Cosa resterà del 2017? - liceocossatese.it · felicità di cui fanno parte anche i piccoli...

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Sai chi ha scritto 'Il nome della rosa'? Sì: Umberto...to...to...to…2

Cosa resterà del 2017?Ilaria

Anche questo 2017 è volato via. La lista dei buoni propositi non rispettati accantonata in un angolo, il portafoglio svuotato dal Natale imminente, le nuove speranze per l’anno a venire e l’assillante domanda: “Cosa resterà del 2017?”.

Una domanda che anche noi ci siamo posti, provando a risponderci (e rispondervi) con un sondaggio.

EVENTI DI POLITICA, CRONACA, ATTUALITA’ Purtroppo, per il secondo anno consecutivo, l’evento memorabile risulta essere, con netto vantaggio, legato al terrorismo. Barcellona, Londra, Manchester sono solo alcuni dei luoghi teatro di attentati terroristici in Europa che per 41% dei votanti resteranno incisi nella memoria. Seguono i test atomici e missilistici in Corea, scelti dal 19% dei votanti e l’indipendentismo catalano, che ha ottenuto il 14% dei voti. Scendendo nella graduatoria troviamo il dibattito sui vaccini obbligatori e la strage di Las Vegas, quasi a pari merito: rispettivamente il 9% e l’8%. Hanno ottenuto invece pari voti, ma con percentuali marginali, gli incidenti in piazza san Carlo a Torino, la valanga a Rigopiano, il caso dell’eutanasia di DJ Fabo, la siccità e l’inquinamento, ciascuno dei quali è stato ritenuto importante dal 2% dei votanti. In ultima posizione, con un triste risultato di 0 voti, gli uragani in America: il vento se li è portati via.

EVENTI DI SPORT, SPETTACOLO, MODA Luttuoso anche l’evento memorabile della seconda categoria che dovrebbe esser quella più leggera. Al primo posto troviamo il suicidio del mitico cantante dei Linkin Park: lo indica il 23% dei votanti. E’ seguito dal ritiro di Totti e dal tanto amato/odiato tormentone estivo Despacito, che hanno entrambi catturato l’attenzione del 15% degli alliei. La paura del Blue Whale, conosciuta anche come Balena Blu, è invece rimasta ai piedi del podio, conquistando il 12% dei voti. La sdolcinata proposta in diretta di Fedez a Chiara Ferragni e il super concerto di Vasco hanno ottenuto il 10% delle preferenze. La challenge “The floor is lava!”, che aveva spopolato su Youtube è stata tenuta in considerazione solo dal 7% del totale, mentre la Dark polo gang e il nuovo film IT saranno ricordati solo dal 4% degli studenti. Infine il famigerato spinner ha ottenuto, un po’ a sorpresa, solo l’1% dei voti, finendo in fondo alla classifica.

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Vuoi tu prendere questa donna come legittima spesa? 3

Come posso io non celebrarti vita

“Oh vita” è un album che non mi sento di paragonare a nessuno dei lavori precedenti di Jovanotti, è la riscoperta del suo lato hip hop, forse, ma in chiave cantautorale, è sparito il pop elettronico con cui ha riempito tanti dischi e tanti stadi, negli anni; la musicalità è nuova, ma i brani dicono sin dal primo ascolto esattamente quello che devono dire, trasmettere; e le lacrime gonfiano gli occhi a volte, quando la sua voce sembra dar sfogo alle tue stesse parole, paure, gioie, emozioni. I testi sono quelli di un cantautore, quasi tutti, e in parte non ce lo si aspetta da Lorenzo, nato DJ e rapper. Sembra incredibile ma, prodotto dall’americano Rick Rubin, Jovanotti stesso definisce questo l’album più italiano della sua carriera e certo non si riferisce soltanto al pezzo “in Italia”, ma a quello che ad ascoltarlo per intero, pur nella diversità delle melodie e dei temi, può sembrare quasi il racconto di una vita, forse più precisamente un resoconto, quasi che con i suoi 51 anni Jovanotti avesse deciso di fare il punto della situazione, e l’Italia non poteva che essere un ingrediente fondamentale della ricetta. In un periodo in cui tutto sembra dover andare male, in cui tutti si sentono quasi obbligati a dire che va tutto male, che non c’è niente che possa salvarci, che l’odio sta vincendo su tutto, così come la paura, questo album è un inno alla vita, musicalmente e contenutisticamente parlando, una celebrazione di questa meraviglia che è l’esistere. Certo, non mancano note di rammarico o malinconia per quello che non va, a 50 anni si ha un’idea più realistica di felicità di cui fanno parte anche i piccoli dispiaceri, ma prevale la gioia, con una forza che non può lasciare indifferenti.

