Corriere Cesenate 16-2016

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    Giovedì 21 aprile 2016

    Giovedì21 aprile 2016anno XLIX (nuova serie)numero 16euro 1,30

    16 

    Poste Italiane spaSped. abb. postaleDL 353/2003(conv. in L.27/02/2004 n. 46)art. 1, DCB Forlì

    Redazione:via del Seminario, 8547521 Cesena

    tel. 0547 300258

    fax 0547 328812

    Solidarietà 18Dalla “2xBene”12mila euroa 4 associazioni

    Cesenatico 15Macchineper scriverein mostra

    Sport Csi 22Luciano Morosiconfermatopresidente

    Sant’Alberico 17Il nuovoeremitasi presenta

    Il vescovo Douglas ha rivolto un nuovo pressante appello ad aprire le caseall’accoglienza verso i profughi e gli stranieri. Lo ha fatto sabato scorso duranteil convegno della Caritas diocesana nel quale è stato presentato il dossier 2015sulla situazione delle povertà nel nostro territorio.Il cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas italiana, ha svolto unalunga riflessione con la quale ha richiamato tutti al bisogno e al dovere di farciprossimi verso i fratelli più poveri e svantaggiati. “Non possiamo fingere di nonsapere”, ha ammonito. Papa Francesco nell’isola greca di Lesbo si è chinato suchi è costretto a rimanere alle porte dell’Europa. E il segretario della Cei, lunedìscorso, ha affermato che “accogliere i profughi è solo un atto di restituzione”.

    Primo piano alle pagg. 4 e 5 e servizi a pag. 9

    Editoriale

    Zaccheo e il giudizio finaledi Francesco Zanotti

     hi m ti

     ll’ ccoglienz

    Il Papa a Lampedusa, porta d’Europa. Il Papanell’isola di Lesbo, altro ingresso nel vecchiocontinente. Due gesti eloquenti, dirompenti,rivoluzionari per certi versi. Francesco si faprossimo all’uomo più bistrattato eabbandonato. Lo abbraccia, si china sulle sueferite, lo porta con sé a Roma. Più che i discorsi,in entrambe le occasioni, valgono i gesti.Comportamenti che vanno controcorrente emettono in crisi le politiche continentali deinuovi muri. Quelle politiche dellaconservazione di uno status quo che lascia fuorilo straniero, il diverso da noi, e lo considera unpericolo, una minaccia, un terrorista. Lo haricordato sabato scorso a Cesena il presidentedella Caritas nazionale, l’arcivescovo di

     Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro.“Solo chi è diverso da noi – ha detto ilporporato – può prestarci occhi nuovi perguardare realtà note. Solo chi non abbiamo maiincontrato prima può stimolarci a guardare lecose in modo diverso. Così possono cadereabitudini incancrenite, situazioni paralizzate epossono essere rimessi in discussione giudizisenza appello”.“Siamo noi i farisei di oggi”, ha detto ilvaticanista Andrea Tornielli qualche giorno fa inun incontro a cui ho partecipato a Roma. Siamonoi incapaci di scrutare nel volto dell’altro ilpovero che ha bisogno. Siamo noi che voltiamole spalle sul ferito lungo la strada e deve ancoratransitare uno straniero, un samaritano, perchéqualcuno se ne prenda cura. Siamo noi gliinsensibili, quella con la pancia piena e lacoscienza sporca.Gesù invita Zaccheo a scendere dal sicomoro.Ha deciso di andare a casa sua. Tutti iniziano amormorare. Gesù a pranzo da un peccatore. Vain compagnia di uno che ruba, che sfrutta gli

    altri, li tiranneggia. Noi oggi rischiamo lo stessoatteggiamento. Ci siamo dimenticati il Vangelo. Anzi, lo ascoltiamo almeno ogni domenica, mapassa come acqua sul vetro. Zaccheo, a vedereGesù per curiosità, non era andato pentito. Èstato dopo averlo incontrato che è totalmentecambiato. L’occasione, quasi fortuita, è stataper lui decisiva.Zaccheo e il giudizio finale, due brani evangeliciche ci inchiodano, soprattutto davanti alletragedie di oggi, con il mar Mediterraneotrasformato in cimitero davanti alla nostraindifferenza. “Quando vediamo il paneEucaristico – ha sottolineato ancora il cardinaleMontenegro durante il suo intervento nellanostra città – ci chiediamo se è consacrato. Se loè, lì troviamo Gesù. Ma dov’è che loincontriamo sempre e di sicuro? Nel povero. Ein quel caso non dobbiamo neppure porredomande”. Sì, perché non possiamo

    dimenticare che “ero straniero e mi aveteaccolto… Tutto quello che non avete fatto a unosolo di questi più piccoli non l’avete fatto a me”.

    Diocesi 7 e 24

    CongressoEucaristicoalle porte

    Dal 22 al 29 maggio cele-brazioni su “Se condi-vidiamo il Pane Celeste,come non condivideremoquello terreno?”

    Chiesa 9

    Papa Francescoa Lesbotra i rifugiati

    Dopo Lampedusa, altrastorica visita del Pon-tefice alle porte dell’Euro-pa. Nel viaggio di ritornotre famiglie di profughi

    Tutti al cinemacon il Corriere Cesenate 

    Cesena 13

    Quattro lunedì all’Eliseo(ore 20,30) con pellico-le da non perdere. In que-sto numero il primo cou-pon-sconto da ritagliare

    CARITAS DIOCESANA: presentato il primo Dossier povertà e inaugurati i nuovi locali

    FOTO ARCHIVIO SIR

    Centro “Fulgor”prestooperativo

    Gambettola 16

    Presentato il bilancio2015 della parrocchia.L’investimento di 2 milio-ni di euro possibile grazieai fondi 8xmille della Cei

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    Giovedì 21 aprile 2016 3Opinioni

    Donne, nonne, consumatriciL’emblema della 94enne Iris Apfel

    na volta la nonnina più famosa della tv era quellache serviva il caffè. Dimostrava un’età indefinita,tendente all’infinito, nel senso che era una di quellevecchine angeliche, silenziose e accuditive che

    hanno cent’anni da che ne avevano settanta e di cui siaggirano ancora alcuni rari esemplari in fortunate famiglie.Ma i tempi cambiano e oggi è l’epoca della nonna sprintdella pubblicità di una nota casa automobilistica, lanovantaquattrenne Iris Apfel, che si aggiusta gli occhialiesagerati e parte alla conquista del mondo. La Apfel è unafamosa collezionista, arredatrice di interni, imprenditrice e,come sottolinea lo spot, “un’icona nel mondo della moda”,

    che vanta la bellezza di 195mila followers su Instagram.Con l’ironia e il distacco che le arrivano dall’età dellasaggezza, lei preferisce definirsi una “starlet geriatrica”, mail suo stile eccentrico e inconfondibile, sovrabbondante evistoso, tutt’altro che minimale, la rendono amatissima dastilisti e giornalisti di moda e costume. E lo stile è qualcosache l’accompagna da sempre, un tratto distintivo chesupera bellezza ed età. È una “fonte di ispirazione” dal 2005,da quando, per un imprevedibile caso, al Costume institutedel Metropolitan museum of art di New York (il Moma, percapirsi), venne cancellata una mostra. Il direttore, alle presecon una sostituzione dell’ultimo minuto, decise di esporrela collezione di abiti e accessori di Iris Apfel. Il successo fustraordinario e la Apfel ha iniziato una fruttuosacollaborazione con varie aziende di moda, è ospite fissa diogni sfilata e insegna moda all’università di Austin, in Texas.È testimonial di marchi famosi e una casa di makeup l’hascelta per presentare una collezione dedicata a quella che sipotrebbe definire la nuova categoria di donne, lenonnescenti: senza età, o che quantomeno non si

    riconoscono in quella anagrafica che, per la Apfel, parte dal29 agosto del 1921.Insomma, c’è una buona fetta di Occidente che ha smessodi fare figli, in cui i giovani non hanno lavoro, gli adultil’hanno perso ma dove gli unici in grado di disporre didenaro da spendere sono gli anziani. Lo chic senior avanzae la civiltà dei consumi strizza l’occhio agli over 60, quelli

    U

    Al femminile

    Da un referendum a un altro, italiani alle urne. Forse

    dal capello “silver” (argento) ma che possono disporre del “gold” (oro, nel sensodel denaro). Secondo alcune stime, entro il 2050 gli ultra sessantacinquennisaranno più numerosi dei bambini di età inferiore ai 5 anni, con tutte leimplicazioni del caso.Se è altamente probabile che l’aumento dell’età media porterà con sé uncrescente bisogno di assistenza, è anche vero che la popolazione sarà attiva più alungo, con una salute nettamente migliore rispetto alla generazione precedente econ desideri di spesa differenti. Sono quelli che non vogliono fare cose “daanziani” o vestirsi “da vecchi” e questo porta all’apertura di una fetta diconsumatori che sono tutt’altro che nicchia. Il target preferito, ovviamente, sonole donne. Alla base c’è la crescente consapevolezza dell’influenza delle donne dietà ragguardevole, perché consumatrici con rilevante potere d’acquisto enotevole sprezzo delle convenzioni. Nel campo bellezza aumenta l’età delletestimonial, per dire, vivaddio, che si può essere belle anche con l’avanzare deglianni, ma il messaggio ovvio è che l’uso di quella crema sicuramente aiuta.Calare tutto questo nella nostra Italia pare quasi fantascienza. Nella maggiorparte dei casi che conosciamo, quel poco di pensione che viene percepita dai

    nonni serve a mantenere un welfare famigliare che altrimenti tracollerebbe, non atogliersi sfizi costosi. Ma la vecchietta terribile che guida in mezzo alle farfalle hain sé qualcosa del vecchietto giramondo del film “Up”. Tutti e due paionorivolgersi ironici ai giovani anestetizzati dalla dipendenza da smartphone :“mentre voi guardate in basso, noi guardiamo ancora in avanti. Non provate aprenderci, non ce la fareste mai…”.

