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Studio Specialistico Dott. Eugenio Sclauzero Medico Chirurgo, Psicoterapeuta, Specialista in Ostetricia e Ginecologia Docente di Nutraceutica e Floriterapia Consulente U. S. Città di Palermo Via Palmada 3, 33050 BAGNARIA ARSA (UD) Tel. 0432 929692; Cell. 338 9301335; Sito Web: www.psichenaturale.it E-mail: [email protected] Valutazione dei parametri connessi allo Stress Ossidativo e all’Acidosi Tessutale nella prevenzione degli infortuni e nel miglioramento della Prestazione Atletica Numerosi lavori nella letteratura biomedica suggeriscono un ruolo attivo dello stress ossidativo e di elevati livelli di acidosi tessutale nell’alterazione funzionale del Sistema Neuro-Vegetativo, che si manifesta con la comparsa dei M.U.S. (Medical Unexplained Symptoms), e nell’insorgenza di diverse patologie cliniche sia organiche che psichiche come pure nei processi d’invecchiamento. In molti stati patologici lo stress ossidativo non è la causa principale della malattia, ma un fenomeno secondario, tuttavia non per questo meno importante. Ad esempio il danno ossidativo dei lipidi nella parete dei vasi sanguigni sembra dare un significativo contributo allo sviluppo dell’arteriosclerosi, come pure il danno provocato dall’ossidazione del DNA può contribuire allo sviluppo del tumore e all’invecchiamento. Un’eccessiva produzione di radicali liberi probabilmente contribuisce in modo significativo al danno tessutale nell’artrite reumatoide e nelle patologie infiammatorie dell’intestino, quali il morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa. Sussiste una crescente evidenza che danni ossidativi siano correlati, infine, a malattie neuro-degenerative, quali il morbo di Parkinson e nei traumi cerebrali. Le cellule possono tollerare uno stress ossidativo blando, che spesso è superato grazie all’esistenza di efficienti sistemi di difesa antiossidante (Sistemi Tampone). Uno stress severo e protratto, invece, può produrre notevoli sconvolgimenti interdipendenti del metabolismo cellulare (scissioni delle eliche del DNA, aumento del calcio intra- cellulare, danno dei trasportatori ionici di membrana e/o d’altre specifiche proteine, perossidazione di lipidi) e portare a trasformazioni della cellula o alla morte cellulare (apoptosi), non per niente il nostro organismo si impegna così tanto per mantenere una adeguata omeostasi. Vi sono prove evidenti che diverse patologie, in cui è implicato lo stress ossidativo, possono essere prevenute o ritardate in qualche misura modificando le abitudini alimentari, specialmente aumentando il consumo di frutta, cereali, vegetali e Ω-3. Ciò ha portato a formulare ipotesi interessanti sull’importanza di alcune sostanze con potere antiossidante presenti in particolari alimenti. Queste sostanze sembrano contrastare gli effetti cumulativi del danno ossidativo nell’intero corso della vita umana. Inoltre ciò spiegherebbe alcuni degli effetti benefici degli alimenti sopra citati.

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Studio Specialistico Dott. Eugenio Sclauzero Medico Chirurgo, Psicoterapeuta, Specialista in Ostetricia e Ginecologia Docente di Nutraceutica e Floriterapia

Consulente U. S. Città di Palermo Via Palmada 3, 33050 BAGNARIA ARSA (UD)

Tel. 0432 929692; Cell. 338 9301335; Sito Web: www.psichenaturale.it

E-mail: [email protected]

Valutazione dei parametri connessi allo Stress Ossidativo e all’Acidosi Tessutale nella prevenzione degli infortuni e nel miglioramento della Prestazione Atletica

Numerosi lavori nella letteratura biomedica suggeriscono un ruolo attivo dello stress ossidativo e di elevati livelli di acidosi tessutale nell’alterazione funzionale del Sistema Neuro-Vegetativo, che si manifesta con la comparsa dei M.U.S. (Medical Unexplained Symptoms), e nell’insorgenza di diverse patologie cliniche sia organiche che psichiche come pure nei processi d’invecchiamento. In molti stati patologici lo stress ossidativo non è la causa principale della malattia, ma un fenomeno secondario, tuttavia non per questo meno importante. Ad esempio il danno ossidativo dei lipidi nella parete dei vasi sanguigni sembra dare un significativo contributo allo sviluppo dell’arteriosclerosi, come pure il danno provocato dall’ossidazione del DNA può contribuire allo sviluppo del tumore e all’invecchiamento. Un’eccessiva produzione di radicali liberi probabilmente contribuisce in modo significativo al danno tessutale nell’artrite reumatoide e nelle patologie infiammatorie dell’intestino, quali il morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa. Sussiste una crescente evidenza che danni ossidativi siano correlati, infine, a malattie neuro-degenerative, quali il morbo di Parkinson e nei traumi cerebrali. Le cellule possono tollerare uno stress ossidativo blando, che spesso è superato grazie all’esistenza di efficienti sistemi di difesa antiossidante (Sistemi Tampone). Uno stress severo e protratto, invece, può produrre notevoli sconvolgimenti interdipendenti del metabolismo cellulare (scissioni delle eliche del DNA, aumento del calcio intra-cellulare, danno dei trasportatori ionici di membrana e/o d’altre specifiche proteine, perossidazione di lipidi) e portare a trasformazioni della cellula o alla morte cellulare (apoptosi), non per niente il nostro organismo si impegna così tanto per mantenere una adeguata omeostasi.Vi sono prove evidenti che diverse patologie, in cui è implicato lo stress ossidativo, possono essere prevenute o ritardate in qualche misura modificando le abitudini alimentari, specialmente aumentando il consumo di frutta, cereali, vegetali e Ω-3. Ciò ha portato a formulare ipotesi interessanti sull’importanza di alcune sostanze con potere antiossidante presenti in particolari alimenti. Queste sostanze sembrano contrastare gli effetti cumulativi del danno ossidativo nell’intero corso della vita umana. Inoltre ciò spiegherebbe alcuni degli effetti benefici degli alimenti sopra citati.Dal punto di vista psicologico, poi, quando una persona affronta una situazione stressante o dei conflitti emotivi, attiva una fase di ortosimpaticotonia con attivazione dell’asse H.P.A. che predispone le strutture psico-fisico-emotive ad affrontare la situazione sfavorevole fino alla sua risoluzione in cui si attiverà una fase compensatoria parasimpaticotonica che con il torpore ed il riposo permetterà un discreto recupero psico-fisico-emotivo delle energie precedentemente dissipate; se il perdurare degli stressors supera la capacità di risposta psico-neuro-endocrino-immunitaria del soggetto (stress cronico), viene perturbata la capacità di adattamento bio-psico-sociale della persona. La modalità di risposta ai fattori stressanti si esplica essenzialmente attraverso due modalità in relazione alla prevalente attivazione del sistema orto o parasimpatico: nel caso in cui la reazione dell’individuo sia finalizzata verso una reazione di lotta o fuga, la risposta PNEI sarà caratterizzata dalla prevalenza del sistema ortosimpatico attraverso la motivazione all’azione e quindi al superamento dello stressor; al contrario, un comportamento passivo, indirizzato alla sottomissione nei confronti dello stressore, porta ad una situazione di adattamento e di accettazione con una risposta PNEI condizionata dal prevalere delle attività parasimpatiche. In questo caso l’individuo si prepara a subire lo stressore restando immobile, non consentendo all’emozione (paura, rabbia) di attivare i sistemi motori finalizzati alla lotta o alla fuga impedendo, in buona sostanza, la dissipazione dell’energia emozionale nel movimento.Il blocco o la repressione dell’emozione impediscono al sistema di flusso di disperdere l’energia emozionale all’esterno e se tale blocco, indotto dalle necessità di adattarsi alle esigenze ed alle aspettative dell’ambiente diventa un modello comportamentale finirà con l’influenzare le modalità reattive PNEI allo stress. Le immagini della PET (tomografia ad emissione di positroni) mostrano evidentemente che ogni volta che noi sentiamo qualcosa, oppure interagiamo con il nostro ambiente, si verificano cambiamenti nel funzionamento cerebrale, cambiamenti simultanei nell’attività autonomica, in quella neuroumorale e persino in quella immunologica.

Stimoli a contenuto emotivo inducono una risposta selettiva di alcune aree cerebrali, in particolare dell’Amigdala e di altre strutture del Sistema Limbico in rapporto con l’Amigdala stessa e, a testimonianza del ruolo di queste strutture, alterazioni funzionali o lesioni anatomiche delle stesse sono state chiamate in causa in alcune patologie mentali, dalla fobia sociale ai disturbi di personalità e del comportamento. Tutte queste conoscenze di recente acquisizione si sono velocemente diffuse non solo in ambito medico-universitario od ospedaliero, ma anche nella Medicina dello sport dove l’applicazione di innovativi concetti di Nutraceutica assieme a raffinate tecniche di preparazione atletica possono aprire nuove frontiere ed offrire nuovi traguardi da perseguire e raggiungere. Specie in ambito sportivo dove generalmente troviamo persone sostanzialmente “sane” che non presentano sintomi di disfunzioni significativamente evidenti è estremamente importante disporre di apparecchiature che ci permettano di lavorare non più solo a livello di diagnostica delle patologie, ma soprattutto a livello di prevenzione della patologia: ossia a livello funzionale!Quando abbiamo una alterazione dei parametri di riferimento ematici “normali” ci troviamo già a livello di danno significativo delle membrane cellulari con morte cellulare, mentre sarebbe importante non giungere al danno, ma attivarsi prima che questo sia irreparabile: dobbiamo quindi monitorare la funzione degli organi ed i delicati equilibri omeostatici alla base dei processi di scambio di trans membrana se vogliamo veramente andare alla radice del problema e lavorare in prevenzione mantenendo la persona nell’ambito del Ben-Essere e non solo della Salute intesa come assenza di malattia.È importante ad esempio osservare che il sintomo “dolore” in quanto tale non può essere obiettivato, quantificato e ridotto a formule comparative; esistono indubbiamente delle differenze individuali relative al modo di “soffrire”, piuttosto che di “sentire” il dolore, spesso in relazione alla crescita culturale della società e al significato che il dolore ha acquisito, assieme ai connotati con cui è stato caricato, in quella persona. A tal proposito basti pensare all’influenza che nel tempo possono assumere gli oppioidi endogeni implicati nella modulazione della percezione del dolore ed in particolare di quello protratto (“sofferenza dolorifica”) più che di quello acuto. Così pure il benessere psico-fisico-emotivo è un concetto “multimediale” talmente tante e diverse sono le variabili che confluiscono tra loro per determinarlo. Se mente e corpo sono, quindi, così strettamente interconnessi, fattori psichici possono scatenare malattie somatiche, ma anche intossicazioni croniche a carico di organi periferici o della matrice interstiziale del cervello possono acuire o generare disturbi psicologici: lo stress ossidativo, definito classicamente come l'effetto finale dello squilibrio fra produzione ed eliminazione di specie chimiche ossidanti, generalmente di natura radicalica e centrate sull'ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS), costituisce uno dei fattori di rischio emergenti per la salute. In particolare, il Sistema Nervoso Centrale rappresenta, per varie ragioni (elevato consumo di ossigeno, alti livelli di ferro, concentrazione significativa di acidi grassi poliinsaturi, etc.) uno dei principali target dei ROS e, quindi, dello stress ossidativo che, a ragione, viene oggi considerato uno dei principali cofattori di malattie neurodegenerattive (malattia di Parkinson, malattia di Alzheimer, slerosi laterale amiotrofica, etc.).Per questo motivo, negli ultimi anni il tradizionale approccio terapeutico a queste patologie si sta sempre più aprendo al contributo, talvolta determinante, degli integratori alcalinizzanti per tamponare l’acidosi tessutale da una parte e degli anti-ossidanti per prevenire i danni da stress ossidativo dall’altra.I radicali liberi sono prodotti di "scarto" che si formano naturalmente all'interno delle cellule del corpo quando l'ossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione). Se sono in quantità minima aiutano il sistema immunitario nell'eliminazione dei germi e nella difesa dai batteri.Dal punto di vista biochimico, i radicali liberi sono frammenti di molecola dotati di un elettrone spaiato (numero dispari di elettroni nell'ultimo strato, quando normalmente gli elettroni sono accoppiati), che si formano nelle cellule sia in seguito alle normali reazioni metaboliche sia in seguito a stimoli esterni: radiazioni ionizzanti, elevata tensione di ossigeno, sostanze chimiche di varia natura.Tra i radicali liberi più pericolosi ci sono i composti dell'ossigeno, il cui effetto é simile a quello delle radiazioni: anione superossido, acqua ossigenata e idrossilico. Il più diffuso è l'anione superossido che è estremamente pericoloso perché distrugge l'ossido nitrico determinando ipertensione .I radicali liberi sono fortemente ossidanti, molto reattivi e vanno alla ricerca disperata di ciò che hanno perduto: un elettrone per completare la doppietta.Questo li porta a reagire con altre molecole, creando nuovi radicali instabili e dando inizio a reazioni a catena che finiscono per danneggiare irreversibilmente le strutture cellulari. In condizioni fisiologiche vi è uno stato di equilibrio tra la produzione endogena di radicali liberi e la loro neutralizzazione da parte dei meccanismi anti-ossidanti di difesa. Quando prevale la produzione di radicali si viene a determinare un danno, definito stress ossidativo, che, a lungo andare, comporta una progressiva usura.