Per questo, credo, quando la notte tra il 30 novembre ed il 1 dicembre ho ascoltato per la prima volta l’album, l’ho sentito così terribilmente mio, come mi aspettavo dopo aver sentito il singolo Oh vita uscito un mese prima. Cercavo una colonna sonora per il mio cambiamento, per raccontare quanto più vicina alla donna che un giorno sarò mi senta ora, rispetto a 365 giorni fa. Quest’anno, infatti, è stato per me un anno magnifico, uno di

quelli in cui si cresce senza bisogno di provare quel dolore che la gente sembra quasi augurarti, con frasi del tipo “il dolore ti aiuta a crescere” o “quel che non ti uccide ti fortifica”…no, la gioia ti fa crescere, ti fa crescere il cuore, ed il resto del corpo per contenerlo fa lo stesso, s’allarga nelle spalle così da poter portare più pesi, chè non arrivino fino al petto, che almeno quello resti puro, candido, leggero. Non mi ero posta particolari obiettivi per quest’anno, perciò non posso dire d’averli raggiunti; ma posso, con una gioia infinita che mi gonfia il cuore fin quasi a farlo scoppiare, dire che sono stata felice, quasi sempre; che ho visto, vissuto, detto, provato, fatto, pensato cose che mai avevo visto, detto, provato ecc ecc; che ho superato tante delle paure che avevo e ho imparato a convivere con quelle che mi sono rimaste; che ho conosciuto persone incredibili a cui non vorrò mai dover rinunciare; che ho viaggiato tanto, tantissimo, accorgendomi per l’ennesima volta di come siano per persone, il genere umano, la mia meta, mai una particolare città. E quando la vita ti sorride così, ti fa un numero tanto alto di regali, senti il bisogno di dirle grazie, per ringraziare un po’ tutte quelle persone che hanno preso parte alla tua gioia e, non solo, spesso ne sono state la causa primaria. Mi domando allora, in questi primi giorni di dicembre dell’anno più bello che abbia mai vissuto, il primo di moltissimi altri stupendi, uno più dell’altro, come posso io non celebrarti, Vita?

Alice

La Corea del Nord ha lanciato un missile sul Giappone ma non c'è stata alcuna reazione. Ma allora ci hanno sempre mentito su Mazinga Z?4

Tutti quei liceali che si stanno chiedendo come sarà il loro futuro, che hanno paura di fare scelte sbagliate, che sono combattuti fra più passioni o che non riescono a capire chi sono, potrebbero trovare un conforto, uno sprone o semplicemente uno spunto da questa chiacchierata con Miriam Ottina, diplomata proprio nella nostra scuola, che, accortasi di aver intrapreso un percorso universitario sbagliato, ha deciso di lasciare tutto ed inseguire il suo sogno. E l'ha raggiunto in pieno.

