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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO

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GLI UFFIZIViaggio tra i capolavorinelle sale rinnovate

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Dall'antico porto romano5, al borgo medievale

ai villini liberty sul litorale

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EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

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17' U: U'Ú • NAPOLI

A PIETRARSA LA STORIADELLE FERROVIE

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In copertina: il palazzodegli Uffizi, a Firenze, vistodal Lungarno Torrigiani.Foto di: Fabio Gambina

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Editoriale

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I collaboratori di questo numero

Andrea Alfano

Giovane fotografoe documentaristanapoletano, hagià ricevuto diversipremi peri suoilavori da importantiistituzioni nazionalie internazionali.Monumenti,musei e paesaggisono i soggettidi cui si occupaabitualmente. Suele immagini delservizio sul MuseoNazionale Ferroviariodi Pietrarsa (p.80).

Rosalba Graglia

Torinese, giornalista,laureata in Storiae appassionatadi architettura,è autrice di guideturistiche e libridi viaggio. Amaraccontare tuttigli aspetti del"suo" Piemonte,dall'arte alla cultura,dalle tradizionialla gastronomia.In questo numeroci accompagna nellavisita al Santuariodi Vicoforte (p.36).

Franco Cogoli

Veneto di Bassanodel Grappa, fotografoprofessionista,collabora da tempocon i mensili dellaCairo Editore. I suoilavori si concentranosoprattutto suipaesaggi, urbani,naturalistici edenogastronomici.Per Bell'Italia realizzai reportage dellarubrica "Buona Italia":a marzo ci guidatra i sapori dell'AltaMaremma (p.122).

Vannina Patanè

Giornalistaprofessionistadal 2001, è nataa Bergamo mavive e lavoraa Milano. Trai suoi temi preferitici sono arte, cultura,enogastronomiae lifestyle. Suoil servizio sul nuovoMarteS-Museod'Arte Sorlini diCalvagese dellaRiviera (p.50), nonlontano dalla spondabresciana del Garda.

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Il palazzo seicentescoin cui e conservata lacollezione del MarteS,preceduto da un cortilea barchesse e daun'ampia area verde.In primo piano, Marte(2000), statua in bronzodi Federico Severino.

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CALVAGESE DELLA RIVIERA (Brescia) MarteS - Museo d'Arte Sorlini

LA PASSIONECONDIVISA

Un palazzo seicentesco nei pressi del lago di Garda accogliela collezione di Luciano Sorlini, imprenditore e grandeconoscitore d'arte. Dalle tavole del '300 alla pittura venezianadel '700: una raccolta privata aperta al pubblico nel 2018TESTI Vannina Patane s FOTOGRAFIE Massimo Ripani

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Ericca e sorprendente la collezionedel MarteS, il Museo d'Arte Sorli-ni: un'isola veneziana in un ango-lo di Lombardia che con la città la-gunare ha avuto per secoli stretti

legami. Siamo nell'immediato entroterradel Garda Bresciano, a Cálvagese dellaRiviera, dove l'imprenditore LucianoSorlini (1925-2015) negli anni Sessan-ta impiantò le sue attività produttive edal 1988 decise di stabilirsi, acquistandoun'imponente dimora seicentesca.All'epoca il "signor Luciano" aveva giàrilevato e recuperato a Venezia, sul Ca-nal Grande, un antico palazzo della fa-miglia Grimani, abbellendolo con mobi-li antichi e decine di tele del Settecentoveneziano. Altre opere si erano aggiunte,destinate al castello di Montegalda, una

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seconda antica proprietà dei Grimaniacquistata da Sorlini. Negli anni succes-sivi, l'imprenditore arricchì la raccolta,ampliandone gli orizzonti cronologici, ematurò l'idea di creare una fondazioneper renderla accessibile al pubblico.

