D’ “C’è un grande - rassegnaistruzione.it · La Bottega vuole dare il proprio contri- ......

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remessa In questo periodo di profonda trasfor- mazione sociale e culturale della società della conoscenza, la scuola sta attraversando un momento di grossa crisi e cambiamento. Sono crollate certezze ormai obsolete, la tecnologia fa passi da gigante, il tempo e lo spa- zio hanno un’unità di misura forte- mente modificata rispetto a pochi decenni or sono. Nonostante che in moltissime scuole si effettuino speri- mentazioni ed attività di apprendi- mento ad altissimo livello, i risultati scolastici dei nostri studenti sono sca- denti se confrontati a livello europeo. Siamo in mancanza di un equilibrio, verso il quale dobbiamo necessaria- mente tendere per continuare ad essere competitivi in termini di qua- lità della persona umana capace di vivere nel proprio ambiente per migliorare le condizioni di vita gene- rali su tutto il pianeta. Occorre perciò sperimentare per trovare un “passaggio a Nord-Ovest”. Non è faci- le… ma, lavorando con umiltà e spirito di osservazione, con la giusta attenzione ai valori e mettendo sul tappeto ricerca e pratica didattica, ci si può riuscire. La Bottega vuole dare il proprio contri- buto ad una ricerca-azione che potrà dare i suoi frutti se avremo anche la capacità di riuscire ad analizzare e teo- rizzare minimamente ciò che stiamo sperimentando. Questo contributo va quindi letto in questa direzione. RI D’ DI LANFRANCO GENITO In primo piano “C’è un grande prato verde...” La “Bottega della Comunicazione e della Didattica” per un apprendimento collaborativo con le ICT, per l’integrazione, la cittadinanza, la pace P

Transcript of D’ “C’è un grande - rassegnaistruzione.it · La Bottega vuole dare il proprio contri- ......

remessa

In questo periodo di profonda trasfor-mazione sociale e culturale dellasocietà della conoscenza, la scuola staattraversando un momento di grossacrisi e cambiamento. Sono crollatecertezze ormai obsolete, la tecnologiafa passi da gigante, il tempo e lo spa-zio hanno un’unità di misura forte-mente modificata rispetto a pochidecenni or sono. Nonostante che inmoltissime scuole si effettuino speri-mentazioni ed attività di apprendi-mento ad altissimo livello, i risultatiscolastici dei nostri studenti sono sca-denti se confrontati a livello europeo.Siamo in mancanza di un equilibrio,verso il quale dobbiamo necessaria-

mente tendere per continuare adessere competitivi in termini di qua-lità della persona umana capace divivere nel proprio ambiente permigliorare le condizioni di vita gene-rali su tutto il pianeta.Occorre perciò sperimentare per trovareun “passaggio a Nord-Ovest”. Non è faci-le… ma, lavorando con umiltà e spirito diosservazione, con la giusta attenzione aivalori e mettendo sul tappeto ricerca epratica didattica, ci si può riuscire.La Bottega vuole dare il proprio contri-buto ad una ricerca-azione che potràdare i suoi frutti se avremo anche lacapacità di riuscire ad analizzare e teo-rizzare minimamente ciò che stiamosperimentando. Questo contributo vaquindi letto in questa direzione.

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DI LANFRANCO GENITOIn primo piano

“C’è un grandeprato verde...”

La “Bottega della Comunicazione e della Didattica” per un apprendimentocollaborativo con le ICT, per l’integrazione, la cittadinanza, la pace

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Alcune considerazioni

La maggior parte degli insegnanti, conil trascorrere degli anni, non riconoscepiù i propri alunni, spesso demotivati edisinteressati alle attività didattiche, esi ritrova ad oscillare paurosamente trainnovazione e adattamento, tra vogliadi fare e una sorta di ma chi me lo fafare, tanto non riesco a cambiare quasiniente. In questo modo accumulanofrustrazione e senso di impotenza1.L’OCSE, in uno studio in collaborazio-ne con l’UNESCO2, ha individuato che,oltre alle conoscenze disciplinari e allacapacità di aggiornare continuamentele proprie conoscenze e competenze,agli insegnanti si richiede di padroneg-giare un insieme differenziato di meto-dologie didattiche, tali da consentire losviluppo dei processi di costruzione diconoscenza degli studenti, incentivan-done la creatività e la capacità del lavo-ro cooperativo e di possedere una com-petenza di base nell’uso delle nuovetecnologie e la capacità di integrarlenelle strategie didattiche.In altre ricerche3 s’insiste molto suquella che viene definita come compe-tenza riflessiva dell’insegnante: rifles-sione sul proprio intervento didattico,capacità di individuare problemi e ditrovare soluzioni, di adattare propostegenerali a contesti specifici, di appren-dere dall’esperienza propria e dei pari.Quindi, l’insegnamento tende a confi-gurarsi come strettamente intrecciatoalla ricerca.L’insegnamento ha conosciuto, negliultimi anni, un costante rinnovamento,che ha comportato la messa in discus-sione dei modi tradizionali del farescuola, condizione non ancora suffi-ciente per determinare una crescitadella qualità e della quantità degliapprendimenti. Un insegnamento prin-cipalmente di tipo espositivo, centratosulla classe, e con un’attenzione partico-larmente rivolta ad una programmazio-ne tassonomica, strutturata per discipli-

ne non comunicanti tra loro, inducedidattiche lineari e, tendenzialmente,ignora la creatività, la motivazione, lostile di apprendimento, le caratteristicheindividuali e le connessioni fra l’appren-dimento scolastico e ciò che l’alunno,completamente immerso nel mondodei media, già conosce. Nel processo formativo entrano ingioco aspetti sociologici, psicologici emetodologici, ma la scuola e gli inse-gnanti possono incidere in manierasignificativa solo sugli aspetti di lorocompetenza. In questa prospettiva,allora, rivestono particolare importan-za le impostazioni didattico-metodolo-giche e psicologico-relazionali cheinfluenzano i processi conoscitivi.

