Corso di formazione accreditato OGR Lombardia · Milano 26 giugno 2015 10 LA SITUAZIONE ITALIANA...
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Milano 26 giugno 2015
Corso di formazione accreditato OGR Lombardia
Elena Bonanni - Milano Alg - 26 giugno 2015
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#siamotuttioche
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+ comunicato stampa
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Questo modulo affronta le seguenti tematiche:
Una panoramica internazionale
La situazione italiana
S&P500 e Fste Mib
I driver della diffusione
Cosa accade nel mondo e in Italia
Un’analisi qualitativa
Aspetti di governance
Standard Gri e asseverazione
Lo stato dell’arte a Piazza Affari
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• Il 71% delle 4.100 maggiori società in 41 Paesi (100 in ogni Paese, N100) sia
pubbliche sia private adotta il reporting di sostenibilità.
• Se si guarda alle prime 250 aziende al mondo (della lista Fortune Global 500
del 2012 - G250), la percentuale sale al 93%.
• Il report di sostenibilità si è diffuso a un ritmo incalzante anche nell’area Asia
Pacifico.
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UNA PANORAMICA INTERNAZIONALE
Fonte: The KPMG Survey of Corporate Responsibility Reporting 2013 , dicembre 2013
Uno standard di business diffuso
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UNA PANORAMICA INTERNAZIONALE
Co.Re.Di: CorporateRegister.com, directory che raccoglie i report
CR di oltre 10.000 organizzazioni presenti in 170 diversi Paesi.
Prassi aziendale diffusa
Nota: con il termine CR si intende Corporate reporting per includere tutte le forme di
report di sostenibilità
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Un panorama frammentato in
evoluzione verso i termini
Sostenibilità e Corporate
responsibility
Presa di
consapevolezza della
natura strategica del
reporting
UNA PANORAMICA INTERNAZIONALE
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UNA PANORAMICA INTERNAZIONALE
I settori
Il report di sostenibilità è più
diffuso nei comparti:
• elettronica,
• informatica
• minerario
• farmaceutico • Costruzioni
• Distribuzione
• Automotive
• Communications
• Media
Fonte: The KPMG Survey of Corporate Responsibility Reporting 2013
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LA SITUAZIONE ITALIANA
IL 64% delle principali 50 società quotate a Piazza Affari
ha pubblicato il corporate reporting nel 2014 (esercizio 2013)
Fonte: Rendicontazione non finanziaria e asseverazione dei report di Corporate Responsibility nelle società quotate,
Fondazione nazionale dei commercialisti, febbraio 2015
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LA SITUAZIONE ITALIANA
BI50: campione composto da 50 primarie aziende quotate alla Borsa italiana appartenenti a diversi settori di
attività, individuate in funzione di variabili dimensionali e settoriali su un totale di circa 300 società quotate. La
dimensione aziendale è stata calibrata, oltre che sul fatturato, anche sulla base del numero di dipendenti e, appunto,
del settore produttivo. […] La distribuzione per settori delle società incluse in BI50 è stata ponderata anche in
relazione alla distribuzione riscontrata nel campione delle 250 maggiori società/aziende/gruppi classificati in base
al fatturato nel ranking di Fortune Global 500 (G250).
A che aziende ci riferiamo:
Aziende del campione:
• le aziende del Ftse Mib: A2A, Autogrill, Bmps,
Enel, Eni, Finmeccanica, Generali, Luxottic,
Saipem, Snam, Telecom Italia, Terna, Tod’s,
Unicredit, Unipol
• altre aziende quotate: Acea, Amplifon, Castaldi,
Banca Carige, Brembo, Danieli & C., De’ Longhi,
Diasorin, Eems Italia, Engineering, Esprinet,
Exprivia, Falck Gtech, Hera, Il Sole24Ore, Indesit
Company, Irce, Iren, Isagro, Italcementi, Marr,
Mondadori Editore, Parmalat, Piaggio, Rcs,
Recordati, Salini Impregilo, Saras, Seat Pagine
Gialle, Servizi Italia,Sol, Tas, Tiscali, Txt
Fonte: Rendicontazione non finanziaria e asseverazione dei report di Corporate Responsibility nelle società quotate,
Fondazione nazionale dei commercialisti, febbraio 2015
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LA SITUAZIONE ITALIANA
• 37% - più di uno strumento fisico di comunicazione
• 63% - un unico strumento
• Il report di sostenibilità è il più diffuso (81,3%), seguito dal report ambientale (43.8%).
