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184

0 5 10 15 20 25 30

0.0

0.5

1.0

1.5

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vation

(m

)

Legend

EG PF 2

WS PF 2

Crit PF 2

Ground

Arda 1

Fig. n°104:

Anche in questo caso la portata di 1 m3/s è ben contenuta all’interno dei tubi.

0 5 10 15 20 25 30

0.0

0.5

1.0

1.5

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vatio

n (

m)

Legend

EG PF 3

WS PF 3

Crit PF 3

Ground

Arda 1

Fig. n°105:

Il profilo della corrente con portata di 2 m3/s.

0 5 10 15 20 25 30

0.0

0.5

1.0

1.5

Guado Arda

Main Channel Distance (m)

Ele

vatio

n (

m)

Legend

EG PF 4

WS PF 4

Crit PF 4

Ground

Arda 1

Fig. n°106

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185

Nell’ipotesi di transito di 5 m3/s il guado viene sormontato, nella sua parte

centrale, da una lama d’acqua stimabile in 10-15 cm, del tutto simile a quella

ottenibile nella ipotesi di tre tubi da 800 mm, provocando un innalzamento del

pelo libero a monte di circa 1 m, tale comunque da non generare allagamenti

della campagna circostante.

0 5 10 15 200.0

0.5

1.0

1.5

2.0

Guado Arda RS = 112 Culv Guado

Station (m)

Ele

vatio

n (

m)

Legend

EG PF 4

WS PF 4

Crit PF 4

0.0 m/s

0.2 m/s

0.4 m/s

0.6 m/s

0.8 m/s

1.0 m/s

Ground

Bank Sta

Fig. n°107: Sezione di monte del guado nel caso di portata pari a 5 m

3/s.

Conclusioni Tutto ciò premesso i calcoli eseguiti hanno permesso di concludere quanto segue:

il tipo di manufatto proposto, in entrambe le soluzioni, consente il transito delle portate di normale regime senza creare apprezzabili fenomeni di rigurgito

nel caso di portate pari a circa 5 mc/sec, assai improbabili nel periodo

di attività della cava, si avrà solo un sormonto parziale dell’opera

(limitato alla porzione centrale a quota più bassa come da sezione

allegata) senza creare alcun fenomeno di allagamento della campagna

circostante

vista la stagionalità dell’utilizzo del guado, è opportuno che durante i

periodi di fermo dell’attività, di solito i mesi più piovosi dell’anno, le

tubazioni vengano rimosse al fine di non alterare il normale deflusso

delle piene.

L’Azienda ha quindi optato per l’ipotesi 1 e cioè la posa in opera di 3 tubi da 800

mm cad.

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186

RESTAURO AMBIENTALE

(tratta dalla “Relazione agrovegetazionale e di recupero naturalistico” a cura del dott. Agr. R. Fumi)

Il PAE Vigente

Detto strumento urbanistico prevede, per la cava in oggetto, due differenti

tipologie di restauro dei luoghi le cui caratteristiche vengono di seguito riportate:

Superfici recuperate all’uso agricolo

Il riassetto finale delle aree che saranno restituite all’uso agricolo sarà

effettuato con rideposizione e livellamento del terreno agrario e di copertura,

precedentemente asportati, integrando, per quanto necessario, con materiale

proveniente dall’esterno; detti materiali dovranno essere collocati nella fossa di

scavo prima della stesura della preesistente copertura limo argillosa al fine di

mantenere l’originaria successione stratigrafica.

I materiali utilizzati per il ritombamento dovranno essere esclusivamente

naturali provenienti da scavi sbancamenti o cave di prestito, limi di lavaggio degli

inerti (purchè non soggetti a trattamento chimico fisico39) o comunque materiali

idonei ai sensi del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152.

L’attività di recupero sarà finalizzata quindi a raccordare le superfici

oggetto d’intervento all’inclinazione generale diffusa nel contesto orografico

locale e ricalcherà i lineamenti paesaggistico-ambientali del territorio circostante

a quota leggermente ribassata.

E’ vietato fare accumuli di terreno vegetale e/o di scarto di cava nei fossi o

canali limitrofi interrompendo e/o deviando lo scorrimento naturale delle acque.

Superfici recuperate a bacino lacustre

Nella porzione meridionale dell’ambito estrattivo è prevista la creazione di

un bacino idrico ad uso irriguo della superficie pari a circa 1,7 ha.

Trattasi di bacino di modeste dimensioni che servirà a soddisfare le necessità del

fondo agricolo; l’adduzione sarà attuata dal limitrofo Rio degli Agazzi (della rete

del Consorzio di Bonifica di Piacenza) nonché, nel periodo

autunnale/primaverile40, con le acque di ruscellamento dei campi favorendo

quindi il risparmio di risorsa nei periodi estivi siccitosi.