Laboratorio sperimentaledi apprendimentocooperativo

La “Bottega della Comunicazione edella Didattica, laboratorio di sperimen-tazione didattica cooperativa con le ICT(Information and Communication Tech-nology) con particolare attenzione airagazzi in difficoltà” è un progetto-labo-ratorio contro la dispersione scolastica4

sito nell’ITI “A. Righi e VIII” di Napolie aderisce alla rete ENIS delle scuoleeuropee dell’innovazione (EuropeanNetwork Innovative Schools) coordinatain Italia dalla Direzione Generale deiSistemi Informativi del Ministero dellaPubblica Istruzione; vuole portare inprimo piano una dimensione umanisti-ca dell’uso della tecnologia, contribuen-do ad evidenziare analisi, scenari, pro-poste ed esperienze che vadano nelladirezione di realizzare un rapporto tratecnologia e scuola focalizzato sullacentralità dei valori educativi. L’idea di fondo è quella della centralitàdi una metodologia che usa la tecnolo-gia, per cui la Bottega si caratterizzacome un laboratorio avente comeobiettivo la sperimentazione in proprio

e la diffusione delle “buone pratiche”per quanto riguarda: ■ didattica collaborativa con le ICT; ■ educazione all’uso dei media;■ educazione alla pace e alla mondia-lità;■ educazione ambientale e svilupposostenibile;■ da alternanza scuola-lavoro a transi-zione scuola-lavoro.

La Bottega si può considerare come“un grande prato verde” dove sonoseminati:

■ i riferimenti pedagogici che piùhanno contribuito al rinnovamentodella scuola dal secondo dopoguerraagli anni Ottanta:

■■ la Pedagogia Popolare del Movimen-to di Cooperazione Educativa;■■ la Scuola di Barbiana di Don Loren-zo Milani;■■ il Sistema dei Laboratori di France-sco De Bartolomeis;

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“C’è un grande prato verde...”

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La “Bottega della Comunicazione e della Didattica”vuole portare in primopiano una dimensione umanistica dell’usodella tecnologia

Riferimenti Pedagogici

Information and Communication

Technology

La ricerca psicopedagogica attuale

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■■ la Pedagogia della diversità diAndrea Canevaro;■■ la Grammatica della Fantasia diGianni Rodari;■■ la Maieutica e l’Empowerment diDanilo Dolci;■■ “non è mai troppo tardi” di AlbertoManzi;■■ l’Educazione come pratica dellaLibertà di Paulo Freire.

■ I filoni di ricerche e studi che, ulti-mamente, si sono sviluppati in campopsicologico e pedagogico: la teoria delleintelligenze multiple di Gardner sullanatura e le caratteristiche della menteumana; il costruttivismo sociale e l’ap-prendimento significativo; la “pédago-gie différenciée”, basata sull’impiego diuna molteplicità di metodi in funzionedelle differenze esistenti tra gli allievi.■ Le ICT, in quanto si deve tener contodi come si evolve la tecnologia.

La logica della Bottega consente un piùfacile inserimento degli alunni nelle atti-vità scolastiche, nel segmento tra il sape-re astratto e il sapere del fare (vd. fig. 1),perchè essi trovano più facilmente unapropria collocazione che, invece, risultapiù complicata in una concezione tradi-zionale dell’apprendimento basato fon-damentalmente sulla trasmissibilità diun sapere astratto.

La Bottega risulta essere un laboratoriosperimentale di apprendimento coopera-tivo, sia per la formazione docenti siaper percorsi didattici per gruppi di stu-denti o singole classi. L’azione didatti-ca progettata fa uso di un set diapprendimento dove gli alunni posso-no concretamente esercitarsi a diveni-re progettisti e ricercatori del propriosapere, utilizzando spazi, condizioni estrumentazioni appositamente proget-tate e predisposte, ed utilizza unametodologia plurale, inserendo le pra-tiche adoperate in un contesto specifi-co e dando loro una posizione precisain un continuum.Nella storia recente molti insegnantihanno utilizzato ed utilizzano ancoracon convinzione e successo alcunemetodologie innovative che contribui-scono a migliorare la didattica, quali:■ brain storming collettivo;■ diversità negli stili di apprendimento(intelligenze multiple);■ le mappe concettuali;■ il Cooperative Learning in piccoligruppi;■ ideazione, progettazione e realizza-zione di un prodotto ipermediale;■ uso del PC;■ le ICT, Information and Communica-tion Technology (Internet, video, ecc.);■ la Multimedialità.

Queste tecnologie e metodologie ven-gono usate, in genere, in modo spora-dico e, soprattutto, separatamente leune dalle altre senza fornire ad esse unlegante che possa invece creare un col-legamento tra le stesse e, quindi, forse,un vero “metodo” che stiamo cercandodi approntare in Bottega con le diverserealizzazioni didattiche curriculari edextracurriculari.

Il percorso didattico

In ogni attività didattica, una volta sta-bilito il tema o argomento che si desi-dera trattare, il percorso inizia con unbrain storming, per la individuazionedei nodi concettuali, che si organizza-no poi in mappe, sceneggiature, storyboard, fino alla stesura collettiva fina-le della mappa concettuale. In talmodo si tiene conto delle conoscenzepregresse degli studenti e, in questafase, il docente si assume il compitodi aiutare gli studenti ad esprimere leloro preconoscenze e a redigere la“mappa della conoscenza collettiva”,in modo da incentivarne la partecipa-zione al processo. Inizia, poi, la fase di ricerca e di studioche avviene in piccoli gruppi diapprendimento cooperativo, compostiper stili di apprendimento (alla defini-

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Figura 1 Schema a cura di Giorgio Olimpo,Direttore dell’Istituto di Tecnologie Didattiche CNR Genova

SAPEREASTRATTO

Educazionetradizionale

SAPEREDEL FARE

La Conoscenza si “costrui-sce” rielaborando “insie-me” i diversi saperi, colle-gandosi ai fatti e alleesperienze di tutti i parte-cipanti al dialogo educa-tivo, legando il sapere al“saper fare”La logica

della bottega

La Bottega risultaessere un laboratoriosperimentale di apprendimento cooperativo, sia per la formazionedocenti sia per percorsi didattici per gruppi di studenti o singole classi

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zione dei quali si utilizza la teoria delleintelligenze multiple con adeguati test)in modo omogeneo o eterogeneo, se-condo le circostanze. Il lavoro cooperativo, oltre a valorizzarecontemporaneamente il comporta-mento collaborativo e la responsabilitàindividuale, favorisce l’acquisizione diabilità cognitive complesse, come adesempio la comprensione dei testi o lasoluzione di situazioni problematiche,che, avendo una struttura non bendefinita, risultano difficili da insegna-re. In tale contesto, gli studenti, attra-verso il reciproco aiuto e l“assistenzacognitiva”, hanno quei modelli, sup-porti, feedback, che risultano più effica-ci della spiegazione del docente per la

valutazione e l’elaborazione di una pro-pria personale conoscenza, per poten-ziare abilità e competenze, per svilup-pare autonomia e identità. L’insegnan-te diviene così il gestore e organizzatoredelle esperienze condotte dagli alunni5 ela lezione diviene una vera e propriaattività laboratoriale. La funzione del docente diventa quelladi un suscitatore di interessi, di un cor-rettore di bozze, di un definitore-illu-stratore di un percorso, che risulta basedi partenza dell’indispensabile appro-fondimento individuale e collettivo,che, a sua volta, costituisce il nuovo stu-dio da parte degli studenti, avviando,così, quel processo di modifica e ristrut-turazione di schemi rappresentativi,

