CRO News gennaio-marzo 2009

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CROnews 2009 gennaio - marzo CRO trimestrale V. 3 (1) 2009 - www.cro.it Centro di Riferimento Oncologico - Istituto Nazionale Tumori - IRCCS - Via Franco Gallini n° 2, Aviano (Pn) - Tel. 0434 659111 www.cro.it copia gratuita highlights Professione Anestesista attività formativa al CRO parliamo di... Un antibiotico contro i linfomi dell’orbita Formazione e tutorato in un Istituto Scientifico Convegni Scrivere, parlare, cantare... di vita Area Giovani Si apre il sipario... il CRO incontra i giovani insieme ai Papu l’angolo della Biblioteca recensioni libri di svago videoteca Un film per stare insieme URP e arte come supporto terapeutico Dieci anni di opere d’arte al CRO Associazioni di volontariato Le Associazioni si raccontano...: ASSOCIAZIONE FRIULANA DONATORI DI SANGUE Organizzazioni no-profit Sono attivi al CRO I Papu al CRO sono… “Belli, monelli e ribelli” Oltre lo sguardo. Comunicazione in oncoematologia pediatrica I libri: gli amici più pazienti 1 flash on... Il ruolo della chirurgia nel trattamento dei tumori Harald Zur Hausen, Premio Nobel 2008 per la Medicina

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CRO News gennaio-marzo 2009

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CROnews2009

gennaio - marzo

CRO trimestrale V. 3 (1) 2009 - www.cro.it

Centro di Riferimento Oncologico - Istituto Nazionale Tumori - IRCCS - Via Franco Gallini n° 2, Aviano (Pn) - Tel. 0434 659111www.cro.it

copia gratuita

highlightsProfessione Anestesista

attività formativa al CRO

parliamo di...Un antibiotico contro i linfomi dell’orbita

Formazione e tutorato in un Istituto Scientifico

Convegni

Scrivere, parlare, cantare... di vita

Area Giovani

Si apre il sipario... il CRO incontrai giovani insieme ai Papu

l’angolo della Biblioteca

recensioni libri di svago

videotecaUn film per stare insieme

URP e arte come supporto terapeuticoDieci anni di opere d’arte al CRO

Associazionidi volontariato

Le Associazioni si raccontano...:ASSOCIAZIONE FRIULANA

DONATORI DI SANGUE

Organizzazioni no-profitSono attivi al CRO

I Papu al CRO sono… “Belli, monelli e ribelli”

Oltre lo sguardo. Comunicazionein oncoematologia pediatrica

I libri: gli amici più pazienti

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flash on...Il ruolo della chirurgia

nel trattamento dei tumori

Harald Zur Hausen,Premio Nobel 2008 per la Medicina

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L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

I Papu al CRO sono:“Belli, monelli e ribelli”

Oltre lo sguardo. Comunicazione in oncoematologia pediatrica

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

Dieci anni di opere d’arte al CRO

RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

I libri: gli amici più pazienti

VIDEOTECA

Un film per stare insieme

Natale al CRO

Alcune iniziative natalizie

sostegno al malato

La radioterapia guidata dall’immagine: Restitu ClarityTM Prostate System

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

Le Associazioni si raccontano...ASSOCIAZIONE FRIULANA DONATORI DI SANGUE

ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

Sono attivi al CRO

associazione sportiva PLAÌS

Incontro con Nives Meroi

trimestrale2009 - V. 3 (1)gennaio 2009

in questo numero

CROnews

Direttore responsabileDr. Paolo De Paoli

notizie dell’ultima ora

Un Editoriale sul Journal of Clinical Oncology per l’attività di ricerca della SOC “Farmacologia Sperimentale e Clinica”

Seconda edizione del corso teorico-pratico di colonscopia virtuale

Caratterizzazione multiparamentrica diagnostico-prognostica delle sindromi linfoproliferative

attualità

Accreditamento all’eccellenza secondo Accreditation Canada

Proseguono i lavori di ampliamento dell’ospedale

HIGHLIGHTS

Professione Anestesista

FLASH ON...

Il ruolo della chirurgia nel trattamento dei tumori

PARLIAMO DI...

Un antibiotico contro i linfomi dell’orbita

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

Formazione e tutorato in un Istituto Scientifico

Harald Zur Hausen, Premio Nobel 2008 per la Medicina

Convegni

AREA GIOVANI

Scrivere, parlare, cantare... di vita

Si apre il sipario... il CRO incontra i giovani insieme ai Papu

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Attilio Rossettifotografo

Diplomato in Servizio Sociale all’Uni-versità di Siena e in Scienze delle Religioni a Milano, da sempre si oc-cupa di temi a carattere sociale. Ha conseguito il diploma in Fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Milano, che gli ha consentito di ap-profondire la ricerca estetica. Lavora principalmente nell’ambito della “fo-tografia sociale” e i suoi lavori sono stati pubblicati sui principali settima-nali nazionali. Da alcuni anni lavora all’approfondimento della fotografia ritrattista.Ha curato il “racconto fotografico” di diversi libri, alcuni dei quali dedicati ai bambini e ai ragazzi malati di tumo-re. Ricordiamo tra questi: Andrea ti aspetto a San Siro. Viaggio fotogra-fico dal buio alla luce (Proedi Editore, 2005); Magica Cleme. Terapia della felicità (Proedi Editore, 2006), Noi ragazzi guariti (Ancora, 2008) e Non chiedermi come sto ma dimmi cosa c’è fuori (Mondadori-Electa, 2008).Approfondimenti al sito:http://www.attiliorossetti.it/

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notizie dell’ultima ora

Seconda edizione del corso teorico-pratico di colonscopia virtuale

Il 31 ottobre 2008 presso il CRO di Aviano si è tenuta la seconda edizio-ne del corso teorico-pratico di co-lonscopia virtuale, organizzato dalla SOC di Radiologia di questo Istituto a cui hanno partecipato 15 medici radiologi provenienti dal Triveneto con l’obiettivo di imparare i fonda-menti teorici e pratici necessari per eseguire e refertare una colonscopia virtuale. La colonscopia virtuale è un’indagine radiologica non invasiva che consente di individuare polipi e lesioni tumorali del colon attraverso una TAC eseguita a bassa dose di radiazione. Presentata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1994 e in-trodotta in Italia nel 1998, negli ultimi anni, grazie all’affinamento della tec-nologia e dell’esperienza dei radiolo-gi, da oggetto di ricerca è diventata strumento diagnostico in uso nella pratica clinica (al CRO è utilizzata dal 2002). Infatti, in mani esperte e di-sponendo di adeguati macchinari ha un’ottima accuratezza diagnostica nell’individuare lesioni clinicamente significative (tumori e polipi con dia-

Un Editoriale sul Journal of Clinical Oncology per l’attività di ricerca della SOC “Farmacologia Sperimentale e Clinica”

Importanti riconoscimenti e risultati raggiunti dall’Unità operativa di Far-macologia Sperimentale e Clinica del CRO diretta dal Dr. Giuseppe Toffoli: in futuro saranno i test ge-netici guidare la terapia nel paziente oncologico.L’attività di ricerca sulla farmacoge-netica che caratterizza questa Uni-tà operativa ha avuto recentemente importanti riconoscimenti scientifici. La farmacogenetica, cioè lo studio dei geni del paziente, implicati nel-la risposta ai farmaci, rappresenta un’importante strategia per perso-nalizzare la terapia antitumorale: cioè somministrare a ciascun paziente il farmaco giusto al giusto dosaggio. Tutti sanno che i farmaci antitumora-li possono avere attività ed effetti di tossicità molto differenti fra i pazienti che ricevono questi composti, ma le attuali strategie su cui viene basata la scelta del farmaco ed il relativo do-saggio non sempre offrono risultati soddisfacenti nel limitare questa va-riabilità. La conclusione del “proget-to genoma” cioè il sequenziamento dell’intero genoma dell’uomo, ha permesso di capire che la variabilità nella risposta ai farmaci antitumorali può dipendere dalla struttura di spe-cifici geni dell’individuo. Lo studio degli effetti e la caratterizzazione di queste varianti genetiche (polimor-fismi) può risultare di fondamentale importanza nell’individuare i sogget-ti che potranno giovarsi dell’effetto antitumorale del trattamento, nella scelta del farmaco, nell’ottimizzazio-ne del dosaggio e nella personaliz-zazione della terapia. In futuro saran-no, quindi, i test genetici a guidare la terapia nel paziente oncologico.Uno studio, coordinato dal Dr. Tof-foli, che ha visto la collaborazione di importanti Istituzioni oncologiche Nazionali e Internazionali, è stato re-centemente accettalo per pubblica-zione sulla prestigiosa rivista Journal

Clinical of Oncology a cui l’editore dedicherà anche uno speciale com-mento (editoriale). Il lavoro, frutto di una collaborazione fra ricercatori del CRO (il primo nome del lavoro è del-la Dr.ssa Erika Cecchin, una ricerca-trice con un importante curriculum scientifico sulla farmacogenetica alle spalle), l’Università di Chicago (USA) e importanti istituzioni Oncologiche italiane, ha identificato le varianti ge-netiche responsabili della tossicità nei tessuti normali e della risposta dei tumori all’irinotecano, un farma-co antitumorale comunemente im-piegato nella cura di alcune impor-tanti patologie neoplastiche come il tumore del colon. I risultati di questo lavoro potranno avere conseguen-ze concrete per definire i pazienti ai quali la terapia potrà essere vera-mente efficace e quelli a cui il trat-tamento non è potenzialmente utile. Basterà fare un semplice prelievo di sangue, ma anche la sola saliva può essere sufficiente per fare questo test. L’interesse per questa attività di ricerca ha anche attratto l’attenzione di una industria di biotecnologie che, in collaborazione con alcuni ricer-catori della Unità di “Farmacologia Sperimentale e Clinica”, produrrà kit diagnostici per i test di farmacoge-netica che potranno essere utilizzati nei pazienti. Riconoscimenti scientifici per l’atti-vità di ricerca sulla farmacogenetica sono arrivati dalla comunità scien-tifica internazionale ed il Dr. Toffo-li è stato nominato membro del-l’”Irinotecan Consortium”, un gruppo di 7 ricercatori Internazionali a cui

sarà richiesto da parte di organismi regolatori come la Food and Drug Administration degli Stati Uniti, di definire le strategie per l’applicazio-ne degli studi sulla farmacogenetica dell’irinotecano nella pratica clinica

Il Dr. Giuseppe Toffoli, Direttore della SOC Farmacologia Sperimentale e Clinica, e il gruppo di lavoro

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metro superiore a 6 mm); inoltre, non essendo invasiva, è ben tollerata dai pazienti. Attualmente viene impiega-ta a completamento diagnostico di una colonscopia tradizionale incom-pleta, in pazienti compromessi in cui non è possibile o non è opportuno eseguire la colonscopia tradizionale o in pazienti che rifiutino di sottopor-si a tale esame.Il corso si è articolato in due sezio-ni: una breve introduzione teorica seguita da un’esaustiva esercitazio-ne pratica. Nella prima parte sono state spiegate le tecniche per pre-parare il paziente e per effettuare correttamente l’indagine, nonché le caratteristiche radiologiche delle principali malattie del colon; nella seconda parte i discenti si sono ci-mentati direttamente con una serie di casi clinici significativi che succes-sivamente sono stati discussi con i docenti, cosicchè ogni partecipante ha potuto esprimere i propri dubbi e ricevere una spiegazione efficace da parte degli esperti.Hanno partecipato al corso in qualità di docenti: il Dr. Daniele Regge, di-rettore dell’Istituto di Radiologia del-l’IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) dell’ospedale di Candiolo (TO), “padre” della co-lonscopia virtuale in Italia di cui ha promosso lo studio e la diffusione; il Dr. Sandro Morassut, direttore del-l’Istituto di Radiologia del CRO di Aviano; la Dr.ssa Mara Fornasarig, Gastroenterologa del CRO; la Dr.ssa Silvia Venturini, Radiologa del CRO e docenti provenienti dall’Università “La Sapienza” di Roma e dall’Uni-versità di Pisa. Il corso ha suscita-to grande interesse tra i radiologi al

punto che se ne sta progettando una terza edizione entro il primo seme-stre dell’anno prossimo, a conferma del ruolo di riferimento che il CRO in questi anni ha svolto e svolge in que-sto settore nel Triveneto.

I corsisti durante una lezione

Caratterizzazione multiparamentrica diagnostico-prognostica delle sindromi linfoproliferative

Il 10 novembre scorso, nella splen-dida cornice di Villa Policreti, si è te-nuto un convegno, organizzato dalla Società Italiana di Citometria Clinico-Sperimentale (SICiCS) in collabora-zione con il CRO di Aviano, intitolato “Caratterizzazione multiparamentrica diagnostico-prognostica delle sin-dromi linfoproliferative”. L’organiz-zazione scientifica del convegno è stata curata del Dr. Valter Gattei, responsabile del Servizio di Onco-Ematologia del CRO e membro del Consiglio Direttivo della SICiCS. La citometria è una tecnica di analisi della cellula tumorale estremamente utile e potente sia nella pratica clini-ca che nella ricerca in campo onco-ematologico, in quanto permette di analizzare, da un comune prelievo di sangue o da un aspirato di midollo osseo o di linfonodo, l’espressio-ne simultanea di diverse molecole espresse sulla superficie delle cellule tumorali di leucemia o linfoma. Per realizzare una accurata analisi delle caratteristiche biologiche delle cellu-le tumorali di leucemia o linfoma, è comunque necessario che i risultati

delle indagini citometriche siano in-tegrati con quelli di altre analisi ef-fettuate, ad esempio, a livello mole-colare, o a livello dei cromosomi o direttamente sui tessuti sede della malattia. Solo attraverso una inte-grazione dei risultati di queste varie tecnologie è possibile oggi realizzare un accurato inquadramento sia dia-gnostico (cioè “classificare” esatta-mente la malattia) che prognostico (cioè “prevedere” l’andamento clini-co della malattia diagnosticata) delle varie patologie onco-ematologiche.In questo senso, il convegno di Villa Policreti ha rappresentato un mo-mento di confronto di vari specialisti, riconosciuti in campo nazionale e internazionale, per raggiungere una proficua integrazione delle varie tec-nologie a disposizione per un cor-retto inquadramento clinico e per lo studio delle patologie onco-ematolo-giche. La giornata si è aperta, dopo il saluto del Direttore Scientifico del CRO, con l’appuntamento “clou” del convegno, vale a dire la “lectura ma-gistralis” tenuta dal Prof. Riccardo Dalla-Favera, una delle personalità scientifiche mondiali più importan-ti nel campo della genetica e del-la patognenesi dei linfomi. Si sono poi avvicendate relazioni di grande interesse scientifico tenute da vari esperti nel campo dell’onco-ema-tologia, come il Prof. Giovanni del Poeta dell’Università di Tor Vergata in Roma, il Prof. Gianluca Gaidano ed il Dr. Davide Rossi dell’Università del Piemonte Orientale, i Dr. France-sco Bertoni (IOSI, Bellinzona) e Fran-cesco Forconi (Università di Siena), la Dr.ssa Paola Omedè e il Dr. Mas-simo Geuna dell’Università di Torino. Per il CRO hanno parlato, oltre al Dr. Valter Gattei, i Dr. Diego Serraino e Vincenzo Canzonieri, responsabili dei Servizi di Epidemiologia ed Ana-tomia Patologica. Nonostante il con-vegno si sia protratto oltre l’orario stabilito, l’interesse dei partecipanti (più di cento provenienti da varie re-gioni italiane) è stato sempre eleva-to, come testimoniato dalle frequenti domande o richieste di chiarimento ed approfondimento provenienti dal pubblico. Solo la nebbia e qualche peoccupazione di chi doveva far ri-torno a casa in automobile hanno decretato la fine dell’incontro.

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Le motivazioni di una sceltaLa Direzione del CRO, in accordo con l’Agenzia Regionale della Sanità, ha deciso di intraprendere il percor-so verso l’accreditamento all’eccel-lenza secondo il modello proposto da Accreditation Canada (AC).Le motivazioni alla base della scelta di questo programma sono: l’affinità del sistema sanitario canadese con quello italiano, l’attenzione non solo ai bisogni di salute dei pazienti ma anche a quelli della comunità a cui i servizi sanitari sono rivolti, il coin-volgimento nel processo anche dei partner e di rappresentanti della po-polazione/comunità di riferimento.Altri elementi hanno motivato la scelta, in particolare, la possibilità di condividere l’esperienza di accredi-tamento secondo il modello cana-dese condotta da alcune aziende sanitarie venete. La Regione Vene-to, infatti, ha messo a disposizione il proprio know how e la documen-tazione necessaria (in particolare il manuale e gli standard), già adattata al contesto italiano. Inoltre, a livello internazionale, il CRO avrà la possi-bilità di confrontarsi con il Princess Margaret di Toronto, Ospedale on-cologico accreditato secondo il mo-dello AC, con il quale già intrattiene rapporti di collaborazione e di scam-bi scientifici.Cos’è Accreditation Canada Accreditation Canada è una orga-nizzazione canadese indipendente e senza fini di lucro, attiva dal 1958; costituisce il principale ente di ac-creditamento canadese e anche uno dei principali enti internaziona-li di accreditamento. La sua attività consiste nel definire standard e pro-grammi di accreditamento in ambito sanitario e sociosanitari al fine di ana-lizzare e migliorare la qualità dell’as-sistenza sanitaria e dei servizi offerti e nel fornire supporto e consulenza alle organizzazioni, dal punto di vista metodologico e culturale. I principi fondamentaliIl programma di accreditamento ca-

nadese si basa su alcuni principi rile-vanti tra i quali in particolare: - l’autovalutazione che si attua

mediante l’attività di team mul-tidisciplinari e multiprofessionali, con il coinvolgimento anche di rappresentanti della comunità di riferimento, dei pazienti/utenti, dei clienti esterni, dei fornitori di servizi e in genere dei cosiddetti “portatori di interesse”;

- la revisione tra pari, che viene ef-fettuata mediante visite effettua-te da professionisti sanitari con specifica esperienza e sottoposti a un rigoroso processo di sele-zione da parte di AC;

- la partecipazione dell’intera or-ganizzazione al processo di ac-creditamento.

Gli obiettivi e le aspettative Attivare il percorso di accredita-mento all’eccellenza rappresenta un impegno rilevante ma può rivelarsi, come indicato da coloro i quali han-no già condotto questa esperienza, anche un momento di crescita per l’intera organizzazione, perché: - accresce le possibilità di con-

fronto con altre realtà rispetto a standard internazionali: la tra-sparenza, l’apertura all’esterno, il “rendere conto” delle proprie attività alla comunità;

- consente di attivare, a partire dall’autovalutazione/valutazione, iniziative di miglioramento dei servizi offerti ai pazienti e utenti, alla luce anche dei risultati più re-centi della ricerca e della buona pratica sanitaria;

- migliora e aumenta la comunica-zione e collaborazione tra gruppi di lavoro e professionisti interni ed esterni;

- incrementa il coinvolgimento dei pazienti, delle organizzazioni dei cittadini, della comunità e dei partner locali nella migliore indi-viduazione della offerta di servizi.