Lo scavo dovrà essere idoneamente impermeabilizzato sia sul fondo che

sulle scarpate laterali. Ai fini della sicurezza, sarà necessario mettere in opera

idonea recinzione perimetrale e posti in opera i seguenti dispositivi di sicurezza:

39

come previsto dalla nota dell’Amministrazione Provinciale Servizio Ambiente prot. 14750 del 18 febbraio 2004 40

mesi notoriamente piovosi

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187

- scarico di troppo pieno;

- sistema di sollevamento artificiale delle acque per il suo svuotamento;

Interventi a verde previsti dal PAE

Tutte le superfici antistanti il laghetto dovranno essere inerbite

Lungo l’intero perimetro è previsto l'impianto di un filare arboreo della lunghezza

di circa 600 metri, con essenze a carattere igrofilo e sesto d’impianto di 4 metri. I

nuovi impianti saranno effettuati con la messa a dimora di 150 esemplari d’alto

fusto. La scelta della specie dovrà essere tassativamente orientata verso quelle

autoctone indicate nella seguente tabella:

Tab. n°19

Salix spp 40% Populus nigra 30% Specie arboree

Populus alba 30%

Lungo il perimetro settentrionale, ed in parte anche occidentale, dell’ambito

estrattivo sarà eseguito un intervento di rinaturazione con impianto di siepi lineari

(ampiezza 5m) caratterizzate dalle essenze arbustive indicate nella tabella di

seguito riportata:

Tab. n°20:

Prunus avium 10% Prunus padus 10%

Prunus spinosa 15% Corylus avellana 10% Malus sylvestris 10%

Pyrus spp. 10% Cornus mas 10%

Viburnum opalus 10% Viburnum lantana 10%

Specie arbustive

Ligustrum vulgare 5%

Considerando che il sesto d’impianto previsto è di 1 x 2, (1m sulla fila e due metri

tra le file) saranno posti a dimora circa 800 esemplari arbustivi.

Disarmonie legate al ripristino previsto dal PAE vigente

In data 21/12/12 è stato approvato il PIAE 2011 che nell’Allegato 6.4 alle NTA

descrive le modalità di ripristino per “Poli e Ambiti estrattivi situati in zone extra

fluviali con attività estrattiva sopra falda”. Il progetto proposto dal presente

screening viene redatto in accordo con tale strumento di pianificazione.

In particolare al fine di ottemperare a quanto imposto dall’art. 42 “Principi, finalità,

direttive e prescrizioni per il recupero delle aree di cava”, comma 8, delle NTA del

PIAE 2011 si sono implementate le superfici destinate a recupero vegetazionale,

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188

al fine di garantire l’abbattimento in 10 anni della CO2 emessa dalle attività di

coltivazione della cava, fino a portarle a circa 1 ha.

Le nuove tipologie di ripristino scelte, che consentiranno di ampliare a scala

locale un ecomosaico differenziato, sono di seguito riportate:

Sostituzione della siepe lineare arbustiva (sesto d’impianto 1 x 2, e cioè

1m sulla fila e due metri tra le file) con una doppia siepe arboreo

arbustiva (vedi fig. n°120) con modulo così composto: 1 fila arbusti, 1

fila di alberi, 1 fila di arbusti, 1 fila di alberi, 1 fila di arbusti (sesto:

arbusti distanti sulla fila m 2 e alberi distanti sulla fila m 5).

inserimento di due nuclei boscati mesofili di superficie complessiva pari

a circa 650 mq (vedi fig. n°121) .

Il Progetto proposto dal presente Screening

Il presente studio prevede la realizzazione di interventi volti a ridurre,

compensare ed eliminare le conseguenze negative indotte dalle future attività

estrattive nonché la definizione delle modalità di sistemazione e destinazione

finale del suolo. La porzione di territorio da interessare all'escavazione allo

stato risulta intensamente antropizzata e non presenta emergenze paesistiche di

rilievo. Trattasi di un ripiano dolcemente ondulato e degradante verso l’asta del T.

Arda il cui prevalente utilizzo del suolo è a seminativo a rotazione.

Il recupero ambientale dei luoghi non presenta particolari difficoltà e, dal

punto di vista morfologico, a conclusione dell'intervento le linee di paesaggio non

si discosteranno sensibilmente da quelle originali.

Il recupero morfologico delle aree riconvertite all’uso agricolo sarà a quota

parzialmente ribassata; l’intervento porterà alla creazione di un piano a debole

pendenza (4/5‰) che si raccorderà ai terreni circostanti con una scarpata a

debole pendenza (5°) di altezza max pari a circa 0,8 m.

Fig. n°108: Schema delle modeste scarpate che si verranno a creare in direzione longitudinale

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189

Lungo il confine settentrionale la nuova superficie si collegherà all’appezzamento

circostante senza alcuna evidenza morfologica (vedi ALL. N° 21, 22) in modo da

garantire un naturale deflusso delle acque meteoriche nella cunetta esistente che

borda l’appezzamento verso nord.

Fig. n°109: Schema delle pendenze che saranno conferite alle superfici verso nord

A conclusione dell’intervento le superfici saranno reintegrate nel paesaggio

agrario e potranno essere investite con le medesime tipologie colturali dei terreni

adiacenti.

