Decreto Presidente della Repubblica del 1° agosto 2011, n ... · E' presente l'alloggio del...

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COMUNE DI ROMA
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VII Municipio
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ISTITUTO COMPRENSIVO P.M.CORRADINI
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VIA MURO LINARI 46
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PLESSO DI PONTE LINARI
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ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA
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DI PREVENZIONE INCENDI
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PROGETTO OPERE DI
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IL RUP
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I PROGETTISTI
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Dott. Ing.
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oltre 100 persone e fino ad 800 persone presenti
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SCUOLA dell'Infanzia - Primaria - Secondaria
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Att.tà Principale 67.4.C di cui al DPR 151
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del 01.08.2011 e DL del 25.08.2017 n.139
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SCALA
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DATA 10.12.2017
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TAV. RG
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Studio di progettazione: Dott. Arch. Vincenzo Cepi - Dott. Ing. Valeria Cepi -
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Tel 3388179377
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Corso Gregorio Stagliano' n.148-88064 Chiaravalle c.le (CZ)
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Via Collazia n.29-00183 Roma
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Dott. Arch.
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ADEGUAMENTO IMPIANTO ANTINCENDIO - RELAZIONE TECNICA GENERALE
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Responsabile procedimento:
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Ing. Alberto De Angelis

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I N D I C E

1.1 NORME DI RIFERIMENTO ............................................................................... . 2

1.2 PREMESSA ............................................................................................................ 2

1.3 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE-PREESISTENZA DELL’ATTIVITA’.2

1.4 DIFFERENZA TRA L’APPLICAZIONE DEL D.M. 07.08.2017

E IL D.M. 26.08.1992 ............................................................................................. 3

1.5 COMPORTAMENTO AL FUOCO……………………………………………...11

1.6 SEZIONAMENTI…………………………………………………………….….11

1.7 MISURE PER L’EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA………….…..13

1.8 IMPIANTO ELETTRICO…………………………………………………….…22

1.9 SISTEMI DI ALLARME…………………………………………………….….25

1.10 IMPIANTO FOTOVOLTAICO……………………………………………..…..26

1.11 SISTEMI DI ALLARME………………………………………………………..28

1.12 MEZZI ED IMPIANTI FISSI DI PROTEZIONE ED ESTINZIONE DEGLI

INCENDI …………………………………………………………………..……28

1.13 ESTINTORI……………………………………………………………………..43

1.14 IMPIANTI ELETTRICI…………………………………………………………44

1.15 CENTRALE TERMICA………………………………………………………...44

1.16 LOCALE CUCINA……………………………………………………………...45

1.17 PALESTRA……………………………………………………………………...47

1.18 GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO……………………….….50

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1.1 Norme di Riferimento "Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività scolastiche, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139." Il decreto, che è entrato in vigore il 25 agosto 2017, rappresenta la quarta norma tecnica verticale (capitolo V.7 -Attività scolastiche), derivata dalle nuove linee guida e metodologie introdotte con il DM del 3 Agosto 2015. Decreto Presidente della Repubblica del 1° agosto 2011, n. 151 - Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49 comma4-quater, del decreto-legge 31 maggio 201, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. - Decreto Ministero dell'Interno del 30 novembre 1983 - Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. - Decreto Ministero dell'Interno del 7 agosto 2012 - Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151. - Decreto Ministero dell'Interno del 26 agosto 1992 – Norme di prevenzioni incendi per l'edilizia scolastica. -Decreto Legislativo del 19 marzo 1996 n.242. - Modificazioni del Decreto Ministeriale 19 Settembre 1994 n.626. - Decreto Ministero dell'Interno del 20 dicembre 2012 - Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. 1.2 PREMESSA Scopo della presente relazione, redatta ai sensi del D.M. 07/08/2012, è quello di fornire gli elementi necessari per la valutazione del progetto ai fini della progettazione di prevenzione incendi relativamente alla scuola dell'Infanzia - Primaria - Secondaria "'Istituto Comprensivo P.M. Corradini, Plesso di Ponte Linari" situata in ROMA - Via Muro Linari n. 46 - VII Municipio.

L'attività in oggetto è soggetta al controllo di prevenzione antincendio per i punti sotto specificati: Il progetto si compone di 4 attività. Attività Principale n° 67/4/C Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi accademie e simili per oltre 300 persone presenti. Attività Secondaria n° 74/1/A Impianto termico di riscaldamento dei locali e produzione acqua calda sanitaria, alimentato a gas metano con

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potenzialità superiore a 116 kw e inferiore a 350 kw A seguito dei controlli effettuati in data 26.4.2001 da parte di personale del Comando VVF di Roma, per la suddetta Centrale Termica è stato rilasciato parere favorevole all'esercizio dell'attività con nota prot. 190.767 -Fase. 5261/Tusc. del 13 luglio 2001. Attività Secondaria n° 74/2/.B Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kW (fino a 700 kW) Attività Secondaria n° 65.1.B - Palestra 1.3 Caratteristiche costruttive – Preesistenza dell’attività L'Edificio è stato realizzato in data successiva alla emanazione del DM 18.12.1975 e antecedente alla emanazione del DM 26.8.1992. Successivamente sono stati effettuati i lavori di trasformazione della Centrale Termica originariamente inserita all'interno dell'Edificio in locale interrato sottostante il locale Mensa e successivamente edificata in Struttura Accessoria Esterna separata dall'Edificio Scolastico e trasformata a gas di rete. L'edificio scolastico viene classificato in funzione delle presenze effettive contemporanee in essa prevedibile di alunni, di personale docente e non docente. L'istituto "Plesso Scolastico "Ponte Linari"" rientra nel tipo 3: da 501 a 800 presenze contemporanee. Scelta dell'area L'edificio adibito a scuola non si trova ubicato in prossimità di attività che comportano gravi rischi di incendio e/o esplosione. La scelta del sito soddisfa le disposizioni contenute nel decreto del Ministero dei lavori pubblici 18 dicembre1975. Ubicazione I locali scolastici sono ubicati in edifici indipendenti. Accessi all'area Gli accessi alle aree sono progettati secondo quanto prescritto dalla normativa vigente onde consentire l'intervento dei VV.F. L'elenco di seguito mostrato riporta in dettaglio le caratteristiche degli accessi. ingresso principale - larghezza dell'accesso: 3.50 m; - altezza libera: 4.00 m; - raggio di volta: 3.00 m; - pendenza: 1 %; - resistenza al carico: 20 t (passo 4 m). Accostamento autoscale E' assicurata la possibilità di accostamento all'edificio delle autoscale dei Vigili del Fuoco. Separazione E' presente l'alloggio del custode che comunica con locali in cui vengono svolte attività non inerente al campo scolastico. Resistenza al fuoco L'altezza antincendio è pari a 6.1 m, le strutture portanti garantiscono una resistenza al fuoco pari a R 60 e le strutture separanti garantiscono una resistenza al fuoco pari a REI 60.

1.4 DIFFERENZE TRA L’APPLICAZIONE DELD.M. 07/08/2017 E IL D.M. 26/08/1992 La regola tecnica allegata al DM 26/08/1992 è articolata nei seguenti capitoli: 1. Generalità 2. Caratteristiche costruttive 3. Comportamento al fuoco 4. Sezionamenti 5. Misure per l'evacuazione in caso dl emergenza 6. Spazi a rischio specifico

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7. Impianti elettrici 8. Sistemi di allarme 9. Mezzi ed impianti fissi di protezione ed estinzione degli incendi 10. Segnaletica dl sicurezza Mentre il D.M. 7 agosto 2017 Regola Tecnica Verticale del 03/08/2015 Capitolo V.7: Attività scolastiche è articolato nei seguenti capitoli: V.7.1 Campo di applicazione V.7.2 Classificazioni V.7.3 Profili di rischio V.7.4 Strategia antincendio V.7.5 Vani degli ascensori DM 26.08.1992 La regola tecnica allegata al DM 26/08/1992 è articolata nei seguenti capitoli: - Generalità - Caratteristiche costruttive - Comportamento al fuoco - Sezionamenti - Misure per l'evacuazione in caso dl emergenza - Spazi a rischio specifico - Impianti elettrici - Sistemi di allarme - Mezzi ed impianti fissi di protezione ed estinzione degli incendi - Segnaletica dl sicurezza La classificazione dell’attività scolastica secondo il D.M. 26/08/1992 è di “tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee da 101 a 300 persone”, basata in relazione alle presenze effettive contemporanee in essa prevedibile di alunni e di personale docente e non docente. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DELL'EDIFICIO - COMPORTAMENTO AL FUOCO DELLE STRUTTURE Le caratteristiche di resistenza al fuoco degli elementi strutturali sono state valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite nel Decreto Ministeriale 9 marzo 2007 “Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”. Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i vari tipi di materiali

DM 07/08/2017 D.M. 7 agosto 2017 Regola Tecnica Verticale del 03/08/2015 Capitolo V.7: Attività scolastiche è articolato nei seguenti capitoli: V.7.1 Campo di applicazione V.7.2 Classificazioni V.7.3 Profili di rischio V.7.4 Strategia antincendio V.7.5 Vani degli ascensori

V.7.2 Classificazioni a)In relazione al numero di occupanti n:

b) in relazione alla massima quota dei piani h:

OA:100<n<300 occupanti

HA: h< 12 m

OB:300<n<500 occupanti HB: 12m <h< 24m OC:500<n<800 occupanti HC: 24m <h< 32m OD:800<n<1200 occupanti

HD: 32m <h< 54m

OE: n>1200 occupanti HE: h > 54m

Classificazioni aree dell’attività

TA Locali destinati ad attività didattica e spazi comuni

Presenti al piano terra

TM Depositi o archivi di sup. lorda > 25 m2 e carico di incendio specifico qf >600MJ/m2 600 MJ/ 2

Presenti al piano terra

TO Locali con affollamento > 100 persone

Presenti al piano terra

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suddetti nonché la classificazione degli edifici in funzione del carico di incendio, sono determinati con le tabelle e con le modalità specificate nel DM 9.3.2007 citato. L’edificio, di altezza antincendi non superiore a 24 m, sarà dotato di strutture realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 (portanti) e REI 60 (separanti). Per le strutture di pertinenza delle aree a rischio specifico saranno applicate le disposizioni emanate nelle relative normative. Contiguità - Separazioni - (Art. 2.4 DM 26.8.92) I locali ad uso scolastico sono ubicati in edificio indipendente costruito per tale specifica destinazione ed isolati da altri, come definito al p.to a) art.2.1 DM 26.8.92. Fanno eccezione i locali destinati a cucina e mensa che per relazione diretta con l'attività scolastica necessitano cli comunicazione interna. La mensa è collegata con i locali scolastici mediante locale filtro a prova cli fumo ed è collegata al locale cucina mediante porta resistente al fuoco REI 60 dotata cli congegno di autochiusura ciel tipo normalmente aperta con elettromagneti asserviti all'impianto di rivelazione incendi, come prescritto all'art.4.4.2 ciel DM 12.4.1996 e con rispetto cli quanto prescritto all'art.6.6.1 ciel DM 26.8.92. L'attività cli cucina con alimentazione a gas di rete superiore a 116 Kw ha, comunque, accesso ed uscita indipendenti su spazio a cielo libero. L'appartamento ciel custode è esterno all' edificio con accesso indipendente. - Resistenza al Fuoco delle Strutture - (Art. 3.0 DM 26.8.92) - Generalità L'altezza in gronda dell'Edificio Scolastico è pari a+ 8,02 < +24 mt.; L'altezza antincendio dell'edificio è pari a+ 6, 1 O < +24 mt. L'edificio è costituito di 2 piani f.t. e da un locale Deposito sito al primo piano interrato di dimensioni più piccole rispetto al piano terra. I requisiti cli resistenza al fuoco degli elementi strutturali, il loro dimensionamento degli spessori e delle protezioni adottati, per i vari tipi cli materiali utilizzati per la difesa dall'incendio,

TK Locali ove si detengano o trattino sostanze o miscele pericolose o si effettuino lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio o dell'esplosione; locali con carico di incendio specifico qf > 1200 MJ/m2;

Non presenti

TT Locali in cui siano presenti quantità significative di apparecchiature elettriche ed elettroniche, locali tecnici rilevanti ai fini della sicurezza antincendio

Presenti al piano primo

TZ Altre aree Non presenti

Relativamente al capitolo V.7.3 Profili di rischio, una volta classificata l’attività dovranno essere determinati i profili di rischio secondo la metodologia di cui al capitolo G.3 del DM 3/08/2015, ovvero: • Rvita Salvaguardia della vita umana (attribuito per ciascun compartimento) • Rbeni Salvaguardia dei beni (artistici e strategici) (attribuito per l'intera attività) • Rambiente Tutela dell'ambiente (attribuito per l'intera attività) Il profilo di rischio Rvita è attribuito per compartimento in relazione ai seguenti fattori: • δocc: caratteristiche prevalenti degli occupanti che si trovano nel compartimento antincendio; • δα: velocità caratteristica prevalente di crescita dell'incendio riferita al tempo tα in secondi impiegato dalla potenza termica per raggiungere il valore di 1000 kW. Dalle tabelle G.3-1 e G.3-2 del DM 3/08/2015 che guidano il progettista nella selezione dei fattori δocc e δα.

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nonché la classificazione delle strutture orizzontali e verticali cli separazione e/o portanti, sono stati determinati con le tabelle e con le modalità specificate nella circolare ciel Ministero dell'interno n. 91 ciel 14 settembre 1961, prescindendo dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione degli elementi medesimi (calcestruzzo, laterizi, acciaio. legno massiccio, legno lamellare, elementi compositi). Il requisito cl i resistenza al fuoco per le strutture portanti e cli separazione dei compartimenti è pari a R/REI 60 per l'intero complesso ed a R/REI 60 per il locale destinato a Cucina alimentata a gas cli rete e Mensa. I requisiti cli resistenza al fuoco delle porte e degli altri elementi cli chiusura saranno valutati ed attestati in conformità al decreto ciel Ministero dell'interno ciel 14 dicembre 1993 e seguenti. La C.T. a gas situata in edificio isolato esterno rispetta criteri cli resistenza al fuoco previsti dal DM 12.4.96. - Solaio tra il primo piano ed il piano terra. Il solaio in oggetto è costituito cli in laterizio armato con telaio portante in travi e pilastri in c.a. con intonaco di protezione antincendio cli spessore idoneo a conferire ai pilastri ed alle travi la resistenza al fuoco R 60 ed ai solai la resistenza al fuoco REI 60, al fine cli poter definire protetto il terrazzo utilizzato come luogo sicuro dinamico per la via cli esodo ciel primo piano. Nelle porzioni di solai ove sono stati effettuati interventi di isolamento tra i piani (chiusura di aperture sui solai) prive cli funzione portante ed interni all'edificio, è previsto !"utilizzo cli lastre cli SUPALUX o simile ciel tipo certificato in posizione orizzontale in aria libera REI 60 con classe l di reazione al fuoco. - Solaio di copertura del primo piano Il solaio in oggetto è costituito di in laterizio armato con telaio portante in travi e pilastri in c.a. con intonaco di protezione antincendio di spessore idoneo a conferire ai pilastri ed alle travi la resistenza al fuoco R 60 ed ai solai la resistenza al fuoco R 60. - Strutture murarie Le strutture murarie sono cli spessore variabile da un minimo di 12 cm. per le pareti interne a valori di 25 - 30 cm per le pareti esterne perimetrali dell'edificio, e sono costituite da muratura in mattoni forati o prefabbricati in cemento vibrato alleggerito o in mattoni pieni a seconda della tipologia di muratura e della sua destinazione,

Si ricava che Rvita A2 Gli occupanti sono in stato di veglia e hanno familiarità con l’edifico, con velocità caratteristica di crescita dell’incendio media Rbeni 1 L’edificio non è strategico né vincolato Rambiente Non significativo Può ritenersi mitigato dall’applicazione di tutte le misure antincendio connesse ai profili Rvita e Rbeni I profili di rischio non sono previsti dal D.M. 26/08/1992. La sezione V.7.4.1 tratta la strategia S.1 Reazione al fuoco e riporta i seguenti punti Nelle vie d'esodo verticali, passaggi di comunicazione delle vie d'esodo orizzontali (es. corridoi, atri, spazi calmi, filtri, ...) devono essere impiegati materiali appartenenti almeno al gruppo GM2 di reazione al fuoco (Capitolo S.1). Negli ambienti del comma 1 è ammesso l'impiego di

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con intonaco e tinteggiatura a tempera per i soffitti ed ai silicati per le pareti. - Strutture deposito piano interrato Il deposito realizzato al Piano Interrato è stato ricavato dall’adattamento di una ex Centrale Termica posta in disuso da oltre un decennio. Le strutture perimetrali e portanti del Deposito sono realizzate in laterizio e cemento armato che furono realizzate al fine cli poter raggiungere una Resistenza al Fuoco REI 120. La soletta tra il Deposito ed il Piano Terra è in cemento armato rivestita con intonaco antincendio REI 120. Le murature sono attestate per tre lati su terrapieno. La parete attestata su intercapedine di accesso ed aerazione è costituita da mattoni forati con camera d'aria interna per complessivi cm.25. Il D.M. 26/08/1992 al punto 3.1 prevede che per le vie di esodo (negli atrii, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere) è consentito l'impiego dei materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0 (non combustibili). Il D.M. 26/08/1992 al punto 3.1 prevede che negli Altri ambienti le pavimentazioni, compresi i relativi rivestimenti, siano di classe 2 e che gli altri

materiali appartenenti al gruppo GM3 di reazione al fuoco (capitolo S.1) con l'incremento di un livello di prestazione delle misure richieste per il controllo dell'incendio (capitolo S.6) e per la rivelazione ed allarme ( capitolo S.7). Nel caso in esame il livello di prestazione per la strategia S.1 per le vie di esodo è il livello I.

Il D.M. 07/08/2017 prevede, come soluzione conforme, l’impiego di materiali compresi nel gruppo GM2 (ex classe 1).

Relativamente alla reazione al fuoco degli altri locali dell’attività il livello di prestazione associato è il livello I, che non richiede requisiti aggiuntivi, nel caso in esame, come soluzione conforme, è previsto l’impiego di materiali compresi nel gruppo GM2 (ex classe 1). La sezione V.7.4.2 tratta la strategia S.2 Resistenza al fuoco e riporta una tabella contenente i valori minimi della classe di resistenza al fuoco in base alla classificazione dell’attività. Secondo il D.M. 03/08/2015 il livello di prestazione per il compartimento tipo è il livello III

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materiali di rivestimento siano di classe 1, oppure di classe 2, se in presenza di impianti di spegnimento automatico o di sistemi di smaltimento dei fumi asserviti ad impianti di rivelazione degli incendi. Relativamente al caso in esame le richieste di prestazione di reazione al fuoco del D.M. 26/08/1992 sono più restrittive. Il D.M. 28/08/1992 al punto 3.0 riporta la seguente tabella con le indicazione della classe di resistenza al fuoco R richiesta alle strutture portanti e REI per quelle separanti

Altezzaantincendio dell'edificio R REI fino a 24 m 60 60 oltre 24 m 90 90

Nel caso in esame il D.M. 28/08/1992 è più restrittivo rispetto al D.M. 07/08/2017 per la resistenza al fuoco.

che prevedrebbe la determinazione della classe di resistenza al fuoco sulla base del carico di incendio specifico di progetto. Il D.M. 07/08/2017 sostituisce questa metodologia di scelta ed impone la seguente classe minima per il caso in esame Tabella V.7-1: Classe minima di resistenza al fuoco

Compartimenti Classificazione dell'Attività

Fuori terra HA HB HC HD HE Interrati 60 90

Essendo l’attività scolastica inserita in un edificio isolato destinato solo a tale uso non confinante con altre opere da costruzione è possibile applicare il comma 2 del D.M. 07/08/2017 La sezione V.7.4.3 tratta la strategia S.3 compartimentazione che riporta una serie di indicazioni per le varie aree che costituiscono l’attività in esame, che devono avere le caratteristiche di compartimentazione previste nella tabella V.7-2. Aree

Classificazione dell'Attività HA HB HC HD HE

TA Nessun requisito aggiuntivo TM, TO,

TT Di tipo protetto

TK Ditipo protetto [1] Il resto dell'attività deve essere a prova di fumo proveniente dall'area TK

TZ Secondo risultanze dell'analisi del rischio

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Rispetto al D.M. 26/08/1992 si ha una differenza nella determinazione della superficie massima di ciascun compartimento. Il D.M. 26/08/1992 al punto 4 riporta che gli edifici devono essere suddivisi in compartimenti di superficie non superiore a quanto indicato nella seguente tabella A

Altezza antincendi Massima superficie dei comparti

fino a 12 m 6.000 m2 da 12 m a 24 m 6.000 m2 da oltre 24 ma 32 m 4.000 m2 da oltre 32 ma 54 m 2.000 m2

Relativamente al caso in esame le richieste di prestazione di compartimentazione del D.M. 26/08/1992 sono più restrittive.