Oltre alle normali reazioni biochimiche di ossidazione cellulare, contribuiscono alla formazione dei radicali liberi:alcune disfunzioni e stati patologici come le malattie cardiovascolari, l'artrite reumatoide, gli stati

infiammatori in genere, i traumi al sistema nervoso, ecc.;l'ischemia dei tessuti e conseguente riduzione dell'apporto di sangue;le diete troppo ricche di proteine e di grassi animali saturi;gli alimenti non tollerati;la presenza di un eccesso di ferro che, nella prima fase della trasformazione, fa liberare dal perossido di

idrogeno il radicale ossidrile, che è in grado di attivare reazioni chimiche ulteriormente dannose;l'azione dei gas inquinanti e delle sostanze tossiche in genere (monossidi di carbonio e piombo prodotti

dalla combustione dei motori; cadmio, piombo e mercurio prodotti dall'attività industriale; idrocarburi derivati dalle lavorazioni chimiche, ecc.);

il fumo di sigaretta, che è una vera e propria miniera di sostanze chimiche;l'eccesso di alcool;le radiazioni ionizzanti e quelle solari (ozono in eccesso e raggi UVA e UVB). Le radiazioni solari

inducono sulla pelle processi di fotoossidazione che degradano gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari e conseguente formazione di radicali liberi;

i farmaci;l'attività fisica intensa, sia di resistenza organica che di forza muscolare, causa un incremento notevole

delle reazioni che utilizzano l'ossigeno (aumento della respirazione polmonare e dell'attività dei mitocondri delle cellule muscolari, ecc.) e conseguente surplus di formazione di perossido di idrogeno. Anche le reazioni biochimiche legate all'accumulo e rimozione dell'acido lattico dai muscoli affaticati, contribuiscono ad innalzare la soglia dei radicali liberi.

Secondo alcuni studiosi, la lisi della membrana cellulare da parte dei radicali liberi (perossili), è una delle cause del dolore muscolare. Lo stesso avviene per i globuli rossi, contribuendo a determinare o accentuare l'anemia negli atleti. L'atleta allenato è comunque in grado di fronteggiare la presenza di radicali liberi in maniera nettamente più efficace del sedentario o di chi pratica attività fisica saltuariamente.Quando respiriamo, introduciamo ossigeno. Il 95% circa di questo ossigeno viene utilizzato dalla cellule per produrre energia; mentre la parte rimanente dà origine ai radicali liberi. Questo è un processo fisiologico, normale, e l'organismo di una persona sana è attrezzato per fare fronte alla presenza di questi radicali liberi difendendosi con un proprio sistema anti-radicali, che si chiama sistema antiossidante.Questo sistema antiossidante comprende meccanismi enzimatici e meccanissmi non-enzimatici. Tra i primi vi è la superossidodismutasi, la catalasi e il glutatione ridotto. Tra le sostanze non enzimatiche ricordiamo la Vitamina E, la Vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli, le antocianine, ecc.Pertanto, alla formazione di radicali liberi il nostro organismo risponde mediante il suo sistema antiossidante; se però il quantitativo di radicali liberi prodotto è superiore a quello fisiologico, il nostro sistema antiossidante non è più in grado di neutralizzare questo eccesso, per cui i radicali liberi aggrediscono le cellule, provocando danni più o meno gravi (stress ossidativo).L'azione distruttiva dei radicali liberi è indirizzata soprattutto sulle cellule, in particolare sui grassi che ne formano le membrane (liperossidazione), sugli zuccheri e sui fosfati, sulle proteine del loro nucleo centrale, specialmente sul DNA (acido desossiribonucleico) dove alterano le informazioni genetiche, sugli enzimi.Gli agenti antiossidanti possono agire singolarmente o interagire, proteggendosi a vicenda nel momento in cui vengono ossidati. Va tenuto presente che ciascun antiossidante ha un campo di azione limitato ad uno o due specifici radicali liberi. Pertanto solo un'alimentazione completa, con cibi che assicurano un ampio ed equilibrato spettro di nutrienti, può garantire un'efficace azione antiossidativa.Di qui l’importanza di applicare le moderne nozioni della Nutraceutica anche in ambito sportivo per favorire la massima esplicazione della forza e portare ai massimi livelli le performance degli atleti.Il tutto incentrato in un concetto di prevenzione che deve permettere agli allenatori e preparatori atletici di poter applicare carichi di lavoro costanti e prolungati, ma senza compromettere la salute dell’atleta e senza sobbarcarlo di stress ossidativo e di acidosi lattica con rischio di compromissione muscolo-tendinea da sovraccarico e successive contratture e miogelosi riflesse.In un tale contesto l’intervento del medico dovrebbe essere orientato a rafforzare la naturale tendenza dell’organismo all’autoconservazione (potere di autoguarigione). Questo intervento, se orientato ad una finalità teleonomica, esige arte medica. Infatti, la guarigione non è la produzione di un oggetto, ma il “restauro” di un quadro clinico individuale. La materia sulla quale il medico esercita la sua arte è già un’opera d’arte: la persona stessa.Le leggi che determinano le complesse regolazioni biologiche e i livelli di organizzazione delle cellule non sono localizzate nel genoma, ma in reti interattive epigenetiche, che comprendono sia il codice genetico che

la risposta agli influssi esterni. Infatti il nostro destino si decide al confine tra la cellula e lo spazio extracellulare, così come un individuo non può esimersi dall’interagire con l’ambiente che lo circonda.Nella medicina scientifica inizia a delinearsi un paradigma genetico secondo il quale le malattie più gravi, quali i tumori, potrebbero essere diagnosticate e trattate mediante la tecnologia genetica. Si dimentica, tuttavia, che solo il 2% delle malattie è di origine monogenica, cioè derivante dal processo ereditario dominante. Per il restante 98% delle malattie, questo paradigma non è valido, perché la predisposizione o “causa interna della malattia”, viene modificata dagli influssi ambientali individuali, definiti come esposizione. Proprio predisposizione ed esposizione, intesi come concetti somatopsichici e psicosomatici, hanno a che fare con l’ordine vitale dell’uomo nel suo complesso. In scala ridotta, questo ordine si trova anche nel microcosmo, nel reciproco rapporto tra le cellule e la sostanza intercellulare circostante. Anche in questo caso lo scopo è di formare e modellare l’organismo nel suo complesso; in caso di mancato raggiungimento di un equilibrio tra le cellule e l’ambiente circostante, si instaura un circolo vizioso che sfocia alla fine nella disregolazione, nell’infiammazione e successivamente nelle malattie croniche. La medicina biologica ed olistica mira, appunto, ad armonizzare l’ambiente interno della cellula con l’ambiente extracellulare, allo stesso modo in cui, in ambito macroscopico, nessun uomo può guarire o rimanere sano senza un rapporto corretto e un’interazione reale con i propri simili. L’organismo umano è costituito da molteplici tessuti organizzati in differenti organi, raggruppati funzionalmente in apparati o sistemi. Ciò che unisce questi elementi diversi e permette loro di comunicare tra loro e di lavorare in sinergia è il mesenchima, costituito dalla sostanza fondamentale (idrosalina e glicoproteica) del tessuto connettivo, dal sistema capillare e linfatico terminale e dalle terminazioni del sistema nervoso autonomo. Tutte le sostanze nutritive, gli ormoni, gli antigeni, per arrivare dal compartimento ematico e linfatico ai tessuti devono passare attraverso il mesenchima, che pertanto è la sede di ogni comunicazione intercellulare. L’attività di comunicazione del mesenchima è esprimibile come attività redox e trae l’energia necessaria dalla respirazione cellulare. Se l’ambiente mesenchimale è persistentemente alterato si avrà un disturbo della comunicazione intercellulare secondario all’alterazione del flusso di sostanze dal compartimento ematico al parenchima. II disturbo verrà all’inizio compensato dai sistemi di regolazione e sarà pertanto inapparente (fase preclinica asintomatica), ma se i fenomeni patologici sono persistenti o di entità tale da superare le possibilità di compensazione, allora il blocco funzionale genererà un campo di disturbo che attiverà i sistemi di regolazione a distanza (stress) e, qualora l’organismo non riesca a compensare lo squilibrio, si avrà una malattia manifesta. La vita di un organismo pluricellulare superiore è legata alla triade capillari-sostanza fondamentale (matrice) - cellula. Come parte integrante dell’organismo quale sistema aperto, la matrice ha un’importanza preminente. Inoltre la capacità reattiva, sia normale che patologica, del materiale genetico nel nucleo di una cellula dipende dalla funzionalità della sostanza fondamentale. Qualsiasi malattia ha origine, pertanto, da un’alterazione strutturale o funzionale del sistema mesenchimale. La cellula non può essere presa separatamente rispetto al suo ambiente vitale, la sostanza fondamentale. Allo stesso modo, medico e paziente vengono a trovarsi in un sistema di comunicazione, ognuno come partecipante attivo. Come i fisici, che all’inizio del secolo scorso si resero conto, nell’ambito della teoria quantistica, che l’osservatore stesso influisce sullo stato dell’oggetto osservato, così possiamo comprendere che non esistono affatto osservazioni oggettive, ma solo osservazioni inserite in una matrice di comunicazione.La medicina omotossicologica dà particolare importanza alle situazioni di accumulo di tossine o scorie metaboliche nel mesenchima come fonte di disturbi e di malattie (con conseguente alterazione del pH locale). Pertanto la visione che la Medicina Omotossicologica propone è di una biologia dinamica e sistemica, rielaborazione moderna della vecchia “medicina umorale”, in contrapposizione alla visione statica della teoria della cellula di Virchow e a quella della medicina morfologica correntemente adottata. Il soffermarsi sullo studio delle variazioni omeostatiche del microambiente extracellulare spiega perché tali teorie si siano rapidamente diffuse nel mondo omeopatico (attento agli effetti sui sistemi biologici di microvariazioni dei sistemi omeostatici). Il mesenchima rappresenta il compartimento extracellulare in cui sono “immerse” le cellule parenchimali, ed è costituito da: 1) COMPONENTI CELLULARI. Le cellule dei tessuti connettivi sono costituite da cinque classi di cellule (fibroblasti/macrofagi, plasmacellule, mastociti, cellule adipose e cellule pigmentate della cute e dell’occhio) (tutte di derivazione embriologica mesodermica, eccetto le cellule pigmentate che derivano dalla cresta neurale e perciò sono di derivazione ectodermica). Alcune di queste cellule mesenchimali, scarsamente differenziate, potrebbero rimanere quiescenti nei vari tessuti connettivi fungendo da riserva di nuovi elementi nel periodo postnatale. 2) MATRICE o “componente intercellulare”: suddivisa in strutture fibrillari rappresentate da elastina e collageno e in materiali della sostanza fondamentale quali i glicosaminoglicani (Gag), i proteoglicani (Pg), le glicoproteine, l’acqua, gli elettroliti e altri soluti.

