Decolliamo maggio 2014

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Periodico di informazione dell’Azienda Ospedaliera dei Colli Monaldi - Cotugno - Cto [distribuzione gratuita] numero 3 /maggio 2014 Azienda Ospedaliera dei Colli Monaldi - Cotugno - CTO

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Periodico di informazionedell’Azienda Ospedaliera dei Colli Monaldi - Cotugno - Cto [distribuzione gratuita] numero 3/maggio 2014

Azienda Ospedaliera dei ColliMonaldi - Cotugno - CTO

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IN QUESTO NUMEROIl Valore di una esperienza

04 Dagli obiettivi ai risultati

05 Percorsi Diagnostico - Terapeutico - Assistenziali

06 Il corretto comportamento dei dipendenti

07 I processi di dematerializzazione adottati dall’Azienda Ospedaliera dei Colli

08 Opere in corso

10 Nuovi locali per il Centro Trasfusionale

11 Il Farmacista Ospedaliero un prezioso alleato

12 L’Offerta di salute per il cittadino straniero

14 Lavorare al C.T.O.

15 Manuali Pratici di Cardiochirurgia Pediatrica:pubblicato il terzo pocket book

15 Cardiologie Aperte San Valentino 2014

16 Il dolore cronico: da sintomo a malattia

16 Metrodoloris

18 Dalla resincronizzazione al rimodellamentoventricolare passando attraverso un vortice

19 Il ruolo degli Psicologi in Ospedale

20 La Riabilitazione Cardiologica: quattro salti in... palestra

21 “Disseminazione assistita” L’ortoterapia in Ospedale

22 Staminali e tecnologie avanzate in ortopedia

24 Il diario di viaggio dei nostri medici,esperienze a confronto…

26 XVII edizione Giornata Nazionale della Donazionedi organi e tessuti

29 Fumo: come smettere e come far smettere

29 Resoconto delle attività di “A tutta Salute”

30 Nasce lo Sportello di Ascolto INdC ONLUS

31 “Tumore e... bellezza. Un percorso tra amiche”e visite senologiche gratuite

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Iscritto al n. 51 del 09.10.2012

Registro Stampa Tribunale di Napoli

NUMERO 3 - MAGGIO 2014

[email protected]

Direttore Responsabile

Antonio Giordano

Responsabile di redazione

Francesca Laudato

Ufficio Relazioni con il Pubblico

Tel. 081.7067354 - [email protected]

RedazioneAzienda Ospedaliera dei ColliVia L. Bianchi snc - 80131 NapoliFoto di Enrico TeperinoFotocomposizione e stampa:Poligrafica F.lli ArielloEditori sas - Napoli

numero 3/maggio 2014sommario02

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editorialenumero 3/maggio 2014 03

La conclusione del triennio costi-tutivo dell’Azienda dei Colli,che, fra l’altro coincide anchecon la scadenza del mio man-

dato da Direttore Generale, ha impostoun momento di analisi e di riflessione.L’Azienda dei Colli è senz’altro la primae più significativa novità che scaturiscedalla riorganizzazione della rete regio-nale disposta nel decreto commissariale49/2010.La prima in ordine temporale, parte dalgennaio 2011, e la più significativa, oltreche per le dimensioni (1007 letti) ancheperché l’unica realmente originale, inquanto nasce dalla chiusura dell’espe-rienza operativa di due Aziende: il Mo-naldi ed il Cotugno, dal loro accorpa-

mento e dall’ingresso nella nuovaAzienda di un presidio della Napoli 1: ilCTO. Si tratta quindi non di una Aziendache acquisisce altri presidi ospedalieri,come per altre esperienze regionali, madi una reale chiusura di attività e di per-sonalità giuridica di due aziende e dellacostituzione di una nuova realtà con pro-pria ed originale personalità giuridica. Una scommessa gestionale, che deve es-sere studiata anche per definire se questomodello ha un significato, se porta realivantaggi, se infine risponde ai bisogni disalute della popolazione di riferimento.Abbiamo deciso di monitorare le mostreperformances del triennio, di valutarleattraverso indicatori condivisi e facil-mente leggibili, anche attraverso l’uti-lizzo di grafici; di proporre in un’unicapubblicazione, il risultato sintetico di treanni di attività.Il risultato è sotto gli occhi di tutti, inqualsiasi modo si vogliano valutare lecose, quest’Azienda ha aumentato, annosu anno, il numero dei casi trattati, laloro complessità, il fatturato virtuale, haoperato più persone, ha ridotto la de-

genza media, in molti casi ha azzerato leattese. In un articolo a parte sono descritti tuttigli interventi strutturali effettuati ed incorso di realizzazione. Il tutto perse-guendo sempre il pareggio di bilancio elavorando sistematicamente sul climaaziendale, attraverso l’ossessiva e ineso-rabile ricerca di dialogo con e fra gli ope-ratori dei tre diversi ospedali.Molto lavoro c’è ancora da fare. L’integrazione non è completata, resi-stono antiche divaricazioni e si tende adenfatizzare la specificità dei singoliospedali, ma il processo è inarrestabile ecomincia ad essere automatico. Non vogliamo, io ed i miei collaboratori,determinare delle conclusioni, che vice-versa sono lasciate alla valutazione ed algiudizio di chi, decisori o cittadini co-muni, vorranno leggere queste pagine, edancor più quelle dell’opuscolo dedicatoall’attività dell’AORN. Personalmente, voglio orgogliosamenteringraziare, insieme ai miei direttori, tuttigli operatori dell’Azienda, di ogni ordinee grado e di ogni ruolo professionale,tutti i nostri partners istituzionali, il col-legio dei revisori, il nucleo di valuta-zione, le parti sociali di tutte le aree, perlo sforzo comune che ha portato a questorisultato. Convinti, come siamo che il ri-sultato gestionale è figlio del lavoro ditutti e che tutti, magari in misura ine-guale, debbono sentirlo proprio perchéhanno contribuito a determinarlo.

EDITORIALEIl Valore di una esperienza

Antonio Giordano Direttore Generale

Azienda Ospedaliera dei Colli

“Il risultatogestionale è figliodel lavoro di tutti,

e tutti debbonosentirlo proprioperché hannocontribuito

a determinarlo”.

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numero 3/maggio 2014approfondimenti04

Tre anni sono ormai trascorsi dallacostituzione dell’Azienda Ospe-daliera dei Colli, prevista, comericordiamo, nell’ambito del prov-

vedimento di riassetto ospedaliero regio-nale, approvato con decreto n. 49 del 27settembre 2010 dal Commissario ad Actaper la prosecuzione del Piano di Rientrodel Settore Sanitario. In applicazione delPiano Sanitario Regionale e del DCA49/2010, la mission e la vision aziendalesono state orientate ad assicurare ai citta-dini cure di alta specializzazione e di ele-vata qualità nel rispetto del diritto dellapersona alla tutela della salute e del prin-cipio di equità nell’accesso alle presta-zioni, nonché dei sempre più stringentivincoli economici imposti dalla normativavigente.È ben noto che garantire una buona qua-lità dell’assistenza costituisce il risultatofinale di un articolato intreccio di fattori,data la notevole complessità del sistemasanitario, che scaturisce dalla necessità dirispondere a bisogni assistenziali estre-mamente eterogenei e sempre meno dipertinenza esclusiva di singole professio-nalità. Tali bisogni, per le loro caratteristiche, ri-chiedono infatti la presenza di contesti as-sistenziali ben organizzati, in grado difornire risposte multi specialistiche e multiprofessionali, in cui l’elemento fondamen-tale è rappresentato dal coordinamento edall’integrazione tra servizi e professiona-lità distinte, chiamati ad intervenire nei di-versi momenti del percorso evolutivo dellapatologia o contemporaneamente sullostesso paziente.Per tale ragione, la strategia adottata dal-l’Azienda per migliorare la qualità dell’as-sistenza erogata, è consistita nell’adozionedi un approccio continuativo e sistematicoalla gestione dei processi sanitari finaliz-zato a creare le condizioni clinico-organiz-zative necessarie all’erogazione di pre-stazioni efficaci ed appropriate, nel rispettodei principi fondamentali del governoclinico. Ciò ha consentito di dare risposta a mol-teplici esigenze, quali: – la necessità di assicurare omogeneità,

per qualità e quantità, nonché per requi-siti minimi di sicurezza e garanzie di ef-ficacia, alle prestazioni erogate su tuttoil territorio nazionale;

– l’esigenza di garantire percorsi diagno-stico-terapeutico fondati sull’appropria-tezza assistenziale e sulla centralità delpaziente;

– il dovere di procedere con rapidità al-l’innalzamento dei livelli di sicurezzadelle prestazioni attraverso la introdu-zione di tecnologie di prevenzione delrischio di malpractice;

– la necessità di aprire il sistema, nellasua interezza, alla cultura della valuta-zione, puntando con decisione sull’uti-lizzo di indicatori di esito e valutazionein termini di obiettivi di salute conse-guiti, più che di mera sommatoria diprestazioni erogate;

– l’esigenza di aumentare la trasparenzadel sistema, a cominciare dalla rivalu-tazione del merito professionale;

– l’urgenza di dare effettività alla tantodeclamata centralità del paziente, nellaconsapevolezza che il sistema è chia-mato ad un impegno che va la di la dellacorretta informazione nei suoi con-fronti.

Gli interventi di maggior rilievo realizzatiper il perseguimento di tali obiettivi neltriennio successivo alla costituzionedell’Azienda hanno compreso: – l’informatizzazione delle liste di attesa

per le attività ambulatoriali e di rico-vero;

– la razionalizzazione dei processi orga-nizzativi, con riduzione dei tempi mas-simi di attesa;

– la realizzazione di percorsi assistenzialiper la presa in carico globale del pa-ziente, dalla fase diagnostica a quellariabilitativa;

– la centralizzazione dell’attività di preo-spedalizzazione e la sua estensione allaquasi totalità delle branche chirurgicheaziendali;

– l’implementazione delle attività di for-mazione ed aggiornamento continuo delpersonale;

– l’attivazione di un efficace sistema digestione del rischio clinico;

– l’applicazione sistematica di proceduredi Health Technology Assessement(HTA) per il corretto governo delle in-novazioni biomediche;

– la realizzazione di un efficace controllodi gestione, basato sull’uso sistematicodegli strumenti di reporting.

Lo strumento adottato quale volano perpromuovere l’applicazione di tali inter-venti è consistito nell’introduzione e nellasuccessiva implementazione di una nuovametodologia di budgetizzazione, forte-mente aperta ed inclusiva nei confronti deidipendenti ed in grado di responsabiliz-zarne i comportamenti rispetto ad obiettividi efficacia, appropriatezza ed economi-cità. Gli obiettivi sanitari di budget sono statiindividuati in relazione alle specifichelinee di attività delle Unità Operativeaziendali ed il loro monitoraggio è statoeffettuato utilizzando sia indicatori classicidi assistenza ospedaliera (degenza media,peso medio dei DRG, indice di occupa-zione, etc.) sia indicatori ministeriali indi-

viduati nell’ambito del programma nazio-nale ESITI.L’adozione di tale metodologia ha consen-tito il raggiungimento dei seguenti risul-tati: • Incremento del 4,9% del numero di ri-

coveri ordinari;• Incremento del 8,16% del peso medio

dei ricoveri ordinari (1,59 nel 2013);• Riduzione del 5,82% della degenza

media dei ricoveri ordinari;• Incremento del 6,69% dell’indice di oc-

cupazione dei posti letto ordinari;• Incremento del 23,9% del rimborso per

i ricoveri ordinari;• Incremento del 17,26% del numero di

ricoveri ordinari di tipo chirurgico, conaumento del 11,79% della percentualedi dimessi chirurgici sul totale dei di-messi ordinari;

• Incremento del 3,40% del peso mediodei ricoveri ordinari chirurgici (2,13 nel2013);

• Riduzione del 18,72% della degenzamedia pre-operatoria;

• 100% delle colecistectomie effettuateper via laparoscopica;

• 59,4% dei pazienti operati per frattura difemore entro 48 ore dal ricovero (10%nel 2011);

• 97% dei pazienti ricoverati per impiantodi protesi d’anca entro 60 giorni dall’in-serimento in lista d’attesa;

• 99% dei pazienti ricoverati per impiantodi protesi di ginocchio entro 60 giornidall’inserimento in lista d’attesa;

• Riduzione del 49,5% della degenzamedia pre-operatoria per impianto diprotesi d’anca;

• Riduzione del 49,5% della degenzamedia pre-operatoria per impianto diprotesi di ginocchio;

• 95% dei pazienti operati per impianto diprotesi d’anca trasferiti in riabilitazionein continuità assistenziale (11% del2011);

• 97% dei pazienti operati per impianto diprotesi di ginocchio trasferiti in riabili-tazione in continuità assistenziale (46%del 2011);

• 73,5% di angioplastiche coronarichepercutanee (PTCA) eseguite in pazienticon IMA entro 48 ore dal ricovero(27,9% nel 2011).

I risultati raggiunti nel triennio 2011-2013dall’Azienda Ospedaliera dei Colli, sonostati puntualmente descritti e pubblicati inun volume che racchiude l’intensa attivitàlavorativa delle persone che, a vario ti-tolo, hanno permesso la realizzazione ditali traguardi. La pubblicazione, che inau-gura una collana di volumi dal titolo “Iquaderni di deCOLLIamo”, lungi dal volerapparire un’opera meramente autocelebra-tiva si prefigge lo scopo di promuovere lacultura della trasparenza che, nella sua ac-cezione più ampia, consiste nell’assicu-rare la massima circolazione delleinformazioni.

Dagli obiettivi ai risultati

Alfonso BernardoMaria Veronica Diana

Direzione Sanitaria Aziendale

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approfondimentinumero 3/maggio 2014 05

In ambito sanitario, il trattamento di unproblema di salute richiede frequente-mente il contributo di più attori all’in-terno di un sistema multiprofessionale

e multidisciplinare. La complessità di un si-stema così organizzato può creare condi-zioni favorenti la variabilità, i difetti dicongruità, continuità ed integrazione dellacura, tutti elementi che incrementano note-volmente la possibilità di errore. A fronte di ciò, abitualmente nelle AziendeSanitarie la ricerca di soluzioni volte a mi-gliorare la qualità dell’assistenza viene ef-fettuata per singole funzioni/prestazioni,determinando un “regno di funzione” chenon risolve le problematiche esistenti edanzi contribuisce ulteriormente a determi-nare la mancanza di responsabilità suglispazi interfunzionali che rappresentano inodi dell’integrazione. Per garantire la qualità dell’assistenza inun sistema così complesso è necessario,invece, adottare un approccio continuativoe sistematico alla gestione dei processi sa-nitari finalizzato a creare condizioni cli-nico-organizzative che consentanol’erogazione di prestazioni efficaci ed ap-propriate, nel rispetto dei principi fonda-mentali del governo clinico. Taleapproccio permette, infatti, di valutare lacongruità delle attività svolte rispetto agliobiettivi, alle linee guida di riferimento edalle risorse disponibili, e di misurare le at-tività e gli esiti con indicatori specifici.L’approccio per processi è insito in unodegli strumenti fondamentali del governoclinico, ovvero i percorsi diagnostico-te-rapeutico-assistenziali (PDTA), modellilocali che permettono all’azienda sanitariasia di delineare, rispetto ad una patologiao un problema clinico, il miglior percorsopraticabile all’interno della propria orga-nizzazione sia di valorizzare gli esiti(“outcome”) come obiettivi e non tantocome prodottiIl processo di costruzione di un PDTA si ar-ticola, secondo il modello plan-do-check-act, nei seguenti momenti fondamentali: – Identificazione della patologia oggetto

del percorso;– Costituzione del gruppo di lavoro;– Revisione della letteratura scientifica;– Analisi della pratica corrente e dei punti

critici;– Stesura provvisoria del percorso;

– Identificazione degli indicatori e deglistandard di riferimento;

– Condivisione del percorso;– Attuazione di eventuali interventi cor-

rettivi;– Messa a regime del percorso e suo mo-

nitoraggio continuo.Tale metodologia è stata utilizzata per pro-cedere alla definizione/ridefinizione deiPDTA aziendali nell’ottica del persegui-mento degli obiettivi fissati dal Piano diRiassetto della Rete Ospedaliera Regio-nale (DCA 49/2010) e dai Piani SanitariRegionali. I percorsi assistenziali realizzati nel corsodel triennio 2011-2013 che impattanomaggiormente sugli obiettivi assegnatiall’Azienda possono essere schematica-mente suddivisi in tre categorie: – percorsi per la presa in carico dei pa-

zienti che necessitano di assistenza ria-bilitativa post-acuzie;

– percorsi per la presa in carico dei pa-zienti con patologie infettive;

– percorsi per la riduzione dei tempi di at-tesa per pazienti con patologie oncolo-giche.

Percorsi per la presa in carico dei pa-zienti, dalla fase di acuzie all’assistenzariabilitativa– percorso aziendale per la presa in carico

dei pazienti che necessitano di chirurgiaortopedica programmata e successivariabilitazione;

– percorso interaziendale per lapresa in carico dei pazienticon frattura di femore chenecessitano di chirurgiaortopedica trasferitidall’ASL Napoli 1centro;

– percorso aziendaleper la presa in ca-rico dei pazientiaffetti da patolo-gie del sistemacardiovascolaredalla fase acutaalla riabilita-zione;

– percorso per lapresa in caricoriabilitativa deipazienti con esitidi ictus dal ricoveroin fase acuta al rien-tro a domicilio;

– percorso per la presa incarico riabilitativa dei pa-zienti oncologici sottoposti achirurgia laringea;

– percorso per la presa in carico ria-bilitativa dei pazienti adulti ed in età

evolutiva affetti da ipoacusie gravi eprofonde, portatori di protesi acustichetradizionali o impianti cocleari;

– percorso per la presa in carico riabilita-tiva dei pazienti con patologie dell’ap-parato respiratorio e con graveinsufficienza respiratoria.

Percorsi per la presa in carico di pa-zienti con patologie infettive– percorso diagnostico-terapeutico dei pa-

zienti con malattia da HIV/AIDS;– percorso diagnostico-terapeutico dei pa-

zienti con malattia da HIV/AIDS instato detentivo;

– percorso per la profilassi post-esposi-zione al virus HIV (PEP).

Percorsi per la riduzione dei tempi diattesa per pazienti con patologie onco-logiche– percorso per l’esecuzione di pleurosco-

pie a pazienti con sospetta patologianeoplastica ricoverati in Azienda;

– percorso per la riduzione dei tempi diattesa per l’esecuzione di interventimaggiori per tumore al polmone;

– percorso per la riduzione dei tempi diattesa per l’esecuzione di TURV, TURPe nefrectomia in pazienti con sospettapatologia tumorale.