[1] Di tipo protetto se ubicate a quota non inferiore a -5 m; in caso l'area TK sia ubicata a quota inferiore a -5 m, il resto dell'attività deve essere a prova di fumo proveniente dall'area TK.

Tabella V.7-2: Compartimentazione Secondo il D.M. 03/08/2015per la strategia S.3 il livello di prestazione per il compartimento tipo è il livello II

Secondo il D.M. 07/08/2017 e D.M. 03/08/2015 nel caso in esame non è prevista una superficie massima di un compartimento secondo i dettami della tabella S.3-4

La sezione V.7.4.4 tratta la strategia S.4 Esodo mentre la sezione V.7.4.5 tratta la strategia S.6 Controllo dell’incendio che dà delle indicazioni, in relazione al tipo di aree presenti, relativamente alle misure di controllo dell’incendio da adottare nell’attività secondo i livelli di prestazione previsti nella tabella V.7-3 V.7-3.

l D.M. 22/08/1992 al punto 9 riporta i mezzi ed impianti di estinzione degli incendi da realizzare all’interno dell’attività, in particolare i punti. -9.1 Rete idranti Le scuole di tipo 1-2-3-4-5, devono essere

Aree dell'attività

Classificazione dell'Attività H

HB HC HD HE

TA, TM, TO, I

III III III III

TK III[1

III[1] IV IV IV TZ Secondo risultanze dell'analisi del rischio [1] livello IV qualora ubicati a quota di piano inferiore a -5 m

Tabella V.7-3: Livello di prestazione per controllo dell'incendio Nel caso in esame per le varie aree dell’attività è associato il livello di prestazione II che prevede, come soluzione conforme, l’utilizzo di una protezione di base attraverso l’impiego di estintori portatili la cui tipologia di installazione è selezionata in riferimento alle classi di

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dotate di una rete idranti costituita da una rete di tubazioni realizzata preferibilmente ad anello ed almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell'edificio; da essa deve essere derivato ad ogni piano, sia fuori terra che interrato, almeno un idrante con attacco UNI 45 a disposizione per eventuale collegamento di tubazione flessibile o attacco per naspo. La tubazione flessibile deve essere costituita da un tratto di tubo, di tipo approvato, con caratteristiche di lunghezza tali da consentire di raggiungere col getto ogni punto dell'area protetta. Il naspo deve essere corredato di tubazione semirigida con diametro minimo di 25 mm e anch'esso di lunghezza idonea a consentire di raggiungere col getto ogni punto dell'area protetta. Tale idrante deve essere installato nel locale filtro, qualora la scala sia a prova di fumo interna. Al piede di ogni colonna montante, per edifici con oltre 3 piani fuori terra, deve essere installato un idoneo attacco di mandata per autopompa. Per gli altri edifici è sufficiente un solo attacco per autopompa per tutto l'impianto. L'impianto deve essere dimensionato per garantire una portata minima di 360 litri/min per ogni colonna montante e, nel caso di più colonne, il funzionamento contemporaneo di almeno 2 colonne. L'alimentazione idrica deve essere in grado di assicurare l'erogazione ai 3 idranti idraulicamente più sfavoriti, di 120 l/min cad., con una pressione residua al bocchello di 1,5 bar per un tempo di almeno 60 min. Qualora l'acquedotto non garantisca le condizioni di cui al punto precedente dovrà essere installata una idonea riserva idrica alimentata da acquedotto pubblico e/o da altre fonti. Tale riserva deve essere costantemente garantita. Le elettropompe di alimentazione della rete antincendio devono essere alimentate elettricamente da una propria linea preferenziale. Nelle scuole di tipo 4 e 5, i gruppi di pompaggio della rete antincendio devono essere costituiti da due pompe, una di riserva all'altra, alimentate da fonti di energia indipendenti (ad esempio elettropompa e motopompa o due elettropompe). L'avviamento dei gruppi di pompaggio deve essere automatico.

incendio di cui alla tabella S.6-3 del D.M. 03/08/2015. Sono riportati inoltre delle indicazioni nel caso di progettazione della rete idrica secondo la UNI 10779, e nel caso di progettazione di un eventuale impianto di controllo o estinzione dell’incendio di tipo sprinkler secondo la norma UNI EN 12845. La sezione V.7.4.6 tratta la strategia S.7 Rivelazione ed allarme e dà delle indicazioni, rispetto ai criteri del D.M. 03/08/2015, relative al livello di prestazione sulla base della classificazione dell’attività relativamente ai valori indicati nella tabella V.7-6.

La soluzione conforme per il livello di prestazione I "La rivelazione e allarme è demandata agli occupanti” prevede che sia codificata, nelle procedure di emergenza, un’idonea procedura finalizzata al rapido e sicuro allertamento degli occupanti.

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Le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti la rete devono essere protette dal gelo, da urti e dal fuoco. Le colonne montanti possono correre, a giorno o incassate, nei vani scale oppure in appositi alloggiamenti resistenti al fuoco REI 60. -9.2. Estintori Devono essere installati estintori portatili di capacità estinguente non inferiore 13 A, 89 B, C di tipo approvato dal Ministero dell'interno in ragione di almeno un estintore per ogni 200 m2 di pavimento o frazione di detta superficie, con un minimo di due estintori per piano. Relativamente al caso in esame le richieste di prestazione per il controllo dell’incendio del D.M. 26/08/1992 sono più restrittive. Il D.M. 22/08/1992 al punto 9.3 Impianti fissi di rilevazione e/o di estinzione degli incendi da delle indicazioni limitatamente agli ambienti o locali il cui carico d'incendio superi i 30 kg/m2, dove deve essere installato un impianto di rivelazione automatica d'incendio. Relativamente al caso in esame le richieste di prestazione per la rivelazione e allarme del D.M. 26/08/1992 sono più restrittive.

1.5 COMPORTAMENTO AL FUOCO Resistenza al fuoco L'altezza antincendio è pari a 6.1 m, le strutture portanti garantiscono una resistenza al fuoco pari a R 60 e le strutture separanti garantiscono una resistenza al fuoco pari a REI 60. Reazione al fuoco dei materiali. Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei percorsi orizzontali protetti, nei passaggi in genere, è consentito l'impiego di materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti sono impiegati materiali di classe 0 (non combustibili); Ambienti Diversi, i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco sono posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi, di classe 0 escludendo spazi vuoti o intercapedini; i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi, ecc.) sono di classe di reazione al fuoco non superiore ad 1. I materiali lignei presenti sono trattati con prodotti vernicianti omologati di classe 1 di reazione al fuoco, secondo le specifiche nel decreto ministeriale del 6 marzo 1992.

1.6 SEZIONAMENTI Compartimentazione La massima superficie di compartimentazione è pari a 3000 m². Scale La struttura dispone di 4 scale interne, le cui caratteristiche sono riportate di seguito: scale al piano primo - larghezza minima: 1.2 m;

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- tipologia di rampa: non rettilinea con pedata almeno 30cm; - tipologia vano scala: tipo aperto; - resistenza vano scala: REI/EI_60. E' presente per l'accesso al Compartimento relativo al primo piano da mq. 160 una scala con accesso al Piano Terra da locale Filtro a prova di fumo, superiormente collegata direttamente con il corridoio/disimpegno cli accesso alle aule ed all'aula d'Informatica. SCALA ESTERNA di sicurezza antincendio - larghezza minima: 1.2 m; - tipologia di rampa: non rettilinea con pedata almeno 30cm; - tipologia vano scala: tipo aperto; - resistenza vano scala: REI/EI_60. Le rampe sono rettilinee, non presentano restringimenti, ed hanno non meno di tre gradini e non più di quindici; i gradini sono a pianta rettangolare, con alzata e pedata costanti, rispettivamente non superiore a 17 e non inferiore a 30 cm. Sono altresì presenti scale di collegamento dei dislivelli determinati dalle diverse quote dei pavimenti della Palestra, dello Spogliatoio, ecc. che sono stati collegati dai progettisti con corridoi di passaggio dotati cli rampe inclinate o scale. Tali collegamenti presentano restringimenti puntuali non inferiori ad 1.00 mt. ASCENSORE - E’ presenti ascensori all'interno dell'edificio scolastico di tipo classico a funi con motorizzazione e pulegge cli rinvio posti in locale macchine situato in copertura; il vano ascensore garantisce una resistenza al fuoco di classe R60 e caratteristica REI 60. I corridoi del Piano Terra e Primo Piano collegati dall’ ascensore fanno parte di un unico Compartimento, pertanto non sono previsti accorgimenti per la Compartimentazione del Vano Corsa dell'Ascensore rispetto ai Corridoi. L'ascensore è realizzato per gli aspetti antincendio in conformità al punto 2.5 ciel D.M. 16/05/1987, n.246 così come modificato dal DM 15.9.05. Le caratteristiche tecniche dell'Ascensore rispondono alle specifiche cli sicurezza previste dalla normativa in vigore (DPR 1497/63, DPR 459/96 - Direttiva Macchine - e succ.ve modificazioni). L'ascensore è dotato di locale macchine ubicato in copertura completamente isolato e con accesso dall'esterno tramite porta metallica chiusa. E' previsto il sistema di riporto al piano terra in caso di sospensione dell'energia elettrica o in caso di emergenza per allarme incendio. All'interno del vano corsa non sono presenti altri impianti oltre quelli relativi all'elevatore. Non sono previsti passaggi di Canne fumarie e/o tubazioni idriche. Le caratteristiche del vano corsa sono: altezza interna totale ciel vano corsa compresa fossa di controllo e spazio extra corsa superiore mt. 8,00 circa - corsa max ascensore sopra il piano terreno ai sensi dell'art.3 DPR 1497/63 - distanza fra i due piani estremi serviti dall'elevatore mt. 3,20 - dimensione vano in pianta mt. 2,20 X 2,00 - superficie in pianta mq. 4,50, - dimensione locale macchine mt. 5, I O x 2,0 Il vano corsa è realizzato in struttura portante autonoma realizzata in c.a., risulta totalmente esterno alla struttura della Scuola. ed ha caratteristiche cli Resistenza al Fuoco R 60 conformemente a guanto prescritto dal p.to 3.0 del DM 26.8.92. Per l'aerazione del vano ascensore sono previste aperture cli ventilazione sempre aperte nella parte alta del vano corsa cli sezione netta non inferiore al 3% della superficie ciel vano stesso (4,5 x 3% = O, 135 mg.) e comunque non inferiore a 0,20 mg. in conformità a guanto previsto dalla normativa in vigore. Le aperture sono dotate cli congegni di protezione dalle intemperie e cli rete metallica 13 mm.x 13 mm. di dimensioni superiori ai 15 mm. Il vano contenente le macchine per l’ascensore è situato al Piano Copertura con parete esterna ed ha le seguenti dimensioni in pianta: mt. 5, I O x 2.00.

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1.7 MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA Piani e Compartimenti L'edificio scolastico è composto da 2 piani. Le caratteristiche dei diversi piani sono riportate di seguito: piano terra cucina - attività n° 74/2/B Caratteristiche del piano: - tipologia: fuori terra; - superficie complessiva: 80 m²; - n° vie d'uscita: 2; - capacità di deflusso: 60 p/modulo; - densità di affollamento: 0.4 p/m²; - massimo affollamento ipotizzabile: 32 presenze contemporanee; - quota pavimentazione: 80 m. Il piano presenta 2 vie d'uscita. L'elenco di seguito riportato indica le caratteristiche di ciascuna di esse: Via d'uscita: - percorso: Percorso d'esodo-uscita diretta area aperta cortile - lunghezza del percorso: 8 m - larghezza dell'uscita: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) Via d'uscita: - percorso: Percorso d'esodo-uscita sala mensa - lunghezza del percorso: 8 m - larghezza dell'uscita: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) Il sistema di vie d'uscita descritto permette di rispettare i vincoli sulla capacità di deflusso di 60 (in persone/modulo) del piano in base alla densità di affollamento prevista per esso, pari a 0.4 (in persone/m²). Inoltre, i percorsi suddetti saranno dotati di idonea segnaletica e di impianti di illuminazione di sicurezza, in aggiunta a quelli di illuminazione ordinaria. In termini di misure di protezione, si adotteranno le opportune misure di protezione sia attiva che passiva e si predisporranno gli addetti a mantenere gli stessi percorsi privi di ogni tipo di ostacolo che possa rappresentare un ingombro. piano terra refettorio refettorio, piano terra Caratteristiche del piano: - tipologia: fuori terra; - superficie: 240 m²; - n° vie d'uscita: 3; - capacità di deflusso: 60 p/modulo; - densità di affollamento: 0.4 p/m²; - massimo affollamento ipotizzabile: 96 presenze contemporanee; - quota pavimentazione: 0 m. Il piano presenta 3 vie d'uscita. L'elenco di seguito riportato indica le caratteristiche di ciascuna di esse: Via d'uscita: uscita verso l'esterno - percorso: Percorso d'esodo - dal punto più distante uscita luogo sicuro - lunghezza del percorso: 10 m - larghezza dell'uscita: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) Via d'uscita: Copia di uscita verso l'esterno - percorso: Percorso d'esodo - dal tavolo più distante uscita luogo sicuro - lunghezza del percorso: 5 m - larghezza dell'uscita: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) Via d'uscita: Copia di uscita verso l'esterno - percorso: Percorso d'esodo - dal tavolo più distante uscita luogo sicuro

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- lunghezza del percorso: 5 m - larghezza dell'uscita: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 120 cm (tolleranza del +/- 5%) Il sistema di vie d'uscita descritto permette di rispettare i vincoli sulla capacità di deflusso di 60 (in persone/modulo) del piano in base alla densità di affollamento prevista per esso, pari a 0.4 (in persone/m²). Inoltre, i percorsi suddetti saranno dotati di idonea segnaletica e di impianti di illuminazione di sicurezza, in aggiunta a quelli di illuminazione ordinaria. In termini di misure di protezione, si adotteranno le opportune misure di protezione sia attiva che passiva e si predisporranno gli addetti a mantenere gli stessi percorsi privi di ogni tipo di ostacolo che possa rappresentare un ingombro. attività didattica +sala professori + ripostigli aule del piano terra + aule del primo piano +sala professori +palestra Caratteristiche del piano: - tipologia: fuori terra; - superficie: 3000 m²; - n° vie d'uscita: 2; - capacità di deflusso: 60 p/modulo; - densità di affollamento: 0.4 p/m²; - massimo affollamento ipotizzabile: 1200 presenze contemporanee; - quota pavimentazione: 3000 m. Il piano presenta 2 vie d'uscita verso l’esterno e una all’interno. L'elenco di seguito riportato indica le caratteristiche di ciascuna di esse: Via d'uscita: attività didattiche - percorso: Percorso d'esodo-aule del piano terra con uscita direttamente all'esterno. numero totale uscite 12 - lunghezza del percorso: 8 m - larghezza dell'uscita: 1400 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 1400 cm (tolleranza del +/- 5%) Via d'uscita: palestra - percorso: Percorso d'esodo-palestra uscite sia verso l'esterno che verso l'ingresso principale - lunghezza del percorso: 18 m - larghezza dell'uscita: 100 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 100 cm (tolleranza del +/- 5%) Il sistema di vie d'uscita descritto permette di rispettare i vincoli sulla capacità di deflusso di 60 (in persone/modulo) del piano in base alla densità di affollamento prevista per esso, pari a 0.4 (in persone/m²). Inoltre, i percorsi suddetti saranno dotati di idonea segnaletica e di impianti di illuminazione di sicurezza, in aggiunta a quelli di illuminazione ordinaria. In termini di misure di protezione, si adotteranno le opportune misure di protezione sia attiva che passiva e si predisporranno gli addetti a mantenere gli stessi percorsi privi di ogni tipo di ostacolo che possa rappresentare un ingombro. aule laboratorio aule laboratorio al primo piano Caratteristiche del piano: - tipologia: fuori terra; - superficie: 160 m²; - n° vie d'uscita: 2; - capacità di deflusso: 60 p/modulo; - densità di affollamento: 0.4 p/m²; - massimo affollamento ipotizzabile: 64 presenze contemporanee; - quota pavimentazione: 0 m. l piano presenta 2 vie d'uscita. L'elenco di seguito riportato indica le caratteristiche di ciascuna di esse: Via d'uscita: percorso all'aperto su terrazzo praticabile - percorso: Percorso d'esodo-uscita su terrazzo + scala di sicurezza esterna aperta

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- lunghezza del percorso: 12 m - larghezza dell'uscita: 100 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 100 cm (tolleranza del +/- 5%) Via d'uscita: Copia di percorso all'aperto su terrazzo praticabile - percorso: Percorso d'esodo-uscita su terrazzo + scala esterna aperta - lunghezza del percorso: 12 m - larghezza dell'uscita: 100 cm (tolleranza del +/- 5%) - larghezza del percorso: 100 cm (tolleranza del +/- 5%) Il sistema di vie d'uscita descritto permette di rispettare i vincoli sulla capacità di deflusso di 60 (in persone/modulo) del piano in base alla densità di affollamento prevista per esso, pari a 0.4 (in persone/m²). Inoltre, i percorsi suddetti saranno dotati di idonea segnaletica e di impianti di illuminazione di sicurezza, in aggiunta a quelli di illuminazione ordinaria. In termini di misure di protezione, si adotteranno le opportune misure di protezione sia attiva che passiva e si predisporranno gli addetti a mantenere gli stessi percorsi privi di ogni tipo di ostacolo che possa rappresentare un ingombro. Le uscite da ciascun piano dell'edificio non sono inferiori a due, e sono posizionate in punti ragionevolmente contrapposti. I locali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l'informazione ed attività parascolastiche, mense,) sono dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo sicuro. Le aule didattiche sono servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte hanno larghezza almeno di 1.20m e si aprono nel senso dell'esodo e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone presenti sia superiore a 5. Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso sono realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi. Spazi per l'informazione e le attività parascolastiche Sono presenti i seguenti locali: Mensa Sono presenti locali destinati alla distribuzione e/o consumazione dei pasti. Tali locali rispondono alle vigenti disposizioni di sicurezza. Piano interrato: Il locale Deposito Materiali s.p.p. è dotato di n° 1 scala esterna cli larghezza cli mt.1,25. Il locale è dotato cli uscita cli sicurezza, da 1,20 mt., che adduce direttamente alla scala esterna. Lunghezza vie di esodo Al piani primo e interrato è possibile raggiungere i luoghi sicuri con percorsi non superiori ai 60 mt. (scala esterna, terrazzo). I corridoi ciechi hanno estensione massima di mt. 11 a partire dal punto in cui è possibile poter prendere almeno due percorsi cli esodo diversi realizzati secondo quanto prescritto dal DM 26.8.92. Con riferimento alle planimetrie allegate, i percorsi critici per le aule al primo piano comprendono nel percorso le scale interne a giorno maggiormente distanti dalle uscite di sicurezza di nuova istituzione poste alle testate dei corridoi al piano terra. Il percorso massimo dall'aula più distante situata al primo piano all'uscita di sicurezza situata in testata del corridoio al piano terra è pari a: mt. 22 comprende percorso primo piano + giro scala, mt. 23 comprende percorso piano terra fino all'uscita di sicurezza posta in testata al corridoio, per un totale di mt. 45 < 60 mt. Al primo piano in alternativa al percorso con scale interne a giorno è previsto l'uso del terrazzo in qualità di luogo sicuro collegato al cortile con scala cli sicurezza esterna. Al piano terra è possibile raggiungere i luoghi sicuri con percorsi non superiori a1 60 mt.: l'alternativa all'uso del percorso di esodo che comprende i corridoi è costituita dalle uscite di sicurezza