    Emanuela Vinai

    al referendum abrogativo di primavera sulle trivelle a quello confermativo diautunno sulla riforma costituzionale, passando per le elezioni amministrative digiugno. Questa la road map della politica italiana che ha archiviato la vicendareferendaria con soli tre cittadini su dieci che si sono recati alle urne per

    esprimere il proprio “sì” o il proprio “no”. La netta prevalenza dei “si” segnala, comunque,una sensibilità ambientale di cui chi governa non può non tener conto per le grandiscelte che si profilano all’orizzonte. E in particolare la possibilità di fare dell’Italia il paeseleader in Europa nel settore delle energie rinnovabili, così come ha promesso ilpresidente del Consiglio Matteo Renzi, subito dopo la chiusura delle urne.Ma sarebbe da sciocchi non calcolare gli effetti collaterali di questo voto, o meglio diun’altra esibizione muscolare del partito dell’astensione, in un Paese che di elezione in

    Delezione vede ingrossare l’esercito dichi rinuncia a scegliere per viademocratica chi debba governareoppure respinge mediante il non voto

    la possibilità di esercitare in formadiretta una scelta in grado di cambiareil corso di una legge attraverso appuntolo strumento referendario.E’ un processo pressoché irreversibileche forse registrerà una battutad’arresto se la riforma costituzionalesarà approvata.E cioè se verrà accolta la riforma dellostrumento referendario prevista dal ddlBoschi. Ricordiamo infatti la previsionedi referendum popolari propositivi ed’indirizzo che costituiscono,oggettivamente, una novità assolutaper il nostro ordinamento, ma cherichiederanno l’approvazione diun’apposita legge costituzionale. A rendere poi i referendum abrogativi piùefficaci è prevista l’introduzione di unquorum ridotto rispetto a quello

    attuale del 50% più uno degli aventidiritto. Si prevede, infatti, che ilquorum venga calcolato sulla basedella maggioranza dei votanti alleultime elezioni della Camera. Infine,cosa non da poco, vengono innalzate a800mila le firme necessarie perpromuovere il referendum abrogativo,rispetto alle attuali 500mila. Un aspettonon secondario, che oggettivamenterenderà più difficile la promozione direferendum abrogativi.Ma veniamo alle partite politiche dagiocare.La domenica sera, ad urne chiuse,Renzi ha voluto segnare subito il puntoa suo favore, sintetizzabilenell’affermazione che non hanno persoi cittadini che hanno votato, bensì “queipochi consiglieri regionali e qualchepresidente di Regione che hanno

    cavalcato questo referendum peresigenze personali, particolari,politiche”.E trattandosi anche di molti esponentidel suo partito, l’affermazione ha ilsapore di una resa dei conti interna alPartito democratico. Ma sicuramenteha più valore “politico” un’altra suarichiesta, cioè quella di mettere fine allepolemiche e “fino alle elezioni del 2018rimbocchiamoci le maniche elavoriamo tutti insieme per il Paese”.Ecco bypassati i due appuntamentipolitici più gravidi di conseguenze chesi consumeranno tutti nell’arco del2016: le imminenti elezioniamministrative e il referendumconfermativo sulla riformacostituzionale. Aldilà della consuetaretorica presidenziale, è questo il dato

    più significativo: l’esibizione di unacertezza – non è solo pura scaramanziaquella di Renzi – di uscire indenne, anzirafforzato, da questi due tornanti dellevita politica italiana prossima ventura.

    Domenico Delle Foglie

     TRIVELLA NEL MARE DI PUGLIA(FOTO ARCHIVIO SIR)

     T r i v e l l e,  n i e n t e  q u o r u m

     Archiviato il referendum ambientalista con due italiani su tre che non si sono presentati alle urne, la road map politica italiana prevede altri due appuntamenti: le imminenti elezioni amministrative e il referendumconfermativo sulla riforma costituzionale in programma in autunno.Due partite difficili, considerato il partito dell'astensione. Questo tempodeve essere investito nel dibattito pubblico al quale ci si augura che anche i cittadini cattolici possano portare il loro contributo originale. Nellaconsapevolezza di avere a cuore il bene comune del popolo italiano e di poter lasciare agli altri l'odio politico

    La fotografia

    Papa Francesco,Bartolomeo Ie Ieronymos

    hanno lanciatoin mare tre corone

    di fiori perle vittime delle

    migrazioni(isola di Lesbo,

    16 aprile,foto

    L’OsservatoreRomano

    (www.photo.va) /

    Sir

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    Giovedì 21 aprile 20164 Primo piano

    SALONE DI PALAZZO GHINI (Cesena). Pubblichiamo ampi stralci dell’intervento delcardinale Francesco Montenegro, vescovo di Lampedusa e presidente di Caritas italiana,intervenuto sabato 16 aprile a Cesena al convegno “Misericordia è accoglienza”

    “Non possiamo fingere di non sapere”ntensa giornata cesenate,sabato scorso, per l’arcivescovo di Agrigento,Francesco Montenegro.

    Creato da papa Francesco dopola visita a Lampedusa per l’impegno della diocesi sicilianae in particolare dell’isolanell’accoglienza verso i migranti, il cardinale è giunto aCesena anche nella sua qualitàdi presidente della Caritas italiana. In città ha preso parte al convegno organizzato dalla

    Caritas diocesana per lapresentazione del “Dossier  2015”, poi ha inaugurato i nuovi locali di via don Minzoni e in serata in Cattedrale hapresieduto la veglia per la

     giornata mondiale delle vocazioni.

     Nel pomeriggio, nel salone di palazzo Ghini, ha svolto unlungo e appassionatointervento sul temadell’immigrazione,dell’accoglienza, dellacondivisione, della solidarietà.Il testo integrale è disponibile sul sito www.corrierecesenate.it.Di seguito ne pubblichiamoalcuni stralci, anche se per larghi tratti il cardinale è andato a braccio.

    “Mettiamo alla porta il poveroperché ci disturba - ha detto fral’altro, oltre al testo scritto -. Ciricorda che esiste la povertà equesto ci dà fastidio. Sonomorti in mare pregando. Sonomorti abbracciati: così sonostati trovati sul fondo del mare.Davanti a quelle bare aLampedusa ho avuto la miacrisi di fede. Accogliere èsempre rischiare. Gesù non sifa riconoscere dai paramentisacri. Non possiamo fingere dinon sapere”.“Noi siamo abitualmentetentati di rifiutare ciò che èdiverso da noi e non è insintonia con il nostro mondo,non rendendoci conto che

    agendo così lasciamo caderegrandi occasioni di crescita. Sesi ergono paletti per garantirsisicurezza, succede anche nellecomunità ecclesiali - ha detto il

    I

    cardinale Montenegro - la federischia di diventare una forma dinarcisismo, diautocompiacimento”. Perché ciònon avvenga “è necessario chel’accettazione dell’altro non silimiti al rispetto formale delleregole della buona educazione,ma sia vera sul piano umano”.L’ospitalità, ha ricordato ilpresidente Caritas “è soprattuttocapacità di accogliere la ricchezza

    di stimoli che l’ospite introducenelle nostra vita. La nostra culturaindividualistica raramente accettail diverso. La nostra cultura cirende accoglienti/tolleranti solo

    con chi riesce ad adeguarsi allenostre abitudini, ma senzacreare problemi”.Il cardinale Montenegro haanche evidenziato che “oggi ingioco non c’è solo l’accoglienzadegli immigrati, ma il modellodi civiltà del futuro. La difesadegli interessi dei forti, facendopagare il prezzo ai deboli,indebolisce la struttura dellastessa società. Probabilmente,

    più che la paura dello straniero,l’immigrazione fa venire a noila paura dello straniero che è innoi. Dimmi chi escludi e ti diròchi sei. Ci siamo sempre

    considerati ’la civiltà’. Oggiquesta convinzione vacilla. Lamigrazione sta mettendoaccanto tante civiltà. Ognunoha qualcosa da imparare e dadonare agli altri. Sino a quandol’immigrazione saràconsiderata un problema disicurezza (lo è, ma non è ilsolo!), sarà sempre piùoscurato l’aspetto umanitario esi terrà sempre meno conto deidiritti umani. È tempo che pergli stranieri oltre che dare aiuti,si rivendichi giustizia - haesortato Montenegro -. Con isoli aiuti uno straniero acquistauna mentalità da disuguale, daassistito. In un contesto digiustizia lo straniero si sente

    più uguale e impara ad esserecreativo, a mantenere il proprioequilibrio personale e asalvaguardare la propriaidentità culturale”.

    “Alla politica di “immigrazione-zero” - ha aggiunto ancora ilcardinale - si accompagna larealtà di un’immigrazione a zero-diritti. Questo vuol dire che ilrespingimento rischia di fardiventare clandestini gliimmigrati. Questi uomini - il Papala chiama schiavitù moderna -servono a far arricchire iproprietari italiani che li paganocon stipendi da fame, li fannovivere in condizioni disumane, incase diroccate, ammassati, senzaacqua ed elettricità, con affitti alti.Condizioni che poi li portano adammalarsi, senza potersipermettere cure adeguate”.“Il credente sa che la sua fede - haconcluso l’arcivescovo - gli chiededi osare la giustizia, la pace, lasolidarietà. Quando i popoli sispostano sono come “una paroladi Dio che si leva dalla storia”,sono un urlo che giudica, esorta,chiede e spinge verso nuove terrepromesse. Con l’incarnazionetutto è ormai sacro (luogo degnodi Dio): non solo il tempio, maanche la baracca, la strada,l’ospedale, il barcone,l’emarginazione, la prigione. DiceFrei Betto: “Noi lo cerchiamo neltempio, Lui si trova nella stalla; locerchiamo tra i sacerdoti, si trovain mezzo ai peccatori; locerchiamo libero, è prigioniero; locerchiamo rivestito di gloria, èsulla croce ricoperto di sangue. Èseduto sulle scale delle nostreportinerie, aspettando un tozzo di

    pane”. L’immigrazione vaconsiderata come un “luogoteologico”, un luogo frequentatoda Dio, luogo in cui certamentepossiamo trovarLo e incontrarLo”.

    CESENA, SALA DI PALAZZO GHINI, CONVEGNO “MISERICORDIA È ACCOGLIENZA”CON IL CARDINALE E PRESIDENTE DI CARITAS ITALIANA FRANCESCO MONTENE-GRO (NELLA FOTO IN ALTO A DESTRA).SOPRA, LA TESTIMONIANZA DI LAURE DAMANE, DEL BURKINA FASO, PROFUGOOSPITE NELLA VALLE DEL SAVIO, INSIEME A ISRAEL DE VITO, GOVERNATOREDELLE MISERICORDIE DELLA VALLE DEL SAVIO. SOTTO. MATTEO GAGGI, DIRI-GENTE SERVIZI SOCIALI DELL’UNIONE COMUNI VALLE SAVIO(FOTOSERVIZIO PIERGIORGIO MARINI)

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    “Apriamo

    ancor piùle nostre caseai migranti”

     Alla presentazione del primo Dossierpovertà presentato dalla Caritasdiocesana, il vescovo Douglas ha rivolto unnuovo appello alla comunità diocesana:“Possiamo e dobbiamo fare di pià”

    inaugurazione della nuova sede dellaCaritas è stata l’occasione per fare ilpunto sull’accoglienza in città di chi

    scappa dalla guerra o da una vita di stenti.Fedele al suo stile, il vescovo Douglas Regattieriparla chiaro. “È prevedibile che tra qualchesettimana ci sia un ulteriore arrivo dei nostrifratelli profughi - afferma -. Voglio lanciare unsecondo appello affinché ci sforziamo di più peraprire le nostre porte. Dopo il mio primoappello c’è stata una bella risposta, non tanto didisponibilità di strutture ma di persone che, insinergia con le istituzioni e associazioni delterzo settore, si sono impegnate ad accogliere imigranti e integrarli nella nostra società. Mapossiamo e dobbiamo fare di più”. Nel corso delsuo intervento, il vescovo ha ricordato inparticolare due iniziative solidali della Diocesi.“Le diaconie della carità, con sei diaconi

    coordinatori per far crescere le piccole Caritasparrocchiali e gruppi di solidarietà a viveremeglio la propria vocazione. E la casa-famigliain vescovado gestita dalla Papa Giovanni XXIII,che spero fra qualche mese possa andare abuon fine”, è il suo auspicio.Matteo Gaggi, dirigente dei servizi socialidell’Unione dei Comuni Valle del Savio, haillustrato il Sistema di protezione per richiedentiasilo e rifugiati (Spar) finalizzato a integrare neltessuto sociale coloro che hanno ottenuto lostatus di rifugiato e hanno scelto di rimanere avivere in Italia. L’iter di istruttoria per ottenere lostatus dura in media 7-8 mesi, ma non di radoha tempistiche più lunghe. L’accoglienza deiprofughi nel territorio, coordinata dall’Aziendadei servizi alla persona (Asp), è caratterizzata dascelte ben precise. “Si è scelto di nonammassare i profughi, ma di ospitarli in piccolestrutture dalla capienza massima di 25 posti:

    questo per dare loro una sistemazione dignitosae non urtare l’equilibro territoriale - spiegaGaggi -. Inoltre sono coinvolti solo enti nonprofit e nessun imprenditore. È una grandeesperienza di economia sociale perché