Percorsi Diagnostico - Terapeutico - AssistenzialiUn approccio continuativo e sistematico alla gestione dei processi sanitari

Nicola SilvestriDirettore Sanitario Aziendale

Alfonso BernardoMaria Veronica Diana

Staff Direzione Sanitaria Aziendale

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numero 3/maggio 2014memorie di carta06

Un problema di coscienza prima che di norme

Adeguare il proprio comportamentoa parametri di lealtà, di correttezza,di servizio al bene comune, do-vrebbe rappresentare l’essenza

stessa del pubblico dipendente, così comeprescrive la Costituzione, che impone disvolgere le funzioni pubbliche con disci-plina ed onore (art. 54), con imparzialità(art. 97), nonché di essere al servizio esclu-sivo della Nazione (art. 98.) Tali principi,che possono sembrare connaturali e scon-tati, purtroppo hanno avuto oggi bisogno diessere imposti dal legislatore, attraverso unaprogressiva emanazione di norme, con ilpassaggio dall’ambito dell’etica a quello deldiritto. Quelli che ritenevamo principi col-legati alle nostre azioni, alla nostra educa-zione, alle nostre coscienze, sono andatiman mano ad affievolirsi o, addirittura, aperdersi; rappresenta un campanello d’al-larme la constatazione che il legislatore, inmodo progressivo, debba imporre un com-portamento imparziale e corretto al pubblicodipendente attraverso sanzioni, perché ciòrende manifesta la diffusione della man-canza spontanea e cosciente di adesione atali principi, a tali valori. Le Amministrazioni Pubbliche sono troppofacilmente “penetrabili” da interessi esterni.Questi interessi sono agguerriti, finanziaria-mente molto potenti, godono di reti di pro-tezione molto vaste. La gara è impari, e loStato spesso soccombe. Da tutto ciò il no-stro triste primato, che campeggia nei gior-nali e nei notiziari. La nostra società sembrapermeata da un presente che ci squalifica eda un futuro senza forma, inafferrabile, ca-ratterizzata da azioni e comportamenti checertamente non sono un buon esempio perle future generazioni. La ratio della più rigorosa disciplina è, al-lora, che la previsione del rilievo di un Co-dice di comportamento, in un certo sensoimposto dall’esterno piuttosto che maturatonelle nostre coscienze, possa diventare unostrumento efficace nei confronti di coloroche non si adeguano spontaneamente a prin-cipi che dovrebbero essere conosciuti e se-guiti non solo senza imposizione, ma confierezza e personale impegno da chi è postoal servizio dei cittadini e possa costituire unmomento di riflessione e di rinascita, cultu-rale e comportamentale. E così, in questi ul-

timi tempi, si è sviluppata una serie di ini-ziative legislative e regolamentari, tese a de-terminare, all’interno della PubblicaAmministrazione, azioni e prescrizioni perottenere dai dipendenti un comportamentorispettoso e virtuoso in termini di osser-vanza delle norme, di rispetto della fun-zione, delle proprie azioni, di atteggiamentie comportamenti per prevenire il fenomenodella corruzione, per garantire trasparenzanegli atti e nelle decisioni, integrità nell’ap-plicazione delle leggi, privacy nel rispettodell’individuo e, soprattutto, di rispettodell’altro nell’ambito delle proprie attivitàprofessionali e civili. È evidente che il com-plesso di tali comportamenti si estrinseca intutta una serie di azioni ed atteggiamenti chedevono costituire lo status, l’habitus delpubblico dipendente e che alcune situazioni,come quelle del rapporto con l’utente, in sa-nità acquistano un valore del tutto partico-lare, in funzione del contenuto dei rapporti,dei principi di salvaguardia del rispettodell’uomo oltre che della persona malata,delle condizioni psicologiche particolari dicoloro che entrano in contatto con il mondodella sanità. La Legge 190 del 2012 ed il Codice di com-portamento dei dipendenti pubblici rappre-sentano l’epilogo (ad oggi) dei plurimiinterventi volti al contrasto della corruzione.Da un lato, la Legge 190, ha imposto nuovioneri nei confronti della P.A., tra i quali lapredisposizione di un Piano Anticorruzionee la nomina del relativo Responsabile, ed haampliato il novero delle condotte che pos-sono condurre all’imputazione per i delittidi concussione nella neo introdotta formadella concussione per induzione. Dall’altrolato, ed a completamento del percorso giàintrapreso, dal 19 giugno 2013 è in vigore ilnuovo “Regolamento recante codice dicomportamento dei dipendenti pubblici, anorma dell’art. 54 del decreto legislativo 30marzo 2001, n. 165” il quale definisce i do-veri minimi di diligenza, lealtà, imparzialitàe buona condotta che i pubblici dipendentisono tenuti ad osservare. La ratio dellaLegge è, in estrema sintesi, la prevenzionee la repressione del fenomeno della corru-zione attraverso un approccio multidiscipli-nare, nel quale gli strumenti sanzionatori siconfigurano solamente come alcuni dei fat-tori per la lotta alla corruzione e all’illegalitànell’azione amministrativa. La lettura com-binata dei suddetti testi, conduce all’indivi-duazione di una serie di comportamenti che

possono esporre il pubblico dipendente asanzioni disciplinari, nonché ad eventualisanzioni di tipo civile, penale e amministra-tivo-contabili. Anche l’Azienda Ospedaliera dei Colli haconfigurato i propri adempimenti in merito,approvando, con delibera n. 1383 del 30 di-cembre 2013, entro il termine previsto, unproprio documento, contenente il Codice dicomportamento delle azioni sia dell’ammi-nistrazione in generale che dei dipendenti,un documento che è stato pubblicato sul sitoweb aziendale e che costituisce uno deglielementi fondamentali cui configurare i no-stri comportamenti e le nostre attività. Im-portante è il concetto che lega le relativeindicazioni al concetto di qualità dei servizi.È evidente che non si tratta di qualità tipica-mente professionale, ma piuttosto della qua-lità del contesto entro il quale l’azioneprofessionale viene a svolgersi, contesto che,nel nostro caso, guarda al rispetto della per-sona, senza distinzione di sesso, razza o co-lore, attraverso l’umanizzazione di unrapporto col paziente durante tutto il pro-cesso di cura. La nostra Azienda riconoscevalore aggiunto, alla qualità della presta-zione professionale, i comportamenti cheportano ad assicurare la migliore assistenzapossibile come risposta al bisogno sanitario,la salvaguardia del diritto del paziente all’au-todeterminazione delle scelte che riguardanoil proprio stato di salute, il diritto alla difesadella dignità della persona, la tutela al dirittoalla riservatezza, la massima accessibilità aiservizi e la parità dei trattamenti. Il sistemaetico aziendale, così come rappresentatonelle sue componenti, costituisce anche ilpunto di riferimento etico-comportamentaleinteso come strumento di prevenzione dieventuali condotte illecite o comunque con-trarie a quei principi cui l’Azienda ha intesoispirare la propria azione. In un simile contesto la stesura del Codicecostituisce il momento iniziale di un per-corso nel quale l’impegno dell’Azienda è ri-volto alla costante implementazione dellegiuste regole di condotta e alla vigilanzasulla loro corretta interpretazione, nonchèsulla loro condivisione e applicazione, siada parte degli amministratori che da partedei dipendenti. E costanti saranno la forma-zione e l’informazione, non tanto perché lenostre azioni possano conformarsi a taliprincipi, ma soprattutto perché tutto possaessere utile per risvegliare le coscienze.

... poni la tua temperanza come esempioper gli altri, sapendo che il modo di vitadell’intera città rispecchia quello deigovernanti... Considera più importantelasciare in eredità ai (tuoi) figli unabuona fama che una grande ricchezza:questa infatti è mortale, quella invece èimmortale, con la fama si possono ac-quistare ricchezze, mentre la fama nonsi può comprare con le ricchezze e leune (= le ricchezze) possono averleanche i vili, invece l’altra non (è) pos-sibile che la possiedano se non quellisuperiori (agli altri).

(Isocrate)

Il corretto comportamento dei dipendenti

Vincenzo Paesano Responsabile della Trasparenza

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convegninumero 3/maggio 2014 07

Alla luce della recente produzionelegislativa sulle tematiche dellafatturazione elettronica e dellaconservazione sostitutiva a norma

dei documenti, in particolare dei documentiinformatici, la dematerializzazione della do-cumentazione assume un ruolo la cui cen-tralità è resa ulteriormente evidente, oltre adessere tema cardine del Codice dell’Ammi-nistrazione Digitale e una delle linee diazione più significative per la riduzionedella spesa pubblica, in termini di risparmidiretti e indiretti, compresa tra gli obiettividell’Agenda Digitale Italiana. In particolarela conservazione a norma dei documenti in-formatici, ormai non più eludibile viste lescadenze a brevissimo termine definite a li-vello normativo, costituisce un fattore fon-damentale per la sostenibilità del processodi dematerializzazione poiché garantisce lecaratteristiche di autenticità, integrità, affi-dabilità, leggibilità e reperibilità dei docu-menti informatici, al pari di quanto avvenivaper i documenti cartacei.Il protocollo informatico nel suo nuovoruolo di strumento di raccordo tra i processiamministrativo-contabili ed i processi di ge-stione dei flussi documentali organizza egoverna la documentazione ricevuta, inviatao comunque prodotta dall’amministrazioneper l’esecuzione dei procedimenti di perti-nenza, consentendo la corretta registrazionedi protocollo, l’assegnazione, la classifica-zione, la fascicolazione, il reperimento e laconservazione dei documenti informatici.L’obbligo di registrazione dei documenticontabili normativamente previsto con-ferma ed enfatizza il ruolo centrale del pro-tocollo informatico, considerato come labase dati di gestione documentale del-l’Azienda.Rientrano in questo quadro, in linea con latempistica definitiva dalla recente norma-tiva, sia la definitiva operatività della pro-cedura di liquidazione delle fatture passivesia l’avvio del nuovo sistema di protocolloinformatico e di gestione dei flussi docu-mentali.È opportuno sottolineare che l’attuale si-stema di dematerializzazione dei documentidel ciclo passivo è già predisposto per il trat-tamento dei flussi di fatturazione in formatoelettronico ed è già nelle condizioni di potergestire il periodo transitorio di passaggioalla fatturazione elettronica vera e propriaconsentendo sia la protocollazione (anorma) sia la registrazione delle fatture ri-cevute secondo quanto previsto, dalla ormai

vigente normativa, a far data dal prossimomese di luglio.La nuova procedura di liquidazione dellefatture passive attraverso l’utilizzo del fa-scicolo elettronico di liquidazione integratocon l’attuale applicazione gestionale e giàpredisposta per l’integrazione con il sistemaERP di prossimo utilizzo nell’ambito dellarealizzazione del S.I.O. permette, a comple-tamento del processo di dematerializzazionedel ciclo passivo di fatturazione e grazie allarecente attivazione delle funzionalità difirma digitale, per gli operatori abilitati:– La trasformazione in elettronico del fa-

scicolo cartaceo di liquidazione attual-mente utilizzato per “ogni singola riga difatturazione da liquidare;

– L’inserimento nel fascicolo dei docu-menti a corredo della liquidazione;

– L’evidenziazione dello stato di liquidabi-lità di un fascicolo;

– L’emissione automatica delle liquidazionida parte degli uffici decentrati

– Il passaggio dalla gestione cartacea allagestione elettronica del documento a va-lidità legale grazie all’impiego della firmadigitale

– La gestione dei flussi sia cartacei sia di-gitali (elettronici/telematici)

– La tracciabilità rispetto al trattamento al-l’interno degli uffici

– Il Workflow per la gestione dei flussi do-cumentali interni: dal ricevimento dellafattura all’emissione del mandato di pa-gamento.

Il nuovo sistema di protocollo realizza le fun-zionalità del sistema informatico per la ge-stione del protocollo dei documenti in pienaconformità alle disposizioni contenute nelD.P.R. 445/2000, garantendo il totale allinea-mento con tutti gli attuali riferimenti norma-tivi e con i più moderni orientamentitecnologici dell’ AGID oltre alla completa in-tegrazione in un contesto di gestione docu-mentale, peraltro già predisposto a sua voltaai processi di conservazione sostitutiva.

Di fatto il codice impone a tutte le pubblicheamministrazioni la gestione dei documenticon sistemi informatici mediante il proto-collo informatico e l’archiviazione elettro-nica degli stessi, definendo sia l’utilizzo delfascicolo informatico, ossia la possibilità diraccogliere atti e documenti relativi ad unprocedimento amministrativo in un “fasci-colo digitale”, sia la gestione dei procedi-menti stessi con utilizzo delle nuovetecnologie. La dematerializzazione ha unaforte ricaduta in termini di vantaggi econo-mici in quanto il passaggio dal documentocartaceo a quello digitale, oltre a renderemaggiormente fruibile l’informazione, de-termina una drastica riduzione dei costi digestione connessi. Inoltre, la dematerializ-zazione della documentazione amministra-tiva avviata con il fascicolo elettronico diliquidazione e la dematerializzazione deiflussi documentali rinveniente dalla messaa regime del nuovo sistema di protocollo in-formatico, hanno realizzato l’obiettivo di ra-zionalizzare e di accelerare i processi,riducendo in particolare i tempi medi di pa-gamento ai fornitori, consentendo nel con-tempo l’aumento dell’efficienza, laconsistente riduzione dei tempi medi di ri-cerca della documentazione ed il progres-sivo azzeramento dei tempi di transito delladocumentazione cartacea nelle strutture diriferimento. In particolare, poi, il passaggioalla Fatturazione Elettronica con il comple-tamento delle norme e la semplificazionedel quadro di riferimento, anche se ancorada completare per alcuni, è un significativosegnale di crescita culturale orientata all’in-novazione digitale che non ci coglie impre-parati. Con consapevolezza ed impegnoabbiamo colto le opportunità offerte dallatecnologia “guardando al futuro” nell’ado-zione di nuovi modelli di gestione “digitali”in una ottica di svecchiamento dei processie di innovazione organizzativa per miglio-rare l’efficacia, l’efficienza e l’economicitàdell’Azienda.

I processi di dematerializzazione adottatidall’Azienda Ospedaliera dei Colli

Oreste CalifanoResponsabile U.O.C. Servizio 

Informatica  e  C.E.D.

Page 8: Decolliamo maggio 2014

numero 3/maggio 201408

All’Ospedale contemporaneo è oggiriconosciuto, entro una rete di luo-ghi della salute, il ruolo di opera-tore attivo ed insostituibile,

caratterizzato da una complessità di fun-zioni e con potenzialità ancora non del tuttoespresse e realizzate. I nuovi valori sociali,ambientali ed economici che si vanno con-solidando ravvisano nella salute pubblica enella salubrità ambientale il bene comuneda preservare e indicano nella prevenzionee nella diagnosi precoce gli strumenti perraggiungere i diversi obiettivi individuati.In questi cambiamenti d’indirizzo i luoghipreposti alla promozione e al recupero dellasalute vengono a collocarsi al centro delnuovo sistema socio-sanitario che è quindi

sottoposto a profonde trasformazioni, siacome istituzione che come servizio e comestruttura.L’Ospedale, in quanto struttura istituzionalesi pone come obiettivo la promozione dellasalute intesa non solo come recupero ecome cura ma anche come salvaguardia eprevenzione. Per quanto riguarda l’organi-smo edilizio ospedaliero, ciò comportal’adozione di forme strutturali i cui per-corsi, impianti e programmi siano studiatiin modo da rispondere alle esigenze di qua-lità della funzione sanitaria e predisposti inmaniera da garantire un tipo di funzionalitàaggiornata ed intelligente che, concorrendoalla semplificazione della gestione, pro-tegga intra moenia il malato, il personale, i

visitatori ed extra moenia la popolazione el’ambiente circostante. La connessione traattività ospedaliera, igiene ambientale e sal-vaguardia della salute pubblica si pone,quindi, come una tipica sfida dei giorni no-stri. [Stefano Capolongo, Edilizia Ospeda-liera ed evoluzione sociale]Un ambiente di cura ben progettato puòcontribuire significativamente al processodi guarigione e al benessere generale, è inquest’ottica che proseguono gli inteventi diammodernamento, ampliamento e ristrut-turazione dell’Azienda dei Colli, di seguitole tabelle che evidenziano lo stato di avan-zamento delle opere, finalizzate a renderegli spazi conformi alle esigenze funzionalie cliniche.

Opere in corsoStato di avanzamento degli interventi di ristrutturazione

LAVORI ESEGUITI PRESSO L’OSPEDALE MONALDIFONTE DI FINANZIAMENTO: ex art. 20 L. 67/88 - II^ fase

TITOLO INTERVENTO STATO LAVORI PREVISIONE APERTURA

Messa a norma Impianti Elettrici e colleg. funz. delle Cabine elettriche in corso dicembre 2014

Realizzazione di un sistema di Telecontrollo e Telegestione centralizzato ultimato e collaudato in esercizio

Realizzazione Spogliatoi centralizzati ultimato e collaudati in esercizio

Adeguamento e messa a norma della Rete fognaria interna ultimato e collaudato in esercizio

Realizzazione delle Reti di distribuzione fluidi primari in corso dicembre 2014

Centralizzazione Fonti Energetiche primarie ultimati in corso collaudo in esercizio provvisorio

Adeguamento e ristrutturazione Palazzina D.G./ Ambulatori specialistici in corso Perizia di variante aprile 2015

Ristrutturazione e messa a norma Ala anteriore dx:

I piano : centro trasfusionale ultimati in corso collaudo in esercizio maggio 2014

II piano : U.O.C. Otorino ultimati - collaudo prov. dicembre 2013

IV piano : U.O.C. PNL Oncologico in corso di ultimazione in esercizio giugno 2014

V-VI piano: U.O.C. Oncologia ultimati - collaudo prov. in esercizio settembre 2013

Ristrutturazione e messa a norma Ala posteriore dx in corso agosto 2015

FONTE DI FINANZIAMENTO: BILANCIO AZIENDALE

TITOLO INTERVENTO STATO LAVORI PREVISIONE ULTIMAZIONE

Realizzazione Servizio Dialisi ultimati in esercizio anno 2011

Realizzazione ambulatori per Centro Trapianti ultimati in esercizio settembre 2010

Lavori di adeguamento normativo antincendio delle verticali posteriori e anteriori ultimati anno 2011

Lavori di riqualificazione dell’impianto di depurazione acque reflue ultimati anno 2011

Lavori di riqualificazione Cardiologia SUN ultimati in esercizio anno 2011

Adeguamento impiantistico 3 sottostazioni termiche per produzione acqua sanitaria ultimati in esercizio anno 2012

Interventi di riqualificazione funzionale del blocco operatorio ultimati in esercizio febbraio 2012

Lavori urgenti di adeguamento igienico funzionale nella UOSD di diagnostica di Cardiologia e nelleUU.OO.CC. di Radiologia e cardiochirurgia pediatrica

ultimati in esercizio marzo 2013

Lavori di adeguamento igienico funzionale di locali destinati a laboratori di analisi ultimati in esercizio febbraio 2013

Lavori per la messa in sicurezza cornicioni e intonaco sottobalconi, terrazzini a livello reparti CardiologiaSUN al 2° piano, infettivologia e chirurgia vascolare al 4° piano - Verbale di somma urgenza -

ultimati in esercizio febbraio 2013

Lavori di ripristino pavimentazione a livello terrazzo di cardiochirurgia pediatrica e rifacimento impermea-bilizzazione copertura di un tratto di pensilina; realizzazione di giunti tecnici di dilatazione dei due corpiaggiunti delle verticali ascensori e imbotti portali accesso ascensori delle posteriori DX e SX -

ultimati in esercizio marzo 2013

Lavori di impermeabilizzazione del terrazzo e messa in sicurezza dei cornicioni e dei sottobalconi delcorpo di fabbrica destinato alla manutenzione.

ultimati marzo 2013

Adeguamento normativo al sistema di combustione centrale termica ultimati - collaudati anno 2013 in esercizio anno 2013