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presenti in ogni aula. Affollamento Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in: - aule: 26 alunni + 3 docenti per le aule grandi e n.22 alunni + 3 docenti per le aule piccole. Poiché il numero specifico totale per aula si differenzia dal valore stabilito dal DM 26.8.92 viene allegata la dichiarazione ciel Preside ciel Plesso Scolastico; - aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20% come risulta dalla suddetta dichiarazione; - Zone cli servizio: numero delle persone effettivamente presenti aumentato del 20% come risulta dalla suddetta dichiarazione; - Sala mensa: sono presenti n° 240 coperti a sedere massimo (N.B.: non vi è contemporaneità di persone fra le aule e i refettori); - Palestra: sussistono due ipotesi cli utilizzo: a) durante esercitazioni didattiche con un massimo cli 26 alunni + docente cli educazione fisica; b) per presentazioni programmi percorsi didattici e saggi cli fine anno, con una presenza temporanea cli un massimo cli n° 400 persone in piedi nel campo sportivo + n.50 persone cli staff dei docenti e/o alunni in piedi sul piano rialzato gradinato. In tale condizioni cli esercizio la scuola è chiusa e vengono utilizzate tutte le uscite come Uscite cli Sicurezza; - Spazi per esercitazioni: nell'aula d'Informatica possono essere presenti n° 30 persone al massimo; Sono state effettuate le verifiche per le seguenti ipotesi dei flussi interni:

a) tutti gli alunni nelle aule: verifiche delle scale interne ed esterne,

b) tutti gli alunni nelle aule al primo piano + aula d 'informatica + primo turno sala mensa: verifiche scale interne ed esterne e verifica scala a prova di fì1mo e locale fìltro

e) palestra nelle condizioni di massima affluenza in assenza di attività didattica Ipotesi di affollamento a): tutti gli alunni nelle aule. PIANO Destinazione d'uso I tipologia

impiego del personale Superficie mq. I n° di aule

Densità pers/mq.

n. persone(Alunni + docenti+ pers. servizio) (12x26) + [(12x3) + 20%] = 355

Piano Terra Attività didattica normale n.12 grandi Piano Terra Personale di servizio mq. 1850,00 15 Totale prima ipotesi piano terra 370 Piano Primo sopra sala mensa

Aule didattiche n.1 grande+ 1 piccola 26+22+[(2x3) + 20%] =56

Piano Primo sopra sala mensa

Personale di servizio mq. 160,00 3

Totale prima ipotesi piano primo sopra sala mensa terra 59 Piano Primo Attività didattica normale n.12 grandi (l 2x26) + [( l 2x3)

+ 20%] = 355 Piano Primo Personale di servizio mq. 1150,00 6 Totale prima ipotesi piano primo 361 Totale prima ipotesi 790 Ipotesi di affollamento b): tutti gli alunni nelle aule al primo piano +aula d'informatica e primo turno sala mensa PIANO Destinazione d'uso I tipologia

impiego del personale Superficie mq. I n° di aule

Densità pers/mq.

n. persone(Alunni + docenti+ pers. servizio)

Piano Primo sopra sala mensa

Attività didattica n.1 grande++ n.1 piccolai

26+22+[(2x3) + 20%) = n56

Piano Primo sopra sala mensa

Aula d’informatica n.1 30+3= 33

Piano Primo sopra sala mensa

Personale di servizio mq. 160,00 3

Totale seconda ipotesi piano primo sopra sala mensa terra 92 Piano Primo Attività didattica normale n.12 grandi (l 2x26) + [( l 2x3)

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+ 20%] = 355 Piano Primo Personale di servizio mq. 1150,00 6 Totale seconda ipotesi piano primo 361 Totale seconda ipotesi 790-92-361-240=97 Ipotesi di affollamento c): palestra nelle condizioni di massima affluenza in assenza di attività scolasticlte PIANO Destinazione d'uso I tipologia

impiego del personale Superficie mq. I n° di aule

Densità pers/mq.

n. persone-

Piano Terra Palestra mq. 380 > 0.4 450 Verifica Uscite di Sicurezza -Algoritmo di calcolo di verifica dell'esodo per le presenze presunte ed effettive Per la verifica dimensionale delle uscite di sicurezza (vedi Tabelle seguenti) i dati di riferimento nei calcoli di seguito riportati sono: Dp = affollamento previsto opportunamente adattato per le specifiche realtà aziendali valutato secondo le ipotesi di cui al punto 5. I; Cpt, pl, p2, ... = capacità di deflusso per le uscite di sicurezza e per le scale = 60 secondo quanto previsto dal DM 26.8.92. Li 2….n = larghezza dei passaggi di sicurezza in rnt.. Ni, 2,..., n = numero moduli uscite di sicurezza = L1, 2, .., n I 0,60

L'algoritmo di verifica è il seguente: Tale algoritmo viene applicato ai flussi interni specificati nel successivo paragrafo. Verifica Uscite di Sicurezza nella prima ipotesi di affollamento a): tutti gli alunni nelle ernie. l) Flusso di esodo su scala esterna. Dimensioni scala: larghezza minima L = mt.1,70; N = 1,7010,6 = 2 moduli Avendo 2 moduli il flusso massimo dal primo piano su scala esterna= 60 x 2 = 120 che possiamo ritenere nella proporzione del 80% per le aule primo piano e per il 20% per le aule sopra la mensa.

2) Flusso di esodo su scala interna a prova di fumo. Dimensioni scala: larghezza minima L = mt.1,50; N = 1,50/2 = 2 moduli Verifica: Dp= 59- (20%x 120) = 59 - 24 = 35 < 2 x 60 Le persone rientrano quindi nell'atrio della Scuola e quindi rientrano nella verifica dei flussi al piano terra delle presenze provenienti dal primo piano di seguito trattati. 3) Flussi di esodo dalle aule al piano terra:

Ogni aula è dotata cli n.1 uscita cli sicurezza esterna cli larghezza L '- mt. 1,20; N 1.20/2 = 2 moduli Verifica per singola aula: Op= 26 + 3 = 29 < 2 x 60 4) Flusso cli esodo dalle aule al primo piano con scale interne: vengono impegnati i corridoi del Piano Terra e le Uscite cli Sicurezza esterne dei corridoi (in cui è compresa anche la porta d'ingresso principale opportunamente attrezzata): Dimensioni delle uscite: uscita/ingresso principale: L = J, 70 mt; N = l ,70 I 0,60 = 2 moduli uscita lato cortile teatrino all'aperto: L = 1,70 mt.; N = 1,70 I 0,60 = 2 moduli nuove uscite di sicurezza lato pensilina ingresso principale: n. 2 porte L = 1,20 mt. caci.; N = 2 x ( 1,20/0,60) = 2 x 2 = 4 moduli nuova uscita cli sicurezza lato cortile Nord Scuola Materna: L = 1,20 mt.; N = 1,20 I 0,60 = 2 moduli Il numero totale dei moduli utili per il Jlusso delle persone provenienti dal primo piano che impegnano i corridoi al piano terra è pari a 1 O moduli Verifica: Op= 361 - (80% x 120) + 35 = 361 - 96 + 35 = 300 < 1O x 60 Verifica del flusso delle aule primo piano che impegnano i corridoi al Piano Terra e le sole uscite di sicurezza

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cli nuova istituzione con percorsi lineari e ridotti cli esodo (NB: viene escluso il flusso delle persone che provengono dal filtro a prova cli fumo che escono dalla prima uscita cli sicurezza presente nell'atrio): Numero cli moduli utili= 6 moduli Verifica: Dp = 265 < 6 x 60 Si può pertanto concludere che la Scuola nella ipotesi cli massimo affollamento con l'intera collettività degli studenti in aula è dotata cli scale e uscite cli sicurezza ampiamente dimensionate ai sensi ciel DM 26.8.92. Verifica Uscite di Sicurezza nella seconda ipotesi di affollamento b): tutti gli alunni nelle aule al primo piano+ ernia d'informatica e primo turno sala mensa. I) Flusso cli esodo su scala esterna. Dimensioni scala: larghezza minima L = mt. l,70; N = 1,7010,6 = 2 moduli Avendo 2 moduli il flusso massimo dal primo piano su scala esterna= 60 x 2 = 120 che possiamo ritenere nella proporzione del 80% per le aule primo piano e per il 20% per le aule sopra la mensa. 2 Flusso cli esodo su scala interna a prova cli fumo. Dimensioni scala: larghezza minima L = mt.1,50; N = 1,50/2 = 2 moduli Verifica: Dp )92-(20%x 120) = 92 - 24 = 68 < 2 x 60 Le persone rientrano quindi nell'atrio della Scuola e quindi sono già ricomprendersi nella verifica dei flussi al piano terra delle presenze provenienti dal primo piano cli seguito trattati 3 Flussi cli esodo dalle aule al piano terra: Ogni aula è dotata cli n. l uscita cli sicurezza esterna cli larghezza mt 1.20 N = 1,20/2 = 2 moduli Verifica per singola aula: Op= 26 + 3 = 29 < 2 x 60 4 Flusso cli esodo dalla Sala Mensa: Sono previste n. 2 uscite cli Sicurezza Esterne oltre all'accesso al Locale Filtro a prova cli Fumo che costituisce Zona Sicura che rientra poi nel!' atrio della scuola, aventi le seguenti dimensioni: uscita cli Sicurezza esistente lato cortile Nord: L = mt. 1,35; N = 1,35 I 0,60 = 2 moduli uscita cli Sicurezza cli nuova realizzazione lato cortile accesso carrabile: L = mt. 1.20; N = 1,20 I 0,60 = 2 moduli Il numero totale dei moduli utili per il flusso delle persone che escono dalla Sala Mensa è pari a 4 moduli Verifica: Op= 240 =< 4 x 60 = 240 non vi sono flussi che impegnano il filtro a prova cli fumo 5 Flusso di esodo dalle aule al primo piano con scale interne: vengono impegnati i corridoi ciel Piano Terra e le Uscite cli Sicurezza esterne dei corridoi (in cui è compresa anche la porta d'ingresso principale opportunamente attrezzata): Dimensioni delle uscite:

- uscita/ingresso principale: L = 1,70 mt; N = 1,70 I 0,60 = 2 moduli - uscita lato cortile teatrino all'aperto: L = 1,70 mt.; N = 1,70 I 0,60 = 2 moduli - nuove uscite cli sicurezza lato pensilina ingresso principale: n. 2 porte L = 1,20 mt. caci.; N = 2 x ( 1,20/0,60) = 2 x 2 = 4 moduli - nuova uscita cli sicurezza lato cortile Nord Scuola Materna: L = 1.20 mt.; N = 1.20 I 0,60 = 2 moduli

Il numero totale dei moduli utili per il flusso delle persone provenienti dal primo piano che impegnano i corridoi al piano terra è pari a l O moduli Verifica: Dp = 361-(80%x120) + 68 = 361-96+68 = 333 < 10 x 60 Verifica del flusso delle aule primo piano che impegnano i corridoi al Piano Terra e le sole uscite di sicurezza di nuova istituzione con percorsi lineari e ridotti di esodo (NB: viene escluso il flusso delle persone che provengono dal filtro a prova cli fumo che escono dalla prima uscita cli sicurezza presente nell'atrio): Numero di moduli utili= 6 moduli Verifica: Dp = 265 < 6 x 60 Si può pertanto concludere che la Scuola nella ipotesi cli massimo affollamento gravante sulle aule e laboratori al primo piano con sala mensa impegnata nel primo turno è dotata cli scale e uscite cli sicurezza ampiamente dimensionate ai sensi ciel DM 26.8.92. Verifica Uscite di Sicurezza nella terza ipotesi di affollamento c): palestra nelle condizioni di massima affluenza in assenza di attività scolastiche

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1) Flusso cli esodo della Palestra. Dimensioni delle Uscite: n. 4 uscite cli sicurezza esterne lato cortile Nord: 4 x L = mt. 1,20 caci.; N = 4 x ( l .20X0,60) = 4 x 2 = 8 moduli n. 2 uscite su corridoio I atrio scuola: 2 x L = rnt. l ,50 caci.; N = 2 x ( 1.50 I 0.60) = 2 x 2 = 4 moduli 11 numero totale dei moduli utili per il flusso delle persone dalla palestra è pari a 12 moduli di cui 8 moduli eia considerarsi con capacita C = 50 e 4 moduli con C = 37 (passaggi interni con rampe in salita). Verifica: Dp = 450 < (8 x 50) + (4 x 37) = 548 Verifica flussi passaggi interni: persone in piedi nel parterre: Op= 400 =< (8 x 50) = 400 persone in piedi sul piano rialzato gradinato: Op= 50 < (4 x 37) = 148 Si può pertanto concludere che la Scuola nella ipotesi cli massimo affollamento dovuta a presentazioni dei percorsi didattici e saggi cli fine anno con chiusura della scuola è dotata cli scale e uscite cli sicurezza ampiamente dimensionate ai sensi ciel DM 26.8.92. SPAZI, AREE, LOCALI A RISCHI SPECIFICO Gli spazi a rischio specifico sono così classificati: - spazi per esercitazioni; - spazi per depositi; - servizi tecnologici; _ spazi per l'informazione e le attività parascolastiche; - autorimesse; - spazi per servizi logistici (mense, dormitori). Nella scuola in oggetto gli spazi a rischio specifico sono i seguenti: Spazi per esercitazioni Non sono presenti aule per esercitazioni. Le aule d'informatica. musica. disegno e linguistica non si configurano come tali, così come chiarito dalla Circolare n° P2244/4 l 22 ciel 30/10/1996. Spazi per depositi Vengono definiti "spazi per deposito o magazzino'' tutti quegli ambienti destinati alla conservazione cli materiali per uso didattico e per i servizi amministrativi. I depositi di materiali solidi combustibili sono ubicati ai piani fuori terra e al piano 1° interrato Indipendentemente dal tipo cli materiale impiegato nella realizzazione le strutture di separazione avranno caratteristiche cli resistenza al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità cli prova stabilite nella circolare ciel Ministero dell'interno n. 91 del 14/09/1961 Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni adottati per i vari tipi cli materiali nonché la classificazione dei depositi in funzione del carico cli incendio, sono determinati secondo le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60 L'accesso al deposito avverrà tramite porte almeno REI 60 dotate di congedo cli autochiusura La superficie massima lorda cli ogni singolo locale non è superiore a: 1000 m 2 per i piani fuori terra; 500 m2 per il piano 1° interrato Ove possibile i suddetti locali hanno aperture cli aerazione cli superficie non inferiore ad 1140 della superficie in pianta, protette da robuste griglie a maglia fitta Limitatamente ai Ripostigli situati al Piano Terra e ricavati nei sottoscala, risultando estremamente onerosa la realizzazione cli un valido sistema cli aerazione, viene proposta in alternativa, essendo la superficie cli ogni deposito inferiore ai 5 mq., l’installazione nel locale cli un impianto cli spegnimento a funzionamento automatico ciel tipo a gas estinguente HFC23 NON TOSSICO

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Per il calcolo ciel Carico d’incendio si rinvia al paragrafo 4.2.7 ove sono stati valutati i carichi d'incendio per ogni tipologia cli deposito. Il carico cli incendio cli ogni singolo locale può superare o meno i 30 Kg/m 2 ; qualora venga superato il suddetto valore, sono previsti i seguenti interventi: se il locale è situato al piano interrato. nel locale sarà installato un impianto di spegnimento a funzionamento automatico ciel tipo a gas estinguente HFC23 NON TOSSJCO, se il locale è situato al piano terra o al piano primo, nel locale saranno installati uno o più rilevatori di fumo. Ad uso cli ogni locale sarà previsto un estintore, di tipo approvato, cli capacità estinguente non inferiore a 21 A, ogni 200 m 2 cli superficie. Nella ipotesi d'intervento è compresa la realizzazione cli un nuovo locale Deposito ricavato dalla ex Centrale Termica al Piano Interrato. Gli interventi principali previsti cli adeguamento alla normativa antincendio 111 vigore per il locale Deposito al Piano interrato sono: realizzazione cli un setto di separazione tra l'intercapedine cli aerazione e lintercapedine cli accesso con scala che viene ridotta ad una larghezza cli mt. 1,25 dal!' originaria larghezza cli mt. 1,70, installazione cli un impianto cli spegnimento a funzionamento automatico ciel tipo a gas estinguente HFC23 NON TOSSICO. installazione cli nuovo impianto elettrico cli illuminazione di tipo conforme al carico d'incendio ed alle materie combustibili in deposito, esecuzione degli interventi sulle strutture portanti e separanti per rendere la struttura ciel Deposito REI 120 Sono presenti rivelatori di fumo e cli temperatura, ove necessario. collegati con la centrale cli rivelamento dei fumi centralizzata, come riportato nelle planimetrie. Depositi di sostanze infiammabili Non sono previsti depositi cli materiali infiammabili liquidi e gassosi. Per esigenze didattiche ed igienico-sanitarie è prevista la detenzione nei suddetti Locali Depositi, in armadi metallici dotati cli bacino cli contenimento, al massimo di 20 1 cli liquidi infiammabili. Servizi tecnologici - Impianti di produzione del calore - centrale termica A seguito dei controlli effettuati in data 26.4.200 l da parte cli personale ciel Comando VVF cli Roma, per la Centrale Termica è stato rilasciato parere favorevole all'esercizio cieli' attività con nota prot. 190.767 - Fase. 5261/Tusc. De I 13 luglio 2001. Impianto di cucina a gas di rete Nella Scuola è presente una Cucina a gas cli rete con potenzialità complessiva dei fornelli superiore a I I 6 K W, attualmente gestita dalla Soc. A YEN ANCE ITALIA SpA, cui spettano gli oneri per ladeguamento e la gestione della sicurezza antincendio come indicato nel contratto d'appalto ciel servizio Mensa. Per la Cucina la pratica è ancora in corso cli definizione e pertanto con il presente progetto si chiede il parere unicamente per l'attività cli Scuola > I 00 persone - Att. 85 cli cui al DM 16.2.82. Entro la data cli completamento dei lavori cli adeguamento alle norme antincendio sarà completato l'iter amministrativo previsto dal DPR 37/98 relativamente all'attività cli cucina con alimentazione a gas di rete > 1 16 K W per l’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi per il complesso delle attività principali e secondarie inserite nel Complesso Scolastico Impianti di condizionamento e di ventilazione Non è presente alcun impianto di condizionamento e cli ventilazione. Condizionamento localizzato Non è presente alcun impianto cli condizionamento localizzato. Impianti centralizzati per la produzione di aria compressa

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Non è presente alcun impianto di produzione di aria compressa Spazi per l'informazione e le attività parascolastiche Non sono presenti auditori, aule magne. sale per rappresentazioni o simili. La Palestra viene utilizzata sia per l'organizzazione di manifestazioni sportive che per manifestazioni "scolastiche". è realizzata su due livelli uniti da n.2 scale interne aperte di n.8 gradini caci. di larghezza non inferiore a 0,90 mt. L'attuale conformazione "a giorno" della Palestra verrà modificata con separazione funzionale di riduzione dei disturbi acustici prodotti dall'agone sportivo delle esercitazioni didattiche. La Separazione funzionale sarà ottenuta con struttura in muratura per l'altezza di mt.1,00 su cui poggiano opportunamente incastrate a soffitto lastre di vetro blindowiss ad alta resistenza agli urti, incombustibile. a) in caso di manifestazioni "sportive": Al livello superiore sono previsti n. 4 file di gradoni per potersi sedere in caso si assista ad una manifestazione sportiva, che permettono cli potersi sedere per n. 7 x 8 = 56 persone. Non sono previsti posti in piedi. Sommando una presenza massima di 22 giocatori + 6 giudici/allenatori, s1 ottiene un numero complessivo cli presenze al massimo cli n. 78 persone < I00 persone. b) in caso di manifestazioni "scolastiche": La palestra presenta nei momenti in cui vengono organizzate manifestazioni "scolastiche" extra orario didattico, una capienza complessiva cli 450 persone poste per n.400 in piedi nel parterre del campo di gioco e n.50 nel piano rialzato gradinato. Dimensioni delle Uscite: n. 4 uscite cli sicurezza esterne lato cortile Nord: 4 x L = mt. I ,20 caci.; N = 4 x ( 1,20 I 0,60) = 4 x 2 = 8 moduli n. 2 uscite su corridoio I atrio scuola: 2 x L =ml. 1,50 caci.; N = 2 x (1,50 I 0,60) = 2 x 2 = 4 moduli Il numero totale dei moduli utili per il flusso delle persone dalla palestra è pari a 12 moduli cli cui 8 moduli eia considerarsi con capacita C = 50 e 4 moduli con C = 37 (passaggi interni con rampe in salita). Per le verifiche si rinvia al paragrafo 5.6.4 della presente relazione. Autorimesse Non è presente alcuna autorimessa. Spazi per servizi logistici – Mensa e refettori Al piano terra è presente un locale mensa destinato alla distribuzione e consumazione dei pasti Al locale è annessa la cucina ed il lavaggio delle stoviglie con apparecchiature a combustibile gassoso. La mensa è dotata cli n. 2 uscite cli sicurezza, minimo da 1,20 mt. caci., che adducono direttamente ali' esterno, per un totale cli n. 4 moduli ovvero pari a 240 persone. Non vi è contemporaneità di persone fra le attività scolastiche e la mensa. Tale area sarà compartimentata con muri REI 60 e porta REI 60 munita cli congegno cli autochiusura La comunicazione con la zona cucina avviene con semplice porta REI 60. La comunicazione con il resto dell'edificio avviene tramite locale filtro a prova cli fumo REI 60. Dormitori Non sono presenti dormitori.