    ’Ll’accoglienza porta ricadute sul territorio”. E hasnocciolato qualche dato utile a comprenderela dimensione del fenomeno. “Nel 2015abbiamo messo a disposizione perl’accoglienza 152 posti - prosegue -. Attualmente ospitiamo 179profughi e secondo le previsioni della Prefettura dobbiamoaspettarci l’80 per cento di arrivi in più rispetto l’anno passato:saliranno così a 250 i posti entro la fine del 2016. Ciò richiederàl’allestimento di nuove strutture di accoglienza”. Il dirigentecomunale sfata poi il luogo comune sulla correlazione tra l’arrivo deiprofughi e l’aumento dei residenti stranieri in città. “A Cesena lapresenza degli stranieri è in calo ed è pari al 9,45 per cento dellapopolazione. Nel 2014 era il 9,69 e nel 2012 il 10,02, anno in cui c’èstata la punta massima. Anche ai servizi sociali le famiglie straniere

    sono calate del 7 per cento”, conclude.Tra i protagonisti dell’accoglienza c’è la Misericordia Valle del Savio,che fin da subito si è fatta apprezzare per i risultati positivi. “Dopol’appello di papa Francesco nell’omelia del 6 settembre scorso, cisiamo subito attivati per dare il nostro contributo con quello spiritocristiano che accomuna il nostro Movimento da 770 anni - diceIsrael De Vito, governatore della Misericordia Valle del Savio -. Ne èscaturito il progetto di accoglienza ’Profumo di carità’, la cui parteintegrante è il coinvolgimento delle altre realtà presenti sulterritorio”. Attualmente la Misericordia si occupa degli 11 ragazziaccolti a Taibo di Mercato Saraceno, delle 6 ragazze a Sarsina e altre 6ospitate a San Vittore, arrivate a Cesena giusto qualche giorno fa. Ilcosto giornaliero per l’accoglienza di ciascuna persona è di circa 30euro. Ai profughi va un ’pocket money’ di 2,5 euro. Parte fondantedell’accoglienza è l’integrazione: le giornate di questi giovani,condivise con i volontari, sono suddivise tra corsi di italiano, attivitàsportive, sartoriali, cucina o di giardinaggio, ma anche attività divolontariato civico per i Comuni ospitanti. “Non dobbiamo soloinsegnare l’italiano agli stranieri, ma anche insegnare lo stranieroagli italiani - sottolinea De Vito -. Chiediamo a ciascuno di toccare

    con mano questa esperienza: solo condividendo del tempo con lorosi coglie la loro sofferenza. Il grande coraggio di queste persone, cheli ha portati a solcare il mare su un gommone, deve essere per noiuno stimolo nel dare loro una speranza per un futuro migliore”.

    Francesca Siroli

    La Misericordia sioccupa degli 11ragazzi accolti aTaibo di MercatoSaraceno, delle 6

    ragazze a Sarsinae altre 6 ospitatea San Vittore,arrivate a Cesenapochi giorni fa.Parte fondantedell’accoglienza èl’integrazione: legiornate di questigiovani, condivisecon i volontari,sono suddivisetra corsi diitaliano, attivitàsportive,sartoriali, cucinao di giardinaggio,

    ma anche attivitàdi volontariatocivico per iComuni ospitanti

    Istituzioni e associazioni, pubblico e privato, tutti sono chiamati alla sfidaper contrastare la crescita esponenziale 

    dei bisogni. La Caritas di Cesena-Sarsi-na, diretta da Ivan Bartoletti Stella, hacondensato in un Dossier l’attivitàsvolta nel 2015. Complessivamente so-no state 1.292 le persone che si sono ri-volte al Centro d’ascolto (quasi il 10 per cento in più rispetto l’anno prece-dente) e 32.649 gli interventi attivati. I bisognosi sono soprattutto maschi, conun’età compresa tra i 35 e 44 anni, e inprevalenza stranieri: i più numerosi provengono dai Paesi africani del Ma- ghreb, in primis il Marocco, ma unaquota consistente viene anche dal-

    l’Unione Europea, in partico-lare dalla Romania. Dalla fo-tografia scattata dalla Cari-tas, emerge come si tratta inmaggior parte di disoccupati (e coglie di sorpresa il dato che 

    tra gli occupati, i più numero-si siano gli stranieri) e persone che vivono sole, con un basso grado di istruzione.Le richieste sono di tre tipolo- gie: mancanza di lavoro, pro-blemi economici e quelli lega-ti all’abitazione.La Caritas ha risposto met-tendo a disposizione soprat-tutto beni e servizi materiali,

    volti in prevalenza alla soddisfazione del bisogno primario dell’alimentazio-ne (con buoni pasto e distribuzione di pacchi viveri), e poi c’è l’offerta di al-loggio.Di “impoverimento strutturale” parlal’assessore ai Servizi per le persone del Comune di Cesena, Simona Benedetti .Le famiglie prese in carico dai Servizi sociali sono passate dalle 1.000 nel 

     2009 a 1.897 nel 2015. Nel territorioprovinciale si contano circa 40mila di-soccupati. “La crisi nel nostro territorioè scoppiata nel 2010 e ha trovato un si-stema di servizi inadeguato. La spesasociale è passata da 8 milioni di eurodel 2009 a 11 milioni attuali”, affermaBenedetti. Anche Cesena ha dovuto fare i conti con l’avanzamento della povertà asso-luta e ha risposto mettendo in campomaggiori investimenti su nuovi servizi. Al dormitorio notturno permanente,aperto tutto l’anno, e all’unità di stra-da impegnata a portare conforto, co-perte e viveri a chi sceglie di stare instrada, si è aggiunto anche il centrodiurno per i senza fissa dimora. Unaparticolare attenzione è rivolta ai piùpiccoli. “A Cesena sono 857 i bambini 

    in stato di povertà: non hanno la pos-sibilità di mangiare la carne tutte le settimane, non possono svolgere attivi-tà sportive o partecipare alle gite scola-stiche”, sottolinea.

    Fs 

    Dossier Caritas Dati significativi 

    Reddito di solidarietàSperanza per ragazzi fragiliDall’anno scorso a oggi la disoccupazione è diminuita di quasi un punto percentuale

    La povertà assoluta riguarda il 3 per cento della popolazione, circa 73mila nucleifamiliari. A Cesena sono 1.500 le famiglie con 800 minori che si trovano sottola soglia di povertà. La presentazione in un incontro promosso dal Pd cesenate

    ombattere la povertà assoluta: debutterà in autunno il reddito di solidarietà, lanuova misura sostenuta da un finanziamento regionale pari, a regime, a 35milioni all’anno. L’iniziativa è stata presentata lo scorso giovedì nell’incontro

    organizzato a Cesena dalla consigliera Lia Montalti, con la presenza dellavicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini.“Nel bilancio 2016 la Regione ha destinato 16 milioni di euro per avviare il percorso,che scaturirà in un progetto di legge che sarà approvato dall’Assemblea legislativaentro l’estate - spiega Lia Montalti -. In Emilia-Romagna la disoccupazione èpassata dal 2,9 per cento del 2007 all’8,4 per cento del 2014, con una perdita di Pildel 7 per cento. Dall’anno scorso a oggi la disoccupazione è diminuita di quasi unpunto percentuale. La povertà assoluta riguarda il 3 per cento della popolazione,circa 73mila nuclei familiari. A Cesena sono circa 1.500 famiglie con 800 minori chesi trovano sotto la soglia di povertà. Questa misura vuole dare una speranza

    soprattutto ai bambini e ragazzi poveri”.La vicepresidente Elisabetta Gualmini ladescrive come “la seconda gamba del ’Pattoper il lavoro’ al fine di compensare lediseguaglianze nella popolazione” ecompartecipare così all’obiettivo dellaGiunta regionale di dimezzare ladisoccupazione entro la fine dellalegislatura. “Sono 65.640 i nuclei familiari

    considerati gli ’ultimi degli ultimi’: un pezzodi popolazione che rischiamo di perdere senon viene recuperato - afferma -. Dai nostridati emerge come il rischio di povertà ècorrelato all’aumentare del numero dei figlied è una fragilità che spesso parte dallavulnerabilità della casa”.Il reddito di solidarietà regionale va adaggiungersi al fondo nazionale perl’estensione del Sostegno all’inclusioneattiva, riservato esclusivamente ai nuclei conminori, con un reddito inferiore ai 3milaeuro. In pratica si tratta di una cartaprepagata erogata dall’Inps con 80 euro apersona per 12 mesi, per cui il Governo hastanziato per il 2016 e 2017 rispettivamente800 milioni e 1,2 miliardi di euro. Ma chiaccederà a questa misura dovrà impegnarsi a

    essere preso in carico dai Centro perl’impiego o dai servizi sociali.“Rispetto alle altre regioni che lo hannoprevisto, l’Emilia-Romagna è quella che hamesso sul piatto più risorse: 35 milioni, a cuisi aggiungono i 35 milioni stanziati dalGoverno - spiega Gualmini -. Contiamo dicoprire 20-30mila nuclei. Stiamo decidendo imeccanismi e i requisiti da adottare in

    collaborazione con l’Università di Modena.Fondamentale, anche in questo caso sarà ilpatto con il cittadino. Sarà una scommessasui diritti e sui doveri”.Tra le azioni regionali di welfare mirate dicontrasto alla povertà, la Guelmini haricordato anche la riforma dei requisiti peraccedere e uscire dall’Erp, gli alloggipopolari. “Abbiamo un tasso di rotazionedello 0,5 per cento e 34mila famiglie con irequisiti in attesa di ricevere un alloggio”,sottolinea. E poi la revisione della legge suiservizi dell’infanzia 0-6 anni: a fronte delcalo delle iscrizioni negli asili nido e delleesigenze di flessibilità delle famiglie, sistanno rivedendo i modelli organizzativi.

