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Corso di Sociologia della comunicazione
Prof. Andrea Cerase
a.a. 2019-2020
I paradigmi della comunicazione
Relazione
Sociologia della Comunicazione
A.A: 2019/2020
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Relazione
relazione s.f. (dal lat. Relatio –
onis, der. di referre “riferire”). – 1.
a. L’azione e il fatto di riferire il
testo stesso con cui si riferisce, e
la sua forma: fare, presentare una
r.; di un viaggio, di una spedizione
scientifica; r. su un’inchiesta; r.
introduttiva. b. Illustrazione con
cui il governo o un’assemblea
legislativa accompagna un
disegno di legge…; c. (giur.)
Esposizione dello svolgimento di
un processo…;
G. Devoto, C.G. Oli
Nuovo vocabolario illustrato
della lingua italiana, Milano,
Selezione dal Reader’s
Digest, 1987 Ia edizione
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relazione s.f. 2. Connessione o
corrispondenza che intercorre in
modo essenziale o accidentale, tra
due o più enti: tra i due fatti sussiste
una precisa r. di causa e di effetto;
ma in che…;
3. a. Con riferimento a persone o a
gruppi, rapporto, legame o vincolo
reciproco: r. di parentela, di amicizia,
di lavoro, di affari. °
G. Devoto, C.G. Oli
Nuovo vocabolario illustrato
della lingua italiana, Milano,
Selezione dal Reader’s
Digest, 1987 Ia edizione
Relazione
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relazione s.f. Espressioni: essere in
buone r., o rompere, troncare le r.
con qualcuno; r. sociali, le forme
elementari soggettive, di
interconnessione tra due o più
soggetti, individuali o collettivi;
pubbliche r. (traduz. Dall’inglese
public relations), i rapporti e i
contatti che un ente ha con il
pubblico e con i rappresentanti di
altri enti o gruppi: ufficio di pubbliche
r.; vita di r.; il complesso delle
funzioni vitali…
G. Devoto, C.G. Oli
Nuovo vocabolario illustrato
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Selezione dal Reader’s
Digest, 1987 Ia edizione
Relazione
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Paradigma relazionale
Esalta il valore fondativo della
comunicazione (non c’è società
senza comunicazione)
Privilegia l’analisi del
mutamento
Neutralizzazione del
movimento
Grande attenzione agli effetti
successivi alla ricezione del
messaggio
Scarsa attenzione al processo /
canale di trasmissione
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Paradigma relazionale
Caratteristiche principali:
• Forma di comunione, rito collettivo
• Metafora del legame: stabilità delle
relazioni nel tempo
• Fiducia e reciprocità come condizioni
di efficacia del processo di
comunicazione
• Mantenimento dell’integrazione
sociale di una cultura nel tempo
• Significati non recepiti nella forma in
cui vengono prodotti dalla fonte, ma
risultato di una costruzione
intersoggettiva
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• Pone al suo centro l’agency del soggetto e il processo di costruzione intersoggettiva del mondo simbolico e culturale: si guarda alla comunicazione come fenomeno umano e sociale
• É influenzato dalla filosofia di orientamento fenomenologico (Husserl, Schutz, Scheler) che critica il realismo, superando la necessità di una distinzione tra soggetto e oggetto, fenomeno e noumeno
• La realtà non è costituita dalla struttura ontologica degli oggetti ma dal significato attribuito alle nostre esperienze (Schutz)
• É influenzato dall’interazionismo simbolico: la società umana come «insieme di individui la cui condotta non si configura come semplice reazione, ma è il frutto di una mediazione che si sviluppa attraverso il dispiegamento di apparati simbolici e di capacità interpretative».