quel progressivo adeguamento dellestrutture cognitive alle nuove situazioniche rappresenta l’apprendimento.L’offerta di materiali su cui studiarenon è più basata su un ordine conte-nutistico prestabilito, ma si trasformain percorsi conoscitivi flessibili e per-sonalizzati; gli studenti non utilizzanopiù solo il “sapere codificato” del librodi testo, ma integrano i saperi attraver-so una pluralità di strumenti e fonti:Internet, insegnante, film, esperti,libri, ecc. Il saper fare, la pratica costi-tuisce apprendimento (learning bydoing) che a sua volta promuove nuoveesperienze nell’ottica dell’insegna-mento reciproco. La scuola dovrebbe abbandonare l’imma-gine di banca di conservazione e di eroga-zione dei “saperi” ufficiali a favore di unasua nuova immagine culturale: quella diofficina di metodo, […] in grado di darecittadinanza ad un allievo-scout, pienodi curiosità e di voglia di indagare e sco-prire da solo le conoscenze 6.Si prosegue, poi, con l’ideazione, pro-gettazione e realizzazione del prodottofinale, utilizzando il metodo delleapprossimazioni successive, che con-sente di correggere e affinare la gram-matica usata per la confezione dellesingole parti avvalendosi delle ICT edella multimedialità, per utilizzarne lapluralità di codici e di supporti al finedi potenziare i diversi stili cognitivi efavorire lo sviluppo di nuove formeespressive e comunicative.La didattica multimediale richiede,certo, una significativa trasformazio-ne del modo in cui viene trasmesso ilsapere scolastico, che da rigido epensato per allievi tutti uguali, divie-ne più aperto e flessibile e non hauna netta separazione tra i campidisciplinari. Il lavoro termina con la valutazione siadel prodotto realizzato sia dell’interoprocesso.In sintesi, in Bottega si sperimenta unmodello didattico caratterizzato da:

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■ l’ambiente sperimentale;■ l’attività laboratoriale;■ la valorizzazione di ogni partecipan-te e forte interazione tra insegnanti,allievi, esperti;■ la condivisione sociale dei compitie l’uso contestualizzato degli stru-menti, nel senso che ogni attivitàsvolta segue uno scopo consapevole edichiarato;■ l’intenzionalità pedagogica, intesa adorientare l’attività di apprendimento;

■ l’attenzione al mondo motivaziona-le del soggetto che apprende (bisogniesistenziali, sociali, valoriali) e aquello culturale degli oggetti di cono-scenza;■ i percorsi di “apprendistato cognitivo”,volti a sviluppare processi non solopratici ma anche cognitivi e metaco-gnitivi (imparare ad apprendere).

In Bottega si sono realizzati negli annie si realizzano tuttora:

■ percorsi didattici assistiti con gruppidi studenti o classi di scuole elementa-ri, medie, superiori (anche con lavora-tori-studenti) sia curriculari che di tipoextracurriculare;■ percorsi di rimotivazione con gruppidi studenti “in difficoltà”;■ esperienze di media education conl’uso dello studio TV;■ corsi di formazione svolti parte “inpresenza” e parte “on line”, con docen-ti dei diversi tipi di scuole.

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Gli studenti, soprattutto quelli appartenenti a classi sociali cul-turalmente ed economicamente più disagiate, si mostrano sem-pre meno interessati ad una scuola tradizionale; c’è la neces-sità, quindi, di un’attività di riorientamento e rimotivazione cheha come finalità primaria la partecipazione consapevole edattiva alle attività scolastiche degli studenti che hanno bisognodi un intervento di ”recupero motivazionale” con il migliora-mento dei metodi di insegnamento e dei processi di apprendi-mento, attraverso l’innovazione dei metodi e delle tecnichedella comunicazione educativa e didattica.

Il percorso parte dalle origini del malessere scolastico vissutodagli studenti e, attraverso la individuazione e la valorizzazionedi alcune loro personali caratteristiche (compresi gli stili cognitivi)e gli interessi, giunge alla realizzazione collettiva, con l’uso delleICT, di un prodotto di comunicazione, risultato di un percorso for-mativo che li vede protagonisti, stimolando la crescita della loroautostima, autonomia e identità. Essi riescono ad organizzare piùfacilmente un lavoro, un prodotto ipermediale, se cominciano dase stessi, raccontandosi e utilizzando una strategia che consenteloro di sentirsi inclusi, che facilita l’espressione della loro identitàdi cittadini e persone, e quindi l’integrazione e l’acquisizione deldiritto di cittadinanza. La spirale scarsa autostima > poca fiducia in se stessi > cattiveprestazioni > scarsa autostima costituisce una catena che con unadidattica tradizionale, in genere non riesce a spezzarsi, ma invecesi rinforza, contribuendo a fenomeni di disaffezione alla scuola,che precedono la dispersione scolastica, e di disgregazione socia-le, in senso lato. La considerazione positiva di se stessi con la valo-rizzazione delle proprie caratteristiche, che avviene, invece, in que-sto tipo di attività specifica, consente di mettere in crisi il meccani-smo, di “lesionare” in qualche punto tale catena, contribuendo acambiarne la direzione nella spirale buona prestazione > crescitadell’autostima > fiducia in se stessi > buona prestazione.

Chiara, anni 18, pluribocciata, ancora in seconda superiore, com-menta la sua esperienza in Bottega:

“Per me questo corso è iniziato come un gioco, ma poi mi sono ricre-duta visto che, grazie a questo, sono riuscita a superare molte difficoltàe insicurezze che avevo nel rapporto con gli altri e con me stessa […]mi sembrava tutto molto difficile e complicato visto che non avevo maifatto nessuna cosa di questo genere […] Dopo lo storyboard siamopassati alle varie riprese video. E così è andata avanti fino alla finecon grande soddisfazione. Ma fino a quel momento ero stata solo‘dietro’ la telecamera […] Ero riuscita ad evitare di essere ‘ripresa’![…] Poi un ragazzo del corso mi ha scelta come attrice nel suo corto-metraggi. Inizialmente, dovendo essere ripresa dalle telecamere, nonero per niente d’accordo, avevo molta vergogna ed ero molto insicu-ra di me stessa, non volevo essere vista dagli altri, pensando a tuttoquello che avrebbero potuto dire su di me. Poi, grazie all’incoraggia-mento dei ragazzi della Bottega, mi sono convinta, e ho iniziato a farealcuni esercizi di disinibizione che servono proprio per farti passare lepaure e le insicurezze che si hanno davanti ad una telecamera, tipogridare da pazzi, ballare, fare smorfie..., insomma tutte le cose chenon potresti mai fare per strada o davanti a qualcuno. Grazie a questi esercizi le mie insicurezze sono passate e, cosa piùimportante, ho capito che la telecamera è solo un oggetto e deviessere tu a gestirla senza nessun tipo di problema. Dopo tutti que-sti esercizi finalmente riuscivo a stare davanti alla telecamera e sen-tirmi me stessa. Se adesso penso a tutto ciò che ho fatto durante questo corso, misembra impossibile, eppure ci sono riuscita! E sapete come? Quan-do sono arrivata in Bottega, Angela (la tutor), mi ha detto cosadovevo fare ed io per un momento mi sono sentita spaesata.Angela: ‘Chiara, oggi iniziamo con le riprese video’ ed io: ‘noo!!io non lo so fare, fallo tu!’.Angela: ‘Chiara, oggi dovrai fare da protagonista nel cortometraggio di Mat-tia’ ed io: ‘no! fallo tu!’.Angela: ‘Chiara, oggi faremo il montaggio’ ed io: ‘no! è complicatissimo,non lo so fare, fallo tu!’.Angela: ‘Chiara ora faremo l’acquisizione del filmato’ ed io: ‘Nooo,cos’è questa acquisizione? è troppo difficile, falla tu!’.Infine, sapete chi ha fatto tutto? Io. E non me ne sono nemmenoresa conto!”.

Note sul laboratorio di rimotivazione

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Attualità di Don Milani e della Scuola di Barbiana

Quest’anno stiamo portando avantianche un progetto7, rivolto a scuole ele-mentari, medie, superiori: Attualità diDon Milani e della scuola di Barbiana, a40 anni dalla scrittura di “Lettera ad unaProfessoressa” e dalla morte di Don Mila-ni. Questo progetto persegue la finalitàdi promuovere nella scuola e nellasocietà azioni positive per realizzare almeglio la scuola dell’eguaglianza delleopportunità per tutti e per ciascuno,mettendo al centro gli ultimi dellasocietà, il loro recupero scolastico esociale, con la consapevolezza che,oggi, essere cittadina/o, saper leggere escrivere, significa anche saper usarepienamente le tecnologie digitali.

Quale contributo possono dare allora leICT per una scuola dell’inclusione? La metodologia proposta sia nel work-shop di formazione per insegnanti chenelle attività didattiche con gli studentisi richiama ai seguenti presuppostidella scuola di Don Milani:■ Scuola laboratorio, disponibilità diattrezzature e tecnologie che oggi coin-volgono le ICT.■ Didattica collaborativa, studio e lavorodi gruppo ove i più grandi e i più braviaiutano i più piccoli ed i meno bravi.■ Lavoro scolastico “per progetti”, e nonsolo con le singole discipline separata-mente.■ Nuovo ruolo del docente non più concompiti di “trasmissione” della cono-scenza, ma suscitatore e facilitatore diapprendimento.

Il progetto ha previsto anche la parteci-pazione alla Marcia di Barbiana del 20maggio 2007.

Lo spazio e le attrezzaturesi adattano alle esigenzedidattiche

Quello di cui abbiamo bisogno èsoprattutto una visione nuova sul futu-ro dell’istruzione e della formazione,tenendo conto che il nostro modello

scolastico si è sviluppato in una societàindustriale che oggi si è profondamen-te e radicalmente trasformata. Ora, se le ICT possono:■ trasformare il ruolo dell’insegnante;■ consentire nuove organizzazioni del-l’ambiente scolastico (le cosiddettescuole senza classi);■ rendere più familiare ai ragazzi natinell’epoca digitale, digital native, lascuola, con i suoi contenuti e strumen-ti di lavoro;■ promuovere la comunicazione;

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Essere cittadina/o,saper leggere e scrivere, significaanche saper usare pienamente le tecnologie digitali

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■ favorire un nuovo modo di appren-dere, sottolineando l’apprendimentorispetto all’insegnamento e così mu-tando il ruolo degli studenti,noi non possiamo semplicemente con-finarle nell’aula o nel laboratorio diinformatica oppure considerarle unamateria da aggiungere al curriculum.In questo modo la scuola ha, in pratica,esorcizzato il potenziale valore innova-tivo delle ICT, non accettandone lasfida ma contenendone l’impatto8.

Non ritenendo possibile una modifica-zione metodologica dell’apprendimen-to senza un’adeguata modificazionenon tanto degli spazi scolastici, ma delloro modo di utilizzazione e soprattut-to del loro adattamento alle esigenzedidattiche, e non viceversa, il laborato-rio Bottega, sperimentando anche laconcezione degli usi degli spazi, ècomposto da due zone unificabili (ununico locale di oltre 90 mq) con il sem-plice scorrimento di alcuni armadi checontengono la mediateca “fisica”:

■ spazio “didattico”, con al centro iltavolo per riunioni, discussioni, alposto della tradizionale disposizione dicattedra e banchi. Attorno al tavolo cen-trale sono disposti banconi con 10-15postazioni di PC multimediali9, conaccesso alla rete Internet, che consento-no l’uso fino a 30 studenti, favorendo,ove possibile, la collaborazione a coppiao in piccoli gruppi. Il tavolo è l’elemen-to principale, dove ci si confronta guar-dandosi negli occhi, decidendo insiemecosa e come realizzare, utilizzando lerisorse disponibili, predisponendomappe concettuali. ■ Il Centro stampa e grafica è provvistodi computer e stampante per l’elabora-zione di testi scritti, manifesti, depliant,e quanto altro scaturisca dalla fantasia edalla creatività dei ragazzi e degli adulti.■ Mediateca composta da: biblioteca,fototeca, cineteca, videoteca, raccolte diCd-rom, Cd musicali, DVD.■ Zona proiezioni e dibattiti per corsidi aggiornamento, seminari, convideoproiettore collegato a postazio-

ne multimediale, sistema audio conamplificazione.■ Piccolo studio TV, con semplici sce-nografie, sfondi e apparecchiature divideoriprese e regia per il montaggioin diretta, ove si effettuano videogior-nali, dibattiti, interviste, semplici sce-nette, attrezzato con telecamere digita-li su cavalletto, illuminatori, microfo-ni, zona regia (mixer video e audio,monitor), postproduzione con compu-ter e scheda video semiprofessionale,videoregistratore DVD.