1.8 IMPIANTO ELETTRICO Gli impianti elettrici dell’edificio scolastico saranno realizzati in conformità ai disposti di cui alla Legge n. 186 del 1.3.1968 con particolare riferimento alle norme CEI. • Norme C.E.I. S 423: Raccomandazioni per la esecuzione degli Impianti cli messa a terra negli edifici civili. • Norme C.E.I. 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale< 1000 V in e.a ..

• Norme C.E.l. 64-9: Impianti elettrici utilizzatori negli edifici civili residenziali e similari. • D.M. 8.3.1985: direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendi - all.to A p.to O-e.

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• Legge n.168/68: realizzazione degli impianti elettrici a regola d'arte. • D.P.R. 246 del 16.5.1987: norme cli sicurezza antincendio per gli edifici cli civile abitazione - all.to tecnico, art.5 • Prescrizioni dell'Ente fornitore dell'energia elettrica. • Prescrizioni dell’ispettorato ciel Lavoro e/o USL. • D.P.R. n.547 del 27.4.55: norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro - Tit.VII. • Tabelle UNEL: caratteristiche materiali unificati. • Nonne I.M.Q. - istituto ciel Marchio cli Qualità. • Legge 46/90 e DPR 447/91: norme cli sicurezza degli Impianti Tecnologici per gli edifici civili. • D.P.R. n.462 del 22.10.01: Regolamento cli semplificazione ciel procedimento per la denuncia cli installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche. cli dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e cli impianti elettrici pericolosi. Quadri elettrici di comando.

Il quadro generale è previsto in lamiera cli acciaio 2011 O suddiviso in pannelli completi di relativi supporti in lamiera cli acciaio da 25/1 O, verniciati in resine epossidiche, previa fosfatazione. 11 quadro elettrico generale è ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio; in particolare risulta posizionato nell'Atrio d'Ingresso, opportunamente segregato con Armadio di contenimento di opportuna resistenza al fuoco ed areato con tubazione collegata direttamente con l’esterno. Per ogni piano sono previsti quadri cli comando secondari per il sezionamento razionale dell'Impianto in caso cli manutenzione e/o cli emergenza. La posizione dei quadri elettrici è evidenziata nelle planimetrie allegate. Dispositivi di esclusione alimentazione energia elettrica. L'edificio è munito cli pulsante cli sgancio, posto in posizione segnalata e dislocato nelle vicinanze dell'ingresso che, al suo azionamento, interrompe completamente l'energia elettrica. E' prevista l'installazione di un sistema cli esclusione generale dell'energia elettrica, comandato da pulsanti di sgancio posizionati opportunamente nei pressi delle Uscite di Sicurezza e dell'Ingresso Principale, nonché in vicinanza degli Idranti UNI 45, al fine di poter consentire l'uso dell'acqua per lo spegnimento nei locali con presenza di parti in tensione. Caratteristiche di sicurezza antincendio dell'impianto elettrico L'Impianto Elettrico, ai fini della prevenzione degli incendi. è stato progettato e realizzato per poter rispondere alle seguenti esigenze: - non deve costituire causa primaria di incendio o cli esplosione; - non deve fornire alimento o via privilegiata cli propagazione degli incendi. Il comportamento al fuoco delle singole membrature risulta compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli locali; - l'Impianto è sezionato in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema: - gli apparecchi di manovra e gli interruttori sono ubicati in Quadri Elettrici a norma in posizioni "protette" e riportano chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. - Impianto elettrico di sicurezza L'edificio sarà munito cli idoneo impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente distinta da quella ordinaria Non sussistono ascensori antincendio. Il sistema cli pompaggio cieli' Impianto antincendio prevede una Motopompa a partenza automatica con batteria tampone. L'impianto elettrico cli sicurezza alimenterà le seguenti utilizzazioni, strettamente connesse con la sicurezza delle persone: illuminazione cli sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie cli esodo che garantisca un livello cli illuminazione non inferiore a 5 lux con un'autonomia non inferiore ai 30 minuti; impianto cli diffusione sonora e/o impianto cli allarme: l'impianto cli allarme a campanelli;

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l'impianto cli altoparlanti. Nessun'altra apparecchiatura sarà collegata all'impianto elettrico cli sicurezza. L'alimentazione dell'impianto di sicurezza potrà 111senrs1 anche con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale. In alternativa saranno installate singole lampade o gruppi cli lampade con alimentazione autonoma il cui dispositivo cli carica degli accumulatori. qualora impiegati, sarà cli tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. - Utenze elettriche di sicurezza I seguenti sistemi utenza dispongono cli impianti cli sicurezza: a) illuminazione di sicurezza; b) allarme; c) rivelazione; Non sono previsti gruppi elettrogeni. L'alimentazione cli sicurezza avviene con batterie tampone ed è automatica ad interruzione breve ( ::S 0,5 sec) per gli impianti cli rivelazione, allarme e illuminazione e ad interruzione media (:::; 15 sec) per ascensori antincendio ed impianti idrici antincendio. IL dispositivo di carica degli accumulatori è di tipo automatico e tale eia consentire la ncanca completa entro 12 ore. L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza consente lo svolgimento in sicurezza ciel soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima è la seguente: - rivelazione e allarme: 30 minuti; - illuminazione di sicurezza: 1 ora; Illuminazione di Sicurezza - Descrizione dell'Impianto E' previsto un Sistema cli Illuminazione di Emergenza realizzato secondo le Norme CE! 64.8 Cap.7, ex CE! 64.1 O, DIN 5035, Circ.16 MI.SA., DPR 524/82 - All.to 1 p.to 6 ecc. ed eventuali altre richieste effettuate in fase di approvazione del progetto dal Comando prov.le VVF di ROMA. Sono previste in gran parte singole lampade con alimentazione autonoma purché assicurino il funzionamento per almeno I ora. Per il circuito di Illuminazione di emergenza vengono sfruttati ove possibile i corpi luce impiegati per l'illuminazione normale degli ambienti, nei quali saranno inserite adeguate apparecchiature, quali inverter ed accumulatori al nichel-cadmio, onde permettere il funzionamento delle lampade sia in presenza che in assenza cli alimentazione elettrica normale, al fine cli poter garantire un'affidabile segnalazione delle vie cli esodo, con alimentazione autonoma localizzata della durata minima cli 60 minuti, che consenta un ordinato sfollamento e/o eventuali manovre cli emergenza nei locali tecnici, necessarie per mettere in sicurezza l'ambiente. Al fine cli tenere costantemente sotto carico i gruppi accumulatori, sono previste linee cli alimentazione separate. Sono altresì previste linee cli inserimento e/o disinserimento ciel serv1z10 cli emergenza, qualora si volesse comandare manualmente l'azionamento cli tale circuito, con comandi posti nei quadri cli zona, per le operazioni cli verifica e controllo e per le relative manutenzioni. Sono previsti pannelli luminosi con segnaletica cli emergenza atti a segnalare le vie cli esodo, ai sensi ciel DPR 524/82 - All.to 1 p.to 6. Livelli di illuminamento minimi di progetto: Il livello cli Illuminamento previsto a seguito della attivazione dell'Impianto cli Illuminazione cli Emergenza non sarà mai inferiore ai seguenti livelli minimi:

- 20 lux in corrispondenza dei Quadri Elettrici, dei Quadri cli Comando, nelle zone con apparecchiature complesse e nei locali tecnici,

- lux ad I mcli altezza dal piano cli calpestio lungo le vie cli uscita,

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- 2 lux in ogni altro punto

1.9 SISTEMI DI ALLARME Impianto Rivelazione Fumi Nei locali con carico d'incendio > 30 Kg/mq, nei Ripostigli privi cli areazione, nell'aula d'Informatica, ecc. è stata prevista, per i motivi sopra indicati, l'installazione di un impianto fisso di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi in grado cli rivelare e segnalare a distanza un principio d'incendio che possa verificarsi nell'ambito dell'attività. L'Impianto cli Rivelazione Fumi previsto nel Progetto cli Ristrutturazione Antincendio è ciel tipo a Rivelatori ottici puntiformi cli fumo, adatti per la tipologia cli materiale combustibile depositata nei locali sorvegliati, con idonea sensibilità ai prodotti della combustione prevedibili. Al fine cli evitare falsi allarmi sono previsti Rilevatori ciel tipo ottico con soglia cli intervento ad incremento differenziale. L'impianto è previsto esteso all'intera zona eia sorvegliare, oltre che nei locali propriamente a rischio, anche nei vani scale. nei locali di disimpegno sicuri, nei locali tecnici e depositi. I Rivelatori sono altresì installati nei corridoi cli passaggio, e sono disposti tenendo presente eventuali strutture sub-orizzontali nella suddivisione degli spazi sorvegliati. La segnalazione cli allarme proveniente eia uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati dovrà sempre determinare una segnalazione ottica ed acustica cli allarme incendio nella centrale cli controllo e segnalazione, la quale è stata ubicata in Portineria alle spalle ciel Banco della Reception. - Normativa di riferimento e parametri normativi L'Impianto cli Rivelazione Fumi sarà progettato e realizzato a regola d'arte secondo i criteri eiettati dalle Norme UNI VVF 9795, Code n.72/E norme NFPA ed eventuali altre richieste effettuate in fase cli approvazione ciel progetto dal Comando prov .le VVF cli ROMA al fine cli poter assicurare il pronto allertamento ciel personale operativo e ciel personale cli guarcliania in caso cli un principio cli incendio. La segnalazione cli allarme proveniente eia uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati dovrà sempre determinare una segnalazione ottica ed acustica cli allarme incendio nella centrale di controllo e segnalazione, la quale deve essere ubicata in ambiente presidiato. Il predetto impianto dovrà consentire l'azionamento automatico dei dispositivi cli allarme posti nell'attività entro: a) 2 minuti dall'emissione della segnalazione cli allarme proveniente eia due o più rivelatori o dall'azionamento cli un qualsiasi pulsante manuale cli segnalazione cli incendio; b) 5 minuti dall'emissione cli una segnalazione cli allarme proveniente eia un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la centrale cli allarme non sia tacitata dal personale preposto. L'impianto cli rivelazione dovrà consentire l'attivazione automatica cli una o più delle seguenti azioni: e:> chiusura automatica cli eventuali porte tagliafuoco, normalmente aperte, appartenenti al compartimento antincendio eia cui è pervenuta la segnalazione, tramite l'attivazione degli appositi dispositivi cli chiusura; e:> disattivazione elettrica dell'eventuale impianto cli ventilazione o condizionamento esistente; e:> chiusura cli eventuali serrande tagliafuoco esistenti poste nelle canalizzazioni degli impianti di ventilazione o condizionamento riferite al compartimento da cui proviene la segnalazione; e:> eventuale trasmissione a distanza delle segnalazioni cli allarme in posti predeterminati in un piano operativo interno cli emergenza. Sono altresì previsti dispositivi ottici cli ripetizione cli allarme lungo i corridoi, al fine cli poter identificare in modo rapido !"area ed il piano soggetto ad un principio di incendio, per i rivelatori ubicati nelle camere e nei depositi. Sono inoltre previsti rilevatori nei soppalchi, e nei controsoffitti, ove prescritto dalle norme UNI. Per tali rilevatori sono previsti idonei dispositivi ottici cli segnalazione dello stato cli manutenzione e funzionamento. Sono previsti infine ripetitori ottici ed acustici. per quei rivelatori che sorvegliano aree non direttamente visibili. Sara’ installato a servizio dell’edificio un impianto di rilevazione di fumo e calore così realizzato:

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- Rilevatori ottici lineari a servizio del locale Palestra - Rivelatore termo-velocimetrico a servizio del locale cucina - Rivelatori in controsoffitto a vista per i locali dotati di controsoffitto. - Rivelatori a vista per i locali privi di controsoffitto. L’impianto di rilevazione fumi sarà collegato alla centrale antincendio e al sistema di pressurizzazione dei filtri a prova di fumo.

Impianto di Allarme La scuola sarà munita di un sistema cli allarme in grado cli avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso cli pericolo. Il sistema cli allarme avrà caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando sarà posto in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola. Sono previste sirene cli al !arme. poste ad ogm piano, comandate da un quadro cli comando e di controllo opportunamente posizionato e cli facile accesso al personale cli guardiania. Sono previsti pannelli ottico acustici in ogni corridoio per l'allertamento selettivo e la identificazione della zona in allarme. L'impianto di allarme sarà realizzato secondo norme UNI e prevede l'installazione cli pulsanti di allarme posizionati in corrispondenza delle Uscite di Sicurezza e comunque posti ogni 20 mt. nelle aree didattiche, in sala mensa, in palestra. Sono previsti altresì numerosi pulsanti cli allarme posti all'interno dei corridoi e lungo i percorsi cli fuga. Essendo la scuola cli tipo "3'" sarà previsto anche un impianto cli altoparlanti. Il comando cl i tale impianto sarà col locato ne Il' atrio presidiato durante l'esercizio dell’attività.

1.10 IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Nota Min Interno 7 febbraio 2012, n. 1324 Guida 2012 per l'installazione di impianti fotovoltaici in attività soggette a prevenzione incendi Guida per l'installazione degli impianti fotovoltaici - Edizione Anno 2012 Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica Area prevenzione incendi Premessa Saranno presi tutti gli accorgimenti affinchè non vi sia aggravio per il fabbricato servito dall’impiantoFV, in termini di: — interferenza con il sistema di ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori); — ostacolo alle operazioni di raffreddamento/estinzione di tetti combustibili; — rischio di propagazione delle fiamme all'esterno o verso l'interno del fabbricato (presenza di condutture sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti — modifica della velocità di propagazione di un incendio in un fabbricato mono compartimento). Lo scopo sarà proteggere dall'eventuale pericolo di elettrocuzione cui può essere esposto l'operatore Vvf per la presenza di elementi circuitali in tensione.

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Si evidenzia che ai sensi del Dlgs 81/2008 sarà garantita l'accessibilità all'impianto per effettuare le relative operazioni di manutenzione e controllo. Requisiti tecnici Ai fini della prevenzione incendi l’impianto FV è progettato, realizzato e manutenuto a regola d'arte secondo i documenti tecnici emanati dal Cei (norme e guide) e/o dagli organismi di normazione internazionale. Inoltre tutti i componenti sono conformi alle disposizioni comunitarie o nazionali applicabili. In particolare, il modulo fotovoltaico dovrà essere conforme alle Norme Cei En 61730-1 e Cei En 61730-2. L'installazione dovrà essere eseguita in modo da evitare la propagazione di un incendio dal generatore fotovoltaico al fabbricato nel quale è incorporato. Tale condizione si ritiene rispettata poiché l'impianto fotovoltaico, è installato sulla copertura (Classe 0 secondo il Dm 26 giugno 1984 oppure Classe A1 secondo il Dm 10 marzo 2005). L'impianto Fv dovrà, inoltre, avere le seguenti caratteristiche: — essere provvisto di un dispositivo di comando di emergenza, ubicato in posizione segnalata ed accessibile che determini il sezionamento dell'impianto elettrico, all'interno del fabbricato nei confronti delle sorgenti di alimentazione, ivi compreso l'impianto fotovoltaico. i componenti dell'impianto non dovranno essere installati in luoghi definiti "luoghi sicuri" ai sensi del Dm 30 novembre 1983, né essere di intralcio alle vie di esodo — le strutture portanti, ai fini del soddisfacimento dei livelli di prestazione contro l'incendio di cui al Dm 9 marzo 2007, dovranno essere verificate e documentate tenendo conto delle variate condizioni dei carichi strutturali sulla copertura, dovute alla presenza del generatore fotovoltaico, anche con riferimento al Dm 14 gennaio 2008 "Norme tecniche per le costruzioni". Documentazione Dovrà essere acquisita la dichiarazione di conformità di tutto l'impianto fotovoltaico e non delle singole parti, ai sensi del Dm 37/2008 nonché la documentazione prevista dalla lettera circolare M.I. prot. n. P515/4101 sott. 72/E.6 del 24 aprile 2008 e successive modifiche ed integrazioni. Verifiche Periodicamente e ad ogni trasformazione, ampliamento o modifica dell'impianto dovranno essere eseguite e documentate le verifiche ai fini del rischio incendio dell'impianto fotovoltaico, con particolare attenzione ai sistemi di giunzione e di serraggio. Segnaletica di sicurezza L'area in cui è ubicato il generatore ed i suoi accessori, qualora accessibile, dovrà essere segnalata con apposita cartellonistica conforme al Dlgs 81/2008. La predetta cartellonistica dovrà riportare la seguente dicitura:

La predetta segnaletica, resistente ai raggi ultravioletti, dovrà essere installata ogni 10 m per i tratti di conduttura. Poiché il generatore fv è presente sulla copertura del fabbricato, detta segnaletica dovrà essere installata in corrispondenza di tutti i varchi di accesso del fabbricato. I dispositivi di sezionamento di emergenza dovranno essere individuati con la segnaletica di sicurezza di cui al Titolo V del Dlgs 81/2008. Per quanto riguarda la salvaguardia degli operatori Vvf si rimanda a quanto indicato nella nota prot. EM 622/867 del 18 febbraio 2011, recante "Procedure in caso di intervento in presenza di pannelli fotovoltaici e sicurezza degli operatori vigili del fuoco".

1.11 SISTEMI DI ALLARME

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L’edificio scolastico sarà munito di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso di pericolo. Il sistema di allarme avrà caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando sarà posto in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola. Impianto di Rivelazione Fumi Nei locali con carico d'incendio > 30 Kg/mq, nei Ripostigli privi cli areazione, nell'aula d'Informatica, ecc. è stata prevista, per i motivi sopra indicati, l'installazione di un impianto fisso di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi in grado cli rivelare e segnalare a distanza un principio d'incendio che possa verificarsi nell'ambito dell'attività. L'Impianto cli Rivelazione Fumi previsto nel Progetto cli Ristrutturazione Antincendio è ciel tipo a Rivelatori ottici puntiformi cli fumo, adatti per la tipologia cli materiale combustibile depositata nei locali sorvegliati, con idonea sensibilità ai prodotti della combustione prevedibili. Al fine cli evitare falsi allarmi sono previsti Rilevatori ciel tipo ottico con soglia cli intervento ad incremento differenziale- L'impianto è previsto esteso all'intera zona da sorvegliare, oltre che nei locali propriamente a rischio, anche nei vani scale. nei locali di disimpegno sicuri, nei locali tecnici e depositi. I Rivelatori sono altresì installati nei corridoi cli passaggio, e sono disposti tenendo presente eventuali strutture sub-orizzontali nella suddivisione degli spazi sorvegliati. La segnalazione di allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati dovrà sempre determinare una segnalazione ottica ed acustica cli allarme incendio nella centrale cli controllo e segnalazione, la quale è stata ubicata in Portineria alle spalle ciel Banco della Reception. Normativa di riferimento L'Impianto cli Rivelazione Fumi sarà progettato e realizzato a regola d'arte secondo i criteri eiettati dalle Norme UNI VVF 9795, Code n.72/E norme NFPA ed eventuali altre richieste effettuate in fase cli approvazione ciel progetto dal Comando prov .le VVF cli ROMA al fine cli poter assicurare il pronto allertamento ciel personale operativo e ciel personale cli guardiania in caso cli un principio cli incendio. La segnalazione cli allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati dovrà sempre determinare una segnalazione ottica ed acustica cli allarme incendio nella centrale di controllo e segnalazione, la quale deve essere ubicata in ambiente presidiato. Il predetto impianto dovrà consentire l'azionamento automatico dei dispositivi cli allarme posti nell'attività entro: c) 2 minuti dall'emissione della segnalazione cli allarme proveniente da due o più rivelatori o dall'azionamento cli un qualsiasi pulsante manuale cli segnalazione cli incendio; d) 5 minuti dall'emissione cli una segnalazione cli allarme proveniente da un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la centrale cli allarme non sia tacitata dal personale preposto. L'impianto cli rivelazione dovrà consentire l'attivazione automatica cli una o più delle seguenti azioni: e:> chiusura automatica cli eventuali porte tagliafuoco, normalmente aperte, appartenenti al compartimento antincendio da cui è pervenuta la segnalazione, tramite l'attivazione degli appositi dispositivi cli chiusura; e:> disattivazione elettrica dell'eventuale impianto cli ventilazione o condizionamento esistente; e:> chiusura cli eventuali serrande tagliafuoco esistenti poste nelle canalizzazioni degli impianti cli ventilazione o condizionamento riferite al compartimento da cui proviene la segnalazione; e:> eventuale trasmissione a distanza delle segnalazioni cli allarme in posti predeterminati in un piano operativo interno cli emergenza. Sono altresì previsti dispositivi ottici cli ripetizione cli allarme lungo i corridoi, al fine cli poter identificare in modo rapido !"area ed il piano soggetto ad un principio di incendio, per i rivelatori ubicati nelle camere e nei depositi. Sono inoltre previsti rilevatori nei soppalchi, e nei controsoffitti, ove prescritto dalle norme UNI. Per tali rilevatori sono previsti idonei dispositivi ottici cli segnalazione dello stato cli manutenzione e funzionamento. Sono previsti infine ripetitori ottici ed acustici. per quei rivelatori che sorvegliano aree non direttamente visibili. Impianto di Allarme La scuola sarà munita di un sistema cli allarme in grado cli avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso cli

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pericolo. Il sistema cli allarme avrà caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando sarà posto in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola. Sono previste sirene cli al !arme. poste ad ogni piano, comandate da un quadro cli comando e di controllo opportunamente posizionato e cli facile accesso al personale cli guardiania. Sono previsti pannelli ottico acustici in ogni corridoio per l'allertamento selettivo e la identificazione della zona in allarme. L'impianto di allarme sarà realizzato secondo norme UNI e prevede l'installazione cli pulsanti di allarme posizionati in corrispondenza delle Uscite di Sicurezza e comunque posti ogni 20 mt. nelle aree didattiche, in sala mensa, in palestra. Sono previsti altresì numerosi pulsanti cli allarme posti all'interno dei corridoi e lungo i percorsi cli fuga. Essendo la scuola cli tipo "3'" sarà previsto anche un impianto cli altoparlanti. Il comando cl i tale impianto sarà col locato ne Il' atrio presidiato durante l'esercizio dell’attività.