• Cassirer, Mead, Blumer, Goffman, Berger e Luckman sono tra le personalità più influenti in questo indirizzo di studi
Paradigma relazionale
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Paradigma relazionale
Interpretazione continua
(ermeneutica): la ricerca
del senso non avviene
all’interno del segnale per
ricostruire l’intenzione
dell’emittente, ma nella
rete contestuale ed
extratestuale attivata dal
ricevente
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Segno, codice, testo, contesto
• Rispetto al paradigma informazionale, i processi sociali e
culturali che mediano i messaggi non sono riducibili a rumore, a
decodifiche aberranti o a “follie della percezione umana”
• Il codice è un sistema di segni che possono rinviare a uno o più
significati e che serve a comunicare con i nostri simili,
richiedendo cioè un continuo gioco di interpretazioni
• Il significato non è dato una volta e per tutte, ma dipende
dall’interazione tra un testo e il suo ricettore entro un
determinato contesto comunicativo
• Ne consegue la possibilità di diverse interpretazioni: non
sempre emittente e ricevente condividono gli stessi codici o lo
stesso contesto, e non sempre è possibile comprendere le
esatte intenzioni dell’emittente
• La comunicazione implica sempre forme di mediazione
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Interazione, relazione e
comunicazione • La comunicazione non è solo un comportamento ma è anche
una forma di azione sociale
• Relazione sociale = «comportamento di più individui, instaurato reciprocamente, secondo un proprio contenuto di senso e orientato in conformità» (Weber, 1922)
• Il senso permette di orientare soggettivamente le azioni e la comunicazione è una forma di azione sociale, che consente di acquisire e negoziare significati che formano il senso stesso
• La relazione sociale è possibile solo se è possibile l’agire dotato di senso, che presuppone la reciprocità delle aspettative e che è a sua volta regolata dalla condivisione di forme simboliche e culturali codificate, che permettono le interazioni sociali e rendono prevedibili i comportamenti (Braga, 1969 e 1978; Mascilli Migliorini, 1990)
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Dal monologo alla conversazione
Moravia, 1996: 44
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Comunicazione come empowerment
e come costruzione di mondi
‟All’immagine della comunicazione come volano di quelli
che dal contesto e dal quadro relazionale emergono
come i «soggetti attivi», si è progressivamente aggiunta
e sovrapposta l’immagine della comunicazione come
strumento per la creazione intersoggettiva del mondo
simbolico” (Morcellini e Fatelli, 1994: 139)
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Reti di relazione
• La teoria delle reti è fondamentale per capire molti fenomeni
comunicativi, incluso il successo delle piattaforme di social
networking (ma non solo)
• Al netto degli orientamenti deterministici nelle prime fasi di sviluppo,
la SNA può aiutare (e molto) a comprendere la struttura e i
problemi di un gruppo, un’organizzazione, una comunità
• L’analisi delle strutture di relazione rese possibili dalla
comunicazione consente di studiare il capitale sociale
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Fiducia, credibilità e reputazione • Guido Gili fa osservare che la credibilità e la
reputazione si basano sulla fiducia
• La fiducia non è una qualità intrinseca della fonte,
ma è una relazione: «io ti riconosco credibile, io ti
credo, io ti do la mia fiducia»
• La credibilità implica sempre una dimensione
intenzionale, comunicativa e simbolica in
riferimento a un altro soggetto e un legame con
esso
• La credibilità è legata a tre fattori: competenza,
condivisione di valori, legame affettivo
• La credibilità e la reputazione risiedono nella capacità di una certa fonte
di essere coerente con le aspettative riposte o suscitate
• La credibilità e la reputazione come «capitale fragile»: serve molto
tempo e fatica per costruirle ma basta un solo errore per distruggerle
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A B
Paradigma relazionale
Equilibrio nella
distribuzione del
potere
Bidirezionalità dei
messaggi
Rinforzo della
fiducia reciproca
Reciprocità
dei ruoli
Reciprocità
dei ruoli
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Differenze tra i paradigmi
Una sinossi che contrappone analiticamente i due paradigmi
permette di coglierne le differenze in termini di:
– modalità comunicativa;
– connessione del rapporto;
– ruoli nel processo comunicativo;
– struttura del messaggio e del codice
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Modalità comunicativa
• Nel paradigma relazionale
la modalità comunicativa è il
dialogo flusso
comunicativo bidirezionale
Nel paradigma
informazionale la modalità
comunicativa è il monologo
flusso comunicativo
unidirezionale, direttivo
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Carattere monologico: ricevente con un ruolo
passivo, esaltazione del ruolo dell’emittente
Pratica dialogica:
interlocutori impegnati
in senso attivo
Trasmissione di idee Confronto di idee
Modalità comunicativa
Paradigma informazionale Paradigma relazionale
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Connessione del rapporto
• Nel paradigma informazionale la connessione del
rapporto è morfologica.