VIAGGIO NEL GUSTO DI UNCOLLEZIONISTA APPASSIONATOIl risultato di questo sogno di condivisio-ne del bello è il MarteS, aperto nel 2018nel palazzo ora sede della FondazioneSorlini, che riunisce oltre 180 dipinti(154 scelti da Sorlini stesso, altri 30 de-positati dai suoi eredi). Ancora oggi, adare il benvenuto ai visitatori è il signorLuciano, ritratto in una fotografia a tuttaparete nella sala della biglietteria, e lavisita guidata ricalcai suoi passi. ~~~~~

Sopra, a sinistra:la Galleria del museoche ospita opereveneziane del '700; tra glialtri, dipinti di SebastianoRicci, Giandomenicoe Giambattista Tiepolo.Sopra, a destra: particolaredel Salvator mundi traquattro Apostoli (1480-901di Vittore Carpaccio,nella sala del Giambellino.Pagina seguente, in bassoda sinistra: lo studiodell'imprenditoree collezionista LucianoSorlini (1925-2015);la Madonna col Bambinodi Giovanni Bellini (saladel Giambellino), una delleopere più importanti,già nella celebre collezioneContini Bonacossi.

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«La collezione è frutto delle scelte e delgusto di Sorlini, così come si è evoluto eaffinato nel corso dei decenni, e il percor-so espositivo mantiene e punta a valoriz-zare questo legame inscindibile», spiegail conservatore Stefano Lusardi, storicodell'arte bresciano a cui la fondazione haaffidato la cura del museo.Esposte in 14 ambienti, le opere sonopresentate per gruppi tematici, con unitinerario che si snoda fra il corpo di fab-brica principale del palazzo, che Sorlinidestinò da subito alla futura pinacoteca,e gli appartamenti nell'ala ottocentesca incui l'industriale viveva. Nelle prime sale,la parte del leone la fa la pittura venezianadel XVIII secolo: oltre ai grandi nomi —Tiepolo, Ricci, Guardi, Canaletto, Rosal-ba Carriera — sono rappresentati pittori

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meno noti ma importanti come Pittoni,Diziani, Molinari, Bellucci e Fontebasso.«Sorlini era un collezionista accorto edotato di un istinto non comune», rac-conta Lusardi, «un saldo buonsenso gliimpediva di puntare ad artisti troppo"di moda". Come ripeteva spesso, con idenari necessari per un Canaletto me-diocre preferiva di gran lunga portarsia casa capolavori di artisti meno contesidal mercato, ma più appaganti».Illuminata da lampadari veneziani in ve-tro colorato, la sontuosa Galleria è unacarrellata nella pittura di figura delSettecento Veneziano, sensuale e lu-minosa; la disposizione "a quadreria" deidipinti sottolinea lo scopo iniziale dellacollezione, nata per arredare. Quasi tuttele opere — scene mitologiche che si al- ~~~~~

Sopra: la sala delPitocchetto, dedicataall'artista lombardodel '700 Giacomo Ceruti,che deve il soprannomealla sua propensioneper la rappresentazionedegli umili e dei diseredati(i "pitocchi"). Sulla paretedi fondo, la Vecchiacontadina e ll Bravo.Pagina seguente, in altoda sinistra: la Vecchiacontadina del Pitocchetto;particolare di Cleopatra(1520 circa) operadi Francesco Prata daCaravaggio, nella salettaintitolata a Callisto Piazzada Lodi. Pagina seguente,in basso: la Pietà (1367)di Nicoletta Semitecolo,nella stanza dei Fondi Oro.

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temano a episodi del Nuovo e dell'AnticoTestamento—arrivano dalla casa venezia-na di Sorlini: fra le sue preferite, Cristo ela Samaritana di Giandomenico Tiepolo,che teneva in camera da letto, e Venereaccorre da Adone Morente di SebastianoRicci, una tela di altissimo livello per l'inu-suale enfasi drammatica e la qualità delgioco della luce. Spicca anche Salmace edErmafrodito di Giannantonio Pellegrini,dipinto con una pennellata guizzante edalla splendida partitura cromatica, contoni chiari e luminosi. Una stanza piùpiccola accoglie alcuni ritratti e quadridi genere di Pietro Longhi e del figlioAlessandro, particolarmente amati daSorlini, mentre nella saletta dedicata aipaesaggi spiccano le opere su carta e teladi Giuseppe Bernardino Bison.

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Di grande impatto sono i quadri del Sei eSettecento nel salone di Diana, dominatoda un raro telero di Giacomo Ceruti, giàpresso il palazzo Arconati Visconti a Mi-lano, raffigurante Diana scoperta da Atteo-ne. Un dipinto anomalo nella produzionedel grande maestro del Settecento lom-bardo, caratterizzato da una pittura chia-ra influenzata dal colorismo veneziano.