• Cinque società (il 15,6%) hanno deciso poi di investire energie e risorse nello sviluppo
dell’approccio all’integrated reporting, elaborando e pubblicando un report secondo il
Framework predisposto dall’IIRC - International Integrated Reporting Council - dicembre 2013.
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• Evoluzione crescente nel tempo del CR reporting
• Il campione N100 ha messo in evidenza percentuali maggiori di pubblicazioni di
report CR in Francia, Danimarca, Regno Unito, Paesi Bassi, Finlandia, Spagna e
Svezia rispetto alle omologhe italiane.
• Il confronto con il campione Co.Re.Di indica un peso relativo molto simile tra le
diverse tipologie di reporting, in particolare tra le tipologie di report di sostenibilità
e di report ambientale
• Nel campione BI50 si rileva la non presenza di altre tipologie di report
• In Italia sta però guadagnando attenzione il report integrato (non confrontabile ai
dati del campione Co.Re.Di., dove lo strumento definito con questa locuzione ha una
natura assolutamente diversa, indica il One report, documento di rendicontazione in
cui le aziende pubblicano insieme informazioni economico-finanziarie, proprie del
bilancio e delle relazioni sulla gestione, e informazioni non-financial).
Fonte: Rendicontazione non finanziaria e asseverazione dei report di Corporate Responsibility nelle società quotate,
Fondazione nazionale dei commercialisti, febbraio 2015
Alcune conclusioni dal confronto internazionale e italiano
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2009 2014 2014
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FOCUS SU S&P500 E FTSE MIB
Nota: Gli anni si riferiscono all’esercizio di bilancio
67,5%
Elaborazione ETicaNews su dati societari (2014) e dati Csr manager network e Altis (2010)
Ftse Mib (40 maggiori
società di Piazza Affari)
82%
Includendo anche la
rendicontazione di sostenibilità
inserita nel bilancio consolidato
classico
72,5%
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FTSE MIB
Overview - Ftse Mib
• Percentuale in linea con il resto di Piazza Affari: uno studio di
Nedcommunity rileva che l’80,6% di tutte le aziende quotate pubblica
il bilancio di sostenibilità.
• Panorama abbastanza variegato
• Si afferma la scelta del “bilancio di sostenibilità” rispetto a bilancio
ambientale, sociale, di responsabilità sociale di impresa.
• Hanno scelto la dicitura bilancio sociale: Ubi Banca, Banco Popolare e
Banca Mediolanum (resoconto 2013). Chiave di lettura su come si
interpreta la Csr? Mediolanum per esempio è focalizzato su attività
benefiche.
• Un plotoncino di imprese sta introducendo il bilancio integrato: c’è chi lo
pubblica a fianco del bilancio di sostenibilità (Generali), chi a fianco della
relazione finanziaria (es. Atlantia, Unicredit), e chi pubblica solo il
bilancio integrato che va a includere sia la rendicontazione finanziaria
sia quella di sostenibilità (es. Eni, Pirelli).
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“Il bilancio integrato Pirelli 2014 (2014 Annual Report)
ha lo scopo di fornire una visione completa del
processo di creazione di valore per tutti gli
Stakeholder. L'annual Report illustra la performance
economico-finanziaria e di sostenibilita, l’interazione tra
il modello di business, lo scenario esterno ed il
contesto competitivo, la strategia aziendale, la
gestione integrata dei rischi e la governance.
Il Bilancio di esercizio e il Bilancio cosolidato,
inclusi nel 2014 Annual Report, sono stati redatti
sulla base dei principi contabili internazionali IFRS, nel
rispetto delle Sustai- nability Reporting Guidelines di
Global Reporting Initiative (versione GRI-G4 - opzione
Comprehensive) e considerando i principi Integrated
Reporting contenuti nel Framework dell’International
Integrated Reporting Council (IIRC)”.