    Fs

    NUOVA SEDE DELLA CARITAS DIOCESANA, IN VIA DON MINZONI A CE-SENA (GIÀ ISTITUTO SUORE DELLA SACRA FAMIGLIA). IL CARDINALEFRANCESCO MONTENEGRO TAGLIA IL NASTRO D’INAUGURAZIONE DEILOCALI. ALLA SUA SINISTRA IL VESCOVO DOUGLAS REGATTIERI EALLA SUA DESTRA DIRETTORE DELLA CARITAS DIOCESANA IL DIA-CONO IVAN BARTOLETTI STELLA (FOTO PIERGIORGIO MARINI)

  • 8/18/2019 Corriere Cesenate 16-2016

    6/25

    Giovedì 21 aprile 20166 Vita della Diocesi

    Messe ferialia Cesena7.00   Cattedrale, Cappuccine,

    Cappella dell’ospedale7.30 Basilica del Monte7.35 Chiesa Benedettine8.00   Cattedrale, San Paolo,

     Addolorata, Villachiaviche,Santa Maria dellaSperanza

    8.30 Madonna delle Rose,San Rocco, Sant’Egidio,cappella del cimitero,Santo Stefano, Case Finali,

    9.00 Suffragio, Addolorata9.30 Osservanza10.00 Cattedrale 18.00 Cattedrale , Madonna

    delle Rose, San Domenico,San Paolo, San Rocco,Osservanza

    18.30 San Pietro, Santa Mariadella Speranza, Cappuccini,Sant’Egidio, San Bartolo

    20.00 San Giovanni Bono,San Pio X, Ponte Pietra, Torre del Moro, Gattolino, Tipano

    20.30  Villachiaviche

    Sabatoe vigilie15.00 Cappella cimitero Cesena,

    Formignano15.30 Macerone (Lieto Soggiorno)17.00 Cappella

    ospedale “Bufalini”

    Luzzena (1° sabato mese),Bora (2° sabato mese)

    17.30 Santuario del SuffragioSantuario dell’Addolorata

    18.00 Cattedrale , San Domenico,Santo Stefano,San Paolo, Osservanza,Madonna delle Rose, Villachiaviche, San Rocco,Case Finali, Diegaro, Torre del Moro, Borello,San Mauro in Valle,San Giorgio, San Vittore

    18.30 Convento Cappuccini,San Pietro, Sant’Egidio,Santa Maria della Sper.

    19.30 Bulgarnò20.00 Bulgaria, Tipano

    Ruffio, Pioppa,Pievesestina,

    Ponte Pietra,Gattolino, Ronta

    20.30 San Pio X, Calisese,San Giovanni Bono

    Messe festive7.00   Cattedrale 7.30 Santuario dell’Addolorata,

    Cappuccine, Martorano,Calabrina, Ponte Pietra, Villachiaviche

    8.00 Basilica del Monte,San Pietro, San Pio X,Santa Maria della Sper.San Mauro in Valle,San Giovanni Bono,Sant’Egidio, Calisese,

     Torre del Moro,Madonna del Fuoco,Macerone, Borello

    8.30   Cattedrale , San Rocco,Case Finali, Tipano,San Cristoforo,Gattolino, Roversano

    8.45 San Martino in Fiume9.00 San Giuseppe (Cesena

    corso Comandini),chiesa Benedettine,Santo Stefano,San Bartolo, San Paolo,San Domenico, Diegaro,Pievesestina,Capannaguzzo,Ponte Pietra, Bagnile,Santa Maria Nuova,Bulgaria,San Vittore,

    San Carlo, Ruffio9.30 cappella del cimitero,Santuario dell’Addolorata,Madonna delle Rose,Osservanza, Villachiaviche,Sant’Egidio,Montereale, San Tomaso

    9.45 Bulgarnò10.00  Cattedrale, Case Finali,

    San Rocco, Santa Mariadella Speranza, Ronta, Torre del Moro, Carpineta,Cappuccini, San Pio X,Sant’Andrea in B.,

    10.30 Santuario del Suffragio,Casalbono

    11.00 Santuario Addolorata,Basilica del Monte,Osservanza,

    San Domenico, SantoStefano, San Paolo,San Bartolo, Villachiaviche,Sant’Egidio, San Giorgio,San Giovanni Bono,Calabrina, Calisese,Gattolino, Madonna delFuoco, San Mauro in Valle, San Demetrio,Pievesestina, Pioppa,Ponte Pietra, Bulgaria,Borello, San Carlo,San Vittore, Tipano,Macerone, Capannaguzzo

    11.10  Torre del Moro11.15 Madonna delle Rose,

    Diegaro, Martorano11.30  Cattedrale , San Rocco,

    Istituto Lugaresi,

    San Pietro, San Pio X,Case Finali, Santa Mariadella Speranza

    12.30  Torre del Moro (in inglese,comunità nigeriani)

    15.00 Cappella del cimitero17.00 Cappella dell’ospedale

    Bufalini18.00 Cattedrale, Osservanza,

    San Domenico18.30 San Pietro, Cappuccini19.00  Villachiaviche20.00 San Bartolo

    Comuni delcomprensorio

    Bagno di Romagnaore 20 (sabato);11,15 / 20San Piero in Bagno:chiesa parrocchialeore 18 (sabato);8 / 11 / 17.Chiesa San Francesco:10 / 15,30Ospedale “Angioloni”:ore 16 (sabato)Selvapiana: 11,15(20,30 sabato); Acquapartita: 9 Valgianna: 10

    BertinoroSanta Maria Nuova: 9,10,30 (19 sabato)

    Cesenatico

    Sabato: ore 16 Villamarina;16,30 San Giuseppe;17,30 Conv. Cappuccini,Santa Maria Goretti,Boschetto;20Sala;20,30 San Giacomo

    Festivi:8 San Giacomo, Bagnarola,Santa Maria Goretti,Gatteo Mare;8,30 Sala; 9 Cappuccini;9,15 San Pietro;9,30 Valverde;9,15 Cannucceto;10 Villalta, Villamarina;10,30 Cappuccini,San Giuseppe;11 San Giacomo,

    Boschetto, Sala;11,15 Bagnarola,Santa Maria Goretti,Gatteo Mare;17,30 Cappuccini;18 San Giacomo

    Civitella di RomagnaGiaggiolo: 9,30Civorio: 9

    Gambettolachiesa Sant’Egidio abate:8,30 / 10 / 11,15 / 18.Consolata: 19 (sabato);7,30 / 9,30

    Gatteoore 20 (sabato);9 / 11 / 18Sant’Angelo: 20 (sabato);8, 45; Casa di riposo: 9,30- 11. Istituto don Ghinelli:18,30 (sabato), 7,30Gatteo a Mare:  festivi: 8 / 11,15

    LongianoSabato:18 Santuario

    SS. Crocifisso;18,30 Crocetta;20,30 Budrio

    Festivi: ore 7,30 SantuarioSS. Crocifisso;8 Budrio; 8,30 Longiano-Parrocchia; 9,30 Budrio,Santuario SS. Crocifisso;9,45 Balignano;10 Badia, Montilgallo;11 Budrio, Longiano-Parrocchia, San Lorenzo inScanno; 11,15 Crocetta;18 Santuario Crocifisso

    Mercato Saraceno10.00; Ciola: 8,30Linaro: 11,15;Monasterodi Valleripa: 9;Montecastello: 11Montejottone: 8.30Montepetra: 8.30Piavola: prefestiva sabatoore 18 (San Giuseppe);9,30 chiesa parrocchiale;Pieve di San Damiano11,30;San Romano: 11; Taibo: 10

    Montianoore 20 (sabato); 9.

    Montenovo:ore 19 (sabato), 10,30

    RoncofreddoSorrivoli: 11,15;Diolaguardia: 9;Gualdo: 18 (sabato), 11;Bacciolino: 9,30

    SarsinaConcattedrale: 7 / 9 / 11 / 18; Casa di Riposo:ore 16 (sabato); Tavolicci: 10,30 (liturgiadella Parola con Eucar.);Ranchio: 20 (sabato), 11;Sorbano: 9.30; Turrito: 17 (sabato), 10;San Martino in Appozzo: 9(liturgia della Parola conEucaristia); Quarto:10,30; Pieve di Rivoschio:15,30; Romagnano:11,15; Pagno: 16(seconda dom. del mese).

     Vergheretoore 16 (sabato), 9,15

    (domenica); Balze (chiesaparrocchiale): 11,15;Montecoronaro: 9,45;Montecoronaro orat. Ville(al sabato): 16; Alfero: 17(sab.); 11,15; Pereto: 10;Riofreddo: 10;Corneto: 11

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     Tiratura del numero 15 del 14 aprile 2016: 8.136 copie

    Questo numero del giornale è stato chiuso in redazione

    alle 18 di martedì 19 aprile 2016

    Domenica 24 aprile (Anno C) V Domenica di Pasqua At 14.21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a;Gv 13,31-33a.34-35

    Il Vangelo della quinta domenica di Pasqua cioffre una parte del testamento che Gesùconsegna ai suoi discepoli riuniti nel cenacolo

    per l’ultima cena. Siamo alla vigilia della Passionee il brano evangelico ci ricorda che laglorificazione del “Figlio dell'uomo” inizia proprionel momento in cui Giuda esce dal cenacolo, nondopo la Risurrezione. La gloria che Gesù manifestaè la quella dell'amore. Durante la sua Passione ilSignore ha amato il Padre e ha compiuto la suavolontà fino in fondo, ha amato l'umanità dandola sua vita per ciascuno di noi. Nel saluto ai suoidiscepoli Gesù dà ad essi un comandamentonuovo: “Che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho

    amato voi, così amatevi gli uni gli altri”. Se ciamiamo gli uni gli altri, il Cristo continua ad esserepresente in mezzo a noi e ad essere glorificato nelmondo. Il Signore parla di un “comandamentonuovo”. Nuovo perché, anche se presente comecomando dell’amore fin dall’Antico Testamento,ora, Gesù vi ha apportato un’aggiunta moltoimportante: il nostro amore è preceduto dal suoamore e si riferisce a questo, si inserisce in questoamore, si realizza proprio per questo amore. Lamisura dell'amore è lui: “Come io ho amato voi”.Egli ha amato sempre, tutti, con tutto se stesso,sino a dare la vita. Solo praticato così, il suocomandamento è “nuovo”. Sempre in occasionedell'ultima cena il Signore, con la lavanda deipiedi, ha voluto anche dare l'esempio su come

    IL GIORNODELSIGNOREL’amore per Dio e quello per il prossimo sono inseparabili 

    lunedì 25 aprilesan Marco

    1Pt 5,5b-14; Sal 88;Mc 16,15-20

    martedì 26santi Anacleto

    e Marcellino

     At 14,19-28; Sal144; Gv 14,27-31a

    mercoledì 27santa Zita

     At 15,1-6; Sal 121;Gv 15,1-8

    giovedì 28santa Gianna

    B. Molla

     At 15,7-21; Sal 95;Gv 15,9-11

     venerdì 29santa Caterina

    da Siena

    1Gv 1,5-2,2; Sal 102;Mt 11,25-30

    sabato 30san Pio V 

     At 16,1-10; Sal 99;Gv 15,18-21

    La Paroladi ogni giorno

    “Queste cose vi scriviamo, perché la vostra gioia sia piena” (1Gv 1,4)

    mettere in pratica il comandamento“nuovo”: facendosi servo. Il servizio è la viaconcreta per vivere la fede in Lui e daretestimonianza del suo amore. PapaFrancesco nell’Udienza dello scorso 12marzo, centrata su Misericordia e Servizio,ha affermato: “L’amore non sono parole,sono opere e servizio”. Amare significamettere a disposizione i doni ricevuti dalloSpirito Santo per il bene della comunità maanche condividere i beni materiali, “perchénessuno sia nel bisogno”, “pregare gli uniper gli altri per saperci perdonare di cuore”.La vera novità portata da Gesù consisteproprio nel mettere insieme i duecomandamenti: l’amore per Dio e l’amoreper il prossimo, rivelando che “essi sonoinseparabili e complementari, sono duefacce di una stessa medaglia”. Sempre papa

    Francesco in occasione dell’Angelus del 26ottobre 2014 aveva affermato che ilcomandamento dell’amore a Dio e alprossimo è il primo non perché sta in cimaall’elenco dei comandamenti, ma, citandoBenedetto XVI, perché sta “al centro,perché è il cuore da cui tutto deve partire ea cui tutto deve ritornare e fareriferimento”. Siccome tutta la vita cristianaè un rispondere all’amore di Dio, il Signorein questo compito non ha voluto lasciarcisoli, ma ci offre il suo aiuto attraverso lasua Parola, i sacramenti, l’esempio suo edei tanti che hanno saputo imitarlo (Santi,Martiri, ecc.).