SPAZIO ANCHE ALLE TAVOLEDEL PRIMO RINASCIMENTOA metà percorso s'incontra l'opera chemeglio di ogni altra testimonia l'evolu-zione del gusto e della visione di Sorlini,la splendida Madonna col Bambino sutavola di Giovanni Bellini. La acquistònel 2000, quando era ormai determi-nato alla creazione di un museo vero e

proprio. Spicca per la monumentalità ela luminosità della figura della Vergine:stagliata contro il cielo percorso da nu-bi leggere, la Madonna prega mentre ilBambino dorme. L'iconografia indica lapremonizione della madre riguardo alfuturo sacrificio del figlio, sottolineataanche dal rosso del manto, colore dellaPassione. Era nella collezione fiorentinaContini Bonacossi, così come il potenteSalvator Mundi tra quattro Apostoli diVittore Carpaccio che le è accanto. Lastanza è completata da altre opere rile-vanti del primo Cinquecento, come il Ri-poso durante la fuga in Egitto di GiovanniGerolamo Savoldo, uno dei maestri delprimo rinascimento bresciano.Sempre la pittura del Cinquecento, ma atema profano, domina la sala dove so- •• ~~

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Sopra: Il salone di Diana,che deve il nome a untelero di Giacomo Cerutiraffigurante Diana scopertada Atteone. Al centrodella parete, Vulcanoche scopre l'adulterio diVenere e Marte (1640-45).di Alessandro Varotaridetto il Padovanino.Pagina precedente:Sibilla di Jacopo PalmaiI Vecchio, nella stanzadetta di Giuditta perla presenza della Giudittacon la testa di Olofernedi Marco Palmezzano.Entrambe le operedatano ai primi decennidel XVI secolo. Adestra:Cristo e la Samaritanadi GiandomenicoTiepolo, nella Galleria.

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Veduta dall'altodel complesso di edificidel MarteS, residenzasignorile di origineseicentesca nel territoriodi Calvagese dellaRiviera, centro agricolotra il fiume Chiese ela sponda occidentaledel lago di Garda, a 30chilometri da Brescia.Sullo sfondo, i rilievidelle Prealpi Bresciane.

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no esposte Giuditta con la testa di Olofernedi Marco Palmezzano, allievo di Melozzoda Fori", e una morbida e voluttuosa Si-billa dipinta di Jacopo Palma il Vecchio.Particolarmente suggestivo è poi lo studiodi Sorlini, che conserva gli arredi originalidel Novecento: alle spalle della scrivania,una sinuosa Leda e il cigno di AlessandroVarotari, detto il Padovanino.Il percorso si avvia verso il gran finale. Inuna saletta raccolta, una sapiente illumi-nazione valorizza due straordinari fon-di oro acquistati da Sorlini nel 2001: sitratta di un trittico del trecentesco Ma-estro di Panzano, senese, e una piccolaancona di Gherardo Starnina, attivo aFirenze fra il 1397 e il 1409. In dialogocon essi è il pezzo più antico del museo, laPietà di Nicoletto Semitecolo, realizzata

ne11367 come parte di un polittico perlacattedrale di Padova, la cui impostazionerivela un notevolissimo interesse per laspazialità, tipica di Giotto.Con un salto di quattro secoli, nella sa-la successiva brillano 11 Bravo e Vecchiacontadina del milanese Giacomo Cerutidetto il Pitocchetto: proveniente dallacollezione dei baroni Monti della Corte,questo pendant è uno dei vertici dellapittura della realtà lombarda di soggettopauperista del XVIII secolo. Indimenti-cabile è la figura della vecchia, dipintacon impressionante realismo, che ema-na un profondo senso di dignità.