Impermeabilizzazione dell’Invaso

L’intervento verrà eseguito con l’ausilio di bentonite sodica naturale

granulare; in primo luogo sarà necessario regolarizzare e compattare il fondo

dello scavo che, dai risultati delle indagini, sarà impostato nelle ghiaie a matrice

limosa. In riferimento alla natura incoerente del fondo dello scavo sarà

necessario l’utilizzo di circa 10 kg/mq di bentonite.

La preliminare fase per una corretta realizzazione del pacchetto

impermeabilizzante è quella di riportare uno strato di terreno41 di spessore, a

compattazione avvenuta, pari a 25 cm. A questo punto verrà distribuita la

bentonite con i tradizionali mezzi di cantiere o potranno trovare ugualmente

impiego attrezzature agricole (spandi letame) o stradali (spandi sale); lo strato di

bentonite granulare dovrà essere idoneamente rullato.

Fig. n°110: Pacchetto impermeabilizzante previsto dal presente progetto

41

potranno essere profiquamente utilizzati i limi argillosi, presenti in loco

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190

Successivamente, per impedire che un rigonfiamento libero della bentonite a

contatto diretto con l’acqua possa alterare quelle che sono le intrinseche

proprietà impermeabilizzanti del sistema, sarà realizzato uno strato di

confinamento di ulteriori 25 cm circa, sempre utilizzando materiali fini presenti in

loco. Come previsto dal PAE vigente, ai fini della sicurezza, sarà posta in opera

idonea recinzione perimetrale all’area adibita a bacino.

Tabella n°21: Dati dell’invaso

Modalità di approvvigionamento risorsa

Come precedentemente accennato, il bacino potrà essere invasato

avvalendosi delle ore di acqua in concessione all’Azienda provenienti dal Rio

degli Agazzi42 (portata garantita dal Consorzio nella stagione irrigua 100 l/sec).

In queste condizioni di portata l’invaso potrebbe essere caricato in circa 15

ore.

Ciò premesso il riempimento del lago è comunque previsto nel periodo

immediatamente successivo a quello irriguo in modo da limitare il lasso di tempo

a bacino vuoto solo a 50 - 60 giorni e, al contempo, favorire il risparmio di risorsa

nei periodi estivi siccitosi. Anche in condizioni di minima portata del canale della

Sforzesca (canale alimentante il rio degli Agazzi), che da informazioni assunte al

Consorzio di Bonifica di Piacenza è nell’ordine di 20/30 l/sec, il bacino potrebbe

comunque essere riempito in soli 3 giorni circa.

La realizzazione dell’invaso potrà eventualmente consentire l’utilizzo, in

caso di necessità, anche delle quote residuali non impiegate da altri utenti del

canale consortile, nonché realizzare un potenziale risparmio grazie alla

tesaurizzazione delle acque meteoriche, normalmente abbondanti nel periodo di

minore fabbisogno vegetativo. L’acqua per il riempimento del bacino sarà

derivata mediante una condotta interrata (diametro 600 mm) posta ad una

profondità di 0,85 cm dal p.c. e con pendenza pari a 2‰.

42

a sua volta alimentato dal Canale della Sforzesca

DATI GENERALI

Superficie destinata a lago 15.074 mq

Profondità a lago ultimato 3.3 m da p.c.

Pendenza delle scarpate 21°

Spessore limi per impermeabilizzazione 0,7 m

Volume per impermeabilizzazione 10.551 mc

Capacità di invaso a – 1 dal p.c. 32.000 mc

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191

Sulla condotta adduttrice, circa al vertice meridionale del bacino, è prevista

la realizzazione di un pozzetto in c.a. di dimensioni pari a 1m x 1m x 1m (interno)

munito di paratoia.

In prossimità del sistema di adduzione è stata prevista la realizzazione di una

gettata di calcestruzzo, o analogo manufatto a scogliera, per evitare il

danneggiamento dello strato di confinamento, prodotto da erosioni localizzate

nella zona di ricarica (vedi schema allegato) .

Fig. n°111: Sezione schematica opere di adduzione

Al fine di sfiorare eventuali eccessi di portata immessa o innalzamenti di livello

idrico del bacino in conseguenza di piogge intense, è stata prevista l’istallazione

di un pozzetto con quota della soglia di sfioro posta a 110.1 m s.l.m collegato ad

una tubazione in cemento del diametro di 600 mm che recapiterà le acque al

limitrofo rio degli Agazzi (109.2 m s.l.m.).

Fig. n°112: Sezione schematica opere di scarico

Intorno al bacino sarà realizzata una pista di servizio della larghezza pari a 3 m

costituita da un cassonetto di 30 cm di ghiaia più 10 cm di stabilizzato costipati.

