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Corso di Formazione Specifica in Medicina GeneraleLA GESTIONE DEL MALATO IPERTESO
Le ipertensioni secondarie
Dott. Arrigo MenozziMMG
QUANDO PENSARE ALL’IPERTENSIONE SECONDARIA
Età di esordio <20 anni o > 50 anniIpertensione grave e/o resistenteRapida comparsa e/o aggravamento dell’ipertensioneImportante danno d’organoRisposta inadeguata ad un trattamento adeguatoAssenza di familiarità per ipertensioneVa ricordato che una forma di ipertensione secondaria può sovrapporsi ad un’ipertensione essenziale, complicandone il decorso
IPERTENSIONE SECONDARIAIpertensione nefro-parenchimale
E’ la causa più comune di ipertensione secondaria L’ipertensione è sia causa che conseguenza della malattia renaleLe nefropatie croniche rappresentano una delle cause più frequenti di ipertensione secondariaL’ipertensione è frequente nei pazienti con insufficienza renale con FG<50 ml/min. o creatininemia > 1,5 mg/dl e la frequenza di ipertensione aumenta in modo lineare ed inversamente proporzionale alla caduta del filtrato glomerulare
IPERTENSIONE SECONDARIAIpertensione nefro-parenchimale
malattie renali parenchimalimalattia policisticavasculitiidronefrosinefropatia diabeticatrapianto renaletumore secernente renina
MECCANISMI PATOGENETICI IN CORSO DI IRC
Ritenzione idrosalina con VFG~80ml/min
Meccanismocompensatorio renale:
aumento della escrezione frazionale di
sodio per singolonefrone
Ulteriore riduzione del filtrato
Meccanismo compensatoriorenale insufficiente:
incremento dei volumiintravascolari, incremento
della gittata cardiaca, aumento delle resistenze
periferiche, attivazione del sistema renina-angiotensina-
aldosterone.
Ipertensione volume erenino-dipendente
MECCANISMI PATOGENETICI IN CORSO DI SINDROME NEFROSICA
Accumulo di acqua e sodio in sede extravascolare
Ipovolemia
Esaltata attività del sistema reninico
IPERTENSIONE NEFROPARENCHIMALETest di screening
• Creatininemia (clearance creatinina)
• Esame urine con sedimento
• Ecografia renale
IPERTENSIONE SECONDARIAIpertensione nefro-vascolare
E’ la seconda causa di ipertensione secondaria con una prevalenza pari al 2 % delle forme di ipertensione valutate in centri specialistici
La causa più frequente specialmente nella popolazione anziana, è la presenza di una stenosimono o bilaterale delle arterie renali dovuta a processo aterosclerotico
IPERTENSIONE SECONDARIAIpertensione nefro-vascolare
nel giovane fibrodisplasia fibromuscolare(la più frequente causa di ipertensione nei giovani)
nell’anziano stenosi su base aterosclerotica
Conclusive diagnosis in 136 patients “clinically” considered as
hypertensive nephrosclerosis
Zucchelli P, Zuccalà A:Contib Nephrol . Basel, Karger, 1993; 105:13-24
Condizioni che possono far sospettare una ipertensione nefrovascolare
ipertensione arteriosa insorta in giovane età (< 30 anni), soprattutto in giovani donne
comparsa improvvisa di uno stato ipertensivo in un’età > 55-60 anni
ipertensione che non risponde a trattamento plurifarmacologico
improvviso scarso controllo della pressione arteriosa in paziente con lunga storia di ipertensione ben controllata
retinopatia di 3° o 4° grado all’esame del fundus dell’occhio
precedenti eventi cardiovascolari (IMA, TIA, ictus, claudicatio)
aterosclerosi pluridistrettuale (arti inferiori, carotidi, coronarie)
pazienti ipertesi: forti fumatori e/o dislipidemici e/o diabetici
presenza di soffi addominali
aumento della creatinina con minima proteinuria
riduzione della funzione renale dopo somministrazione di ACE inibitori
alterazione della funzione renale in assenza di altre nefropatie
asimmetria renale in paziente iperteso(> 1,5 cm)
Ipertensione nefro-vascolare Protocollo diagnostico nell’ipertensione nefrovascolare
Ricercare elementi clinici suggestivi
Dosaggio dell’attività reninica plasmatica
Test al captopril
Scintigrafia renale (associata con test al captopril)
Eco color Doppler arterie renali
Angio-RMN, angio-TAC spirale arterie renali
Angiografia renale
Dosaggio della renina nel sangue refluo delle vene renali
Urografia e.v.