Dobbiamo immaginare la matrice come un sistema trifasico: - fase solida - fase fluida - fase di contatto con le superfici cellulari. Tutte e tre queste fasi sono composte da collagene, proteoglicani, glicoproteine strutturali, elastina, oltre all’acqua e ai soluti in essa disciolti. L’insieme dei filamenti di proteoglicano e del liquido interstiziale in essi raccolto assume le caratteristiche di un “gel” e pertanto è chiamato “gel tessutale”.La matrice ha importanti funzioni di trasporto di sostanze nutritizie alla periferia e di asporto di scorie metaboliche, trovandosi interposta in maniera caratteristica tra il sistema vascolare e le strutture epiteliali.Della matrice fa anche parte il glicocalice, rivestimento lasso di carboidrati posto sull’intera superficie esterna delle cellule. Le componenti glicidiche attaccate alla superficie esterna della cellula svolgono diverse funzioni importanti: il glicocalice di alcune cellule si attacca a quello di altre, così che le cellule stesse risultano unite le une alle altre; molti carboidrati di membrana reagiscono come “recettori” di ormoni, come l’insulina, determinando così l’attivazione delle proteine interne e attivando successivamente una “cascata” di enzimi intracellulari; alcune componenti glicidiche sono pure coinvolte in reazioni immunitarie. Il glicocalice rappresenta quindi il filtro determinante dell’entrata e dell’uscita di tutte le informazioni della cellula. Esso crea tutti i recettori e tutti gli antigeni della cellula, determinandone, a seconda della composizione della sostanza di base, la sua reazione e la sua individualità. A livello del glicocalice la sostanza fondamentale glicoproteica si addensa e trasmette informazioni alle cellule, attivandole e inducendo l’esposizione di recettori di membrana a seconda della composizione della sostanza fondamentale. Poiché per giungere dal circolo ematico alle cellule parenchimali tutte le sostanze devono attraversare la sostanza fondamentale, essa raccoglie tutte le informazioni e le trasmette, attraverso il glicocalice, alle cellule. Quindi un regolare glicocalice è il presupposto per lo sviluppo, il differenziamento e il mantenimento di un organismo pluricellulare. È determinante per l’ancoraggio delle cellule nella matrice extracellulare, per l’identificazione cellulare e per l’adesione intercellulare. Il glicocalice possiede un potenziale elettrico, causa di rumore elettromagnetico, generato dalle vibrazioni delle molecole e dalle fluttuazioni delle loro cariche e dei loro legami. Questo rumore di fondo è estremamente utile, in quanto il glicocalice può essere considerato come amplificatore biofisico di segnali tra l’epitelio e il mesenchima. Il mesenchima ha un suo pH e una sua pressione osmotica che sono in equilibrio dinamico con quelli parenchimali e circolatori distrettuali. Pertanto la situazione emodinamica, il potenziale redox (capacità ossidoriduttiva) e l’ossigenazione sono parametri fondamentali, così come la possibilità che le scorie del metabolismo cellulare siano rapidamente e continuamente portate via dal sistema venoso e linfatico, oltre che distrutte dai sistema macrofagico locale. Continuamente devono pervenire in ogni distretto ossigeno e metaboliti e devono essere asportati anidride carbonica e cataboliti. Immaginiamo questo spazio virtuale tra le cellule parenchimali (il compartimento interstiziale extracellulare), costituito dalla matrice collagene che sostiene le componenti connettivali, trattiene l’acqua extracellulare e “riempie” l’interstizio; vi arriva sangue arterioso mediante il sistema capillare arterioso, ne parte il sangue venoso di deflusso che asporta le scorie attraverso i capillari venosi. Poi vi sono i vasi linfatici, che originano a “fondo cieco” proprio in questi spazi interstiziali, e infine le terminazioni del sistema nervoso autonomo che si sfioccano nel compartimento extracellulare per lasciarsi sollecitare dalle variabili ambientali e informare poi l’ipotalamo di tali variabili di pH, di concentrazione ionica, di pressione parziale di gas e di concentrazione di varie sostanze in grado di attivare o deprimere le fibre adrenergiche o colinergiche (ormoni, mediatori, citochine, eccetera). Attraverso questo sistema ubiquitario (anche se poi “specializzato” nei vari parenchimi), ogni distretto dell’organismo invia proprie informazioni a tutti gli altri distretti, per cui i vari organi e apparati formano un unico organismo, in grado di rispondere in maniera sistemica allo stimolo applicato in un unico punto. Attraverso le complesse connessioni tra sistema nervoso autonomo, sistema leucocitario e linfocitario circolante e sistema nervoso centrale (sostanza reticolare ascendente, ippocampo, circuiti talamo-corticali e ipotalamo-talamici, sistemi sotto-corticali e circuiti dei nuclei della base) in ogni istante il cervello ha “il polso” della situazione generale dell’organismo intero e ne coordina le attività.

SISTEMA DI REGOLAZIONE FONDAMENTALE Questo sistema “mesenchimale” con le terminazioni nervose, linfatiche e vascolari funge da sistema di regolazione fondamentale essendo l’unica struttura ubiquitaria, presente in tutti i parenchimi e all’esterno di essi, che regola l’ambiente extracellulare mantenendolo il più possibile ideale in rapporto alle funzioni fondamentali cellulari e tessutali. Si può dire che tutti i grandi sistemi omeostatici dell’organismo (tampone, chemiocettivi, barocettivi, neuro-ormonali, ecc.) regolino la loro attività in base allo stato del compartimento extracellulare. Distinguiamo tre componenti principali della regolazione:1) componente vasale: il liquido extracellulare riceve le sostanze nutritive provenienti dai capillari, e così sostanze regolatorie giungono dai vasi sanguigni al mesenchima.

2) componente cellulare: l’ambiente extracellulare, a seconda delle sostanze in esso disciolte, condiziona l’attivazione delle cellule parenchimali e dei fibroblasti che formano la sostanza fondamentale.3) componente nervosa: le terminazioni neurovegetative, liberando i neurotrasmettitori, modificano il liquido extracellulare e così agiscono sugli equilibri omeodinamici e sulle cellule parenchimali pur non avendo alcun contatto con esse.Per quanto riguarda le scorie metaboliche, i detriti cellulari e i microrganismi o corpi estranei (che possono trovarsi nei tessuti e nel compartimento extracellulare) sono asportati dal sistema capillare o dalla linfa in base alle loro dimensioni e natura: le molecole più piccole e i cataboliti sono raccolte dalla circolazione dei capillari venosi; le molecole più grandi, di peso superiore o uguale a 10.000 dalton (che non possono superare la barriera endoteliale dei vasi capillari) vengono raccolte dalla rete dei capillari linfatici e da qui convogliate verso le stazioni linfonodali dove verranno elaborate e modificate, per ritornare poi, attraverso altri capillari linfatici, nel dotto toracico e quindi nel torrente circolatorio sanguigno.Qualora si instaurino condizioni di ristagno o di aumento della permeabilità capillare, tuttavia, è possibile che scorie più voluminose siano asportate dai vasi sanguigni, o che scorie più piccole siano asportate dalla linfa, che tenta di risolvere la stasi. In ogni caso alla fine, attraverso il dotto toracico, la linfa confluisce nel sangue; pertanto anche le informazioni che contiene, e che non sono state fermate e degradate a livello delle stazioni linfonodali, entrano nel torrente circolatorio. Tra le varie strutture dell’organismo si instaura così, attraverso il mesenchima e il sistema circolatorio ematico e linfatico, una continua connessione per cui le informazioni sono trasportate da un distretto all’altro e possono innescare o disinnescare reazioni sistemiche. Queste interazioni consistono alla fine in scambi di energia, basati ad esempio su emissione o assimilazione di elettroni (interazione chimica), o in mutamenti di frequenza ed ampiezza dello stato energetico di atomi e molecole (interazione fisica). Questo effetto, non lineare, è stato descritto come "equilibrio biologico a catena” già nel 1932 da Bertalanffy, e poi espresso più recentemente dai Premi Nobel Nicolis e Prigogine come “termodinamica dei sistemi energeticamente aperti”. I sistemi aperti mostrano la capacità di svilupparsi autocatalicamente verso livelli superiori di ordine, qualora ricevano energia idonea, oscillando lontani dall’equilibrio termodinamico, il che non permette il ritorno al punto di partenza; ciò che fa dell’insieme delle cellule (organizzate in tessuti, a loro volta organizzati in organi, a loro volta organizzati in sistemi o apparati) un sistema aperto è proprio il compartimento extracellulare, che permette scambi di informazioni e passaggi di energia e realizza interazioni biologiche complesse. Questo sistema è l’elemento da considerare per capire il tipo di squilibrio presente in ogni patologia cronica o sistemica, ed è quello su cui bisogna agire se si vuole ripristinare un equilibrio sano.

Funzioni del mesenchima1) Funzione meccanica di sostegno e di lubrificazione. Il mesenchima è di fondamentale importanza per il movimento e fornisce la struttura che sostiene ed unisce le componenti parenchimali e neurologiche dell’organismo. 2) Funzione nutritizia e di depurazione. Svolge il filtraggio, il nutrimento e l’asportazione delle scorie metaboliche (anche attraverso la componente cellulare: fagocitosi e digestione da parte dei macrofagi e mastcellule). Tutte le sostanze nutritizie, i gas, le citochine, gli ormoni, e anche i farmaci devono obbligatoriamente passare attraverso la matrice extracellulare per andare da un tessuto ad un altro o da un distretto ad un altro. In particolare deve essere attraversata almeno due volte la membrana basale: quando la molecola esce dal letto vascolare e prima di entrare nella cellula (o viceversa). Il liquido extracellulare, infatti, è in continuo movimento attraverso l’organismo. Esso viene rapidamente trasformato dalla circolazione del sangue e può quindi partecipare all’interscambio tra sangue e liquidi tessutali, diffondendo attraverso la parete dei capillari sanguigni. Nel liquido extracellulare sono contenuti ioni e nutrienti necessari al mantenimento della vita cellulare, ed analogamente attraverso il liquido extracellulare defluiscono cataboliti e tossine derivanti dal metabolismo cellulare. Tutto il sangue attraversa l’intero letto circolatorio in media una volta al minuto in condizioni di riposo, e fino a sei volte al minuto durante un’attività fisica intensa. Nel corso del passaggio del sangue attraverso i capillari si verifica un continuo scambio tra la componente plasmatica del sangue ed il liquido interstiziale che occupa gli spazi intercellulari. Le pareti dei capillari sono porose, così grandi quantità di liquido, insieme alle sostanze in esso disciolte, possono diffondere nelle due direzioni tra sangue e spazi tessutali in pochi secondi. In tal modo in ogni parte del corpo il liquido extracellulare, sia quello plasmatico sia quello degli spazi interstiziali, viene continuamente ricambiato mantenendo conseguentemente una quasi completa omogeneità di composizione in tutto il corpo. 3) Funzione di difesa e di riparazione tessutale. È sede dei processi immunitari e difensivi contro agenti microbici e tossici.

4) Funzione di “memoria” e di registrazione degli eventi che caratterizzano la storia dell’organismo. Registra, infatti, gli eventi che si susseguono nell’arco della vita dell’organismo. La matrice può essere vista come un testo nel quale vengono registrati gli eventi che accadono a livello cellulare o tessutale. Essa è un deposito di informazione e un documento storico che registra gli eventi locali dal momento in cui è sintetizzata: migrazioni cellulari, infiammazioni, trasformazioni e rimaneggiamenti della matrice (glicosilazioni, ossidazioni, fosforilazioni, ecc.). Pertanto qualsiasi avvenimento della storia dell’organismo è scritta in questo testo. Tutti gli antigeni possibili si vengono a trovare nella sostanza glicoproteica fondamentale e questa, a seconda della sua composizione, stimola l’esposizione di qualsiasi recettore di membrana da parte della cellula con cui viene in contatto. Le informazioni contenute nella sostanza fondamentale (ricordiamo che qualsiasi molecola, sostanza o stimolo rappresenta una informazione) raggiungono, contemporaneamente alle cellule parenchimali, anche le terminazioni neurovegetative di connessione con il sistema nervoso e il sistema endocrino (fibre dirette all’ipotalamo) e le cellule immunocompetenti presenti nel compartimento extracellulare: così ogni “settore” dell’organismo partecipa, si potrebbe dire “in tempo reale”, ad ogni evento metabolico e ad ogni modificazione fisiologica o patologica. L’energia necessaria a permettere tutto ciò è fornita dalla respirazione cellulare.5) Funzione riparativa di ogni soluzione di continuo che si crei nei tessuti. I componenti cellulari del tessuto connettivo, infatti, distruggono o neutralizzano l’agente lesivo e producono un’impalcatura di fibre e di sostanza fondamentale che ristabilisce la continuità anatomica e la capacità funzionale della parte lesa.6) Funzione adesiva (proinfettiva). Un concetto molto importante, emerso solo recentemente, è che i microrganismi usano la matrice come un substrato adesivo per stabilire processi infettivi, cioè esprimono sulla loro superficie cellulare molecole recettoriali chiamate adesine, che si legano alla matrice.