    Marco Castagnoli

    Colletta straordinaria per la Chiesa dell’UcrainaDomenica 24 aprile, in tutte le chiese della DiocesiLe parole di papa Francesco pronunciate domenica 3aprile, prima della preghiera mariana del Regina Coeli:“In questo giorno, che è come il cuore dell’Anno Santo della Mise-ricordia, il mio pensiero va a tutte le popolazioni che più hanno

    sete di riconciliazione e di pace. Penso, in particolare, al drammadi chi patisce le conseguenze della violenza in Ucraina: di quanti rimangono nelle terre sconvolte dalle ostilità che hanno causato già varie migliaia di morti, e di quanti – più di un milione – sonostati spinti a lasciarle dalla grave situazione che perdura. Ad es-sere coinvolti sono soprattutto anziani e bambini. Oltre ad ac-compagnarli con il mio costante pensiero e con la mia preghiera,ho deciso di promuovere un sostegno umanitario in loro favore. Atale scopo, avrà luogo una speciale colletta in tutte le chiese catto-liche d’Europa domenica 24 aprile prossimo. Invito i fedeli ad unirsi a questa iniziativa del Papa con un generoso contributo.Questo gesto di carità, oltre ad alleviare le sofferenze materiali,vuole esprimere la vicinanza e la solidarietà mia personale e dell’intera Chiesa all’Ucraina. Auspico vivamente che esso possaaiutare a promuovere senza ulteriori indugi la pace e il rispettodel diritto in quella terra tanto provata”.

     Anche la nostra Diocesi accoglie l’invito del Papa e aderisce alsuo progetto di umana e cristiana solidarietà, in comunionecon la Chiesa italiana. Domenica 24 aprile, in tutte le chiesedella Diocesi si terrà una Colletta straordinaria, il cui frutto sarà

    da versare presso gli uffici della Curia vescovile in tempi rapidi,per poter far arrivare a destinazione l’aiuto.

    Festa del lavoro ai Magazzini Generali di CesenaSabato 30 aprile alle 16 la Messa presieduta dal vescovo“Eucaristia e lavoro. Crescere nella carità” è il titolo dellaFesta diocesana per il lavoro che sarà celebrata sabato 30aprile alle 16 presso la Mwm Montalti Worldwide Moving diCesena (gli storici Magazzini Generali), in via Cavalcavia157. La Messa sarà presieduta dal vescovo Douglas. A se-guire, Adorazione eucaristica e conclusioni con un buffet. Iltradizionale appuntamento con la Festa del lavoro è pro-mosso dalla Commissione “Gaudiut et Spes” per i problemisociali, il lavoro, la giustizia, la pace, la salvaguardia delCreato.

    ✎ NOTIZIARIO DIOCESANO

  • 8/18/2019 Corriere Cesenate 16-2016

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    Giovedì 21 aprile 2016 7Vita della Diocesi

    In breve

     Amici di Angelina, incontroa Sala di CesenaticoDomenica 24 aprile alle 15, nella casa dellaServa di Dio Angelina Pirini a Sala di Cesenatico(adiacente alla chiesa parrocchiale), si terrà unincontro promosso dall’associazione Amici diAngelina e dalla parrocchia di Sala. Le riflessionisu “Anziani a scuola di santità da Angelina”saranno guidate da Giannina Sotgiu.

    Madonna del Buon ConsiglioDomenica 24 aprile nella chiesa del conventodei Cappuccini, a Cesena, si festeggia laMadonna del Buon Consiglio. Alle 10 Messa;alle 17,45 Rosario e alle 18,30 Messa solennepresieduta dal vescovo Douglas, conbenedizione della città dal piazzale.

    Dal 2 maggio in Seminario

    “Tutti al Centro”

    Corso per animatoriutti al centro 2016. Ritornano gliappuntamenti per il corso di formazione

    per animatori e coordinatori di centri estivi edi campi scuola.L’appuntamento è per i lunedì 2, 9, 16 e 23di maggio alle 20,30 in Seminario. Il primolunedì sarà caratterizzato da un momento dipresentazione a cui seguirà uno spettacolointerattivo. Nelle altre tre serate si lavorerà agruppi. Ci saranno quelli per coordinatori ededucatori e quattro gruppi per gli animatori.Il corso, promosso dalla Pastorale giovanilein collaborazione con Testa e Croce, siavvarrà delle competenze dei professionistidi Creativ formazione.È possibile iscriversi individualmentecompilando il modulo on line, disponibile sulsito www.pg-x.org.

    I coordinatori potranno iscrivere un gruppoin maniera collettiva rivolgendosi al 3281891770, oppure scrivendo acorsotuttialcentro.gmail.com.

    Gandolfini a LongianoIl video sul sito del Corriere È on line sul sito del Corriere Cesenate il videodell’intervento che il neurochirurgo MassimoGandolfini ha fatto lo scorso 8 aprile sui temi delFine vita presso il convento dei frati francescanidi Longiano "Linee sottili di confine" il titolodell’incontro, incentrato su vari temi di bioeticalegati al termine dell’esistenza. Fra questi,Gandolfini si è soffermato sul cosiddetto "statovegetativo", grave forma di disabilità cheriguarda circa 3.500 persone in Italia.Collegandosi al sito del Corriere Cesenate nellasezione sussidi e documenti(http://www.corrierecesenate.com/documenti/documenti-2016/) è possibile accedere al videodell’intervento di Gandolfini.

    Le torte che profumano di GmgL’iniziativa di sei giovani dell’Unità pastorale Mercatese per contribuire alle spese del viaggio a Cracovia, nel prossimo luglio con duecento giovani della Diocesi

    na ’dolce’ iniziativa per autofinanziarsi il viaggio alla prossimaGiornata Mondiale della Gioventù a Cracovia (26-31 luglio). Arriva dai giovani dell’Unità Pastorale mercatese, già iscritti

    all’evento. Sono in sei e domenica scorsa, dopo la Messa delle 11,30,nello spazio antistante alla pieve di San Damiano, hanno allestito unbanchetto di vendita torte e altre leccornie per contribuire alle spesedel viaggio in Polonia al seguito di papa Francesco e che li vedràprotagonisti insieme ad altri duecento giovani della diocesi Cesena-Sarsina. La stessa proposta è stata realizzata qualche domenica fa daigiovani della parrocchia di Bulgarnò.Ottimo il successo riscontrato dalla varietà di dolci confezionati dairagazzi, dalle loro famiglie e dai tanti amici e simpatizzanti: torte alcioccolato, biscotti, cupcakes, torta mantovana, torta sbriciolata allanutella, brownies sono andati letteralmente a ruba e finiti sulle tavoledei mercatesi a conclusione del pranzo domenicale. Un bell’impulso aduna Gmg che si prospetta piena di energia e gioia. "Ho sempredesiderato partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù - svela Alessandra, 20 anni, studentessa di lingue ad Urbino - ma gli annipassati ero troppo piccola. Quest’anno non ho voluto lasciarmi sfuggirel’occasione. Ho tante aspettative verso quest’esperienza dalla quale

    U

    tornerò sicuramentearricchita. Non vedol’ora di partire". Oltread Alessandra dalterritorio mercatesepartiranno Elisa,Carolina, Filippo,Dylan e Lorenzo cheparteciperanno anchealle giornate nelle

    diocesi dal 20 al 25 luglio prossimi.Intanto continuano gli incontri inpreparazione a Cracovia. Sabato 30 aprile(alle 9 in Seminario a Cesena) siincontreranno tutti i capigruppo delleDiocesi della Romagna per definire aspettitecnici e logistici del viaggio. Sarà presenteanche don Michele Falabretti, responsabiledel Servizio nazionale di PastoraleGiovanile.

    Michela Mosconi

    a Chiesa di Cesena-Sarsina siappresta a celebrare, dal 22 al 29maggio 2016, il CongressoEucaristico diocesano: un evento

    particolarmente importante, che sirealizza non di frequente e che necessitadi essere riscoperto, rinverdito emotivato (a pagina 24 il programma completo).Che cosa è un Congresso Eucaristico?Secondo il Rituale Romano (Rito dellacomunione fuori della Messa e cultoeucaristico, 1973, n. 109) esso deveconsiderarsi «come una stazione a cuiuna Chiesa locale invita le altre» e mira aincrementare la comprensione e lapartecipazione al Mistero eucaristico intutti i suoi aspetti: dalla celebrazione alculto fuori della Messa, fino allairradiazione nella vita personale esociale. Tali Congressi, introdotti nellavita della Chiesa «quale manifestazionetutta particolare del culto eucaristico, sidevono considerare come una sostad’impegno e di preghiera perapprofondire insieme un qualcheaspetto del mistero eucaristico e prestaread esso un omaggio di pubblicavenerazione, nel vincolo della carità edell’unità» (ivi, n. 105). È dunque unconvenire di persone, un fatto di popolo,

    di comunione, per confrontarsi con ilmistero eucaristico che, per i cristiani, èil mistero centrale della propria fede.Una grande occasione, un grandeavvenimento che ci convoca e ci mette

    davanti al sacramentodell’Eucarestia.La storia dei Congressi,lunga ormai 135 anni (ilprimo si svolse in Franciaa Lille nel 1881, per «farsempre meglio conoscere,

    amare e servire Nostro Signore GesùCristo nel suo Mistero Eucaristico»), lidocumenta in forme e ambiti vari:internazionale, nazionale, diocesano,interdiocesano e parrocchiale. I numerisono molto eloquenti: 51 Congressiinternazionali (l’ultimo celebratoquest’anno a Cebu nelle Filippine, ilprossimo sarà a Budapest in Ungherianel 2020), 254 nazionali (90 in Europa, 25in Italia). Fu proprio l’Italia la prima

    nazione del mondo a celebrare unCongresso Eucaristico nazionale, aNapoli, nel 1891: l’ultimo ad Ancona nel2011; il prossimo (L’Eucaristia sorgente della missione ) si svolgerà a Genova il 15-18 settembre 2016.Sono tre gli scopi principali: a)promuovere la consapevolezza del ruolocentrale dell’Eucarestia nella vita e nellamissione della Chiesa Cattolica; b)aiutare a migliorare la nostracomprensione e celebrazione dellaliturgia; c) mettere in evidenza ladimensione sociale dell’Eucarestia. In talsenso il Magistero della Chiesa hafornito puntuali indicazioni, specie apartire dal postconcilio: da Paolo VI nel1965 con il decreto conciliarePresbyterorum Ordinis . «Tutti isacramenti, come pure tutti i ministeri

    ecclesiastici e le opere d’apostolato, sonostrettamente uniti alla sacra eucaristia ead essa sono ordinati. Infatti, nellasantissima eucaristia è racchiuso tutto ilbene spirituale della Chiesa, cioè lo

    stesso Cristo, nostra pasqua, lui il panevivo che, mediante la sua carne vivificatadallo Spirito Santo e vivificante dà vitaagli uomini i quali sono in tal modoinvitati e indotti a offrire assieme a lui sestessi, il proprio lavoro e tutte le cosecreate. Per questo l’eucaristia si presentacome fonte e culmine di tuttal’evangelizzazione, cosicché icatecumeni sono introdotti a poco apoco a parteciparvi, e i fedeli, già segnatidal sacro battesimo e dallaconfermazione, ricevendo l’eucaristiatrovano il loro pieno inserimento nelcorpo di Cristo» (n. 5); a san GiovanniPaolo II nel 2003 con l’enciclica Ecclesiade Eucaristia; a Benedetto XVI con i suoiprofondi richiami al rapporto tra Liturgia

    e bellezza del mistero celebrato. «Labellezza della liturgia è parte di questoMistero; essa è espressione altissimadella gloria di Dio e costituisce, in uncerto senso, un affacciarsi del Cielo sullaterra… La bellezza, pertanto, non è unfattore decorativo dell’azione liturgica;ne è piuttosto elemento costitutivo, inquanto è attributo di Dio stesso e dellasua Rivelazione» (Esortazione apostolicaSacramentum caritatis , 2007, n. 35). Ancora oggi - come afferma monsignorPiero Marini, presidente del PontificioComitato per i Congressi EucaristiciInternazionali, fra i protagonisti dellanostra settimana eucaristica - tali eventi«continuano a ricordare che il serviziofondamentale che la Chiesa rende almondo, insieme con l’annuncio del Vangelo, è la celebrazione

    dell’Eucaristia, sacramento della Pasquadel Signore che lega i credenti incomunione mirabile con Cristoall’interno di una comunità fraterna».