L’avvio del percorsoLa collaborazione tra CRO e AC è stata formalizzata con delibera

Accreditamento all’eccellenza secondo Accreditation Canada

n° 171 del 3 luglio 2008.Nel settembre 2008 il programma di accreditamento ha preso avvio con l’individuazione e costituzione dei Team per l’autovalutazione.Raffaele Collazzo, Responsabile della Qualità e Sicurezza, è stato nominato Coordinatore dell’accredi-tamento. Questa figura rappresenta una sorta di ponte tra il CRO ed AC e ha il compito di garantire il miglior progredire delle attività. Lo coadiu-veranno in tale compito due collabo-ratori a tempo parziale.Ogni Team è guidato da un Team Leader che ha il compito di organiz-zare e motivare il gruppo, facilitarne il lavoro, rinforzare il lavoro di squadra, promuovere la partecipazione di tutti i componenti.Al CRO di Aviano, tenuto conto del-la sua missione e della sua specifica organizzazione, sono stati individua-ti standard riferiti a sette aree e, di conseguenza, sono stati predisposti 7 team di autovalutazione:1) Team “Leadership e Partner-

ship“ (include coloro che hanno funzioni di governo/gestione del-l’organizzazione e partner ester-ni/portatori di interesse);

Tre Team dei servizi di Supporto:2) Team “Gestione dell’Ambiente”

(include coloro che hanno re-sponsabilità nelle funzioni di ge-stione delle risorse, manutenzio-ne della apparecchiature e degli automezzi, dei dispositivi medici, della infrastruttura, sicurezza, in-cidenti ecc);

3) Team “Gestione delle Risorse Umane” (include coloro che han-no responsabilità nelle funzioni di pianificazione del servizio, dota-zione di personale, pianta orga-nica, retribuzione, formazione, gestione di studenti e volontari, profili professionali ecc);

4) Team “Gestione dell’Informa-zione” (include coloro che hanno responsabilità nelle funzioni lega-te alle esigenze informative come pianificazione e valutazione delle

attualità

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esigenze formative, servizi di bi-blioteca, accettazione, protezione degli archivi, sevizi finanziari ecc);

Tre Team di servizi ai Clienti/utenti:5) Team “Oncologia Medica” (com-

presa radioterapia);6) Team “Chirurgia oncologica”

(comprese cure intensive e on-cologia ginecologica);

7) Team “Senologia”.La formazione Nel programma di AC un rilievo parti-colare è dato alla formazione, rivolta a tutte le persone coinvolte, a vario tito-lo, e nelle diverse fasi del processo.Il 18 giungo 2007 si è svolto al CRO il primo incontro intitolato: “Dall’ac-creditamento istituzionale all’ac-creditamento all’eccellenza – mo-delli ed esperienze” per illustrare il programma. Sono intervenuti per il CRO Giovanni Del Ben (Direttore Generale), Renata De Candido (Di-rettore Sanitario) e Paolo De Paoli (Direttore Scientifico), per l’ARS del FVG Simonetta Degano, per l’ARS del Veneto Marines Axerio e Cinzia Bon e per l’Azienda ULSS9 di Trevi-so Laura Cadorin.Erano presenti all’evento non solo dipendenti del CRO ma anche nu-merosi professionisti provenienti dalle strutture sanitarie pubbliche e private dell’area vasta pordenonese. In seguito, sono stati attivati incontri di informazione per illustrare i principi e le motivazioni dell’accreditamento, le modalità di avvio e implementa-zione del programma. Sono stati coinvolti i Direttori di Dipartimento e di Strutture Complesse e Semplici, gli operatori delle Direzioni Scientifi-ca, Sanitaria, Amministrativa e del-l’Ufficio Investimenti e Tecnologie, i responsabili delle posizioni organiz-zative, il personale del front-office, i rappresentanti delle Organizzazioni di Volontariato che operano e col-laborano con il CRO. Sono in pro-gramma altri incontri di informazione /formazione con gli operatori dei Di-partimenti dei Servizi e di assistenza clinica.L’11 dicembre si è svolto un incontro con il Dipartimento di Ricerca che è coinvolto, come tutta l’organizza-zione, nelle attività dell’accredita-mento, in modo diretto o indiretto. I giorni 20-23 ottobre 2008 sono stati dedicati in modo intensivo alla for-

mazione. Sono intervenute, in qua-lità di docenti, la Dr.ssa Magdalena Turlejski, International Accreditation Specialist di Accreditation Canada, e la Dr.ssa Laura Cadorin, coordinato-re del programma di accreditamen-to per la Azienda USSL9 di Treviso, struttura che nel 2007 ha ottenuto l’accreditamento all’eccellenza di Accreditation Canada. Ai diversi in-contri formativi sono intervenuti oltre 200 partecipanti.L’incontro del 20 ottobre, “ACCRE-DITAMENTO – Impegno per l’eccel-lenza”, era rivolto a tutti gli operatori del CRO non direttamente coinvolti nel team di autovalutazione e an-che ai partner esterni “portatori di interesse” nei confronti dell’Istituto. Sono state illustrate le caratteristi-che di AC, i principi fondamentali del programma, le modalità operative, le opportunità che possono derivarne e si è sottolineata in particolare la necessità del coinvolgimento di tutti i componenti dell’organizzazione a ogni livello di responsabilità. “Il circolo dei Leader e Governare il processo di accreditamento” è stato il modulo delle attività di for-mazione che nell’intera giornata del 21 ottobre ha coinvolto i componenti del Team “Leadership e Partnership” e i Team Leader dei restanti team di autovalutazione. Il gruppo compren-deva tutti coloro che hanno funzio-ni di governo dell’Istituto e i partner che, con lo stesso, hanno rapporti di rilievo, compresi ovviamente i rap-presentanti delle Associazioni dei Pa-zienti e di Volontariato e le Organiz-zazione sanitarie che si rivolgono alla medesima comunità e popolazione.Fornire ai pazienti cure e prestazio-ni sicure in un ambiente sicuro (per i pazienti e per gli operatori) è ele-mento chiave della valutazione per

l’accreditamento. Alla luce di questa criticità, un intero modulo formativo (dal titolo “Ottimizzazione dell’ec-cellenza dei servizi sanitari con Accreditation Canada – Sicurezza del paziente” tenutosi il 22 ottobre 2008) è stato dedicato alla illustra-zione delle prassi obbligatorie per l’ottenimento dell’accreditamento. In questa fase di formazione sono stati coinvolti tutti coloro che abbiano re-sponsabilità o funzioni correlate con la sicurezza. Infine, il 22 ottobre 2008 e il 23, i componenti dei team di au-tovalutazione, aggregati in 3 gruppi hanno affrontato, in tre distinti ma simili moduli, l’argomento “Consoli-damento del lavoro di team. - Rag-giungere standard di eccellenza”, hanno discusso problemi collegati al lavoro in team e hanno ricevuto in-formazioni sul processo di autovalu-tazione, sulla modalità di approccio e interpretazione degli standard, su come prepararsi alla visita finale.I 3 gruppi erano così composti: • gruppo 1: team Partnership e Leadership + team Gestione del-l’ambiente; • gruppo 2: team Gestione del-le Risorse Umane + team gestione dell’Informazione; • gruppo 3: team Servizi ai clienti/Utenti oncologia medica + chirurgia oncologica + senologia).I passi futuriIl programma ha preso avvio con-cretamente con le prime riunioni dei team, nei mesi di novembre-dicem-bre 2008 e gennaio 2009. Nei pros-simi numeri di CROnews saranno illustrati nel dettaglio gli aspetti or-ganizzativi, le fasi e i concreti pro-gressi del percorso che dovrebbe concludersi nel dicembre 2009, con la visita e il report dei valutatori canadesi.

Team di coordinamento: da sinistra I.P. M. Giacomini, Dr. C. Colussi, Dr. R. Collazzo, Dr. S. Frustaci, Dr.ssa T. Furlan, Dr. A. Steffan, Dr. M. De Cicco, Sig. S. Moro, Dr.ssa R. De Candido, Dr. A. Veronesi

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Stato di avanzamento dei lavori

Proseguono i lavori di ampliamento dell’ospedale

Opere già realizzate:• Completamento del basamento del piano sotterraneo del corpo nuovo.• Realizzazione della scala di emergenza e del ponte di col-legamento tra il blocco centrale e il corridoio di accesso ai denti del pettine (in attesa di collaudo).• Demolizione ex magazzino economale al piano sotterraneo e contestuale predisposizione degli spogliatoi per il personale dipendente (agibilità: primavera 2009).• Sono stati ottenuti i permessi per l’installazione del pre-fabbricato che accoglierà gli uffici amministrativi.• Spostamento degli Uffici del Bilancio, ora al piano terra vicino ai locali della SOC di Medicina Nucleare.• Spostamento del Servizio Formazione, ora al piano inter-rato del IV dente di pettine.• Getto del basamento per il prefabbricato che accoglierà gli uffici amministrativi (gennaio-febbraio 2009).

Opere in corso:• Lavori di adeguamento sismico degli ascensori di reparto destinati al personale. Conseguenze: blocco degli sbarchi al piano sotterrano, agibilità solo fino al piano terra; riduzione locali dell’archivio sanitario (piano sotterraneo); spostamento dell’archivio della radiologia in altri spazi.• Compattazione di tutti gli ambulatori di Oncologia Medica al 4° dente del pettine. Rimangono al 1° piano del corpo centrale solo gli ambulatori di Chirurgia e Prevenzione Oncologica.• Inizio lavori zona ex Ufficio bilancio e Servizio Formazione al 1° piano per allestimento locali del nuovo Day Hospital.• Spostamento degli uffici: Affari Generali, Personale, Ser-vizio di prevenzione e protezione aziendale nel prefabbricato (entro 1° trimestre 2009).• Spostamento del Servizio di Cardiologia al piano terra (ex locali Affari Generali) e l’Ufficio Ritiro cartelle cliniche al piano terra (ex locali Ufficio Personale), verso maggio 2009.

attualità

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HIGHLIGHTS

HIGHLIGHTS

Professione Anestesista

non tutti sanno che ...

Quando si parla della professione di anestesista viene naturale pensare alla sala operatoria e a tutta l’attivi-tà ad essa correlata. Infatti, è tipico associare la figura dell’anestesista al professionista che, come un “angelo custode”, si prende cura del paziente durante la seduta operatoria, sorve-glia che le sue condizioni durante il “sonno forzato” siano stabili e sicure, dopo di che si pensa che egli esca di scena. Ma correlare il ruolo dell’ane-stesista solo a questo ambito è assai limitativo. Non tutti sanno che oltre a questo fondamentale intervento egli è chiamato ad intervenire in molti altri ambiti, soprattutto se opera in campo oncologico.

L’anestesista in un ospedale oncologico Il gruppo degli anestesisti in un Istitu-to di Ricerca Oncologico come il CRO svolge una serie di attività peculiari e di grande rilevanza.L’attività principale, analogamente a quanto fanno gli anestesisti di un qualsiasi ospedale generale, è quella relativa al percorso perioperatorio del paziente, cioè a tutto ciò che è ne-cessario fare prima, durante e subito dopo l’intervento. Tale percorso si compone di tre fasi. • La prima è costituita dalla visi-ta iniziale, preoperatoria, che ha lo scopo di valutare le condizioni del paziente ed eventuali fattori di rischio anestesiologico, per mettere il pa-ziente, se necessario anche con l’im-piego di farmaci, di approfondimenti diagnostici o trattamenti fisioterapici, nelle condizioni ideali per affrontare al meglio l’intervento. Questo primo approccio aiuta, al contempo, il pa-ziente a superare la naturale “paura” dell’anestesia; paura di quel momen-to di passaggio dallo stato conscio al “sonno anestesiologico” indotto dai farmaci. • La seconda fase comprende l’in-duzione farmacologica dell’aneste-sia, la sorveglianza e il mantenimento

della stabilità delle condizioni generali del paziente durante l’operazione, so-prattutto mediante un assoluto e con-tinuo controllo del dolore, che è fon-damentale per mantenere in equilibrio il sistema neurovegetativo. Il paziente “ben addormentato” facilita il lavoro del chirurgo e gli dà la tranquillità ne-cessaria per condurre al meglio l’in-tervento.• La terza prevede il risveglio del pa-ziente e la prescrizione del trattamen-to nell’immediato periodo postopera-torio. È una fase delicata che richiede particolare attenzione e accuratezza per evitare possibili conseguenze in-desiderate. Quanto più il dosaggio dei farmaci nel corso dell’anestesia è sta-to ben calibrato, tanto migliori saran-no le condizioni del paziente operato al risveglio e al rientro nella stanza di degenza, dove saranno applicate le prescrizioni dell’anestesista per il controllo del dolore e di tutti i possibili sintomi disturbanti (nausea, vomito, ansia, agitazione, brivido, ecc).Ma l’attività dell’anestesista legata alla chirurgia non termina qui. Egli, infatti, nel reparto di Terapia Intensiva segue l’immediato decorso postoperatorio (uno o più giorni) dei pazienti sotto-posti a interventi di alta chirurgia e dei pazienti che prima dell’interven-to presentavano condizioni generali poco stabili o critiche. Naturalmente in Terapia Intensiva l’anestesista segue anche i pazienti critici provenienti dai reparti di Oncologia Medica e Radio-terapia. Accanto a queste, che sono le più note a tutti, vi sono molte altre attività peculiari, forse meno cono-sciute, che normalmente gli anestesi-sti di un centro di ricerca oncologico sono chiamati a svolgere:1. L’assistenza e la sedazione del paziente fuori dalla sala operatoriaGli anestesisti sono chiamati ad inter-venire nel caso in cui la sedazione rou-tinaria praticata dal gastroenterologo non sia sufficiente al paziente che, per uno stato di particolare ansia o agita-zione, non tolleri procedure fastidiose

ma non dolorose, come la gastrosco-pia e la colonscopia, o quando, sof-ferente di claustrofobia, non tollera la posizione obbligata dentro la TAC o la risonanza magnetica. In questi casi l’anestesista interviene con la seda-zione farmacologica endovena (dal controllo dell’ansia fino, se necessa-rio, all’anestesia generale “leggera”).Alla sedazione viene associata l’anal-gesia (controllo del dolore) nei casi di procedure diagnostiche o terapeuti-che dolorose. Tra le prime si ricordano le procedure endoscopiche interventi-ve, quali la dilatazione dell’esofago, le ecoendoscopie esofago-gastro-ileali con biopsie multiple, le broncoscopie operative, le biopsie polmonari sotto TAC. Le seconde comprendono: a) la verteroplastica (consolidamento vertebrale), che consiste nell’iniezione sotto TAC attraverso un ago di uno speciale cemento dentro una o più vertebre, divenute fragili o crollate per osteoporosi o metastasi; b) la termoa-blazione, un trattamento che procura la distruzione con il calore di neoplasie o metastasi di diversi organi (fegato, polmone, rene) attraverso un ago la cui punta, raggiunto sotto guida ECO o TAC il tumore, viene portata ad alte temperature con la radiofrequenza; e altre ancora.2. La terapia del dolore e le cure palliativeGli anestesisti hanno un ruolo centra-le nel controllo del dolore dei pazien-ti oncologici e non. Tale ruolo deriva loro dalla profonda conoscenza dei farmaci impiegati per l’anestesia, mol-ti dei quali sono potenti analgesici, e dal frequente impiego in anestesia di procedure volte a bloccare i nervi che conducono il dolore, come le aneste-sie spinali, peridurali, i blocchi dei ner-vi periferici, ecc.Per il trattamento del dolore, l’aneste-sista dispone oggi di un ampio ven-taglio di farmaci che consente il con-trollo del sintomo nella quasi totalità dei casi. In alcuni pazienti con dolore resistente ai trattamenti farmacologici

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è possibile, talvolta, avvalersi di tratta-menti speciali che, addormentando o bloccando definitivamente i nervi de-putati a condurre gli stimoli dolorosi, liberano il paziente dal dolore. L’at-tenzione dell’anestesista, oltre che all’eliminazione del dolore, è volta alla prevenzione e al controllo di ogni sin-tomo disturbante la qualità di vita del paziente, attraverso le cure palliative. Tutti questi trattamenti sono a cura degli anestesisti in collaborazione con la SOS di Terapia del Dolore e Cure Palliative e con la SOS di Psicologia Oncologica, che stanno creando una rete nel territorio per la prosecuzione delle cure a domicilio.3. Le urgenzeOgni anestesista è anche Rianimato-re, pertanto, le emergenze-urgenze che mettono a repentaglio la vita del paziente sono demandate a questo specialista. Di fatto l’anestesista è de-putato ad affrontare giornalmente, 24 ore su 24, tutte le urgenze che richie-dono interventi di rianimazione. Alcuni esempi in oncologia sono: le gravi in-sufficienze cardiache e/o respiratorie, gli shock emorragici, settici e anafilatti-ci, gli scompensi metabolici, le compli-canze neurologiche acute.4. Il posizionamento dei cateteri venosi e non soloPer il trattamento della maggior parte dei pazienti oncologici è necessario l’impianto di un catetere venoso cen-trale (CVC). Infatti, la chemioterapia, la nutrizione artificiale endovenosa e al-tre sostanze, non tollerate dalle vene periferiche delle braccia, possono es-sere somministrate solo attraverso un CVC (tubicino, di silicone o poliureta-no) che viene posizionato in anestesia locale in una grossa vena del torace e che può essere impiegato, se ne-cessario, per mesi o anni. Esistono cateteri esterni e cateteri comple-tamente impiantati sottopelle (port). Per ragioni cosmetiche, psicologiche e pratiche, alla maggioranza dei pa-zienti viene consigliato l’impianto del port. Nel nostro Istituto l’impianto dei cateteri e dei port avviene a cura degli anestesisti. Il gruppo degli anestesisti si occupa anche del posizionamento di cateteri nella pleura a permanenza per il drenaggio di versamenti croni-ci, con la finalità di evitare al paziente punture ripetute.5. La nutrizione artificialePer ragioni associate alla patologia tumorale o ai trattamenti oncologici (chirurgia, chemioterapia, radiotera-pia) alcuni pazienti, per periodi più o meno protratti, non sono in grado di

alimentarsi per bocca. In questi casi l’anestesista stabilisce la modalità nutrizionale alternativa che può esser per via endovenosa attraverso il CVC (nutrizione parenterale), o per via inte-stinale (nutrizione entrale), attraverso una sonda posizionata in anestesia locale direttamente nello stomaco (gastrostomia-PEG) o nell’intestino (digiunostomia-PEJ). I pazienti in nu-trizione artificiale vengono seguiti dal-l’anestesista anche dopo la dimissio-ne dall’Istituto con visite periodiche di controllo e tramite i contatti con le strutture locali che si occupano di as-sistenza domiciliare.6. I bambiniIn campo oncologico, una delle attività più delicate che l’anestesista è chia-mato ad affrontare è quella associata alla radioterapia e chemioterapia dei bambini. In particolare, i trattamenti di radioterapia dei bambini molto piccoli (2-3 anni) sono possibili solo grazie alla presenza quotidiana e costante di un anestesista che provvede, anche con l’arte di indurre il sonno, a creare le condizioni necessarie per il tratta-mento. Spesso il bambino, soprattut-to se molto piccolo, non è in grado di collaborare e seguire le indicazioni dei medici, e di mantenere la posi-zione immobile durante il trattamen-to radiante. È qui che entra in gioco l’abilità e la professionalità del medico anestesista che interviene, sia per oc-cuparsi degli aspetti tecnici (posizio-namento CVC, sedazione, ecc), che dell’aspetto molto più importante e delicato relativo alla psicologia dei pa-zienti più piccoli. Le apparecchiature per la radioterapia sono delle mac-chine molto grandi e incombenti che possono impressionare causando

ansia e paura. L’anestesista, quindi, deve saper tranquillizzare il bambino, rispettare i suoi tempi di adattamento, sapergli parlare, rasserenarlo, entrare in empatia con lui. Questo approccio è particolarmente importante per fa-vorire l’accettazione della cura e au-mentare l’efficacia della terapia.7. La ricercaIn ciascuno dei campi di interesse menzionati, gli anestesisti del CRO svolgono anche attività di ricerca, come si desume dall’ampia produ-zione scientifica degli ultimi 20 anni. Tuttavia, i settori che li vedono mag-giormente impegnati nello studio cli-nico e sperimentale di metodiche e trattamenti innovativi sono la nutrizio-ne artificiale, la terapia del dolore e il cateterismo venoso centrale.

In conclusioneDa quanto descritto, emerge la cen-tralità della figura dell’anestesista in un Istituto oncologico. La sua attività al CRO spazia dall’anestesia in Sala Ope-ratoria alla Sedazione nei vari Servizi e Divisioni, dalla Terapia Intensiva alla Rianimazione, dalla Nutrizione Clinica alla Nutrizione Artificiale, dalla Terapia del Dolore alle Cure Palliative, dal Po-sizionamento di Presidi venosi centrali a quello dei Cateteri pleurici, dall’Assi-stenza all’anziano a quella del bambi-no, dall’Assistenza in Istituto a quella sul territorio. In ognuna di queste attività l’anestesista è coadiuvato da personale infermieristico preparato e motivato che ha una funzione di grande rilievo nell’as-sicurare la tempestività, la qualità e l’ef-ficienza delle prestazioni menzionate. Forse l’anestesista non è solo quello che ti fa venire sonno prima dell’ope-razione!

L’équipe di anestesisti che opera al CRO è formata da: Dr. Carlo Bertuzzi, Roberto Bortolussi, Maria Caserta, Fabio Fabiani, Dario Fantin, Augusto Fracasso, Marialuisa Malafronte, Mira Matovic, Mario Pegolo e Cristina Santantonio, ed è diretta dal Dr. Marcello De Cicco.Nella foto alcuni componenti del team.

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FLASH ON...

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Il ruolo della chirurgia nel trattamento dei tumori

dalla chirurgia oncologica all’oncologia chirurgica

La chirurgia è stata la prima e per molto tempo l’unica modalità di cura dei tumori “solidi”, cioè di quei tu-mori che nascono e crescono in un organo (colon, mammella, polmone, stomaco ecc), sotto forma di massa o ulcerazione e che, se ancora loca-lizzati, sono asportabili, per via chi-rurgica, assieme all’organo o parte di esso. Ciò si è reso possibile dopo l’introduzione dell’anestesia gene-rale e dei principi dell’antisepsi, av-venuti entrambi nella seconda metà del XIX secolo. Non molto dopo si è resa disponibile anche la radiote-rapia e solo più recentemente sono comparsi i farmaci antitumorali.