Presentati brevemente. Mi chiamo Miriam, ho 25 anni e ho frequentato il liceo di Cossato, nell'indirizzo scientifico PNI (Piano Nazionale Informatico). Mi sono diplomata nel 2011 e adesso sono ritornata per cercare di raccontare ai nuovi studenti cosa faccio. Attualmente sono una montatrice video in una casa di produzione milanese, ovvero mi occupo di montaggio di video che spaziano dal corporate aziendale al promo televisivo a interi programmi TV. Ho collaborato ad esempio con Comedy Central, Nickelodeon, Paramount Channel e Real Time. In cosa consiste la tua mansione? Sono una video editor: mi vengono inviate dai clienti delle riprese, "il girato", sul quale lavoro, con una sceneggiatura definita e quindi richieste specifiche circa il prodotto finale, oppure più liberamente, con le uniche direttive sulla durata o sul tipo di messaggio del video; in particolare, seleziono le scene più interessanti, scelgo la musica, propongo le grafiche da inserire. È un lavoro molto creativo: anche solo scegliere uno sguardo di un'attrice piuttosto che un altro, dà un ritmo e un senso diverso al lavoro. Il montaggio non è scienza, é arte.

Il percorso verso questa carriera non è stato facile: hai infatti preso una decisione drastica nella tua vita,

cambiano facoltá universitaria. Com'è stato? Era già in te da molto tempo l'idea di dedicarsi all’arte? Al liceo sono sempre stata la secchiona della classe, quindi mi ero messa in testa che la strada di medicina fosse quella giusta per me. In particolare, volevo diventare ginecologa, non solo perché mi appassionavano le questioni nell'ambito medico-scientifico, ma anche per sfizio personale, dato che ne avevo conosciuta una particolarmente antipatica e avevo pensato di poter fare quel mestiere meglio di lei. Ho fatto quindi i test ingresso a Pavia, ma non ho passato il test di medicina; ho passato invece quello di professioni sanitarie, per accedere ad ostetricia, il corso più vicino a ginecologia. Era bello, ma era come se mi mancasse qualcosa: tutti dicevano che far nascere i bambini fosse un'esperienza unica, eppure io, senza mettere ciò in dubbio, sentivo la mancanza del divertimento in quello che facevo, non brillavo, non mi sentivo realizzata del tutto. Mi ero messa però in testa che dovevo terminare l'università, essendo io molto testarda, perché "il pezzo di carta serve sempre". Ad un certo punto però, sono proprio crollata e ho capito che, anche con una laurea e la sicurezza, non sarei stata felice, come invece lo erano le mie compagne di corso. In contemporanea infatti, c'è sempre stata la forte passione dei video: ero io ogni volta quella che, in vacanza con l'amichetta, prendeva la telecamera e inscenava storielle sui cartoni animati, invece che giocare con le bambole. Anche al liceo poi, se c'era una gita, un evento, un compleanno, ero sempre pronta a creare video strappa-lacrime. Ed è solo in queste occasioni che le persone a me vicine mi vedevano veramente felice.

Pensi che i tuoi genitori o professori ti abbiano influenzato nella scelta del percorso di medicina? In realtà no, non direttamente. Mi sono messa in testa io di dover dimostrare loro di essere all'altezza, seguendo appunto il preconcetto di "fa medicina, allora è veramente brava". I miei genitori sono invece stati pronti a supportarmi in tutto, anche se forse si aspettavano che fossi più quadrata, più classica: mia sorella gemella però, ha studiato fashion design, perciò avevano già la mente aperta sulla parte artistico-creativa.

Hai ricevuto critiche per la scelta di aver lasciato la strada della sicurezza per il tuo sogno? Sì, dopo la mia decisione di iscrivermi al SAE Institute di Milano, é avvenuta la solita divisione di commenti: da una parte chi mi prendeva per pazza,

Segui i tuoi sogniAurora

Intervista ad una ex-allieva

Come fanno a dire che la terra è piatta? E le montagne allora? EH?5

laurea; dall'altra parte, al contrario, c'erano tutti coloro che non mi vedevano felice, e che, per questo, mi hanno supportato.