    Marino Mengozzi

    L

    “La Chiesa rende al mondo,insieme con l’annunciodel Vangelo, il serviziofondamentale dellacelebrazione dell’Eucaristia,

    sacramentodella Pasqua del Signore

    Congressoeucaristico.Un eventoper la Chiesalocale

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    DIOCESI DI CESENA-SARSINA 

    Commissione “Gaudium et Spes” per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia, la pace, la salvaguardia del Creato

    Crescere

    nella carità

    Sabato 30 aprile 2016 alle 16

    Celebrazione eucaristica e Adorazione

    presieduta dal vescovo monsignor Douglas Regattieri

    presso MWM Montalti Worldwide Moving 

    (storici Magazzini Generali di Cesena) via Cavalcavia, 157 - 47521 Cesena - Italy 

    Seguirà un momento di convivialità

    Festa diocesanaper il lavoro

      ucaristia e lavoro

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    Giovedì 21 aprile 2016 9Vita della Chiesa

    estaci dal sonnodell’indifferenza, apri i nostriocchi alle loro sofferenze, e

    liberaci dall’insensibilità, frutto delbenessere mondano”.Duemilacinquecento persone chiuse nelcentro di Moria, rifugiati, richiedentiasilo. Molti i bambini, i ragazzi.Papa Francesco entra nel campo con ilpatriarca ecumenico Bartolomeo, conl’arcivescovo di Atene Ieronymos. Iprofughi non sono numeri, ma volti,

    persone, storie; uomini e donne con leloro sofferenze, con le ferite dovute aguerre, violenze, privazioni, umiliazioni.Un viaggio diverso dagli altri, dice ilPapa ai giornalisti sull’aereo; viaggiosegnato dalla tristezza. Andiamo avedere tanta gente che soffre e non sadove andare. È questo lo stato d’animocon il quale ha affrontato la visitaFrancesco.Siamo tutti migranti, ricorda Francesco,che percorre lentamente gli spazi delcentro, per stringere più mani possibile,per accarezzare volti segnati dalle rughee dalla sofferenza, volti di bambini, diragazzi.Una donna piange in ginocchio e chiedeal Papa di aiutarla. Un uomo con vocerotta dal pianto chiede una benedizione.Non sembra voler smettere di piangere,

    di chiedere. Poi è un bambino che gliconsegna un disegno; ne arrivano altri.“Li porterò con me”, dice Francesco: “Loterrò sulla mia scrivania”.Stringe mani Francesco, gesti di

    tenerezza, di condivisione: “Siamovenuti per richiamare l’attenzione delmondo su questa grave crisi umanitariae per implorarne la soluzione”.E ancora: “Speriamo che il mondo sifaccia attento a queste situazioni dibisogno tragico e veramente disperato, erisponda in modo degno della nostracomune umanità”.L’arcivescovo di Atene Ieronymosdenuncia “le politiche che hannoportato queste persone a trovarsi in

    questa situazione senza uscita”. E parladi “bancarotta dell’umanità e dellasolidarietà che l’Europa ha dimostrato inquesti ultimi anni a queste persone enon soltanto a loro”.Persone, non numeri. Così il patriarcaecumenico Bartolomeo dice: “Abbiamoviaggiato fin qui per guardare nei vostriocchi, sentire le vostre voci e tenere levostre mani. Abbiamo viaggiato fin quiper dirvi che siamo solidali. Abbiamoviaggiato fin qui perché il mondo non viha dimenticato”.“Non perdete la speranza”, dice loropapa Francesco.E i suoi passi nel campo di Moria sonopassi lenti, sofferti; passi che parlano divicinanza, solidarietà - una parola che fapaura al mondo moderno, aveva detto alCentro Astalli, che accoglie a Roma

    profughi e richiedenti asilo - cheinvitano a un impegno concreto versoquesti fratelli. In tanti hannoattraversato il mare per raggiungerel’Europa, patria dei diritti.

    Ma per molti l’Europa resta un sogno. Logridano a papa Francesco. Gli chiedonodi aiutarli a raggiungere i loro parenti, inGermania e in altre nazioni. Di quil’appello contenuto nella Dichiarazionecongiunta firmata dai tre leader religiosi:“Vogliamo contribuire perché vengaconcessa una accoglienza umana edignitosa a queste parsone”. Appello all’Europa perché quella deimigranti è una crisi mondiale, la piùgrave dalla fine del secondo conflitto che

    ha insanguinato il Vecchio Continente.È facile, dice ancora Francesco, “losappiamo per esperienza è facile peralcune persone ignorare le sofferenzedegli altri e persino sfruttarne lavulnerabilità”.Ma non sono numeri, questi uomini edonne. La loro sofferenza ci interroga. A tal punto che Francesco, nel viaggio diritorno a Roma, fa salire in aereo dodiciprofughi, tutti di religione islamica. Trefamiglie, sei minori.Prega Francesco al porto, dove lancia inmare una corona di alloro, così comeBartolomeo e Ieronymos.Lo aveva fatto a Lampedusa luglio 2013.Lo fa qui a Lesbo, memoria per le tantevittime sepolte in questo cimitero che èil mare Egeo. Si rivolge al Signore, ilPapa: “Fa’ che, prendendoci cura di loro,

    possiamo muovere un mondo dovenessuno sia costretto a lasciare lapropria casa e dove tutti possano viverein libertà e dignità”.

    Fabio Zavattaro

    D“

    Un viaggio diverso. Ai profughi: “Non perdete la speranza”

    La giornata di Francesco aLesbo con Bartolomeo I eIeronymos II. Il messaggio airifugiati del “Mòria refugeecamp”: “Non siete soli”. E

    ancora: “Non perdete lasperanza”. Il gesto delle coronedi fiori in mare. La decisione diaccompagnare a Roma conl’aereo papale tre famiglie dirifugiati dalla Siria, 12 personein tutto, di cui 6 minori

     I l  P a p a  n e l l ’ i s o l a  g r e c  a

      d i  L e s b o

    Convegno nazionale

    ■ Caritas diocesaneMonsignor Galantino:“Accogliere i profughi

    è atto di restituzione”“L’accoglienza ai profughiè solo un atto direstituzione per averimpoverito questepersone”. La visita di papaFrancesco a Lesbo e ildolore per l’ennesimatragedia nel Mediterraneo che ha causatoprobabilmente 400 morti hanno dato lo spunto amonsignor Nunzio Galantino, segretario generaledella Cei, per rispondere ad alcune polemiche eprecisare meglio quale deve essere l’atteggiamentodelle comunità cristiane nell’inclusione sociale deipoveri, compresa l’accoglienza dei migranti. Orecchiepiù attente non poteva trovare, visto che l’uditorioera composto dai 600 rappresentanti di 174 Caritasdiocesane di tutta Italia, riuniti a Sacrofano, inprovincia di Roma, fino al 20 aprile per il 38esimoconvegno nazionale delle Caritas diocesane, sul tema

    “Misericordiosi come il Padre”.

    “GUERRE E POVERTÀ SPINGONO MIGRANTI AFUGGIRE”. In risposta a chi accusa il Papa diincentivare l’immigrazione con gesti come la visita aLesbo monsignor Galantino ha precisato: “Chi faqueste affermazioni mostra di avere una intelligenzaun po’ al di sotto della media. Perché chi spingequesta povera gente a scappare sono le guerre, lapovertà, come quelle che si stanno combattendo inquesto momento in Libia, in Siria, in Iraq”. “Per noiinclusione sociale dei poveri significa anche impararecon coraggio che il primo elemento che favoriscel’immigrazione non è il Papa che va a Lampedusa o aLesbo – ha puntualizzato –.Ci vuole intelligenza e capacità di capire, diconvincerci e di dire che ciò che sta succedendo oggi,con molta probabilità, è anche nostraresponsabilità”.“Inclusione sociale dei poveri – ha precisato –

    significa fare cultura, imparare a leggere bene lastoria, perché la prima spinta all’immigrazione è ilrisultato di un certo tipo di politica. Solo con unimpegno teso a restituire al povero la dignità che gli èstata sottratta e chiamando per nome le mani che glihanno tolto questa dignità possiamo riuscire apotenziare una cultura che capisca quello chefacciamo”. Parlando più in generaledell’atteggiamento della Chiesa nei confronti deipoveri, monsignor Galantino ha ribadito ciò che papaFrancesco ricorda da tempo: “Una Chiesa che, nel suostile, nelle sue scelte e nelle sue parole, si percepiscecome un potere accanto ad altri poteri”, che “non usastrategie accorte”.

    “LA CARITÀ NON È UN GINGILLO, MA LA TUTA DIOGNI GIORNO”. Anche perché, aveva detto pocoprima nella prolusione il cardinale FrancescoMontenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente diCaritas italiana, “la carità non è un gingillo daindossare ogni tanto, è la tuta di ogni giorno” ecompito della Caritas “è aiutare il povero e aiutare lacomunità a comprendere. Bisogna moltiplicare glisforzi – ha affermato – e stimolare sempre di più lapolitica. Se i modelli di sviluppo sono ancoradominati dal mito della crescita indefinita e persisteuna cultura individualistica dell’’ognuno per sé’ checrea ingiustizia e lascia morire e se gli uomini digoverno e di potere non sono in grado di sottrarsi aquesto mito e a questa cultura, le comunità cristianenon possono non sentirsi interpellate da questi fatti.Non è possibile costruire un futuro migliore senzapensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degliesclusi, perché sappiamo che le cose possonocambiare”. Da qui l’invito a un’azione pedagogica, percreare una “cittadinanza ecologica” che “non si limitia informare, ma riesca a far maturare e a cambiare leabitudini in un’ottica di responsabilità”.

    23 MILA PROFUGHI ACCOLTI NELLE STRUTTUREECCLESIALI. L’ufficio immigrazione di Caritas italiana

    presenterà un dossier aggiornato con i numeridell’accoglienza nelle strutture ecclesiali in Italia: al15 aprile 2016 sono accolti circa 23 mila profughi, dicui 13.896 in strutture convenzionate con lePrefetture-Cas (fondi Ministero interno), 4184 instrutture Sprar (fondi Ministero interno), 3.477 nelleparrocchie (fondi diocesani), 491 in famiglia o inaltre tipologia di accoglienza (fondi privati ediocesani). Le regioni con il più alto numero diaccoglienze sono la Lombardia, con oltre 4 milapersone accolte, il Triveneto con oltre 2.750,Piemonte-Val d’Aosta con circa 2.400 e Sicilia (più di2.100). La rete ecclesiale si fa carico di 1/5 dell’interosistema di accoglienza in Italia, che attualmenteospita oltre 80mila persone. Lo scorso anno sonosbarcate in Italia 154mila persone, circa 24miladall’inizio del 2016 a oggi.

    Patrizia Caiffa

    PAPA FRANCESCO, BARTOLOMEO IE IERONYMOS II

    AL MÒRIA REFUGE CAMP (LESBO, 16 APRILE )(FOTO AFP/SIR)

    Alla Fiera di Rimini dal 22 al 25 aprile◗Rinnovamento nello Spirito SantoConvocazione nazionale dei gruppi e delle comunità

    Alla Fiera di Rimini, da venerdì 22 a lunedì 25 aprile, si terrà la 39ª Convocazionenazionale dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, sultema “Gesù, volto della misericordia del Padre”. In programma momenti dipreghiera, relazioni, testimonianze e comunicazioni sulla vita del movimento.La Messa di domenica 24 aprile alle 18,30 sarà presieduta dall’arcivescovo diBologna Matteo Maria Zuppi. Presiederà la Messa di lunedì 25 aprile, a fine

    mattina, l’arcivescovo di Napoli cardinale Sepe.