AcquaL’acqua costituisce dal 56% al 70% del corpo umano adulto. La maggior parte dell’acqua corporea si trova all’interno delle cellule e viene definita “liquido intracellulare”, mentre 1/3 si trova nell’ambiente esterno alle cellule e viene definito “liquido extracellulare”: l’acqua è, perciò, la maggior costituente della matrice interstiziale e il più importante solvente in cui sono disciolti soluti e metaboliti, ioni, ossigeno e anidride carbonica, basi azotate, radicali liberi, ormoni, tossine, farmaci, citochine, derivati della cascata dell’acido arachidonico e altre sostanze dotate di attività modulatrice sulla permeabilità endoteliale e di attività immunitaria locale. Un’adeguata idratazione è indispensabile per diluire la maggior parte delle tossine che si possono accumulare nel mesenchima, impedendo che queste raggiungano una concentrazione sufficiente a determinare alterazioni funzionali e strutturali fonte di malattia. La molecola d’acqua non è lineare, ma l’ossigeno forma con i due idrogeni un angolo di 104,5°, con una forma a “V” piuttosto aperta. Poiché i legami tra idrogeno e ossigeno sono covalenti polari, con gli idrogeni positivi rispetto all’ossigeno (negativo), la molecola è un “dipolo elettrico”.

L’attrazione tra la regione negativa correlata all’atomo di ossigeno e la regione positiva correlata all’atomo d’idrogeno di un’altra molecola porta all’associazione di varie molecole d’acqua, così che si

forma un reticolo irregolare di forme tetraedriche interallacciate. Ogni molecola d’acqua è capace di formare quattro legami idrogeno con le molecole vicine, in ciascuno dei quali un protone (H+) è diretto verso la zona elettronegativa dell’atomo di ossigeno. Una molecola si comporta come donatore di protoni verso altre due, mentre diventa accettore di protoni da altre due: i protoni sono quindi condivisi tra due atomi di ossigeno e di conseguenza sono in continuo “movimento”, in continua oscillazione tra i due atomi.

Gli effetti paradossali dell’acqua derivano dalla asimmetria delle cariche elettriche della sua molecola, nella quale i due protoni dell’idrogeno formano con il nucleo dell’ossigeno un angolo ottuso. Il momento dipolare elettrico che ne risulta consente la formazione di legami deboli (detti “a ponte di idrogeno”) non solo tra le stesse molecole d’acqua, ma anche tra queste e altre molecole asimmetriche della sostanza fondamentale, in particolare con gli zuccheri.Recentemente stanno accumulandosi evidenze a favore della partecipazione di molecole d’acqua nel trasferimento di protoni in varie reazioni biochimiche, fra cui, tra l’altro, i fotorecettori e vari enzimi. Una serie di molecole d’acqua collegate in catene riunite da legami idrogeno forma un sistema attraverso il quale i protoni (H+) “saltano” da un atomo di ossigeno all’altro e percorrono distanze significative.In altre parole, le molecole d’acqua disposte in ordine sono assimilabili ad un filo che conduce una corrente di cariche positive. Secondo quest’ottica, le molecole di acqua formano, nella loro logica di coesione attraverso i legami ad idrogeno, zone coerenti e zone non coerenti, definite “cluster”, la cui dimensione dipende dalle diverse frequenze vibratorie memorizzate in essi. In particolare, il loro diametro è inversamente proporzionale alla frequenza vibratoria, per cui si è visto che frequenze più alte danno cluster più piccoli. Il nostro organismo, formato per il 70% di acqua, ha tanti domini di coerenza olografica; nella parte inferiore del corpo e a livello intestinale si hanno grandi cluster di acqua a bassa frequenza, per cui i tubuli, anch’essi grandi, lasciano passare grosse molecole e sostanze tossiche pesanti. I microtubuli cerebrali, invece, fanno passare solo molecole più piccole e ad altissima frequenza, e in queste aree si trovano piccoli cluster ad alta frequenza. Le piccole molecole di alcuni metalli pesanti, come ad esempio mercurio e piombo, possono passare la barriera encefalica, creando intossicazioni e seri problemi ai neurotrasmettitori cerebrali.La parte coerente dell’acqua è impenetrabile, non assorbe alcun elemento al di fuori dell’idrogeno. Nella parte non coerente sono disciolti gli ioni dei sali. Nel corpo sano esiste un giusto rapporto tra parte coerente e parte incoerente e normalmente i cluster hanno domini di coerenza piccoli, mentre lo stato di malattia tende a gonfiarli, ingrandirli; da qui il senso di gonfiore che spesso viene provocato dal ristagno. In tal modo, i cluster diventano condensatori carichi da scaricare. Intervenendo sulla parte incoerente si potrebbe sbloccare il sistema, infatti una frequenza uguale a quella della cellula ammalata, che arriva ai domini di coerenza dell’acqua contenuta nell’organismo permette di liberare gli ioni bloccati della cellula alterata, sgretolando i domini strutturali, che, normalmente, si eliminerebbero soltanto mediante aumento della temperatura; questo è uno dei principi dell’omeopatia. Nel rimedio omeopatico il soluto, grazie alla succussione nel momento della diluizione, comunica all’acqua un informazione strutturante: i cluster, sottoposti a un determinato flusso d’energia, assumono comportamenti collettivi, cioè si va ad instaurare un regime di coerenza in grandi domini di molecole d’acqua.

L’acqua e i potenziali redoxL’acqua contenuta nella sostanza fondamentale (acqua extracellulare) in virtù della capacità di scambiare ioni è mantenuta isotonica col plasma. Sarebbero proprio i polimeri dello zucchero a mantenere l’isotonia nonostante la varietà delle sostanze presenti. Questo costituisce il potenziale redox che garantisce la sopravvivenza tessutale (biopotenziale). La combinazione strutturale tra acqua e biopolimeri di zucchero rappresenta, secondo Heine, il più alto sistema di informazioni di organismi mono- o pluricellulari che respirano tramite ossigeno. Tale sistema è un sistema redox ed è adatto, assimilando ed espellendo elettroni, a trasmettere qualsiasi informazione biologica che raggiunga la sostanza fondamentale: è inoltre in grado, nei processi in cui vengono catturati radicali, di restituire nuovamente l’energia risultante come presupposto di ulteriori processi enzimatici (automantenimento del sistema).Abbiamo visto in precedenza che secondo Trichner l’acqua diventa un liquido omogeneo solo a 60C°, mentre alla temperatura corporea essa sarebbe per il 50%, composta da cristalli liquidi, trovandosi in forma ordinata in ambiente intracellulare e invece in forma mobile in ambiente extracellulare. Abbiamo anche visto che sembra che le informazioni contenute nell’acqua a temperatura corporea normale (37C°) possano essere dissolte da un incremento di temperatura di 2-3 gradi: la febbre oltre i 39C°, pertanto, potrebbe aiutare la sostanza fondamentale idro-glicoproteica ad eliminare informazioni patogene. Alla struttura delle glicoproteine contribuisce, oltre all’acqua, anche il potenziale redox e il grado di pH. Questo spiegherebbe i processi degenerativi che si instaurano a livello della sostanza fondamentale in condizioni di protratta alterazione del potenziale redox e del pH (acidosi all’inizio, poi alcalosi) e che consistono in una perdita di fluidità (gelificazione) della sostanza fondamentale, all’inizio reversibile (può riaversi fase sol), poi irreversibile con processi di sclerotizzazione e fibrosi. Si può dedurre che se il mesenchima non è “libero” (cioè se ha una ridotta capacità ossidoriducente o un’ipossia con emergenza respiratoria cellulare e accumulo di cataboliti acidi della respirazione cellulare anaerobia, o eccesso di scorie o di metaboliti) le informazioni che attraverso di esso dovrebbero raggiungere le cellule parenchimali ed i sistemi omeostatici non riescono a giungere integre e si avrà un blocco d’informazione parziale o completo (cioè l’informazione si arresta a livello mesenchimale e non raggiunge le cellule parenchimali). A seconda dell’estensione dell’alterazione, questo blocco potrà diventare un focolaio,

l’origine cioè di una malattia. Secondo questa teoria, quindi, le malattie sono intese come blocchi funzionali del mesenchima (da svariate cause: microbiologiche, tossiche, da stasi circolatoria, da sovraccarico di stress sia fisico che psichico) che non vengono rimossi in tempo e provocano alterazioni di comunicazione intercellulare e del metabolismo tessutale con fenomeni di alterazione e degenerazione delle cellule del parenchima. Il danno delle cellule parenchimali è perciò sempre secondario all’alterata struttura o funzione del mesenchima. Per essere sani occorre quindi evitare il permanere a livello mesenchimale di informazioni sbagliate e poiché la maggior parte del mesenchima è costituita da acqua (in equilibrio dinamico con quella linfatica ed ematica e con quella cellulare), si capisce che il primo provvedimento è quello di assicurare un’adeguata idratazione, in modo da evitare che sostanze disturbanti raggiungano concentrazioni critiche. L’acqua è il veicolo principe per l’informatizzazione dei sistemi biologici viventi, infatti per ogni molecola di proteine vi sono 10.000 molecole di acqua.La forma molecolare e il comportamento dell’acqua del mesenchima è stata studiata da Trincher. Egli sostiene che la particolare idoneità dei reticoli di molecole d’acqua per la comunicazione e l’immagazzinamento di informazioni tra le cellule è dovuta alla particolare struttura molecolare dell’acqua, che nei tessuti non è un liquido omogeneo, è ordinata all’interno delle cellule, ma labile e mobile in ambiente extracellulare e a temperatura corporea è per il 50% costituita da cristalli liquidi. Le informazioni errate immagazzinate nei cristalli liquidi vengono cancellate da aumenti di temperatura (38°-41°) che si realizzano tramite variazioni dei centri ipotalamici della termoregolazione che portano alla febbre (che rappresenta quindi uno dei più significativi meccanismi di autoguarigione degli organismi a sangue caldo). La cancellazione delle informazioni errate memorizzate nei cristalli liquidi portano al passaggio ad un liquido più omogeneo. Anche l’emissione cellulare di biofotoni, secondo Popp, può contribuire, attraverso questi “ponti” intercellulari di cristalli liquidi, a interazioni informazionali a largo raggio. I liquidi fluidocristallini sono caratterizzati dalla formazione di sciami paralleli bidimensionali di molecole; si tratta di aggregati instabili, che si formano e si dissolvono continuamente, con posizioni statisticamente disordinate fra loro. La loro estensione è dell’ordine delle lunghezze d’onda dei fotoni ottici. Alla base di tutte le interazioni cellulari a breve e lunga distanza, in un organismo pluricellulare, vi sono evidentemente i polisaccaridi idrati della sostanza fondamentale, che per la loro struttura chimica possiedono la capacità di immagazzinare e trasportare informazioni. Si tratta di sistemi aperti, adatti per la distribuzione fisiologica delle fluttuazioni energetiche prodotte da tutti i processi metabolici. Tali fluttuazioni energetiche si diffondono attraverso la sostanza fondamentale e possono essere utilizzate dalle cellule come informazioni; per questo sono sufficienti minime quantità di energia. Gli spostamenti di energia che si producono possono essere misurati come fluttuazioni del potenziale redox del connettivo. Appare dunque ovvio che, soprattutto nelle malattie croniche e in quelle tumorali (le quali sono sempre associate ad alterazioni dei polisaccaridi idrati della sostanza fondamentale), sia presente un’alterazione del potenziale redox della sostanza fondamentale, che spesso non è possibile normalizzare con la terapia.L’acqua legata dai Pg/Gag è indispensabile per il mantenimento della vita. Dato che la vita può conservarsi soltanto entro un determinato intervallo di temperatura, il bilancio termico di un organismo pluricellulare deve essere regolato mediante una sostanza fondamentale integra. In tutti gli organismi animali esiste un meccanismo di dispersione del calore ben definito, che dipende dalla quantità e qualità dei polisaccaridi idrati della sostanza fondamentale e del glicocalice. Ovviamente la temperatura della cellula deve essere superiore a quella dell’ambiente extracellulare , altrimenti la cellula non potrebbe disperdere calore. I Pg/Gag mantengono la temperatura dell’ambiente extracellulare al di sotto di quella dell’ambiente intracellulare grazie all’acqua da essi trattenuta. Quindi la temperatura fra le cellule e il loro ambiente è molto importante per il trasferimento di informazioni tra l’ambiente intra ed extracellulare. In tale ottica, si può affermare che i geni non realizzano autonomamente nessuno dei progetti di costruzione in essi codificati, perché non sono in grado di esprimere nulla senza stimoli specifici provenienti dall’ambiente extracellulare. Infatti, secondo Blechschmidt, il materiale genetico viene coinvolto in ogni differenziamento, senza esserne esso stesso la causa.