Educazione all’uso dei media

Anche se la comunicazione ha ormaiassunto un’importanza sempre mag-giore nella vita e nella formazionedelle persone, sono pochi i luoghispecifici ove si apprende a comunica-re; nel nostro Paese si contano sulledita delle mani i luoghi in cui gli stu-denti si possono trasformare da spet-tatori inconsapevoli e utilizzatoripassivi dei media, in reali protagoni-sti, ideando loro stessi messaggi datrasmettere attraverso le stesse appa-recchiature usate dai mass media.Inoltre, se da una parte i mass mediacostituiscono un traghetto per navi-gare nel “mare” della conoscenza edell’informazione, dall’altra, anchegrazie alla facilità d’accesso e reperi-

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IN PRIMO PIANO“C’è un grande prato verde…”

I mass mediacostituiscono un traghetto per navigare nel “mare” della conoscenza e dell’informazione

Pianta della Bottega

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bilità e alla mancanza di controllo dichiunque, diventano veicolatori dimodi d’essere e di pensare e proposi-tori di valori.Per questo la Bottega si interessa diorganizzare diverse attività che per-mettono agli studenti di entrare “neiretroscena dei media” analizzando variprodotti e trasmissioni televisive simbo-lo, tipo i reality, che veicolano valori emodelli di riferimento e di identifica-zione per i giovani, con le perplessitàdegli adulti. La “Media Education” entra così apieno titolo nelle attività didattiche,contribuendo a realizzare esperienzedi apprendimento “oltre” la modalitàtrasmissiva della conoscenza conesempi di “lavoro per progetti” e di rea-lizzabilità di esperienze, superandouna scuola delle discipline intese rigi-damente e che accetta e valorizza ladiversità degli stili cognitivi, con unsapere reso più adeguato alla realtà ovel’apprendimento avviene non solo ascuola con pochi media, ma molto nel-l’extrascuola con tanti multimedia.

Alcuni esempi di realizzazioni:

Spot – realizzazione di un percorsodidattico di conoscenza ed analisi sullapubblicità in TV (analisi soggettiva edoggettiva, uso e diffusione nelle TV,

ecc.), con successivo laboratorio diideazione e produzione video che, par-tendo dall’idea, attraverso l’impostazio-ne di uno story board, giunge alla rea-lizzazione di un breve filmato pubblici-tario adoperando telecamere, microfo-ni, videoregistratori, mixer e personalcomputer per la postproduzione ed ilmontaggio, utilizzando il piccolo stu-dio televisivo.Il “ciclo della comunicazione TV” –percorso didattico che si realizza giàda alcuni anni. Si tratta di un’esplora-zione all’interno del mondo televisivocon un piccolo ma significativo esem-pio reale, che consente ad ogni parte-cipante di vivere da vicino i meccani-smi comunicativi, espressivi e tecniciche contribuiscono a far vivere que-sto potente mezzo di comunicazione.Il “ciclo” propone funzioni, luoghi,attrezzature e procedure entrati a farparte della vita quotidiana (sigle,notizie, immagini, filmati, sequenze,inquadrature) con l’intento di attivarenei partecipanti una percezioneattenta ed attiva di fronte alla realtàtelevisiva sia dal punto di vista semio-logico che tecnologico, compresa laimpostazione e la realizzazione disemplici palinsesti. Si segue tutto il“percorso” dall’ideazione di un pro-gramma, alla sua progettazione, rea-lizzazione, con la trasmissione via

etere e ricezione del segnale, decodi-fica e visione critica conclusiva usan-do la TV a circuito chiuso.Qualunque tipo di prodotto, spot, fil-mato giornalistico, scenetta, telegior-nale, affronta le seguenti fasi:■ ideazione in redazione attraversodiscussione collettiva o brain storming;■ progettazione: rivisitazione del “sog-getto” ed impostazione con mappaconcettuale – story board – scaletta –sceneggiatura;■ organizzazione, preparazione e prova;■ realizzazione in studio medianteriprese video, montaggio in diretta inlaboratorio multimediale;■ eventuale postproduzione: il “prodot-to” video realizzato viene trasformatoin “segnale audio-video” ed inviato al“trasmettitore”;■ trasmissione nell’etere attraverso unPonte Radio che dal trasmettitore situa-to sul tetto della Bottega fa giungere ilsegnale al ricevitore posto sul tetto dellaboratorio di telecomunicazione, chelo ritrasforma in segnale audiovideo elo invia in circuito chiuso agli apparec-chi TV dislocati nella scuola;■ revisione critica aspetti positivi enegativi del “prodotto” ed analisi del-l’intero percorso che permette di con-siderare il risultato dell’intero percor-so nello stesso “spazio” del laborato-rio ove è nato.

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IN PRIMO PIANO

La Bottega tra attività curriculare e Media Education

MediaEducation

AttivitàcurriculareLA BOTTEGA

La Bottega si interessadi organizzare diverse attività che permettono agli studenti di entrare“nei retroscena dei media”

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Reality show? No grazie, TV fai date! – progetto, in attuazione10, pergruppi di studenti o intere classi diqualunque ordine e grado di scuola,con le seguenti modalità: ideazione diprogrammi in piccoli gruppi – proget-tazione – produzione – trasmissione evisione critica di una piccola trasmis-sione TV. Quella più realizzata è “LaScuola in diretta”, esempio di “conte-nitore” che prevede: presentazione –dibattito – interviste esterne – piccolospot pubblicitario – una scenetta –informazione TG e quant’altro scaturi-sce dalla creatività degli studenti. Workshop – la scuola non può e nondeve limitarsi a colpevolizzare le sceltegiovanili che non condivide, ma devecontribuire ad abituare i giovani ad unavisione critica dei messaggi e dei model-li che provengono dai mass media e, inparticolare, dalla TV. Da qui l’esigenzadi una serie di workshop che consentonodi entrare “nei retroscena dei media”analizzando trasmissioni TV.Un occhio sui “reality show”: come,perché, per chi – il progetto11 si svi-

luppa in un percorso teorico-praticocon l’obiettivo di far comprendere imeccanismi e i motivi di “attrazione”delle trasmissioni, articolandosi indiversi incontri e avvalendosi del sup-porto di: ■ un esperto di comunicazione (auto-re-collaboratore di alcuni reality);■ un sociologo dei mass media;■ uno psicologo dell’età evolutiva.

Ed allora ecco che nel piccolo studioTV si realizzano telegiornali, spot,video, piccoli filmati, documentari, enel laboratorio multimediale ricerchedidattiche con l’uso di Internet.Viene sempre previsto e realizzatoanche un momento di lavoro colletti-vo in piccoli gruppi con produzionemultimediale sugli argomenti facen-do esprimere gli studenti con i propripunti di vista attraverso parodie,dibattiti simulati, interviste immagi-narie, espressioni varie. Tutto ciò alfine di contribuire a rendere gli stu-denti spettatori sempre più consape-voli, e quindi più liberi.