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    Giovedì 21 aprile 2016 11Attualità

    il Periscopio di Zeta

    Dare voce a chi non ce l’ha può apparire uno sloganParlare di carcere è mettere in pratica quanto si racconta 

    Il suo nome è... Boris Gentile

    Il nome di Boris Gentile ai più non dirà nulla. Non mi lascio sfuggire l’occasione perspendere qualche parola per lui. È un 38enneromano che da qualche tempo si trovanel carcere di Pesaro. Perché parlo di lui, qualcuno a questo punto si sarà chiesto. Lo

    cito perché due sabati fa era con tutti noi dei settimanali cattolici in piazza San Pietro,a Roma, all’udienza giubilare con papa Francesco in occasione dei 50 anni di vita dellaFisc, la Federazione nazionale che raggruppa 192 testate diocesane.

     Al Santo Padre, nel breve volgere d ei pochi attimi durante veloci ma intensi saluti, èstato spiegato che questi fogli sono giornali che danno voce alle periferie. E lo fanno dapiù di un secolo, da quando, sul finire dell’Ottocento, nacquero in Italia centinaia disettimanali e decine di quotidiani. Poi gli stato anche fatto notare che nella mission èsempre molto ben presente il desiderio di dare voce a chi non ce l’ha. Un’espressioneche a volte può apparire come uno slogan vuoto se alle parole non corrispondono ifatti.Sono stati pochi i saluti a papa Francesco concessi alla Fisc. Tra questi quello riservatoa Boris Gentile e con lui Roberto Mazzoli, giornalista del  Nuovo Amico delle diocesi diPesaro-Fano-Urbino, che lo aveva in custodia straordinaria per tutta la giornata, vistal’eccezionalità dell’evento. Nessuno sapeva che Boris avrebbe incontrato il Papa. Ma aquel punto, come non far comprendere al Santo Padre la vocazione dei nostri giornalicon un esempio da toccare con mano?

    I lettori sanno molto beneche su queste colonne ogni

    tanto diamo spazio al mondodella detenzione. Abbiamoospitato più volte scritti oabbiamo raccontato diincontri con CarmeloMusumeci, un ergastolanodiventato per tanti il simbolodi chi non vuole arrendersi alcarcere a vita. Incontri anchefugaci, come quello avvenuto qualche settimana fa nei pressi del casello di Cesena nord. Pochiminuti intrisi di amicizia, di condivisione, di gioia di rivedersi e riabbracciarsi.Carmelo mi ha fatto avere un breve diario del suo primo permesso avuto in occasione delle festivitàpasquali. La prima volta in famiglia per la festa della Resurrezione di Cristo dopo 25 anni dietro lesbarre. Un’emozione e una fatica al tempo stesso, con i figli diventati mamme e papà e i nipoti cuiCarmelo non sempre r iesce a stare dietro. Ma soprattutto la felicità per la libertà, limitata a qualchegiorno, riconquistata. E la dignità da uomo libero ritrovata contro ogni speranza.Scrive Carmelo: “Non smetterò mai di lottare per farcela. Non so se ci riuscirò. Ora sono di nuovonella mia tomba, ma non sono solo. Ho portato con me i sorrisi della mia compagna, dei miei figli,dei miei nipotini e di tutte le persone che in questi giorni ho visto e sentito al telefono”. (925)

    L’impegno

    della Chiesain aiutoalle personeIl bilancio di morti e feriti sale di ora in ora.La Chiesa ecuadoriana ha immediatamentepromosso una colletta nazionale,al fine di soccorrere le persone più colpitenelle loro urgenti necessità

    ale di ora in ora il bilancio del disastroso terremotoche sabato scorso 16 aprile ha colpito la zonacostiera dell’Ecuador, nel nordovest del Paese. Sicontano, secondo l’ultimo rilevamento fornito nelle

    prime ore di martedì 19 aprile, 272 vittime, oltre 2mila feriti,numerose migliaia di sfollati e tanti danni alle infrastrutture.Il sisma, che ha avuto un’intensità di 7,9 della scala Richter,ha avuto come epicentro un punto a 27 chilometri a sud-estdi Muisne, a circa 170 chilometri dalla capitale Quito e a 200dall’altra metropoli del Paese, Guayaquil. Le località piùcolpite sono Manta, Padernales, Portoviejo, Esmaraldas,Guayas, Manabí, Los Ríos, Santo Domingo e Santa Elena. Èstato avvertito anche nel sud della Colombia, a Popayan eCali. Cessata l’allerta tsunami.

    Stato di emergenza in sei province. Il vicepresidenteecuadoriano Jorge Glas ha disposto lo stato di emergenza insei province del Paese. Al momento del sisma il presidenteRafael Correa si trovava in Vaticano, dove ha pa rtecipato aun convegno sull a “Centesimus Annus”. Nella serata di ieri èrientrato atterrando direttamente nella zona colpita dalsisma. Dal Vaticano, via Twitter, aveva invitato tutta lapopolazione alla calma e a “stare uniti” come mai prima.Il Governo ha immediatamente inviato nelle regioni colpite10mila uomini dell’esercito. La priorità è scavare tra lerovine, per cercare di salvare il maggior numero possibile divite umane. Poi si tratta di provvedere quanto prima allemigliaia di senza tetto e di riattivare i collegamenti elettrici ela viabilità, spesso interrotta (molte immagini mostranostrade letteralmente inghiottite dal sisma e ponti crollati).Papa Francesco al Regina Coeli di domenica 17 aprile hainviato a tutta la popolazione un messaggio di solidarietà,invocando l’aiuto di Dio e dei fratelli per la popolazione indifficoltà.

    Colpite zone tra le più povere del Paese. Sollecita la rispostadella Chiesa ecuadoriana, che ha immediatamentepromosso una colletta attraverso la Caritas. Il segretarioesecutivo di Caritas Ecuador, Mauricio Lopez, ha

    confermato l’impegno della Caritas in coordinamento con lapastorale sociale. Si stanno coinvolgendo le Caritas dellediocesi colpite per rilevare i bisogni più urgenti. A causadelle piogge, molte strade sono inagibili ed è difficileraggiungere le zone colpite.Pedro Sánchez, di Caritas Ecuador, fa sapere che la Caritas

    S“sta mobilitando i suoi volontari eorganizzando la solidarietà della Chiesa verso ilpopolo ecuadoriano”. Questo l’aggiornamentodella situazione, nel momento in cui losentiamo (nella serata del 17 aprile): “Leprovince più colpite sono quelle di Manabí edEsmeraldas. I dati ufficiali parlano di oltre 200vittime nel Manabí, di 22 nella zona di Muisne,2 nel Santo Domingo de los Tsáchilas, 2 nelGuayas e 1 nel Pichincha. Oltre alle vittime e aiferiti, sono moltissimi gli edifici, i ponti e lestrade lesionati. I dati ufficiali parlano di 370edifici distrutti, 151 edifici e 26 scuole sonostate danneggiate. Il comune di Pedernales è ilpiù colpito. In pratica è totalmente devastato edè rimasto solo un cumulo di macerie”. Anchealcune chiese sono state colpite dal sisma.

     Aggiunge Sánchez: “Si tratta di zone tra le piùpovere dell’Ecuador. La popolazione delManabí e dell’Esmeraldas vive di turismo,commercio, pesca e piccola imprenditorialocale”. Dentro un’economia di merasussistenza. La provincia di Esmeraldas e glialtipiani andini della vicina provinciaImbambura sono tra le regioni più sismichedell’Ecuador. Per ridurre la vulnerabilità dellapopolazione in caso di catastrofi naturali, laCaritas aveva avviato negli ultimi anni progettidi preparazione alle emergenze, attività diprevenzione e piani di evacuazione che sonostati presentati anche nelle scuole.Dai dintorni di Quito, nella cui diocesi prestaservizio come missionario fidei donum, donGiuliano Vallotto, originario della diocesi diTreviso, scrive: “L’Ecuador era già un Paese incrisi a causa della caduta a picco del prezzo delpetrolio, sua principale risorsa. Ora alla crisi siaggiunge la tragedia. Abbiamo chiamato ilvescovo di Esmeraldas per avere alcune notizie

    soprattutto di Muisne. Era appena rientrato daMuisne dove aveva celebrato la Messa delladomenica del Buon Pastore. La polizia non gliha permesso di entrare nell’isola perché il paeseè semidistrutto ed è stato temporaneamenteabbandonato dai suoi abitanti. Il vescovo ci

    DallaCaritasItalianaun primocontributodi 100milaeuro

    per gliinterventidi urgenza

    diceva che sono state principalmente leabitazioni dei più poveri a risentirne”.

    L’appello dei vescovi. La Conferenzaepiscopale dell’Ecuador (Cee) si è rivoltadirettamente al Paese attraverso uncomunicato stampa: “Di fronte al fortemovimento tellurico sentito in tuttol’Ecuador, la morte di numerose persone e idanni materiali che hanno coinvoltonumerose città, noi vescovi dell’Ecuadorvogliamo far arrivare al popolo ecuadorianouna parola di fiducia nel Signore, padronedella natura, perché nella sua infinitamisericordia abbia compassione di quanti tranoi sono stati colpiti dal sisma. Il nostropensiero va in special modo ai nostri fratellidelle province di Manabi ed Esmeraldas, chesembrano essere le zone più colpite.Invitiamo tutti a unirsi a una collettanazionale in favore delle persone più colpite,al fine di soccorrerle nelle loro necessità piùimmediate”.

    Un primo contributo dall’Italia. CaritasItaliana, “che già da diversi anni collaboracon Caritas Ecuador con il sostegno alleattività istituzionali e la realizzazione dimicro progetti di sviluppo in tutte le diocesidel Paese, ha subito espresso tramite CaritasEcuador solidarietà e vicinanza allecomunità colpite”. Don Francesco Soddu,direttore di Caritas Italiana, afferma in unanota: “Mentre ci accingiamo a iniziareinsieme a tutte le Caritas diocesane il nostro38° Convegno nazionale sul tema dellamisericordia, apprendiamo di questoviolento terremoto che ha colpito l’Ecuador.Sentendoci pienamente parte dell’unica

    famiglia umana, assicuriamo vicinanza nellapreghiera e come segno concreto mettiamo adisposizione di Caritas Ecuador un primocontributo di 100mila euro per gli interventidi urgenza”.

    Bruno Desidera 

     E m e r g e n z a  t e r r e m o t o

     i n  E c  u a d o r

    SABATO 16 APRILEUNA SCOSSA DI TERREMOTOD’INTENSITÀ 7,9 DELLA SCALA RICHTERHA COLPITO LA ZONA NORDOVESTDEL PAESE SUDAMERICANO(FOTO AFP/SIR)

    ROMA, PIAZZA SAN PIETRO,SABATO 9 APRILE.