• Per morfologica intendiamo una comunicazione in
cui è necessario prestare attenzione alla
corrispondenza tra il senso che si intende
comunicare e il mezzo che veicola il messaggio.
• Il problema in quest’ottica è il confezionamento del
messaggio, affinché sia chiaro per il destinatario
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Connessione del rapporto
• Nel paradigma relazionale la connessione del
rapporto è funzionale.
• La connessione funzionale è quella che si instaura
tra i parlanti in un processo comunicativo
bidirezionale, tramite il quale emittente e
destinatario mettono in relazione i segni
comunicabili (significanti) con le loro esperienze
(significati).
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Morfologica Funzionale
La forma del
messaggio che deve
essere trasmesso è
legata al tipo di mezzo
che viene utilizzato per
la trasmissione
Ogni messaggio prevede una
distinzione tra significante e
significato. L’operazione che
permette di abbinare i due
termini è funzionale alla
comunicazione
Connessione del rapporto
segnale segno
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Connessione del rapporto
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Universo simbolico
Connessione funzionale
Messaggio
Connessione morfologica
Canale
Ruolo del soggetto
• Il carattere monologico della comunicazione iscritta
nel paradigma informazionale relega il ricevente ad
un ruolo rigido e passivo, rispetto all’emittente.
• Il contesto della conversazione come presupposto
dal paradigma relazionale: indica necessariamente
un coinvolgimento attivo degli interlocutori.
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Passivo Attivo
Ruolo del soggetto
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Struttura messaggio e codice
• Il paradigma informazionale presuppone la
condivisione del codice da parte di emittente e
destinatario, dunque una struttura del codice e del
messaggio di tipo isomorfico.
• Nel paradigma relazionale, invece, la comunicazione
è considerata un processo interpretativo, dunque la
struttura del codice e del messaggio è di tipo
ermeneutico.
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Paradigma informazionale: il telegrafo
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Paradigma informazionale: il telefono
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Isomorfica Ermeneutica
Pratiche comunicative e codici
standardizzati e univoci e con una
densità semantica assai povera
Il significato nasce dalla
interpretazione, o meglio dalla
sistematica cooperazione
interpretativa dovuta all’interazione
tra emittente e ricevente
Struttura messaggio e codice
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Paradigmi comunicativi
Informazionale Relazionale
Modalità comunicativa Informazione Discorso
Connessione del rapporto Morfologica Funzionale
Ruolo del soggetto Passivo Attivo
Struttura messaggio e codice Isomorfica Ermeneutica
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L’emergere del paradosso
epistemologico • Occorre porre molta attenzione alla tentazione di una sintesi a
tutti i costi tra i due paradigmi
• Il rischio è quello di sfumare eccessivamente le categorie
d’analisi, negando le evidenti differenze nei presupposti
epistemologici dei due paradigmi
• Il rischio è teorizzare una comunicazione che «non fa né male
né bene, ha effetti che però restano inconoscibili perché
fondamentalmente incommensurabili, svolge funzioni anche
preminenti ma tuttavia impredicibili: un territorio neutro,
insomma, nel quale è dimostrabile tutto e il suo contrario»
(Morcellini e Fatelli, 1994: 141)
• Non può esistere alcuna «teoria» sulla comunicazione che
non sia coerente sul piano logico e robusta sul piano empirico
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