E.V. Dovellini (Ital Heart J 2000; 1 (Suppl 5): 53-59
Ipertensione nefro-vascolare Test diagnostici
Dosaggio della renina nel sangue periferico
Dal momento che l’ipersecrezione di renina da parte del rene ipoperfuso èl’evento primitivo dell’ipertensione nefrovascolare è ovvio andare a dosare la renina plasmatica (o meglio l’attività reninica plasmatica-PRA) periferica.
La reninemia basale, però, ha un potere discriminante troppo basso, e di fatto non è molto utilizzata.
E.V. Dovellini (Ital Heart J 2000; 1 (Suppl 5): 53-59
Ipertensione nefro-vascolare Test diagnostici
Test al captopril
Il dosaggio della reninemia 1 ora dopo somministrazione di captopril(25-50 mg per os), è un test più accurato.
In una metanalisi di 9 studi pubblicati la sensibilità è risultata 74%, la specificità 89%.
E.V. Dovellini (Ital Heart J 2000; 1 (Suppl 5): 53-59
Ipertensione nefro-vascolare Test diagnostici
Dosaggio della renina nel sangue refluo dalle vene renali
Il dosaggio della renina nel sangue refluo dalle vene renali prelevato mediante cateterismo venoso dalla vena femorale, costituisce un test piùaccurato e può essere utile per stabilire il significato funzionale della stenosi e per predire i benefici derivanti dalla sua eliminazione
E.V. Dovellini (Ital Heart J 2000; 1 (Suppl 5): 53-59
Ipertensione nefro-vascolare Test diagnostici
Scintigrafia renale
È un esame molto utile in quanto oltre a fornire l’immagine dei reni (iodio131-ippurato, paraminoippurato-PAH e mercaptoacetiltriglicina-MAG3 marcati con Tc-99m), consente di ottenere informazioni sul flusso (PAH, MAG3) e sul filtrato glomerulare(dietilenetriaminopentacetico-Tc-99m) separatamente per i due reni.
Il test al captopril, associato alla scintigrafia, ne ha migliorato sensibilmente l’accuratezza diagnostica: sensibilità e specificità superiori al 90%.
E.V. Dovellini (Ital Heart J 2000; 1 (Suppl 5): 53-59
Ipertensione nefro-vascolare Test diagnostici di tipo morfologico
eco-Doppler Angio-RMAngio-TC delle arterie renali Angiografia renale.
E.V. Dovellini (Ital Heart J 2000; 1 (Suppl 5): 53-59
Ipertensione nefro-vascolare Test diagnostici di tipo morfologico
eco-Doppler Angio-RMAngio-TC delle arterie renali Angiografia renale.
E.V. Dovellini (Ital Heart J 2000; 1 (Suppl 5): 53-59
SEDI IN CUISEDI IN CUI PUOPUO’’ SVILUPPARSI UN TUMORESVILUPPARSI UN TUMORECROMAFFINE IN GRADO DI SECERNERECROMAFFINE IN GRADO DI SECERNERE
CATECOLAMINE CATECOLAMINE
FEOCROMOCITOMA Midollare del surreneMidollare del surrene
PARAGANGLIOMA Gangli simpaticiGangli simpatici paraortici intraddominaliparaortici intraddominali
Organo di ZuckerkandlOrgano di Zuckerkandl
Vescica urinaria Vescica urinaria
Ilo epatico e renaleIlo epatico e renale
Torace (<2%)Torace (<2%)
Collo (<2%)Collo (<2%)
FEOCROMOCITOMA SEGNI E SINTOMI
FEOCROMOCITOMA
Catecolamine plasma
DIAGNOSIDIAGNOSIDIAGNOSI
Catecolamine urinarieCatecolamineCatecolamine urinarieurinarie
Acido vanilmandelicoAcidoAcido vanilmandelicovanilmandelico
Metanefrine urineurineMetanefrineMetanefrine urine
Metanefrine plasmaplasmaMetanefrineMetanefrine
CatecolamineCatecolamine plasmaplasma
plasma
FEOCROMOCITOMA TESTS DINAMICI
•Test inibizione con clonidina:agonista centrale alfaagonista centrale alfa--2 recettori e sopprime 2 recettori e sopprime il rilascio diil rilascio di catecolaminecatecolamine, ma non influisce sul rilascio da parte di neoplasie, ma non influisce sul rilascio da parte di neoplasie