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192

Verifiche di stabilità delle scarpate del bacino lacustre (a cura prof. Ing. P. Ghilardi)

Parametri geotecnici utilizzati per le verifiche

Nella seguente tabella vengono riepilogati i parametri geotecnici (in condizioni drenate)

desunti dalla campagna geognostica realizzata (prove penetrometrica CPT e prova

MASW) e dall’ampia bibliografia disponibile in merito ai materiali da utilizzarsi per le

impermeabilizzazioni di bacini artificiali. Vengono altresì esplicitati i valori ridotti in

funzione dei fattori di sicurezza parziali introdotti dalle nuove norme tecniche per le

costruzioni (NTC 2008).

Tab. n°22:

(°) C’

kPa K

(cm/sec)

(kN/m3)

Drenate NTC 08 Drenate NTC 08

Ghiaia (in posto) 17 43 34 0 0 -

Impermeabilizzazione limosa43

19 25 20 15 12 10-5

<K<10-7

Dove:

= peso di volume C’=coesione in termini di sforzi efficaci

’= angolo di attrito in termini di sforzi efficaci K= coefficiente di permeabilità medio Accelerazione sismica massima attesa 0,13g applicata orizzontalmente.

Cenni sui metodi di calcolo e sul software utilizzato

La distribuzione delle pressioni interstiziali è stata ricavata per mezzo di

algoritmi basati sulle equazioni differenziali che descrivono il movimento delle

acque filtranti in mezzi saturi e parzialmente saturi, mentre per le analisi di

stabilità qui presentate è stato applicato, fra i vari metodi dell’equilibrio limite, il

metodo rigoroso di Morgenstern e Price che ha fra l’altro fornito risultati

conservativi rispetto a metodi approssimati quali quello di Bishop.

I calcoli sono stati eseguiti per mezzo dei software applicativi SEEP/W e

SLOPE/W della Geo-Slope International.

SEEP/W è un software per l’analisi di acquiferi basato su schemi a elementi finiti,

in grado di analizzare problemi di filtrazione e di dissipazione delle pressioni

interstiziali in suoli e rocce, in condizioni di moto stazionario oppure di transitorio

come nel caso di svuotamento di un invaso. Il programma è in grado di

analizzare flussi sia in condizioni sature che insature, rendendo possibile anche

la simulazione di fenomeni di infiltrazione dovuta a pioggia e l’evoluzione della

superficie libera.

43

considerando un addensamento in sito al 95% della massima densità secca (MDD) derivata dalla prova Proctor Standard

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193

SLOPE/W permette il calcolo del fattore di sicurezza per versanti in terra o roccia,

in varie condizioni di presenza dell’acqua o di applicazione di carichi esterni, e

implementa vari metodi di calcolo. Usando il metodo dell’equilibrio limite, il

software è in grado di simulare suoli eterogenei con stratigrafie e superfici di

rottura di forma complessa, con condizioni variabili di pressione interstiziale e una

ampia selezione di modelli di suolo. L’analisi di stabilità può essere eseguita sia

sulla base di dati deterministici che probabilistici, e anche utilizzando analisi dello

stato di sforzo agli elementi finiti in aggiunta ai calcoli di equilibrio limite.

Una volta individuata la superficie di rottura a minor fattore di sicurezza tra

superfici di assegnata forma, p.es. circolare, SLOPE/W permette di raffinare

ulteriormente l’analisi modificando la forma della superficie, individuando così,

attraverso una procedura di ottimizzazione, una eventuale superficie di forma

differente e fattore di sicurezza ancora minore. Verifica di stabilità scarpate in condizioni di lago vuoto

Fig. 113

Usando i parametri geotecnici modificati secondo le NTC 2008, la verifica

effettuata col metodo di Morgenstern e Price fornisce un valore di 1.819 del

coefficiente di sicurezza ipotizzando superfici di forma circolare, con i centri di

curvatura ubicati nei punti marcati in rosso (fig. 113) e vari raggi, fino a circa

20.000 ipotetiche superfici di rottura simulate. In tali condizioni il pendio può

essere considerato stabile, essendo il fattore di sicurezza ben superiore al

minimo atteso secondo le indicazioni del DM 14.1.2008 (Fs 1.1)

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194

Fig. 114– Mappa delle possibili superfici di rottura analizzate

Per la medesima verifica, in fig. 114 è riportata la mappa derivata

dall’analisi di varie superfici di rottura, con incrementi del fattore di sicurezza di

0.05 passando da una zona del medesimo colore ad una adiacente. La zona a

minor fattore di sicurezza è quella rossa (FS = 1.9), quella blu ha il fattore di

sicurezza pari a FS = 2.9.

Verifica di stabilità scarpate a bacino pieno

Le verifiche di stabilità a lago pieno sono state eseguite col medesimo

carico sismico orizzontale di 0.13 g, e sempre con le caratteristiche del terreno

corrette secondo le norme NTC 2008.

In queste verifiche si nota l’effetto dello strato a bassa permeabilità (trattato con

bentonite granulare) che annulla in pratica la pressione dell’acqua al di sotto ed

esternamente ad esso, come mostrato nella fig. 115 che riporta i risultati della

analisi del campo filtrante ottenuta per mezzo del modello numerico agli elementi

finiti implementato nel programma SEEP/W.