Pg/Gag (Proteoglicani e Glicosaminoglicani)I proteoglicani, i glicosaminoglicani e le proteine strutturali formano una sorta di filtro molecolare attraverso cui obbligatoriamente si deve passare per raggiungere la cellula dal letto capillare e viceversa. La dimensione dei pori del filtro è determinata dalla concentrazione e dal rapporto tra proteoglicani e glicosaminoglicani, dal loro peso molecolare, dagli elettroliti e dal valore del pH. Le “reti” costituite dal sistema Pg/Gag hanno una caratteristica di esclusione nei confronti di molecole di una certa dimensione, essi formano così un primo sistema di difesa primitivo. Grazie alla carica negativa delle loro catene di zuccheri, i Pg/Gag sono capaci di legare acqua e scambiare ioni. Essi garantiscono dunque lo stato isoionico, isotonico e isoosmotico della sostanza fondamentalePoiché la matrice extracellulare è collegata al sistema ghiandolare endocrino tramite i capillari, e al S.N.C. tramite le terminazioni periferiche neurovegetative che in essa si disperdono a fondo cieco, e poiché

entrambi i sistemi sono collegati l’un l’altro nel midollo allungato, i centri superiori della regolazione possono essere informati di ogni variazione che avvenga in questa struttura. Le cellule del tessuto connettivo che regolano la matrice extracellulare (macrofagi, leucociti, mastcellule) e il sistema dei capillari e delle terminazioni neurovegetative vengono reciprocamente informati dai prodotti liberati dalle cellule: prostaglandine, linfochine, citochine, proteasi, inibitori delle proteasi ecc. Il risultato è un vasto e complesso sistema umorale intercorrelato che aumenta enormemente la capacità di regolazione. La combinazione strutturale di biopolimeri di acqua e zucchero come rivelatori di variazioni dell’ambiente extracellulare rappresenta il sistema di difesa e d’informazione più antico di esseri viventi unicellulari e multicellulari che respirano ossigeno. Da un punto di vista filogenetico, infatti, la matrice extracellulare è più vecchia dei sistemi nervosi e ormonali, e viene regolata nella composizione dal sistema fibroblasto-macrofagico. I fibroblasti rispondono alle variazioni della matrice producendo proteoglicani e glicoproteine strutturali; i macrofagi sono letteralmente in grado di demolire la matrice per fagocitosi. L’acido ialuronico occupa un posto particolare tra i Gag, perché è la molecola portante dei proteoglicani e influenza tutte le funzioni della sostanza fondamentale. Controlla la crescita dei tessuti e la migrazione cellulare, attiva i granulociti e i macrofagi. La sua demolizione è operata dalla ialuronidasi, che interviene nella trasformazione della fase gel in fase sol del connettivo. I pazienti affetti da malattie reumatiche infiammatorie, cirrosi epatica, tumori maligni, sclerodermia, asma, enfisema, fibrosi polmonare idiopatica, e in genere tutte le malattie cronico-degenerative presentano livelli elevati di acido ialuronico nel siero.I Pg/Gag sono particolarmente idonei a legare l’acqua, per cui una singola molecola di proteoglicano può occupare uno spazio molto grande rispetto al suo peso molecolare.

Flusso di energia e coerenza elettromagnetica nella sostanza fondamentaleI polimeri della sostanza fondamentale sono inoltre adatti a favorire la capacità del connettivo a mantenere l’omeostasi mediante reazioni redox, quindi prendendo e cedendo elettroni. Grazie a questo sistema redox, ogni situazione che modifichi il tono elettrico della matrice extracellulare può essere codificata, diffusa ed elaborata attraverso l’intero organismo. II tono elettrostatico di base reagisce ad ogni cambiamento della matrice extracellulare con deviazioni del potenziale. L’informazione giunge alla membrana cellulare attraverso deviazioni di potenziale del glicocalice che ne determina una depolarizzazione, oppure tramite l’attivazione di messaggeri secondari sulla membrana (cAMP, inositolo trifosfato, ecc.) che trasmettono l’informazione codificata nella sostanza di base agli enzimi citoplasmatici. A questo punto è possibile finalmente raggiungere il nucleo cellulare, dove l’informazione può venire a contatto con il materiale genetico; a ciò segue la trascrizione da parte del DNA nei vari tipi di RNA. La capacità di regolazione della matrice extracellulare acquista così grande valore nei processi di malattia.L’organismo è un sistema aperto di elevata complessità. I sistemi aperti sono in linea di principio dei sistemi oscillanti, che dipendono da fonti specifiche di energia dissipativa (per es. cibo). Per il loro comportamento caratterizzato da retroazioni i sistemi aperti sono sistemi non lineari, perciò sono capaci di autoorganizzarsi, nonostante l’apparente disordine, in strutture ordinate. Il grado di ordine è determinato nell’organismo dal grado di coerenza delle oscillazioni dei campi elettromagnetici delle fibrille di collageno, dei Pg/Gag, e dal loro modo di risonanza. Perciò la perdita di coerenza (per es. a causa dell’introduzione nell’organismo di alimenti inappropriati, come farine bianche altamente ossidative, zucchero raffinato, ecc.) può avere conseguenze catastrofiche per l’organismo come sistema cibernetico. L’organismo funziona essenzialmente mediante le oscillazioni elettromagnetiche, più o meno coerenti, dei suoi costituenti, che interagiscono in maniera flessibile. La salute è, dal punto di vista biofisico, uno “stato coerente”, e la malattia è una perdita di coerenza, ma non un danno. Salute e malattia non possono dunque essere separate, e sono unite dalle necessarie crisi nelle varie situazioni di vita. Atomi e molecole sono portatori di cariche elettriche, ed emettono continuamente diverse quantità di energia, sotto forma di quanti, ovvero di radiazione elettromagnetica di varia frequenza. Alla temperatura corporea gli atomi vibrano con una frequenza di oltre 1015 Hz. Le molecole rispondono a una frequenza di 103 Hz. L’intero organismo vibra ad un’oscillazione complessiva da 7 a 10 Hz simile alla frequenza Schumann con cui pulsa il nostro pianeta. Se ne può dedurre che il sistema cellulare e la matrice oscillano con una frequenza sui 7-10 Hz, come si è potuto constatare sui tessuti cerebrali. Tali frequenze, presenti anche in natura, si producono per risonanza tra la superficie terrestre e il limite inferiore della ionosfera. Dal punto di vista biofisico, tutte le oscillazioni (intese come variazioni di frequenza e ampiezza) guidano i processi metabolici. Il corpo umano irradia ogni secondo 1021 fotoni nella gamma ottica, termica e delle microonde, dissipando una potenza di 100 watt per ora. Un adulto con una superficie corporea di 1,5-2 mq emette quindi giornalmente una quantità di radiazione pari a 6000-9000 calorie. Dato che nel contempo vengono assorbite dall’ambiente da 5000 a 7000 calorie, rimane da compensare una differenza di 1000-2000 calorie attraverso l’alimentazione. Ma la popolazione dei paesi industrializzati pratica in genere una dieta ipercalorica, per cui i

sistemi di regolazione sono continuamente soggetti a un forte sovraccarico di fotoni vaganti. Ciò si evidenzia, tra l’altro, come “stress ossidativo” con eccessiva produzione di radicali liberi nelle malattie del mesenchima e dal momento che tutte le funzioni vitali passano per la sostanza fondamentale, questa non deve avere un consumo di energia superiore a quello delle cellule. Fondamentalmente la vita è possibile solo se tra cellula e ambiente extracellulare esiste una differenza di temperatura. Il mantenimento di tale differenza dipende essenzialmente dalla struttura della sostanza fondamentale. Con la diminuzione (edemi infiammatori) o l’aumento (sclerosi) di questa sostanza, e coi disturbi della sintesi da parte delle cellule connettivali, la differenza di temperatura si riduce. Di conseguenza si dilatano i tempi dei processi metabolici. Se la differenza di temperatura tende a zero, il tempo tende all’infinito, e ciò è in contrasto con la continuazione della vita. Si tratta di un processo lento e insidioso che è la base termodinamica dell’invecchiamento. Il comune denominatore di tutte le reazioni biologiche è dunque il flusso di energia. Un esempio potrebbe essere l’interazione tra gli sciami di molecole di acqua fluidocristallina e i Pg/Gag della sostanza fondamentale; tale interazione determina il grado di ordine e di organizzazione strutturale nella sostanza fondamentale. Il trasporto di materiali nella sostanza fondamentale è legato alla formazione dinamica di iperboloidi elicoidali (una sorta di microcanali con strutture a tunnel) attraverso la possibilità di collegamenti ad anello dei componenti glicidici dei Pg/Gag. Dato che le loro superfici hanno una minima energia, il più piccolo spostamento di energia (anche di un solo fotone) può provocare notevoli modifiche anche a grandi distanze. Per un tale trasferimento di energia non può più valere il numero di Avogadro (diluizione di 6x10²³/mole). Questo è il principio organismico della minimizzazione dell’energia, che trova applicazione pratica nella diluzione dei rimedi operata dall’omeopatia.La sostanza fondamentale rappresenta, pertanto, lo specchio del comportamento spaziale e temporale della cellula, in particolare per quel che concerne l’attività dei geni. Essa è la memoria metabolica della cellula. Immagazzinando svariate sostanze dotate di complesse strutture tridimensionali, la sostanza fondamentale ha la facoltà di trasmettere informazioni utili come istruzioni per attività future e la quantità di tali segnali supera di gran lunga quella del genoma. Rappresentando nel contempo memoria e progetto per il futuro, la sostanza fondamentale è il mezzo per la conservazione dell’identità, cioè dell’autosimilarità dei tessuti.