Lavori di impermeabilizzazione in resina poliuretica terrazzo copertura farmacia. ultimati febbraio 2013

Lavori di ristrutturazione locali da destinare al servizio di Medicina Nucleare dell’Ospedale Monaldi in corso settembre 2014

Lavori di adeguamento impianti termici sottostazioni complesso operatorio e impianto riscaldamentopalazzine amministrative

in corso agosto 2014

Lavori adeguamento impiantistico e igienico-funzionale reparto UTIC inizio maggio 2014 settembre 2014

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numero 3/maggio 2014 09

LAVORI ESEGUITI PRESSO L’OSPEDALE CTOFONTE DI FINANZIAMENTO: BILANCIO AZIENDALE

TITOLO INTERVENTO STATO LAVORI PREVISIONE ULTIMAZIONE

Lavori completamento piscina ultimati in esercizio anno 2011

Lavori di bonifica dei locali da destinare al corso di laurea per fisioterasti ultimati in esercizio anno 2012

Lavori di completamento sala conferenza ultimati in esercizio anno 2011

Lavori bonifica locali destinati al reparto Rieducazione al passo ultimati in esercizio anno 2011

Sistemazione area destinata a parcheggio dipendenti in corso luglio 2014

Lavori adeguamento funzionale del reparto degenza chirurgia generale (4 Piano) ultimati in esercizio anno 2013

Lavori adeguamento igienico-funzionale del reparto sito al 2° piano da adibire al reparto di ortopedia ultimati in esercizio anno 2013

Lavori di adeguamento igienico-funzionale reparto recupero e rieducazione (RRF) ultimati in esercizio anno 2013

Lavori adeguamento igienico- funzionale ambulatori riabilitazione cardiologica e pelvica ultimati in esercizio anno 2012

Lavori riqualificazione igienico-funzionale del blocco operatorio ultimati in esercizio

Lavori adeguamento strutturale locali ex Pronto Soccorso per trasferimento ambulatori UOC Cardiologia ultimati in esercizio anno 2013

Lavori di sostituzione pensilina ingresso principale ospedale ultimati anno dicembre 2013

Realizzazione reparto di Endoscopia Digestiva in corso luglio 2014

Lavori riqualificazione igienico-funzionale reparto da destinare U.O.C. cardiologia (I fase) in corso in esercizio settembre 2014

LAVORI ESEGUITI PRESSO L’OSPEDALE COTUGNOFONTE DI FINANZIAMENTO: MINISTERO DELLA SALUTE

TITOLO INTERVENTO STATO LAVORI PREVISIONE ULTIMAZIONE

Lavori di ristrutturazione ed ampliamento dell’ospedale “D. Cotugno” di Napoli 1^ fase(lotti 1,2,3,4), inserito nel programma degli investimenti in sanità previstidalla legge 135/90 per la prevenzione e la lotta contro l’aids.

in corso anno 2016

FONTE DI FINANZIAMENTO: BILANCIO AZIENDALE

TITOLO INTERVENTO STATO LAVORI PREVISIONE ULTIMAZIONE

Lavori di potenziamento del Centro di Riferimento Regionale per la sorveglianza dellemalattie infettive presso l’Ospedale Cotugno e rimodulazione dei Laboratori di Microbiologiae Virologia di cui al decreto n. 55 del 30/09/2010 della Giunta Regionale della Campania.

in corso settembre 2014

Rifacimento locali Nefrologia e Dialisi, 8° Divisione ultimati in esercizio

Reparto detentivo 5° e 8° Divisione, tunnell 2° sem.to ed area ex stoccaggio rifiuti. ultimati in esercizio

Impianto elettrico UOC Laboratorio di Virologia. ultimati in esercizio

Ristrutturazione locali dell’ambulatorio Farmacia HIV ultimati in esercizio

Affidamento lavori di adeguamento impiantistico monta rifiuti dell’Osp. “D. Cotugno” ultimati in esercizio

Lavori di adeguamento funzionale-impiantistico del reparto 5° piano per trasferimento U.O.C.Dialisi dal 4° piano

ultimati in esercizio gennaio 2014�

Lavori di realizzazione aule didattiche per tecnici di laboratorio in corso ultimazione settembre 2014

Lavori di adeguamento funzionale del reparto sito al 4° piano per trasferimento U.O.C. Malattie infettive dall’Ospedale Monaldi

ultimati in esercizio gennaio 2014�

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numero 3/maggio 201410

La Vision della direzione aziendaledell’Azienda dei Colli ha realiz-zato un’altra tappa importante: lanuova organizzazione della medi-

cina trasfusionale che si estrinseca con iltrasferimento nei nuovi locali. Non è unasemplice occupazione di spazi ma uno stru-mento per incrementare il consolidato sto-rico di questa disciplina ed implementarenuove competenze che la rendano all’al-tezza dell’Azienda dei Colli.L’integrazione dei tre Ospedali ha, difatto, realizzato una nuova opera nelloscenario campano e pone la medicina tra-sfusionale davanti ad una realtà ineludi-bile che deve coniugare la storia delmondo della donazione di emocompo-nenti con i nuovi scenari.Vediamo di addentrarci in questa nuovacompetenza:questa Azienda da quando ha realizzato que-sta nuova afferenza come il trasfusionale havisto sempre come strategica una particolareattenzione verso il mondo del volontariato,infatti, grazie ad una fortissima collabora-zione con le Associazioni dei donatori maanche con gruppi non riconosciuti nel regi-stro ma che storicamente hanno una parten-rship molto forte con l’Azienda (bastiricordare la Guardia di Finanza e l’Esattoriacomunale), il trasfusionale ha sempre avutoun’autosufficienza quantitativa ed anchequalitativa per tutti gli emocomponenti, que-sto ha significato un’agibilità chirurgicasenza ostacoli ed un’assistenza adeguata neitempi e nei modi. Quest’autosufficienza ha determinato unamaggiore sicurezza trasfusionale per il pa-ziente ed anche un alleggerimento perl’Azienda riguardo il contenzioso giudizia-rio (vedi legge 219).Per tali motivi l’Azienda a giusta ragione haposto come prioritario l’obiettivo di miglio-rare l’accoglienza per i donatori con spaziadeguati. Queste migliorie tutt’altro che pu-ramente formali, permetteranno di incre-mentare il numero di donazioni che èpossibile ricevere e di velocizzare metodi-che consolidate, come nel caso della dona-zione di multicomponent che è finalizzataalla donazione multipla di emocomponenti,grazie all’impiego di separatori cellulari,tale metodica garantisce la sicurezza del do-natore, che non viene sottoposto ad alcuntipo di scompenso ed, al tempo stesso, per-mette una resa molto alta della donazione(plasmaferesi, l’eritroplasmaferesi e la pia-strinoaferesi).

Con i nuovi spazi i donatori avranno un in-gresso riservato; vi saranno due sale dedi-cate alle visite per idoneità alla donazioneed alle consulenze, grazie alle quali saràpossibile realizzare quella medicina preven-tiva tanto reclamata e spesso mai realizzata.In questo modo si eseguono diagnosi pre-coci per la tutela della salute del donatoreed anche del paziente ricevente.Un settore del reparto sarà dedicato ai pa-zienti che afferiranno all’Unità Operativaper due competenze basilari:– L’aferesi terapeutica, tecnica di depura-

zione extracorporea del sangue, proce-dura eseguita con specifici dispositivi perrimuovere uno o più componenti del san-gue coinvolti nel determinare specifichemalattie. Tale pratica permetterà di af-frontare patologie internistiche, nefrolo-giche, rianimative e si può immaginareche abbia nuove applicazioni in ambitocardochirurgico, in particolare nel tra-pianto logico, dove la foto aferesi può edeve essere una nuova prospettiva;

– La medicina rigenerativa, con l’applica-zione della colla e gel piastrinico, che stadando eccellenti risultati in branche comel’ortopedia, la chirurgia vascolare, la car-diochirurgia e la chirurgia generale. Inquest’ambito la nostra casistica ha nu-meri e risultati di tutto rispetto, tanto daessere stata implementata, oltre che da unsistema completamente automaticoanche da un sistema semi-automatico in

modo da razionalizzare l’uso e le appli-cazioni.

Alla luce di un’organizzazione dipartimen-tale intra-aziendale che coniughi un’ottimiz-zazione di questa disciplina nella regione,con una valorizzazione delle competenze, lamedicina trasfusionale dell’Azienda puòpuntare ad una centralizzazione della scom-posizione degli emocomponenti.Tale prospettiva si inserisce nel contesto diuna storia che ha visto questa Unità Opera-tiva come la prima in Azienda a conseguirela certificazione di qualità, mantenendolanegli anni, elemento non trascurabile in pro-spettiva del prossimo processo di accredi-tamento che si renderà obbligatorio per lanostra disciplina. Motivo di vanto per que-sta Unità, è quello di essersi distinta, nelcorso degli ultimi dieci anni a livello nazio-nale per la filtrazione in linea di tutti i glo-buli rossi prodotti: questa specificità nonsolo va incontro a standard internazionali(ricordiamo che l’Italia è uno dei pochipaesi europei che non ha una legislazioneche renda obbligatoria questa procedura)ma risponde a criteri di grande eticità.Con l’ampliamento del Centro Trasfusio-nale l’Azienda dei Colli continua nel suoobiettivo di coniugare il mantenimento distandard ottimali, tentando di migliorarli,per quanto possibile, con un’opera di tra-sformazione che vada incontro a quanto ri-chiesto dal paziente: qualità ed accoglienzanei fatti e non solo nelle parole.

Nuovi locali per il Centro Trasfusionale

B. ZuccarelliDirettore U.O.C.

Medicina Trasfusionale

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numero 3/maggio 2014 11

Il Farmacista Ospedaliero un prezioso alleato

“S cusate, sapete indicarmi dovepoter ritirare le medicine?...sa’, sono stata dimessa sta-mattina e dovrei continuare la

cura…”. “Prego Signora, segua il marcia-piede che vede di fronte la Banca e troveràuna porticina bianca, la apra e troverà sullasinistra lo sportello per la distribuzione deifarmaci…”“Grazie mille e buona giornata…”Quanti di voi vi siete trovati in questa si-tuazione di fronte ai tanti pazienti che ognigiorno nel nostro Ospedale usufruisconodei servizi della Farmacia.La Farmacia Ospedaliera negli ultimi annisi è profondamente trasformata per potermeglio soddisfare le esigenze degli opera-tori e dell’utenza, di pari passo l’attivitàdel Farmacista Ospedaliero è diventatasempre più specializzata ed orientata algoverno clinico.Ciò ha determinato la nascita di diversi“tipi di Farmacista Ospedaliero”:• “Farmacista economo”, voluto forte-

mente da molti Direttori Generali chevedono nella riduzione consistente dellespese variabili ospedaliere (e non solo)un modo appropriato e consono per ra-zionalizzare le risorse;

• “Farmacista epidemiologo”, è sicura-mente una figura altamente professio-nale che può essere vista, in questomomento, come una funzione “acces-soria”;

• “Farmacista farmaco-tossicologo”, anchequesta è una figura altamente professio-nale che entra in gioco nelle commissioniterapeutiche e nella vigilanza post-mar-keting;

• “Farmacista galenico”: più attento agliaspetti squisitamente tecnico-farmaceu-tici delle terapie;

• “Farmacista clinico”: è un professionistaattento a tutti gli aspetti tecnico-clinicieconomici delle terapie;

• “Farmacista logistico”: è un professio-nista attento a tutti gli aspetti della logi-stica legati alla gestione del magazzino;

• “Farmacista dei Dispositivi Medici”: at-tento conoscitore dei materiali e dellecaratteristiche tecniche dei device.

In questo contesto, anche l’Unità Opera-tiva Complessa di Farmacia dell’AziendaOspedaliera Dei Colli ha vissuto un note-vole sviluppo, dovuto, soprattutto, alla tra-sformazione dell’attività clinica.È stato, quindi, necessario non solo rivederetutto il preesistente processo di organizza-zione, ma anche individuare le procedure

per il miglioramento delle prestazioni ef-fettuate, dando quindi inizio ad attivitàche sono indispensabili per una qualifica-zione professionale e per garantire l’ero-gazione all’utenza di servizi di migliorequalità.Già nel corso degli anni passati nell’am-bito di una revisione dei settori di attivitàdella nostra Farmacia si era giunti alladefinizione di quattro distinti settori diattività:– approvvigionamento e distribuzione dei

farmaci;– approvvigionamento e distribuzione dei

dispositivi medici; – Farmacia Satellite dell’Area Critica;– produzione galenica personalizzata di

farmaci.In tale contesto la UOC Farmacia si pro-pone, di:– garantire la qualità di tutti i prodotti di

propria competenza, intervenendo nelprocesso decisionale di selezione, pre-

scrizione ed uso;– valutare i bisogni e le aspettative degli

utenti per garantire la loro soddisfa-zione;

– attuare un programma di aggiornamentocontinuo sia del personale interno chedel personale aziendale su tutte le pro-blematiche farmaceutiche;

– fornire informazione e documentazionescientifica su prodotti di propria com-petenza;

– attuare la formazione di specializzandisecondo i programmi concordati.

All’interno dell’Azienda Ospedalieral’UO Farmacia è orientata a creare unclima di collaborazione con tutti i Ser-vizi, Unità Operative, Dipartimenti concui è interfaccia, al fine di addivenire adun’integrazione delle diverse compe-tenze specifiche nell’ottica di una vi-sione globale dell’assistenza sanitaria edi un approccio multidisciplinare delleproblematiche.

LE ATTIVITÀ DELLA NOSTRA FARMACIA SONO MOLTEPLICI

Distribuzione dei farmaci, dispositivi medici e prodotti dietetici per nutrizionePreparazione e confezionamento di farmaci galenici e magistraliAllestimento di terapie AntitumoraliAllestimento di sacche per Nutrizione ParenteraleAllestimento di radiofarmaci per uso diagnostico e terapeuticoDispensazione diretta di farmaci a pazienti in dimissione o in visita ambulatorialeSegreteria scientifica della Commissione Terapeutica OspedalieraGestione e raccolta dati dei farmaci in sperimentazioneVigilanza sui farmaci dispositivi MediciInformazioni sui farmaci: uso clinico, dosaggio, incompatibilità, interazioni chimiche,effetti collaterali, disponibilità in Italia ed allʼesteroConsulenza e Supporto nella predisposizione di capitolati tecnici di approvvigiona-mento dei dispositivi medici, nonché partecipazione a commissioni di gara per lʼag-giudicazione degli stessiRaccolta ed analisi dei dati per studi di Farmaco-epidemiologiaAnalisi dei dati di costo e dei dati di efficacia per studi di Farmaco-economiaRaccolta dati per invio flusso dei consumi ad istituzioni regionaliDidattica e formazione per i Farmacisti iscritti alle scuole di specializzazione in Far-macia Ospedaliera

Adriano CristinzianoDirettore UOC FARMACIA

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numero 3/maggio 2014sezione12

il proprio corpo e della manifestazioneagli altri della propria malattia.Nella sola città di Napoli viene segnalatauna consistente presenza stranieri, (veditab.) Si tratta di persone particolarmenteesposte al rischio di esiti negativi per la sa-lute, a causa delle condizioni di margina-lità sociale e del ridotto accesso ai servizisocio-sanitari.Alla luce di questo quadro, appare dunqueancora più opportuno e doveroso occu-parsi dei problemi di salute degli immi-grati, sia per costruire il loro profilo disalute che per preordinare le conseguentirisposte organizzative. Un’importante sfida per la Sanità Pubblicaè rappresentata dalla necessità di garantirespecifici interventi di tutela, orientati allapromozione del diritto alla salute e allafruibilità dell’assistenza sanitaria.Nel corso dell’anno 2013 l’Azienda Ospe-daliera dei Colli ha effettuato n. 1087 ri-coveri. Di questi 475 di ricovero ordinarioe 612 di DH/DS (fig. 1). Il numero diutenti è pari a 803, distribuiti sui tre Ospe-dali dell’Azienda.

Figura 1 - Ricoveri Utenti Stranieri AOdei Colli anno 2013

Il numero di utenti unici, ovvero chehanno effettuato un ricovero in qualsiasi

forma presso l’Azienda Ospedaliera deiColli è pari a 779 distinti per sesso (fig. 2)e cittadinanza (nelle figure che seguono.)La differenza data tra la somma di utentidei tre ospedali dell’Azienda (803) e gliutenti della AO dei Colli (779) pari a 24 èdata dal fatto che uno stesso utente ha ne-cessitato di forme di ricovero per specia-lità diverse da quella per la quale ha fattoil primo accesso.

