Dal fascismo alla Resistenza

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ITCG "Einaudi", 7 marzo 2013 dal fascismo alla Resistenza

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Le vicende generali dell'avvento del fascismo, della guerra e dell'8 settembre, inserite nel contesto di una città della provincia veneta, Bassano del Grappa, pesantemente toccata dalla barbarie nazifascista.

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ITCG "Einaudi", 7 marzo 2013

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1. il regime fascista

2. la guerra

3. l’8 settembre

4. Bassano dal fascismo alla Resistenza

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nel 1928 nasce, ente pubblico in monopolio, l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR)

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1. il regime fascista

2. la guerra

3. l’8 settembre

4. Bassano dal fascismo alla Resistenza

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2. la guerra

3. l’8 settembre

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4 giugno 1944

11 agosto 1944

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i deportati italianiin Germania

• i deportati in KL: antifascisti schedati, partigiani, rastrellati, operai scioperanti, detenuti comuni presi dalle carceri, asociali, carcerati per fatti non politici consegnati dalla RSI al Reich (solo dopo l’8 settembre, su 40.000 erano 23.826 i detenuti “politici”. Oltre un terzo dei deportati politici, e degli ebrei, furono arrestati dalle varie milizie della RSI)

• i lavoratori coatti (circa 100.000), già volontari o arruolati in genere a forza dalle strutture in Italia del GBA (Generalbevollmächtiger für den Arbeitseinsatz - plenipotenziario generale per l’impiego del lavoro)

• gli IMI: internati militari italiani (circa 650.000, dei quali 13.000 ufficiali e 57.000 sottufficiali), caduti in mano tedesca dopo l’8 settembre 1943 e detenuti in campi della Wehrmacht, non delle SS

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Il regime nazista classificò come IMI i militari italiani: obbligati al lavoro forzato, sottratti al controllo della Croce Rossa Internazionale e alla Convenzione di Ginevra del 1929, sottoscritta anche dalla Germania (prescriveva un trattamento umanitario e nessuna forma di lavoro). Secondo i registri tedeschi dei decessi, la resistenza nei lager è costata il sacrificio di 78.216 persone. 9,5 milioni i lavoratori stranieri in Germania nel 1944.

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2. la guerra

3. l’8 settembre

4. Bassano dal fascismo alla Resistenza

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“... non ti devi nascondere che ti trovi in una posizione storica difficile; l’ambiente, che ti circonda, ti è, in genere, ostile o diffidente; ti si guarda o come un letterato o come un sorpassato o come un intruso. Di fronte a questo ambiente, tu devi riaffermare con fierezza l’elevatezza del tuo carattere e la fede della

tua anima. Bisogna che in ogni contingenza tu ti comporti in modo che ognuno ti rispetti e, se

possibile, ti ammiri; e questo non per un tuo sterile compiacimento, ma perché le tue idee religiose hanno pochi difensori e bisogna che questi pochi siano degni

di esse e le sappiano difendere e tener alte in ogni momento della vita.”

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“I libri disponibili erano, i più, editi da Laterza, oltre a quelli di Croce, molti della Biblioteca di Cultura moderna: De Man, Laski, Sforza, Fiore, Russo,

Labriola, Braun, Calosso, Dubreuil, Treves, Santonastaso, Curtis, Leon, Berdiaeff, Mosca, Weil, Toqueville, e la Storia d’Europa di Fisher, la Storia del

Liberalismo di De Ruggiero); altri di Einaudi, di Guanda (...) Cercavamo di far girare le vecchie

edizioni che potevamo trovare delle opere di Marx (...) Ad essi si aggiunse un libro fondamentale, La scuola dell’uomo, di Guido Calogero, uscito nel 1939

che presentava il tema della storia come ‘conquista di abitudini di civiltà’, non come rumorosa potenza.”