1.12 MEZZI ED IMPIANTI FISSI DI PROTEZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI NORME DI RIFERIMENTO

Gli impianti e i relativi componenti devono rispettare, ove di pertinenza, le prescrizioni contenute nelle seguenti norme di riferimento, comprese eventuali varianti, aggiornamenti ed estensioni emanate successivamente dagli organismi di normazione citati. Norme UNI 10779 Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione, installazione ed esercizio. UNI 804 Apparecchiature per estinzione incendi - Raccordi per tubazioni flessibili. UNI 810 Apparecchiature per estinzione incendi - Attacchi a vite. UNI 811 Apparecchiature per estinzione incendi - Attacchi a madrevite. UNI 814 Apparecchiature per estinzione incendi - Chiavi per la manovra dei raccordi, attacchi e tappi per tubazioni flessibili. UNI 7421 Apparecchiature per estinzione incendi - Tappi per valvole e raccordi per tubazioni flessibili. UNI 7422 Apparecchiature per estinzione incendi - Requisiti delle legature per tubazioni flessibili. UNI 9032 Tubi di resine termoindurenti rinforzate con fibre di vetro (PRFV) con o senza cariche: tipi, dimensioni e requisiti. UNI 9487 Apparecchiature per estinzione incendi - Tubazioni flessibili antincendio di DN 70 per pressioni di esercizio fino a 1,2 MPa. UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme d'incendio - Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore, rivelatori onici lineari di fumo e punti di segnalazioni manuali. UNI EN 545 Tubi, raccordi ed accessori in ghisa sferoidale e loro assemblaggi per condotte d'acqua. Prescrizioni e metodi di prova. UNI EN 671-1 Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni: Naspi antincendio con tubazioni semirigide. UNI EN 671-2 Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni: Idranti a muro con tubazioni flessibili. UNI EN 671-3 Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni: Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide ed idranti a muro con tubazioni flessibili. UNI EN 694 Antincendio - Tubazioni semirigide per sistemi fissi antincendio. UNI EN 1074-1 Valvole per la fornitura di acqua - Requisiti di attitudine all'impiego e prove idonee di verifica - Parte I: Requisiti generali. UNI EN 1074-2 Valvole per la fornitura dl acqua - Requisiti di attitudine all'impiego e prove idonee di verifica - Parte 2: Valvole di intercettazione. UNI EN 1452 Sistemi di tubazioni di materia plastica per adduzione d'acqua - Policloruro di vinile non plastificato (PVC-U). UNI EN 10224 Tubi e raccordi di acciaio non legato per il convogliamento di acqua e di altri liquidi acquosi: Condizioni tecniche di fornitura. UNI EN 10255 Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura - Condizioni tecniche di Fornitura.

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UNI EN 12201 Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione dell'acqua - Polietilene (PE). UNI EN 12845 Installazioni fisse antincendio - Sistemi automatici a sprinkler: Progettazione, installazione e manutenzione. UNI EN 13244 Sistemi di tubazioni di materia plastica in pressione interrati e non per il trasporto di acqua per usi generali, per fognature e scarichi - Polietilene (PE). UNI EN 14339 Idranti antincendio sottosuolo. UNI EN 14384 Idranti antincendio a colonna soprasuolo. UNI EN 14540 Tubazioni antincendio - Tubazioni appiattibili impermeabili per impianti fissi. UNI EN ISO 15493 Sistemi dl tubazioni di materia plastica per applicazioni industriali – Acrilonitrile Butadiene - Stirene (ABS), policloruro di vinile non plastificato (PVC-V) e clorurato (PVC-C) - Specifiche per i componenti ed il sistema - Serie Metrica. UNI EN ISO 15494 Sistemi di tubazioni di materia plastica per applicazioni industriali - Polibutene (PS), polietilene (PE) e polipropilene (PP) - Specifiche per i componenti ed il sistema - Serie Metrica. UNI EN ISO 14692 Industrie del petrolio del gas naturale - Tubazioni in plastica vetro-rinforzata. UNI EN 12259-1:2007 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 1: Sprinklers. UNI EN 12259-2:2006 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 2: Valvole di allarme idraulico. UNI EN 12259-3:2006 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Parte 3: Valvole d'allarme a secco. UNI EN 12259-4:2002 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Allarmi a motore ad acqua. UNI EN 12259-5:2003 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a spruzzo d'acqua - Indicatori di flusso. prEN 12259-12 Sistemi fissi di estinzione incendi – Componenti per sistemi sprinkler e spray – Parte 12: Pompe. Norme della serie UNI EN 54. DESCRIZIONE DELL'IMPIANTO La presente relazione ha lo scopo di evidenziare i requisiti costruttivi e prestazionali dell'impianto, dimensionato secondo le esigenze e le rispondenze alle normative vigenti. Le scelte progettuali sono state indirizzate verso il raggiungimento delle garanzie di sicurezza in caso d'incendio e quindi volte a creare un'autonoma rete antincendio, attraverso l'installazione e l'esercizio degli impianti idrici di estinzione incendi permanentemente in pressione, destinati all'alimentazione di naspi, come indicato sugli elaborati grafici allegati. In particolare la presente relazione è articolata nelle seguenti sezioni: - descrizione del sito; - componenti principali dell'impianto, descrizione, utilizzo e installazione; - progettazione e calcolo dell'impianto con le caratteristiche idrauliche dei terminali utilizzati; - informazioni sull'alimentazioni idrica; - collaudo impianto. I componenti dell'impianto, specificati nei paragrafi successivi, sono costruiti, collaudati ed installati in conformità alla legislazione vigente. La pressione normale supportata dai componenti del sistema non sarà minore della pressione massima che il sistema può raggiungere in ogni circostanza e comunque non minore di 1.2 MPa. DOCUMENTAZIONE La documentazione di progetto è costituita dalla presente relazione tecnica e di calcolo, i disegni di lay-out dell’impianto con l’esatta ubicazione delle attrezzature, la posizione dei punti di misurazione, ed i dati tecnici dell’impianto. La ditta installatrice rilascerà al committente apposita documentazione comprovante la corretta realizzazione ed installazione dell’impianto e dei suoi componenti secondo il progetto e la relazione tecnica, copia del progetto

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utilizzato per l’installazione, completo di tutti gli elaborati grafici e descrittivi relativi all’impianto come realizzato, ed il manuale di uso e manutenzione dello stesso. PLANIMETRIA La planimetria degli ambienti sarà posizionata vicino all’ingresso principale o dovunque possa essere facilmente visibile dai Vigili del Fuoco o altri che rispondono all’allarme. La planimetria mostrerà: a) ciascuna area suddivisa con la classe di pericolo relativa e, dove appropriato, l’altezza massima di impilamento; b) mediante ombreggiatura o retinatura colorata, l’area coperta da ogni installazione e, se richiesto dai Vigili del Fuoco, l’indicazione dei percorsi attraverso i diversi fabbricati, per giungere a quelle aree; c) la posizione di qualsiasi valvola di intercettazione sussidiaria Di seguito si riporta la descrizione dell'impianto. DESCRIZIONE DEL SITO L'impianto antincendio è ubicato nell'edificio SCUOLA PONTE LINARI di 2 piani, avente destinazione d'uso "Scuola Primaria e Secondaria ", con le seguenti caratteristiche: L'edifico è ubicato nel comune di ROMA (RM), all'indirizzo Via di Ponte Linari. L'edificio si trova in una zona con possibilità di rischio sismico. TUBAZIONI Tubazioni per installazione fuori terra Le tubazioni per installazione fuori terra sono conformi alla specifica normativa vigente e installate in modo da essere sempre accessibili per interventi di manutenzione. I raccordi, le giunzioni e i pezzi speciali sono utilizzati tenendo conto delle caratteristiche di resistenza meccanica ed alla corrosione che assicuri la voluta affidabilità dell'impianto, in conformità alla specifica normativa di riferimento ed alle prescrizioni del fabbricante, rispettando gli spessori minimi riportati nel seguente prospetto: Diametri esterno (mm) Tubazioni in rame /acciaio legato (mm) Fino a 28 1.0 Fino a 54 1.5 Fino a 88.4 2.0 Fino a 108 2.5 Oltre 108 3.0 Tubazioni per installazione interrata Le tubazioni per installazione interrata sono conformi alla specifica normativa vigente e scelte tenendo conto delle caratteristiche di resistenza meccanica ed alla corrosione che assicurino la voluta affidabilità dell'impianto. Le diramazioni in acciaio, di diametro minore di DN100 sono conformi alla UNI EN 10255 serie media e sono esternamente protette contro la corrosione mediante rivestimento normalizzato. Raccordi, accessori ed attacchi unificati I raccordi, gli attacchi e gli accessori delle tubazioni sono conformi alle norme UNI 804, UNI 810, UNI 811, UNI 7421, con chiavi di manovra secondo la UNI 814, UNI EN 14384 e UNI EN 14339. Le legature sono conformi alla UNI 7422. INSTALLAZIONE DELLE TUBAZIONI Le tubazioni sono installate tenendo conto dell'affidabilità richiesta all'impianto anche durante le fasi di manutenzione per eventuali riparazioni e modifiche. Non saranno annegate in pavimenti o soffitti in calcestruzzo. Drenaggio Tutte le tubazioni sono svuotabili senza dover smontare componenti significativi dell'impianto. Protezione meccanica delle tubazioni Le tubazioni sono installate in modo da non risultare esposte a danneggiamenti per urti meccanici. Tubazioni in zone sismiche Poiché l'impianto antincendio è ubicato in zona sismica, la rete di tubazioni è realizzata in modo da evitare

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rotture per effetto dei movimenti tellurici. Le oscillazioni e gli spostamenti eccessivi sono prevenuti medianti l'utilizzo di appositi sostegni ed ancoraggi. I movimenti inevitabili sono consentiti, ma senza pregiudizio dell'integrità e funzionalità dell'impianto. Negli attraversamenti di fondazioni, pareti e solai sono lasciati attorno ai tubi giochi adeguati, successivamente sigillati con lana minerale o altro materiale idoneo, opportunamente trattenuto. Alloggiamento delle tubazioni fuori terra Le tubazioni fuori terra sono di materiali conformi alle normative di riferimento, con le relative specifiche valide nel luogo in cui è utilizzato l’impianto. Le tubazioni sono installate in conformità con le raccomandazioni del fornitore, sono posate a vista o, se in spazi nascosti, accessibili per eventuali interventi di manutenzione; non attraversano locali e/o aree che presentano significativo pericolo di incendio o, in questi casi, la rete è adeguatamente protetta. Alloggiamento delle tubazioni interrate Le tubazioni interrate sono di materiali conformi alle normative di riferimento, con le relative specifiche valide nel luogo in cui verrà utilizzato l’impianto. Le tubazioni sono posate in conformità con le raccomandazioni del fornitore, hanno una sufficiente resistenza alla corrosione e a possibili danni meccanici e risultano sempre ispezionabili. In generale la profondità di posa non è minore di 0.8 m dalla generatrice superiore della tubazione. Attraversamento di strutture verticali e orizzontali Per l'attraversamento di strutture verticali e orizzontali, quali pareti o solai, sono attuate le necessarie precauzioni per evitare la deformazione delle tubazioni o il danneggiamento degli elementi costruttivi derivanti da dilatazioni o da cedimenti strutturali. Negli attraversamenti di compartimentazioni è mantenuta la caratteristica di resistenza al fuoco del compartimento attraversato. SOSTEGNI DELLE TUBAZIONI Il tipo di materiale ed il sistema di posa dei sostegni delle tubazioni scelti sono tali da assicurare la stabilità dell'impianto nelle più severe condizioni di esercizio ragionevolmente prevedibili. In particolare, i sostegni sono in grado di assorbire gli sforzi assiali e trasversali in fase di erogazione; il materiale non è combustibile; i collari sono chiusi attorno al tubo; non sono utilizzati sostegni aperti; non sono utilizzati sostegni ancorati tramite graffe elastiche; non sono utilizzati sostegni saldati direttamente alle tubazioni né avvitati ai relativi raccordi. Posizionamento Ciascun tronco di tubazione è supportato da un sostegno, ad eccezione dei tratti di lunghezza minore di 0.6 m, dei montanti e delle discese di lunghezza minore a 1 m. In generale, la distanza tra due sostegni non è maggiore di 4 m per tubazioni di dimensioni minori o uguali a DN65 e 6 m per quelle di diametro maggiore. Le dimensioni dei sostegni rispettano i valori minimi indicati dal prospetto 4 della UNI 10779. IMPIANTO, RETI, TERMINALI In questo capitolo si riportano le seguenti informazioni: - Tipologia di rete. - Classificazione rete. - Livello di pericolo. - Terminali utilizzati. In prossimità dell'ultimo terminale di ogni diramazione aperta su cui saranno installati 2 o più terminali si installerà un manometro, completo di valvola porta manometro, atto ad indicare la presenza di pressione nella diramazione ed a misurare la pressione residua durante la prova del terminale. RETE 1 La rete 1 è classificata come "<Nuova classificazione UNI10779> - Ordinaria" e, secondo le indicazioni della UNI 10779, presenta un livello di pericolosità di tipo II ed è utilizzata per la protezione interna. I terminali utilizzati sono per la protezione interna sono naspi con attacco DN25. Questa classificazione prevede 4 elementi operativi la cui portata minima è per la protezione interna di 60.00

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l/min , con una pressione residua di funzionamento per la protezione interna di 300.00 kPa . La durata dell'alimentazione è garantita per almeno 60 minuti. Livello di pericolosità - Livello II Aree nelle quali c’è una presenza non trascurabile di materiali combustibili e che presentano un moderato pericolo di incendio come probabilità d’innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell’incendio stesso da parte delle squadre di emergenza. Le aree di livello II possono essere assimilate a quelle definite di classe OH 2, 3 e 4 della UNI EN 12845. NASPI I naspi, conformi alla UNI EN 671-1, sono posizionati in modo che ogni parte dell'attività e dei materiali pericolosi presenti, sia raggiungibile con il getto d'acqua di almeno un naspo. In circostanze particolari (carico d'incendio particolarmente elevato, incendio che precluda l'utilizzo di un naspo, ecc.) i naspi sono installati in modo che sia possibile raggiungere ogni parte dell'area interessata con il getto di due distinti naspi. I naspi sono posizionati considerando ogni compartimento in modo indipendente, sono installati in posizione ben visibile e facilmente raggiungibili, rispettando i seguenti requisiti: - ogni apparecchio protegge non più di 1000 m²; - ogni punto dell'area protetta dista al massimo 30 m dai naspi. I naspi sono posizionati soprattutto in prossimità di uscite di emergenza o delle vie di esodo, in posizione tale da non ostacolare, anche in fase operativa, l'esodo dai locali. Poiché il fabbricato è a più piani, i naspi sono installati su tutti i piani. In prossimità di porte resistenti al fuoco delimitanti il compartimento o nel caso di filtri a prova di fumo di separazione fra compartimenti, i naspi sono posizionati come segue: - su entrambe le facce della parete su cui è inserita la porta, nel primo caso; - su entrambi i compartimenti collegati attraverso il filtro, nel secondo. La manutenzione sarà svolta con la frequenza prevista dalle disposizioni normative e comunque almeno due volte all'anno, in conformità alla UNI EN 671-3 ed alle istruzioni contenute nel manuale d'uso che deve essere predisposto dal fornitore dell'impianto. Nella tabella seguente vengono riportati i parametri idrici dei naspi: N.naspi Nome DN P (kPa) K Q (l/min)* Lungh. (m) Ø Tubaz. (mm) 13 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min DN25 150.00 29.00 35.52 10.00 25.00 * Il coefficiente K caratteristico di erogazione consente di calcolare la Q come Q=K*(P/100)^½ PROGETTAZIONE E CALCOLO DELL'IMPIANTO La progettazione di un impianto antincendio richiede l'applicazione di norme tecniche specifiche che consentono di determinare le caratteristiche dell'impianto. In particolare, tali norme forniscono gli strumenti per identificare le prestazioni richieste all'impianto in termini di pressione di scarica minima ai terminali, portata in uscita da ciascun terminale, numero dei terminali da attivare. La normativa prende in considerazione diversi fattori: - il tipo di attività che viene svolta all'interno dell'area da proteggere; - in caso di deposito, le caratteristiche del deposito, delle merci stoccate, dei materiali e della modalità di imballaggio; - le caratteristiche dei fabbricati; - le condizioni ambientali. Si è provveduto, pertanto, dapprima alla identificazione delle aree da proteggere, seguendo le suddette indicazioni e, successivamente, al disegno e calcolo delle caratteristiche idriche delle tubazioni, calcolandone portata e prevalenza per ciascun terminale attivo ai fini del calcolo. Una volta ultimata questa procedura, si è completato il progetto indicando le caratteristiche della sorgente di alimentazione. CALCOLO IDRAULICO DELLE TUBAZIONI Il calcolo idraulico della rete di tubazioni consente di dimensionare ogni tratto di tubazione in base alle perdite

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di carico distribuite e localizzate in quei tratti. Il calcolo è eseguito sulla base dei dati geometrici (lunghezze dei tratti della rete, dislivelli geodetici, diametri nominali delle tubazioni), arrivando alla determinazione di tutte le caratteristiche idrauliche dei tratti quali portata, perdite distribuite e perdite concentrate, e, quindi, della prevalenza e della portata totali necessari al calcolo della potenza minima della pompa da installare a monte rete (Appendice C della Norma UNI EN 10779). Verrà eseguita, infine, la verifica della velocità massima raggiunta dall'acqua in tutti i tratti della rete; in particolare, sarà verificato che essa non superi in nessun tratto il valore di 10.00 m/s. Perdite di carico distribuite Le perdite di tipo distribuito sono state valutate secondo la seguente formula di Hazen-Williams: dove: p= perdita di carico unitaria in millimetri di colonna d’acqua al metro di tubazione. Q= portata attraverso la tubazioni, in litri al minuto. D= diametro medio interno della tubazione, in millimetri. C= costante dipendente dal tipo e dalla condizione della tubazione. Perdite di carico localizzate Le perdite di carico localizzate dovute a raccordi, curve, pezzi a T e raccordi a croce, attraverso i quali la direzione di flusso subisce una variazione di 45° o maggiore, e alle valvole di intercettazione e di non ritorno, sono trasformate in "lunghezza di tubazione equivalente", come mostrato nel prospetto che segue, ed aggiunte alla lunghezza reale della tubazione di uguale diametro e natura. Tipo di accessorio DN * 25 32 40 50 65 80 100 125 150 200 250 300 Lunghezza tubazione equivalente (m) Curva 45° 0.3 0.3 0.6 0.6 0.9 0.9 1.2 1.5 2.1 2.7 3.3 3.9 Curva 90° 0.6 0.9 1.2 1.5 1.8 2.1 3.0 3.6 4.2 5.4 6.6 8.1 Curva 90° a largo raggio 0.6 0.6 0.6 0.9 1.2 1.5 1.8 2.4 2.7 3.9 4.8 5.4 Giunto T o Croce 1.5 1.8 2.4 3.0 3.6 4.5 6.0 7.5 9.0 10.5 15.0 18.0 Saracinesca - - - 0.3 0.3 0.3 0.6 0.6 0.9 1.2 1.5 1.8 Valvola di non ritorno 1.5 2.1 2.7 3.3 4.2 4.8 6.6 8.3 10.4 13.5 16.5 19.5 Nota: il prospetto è valido per coefficienti di Hazen Williams C=120 (accessori di acciaio), per accessori di ghisa (C=100) i valori ivi specificati devono essere moltiplicati per 0.713; per accessori di acciaio inossidabile, di rame e di ghisa rivestita (C=140) per 1.33; per accessori di plastica analoghi (C=150) per 1.51. * Per valori intermedi dei diametri interni si fa riferimento al DN immediatamente successivo (maggiore) Nella determinazione delle perdite di carico localizzate si tiene presente che: - quando il flusso attraversa un pezzo a T o un raccordo a croce senza cambio di direzione, le relative perdite di carico possono essere trascurate; - quando il flusso attraversa un pezzo a T o un raccordo a croce in cui, senza cambio di direzione, si ha una riduzione della sezione di passaggio, deve essere presa in considerazione la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione di uscita (la minore) del raccordo medesimo; - quando il flusso subisce un cambio di direzione (curva, pezzo a T o raccordo a croce), deve essere presa in conto la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione di uscita. CALCOLO DELLE PERDITE LUNGO LA MANICHETTA I terminali di tipo naspo o idrante presentano una perdita di carico al bocchello della manichetta dovuta all'attrito dell'acqua con le pareti della tubazione. Tali perdite sono computate secondo la formula attribuita a Marchetti di seguito riportata: dove: J= perdita di carico (m.c.a./m). Q= portata (m³/s).