La fig. 116 mostra la superficie di rottura critica individuata dal programma

di calcolo SLOPE/W utilizzando il metodo rigoroso di Morgenstern e Price

supponendo superfici di rottura circolari e poi ricercando, nell’intorno delle

superfici a minor fattore di sicurezza, la forma non circolare della superficie di

rottura critica attraverso algoritmi di ottimizzazione.

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195

Il fattore di sicurezza anche in queste ipotesi rimane al di sopra di FS = 2.6 ben

superiore al minimo di legge richiesto (Fs 1.1).

Fig. 115 – Il minimo fattore di sicurezza (FS = 2.622) si ottiene con la superficie di rottura

indicata in figura.

,

Fig. 116

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196

La fig. 116 mostra la mappa costruita sulla base dei fattori di sicurezza delle varie

superfici di rottura ipotizzate. La zona a minor fattore di sicurezza è quella rossa

(FS = 2.7), e passando da una zona del medesimo colore ad una adiacente si ha

un incremento del fattore di sicurezza di 0.05 fino alla zona blu dove FS = 4.2.

Verifica di stabilità scarpate per rapido svuotamento dell’invaso

La verifica in caso di rapido svuotamento è stata effettuata considerando

l’effettivo campo di filtrazione, ricavato per mezzo dello schema numerico agli

elementi finiti utilizzato nel programma SEEP/W. Subito dopo un ipotetico

svuotamento istantaneo, si annulla la pressione sulla superficie del versante a

contatto con l’acqua mentre il contenuto dello strato superficiale del terreno

limoso resta praticamente inalterato rispetto all’istante iniziale; la distribuzione

della pressione viene però modificata, venendo a mancare il carico dovuto

all’acqua precedentemente contenuta nel lago.

La fig. 117 mostra i risultati della analisi di stabilità eseguita subito dopo

l’ipotetico svuotamento rapido. Anche considerando l’improbabile contemporanea

applicazione di un carico sismico di 0.13 g come nel caso delle verifiche

precedentemente esposte, il fattore di sicurezza si mantiene su di un rassicurante

valore di 1.816.

Fig. 117

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197

Fig. 118 – Zone delle ipotetiche superfici di rottura con fattori di sicurezza variabili intorno a 1.9 (zona rossa) fino a 2.9 (zona blu) con incrementi di 0.05 fra due zone adiacenti di diverso colore.

La fig. 118 mostra la mappa costruita sulla base dei fattori di sicurezza delle

varie superfici di rottura ipotizzate. La zona a minor fattore di sicurezza è quella

rossa, e passando da una zona del medesimo colore ad una adiacente si ha un

incremento del fattore di sicurezza di 0.05.

Conclusioni

In relazione alla scelta nelle verifiche effettuate in merito ai parametri geotecnici

decisamente conservativi, nonché alle condizioni idrauliche e alle azioni sismiche

applicate altrettanto cautelative è possibile considerare i fattori di sicurezza

ottenuti possono essere considerati idonei in relazione alle opere in progetto.

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198

Indicazioni per lo stoccaggio del terreno agrario

Durante le fasi iniziali della coltivazione della cava un’attenzione

particolare va posta allo scotico, stoccaggio e riutilizzo del terreno agrario: i

movimenti terra devono avvenire evitando che l’humus vada disperso tramite un

processo di mineralizzazione della sostanza organica.

Occorre anche evitare che il terreno sia stoccato per tempi molto lunghi

prima di un suo riutilizzo: ciò favorirebbe la dilavazione delle sostanze, utili alla

vita delle piante, ad opera degli agenti meteorici.

Il primo strato di terreno agrario, per uno spessore pari ad almeno 0,5 m,

deve essere conservato e depositato nelle vicinanze della parte scavata, per

essere poi riutilizzato nella fase di sistemazione finale.

Dovranno essere “scolturate” dal terreno agrario anche quelle superfici

destinate al deposito temporaneo dei materiali di lavorazione, scarto nonché le

superfici destinate a rampe e corsie e ad accogliere le attrezzature di servizio, le

aree di sosta dei macchinari, ecc.

In caso di necessità al fine di consentire al terreno una più rapida

ricostituzione della propria struttura, compromessa dalle operazioni di scavo, al

momento della sua ristesura sulle superfici recuperate, si potranno eseguire

correzioni con ammendanti organici, quali compost certificato.

La pendenza finale che fornita all’appezzamento (verso i quadranti

settentrionali), garantirà il normale deflusso delle acque meteoriche nei colatori

esistenti.

Si consiglia infine, nei primi anni di recupero dell’attività agricola, di

destinare l’area alla coltivazione di erba medica, al fine di favorire una rapida

ricostituzione della struttura del terreno, modificata dalle operazioni di movimento

terra.

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199

Interventi a Verde in progetto

Filare arboreo

Sarà realizzato un filare arboreo perimetrale al bacino lacustre di neoformazione

(m 600); l’ingombro laterale del filare così progettato sarà mediamente di m 6.