Come ti sei sentita il primo giorno che hai messo piede nella nuova università e, se possiamo, nella tua nuova vita? L'ingresso nella nuova vita non é stato un momento preciso, quanto piuttosto una lunga fase di transizione. Il primo giorno in università invece lo ricordo bene: mi sono sentita libera, perché ero in mezzo a persone che parlavano la mia lingua. Ovvio, ognuno aveva la sua diversa aspirazione, ma io sono entrata con un'idea ben chiara e l'ho perseguita, sentendomi, mano a mano che andavo avanti, sempre più nel posto giusto.

Immaginiamo che tu non avessi fatto la tua scelta, chi sarebbe adesso Miriam? Non esisterebbe. Mi sono sentita veramente obbligata da me stessa a fare la mia scelta, anzi l'ho rimandata talmente tanto che doveva per forza succedere.

Quindi, inseguire sempre i propri sogni è la carta vincente? Sì, anche perché, facendo un ragionamento molto materiale, di questi tempi non si trova lavoro, oppure molte persone ne fanno uno che non piace o se lo devono

inventare, quindi tanto vale puntare a qualcosa che piace, dall'inizio. Magari ci si troverà lo stesso per fare qualcosa che non piace, ma l'importante é avere fisso l'obiettivo ultimo. Altrimenti, già in partenza, si va nella direzione sbagliata e ci si ritrova a svegliarsi infelice e piangendo, con la sensazione di non essere nel posto giusto.

Se al giorno d'oggi, un ragazzo di 18 anni decidesse di intraprendere la strada del video-making oppure di creativo nell'ambito della televisione o delle nuove tecnologie, incontrerebbe ancora pregiudizi? Ora sono un po' fuori dal mondo liceale, ma secondo me esiste ancora tanto questa idea. Faccio l'esempio parallelo dei cantanti, soprattutto nelle piccole città: la gente non riesce ancora ad accettarlo come un vero lavoro. Anche montare video fa parte di quelle professioni artistiche creative che in Italia non sono considerate lavori. Nonostante ciò, il mondo delle nuove tecnologie é di crescente importanza, mentre penso purtroppo che la televisione probabilmente scomparirà, anche se, in cuor mio, spero di no. Probabilmente, comunque, questo pregiudizio é rimasto più forte nelle zone di periferia piuttosto che in città: a Milano, ad esempio, il mio lavoro è svolto da migliaia di persone, da chi lo fa in casa, a chi collabora con una casa di produzione. Lì non sono la pecora nera, qua sì.

Viaggiare al Nord in..sicurezza!Se per caso decidete di intraprendere un viaggio invernale, magari nei freddi paesi del profondo Nord, ecco alcuni consigli, che ne sono sicura renderanno la vostra esperienza ancora più piacevole!

1. Se viaggiate in autobus, non dimenticate quel meraviglioso cuscino da avvolgere morbidamente attorno al collo che vi permetterà di evitare gli attacchi di cervicale, aiutandovi a scivolare dolcemente e comodamente tra le braccia di Morfeo!

2. Se il vostro posto assegnato è al piano superiore del bus, fondamentale ricordare l’MP3 oppure i tappi per le orecchie!!!

3. Non dimenticate l’ombrellino pieghevole da infilare nel bagaglio a mano! Anche se a poco è servito averlo, quando appena sbarcati in terra teutonica a Ludwigsburg siamo stati accolti da una vera e propria bufera di neve che ricordava quelle delle steppe russe di Anna Karenina

4. Se non avete l’ombrellino, almeno fate in modo di avere un cappuccio o una sciarpa di fortuna da avvolgere intorno alla testa.

5. Circolando tra le bancarelle degli affollati mercatini, vivamente consigliata la degustazione del Gluehwein,

la speziata e buonissima versione tedesca del nostro vin brulé, ai mercatini scorre a fiumi, nelle varianti con vino rosso o bianco. Le ragazze più disciplinate e sobrie o che non reggono l’alcol possono optare per il Kinderpuntsch, bevanda calda a base di succo di mela e spezie.

6. Da non perdere l’appuntamento con il classico Bratwurst, il tipico salume tedesco, che risulta ancora più saporito quando servito gratis, caldo e irrorato di senape all’aperto, nel rigido clima di Esslingen!