IL BILANCIO INTEGRATO SPIEGATO NELL’ANNUAL REPORT PIRELLI
FTSE MIB
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FTSE MIB
• Alcune società hanno inserito una sezione/paragrafo sulla sostenibilità
all’interno del bilancio consolidato
Chi non pubblica il bilancio di sostenibilità
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• Per alcune società la tematica sostenibilità non viene rendicontato né
nel bilancio consolidato né nel rapporto di sostenibilità
Holding, rimanda alle politiche di sostenibilità delle
società partecipate: Fca, Cnhm Cushman&Wakefield
MEDIASET
FTSE MIB
Chi non pubblica il bilancio di sostenibilità
Fonte: ricerca sui siti societari
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Nel 2014 aveva annunciato a ETicaNews l’impegno a pubblicare il primo bilancio di
sostenibilità in occasione della preparazione del dossier dedicato ai bilanci sociali
elaborato da ET. Contattati nei giorni scorsi hanno smentito l’intenzione di essere al
lavoro sul bilancio di sostenibilità. Si ricorda che Tenaris è un colosso italo-argentino
controllato dalla holding San Faustin della famiglia Rocca, con sede in
Lussemburgo, e conosciuto per una governance che si è adeguata spesso ai criteri
non certo esigenti della trasparenza del Granducato.
CAMBIO DI ROTTA? SI, NO, FORSE…
Ci stanno lavorando anche per
l’interesse che viene soprattutto dal
mondo degli investitori
FTSE MIB
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La mossa di Ferragamo assume valenza anche alla luce del fatto che il settore del
lusso è tra i più in ritardo sotto questo aspetto. Basti pensare che nel “fronte dei no” ci
sono Tod’s e Luxottica, due tra i big presenti in Borsa. Ma la stessa distanza dal
reporting della Csr vale anche per aziende non quotate.
NEW ENTRY
Nel 2015 ha realizzato il «numero zero» del bilancio sociale 2014
(ancora non consultabile sul sito)
La svolta era stata anticipata ad ETicaNews un anno fa:
«Stiamo lavorando con i nostri consulenti al fine di adottare un
bilancio di sostenibilità», aveva dichiarato il gruppo a ET.
FTSE MIB
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I DRIVER DELLA DIFFUSIONE
1. La Direttiva europea sull’obbligo della rendicontazione non-
finanziaria (direttiva 2013/34/EU).
2. L’aumento degli investitori istituzionali esteri a Piazza Affari.
3. L’attenzione crescente da parte degli investitori istituzionali
soprattutto esteri alle tematiche della sostenibilità e quindi la
richiesta di maggiore trasparenza e informazioni pubblicate dalle
società.
4. La crescente inclusione dei fattori Esg (Environmental, social e
governance)nel mercato dei servizi finanziari.
5. La pressione esterna delle Ong e dei media e il crescente
interesse da parte dei privati.
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I DRIVER DELLA DIFFUSIONE
2. L’aumento degli investitori esteri a Piazza Affari
• Nel 2014 il 61% delle 813 comunicazioni su posizioni
rilevanti (sopra il 2%) nell’azionariato è arrivato da soggetti
esteri: +44% sul 2013.
• Il valore delle partecipazioni detenute da investitori esteri
nel listino milanese è di 238 miliardi di euro: il 41%
dell’intera capitalizzazione (S&P Capital IQ), un anno fa
era al 38%.
• Soggetti istituzionali esteri sempre più presenti nella
stagione assembleare: dal 14,4% del capitale nel 2013 al
18% nel 2014.
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I DRIVER DELLA DIFFUSIONE
L’attenzione degli istituzionali esteri alle tematiche di sostenibilità
Per gli investitori istituzionali gli investimenti socialmente responsabili sono
ormai una strategia per gestire il rischio ambientale.
“Gli universal owners, contraddistinti dal possesso di un
portafoglio altamente diversificato e rivolto al lungo termine,
potrebbero subire le maggiori perdite generate dalla natura
pervasiva e dall’entità delle esternalità ambientali nei loro
portafogli qualora i relativi costi fossero internalizzati dalle
imprese; per questo motivo dovrebbero quindi essere incentivati
ad attuare strategie idonee a prevenire il rischio di tali perdite”.