Le prime basi della tecnica chirurgica sono state poste tra la fine dell’Otto-cento e la prima metà del Novecen-to. Ma è soprattutto dopo la secon-da guerra mondiale che i chirurghi hanno proposto e perfezionato una serie di tecniche, fra cui quelle per il trattamento dei tumori, molte delle quali, opportunamente aggiornate, sono arrivate fino a noi. Se la chirur-gia in generale si basa su presuppo-sti scientifici derivanti dall’anatomia, dalla fisiopatologia e dall’anatomia patologica, la chirurgia dei tumori ha subito anche l’influenza delle cono-scenze, sempre più approfondite, della biologia del cancro (e delle rela-tive interpretazioni). Ad esempio: fino gli anni Settanta circa del secolo scorso, il chirurgo che operava i tumori agiva secon-do il criterio della “radicalità” basa-to sulla convinzione che il processo neoplastico iniziasse in un punto e si propagasse, ordinatamente, prima ai linfonodi collegati con quel territo-rio (locoregionali) e poi, da questi, al sangue circolante, con possibile for-mazione di metastasi a distanza. Da ciò derivava l’idea che, se il chi-rurgo fosse riuscito a circoscrivere e asportare “in blocco” il tumore pri-mario e i linfonodi a esso collegati, prima che le cellule maligne rag-giungessero il torrente circolatorio, sarebbe stato possibile guarire la

malattia. Questi criteri di “radicalità” furono introdotti primitivamente per i tumori della mammella (ad esempio la mastectomia radicale), ma furono in seguito applicati alla maggior par-te dei tumori solidi.È evidente che il criterio della radi-calità, con l’intento di asportare tutto il tumore, portava a concepire inter-venti sempre più allargati e demoliti-vi. A partire dalla seconda metà de-gli anni Settanta del secolo scorso, il criterio della radicalità ha cominciato a perdere credito dopo che la ricerca sperimentale aveva dimostrato che il tumore solido si poteva diffondere, in fase precoce, anche attraverso i ca-pillari del sangue con dispersione di cellule maligne agli organi distanti. Da qui la presa di coscienza che “curare” con il solo trattamento lo-coregionale (intervento chirurgico seguito o meno da radioterapia), poteva rivelarsi sufficiente solo per una limitata percentuale di tumori, soprattutto se diagnosticati in fase relativamente precoce. Si fece avan-ti così l’idea che fosse necessario associare al trattamento locale un agente antitumorale come la che-mioterapia che, interessando tutto l’organismo, andasse a colpire le cellule ormai sfuggite dalla sede di origine e ancora circolanti nel san-gue o già depositate in altri organi sotto forma di micrometastasi.

Prof. Mario Lise, consulente chirurgo presso il CRO

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Nasceva così la chemioterapia “adiuvante”, somministrata dopo il trattamento chirurgico. In tempi suc-cessivi si vide anche l’opportunità di usare la chemioterapia, talvolta as-sieme alla radioterapia, prima dell’in-tervento chirurgico stesso. Ciò non solo allo scopo di eliminare le even-tuali micrometastasi a distanza, ma anche per ridurre le dimensioni del tumore e, in certi casi avanzati, per trasformarlo da inoperabile a ope-rabile. Questa fu detta terapia neo-adiuvante. Questa evoluzione del pensiero me-dico ha rappresentato un passag-gio pratico e insieme concettuale di grande portata: non solo per le maggiori possibilità di curare alcuni tumori e di ottenere migliori risultati, come hanno dimostrato numerosi studi clinici, ma anche per le conse-guenze positive di ordine professio-nale e culturale. A cominciare dall’adozione del con-cetto di multidisciplinarietà, cioè un modo di lavorare per cui diversi specialisti si riuniscono per discutere sulle modalità con cui trattare ogni singolo paziente affetto da tumore e scegliere le terapie più appropriate ed efficaci. In secondo luogo ha as-sunto sempre maggiore importanza l’attenzione per la qualità di vita del paziente. Per i chirurghi, in parti-colare, si è sviluppata l’attitudine a perseguire una chirurgia, altrettanto efficace, ma meno invasiva e più ri-spettosa dell’immagine e della fun-zione corporea. Di conseguenza, il chirurgo oncolo-go, deputato precedentemente solo a “rimuovere” la massa tumorale, si è trasformato in una figura profes-sionale diversa, un oncologo chi-rurgo, elemento non più isolato, ma integrato in una squadra di differenti specialisti, ognuno con la sua speci-fica competenza nel trattamento dei tumori. Va altresì sottolineato che la chirurgia - ferma restante la neces-

sità di interazione con altre tecniche specialistiche – può essere utilizzata nei pazienti con cancro, in diversi momenti del percorso diagnostico-terapeutico. Vi può essere una chirurgia che agi-sce nell’area della profilassi, quando interviene per asportare un organo che, soprattutto su base genetica, è a rischio elevato di sviluppare un tu-more maligno (ad esempio, il colon o il colon-retto nei pazienti con po-liposi familiare); può agire ancora in fase di diagnosi per prelevare cam-pioni di tessuto da analizzare non altrimenti ottenibili; in fase di sta-diazione, al fine di stabilire in modo preciso quanto diffuso sia il tumore nell’organismo. Ovviamente, il suo contributo prin-cipale è quello del trattamento chi-rurgico del tumore primario, anche se il chirurgo è chiamato spesso a intervenire nella asportazione di me-tastasi o recidive di malattia. Infine, non si può dimenticare l’importante contributo che la chirurgia può dare alla palliazione con interventi che, pur non curando la malattia, fanno fron-te alle complicanze più gravi quali ad esempio l’occlusione intestinale, le emorragie, gli ascessi, o alcune si-tuazioni di dolore incoercibile.L’ambiente multidisciplinare ideale per l’oncologia chirurgica è senz’al-tro un Istituto specializzato per la cura dei Tumori, come quello di Aviano, dove sono riuniti fisicamen-te diversi specialisti oncologi, dove sono spesso ricoverati pazienti con patologie complesse, e dove, non da ultimo, si può contare sull’indi-spensabile contributo del laborato-rio di biologia molecolare, dedicato alla ricerca. Poichè, tuttavia, non è pensabile che tutti i tumori possano essere operati in un unico Istituto è evi-dente che parte dei pazienti dovrà trovare accoglienza in ospedali ge-nerali, adeguatamente attrezzati, sia

per la chirurgia dei tumori che per i trattamenti radio e chemioterapici. Rimane tuttavia indispensabile che anche in questi ambienti sia creata e condivisa la cultura della multidi-sciplinarietà, e che siano seguite le linee guida più recenti di diagnosi e trattamento.In conclusione, la chirurgia dei tu-mori, o meglio l’oncologia chirurgi-ca, vanta una lunga storia durante la quale ha saputo aggiornarsi e defi-nire il proprio ruolo accanto alle altre discipline oncologiche, basandosi sempre più sui dati della ricerca cli-nica e sperimentale. Questo non ha reso più facile il lavoro del chirurgo, ma anzi gli ha posto nuo-vi problemi, gli ha richiesto di adottare nuove tecniche e lo ha indotto a mo-dificare le proprie indicazioni.Certo, la ricerca e la scienza dei far-maci stanno facendo grandi passi avanti e non è escluso che un doma-ni il cancro possa essere prevenuto o trattato con i soli farmaci, come una malattia cronica, quale ad esempio il diabete, e soprattutto affrontato senza quelle paure e quelle angosce che ancora oggi lo accompagnano. Ci sarà ancora bisogno a quel tem-po della chirurgia? Forse no o in pic-cola parte, ma certo quel tempo non sembra essere vicino. Per il momen-to è piuttosto vero il contrario. Le strategie nella lotta ai tumori, oggi e nel prossimo futuro, si basa-no sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce, quest’ultima messa a pun-to con metodi quali gli screening di vario tipo, ma anche con tecniche attualmente in studio come la siero-proteomica e le nanotecnologie: tec-niche che consentiranno di scoprire, analizzando un semplice campione di sangue, la presenza di tumori in fase precoce, e quindi tali da poter essere asportati completamente dal chirurgo. Ci sarà quindi bisogno, per lungo tempo, dell’oncologo chirurgo.

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PARLIAMO DI...

PARLIAMO DI...

Attualità in tema di infezioni e tumori

Il rapporto tra agenti infettivi e svilup-po di tumori è un argomento che, negli ultimi anni, ha occupato una significativa porzione della letteratu-ra scientifica. L’importanza di questi studi in termini di ricadute cliniche a beneficio dei pazienti è stata recen-temente sottolineata dall’attribuzione del Premio Nobel per la medicina a ricercatori che hanno scoperto virus responsabili di alcuni tumori umani molto diffusi, quali il virus del papillo-ma che è causa del carcinoma della cervice uterina. Ma non sono soltanto i virus a essere implicati nell’induzione di tumori, in quanto un numero sem-pre maggiore di evidenze epidemio-logiche, sperimentali e cliniche indica che anche agenti batterici possono contribuire alla cancerogenesi. L’associazione certamente più nota e meglio caratterizzata è quella che lega l’infezione da Helicobacter pilory

Dr. Riccardo Dolcetti, Responsabile della SOSD Bio-immunoterapia dei Tumori Umani

all’insorgenza del linfoma dello sto-maco. Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati raccolti numerosi dati che indi-cano come i linfomi che colpiscono gli annessi oculari (ossia tessuti orbi-tari, ghiandola lacrimale e congiunti-va) possano essere indotti in conse-guenza dell’infezione da Chlamydia psittaci. Gli studi, ormai numerosi, che sup-portano tale associazione sono stati condotti congiuntamente dall’equipe del Dr. Riccardo Dolcetti del CRO di Aviano e da ricercatori dell’Istitu-to Scientifico San Raffaele di Milano (Dr. A. Ferreri, Dr. M. Ponzoni, Dr. C. Doglioni). La Chlamydia psittaci è l’agente batterico che causa la psit-tacosi, un’infezione umana associata allo sviluppo di polmonite e favorita dal contatto con uccelli (canarini, pic-cioni, pappagalli), gatti o altri animali domestici infettati. Questo batterio può essere causa di infezioni oculari, anche se la con-giuntivite cronica e altri tipi di lesioni oculari umane da Chlamydia psittaci sono raramente diagnosticate. Tutta-via la presenza di alti tassi di infezioni causate da questo microrganismo in animali domestici suggerisce la possibilità che queste infezioni nel-l’uomo siano molto più frequenti di quanto finora ritenuto. Gli studi fino-ra condotti hanno confermato che la Chlamydia psittaci è presente e vitale

nella maggior parte dei linfomi degli annessi oculari dei pazienti italiani e infetta particolari cellule “serbatoio” dell’infezione (i macrofagi) che sono presenti all’interno del tumore. Altri aspetti importanti emersi da questi studi riguardano il riscontro del mate-riale genetico della Chlamydia psittaci nelle cellule del sangue periferico dei pazienti affetti da linfoma, suggeren-do l’esistenza di un’infezione disse-minata al momento della diagnosi e la tendenza della Chlamydia psittaci a sviluppare infezioni che possono perdurare a lungo nel tempo, anche in forma asintomatica. Per quanto ri-guarda il possibile meccanismo attra-verso il quale tale batterio può favori-re l’insorgenza di un linfoma, l’ipotesi attualmente più plausibile prevede che il persistere dell’infezione da Chlamydia psittaci possa stimolare abnormemente il sistema immuni-tario dell’ospite, favorendo in alcuni individui particolarmente suscettibili lo sviluppo dei linfomi degli annessi oculari. L’associazione fra infezione persi-stente da Chlamydia psittaci e lo sviluppo di linfoma rappresenta un interessante campo di ricerca, non solo per lo studio dei meccanismi responsabili dello sviluppo di questi tumori, che sono peraltro in costante aumento, ma soprattutto perché for-nisce le basi per una nuova strategia

Per informazioniDr. Riccardo DolcettiSOSD Bio-immunoterapia dei tumori umani0434 659660@ [email protected]

Un antibiotico contro i linfomi dell’orbita

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Dr. Riccardo Dolcetti, responsabile, con il gruppo della SOSD Bio-immunoterapia dei Tumori Umani

terapeutica. Pur essendo general-mente poco aggressivi, i linfomi degli annessi oculari tendono infatti a rica-dere frequentemente, nonostante la radioterapia e/o chemioterapia. Questi trattamenti, com’è noto, si as-sociano a importanti effetti collaterali che, in alcuni casi, possono compor-tare la perdita della funzionalità del-l’occhio stesso. Pertanto, sulla base di quanto finora dimostrato, è stato ipotizzato che l’uso di antibiotici in grado di eliminare la Chlamydia psit-taci dai pazienti infettati possa sop-primere la stimolazione antigenica che favorisce il mantenimento della crescita di questi linfomi. I risultati cli-nici del trattamento di diversi pazienti con doxiciclina, un antibiotico effica-ce nel trattamento delle infezione da clamidie, sembrano particolarmente incoraggianti. Infatti, in circa i due terzi dei casi trat-tati, la terapia antibiotica ha indotto una significativa regressione clinica del linfoma in assenza di effetti col-laterali significativi, ottenendo risultati simili a quelli del trattamento con an-tibiotici in pazienti con linfomi dello stomaco associati all’infezione da Helicobacter pylori. La regressione clinica del linfoma era usualmente accompagnata dalla scomparsa del materiale genetico della Chlamydia psittaci dal sangue periferico, a te-

stimonianza dell’eradicazione dell’in-fezione da parte dell’antibiotico. Va segnalato che tali risposte cliniche sono state ottenute anche in pazienti pesantemente pre-trattati con sche-mi di chemioterapia e/o radioterapia, suggerendo come la rimozione del-lo stimolo infettivo cronico da parte della terapia antibiotica sia di cruciale importanza per indurre la regressio-ne clinica del linfoma. D’altra parte, l’efficacia terapeutica degli antibiotici in tale contesto clinico supporta indi-rettamente l’ipotesi che la Chlamydia psittaci giochi un ruolo rilevante nello sviluppo di tali tumori. Queste impor-tanti osservazioni meritano di essere confermate da ulteriori studi clinici, necessari per poter stabilire in modo conclusivo se la terapia antibiotica eradicante della Chlamydia psittaci possa costituire un nuovo standard terapeutico per i linfomi dell’orbita e annessi oculari.Oltre alle importanti implicazioni clini-che dell’associazione tra Clamidie e linfomi, restano da definire anche altri aspetti di particolare interesse, quali ad esempio la diversa incidenza di tale infezione in casistiche di linfomi degli annessi oculari provenienti da diverse aree geografiche e i possibili meccanismi attraverso i quali il batte-rio stimola la proliferazione dei linfociti umani che successivamente danno

origine al linfoma. Il CRO di Aviano è attivamente coinvolto in studi tesi a chiarire questi aspetti, sempre in col-laborazione con il San Raffaele e altre importanti istituzioni italiane e stranie-re. Inoltre, partendo dall’osservazione che circa metà dei pazienti con linfomi degli annessi oculari hanno una sto-ria pregressa di contatti ripetuti con animali possibili portatori di Chlamy-dia psittaci, con il supporto dell’SO di Epidemiologia del CRO di Aviano è stato avviato uno studio teso a stabi-lire in modo preciso se l’esposizione professionale o domestica a partico-lari animali possa rappresentare un significativo fattore di rischio per lo sviluppo di questi linfomi. Le osser-vazioni finora derivate dallo studio di casi clinici isolati sembrano comun-que suggerire come una prolungata esposizione a un animale infetto pos-sa favorire continue re-infezioni, po-tenzialmente in grado di contribuire allo sviluppo di linfomi, anche in indi-vidui particolarmente suscettibili che abbiano precedentemente sviluppato un linfoma e ne siano stati guariti. I risultati degli studi in corso consenti-ranno di migliorare non solo l’approc-cio terapeutico ai pazienti con linfoma degli annessi oculari, ma potranno fornire anche utili informazioni per identificare i fattori di rischio e attuare efficaci strategie di prevenzione.

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ATTIVITÀ FORMATIVA

AL CRO

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

PremessaChi è il tutor? Cosa fa all’interno di una struttura sanitaria? Quali obiettivi guidano le attività che svolge? Quali sono le competenze richieste a chi si impegna nel ruolo tutoriale?Queste domande aprono lo scenario su una figura che assume oggi una valenza chiave all’interno dei proces-si formativi e di sviluppo di un conte-sto sanitario e il cui ruolo si esplica in 2 ambiti:1 a livello clinico: il tutor clinico per

l’addestramento degli studenti;2 a livello di formazione perma-

nente: il tutor della Formazione sul Campo.

La mission degli IRCCS si esplica attraverso tre concetti chiave: ricer-ca, assistenza, formazione. Risulta pertanto estremamente importante investire in quelle professionalità che concorrono al raggiungimento de-gli obiettivi prefissati. In particolare, per quanto riguarda la formazione, la trasmissione del sapere e l’acqui-sizione delle competenze di lavoro non avvengono esclusivamente at-traverso il lavoro in aula ma anche e soprattutto attraverso la didattica tutoriale. Con le parole di Scandella (2004) la tutorship “accompagna chi sta vivendo l’esperienza di appren-dimento per fornirgli opportunità di attivare e acquisire capacità di auto monitoraggio del percorso, favoren-do la riflessione su ciò che funziona o non funziona e perché, sul significato delle scelte, nell’intento di contribui-re allo sviluppo della consapevolezza circa i punti di forza e di fiducia delle proprie capacità, nonché allo svilup-

Formazione e tutorato in un Istituto Scientifico

Le persone ricordanoil 10% di quello che sentono,il 75% di quello che vedono,

il 90% di quello che fanno.Richard Saul Wurman

po del senso di responsabilità rispet-to ai compiti evolutivi”.

Il tutor clinicoIl tutor diviene così elemento-cernie-ra essenziale per colmare il gap tra il mondo della conoscenza e quello della pratica, tra l’apprendimento teorico e quello clinico. Egli è educa-tore accanto allo studente o discen-te, attiva le sue risorse, lo stimola a costruirsi come persona e come professionista e lo porta verso la ge-stione autonoma e responsabile del proprio ruolo professionale. La didattica tutoriale sembra oggi essere la migliore risposta alle esi-genze della formazione professiona-

le, per lo sviluppo della competenza di alto livello. Emerge la forte responsabilità, an-che etico-deontologica, dell’opera-tore sanitario che accetta di accom-pagnare uno studente o altro collega rispetto alla trasmissione di un sape-re sanitario e nell’acquisizione di un ruolo professionale.Essere tutor oggi richiede impegno, formazione continua, capacità di ottemperare in contemporanea agli obblighi propri del ruolo e agli impe-gni di formazione /addestramento di altri.I principali motivi per dare una atten-zione particolare a questa figura al-l’interno delle aziende sanitarie sono

Un incontro per rielaborare l’esperienza di apprendimento tra tutor e discente

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1� CROnews ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

riassumibili nei seguenti concetti:• Necessità di guardare con oc-chi nuovi la formazione dei giovani e adulti che si affacciano al mondo sanitario attuale, in quanto negli ulti-mi 10 anni il volto e le esigenze degli studenti sono cambiati.• Necessità di diminuire il gap teo-ria – pratica. L’università è per anto-nomasia il mondo della conoscenza, della cultura, del sapere. Ma nello stesso tempo abbiamo bisogno di formare professionisti che sappia-no applicare tale sapere nei conte-sti lavorativi, che abbiano cioè una competenza clinica in grado di dare risposte concrete e personalizzate alle domande di salute dei cittadini.• Necessità di inserire il personale neoassunto affinché il processo di socializzazione all’interno dell’orga-nizzazione sia efficace e favorisca una “retention” soprattutto per quel-le qualifiche che sono di difficile re-perimento sul mercato del lavoro.