7. Se vedete una chiesa aperta, entrate senza indugio! Per prima cosa, offre riparo dal clima polare e poi nel periodo natalizio molto probabilmente vi ritroverete ad un bel concerto con canti di Natale che, seppure cantati in questa lingua splendida ma difficile, daranno alla vostra serata un tocco di magia.

8. Altra cosa da non perdere ovviamente la birra!!! In Germania è la bevanda nazionale, costa meno dell’acqua, è buonissima e scalda! Ottima la Weisse, birra cruda non pastorizzata, una vera delizia! E non fate l’errore (e la figura…) di chiederla piccola: i teutonici quella misura non la prendono neanche in considerazione!!!

La Nutella contiene olio di spalma.6

ORIZZONTALI 1. La prima donna 3. Mezzo di comunicazione senza fili 8. Uno sport invernale 9. Amore smodato per una ... squadra 10. Punto di ritrovo 12. Sigla di Torino 13. Mammiferi ruminanti domestici 15. Sigla di Napoli 16. Non lo è tutto ciò che luce 17. Ortaggi dalle grosse costole 18. Fabbrica di candele 21. Una strada statale che inizia da Roma 22. Vale questa abbreviato 25. Andata 26. Periodo di ventiquattro ore 29. Non fertile 30. Sfilate di gruppi di perso-ne 32. Concessione 33. Inizio d'errore 34. Ben ventilata 36. Nota musicale 37. Alle donne non si chiede 39. Ignominia da lavare 40. Donna timorata di Dio 41. Leghe metalliche di ferro e carbonio 42. Ricovero per animali esotici

Cruciverba

VERTICALI 1. Ripetizione di suono 2. A voi 3. Segue il tac 4. Calda e umida 5. Frutti del rovo 6. Le prime due dell'alfabeto 7. Cibo che scese dal cielo 8. Un cantante non può per-mettersela

9. Precede la pratica 11. Ente radiotelevisivo di Stato 13. Concessa in uso 14. Industria che si occupa della pubblicazione 16. Ci sono bianchi e bruni 19. Ente Autonomo 20. Sì tedesco

22. Riposo ... messicano 23. Composizione melodica 24. Scritto in versi 26. Gran Turismo 27. Simbolo del nanolitro 28. Si può scordarla aperta 29. Vi si corre un famoso palio 30. Comunità Economica Europea

Ipse Dixit

Zulato: ”Nessuno è mai andato a cavallo?” Paluan: ”Io, per 7 anni” Mattia: ”Ma senza mai scendere?”

Parlando delle olimpiadi di matematica e fisica Bego:”Se ci fossero le olimpiadi di latino partecipereste tutti” Bollo: “No parteciperemmo alle paralimpia-di di latino”

Il nome del nuovo percorso “LES BIO” ha suscitato non pochi commenti. All’inizio erano solo sussurrati tra gli studenti, poi sono diventati un boato quando è stata pre-parata la presentazione LES BIO per VERSUS. Ma che per le sigle non fossimo proprio degli assi era già chiaro prima: basta aprire il registro per scoprire che buona parte delle classi del linguistico sono LINES e che le classi di Scienze Umane sono SCUM. Allo scientifico andranno invece di moda le settimane bianche, visto che per il registro sono tutti SCI.

Sai chi ha scritto 'Il nome della rosa'? Sì: Umberto...to...to...to…7

Ho visto un vecchietto con la Panda andare a scatti. Erano i moscerini che lo tamponavano da dietro.8

A Venezia, hanno scambiato Maria Elena Boschi per un'attrice? Ok, accettiamo lo scambio. 9

La funzione della virgola nella lingua italiana. Esempio: non ho nessuno scopo e sono felice. Non ho nessuno, scopo e sono felice10

- ‘Caro, e se facessimo conoscere Ossigeno e Potassio, come la vedi?’ - ‘Mi sembra una coppia OK.’ 11