0.3 mg0.3 mg clonidinaclonidina, dopo 2, dopo 2--3h3hNEGATIVONEGATIVO se riduzionese riduzione catecolaminecatecolamine del 50% o NA <3del 50% o NA <3 nmolnmol/L (500/L (500 pgpg/ml)/ml)(basso numero di falsi negativi)(basso numero di falsi negativi)
•Test di stimolo con Glucagone:
1 mg e.v.1 mg e.v. GlucagoneGlucagonePOSITIVO POSITIVO se dopo 2se dopo 2 minmin incremento 3 volteincremento 3 volte catecolaminecatecolamine basali o NA >12basali o NA >12 nmolnmol/L/L(praticamente abbandonato per i suoi potenziali effetti dannosi)(praticamente abbandonato per i suoi potenziali effetti dannosi)
FEOCROMOCITOMA
LocalizzazioneLocalizzazione
TCTC
RMNRMN
131131II--MetaiodiobenzilguanidinaMetaiodiobenzilguanidina
PET con PET con 1818FF--dopaminadopamina
CateterismoCateterismo venosovenoso
IPERTENSIONE SECONDARIAIperaldosteronismo primario
La prevalenza di questa condizione varia dal 1% all’11% di tutti i soggetti ipertesi
La determinazione del potassio sierico è considerata test di screenig per la formulazione della diagnosi, anche se solo in un ridotto numero di pazienti può essere rilevata ipopotassiemia nelle fasi precoci della malattia.
Le cause sono rappresentate: • Nel 30% dei casi da un adenoma surrenalico, più frequente nelle donne
che nei bambini• Nel 70% da un’iperplasia surrenalica
IPERTENSIONE SECONDARIAIperaldosteronismo primario
Si può sospettare la presenza di una forma di iperaldosteronismo primario nei soggetti con un’ipopotassiemia senza causa apparente o nei pazienti con ipertensione resistente.
La diagnosi può essere confermata dal: Test alla soppressione al fludrocortisone
(La somministrazione di fludrocortisone per 4 giorni non si dimostra in grado di sopprimere l’aldosterone al di sotto di un valore soglia)
A completamento diagnostico, si esegue: Dosaggio dell’aldosterone e della renina plasmatica in condizioni
standardizzate
QUADRO CLINICO DELL’IPERALDOSTERONISMO
Ipertensione arteriosa di grado variabile talora resistente al trattamentoEtà 30-50 anni, per lo più femmineIpokaliemiaAstenia, crampi muscolari, facile stancabilitàAlcalosi ipokaliemica (tetania)Nefropatia ipokaliemica (poliuria da danno tubulare)Segni elettrocardiografici (alterazioni dell’onda T, comparsa dell’onda
U, extrasistolia, fibrillazione ventricolare)
CRITERI DI LABORATORIO PER LA DIAGNOSI DI IPERALDOSTERONISMO PRIMARIO
Ipopotassiemia (K < 3.2 mEq/l) *Potassiuria (K > 25 mEq/24 ore)Elevati livelli di aldosterone plasmatico e urinario
Bassa PRA
Aumentato rapporto Aldo/PRA
Mancata soppressione dell’aldosterone dopo carico salinoIpomagnesiemiaIpernatriemiaAlcalosi metabolica
* La concentrazione del potassio è normale nel 7-38% dei casi (Am.Journ. Med. 1970; 48:343-356)
IPERALDOSTERONISMO PRIMITIVO Indagini diagnostiche
Indagini di laboratorio• Dosaggio elettroliti (Na, K) plasmatici ed urinari• Dosaggio Aldosterone plasmatico ed urinario• Dosaggio attività reninica plasmatica• Test di infusione salina
Indagini strumentali• Ecografia surrenalica• TAC o RMN surrenalica• Scintigrafia con I131-colesterolo• Cateterismo venoso vene surrenaliche
APPROCCIO DIAGNOSTICO NEL SOSPETTO DI IPERALDOSTERONISMO PRIMITIVO
Escludere l’assunzione di sostanze ad azionemineralcorticoide (liquirizia, farmaci)
Determinazione in clino e in ortostatismo di aldosterone e attività reninica plasmatica.Rapporto, in ortostatismo, aldosterone (ng/dl)/attività reninica plasmatica (ng/ml/ora):< 25 normale; 25 suggestivo; >50 diagnostico per adenoma secernente aldosterone.