Connessioni tra mesenchima e psicheUna attività psichica non può essere pensata senza l’esistenza della coscienza, intendendosi per coscienza la minima struttura di un “io” che riconosce se stesso diverso dall’altro da sé, in grado di esercitare un minimo di controllo su di sé. Recenti studi riconoscono questo nucleo di coscienza anche nella psiche degli animali superiori. Tuttavia l’essere umano è l’unico ad avere una rappresentazione in più: “la capacità creativa e la capacità critica” che hanno reso possibile l’evoluzione della specie. Distinguiamo, quindi, un io soggettivo, di natura neuropsicologica, da un io cosciente creativo e critico. L’attività mentale umana è di tipo conservativo - biologico, tesa, cioè, alla difesa dell’io soggettivo dalle aggressioni esterne. Tale attività è quasi completamente coordinata dalla mente biologica-neuronale. Le attività superiori, invece, in particolare il pensiero critico e creativo, sono appannaggio dell’io cosciente, struttura sicuramente distinta dalla mente biologica, ma ad essa strettamente interconnessa. Benjamin Libet, della California University, ha scoperto che il cervello impiega 500 millisecondi per elaborare la realtà in modo conscio, mentre gli bastano 150 millisecondi per l’individuazione sensoriale senza consapevolezza, cioè per vedere cose non interessanti, che non vengono registrate. Il processo di prendere coscienza, quindi, crea un lievissimo ed impercettibile ritardo tra quello che vediamo e sentiamo e quello che “sappiamo” di aver visto e sentito. Cosa avviene in questo lasso di tempo?Secondo Rodolfo Llinas, della New York University, entrano nella coscienza-consapevolezza solo quelle informazioni che le cellule nervose corticali ritrasmettono al talamo in modo sincrono, sintonizzandosi tutte sulla stessa frequenza d’onda: una modulazione intorno ai 40 Hertz. Il rumore di fondo continuo delle altre cellule, trasmesso su altre lunghezze d’onda, resta, invece, escluso dalla coscienza. Secondo Llinas la raccolta di queste informazioni è fatta da un anello di cellule: il nucleo intralaminare del talamo. Qui ha origine un treno d’impulsi nervosi, che, simile ad un fascio radar, fa il giro completo del cervello ogni 12,5 millisecondi. Ogni giro esplica il recruitment (reclutamento) di tutte le informazioni, presenti nelle diverse aree specializzate del cervello: corteccia visiva, sensitiva, uditiva, che sono sincronizzate dalla mente sulla stessa lunghezza d’onda (40 Hertz). La coscienza, quindi, non è un luogo fisico, ma un tempo e una frequenza che accordano le diverse sensazioni all’unisono tra loro . Ma se la mente, come fonte di riflessione critica e creativa non è identificabile con il cervello biologico, che rapporto c’è tra mente e cervello, visto che sia l’io soggettivo-biologico che l’io cosciente-creativo utilizzano nella vita quotidiana il cervello per interagire con il mondo esterno? La modalità più semplice per rispondere a questa domanda è il paragone con il computer. Il cervello con la sua struttura organico-biologica è assimilabile all’hardware di un calcolatore, in cui si immettono i dati

provenienti dagli organi di senso e dal mesenchima, ed in cui il frutto dell’elaborazione della mente viene tradotto in fisicità, per l’output finale. La mente è invece il programma di elaborazione-dati interposto al terminale-cervello, e cioè rappresenta l’unità centrale elettromagnetica dell’intero calcolatore (software).Lo stato di salute dell’individuo è uno stato particolare che può essere mantenuto solo con un enorme dispendio energetico, con la formazione di strutture dissipative (clusters), lontano dall’equilibrio termodinamico, in un sistema aperto. È necessario un flusso di informazioni costante che renda possibile l’altissimo grado di ordine dinamico dei tessuti (negentropia).Circa 1018 reazioni metaboliche organiche al secondo richiedono un trasferimento veloce e preciso di informazioni all’intero organismo. Secondo il biofisico Popp, nessuna molecola, enzima, ormone o neurotrasmettitore è in grado di fare ciò: solo i fotoni sono in grado di garantire questo coordinamento in maniera ordinata, ultraveloce ed olografica. In accordo anche con il pensiero di Rubbia (Premio Nobel, 1984), la materia è quindi subordinata ai processi energetici di natura elettromagnetica, che gestiscono lo stato di organizzazione dei tessuti. È impensabile il raggiungimento di tale coordinamento nell’intero organismo tramite la sola rete neuronale. Possiamo quindi ragionevolmente supporre che accanto ad un cervello neuronale esista un cervello elettromagnetico (psiche), in grado di elaborare informazioni con una velocità e sensibilità estremamente superiore al cervello biologico. In tale struttura elettromagnetica coesiste sia l’io biologico che l’io superiore, cioè l’io creativo-riflessivo. Tale struttura utilizza il cervello biologico-neuronale e da esso ricava percezioni e sensazioni che poi elabora e traduce in coscienza, senso della vita e dell’essere, nonché in strategie di superamento e trascendenza. Ogni mutamento di carattere somatico influenza tale struttura elettromagnetica che definiamo “PSICHE”; così uno stressore nella struttura psico-elettromagnetica si tradurrà, attraverso la mediazione del cervello biologico-neuroendocrino, sull’intero organismo. Il rapporto tra mente e corpo è così stretto, diretto ed immediato, che uno shock psichico produce contemporaneamente una perturbazione nella mente elettromagnetica, nel cervello biologico (focolaio di Hamer) e in un organo periferico controllato da quella area encefalica.Movimenti impercettibili di masse microscopiche che costituiscono i microtubuli delle cellule, sarebbero responsabili, secondo R. Penrose dell’Oxford University, di quest’attività quantistica integrata e risonante.Altre strutture oscillatorie presenti nel mesenchima interstiziale, nella glia cerebrale e nell’acqua semicristallina dell’intero organismo mediano questa comunicazione (J. Benveniste, E. Del Giudice, H. Heine). Se mente e corpo sono, quindi, così strettamente interconessi, i fattori psichici possono scatenare malattie somatiche, ma anche intossicazioni croniche a carico di organi periferici o della matrice interstiziale possono acuire o generare disturbi psicologici.L’essere umano può essere visto come un recipiente, che sul fondo reca il carico tossinico derivante dalla costituzione (il “miasma” di Hanemann), al centro il carico tossinico cronico, superiormente la conflittualità cronica emotivo/spirituale. La malattia è determinata da una causa scatenante acuta, sia fisica che psichica, che rappresenta la classica goccia che fa traboccare il recipiente, e che diventa causa scatenante della patologia acuta che porta spesso il paziente alla consultazione. Il compito fondamentale del medico è quello di stabilire in quale punto di questo complesso network sia opportuno inserirsi, sia a livello diagnostico che terapeutico, e soprattutto come poterlo fare in forma scientifica evitando un eccessivo interventismo, pur garantendo contemporaneamente una rigorosa precisione accompagnata da elevata sensibilità e specificità.Nella nostra esperienza, di oltre 6 anni, l’utilizzo di apparecchiature che valutano la funzionalità dei processi metabolici del corpo unita ad apparecchiature che facilitano il riscontro di eventuali processi infiammatori presenti ci ha consentito di intervenire in maniera puntuale e precoce non solo in caso di patologie conclamate, ma anche sugli squilibri del Sistema Neuro-vegetativo e sulle prime avvisaglie di patologia che possono essere slatentizzate osservando la presenza o meno dei M.U.S. (Medical Unexplained Symptoms) nella normale vita quotidiana della persona. Tali apparecchiature si sono rivelate altresì importanti nello strutturare una corretta impostazione e prassi alimentare nella preparazione atletica e sportiva di atleti, che vanno dall’amatoriale al professionistico ,che si sottoponevano alle indagini di impedenziometria per una più corretta valutazione dei carichi di stress psicofico, dei livelli di acidosi tessutale, dei parametri di composizione corporea e della situazione metabolica, nonché per valutare la capacità di risposta dell’organismo agli stressors e gli eventuali deficit di Sali alcalinizzanti per contrastare alti carichi acidosici durante le prestazioni sportive intense e prolungate.I test cui sottoponiamo normalmente gli atleti ci permettono di avere un riscontro globale sia dal punto di vista fisico-metabolico sia sotto l’aspetto della reattività psichica, ciò consente di approntare uno specifico carico di lavoro in funzione dei parametri riscontrati, ma soprattutto lo scopo è quello di permettere all’atleta, con qualsiasi carico di lavoro, di tollerare e di tamponare, mediante una mirata alimentazione alcalinizzante, i carichi lattacidi prodotti sotto sforzo. Attraverso specifici algoritmi che tengono conto dei vari parametri riscontrati con i suddetti test si può infine valutare il livello di prestazione Psico-Fisica della persona, la capacità di resistenza allo sforzo e l’eventuale necessità quali-quantitativa di alcalinizzazione. Riportiamo di

seguito i parametri più significativi che evidenziati da queste apparecchiature e presentiamo un nuovo approccio al riequilibrio del Sistema Neurovegetativo attraverso il Sistema iLife nella preparazione atletica.

B.I.A ( Body Impedance Analyzer )

Dispositivo medico diagnostico che effettua l’analisi della composizione corporea tramite lettura della bioimpedenza intra ed extracellulare: è un dispositivo medico diagnostico non invasivo che permette di effettuare l’analisi della composizione corporea attraverso la lettura della bioimpedenza intra ed extracellulare. Questo parametro si acquisisce con un test della durata di 6 secondi, mediante l’applicazione di 4 elettrodi posizionati negli arti. L’analisi dell’impedenza corporea consiste "nell'iniettare" in un soggetto una corrente alternata totalmente innocua ad una serie di frequenze prefissate. Ciò avviene per via transcutanea, tramite due elettrodi di superficie (detti iniettori). Una seconda coppia di elettrodi (detti sensori) ha il compito di registrare la resistenza del nostro organismo al passaggio della corrente applicata. Questa opposizione al passaggio della corrente è definita Impedenza. L'impedenza è costituita da due diverse componenti: la resistenza e la reattanza. Tutte le strutture biologiche offrono una resistenza al passaggio di una corrente elettrica. I tessuti privi di grasso sono buoni conduttori: essi sono ricchi di fluidi corporei e rappresentano al passaggio della corrente alternata una bassa resistenza. Al contrario i tessuti adiposi e le ossa sono cattivi conduttori in quanto poveri di fluidi ed elettroliti, e rappresentano un'alta resistenza. La reattanza è la forza che un condensatore oppone al passaggio di una corrente elettrica. Per definizione un condensatore è composto di due piastre conduttive, separate tra loro da uno strato di materiale non conduttivo. Le cellule presenti nell'organismo si comportano come dei condensatori che oppongono alla corrente alternata una resistenza capacitiva. La reattanza è una misura indiretta delle membrane cellulari integre ed è proporzionale alla massa cellulare corporea.Essa rileva:BMI (Body Mass Index): Indice di massa corporea: -Minore di 18,5: Sotto peso. -Compreso tra 18,5 e 25: Normale. -Compreso tra 25e 30: Soprappeso. -Maggiore di 30: ObesoTBW (Total Boby Water): Indica la quantità espressa in litri di acqua presente nel corpo e la percentuale rispetto al peso totale. Valore normale: 60-70% del peso totale. La sua diminuzione è un parametro indiretto del livello di disidratazione dell’individuo o dell’aumento della massa grassa. ECW (Extra Cellular Water): Indica la quantità espressa in litri di acqua presente nell'ambiente extracellulare e la sua % rispetto all'acqua corporea totale (TBW). Valore normale: < 43% di TBW (Total Body Water). Il suo valore si innalza in presenza di infiammazione cronica.ICW (Intra Cellular Water): Indica la quantità espressa in litri di acqua presente nell'ambiente intracellulare e la sua % rispetto all'acqua corporea totale (TBW). Valore normale: > 57% di TBW (Total Body Water). La sua diminuzione è correlata alla perdita di sistemi tampone.FFM (Fat Free Mass): Indica la quantità espressa in kg di massa magra presente nel corpo e la percentuale rispetto al peso totale del paziente. Valore minimo: 75% del peso totale. La sua diminuzione è correlata all’alterazione del ritmo circadiano del cortisolo (autocannibalismo proteico). FM (Fat Mass): Indica la quantità espressa in kg di massa grassa presente nel corpo e la percentuale rispetto al peso totale del paziente. Valore massimo: 25% del peso totale. Il suo aumento eccessivo è correlato anche a situazioni di stress con aumento di secrezione del cortisolo.BMR (Basal Metabolic Rate): Per metabolismo basale si intende la quantità di energia (Kcal giornaliere) consumata da un individuo che si trovi in condizioni di massimo riposo fisico e mentale, in una stanza a temperatura confortevole e a digiuno da circa 12 ore. Il valore di normalità tra 1300 e 1400 Kcal/Day. Il suo valore diminuisce in presenza di stress a causa della secrezione cronica di glucocorticoidi e degli ormoni tiroidei.PA (Phase Angle): Rappresenta la misura espressa in gradi della relazione tra resistenza e reattanza capacitiva. Un grado molto basso rappresenta un sistema con scarse membrane cellulari integre, un grado molto alto rappresenta un sistema con membrane integre e una buona massa cellulare. È indice indiretto di morte delle cellule per alterazione delle membrane cellulari e viene utilizzato nel monitoraggio di infiammazioni croniche, patologie cronico-degenerative e affezioni tumorali. Valori di normalità: Uomini: > di 6 gradi; Donne: > di 5 gradi.ECM (Extra Cellular Matrix): rappresenta la percentuale di Matrice Extracellulare (normale tra il 15 ed il 20%) ed aumenta quanto più cronici sono i processi infiammatori presenti nel soggetto e quanto più intasata risulta la Matrice.