Figura 2 - Distinzione per sesso utentiAO dei Colli anno 2013

Figura 3 - Utenti AO dei Colli distintiper Continente

L’Offerta di saluteper il cittadino straniero

In un mondo in veloce globalizzazionecome l’attuale, i flussi migratori inentrata già da alcuni anni stanno in-vestendo significativamente il nostro

Paese. Per come il fenomeno può essereattualizzato, secondo i dati ISTAT (2011)nel corso dell’ultimo decennio la popola-zione straniera residente in Italia è tripli-cata, passando da 1.334.889 a 4.029.145,con una crescita pari al 201,8%. Due stra-nieri su tre risiedono nel Nord (35,4% nel-l’Italia Nord-Occidentale e 27,1% nelNord-Est), il 24,0% nel Centro e solo il13,5% vive nel Mezzogiorno. La compo-nente femminile rappresenta il 53,3% deltotale degli stranieri, valore che sale al56,6% nel Meridione. Il 46% degli stra-nieri residenti ha un’età compresa tra 25 e44 anni, in particolare uno su quattro hatra i 30 e i 39 anni. L’età media è di 31,1anni e la componente maschile risulta es-sere più giovane (29,7 anni) di quella fem-minile (32,3 anni). Questa differenza nellastruttura per età dei due sessi è imputabilea rapporti di mascolinità elevati nelleprime classi di età, in particolare tra 15 e19 anni, e bassi nelle ultime classi maanche tra i 50 e i 65 anni. Diversamente si stimano 420mila migrantiirregolarmente presenti. (stima sulla basedei risultati dell’indagine svolta dall’Ismua livello nazionale (Cesareo, Blangiardo,2009).Le differenze culturali si ripercuotono ine-vitabilmente anche sull’approccio ai pro-blemi di salute: le abitudini sociali, moralie culturali, lo stress relativo alla situazionedi immigrato, la povertà, i problemi diadattamento, possono essere arginati solocon un’efficace integrazione nella realtàsociale che accoglie (Scaroni, 2007).L’obiettivo di una politica di integrazioneè quello di dare agli stranieri le informa-zioni necessarie sul funzionamento e sulleprestazioni del SSN e sulle modalità di ac-cesso. Nella progettazione di un’assistenzasanitaria efficace è necessario tener contoanche della forte connotazione culturaledella malattia, della cura, del rapporto con

Fonte: Caritas /Migrantes. Immigrazione Dossier Statistico, Roma (XXI Rapporto) in www.dossierimmigrazione.it

CAMPANIA. EVOLUZIONE PRESENZA CITTADINI STRANIERI RESIDENTI (2002-2010)

PROVINCIA

RESIDENTIvar. %

2002-2010

% SU POP.TOTALE

% DONNE % MINORI

2002 2010 2002 2010 2002 2010 2002 2010

Avellino 3.091 11.257 +264,2 0,7 2,6 54,3 62,2 21,8 15,4

Benevento 1.367 6.202 +353,7 0,5 2,2 57,9 61,4 16,9 15,0

Caserta 8.023 32.784 +308,6 0,9 3,6 47,6 52,7 16,5 16,2

Napoli 23.739 75.943 +219,9 0,8 2,5 55,2 60,4 16,3 15,4

Salerno 6.982 38.082 +445,4 0,6 3,4 52,1 57,2 16,6 14,5

Campania 43.202 164.268 +280,2 0,8 2,8 53,3 58,3 16,8 15,3

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sezionenumero 3/maggio 2014 13

Figura 4 - Utenti AO dei Colli distribuitiper nazionalità (Europa)

Figura 5 - Utenti AO dei Colli distribuitiper nazionalità (Asia)

Figura 6 - Utenti AO dei Colli distribuitiper nazionalità (Africa)

Figura 7 - Utenti AO dei Colli distribuitiper nazionalità (America)

Risulta evidente che la rappresentatività diutenti stranieri è data dal continente Africano(361 utenti) con specificità per la Nigeria edil Ghana e dall’Europa (299 utenti) con spe-

Il fenomeno migratorio costituisce una re-altà del nostro tempo. Una delle problema-tiche che si esplica in misura determinantenel campo sanitario è la diversità linguisticae culturale, dove la figura del paziente stra-niero si contrappone alla figura dellʼopera-tore sanitario con il suo linguaggio scienti-fico e burocratico. Lʼospedale è uno deicontesti più difficili in cui gestire lʼapprocciotra diverse culture. Il Progetto “Interpreto” -finanziato dal FEI (Fondo Europeo per lʼIn-tegrazione dei cittadini dei Paesi Terzi), pro-posto dal Ministero dellʼInterno (Autorità re-sponsabile del FEI) e realizzato dallaCooperativa Sociale Communication Cen-tre Multilingue (CCM) di Salerno, in parte-nariato con lʼAORN Ospedale dei Colli diNapoli, lʼOrganizzazione Internazionale perle Migrazioni (OIM) di Roma ed il ConsorzioFormat di Battipaglia – è un servizio di me-diazione linguistica e culturale in modalitàon – line, che, con lʼausilio di un tablet o diun cellulare smartphone, consentirà adoperatori sanitari e pazienti immigrati di po-ter interloquire in otto lingue: inglese, fran-cese, spagnolo, russo, ucraino, albanese,portoghese ed arabo. Lʼerogazione del ser-vizio è curata da mediatori linguistici bilin-gue, dislocati in una sede diversa da quelladi fruizione. Lʼoperatore ospedaliero potràrichiedere in tempo reale un supporto lin-guistico in videochiamata durante la visitadel paziente. I mediatori linguistici dellaCooperativa Sociale CCM risponderannoin base alla lingua selezionata. Nella fase iniziale è stata realizzata unacampagna di informazione presso le co-munità straniere, organizzazioni di volon-tariato, terzo settore, centri dʼascolto e diprima accoglienza, ed in contemporanea èstato organizzato un percorso di formazionea cui hanno partecipato circa sessanta per-sone, tra medici, infermieri, assistenti socialie personale sanitario degli ospedali Cotu-gno, Monaldi e CTO. Questi incontri hannoavuto come obiettivo quello di spiegare ilfunzionamento del servizio e sensibilizzarnelʼutilizzo e sono stati seguiti da una fase diaffiancamento e sperimentazione, tuttora

in corso, durante la quale alcuni mediatoridella cooperativa Communication CentreMultilingue sono a disposizione anche fisi-camente per supportare e sensibilizzaremedici e infermieri che vogliono utilizzarela piattaforma INTERPRETO e aiutarli acollegarsi con i mediatori linguistici da re-moto. Durante questi primi mesi di sperimenta-zione il personale sanitario si è dimostratomolto disponibile ad utilizzare il servizio edaltrettanto soddisfatto dai risultati in quantola relazione con i pazienti stranieri è più di-retta, è più facile spiegare cure e tratta-menti, come funziona la quotidianità inospedale. Più di 200 interventi di media-zione linguistica, circa 3 interventi al giornoe il numero è destinato a crescere ora chela sperimentazione è partita a pieno ritmoanche allʼospedale Monaldi e che è dispo-nibile anche un numero di telefono utile peril personale sanitario coinvolto. I pazientisensibilizzati, più di 500, si sono dimostratimolto incuriositi e contenti ed hannoespresso pareri molto positivi riguardo alservizio. Un paziente della Costa dʼAvoriosi esprime così in merito al servizio “Inter-preto”: “Questo tipo di servizio doveva es-serci già da molto tempo. Lo ritengo unservizio utile, perché, quando uno arriva incittà in qualche modo riesce a farsi capire,ma quando sta male ed arriva allʼospedale,in un paese come lʼItalia, dove comunquesi parla solo lʼitaliano, diventa tutto più diffi-cile”. Un altro paziente, di nazionalità etiope,dice: “Eʼ la prima volta in un ospedale chevedo qualcosa del genere e sono contentodi confrontarmi con persone sorridenti cheoffrono a persone meno fortunate un ser-vizio di questo tipo, dove viene data tantaimportanza alla persona”. Il servizio “Interpreto”, dunque, oltre ad ab-battere le barriere linguistiche culturali, per-mette agli operatori sanitari ed ai pazientiun chiaro ed immediato scambio di infor-mazioni.

Dott.ssa Manjola PrekaMediatrice linguistico culturale

(Communication Centre Multilingue)

IL PROGETTO

“Interpreto”: Sanità & Integrazione

cificità per l’Ucraina e per la Romania. Dauna prima analisi dei dati emerge l’afferenzadi diverse culture ed etnie presso i tre ospe-dali con diversificati bisogni di salute. Permigliorare il servizio offerto all’utente stra-niero e affrontare più efficacemente le criti-cità, l’Azienda dei Colli ha ereditato ilservizio di mediazione culturale dell’Asso-ciazione “Insieme per la Vita”, già attivo damolti anni presso l’Azienda Monaldi, imple-mentandolo con ulteriori iniziative che nerappresentano una naturale evoluzione. Allaricerca di una definizione della sua delicata

funzione, potremmo dire che il mediatoreculturale si inserisce come interfaccia fraoperatore e utente e proprio dalla triangola-rità della comunicazione scaturisce la com-plessità di questa figura. Obiettivo delmediatore è quello di mettere in relazionedue gruppi: la comunità di appartenenza delpaziente e la società di accoglienza, rispon-dendo contemporaneamente alle aspettativee alle esigenze di comunicazione dell’ope-ratore italiano, incorporando e trasmettendoprescrizioni e indicazioni, e dell’utente, ac-cogliendo e reinterpretando la diversità.

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numero 3/maggio 201414

Sono arrivato al CTO il 1 aprile2012, per dirigere l’U.O. di Aneste-sia e Rianimazione su nomina delDirettore generale, Antonio Gior-

dano, venendo da una esperienza lavorativadi oltre 20 anni sicuramente più tranquillae più “familiare”presso un Ospedale dellaprovincia di Salerno.Conoscevo già il CTO dove avevo lavoratocome medico anestesista convenzionatopresso la Neurochirurgia della S.U.N.quando l’ospedale faceva parte ancoradell’ASL Napoli 1.Preoccupato per il compito che mi aspet-tava: dover dirigere una unità operativa,quella di Anestesia e Rianimazione, fonda-mentale in un ospedale a preminente voca-zione chirurgica, in una realtà complessacome quella napoletana. Giungevo in questo Ospedale subito dopouna svolta importante legata al processo diriorganizzazione della rete ospedaliera re-gionale prevista dal Decreto 49 del27.09.2010 nel quale il CTO, a preminenteindirizzo ortopedico – riabilitativo, perdevala funzione di Pronto soccorso, entrando acostituire l’Azienda Ospedaliera di RilievoNazionale (AORN) dei Colli “MONALDI-COTUGNO-C.T.O.”. Ho percepito al mioarrivo negli operatori un’aria di rassegna-zione ad un ruolo marginale nella nuovaAzienda, legato all’ impoverimento dellefunzioni dell’Ospedale, sia per la chiusuradi alcune Unità operative (Oculistica e Uro-logia) che per la mancanza delle funzionidi Pronto soccorso. Non ero nuovo a questesituazioni, avendo vissuto in parte vicendeanaloghe nella mia precedente esperienzalavorativa in Provincia di Salerno.Sapevo che la nomina del Direttore del-l’U.O. di Anestesia e Rianimazione, erauno degli momenti organizzativi più impor-tanti del percorso intrapreso dalla Direzionestrategica dell’AORN “Ospedali dei Colli”per dare al CTO un ruolo definito nell’of-ferta di salute che l’Azienda erogava, in uncontesto regionale difficile, contrassegnatoda un impoverimento delle risorse per ilpiano di rientro imposto alla regione Cam-pania. Da questa partenza, quello che è successoin questi anni, devo dire, è stato sorpren-dente. Grazie ad un clima di condivisioneil più ampio possibile con tutte le compo-nenti lavorative (dirigenza medica, com-parto, tecnico - amministrativa), creatodalla Direzione strategica, è gradualmentecambiata la percezione del ruolo di questoOspedale, sia da parte dell’utenza che deglioperatori: si è passati dalla sensazione ne-

gativa di ridimensionamento delle attivitàe di graduale perdita delle funzioni tipichedi un ospedale (pronto soccorso, attività diricovero, ecc) ad una sempre maggiore con-sapevolezza di occupare un ruolo ben defi-nito nell’organizzazione di una delle piùprestigiose Aziende Ospedaliere del Sud.I momenti più importanti di questo per-corso, sono stati l’accorpamento presso ilCTO del Dipartimento Orto-neuro-riabili-tativo, con il trasferimento delle UU.OO. diOrtopedia e traumatologia e Chirurgia dellamano dell’Ospedale Monaldi; il trasferi-mento presso il CTO dell’U.O. di Chirurgiagenerale dell’Ospedale Cotugno; l’arricchi-mento dell’Ospedale di ulteriori UU.OO.(Cardiologia, diretta da dr Sergio Ferrara;Endoscopia digestiva diretta dal dr Vin-cenzo Di Martino); l’ampliamento dell’of-ferta riabilitativa con l’apertura di una U.O.di Cardiologia riabilitativa, diretta dal drDomenico Miceli; l’integrazione nell’orga-nizzazione dell’Azienda delle UU.OO. diNeurochirurgia e Neuroradiologia della Fa-coltà di Medicina e Chirurgia della SecondaUniversità di Napoli già allocate presso ilCTO; l’implementazione di percorsi di pre-ospedalizzazione efficienti, propedeutici al-l’intervento chirurgico, evitando al malatolunghi tempi di ricovero pre intervento econ percorsi dedicati al day - surgery; la re-cente attivazione da parte dell’U.O. di Ane-stesia e Rianimazione del CTO di unAmbulatorio di Terapia antalgica, collegatoorganizzativamente all’U.O. di Terapia deldolore presente presso l’Ospedale Monaldi,orientato al trattamento del dolore croniconon neoplastico, secondario a patologie de-generative osteo - articolari.Questo percorso è ancora in itinere ed ogginel mio lavoro quotidiano in Rianima-zione, in Sala operatoria, percepisco sen-sazioni molto positive con riscontriestremamente efficaci nella cura dei pa-zienti, anche quelli più “complicati”, gra-zie al continuo confronto con le altreUU.OO. e all’armonia, la disponibilità ed

il rispetto tra le varie figure professionali,che rende più semplice il mio lavoro di co-ordinamento e programmazione delle atti-vità, stemperando quei momenti ditensione che sono inevitabili in tutte le at-tività che prevedono un lavoro di equipe.Siva sempre di più affermando in tutti la con-sapevolezza che la valorizzazione del la-voro di equipe comporta anche unavalorizzazione dei singoli ruoli. Tutto ciòha prodotto su alcuni aspetti assistenziali,percorsi clinici estremamente positivicome l’assistenza postoperatoria in reco-very room, dove possono essere affrontatele esigenze assistenziali più immediate nelpost – operatorio: trattamento del brivido,trattamento del dolore acuto postoperato-rio, controllo dei parametri emodinamici,respiratori, ecc.; l’utilizzo di tecniche dianestesia loco-regionale che permettono larapida dimissione del paziente per le pro-cedure di day surgery; quello finalizzato altrattamento del dolore postoperatorio, at-traverso protocolli adeguati al paziente edal tipo di intervento, preferendo li dovepossibile tecniche di anestesia loco regio-nale eseguite sotto guida ecografica, più si-cure per il paziente sia un efficacecontrollo del dolore postoperatorio, favo-rendo l’inizio precoce delle cure riabilita-tive. Quest’ultimo aspetto èparticolarmente importante in una realtàcome il CTO, in grado di garantire ancheil percorso riabilitativo del paziente orto-pedico, per la presenza dell’U.O. di Riabi-litazione. Questo clima positivo è statofavorito dalla Direzione medica di presidiodiretta dal dr. Cosimo Maiorino che oltre asorvegliare e guidare i processi organizza-tivi, rappresentando il trait d’union con laDirezione strategica, è sempre attentaanche agli aspetti etici e di umanizzazionedelle cure, coinvolgendo anche associa-zioni di volontariato nel percorso assisten-ziale del malato e di supporto psicologicoai familiari, consapevoli dell’ obiettivoprincipale delle cure, il Malato, con il suocarico di angoscia e di problematiche so-ciali che si accompagnano inevitabilmentealla malattia.Su questo aspetto va ricordato l’impegnodel nostro cappellano, padre Gaetano, checon il suo sorriso è sempre presente, in ma-niera discreta, accanto agli operatori ed aimalati con una testimonianza concreta difede e disponibilità verso la sofferenza edil dolore. Tirando le somme di questi dueanni che mi hanno visto alla Direzionedell’UO di Anestesia e Rianimazionedell’Ospedale CTO, non posso essere chesoddisfatto; vedo un Ospedale “a misurad’uomo” in continua espansione che sta ri-diventando un riferimento nella realtà na-poletana; lavoro quotidianamente gomito agomito con professionisti, persone, con lequali si discute, ci si confronta e talora sitrova anche il tempo di scherzare e di sor-ridere, crescendo insieme professional-mente ed umanamente.

Lavorare al C.T.O.

Fernando ChiumientoDirettore U.O.C. Anestesia

e Terapia Intensiva post-operatoria

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sezionenumero 3/maggio 2014 15

Il Personale Sanitario afferente allaU.O.C. di Cardiochirurgia Pediatricadell’Azienda dei Colli di Napoli è daalcuni anni impegnato nella compila-

zione di manuali di facile consultazione e dirapida lettura. Nel 2010 è stato pubblicato ilvolume: ”Protocolli di Terapia Intensiva”,nel 2012 il volume: “Tecniche di Base inCardiochirurgia Pediatrica” e, alla fine delloscorso anno, il volume: “Fisiopatologia ra-gionata precoce delle Cardiopatie Conge-nite operate”. Ci si prefigge di fornire spuntimetodologici e suggerimenti operativi, fon-dati sulla “evidence based medicine” e sulla“common practice” scaturita dall’esperienzapluridecennale di colleghi e collaboratori.Il contenuto dei manuali rappresenta un ten-tativo di sistematizzazione, in forma di pro-tocolli operativi, di un’intensa attività dilavoro interdisciplinare, ed è frutto della ge-nerosa collaborazione di tutte le strutture af-ferenti. Il suo scopo rimane eminentementepratico, da “manuale di consultazione”, perlo specializzando che affronta la corsia perla prima volta, per il medico di guardia chedeve gestire situazioni inconsuete, per l’in-fermiere interessato ai protocolli e ai per-corsi assistenziali, per il cardiologo che devegestire l’iter pre e post-operatorio del pa-ziente. Nel manuale “Fisiopatologia Ragio-nata delle Cardiopatie Congenite Operate”viene analizzato il comportamento dell’ap-parato Cardiocircolatorio del paziente neiprimi giorni dopo l’intervento. Tale periodoè delicato poiché l’organizzazione cardio-circolatoria patologica del paziente viene ingenere totalmente e bruscamente sovvertita

dall’intervento effettuato per riportare ilcuore alla normalità. L’impatto dell’inter-vento “di per se” ha poi conseguenze mul-tiorgano inevitabili tanto più insidiosequanto più piccolo è il bambino (Cardiochi-rurgia Neonatale). In ogni patologia affron-tata, infine, le potenziali complicanze sonodiverse e debbono essere conosciute affin-ché venga instaurato un trattamento ade-guato in Terapia Intensiva.Il volume è corredato da foto anatomiche in-

traoperatorie, tutte originali e frutto dell’at-tività del Centro di Cardiochirugia pedia-trica dell’Ospedale Monaldi. Per lasemplicità della struttura e del linguaggio,per lo spazio che viene dato ad alcuni argo-menti originali come la Anatomia Compa-rata del Cuore e per i continui riferimentialla Storia della Cardiochirurgia Pediatricae dei suoi pionieri, è un testo particolare chepuò interessare anche i “non addetti ai la-vori” in senso stretto.

Manuali Pratici di Cardiochirurgia Pediatrica: pubblicato il terzo pocket book

Il cuore è il più comune simbolo utilizzato per indicare amore eromanticismo, riconosciuto da gran parte delle culture nelmondo. Impossibile non imbattersi in raffigurazioni di ogni ge-nere, soprattutto nel mese di febbraio, quando cioè si celebrala festa di San Valentino, ed è per questo che lʼAnmco (Asso-ciazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) ha colto lʼoc-casione per organizzare lʼiniziativa «Cardiologie Aperte», rivoltaa sensibilizzare la popolazione verso la prevenzione delle ma-lattie cardiovascolari. Il cuore, dunque, diviene simbolo del-lʼamore anche verso se stessi. LʼAzienda dei Colli, dʼintesa conlʼUnità di Cardiologia del Monaldi, diretta dal dottor Pio Caso,lʼUnità di Cardiologia Diagnostica non invasiva del Monaldi, di-retta dal dottor Sergio Severino e la Cardiologia Riabilitativa In-termedia del Cto, diretta da Domenico Miceli, ha accettato lasfida e ha indetto per il giorno di san Valentino una giornata de-dicata al “counselling” in tema di prevenzione cardiovascolare.Le porte dellʼOspedale Monaldi si sono aperte, in un clima fe-stoso, per diffondere messaggi educativi e di informazione suicorretti stili di vita da assumere per scongiurare i rischi di ma-lattie cardiovascolari, ma anche per spiegare lʼimportanza dellaricerca sulle malattie del cuore. Lʼevento ha rappresentatounʼoccasione utile anche per illustrare il percorso diagnostico

terapeutico dellʼAzienda dei Colli per far fronte alle patologiecardiache, dalla prevenzione alla riabilitazione. Lo spirito dellʼiniziativa è stato gioioso, per trasmettere con leg-gerezza messaggi seri ed importanti, sono stati perciò previstianche momenti di intrattenimento musicale e la partecipazionedi alcuni attori di fiction e artisti della Rai.