SINDROME DI CUSHING
Condizione caratterizzata da eccesso diglucocorticoidi conseguente all’eccessiva produzione surrenalica per causa primitiva o per l’eccessiva produzione di ACTH da tumore ipofisario od altro tumore
Cause di Sindrome di CushingS.Cushing ACTH - dipendente
Malattia di Cushing da adenoma ipofisario 68%Sindrome da ACTH ectopico 12%Sindrome da CRH ectopico <<1%
Cause di Sindrome di CushingS. Cushing ACTH - indipendente
Adenoma Adrenocorticale 10%Carcinoma Adrenocorticale 8%Iperplasia micronodulare 1% bilateraleIperplasia macronodulare <<1%bilaterale
SINDROME DI CUSHINGPrincipali segni di ipercortisolismo
Obesità centrale (80 - 97%)Pletora facciale (60 - 90%)Intolleranza ai carboidrati (50 - 90%)Ipertensione arteriosa (75 - 90%)Irsutismo (65 - 80%) Strie rubre addominali (50 - 70%)
SINDROME DI CUSHINGPrincipali segni di ipercortisolismo
Ecchimosi - petecchie (40 - 70%)Osteopenia/osteoporosi (40 - 50%)Acne (30 - 60%)Poliuria (30 - 40%)Iperpigmentazione (10 - 15%)Esoftalmo (10 - 15%)
SINDROME DI CUSHINGPrincipali segni di ipercortisolismo
Astenia (50 - 90%) Turbe neuropsichiche (40 - 80%)Disfunzione erettile (60 - 80%)Oligo/amenorrea (60 - 80%)Cefalea (20 - 40%)Dolori addominali (10 - 20%)
Principali anormalità di laboratorioin corso di Sindrome di Cushing
Aumentato tasso di secrezione del cortisoloAumentata escrezione urinaria giornaliera dicortisolo libero e suoi metabolitiPerdita del normale ritmo circadiano delle concentrazioni plasmatiche di cortisolo
Principali anormalità di laboratorioin corso di Sindrome di Cushing
Preferenziale aumento delle concentrazioni serali del cortisolo plasmatico (soprattutto alle ore 24:00)Resistenza relativa o assoluta al feed-back negativo con glucocorticoidi (desametasone) sulla secrezione di cortisolo
Test di soppressione nella S. di Cushing
Test di soppressione rapida con desametasone(Test di Nugent)Valutazione del cortisolo plasmatico basaleSomministrazione ore 23.00 di 1 mg di
desametasoneRivalutazione del cortisolo plasmatico del mattino successivo
Test di soppressione nella S. di Cushing
Test di soppressione rapida con desametasone(Test di Nugent)
Risposta normale: valori inferiori a 5 µg/dl dopo soppressione.
Nel Cushing: valori generalmente superiori a 10
µg/dl.
Terapia della malattia di Cushing(adenoma ipofisario ACTH - secernente)
Terapia della malattia di Cushing(adenoma ipofisario ACTH - secernente)
Chirurgia transfenoidaleChirurgiaChirurgia transfenoidaletransfenoidale
Non curati 20%Non curati 20% Curati 80 %Curati 80 %
20-30%20-30%Non curatiNon curati
RadioterapiaRadioterapia
Curati 70-80% (Recidiva 10-30%)
Curati 70-80% (Recidiva 10-30%)
Surrenalectomia totale bilateraleSurrenalectomia totale bilaterale
La sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno (OSAS)
La sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno (OSAS) è caratterizzata da episodi di ostruzione completa o parziale delle vie aeree superiori durante il sonno con ripetuti episodi di apnea durante il sonno.Apnea ostruttiva notturna: periodica cessazione (apnea) o riduzione (ipopnea) del flusso d’aria attraverso le vie aeree superiori superiori con persistenza dello sforzo inspiratorio del diaframma e di altri muscoli respiratoriApnea: completa cessazione dell’afflusso d’aria per > 10 secondi con riduzione saturazione Hb di ossigeno > 4%L’indice apnea/ipopnea (AHI index): entità del disturbo (n° episodi per ora di sonnoAHI 5-15 lieve AHI 15-30 moderata AHI > 30 severo
Fattori di rischio per OSAS
Obesitá e distribuzione del grasso corporeoEtáSesso, razzaRischio familiare e geneticoUso di tabacco e alcoolRussamentoSonnolenzaFarmaci
Strohl and Redline, AJRCCM 1996; 154: 279-289
OSAS Conseguenze cliniche
Alterazioni comportamentali
AsteniaSonnolenza diurnaPeggioramento delle attività diurne
Alterazioni endocrino-metabolicheInsulino –resistenzaDefiti GHObesità
Alterazioni cardiocircolatorieAlterazione regolazione
autonomicaAritmieIpertensioneCardiopatia ischemicaStrokeIpertensione polmonare
VALUTAZIONE DEI SEGNI CLINICI PER LA DIAGNOSI
BASSO VALORE PREDITTIVO
UTILI
Apnee nel sonno
Russamento
Alterazioni VAS
Obesitá
Ipertensione
Sonnolenza
Esame fisico
Strohl and Redline, AJRCCM 1996; 154: 279-289
L’OSAS è associata a ipertensione, iperinsulinemia,ipertrigliceridemia, riduzione del colesterolo HDL, aumento del rapporto colesterolo/HDL ed ad aumento dell’HOMA index, indipendentemente da età, BMI, fumo, alcolici
OSAS E IPERTENSIONE
I potenziali meccanismi patogenetici che correlano la OSAS all’ipertensione sono:
attivazione del sistema vegetativo simpatico;sistema renina-angiotensina-aldosterone;stress ossidativo;infiammazione;disfunzione endoteliale;correlazioni tra OSAS e obesità.