Il tutor della Formazione sul campoLa didattica tutoriale si esplica non solo nei confronti degli studenti, ma anche di professionisti, siano essi neo assunti siano essi operatori con competenza di medio livello o avan-zata. Il sistema ECM (Educazione Continua in Medicina) prevede in-fatti la possibilità di realizzare ini-ziative di Formazione sul campo che, come già illustrato nel numero precedente di CROnews, si caratte-rizzano “per l’utilizzo, nel processo di apprendimento, delle strutture sanitarie, delle competenze dei pro-fessionisti impegnati nelle attività cli-niche e assistenziali e delle occasioni di lavoro” (L.R.N. 21/2005 -D.G.R.N. 2275/2005).Ciò significa che l’esigenza formati-va scaturisce dal contesto lavorati-vo e si applica all’interno dell’attività lavorativa con le finalità di migliorare le competenze dei professionisti, la qualità e sicurezza dell’assistenza e l’aumento delle capacità di ognuno di lavorare e di rapportarsi all’interno dell’organizzazione.Risulta pertanto fondamentale avere dei tutor a guida dei processi edu-cativi di Formazione sul Campo che possono avvenire attraverso:• le attività dei gruppi di migliora-

Competenze di tipo cognitivo:

riconoscere e saper valutare bisogni, potenzialità e risorse dello studente/ discenteprestare attenzione ai processi di apprendimento dello studente/ discentevalutare i processi di apprendimento dello studente/discente

collegare modelli teorici e attività pratiche

Competenze di tipo relazionale/comunicativo:

gestire la relazione tutoriale, sia come relazione educatva che come relazione di aiutopossedere le abilità di counselling applicate alla relazione educativa prestare attenzione contemporaneamente alle esigenze del paziente e dello studente/discente durante l’addestramentosostenere gli studenti/discenti in difficoltàaiutare lo studente/discente a gestire le proprie emozioni, ansie, insicurezze a contatto con il dolore, la sofferenza e la morte degli assistitigestire l’errore dello studente/discente come opportunità di apprendimento, intervenendo tempestivamente a favore dell’assistitogestire un colloquio, un briefing, un debriefing

gestire la relazione con i colleghi e con i tutor universitari

Competenze di tipo organizzativo:

rilevare i bisogni formativi dello studenti

progettare e coordinare modi e tempi delle attività

predisporre condizioni favorenti di tirocinio

cogliere le opportunità formative per lo studente/discente

gestire le attività di addestramento

gestire i processi di valutazione

interagire con l’organizzazione formativa e lavorativa

mento e ricerca: in questo caso il tutor guida i colleghi, professionisti meno esperti di lui in quel partico-lare ambito di attività, nello sviluppo di competenze che portano a realiz-zare per esempio percorsi di miglio-ramento della qualità, revisione di processi e comportamenti di lavoro, revisione di linee guida basate su evidenze scientifiche, conduzione di disegni di ricerca;• le attività di addestramento di personale neo assunto, neo acqui-sito o neo trasferito: in questo caso il professionista, considerato novi-zio (se per esempio neo laureato) o poco esperto (se per esempio vi è un trasferimento da un reparto a un altro o proviene da un’altra azienda o se per esempio vi è stata l’introdu-zione di una nuova strumentazione o metodica di lavoro); pertanto il tu-tor attraverso l’affiancamento, l’ese-cuzione di attività con supervisione, le esercitazioni o le simulazioni, gui-da l’operatore nell’acquisizione delle

competenze attese.Sia che si tratti di tutorato clinico che di tutorato nella FSC il tutor deve dare molta attenzione all’apprendi-mento attraverso i problemi e le si-tuazioni. Egli dunque deve facilitare l’appren-dimento educando alla autoriflessi-vità sul proprio processo di appren-dimento e su tutto ciò che accade nell’esperienza concreta, attivando il pensiero, la riflessione, il collega-mento passato – presente – futuro, il collegamento causa – effetto ecc. Questo può avvenire attraverso la ri-flessione durante e dopo l’azione.

Le competenze di tutorshipPer poter svolgere questo importan-tissimo ruolo il tutor deve acquisire e allenare le competenze tipiche del-la funzione tutoriale che sono sinte-tizzate nello schema riportato sotto e nella pagina accanto, costruito grazie all’apporto di più autori:

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1�CROnewsATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

Il progetto di formazione e sviluppo

Tenendo presente questo profilo di competenza e sempre dopo aver condotto indagini di fabbisogno for-mativo, al CRO abbiamo attivato, ormai da anni, percorsi formativi vol-ti a promuovere l’acquisizione delle competenze tutoriali attese tenendo conto:• del turnover del personale;• della bassa anzianità mediamen-te rilevata nel ruolo di tutor;• della necessità di un approccio peculiare alla formazione continua del personale sanitario nell’ambito

“Sarebbe infine un vero successo delle attività di ECM se si creasse nei professionisti la consapevolezza che curare il proprio sviluppo professionale e personale è un buon modo di prendersi cura di se stessi, ancor prima che prendersi cura degli altri. E prendersi cura di se stessi, lo dicono le evidenze scientifiche, fa bene alla salute. (A. Pisacane, I. Continisio “Come fare educazione continua in medicina” Pensiero Scientifico Editore)

1 Il ruolo del tutor clinico nella formazione delle professioni sanitarie. L’apprendimento clinico e la funzione tutoriale

2 La formazione dei giovani adulti: modelli, metodologie e strumenti per facilitare l’apprendimento clinico

3 La guida tutoriale nell’insegnamento del metodo clinico e del ragionamento clinico

4 L’apprendimento cognitivo: il problem based learning (PBL) nelle professioni sanitarie

5 La relazione tutoriale e le abilità di counselling nel setting clinico

6 La gestione dei conflitti nel setting clinico e di apprendimento

7 La valutazione dell’apprendimento clinico

8 La leadership educativa per la qualità dei processi di apprendimento in ambito sanitario

9 Bilancio della competenza tutoriale e piano di sviluppo professionale

Competenze di gestione degli apprendimenti di altri:

applicare il modello dell’apprendimento dall’esperienza

stimolare quesiti e riflessioni

attivare il pensiero critico

stimolare l’integrazione concettuale delle attività pratiche

insegnare schemi psicomotori corretti

insegnare a utilizzare i risultati della ricerca nella pratica clinica

riconoscere e sostenere i diversi tipi di apprendimento degli studenti

sostenere la motivazione allo studio e all’apprendimento

dare costante feedback sugli apprendimenti

Competenze di gestione del proprio apprendimento:

interesse a migliorare la qualità della tutorship attraverso studio e riflessione personaleanalizzare la competenza tutoriale raggiunta e valutare i bisogni di sviluppoaccettare la supervisione del proprio lavoro da parte di un espertocogliere le opportunità di miglioramento dalle valutazioni espresse dallo studente/discente sul proprio operatosviluppare la leadership in campo formativo

Competenze etico-deontologiche:

gestire la relazione tutoriale sulla base dei diritti umani e dei principi etici che ispirano la professioneimpegnarsi nell’apprendimento clinico per contribuire allo sviluppo organizzativo

Il tutor istruisce il collega durante la formazione sul campo

tutoriale che deve essere basato su metodologie didattiche innovative, in-terattive fondate esperienza diretta.L’articolazione del progetto formati-vo prevede un’alternanza tra forma-zione d’aula, formazione sul campo (riunioni tra pari, riunioni guidate da un esperto, debriefing su criticità di tutorato) colloqui individuali di

counselling, supervisione, orienta-mento. Nello schema sotto riportato sono indicati alcuni moduli formativi basi-lari per lo sviluppo della competen-za tutoriale, che il Servizio forma-zione del CRO svilupperà anche in collaborazione con i Corsi di Laurea sanitari.

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1� CROnews ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

CONVEGNI

Harald Zur Hausen,Premio Nobel 2008 per la Medicina

L’11 febbraio 2009, presso la Fiera di Pordenone, si svolgerà il conve-gno “Highlights in oncology”, un im-portante evento scientifico durante il quale verranno presentati i più re-centi risultati e le nuove strategie in campo oncologico. Questo evento si inserisce tra le ma-nifestazioni organizzate dal CRO in occasione del 25° anno di attività. Parteciperanno in qualità di relato-ri i più importanti studiosi mondiali in campo oncologico ciascuno dei quali illustrerà le novità e descriverà gli approfondimenti nel proprio cam-po specifico di competenza. Alcuni di questi studiosi già da anni collaborano a protocolli di ricerca e su aspetti clinici con colleghi ricerca-tori del CRO.La giornata di elevatissimo livel-lo scientifico avrà il suo apice nella main lecture tenuta dal Prof. Harald Zur Hausen che è stato insignito del premio nobel per la medicina nel 2008. La sua presenza a questo convegno è particolarmente signifi-cativa perché parlerà delle relazioni tra virus (in particolare il papillomavi-rus) e tumori, uno dei campi di ricer-ca che caratterizza maggiormente il nostro Istituto.

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1�CROnewsATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

16 Gennaio 2009Convegno: Tumori in HIV in era HAART

Il convegno, patrocinato da ANLAIDS Friuli Venezia Giulia verte sui nuovi dati epidemiologici dell’AIDS in Italia, delle nuove terapie dell’HIV/AIDS, dei linfomi in HIV, del sarcoma di Kaposi (che è di-ventata una malattia guaribile), dei tra-pianti di fegato e di midollo in HIV. La lettura magistrale sul tema “Sarco-ma di Kaposi: una malattia guaribile?”, è tenuta dalla Dr.ssa Emanuela Vaccher del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e responsabile del progetto HIV/AIDS del-l’Istituto, ed è in memoria del Dr. Giam-piero di Gennaro, indimenticato medico del dipartimento stesso, deceduto 3 anni fa proprio a causa di un linfoma e del Prof. Dante Bassetti, che è stato un leader nel campo dell’infettivologia italia-na e professore all’Università di Genova.In Italia, come risulta dall’ultimo aggior-namento (31 dicembre 2007), sono stati registrati quasi 60.000 casi di AIDS con-clamato e vi sono circa 150.000 persone che vivono con l’HIV/AIDS. In Friuli Ve-nezia Giulia su quasi 500 casi registrati di AIDS conclamato dall’inizio dell’epide-mia, 181 si sono verificati nella provin-cia di Pordenone, 155 nella provincia di Udine, 98 nella provincia di Trieste e 40

segreteria scientificaProf. Umberto TirelliDirettore del Dipartimento di Onco-logia Medica - CRO Avianosegreteria organizzativaDaniela Furlan - Paola FavettaCRO-Divisione Oncologia Medica A+39 0434 659284Fax +39 0434 659531@ [email protected]

nella provincia di Gorizia. Nel tempo, si è passati da una malattia che colpiva pre-valentemente i giovani e i tossicodipen-denti a un’epidemia che colpisce oggi soprattutto persone di media età e che si sono infettate per via sessuale, sia etero-sessuale che omosessuale (quest’ultima esclusivamente maschile). Negli ultimi anni, i casi di AIDS in Friuli Venezia Giu-lia sono rimasti sostanzialmente stabili e sono stati 18 nel 2004, 10 nel 2005, 12 nel 2006 e 16 nel 2007. Inoltre, sia nella nostra regione che in Italia, la situazio-ne è stabile da alcuni anni, nel 2007 si sono verificati 1.144 nuovi casi di AIDS, a fronte dei 1.414 del 2006 e dei 1.503 del 2005. Complessivamente si può dire che, mentre nel 1987 le nuove infezioni da HIV erano circa 18.000 e la principale modalità di trasmissione era imputabile all’uso di droghe per via endovenosa, nel 2007 le nuove infezioni sono state tra i 3.500 e i 4.000 e la principale causa di trasmissione è stata quella per via ses-suale. Gli stranieri costituiscono oltre il 20% di questa popolazione. Nel 2008 si è registrato un calo dei nuovi casi di AIDS, scesi a circa 1.400, pur rimanendo invariate le principali modalità di trasmis-sione e la percentuale di stranieri rispetto all’anno precedente. Con l’incremento e la durata della vita dei pazienti HIV-posi-tivi, tenendo conto delle loro abitudini di vita (fumo, abuso di alcool, ecc.) e dei virus oncogeni, presenti con maggior fre-quenza in questa popolazione, i tumori sono diventati la prima causa di morte in queste persone. L’Istituto Nazionale Tumori di Aviano coordina lo studio dei tumori in HIV/AIDS dal 1986, con il gruppo nazionale Grup-po Italiano Cooperativo AIDS e Tumori (GICAT) supportato dal Ministero della Salute, e da oggi con il neocostituito Gruppo di Cooperazione Europea su AIDS e Tumori (GECAT).

22-23 Gennaio 2009FOCUS sul Carcinoma Mammario: aggiornamenti basati sull’evidenza

Il “FOCUS sul Carcinoma Mammario: aggiornamenti basati sull’evidenza” è giunto al VI appuntamento. Obiettivo principale del convegno è creare un fo-rum di discussione tra gli specialisti del-le varie discipline (radiologia, anatomia patologica, chirurgia, oncologia medica, radioterapia, oncologia sperimentale) coinvolte nella diagnosi e cura del carci-

segreteria scientificaAndrea Veronesi - Diana CrivellariOncologia Medica C, CRO Aviano (Pn)Andrea PigaOncologia Medica, Ospedale Oncologi-co di Riferimento Regionale di CagliariFabio PuglisiOncologia Medica, Università degli Studi di Udinesegreteria organizzativaMeeting di Sara Zanazzi+39 0432 1790500Fax +39 0432 1790854@ [email protected]

Il GECAT, Gruppo di Cooperazione Europea su AIDS e Tumori, coordina-to dal Prof. Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Me-dica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, si è costituito il 15 gennaio 2009 presso il CRO di Aviano.Membri di questo gruppo sono ricer-catori provenienti da Londra, Madrid, Parigi, Colonia, Nizza, Barcellona, Roma, Milano, Brescia e New York, che si incontreranno periodicamente per discutere di studi comuni a livel-lo internazionale sui tumori in HIV. Il tema è di particolare interesse in quanto tali tumori sono oggi la prima causa di morte nei pazienti con infe-zione da HIV/AIDS.

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1� CROnews ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

noma mammario. Il successo delle pas-sate edizioni ha spinto gli organizzatori a mantenerne inalterato il formato. Come ogni anno, verranno presentati e discussi gli studi che, per rilevanza e “robustezza scientifica”, hanno maggiore probabilità di modificare la pratica clinica in tale set-tore. La scelta di incontrarsi a gennaio non è casuale: ogni relazione è artico-lata in modo da offrire ai partecipanti una breve panoramica sullo stato delle conoscenze seguita dagli aggiornamenti relativi all’anno appena concluso.È stata introdotta la realizzazione di un corso di formazione parallelo dal titolo “Assistenza e ricerca clinica in seno-logia” giunto alla II edizione. Il corso è rivolto principalmente a infermieri che operano in strutture specializzate nel settore della senologia. Il filo conduttore sarà l’integrazione tra clinica e ricerca, articolando le relazioni in modo da offrire ai partecipanti lo stato dell’arte in tema di epidemiologia, diagnosi e trattamento del carcinoma mammario e sviluppando specifiche tematiche in ambito scientifi-co e assistenziale.

13 Febbraio 2009Ore 8.30 - 17.30Sala Convegni CRO di Aviano“Secondo Brainstorming su sindromi linfoproliferative cro-niche”

27 Marzo 2009Corso di endocrino-oncologia gine-cologica: ormoni e tumori femminili

I tumori femminili più diffusi e la cui inci-denza è in crescita sono legati alla produ-zione di ormoni da parte dell’organismo, all’assunzione di sostanze con effetto interferente endocrino dell’ambiente o all’assunzione di terapie ormonali. Il cor-so si propone di analizzare e discutere argomenti controversi, importanti per la pratica clinica, riguardanti gli aspetti oncologici dell’endocrinologia ginecolo-gica. Nella mattinata verranno discusse l’oncogenesi e la prevenzione dei tumori femminili ormonosensibili e il ruolo della contraccezione e delle terapie dell’inferti-lità sui tumori femminili.Nel pomeriggio verrà discusso il ruolo delle terapie estro progestiniche e an-drogeniche nella genesi dei tumori e su come gestire la menopausa nelle pazienti oncologiche. Tali temi verranno discussi insieme in modo da giungere ad un consenso sul-l’agire clinico e fornire indicazioni pratiche ai partecipanti.

segreteria scientificaDr. Lino Del Pup+39 0434 659051@ [email protected] organizzativaServizio Formazione - Direzione Sanitaria - CRO Aviano+39 0434 659830 - 659508Fax +39 0434 659818@ [email protected] - @ [email protected]

segreteria scientificaDr. Lino Del Pup+39 0434 659051@ [email protected]

segreteria organizzativaServizio Formazione - Direzione Sanitaria - CRO Aviano+39 0434 659830 - 659508Fax +39 0434 659818@ [email protected] - @ [email protected]

27 Febbraio 2009Corso: Come gestire le perdite emati-che vaginali anomale

Le perdite ematiche vaginali anomale sono una problematica di estremo in-teresse. Sono una delle motivazioni più frequenti di consultazione del ginecolo-go, fonte di spese sanitarie ingenti, di ricadute importanti sul benessere, sulla qualità della vita, anche relazionale e di assenze lavorative. La perdita ematica, inoltre, può essere la spia del cancro en-dometriale che è la neoplasia ginecolo-gica più frequente e la cui incidenza è in aumento.La gestione clinica delle perdite ematiche

10 Febbraio 2009Martedì 10 febbraio 2009Ore 14.30 -18.30Sala Convegni CRO di AvianoConvegno Politico-Scientifi-co: “Gli Istituti Oncologici nel Nord-Est”

vaginali è complessa; prevede un coor-dinamento tra figure professionali quali il medico di medicina generale, il gineco-logo consultoriale e quello ospedaliero. Il corso è rivolto a tutte le suddette figure professionali che sono state coinvolte attivamente, tanto da ottenere il patro-cinio delle principali società scientifiche interessate. I temi discussi riguardano le tematiche di maggiore impatto sulla pra-tica clinica. Verranno confrontate le esperienze clini-che, proposti e discussi i protocolli co-muni di gestione. Il fine ultimo è quello di coordinare e impiegare in modo più razionale le risorse, discutere dell’im-piego di metodiche diagnostiche quali la sonoisterografia, o di terapie, come il dispositivo a rilascio intrauterino di levo-norgestrel, in modo da permettere una diagnosi più precoce, accurata, meno costosa e invasiva e trattamenti più sicu-ri, possibilmente conservativi e in grado di migliorare la qualità della vita.