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D= diametro (m). con ß pari a 0.0017 nel caso di tubazioni con rivestimento gommato liscio, oppure con ß pari a 0.0021 nel caso di tubazioni con rivestimento gommato non liscio. Nella seguente tabella si riportano i valori delle perdite di carico nelle manichette internamente gommate. Perdita di carico in m di H2O per 100 m di stendimento Portata (l/min) Rivestimento gommato liscio ß = 0.0017 non liscio ß = 0.0021 DN45 DN70 DN45 DN70 100 2.6 3.2 125 4 4.9 150 5.8 7.1 200 10.2 1.1 12.6 1.4 250 16 1.8 20 2.2 300 23 2.5 28.4 3.1 350 3.4 4.3 400 4.5 5.5 450 5.7 7 500 7 8.7 550 8.5 10.5 600 10.1 12.5 650 11.9 14.7 700 13.8 17 750 15.8 19.5 800 18 22.2 PROCEDURA E DATI UTILIZZATI NEL CALCOLO La procedura di calcolo procede per passi successivi. Inizialmente, si considera una portata nominale alla pressione di scarica minima per ciascun terminale attivo ai fini del calcolo. Se l'impianto è ramificato e non magliato, si procede per correzioni successive bilanciando la pressione su ciascun terminale e considerando le portate correttive sugli archi che collegano il terminale alla sorgente. Si raggiunge così in pochi passi una situazione in cui ogni nodo intermedio ha portata in ingresso pari alla portata in uscita e le perdite di carico, lungo i tratti di tubazione, rispecchiano effettivamente la differenza di carico fra gli estremi delle tubazioni stesse, nel rispetto delle tolleranza ammesse dalla normativa. Se, invece, nell'impianto sono presenti delle maglie, dopo aver completato un primo bilanciamento in termini di pressione e portata come già indicato nel caso di impianto ramificato, si individuano gli anelli e si bilanciano, con il metodo iterativo proposto dal professor Hardy-Cross, le portate e le perdite di carico sui rami degli anelli stessi. L'iterazione procede fino a che la portata correttiva di Hardy-Cross si è ridotta a tal punto da non apportare modifiche alle pressione nei nodi degli anelli. Nella seguente tabella sono indicate l'accuratezza nei calcoli idraulici e le tolleranze utilizzate: Pressione 0.1 kPa (1mbar) Perdita di carico 0.1 kPa/m (1mbar/m) Portate 1 l/min Portata nella giunzioni ± 0.1 l/min Perdita di carico anello ± 0.1 kPa Le tubazioni utilizzate nell'impianto antincendio sono: Codice Tubazione Materiale C nuovo C usato

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ACSP255 UNI EN 10255 - ACCIAIO non legato S. Pesante ACCIAIO 120 84.0 Nella tabella seguente sono indicati i terminali utilizzati e il loro posizionamento: Terminali attivi Impianto Rif.nodo Terminale Codice Piano Alt. (cm) Rete di appartenenza Naspo N.1.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.2.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.3.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.4.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.5.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.6.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.7.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.8.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.9.T0 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano TERRA 1 140 Rete 1 Naspo N.1.T1 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano PRIMO 2 -140 Rete 1 Naspo N.2.T1 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano PRIMO 2 -140 Rete 1 Naspo N.3.T1 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano PRIMO 2 -140 Rete 1 Naspo N.4.T1 UNI EN 671-1 - 150 kPa - DN25 - 35 l/min NA.005 Piano PRIMO 2 -140 Rete 1 Di seguito sono riportati la tipologia e il numero dei pezzi speciali inseriti nella rete: - N° 17 Curva DN50x2 - N° 13 Giunto a 'T' DN50x3 - N° 1 Croce DN50x2, -, DN65 - N° 2 Tappo - - N° 1 Curva DN65x2 - N° 1 Giunto a 'T' -, DN32x2 RISULTATI CALCOLO IMPIANTO La tabella seguente mostra i risultati del calcolo sulle tubazioni dell'impianto (per indicare gli elementi della rete si è proceduto alla numerazione dei nodi): Arco Codice Lungh. (m) L.eq. (m) DN Ø int. (mm) ΔHd (kPa) ΔHc (kPa) ΔHq (kPa) ΔH (kPa) Q (l/min) V (m/s) Gruppo pompaggio --> Curva G.1.T0 ACSP255 11.15 0.00 DN50 51.30 142.49 0.00 0.00 142.49 948.98 7.65 Curva G.1.T0 --> Rete 1 ACSP255 2.90 1.50 DN50 51.30 37.07 19.12 28.44 84.63 948.98 7.65 Rete 1 --> Giunto a 'T' G.19.T0 ACSP255 15.81 3.00 DN50 51.30 57.86 10.98 0.00 68.84 482.58 3.89 Giunto a 'T' G.20.T0 --> Curva G.3.T0 ACSP255 11.70 1.50 DN50 51.30 20.59 2.65 0.00 23.24 324.91 2.62 Curva G.3.T0 --> Giunto a 'T' G.21.T0 ACSP255 4.08 1.50 DN50 51.30 7.16 2.65 0.00 9.81 324.91 2.62 Giunto lineare G.4.T0 --> Giunto a 'T' G.5.T0 ACSP255 7.45 0.00 DN50 51.30 8.04 0.00 0.00 8.04 248.72 2.01 Giunto a 'T' G.5.T0 --> Giunto a 'T' G.23.T0 ACSP255 11.90 3.00 DN50 51.30 6.57 1.67 0.00 8.24 173.11 1.40 Curva G.6.T0 --> Curva G.7.T0 ACSP255 1.60 0.60 DN50 51.30 0.29 0.10 0.00 0.39

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RELAZIONE GENERALE

97.78 0.79 Curva G.7.T0 --> Curva G.8.T0 ACSP255 1.65 0.60 DN50 51.30 0.29 0.10 0.00 0.39 97.78 0.79 Curva G.9.T0 --> Curva G.8.T0 ACSP255 8.34 0.60 DN50 51.30 1.57 0.10 0.00 1.67 97.78 0.79 Giunto a 'T' G.24.T0 --> Curva G.9.T0 ACSP255 6.56 3.00 DN50 51.30 1.27 0.59 0.00 1.86 97.78 0.79 Curva G.11.T0 --> Giunto a 'T' G.10.T0 ACSP255 6.40 1.50 DN50 51.30 10.69 2.55 0.00 13.24 316.25 2.55 Curva G.12.T0 --> Curva G.11.T0 ACSP255 7.55 1.50 DN50 51.30 12.65 2.55 0.00 15.20 316.25 2.55 Curva G.13.T0 --> Curva G.12.T0 ACSP255 2.87 0.60 DN50 51.30 4.81 0.98 0.00 5.79 316.25 2.55 Giunto a 'T' G.26.T0 --> Curva G.13.T0 ACSP255 14.93 0.00 DN50 51.30 25.01 0.00 0.00 25.01 316.25 2.55 Curva G.15.T0 --> Curva G.14.T0 ACSP255 5.70 1.50 DN50 51.30 14.02 3.73 0.00 17.75 389.81 3.14 Curva G.16.T0 --> Curva G.15.T0 ACSP255 1.40 1.50 DN50 51.30 3.43 3.73 0.00 7.16 389.81 3.14 Giunto a 'T' G.27.T0 --> Curva G.16.T0 ACSP255 5.63 0.00 DN50 51.30 13.83 0.00 0.00 13.83 389.81 3.14 Curva G.18.T0 --> Curva G.17.T0 ACSP255 7.60 1.50 DN50 51.30 26.09 5.20 0.00 31.29 466.40 3.76 Rete 1 --> Curva G.18.T0 ACSP255 0.35 3.00 DN50 51.30 1.18 10.30 0.00 11.48 466.40 3.76 Giunto a 'T' G.19.T0 --> Giunto a 'T' G.20.T0 ACSP255 17.79 0.00 DN50 51.30 46.58 0.00 0.00 46.58 402.65 3.25 Giunto a 'T' G.19.T0 --> Naspo N.1.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.39 -14.71 -14.12 79.93 0.64 Giunto a 'T' G.20.T0 --> Naspo N.2.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.39 -14.71 -14.12 77.74 0.63 Giunto a 'T' G.21.T0 --> Giunto lineare G.4.T0 ACSP255 3.47 0.00 DN50 51.30 3.73 0.00 0.00 3.73 248.72 2.01 Giunto a 'T' G.21.T0 --> Naspo N.3.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.39 -14.71 -14.12 76.19 0.61 Giunto a 'T' G.5.T0 --> Colonna montante 0.1241 ACSP255 5.30 3.00 DN50 51.30 0.59 0.39 0.00 0.98 75.61 0.61 Colonna montante 0.1241 --> Naspo N.4.T0 ACSP255 1.50 1.50 DN50 51.30 0.20 0.20 -14.71 -14.31 75.61 0.61 Giunto a 'T' G.23.T0 --> Curva G.6.T0 ACSP255 2.75 0.00 DN50 51.30 0.49 0.00 0.00 0.49 97.78 0.79 Giunto a 'T' G.23.T0 --> Naspo N.5.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.39 -14.71 -14.12 75.33 0.61 Giunto a 'T' G.10.T0 --> Giunto a 'T' G.24.T0 ACSP255 11.89 0.00 DN50 51.30 0.10 0.00

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RELAZIONE GENERALE

0.00 0.10 22.14 0.18 Giunto a 'T' G.24.T0 --> Naspo N.6.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.39 -14.71 -14.12 75.64 0.61 Giunto a 'T' G.10.T0 --> Colonna montante 0.1240 ACSP255 4.75 3.00 DN50 51.30 9.02 5.69 0.00 14.71 338.39 2.73 Colonna montante 0.1240 --> Naspo N.7.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.29 -14.71 -14.22 68.93 0.56 Curva G.14.T0 --> Giunto a 'T' G.26.T0 ACSP255 2.67 1.50 DN50 51.30 6.57 3.73 0.00 10.30 389.81 3.14 Giunto a 'T' G.26.T0 --> Naspo N.8.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.29 -14.71 -14.22 73.56 0.59 Curva G.17.T0 --> Giunto a 'T' G.27.T0 ACSP255 4.82 1.50 DN50 51.30 16.57 5.20 0.00 21.77 466.40 3.76 Giunto a 'T' G.27.T0 --> Naspo N.9.T0 ACSP255 1.50 3.00 DN50 51.30 0.20 0.39 -14.71 -14.12 76.59 0.62 Colonna montante 0.1240 --> Colonna montante 1.629 ACSP255 40.04 --- - 0.00 0.00 0.00 0.98 0.98 --- --- Colonna montante 0.1240 --> Colonna montante 1.630 ACSP255 0.10 3.60 DN65 67.10 0.00 1.18 0.98 2.16 269.46 1.27 Colonna montante 1.630 --> Giunto a 'T' G.7.T1 ACSP255 0.60 0.90 DN65 67.10 0.20 0.29 0.00 0.49 269.46 1.27 Curva G.1.T1 --> Curva G.2.T1 ACSP255 6.40 0.60 DN50 51.30 2.16 0.20 0.00 2.36 132.98 1.07 Curva G.2.T1 --> Giunto a 'T' G.5.T1 ACSP255 6.55 0.60 DN50 51.30 2.26 0.20 0.00 2.46 132.98 1.07 Giunto a 'T' G.4.T1 --> Tappo G.3.T1 ACSP255 0.61 --- - 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 --- --- Giunto a 'T' G.4.T1 --> Naspo N.1.T1 ACSP255 1.40 0.90 DN32 34.40 0.88 0.59 -13.73 -12.26 66.16 1.19 Giunto a 'T' G.5.T1 --> Giunto a 'T' G.4.T1 ACSP255 17.09 0.00 DN32 34.40 11.08 0.00 0.00 11.08 66.16 1.19 Giunto a 'T' G.5.T1 --> Naspo N.2.T1 ACSP255 1.40 1.80 DN32 34.40 0.88 1.18 -13.73 -11.67 66.82 1.20 Giunto a 'T' G.6.T1 --> Curva G.1.T1 ACSP255 6.73 0.00 DN50 51.30 2.26 0.00 0.00 2.26 132.98 1.07 Giunto a 'T' G.6.T1 --> Naspo N.3.T1 ACSP255 1.40 1.80 DN32 34.40 0.98 1.18 -13.73 -11.57 67.89 1.22 Giunto a 'T' G.7.T1 --> Giunto a 'T' G.6.T1 ACSP255 16.07 0.00 DN50 51.30 11.57 0.00 0.00 11.57 200.87 1.62 Giunto a 'T' G.7.T1 --> Naspo N.4.T1 ACSP255 1.40 1.80 DN32 34.40 0.98 1.27 -13.73 -11.48 68.59 1.23 Gruppo pompaggio --> Attacco autopompa AA.1.T0 ACSP255 2.67 --- - 0.00 0.00 0.00 7.85 7.85 --- --- Legenda

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L.eq.: lunghezza equivalente dovuta alle giunzioni (curva, gomito, TEE, croce, ecc.) (m) ΔHd: Perdita di carico distribuita (kPa) ΔHc: Perdita di carico concentrata (kPa) ΔHq: Perdita di carico per differenza di quota (kPa) ΔH: Perdita di carico complessiva (kPa) Q: Portata (l/min) V: Velocità (m/s) Tabella risultati del calcolo sui nodi dell'impianto: Rif.nodo Tipo Quota (m) Q (l/min) P (kPa) Perdite totali (kPa) * Gruppo pompaggio Gruppo pompaggio 3.00 948.98 378.23 - Curva G.1.T0 Curva 3.00 948.98 235.74 - Rete 1 Rete naspi 5.90 948.98 151.11 - Curva G.3.T0 Curva 5.90 324.91 12.55 - Giunto lineare G.4.T0 Giunto lineare 5.90 248.72 -0.99 - Giunto a 'T' G.5.T0 Giunto a 'T' 5.90 248.72 -9.03 - Curva G.6.T0 Curva 5.90 97.78 -17.66 - Curva G.7.T0 Curva 5.90 97.78 -18.05 - Curva G.8.T0 Curva 5.90 0.00 -18.44 - Curva G.9.T0 Curva 5.90 97.78 -16.77 - Giunto a 'T' G.10.T0 Giunto a 'T' 5.90 360.53 -14.81 - Curva G.11.T0 Curva 5.90 316.25 -1.57 - Curva G.12.T0 Curva 5.90 316.25 13.53 - Curva G.13.T0 Curva 5.90 316.25 19.32 - Curva G.14.T0 Curva 5.90 389.81 54.63 - Curva G.15.T0 Curva 5.90 389.81 72.38 - Curva G.16.T0 Curva 5.90 389.81 79.54 - Curva G.17.T0 Curva 5.90 466.40 115.04 - Curva G.18.T0 Curva 5.90 466.40 146.32 - Naspo N.1.T0 Naspo 4.40 28.48 96.49 281.74 + 0.04 Giunto a 'T' G.19.T0 Giunto a 'T' 5.90 482.58 82.37 - Naspo N.2.T0 Naspo 4.40 20.48 49.91 328.32 + 0.02 Giunto a 'T' G.20.T0 Giunto a 'T' 5.90 402.65 35.79 - Naspo N.3.T0 Naspo 4.40 11.90 16.86 361.37 + 0.01 Giunto a 'T' G.21.T0 Giunto a 'T' 5.90 324.91 2.74 - Naspo N.4.T0 Naspo 4.40 6.02 4.31 373.92 + 0.00 Naspo N.5.T0 Naspo 4.40 Non un numero reale -2.95 381.18 + Non un numero reale Giunto a 'T' G.23.T0 Giunto a 'T' 5.90 173.11 -17.17 - Naspo N.6.T0 Naspo 4.40 11.66 16.18 362.05 + 0.01 Giunto a 'T' G.24.T0 Giunto a 'T' 5.90 173.42 -14.91 - Naspo N.7.T0 Naspo 4.40 Non un numero reale -21.98 400.21 + Non un numero reale Naspo N.8.T0 Naspo 4.40 20.88 51.87 326.36 + 0.02 Giunto a 'T' G.26.T0 Giunto a 'T' 5.90 389.81 44.33 - Naspo N.9.T0 Naspo 4.40 29.11 100.81 277.42 + 0.04 Giunto a 'T' G.27.T0 Giunto a 'T' 5.90 466.40 93.37 -

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Colonna montante 0.1240 Colonna montante 5.90 338.39 -36.20 - Colonna montante 0.1241 Colonna montante 5.90 75.61 -10.01 - Colonna montante 1.629 Colonna montante 6.00 0.00 0.00 - Colonna montante 1.630 Colonna montante 6.00 269.46 -38.46 - Curva G.1.T1 Curva 6.00 132.98 -52.78 - Curva G.2.T1 Curva 6.00 132.98 -55.13 - Tappo G.3.T1 Tappo 6.00 0.00 0.00 - Naspo N.1.T1 Naspo 4.60 Non un numero reale -56.40 434.63 + Non un numero reale Giunto a 'T' G.4.T1 Giunto a 'T' 6.00 66.16 -68.66 - Naspo N.2.T1 Naspo 4.60 Non un numero reale -46.01 424.24 + Non un numero reale Giunto a 'T' G.5.T1 Giunto a 'T' 6.00 132.98 -57.58 - Naspo N.3.T1 Naspo 4.60 Non un numero reale -38.95 417.18 + Non un numero reale Giunto a 'T' G.6.T1 Giunto a 'T' 6.00 200.87 -50.52 - Naspo N.4.T1 Naspo 4.60 Non un numero reale -27.48 405.71 + Non un numero reale Giunto a 'T' G.7.T1 Giunto a 'T' 6.00 269.46 -38.95 - Attacco autopompa AA.1.T0 Attacco autopompa 3.80 0.00 0.00 - * Valorizzato se il nodo corrisponde a un terminale attivo dell'impianto. Se sono presenti perdite al bocchello o alla manichetta i relativi valori sono riportati nella colonna. Tabella delle tubazioni con i diametri utilizzati: Tubazione Materiale DN Lunghezza (m) UNI EN 10255 - ACCIAIO non legato S. Pesante ACCIAIO DN50 238.26 UNI EN 10255 - ACCIAIO non legato S. Pesante ACCIAIO - 43.32 UNI EN 10255 - ACCIAIO non legato S. Pesante ACCIAIO DN65 0.70 UNI EN 10255 - ACCIAIO non legato S. Pesante ACCIAIO DN32 22.69 Per soddisfare i requisiti necessari al bilanciamento dell'impianto, la Prevalenza dell'impianto H deve essere pari almeno a: 38.58 m c.a. (378.33 kPa), a cui corrisponde una Portata dell'impianto Q di: 948.98 l/min. Nell'immagine seguente è riportata la curva caratteristica dell'impianto H(Q): Fig. 1: Caratteristica H(Q) dell’impianto ALIMENTAZIONE IDRICA L'alimentazione idrica a servizio della rete antincendio è realizzata secondo i criteri di buona tecnica: è in grado, come minimo, di garantire la portata e la pressione richiesta dall'impianto ed è progettata in modo tale da assicurare i tempi di erogazione previsti. Mantiene permanentemente in pressione le reti dell'impianto, non è soggetta a possibili condizioni di congelamento, di siccità o di allagamento, nonché qualsiasi altra condizione che potrebbe ridurre il flusso o l’effettiva portata oppure rendere non operativa l’alimentazione. Sono, infatti, prese in considerazione tutte le possibili azioni utili ad assicurare la continuità ed affidabilità dell’alimentazione idrica. L’acqua non contiene sostanze fibrose o altro materiale in sospensione che possa provocare depositi all’interno delle tubazioni dell’impianto. L'impianto è alimentato da un gruppo di serbatoi con pompe le cui caratteristiche sono descritte nel paragrafo successivo. GRUPPO DI SERBATOI CON POMPE L'alimentazione idrica a servizio dell'impianto antincendio è realizzata tramite un gruppo di serbatoi con pompe. Ubicazione: Piano TERRA 1, quota di 3.00 m e altezza relativa rispetto all'origine di 0.00 m. Il punto di lavoro dell'Impianto con il Gruppo di pompaggio è pari a:

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Portata Q: 0.00 l/min Prevalenza H: 0.00 m c.a. Sono presenti due pompe collegate in parallelo con queste caratteristiche: Marca Modello Tipo Potenza (kW) H (m c.a.) Q (l/min) IDROELETTRICA GRDUEEP192065 - 50-160 NBC centrifuga normalizzata 7.50 37.50 1 166.67 Le immagini che seguono illustrano la caratteristica H(Q), prevalenza al variare della portata e il punto di lavoro individuato: Fig. 2: Caratteristica H(Q) del gruppo di pompaggio Fig. 3: Caratteristica H(Q) Impianto e Gruppo di pompaggio – Punto di lavoro CONDIZIONI DI ASPIRAZIONE Tubazioni di aspirazione La tubazione di aspirazione, comprese tutte le valvole e raccordi, è progettata in modo da assicurare che l'NPSHa disponibile (calcolato alla massima temperatura prevista dell'acqua) all'ingresso della pompa superi l'NPSHr richiesto di almeno 1 m alla portata massima della pompa. Le tubazioni di aspirazione sono poste orizzontalmente o con pendenza continua in salita verso la pompa per prevenire la possibilità di formazione di sacche d’aria nella tubazione. È utilizzata una valvola di fondo qualora l’asse della pompa si trovi al di sopra del livello minimo dell’acqua. Il tratto di condotta che collega la pompa alla struttura di raccolta ha le seguenti caratteristiche: - UNI EN 10255 - ACCIAIO non legato S. Pesante. - Classe DN125 per N° 1 attacchi. - Lunghezza complessiva 15.00 m. - Dislivello 1.00 m. - NPSHa 8.60 m.c.a. - Pressione atmosferica: 10.00 m.c.a. - Tensione di vapore: 0.19 m.c.a.. L’aspirazione della pompa è collegata ad una tubazione diritta, lunga almeno due volte il diametro. Le valvole non sono posizionate direttamente sulla bocca di entrata della pompa. Soprabattente Nelle condizioni di soprabattente, il diametro della tubazione di aspirazione non è minore di 80 mm. Inoltre il diametro è tale che la velocità non sia maggiore di 1.5 m/s, quando la pompa sta funzionando alla portata massima richiesta. Dove è installata più di una pompa, le tubazioni di aspirazione non sono interconnesse. L’altezza dal livello minimo dell’acqua all’asse della pompa non è maggiore di 3.2 m. La tubazione di aspirazione è posizionata come appropriato, secondo la normativa vigente. Nel punto più basso della tubazione di aspirazione è posizionata una valvola di fondo. Ogni pompa ha dei dispositivi automatici di adescamento. Adescamento della pompa Ogni pompa è collegata ad un dispositivo automatico di adescamento separato. Tale dispositivo comprende un serbatoio posizionato ad un livello più alto rispetto alla pompa e una tubazione di collegamento (con una valvola di non ritorno) discendente dal serbatoio alla mandata della pompa. Il serbatoio, la pompa e la tubazione di aspirazione sono tenute costantemente piene d’acqua anche in presenza di perdite dalla valvola di fondo. Se il livello dell’acqua nel serbatoio dovesse scendere a 2/3 rispetto al livello normale, la pompa entrerà in funzione. Pompa di mantenimento pressione Una pompa di mantenimento pressione è installata per evitare l'inopportuno avviamento di una delle pompe principali o per mantenere l'impianto in pressione nel caso in cui l'alimentazione idrica abbia fluttuazioni di pressione. Il gruppo di pompaggio è alimentato da un'unica struttura di raccolta. Struttura di raccolta La struttura di raccolta del gruppo di serbatoi con pompe è senza pozzetto di presa.

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Di seguito i dettagli della struttura di raccolta: - livello normale dell'acqua: 1.00 m; - livello minimo storico: 0.20 m; - diametro di aspirazione: DN125; - distanza minima dal tubo di aspirazione al livello minimo dell'acqua: 0.50 m; - distanza minima dal tubo di aspirazione al fondo del pozzetto: 0.10 m; - capacita effettiva: 60.00 m³. Il gruppo di serbatoi con pompe così realizzato è classificato come alimentazione "singola" (classificazione prevista dalla normativa UNI 12845:2009) con capacità complessiva delle strutture di raccolta pari a 60.00 m³. POMPE Locali per gruppi di pompaggio I gruppi di pompaggio sono installati in locali aventi una resistenza al fuoco non minore di 60 min, utilizzati unicamente per la protezione antincendio. Il locale pompe è mantenuto almeno alla seguente temperatura: - 4 °C (pompe azionate da motore elettrico). Temperatura massima di alimentazione idrica La temperatura dell’acqua non è maggiore di 40 °C, come da prescrizione. Valvole ed accessori Una valvola di non ritorno e una valvola di intercettazione sono installate nella tubazione di mandata di ciascuna pompa. Le prese sulle pompe per i manometri di aspirazione e di mandata sono facilmente accessibili. ELETTROPOMPE L’alimentazione elettrica è sempre disponibile. La documentazione aggiornata, i disegni di installazione, gli schemi dell’alimentazione principale e del trasformatore, dei collegamenti per l’alimentazione del pannello di controllo della pompa nonché del motore, dei circuiti di controllo degli allarmi e segnali, è tenuta a disposizione negli appositi locali. Alimentazione elettrica L’alimentazione per il quadro di controllo della pompa sarà dedicata esclusivamente al gruppo di pompaggio e separata da tutti gli altri collegamenti. I fusibili del quadro di controllo della pompa sono ad alta capacità di rottura, per poter consentire il passaggio della corrente di spunto per un periodo non minore di 20 s. Tutti i cavi sono protetti contro il fuoco e i danni meccanici. Al fine di proteggere i cavi dall’esposizione diretta all’incendio, questi passano all’esterno dell’edificio o attraverso quelle parti dell’edificio dove il rischio di incendio è trascurabile e che sono separate da qualsiasi significativo rischio di incendio mediante pareti, tramezzi o pavimenti con una resistenza al fuoco non minore di 60 min, oppure sono forniti di una protezione diretta supplementare o interrati. I cavi sono di singola tratta senza giunzioni. Quadro elettrico principale di distribuzione Il quadro elettrico principale è situato in un compartimento antincendio utilizzato esclusivamente per l’alimentazione elettrica. I collegamenti elettrici nel quadro elettrico principale sono tali che l’alimentazione del quadro di controllo della pompa non è isolata quando vengono isolati gli altri servizi. Ogni interruttore installato sulla linea di alimentazione dedicata alla pompa antincendio è etichettato come segue: ALIMENTAZIONE DEL MOTORE DELLA POMPA ANTINCENDIO NON APRIRE IN CASO DI INCENDIO Le lettere sull’etichetta sono alte almeno 10 mm, bianche su sfondo rosso. L’interruttore è bloccato per proteggerlo contro eventuali manomissioni. Collegamento tra il quadro elettrico principale di distribuzione e il quadro di controllo della pompa

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La corrente per il dimensionamento corretto dei cavi è determinata considerando il 150% della corrente massima possibile a pieno carico. Quadro di controllo della pompa Il quadro di controllo della pompa è in grado di: a) avviare automaticamente il motore quando riceve un segnale dai pressostati; b) avviare il motore con azionamento manuale; c) arrestare il motore solamente mediante azionamento manuale. Il quadro di controllo è dotato di amperometro. I contatti sono in conformità con la categoria di utilizzo AC-3 delle EN 60947-1 e EN 60947-4. Monitoraggio del funzionamento della pompa Sono tenute sotto controllo le seguenti condizioni: - disponibilità dell’alimentazione elettrica al motore e, dove alternata (CA), su tutte e tre le fasi; - richiesta di avviamento pompa; - pompa in funzione; - mancato avviamento. Tutte le suddette condizioni sono indicate visivamente e singolarmente nel locale pompe. Pompa in funzione e allarme anomalia saranno inoltre segnalati acusticamente e visivamente in un locale permanentemente presidiato da personale responsabile. L’indicazione visiva di anomalia è di colore giallo. I segnali acustici avranno un livello di segnale di almeno 75 dB e possono essere tacitati. Previsto un dispositivo di prova per il controllo delle lampade di segnalazione. COLLAUDO IMPIANTO Il collaudo includerà le seguenti operazioni: - accertamento della rispondenza dell'installazione al progetto esecutivo presentato; - verifica della conformità dei componenti utilizzati alle disposizioni normative; - verifica della posa in opera "a regola d'arte". Il collaudo sarà preceduto da un accurato lavaggio delle tubazioni, con velocità dell'acqua non minore di 2 m/s. Saranno essere eseguite le seguenti operazioni minime: - esame generale dell'intero impianto; - prova idrostatica delle tubazioni ad una pressione di almeno 1,5 volte la pressione di esercizio dell'impianto con un minimo di 1,4 MPa per 2 h; - collaudo delle alimentazioni (in conformità alla UNI EN 12845); - verifica del regolare flusso nei collettori di alimentazione, aprendo completamente un terminale finale per ogni ramo principale della rete a servizio di due o più terminali; - verifica delle prestazioni di progetto con riferimento alle portate e pressioni minime da garantire, alla contemporaneità delle erogazioni e alla durata delle alimentazioni; - revisione del livello di pericolo, identificando l’effetto sulla classificazione del pericolo o sul progetto dell’impianto, di qualsiasi modifica intervenuta sulla struttura, sul contenuto, sulla modalità di deposito, sul riscaldamento, sull’illuminazione o sul posizionamento delle apparecchiature. Per l'esecuzione dei suddetti accertamenti nel progetto saranno individuati i punti di misurazione che saranno opportunamente predisposti ed indicati. Tali punti saranno dotati almeno di attacco per manometro. CENTRALE IDRICA ANTINCENDIO Nel presente intervento è prevista la realizzazione di una nuova centrale idrica antincendio costituita da vasca di riserva idrica prefabbricata in C.A.V. fuori terra e da locale tecnico adiacente prefabbricato in C.A.V. , anch’esso fuori terra completo di gruppo di pressurizzazione a norma UNI EN 12845. I due manufatti saranno posizionati in adiacenza alla palestra in posizione rilevabile dalla planimetria del piano terra. La vasca avrà una capacità utile di 8 mc e sarà completa di passo d'uomo ed attacchi per aspirazioni, ricircolo, reintegro e troppo pieno nonché di valvola a galleggiante e sonda di allarme abbassamento livello capacità utile vasca . Il gruppo di pressurizzazione sarà del tipo per installazione sotto battente, preassemblato su telaio in acciaio composto da elettropompa di servizio ed elettropompa pilota. Aspirerà dal serbatoio mediante tubazioni in

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acciaio zincato opportunamente dimensionate. Sono previste aspirazioni indipendenti per ogni pompa del gruppo e la tubazione di ricircolo e prova pompe. Per il reintegro della vasca è prevista un’alimentazione diretta dall’acquedotto comunale, con l’installazione di un nuovo contatore appositamente dedicato alla rete antincendio. Da tale contatore, che coincide con il punto di fornitura della Ditta erogatrice, l’acqua sarà addotta alla vasca mediante una tubazione realizzata in PEAD PN16 nel percorso interrato ed in acciaio zincato nel tratto in cui corre staffata a parete. Il livello del liquido nel serbatoio sarà regolato da una valvola a galleggiante. E’ prevista all'interno della vasca, una sonda che lancerà un segnale di allarme qualora il livello dell'acqua scenda sotto a quello necessario per avere la riserva idrica prevista dal calcolo di progetto. Lo scarico di troppo pieno del serbatoio verrà convogliato tramite una tubazione in polietilene pesante alla rete di smaltimento acque meteoriche esistente prevedendo un pozzetto di ispezione sul punto d'innesto della nuova tubazione. A corredo del locale tecnico è' previsto inoltre un termoconvettore elettrico, completo di termostato, con funzione antigelo. CARATTERISTICHE IDRAULICHE Saranno garantite le seguenti caratteristiche idrauliche minime: una portata minima complessiva di 105 lt/min per alimentare in contemporanea tre naspi nelle condizioni idraulicamente più sfavorevoli con una pressione al bocchello di 1,5 bar. RETE ANTINCENDIO La rete di distribuzione idrica verrà realizzata interamente con tubazioni in acciaio zincato a norma UNI EN 10255 ed avrà origine dalla centrale di pressurizzazione prima descritta. Correrà per il primo tratto staffata a parete esternamente all’edificio e proseguirà poi all’interno dello stesso, staffata in vista a soffitto del piano terra oppure a parete. Dalla suddetta rete si alimenteranno sia i naspi posti al piano terra sia quelli ubicati al piano primo. In tutti i percorsi esterni le tubazioni saranno rivestite con guaina coibente in funzione antigelo e protette esternamente con lamiera di alluminio. I naspi UNI25 collocati secondo la disposizione prevista nel progetto di prevenzione incendi approvato, saranno conformi alla norma UNI-EN 671-2, corredati di lance a getto pieno e frazionato e manichetta flessibile di 20/25 metri. E' prevista inoltre l'installazione di un attacco motopompa in prossimità dell'ingresso della scuola al piano terra.

1.13 ESTINTORI L’edificio scolastico sarà dotato di estintori portatili aventi capacità estinguente almeno 13A - 89B/C in ragione di almeno un estintore per ogni 200 m2 di pavimento o frazione di detta superficie, con un minimo di due estintori per piano. Gli estintori con capacità estinguente saranno collocati principalmente in prossimità delle uscite di sicurezza, nelle immediate vicinanze di aree a maggior pericolo e al loro interno, in posizione visibile, facilmente accessibile e debitamente segnalata. Gli agenti estinguenti saranno compatibili con le sostanze presenti e saranno del tipo approvato dal Ministero dell'Interno ai sensi del D.M. 20 Dicembre 1982 (Gazzetta Ufficiale n. 19 del 20 Gennaio 1983) e successive modificazioni ed integrazioni. Gli estintori avranno caratteristiche conformi a quanto stabilito dalle norme. Nel presente intervento è prevista l'installazione degli estintori portatili a polvere, secondo la disposizione prevista nel progetto di prevenzione incendi.

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EDIFICIO

PIANO

SUP. m2

ESTINTORI DA UTILIZZARE

TIPO

COPERTURA (*) m2/cad

N. min

N. effettivo

SCUOLA PONTE LINARI

TERRA

1861,00

13A - 89B/C

200

10

10

1 PIANO

1861,00

13A - 89B/C

200

10

10

Nei locali con presenza di apparecchiature elettriche saranno installati estintori a CO2. OPERE ACCESSORIE È previsto il prolungamento del basamento su cui posizionare i due manufatti prefabbricati in quanto la larghezza dell’attuale marciapiede non risulta sufficientemente ampia per il posizionamento dei manufatti. Verrà quindi realizzata una pavimentazione in blocchi di calcestruzzo autobloccanti per la superficie di appoggio mancante.

1.14 IMPIANTI ELETTRICI A servizio della nuova centrale idrica antincendio e della relativa vasca di accumulo sarà prevista la realizzazione di un nuovo impianto elettrico così costituito: derivazione dai morsetti di uscita del gruppo di misura al punto di fornitura dell'energia per realizzare la linea preferenziale di alimentazione alla centrale antincendio; installazione di un nuovo quadretto fornitura antincendio QFA posto nel locale presidiato "sala insegnanti" vicino al punto di fornitura; costituito da un centralino isolante con l'interruttore di protezione della nuova linea di alimentazione alla centrale antincendio; installazione della nuova linea di alimentazione dal gruppo di misura al punto di fornitura fino al quadretto antincendio QFA; realizzata in cavo LSOH tipo FTG10(O)M1 resistente al fuoco entro tubazione dedicata in acciaio zincato posata a vista; installazione della nuova linea di alimentazione dal quadretto antincendio QFA fino alla centrale antincendio; realizzata in cavo LSOH tipo FTG10OM1 resistente al fuoco entro tubazione dedicata in acciaio zincato posata a vista sulla parete esterna dell'edificio parallelamente alle tubazioni idriche; compreso il collegamento alla morsettiera di attestazione predisposta a corredo della struttura della nuova centrale idrica antincendio prefabbricata; installazione di un pannello di segnalazione remota ottica-acustica dei vari allarmi (livello vasca, mancanza fasi, richiesta di avviamento pompa, pompa in funzione e mancato avviamento) della centrale antincendio nel locale presidiato (sala professori); installazione della nuova linea ausiliaria dalla centrale antincendio fino al pannello di segnalazione remota ottica-acustica dei vari allarmi; realizzata in cavo LSOH tipo FTG10OM1 resistente al fuoco entro tubazione dedicata in acciaio zincato posata a vista sulla parete esterna dell'edificio parallelamente alle tubazioni idriche; compreso il collegamento alla morsettiera di attestazione predisposta a corredo della struttura della nuova centrale idrica antincendio prefabbricata; collegamento del nuovo impianto antincendio alla rete di dispersione a terra esistente nel complesso, intercettabile in corrispondenza del punto di fornitura.

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1.15 CENTRALE TERMICA

Norme - Decreto Presidente della Repubblica del 1° agosto 2011, n. 151 - Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49 comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 201, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. - Decreto Ministero dell'Interno del 30 novembre 1983 - Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. - Decreto Ministero dell'Interno del 7 agosto 2012 - Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151. - Decreto Ministero dell'Interno del 28 aprile 2005 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi. - Circolare n.1324 del 07/02/2012 - Guida per l'installazione degli impianti fotovoltaici. Ai fini della prevenzione degli incendi ed allo scopo di raggiungere i primari obiettivi di sicurezza relativi alla salvaguardia delle persone, dei beni e dei soccorritori, gli impianti sono realizzati in modo da: • evitare la fuoriuscita accidentale di combustibile; • evitare, nel caso di fuoriuscita accidentale di combustibile, spandimenti in locali diversi da quello di installazione; • limitare, in caso di incendio, danni alle persone; • limitare, in caso di incendio, danni ai locali vicini a quelli contenenti gli impianti; • consentire ai soccorritori di operare in condizioni di sicurezza. IMPIANTO L'impianto è ubicato in locali esterni. Il numero di apparecchi presenti è pari a uno, la portata termica dell'impianto è pari a 110 kW e la densità rispetto all'aria è maggiore di 0.8. Gli apparecchi distano 5 m da cavità/depressioni, poste al piano di installazione degli apparecchi; aperture comunicanti con l’esterno. I locali sono ad uso esclusivo e realizzati in materiali di classe 0 di reazione al fuoco. Gli apparecchi sono installati non in adiacenza alle pareti dell'edificio. Il locale caldaia per l'impianto termico è dotato di aperture sufficienti. Le distanze tra un qualsiasi punto esterno degli apparecchi e le pareti verticali e orizzontali del locale, nonchè le distanze fra gli apparecchi installati nello stesso locale, permettono l'accessibilità agli organi di regolazione, sicurezza e controllo nonché la manutenzione ordinaria secondo quanto prescritto dal costruttore dell'apparecchio. Il dimensionamento delle tubazioni è tale da garantire il corretto funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. L'impianto interno ed i materiali impiegati sono conformi alla legislazione tecnica vigente. I riduttori di pressione presenti sono dimensionati in modo tale da garantire il funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. I materiali utilizzati per i tubi dell'impianto sono di: - acciaio. Le tubazioni sono protette contro la corrosione e collocate in modo tale da non subire danneggiamenti dovuti ad urti. E' vietato l'uso delle tubazioni del gas come dispersori, conduttori di terra o conduttori di protezione di impianti e apparecchiature elettriche, telefono compreso; è vietata la collocazione delle tubazioni nelle canne fumarie, nei vani e cunicoli destinati a contenere servizi elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico delle immondizie. I riduttori di pressione dell'impianto interno sono collocati all'esterno degli edifici. All'esterno dei

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locali di installazione degli apparecchi è installata, sulla tubazione di adduzione del gas, in posizione visibile e facilmente raggiungibile una valvola di intercettazione manuale con manovra a chiusura rapida per rotazione di 90° ed arresti di fine corsa nelle posizioni di tutto aperto e di tutto chiuso. Per il collegamento dell'impianto interno finale, e iniziale sono utilizzati tubi metallici flessibili continui. Nell'attraversamento di muri la tubazione non presenta giunzioni o saldature ed è protetta da guaina murata con malta di cemento. Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, l'intercapedine fra guaina e tubazione gas è sigillata con materiali adatti in corrispondenza della parte interna del locale, assicurando comunque il deflusso del gas proveniente da eventuali fughe mediante almeno uno sfiato verso l'esterno. Il percorso non attraversa giunti sismici; - rivestimento della parete . Fra le condotte ed i cavi di altri servizi è adottata una distanza pari a 10 cm. L'impianto elettrico è realizzato in conformità alla legge 1° marzo 1968, n. 186 (Gazzetta Ufficiale n. 77 del 23 marzo 1968), e tale conformità è attestata secondo le procedure di cui al D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008. La segnaletica di sicurezza richiama l'attenzione sui divieti e sulle limitazioni imposti e segnalare la posizione della valvola esterna di intercettazione generale del gas e dell'interruttore elettrico generale.