“Streaming”, “podcast”, WebTVcome opportunità per conoscereed usare nuovi “media”

I nuovi media non devono né impressio-narci, né preoccuparci; basta conoscerli,approfondirli e capire, sperimentandoli, inche modo possono essere di aiuto e sup-porto alla didattica, individuandone sem-pre gli usi positivi che se ne possono fare.Esempi di alcune ultime realizzazioni:■ intervento video in diretta su Internetdurante i laboratori sullo Sviluppo soste-nibile ed educazione ambientale, Cam-pus di Fisciano (Università di Salerno),9 novembre 200612;■ videoconferenza da Auschwitz in diret-ta su Internet, giornata della Memoria,27 gennaio 2007;■ videocronaca in diretta su Internet13

dalla Marcia di Barbiana del 20 maggio2007 con interventi di insegnanti ealunni di varie parti d’Italia, ex alunnidella Scuola di Barbiana, parlamentari,sindacalisti e del viceministro dellaPubblica Istruzione Bastico.

Educazione alla pace e alla mondialità

La scuola, da sempre attenta alle granditematiche del mondo in cui viviamo, dalprogresso tecnologico e scientifico allenuove sfide, quali il multiculturalismo ela globalizzazione, fino alle emergenze,come il disagio giovanile, la guerra e lafame, non si limita ad insegnare la teo-ria della solidarietà e della pace, mavuole divenire sempre più il luogo in cuisi concretizzano esperienze reali, vissu-te di “solidarietà, pace e mondialità”. La Bottega, da anni impegnata nelfavorire l’incontro tra popoli di etniediverse, vuole fornire un contributoalla risoluzione di tali problematicheutilizzando le ICT per promuovere lasolidarietà e favorire il dialogo e ladistensione tra i popoli, cominciandodagli insegnanti e dai loro studenti.

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Il ciclo della Comunicazione TV

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La conoscenza e l’avvicinamento tra lepersone avvengono attraverso: ■ il sito: www.bottegacd.it;■ l’invio di news, tendenzialmente men-sili, sulle attività svolte a oltre 4.200 indi-rizzi di persone di tutto il mondo;■ l’attività di collaborazione in presen-za e in videoconferenza con insegnan-ti e alunni di vari Paesi, quali: Israele,Norvegia, Taiwan, Svezia, Cina, Palesti-na, Turchia.

“A WeBottega to the peace”

“A proposito della proposta di una ‘Bottega per la pace in Palestina’

è bella l’idea, ma se ci sono alcune difficoltà a farla sul posto,

si potrebbe realizzare un laboratorio di tipo virtuale; ciò vuol dire

un laboratorio situato in posti anche separati tra loro, un laboratorio

di collaborazione cioè un ‘collaboratorio’”14.

È in atto il progetto15 “A WeBottega tothe peace”, che prevede la realizza-zione di un sito Web specifico, a cuicollaborano insegnanti e studenti di

scuole napoletane, palestinesi edisraeliane, che possa divenire neltempo una Bottega virtuale consen-tendo incontri sul Web più facilmen-te che in presenza, superando diffi-coltà di diverso tipo, oltre quello dilingue e culture differenti, e inizian-do a costruire ponti di comunicazio-ne al di là e contro i diversi tipi di“muro”, non solo fisici, esistenti. Nel marzo 2006 abbiamo ospitatoinsegnanti palestinesi ed israelianiche, insieme ai napoletani, si sonoimpegnati in dialoghi, laboratori eorientamenti educativi tra culture perun confronto sulle rispettive esperien-ze, volte a favorire l’inclusione, la par-

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Questa frase viene tradotta nella linguaoriginale da qualsiasi delegazione scola-stica ospite in Bottega:

In lingua cinese

In lingua svedese

In lingua inglese

The flag of the peace is composedfrom different colors united in a rain-bow: different the colors of the flags,so the languages, the colors of theskin, the races and the ways ofthinking […] When the people of dif-ferent races, languages, religionsmeet, the peace is not so far awayand the war suddenly disappear […].

“La bandiera della pace è compostada diversi colori uniti nell’arcobaleno,come diversi sono i colori delle ban-diere, le lingue, i colori della pelle, lerazze e i modi di pensare […] La Bot-tega favorisce l’incontro tra studenti didiversi popoli […] Quando i popoli didiverse razze, lingue, religioni siincontrano, si avvicina la pace e laguerra si allontana […]”.

Il progetto“A WeBottega to the peace”consente incontri sul Web più facilmenteche in presenza, superando difficoltà di diverso tipo

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tecipazione e la convivenza. Alla finedell’incontro è stata sperimentaltaamche la Pizza-pace. Solo con la cono-scenza reciproca ed il lavoro in comu-ne si possono fare piccoli passi nelcammino della pace; in poche, masignificative, giornate vi è stata unasorta di integrazione umana e lavorati-va, si è evidenziata sempre di più ladisponibilità a stare insieme, a fareinsieme, non prestando più l’inizialeattenzione, alla diversità. La WeBottega per la pace è, e può esse-re, un luogo fisico e virtuale cui posso-no partecipare scuole, Enti, istituzioni,che intendono favorire la conoscenza,il dialogo e le relazioni tra i popoliisraeliano e palestinese. In questomodo, la scuola funge da traino e semolte scuole palestinesi ed israelianesi collegheranno tra loro e con lenostre scuole, estendendo il collega-mento ad altre scuole napoletane (dellaCampania, dell’Italia e dell’Europa),allora, forse, si riuscirà a parlare dipace più efficacemente.

Educazione Ambientale e Sviluppo Sostenibile

Il “popolo degli uomini” o pellerossaviveva, come altri antichi popoli sparsisul pianeta, in armonia con il proprioambiente, attuando, prima del Proto-collo di Kyoto, un’accorta politica digestione, salvaguardia e preservazionedel territorio. In armonia con l’educa-zione per i nuovi stili di vita, e rite-nendo che la scuola debba diveniresempre più centro di proposte, luogodi elaborazione culturale, fattore attivodi cambiamento, si propone unmodello di sviluppo possibile e prati-cabile individuando alcuni aspetti delrisparmio energetico e dello svilupposostenibile che sia possibile realizzarecon le energie rinnovabili e facendodivenire gli studenti anche “sollecita-tori” degli adulti, non solo in ambitofamiliare. Perciò si organizzano labo-ratori didattici, per qualunque tipo discuola con il CEA (Centro di Educa-zione Ambientale) dell’ITI “Righi eVIII”, sulle energie rinnovabili (bio-masse, fotovoltaico, celle ad idrogeno,eolico), sulla raccolta differenziata e ilriciclo oltre al risparmio energeticocon opportuni questionari-impegni. I laboratori-animazione sono attuatiattraverso l’osservazione, la ricerca,l’espressività (con pensieri, frasi, dise-gni, slogan), la progettualità e infinel’assunzione di un impegno personale.