[Rendicontazione non finanziaria e asseverazione dei report di Corporate
Responsibility nelle società quotate, Fondazione nazionale dei
commercialisti, febbraio 2015]
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I DRIVER DELLA DIFFUSIONE
L’attenzione degli istituzionali esteri alle tematiche di sostenibilità
Fonte: United Nations Environment Programme – Finance Initiative (UNEP FI) e da Principles
for Responsible Investment (PRI), 2011. Lo studio stimava che nel 2011 il valore monetario dei
danni ambientali globali annuali (generati dall’attività produttiva e umana) ammontava a circa
6.600 miliardi di dollari (pari a circa l’11% del prodotto lordo globale del 2008). Di questi oltre un
terzo sono ascrivibili alle società quotate (35%).
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I DRIVER DELLA DIFFUSIONE
3. L’attenzione degli istituzionali esteri alle tematiche di sostenibilità
Fonte: “Seventy per cent of institutional investors turning down projects on environmental, social and
governance ground”, Pwc, maggio 2015
• Indagine Pwc: sette su dieci investitori istituzionali intervistati non
prenderebbero parte a un’operazione di private equity in caso di
rischi ambientali, sociali e di governance.
• Tra gli investitori interpellati: società di gestione del risparmio e
fondi pensione come il California State Teachers Retirement
System, UK Universities Superannuation Scheme and Swedish
Pension Funds.
• Il 71% ha legato la propria allocazione dei fondi ad alcune
condizioni Esg
• L’83% ha policy sugli investimenti responsabili che si applicano
ai loro investimenti di private equity
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I DRIVER DELLA DIFFUSIONE
4. La crescente inclusione dei fattori Esg nei servizi finanziari
• Nel 2012 investiti in Esg 13.600 miliardi di dollari (il 21,8% del totale del
capitale investito [relativo a mercati Global Sustainable Investment Alliance
(GSIA)].
• L’Europa (con 8.758 miliardi) si conferma il continente in cui si investe
maggiormente in attività Sri (65% a livello globale).
• Gli investimenti Sri negli Usa sono cresciuti del 76% dal 2012 al 2014
• Bnp Paribas dal 2013 applica i criteri Esg a tutti i suoi 240 miliardi di attivi
• Giugno 2015 - Euronext (Borse di Parigi, Amsterda, Bruxelles e Lisbona)
ha deciso di allearsi con Vigeo (agenzia di rating sociale ed ambientale
europea) per creare un indice sulle società con il più elevato rating in Csr:
Euronext-Vigeo EM70, un paniere di 70 aziende su un universo di 900
società quotate nei Paesi sviluppati che hanno i maggiori punteggi di Csr
secondo i rating Vigeo (il peso delle società è calcolato in base allo score di
Vigeo). L’indice sarà aggiornato a giugno e dicembre.
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COSA ACCADE NEL MONDO
As more than 1,000 executives gather in Paris to discuss their response to climate
change, a group of investors managing $25 trillion opened a web portal detailing the
action being taken to cut pollution.
Four investor groups representing 265 institutions worldwide joined the United Nations
Environment Program in opening a web portal that will show which projects gained
finance to rein in global warming.
The move reflects a shift in the business community toward embracing the inevitability
of stricter regulations on fossil fuels and more incentives for cleaner forms of energy.
[…]
Investors With $25 Trillion
Detail Opportunity in Climate Change by Stefan Nicola and Gregory Viscusi May 19, 2015 — 2:56 PM CEST
INVESTOR PLATFORM FOR CLIMATE ACTION http://investorsonclimatechange.org
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COSA ACCADE NEL MONDO
I DUE COLOSSI USCIRANNO DALLE COAL COMPANY (UTILITIES INCLUSE)
Norges e Axa, basta col carbone
3 giu 2015
Il fondo norvegese, tra i maggiori al mondo, venderà le partecipazioni nelle
società con ricavi legati per oltre il 30% al carbone. L'assicuratore francese
cederà 500 milioni di attività riferibili al settore entro fine 2015
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COSA ACCADE NEL MONDO
Schemes call on Shell to exit climate sceptic lobby group - 10 giugno 2015
A group of investors including two UK schemes have urged Shell to drop its
membership from a US lobby group accused of being obstructive on climate policy.