1.16 LOCALE CUCINA - IMPIANTI - Decreto Presidente della Repubblica del 1° agosto 2011, n. 151 - Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49 comma4-quater, del decreto-legge 31 maggio 201, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. - Decreto Ministero dell'Interno del 30 novembre 1983 - Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. - Decreto Ministero dell'Interno del 7 agosto 2012 - Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151. - Decreto Ministero dell'Interno del 12 aprile 1996 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi. Ai fini della prevenzione degli incendi ed allo scopo di raggiungere i primari obiettivi di sicurezza relativi alla salvaguardia delle persone, dei beni e dei soccorritori, gli impianti sono realizzati in modo da: • evitare la fuoriuscita accidentale di combustibile; • evitare, nel caso di fuoriuscita accidentale di combustibile, spandimenti in locali diversi da quello di installazione; • limitare, in caso di incendio, danni alle persone; • limitare, in caso di incendio, danni ai locali vicini a quelli contenenti gli impianti; • consentire ai soccorritori di operare in condizioni di sicurezza. Locale cucina con alimentazione gas da rete. Il numero di apparecchi presenti è pari a 1,la portata termica dell'impianto è pari a 116 kW e la densità rispetto all'aria è minore o uguale di 0.8.Gli apparecchi sono installati in locali esclusivamente destinati. Il locale è dotato di più di un'apertura permanente di aerazione. E' prevista una protezione delle aperture di aerazione tramite grigliati metallici. Le aperture di aerazione sono realizzate e collocate in modo da evitare la formazione di sacche di gas, indipendentemente dalla conformazione della copertura. E' prevista una coperture piana e l'aerazione è realizzata nella parte più alta della parete di cui al punto 4.1.1b del D.M. 12 aprile 1996. Caratteristiche costruttive Le strutture portanti hanno caratteristiche di resistenza al fuoco pari a R 60 e le strutture separanti hanno caratteristiche di resistenza al fuoco pari a REI 60 Tubazione gas Il dimensionamento delle tubazioni è tale da garantire il corretto funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. L'impianto interno ed i materiali impiegati sono conformi alla legislazione tecnica vigente. I riduttori di pressione presenti sono dimensionati in modo tale da garantire il funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. Tubi di acciaio I tubi di acciaio sono senza saldatura e hanno caratteristiche qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI 8863. I tubi in acciaio con saldatura longitudinale, sono interrati, hanno caratteristiche

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qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI 8488. Le tubazioni sono protette contro la corrosione e collocate in modo tale da non subire danneggiamenti dovuti ad urti. E' vietato l'uso delle tubazioni del gas come dispersori, conduttori di terra o conduttori di protezione di impianti e apparecchiature elettriche, telefono compreso; è vietata la collocazione delle tubazioni nelle canne fumarie, nei vani e cunicoli destinati a contenere servizi elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico delle immondizie. presenti I riduttori di pressione sono collocati all'esterno degli edifici. All'esterno dei locali di installazione degli apparecchi è installata, sulla tubazione di adduzione del gas, in posizione visibile e facilmente raggiungibile una valvola di intercettazione manuale con manovra a chiusura rapida per rotazione di 90° ed arresti di fine corsa nelle posizioni di tutto aperto e di tutto chiuso. Per il collegamento dell'impianto interno finale, e iniziale sono utilizzati tubi metallici flessibili continui. Nell'attraversamento di muri la tubazione non presenta giunzioni o saldature ed è protetta da guaina murata con malta di cemento. Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, l'intercapedine fra guaina e tubazione gas è sigillata con materiali adatti in corrispondenza della parte interna del locale, assicurando comunque il deflusso del gas proveniente da eventuali fughe mediante almeno uno sfiato verso l'esterno. Il percorso non attraversa giunti sismici; le condotte distano almeno 2 cm dal rivestimento della parete. Fra le condotte ed i cavi di altri servizi è adottata una distanza pari a 10 cm. Impianto elettrico L'impianto elettrico è realizzato in conformità alla legge n. 186 del 1° marzo 1968 e tale conformità è attestata secondo le procedure di cui al D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008. L'interuttore generale nei locali sarà installato lontano dall'apparecchio utilizzatore, in posizione facilmente raggiungibile e segnalata. Mezzi di estinzione degli incendi In ogni locale e in prossimità di ciascun apparecchio è installato un estintore di classe 21A 89BC. I mezzi di estinzione degli incendi sono idonei alle lavorazioni o ai materiali in deposito nei locali ove questi sono consentiti. Segnaletica di sicurezza La segnaletica di sicurezza richiama l'attenzione sui divieti e sulle limitazioni imposti e segnala la posizione della valvola esterna di intercettazione generale del gas e dell'interruttore elettrico generale.

1.17 PALESTRA - Normativa - Decreto Presidente della Repubblica del 1° agosto 2011, n. 151 - Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49 comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 201, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. - Decreto Ministero dell'Interno del 7 agosto 2012 - Disposizioni relative alle modalita' di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151. - Decreto Ministero dell'Interno del 30 novembre 1983 - Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. - Decreto Ministero dell'Interno del 18 marzo 1996 – Norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi. - Coordinato con le modifiche e le integrazioni introdotte dal D.M. 6 giugno 2005. - Circolare MI.SA. del 20 dicembre 2005 n. 31 - Chiarimenti in merito all'ambito di applicazione ed ai termini dei adeguamento. - Decreto Ministero dell'Interno del 20 dicembre 2012 - Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Ai fini della sicurezza antincendio e per conseguire gli obiettivi di incolumità delle persone e tutela dei beni, gli impianti sportivi sono realizzati e gestiti in modo da:

- minimizzare le cause di incendio; - garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti; - limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno dei locali; - limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui; - assicurare la possibilità che gli occupanti lascino i locali indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro

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modo; - garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.

Palestra interna alla scuola, utilizzata anche da persone esterne non in orario scolastico. Sarà previsto un impianto sportivo al chiuso, avendo coperto lo spazio riservato all'attività; tale impianto sarà ubicato nel volume dell’ edificio, ove si svolgono le attività di seguito elencate: - 67 (ex 85) - Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie e simili per oltre 100 persone presenti. L'impianto sportivo è ubicato in modo tale da consentire l'avvicinamento e la manovra dei mezzi di soccorso e la possibilità di sfollamento verso aree adiacenti. L'area per la realizzazione dell'impianto, è tale che la zona esterna garantisce, ai fini della sicurezza, il rapido sfollamento. Inoltre eventuali parcheggi e zone di concentrazione dei mezzi pubblici sono situati in posizione tale da non costituire ostacolo al deflusso. L'impianto è provvisto di un luogo da cui è possibile coordinare gli interventi di emergenza; detto ambiente è facilmente individuabile ed accessibile da parte delle squadre di soccorso. L'impianto ha lo spazio di attività sportiva ubicato a quota 350.00 m rispetto al piano dell'area di servizio. La separazione dalle attività sopra elencate è realizzata con strutture REI 90. La comunicazione avvengono tramite filtro a prova di fumo con le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco. Gli accessi alle aree sono progettati secondo quanto prescritto dalla normativa vigente onde consentire l'intervento dei VV.F. L'elenco di seguito mostrato riporta in dettaglio le caratteristiche degli accessi. INGRESSO PRINCIPALE AREA SCOLASTICA - larghezza dell'accesso: 3.50 m; - altezza libera: 4.00 m; - raggio di volta: 13.00 m; - pendenza: 1 %; - resistenza al carico: 20 t (passo 4 m). L'impianto è dotato di un'area di servizio Uscita verso l'esterno in numero di Quattro con larghezza ml.1.00 Spazi Spettatori La capienza dello spazio riservato agli spettatori è data dalla somma dei posti a sedere e dei posti in piedi; il numero dei posti a sedere, pari a 40 sarà definito dal numero totale degli elementi di seduta ottenuto dallo sviluppo lineare in metri dei gradoni o delle panche diviso 0,48; il numero dei posti in piedi, calcolato in ragione di 35 spettatori ogni 10 metri quadrati di superficie all'uopo destinata è pari a 170. Tutti i posti a sedere sono chiaramente individuati e numerati e rispondono alle norme UNI 9931 e 9939. Per le determinazioni della capienza non si tiene conto degli spazi destinati ai percorsi di smistamento degli spettatori, che sono mantenuti liberi durante le manifestazioni. E' sempre garantita per ogni spettatore la visibilità dell'area destinata all'attività sportiva, conformemente alla norma UNI 9217. Vie d’Uscita L'impianto è provvisto di un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base alla capienza in funzione della capacità di deflusso è dotato di almeno due uscite; il sistema di vie di uscita dalla zona spettatori è indipendente da quello della zona di attività sportiva. Il numero di ingressi previsto è almeno pari a 4 per ogni settore, e quelli dotati di preselettori di fila non sono computati nel calcolo delle uscite. Il numero delle uscite dallo spazio riservato agli spettatori per ogni settore, o nel caso di unico settore, è pari almeno a 4, ed è garantito l'esodo senza ostacoli dall'impianto. La larghezza complessiva delle uscite, pari a 4 moduli, è stata calcolata considerando una capacità di deflusso pari a 2 persone/modulo. Le vie di uscita saranno realizzate secondo le seguenti caratteristiche: Descrizione Lunghezza (m) Impianto smal. fumo uscita verso l'esterno 22 assente uscita nel corridoio m della scuola

12 assente

Sono previsti posti per portatori di handicap su sedie a rotelle, di cui alla legge 9 gennaio 1989 n.13, per cui il sistema delle vie di uscita e gli spazi calmi relativi sono realizzati con strutture e materiali congruenti con le caratteristiche di resistenza e reazione al fuoco richieste per le vie di esodo e sono raggiungibili con percorsi non

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superiori a 40 m, nel caso in cui esiste la possibilità di scelta fra due vie di esodo, in caso contrario tali percorsi sono non superiori a 30 m. Le scale hanno gradini a pianta rettangolare, con alzata e pedata costanti rispettivamente non superiori a 17 cm (alzata) e non inferiore a 30 cm (pedata); le rampe delle scale sono rettilinee, hanno non meno di tre gradini e non più di 15; i pianerottoli hanno la stessa larghezza delle scale senza allargamenti e restringimenti. Le scale sono munite di corrimano sporgenti non oltre le tolleranze ammesse; le estremità di tali corrimano rientrano con raccordo nel muro stesso. E' prevista l'unione di due rampe di scale in un'unica rampa, che ha la larghezza uguale alla somma delle due. Nelle pareti per un'altezza di 2 m dal piano di calpestio, non esiste nessuna sporgenza o rientranza, oltre quelle ammesse dalle tolleranze. Il sistema di vie d'uscita e le uscite della zona di attività sportiva hanno caratteristiche analoghe a quelle della zona riservata agli spettatori. I percorsi di smistamento hanno una larghezza minima pari a 1.20 m e servono massimo 20 posti per fila e per parte. I percorsi di smistamento adducono direttamente alle vie di uscita e sono previsti, ogni 15 file di gradoni, dei passaggi paralleli alle file di larghezza non inferiore a 1,20 m. I percorsi di smistamento sono rettilinei; i gradini delle scale di smistamento sono a pianta rettangolare con una alzata non superiore a 25 cm e una pedata non inferiore a 23 cm; il rapporto tra pedata e alzata è superiore a 1,2. E' prevista una variazione di pendenza tra due rampe di scale di smistamento ed è interposto un piano di riposo della stessa larghezza della scala di smistamento, profondo almeno m 1,20, fermo restando i limiti dimensionali dei gradini ed il rapporto tra pedata e alzata. I gradoni per posti a sedere hanno una pedata non inferiore a 0,60 m; il rapporto tra pedata ed alzata dei gradoni è non inferiore a 1,2. Nelle aree riservate ai posti in piedi è prevista una capienza pari a 60 spettatori, e sono installate barriere frangi folla longitudinali e trasversali. I posti in piedi sono realizzati su piani orizzontali S disimpegno (anti WC) eventualmente a servizio di più locali WC, nel quale sono installati gli ervizi igienici orinatoi per i servizi uomini ed almeno un lavabo; almeno una fontanella di acqua potabile è ubicata all'esterno dei servizi igienici. Questi ultimi sono segnalati sia nella zona spettatori che nell'area di servizio annessa all'impianto. La dotazione minima èdi almeno un gabinetto per gli uomini e un gabinetto per le donne ogni 250 spettatori. I servizi igienici sono ubicati ad una distanza pari almeno a 20.00 m dalle uscite dello spazio riservato agli spettatori. Il dislivello tra il piano di calpestio dello spazio riservato agli spettatori e quello dei servizi igienici è massimo 1.00 m. Nei servizi igienici è garantita una superficie di aerazione naturale non inferiore ad un ottavo della superficie lorda dei medesimi. I servizi igienici della zona spettatori sono separati per sesso e costituiti dai gabinetti e dai locali di disimpegno; ogni gabinetto ha porta apribile verso l'esterno e accesso da apposito locale di SPOGLIATOI Gli spogliatoi per atleti e arbitri e i relativi servizi sono conformi per numero e dimensioni ai regolamenti o alle prescrizioni del C.O.N.I. e delle Federazioni sportive nazionali relative alle discipline previste nella zona di attività sportiva. Gli spogliatoi hanno accessi separati dagli spettatori durante le manifestazioni ed i relativi percorsi di collegamento con la zona esterna e con lo spazio di attività sportiva sono delimitati separati dal pubblico. Impianti elettrici Gli impianti elettrici sono realizzati in conformità alla legge 10 marzo 1968, n. 186 (G.U. n. 77 del 23 marzo 1968). La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza è attestata con la procedura di cui alla legge 5 marzo 1990, n. 46 (come integrata dal D.M. 22 gennaio 2008 n.37), e successivi regolamenti di applicazione. In particolare, ai fini della prevenzione degli incendi, gli impianti elettrici: - non costituiscono causa primaria di incendio o di esplosione; - non forniscono alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il comportamento al fuoco della membratura è compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli locali; - sono suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema (utenza); dispongono di apparecchi di manovra ubicati in posizioni "protette" e riportano chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. Il sistema utenza dispone dei seguenti impianti di sicurezza: a) illuminazione; b) allarme;

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c) rilevazione; d) impianti di estinzione incendi. L'alimentazione di sicurezza è automatica ad interruzione breve (< 0,5 sec) per gli impianti di segnalazione, allarme ed illuminazione e ad interruzione media (< 15 sec) per gli impianti idrici-antincendio. Il dispositivo di carico degli accumulatori è di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza consente lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima è stata stabilita per ogni impianto come segue: - segnalazione e allarme: 30 minuti; - illuminazione di sicurezza: 60 minuti; - impianti idrici antincendio: 60 minuti. Gli impianti sono dotati di un impianto di illuminazione di sicurezza che assicura un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita. Sono previste singole lampade con alimentazione autonoma che assicurano il funzionamento per almeno 1 ora. Impianto Riscaldamento Per gli impianti di produzione del calore e di condizionamento si fa riferimento alle specifiche norme del Ministero dell'interno. Non sono utilizzati elementi mobili alimentati da combustibile solido, liquido o gassoso, per il riscaldamento degli ambienti Impianto di rivelazione e segnalazione degli incend iE' prevista l'installazione di un impianto fisso di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi in grado di rivelare e segnalare a distanza un principio di incendio che possa verificarsi nell'ambito dell'attività. La segnalazione di allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati determina sempre una segnalazione ottica ed acustica di allarme antincendio nella centrale di controllo e segnalazione, che è ubicata in ambiente presidiato Impianto di allarme Gli impianti sono muniti di un impianto di allarme acustico in grado di avvertire i presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. I dispositivi sonori hanno caratteristiche e sistemazione tali da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti dell'impianto sportivo o delle parti di esso coinvolte dall'incendio; il comando del funzionamento simultaneo dei dispositivi sonori è posto in ambiente presidiato. E' previsto un secondo comando centralizzato ubicato in un locale distinto dal precedente che non presenta particolari rischi di incendio. Il funzionamento del sistema di allarme è garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale, per un tempo non inferiore a 30 minuti. MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI Estintori Gli impianti sportivi sono dotati di un adeguato numero di estintori portatili. Gli estintori sono distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e comunque si trovano: - in prossimità degli accessi; - in vicinanza di aree di maggior pericolo. Gli estintori sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile; appositi cartelli segnalatori facilitano l'individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili hanno capacità estinguente non inferiore a 13 A - 89 B e a protezione di aree ed impianti a rischio specifico sono previsti estintori di tipo idoneo. Impianto idrico antincendio Analizzate le caratteristiche dell'attività, si può ad essa associare un livello di pericolosità pari a livello 1, secondo la classificazione indicata dal D.M. 20/12/2012. Per soddisfare i requisiti di progetto previsti dalla UNI 10779 per la rete di protezione interna si garantirà che la pressione di erogazione di ciascun terminale sia pari ad almeno 2.0 bar e che la portata non sia inferiore a 35.0 l/min. I terminali utilizzati sono naspi. Poiché non sarà possibile realizzare una rete a protezione esterna dell'attività, sarà comunque installato un idrante esterno DN70 collegato alla rete pubblica in grado di garantire una portata di almeno 300 l/min per almeno 90 minuti.

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Rete naspi ad anello per l'intero edificio In accordo a quanto previsto dalla normativa UNI EN 12845, l'alimentazione è classificabile come di tipo "singola". La durata minima dell'alimentazione è almeno di 60 minuti.

1.18 GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO La segnaletica di sicurezza è conforme al D.Lgs. n.81/2008 e s.m.i. e consente la individuazione delle vie di uscita, dei servizi di supporto, dei posti di pronto soccorso, nonchè dei mezzi e impianti antincendio. Appositi cartelli indicano le prime misure di pronto soccorso. All'ingresso dell'impianto sono esposte, bene in vista, precise istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di sinistro ed una planimetria generale per le squadre di soccorso che indica la posizione: a) delle scale e delle vie di esodo; b) dei mezzi e degli impianti di estinzione disponibili; c) dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell'elettricità; d) del dispositivo di arresto del sistema di ventilazione; e) del quadro generale del sistema di rilevazione e di allarme; f) degli impianti e dei locali che presentano un rischio speciale; g) degli spazi calmi. A ciascun piano è esposta una planimetria d’orientamento, in prossimità delle vie di esodo. La posizione e la funzione degli spazi calmi è adeguatamente segnalata. In prossimità dell’uscita dallo spazio riservato agli spettatori, precise istruzioni, esposte bene in vista, indicano il comportamento da tenere in caso di incendio e sono accompagnate da una planimetria semplificata del piano, che indica schematicamente la posizione in cui sono esposte le istruzioni rispetto alle vie di esodo. Le istruzioni attirano l’attenzione sul divieto di usare gli ascensori in caso di incendio. Oltre alle misure specifiche finalizzate al mantenimento delle condizioni di sicurezza, è predisposto e tenuto aggiornato un piano di emergenza, che indica tra l'altro: a) l'organigramma del servizio di sicurezza preposto alla gestione dell'emergenza, con indicazione dei nominativi e delle relative funzioni; b) le modalità delle comunicazioni radio e/o telefoniche tra il personale addetto alla gestione dell'emergenza, nonché quelle previste per il responsabile interno della sicurezza ed i rappresentanti delle Forze dell'Ordine, dei vigili del fuoco e degli enti di soccorso sanitario; c) le azioni che il personale addetto deve mettere in atto in caso di emergenza; d) le procedure per l'esodo del pubblico. Il piano di emergenza è aggiornato in occasione di ogni utilizzo dell'impianto per manifestazioni temporanee ed occasionali diverse da quelle ordinariamente previste al suo interno.

I Tecnici

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