Sesto d’impianto:

gli alberi saranno messi a dimora in un’unica fila, a distanza di m. 4 sulla fila

stessa.

Densità di investimento:

5 alberi ogni 20 metri lineari di filare

Fig.119 sesto d’impianto del filare

Le specie impiegate saranno le seguenti:

Tab. n°23 – specie arboree da impiegare per la realizzazione del filare perimetrale al lago in

accordo con quanto indicato dal PAE vigente

Numero

Esemplari

Salix spp 40% 60

Populus nigra 30% 45 Alberi

Populus alba 30% 45

Totale 150

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200

Siepe doppia arboreo arbustiva lungo il confine nord occidentale della cava

Lungo il confine nord occidentale della cava (lunghezza circa 465 metri) sarà

impiantata una siepe con modulo doppio rispetto a quanto previsto nell’Allegato

6.10 fig. n°9 del PIAE 2011. Modulo: 1 fila arbusti 1 fila di alberi 1 fila di arbusti 1 fila di alberi 1 fila di arbusti

Fig. n°120: Schema di progetto della siepe

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201

Ampiezza trasversale: 10 m

Sesto di impianto:

arbusti distanti sulla fila 2 m.

alberi distanti sulla fila 5 m.

Densità di investimento:

ogni 10 metri di siepe 4 alberi e 15 arbusti

L’ingombro laterale della siepe così progettata sarà mediamente di m 12.; la sua

altezza, una volta che le piante avranno raggiunto la fase di maturità, sarà di

circa m 12 -15.

Tab. n°24 – specie arboree da impiegare per la realizzazione della siepe arboreo arbustiva in

accordo con quanto indicato dall’allegato 6.4 del PIAE 2011

Numero

Esemplari

Roverella (Quercus pubescens) 50% 93

Pioppo nero (Populus nigra) 15% 28

Carpino bianco (Carpinus betulus) 5% 10

Olmo (Ulmus minor) 15% 28

Acero campestre (Acer campestre) 5% 10

Orniello (Fraxinus ornus) 5% 10

Alberi

Ciliegio selvatico (Prunus avium) 5% 10

Totale 189

Tab. n°25 – specie arbustive da impiegare per la realizzazione della siepe arboreo arbustiva in

accordo con quanto indicato dall’allegato 6.4 del PIAE 2011

Numero

Esemplari

Nocciolo (Corylus avellana) 30% 209

Sanguinello (Cornus sanguinea) 30% 209

Viburno (Viburnum opulus) 20% 140 Arbusti

Fusaggine (Euonymus europaeus) 20% 140

Totale 698

E' fatto divieto il ricorso ad esemplari di Robinia pseudoacacia essenza

ritenuta infestante ed anche alle specie Crataegus, il cui impianto è vietato fino al

31/12/2013 ai sensi della Determina n. 13886 del 29/11/2010 da parte del

Servizio Fitosanitario Regionale.

Nuclei boscati mesofili

Le finalità sono quelle di favorire la ricostituzione di unità naturali minori (mq 730)

che possano costituire tappe discrete di appoggio per gli spostamenti della fauna

selvatica in un’area che allo stato è caratterizzata da una elevata pressione

antropica.

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202

Le specie, in accordo con quanto contemplato dall’Allegato n°6.4 a corredo del

PIAE 2011, dovranno consentire lo sviluppo della fitoassociazione climax

Querce-carpinetum boreo italicum.

Tab. n°26 – specie arboree da impiegare per la realizzazione dei nuclei boscati mesofili in

accordo con quanto indicato dall’allegato 6.4 del PIAE 2011

Numero

Esemplari

Roverella (Quercus pubescens) 50% 36

Pioppo nero (Populus nigra) 15% 10

Noce (Juglans regia) 5% 4

Olmo (Ulmus minor) 15% 10

Acero campestre (Acer campestre) 5% 4

Orniello (Fraxinus ornus) 5% 4

Alberi

Ciliegio selvatico (Prunus avium) 5% 4

Totale 72

Tab. n°27 – specie arbustive da impiegare per la realizzazione dei nuclei boscati mesofili in

accordo con quanto indicato dall’allegato 6.4 del PIAE 2011

Numero

Esemplari

Nocciolo (Corylus avellana) 30% 25

Sanguinello (Cornus sanguinea) 30% 25

Viburno (Viburnum opalus) 20% 18 Arbusti

Fusaggine (Euonymus europaeus) 20% 18

Totale 84

Fig. n°121: Schema di progetto del bosco mesofilo

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203

Dimensione: m 13 X 14

Distanza tra le file: m 2,5

Sesto di impianto: 3m x 3m44.

N. di piante per modulo: n. di alberi 18

n. arbusti 21

Densità di investimento: 990 alberi/ha

1.155 arbusti/ha

Tot 2145 piante/ha

Operazioni al momento dell’impianto

In accordo con quanto indicato dall’allegato 6.6 del PIAE 2011 l’impianto del

materiale vegetale dovrà essere effettuato durante il periodo di riposo vegetativo,

preferibilmente all’inizio dell’inverno.