Cardiologie AperteSan Valentino 2014

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numero 3/maggio 2014attualità16

Il dolore è definito dall’ InternationalAssociation for the study of Pain(IASP) come “un’esperienza senso-riale ed emotiva spiacevole, associata

ad un danno tissutale attuale o potenziale, oriferita in tali termini”. È evidente, dunque,che esso rappresenti un “campanello d’al-larme” indispensabile per preservare l’indi-viduo dall’aggressione all’omeostasi: maquesto è sempre vero? Talvolta il dolore puòessere esso stesso fattore di lesività dellefunzioni biologiche, divenendo, dunque, unelemento di patologia. Retaggi culturali checonnotano il dolore come sintomo inelutta-bile hanno contribuito a sottovalutarne il si-gnificato e a trascurarne la cura e per questomotivo il trattamento del dolore risultaspesso ancora inadeguato. Il tema della per-sistenza cronica del dolore è stato alla basedel dibattito che ha portato all’approvazionedel Parlamento Italiano alla legge n. 38 del15 marzo 2010 “Disposizioni per garantirel’accesso alle cure palliative e alla terapiadel dolore”. La legge n. 38/2010 è da considerarsi inno-vativa, in quanto, nella nostra giurispru-denza, per la prima volta si tutela e sigarantisce l’accesso alle cure palliative ealla terapia del dolore da parte del malatonell’ambito dei livelli essenziali di assi-stenza, al fine di assicurare il rispetto delladignità e dell’autonomia del paziente, il bi-sogno di salute, l’equità nell’accesso all’as-sistenza, la qualità delle cure e la loro

appropriatezza riguardo alle specifiche esi-genze. Non soffrire, dunque, è un diritto peri cittadini italiani. L’Azienda Ospedaliera dei Colli ha svilup-pato nel tempo una particolare attenzione aquesto argomento, consentendo la crescitadi professionalità e competenze ed antici-pando l’esortazione alla creazione di strut-ture dedite alla cura dei pazienti affetti dadolore, contenuta nella legge 38/2010, co-

Il dolore cronico: da sintomo a malattia

Il “metro del dolore” consiste in un mo-nitoraggio che fornisce informazionisulla sensazione di dolore percepita dalpaziente, segnalandola in anticipo ri-

spetto alle conseguenze che tale dolore pro-vocherebbe in termini di aumento difrequenza cardiaca e pressione arteriosa.

Le sale operatorie dell’Azienda Ospedalieradei Colli applicano il Metrodoloris a tutti ipazienti sottoposti ad intervento chirurgico,il cui monitoraggio fornisce un sicuro, conti-nuo e semplice indice del tono parasimpaticodel paziente.“Dopo una sperimentazione eseguita in col-laborazione con un’altra Azienda Ospeda-liera del nord Italia - spiega il dr. AntonioCorcione, direttore della UOC Anestesia eTerapia intensiva Post Operatoria del Mo-naldi - siamo gli unici ad aver introdotto que-sto monitoraggio tra quelli routinariamenteutilizzati nelle nostre sale operatorie. Prima,la valutazione del parametro dolore, incorso di intervento chirurgico, avveniva inmaniera empirica, ed il dosaggio dei far-maci antidolorifici si effettuava esclusiva-mente in base al peso corporeo e allaosservazione della risposta cardiaca e pres-soria del paziente. Oggi non è più così! Per-ché se è vero che durante l’ anestesiagenerale il paziente è in uno stato di inco-scienza, non è sempre vero che il suo orga-nismo non possa avvertire dolore. Infatti, incorso di anestesia generale, il paziente non

stituendo, già dal 2008, la U.O. di TerapiaAntalgica nell’ambito della U.O.C. di Ane-stesia. L’U.O. di Terapia antalgica, diretta,oggi, dal dottor Alfonso Papa, già membrodella Commissione Ministeriale per le CurePalliative e la Terapia del dolore, è specia-lizzata oltre che nella gestione delle terapiefarmacologiche anche in analgesia e aneste-sia loco-regionale, tecniche chirurgiche, te-rapia fisica, tecniche di stimolazioneelettrica, neuro modulazione midollare eozonoterapia. Un reparto all’avanguardia,divenuto oggi di riferimento nazionale. Ildolore cronico rappresenta un problemasocio- culturale e sanitario importante e at-tuale, la comprensione dei suoi meccanismi,delle sue interazioni richiede competenze econoscenze specifiche ma anche lo schiera-mento di forze multidisciplinari in fase siadiagnostica che terapeutica per una correttavisione del paziente nella sua interezza, alfine di garantirgli un aiuto professionale ef-ficace per il trattamento della patologia.Il Comitato Etico dell’Azienda, dimo-strando di fare proprio l’obiettivo di garan-tire l’applicazione della Terapia del dolorenei reparti ospedalieri, ha dedicato al temala prima edizione de “I Quaderni del Comi-tato Etico”, raccogliendo gli autorevoli con-tributi degli esperti che hanno partecipato alseminario “Il Dolore nella patologia edOltre” promosso dallo stesso ComitatoEtico e tenutosi lo scorso anno, pressol’Aula Magna del CTO.

MetrodolorisUn innovativo sistema di monitoraggio del dolore percepito dal paziente duranteinterventi chirurgici in anestesia generale, è finalmente disponibile.

Emanuela Sorrentino

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attualitànumero 3/maggio 2014 17

APPROFONDIMENTO

In Campania esistono circa 15 centri diTerapia del Dolore, non tutti accreditaticon la medesima qualifica. I centri di ri-ferimento sono comunque segnalati,quelli Campani e quelli Italiani, su www.federdolore.it

Associazioni e Società di riferimento:ISAL, ACD SIAARTI, federdolore, SICD,AISD …

IL DOLORE NEGLI ANZIANINei soggetti anziani si verificano dellemodificazioni fisiopatologiche a carico didiversi organi e apparati in grado di mo-dificare il destino farmacocinetico e far-macodinamico dei farmaci analgesici. Inrelazione a tali variazioni, lʼutilizzo di talifarmaci in questa classe di età deve es-sere effettuata con una certa ocula-tezza, pur non privando il soggetto ditale opzione terapeutica. La dose e la frequenza del trattamentodovrebbero essere individualizzate, e an-drebbe sempre tenuto a mente il concettodi analgesia bilanciata, caratterizzatadallʼuso combinato di più farmaci, in ge-nere un oppioide, un farmaco antinfiam-matorio non steroideo e un adiuvante, adosaggi ridotti, allo scopo di incrementarei bersagli di azione, minimizzando i po-tenziali effetti avversi associati alle altedosi di ogni singolo agente.

LʼINFLUENZA DEGLI ASPETTI PSICOLOGICI SUL DOLORE Il dolore e la sofferenza fisica e psichica

che ne consegue è diventato un terrenodi grande attualità e di confronto inter-disciplinare, coinvolgendo ogni settoredella medicina. Ciò per alcuni motivi come lʼallunga-mento della vita, la modificazione dellatipologia delle malattie fisiche, il fre-quente ricorso a canali di somatizza-zione quale espressione di conflittiintrapsichici. In primo luogo lʼallunga-mento della vita è associato ad unamaggiore incidenza di patologie croni-che ed invalidanti, dovendo il medicopreoccuparsi di gestire situazioni clini-che che persistono a lungo nel tempo eche determinano un progressivo au-mento della disabilità (la salute resi-dua); grazie infatti al progresso dellamedicina si è assistito negli ultimi anniad un migliore efficacia degli strumentiterapeutici disponibili ed ad un allunga-mento della vita dei pazienti, anche consituazioni di sofferenza cronica. La riformulazione della finalità delle curequindi diventa inevitabile, deve focaliz-zarsi sulla appropriatezza delle cure, mamirare anche a sostenere nella cronicitàe nella sofferenza - la qualità di vita,adoperandosi per il recupero della di-mensione antropologica del rapportomedico-paziente e attraverso la cura deibisogni psicologici dei pazienti.

PER QUANTO RIGUARDA LʼAZIENDA DEI COLLI:Dal 2000, con lʼOspedale senza Dolore,si è passati al 2003, con lʼapertura del-

lʼAmbulatorio di Terapia del Dolore, sinoad oggi; da circa 3 anni esiste presso lanostra Azienda una Unità OperativaSemplice Dipartimentale di Terapia delDolore, diretta dal Dr. Alfonso Papa, ecoadiuvata da una equipe di AnestesistiRianimatori esperti di Terapia del Doloree di esecuzione di attività interventisticaper il dolore cronico (cifoplastica, verte-broplastica, neurostimolazione midol-lare, neuromodulazione intratecale,etcc) che consta di una attività ambula-toriale quotidiana, con una sala opera-toria attiva 4 giorni/settimana, unservizio di reperibilità Aziendale 24 oresu 24.Attività: attività ambulatoriale e chirur-gica, dolore cronico benigno/oncologiconumero di casi trattati: circa 3000/annoprovenienza dei pazienti: 90% Cam-pania, 10% altre regioni.Risultati: Incremento significativo delnumero di accessi ambulatoriali/anno edi procedure chirurgiche mini invasivecui possono essere candidabili sia pa-zienti affetti da dolore cronico benignoche oncologico, attività di consulenza ecollaborazione presso tutti i Reparti didegenza ordinaria medici e chirurgicidellʼAzienda

MODALITÀ DI CONTATTO DEL CENTROPrevia registrazione presso la Segrete-ria della UOSD diTerapia del Dolore(0817064137), lun-ven ore 9-13.

avverte il sintomo dolore in maniera co-sciente e, non ne conserva memoria ma, ciònonostante, reagisce con un aumento dellapressione arteriosa e della frequenza car-diaca”.Questo sistema di monitoraggio è stato ap-prezzato e approvato dal Direttore Gene-rale dell’Azienda dei Colli, dr. AntonioGiordano, da sempre favorevole alle novitàin campo medico e sensibile alle proble-matiche legate alla sicurezza del paziente.Il Metrodoloris fornisce importanti indica-zioni agli anestesisti per ottimizzare il do-saggio dei farmaci antidolorifici duranteinterventi chirurgici. Tuttavia è necessariomettere sempre in connessione il valoremonitorato con l’insieme di cure praticateal paziente. “Il monitoraggio fornisce in-formazioni sulla sensazione di dolore per-cepita dal paziente - precisa la dottoressaClelia Esposito, dirigente medico anestesi-sta, responsabile delle “tecniche speciali dianestesia” – e, attraverso l’analisi del se-gnale elettrico cardiaco assegna un indicenumerico che consente di modulare in ma-niera ottimale il dosaggio di farmaci anti-dolorifici, in particolare oppioidi,somministrati durante l’intervento chirur-gico, evitandone inutili sovradosaggi chepotrebbero causare tossicità”.

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Un’ importante sfida culturale at-tende la Cardiologia Ospedalieradell’Ospedale Monaldi. Con l’in-tento di migliorare la gestione dei

pazienti affetti da grave scompenso cardiacoe blocco di branca sn (BBsn) e per difendereda aritmie a rischio di vita e di un pace mar-ker biventricolare come stimolazione elet-trica delle pareti, i pazienti che risultinocandidabili, sono sottoposti all’impiantocombinato di un defibrillatore come ponteper il trapianto cardiaco, nella speranza diindurre un rimodellamento volumetrico fa-vorevole, che porti al miglioramento dellacontrattilità e riduzione delle dimensioni,tanto da dare sincronia alle pareti (resincro-nizzazione) e portar ad essere esclusi dallastessa lista di attesa per trapianto.Il vortice si crea quando il sangue entra nelventricolo sinistro attraverso la valvola mi-trale e, ruotando su se stesso, raggiungel’apice cardiaco con direzione supero infe-riore e dall’apice cambiando direzione eruotando verso l’alto è reindirizzato con di-rezione infero superiore verso l’efflussoventricolare sinistro e l’aorta da cui esce. Ilcuore dilatato e con frazione d’eiezione de-pressa perde la normale sequenza e i vorticisono molto più lenti e ruotano su se stessisenza orientarsi rapidamente verso l’ef-flusso sinistro e l’aorta.La sfida culturale consisterà nello studiarela fluidodinamica cardiaca, grazie ad unnuovo approccio ecocardiografico che si av-vale dell’ecocontrasto (che visualizza i vor-tici) e di un sofisticato software in grado diagganciare, la scia di vortici a percorso ano-malo creatisi nei cuori più compromessi.L’obiettivo è analizzare il tipo di interazionetra la parete e il flusso ematico, per selezio-nare, con maggiore accuratezza, i candidatialla Resincronizzazione, riducendo così laspesa sanitaria, e, in particolare, per incre-mentare la frazione di eiezione del cuoredopo l’impianto, ottimizzando le spintepressorie che regolano i flussi intracardiaciper riportare ad un normale percorso i vor-tici, con la variazione dei tempi di attiva-zione tra i tre elettrocateteri impiantati, giàprevisti nella normale pratica medica. Tale progetto, ispirato dal valore incremen-tale del contributo della dinamica dei fluidinell’ambito delle scienze biomediche, set-tore che sta acquisendo un crescente inte-

resse da parte della comunità scientifica, haavuto origine da un seminario avvenuto nelmese di ottobre 2013, presso la Bibliotecadell’Ospedale Monaldi, sulla fluidodina-mica cardiaca e che ha visto come relatoriil Prof. Pedrizzetti dell’Università di Trieste,e il cardiologo Dott. Tonti, ritenuti i massimiesperti della tematica in campo internazio-nale. Dalle relazioni degli esperti è emersoche il cuore è una pompa finalizzata al motodel sangue e che la diagnostica è ancoraprincipalmente basata sulla dinamica deitessuti in quanto le proprietà del flusso al-l’interno del ventricolo sinistro sono poconote e difficilmente visualizzabili dalle im-magini cliniche. Vi è una crescente evidenzache il flusso all’interno del ventricolo sini-stro giochi un ruolo fondamentale nella fun-zione cardiaca e nel progredire dellepatologie. È stato sottolineato dal Prof. Pe-drizzetti che “il riempimento diastolicodella camera ventricolare sn rappresenta unpassaggio molto critico nella funzione car-diaca, con fenomeni fluidodinamici moltointensi. In pratica, il getto si sviluppa in ma-niera impulsiva, raggiungendo in pochicentesimi di secondo velocità superiori almetro al secondo per entrare in una cavitàlunga pochi centimetri. Raggiunge quindimolto rapidamente le pareti ventricolari e,altrettanto rapidamente, deve invertire ladirezione del moto di 180° per re-indiriz-zarsi verso l’uscita nell’arteria aorta dovesfocerà con una stessa alta velocità. Il gettodiastolico dà immediatamente origine aduna struttura vorticosa che si sviluppa al-l’interno della cavità, in quanto l’orifiziomitralico è leggermente disassato rispettoall’ideale asse ventricolare, per cui in in-gresso si reindirizza verso un lato della pa-rete dando luogo alla struttura vorticosaasimmetrica, la cui dinamica dipende davari fattori fisiologici e pato-fisiologici,come la presenza di pareti discinetiche,quali causate da ischemia o infarto, o dis-sincrone per la presenza di BBsn, che indu-cono profondi mutamenti del moto fluidointraventricolare”.Dal successivo dibattito, a cui hanno parte-cipato, come discussant, gli elettrofisiologiDott. Bianchi e dott. D’Onofrio, è nato ilproposito di stilare il protocollo di studio os-servazionale VORTEX-HF° (Vortici nellaInsufficinza Cardiaca), approvato dal Comi-tato Etico dell’Azienda dei Colli di Napoli -Seconda Università di Napoli .Lo studio si proporrà di dimostrare, durantei normali controlli previsti per la miglior set-tazione del Pacemaker, come la dinamica al-terata dei vortici intracardiaci moduli ilprogressivo rimodellamento del ventricolosinistro verso la dilatazione e lo scompensocardiaco, mediante lo studio, in acuto, deglieffetti di diverse attivazioni dei pace marker

sui gradienti pressori esistenti nel ventricolosinistro di pazienti, già sottoposti alla Resin-cronizzazione, considerati nel follow up re-sponders o non responders alla terapiaelettrica dello scompenso cardiaco avanzatoe refrattario alla terapia medica.

Nel soggetto normale il vortice si forma sotto illembo anteriore della valvola mitrale durante laE (protodiastole) e poi durante la A (teledia-stole). Quindi è al suo massimo (sia come di-mensione sia come intensità) in diastasi e poiin PCT (fase di contrazione isovolumetrica),con shape ellittico e asimmetrico,ruotando insenso orario in 3 camere apicale verso lʼef-flusso in mesosistole.

Nel pz affetto da cardiomiopatia dilatativa eblocco di branca sn (CMD-BBSN), il tipico pat-tern flussimetrico rivela un vortice con shapepiù circolare, simmetrico, e persistente che èalimentato durante la diastole e indebolitocome intensità nel moto, durante la sistole, conprolungata stagnazione vicino allʼapice, ruo-tando in senso orario in 3 camere apicale.

Dalla resincronizzazione al rimodellamentoventricolare passando attraverso un vorticeRidare il Vortice Giusto al Cuore

Alfonso Roberto Martiniello e Pio Caso

UOC Cardiologia UTIC Ospedale Monaldi

°Protocollo VORTEX-HF,Approvato dal Comitato Etico,Azienda Ospedali dei ColliSeconda Università di Napoli°A.R.Martinello1, P. Caso1, G. Pedrizzetti2, V. Bianchi1, A. D’Onofrio1, G. Tonti3

1A.O. Ospedali dei Colli, Ospedale Monaldi,Napoli, 2Università di Trieste, Trieste, 3“G. d’Annunzio” Università di Chieti.