In a letter to the oil giant, the 19 investors with billions of pounds in assets said they
were concerned about its membership of the American Legislative Exchange Council
(ALEC) which has promoted sceptical positions on the links between human beings
and climate change. The letter was signed by the Enfield Pension
Fund…[www.professionalpensions.com]
•
Poco più di un mese fa, all’Agm (annual general meeting) di Bp una
mozione che obbligava la società a maggiore trasparenza e impegno
nella lotta al climate change raccolse il consenso del 98,28% degli
azionisti. Martedì scorso, la stessa mozione presentata all’assemblea
degli azionisti di Shell ha fatto ancora meglio, ottenendo il 98,9% dei
consensi. L’azionariato attivo al suo meglio di sempre? Forse sì
SU SHELL LA PRESSIONE DEL 98,9% - 19 maggio 2015
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COSA ACCADE NEL MONDO
•
In what promises to be a transformational moment for ESG integration and
investment manager accountability, CalPERS will require all of its managers to
identify and articulate ESG in their investment processes.
CalPERS staff led by Anne Simpson, senior portfolio manager and director of
global governance, presented the ESG manager expectations, and draft
sustainable investment guidelines, to the investment committee this week.
The $307 billion fund will factor into its decisions about hiring and monitoring
external investment managers the degree to which managers assess ESG
factors and integrate them into their process. […] Simpson said that CalPERS
considers managers that do not identify and manage these risks as having
a “sub-par investment process”.[…]
CalPERS gives its managers
ESG ultimatum May 22, 2015
Nota: Calpers è il fondo pensione dei dipendenti pubblici della California
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COSA ACCADE IN ITALIA
ENGAGEMENT DEI GESTORI PREVIDENZIALI (23 MLD $) SU 40 ISTITUTI
Banche, 14 fondi chiedono climate change
26 gen 2015
Anticipata da ETicaNews l'estate scorsa, la prima iniziativa di dialogo su temi Sri
avviata in Italia da una coalizione di investitori istituzionali ottiene i primi
risultati. In vista della stagione delle assemblee degli azionisti
[…]la prima iniziativa di engagement collettivo realizzata da investitori istituzionali
in Italia su temi di sostenibilità. Un’iniziativa promossa da Assofondipensione e
stimolata in particolare dal Fondo pensione Cometa, che ETicaNews aveva anticipato
l’estate scorsa quando stava scaldando i motori. E che ha fra i suoi punti di forza quello di
muoversi in parallelo con un’analoga e più ampia iniziativa internazionale promossa
nell’ambito di Un Pri, la piattaforma delle Nazioni Unite per gli investimenti responsabili.
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COSA ACCADE IN ITALIA
FCRE PER LA PRIMA VOLTA APPROVA IL BILANCIO DEL GRUPPO
Enel, la svolta green vale il sì dei soci
9 giu 2015
«Abbiamo riscontrato maggiore disponibilità da parte del nuovo management»,
commenta Mauro Meggiolaro. Ma la società risponde in modo vago sulla riduzione
dell'esposizione al carbone e deve migliorare i criteri sostenibili nel piano delle
remunerazioni
Per la prima volta in otto anni, da quando nel 2007 ha acquistato azioni di Enel, la
Fondazione Culturale Responsabilità Etica, creata nel 2003 da Banca Etica, ha votato a
favore del bilancio […].
Nel mirino, quest’anno, c’erano le centrali a carbone che rimarranno aperte in Italia
nonostante il piano di dismissione presentato alla fine del 2014. […]
«La società risponde alla crisi del settore elettrico investendo nelle rinnovabili – dice Mauro
Meggiolaro, responsabile azionariato critico di Fondazione Banca Etica - […]E’ una grande
svolta che attendevamo da tempo. Quindi, per la prima volta, voteremo a favore del bilancio.
Come azionisti critici monitoreremo gli obiettivi che Enel si è posta rilanciando con nuove
proposte». […]
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UN’ANALISI QUALITATIVA
Fonte: KPMG Corporate Responsibility Reporting 2013
*lista Fortune Global 500 del 2012. Sette i criteri valutati per l’analisi qualitativa:le strategie, i rischi e le
opportunità presentate nel report; la “materialità”, la definizione di obiettivi e indicatori; la rilevanza di fornitori e
supply chain; il coinvolgimento degli stakeholder; la governance di Csr; la trasparenza e l’equilibrio aziendale.
• La qualità dei report si ferma al punteggio medio di 59 su 100.
• Viene dato molto peso agli obiettivi/indicatori e alla materialità e
strategia, ma sono trascurate supply chain, lo stakeholder
engagement e la governance.