OSAS DIAGNOSI
La Saturimetria notturna permette solo la registrazione di saturazione di ossigeno e frequenza cardiaca: non è una metodica di valutazione strumentale accettata dalle linee guida internazionali per la diagnosi di OSAS in quanto considerata non sufficientemente accurata e precisa.
Secondo l’American Academy of Sleep Medicine il “Gold Standard” per la diagnosi di OSAS è la polisonnografianotturna in Laboratorio perché esso è l’unico esame che valuta sia il sonno che i parametri cardiorespiratoricontemporaneamente all’osservazione del paziente e del tracciato.
COARTAZIONE DELL’AORTA
All'esame obiettivo, quando può essere auscultato a livello toracico, si apprezza un soffio sistolico a livello interscapolare proveniente dalla sede della coartazione e un soffio sistolico diffuso, in crescendo-decrescendo, udibile su tutto il torace, con origine dalle arterie collaterali intercostali .
Il polso femorale è assente o ritardato rispetto al polso radiale e l'ipertensione si rileva agli arti superiori, mentre i valori pressori agli arti inferiori sono ridotti o addirittura non misurabili.
IPERTENSIONE INDOTTA DA FARMACI
Liqueriziacontraccettivi orali Steroidi antinfiammatori non steroideicocaina anfetamineeritropoietina Ciclosporina tacrolimo
IPERTENSIONE INDOTTA DA FARMACI Trattamento Estro-progestinico
Molte donne in terapia con estro-progestinici presentano un lento rialzo della pressione arteriosa, ma solo il 5% o meno sviluppa ipertensione dopo un periodo di 5 anni di terapia (Fregley, 1977)
La causa più importante di ipertensione provocata da contraccettivi sembra essere rappresentata dagli estrogeni presenti nella preparazione.
I dati riportati da Shinoiri et al. (1983) confermano l’incremento di substrati della renina ad alto peso molecolare (HMVRS) che hanno alta affinità per la renina e una più elevata tendenza a produrre angiotensina.
Margaret Harper, Linn Parsons, Paul Meis; Ipertensione 1995
IPERTENSIONE INDOTTA DA FARMACI Trattamento Estro-progestinico
Usare la dose più bassa di estrogeniMonitorare accuratamente la P.A. per i primi 6-12 mesi dopo l’inizio della terapia (a seconda dei casi)Impiego prudente di altri farmaci che agiscono sulla P.A.Se la P.A. è moderatamente aumentata, interrompere la terapia con estro-progestiniciSe dopo 1-3 mesi dall’interruzione della terapia estro-progestinica, la PA dovesse mantenersi elevata, ricercare le possibili cause
Margaret Harper, Linn Parsons, Paul Meis; Ipertensione 1995
IPERTENSIONE E TERAPIA ORMONALE SOSTITUIVA
La somministrazione di estrogeni in post-menopausa, come terapia sostitutiva, presenta effetti minimi sulla pressione arteriosa; i rari casi di ipertensione indotta dagli estrogeni rappresentano una reazioneidiosincrasica a questa terapia.
Il ricorso alla terapia ormonale sostitutiva con estrogeni, essendo associato ad un aumento della morbilità e mortalità per cause cardiovascolari, non è consigliato di routine.
Waters DD, Alderman et al. Jama 2002; 288:2432-2440