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Sulle felici spondedel GardaBorghi incastellati ricchi di storia, rocchedel Chiaretto: nelle acque del grande lago

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Calvagese della Riviera si raggiunge in auto con l'A4, uscitaBrescia Est, quindi con la statale 45 bis fino all'uscitaPrevalle-Calvagese. In treno: la stazione più vicina (a 13km) è Desenzano del Garda-Sirmione; da (i autobus Siaper Calvagese (www.arriva.it/sia). In aereo: gli aeroportipiù vicini sono Verona-Villafranca (50 km) e Bergamo-Orlo al Serio (75 km). In camper area sosta La Spiaggia,Desenzano del Garda, via Vò 19, 030/914.02.43.Perla visita: il MarteS (Calvagese della Riviera, piazzaRoma 1, 030/578.76.31) è aperto esclusivamente convisita guidata da mercoledì a domenica, 10-16. Le visitepartono alle 10,30, 11,30, 12,30, 14 e 15; ingresso 10 E.

Natura e storiaSul basso versantebresciano del lagodi Garda affaccianole località di Padenghesul Garda e di Monigadel Garda, entrambedominate da imponenticastelli-ricetto, borghifortificati dove nelMedioevo in caso dipericolo trovava rifugiola popolazione. Ilcastello di Padenghe,il più antico dellaValtènesi, risale al Xsecolo. All'interno dellesue mura è conservatoun abitato in miniatura,

sul Benacocon le vecchie casefatte in pietra e ivicoli in ciottoli difiume. In posizionemolto panoramica,fra il blu del Benacoe il grigio-verde degliulivi che ricopronole colline, è ancheMoniga del Garda. Ilsuo imponente castellomedievale è adagiatosu un'altura coltivataa vigneto e racchiudeall'interno delle muraun intero quartiere,con un reticolo distrette stradine e vicoli

i1 lago drlGardä"dalla rocca di Male

affacciate sul panorama e le dolci colline vestite dai vignetisi specchia una terra generosa e affascinante di Vannina Patanè

in pietra. Pochi km piùa nord, a Manerbadel Garda, si può fareuna passeggiata nellanatura ben conservatadella Riserva Naturaledella Rocca e delSasso (0365/65.98.42),salendo fino aimonumentali restidella rocca in cimaallo sperone che siprotende nel lago, sucui svetta un'enormecroce in metallo: èuno dei migliori puntipanoramici del Garda.Strada facendo sivisita il Museo CivicoArcheologico dellaValtènesi (via Rocca 20,339/613.72.47).Al piano terra, lasezione archeologicasegue un criteriotopografico ecronologico: spiccanole sezioni dedicate agliinsediamenti di epocadiversa nell'area dellarocca e all'insediamentopalafitticolo in localitàSan Sivino, iscritto nel2011 al PatrimonioUnesco tra i SitiPreistorici delle Alpi.Al primo piano, lasezione naturalisticaillustra ricchezze epeculiarità botanichee faunistiche del parco.Orario: fino a marzo,mercoledì-venerdì 9-13,sabato e domenica10-17; da aprile asettembre, tutti i giorniescluso il martedì 10-18;ingresso a offerta libera.

A LONATONella casa-museodel senatore bibliofiloAl centro di Lonato del Garda, ilcomplesso monumentale della FondazioneUgo da Como (via Rocca 2, 030/973.00.60)comprende le proprietà del senatorebresciano Ugo Da Como (1869-1941), checostituì fra le colline del Benaco la suacittadella della cultura. Affidò all'architettobresciano Antonio Tagliaferri il restaurodella Casa del Podestà, ai piedi della roccadi Lonato, dove abitò a lungo con lamoglie. Oggi la casa mantiene l'aspettodi dimora borghese, con mobili antichie circa 200 opere d'arte dal Quattroall'Ottocento. II fiore all'occhiello è labiblioteca, una raccolta di circa 50 milavolumi annoverata tra le collezioni privatepiù importanti in Italia settentrionale.Dalla casa-museo un viale alberato saleattraverso il parco fino alla rocca visconteo-veneta di Lonato, dalle cui mura menatesi gode una splendida vista delbasso Garda. Orario: Casa del Podestà,tutti i giorni 10-12 e 14,30-18,30;rocca, sabato e domenica 10-12 e 14,30-18,30, da maggio a settembre tuttii giorni 10-18,30; ingresso casa-museo 8 €,rocca 5 E, cumulativo 10 E.