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1�CROnewsAREA GIOVANI

AREA GIOVANI

Scrivere, parlare, cantare... ... di vita

letture tratte da Non chiedermi come sto, ma dimmi cosa c’è fuori,

musica dal vivo con Veronica e i Vivavoce

Ancora una serata speciale, anco-ra una sala gremita, questa volta è quella dell’Auditorium Concordia di Pordenone, pronta ad accendere i riflettori su Non chiedermi come sto, ma dimmi cosa c’è fuori: testimo-nianze di giovani malati di tumore. È la pubblicazione voluta e curata, nel corso del 2008 dall’Area Giovani e dalla Biblioteca per i Pazienti del CRO, edita da Mondadori-Electa.L’evento è stato organizzato dalla Provincia di Pordenone che, dopo il grande successo ottenuto dal libro e dai suoi autori (ragazzi, operatori, famiglie e amici dell’Area Giovani) il 20 settembre scorso, presso la Sala Consiliare in occasione di Porde-nonelegge.it, ha così manifestato il desiderio di riproporlo, in uno spazio più ampio, anche a quanti la prima volta non erano riusciti a entrare in sala. Sabato 13 dicembre, il libro è stato quindi ripresentato nella serata letterario-musicale “Pensieri, musi-ca, emozioni”, aperta gratuitamen-te a tutti. Sul palco, appare il video di Ugo Furlan con le foto di Attilio Ros-setti tratte dal testo. Parla di ragazzi

I proventi dei volumi, disponibili presso la Biblioteca del CRO, saranno destinati ai progetti

di umanizzazione dell’Area Giovani e della Biblioteca per i Pazienti

dell’Istituto

Veduta della Sala dell’Auditorium Concordia di Pordenone, gremita di persone presenti alla serata letterario-musicale

Il Dr. Maurizio Mascarin e la Dr.ssa Emanuela Chimienti con la piccola Sara presentano la serata “Pensieri, musica, emozioni”

che, pur nella difficoltà e nel dolore della malattia, sanno ancora sorri-dere, scherzare e “mordere” la vita. Gli sguardi profondi, i volti intensi, le espressioni ora serie, ora scanzona-te sembrano dire che loro ci sono e hanno voglia di vivere, anche alla faccia di quel maledetto cancro che, tante volte, li ha messi in ginocchio.La musica dei Vivavoce, con la voce prepotente di Toni Stival, accompa-gnato da una dolce ma grintosissima Veronica (ex paziente), invade la sala e rompe il silenzio, e si respira su-bito aria di festa. Toni Stival (voce e chitarra), Adolfo Melilli (voce e chitar-ra), Sandro Tondat (tastiere), Gianni De Santi (chitarra elettrica), Michele

Marangoni (basso) Davide Fanna (batteria), Giacomo Ortolan (percus-sioni), Federica e Serena (coriste); ci piace nominare i musicisti dei Viva-voce uno a uno perché, contribuen-do generosamente a questa iniziati-va di solidarietà, hanno dimostrato ancora una volta di essere vicini ai ragazzi del CRO.Dopo qualche pezzo musicale, ecco un momento di pausa: Sara Furlan sfoglia il libro dei ragazzi e dà espres-sione ad alcune delle pagine più bel-le di quello scrigno di emozioni.A dire il vero, è stato anche difficile decidere quali pagine leggere a voce alta: quelle testimonianze, quelle pa-role, sono tutte importanti, perché

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�0 CROnews AREA GIOVANI

Maria Peratoner (seconda da sinistra) intervista Chiara e Cristina, le ragazze dell’Area Giovani, Margherita e papà Andrea

sono vere, perché sono vissute, per-ché sono spontanee, perché aiutano chi le scrive e chi le ascolta; aiuta-no a capire, aiutano a comunicare, aiutano a far sentire meno soli. Non era possibile leggerle tutte, ma quel-l’assaggio che la voce di Sara ha regalato alla platea ha voluto essere un invito ad aprire questo libro e a leggerlo fino in fondo.Poi è l’ora delle interviste di Maria Peratoner: salgono sul palco due ra-gazze che hanno conosciuto l’Area Giovani e due adulti che, in maniera diretta o indiretta, sono rimasti impi-gliati nella rete della malattia.Dalle loro parole, emerge immedia-tamente tutta la forza che il male ha richiesto e generato, ma si capisce anche quanto il dolore, in fin dei con-ti, li abbia aiutati a crescere. Così Chiara racconta: «Avevo solo 14 anni, ero sulla mia nuvoletta rosa, la mia personalità era un cantiere aperto, mi stavo formando …Come un tonfo è arrivata la malattia che,

come una cicatrice, mi ricorda ogni giorno quel periodo difficile della mia vita. Ma quel percorso è stato fon-damentale nella maturazione della mia esistenza». Cristina, invece, parla di sé riflessa in quella foto tra i fiori, che sta nel libro: «Avevo paura della mia imma-gine, di vedermi cambiata, senza capelli… poi mi lasciai fotografare volentieri. Ora, guardando quella foto, non penso alla malattia ma alla vita, alla luce, alle farfalle gialle…» Margherita, bibliotecaria di Aviano, racconta dell’importanza della scrit-tura, come atto d’amore, per supe-rare momenti difficili come la malattia e invita i genitori a leggere, leggere, leggere tanti libri ai propri figli. Infine papà Andrea, presidente del-l’Associazione Genitori Luca, ci fa capire come, anche dalla morte di un figlio, si possa trovare la forza per essere d’aiuto alle altre famiglie che stanno vivendo la stessa drammati-ca esperienza.

Ancora un po’ di musica e poi sal-gono sul palco le autorità: si susse-guono le parole di ringraziamento e di stima verso l’operato del CRO, da parte del Sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello e dell’Assessore Provinciale Lorenzo Cella, il breve ma intenso intervento di Massimo Tammaro, Comandante delle Frec-ce Tricolori, che ricorda la sua par-tecipazione al libro e il suo incontro con i ragazzi del CRO: «Sono giovani straordinari – dice – con una forza e un coraggio molto più grandi di quelli che io stesso devo trovare per go-vernare il mio aereo».E ancora, la consegna all’Asses-sore alla Provincia Lorenzo Cella di un libro, con il n° 51 stampigliato in copertina, da parte del Dr. Pao-lo De Paoli, Direttore Scientifico del CRO che, in questa serata, si è fatto portavoce anche delle altre direzioni dell’Istituto. Quel numero 51 rappre-senta simbolicamente le 51 Biblio-teche del territorio a cui il libro verrà

Il saluto e i ringraziamenti delle autorità al CRO e all’Area Giovani: da sx. il Dr. Mascarin, l’Assessore Cella, il sindaco di Pordenone Bolzonello, il Dr. De Paoli, Direttore Scientifico del CRO e Massimo Tammaro, Comandante della Pattuglia delle Frecce Tricolori

Sara Furlan legge alcuni brani tratti da “Non chiedermi come sto, ma dimmi cosa c’è fuori”

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�1CROnewsAREA GIOVANI

Veronica, al microfono, si esibisce con il gruppo dei Vivavoce

consegnato dalla Provincia stessa, perché entri a far parte del loro patri-monio bibliografico. Da parte sua la Provincia dona, in cambio, all’Area Giovani la somma di 5.000 euro, frutto del ricavato del-la mostra di Chagall, da destinarsi a nuove iniziative e progetti a favore

dei giovani pazienti oncologici. Dopo i saluti alla cittadinanza presente in sala, lo spettacolo riprende quota, con un susseguirsi di suoni e vocalità coinvolgenti, sulle note delle più belle cover di Fabrizio De Andrè, reperto-rio ormai consolidato dei Vivavoce, e con l’intensità del pezzo “Vivere”

(Andrea Bocelli), sorprendentemente interpretato da Toni e Veronica. Non poteva essere scelta una can-zone più felice, capace di sintetiz-zare in pochi minuti tutte le verità raccontate nel libro, di farle vibrare e volare magicamente tra le file del teatro.

In occasione dei festeggiamenti per i 25 anni di attività, il CRO ha previsto molte attività ed eventi ad alto caratte-re scientifico, informativo, ricreativo e di promozione della salute. Il 28 feb-braio prossimo, presso il Teatro Verdi di Pordenone, dalle ore 9.00 si terrà il primo incontro che metterà a confronto la realtà del CRO e i giovani. La giorna-ta vuole essere un’occasione per fare: INFORMAZIONE, far conoscere le at-tività peculiari di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) di tipo oncologico; ORIENTAMENTO, presentare e offrire informazioni sulle diverse professioni che vengono eser-citate all’interno della struttura sanita-ria e le possibilità di lavoro e sbocco professionale che offrono; SENSIBI-LIZZAZIONE, mettere a disposizione dei giovani l’esperienza dell’Istituto per offrire strumenti per una scelta con-sapevole degli stili di vita orientati al

segreteria organizzativaDr. Michele Quaia +39 0434 659669 - 659674Dr.ssa Elena Coiro +39 0434 659307Dr.ssa Nicoletta Suter +39 0434 659407

Si apre il sipario...

il CRO incontra i giovaniinsieme ai PAPU benessere e alla salute; sensibilizzare

i giovani sul valore della solidarietà e della condivisione emotiva tra pari al-l’interno di percorsi di cura privilegiati e specifici offerti dall’istituto. Nell’ottica di una maggior comparte-cipazione del pubblico alla conferenza dibattito, è prevista un’attività interatti-va che vede la partecipazione dei Papu e la presentazione e proposta di testi (relazioni, poesie, quesiti, componi-menti), filmati, musiche, poster, spot.All’evento, patrocinato dal Comune di Pordenone, hanno aderito: il Provve-ditorato agli Studi di Pordenone, al-cuni Istituti Superiori, l’Ascom di Por-denone.

La giornata proseguirà con il concerto organizzato da:

Orchestra e Coro San Marco di PordenoneMaestro del Coro: Roberto Spremulli

Coro Cromatiche Armonie del CRO di AvianoMaestro del Coro: Agostino Steffan

Soprano: Roberta CanzianTenore: Francesco Grollo

Direttore: Dino Doni

Musiche di: G. F. Händel, W. A. Mozart, G. Bizet, G. Puccini, C. Gounod, G. Verdi

28 febbraio 2009appuntamento alTeatro Giuseppe Verdi di Pordenone

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�� CROnews

Venerdì 21 novembre, la Sala Con-vegni del CRO è straordinariamente gremita, questa volta, non solo di camici bianchi, ma anche di tante mamme, papà, ragazzi e bambini, tutti curiosi, tutti desiderosi di sen-tire quali stratagemmi, quali nuove trovate Andrea Appi e Ramiro Besa, in arte I Papu, inventeranno per farli ridere e divertire.I due comici friulani portano in scena Belli, monelli e ribelli, uno spetta-colo nuovo nato per rappresentare il “Bambino terribile” che ciascuno di noi è stato.

Due momenti dello spettacolo: i Papu interpretano “Il giudice e l’imputato” (a sinistra) e “Lezioni sulla cura del corpo e la sana alimentazione” (a destra)

I Papu al CRO sono:“Belli, monelli e ribelli”

Andrea Appi e Ramiro Besa portano in scena il bambino terribile che ciascuno di noi è stato

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

La rappresentazione, organizza-ta dalla Biblioteca Civica di Aviano e dalla Biblioteca per i Pazienti del CRO, si inserisce nel programma della settimana dell’infanzia, dedica-ta ai “Bambini terribili” e fa seguito alla mostra, organizzata lo scorso ottobre presso il nostro Istituto, nel-l’ambito di Pianeta libro. Andrea e Ramiro cominciano con una lezione di pseudo-pedagogia con la quale cercano, maldestra-mente, di dare una spiegazione allo strano fenomeno dei “Bambini terri-bili e ribelli” che costituirà il filo con-duttore di tutti gli sketch proposti nelle due ore di intrattenimento.Con rapidi cambi d’abito e semplici tocchi, che caratterizzano i vari per-sonaggi, i due attori si trasformano sul palco interpretando tipi dispa-rati e opposti: il giudice e l’imputa-to, quest’ultimo ladro impunito che

Ramiro Besa

Andrea Appi

Biblioteca per i PazientiPunto di Informazione

Oncologica

è attivo• all’interno della Biblioteca

Scientifica dell’Istituto, sita al piano terra

dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00

0434 659467• presso gli ambulatori

chemioterapici del quarto dente di pettine

dal Lunedì al Giovedì dalle ore 10.00 alle ore 15.00

il Venerdì dalle 10.00 alle 12.000434 659357@ [email protected]

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��CROnewsL’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

viene accusato soltanto di aver oc-cupato un parcheggio per invalidi; il bimbo ricco e quello povero, il primo iscritto, come si conviene, alla scuola privata e il secondo avviato, natural-mente, a quella pubblica; il “cittadino medio” che, bersagliato da notizie e consigli contrastanti, su benessere e alimentazione, non riesce neppure a gustare una fetta di salame e un bic-chiere di vino rosso senza sentirsi in ansia per la sua salute. E altri ancora. Attraverso una dialettica spontanea

Andrea e Ramiro: biografiaI Papu, al secolo Andrea Appi (Pordenone, 14 febbraio 1964) e Ramiro Besa (Aviano, 1 marzo 1964) hanno all’attivo un’intensa attività teatrale, svolta nelle piazze e nei teatri della nostra regione. Debuttano nel mondo dello spettacolo nel 1989. Attori comici con un bagaglio di esperienze teatrali di buon livello, nel 1993 superano il provino dei noti Gino & Michele e debuttano allo Zelig di Milano. Già autori dei loro spettacoli nel 1994, iniziano la proficua collaborazione con Riccardo Piferi nel 1995. Finalisti a numerosi concorsi nazionali di cabaret, dal 1998 a oggi hanno partecipato a numerosi programmi televisivi tra cui Convenscion trasmessa da Rai 2. Nell’ottobre 2000 partecipano alla trasmissione Rido (Rai 2). Nel 2001 fanno parte del cast di Zelig (Italia 1) e di Quelli che il calcio (Rai 2). A settembre dello stesso anno, debuttano nel mondo del cinema come protagonisti con il lungometraggio “Oppalalay”, produzione indipendente pordenonese. Del 2002 è Mismas, in onda su Antenna 3 Nord Est, striscia quotidiana che, attraverso veloci sketches, offre una visione parodistica della televisione stessa. Dallo stesso anno conducono in diretta il programma “Sul far del mèsogiorno”, contenitore quotidiano trasmesso da Antenna 3 Nord Est. Da settembre 2003 fanno parte del cast di “Colorado Cafè Live” in onda su Italia 1.I due comici pordenonesi sono particolarmente sensibili alle iniziative promosse dal CRO con il quale conservano un legame speciale, che risale ai tempi in cui Andrea Appi era un giovane ricercatore presso l’Oncologia Sperimentale dell’Istituto.

e coinvolgente, I Papu interagiscono con il pubblico del CRO improvvi-sando esilaranti battute con medici e professori e con i malcapitati ritarda-tari che, inevitabilmente, diventano un appetitoso bersaglio e un ottimo pretesto per innescare una fitta ca-tena di battute e risate. Infine, una piacevole e inaspettata sorpresa: sul palcoscenico appare una torta per festeggiare i 2 anni dell’Area Giovani e i 10 della Biblioteca per i Pazienti. A fare gli onori di casa, il Dr. Masca-

La Biblioteca per i Pazienti e l’Area Giovani del CRO festeggiano, rispettivamente, il decimo e il secondo compleanno con brindisi e taglio della torta

rin (Responsabile Area Giovani) e la Dr.ssa Ivana Truccolo (Responsabile Biblioteca Scientifica e per i Pazienti).Per una sera, quindi, la Sala Conve-gni del CRO si è trasformata davvero in un teatro che ha accolto non solo quanti vengono curati o lavorano al CRO, ma anche numerose persone provenienti dal nostro territorio, dan-do a tutti un’occasione per ridere, stare bene insieme e condividere, in un clima amichevole e sereno, un momento un po’ speciale.

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“Oltre lo sguardo. Comunicazione in oncoematologia pediatrica” è il titolo del convegno che la FIAGOP – Fe-derazione Italiana delle Associazioni dei Genitori di OncoEmatologia Pe-diatrica - ha organizzato ad Ancona, sabato 25 ottobre 2008. Al conve-gno sono stati invitati come relatori anche Ivana Truccolo per la Biblio-teca scientifica e per i pazienti, e Maurizio Mascarin per l’Area Giovani del CRO. È stato un convegno “spe-ciale”, un’esperienza professionale e umana, al tempo stesso, che ha lasciato nei partecipanti il desiderio di condividerla con altri. Gli elemen-ti che l’hanno resa “speciale” sono stati l’accoglienza e i contenuti.Innanzitutto l’accoglienza che è sta-ta garantita dai membri dell’AMBALT Onlus – Associazione Marchigiana per l’Assistenza e la cura dei Bam-

bini affetti da Leucemia e Tumori – e ha saputo mettere a proprio agio sia i relatori che i partecipanti con quelle piccole-grandi attenzioni che fanno sì che ci si senta presto come in una calda famiglia. Se a queste, uniamo il luogo in cui si è tenuto il convegno, lo storico palazzo della Loggia dei Mercanti che si trova nel centro stori-co di Ancona e che la locale Camera di Commercio mette a disposizione di eventi di particolare importanza, il risultato è garantito.I contenuti: il convegno erano in-centrato sui metodi di comunicazio-ne fra pazienti e personale sanitario.Come era esplicitato nella locandina, tale tema era stato scelto perchè “in una società sempre piú multimediale in cui la comunicazione diventa un momento importante di conoscenza e formazione, molta strada è ancora da percorrere nell’ambito sanitario”.Per cominciare a percorrere un po’ di strada gli organizzatori hanno in-vitato dei relatori provenienti dalle varie parti d’Italia, portatori di idee ed esperienze relative ad aspetti an-che molto diversi fra loro, relativi al microcosmo della comunicazione in oncoematologia pediatrica. La sen-sazione che si è avvertita, alla fine, è che il puzzle si fosse composto con grande soddisfazione di tutti.Sul fronte degli strumenti di qualità per l’informazione, Cinzia Colombo dell’Istituto Ricerche Farmacologi-che Mario Negri di Milano ha pre-sentato Partecipasalute.it, il portale web promosso dall’Istituto stesso in collaborazione con il Centro Cochra-ne italiano e la casa editrice Zadig, per aiutare i cittadini a “partecipare e decidere consapevolmente” in tema di salute.Il “Manuale di valutazione della co-

municazione in oncologia” realizzato dal gruppo CARE – Comunicazione, Accoglienza, Rispetto, Empatia -, af-ferente all’Istituto Superiore di Sanità è uno strumento destinato all’auto-valutazione della comunicazione che le équipe medico-infermieristiche at-tuano in ambito oncologico. L’opera è stata presentata da Angela Guari-no, psicologa dell’età evolutiva, che si è soffermata sulla parte relativa alla comunicazione con il bambino malato e i familiari.L’empatia comunicativa di Moncilo Jankovic, pediatra oncologo di Mon-za, piú volte ospite anche di nostri convegni ad Aviano, ha catturato il pubblico parlando di “come, quando e perchè parlare a un bambino ma-lato e ai suoi fratelli”.Piú pacato ma di estremo interesse il contributo di Guido Pastore, un “nume” in Italia – e non solo - nel campo dell’epidemiologia dei tumo-ri, che ha evidenziato, dati alla mano, come vi sia un aumento complessi-vo dell’incidenza dei tumori infantili ma una diminuzione della mortalità in età 0-15 anni, stante il migliora-mento delle possibilità di cura di al-cuni tipi di tumori. Apprezzati sono stati anche gli interventi di Maria Reccola, educatrice di Bari che ha dimostrato l’apporto positivo di tale profilo professionale nel rapporto ospedale-bambini malati di tumo-re-familiari e di Gaetana Cognetti, bibliotecaria documentalista dell’Isti-tuto Regina Elena di Roma che ha messo in luce il valore aggiunto del servizio svolto dalle biblioteche per i pazienti - quella di Roma è stata av-viata nel 2006 sull’esempio di quella di Aviano, 1998 - a sostegno del di-ritto all’informazione dei pazienti, dei loro familiari e dei cittadini.

Oltre lo sguardo. Comunicazione in oncoematologia pediatrica

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Ivana Truccolo e Maurizio Mascarin del CRO di Aviano hanno focalizzato il loro contributo sulle varie modalità in cui i pazienti possono esprimer-si nel momento in cui trovano delle istituzioni che sanno ascoltarli, ac-coglierne le istanze e valorizzarne le testimonianze. E il pubblico ha parte-cipato emozionalmente alla presen-tazione dei libri curati dalla Biblioteca per i Pazienti, del libro dell’Area Gio-vani Non chiedermi come sto ma dimmi cosa c’è fuori accompagnato dal video e ha colto l’umanità e la pro-fessionalità insite nelle varie iniziative incluse le nuove cui si è accennato, in tema di informazione di qualità desti-nata ai pazienti nell’era digitale.Un ulteriore tassello al puzzle delle tematiche comunicative è stato ag-giunto da Cristina Alessandrelli che, sul fronte del rapporto scuola-ospe-dale, ha presentato la già ben col-laudata esperienza di teledidattica di Ancona. Note di speranza è invece il titolo di un film che il regista Valerio Zanoli sta proponendo per portare un contributo alla “causa” dal punto di vista cinematografico.Come si può vedere il convegno era stato fino ad allora tutt’altro che noio-so ma gli ultimi 3 contributi, pensati dagli organizzatori per affrontare l’ar-gomento del sostegno socioecono-mico all’attività delle associazioni, sono stati la “ciliegina” sulla torta. Particolarmente trascinante è stato

l’intervento del giornalista Lanfran-co Norcini Pala che, per rispondere al quesito “quale rapporto tra media e organizzazioni di volontariato”, ha enucleato in modo assolutamen-te convincente, tramite metafore, otto punti per una comunicazione di successo in campo sociale che sono sicuramente validi per tutte le organizzazioni, non solo per quelle di volontariato. Non ci dimenticheremo piú la storiella di “Ronald il fregone” per ricordarci che “la comunicazione deve essere affidabile” piuttosto che l’immagine di Calimero per tenere a mente che… “se siamo piccoli non dobbiamo per forza anche essere piccoli e neri”!Denso di contenuti di assoluto in-teresse per le nostre organizzazioni anche l’intervento dell’economista Fabrizio Micozzi che, partendo da Oscar Wilde che afferma: “bisogna sempre giocare lealmente quando si hanno le carte vincenti”, ha dato consigli in pillole per una raccolta di fondi di successo e l’avvocato Pietro Putti che ha affrontato l’attualissimo tema della “responsabilità sociale d’impresa” e delle opportunità per il terzo settore. Per tornare all’acco-glienza, che è sicuramente stata un fattore di successo importante del convegno di Ancona, si sa che essa è fatta innanzitutto dalle persone e ad Ancona quel giorno si è svilup-pato un clima di particolare intesa e

scambio, umano e professionale, fra organizzatori, relatori e partecipanti come non accade spesso a tale tipo di manifestazioni. La cena della sera precedente e la rappresentazione teatrale Miseria e nobiltà di Eduar-do Scarpetta al Palarossini di Anco-na nella serata del convegno offerta dalla Gema Ticket, hanno poi fatto il resto. Un grazie particolare quindi a chi tale iniziativa ha pensato, or-ganizzato e reso possibile e cioè alle associazioni, ai loro sponsors e alle autorità politiche e sanitarie di Ancona che sono intervenute. Le organizzazioni si sa, però, sono fat-te di uomini e un grazie veramente particolare va alla squisita umanità di Maurizio Passarini, presidente di Ambalt, alla infaticabile collaborazio-ne e disponibilità di Sergio Sintomo, volontario Ambalt, alla preziosa ope-ra di Pasquale Tulimiero e Giovanni Lentini, rispettivamente presidente e vicepresidente della federazione delle associazioni di volontariato in oncoematologia pediatrica FIAGOP che, insieme al Direttore dell’oncoe-matologia dell’ospedale “G. Salesi” di Ancona, Paolo Pierani, hanno an-che moderato questo gran bel con-vegno. Uno di quei convegni che ti fanno pensare che, anche nell’era di Internet, l’incontro diretto fra le per-sone può ancora rappresentare un valore aggiunto rispetto all’incontrar-si virtualmente in Rete.