TOMEEX ( Tomografia Elettrolitica Extracellulare )

Cosa analizza il test: il dispositivo analizza l’attività bioelettrica extracellulare dell’organismo identificando in automatico le regioni del corpo umano con presenza di processi infiammatori. Nell’ambiente extracellulare si è in presenza di elettroliti che variano le loro concentrazioni a seconda dello stato fisiopatologico; lo strumento analizzando tali variazioni in tutto il corpo è in grado di localizzare con precisione le regioni con presenza di determinate concentrazioni di elettroliti che rappresentano stati di alterazione. Gli elettroliti Na+ e Cl- sono gli ioni predominanti nell’ambiente extracellulare. Quando si ha un processo infiammatorio si è sempre in presenza di edema extracellulare quindi in presenza di una

quantità superiore di ioni. Un aumento di elettroliti corrisponde ad un aumento della conducibilità bioelettrica extracellulare del distretto analizzato. Il test valuta la distribuzione della conducibilità analizzando il corpo attraverso 17 segmenti di misura che permettono al sistema di identificare le regioni del corpo con presenza di alterazione.1- L' ALGORTIMO PROCESSI INFIAMMATORI analizza: a) La Conducibilità Extracellulare Basale (BEC: Basal Extracellular Conductance) acquisita nella zona prima della somministrazione dello stressor la cui media (Media BEC) è correlabile al grado di cronicità dell’infiammazione: (Da 0 a 10: è indice di presenza stato infiammatorio cronico; da 10 a 15: è indice di stato infiammatorio tendente alla cronicità; da 15 a 25: è indice di stato infiammatorio; da 25 a 35: è indice di stato elettrolitico fisiologico; maggiore di 35: è indice di stati allergici o stati di ipertensione). Quest’ultima indica l'alterazione elettrolitica sistemica legata a presenza o assenza di processi infiammatori locali e/o sistemici. Tanto più basso è il valore tanto più siamo in presenza di un processo infiammatorio che dura da parecchio tempo e tanto più possiamo dedurre che siano stati consumati i sistemi tampone.b) Zone con presenza di processi infiammatori acuti: Il test suddivide il corpo in 17 zone in cui rileva la capacità di risposta del sistema immunitario alla somministrazione di uno stimolo elettrico e valutare così la corretta risposta, in quella zona, del Sistema Neurovegetativo. Per ogni zona indagata possiamo avere tre tipologie di risposta (Activation/Reaction): colore verde è una attivazione/risposta fisiologica o funzionale definita come fase di allarme; colore giallo è una attivazione/risposta non adeguata definita fase di resistenza; colore rosso è una attivazione/risposta non funzionale con reazioni anomale allo stressor definita fase di esaurimento del Sistema Immunitario. Le aree

maggiormente interessate dai processi infiammatori acuti sono più edematose e quindi determinano un aumento della distribuzione elettrolitica extracellulare (DECW: distribution extra-cellular water) per cui le zone dove questa aumenta in modo significativo (DECW+): rappresentano aree con presenza di processi infiammatori e/o scarti della alterazione metabolica o aumento del deposito di acidosi da attività catabolica, da forte attivazione dell'aldosterone o da alterata risposta per uso di farmaci modulatori della flogosi. c) Fase di Resistenza Sistemica: rappresenta il livello di resistenza del Sistema Immuno-Endocrino allo stress. Valori bassi (0-6 = alta protezione I.E.; 7-17 = protezione I.E. sotto controllo) indicano una buona risposta del sistema Immuno-Endocrino, mentre valori alti (18-26 = bassa protezione I.E.; 27-34 = protezione I.E. critica)

indicano risposta carente o, se molto alti, critica.d) Zone con presenza di processi infiammatori cronici sottendono invece una significativa carenza della distribuzione elettrolitica con significativa disidratazione e diminuita distribuzione extracellulare dell’acqua (DECW-): rappresentano aree con forte disidratazione, perdita di minerali fondamentali, con reazione alterata del Sistema Immuno-Endocrino legata all’uso di farmaci modulatori idroelettrolitici

(diuretici) o da alterata modulazione ADH/Aldosterone fisiologica o correlata all’uso abituale di farmaci modulatori o soppressori dei processi infiammatori. Queste aree, quando sono significative, vengono riportate in due appositi riquadri sulla sinistra ed in basso del foglio, mentre a fianco, sulla destra, di tale riquadro vengono riportate le aree in cui il Sistema Immunitario è capace (Eustress) o no (Distress) di esprimere la propria attività di modulazione e/o risoluzione dello stressor tramite il processo infiammatorio. 2- L’ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL SISTEMA DI ATTIVAZIONE AGLI STRESSORS indica: a) Lo stato di stress presente quando esiste uno squilibrio tra stimoli (stressors) e la risposta (reazione) agli stessi: a pari esposizione da stressors si può essere in Iper o in IpoAttivazione. b) Il sistema di Attivazione/Reazione rappresentato in 4 quadranti su un piano cartesiano: dove nell'asse orizzontale viene riportato il Livello di stress (analisi quantitativa con valore minimo = 17 zone esenti da stress); in quello verticale la capacità di Attivazione/Reazione dell’organismo agli stressors (analisi qualitativa). Lo stato di flow (flusso: quadrante verde in alto a destra) è il livello ottimale di attivazione/reazione associato all'Eustress o stress positivo ed è caratterizzato da un arousal (attivazione) funzionale utile a raggiungere una contro-regolazione (obiettivo) efficiente in grado di attivare tutti i sistemi di regolazione neuroimmunoendocrini e metabolici dell’organismo. In basso troviamo il quadrante giallo di IpoAttivazione funzionale del sistema mentre a sinistra si colloca la colonna

con alta incidenza di stress e di presenza dei sintomi vaghi ed aspecifici, nella loro forma più acuta in alto (Iper-Attivazione) e nella loro espressione più cronica nel quadrante rosso in basso (Ipo-Attivazione).

3-LA REGOLAZIONE SISTEMICA DELLA CAPACITÀ TAMPONE indica il grado di capacità tampone sistemica dell'organismo (range da 0 a 34): valori tendenti allo 0 indicano attività tampone minima; valori elevati (>28) indicano buona capacità tampone. La funzionalità tampone renale viene indicata come attiva o disregolata a seconda della capacità di modulare l'acidosi fissa, stesso dicasi per quella volatile a livello della funzionalità tampone respiratoria. Viene infine indicato come "soggetto con acidosi mista" il soggetto con disregolazione sia degli acidi fissi che volatili.

Decalogo per una resa sportiva ottimale, una durevole resistenza alla fatica ed una corretta prevenzione degli infortuni in ambito sportivo

Devono essere presenti almeno 8 dei seguenti punti: 1) TBW: acqua totale corporea tra il 55 e il 70%. 2) ECW: acqua extracellulare non superiore al 43%. 3) BMR: metabolismo basale compreso tra 1300 e 1400 Kcal/die o maggiore. 4) PA: Angolo di fase superiore a 5 per le donne e a 6 per i maschi. 5) Media BEC: con valori compresi tra 25 e 35 (scorte di sistemi tampone). 6) DECW+: assenza di regioni interessate da processi infiammatori o per lo meno con valori <10. 7) DECW- assenza di regioni interessate da processi infiammatori cronici. 8) Distress: assenza di regioni in Esaurimento funzionale ed almeno 10 aree su 17 non bloccate dai glucocorticoidi endogeni (Livello di Stress). 9) Livello Sistemico della funzionalità tampone maggiore di 28. 10) Acidosi fissa, volatile o mista assente con presenza di funzionalità tampone renale e respiratoria attiva e non disregolata.

INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO PSICO-FUNZIONALE, METABOLICO-COSTITUZIONALE E DELLA CONDIZIONE ATLETICA

In funzione dei parametri ricavati con l’utilizzo delle apparecchiature di Bio-impedenziometria potremo di seguito collocare i giocatori in aree di specifica Classificazione sia da un punto di vista Psico-Funzionale, che da un punto di vista Metabolico-Emuntoriale che ci permetterà di attivare concreti, specifici e mirati interventi di riequilibrio sia da un punto di vista psicofisico-energetico che da un punto di vista smaltimento delle tossine accumulate in eccesso o di integrazione nutraceutica degli eventuali elementi carenti nella specifica alimentazione dell’atleta; il tutto per portare la Condizione Atletica fino ai massimi livelli raggiungibili e “fisiologicamente possibili”.

1) Inquadramento Psico-Funzionale: Questo tipo di classificazione prende in considerazione da un lato (quello delle ascisse) il Livello di Stress espresso come numero di aree su 17 libere dal blocco dei glucocorticoidi surrenalici; dall’altro (asse delle ordinate) il livello di Attivazione/Reazione del sistema in funzione della presenza o meno di scorte di sistemi tampone.Le quattro aree principali (da 1 a 4) sono numerate in ordine crescente e sono correlate a livelli via via maggiori di compromissione dell’organismo: l’appartenenza ad una

specifica area comporterà conseguenti e mirati approcci terapeutico-riequilibrativi diversi per ciascun atleta.

2) Inquadramento Metabolico-Emuntoriale: Questo tipo di classificazione prende in considerazione da un lato (quello delle ascisse) il livello di intossicazione della Matrice Extracellulare (che fa parte della Massa Magra) espresso come aumento percentuale dell’acqua extracellulare (ECW); dall’altro (asse delle ordinate) viene espressa la percentuale di Massa Magra presente nel corpo e quindi di conseguenza le potenzialità metaboliche di produzione energetica dello stesso. Quello che emerge da tale correlazione è una griglia di

Classi Alimentari dove in funzione del metabolismo del soggetto legato alla sua percentuale di massa magra e del livello di intossicazione della sua Matrice Extracellulare potremo abbinare prassi alimentari diverse e

specifiche per ogni Classe in modo da riportare al centro (Classe 5) o a livello di massima performance nel caso degli sportivi (Classe 4) la persona in oggetto.

3)Condizione Atletica: La condizione Atletica viene infine valutata mediante TomEEx (Tomografia Elettrolitica Extracellulare) del livello dell’Energia Cellulare Sistemica (scorte di Sistemi Tampone) correlata alla valutazione mediante B.I.A. (Body Impedance Analyzer) dell’angolo di Fase (Percentuale di massa Cellulare Biologicamente Attiva ed indirettamente entità del danno eventualmente presente sulle membrane cellulari).

APPROCCIO TERAPEUTICO DI RIEQUILIBRIO ENERGETICO-METABOLICO

Sistema iLife S.O.M.M. (Sensory Oscillating Multi-Moduation)Modulazione Multi-Sensoriale Oscillante

(mediante Risonanza Magnetica, Microvibrazioni, Toni e Musica)

1) Risonanza Magnetica:

L’effetto curativo dei campi magnetici statici è conosciuto fin dall’antichità. Dagli anni ‘50 del secolo scorso, forti campi magnetici pulsanti vengono utilizzati per favorire

la guarigione delle ossa. Ma è solo dall’invenzione della stimolazione a risonanza magnetica a bassa energia che è possibile applicare efficacemente i campi magnetici per la prevenzione della salute.I campi magnetici sono ovunque, intorno e dentro di noi. Il magnetismo è una forza naturale senza la quale non potrebbe esistere nessuna pianta, nessun animale e soprattutto nessun uomo: la risonanza

magnetica pulsata sfrutta il fenomeno naturale del magnetismo per distendere spirito e corpo, aumentare la vitalità e proteggere la salute attraverso i suoi benefici influssi sulla corretta funzionalità del DNA cellulare.

Il Sistema iLife S.O.M.M. è un’applicazione nella quale le onde magnetiche pulsate riproducono le stesse frequenze emanate dai campi elettromagnetici delle cellule, rafforzandole e stimolandone l’autoguarigione attraverso un apporto di energia e di informazione di campo. Una carenza comporta un invecchiamento accelerato e precoce delle nostre cellule che, prive della loro ricarica naturale di

energia, non sono in grado di svolgere le loro funzioni caratteristiche determinando una importante riduzione della funzione metabolica e delle difese immunitarie.