Esempio di attività “Villaggio del sogno di un’energia pulita”(Exposcuola16 – Università di Salerno, Campus di Baronissi– novembre 2006)

“Noi siamo la gente che non taglia gli alberi;gli alberi reggono il cielo;

il cielo crea i sogni;solo dai sogni nasce la saggezza”.

Anonimo pellerossa

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Si organizzano laboratori didatticisulle energie rinnovabili, sulla raccolta differenziata e il riciclooltre al risparmioenergetico con opportuni questionari-impegni

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Sarebbe stato più semplice impostarenel villaggio del sogno di un’energiapulita alcuni laboratori, limitandoci afornire informazioni, far vedereesempi con una semplice esposizio-ne. Invece abbiamo voluto sottolinea-re l’importanza del “fare per essere” esoprattutto di contribuire in primapersona alla progettazione di un pic-colo sogno, che tale non è. L’obiettivoè stato quello di agire su due livellicruciali: l’attivazione di contesti diriflessione, discussione, e l’“ideazio-ne” di ipotesi di piccoli impianti che

debbano usare solo energia pulita,fonti rinnovabili e, soprattutto, la tra-sformazione del comportamentoindividuale, rispetto al risparmioenergetico.Per stimolare e sollecitare gli studenti, sisono realizzati tepee-stand autonomi(tepee = tenda pellirossa), con una capien-za di 20-25 bambini, dedicati ai settori: ■ fotovoltaico;■ eolico;■ biomasse;■ celle a combustibile;■ raccolta differenziata e riciclo,

realizzando oltre 50 “momenti labo-ratoriali” per un totale di circa 1.300studenti.In ciascun settore, gestito di volta involta dalle scuole aderenti all’iniziativa,si è realizzata una sorta di “Bottega del-l’energia pulita” ove si è svolta un’atti-vità di animazione-dimostrazione incui i diversi studenti hanno realizzatoun prodotto sotto forma di testo scritto,disegno, fumetto, ecc., e, nel settore“raccolta differenziata e riciclo”, alcunerealizzazioni con materiali riciclati. Si èutilizzata una didattica collaborativa,attraverso cui gli insegnanti e studentihanno lavorato insieme, aiutandosi avicenda per imparare ad usare vari stru-menti e risorse, appropriandosi deimodi di vedere ed agire del gruppo dicui erano parte. In questo modo sivuole mettere in moto processi educati-vi critici, attuati con metodi partecipati-vi, in modo che ai contenuti tecnicivenga anche associata una dimensionepiù prettamente formativo-pedagogica.

Fotovoltaico-Eolico

Con semplici celle fotovoltaiche,applicate a piccoli “giocattolini” conpiccoli motori, viene illustrato il fon-damentale apporto energetico che ilsole ed il vento possono fornire. Inol-tre vi è la “produzione” di un testoscritto, disegno, fumetto, ecc., daparte degli studenti partecipanti sui

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Si è realizzata una sorta di “Bottegadell’energia pulita”ove si è svolta un’attività di animazione-dimostrazione in cui i diversi studentihanno realizzato un prodotto

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temi affrontati come “progettazione”di idee applicative.

Biomasse e Celle a combustibile

Si è mostrato come dall’idrogeno sipossa ottenere tanta energia; energiapulita dall’acqua! In questo tepee glistudenti hanno partecipato ad un’ani-mazione-dimostrazione con un pic-colo apparecchio fornito di celle elet-trolitiche ed inoltre si è mostratocome il trasformarsi della terra, omeglio delle biomasse, produca ener-gia pulita che non inquina e che può

sostituirsi completamente a quelliche sono i combustibili di natura fos-sile. Anche qui c’è stata la “produzio-ne” di un testo scritto, disegno,fumetto, ecc., da parte degli studentipartecipanti, sui temi affrontati.

Raccolta differenziata e riciclo

Il tepee del riciclo, la stella che ritornarappresenta le bellezze delle cose chevengono gettate, cose che posseggonouna ricchezza che può essere riutilizzatae non abbandonata. In questo tepee glistudenti hanno partecipato ad una sem-plice animazione-dimostrazione di rea-lizzazione di piccoli oggetti con materia-li riciclati. Anche in quest’occasione si èprevista la “produzione” di un testo scrit-to, disegno, fumetto, ecc., da parte deglistudenti partecipanti sui temi affrontati.

Questionario “Impegno sui consumienergetici: dalle intenzioni ai fatti”

In conformità al desiderio di cambia-mento degli stili di vita e di consumo,ogni partecipante all’Expo, alunno oinsegnante, ha avuto la possibilità diriempire una scheda, informatizzatagestita da PC, per rispondere in rete,anche da qualunque parte del mondo, adomande sui consumi e scelte perrisparmiare energia, con un “solenneimpegno” personale nei comportamenti,rilasciato stampato su carta riciclatacome “memoria” e memorizzato in realtime in banca dati sul sito. Con questerealizzazioni si è voluto ottenere unadivulgazione in termini chiari e semplicidelle nozioni basilari così come richiestodall’UNESCO per la settimana DESS.Infine, tutti i prodotti realizzati nei sin-goli “laboratori”, i dati relativi alla rac-colta differenziata e i questionari-impegni sul risparmio energetico sonostati assemblati in un unico supportomultimediale. Questa attività svolta ad Exposcuola haottenuto il riconoscimento dell’UNE-SCO per la settimana DESS sullo svi-luppo sostenibile.

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IN PRIMO PIANO“C’è un grande prato verde…”

L’attività svolta ad Exposcuola ha ottenuto il riconoscimento dell’UNESCO per la settimana DESSsullo sviluppo sostenibile

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Dall’alternanza Scuola-Lavoro allaTransizione Scuola-Lavoro

Con le attività della Bottega collabora laCooperativa di Transizione Scuola-Lavoro17 “Fly Up” costituita da ex stu-denti e studenti maggiorenni dell’ITI“A. Righi e VIII”, cui contribuisconoanche studenti in funzione di appren-distato, interessante esempio di transi-zione scuola-lavoro. Gli studenti che frequentano la Botte-ga possono poi collaborare come

apprendisti con la Cooperativa e allamaggiore età possono divenire soci atutti gli effetti18. La Cooperativa costituisce il “bracciooperativo” della Bottega che non sareb-be potuta esistere altrimenti. I giovanioperatori svolgono molto il ruolo di“esperti” delle attrezzature, oltre all’in-dispensabile ruolo di tutor per gli stu-denti (con un’interessante esempio digiovane che si è realizzato, per gli stu-denti a rischio di dispersione) e gliinsegnanti che svolgono il loro percor-so didattico in Bottega.