Palazzo della Loggia dei Mercanti di Ancona, sede del convegno Sala convegni dello storico edificio

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

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URP E ARTE COME

SUPPORTO TERAPEUTICO

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

“L’arte come supporto terapeutico” un’espressione che vuole esprimere le motivazioni di fondo che ci hanno indotto a “illuminare” un pezzo del-l’ospedale per riconfermare, attra-verso l’estro dell’arte, l’essenza della vita. È il 1990, al CRO nasce l’idea di allestire, nell’atrio d’ingresso dell’Isti-tuto, una mostra permanente per cercare di rendere più sereno e gra-devole l’ambiente in cui ogni giorno sostano e passano pazienti, familiari, cittadini e operatori.A far crescere questa idea hanno contribuito, da un lato, l’esigenza di dare un tocco di colore a un angolo dell’Istituto, dall’altro, il desiderio di trasmettere con l’arte, i valori e gli stimoli della quotidianità, attraverso immagini sia realistiche sia astratte, anche dentro l’ospedale. Ospedale e arte, quindi, è diventato un binomio quasi naturale in quanto ammalati e artisti sono entrambi alla ricerca di un percorso di crescita per riconfermare ancora, e di più, la loro volontà di essere e di superare le sfi-de che la vita impone. Spesso anche le opere degli artisti sono frutto di malessere, talvolta sono un modo per uscire da mo-menti bui e percorrere la via della rigenerazione. In ogni caso, anche gli artisti si “appartano” per tornare nel mondo con il meglio di sè, così come fa un ammalato che difficil-mente rinuncia alla voglia di stare meglio e di guarire.In fondo, attraverso il bello dell’ar-te si cerca di dare risalto ad alcuni elementi della vita che accomunano

dalla nascita del progetto “L’arte come supporto terapeutico” a oggi, sono 116 le esposizioni di artisti locali e nazionali che si sono avvicendate nell’atrio dell’Istituto

Dieci anni di opere d’arte al CRO

pazienti e medici, artisti e semplici spettatori.Insomma dal CRO, troppo spes-so associato nell’immaginario della gente a luogo di sofferenza e dolo-re o di ricerca asettica, si è voluto trasmettere un importante segnale e cioè la volontà non solo di conosce-re e curare la malattia, ma anche di mettere il più possibile a proprio agio la persona malata, in modo attento e discreto.E così nello spazio espositivo, l’ac-coglienza del disegno, del colore, delle luci, il quaderno aperto degli autori, pronto a ricevere nomi, an-notazioni, frasi e scambi di pensieri sono piaciuti e hanno contribuito a rendere il “passaggio” delle persone che si recano qui per le cure, più fa-

miliare, ospitale e confortevole.Da più di un decennio, quindi, ogni mese si avvicendano le esposizioni degli artisti provenienti da tutta Ita-lia, interessati a esporre in questa “galleria” e, sotto i minuscoli riflet-tori dell’area destinata alla mostra, compaiono quadri, affreschi, icone, statue in legno, manufatti, fotografie o poesie, frutto di una vera e propria lotta contro la sofferenza. La mostra “L’Arte come supporto terapeutico” ha ospitato a tutt’og-gi 116 esposizioni. Inoltre, con il progetto “P3-Paper Performative Project”, che ha visto la partecipa-zione di trenta artisti, il CRO nel 2007 è stato ammesso a esporre alla 57a Biennale di Venezia, riscuotendo un notevole successo.

L’URP e l’organizzazione delle mostreLe esposizioni sono organizzate e coordina-te dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) che mantiene i contatti con gli artisti, si oc-cupa della preparazione di inviti e comunicati stampa, supporta la realizzazione di depliant illustrativi e organizza la cerimonia di inaugu-razione e i servizi di rinfresco che si tengono nella hall dell’Istituto (di norma il venerdì o sabato pomeriggio). La mostra si avvale di una piattaforma con otto pareti attrezzate, illuminate da 24 mini-riflettori, collocata nella hall principale dell’ospedale. Le esposizioni sono scelte accuratamente, in modo tale che ogni autore venga valoriz-zato al meglio e le sue opere possano cat-turare, ogni volta, l’attenzione di chi entra, anche solo occasionalmente, al Centro di Riferimento Oncologico.

Dr. Roberto Biancat, responsabile dell’URP

0434 659469@ [email protected]

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��CROnewsURP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

Innocenzo Melani(31 dicembre 2008 – 31 gennaio 2009)

Nasce a Milano il 15 luglio 1933. Vive la sua giovinezza nella Milano dei navigli e delle porte, continuando gli studi che lo porteranno a trovare lavoro come grafico in una tipogra-fia. Coltiva contemporaneamente la sua grande passione per la pittura; le sue prime opere vengono realizza-te sulle tavolette di legno che ha pre-cedentemente staccato dai mobili di casa. Lo scopre il notaio Olivares, lo incoraggia, lo aiuta a entrare nell’alta società meneghina che lo accoglie per la sua prima mostra al Cenacolo dei Longobardi. Il suo successo pit-torico continua fino all’incontro con Giusy Achilli, l’importatrice della Rol-ls Royce, che lo introduce nel jet set internazionale. È il 1973, anno della grande mostra all’Hotel Hilton a Mi-lano. Gli editori se lo contendono per poter riprodurre le sue opere. A tut-t’oggi sono state vendute nel mondo più di 30 milioni di stampe.È inutile andare a cercare nelle opere del Maestro riferimenti accademici, critici, è inutile perché il Maestro Me-lani potrebbe, volendo, appartenere a qualunque scuola o corrente pittori-ca, ma il Maestro Melani, il puro, non può appartenere a nessuna scuola perché egli stesso è un caposcuola, bisogna cominciare da “zero”, dove lo zero è la somma dell’infinito di tutti i numeri che si fermano per iniziare una nuova numerazione…(Anna Maria Bonarrigo)

Maurizio Luminoso(31 gennaio – 28 febbraio)

Artista autodidatta, Maurizio Lumi-noso é nato nel 1965 a Pordenone, dove ha conseguito nel 1984 il diplo-ma di ragioniere presso l’I.T.C. “O.

Luciana Vettorel Ghidini(28 febbraio – 28 marzo)

Nata a Tezze di Piave (TV), partecipa attivamente alla vita artistica naziona-le e internazionale, allestendo nume-rose mostre personali e partecipan-do a collettive di grande prestigio. Si dedica completamente alla pittura perfezionando l’uso delle varie tec-niche pittoriche, con la predilezione per quelle antiche. Appassionata di poesia, da molti anni accompagna le esposizioni con le sue poesie.Numerose le mostre allestite in Italia e all’estero. Ne ricordiamo alcune tra le più importanti: Galleria dell’Assun-ta, Conegliano (TV); Galleria S.Vidal, Venezia; Galleria Sparkasse del Tiro-lo, Lienz (A); Galleria Comunale “Ai Molini”, Portogruaro (VE); Galleria Moser e Galleria Gabriel a Spittal An der Drau (A); Palazzo Tiepolo, Vaz-zola (TV); Barchessa Manin, Mon-tebelluna (TV); I due Rinascimen-ti, mostra itinerante in Giappone: “Schering Plough” ed “Embassy Suites”, Menphis-Tennessee (USA); Chiesa di San Martino in Castel-brando, Cison di Valmarino (TV). Costante la sua presenza con stand personali ad Artefiera di Padova ed Europ’Art di Ginevra. Nell’anno 2004, poeti giapponesi, ispirati dai suoi quadri, hanno composto delle poesie in giapponese e in italiano che, successivamente sono state raccolte in una pubblicazione edita in Giappone. Sue opere sono pre-senti in collezioni pubbliche e private in Italia e nel mondo. C’è nella sua arte qualcosa di misterio-so che aleggia nell’aria. In ogni presen-za, un albero, un fiore, un orologio, una ciotola esiste un riferimento nascosto che occorre svelare con una specie di sonda psichica… (Gabriella Niero)

Mattiussi”. Dal 1986 lavora presso un’Istituto di credito di Pordenone. Il 2002 è l’anno del suo debutto arti-stico; seguono numerose esposizio-ni: una personale al Caffé Martelli di Pordenone, nel 2004, al Caffé Muni-cipio di Pordenone e alla Pasticceria Artigiana di Fiume Veneto (PN); nel 2005, partecipa alle collettive orga-nizzate dalla società Panorama al Castelbrando di Cison di Valmarino (TV) e nel 2006 nel Palazzo della provincia di Pordenone. Nel 2007 ancora una personale al Caffè degli Artisti di Pordenone e una personale organizzata dall’associazione Vele Libere, presso la sala ex INAPLI del Comune di Azzano Decimo (PN).Con spirito innovativo, rielabora an-che concetti pittorici preesistenti, per giungere, come lui stesso afferma, all’espressione artistica dell’anima oltre la forma e il colore.L’atteggiamento di Maurizio Lumino-so di fronte alla necessità di estrin-secare energie creative, da tradurre in evento di colore, materia e segno, richiama lo slancio sperimentale di una pittura che vuole “vedersi” dal di dentro, procedere per successive autoanalisi ma anche concedersi al piacere dell’occhio, alla sensualità cromatica nei suoi mille esiti. Tracce di colore e nervature architettoniche puntano verso l’astrazione anche se la loro evidenza è ancora legata alla figura, alla favola, alla sfera straor-dinaria delle sensazioni del reale. Lo confermano i titoli delle singole opere con i quali è possibile costrui-re un mosaico di pensieri, disposti a rendere esplicita una confessione: “Gli oceani dentro di noi”, “Candore velato”, “L’enigma”, “Il punto di ritro-vo”, “Legami frammentati”…(Enzo Santese)

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�� CROnews URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

Lo scrigno dei presepi avianesi

“Dalla stalla di Betlemme al fogolar furlan”(6 dicembre 2008 – 7 gennaio 2009)

Dal primo sabato di dicembre 2008 alla seconda domenica di gennaio 2009 si svolge la seconda edizione de “Lo scrigno dei presepi avianesi”. La manifestazione, patrocinata dal-la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dalla Provincia di Pordeno-ne, aderisce a “Giro Prei” del Friuli Venezia Giulia. Nell’ambito della ma-nifestazione sono state allestite due mostre, una al CRO di Aviano e l’al-tra nel Duomo di S. Zenone. All’ini-ziativa ha aderito anche la parroc-chia di Castello di Aviano con il suo tradizionale presepio. In esposizione vi sono numerose opere che spazia-no dalle centinaia di natività, raccol-te in tutto il mondo da appassionati collezionisti, a presepi tradizionali di vario genere e provenienza. Spicca-no elementi di pregio quali i famosi presepi napoletani del ‘700 con le

figure della tradizione iconografica partenopea. Una delle più famose è quella di Benno, il pastore che dor-me con la testa poggiata su una pie-tra, circondato da dodici pecore (le anime pure); gli fa ombra la chioma di un albero. Guai a svegliarlo! Spa-rirebbe il presepe. I materiali usati sono quelli della tradizione campana e vanno dalla semplice terracotta al pregiato tessuto di S. Leucio. È pos-sibile ammirare anche altre interes-santi opere incentrate sul tema della Natività, realizzate da artisti locali o da semplici appassionati, con ma-

teriali diversi: cesti in vimini, velieri, tronchi d’albero, castelli medievali. Non mancano miniature suggesti-ve del duomo di Milano, della Mole Antonelliana, della Tour Eiffel e tanto altro ancora. Infine, attraverso un suggestivo per-corso artistico-culturale, viene af-frontato il tema della Sacralità della famiglia nel suo evolvere attraverso i secoli. Il tema viene sviluppato at-traverso l’esposizione di immagini e altre opere artistiche, conferenze e dibattiti, organizzati dalla Parrocchia di S. Zenone.

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RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

FEBBRAIO MARZO

Terzo Piano Area Giovani

GENNAIO

Per cercare i libri di svago presen-ti in Istituto basta accedere al ca-talogo SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) dal link http://sol.units.it/SebinaOpac/Opac.

Il segno di AttilaGuido Cervo(BP-BR 853 CER)

I ragazzi dell’acropoliAve Gagliardi(BP-BR 853 GAG)

Lo hobbitRonald Tolkien(BP-BR 823 TOL)

Le grandi storie della fantascienzaIsaac Asimov(BP-BR 813 ASI)

La verità del ghiaccioDan Brown(BP-BR 813 BRO)

Ramses. La regina di Abu SimbelChristian Jacq(BP-BR 843 JAC)

È possibile leggere le recensioni dei libri nel sito d’Istituto alla voce Bibliobus della Biblioteca per i Pazientihttp://www.cro.sanita.fvg.it/biblioteca/bibpaz/txt_set_bibliobus.htm

All’ombra dell’Acropo-li, nel pieno del fulgore dell’Atene di Pericle, si svolge un’intensa vita artistica e culturale di cui, nel romanzo, si colgono bagliori e riflessi. L’attivi-tà economica è fervida e la democrazia muove i primi passi in una vita politica animata da strenue lotte tra opposte fazioni. Ma all’ombra dell’Acro-poli si tramano anche oscuri e pericolosi intrighi. E in uno di questi, un complotto ordito da un fanatico persiano, si trovano coinvolti i ragazzini protagonisti di questo romanzo. Il ricco intreccio, pieno di colpi di scena, sempre percorso da una vena di ironia, si snoda di capitolo in capitolo, sino al lieto fine.

Un meteorite, sepolto sotto i ghiacci del circolo polare ar-tico, è stato localizzato dalla Nasa e sembra contenga fossili di insetti che proverebbero una volta per tutte l’esistenza di vite extraterrestri. Prima di divulgare la notizia, il presidente degli Stati Uniti vuole essere sicuro dell’autenticità della scoper-ta, anche per non compromettere la sua futura (ma già incerta) rielezione. La giovane Rachel Sexton e il professor Michael Tolland sono inviati sul posto insieme ad altri studiosi ma presto si rendono conto che si tratta di una truffa colos-sale, orchestrata ad arte. Ma da chi? E chi ha assoldato la banda di killer che li ha presi di mira, costringendoli a scappare e a rifugiarsi tra i ban-chi galleggianti di ghiaccio?

Nel Salone del 4° Piano, si può trovare la recente sezione, dedicata all’arte, alla storia e a pubblicazioni relative al territorio regionale.I libri qui collocati sono adatti a diverse fasce di età.

All’ombra del pappagallo neroAlan Temperley(BP-BR 823 TEM)

Cesare padrone di RomaConn Iggulden(BP-BR 823 IGG)

Dopo la tempesta, Silas, il piccolo rigattiere del mare, arriva sulla spiaggia per primo. Un bagliore argenteo attira la sua attenzione: è la coda di un grosso pesce. Improvvisamente, dalle alghe sbu-ca fuori una mano bianca, con le unghie lunghis-sime, che gli sfiora la guancia. -Ssssss! - sibila minacciosa la sirena. - Non dire a nessuno che mi hai visto, o passeremo un sacco di guai...

Salone Secondo PianoArea Giovani Terzo PianoSalone Quarto Piano

I libri: gli amici più pazienti

La scienza di Harry PotterRoger Highfield(BP-BR813 HIG)

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�0 CROnews RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

GENNAIO FEBBRAIO MARZOSalone Secondo Piano

Il martello dell’EdenKen Follett(BP-BB 823 FOL)

Il giorno della civettaLeonardo Sciascia(BP-BB 853 SCI)

Profondo come il mareJacquelyn Mitchard(BP-BB 813 MIT)

Messaggio dal VietnamDanielle Steel(BP-BB 813 STE)

La sposa normannaCarla Maria Russo(BP-BB 853 RUS)

La dama e l’unicornoTracy Chevalier(BP-BB 813 CHE)

Se potessi rivedertiMarc Levy(BP-BB 843 LEV)

La spia di DioJuan Gomez Jurado(BP-BB 863 GOM)

L’incanto di un fiocco di neveM. Scott Peck(BP-BB 813 PEC)

Il principe dei ladriChuck Hogan(BP-BB 813 HOG)

Lo zen e l’arte della manutenzione della motociclettaRobert M. Pirsig(BP-BB 813 PIR)

Gatti e misfattiDoreen Tovey(BP-BB 636 TOV)

Il posto che cercavoNicholas Sparks(BP-BB 813 SPA)

Il profumoPatrick Suskind(BP-BB 833 SUS)

La casa dipintaJohn Grisham(BP-BB 813 GRI)

Priest, cresciuto fin da bambino sulla strada, conosce bene la disperazione. Così decide di iniziare una folle guerra con il governatore della California che metterà a rischio l’intero territorio oltre ai suoi abitanti. Tutto ciò per bloccare il pro-getto di una centrale elettrica che viene conside-rata distruttiva dell’ambiente. Solo un coraggioso agente, Judy Maddox, sarà in grado di fermare questa forsennata impresa e di combattere con il suo computer e la sua Remigton 870 l’ingegno malato di Priest.

Mentre gioca con il fratellino in un prato vicino a casa, Jenny incontra un simpatico fiocco di neve di nome Harry. Il suo arrivo apre un mondo di idee, domande, scoperta spirituale. Ci sono dei percorsi invisibili ma ben tracciati che percorria-mo senza saperlo? E quali effetti hanno le nostre azioni sulla vita dei nostri amici, dei nostri genitori e di chi ancora non conosciamo? Grazie ad Harry, Jenny scoprirà il significato delle cose importanti della vita. Una fiaba dedicata ai bambini che stanno diven-tando grandi e ai grandi con occhi da bambini.

Quando Solomon il Primo, il Grande, il re siamese della famiglia Tovey, se ne va all’età di quattordici anni, un fiume di doman-de si abbatte sul tranquillo cottage: ci potrà mai es-sere un altro re? Sarà possibile volergli altrettan-to bene? Dove trovare un degno erede, e come farlo accettare a Sheba, l’anziana regina siamese di casa? Ma dopo qualche mese di ansie e tri-bolazioni tutte queste domande troveranno una risposta, un’irresistibile risposta di qualche etto di peso e di morbido pelo Seal Point. Con Solo-mon Secondo, detto anche Seeley, la famiglia è di nuovo al completo; e il giovane siamese, amabil-mente fiancheggiato da Sheba, dall’educatissima asinella Annabel e da sciami di api indisciplinate imparerà prestissimo come scatenare il massimo scompiglio.

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�1CROnewsRECENSIONI LIBRI DI SVAGO

Come cercare i libri di svago presenti in Istitutohttp://sol.units.it/SebinaOpac/Opac

FEBBRAIO MARZOSalone Quarto Piano

GENNAIO

I nodi del destinoBarbara Taylor Bradford(BP-4 813 BRA)

Indiani: Storia, vita e tradizioni dei nativi del Canada(BP-4 970 IND)

Carnia: di terra di sasso e di legnoFabrizio Zanfagnini(BP-FVG779 ZAN)

Budoia: dhent, ciase, crode e storiea cura di Pier Carlo Begotti(BP-FVG 945 BUD)

BagheriaDacia Maraini(BP-4853 MAR)

Viaggio in RussiaJoseph Roth(BP-4 947 ROT)

La crociataJames Reston(BP-4 956 RES)

Dove l’aria saleGiovanni Santarossa e Afini(BP-FVG 914 SAN)

Un cuore in silenzioNicholas Sparks(BP-4 813 SPA)

Quanto tempo è passato dal giorno in cui il generale americano Philip Sheridan pronunciò la frase: “Gli unici indiani buoni che abbia mai visto erano morti”? E quanti pellerossa ululanti e impennacchiati si sono visti cadere da cavallo nei film, fulminati dai winchester dei visi pallidi, prima che il soldato blu di Ralph Nelson si rifiutasse di sparare sui bambini cheyenne, e Kevin Costner si mettesse a ballare coi lupi? Da almeno trent’anni – meglio tardi che mai – l’uomo bianco ha sco-perto che gli indiani del Nordamerica erano buoni anche da vivi. E che la loro cultura era un mira-colo di saggezza, che fondava la sana semplicità del vivere sul sacro rispetto della Natura e delle sue segrete armonie.