• Europa: punteggio medio di 71; Americhe: 54; Asia e Pacifico: 50
(nonostante forte crescita numero report).
• A livello di settori i punteggi più alti li ottengono: elettronica e
computer, minerari, farmaceutici. Sotto la media, nonostante i
potenziali rischi: oil&gas, commercio e retail, metalli, ingegneria e
industria, costruzioni e materiali da costruzione.
Analisi Kpmg sui report 2012 delle G250*
L’aumento del numero dei report Csr a livello mondiale, sia anche
parallelo a un aumento della qualità degli stessi?
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UN’ANALISI QUALITATIVA
Fonte: KPMG Corporate Responsibility Reporting 2013
*lista Fortune Global 500 del 2012. Sette i criteri valutati per l’analisi qualitativa:le strategie, i rischi e le
opportunità presentate nel report; la “materialità”, la definizione di obiettivi e indicatori; la rilevanza di fornitori e
supply chain; il coinvolgimento degli stakeholder; la governance di Csr; la trasparenza e l’equilibrio aziendale.
• Solo il 20% delle aziende G250 riporta un chiaro collegamento tra le
performance sulla responsabilità sociale e la retribuzione del
management
• Solo il 23% pubblica un reporting bilanciato in cui si menzionano
non solo i successi riportati, ma anche i feedback ricevuti dagli
stakeholder e le aree di miglioramento.
Analisi Kpmg sui report 2012 delle G250*
L’aumento del numero dei report Csr a livello mondiale, sia anche
parallelo a un aumento della qualità degli stessi?
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UN’ANALISI QUALITATIVA
Analisi Kpmg sui report 2012 delle G250*
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UN’ANALISI QUALITATIVA - ITALIA
Fonte: KPMG Corporate Responsibility Reporting 2013
*lista Fortune Global 500 del 2012
• Non c’è nessuna impresa italiana
nel gruppo delle aziende di
eccellenza.
• Le imprese italiane del campione
però sono in media quelle con il
punteggio più elevato in termini di
qualità del reporting. Su una media
di 59 punti su 100 per le aziende
che compongono il G250 che
effettuano il reporting, l’Italia ha
totalizzato un punteggio di 85 su
100, seguita da Spagna (79) e
Regno Unito (76).
Analisi Kpmg sui report 2012 delle G250*
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ASPETTI DI GOVERNANCE
Produrre un report
di sostenibilità
innesca diversi
benefici
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ASPETTI DI GOVERNANCE
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ASPETTI DI GOVERNANCE
• BILANCIO DI SOSTENIBILITà PER COINVOLGERE IL CDA
Il 96% delle aziende che pubblicano un bilancio di sostenibilità prevedono l’analisi e
approvazione dello stesso da parte del cda. Il bilancio di sostenibilità si dimostra quindi
come lo strumento più capace di coinvolgere l’agenda del cda delle aziende quotate
italiane. L’approvazione dello stesso da parte del più alto organo di governo non è infatti
obbligatoria, ma segnala come lo strumento sia seriamente interpretato dalle aziende.
In particolare, essendo le informazioni in esso contenute soggette ad approvazione del cda,
tale strumento è ad oggi la prima fonte di informazioni sociali e ambientali per i membri del
consiglio di amministrazione.
• UN CDA SU QUATTRO REMUNERA LA CSR
La remunerazione è il campo dove si misura la vera integrazione delle strategie di Csr. Una
impresa su quattro del Ftse Mib ha adottato pratiche per legare la parte del compenso
dei consiglieri esecutivi alle performance socio-ambientali dell’impresa (25,81%).
Evidente la differenza con le non quotate dove non risulta la presenza di incentivi economici.
Chi ha scelto di legare parte dei compensi executive alle performance socio-ambientali, la
maggioranza (66,67%) ha adottato strumenti dedicati alla misurazione delle
performance che in molti casi sono rese note all’esterno.
Lo studio Nedcommunity
Fonte: (“Cda e politiche di sostenibilità. Come Sostenibilità e Csr entrano nell’agenda dei
Board delle imprese quotate italiane”), Altis, Assonime, Nedcommunity
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CHI REMUNERA LA CSR - BEST PRACTICE
Eni, Enel, Snam, Saipem e Pirelli
• Riguarda le retribuzioni di quadri, manager, board, amministratori delegati.