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formazionenumero 3/maggio 2014 19

La nostra esperienza è perfetta-mente in armonia con quanto av-viene sul piano nazionale, con ilprogressivo inserimento delle atti-

vità psicologiche nell’ambito delle Linee-Guida relative alle più importanti patologietrattate nel contesto ospedaliero. Le trasformazioni dei processi di cura edelle esigenze assistenziali in ambito ospe-daliero, conseguenti sia al progresso scien-tifico e tecnologico sia ad una maggioreattenzione ai bisogni dell’utenza, hannoconsentito di porre maggiore enfasi alle esi-genze attinenti la sfera della soggettività,delle relazioni, dei comportamenti, dellacomunicazione, della gestione dello stress,riferite sia ai pazienti ed ai loro familiariche agli operatori ed alle strutture. La rispo-sta a tali questioni emergenti, a volte ridut-tivamente definite come “umanizzazione”o “personalizzazione” delle cure sanitarie,ha registrato rilevanti incrementi nel campodella ricerca, delle pratiche assistenziali,della formazione ed anche una nuova spe-cifica sensibilità da parte dei ManagementAziendali, anche se è ben lontana da unapiena attuazione. Questa grossa mole di at-tività ha visto un’inedita, per certi aspetti,forte collaborazione tra Medicina e Psico-logia e sta conducendo alla evidenziazionedei vantaggi clinici, assistenziali e, più re-centemente, anche economici, di una realeintegrazione dei percorsi di diagnosi, curae riabilitazione con l’inserimento di speci-fici interventi di ambito psicologico. Le no-stre attività sono presentate per chiarire ilsenso che il “fare” e l’ ”essere” degli Psi-cologi può acquisire in Ospedale, senza al-cuna pretesa di ergerci a modello assoluto.La nostra esperienza, nata in un Ospedaledi media-piccola dimensione, a vocazioneprevalentemente infettivologica, e succes-sivamente allargatasi ad una realtà ospeda-liera costituita da ben tre presidi inprecedenza separati ha avuto una crescitaconseguente all’individuazione di sinergiee partnership tra i Direttori ed i medici mag-giormente attenti ai bisogni psicologici deiloro pazienti. Pertanto, è assolutamente sin-cero ed opportuno il ringraziamento, oltreai colleghi che con grande impegno hannocontribuito alla stesura di questo lavoro, atutti coloro: Direttori, Medici, Dirigenti am-ministrativi, Infermieri, con qui abbiamocondiviso questi anni di lavoro e che con illoro continuo sostegno ed incoraggiamentohanno permesso si realizzassero le espe-rienze descritte nel volume. E’ evidente chealcune attività sono state rese possibili gra-

zie ad alcuni lungimiranti Dirigenti Azien-dali e Primari i quali hanno creduto, con noied a volte persino prima di noi, della neces-sità di un’assistenza psicologica ai loro pa-zienti. Così come va riconosciuto che moltoabbiamo imparato da medici ed infermieridotati di straordinaria umanità e passione.Insieme agli specialisti di altre discipline

che hanno reso possibili queste esperienzedesideriamo interrogarci sul futuro e sulleprospettive di una solida presa in carico deibisogni psicologici dei pazienti e dei lorofamiliari.In questi anni è in corso un profondo ripen-samento della medicina, secondo alcuniepocale, nel modo di concettualizzare ilrapporto medico-paziente, la gestione dellecure con la presa in carico dei bisogni sog-gettivi, grazie anche al contributo della Psi-cologia. Tuttavia, sebbene le conquisteculturali siano ormai largamente condivise,sia tra gli operatori sia nell’opinione pub-blica, tale mutamento radicale - culturale,tecnologico e di politica sanitaria - trovaperò molte resistenze a tradursi in modellioperativi sistematizzati.Occorre riconoscere che i fattori emozio-

nali, psicologici, relazionali non sono estra-nei alla malattia, spesso consideratidisturbanti del rapporto operatore-paziente,non utili al processo di guarigione, magarida delegare al tecnico di turno (creandonuove scissioni). Essi sono parti integrantidel sistema-individuo, sono influenzati econdizionano le componenti organiche. As-sumere un pensiero olistico ci consente dieffettuare una reale presa in carico e curadella persona, non più solo dell’organo ma-lato. Riconoscere le interconnessioni tra pa-tologie organiche e vissuti emozionalicomporta la comprensione non solo deimeccanismi patogenetici implicati nellamalattia, ma anche dei vissuti personali efamiliari associati alla malattia, attraversol’analisi della domanda di cura. Scomparela concezione della malattia come singolooggetto di cura a favore di un’ottica glo-bale, in cui la relazione è il nodo centralenei processi clinici. La condivisione delleemozioni associate alla malattia permette lacostruzione di un piano di trattamento fina-lizzato alla promozione di un ruolo attivodella persona malata nella gestione dellesue condizioni. Inoltre, dal punto di vistasistemico, sappiamo che occorre una diri-genza sanitaria consapevole delle necessitàdi rendere prioritari i bisogni soggettivi deipazienti, dei familiari e, perché no, deglioperatori, affinché si proceda a un profondoripensamento del concetto di cura in ambitoospedaliero. Ed occorre anche un pensierocomune fra gli operatori sanitari per creareuna rete d’interventi nella stessa direzione.Il ruolo della Psicologia Ospedaliera è le-gato, dunque, alla capacità di restituire cen-tralità e complessità ad un paziente cuil’ospedale, nella sua organizzazione più tra-dizionale, nega la dimensione biografica,affettiva e sociale. Agli Psicologi nonspetta la delega per curare esclusivamentegli aspetti emotivi dei pazienti, né possonoessere i promotori esclusivi di un cambia-mento culturale complessivo. Tuttavia, unvero cambiamento del sistema ospedalieronon può prescindere dal contributo dellaPsicologia. Crediamo che il nostro ruolo siapartecipare, insieme ad altri, ad un com-plessivo mutamento culturale ed organiz-zativo di tutto il sistema sanitario. La curaai bisogni soggettivi ed ai dettagli umanidovrà qualificare l’eccellenza nelle struttureospedaliere.

Il ruolo degli Psicologi in Ospedale

Alberto VitoDirettore UOSD Pisicologia Clinica

È in libreria da metà maggio il volume:“Psicologi in Ospedale: Percorsi ope-rativi per la cura globale di persone”,curato dal dott. Alberto Vito, responsa-bile dellʼU.O.S.D. di Psicologia ClinicadellʼA.O.R.N. Ospedali dei Colli.Il libro è costituito da 16 capitoli, quasitutti ispirati dalle attività condotte nellanostra Azienda dagli psicologi in questianni. Contiene contributi di Lucia Al-fano, Ida Calamaro, Andrea Cappa-bianca, Fabrizio Capuano, RaffaellaCozzolino, Verbena Cucuzza, IlariaDʼAlessandro, Federica De Angelis,Rossana De Feudis, Teresa Di Gen-naro, Nicoletta De Stefano, FabianaGallo, Gelsomina Lo Cascio, RaffaellaManzo, Nicola Ferrari, Mariella Pra-tillo, Roberta Vacca.Il volume ha la seguente struttura. Nellaprima parte è descritta la cornice entrocui situare lʼesperienza della psicologiaospedaliera. Viene dato spazio alla suastoria, ai bisogni psicologi dei pazientiospedalizzati, allʼumanizzazione dellestrutture sanitarie, ai rapporti con lʼasso-ciazionismo. Nella seconda parte è datavoce alle esperienze che da anni nellanostra Azienda gli psicologi conduconoin ambiti diversi: Infettivologia, Neonato-logia, Oncologia, Riabilitazione cardiolo-gica, Trapianti del cuore, Tabaccologia,Psicoterapia Ambulatoriale, Formazionedel personale sanitario, a dimostrazionedi un soddisfacente livello di professio-nalità raggiunto. Completano ed impre-ziosiscono il testo un capitolo redatto daunʼesperta psiconcologa operante in Pu-glia e quello dedicato al tema del lutto elʼuso della narrazione in tale particolarefase esistenziale, a cura dellʼAssocia-zione Maria Bianchi di Suzzara (MN).

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Un tempo, la cura dell’infartomiocardico o la fase postopera-toria di un intervento cardiochi-rurgico comprendeva periodi

prolungati di riposo a letto e di ricovero inospedale. Il recupero di una buona condi-zione psicofisica era molto lento ed in-completo, e così troppo frequentementeresiduavano timori, ansie ed una scadentequalità di vita. Oggi non è più così! Certitimori erano del tutto ingiustificati, comeha dimostrato la scienza medica. Infattiuna lunga degenza a letto comporta alcunegravi conseguenze: predispone alla forma-zione di trombi nelle vene, caduta dellapressione arteriosa ed eccessivo incre-mento della frequenza cardiaca mettendosiin piedi, riduzione della capacità di venti-lazione dei polmoni e della capacità diesercizio fisico, ecc...Insomma, dal che, fino a circa 40 anni fa,l’imperativo categorico per chi avesseavuto una malattia di cuore era: NON TIMUOVERE !! Da alcuni anni a questaparte vi è stato un totale cambio di para-digma, tanto che, attualmente, la regola èquella di favorire il più possibile la cosid-detta mobilizzazione precoce.La riabilitazione cardiologica è dunqueuna forma di terapia, come può esserequella farmacologica. Come usiamospesso dire ai nostri pazienti, la riabilita-zione cardiologica è una pillola che va as-sunta nei modi e nei tempi prescritti dalcardiologo curante. A chi è indicata la riabilitazione cardio-logica ?L’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) ha definito la riabilitazione cardio-logica come la messa in atto di tutte quellemisure in grado di riportare un malato dicuore alle condizioni fisiche, mentali, so-ciali, le migliori possibili, compatibili conla sua malattia. I potenziali candidati aduna tale terapia sono quindi, teoricamente,tutti i malati di cuore.Inizialmente, infatti, la riabilitazione car-diologica era riservata solo ai alcuni pa-zienti reduci da un infarto miocardico,mentre successivamente è stata estesa,visti gli ottimi risultati ottenuti, a pazienticon ischemia cardiaca in genere o con sin-tomi di angina, o a soggetti reduci da an-gioplastica coronarica o interventocardiochirurgico di bypass coronarico, so-stituzione valvolare, trapianto cardiaco,impianto di dispositivi come defibrillatoreo pacemaker, o anche scompenso cardiaco

cronico da cardiopatia dilatativa.La�prima fase�della riabilitazione inizia giàin Terapia Intensiva o nell’Unità Corona-rica, con gli esercizi attivi e passivi a letto,e termina prima della dimissione.�La�seconda fase�solitamente inizia a domi-cilio, ove il paziente, secondo un pro-gramma individuale suggerito dall’équipedei fisioterapisti, aumenta progressiva-mente l’attività fisica. Dopo circa 20giorni viene sottoposto nel nostro centro auna serie di accertamenti per una valuta-zione delle condizioni cardiocircolatorie.A questo punto, sempre presso il Centro diRiabilitazione, viene eseguito un pro-gramma di ricondizionamento fisico, dieducazione sanitaria e, dove necessario,anche un trattamento da parte dello psico-logo.L’educazione sanitaria è parte integrantedi un programma di riabilitazione cardio-logica, i pazienti vogliono sapere se pos-

La Riabilitazione Cardiologica: quattro salti in... palestra

Domenico MiceliDirettore UOSD Cardiologia

Riabilitativa Intermedia

Un autorevolissimo cardiologo mon-diale, Bob Lewin, in occasione delCongresso della Società Europea diCardiologia di Amsterdam del 2005,ebbe a dire:

“Se ci fosse una megapillola, economica ma capace di:ridurre la mortalità cardiovascolaremigliorare la qualità della vitaattenuare fino ad abolire gli effetti psicologici negativi della cardiopatia ischemica, allora ci si aspetterebbe che tutti i cardiopa-tici ischemici la assumessero. Questa miracolosa pillola non è attualmente disponibile, ma un programma di riabilitazione cardiologica può fornire tutti questi benefici”

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speciale forum Pa 2013numero 3/maggio 2014 21

sono riprendere il lavoro, cosa possonomangiare, quando possono ricominciare aguidare, se possono viaggiare in aereo, sepossono andare al mare o in montagna, sepossono ancora fare l’amore con il pro-prio partner, perché prendono tutte questepillole in un giorno e se dovranno farloper sempre, perché si sono ammalati conil cuore, cosa possono o non debbono fareperché non succeda più? A tutte questedomande il meccanismo aziendalisticodei nostri ospedali non riesce ad avere iltempo di rispondere, perchè i tempi im-posti dal meccanismo del DRG, che, tra-dotto in termini pratici, significa di fattoDimissione Rapida Garantita, non è ingrado di poterlo fare, ma può farlo il no-stro programma riabilitativo cardiologicoall’Ospedale CTO.Come viene praticato l’esercizio fisico?Nel nostro Centro di Riabilitazione, laCardiologia Riabilitativa Intermediadell’Ospedale CTO, il programma di al-lenamento individualizzato inizia dopoche il paziente ha eseguito gli accerta-menti necessari ad inquadrare le sue con-dizioni generali e cardiologiche e la suacapacità funzionale, per orientarci edorientarlo sul livello di sforzo fisico daraggiungere in palestra. Lo sforzo (con cyclette, corsa o eserciziche devono interessare grossi gruppi mu-scolari) inizierà con un breve periodo diriscaldamento, proseguirà con una fase dilavoro più intenso e terminerà con un pe-riodo di defaticamento. Dovranno essereeffettuate almeno 3 sedute alla settimanaper un periodo di 6-8 settimane.Il ricovero avviene in day hospital, o at-traverso la procedura ambulatoriale.

L’Unità di Cardiologia Riabilitativa delCTO è attiva dal mese di settembre 2012,con 8 posti letto di day hospital per un to-tale di 16 accessi al giorno.Nel 2013 sono state effettuate 1756 gior-nate di ricovero di day hospital riabilita-tivo, e , nel primo quadrimestre 2014,635 accessi. I pazienti più delicati sonostati seguiti in telemetria mediante un in-novativo sistema wireless della Nuubo direcente acquisizione, costituito da unamaglietta aderente contenente un dispo-sitivo in grado di trasmettere a distanza ilsegnale elettrocardiografico durante l’at-tività fisica. Tale sistema, in uso attual-mente nei più rinomati centri diriabilitazione cardiologica europei, costi-tuisce una esclusiva dotazione del-l’Azienda Ospedaliera dei Colli.

I risultati sulla qualità di vita, sulla ce-nestesi (ovvero sulla sensazione di be-nessere) dei pazienti e sullasoddisfazione verso i servizi offerti,sono dimostrati dai lusinghieri apprez-zamenti ricevuti in risposta ai questio-nari di gradimento che vengonosomministrati al termine del ciclo riabi-litativo, anche grazie alla collaborazionee all’efficace supporto della Unità diPsicologia Clinica dell’Azienda direttadal Dr. Alberto Vito. Il supporto psico-logico, del quale strutturalmente dispo-niamo da ormai oltre un anno, hacostituito infatti un ulteriore valore ag-giunto al nostro lavoro quotidiano nellacontinua ricerca del miglioramento diqualità per i pazienti che afferisconoall’Azienda Ospedaliera dei Colli.

Parte nei presidi dellʼAzienda dei Collilʼistallazione di orti urbani. Il seme saràpiantato per primo allʼOspedale Cotugnoper poi propagarsi/disseminarsi a Monaldie CTO.Lʼistallazione di orti in ospedale e dellʼorto-terapia è già consolidata, varie esperienzesi registrano in diversi ospedali e soprat-tutto in strutture sanitarie intermedie, “Dis-seminazione assistita” è però il primoesperimento che si tiene in un ospedalepubblico a Napoli.Si parte con lʼallestimento di due aiuole in-seminate ad aromatiche, ortaggi e pianteornamentali, corredate da una serie dischede tecniche per la coltivazione e lacura, secondo la stagionalità, scritte in ma-niera semplice, così da essere immediata-mente comprensibiliLʼesperienza è coordinata dallʼUOC di Psi-chiatria per lʼIntegrazione dei percorsi diCura e si pone lʼobiettivo di sviluppare nelluogo deputato alla cura (lʼospedale) la ca-pacità di prendersi cura da parte dei pazientidegli spazi della struttura. Lʼistallazione è of-ferta dallʼassociazione Arteteca che ne cu-

rerà anche lʼavvio. Lʼassociazione, in colla-borazione con il Rotary Club Napoli Est, hasviluppato nellʼanno trascorso, con gli stu-

denti dellʼIstituto Tecnico Industriale MarieCurie di Napoli, che ha sede nel quartierePonticelli, il laboratorio intitolato “LʼOrtoZero” per lʼapproccio creativo allʼorticolturaurbana. Arteteca conduce da anni laboratorisociali destinati ad adolescenti a rischioemarginazione sociale istituendo il progetto“CUNTO – Creatività Urbana Napoli Territo-rio Orientale” (www.cunto.it.).Le aiuole saranno istallate dai ragazzi delprogetto “Orto Zero” e poi “prese in cura”da gruppi di pazienti e familiari frequentantilʼospedale. Con il coordinamentodellʼU.O.C. di Psichiatria si punta a creare,sostenere e sviluppare uno scambio tralʼinterno della struttura ospedaliera e il con-testo sociale circostante e, nella realizza-zione e conduzione dellʼesperienza, unribaltamento dello schema consueto dellacura ovvero saranno le persone ammalatea dare cura alla struttura deputata, favo-rendo e sviluppando quelle capacità ripa-rative personali che nella malattiasembrano lese o perdute. Scambio, dono,empowerment sono le dimensioni tra lequali si sviluppa il programma.

“Disseminazione assistita”L’ortoterapia in Ospedale

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numero 3/maggio 2014speciale forum Pa 201322

Negli ultimi decenni la vita mediadella popolazione occidentale eu-ropea ed USA è aumentata co-stantemente e questo continuerà

ad accadere per i prossimi decenni, si cal-cola infatti, con una realistica approssima-zione, che tra 20 anni sarà più numeroso ilnumero di centenari in buona salute.E’ stato affermato che le problematiche con-crete dell’invecchiamento sono in realtàquelle degli organi e tessuti perché alla basedi ogni attività umana ci deve essere sicura-mente una integrità della struttura corporea,di cui l’apparato locomotore con il suo si-stema muscolo-scheletrico e le sue articola-zioni ne sono fondamento che hannopermesso all’uomo di evolvere sulla terra. Tuttavia anche lo scheletro si consuma e...si usura col passare del tempo. E’ stato detto,probabilmente da un ortopedico di parte,che la vera misura dell’invecchiamentodell’essere umano può essere fatta valu-tando molto semplicemente lo spessoredella cartilagine delle nostre articolazioni...Può sembrare forse una esagerazione, maquante volte sentiamo affermazioni comequeste: “Ho un dolore violento all’anca de-stra e non riesco più a camminare comeprima... La mia vita è diventata un infernoogni mattina mi alzo con un dolore lom-bare... Non riesco più come prima a salirele scale di casa mia... Ho bisogno di un ap-poggio per camminare, le mie ginocchianon mi sorreggono più ...” e così via, frasicome queste e richieste di aiuto sono fre-quenti in un ambulatorio di ortopedia o tra icolloqui della gente comune. Si tratta per lo più di persone relativamenteancora giovani che hanno necessità di svol-gere una vita relazionale e attività lavorativeanche intense.Se fino a qualche decennio fa le cure per ral-lentare l’invecchiamento della cartilagineerano davvero una pia illusione oggi le mo-derne bio-tecnologie esplose negli ultimidue decenni, hanno aperto la strada verso te-rapie miniinvasive che rappresenterannoforse la vera innovazione della medicina sianel campo dell’Ortopedia sia in campi comequello cardiovascolare e di chirurgia este-tica.Le terapie basate sul trapianto autologo ditessuto osseo e cartilagineo si effettuano inchirurgia ortopedica da oltre 25 anni, mainizialmente si trattava di metodiche moltocomplesse che richiedevano a volte anche

più interventi e tempi lunghi di attuazione.In questi ultimi lustri sono state proposte te-rapie basate su tecnologia avanzata per la ri-parazione dei tessuti scheletrici e sonoentrate prepotentemente nell’uso ortopedicole cellule staminali e i fattori di accresci-mento piastrinici.Nel giro di pochissimi anni sono state pub-blicate in tutto il mondo valanghe di studiscientifici sulle cellule staminali effettuati inlaboratori, da quelli più prestigiosi USA in-glesi e italiani a quelli dei Paesi orientaliquali il Giappone e la Cina in prima linea.Numerosissimi sono gli studi osservazionaliche hanno permesso di riconoscere un no-tevole miglioramento dei risultati clinici inlavori retrospettivi di indagine clinica. In generale oggi si può affermare che conqueste metodiche si può ottenere un miglio-

ramento clinico dei pazienti trattati che vaoltre il 70%. Ma l’aspetto più interessante èsoprattutto quello di allontanare nel tempol’attuazione di interventi più invasivi artico-lari come ad es. gli interventi di sostituzioneprotesica articolare delle anche e delle ginoc-chia o di altre articolazioni. Alcuni dei pa-zienti trattati riprendono felicemente una vitadi relazione normale dopo semplici tratta-menti infiltranti delle articolazione con cel-lule staminali e fattori di crescita autologhi,cioè prelevati dallo stesso paziente e concen-trati senza addizione di sostanze chimiche omanipolazione in laboratorio. Pressol’Azienda Ospedaliera dei Colli questa tec-nologia è attuata da oltre 10 anni. Nei primianni del 2000 fu presentata infatti una primaesperienza e un protocollo di trattamentodelle alterazioni ossee con Fattori di Crescita

Staminali e tecnologie avanzate in ortopediaCosti e impegno sociale

Raffaello MagriChirurgo Ortopedico Volont.