Il libro nasce dalle numerose richieste di docu-mentazione specifica sulla storia di Budoia che i ragazzi del paese rivolgono alla biblioteca nel corso delle loro ricerche scolastiche. Così è stato realizzato un testo che racconta la comunità non solo attraverso vicende storiche ma anche pre-sentando la cultura del territorio sotto l’aspetto architettonico e ambientale, le opere artistiche, le tradizioni e la lingua nella convinzione che, solo conoscendo la propria storia, la gente rafforza in sè la capacità di confronto e accoglienza verso l’altro.

Alla fine del dodicesimo se-colo, un conflitto lungo cin-que anni fu combattuto da decine di migliaia di perso-ne nel nome di Dio e per la causa di Gerusalemme. La Terza Crociata che insanguinò le terre d’Oltrema-re dal 1187 al 1192 sancì la più violenta collisio-ne tra la guerra santa dei cristiani e la jihad dei musulmani e rappresentò il più poderoso sforzo militare di tutto il Medioevo. Tra autentici massa-cri ed eroici sacrifici, rivalità intestine, intrighi e clamorosi errori strategici, andò in scena lo scon-tro tra figure leggendarie di nobili guerrieri che combatterono, fino all’ultimo respiro, una guerra scatenata per cause non sempre nobili. L’eco di quelle battaglie risuona ancora oggi.

Inserire nella stringa “tutti i campi” la sigla:

“BP-BB”cioè: Biblioteca per i Pazienti - Bibliobus

Salone Secondo Piano Terzo Piano Area Giovani Salone Quarto Piano

Inserire nella stringa “tutti i campi” la sigla:

“BP-BR”cioè: Biblioteca per i Pazienti - Biblioteca Ragazzi

Inserire nella stringa “tutti i campi” la sigla:

“BP-4” e “BP-FVG”cioè: Biblioteca per i Pazienti - Quarto Piano e Sezione Friuli Venezia Giulia

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VIDEOTECA

VIDEOTECA

Sono trascorsi diversi anni da quan-do al CRO è stata proposta l’idea della “Videoteca per i Pazienti”: anni in cui pazienti e familiari hanno dimo-strato di gradire questa particolare iniziativa che prevede la proiezione settimanale di un film che ha già conquistato il grande pubblico, anni in cui l’obiettivo dello Star Bene in Ospedale sembra essere stato rag-giunto agendo sul tempo, modifican-do cioè la qualità di quello trascorso all’interno della struttura.

È con queste consapevolezze che, a tutt’oggi, le attenzioni vengono spe-se nell’individuazione di proiezioni accattivanti, che possano ottenere un buon numero di consensi. L’iniziativa, da sempre promossa dalla Direzione Sanitaria, ha oramai conquistato molti sostenitori, tra i quali oggi si annovera anche il Con-sorzio Farmacisti Riuniti di Pordeno-ne, organizzazione che ha di recente provveduto ad attrezzare la sala con moderne apparecchiature, volte a

migliorare la qualità delle proiezioni e l’insonorizzazione del locale. I DVD sono da sempre forniti dalla Videoteca Maxvideo Megastore di Vittorio Veneto (TV). Per agevolare la scelta dei film da proiettare, ogni suggerimento è ben accetto e può venir condiviso di-rettamente con il personale che si occupa della Videoteca oppure in-viando una e-mail all’indirizzo [email protected]

ogni mercoledì alle ore 15.00, in sala riunioni al 4° piano, aspettiamo pazienti e familiari

Un film per stare insieme

LES CHORISTESI Ragazzi del CoroGenere: DrammaticoRegia: Chritophe BarratierAnno: 2004Durata: 1 h e 35’Cast: Gerard Jugnot, Fran-cois Berleand, Kad Merad

Les Choristes è una di quelle sto-rie che aiutano ad essere migliori. Casi rari, eccezionali per la loro bellezza. Come lo è la vicenda di Clemente Mathieu, professore di musica senza lavoro che viene assunto come sorvegliante in un severo collegio per ragazzi. Disci-plina, disciplina,disciplina è il motto del preside. Mathieu, al contrario, è convinto che si possano ottenere molti più risultati con la dolcezza che con i metodi autoritari vigenti nella scuola. Il mezzo per conqui-stare la fiducia dei ragazzi sarà la musica. Grazie alla magia del canto egli riuscirà a trasformare la loro vita…

I FRATELLI GRIMM E L’INCANTEVOLE STREGAGenere: FantasyRegia: Terry GilliamAnno: 2005Durata: 2 hCast: Matt Damon, Hea-th Ledger, Monica Bellucci

Germania, primo Ottocento. I fratel-li Will e Jake attraversano le terre dell’Impero Napoleonico in cerca di soldi facili con la promessa di cacciare demoni e mostri. Quando le autorità francesi scoprono la loro truffa, i due fratelli si rifugiano in una foresta incantata, dove dovran-no affrontare un vero maleficio ri-guardante la misteriosa scomparsa di giovani vergini. In un epico scon-tro tra fantasia e realtà, i Grimm ve-dranno materializzarsi una ad una le loro fantasie.

CAPPUCCETTO ROSSO E GLI INSOLITI SOSPETTIGenere: CommediaRegia: Cory Edwards, Todd Edwards, Tony LeechAnno: 2006Durata: 1 h 20’

La casa della mitica nonna di Cap-puccetto Rosso è stata violata! I de-tective del mondo animale investi-gano sul caso in cui sono coinvolti una bambina, un lupo e un’ascia. Tutti conoscono la favola di Cap-puccetto Rosso, è vero, ma può anche succedere di rimanere sor-presi se si mettono in dubbio alcuni capi saldi della vicenda: come ci è arrivato il Lupo in casa della nonni-na? Quest’ultima è veramente l’in-nocente vittima? E se Cappuccetto Rosso non fosse poi così ingenua come ci vogliono far credere?

GENNAIO7 14 21 28

IL MIO NUOVO STRANO FIDANZATOGenere: CommediaRegia: Teresa De Pelegri, Dominic HarariAnno: 2004Durata: 1 h 40’Cast: Gullielmo Toledo, Maria Botto, Marian Aquilera, Norma Aleandro

Madrid. Casa Dalinsky. È ora di cena. Leni Dalinsky è una ragaz-za ebrea che è tornata a casa per presentare il fidanzato Rafi alla fa-miglia. Tutto va a meraviglia, finché Rafi non rivela di essere palestine-se. Nel tentativo di inserirsi e di es-sere accettato, Rafi si offre di aiu-tare in cucina, ma a un certo punto inciampa e la zuppa surgelata che tiene in mano vola fuori dalla fine-stra del settimo piano, precipitando in testa a un pedone che somiglia tanto al padre di Leni.

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MIMZY - IL SEGRETO DELL’UNIVERSOGenere: AvventuraRegia: Bob ShayeAnno: 2008Durata: 1 h e 30’Cast: Joely Richardson, Rainn Wilson, Rhiannon Leigh Wryn

Due bambini scoprono una scatola misteriosa contenente alcuni strani strumenti che sembrano dei gio-cattoli. Quando i bambini iniziano ad uti-lizzare questi giochi, la loro intelli-genza si sviluppa enormemente, al punto tale di diventare geniali. La più piccola dei due, dice alla mamma che uno di questi giocatto-li, un coniglio di pezza di nome Mi-mzy, “le sta insegnando delle cose nuove” e le ha rivelato un messag-gio importante per il futuro.

GIORNI E NUVOLEGenere: DreammaticoRegia: Silvio SoldiniAnno: 2007Durata: 2 hCast: Margherita Buy, Antonio Albanese

Elsa e Michele sono una coppia colta e benestante. Hanno una fi-glia ventenne, Alice, e una serenità che ha permesso a Elsa di lasciare il lavoro e coronare un antico so-gno: laurearsi in storia dell’arte.Ma è subito dopo questo evento che la loro vita cambia. Michele confessa di non lavorare da due mesi e di essere stato estromesso dalla società che lui stesso aveva creato anni prima. E non è tutto: la casa in cui abitano è in vendita, i soldi in banca sempre meno… Per Elsa è un fulmine. Ma superato lo shock, è lei a fronteggiare la crisi con maggiore energia.

IL MISTERO DELLE PAGINE PERDUTEGenere: AvventuraRegia: Jon TurteltaubAnno: 2007Durata: 2 h e 5’Cast: Nicolas Cage, Dia-ne Kruger, Ed Harris

Benjamin Franklin Gates, cercatore di tesori da molte generazioni, sta cercando di scoprire la verità die-tro l’assassinio di Abramo Lincoln partendo da un mistero contenuto nelle 18 pagine mancanti del diario dell’assassino John Wilkes Booth. A sorpresa, le informazioni conte-nute in queste pagine sembrano in-dicare che il suo antenato, Thomas Gates, fosse tra i cospiratori nel-l’assassinio del Presidente Lincoln.

SHREK TERZOGenere: AnimazioneRegia: Chris Miller, Ra-man HuiAnno: 2007Durata: 1 h e 30’

Quando Shrek ha sposato Fiona l’ultima cosa a cui pensava era di governare, ma quando suo suoce-ro, Re Harold, comincia a gracida-re Shrek rischia effettivamente di dover salire al trono. A meno che riesca a trovare un sostituto che potrebbe essere il cugino di Fio-na, Artù, un ragazzo che frequenta il liceo medievale ma che si rive-la più problematico di quel che si pensava.

BOBBYGenere: StoricoRegia: Emilio EstevezAnno: 2007Durata: 1 h e 45’Cast: Anthony Hopkins, Helen Hunt, Demi Moore

Gli eventi della notte del 1968 in cui Robert F. Kennedy venne assas-sinato. Tra i saloni e i corridoi del-l’Hotel Ambassador di Los Angeles si intrecciano le vite di 22 distinti personaggi, uomini e donne ordina-ri, perlopiù lontani dai riflettori della politica e tuttavia testimoni diretti di un momento storico di grande drammaticità. Sullo sfondo di que-ste vite il carisma e la fine di Bob Kennedy, primo attore di un’epoca caratterizzata da idealismi e temi ir-risolti ed attuali come guerra, razzi-smo, sessismo e discriminazione...

ALLA RICERCA DELL’SOLA DI NIMGenere: Azione/AvventuraRegia: Jennifer Flackett, Mark LevinAnno: 2008Durata: 2 h e 35’Cast: Abigail Leslin, Ge-rald Butler, Jode Foster, Mi-chael Carman

Alexandra è una scrittrice di ro-manzi di avventura, adorata dai bambini. In realtà è una donna in-sicura che non esce di casa e che ha paura del mondo esterno con il quale è collegata solo attraverso il suo computer. Un giorno una sua piccola fan le scrive per chiedere il suo aiuto in qualità di “esperta delle avventure pericolose” per ritrovare il suo papà scomparso in circostan-ze misteriose su un’isola sperduta. Alexandra benché terrorizzata non può non rispondere e trova il corag-gio di uscire di casa scoprendo che là fuori c’è un mondo meraviglioso addirittura.

FINCHÈ NOZZE NON CI SEPARINOGenere: CommediaRegia: Julie LepinskiAnno: 2007Durata: 1 h e 45’Cast: Melene De Fou-gerolles, Jon Zaccai

La storia inizia quando Arthur e Lola, fidanzati da cinque anni, si trovano invitati a cena da una cop-pia di amici che annunciano le loro nozze. Quando l’altra coppia di in-vitati presenti, insieme da appena pochi mesi, decidono d’impulso di sposarsi anche loro, Arthur e Lola appaiono all’improvviso come gli unici due pesci fuor d’acqua. Lola decide così che è il momento di dare una svolta alla relazione, e il frastornato Arthur, da sempre av-verso al matrimonio, si trova quasi obbligato a porre la fatidica doman-da. Se Lola pensa sia l’occasione per dare sfogo ai suoi desideri di bambina, Arthur porrà a sua volta poche ma chiare condizioni per assicurarsi una cerimonia alme-no fuori dagli stereotipi. I sogni di entrambi dovranno però scontrarsi con gli imprevedibili ostacoli della realtà: dalle ambizioni dei genitori a un’impensabile serie di situazioni caotiche cui darà vita un bizzarro stuolo di amici e parenti.

BEE MOVIEGenere: AnimazioneRegia: Simonm J. Smith, Steve HicknerAnno: 2007Durata: 1 h e 30’

Barry B. Benson è un’ape maschio neolaureato che non ha che una carriera di fronte a lei: fare miele. In una speciale missione fuori del-l’alveare Barry viene salvata da Va-nessa, una fioraia di New York. Le due diventano amiche, ma ap-profondendo la sua conoscenza con gli umani scopre la loro passio-ne per il miele. Barry decide di fare causa a noi uomini.

FEBBRAIO11 18 254

4 11 18 25MARZO

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Natale al CRO

Alcune iniziative natalizie

A destra, il presepe realizzato dal gruppo degli operatori del Servizio Tecnico (STIM) dell’Istituto: da sinistra Galliano, Severino, Diego, Ivano, Paolo, Dimitri, Rino.

Sotto, immagini del concerto di Natale del coro Cromatiche Armonie, tenutosi il 17 dicembre 2008, nel Salone del Secondo piano.Tra i brani eseguiti: l’Ave Maria Arcadelt, l’Ave Verum Corpus, Laudate Dominum di Mozart (solista Eleonora), l’Alleluia di Haendel, Inneggiamo, Va’ Pensiero, We are the world, We Wish You a Merry Christmas.

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sostegno al malato

Immagini della regione pelvica, dove sono ubicati gli organi urogenitali, principali bersagli della radioterapia guidata dalla ecografia con la piattaforma Restitu

La radioterapia guidata dall’immagine: Restitu ClarityTM Prostate System

Restitu Clarity™ Prostate System è il nome della nuova apparecchiatura che è stata donata al CRO lo scor-so dicembre, destinata all’ulteriore miglioramento dei trattamenti radio-terapici dell’apparato urogenitale sia maschile che femminile.Infatti sia la vescica che la prostata (ma anche l’utero) sono organi pel-vici dotati di naturale mobilità, cosic-chè la loro determinazione spaziale subisce variazioni in funzione anche del riempimento proprio o di organi vicini.Il trattamento radioterapico guidato dall’immagine ecografica sarà mira-to e interesserà in maniera ancora più accurata solamente il volume bersaglio (ovvero la parte malata). Restitu Clarity™ è lo strumento che, attraverso gli ultrasuoni, consente di invidivuare giorno per giorno la posi-zione dell’organo bersaglio e di mo-dificare così il trattamento radiante a ogni seduta.Restitu Clarity™ riesce a combinare la precisione dei raggi laser, la flessi-bilità degli ultrasuoni per l’ecografia e le radiazioni ionizzanti per un trat-tamento radioterapico mirato e pre-ciso sugli organi bersaglio malati.

L’apparecchiatura, così come con-cepita, consente di essere utilizzata nelle sedi di Aviano e, per via telema-tica, anche in quella di Pordenone, caratterizzando positivamente tutti i trattamenti programmati dagli Onco-logi Radioterapisti del CRO.La nuova apparecchiatura potrà an-che avere impieghi per i tumori della mammella.L’apparecchiatura, del costo di cir-ca 250 mila Euro, di fabbricazione esclusiva Canadese, è stata donata al CRO dal GOCNE (Gruppo Onco-logico Cooperativo Nord-Est Onlus), grazie all’intervento consistente della Fondazione CRUP (Cassa di Rispar-mio di Udine e Pordenone) e di un gruppo di imprenditori della sinistra Piave, coordinati dal Signor Gianni Pagotto di Ormelle (Tv).La collaborazione tra la Fondazione CRUP e quel gruppo di imprenditori trevigiani, aveva già costituito nucleo di aggregazione per altri industriali della zona del mobile e del porde-nonese che avevano concorso per l’acquisto di un’altra importante ap-parecchiatura per la Radioterapia, il Mobetron, acceleratore lineare dedi-cato alla radioterapia intraoperatoria, collocato nelle sale chirurgiche.È nello stile del Centro di Riferimento Oncologico rendere conto ai donato-ri dell’impiego delle apparecchiature

donate, così il 13 dicembre scorso al CRO è stato organizzato un Conve-gno sullo sviluppo della Radioterapia nel campo oncologico che ha costi-tuito occasione per ringraziare e per dare dimostrazione pratica di come il contributo economico della Fonda-zione CRUP e dei benefattori privati sia stato e continui a trasformarsi in beneficio per i pazienti.L’individuazione del CRO come struttura per collocare l’innovazione tecnologica è coerente con la cen-tralità dell’Istituto di Aviano all’inter-no di una vasta area territoriale che comprende, oltre a tutto il Friuli Ve-nezia Giulia, il Bellunese, la Marca trevigiana e tutto il Veneto Orientale.

Restitu Clarity™ Prostate System, la nuova apparecchiatura donata al CRO il 13 dicembre 2008

Donazione del Mobetron durante il Convegno “Amici del CRO”, 26 gennaio 2008

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ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

le Associazioni si raccontano...

“Un nostro amico, un nostro familia-re aveva bisogno di sangue per ri-tornare alla vita, alla famiglia, alla so-cietà. Se avessimo potuto comprare del sangue non avremmo esitato a fare una colletta e procurare quan-to occorreva. Ma nessuno fabbrica il sangue, o meglio, tutti fabbrichia-mo il sangue… ne donammo un po’ per ciascuno e l’amico e il parente fu salvo… Dopo aver donato la pri-ma volta, subentrò in noi un’altra ri-flessione: perché non far conoscere a tutti il bisogno di donare sangue e l’innocuità del dono? Certo si sa-rebbe raggiunto meglio lo scopo se, anziché muoversi individualmente, tutti coloro che la pensavano così, si fossero uniti in un’associazione che sarebbe divenuta autorevole porta-voce della nostra idea.”