2) Microvibrazioni:

Le frequenze delle onde elettromagnetiche sono potenziate da un apparato oscillante che trasmette al corpo soffici vibrazioni che entrano in sintonia con le fasce muscolari disperdendo eventuali tensioni accumulate nel tempo e riportando l’equilibrio cenestetico.

Le Microvibrazioni sono inoltre sintonizzate ed abbinate alle frequenze trasmesse dal Campo Magnetico Pulsato che permette loro di entrare facilmente in risonanza con il resto del corpo

aumentando e rafforzando così l’intensità dell’effetto curativo: in particolare a livello fisico la muscolatura viene tonificata dal maggior apporto di ossigeno e calcio che aumenta la capacità di resistenza muscolare, mentre le ossa vengono rafforzate sia dall’apporto di calcio che dalla riattivazione cellulare degli osteoblasti, con un rallentamento dell’insorgenza dell’osteoporosi ed un dimezzamento dei tempi normalmente necessari per il consolidamento delle fratture;

3) Toni e Suoni:Nel Sistema iLife S.O.M.M. il coordinamento e collegamento computerizzato dei Toni e dei Suoni alle frequenze del Campo Magnetico Pulsato fa sì che anche questi concorrano a creare un sinergismo d’azione dei vari sistemi terapeutici determinando un effetto potenziante per ognuno di questi interventi terapeutici.

4) Riequilibrio vibrazionale dei Chakra L’insieme delle tre precedenti tecniche, mediante l’attivazione di un apposito programma, consente un rapido riequilibrio energetico-vibrazionale dei centri energetici corporei (i Chakra) ripristinando, in questo modo, un corretto funzionamento di tutto il Sistema P.N.E.I.M. (Psico-Neuro-Emdocrino-Immuno-Metabolico).

Ricerca scientificaUna simile strategia terapeutica si avvale di anni di ricerca scientifica e di sperimentazioni cliniche (molte

delle quali condotte e patrocinate da Andreas Guenther qui a fianco e riportate nel suo libro) che hanno evidenziato l’indiscutibile valore terapeutico della Magneto Terapia Pulsata, ma soprattutto le infinite potenzialità di questa apparecchiatura non solo nella prevenzione delle patologie, ma soprattutto nel mantenimento di uno stato di benessere psicofisico e metabolico dato dalla particolare capacità del Sistema iLife S.O.M.M. di riportare in equilibrio il Sistema Neuro-Vegetativo che è alla base dei processi vitali (http://www.ilifesomm.com).

Il Sistema iLife S.O.M.M.L’apparecchiatura, facilmente programmabile tramite un moderno palmare, consiste di un lettino suddiviso in una parte inferiore ed in una superiore al cui interno un particolare sistema computerizzato è in grado di generare più funzioni terapeutiche tra loro sincronizzate, ad effetto potenziante:

un Campo Magnetico Pulsante che avvolge la persona nella sua interezza stimolandone ogni cellula e che apporta energia vibrazionale a diverse frequenze ed intensità per portare energia ed informazione vibrazionale a tutti gli apparati, organi e tessuti;

una Stimolazione sonora e musicale scelta appositamente e sapientemente abbinata alle varie indicazioni terapeutiche, trasmessa da apposite cuffie, con innumerevoli possibilità di scelta musicale in funzione dei propri gusti;

una Piastra vibrante in grado di amplificare e trasmettere le vibrazioni e le oscillazioni generate dagli amplificatori di toni-suoni sottostanti a tutto il corpo.Il Sistema iLife S.O.M.M. può quindi essere utilizzato, secondo le ricerche riportate nel libro di Andreas Guenther e le mie personali esperienze cliniche condotte in oltre 10 anni di

utilizzo della Terapia con Campi Magnetici Pulsati presso il mio ambulatorio nei seguenti casi:

Prevenzione della salute ed Estetica : Riequilibrio del Sistema Neuro-Vegetativo, dei ritmi sonno-veglia con miglioramento della qualità del sonno e

rafforzamento del sistema immunitario; Aumento della funzione emuntoria di disintossicazione dei reni; Accelerazione del metabolismo con riduzione di glicemia e colesterolo totale; Miglioramento dello stato generale fisico, metabolico e psichico della persona; Potenziamento della concentrazione e della memoria per migliore ossigenazione cerebrale e riduzione dei radicali

liberi; A livello estetico la pelle diventa più elastica e con la riduzione dello stress ossidativo rallentano i processi di

invecchiamento ritardando la formazione delle rughe;Attività Sportiva :

Migliora le prestazioni sportive ed in genere qualsiasi attività che richieda un supporto energetico maggiore per essere svolta;

Favorisce lo smaltimento dell’Acidosi lattica dopo le prestazioni più intense; Facilita il rilassamento miofasciale prevenendo i traumi da stiramento e distrazione; Migliora focalizzazione e concentrazione facilitando il rilassamento mentale pre-gara; Riduzione dei tempi di recupero nelle patologie Fisiatrico-Ortopedico-Neurologico;

Prevenzione e supporto di Patologie acute : Fibromialgie e miogelosi più o meno associate a tendiniti o nevriti; Riduzione dell’ansia e degli stati depressivi con miglioramento del tono dell’umore; A livello gastroenterico la digestione viene facilitata grazie alla miglior peristalsi gastrica ed intestinale e si riduce

la stipsi qualora presente;Prevenzione e supporto di Patologie croniche :

Attivazione delle forze di autoguarigione del corpo con diminuzione della sensibilità all’adrenalina ed al cortisolo ipersecreti nelle situazioni di stress cronico;

Disfunzioni della circolazione (Insufficienza venosa superficiale e profonda, Ulcere trofiche, Cardiopatie) e delle patologie acidosico-correlate (Artrosi, Calcolosi, Osteoporosi);

Ulcere croniche e piaghe collaterali al diabete (neuropatia diabetica);Prevenzione e supporto di Patologie degenerative :

Rallentamento dei tempi di progressione e di impatto sociale invalidante nelle malattie neurologiche gravi (morbo di Parkinson, sclerosi multipla, morbo di Alzheimer,ecc.);

Valido supporto nel sostegno energetico e psicofisico delle patologie degenerative;

Sistema iLife S.O.M.M. : un tocco di vita!

Parametri pratici e tecnici per l’esecuzione dei tests di bioimpedenziometria

La posizione del soggettoIl soggetto:1. Deve essere in posizione supina su una superficie non conduttiva con arti abdotti per evitare cortocircuiti:

Per informazioni: Dott. Eugenio Sclauzero Via Palmada 3 - Bagnaria Arsa (UD)Telefonare ore serali al 0432-929692 E-Mail: [email protected] Sito Web: www.psichenaturale.it

angolo tra il tronco e l’arto: 15-30° - verificare assenza di contatto ascellare; angolo tra gli arti inferiori: 35- 45° - verificare assenza di contatto radice coscia.2. Deve assumere una posizione supina per 5-10 minuti e la misura deve essere effettuata entro 10 minuti e

non oltre tale tempo perché la ridistribuzione dei liquidi può falsare il valore di impedenza.3. Il soggetto deve togliere tutti gli oggetti metallici eventualmente a contatto con il corpo e gli elettrodi

vengono applicati sulla mano e sul piede destro.

Standardizzazione della misura impedenziometrica:Temperatura cutanea: il soggetto deve essere a termoneutralità. Infatti il raffreddamento determina vasocostrizione e valori alti di impedenza. Il riscaldamento (febbre o attività fisica elevata) determina vasodilatazione e quindi impedenza bassa.

Preparazione della cute: si può utilizzare ovatta imbevuta con alcol etilico per allontanare eventuali secrezioni e cellule desquamate dello strato corneo. Si dovrebbe rimuovere la peluria abbondante.

Cibo e bevande: il soggetto dovrebbe essere a digiuno di 8 ore oppure dovrebbe non ingerire sostanze o bevande ricche di sali o di zuccheri nelle 4 ore precedenti. La misura dovrebbe essere effettuata non prima di 8-12 ore da attività sportive o alcool.

Dinamica respiratoria: la frequenze e l’escursione respiratoria deve essere fisiologica (modificazione della gabbia toracica possono comportare modificazioni del volume conduttivo)

Ciclo mestruale: nel corso del ciclo mestruale si possono avere: modificazioni del TBW per espansione dell’ECW nel periodo premestruale, modificazioni della temperatura corporea per effetto del progesterone. Si consiglia di standardizzare la misura e di effettuare misure multiple.

Posizionamento degli elettrodi

L’impedenza bioelettrica è determinata principalmente con una metodica tetrapolare.Per effettuare la misura impedenziometrica vengono generalmente applicati quattro elettrodi:1. due elettrodi iniettori che iniettano corrente a bassissima intensità nei seguenti punti di repere:

sul dorso della mano tra la seconda e terza epifisi metacarpale; sul dorso del piede a livello della seconda epifisi metatarsale.

2. Due elettrodi rilevatori del voltaggio nei seguenti punti di repere: sul polso in posizione intermedia tra i processi stiloidei dell’ulna e del radio; sulla caviglia in posizione intermedia tra i malleoli mediali e laterali.

Gli elettrodi rilevatori devono essere posizionati almeno a 2 cm dagli elettrodi iniettori.Gli adesivi gelificati dove si applicano gli elettrodi devono avere una area almeno di 5 cm 2.

Determinazione della composizione corporea

Gli elettrodi iniettori quindi inietteranno una corrente a bassissima intensità (tra 500-800 μA) e con una frequenza di somministrazione variabile (tra 1-1000 kHz).Il passaggio della corrente viene quindi ostacolato in maniera diversa a seconda del tessuto che incontra:

il tessuto adiposo si fa attraversare solo da una piccola quantità di corrente e questo si traduce in valore di impedenza elevati

le cellule dei muscoli che contengono una maggiore quantità di acqua invece si lasciano attraversare maggiormente dalla corrente determinando una impedenza minore.

Dalla prima legge di Ohm possiamo calcolare l’impedenza:

V=Ix RInfatti l’intensità di corrente I si conosce perché è quella che viene iniettata dagli elettrodi iniettori, mentre il voltaggio V viene determinato dagli elettrodi rilevatori del voltaggio.

L’angolo di fase

Il rapporto tra resistenza e reattanza è espresso dall’angolo di fase (Φ).La reattanza capacitativa e l’angolo di fase permettono di valutare la massa cellulare attiva che è la componente metabolicamente attiva della massa magra.Una buona massa cellulare è data da un valore di angolo di fase tra 4° e 9°.

Percentuali di massa grassa e sua distribuzione secondo Benke e l’American Council on Excercise

Valutazione della percentuale di massa grassaValutare la percentuale di massa grassa dell’individuo può esser utile: 1. come valore assoluto nella fase iniziale della elaborazione della dieta per

evidenziare la necessità di una piano nutrizionale;2. come valore relativo nella fase di monitoraggio degli effetti di eventuali trattamenti

dietetici, per valutare se effettivamente la diminuzione di peso è dovuta ad una diminuzione della massa grassa o se invece si stia perdendo massa magra (FFM) per auto-cannibalismo proteico con distruzione di proteine utilizzate come fonte di energia. Variazioni % di FFM per chilo di peso

perso dopo 30 giorni di dieta ipocalorica.

Ricordiamo che all’inizio del trattamento dietetico, soprattutto se molto restrittivo in calorie, si perde massa magra (auto-cannibalismo della massa magra). Tale perdita deve ovviamente essere ridotta al minimo e ciò può avvenire solo se la razione calorica non è al di sotto del metabolismo basale del soggetto.Per quanto riguarda la TomEEx è un test, di tipo funzionale e non invasivo, che esegue una lettura bioelettrica della conducibilità extracellulare corporea mediante l'applicazione di dieci elettrodi cutanei, valutando quindi la distribuzione e la concentrazione elettrolitica all'interno dell'ambiente extracellulare. Tra i parametri di valutazione vengono evidenziati i seguenti algoritmi:

ALGORTIMO DEI PROCESSI INFIAMMATORI ALGORTIMO NEUROIMMUNOENDOCRINO ALGORTIMO ACIDOSI TESSUTALE EXTRACELLULARE ALGORTIMO DELLO STRESS OSSIDATIVO (DANNO DA RADICALI LIBERI)