Ospedale CTO - Napoli

Macchinario Body Jet per la suzione di cellule staminali da tessuto adiposo

Provette contenenti cellule staminali prelevate da tessuto grassoso

Sotto controllo fluoroscopico si iniettano le cellule staminali dell’articolazione dell’anca

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speciale forum Pa 2013numero 3/maggio 2014 23

Cellulari Autologhi o PRP (Plasma Ricco diPiastrine) all’attenzione della comunità or-topedica italiana (87° Congresso Società Ita-liana di Ortopedia e Traumatologia –Venezia 20-24 Ottobre 2002). Le metodichesi sono poi evolute enormemente e se agliinizi erano prelevate direttamente le cellulecartilaginee già differenziate da zone artico-lari mute e le stesse erano moltiplicate pressolaboratori di bioingegneria italiani e ameri-cani e poi innestate con un secondo inter-vento sulla zona articolare priva dicartilagine, attualmente si impiantano diret-tamente le cellule staminali, cellule parzial-mente differenziate, precursori delle cellulecartilaginee differenziate, prelevate dal mi-dollo o dal tessuto grassoso dello stesso pa-ziente e che, dopo forte concentrazione sonoiniettate direttamente in articolazione.Questa tecnologia iniziata 3 anni fa pressol’Ortopedia del Monaldi è attualmente effet-tuata in maniera sistematica presso il CentroTraumatologico Ortopedico napoletano.Oltre alle cellule staminali si stanno propo-nendo in questi ultimi anni anche altre pos-sibilità terapeutiche e mi riferisco ad alcuneterapie specifiche con farmaci biologici;questi ultimi arrivati, frutto di nuove e avan-zate tecnologie di laboratorio, scaturite daglistudi sul DNA insieme all’uso diretto inloco delle cellule staminali e dei fattori dicrescita possono rappresentare la futura te-rapia, davvero miniinvasiva, delle artritidelle artrosi e dei tessuti danneggiati. LeLinee Guida Nazionali e internazionali chesi stanno delineando per il corretto tratta-mento con queste metodiche, rappresentanoun riferimento importante per la loro futuraapplicazione. Ad es. per la cura delle ulcerevascolari o del piede diabetico o le ulcereconseguenza di ustioni, notizie dell’ulti-m’ora su esperienze in tal senso, sembranoindicare che l’impiego di cellule staminali edei fattori di crescita rappresenti un metodopreziosissimo per ottenere guarigioni rapidee durature.Tuttavia solo una minima parte dei malatipossono avere accesso alle cure più idonee,una quantità che supera di poco il 5% e chetradotto in cifre è appena 50 mila. La non correttezza prescrittiva, la scarsa co-noscenza delle possibilità terapeutiche el’impiego limitato delle metodiche di curarappresentano ancora un elemento che li-mita il loro utilizzo e non sempre gli studi

scientifici sono appropriatamente conosciutie divulgati.C’è poi il fenomeno mediatico che, enfatiz-zando alcune problematiche (come il cre-scente negativo e inaspettato interesse perStamina oggetto di vicende giudiziarie), nonsempre fornisce una corretta informazioneper il pubblico di malati sulla appropriatezzaprescrittiva dei farmaci biologici e l’im-piego delle tecnologie avanzate con cellulestaminali quali strumenti di terapie efficacie tutto sommato con risparmio di costi perla collettività.Eppure l’utilizzo di queste terapie rappre-senta una vera rivoluzione per i malati affettida patologie reumatiche e degenerative ar-ticolari.Nell’ambito del Dipartimento Orto-Neuro-Motorio dell’Azienda Ospedaliera dei Collidi Napoli diretto dal Prof. Roberto Magri,che da anni effettua questi interventi contacentinaia di interventi di trapianto autologodi cellule staminali e fattori di crescita in re-gime, nella quasi totalità dei casi, pubblicoconvenzionato; Le cure con cellule stami-nali associate ai fattori di crescita rappresen-tano una vera rivoluzione per i malati affettida patologie degenerative e reumatiche inquanto ai tratta di interventi miniinvasiviche non richiedono degenza ospedaliera,che danno benefici rapidi e duraturi a volteanche in forme avanzate di malattia che ri-chiederebbero trattamenti molto invasivicome le protesi articolari. Anche se si tratta di terapie relativamentecostose, perché richiedono trattamenti ripe-tuti, un anno di tale trattamento può costareanche oltre 10mila euro a paziente, tuttavia,trattandosi di persone relativamente giovaniinserite in attività produttive anche di ri-lievo, considerando l’enorme numero di essiche potrebbero beneficiare di tali cure, il ri-sparmio va formulato in termini di un au-mento globale della capacità lavorativadelle persone colpite e allora i risparmi di-ventano considerevoli per la società. La migliore conoscenza del problema el’analisi dei dati scientifici ed epidemiolo-gici di cui disponiamo, secondo il prof. Ro-berto Magri, ci inducono a ipotizzare chemolti problemi gestionali di oggi, potrannotrovare semplici soluzioni se si terrannonella giusta considerazione i seguenti aspettidel problema che dovranno essere al piùpresto affrontati:

1) Una migliore diffusione scientifica e unapiù corretta informazione presso la classemedica delle nuove biotecnologie al fine diottenere diagnosi più precoci e più corrette;

2) Organizzare centri di riferimento compe-tenti che sappiano indirizzare i malativerso i vari tipi di cura;

3) Preparare le nuove leve di giovani medicipiù competenti e interessati a tali tecno-logie avanzate;

4) Cointeressare e impegnare non soltantosotto il profilo del business l’industriafarmaceutica ma anche di indurla a soste-nere parte dei costi per l’informazione ela formazione degli addetti;

5) Organizzare a livello sanitario nazionaleuna rete assistenziale controllata conscambio di dati sulle risposte terapeutichee per un know-how sempre più riempitodai contributi scientifici, al fine di otte-nere terapie tempestive e uniformità ditrattamenti in sintonia con le linee guidainternazionali.

NEWS DALL’ORTOPEDIA

NESSUNA CICATRICE PER LA CHIRURGIA DELLʼALLUCE VALGO.La tecnica chirurgica proposta dallospagnolo De Prado una decina di annifa consente di effettuare una osteoto-mia correttiva dellʼalluce valgo, devi-azione ossea frequente soprattuttonelle giovani donne, utilizzandosoltanto una microincisione di 5 mil-limetri. Presso le Ortopedie del CTOormai la tecnica percutanea sec. DePrado è utilizzata rutinariamente; soloin casi complessi o nelle recidive è uti-lizzata la chirurgia tradizionale. La tec-nica è richiesta soprattutto da giovanidonne poiché lʼintervento non lascia ci-catrice.

CHIRURGIA PROTESICA DELLʼANCA E DEL GINOCCHIO SENZA SANGUE.Il consumo di sangue durante lʼinter-vento di protesi di anca e di ginocchiorappresenta spesso un serio problemaper la rapida ripresa postoperatoria delpaziente. Da anni presso lʼOrtopediadiretta dal Prof. Roberto Magri sono uti-lizzate tecniche di recupero sangue siaintraoperatorio che postoperatorio; inparticolare il recupero intraoperatorioviene effettuato con una macchina diraccolta a circuito chiuso della dittaDideco. La metodica è accettata ancheda pazienti Testimoni di Geova. Lʼuti-lizzo di queste metodiche non rappre-senta solo un risparmio in termini dicosti per la Sanità, basti pensare cheuna sacca di sangue fresco da donatoriha un costo che va da 400 a 500 euro,ma anche in termini di sicurezza inquanto con lʼautotrasfusione si evita ilpericolo di trasmissione di infezioniquali lʼepatite e lʼAIDS comunque sem-pre possibili e reazioni allergiche.

Caso di grave coxartrosi sinistra trattata con protesi totale.

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Il diario di viaggio dei nostri medici,esperienze a confronto…

“Ogni anno, in Afghanistan, finito l’in-verno e terminato il raccolto dei papaverida oppio, gli uomini ricompaiono per af-frontare l’ultimo invasore straniero, e ri-comincia la stagione della guerra”.

(Graham Lee, Fighting season, 2012)

“Shisha ke maida shod, tiztar misha” (Il vetro rotto diventa più affilato)

Proverbio Hazara

Lo ammetto, la prefazione è lunga,ma se in altri contesti non è pos-sibile separare la componente la-vorativa, tecnica, da quella

ambientale, in Afghanistan lo è ancor dimeno. Quanto sopra introduce al clima incui il personale “internazionale” di Emer-gency presta il proprio servizio. Ho avuto,seppur per un breve periodo di due mesi,il piacere e l’onore di apportare il mio con-tributo di medico, sotto la veste di interni-sta, al Centro Medico che Emergency haaperto e gestisce con personale sia localeche espatriato, nella Valle del Panjshir, aNord-est di Kabul. Il Centro Medico, conun bacino di utenza di circa 300.000 abi-tanti, è un polo chirurgico, pediatrico,ostetrico e neonatale, con 2 reparti di te-rapia intensiva, sia chirurgica (I.C.U.) cheneonatale (N.I.C.U.). Viene svolto comunque, quotidianamente,anche un servizio di visite ambulatoriali(O.P.D.). Per affiancare i colleghi afghaniche operano questo tipo di intervento, perconsigliarli e per confortarli, sia per quantoriguarda il lato diagnostico che quello te-rapeutico, sono stato chiamato per questamissione. Il livello di preparazione dei col-leghi, per quanto buono, chiaramente nonpuò essere paragonabile a quello delle no-stre latitudini. I colleghi locali fanno delloro meglio, e lo fanno bene, anche nel-l’applicare delle linee guida che Emer-gency stessa fornisce ai vari repartiospedalieri, ma tutto non può essere previ-sto sulle benedette linee guida, che sonosenz’altro utili, ma non di certo esaustive.In ambito cardiologico lo scrivente ha no-tato l’alto numero di pazienti che si rivolgeal Centro Medico per attacchi ipertensivied anche per episodi ischemici. Sono ve-ramente pochi gli ECG “puliti”. Nellamaggioranza della popolazione testata conquesta apparecchiatura è evidente unostato di sub-ischemia cardiaca. Altro argo-mento patologico evidente, nel pur breveperiodo della permanenza in loco delloscrivente, è l’alto numero di pazienti con

gozzo. Nel luogo di maggior coltivazionedi papaveri da oppio al mondo, gli sforzidell’amministrazione nazionale per impe-dire tutto ciò sono notevoli, ma rimangonoinfruttuosi. E con qualche effetto collate-rale: il divieto assoluto di importazionedella morfina preclude molto spesso lapossibilità di successo terapeutico in casodi edema polmonare, condannando lamaggior parte di questi sfortunati pazientia morte quasi certa. Questo è un piccolofotogramma dell’opera svolta dallo staffinternazionale di Emergency. I luoghi diintervento sono 3: nella capitale, Kabul, ad

Anabah, nel nord-est, e ad ovest, a La-skarga. Si tratta di circa 30 sanitari, soprat-tutto chirurghi, anestesisti, infermieri etecnici e nel caso di Anabah anche di gine-cologhe e ostetriche. Per finire questobreve excursus sull’Afghanistan bisogne-rebbe anche dire che si è spesso fuorviatida una stampa internazionale che dicepoco, a singhiozzo, e applicando filtri nonsempre decifrabili, per la reale complessitàe poliedricità della situazione. D’altronde,per sottolineare ancora di più la distanzanon solo geografica, ma anche culturaleche ci separa da questo Paese, “noi” stiamonel 2014, “loro” nel 1392! Nel raccontarvi in due righe la mia espe-rienza di una vita lavorativa, vi posso direche quel che si fa operando in queste re-altà è sì entusiasmante e gratificante, an-corché per la “location” pericoloso, mapurtroppo è ben poca cosa rispetto allamagnitudo del problema. Sono dellegocce nell’oceano, ma Santa Madre Te-resa diceva che se quelle gocce non ci fos-sero, mancherebbero…Mi sento anche in grado di passare il te-stimone, ormai è l’ora: i più giovani pos-sono ancora mettersi in giocopersonalmente, i miei coetanei possonoperlomeno dare un contributo economicoa queste organizzazioni “fidate” e ben me-ritevoli di donazioni..E termino con la frase di congedo in usoin nelle lande Afghane: “MANDA NA-BASHI” (che possiate mai essere stan-chi)!

Non è un paese per tuttiAd Anabah (Valle del Panjshir), Afghanistan, con Emergency

Mario FigoniDirigente medico IV DivisioneAIDS - sezione femminile - Cotugno

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R icordo ancora quando circa 3anni fa mi trovavo a bere uncaffè con il Prof. George Su-therland e mio marito Giovanni

Di Salvo, che lavora come Ricercatore inCardiologia Pediatrica al Monaldi. Inquel periodo il Prof. Sutherland ricoprival’incarico di Direttore dell’ Heart Centredel King Faisal Specialist Hospital andResearch Center ( KFSH & RC) diRiyadh, Arabia Saudita. Ad un certopunto chiese a mio marito se voleva se-guirlo per dargli una mano, da un puntodi vista scientifico, nell’organizzazionedel dipartimento di cardiologia pedia-trica. Non eravamo convinti all’inizio,poi spinti dalla curiosità e dal desideriodi fare questa nuova esperienza interna-zionale approdammo a Riyadh.Il King Faisal Specialist Hospital andResearch Center ( KFSH & RC) è unmoderno ospedale con 894 posti letto(comprensivi di 170 posti di DH ), statodell’arte della Joint Commission Inter-national ( JCI ) americana. E’ accreditatacome la migliore struttura medico-acca-demico dell’Arabia Saudita e dell’interomedio-oriente. Il KFSH & RC è il centronazionale di riferimento per Oncologia,Trapianti, Malattie Cardiovascolari,Neuroscienze e Malattie Genetiche.L’utenza può contare su una gammacompleta di servizi di assistenza sanita-ria. E’ sede per programmi di formazionepost-laurea e formazione Fellowship.Nella struttura insiste un Centro di ri-cerca che si concentra sulla ricerca dibase e traslazionale soprattutto nell’ am-bito oncologico, delle malattie cardiova-scolari, dell’ immunologia dei trapianti,della genetica, e della diagnostica mole-colare e proteomica . In Medio Oriente, il KFSHRC è stato unpioniere nel trapianto cardiaco, del renee di midollo osseo, in oncologia e chirur-gia ortopedica. L’ospedale esegue oltre2.000 interventi di cardiochirurgia e6.500 cateterismi cardiaci ogni anno. E’molto avanzato anche nell’ ambito dellacura oncologica offrendo chemioterapia,radioterapia e trapianto di midollo osseoper oltre 2.800 nuovi pazienti adulti ognianno, oltre ad avere un Centro Nazionaleper la ricerca sul cancro in pediatria,King Fahad, che ha aperto nel 1997. Al-cune statistiche recuperate dal sitoKFHSRC al 13 agosto 2012 illustranoche ci sono (compresi i residenti sauditie Fellows) 703 medici, dei quali 46 %sono espatriati (16 % degli Stati Uniti /Canada e 11% europeo ) e il 54 % sonosauditi, tutti laureati in prestigiose Uni-versità americane o canadesi. Lo staff in-fermieristico si avvale di un totale di1.942, di cui il 29 % provengono daUSA / Canada e il resto dal Regno Unito,

Europa, Australia, Nuova Zelanda, Filip-pine, Arabia Saudita , eccInoltre il KFSHRC ha un certo numerodi strutture ricreative aperte al personale,tra cui 2 piscine, 2 campi da tennis, 1campo da calcio, 2 palestre, 3 ristoranti,diverse caffetterie, una pista da bowling.Attualmente è in fase di realizzazione ilCentro RE Abdullah per la cura del can-cro e malattie del fegato ( KACCLD ) .La KACCLD si compone di 23 piani (21piani e 2 piani interrati ). La data di com-pletamento prevista per KACCLD è ot-tobre 2014 come apertura morbida, e siprevede che sarà pienamente operativonel 2015.Devo ammettere che dopo questa espe-rienza spesso mio marito ed io abbiamopensato di andare a lavorare in ArabiaSaudita, quando qualcuno ce ne chiede ilmotivo spesso pensa a motivazioni rela-tive al denaro, in realtà molte delle per-

sone che vivono lì stabilmente rivelanoche si sentono di essere in una condi-zione di vita personale e lavorativa estre-mamente stimolante. Immagino chedebba essere un’esperienza di apprendi-mento intenso su molti fronti: misurarsicon malattie diverse, con pazienti di unacultura differente, confrontarsi con col-leghi provenienti da ogni parte delmondo, e con ottime credenziali. Una si-mile esperienza ti predispone ad avereuna mente sempre aperta a nuove idee, atratte stimolo da nuove persone e diversimodi di fare le cose. Ho conosciutodonne forti e sicure di sé e uomini conun atteggiamento non giudicante. Infine,a costo di apparire sentimentale, ho sen-tito gente dire che c’è uno strano fascinocirca l’Arabia Saudita. E ‘ difficile dadescrivere, ma quel fascino è la bellezzadel paese e la gentilezza delle personeche vi ho trovato.

