Presentazione standard di PowerPoint...“Giudittache decapita Oloferne”è stata realizzata due...

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ARTEMISIA GENTILESCHI BARBUTA CEZARINA-ANDRADA, III E

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ARTEMISIA GENTILESCHIBARBUTA CEZARINA-ANDRADA, III E

Artemisia Gentileschi (Roma 1593 – Napoli 1653) è

stata una delle più importanti pittrici italiane.

Fin dalla più tenera età, Artemisia viene

educata all’arte dal padre, il pittore toscano Orazio

Gentileschi. È lui che le insegna a disegnare, a

impastare i colori e a dare lucentezza ai dipinti:

all’epoca infatti le donne non potevano frequentare

alcuna scuola o bottega d’arte.

Nonostante ciò, Artemisia riesce a mettersi

in mostra con le sue opere, tra tutte Susanna e i

vecchioni, dipinto del 1910.

Nel 1911 Artemisia subisce uno stupro da

parte del pittore Agostino Tassi, amico del padre, che

insegnò ad Artemisia come costruire la prospettiva nei

quadri. La ragazza non denuncia subito l’artista, in

quanto Tassi le promette un matrimonio riparatore: uno

dei modi con cui era possibile restituire dignità ad una

donna violata.

Agostino Tassi non rispetta l’impegno così Artemisia

decide di andare incontro ad un lungo e umiliante

processo, pur di vedere riconosciuti i propri diritti.

È a questo periodo che risale una delle sue

opere più note: Giuditta che decapita Oloferne (1612 –

1613)

Artemisia Gentileschi (Rome 1593 – Napoli

1653) was one of the most important Italian

painters.

From when she was a kid,

Artemisia was raised up into art by her father,

the tuscan painter Orazio Gentileschi. He

taught her to draw, to use colors and to give

luster to the paintings: in fact women were

excluded from attending any art worshop.

Although, Artemisia manages to

show off with her works, in particular with

Susanna e i vecchioni, painted on1610.

On 1611 Artemisia was raped by

Agostino Tassi, a father’s friend, who taught

her to build perspective on her works. The girl

didn’t immediately report the artist, ‘cause

Tassi promises her a shotgun marriage: one of

the ways it was possibile to restore dignity to a

violated woman.

Agostino Tassi didn’t respect the commitment

so Artemisia decides to undergo a long and

humiliating process.

It is from this period that one of the

best known masterpieces is dated: Judith

beheads Holofernes (1612 - 1613)

“Giuditta che decapita Oloferne” è stata realizzata due volte da Artemisia. Artemisia realized “Judith beheads Holofernes ” twince.

Data di realizzazione: 1612-1613

Dimensioni: 158,8 x 125,5 cm

Dove si trova: Museo nazionale

di Capodimonte, Napoli

Data di realizzazione: 1620

Dimensioni: 199 x 162,5 cm

Dove si trova: Galleria degli Uffizi,

Firenze

Giuditta

-Sicura,

-priva di rimorsi,

-prova piacere nell’uccidere Oloferne;

Oloferne

-cerca di liberarsi,

-si aggrappa anche alla vestaglia dell’ancella in

modo disperato, conferendo motorietà al

dipinto

-il suo sangue macchia il materasso sul quale è

sdraiato.

I colori risultano essere efficaci:

risalgono il blu intenso della veste di Giuditta,

in netto contrasto con il colore della sua pelle

pallida ed il rosso scuro della veste

dell’ancella.

Una fonte di luce esterna, tipica dei quadri di

Caravaggio illumina solo i tre protagonisti,

facendo concentrare l’utente solo sull’azione.

Judith

-Safe,

-without remorses,

-takes pleasure in Holofernes;

Holofernes

-tries to escape,

-he clings to the handmaid’s robe so desperate,

giving motor skills at painting

-his blood stain on the mattress which is lying

The colors appear to be effective:

date back to the intense blue of the robe of

Judith, in sharp contrast to the color of his

pale skin and handmaid's dark red robe.

An external light source, typical of

Caravaggio's paintings, lights only the three

characters.

Tale quadro, per l’appunto, mostra la vendetta di Artemisia. This paint shows the Artemisia’s revenge.

Si pensa che questo quadro sia stato realizzato da suo padre.

-Dimensioni maggiori rispetto a quello di

Napoli

-Scena proposta più in lontananza

-Materasso più spesso e più dettagliato

-Sono visibili le gambe di Oloferne

-Più pathos

-Realismo: basti notare la spada sulla quale

l’autrice si firmò

-L’espressione di Giuditta rappresenta il

desiderio di vendetta di Artemisia

Gentileschi

-I colori qui sono più chiari, quasi tendenti

al giallo; vestito modesto e scuro

dell’ancella, sfarzoso e giallo di Giuditta.

Merita attenzione anche il rosso scuro della

coperta che ha sopra Oloferne.

-Presente una fonte di luce esterna di una

candela che illumina solo i tre protagonisti,

punto in comune con l’altro quadro.

• “Giuditta che decapita Oloferne” A. Gentileschi, conservato a Firenze e che mostra sostanziali differenze rispetto a quello di Napoli.

• "Judith killing Holofernes" A. Gentileschi, preserved in Florence and showing significantly different from that’s in Naples.

-Bigger dimensions than Naples’ one

-Scene moved far

-Thicker and more detailed mattress

-Holofernes’ legs are visible

-More pathos

-Realism: just look at the sword where

the author got her firm

-Judith’s expression represents

Artemisia Gentileschi’s revenge desire

-Colors here are lighter, almost yellow.

The servant is wearing a dark and a

modest dress while Judith’s one is

yellow and ostentatious. The dark red

on holofernes’ blanket deserves

attention.

-There’s an outer light source of a

candle that only lights the three main

characters, common point with the

other painting

Dopo il processo, nonostante Tassi fosse stato esiliato, anche Artemisia lasciò la città a causa dell’opinione pubblica. Ciò non

ostacolò le sue passioni per l’arte e infatti realizzò, a Firenze, alcune delle sue opere più celebri, trattando il tema della donna

coraggiosa e determinata.

Dal 1638 Artemisia ebbe l’opportunità di lavorare nuovamente con il padre ma tale progetto fu ostacolato dalla morte del padre

nel 1639.

Artemisia morì nel 1653.

After the trial, althought Tassi had been exiled, Artemisia escaped from her country too as consequence as public opinion.

This did not stop her passion for art and, in fact, she realized, in Florence, some of her masterpieces, treating the question of

the courageous and determined woman.

From 1638 Artemisia had the opportunity to work again with her father, but this project was hampered by her father's death

in 1639.

Artemisia died in 1653.