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La Cooperativa di Transizione Scuola-Lavoro “Fly Up” costituisce il “braccio operativo”della Bottega

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Tra le altre attività vengono realizzatipercorsi di alternanza scuola-lavoroper studenti del IV anno delle specia-lizzazioni Informatica o Elettronica eTelecomunicazione (la Cooperativa èdiventata partner dell’Istituto) sulletematiche proprie della Bottega edella simulazione dei processi produt-tivi nell’ambito di stampa, grafica,video, multimedialità (settori di pre-

minente intervento da parte dellaCooperativa). Inoltre, gli operatori,della Cooperativa stanno acquisendoulteriori competenze “didattiche” talida farli essere chiamati come espertiin diverse realtà scolastiche del centrostorico di Napoli e della cintura peri-ferica, con interessanti prospettive dieventuali “gemmazioni” della Bottegae della sua metodologia.

Conclusioni? Un laboratorio didatticoper i docenti

Credere in una scuola del cambiamentoè possibile, se gli insegnanti hanno l’op-portunità di verificare in proprio e sulcampo le effettive possibilità realizzativedi una scuola collaborativa che utilizzale ICT. Per insegnare diversamenterispetto a come veniva loro insegnato, idocenti del Terzo millennio hanno lanecessità di credere in un cambiamentopossibile, sperimentandone insieme adaltri docenti la effettiva realizzabilità.Necessita un insegnante che sia un edu-catore tra/con i media, che sappia ado-perarli e farli adoperare nell’attivitàdidattica quotidiana. Per questo motivo, soprattutto gli inse-gnanti meno giovani, devono essere“sopportati” nello sperimentare nuovemodalità di insegnamento/apprendi-mento, spesso viste con sospetto, senon addirittura contrastate e non sem-pre riconosciute come legittime. Negli ultimi anni, la Bottega è divenu-ta “fucina” di sperimentazione di corsiper docenti:■ corso di formazione per il progettoHelianthus 2 di Educazione Ambientale;■ corso di formazione ENIS “Come inse-rire le ICT in una didattica collaborativa”;■ corso di formazione per gruppi didocenti dell’ITI “A. Righi e VIII” con-tro la dispersione scolastica.

L’esperienza maturata ci indica cheoccorrono corsi di formazione labora-toriale in cui si sperimentano percorsinuovi e le potenzialità del lavoro colla-borativo e cooperativo e della negozia-zione dei significati, in cui si impara arafforzare l’autostima, prima deidocenti e, successivamente, degli stu-denti, e a renderli consapevoli dellaloro facoltà di interazione e di decisio-ne. Così si aiuta l’individuo a costruire,a rafforzare la propria identità, fornen-do un notevole contributo allo sviluppo

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della “cittadinanza” e della democrazia.Il modello lineare di istruzione, allora,implode sotto la spinta di un ambiente“allargato” in modo cognitivo; l’inse-gnante non rappresenta più l’unicodepositario del sapere e l’insegnamen-to si trasforma con i maestri-guide e glistudenti-apprendisti, lavorando insie-me agli stessi progetti. Allora, anchel’apprendimento si trasforma e le pare-ti delle aule si inclinano verso l’ester-no, il tetto si scoperchia e si intravede

il cielo. I collegamenti ad Internet e almondo esterno, anche attraverso laMedia Education e l’uso delle ICT, pos-sono favorire la modificazione in sensocollaborativo del fare scuola, costituen-do, così, una sorta di “grillo parlante”positivo che può divenire un vero“cavallo di Troia”, capace di spezzare lecatene dell’ammuffito isolamentodidattico-culturale, ancora molto peri-colosamente diffuso tra le nostre pare-ti scolastiche. Ad maiora!!!

1 Alcune riflessioni esposte in questo articolosono state già parzialmente pubblicate in: Geni-to L., Una didattica collaborativa con le I.C.T. in“Bottega”, Didamatica, Cesena, 2007.2 OECD-UNESCO, 2001.3 OECD-CERI 1994, OECD-CERI 1998, OECD-UNESCO, 2001.4 Per diversi anni è stato considerato dalla Dire-zione generale dell’Ufficio Scolastico Regionaleper la Campania un progetto contro la disper-sione scolastica, di utilità provinciale.5 M. Comoglio, Il Cooperative Learning, Atti delConvegno sulla dispersione scolastica, UfficioStudi Provveditorato di La Spezia.6 F. Frabboni, Interdisciplinarietà, Voci dellaScuola, vol. V, Notizie della scuola.7 Finanziato dall’Assessorato alle Politiche For-mative della Provincia di Napoli.8 G. Biondi, La necessità di una nuova visione. Gliambienti di apprendimento e la nuova scuola, 12dicembre 2006, www.indire.it.9 Le attrezzature presenti in Bottega, inizial-mente frutto di un finanziamento del Comunedi Napoli con la Legge 285/97, sono state inte-grate negli anni dall’ITI “A. Righi e VIII” e, ulti-mamente, con un finanziamento europeo di unprogetto PON 4.1 dei Centri Risorse contro laDispersione Scolastica e la FrammentazioneSociale che ne ha consentito il completamento.10 Con il contributo dell’Assessorato all’Educa-zione del Comune di Napoli.11 Finanziato dall’Assessorato alle Politiche For-mative della Provincia di Napoli.12 La videoconferenza è rientrata in un eventosullo sviluppo sostenibile organizzato da NovaEnergy.13 La videocronaca di alcuni momenti dellaMarcia di Barbiana si trova sul sito www.botte-gacd.it.14 Derrick de Kerckhove, “guru” mondiale dellaComunicazione Digitale, professore all’Univer-sità di Toronto e direttore del McLuhan Programper la cultura e la tecnologia.15 Con il contributo dell’Assessorato all’Educa-zione del Comune di Napoli.16 Exposcuola è una kermesse per la scuola, forsela più importante dell’Italia meridionale, orga-nizzata ogni anno dal 2000 dalla Bimed diSalerno per conto dell’Assessorato alla Scuoladella Provincia di Salerno, cui partecipano deci-ne di migliaia di studenti.17 Nata nel 2002 in seguito ad un progetto delMinistero della Pubblica Istruzione con finan-ziamento CIPE (72 esperienze in tutta Italia).18 Dalla sua costituzione ad oggi sono “transi-tati” nella Cooperativa “Fly Up” oltre 50 studen-ti, la maggior parte dei quali è inserita in varieattività.

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Bibliografia

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