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Gli alberghi

Pratello Wine Resort(Padenghe sulGarda, via Pratello26, 030/990.70.05).Agriturismo rustico-chiccon ristorante gourmet,piscina e biolagobalneabile. Appartamentie camere in stile classico-moderno. Doppia concolazione da 150 €.Monastero Suites &Wellness Resort ****(Soiano del Lago, viaMoro 1, 0365/50.24.83).Nel cuore della Valtènesi,dove un tempo sitrovavano due monasteri.Ampie e confortevoli le19 camere; il giardino fada cornice alla piscina. Hail ristorante e la spa conpiscina coperta. Doppiacon colazione da 145 E.Park Hotel ****(Desenzano del Garda,lungolago Battisti

60 Bell'Ftalìa

17 030/914.34.95).In posizione centralesul lungolago, questoaccogliente quattro stellerinnovato in stile modernooffre camere raffinatecon tocchi di design, bar,ristorante e area piscinavista lago. Doppia concolazione da 125 E.B&B Alla Mezza Luna(Lonato del Garda,via Barzoni Z 340/824.56.99). Molto curato,in un edificio d'origineseicentesca, ha ambientitranquilli ed eleganti. Duecamere con bagno, salaperla prima colazione,terrazza a loggiatoe giardino. Doppiacon colazione da 101 E.

I ristoranti

Trattoria La Rosa(Lonato del Garda,via San Giuseppe 12,030/913.15.63).

Si chiama trattoria maè un locale elegante erinomato. La cucina èun mix riuscito fra piattidel territorio e propostea base di pesce dimare. Per finire, unaeccezionale collezionedi grappe, con cantinavisitabile. Conto 50 E.Trattoria al Porto(Moniga del Garda,via del Porto 29,0365/50.20.69).Protagonista del menuè il pesce di lago: daprovare i tagliolini al sugodi coregone. Ottimi idolci. I tavoli sono in unabella veranda affacciatasul Garda. Conto 40 €.Antica HosteriaBettoletto (Bedizzole,via Garibaldi 22,030/68719.09). A 7 kmdal MarteS, questo localeserve i piatti tipici dellacucina bresciana di terra,dai casoncelli al coniglioarrosto. Il sabato sera, suprenotazione, propone iltradizionale spiedo di carnimiste. Menu da 35 €.I Cavoli (Lonato delGarda, via De Gasperi20, 030/33752.98).È adatto a un pastoveloce il piccolo bistrotannesso a un negoziodi frutta e verdura, conun banco di specialitàpronte e qualche piattoespresso di stagione,preparato e servito concura. Conto 10-15 E.

CANTINE

Nelle terre del Chiaretto,rosato dal fresco profumoNei comuni della Valtènesi si produceil Valtènesi Chiaretto Doc, per cuivengono utilizzate principalmente le uvedel Groppello, un vitigno a bacca rossaautoctono del Garda. Questo vino è stato"inventato" alla fine dell'Ottocento dal senatorePompeo Molmenti, con un procedimentodi vinificazione che consisteva nel pigiaredelicatamente le uve e lasciarle insieme allebucce per poche ore Ida qui la definizionedi "vino di una notte") per ottenere unacolorazione rosa tenue. Il metodo resta allabase della produzione attuale, caratterizzatada vini dal profumo equilibrato di fiori efrutta, dal sapore piacevolmente armoniosoe dal finale fresco e sapido. Fra le cantinespicca Costaripa (Moniga del Garda, viadella Costa la, 0365/50.20.10), di MattiaVezzola, un enologo rinomato che è riuscitoa elaborare grandi vini rosati tramitel'innovativa "vinificazione a lacrima"La tecnica funziona esclusivamenteper gravità: le uve rosse vengono lasciate"lacrimare" senza alcuna pressatura,attendendo naturalmente lo sgrondodelle parti più nobili degli acini e lasciandoda parte le parti di mosto prossime allevinacce e ai vinaccioli. Su prenotazione,l'azienda è aperta per visite e degustazioni,con diverse combinazioni (da 15 €). Meritauna visita anche l'azienda Le Chiusure(San Felice del Benaco, via Boschette 2,0365/62.62.43), che produce vinonaturale. Da aprile a settembre, vale perogni martedì alle 18 l'invito a passeggiarenel vigneto, visitare la cantina e fare ladegustazione in giardino dei vini e dell'olioextravergine, con piccolo buffet (12 €).

Brescia Tourism, Brescia, via Einaudi 23,030/372.54.03; wwwbresciatourism.it

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