Il calendario dei lavori potrà essere dilatato qualora si ricorresse a

materiale vivaistico in fitocella o contenitore; materiale che offre semplicità di

stoccaggio e manipolazione durante i lavori di impianto.

L’età e le dimensioni delle piantine saranno variabili da specie a specie, in

funzione della rapidità di accrescimento della specie. Si consiglia l’impiego di

materiale di altezza compresa fra cm 60 e cm 100, al fine di evitare un’eccessiva

concorrenza erbacea.

Le tecniche di impianto seguiranno le modalità riassumibili nelle seguenti fasi:

- squadratura dell’appezzamento

- leggera fresatura se necessaria (in funzione del tipo di terreno)

- concimazione di fondo con ammendante organico (3 kg/mq)

- stesura sul terreno lavorato di film pacciamante (EVA di larghezza pari a

100-120 cm e spessore di 0,08 mm) Questo materiale è in grado di

mantenersi integro per 3-4 anni. La stesura del film può essere eseguita a

mano o con macchine pacciamatrici. La striscia di plastica va sotterrata ai

lati per 10-12 cm

- apertura manuale delle buche

- messa a dimora delle piantine, secondo lo schema indicato, forando il film

lungo la linea di mezzeria: devono essere fatti dei tagli a croce di 25 cm.

- rincalzo e compressione manuale del terreno attorno alle radici

- cannettatura delle piantine e posa di protezione antilepre tipo “tubo

Shelter” in polipropilene, attorno ad ogni piantina.

44

gli arbusti saranno posti in opera a gruppi di 3

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204

- irrigazione con la stessa tecnica impiegata dall’azienda per i seminativi.

Tutti gli esemplari dovranno essere posti in buche di dimensioni adatte,

prevedendo l’eventuale ricambio totale o parziale di terra mediante l’utilizzo di

materiale speciale quali torba e concime a cessione programmata.

Sarà opportuno verificare preventivamente le caratteristiche morfologiche

e sanitarie del materiale vivaistico da utilizzare. Occorrerà eseguire nella stagione

successiva all’impianto la sostituzione delle fallanze.

Programma di gestione

La gestione include tutte le operazioni colturali di cui hanno bisogno le piante, dal

momento in cui si verifica il loro attecchimento fino alla fine del loro ciclo

vegetativo. Poiché tali operazioni sono onerose, si tende, in fase progettuale, ad

impiegare specie che necessitino di scarsi interventi di manutenzione.

Le irrigazioni di soccorso, per i primi 5 anni dalla messa a dimora delle

piante, dovranno svolgersi su indicazione del tecnico agronomo e/o forestale

designato ed eseguite tutte le volte che per 15 giorni consecutivi ci dovesse

essere assenza di precipitazioni significative.

La manutenzione dei recuperi ambientali prevede le seguenti operazioni colturali:

1) Concimazioni primi 5 anni

2) Sostituzione fallanze primi 3 anni

4) Irrigazioni primi 5 anni

Cronoprogramma degli interventi di manutenzione

A tale riguardo di seguito viene fornito un cronoprogramma indicativo degli

interventi manutentivi sopra riportati che dovrà essere adottato in base

all’andamento meteorologico annuale e alle specifiche esigenze colturali.

Tabella n°28

MESI G F M A M G L A S O N D

Irrigazione

Sostituz. Fallanze

Concimazione

Ai sensi dell’art. 51 delle NTA del PIAE 2011 sarà nominato, e reso noto in

sede di denuncia di apertura della cava, un tecnico dottore agronomo e/o dottore

forestale, laureati in scienze ambientali e scienze naturali, di comprovata

esperienza in materia di riqualificazione ambientale a carattere naturalistico, in

grado di indirizzare puntualmente gli interventi definendo le eventuali modifiche

ritenute necessarie in corso d’opera.

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205

Annualmente verrà stilata una relazione che analizzerà lo stato di

avanzamento dei recuperi. Il monitoraggio sarà esteso a tutto il periodo di attività

della cava fino al collaudo finale dell'intervento da parte dell'Amministrazione

Comunale.

I tempi di attuazione degli interventi proposti saranno ovviamente

condizionati, come dinanzi accennato, dagli aspetti tecnici delle coltivazioni e

soprattutto dalle richieste di mercato.

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206

RISCHIO ARCHEOLOGICO (Stralcio relazione Malena snc)

Inquadramento archeologico

Sebbene il tratto di pianura attraversato dal basso corso del torrente Arda

presenti tutte le caratteristiche favorevoli all’insediamento umano, la zona

prossima all’area indagata non ha restituito in passato elementi di natura

archeologica.

I rinvenimenti più prossimi nel territorio di Castell’Arquato45 sono collocabili

ad una distanza compresa tra i 2'000 e i 3'200 mt. e sono riferibili a tracce di

centuriazione e occupazione di età romana.