SplendiarabiaValeria PergolaResponsabile UOS DH Cardiologico

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Sabato 31 Maggio 2014 in tuttaItalia sarà celebrata la “GiornataNazionale Donazione e Trapiantodi Organi e Tessuti”. Nella nostra

regione la rete delle strutture coinvoltenel processo di donazione e trapianto ècoordinata dal Dipartimento interazien-dale trapianti (DIT) recentemente isti-tuito. In occasione della GiornataNazionale della donazione il DIT, ha or-ganizzato, in collaborazione con la Re-gione Campania e coinvolgendoistituzioni, strutture sanitarie, associa-zioni di volontariato, una manifestazionepubblica per sensibilizzare la cittadi-nanza.Dalle 9 alle 14 piazza Plebiscito si tra-sformerà nel “Villaggio della Dona-zione”: stands delle Associazioni diVolontariato e delle Istituzioni Regionali,operanti nel settore della donazione degliorgani, saranno in piazza per promuo-vere la cultura del dono.In prima linea nell’organizzazione dellamanifestazione anche il dr. Andrea Pe-traio, cardiochirurgo dell’Azienda deiColli. Il dr. Petraio, dopo l’organizza-zione dell’evento dedicato ai bambini ri-coverati nel reparto di Cardiochirurgiapediatrica, diretto dal dr. Caianiello, e te-nutosi lo scorso Natale, presso l’aulamagna del Monaldi, ha potuto contare suun gruppo di lavoro davvero particolare:formatosi spontaneamente da coloro che“il dono” lo hanno ricevuto e coloro chesono in attesa di riceverlo. Attorno all’entusiasmo e l’impegno deldr. Petraio si è creata una vera comunitàdi persone, sensibili al tema della dona-zione, che, ciascuno con le proprie forze,sta contribuendo a favorir la diffusionedella cultura. Della giornata di solidarietà dello scorso21 dicembre, rimarrà impressa nella me-moria, di quanti vi hanno preso parte,oltre ad un’aula gremita di persone so-prattutto l’incredibile atmosfera di soli-darietà e fratellanza che si respirava.Numerosi sono stati i preziosi momentidi gioia donati ai bambini che avrebberotrascorso le festività natalizie all’internodelle mura ospedaliere, in attesa delgesto più nobile.In occasione della Giornata Mondialedella Donazione, ci si propone di repli-care ma anche di superare il successo di

partecipazione dell’evento di Natale, e,al grido unanime dello slogan “Donare èvita”, di accogliere all’interno delgruppo altri membri che, con la loro mo-tivazione ed energia possano proseguirenell’impegno di diffusione della culturadella donazione, come valore da condi-videre e come esigenza etica. Una giornata per riflettere, certo, maanche per ricordare, come ama ripetereil dr. Petraio “Non bisogna mai dimenti-care tutte le famiglie che, pur nel doloredel lutto, hanno saputo dire il SI piùgrande ed importante: quello che ha per-messo di far rinascere a nuova vita per-sone in attesa di un trapianto, allo stessotempo questa giornata e le altre che ver-ranno, rappresentano anche un momento

per salutare quanti invece non ce l’hannofatta ma che continuano, attraverso dinoi, a lottare per restituire una speranzae favorire un’opportunità.” Importante ed emozionante la lettera cheil Cardinale Sepe ha voluto indirizzareall’organizzazione, per manifestare lapropria vicinanza ed il suo appoggio, edaugurando una buona riuscita della ma-nifestazione pur non potendo prenderviparte per impegni pregressi. Salvare una vita attraverso la donazionesignifica far rivivere, con la persona chene beneficerà, una parte di colui che nonc’è più, si tratta dunque di una giornatain cui si celebrerà la vita, caratterizzatada energia e allietata da momenti di spet-tacolo, offerti dai numerosi testimonial

XVII edizione Giornata Nazionale della Donazione di organi e tessutiVilaggio della donazione – Piazza Plebiscito ore 9.00 – 14.00

Francesca Laudato

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che hanno deciso di intervenire per por-tare il loro messaggio di solidarietà e vi-cinanza: dai comici di “Made in Sud” avolti noti del panorama musicale, daicalciatori della squadra del Napoli adesponenti del mondo sportivo. Sarà pos-sibile assistere allo spettacolo ma anchepartecipare ai numerosi laboratori pen-

sati per i più piccini, ai quali sono riser-vate aree dedicate. I dati diffusi dal Centro nazionale tra-pianti sull’attività di donazione e tra-pianto per l’anno 2013 confermanopurtroppo un tasso di donazione fermoormai da quattro anni (18 donatori permilione di popolazione) e un calo preoc-

cupante nel trapianto di cuore e rene.Diventa pertanto essenziale consolidarequanto realizzato in questi anni riguardoalle attività di donazione e di trapianto,ma anche ricercare nuovi percorsi cheportino a colmare il divario tra necessitàterapeutica di trapianto e disponibilità diorgani (fonte: Aido.it)

Gli scopi e gli obiettivi dellʼiniziativa:- informare e sensibilizzare la popolazione sulle tematichedella donazione e trapianto di organi;

- promuovere una costante presa di responsabilità delle Isti-tuzioni per rispondere ai bisogni dei cittadini in attesa di tra-pianto;

- sviluppare una corretta informazione in tema di prelievo etrapianto di organi da parte dei mezzi di comunicazione;

- infondere una migliore e più diffusa consapevolezza delruolo di ogni cittadino e del diritto di manifestare la propriavolontà;

- incrementare le registrazioni di dichiarazioni di volontà po-sitive;

- ridurre le opposizioni al prelievo;- aumentare il numero di trapianti.

“Il principio di reciprocità è una qualità intrinseca agli oggetti scambiati, una qualità

che li assimila alla persona che li ha posseduti e che permane in essi anche dopo il passaggio

nelle mani di un altro individuo”.(Mauss M. 1950, Sociologie et anthropologie, Puf, Paris 2002,

Saggio sul dono, Einaudi, Torino).

L’Aula Magna del Monaldi in occasione dell’evento “Donare è vita”, 21 dicembre 2013

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Mercoledì 14 maggio Sua Eminenza il Cardinale

Crescenzio Sepe ha fatto visita ai bambini ricoverati presso il reparto di Cardiochirurgia

Pediatrica e Cardiologia dell’Ospedale Monaldi.

Appuntamento atteso dai pccolipazienti e dalle loro famiglie,

che hanno accolto con gioia il messaggio di speranza

che Sua Eminenza ha voluto rivolgere loro.

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S i è tenuta, presso gli Ospedali deiColli, una tre giorni per parlare didisassuefazione da nicotina: treappuntamenti per toccare tutti e tre

gli ospedali dell’Azienda per un corso diformazione organizzato dall’UOSD Pre-venzione Malattie Respiratorie e Tratta-mento del Tabagismo di cui è responsabileil dott. Luigi Brancaccio. Da anni l’UnitàOperativa segue un programma di scree-ning delle patologie respiratorie e cardio-respiratorie fumo-correlate ancheattraverso valutazioni di tipo funzionale edapplica un programma completo di ge-stione della dipendenza tabagica anchecon l’ausilio di equipe di psicologi clinici.Durante questi appuntamenti, oltre agli ap-procci medici e psicologici convenzionalisono stato affrontati anche quelli di medi-cina alternativa e complementare (agopun-tura, elettrostimolazione, ipnosi) alloscopo di indirizzare alcuni professionistidella salute tra infermieri, medici, psico-logi, farmacisti e garantirgli maggioricompetenze per portare aventi una impe-gnativa ma, quanto mai necessaria, cam-pagna contro il consumo di sigarette. Ilconsumo di tabacco, infatti, nonostante lalenta riduzione dell’incidenza e dellaprevalenza dei fumatori nel nostro Paesedalla introduzione della legge Sirchia cheormai compie 10 anni, continua ad essereuna delle cause più importante di malattie

Fumo: come smettere e come far smettere

e di morte. Il Parlamento Europeo ha ap-provato recentemente una revisione delleDirettive sul Tabacco per rendere più ri-gida la commercializzazione delle siga-rette e per ridurre l’attrazione che questepossono esercitare sui giovani. La rapida

evoluzione del mercato nella commercia-lizzazione della e - sig ha colto impreparatianche gli addetti ai lavori e le societàscientifiche che negli ultimi mesi hannocercato di dare risposte chiare e compren-sibili sull’utilizzo della e – sig nella disas-suefazione dal fumo. L’obiettivoformativo del corso è stato quello di for-nire una metodologia validata per smetteredi fumare, una opportuna conoscenza deimeccanismi fisiopatologici che dal fumodi sigaretta conducono al danno di organoe di funzioni, e migliorare le capacità re-lazionali a sostegno delle persone che ap-paiono motivate a smettere, Apprendere conoscenze su approcci nonconvenzionali, inoltre, ha rappresentato unutile strumento per gestire casi difficili eresistenti alle comuni terapie psicologichecomportamentali e farmacologiche. Ad al-ternarsi nell’esposizione di interessanti epuntuali relazioni esperti di diverse disci-pline, dal dr. dott. Guglielmo Lauro - me-dico esperto in agopuntura CentroAntifumo Quit presso l’ASL Caserta al dr.Giuseppe Iepparelli - medico esperto in ip-nosi presso l’Ospedale Monaldi. Non po-teva mancare una doverosa attenzione alledinamiche psicologiche, attraverso gli in-terventi del dr. Alberto Vito – Responsa-bile dell’Unità di Psicologia Clinica edella dr.ssa Carmen Guarino psicologapresso il Monaldi.

A quasi un anno dallʼattivazione del pro-getto “A tutta Salute”, che ha visto la strettasinergia tra la 3^ Municipalità del Comunedi Napoli di Stella – S. Carlo allʼArena,lʼEnte locale di prossimità municipale elʼAzienda Ospedaliera dei Colli con lʼambi-zioso obiettivo di migliorare lʼerogazionedei servizi sanitari sul territorio è tempo dibilanci.Dal 11 settembre 2013 per i cittadini della3^ Municipalità del Comune di Napoli èpossibile accedere al Presidio del CTO, neigiorni dispari e di pomeriggio, dalle ore15,30 per ricevere prime visite ambulato-riali GRATUITE, proseguendo, poi, il per-corso diagnostico terapeutico presso lestrutture sanitarie dellʼA.O. dei Colli-CTO econ i medici di medicina generale del di-stretto di Stella - S. Carlo allʼArena.

Resoconto delle attività di “A tutta Salute” Quando la Salute passa per il territorio

PATOLOGIE ALLA PRIMA VISITA: (in ordine di frequenza ed a volte con pre-senza multipla nello stesso paziente)Artrite reumatoide Le malattie respiratorie croniche: bron-chite, asma ed enfisemaPatologie intestinali multiple Iperplasia prostatica I numeri dimostrano che è arrivato il mo-mento di abbandonare la dicotomia se-

condo cui la sanità e le politiche socialisono campi diversi di erogazione di servizi,favorendo e sviluppando un dialogo direttotra i soggetti impegnati nelle politiche terri-toriali, è possibile dare un sensibile contri-buto per ricostruire lʼunitarietà dell´azionedi sostegno ai meno abbienti, sostenendoe ampliando le politiche sociali attraversola fornitura di servizi sanitari capaci di ero-gare assistenza a basso impatto.

REPORT AMBULATORIO CTOPERIODO STATISTICO: OTTOBRE 2013 - GENNAIO 2014

Ambulatorio Meno abbienti

PAZIENTI ARRUOLATI NEL QUADRIMESTRE 60DONNE 56 (93%)UOMINI 4 (7%)ETAʼ MEDIA 35 ANNIRANGE 19 - 57 ANNIPATOLOGIE OSTETRICO- GINECOLOGICHE 36 (60%)PATOLOGIE ADDOMINALI 16 (27%)PATOLOGIE URINARIE 8 (13%)

Gruppo anziani

VISITE EFFETTUATE NEL QUADRIMESTRE 50DONNE 35 (68%)UOMINI 15 (32%)ETÀ MEDIA 75 anni

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Il dolore cronico presente nelle malattiedegenerative, neurologiche, oncologi-che, specie nelle fasi avanzate e termi-nali di malattia, assume caratteristiche

di dolore GLOBALE, legato a motivazionifisiche, psicologiche e sociali, come eviden-ziato nei documenti dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità�(OMS).In Nome di Concetta Onlus” è un’Associa-zione contro il “dolore globale” fondata persostenere e favorire le attività a favore deisoggetti ammalati oncologici ed i loro fami-liari, mediante: • affermazione della consapevolezza e del

rispetto della dignità umana nonché deidiritti dell’ammalato oncologico, soprat-tutto in fase terminale;

• promozione della “cultura” della terapiaoncologica e della terapia del dolore nellesue varie forme: fisico, psicologico, so-ciale ed economico;

• diminuzione ed eliminazione delle affli-zioni sociali, economiche e psicologicheconnesse alla malattia;

• riequilibrio di situazioni di svantaggio so-ciale, economico e culturale dell’amma-lato oncologico e dei suoi familiari;

• beneficenza a favore degli ammalati e deiloro familiari, nonché a sostegno della ri-cerca in materia di tumori.

Si fa carico di alcune fasi del percorso assi-stenziale, con un ruolo integrato nel processodi presa in carico del malato oncologico• promuove ed eroga sussidi e/o altre forme

di assistenza economica e non agli amma-lati ed ai loro familiari

• partecipa alle attività di altri enti che svol-gono compiti simili, promuove la crescitadella sensibilità sociale e culturale sultema delle conseguenze fisiche e psicolo-giche della malattia oncologica attraversoseminari, borse di studio, convegni, premidi ricerca

• in generale, promuove iniziative di soste-gno per gli ammalati e loro familiari, chefavoriscano il reale inserimento lavorativoe l’integrazione sociale offrendo, perquanto possibile, la prospettiva di un mi-glioramento della qualità della vita du-rante il tempo della malattia.

L’intervento dell’Associazione vuole rap-presentare un concreto aiuto da parte di ungruppo organizzato di persone che mostranopartecipazione e solidarietà, vuole essere unmessaggio di speranza e una promessad’impegno, nella convinzione che solo unasalda rete di persone e di servizi improntatia principi di civiltà, etica, solidarietà, empa-tia, possa (e debba) accompagnare il malatoe la sua famiglia nell’ affrontare le innume-revoli difficoltà fisiche, psichiche, organiz-zative che ogni giorno si profilano durantela malattia.INdC Onlus Istituirà presso il reparto di On-cologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli,presso l’Ospedale Monaldi, uno Sportelloper la presa in carico del paziente con neo-

plasia e dei suoi familiari per fornire lorosupporto psicologico, orientamento e soste-gno, voucher e convenzioni, con l’obiettivodi una presa in carico globale del malato findall’inizio del percorso di malattia, me-diante un approccio multidisciplinare rea-lizzato attraverso la cooperazione fraoperatori socio/sanitari o enti di altra natura,l’Associazione, ammalato e familiari.Nell’obiettivo di un miglioramento dellaqualità della vita dell’ammalato e dei suoicari nel tempo della malattia, INdC stipulaconvezioni con esercenti attività commer-ciali che, nell’abito del territorio, forniscanoalle persone che si trovino ad affrontare il“dolore globale”, servizi gratuiti o scontatidi intrattenimento (teatri, cinema, strutturealberghiere etc.), servizi alla persona (terapiea domicilio, ginnastica, spostamenti in auto)o beni (parrucche, protesi, altri beni neces-sari). Attraverso le convenzioni, l’Associa-zione emette dei voucher relativi a servizi ebeni destinati ai soggetti con neoplasie e lorofamiliari, e li distribuisce a questi ultimi peril tramite degli Sportelli e con la collabora-zione degli operatori sanitari.L’attività dello sportello informativo ritrovala sua radice nella filosofia di fondo dei ser-vizi, cioè il prestare attenzione a tutti quegliaspetti della quotidianità che caratterizzanola gestione della malattia.

Il front-office diviene un punto di osserva-zione privilegiato, all’interno del quale circo-lano comportamenti, linguaggi, informazioni,che quando sono raccolti e riletti, divengonopatrimonio terapeutico per tutti gli operatori. Inoltre, l’attività del front-office può miglio-rare l’immagine del servizio e la propria vi-sibilità nel rapporto con altri servizi (internied esterni). L’idea di costruire una rete interattiva econtinuativa tra le Associazioni Oncolo-giche del territorio rappresenta l’animadel progetto. L’obiettivo è permettere acoloro che si prendono cura di malati on-cologici di accedere rapidamente a tuttele informazioni, di tipo assistenziale e so-ciale, necessarie per far fronte, nel modomigliore al percorso di cura, e allo stessotempo di assicurare loro uno sportello diascolto, di prima accoglienza e di soste-gno per garantire un approccio consape-vole alla malattia.Attraverso le azioni descritte, si intende ren-dere le famiglie protagoniste del progetto,coinvolgendole in una attenta e puntualeanalisi dei bisogni reali. I risultati attesisono, infatti, quelli di promuovere informa-zione e creare uno spazio in cui le famigliepossano rivolgersi per trovare aiuto, rispo-ste, sostegno e possibilmente soluzione ailoro problemi.

Nasce lo Sportello di Ascolto INdC ONLUS

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numero 3/maggio 2014 31

Dal 28 Aprile nell’unità di seno-logia e chirurgia ricostruttivadella mammella, della AziendaOspedaliera Specialistica dei

Colli presso l’ospedale Monaldi, si è datoinizio alle attività del progetto dal titolo:“Tumore e... bellezza. Un percorso TRAAMICHE” dove verranno svolte attivitàdi sostegno psicologico e informazionimediche per le donne e i propri cari, conlaboratori di bellezza condotti da una vi-sagista, per il recupero della femminilitàe bellezza anche durante i trattamenti on-cologici, e programmi di riabilitazionepost intervento chirurgico. Il 13 maggio,in occasione della festa della mamma, èstato, invece, dedicata una giornata a tuttele donne e mamme, durante la quale i chi-rurghi dr. Pietro Capasso e dr.ssa LuciaMiranda, l’oncologa Fabiana Vitiello ladr.ssa Raffaella Manzo psiconcologa,sono stati a disposizione delle utenti dalleore 9 alle ore 14 per offrire rispettiva-mente visite senologiche, consulenze on-cologiche e psicologiche gratuite. “L’obiettivo principale dell’intervento -spiega il Responsabile Scientifico delprogetto, dott.ssa L. Miranda - è di nonlasciare sola la donna alla quale vienediagnosticato un tumore al seno, affian-candola dal punto di vista medico, chirur-gico e psicologico”. Le attività coordinate dalla psicologaRaffaella Manzo sono state realizzategrazie al contributo offerto dalla SusanG. Komen Italia Onlus all’AssociazioneNazionale Prevenzione. La DirezioneAziendale, da sempre vicina alle proble-matiche legate al cancro della mammella,che nel solo 2013 in Italia ha visto più di46000 nuovi casi, ha accolto e sostenutoil progetto. Il dr. F.V. Piantedosi, respon-sabile del Day Hospital Pneumologico ePneumoncologico ci spiega che “Il mag-giore incremento percentuale del numerodi nuovi tumori al seno si riscontra nelledonne di età compresa tra 25 e 44 anni(quasi 77 donne ogni 100.000 in questafascia d’età, con un aumento del +28.6%in sei anni), una popolazione general-mente esclusa dai controlli”. “Prendersicura di una donna affetta da tumore alseno, oggi - continua l’oncologa F. Vi-tiello - significa stabilire dal primo mo-mento un percorso integrato tra le variediscipline coinvolte nella diagnosi e neltrattamento, un percorso validato dai pro-tocolli ma anche adattato al singolo casoed umanizzato dalla centralità della per-sona”. “Ed è per questo - secondo ladott.ssa L Miranda - che il nucleo della

Breast Unit, ( Unità di Senologia e Chi-rurgia Ricostruttiva Mammaria) è costi-tuito da chirurgo, oncologo, radiologo,medico nucleare, anatomo-patologo epsicologo, che insieme garantiscono lepiù avanzate conoscenze scientifiche perla diagnosi e la cura della neoplasia mam-maria in tutti i suoi aspetti, non trascu-rando l’impatto psicologico”. Obiettivodell’Unità di Senologia è di fornire allapaziente affetta da patologia mammaria,sia benigna che maligna, un’insieme dipercorsi diagnostico assistenziali rapidi ecoordinati per giungere in breve tempoalla diagnosi della malattia e al suo trat-tamento sia esso medico e /o chirurgico,nonché alla riabilitazione. “La stretta col-laborazione tra le varie figure professio-nali - continua la dott.ssa Miranda -garantisce alla paziente il più alto stan-

dard di trattamento secondo le più recentilinee guida nazionali ed internazionali.Lo conferma uno studio condotto su tuttii reparti di senologia della Gran Bretagnagià nel 2007: il Breast Cancer ClinicalOutcome Measures Project (BCCOM) hadimostrato infatti che chi può giovarsi diqueste strutture viene curato più rapida-mente, con maggiore precisione e conuna minore frequenza di recidive. Per ilcancro del seno servono dunque centri dicura multidisciplinari, come quello pre-sente al Monaldi. Fondamentale, in queste strutture è ilsupporto psicologico, in grado di inte-grare la cura medica, con l’obiettivo prin-cipale di migliorare la Qualità della Vitae di limitare il rischio di conseguenze psi-copatologiche tali da condizionare la vitafutura della persona.

“Tumore e... bellezza. Un percorso tra amiche” e visite senologiche gratuiteL’impegno del team multidisciplinare della Breast Unit

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