• Tutte le società fanno riferimento agli indici internazionali di sostenibilità, che
sono l’unico riferimento misurabile dell’impegno in questo ambito. Premi e
incentivi sono calibrati, in modi differenti e con diverse gradazioni, in base
all’inclusione negli stessi indici, e alla posizione raggiunta nel ranking.
• In due casi (Eni ed Enel), una consistente parte variabile, mai inferiore al 10%
e anche superiore al 40% in base ai ruoli e/o alle posizioni occupate
nell’organigramma, viene erogata in base al rispetto di criteri Esg (environmental,
social, governance).
• Pirelli è al secondo piano di incentivazione legato ai criteri Esg, un pro-quota
dell’incentivo di lungo periodo per il management è legato al posizionamento
negli indici di sostenibilità Dow Jones Sustainability World Index settore Atx
Auto Components e il Ftse4Good Global Index settore Automobile & Parts.
In riferimento a ciascun indice, l’ammontare del pro-quota di incentivo maturabile
aumenta in relazione al posizionamento di Pirelli nel ranking, sino ad arrivare in
caso di leadership ad un pro-quota di premio massimo pari al doppio del valore
maturabile a performance target».
ASPETTI DI GOVERNANCE
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STANDARD DI RENDICONTAZIONE
L’adozione degli standard per il bilancio di sostenibilità
Fonte: Rendicontazione non finanziaria e asseverazione dei report di Corporate Responsibility nelle società quotate,
Fondazione nazionale dei commercialisti, febbraio 2015
maggiore
diffusione
Gri
Global Reporting
Initiative
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L’adozione degli standard per il bilancio di sostenibilità - BI50
Fonte: Rendicontazione non finanziaria e asseverazione dei report di Corporate Responsibility nelle società quotate,
Fondazione nazionale dei commercialisti, febbraio 2015
STANDARD DI RENDICONTAZIONE
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ASSEVERAZIONE
Il ricorso ad asseveratori esterni e indipendenti
ha lo scopo di aumentare l'affidabilità delle informazioni divulgate.
l tema dell’asseverazione esterna dei report CR acquisisce importanza
crescente nei mercati globali in parallelo al crescere dell’esigenza degli
stakeholder di un aumento nella credibilità e nell’intelligibilità delle
informazioni di sostenibilità.
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ASSEVERAZIONE
Milano 26 giugno 2015 44
“Si osservi, circostanza molto interessante e degna di approfondimento in
altri lavori, che tutte le asseverazioni esterne dei report CR delle società
quotate italiane sono avvenute nella forma della limited assurance”.
[Fonte: Rendicontazione non finanziaria e asseverazione dei report di Corporate Responsibility nelle società quotate,
Fondazione nazionale dei commercialisti, febbraio 2015]
ASSEVERAZIONE
Milano 26 giugno 2015 45
ASSEVERAZIONE
Milano 26 giugno 2015 46
*Il Carbon Disclosure Project (CDP) è un’organizzazione no-profit indipendente che offre ad aziende e paesi, una
sistema per misurare, rilevare, gestire e condividere a livello globale informazioni riguardanti il cambiamento
climatico e idrico. Oggi più di 3.700 organizzazioni presenti nei paesi a maggiore sviluppo economico, rilevano le
proprie emissioni di gas effetto serra e analizzano i rischi e le opportunità legate al climate change, attraverso il
CDP, con l’obiettivo di stabilire gli obiettivi di riduzione e migliorare i risultati. Il CDP è supportato da 655 investitori
istituzionali, che gestiscono oltre 78 miliardi di dollari, e detiene il più grande database internazionale contenente le
informazioni sulle politiche di gestione del climate change attuate dalle più importanti organizzazioni mondiali.
OLTRE LE QUOTATE
Lavazza ha recentemente pubblicato il
suo primo Bilancio di Sostenibilità 2014
Barilla pubblica già da diversi anni il bilancio di
sostenibilità e nel 2014 ha iniziato a rendicontare il
rating del Carbon disclosure project].
Federdistribuzione è alla seconda edizione del
“Bilancio di Sostenibilità di Settore” che comprende i
numeri di ventisette gruppi coinvolti, pari al 94% del
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