Resti di limes centuriale sono stati individuati a ca. 2'000 mt. dall’area

indagata anche in comune di Fiorenzuola val d’Arda46.

La distribuzione dei rinvenimenti induce a ritenere che il tratto di pianura in

esame sia stato interessato ancora in tempi recenti da episodi di esondazione dei

torrenti Arda e Chiavenna.

Descrizione delle opere

La cava in progetto insiste su un’area di forma trapezoidale irregolare con

lato corto verso ovest. Complessivamente occupa una superficie di mq. 74974 di

cui escavabili poco meno di 60.000.

Per la valutazione del rischio archeologico, in data 4 dicembre 2012, la

ditta Malena snc ha effettuato n. 42 trincee preventive della lunghezza di mt. 5

ca. con larghezza pari a mt. 1.80 ca. e profondità utile ad intercettare il dosso di

ghiaia presente.

Descrizione delle unità stratigrafiche

Durante le operazioni di scavo delle trincee sono state rilevate le seguenti

unità stratigrafiche:

- US 1:

strato peggiorativo, ad uso agricolo, attualmente incolto. Costituito da limo

bruno, mediamente compatto, con bioturbazioni dovute agli elementi

45

M. Marini Calvani, Storia di Piacenza dalle origini all’anno mille, schedario topografico dei rinvenimenti, pg. 57, scheda PC 01.60.001 – 01.60.004 46

M. Marini Calvani, Storia di Piacenza dalle origini all’anno mille, schedario topografico dei rinvenimenti, pg. 52, scheda PC 01.34.020

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207

vegetali. Potenza pari a cm. 40 in media, con massimi di 70 cm. (trincea

24, trincea 30). Copre US 2

- US 2:

strato a matrice limosa, ricco di ossidi e concrezioni che gli conferiscono in

alcune trincee (da 1 a 5 verso il margine ovest dell’area) spiccato colore

rossastro. Consistenza mediamente compatta, al suo interno si rilevano

depositi sabbiosi lenticolari. Individuato nelle trincee da 1 a 12 (zona sud-

ovest dell’area indagata, corrispondente ad un alto altimetrico). Privo di

inclusi. Coperto da US 1; copre US 3.

- US 3:

strato a matrice da limosa a limo-sabbiosa di colore marrone, consistenza

mediamente compatta (meno compatta verso l’interfaccia inferiore).

Presenta potenza disomogenea, da minimo 50 a massimo 120 cm, rilevata

nella trincea 29. In alcune trincee (n. 34, 35, 36) presenta fenomeni di

debole ristagno d’acqua identificabili per una preponderanza sabbiosa

nella matrice e dalla maggiore presenza di ossidi fe-mn. Coperto da UUSS

1, 2; copre US 4.

- US 4:

strato a matrice limo-sabbiosa di colore grigio, consistenza da mediamente

a scarsamente compatta. Presenta potenza disomogenea da un minimo di

cm. 10 (trincea 24) ad un massimo di 120 (trincea 37). Privo di inclusi.

Verso l’interfaccia inferiore si registra una netta prevalenza della

componente sabbiosa. Non presente nelle trincee 1, 11, 14, 15, 18, 21, 30-

33, 42

- US 5:

dosso di ghiaia naturale, costituito da elementi con granulometria da media

a grande, in matrice sabbiosa di colore grigiastro, incoerente. Scavato fino

ad un massimo di cm. 30 nella trincea 41.

Ciò premesso le conclusioni a cui Malena snc è addivenuta possono essere così

sintetizzate:

- durante lo scavo delle trincee non sono emersi indicatori di rischio in

termini di rinvenimenti archeologici.

- Il dosso di ghiaia di origine fluviale è riconducibile ad episodi esondazione

e deposito del vicino torrente Arda.

- Le coltri limoso-argillose e limo-sabbiose sono riconducibili a depositi

alluvionali di epoca anche recente.

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208

A seguito dei favorevoli risultati ottenuti da tale approfondimento tecnico la

sopraccitata Soprintendenza, in data 14 gennaio 2013 con prot. N°444,

concedeva nulla osta all’esecuzione delle previste attività di scavo (vedi allegato).

Sarà comunque indispensabile segnalare con congruo anticipo alla

competente Soprintendenza la data di inizio lavori ed applicare, se del caso, la

normativa del P.I.A.E. 2011 (art. 38) e del P.A.E. (art. 22) che di seguito si

riporta:

" Nell'eventualità che nel corso dei lavori di estrazione venissero in luce reperti di

interesse storico, archeologico e paleontologico, la Ditta estrattrice è tenuta a

sospendere immediatamente i lavori in zona, dando corso alla denuncia entro 48

ore alla competente Soprintendenza, ai sensi di legge.

Copia della denuncia dovrà essere inviata per conoscenza al Sindaco del

Comune competente per territorio.

I lavori potranno essere ripresi solo previo benestare scritto della competente

Soprintendenza. In tale ipotesi, trattandosi di forza maggiore, può essere

concessa una proroga ai tempi di coltivazione pari al doppio del periodo di forzata

sospensione”

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