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i più influenti professori:

Luigi Stefanini (estetica); Aldo Ferrabino (Storia romana); Concetto Marchesi (letteratura latina); Diego Valeri (pedagogia, letteratura francese);

Carlo Anti (archeologia); Norberto Bobbio (filosofia del diritto); Ermimio Troilo (filosofia

morale); Giuseppe Fiocco (storia); Manara Valgimigli (letteratura greca)

Egidio Meneghetti (farmacologia)

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“L'Università è sicuramente la più alta palestra intellettuale della gioventù: dove sorgono lenti o impetuosi i problemi dello

spirito, dove gli animi sono più intenti a conoscere o a riconoscere quelle che resteranno forse le verità fondamentali dell'esistenza individuale. E noi maestri abbiamo il dovere di rivelarci interi, senza clausure né reticenze, a questi giovani

che a noi chiedono non solo quali siano i fini e i procedimenti delle particolari scienze, ma che cosa si agita in questo pure ampio e infinito e misterioso cammino della storia umana. E questo compito non è proprio soltanto delle scienze morali e

storiche e letterarie ma si estende a tutti i rami dell'insegnamento superiore: e noi sappiamo quanto lume di

dottrina, quali esempi di dignità, che nobile e vigoroso richiamo alla libertà dell'intelletto siano venuti in ogni tempo dagli istituti scientifici, donde la ricerca muove verso tutti gli

spazi” discorso del 9-11-1943

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“Studenti: non posso lasciare l'ufficio del Rettore dell'Università di Padova senza rivolgervi un ultimo

appello (...) Non frugate nelle memorie o nei nascondigli del passato i soli responsabili di episodi delittuosi; dietro ai sicari c'è tutta una moltitudine

che quei delitti ha voluto e ha coperto con il silenzio e la codarda rassegnazione; c'è tutta la classe dirigente

italiana sospinta dalla inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina.

Studenti: mi allontano da voi con la speranza di ritornare a voi maestro e compagno, dopo la fraternità

di una lotta assieme combattuta. Per la fede che vi illumina, per lo sdegno che vi accende, non lasciate che l'oppressore disponga della vostra vita, fate risorgere i

vostri battaglioni, liberate l'Italia dalla schiavitù e dall'ignominia (...)” appello del 1-12-1943

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“[…] quello che altri chiamò fin qui ordine era la compostezza della morte, l'uniformità di una

maschera che tutti ci ricopriva e tutti ci umiliava in un volto solo, senza palpiti e senza passioni. Si trattava di un ordine apparente e di un disordine sostanziale. […] Oggi ognuno si trova impegnato

di fronte alla propria coscienza, di fronte al proprio dovere: non si sente più servo ma libero e quindi obbligato nell'interiorità. […] Avremo a

schifo i compromessi, deploreremo le mezze misure, avremo così cari i nostri ideali che non tollereremo più di vivere fuori della loro luce”

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“Il vile tradimento del governo Badoglio ha esposto l'Italia al pericolo di una invasione nemica. Le forze armate tedesche hanno però assunto la protezione del territorio europeo e del suolo italiano. Le forze

armate tedesche considerano tutti coloro che collaborano e si adoperano lealmente al

mantenimento dell'ordine pubblico come appartenenti ad una forza alleata, concedendo loro speciale protezione. [...] Io sono propenso ad andare

d'accordo con la popolazione purché i miei ordini siano esattamente eseguiti. Ogni tentativo di

sabotaggio o di trasgressione ai miei ordini sarà severamente ed inesorabilmente punito

nell'interesse della tranquillità e dell'ordine”

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“Ribelliamoci all'idea di una nuova schiavitù, dimostriamo al mondo che se interessi dinastici hanno trascinato la nostra Patria verso la rovina, noi dopo tre anni di guerra combattuta con fede

accanto all'alleato germanico siamo pronti a riprendere le armi e a combattere con fede

incrollabile nella vittoria del Tripartito [...]. La nostra insegna torni ad essere la morte: morte a tutti

i traditori e a tutti i nemici, affinché l'Italia viva”.

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