Con queste motivazioni, che rac-chiudono ancora oggi l’essenza del nostro sodalizio, nel 1958, nasceva nella provincia di Udine l’Associazio-ne Friulana Donatori di Sangue. In quell’anno, nella cosiddetta “De-stra Tagliamento”, allora territorio della provincia di Udine, erano già attivi un paio di gruppi di donato-ri, che prontamente aderirono alla neonata associazione. Ad essi se ne aggiunsero degli altri, seguendo il rapido sviluppo che l’associazio-ne ebbe nell’intero Friuli negli anni successivi. L’AFDS di Pordenone invece è nata ufficialmente nel 1972, quando, a seguito della costituzione della nuova provincia, i tempi furono giudicati maturi per il “distacco” dall’ associazione-madre, mantenendo tuttavia gli stessi principi ispiratori, le finalità, la denominazione e l’emble-ma. Il primo e principale artefice del lusinghiero sviluppo dell’associazio-ne, reso possibile dal naturale sen-timento di solidarietà diffuso nella popolazione, è stato senza dubbio il Comm. Evaristo Cominotto, an-noverato tra i fondatori dell’AFDS di Udine e presidente dell’AFDS di Pordenone fino al 1978. Furono anni di grande e proficua crescita che continuò in modo significativo an-che in seguito, con i presidenti Mario Pollastri, Bruno Zavagno e l’attuale Paolo Anselmi.L’AFDS di Pordenone conta oggi quasi 6000 soci attivi; a questi si aggiungono altri 4000 donatori che, nel corso degli anni hanno dovuto sospendere l’attività per motivi di età

o di salute. L’Associazione si articola territorialmente in 40 Sezioni, a livello comunale o sub-comunale. Pur essendo ancorata ad un preci-so ambito territoriale, la provincia di Pordenone, l’AFDS non è tuttavia isolata. Infatti essa è membro atti-vo della FIDAS, la federazione delle Associazioni di Donatori di Sangue, che raccoglie in Italia oltre 60 fede-rate, e che a livello regionale e na-zionale coordina, opera e tutela gli interessi delle associazioni aderenti. La principale attività dell’associazio-ne rimane la promozione della dona-zione e il proselitismo. È necessario diffondere su un terreno molto vasto il messaggio di solidarietà che sta alla base della donazione, e anche tutte quelle informazioni scientifiche e mediche necessarie alle persone per prendere coscienza dell’urgen-za e della utilità di donare il proprio sangue. A questo servono le cam-pagne promozionali, le serate di in-formazione medica, la produzione e distribuzione di materiale informati-vo. Si inseriscono qui le molte grandi o piccole iniziative organizzate dalle nostre Sezioni AFDS che, ben ra-dicate nel territorio, si rendono ani-matrici di attività di solidarietà, che a volte travalicano lo stretto ambito della donazione di sangue.Il target a cui l’associazione si rivolge è molteplice; sono comunque prefe-riti gli ambienti frequentati dai giova-ni, come la scuola e il mondo dello sport, ma anche luoghi di aggre-gazione e di svago. Ad ogni modo, l’AFDS non vuole considerare i gio-

ASSOCIAZIONE FRIULANA DONATORI DI SANGUE

AFDS di Pordenone Sede provinciale Viale Marconi, 16 33097 Spilimbergo (PN)Orario apertura sede:• Martedì 16.30 - 19.30 Sabato 9.00 - 12.00 (pubblico)• Mercoledì - Giovedì - Venerdì 9.30 alle 12.00 (attività d’ufficio) 0427-51472Fax 0427-51472@ [email protected] www.afdspn.it

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��CROnewsASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

Congresso provinciale AFDS, Domanins 5 ottobre 2008

vani dei soggetti passivi, anzi, è su di essi che punta maggiormente per al-lacciare un dialogo con le nuove ge-nerazioni. La componente giovanile, nonostante le numerose difficoltà e contraddizioni che caratterizzano questa fascia di età, sta prenden-do possesso di un suo particolare spazio all’interno dell’associazione, arricchendola di una freschezza di contenuti e di un linguaggio, indi-spensabili per essere compresa da chi via via si affaccia al mondo del volontariato.Ma il lavoro dell’associazione non si ferma alla pubblicità o alla infor-mazione generica. Se vogliamo ef-fettivamente accrescere il numero di aderenti, dobbiamo continuare con il cosiddetto approccio “porta a porta”, che vuol dire stabilire un con-tatto interpersonale con il potenziale nuovo donatore, e “accompagnar-lo”, in senso figurato, ma molte volte anche in senso reale, fino al centro di raccolta. Anche questo è, ovviamente, il ter-reno tipico delle Sezioni che, nelle loro realtà locali, sanno cogliere le occasioni migliori per trasformare un “possibile donatore” in un “donatore periodico”. Questo deve essere fatto in modo non invadente ma discreto. L’AFDS è pienamente consapevole che il donatore è un volontario, ed è lui, quindi, che decide quando e come donare, anche se fa parte di una associazione. Il ricorso esclusivo al volontariato per far fronte alle sem-pre crescenti necessità di sangue ed

emoderivati, riveste un grande valore etico. Ma non solo, la volontarietà e la gratuità del dono, unite alla consa-pevolezza che il donatore periodico ha rispetto all’atto che compie, sono i primi anelli di una catena che ga-rantisce ai pazienti un supporto tera-peutico assolutamente sicuro.Fatto salvo quanto poc’anzi detto, un sistema complesso come quello trasfusionale non può fare a meno di una valida pianificazione del nume-ro e del tipo delle donazioni, perché sia costantemente salvaguardata la disponibilità di sangue per i pa-zienti. Alle associazioni, come vuole l’ordinamento nazionale, è affidato il compito di coinvolgere, attraverso inviti personali o generici, i propri do-natori, i quali in genere si dimostrano collaborativi nel favorire la program-mazione concordata con le strutture pubbliche di raccolta.Un aspetto importante, legato alla

donazione del sangue, è la preven-zione sanitaria. Questo è un tema che non deve essere sottovalutato e che l’associazione tratta con estre-ma cura ed attenzione. Vengono ef-fettuati controlli medici periodici sui donatori, vengono organizzate cam-pagne di sensibilizzazione riguardo a stili di vita sani e vengono fornite in modo diretto e tempestivo informa-zioni riguardanti la salute. In questa prospettiva, l’associazione si mette a disposizione delle istituzioni nella diffusione ai propri soci e alla popo-lazione generale, di iniziative rivolte alla prevenzione. Numerose sono le manifestazioni pubbliche, proposte per la maggior parte dalle Sezioni, sia di tipo informativo che associa-tivo. Tra queste spicca il Congresso provinciale, appuntamento fisso che si svolge annualmente nel mese di ottobre nelle varie località della Pro-vincia.Al fine di mantenere un continuo col-legamento con i propri iscritti, l’Asso-ciazione pubblica con cadenza qua-drimestrale “Il Dono – Pordenone”, periodico dedicato all’informazione sulla donazione di sangue e sulla vita associativa, che viene, tuttavia, diffuso anche a istituzioni pubbliche, biblioteche, parrocchie, medici di base e a chiunque ne faccia richie-sta. A questo importante mezzo di comunicazione si affianca un sito Internet, all’indirizzo www.afdspn.it, che ha la funzione di far conoscere l’Associazione e soprattutto fornire informazioni immediate a chi vuole avvicinarsi alla donazione.

Gruppo di giovani volontari, ospiti della Pattuglia Acrobatica Frecce Tricolori, in occasione della realizzazione di alcune foto utilizzate nel corso della campagna promozionale regionale 2008

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ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

ADMO - ASS. DONATORI MIDOLLO OSSEO Udine (sede regionale) Via Carducci, 48 - 3100 Udine 0432-299728Fax 0481-92276@ [email protected] www.admo.it

La sua attività è finalizzata a creare una banca dati di donatori volontari;soste-nere il Registro Internazionale Donatori Midollo Osseo.

ASS. FEDERICA PER LA VITA

Vicolo delle Primule, 1 Trieste338-7457763@ [email protected]

L’Associazione supporta coloro che quo-tidianamente sono impegnati nella lotta ai tumori. È nata proprio per raccogliere fondi necessari alla ricerca scientifica e per l’aiuto ai malati neoplastici. Sostiene inoltre il progetto condotto dal CRO di Aviano per la produzione di vac-cini antitumorali per la terapia dei linfomi.

ASSOCIAZIONE GIULIA Pordenone (c/o Casa Serena) Via Revedole, 88 -

33170 Pordenone 0434-20282 340-2936554Fax 0434-363508@ [email protected] http://digilander.libero.it/solegiulia

Presso il CRO:offre sostegno e ascol-to, nel reparto OMA, ai malati e ai loro familiari;ha attivato un punto di ascol-to, in collaborazione con la Divisione On-cologica Medica A-AIDS, rivolto alle per-sone sieropositive all’interno del CRO;promuove gruppi di auto-mutuo-aiuto;il giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18.00, nel salone degenze del Secondo piano, svolge due attività: il laboratorio “I colori dell’anima” e “Il salotto di Giulia”; il lunedì pomeriggio collabora con la Bi-blioteca per i Pazienti (Bibliobus) per svolgere attività “diversionistiche” e dare così “ali ai libri”.

... le altre Associazioni di Volontariato e organizzazioni a sostegno della ricerca o a supporto del malato

Sono attivi al CROASSOCIAZIONE INSIEMEAviano (sede principale) Via Stretta, 1 - 33081

Aviano (PN)334-2519013@ [email protected]

L’Associazione garantisce giornalmente, dal lunedì al venerdì, presso il CRO, un servizio di accoglienza e orientamen-to dei pazienti all’ingresso e ai piani (al mattino), sostegno-relazione di aiuto ai pazienti e ai loro familiari in tutti i repar-ti di degenza (nel pomeriggio 4° piano: lunedì, giovedì - 2° e 3° piano: marte-dì, mercoledì, venerdì). Fornisce inoltre informazioni logistiche sul territorio e di servizi esterni all’Istituto.

AIL ONLUS - ASS. ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE LINFOMI E MIELOMA

Pramaggiore (sede locale) Piazza Libertà, 48 30020 Pramaggiore (VE) 0421-799996@ [email protected]

L’impegno dell’AIL è volto a:sensibiliz-zare l’opinione pubblica alla lotta contro le malattie ematologiche;promuovere e sostenere la ricerca. Dal 2006 la sede di Pramaggiore (VE) collabora a progetti di ricerca scientifici in atto al CRO.

AIRC - ASS. ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO Trieste (sede regionale) Via del Coroneo, 5 -

34133 Trieste 040-365663Fax 040-633730@ [email protected] www.airc.it

Raccoglie ed eroga fondi a favore del progresso della ricerca oncologica e dif-fonde al pubblico una corretta informa-zione in materia.

ASSOCIAZIONE LUCA-INSIEME PER UN SORRISOSvolge le seguenti attività: sostegno economico, psicologico e logistico alle

famiglie con bambini ammalati di tumore;promuove l’assistenza domiciliare socio-sanitaria rivolta ai piccoli pazienti pedia-trici; collabora con vari ospedali della regione al fine di potenziarne le strutture

Udine (sede principale). Via Roma n 3 33010 Magnano in

Riviera (UD) 0432-792255 - 0432-793267Fax 0432-793267 - 0432-792255@ [email protected]

ANDOS ONLUSASS. NAZIONALE DONNE OPERATE AL SENO Sezione di Pordenone (c/o Centro

Sociale Anziani) Via Piave, 54 33170 Pordenone 0434-40729Fax 0434-40729@ [email protected] www.andosonlusnazionale.it

Offre consigli di tipo socio sanitario trami-te specifico materiale informativo, protesi provvisorie, trattamenti di linfodrenaggio (presso la propria Sede), organizza corsi di ginnastica riabilitativa postoperatoria, di yoga e corsi di ginnastica in acqua. Or-ganizza corsi di formazione per volontarie ed operatrici. Il venerdì (e al bisogno il lu-nedì) pomeriggio le volontarie dell’Asso-ciazione ANDOS sono presenti al CRO a disposizione delle donne operate al seno ricoverate al CRO. Vengono organizzati gruppi pomeridiani di ascolto e mutuo aiuto e vengono offerte informazioni uti-li per poter riprendere una vita normale dopo l’intervento (trattamenti di linfodre-naggio, ginnastiche di riabilitazione, ecc)

ANGOLO ONLUS - ASS. NAZIONALE GUARITI O LUN-GOVIVENTI ONCOLOGICIOffre supporto psicologico attraverso lo scambio di esperienze e l’ascolto par-tecipe. Promuove attività di formazione, informazione, prevenzione per i soci, per altre associazioni, per la popolazione, per i malati e i familiari. L’Associazione pubblica anche un periodico trimestrale dal titolo Angolo News.• RISPONDE LA PSICOLOGA:lunedì e venerdì dalle 14.30 alle 16.30

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��CROnewsORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

Supporto-ascolto psicologico; informa-zioni su: centri di cura oncologici a livello nazionale, associazioni di aiuto ai pa-zienti terminali.• INCONTRA ANGOLO i soci rispondono:lunedì-venerdì dalle 8.00 alle 12.00Servizio telefonico di ascolto parteci-pe e condivisione di esperienze relative all’essere malato oncologico, la storia della propria malattia, la guarigione e lo star bene dopo; servizio di incontro/co-noscenza dei pazienti ricoverati al CRO e dei loro familiari. Questo servizio, i cui obiettivi sono gli stessi del servizio tele-fonico, è svolto presso la Segreteria di ANGOLO, 2° piano saletta biblioteca di reparto (prima dell’ingresso alla Divisione di Oncologia Medica A).SEGRETERIA: orario di apertura: Lunedì-Venerdì dalle 8.00 alle 12.00NAVETTA DA E PER VENEZIA: 0434-659277 - 339-8789040REPERIBILITÀ VOLONTARI:Marilena 339-8789040Manuela 333-3001947Lucio 328-7392799Alvise 348-4166203 Pordenone (sede nazionale) c/o Centro di Riferimento Oncolo-

gico, Divisione di Oncologia Medi-ca A. Via Franco Gallini, 2 - Aviano

0434-659277Fax 0434-659531@ [email protected] www.angolo.org

ANLAIDS ONLUSASS. NAZIONALE PER LA LOTTA ALL’AIDS Aviano (sede regionale) c/o Prof. Umberto Tirelli, U.O. di

Oncologia Medica A, CRO di Avia-no (PN)

Via F. Gallini, 2 - 33081 Aviano 0434-659284Fax 0434-659531@ [email protected] www.anlaids.it

Promuove iniziative volte allo sviluppo della ricerca scientifica nei campi della prevenzione, diagnosi e cura dell’infe-zione e delle forme morbose ad essa correlate. Sono attivi servizi informativi, di counseling telefonico, di assistenza e consulenza psicologica, legale, sociale e medica.

ASSOCIAZIONE VIA DI NATALE ONLUS Via Franco Gallini, 1 33081 Aviano (PN) 0434-660805 Fax 0434-651800@ [email protected] www.viadinatale.org

L’Associazione Via di Natale ha realizzato una struttura di accoglienza per i malati di

cancro e i loro familiari nei pressi del CRO di Aviano. PIANI DI OSPITALITÀ: Pazienti in te-rapia ambulatoriale al CRO di Aviano: l’ospitalità è consentita al paziente solo per la durata della terapia; il periodo massimo di permanenza sono 4 setti-mane. Familiari di pazienti ricoverati: l’ospitalità è concessa a un solo familiare per paziente. Il periodo di permanenza concesso è di 2-3 settimane.HOSPICE: l’ospitalità è riservata ai malati di cancro nella fase di malattia in cui non vi è più indicazione di un trattamento che-mio o radioterapico volto alla guarigione o al trattamento della malattia tumorale ma sono indicate solo cure palliative finalizza-te ad alleviare la sofferenza e a migliorare la qualità della vita.Hanno priorità di accoglienza a titolo gratuito le persone con minori possibilità economiche. Il ricovero in Hospice ga-rantisce la disponibilità di un’assistenza specializzata.

AVIS - ASS. VOLONTARI ITALIANI SANGUE Pordenone (sede regionale) Via Montereale, 24 - 33170 0434-555145Fax 0434-253707@ [email protected] www.avis.it/regioni/friuli_venezia_

giulia

È un’organizzazione con finalità di soli-darietà umana, costituita tra coloro che donano volontariamente, gratuitamente e anonimamente il proprio sangue. Gli scopi sono: venire incontro alla crescente domanda di sangue; avere donatori pronti e controllati nella tipologia del sangue e nello stato di salute; lot-tare per eliminare la compravendita del sangue;donare gratuitamente sangue a tutti, senza alcuna discriminazione.

FONDAZIONE BIASOTTO Ghirano di Prata di Pordenone Via Leonardo Da Vinci,

44 – 33080 Ghirano di Prata di Pordenone (PN)

335-7000760 0434-622141 335-8133671Fax 0434-622141@ [email protected] www.fondazionebiasotto.it

La Fondazione Biasotto collabora attiva-mente con il CRO di Aviano assicurando il trasporto gratuito dei malati oncologici residenti nella provincia di Pordenone, che si trovano in situazioni economiche e/o familiari di particolare necessità.Organizza conferenze e dibattiti sulla prevenzione dei tumori e l’educazione alla salute e supporta medici e infermieri

del CRO con contributi economici desti-nati a corsi di aggiornamento. Mette a disposizione due propri automezzi e au-tisti volontari per il trasporto gratuito di ammalati oncologici dal proprio domicilio alle strutture sanitarie provinciali per visi-te oncologiche e/o terapie.

INAS - CISL Sede di Pordenone Via S. Valentino, 30 - 33170 Por-

denone 0434-549939Fax 0434-45085@ [email protected] www.inas.it

L’INAS, Istituto Nazionale di Assistenza Sociale, è il patronato della Cisl che tute-la gratuitamente i cittadini per i problemi previdenziali, assistenziali e per quanto riguarda l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro. Tra i servizi offerti ai cittadini vi è quello legato alla malattia e all’assistenza socio sanitaria che comprende: indennità di malattia; esenzione dal ticket sanitario e richiesta cure balneo-termali; assicu-razione infortuni domestici; handicap e permessi per assistenza a familiari; do-mande per invalidità civile; maternità.Presso il CRO è possibile contattare un rappresentante dell’INAS per chiedere spiegazioni e maggiori informazioni sugli aspetti legali inerenti ai diritti del malato. L’INAS è presente al CRO di Aviano ogni Martedì dalle ore 9.30 alle 13.30 per una consulenza.

LILT - LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Pordenone (sede provinciale)

Via Martelli, 1233170 Pordenone

0434-28586Fax 0434-26805@ [email protected] www.legatumori.it

Si occupa della prevenzione della malat-tia oncologica, il suo impegno nella lotta contro i tumori si dispiega su tre fronti: la prevenzione primaria (attraverso sti-li e abitudini di vita), quella secondaria (con la promozione di una cultura della diagnosi precoce) e l’attenzione verso il malato, la sua famiglia, la riabilitazione e il reinserimento sociale.Offre i seguenti servizi: assistenza do-miciliare al malato tumorale, trasporto dei malati agli ambulatori;telefono amico per malati, sussidi, conferenze nelle scuole o gruppi e associazioni sull’educazione sanitaria (lotta contro il fumo di tabacco, alcoolismo, cancerogenesi ambientale, educazione alimentare, AIDS, prevenzio-ne ginecologica);corsi per la dissuasio-ne dal fumo di tabacco;corsi di aggior-namento per volontari, manifestazioni e convegni scientifici.

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�0 CROnews

associazione sportiva PLAÌS

Incontro con Nives Meroi

Il Plais, il circolo ricreativo dei dipen-denti del CRO, nell’ambito delle ma-nifestazioni per il 25° anno di fonda-zione dell’Istituto, ha invitato venerdì 20 febbraio, alle 21.00, presso la sala convegni dell’Istituto, l’alpinista Nives Meroi che terrà una conferen-za dal titolo Il dritto e il rovescio nel-l’altalena del Karakorum. Chi è Nives Meroi? Nives Meroi è nata a Bonate Sotto in provincia di Bergamo, ma da oltre vent’anni ri-siede in Friuli Venezia Giulia a Fusine Laghi, dove ha conosciuto il marito, Romano Benet. Nives e Romano, compagni di vita e di cordata, arrampicano insieme da oltre 20 anni. Col tempo il loro amore per la montagna li ha spinti a esplorare orizzonti sempre più lonta-ni, dove l’aria è rarefatta e, come è solita dire Nives, “dove ogni passo diventa uno sforzo di volontà”. Un alpinismo by fair means, con uno sti-

le leggero e pulito, senza l’ausilio di ossigeno supplementare, portatori d’alta quota e campi fissi. Uno sti-le pulito il loro, un confronto onesto con sé stessi e la montagna.Ande, Himalaya, Karakorum. Un percorso fatto di grandi successi

come la salita, nel 2003, e in soli ven-ti giorni, di tre dei 14 Ottomila della Terra (Gasherbrum II, Gasherbrum I, Broad Peak), seconda cordata al mondo ad aver realizzato un’impre-sa simile e, Nives, prima donna in assoluto nella storia dell’alpinismo.Sono undici i Giganti della Terra che Nives e Romano hanno scalato si-nora: Nanga Parbat (8125 m. nel 1998), Shisha Pangma (8046 m. nel 1999), Cho-Oyu (8202 m. nel 1999), Gasherbrum II (8035 m. nel 2003), Gasherbrum I (8068 m. nel 2003), Broad Peak (8047 m. nel 2003), Lhotse (8516 m. nel 2004), Dhau-lagiri (8164 m. nel 2006), K2 (8611 m. nel 2006), Everest (8850 m. nel 2007), Manaslu (8163 m. nel 2008) e solamente tre quelli che mancano per completare il progetto (il Makalu, il Kanchenjunga e l’Annapurna).Nives Meroi potrebbe diventare la prima donna a raggiungere questo obiettivo e, anche qualora ciò non si realizzasse, lei e Romano sarebbero comunque la prima coppia al mon-do con il maggior numero di Ottomi-la raggiunti.

Nives Meroi, alpinista

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CROnews

Direttore ResponsabilePaolo De [email protected]

Comitato di redazioneRenato CannizzaroValter GatteiFrancesca LolloMaurizio MascarinPaola SpessottoMichele SpinaNicoletta SuterIvana Truccolo

Art direction e impaginazioneNancy Michilin

Foto di copertinaAttilio Rossetti

Hanno inoltre collaboratoMaria Antonietta AnnunziataRoberto BiancatElena CoiroRaffaele CollazzoMarcello De CiccoRiccardo DolcettiElena GiacomelloFabio FabianiMario LiseMichele QuaiaAgostino SteffanGiuseppe ToffoliMauro G. Trovò

Segreteria di redazioneFrancesca [email protected]

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Le donazioni possono essere finalizzate a determinati Reparti e/o Servizi del CRO ovvero a specifici campi di attività.È possibile indicare direttamente oppure comunicare per iscritto un nominativo, in memoria del quale la donazione viene eseguita, nei seguenti modi:

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I nominativi dei Donatori, in mancanza di indicazione contraria, verranno iscritti nell’Albo dei Donatori.Ulteriori informazioni si possono richiedere telefonando al CRO al n. 0434-659341.

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Codice Fiscale CRO Aviano 00623340932

5 PER

MILLE AL CRO