    IL SECONDO DA SINISTRAÈ BORIS GENTILE

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    Giovedì 21 aprile 201612   Cesena

    Calisese| In festa per gli anniversari di nozze 

    La parrocchia di Calisese-Casale ha celebrato la festa della famiglia domenica 10 aprile. NellaMessa delle 11 hanno rinnovato la promessa di amore e fedeltà gli sposi che festeggiavanoparticolari anniversari: 25 anni di matrimonio per Gabriele Faedi e Rossana Calesini, MaurizioFarabegoli e Lorella Torri, Vittorio Ghirardi e Nives Faedi, Gilberto Paganelli e Gabriella Borgelli;50 anni per Oliano Montanari ed Elide Lucchi, Roberto Rossi e Rossella Guerra, Luigi Cellarosie Romana Casadei, Vittorio Angeloni e Gabriella Lanzarotti, Primo Baiardi e Silvana Picciau, Am-leto Ceccarelli e Alba Cellarosi; 65 anni per Pasquale Faedi e Cesarina Zanuccoli, Dino Bertie Ada Gridella, Angelo Bocchini e Adele Valdinocci..

     A Madonna del Fuoco la testimonianza della famiglia siriana Daouda festa della famiglia nellaparrocchia di Madonna delFuoco a Cesena ha visto,domenica scorsa, la presenza di

    ospiti speciali. Un arricchimento per tuttala comunità è stata la testimonianza

    portata da Samaan Daoud, siriano, e dallasua famiglia, la moglie Rim e i due figliadolescenti, sulle difficoltà di esserecristiani in Siria oggi e sulla situazione diquel Paese martoriato dalla guerra.Oggi la famiglia Daoud vive in Italia,ospite di una parrocchia romana. Sonoqui con regolare visto anche se, hannodetto, “il nostro cuore lo abbiamo lasciatoin Siria”.Samaan, 46 anni, è riuscito a portare insalvo la famiglia grazie anche agli studicompiuti. Nel suo paese, prima dellaguerra, svolgeva la professione di guidaturistica per gruppi di pellegrini,specializzato in storia della chiesa.Questo dopo che, negli anni ’90, hastudiato lingua italiana all’Università perstranieri di Perugia e ha conseguito ildiploma dal Ministero del Turismo come

    guida turistica in lingua italiana. Con loscoppio della guerra, nel 2011, ha iniziatoad accompagnare giornalisti inviati diguerra, sia italiani che stranieri, nellevarie zone del suo Paese, coltivandoamicizie e contatti.La sua famiglia è cristiana di rito grecomelchita cattolico, “cantiamo in grecoantico, siamo discendenti del re diBisanzio, e siamo cattolici uniti al Papa diRoma”, spiega in un italiano perfetto,sottolineando, poi, come quando si parlidi cristiani in Siria si parli di una presenzamillenaria in Medio Oriente. “Non siamo

    L  Via dalla persecuzione

    diventati cristiani ieri. Siamo originari di questa terra. A Damasco San Paolo ha avuto la suaconversione. Da lì è nata tutta la sua vita cristiana che dalla Siria lo ha portato in Occidente”. Anche Samaan è originario di Damasco e i ricordi di cui parla, sin da ragazzo, sono quelli di

    una convivenza pacifica tra cristiani delle varie confessioni e musulmani. “Invece diconsiderare le diversità una ricchezza del Paese, stanno cercando di metterci gli uni contro glialtri”. È la storia millenaria di una convivenza fra genti di fede diverse a essere messa indiscussione. “Quando lo straniero è andato via, nel 1917, non ci sono mai state guerrereligiose. Oggi in Siria ci sono combattenti arrivati da 83 paesi diversi. Se ne contano 40 mila,tremila provengono dall’Europa, sono musulmani di seconda generazione, i cosiddettiForeign Fighters. Allora non date ascolto a chi dice che quella siriana è una guerra civileperché la maggior parte dei capi jihadisti non sono siriani”.I cristiani sono tra i gruppi più perseguitati. “Prima abitavamo alla periferia di Damasco.Quando in quel quartiere sono caduti quattromila colpi di mortaio e sono state fatte saltare inaria 17 autobombe abbiamo deciso di trasferirci in un quartiere centrale della città, amaggioranza cristiana, sotto il controllo di Assad. Perché sotto il governo di Damasco icristiani possono esercitare più liberamente la propria fede”.Ma poi anche lì i cristiani sono stati presi di mira. “Abbiamo resistito quattro anni e mezzo, e

    pensando al pericolo soprattutto per inostri figli, siamo andati via e abbiamotrovato accoglienza in Italia”. Un colpo dimortaio è caduto nell’ingresso del suopalazzo, un altro ha colpito un murodell’aula della scuola del figlio. “La piùgrande paura per noi era quandomandavamo i figli a scuola”.Samaan ha visto la comunità cristianadimezzarsi, e chiama ‘martiri viventi’quelli decisi a rimanere e resistere nellafede.L’idea di abbracciare le armi perdifendersi dal nemico non è mai statacontemplata. “I cristiani in oriente sonosempre stati portatori di pace, testimonidi Cristo che mai ha usato armi contronessuno. Il cristiano non è abituato a

    usare la spada”. Inoltre, “difendersi da chi?Da cosa? Quando l’Italia era occupata dalnazifascismo c’era un nemico benvisibile. Qui in Siria parliamo di gruppiarmati, che si fanno guerra l’un conl’altro. Non c’è un nemico definito. Anchele grandi potenze mondiali hanno grosseresponsabilità”.Infine un appello: “Rivolgo a tutti voi uninvito a pregare per i cristianiperseguitati. La preghiera ha una grandeforza, veramente è una cosa bella el’unica arma potente contro il male”.

    Michela Mosconi

    SAAMAN E LA SUA FAMIGLIA (NELLA FOTO,CON LA MOGLIE RIM E I DUE FIGLI) SONOSTATI OSPITI DA UNA FAMIGLIA DELLA PAR-ROCCHIA ED È STATO POSSIBILE REALIZZAREQUESTO INCONTRO ANCHE GRAZIEAL CONTRIBUTO DI ALCUNE AZIENDEDELLA COMUNITÀ, IN PARTICOLAREDEL SALUMIFICIO DEL VECCHIO, BRUNELLIPRODOTTI ORTOFRUTTICOLI, PULZONI AUTOCONCESSIONARIE, ZOFFOLI BANANE,BAR ESQUISITO, AZIENDA ZAVALLONI-VINI TI-

    PICI DI ROMAGNA E FORNO BRUNELLI

    Madonna del Fuoco | Famiglia in festa

    La comunità parrocchiale di Madonna del Fuoco di Cesena, guidata dal parroco don LorenzoArakkathara, si è fatta vicina alle numerose coppie di sposi che domenica 17 aprile hannofesteggiato particolari anniversari di nozze, in occasione della Festa della famiglia.Dopo la celebrazione della Messa, per i festeggiati e per tutta la comunità parrocchiale lagiornata è proseguita con un pranzo preparato dai volontari della parrocchia, nel salone inti-tolato al precedente parroco don Primo Venturi.Durante il pranzo, la testimonianza di una famiglia di siriani (vedi articolo sopra).

    ROMA - Giubileo della Misericordia (ulmi pos):- PELLEGRINAGGIO DIOCESANO presieduto dal vescovo Douglas Regaeri (un giorno, 25 aprile 2016) 50 euro

    - PELLEGRINAGGIO con le parrocchie di Budrio e di Longiano (due giorni, 24 e 25 aprile 2016)150 euro

    - PELLEGRINAGGIO con l’UNITALSI Cesena(due giorni, 24 e 25 aprile 2016, iscrizioni presso Umberto e Giovanna, 329 6484489, 333 2995808) 150 euro

    TERRASANTA - Giubileo della Misericordia (8 giorni, dal 6 al 13 oobre):- In aereo da Bologna: Nazareth, Monte Carmelo, Cafarnao, i Santuari del Lago di Tiberiade, Gerico, Betlemme, Gerusalemme

    con il passaggio della Porta Santa nella Basilica del Getzemani sul Monte degli Ulivi. Trasferimen per Bologna, pensionecompleta, ingressi, accompagnatore e guida da 1.120 euro

    LOURDES: 4 giorni, dal 16 al 19 maggio 2016 - in aereo - con la parrocchia di San Domenico di Cesena da 540 euro

    SAN GIOVANNI ROTONDO- 3 giorni, dal 2 al 4 giugno 2016 - Monte Sant’Angelo e Manoppello (con il gruppo di preghiera”San Pio da Pietrelcina”) 190 euro

    FATIMA e SANTIAGO DE COMPOSTELA- 5 giorni, dal 18 al 22 giugno 2016 - Voli e pullman da Rimini: Oporto, Sanago, Coimbra, Fama. Pensione completa da 730 euro

    Organizzazione Tecnica Ariminum Viaggi e Robintur Viaggi, IOT e Brevivet - Polizza assicurava R.C. Allianz n. 74372043

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    Giovedì 21 aprile 2016 13Cesena

    uattro lunedì al cinema, con filmdi assoluto valore. È l’iniziativapromossa dall’Ufficio diocesano

    per la pastorale della famiglia, da quelloper la Comunicazioni sociali e dal nostrogiornale, in collaborazione con il cinemaEliseo di Cesena. Un’idea che nasce dal

    desiderio di offrire un’occasione perriflettere sulla famiglia, gustandosiquello che di buono il cinema italianoed estero sa proporre.Di seguito, il programma della rassegna

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    Famiglie al cinema “Eliseo”per un posto in prima fila

    QUATTRO LUNEDÌ AL CINEMA. È la proposta del “Corriere Cesenate”, dell’Ufficio per la pastorale della famigliae delle Comunicazioni sociali. Primo appuntamento lunedì 2 maggio alle 20,30 con “Come saltano i pesci”

    “Lunedì al cinema Eliseo”. Si inizia il 2maggio, alle 20,30, con “Come saltano ipesci”, un film di Alessandro Valori,appena uscito nelle salecinematografiche. Una dolce parabolasul peccato e la redenzione, che entradi diritto nel dibattito contemporaneo

    sul ruolo dei genitori. Il 9 maggio siprosegue con “Il condominio dei cuoriinfranti”, una commedia drammaticadi 100 minuti diretta da SamuelBenchetrit, con le bravissime interpreti

    Isabelle Huppert e Valeria BruniTedeschi. Parabola umanista, narratacon irreale leggerezza, “Il condominiodei cuori infranti” trasforma in poesiala banalità del quotidiano,sospendendo i suoi protagonisti traprigione del reale e sogno di fuga. Iprotagonisti escono dall’anonimatoattraverso l’amore perché è lo slancioverso l’altro a dare senso alla vita. Il 16maggio verrà proiettato

    “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi. Sitratta di un documentario. Il registainquadra vita e morte senza alcuncompiacimento estetizzante, ma con laconsapevolezza che nessuno è un’isolae nessuna isola, oggi, è comeLampedusa. Il film è risultato vincitoredell’Orso d’oro al festival di Berlino diquest’anno. L’ultimo lunedì al cinemasarà il 23 maggio con “Malala”. Filmstatunitense di Davis Guggenheim incui viene presentato il ritratto intimo epersonale del Premio Nobel per la paceMalala Yousafzai, divenuta un obiettivodei talebani per la sua battaglia a favoredell’istruzione femminile. Ingresso a 5euro per tutti. Due euro di scontodietro presentazione del couponCorriere Cesenate (da ritagliare inpagina). Ingresso gratuito per i figli

    minorenni accompagnati dai genitori.Ogni visione sarà preceduta da unabreve presentazione da parte del nostroesperto di cinema, don FilippoCappelli.

    FOTO ARCHIVIO SIR

    Coupon validoper max 2 ingressi

    alla rassegna

    “Lunedì al cinema Eliseo”al prezzo di 3 euro a persona

    lunedì 2 maggio alle 20,30“Come saltano i pesci”

    (un lm di Alessandro Valori)

    Il sì dell’Ausl

    Medici formatiper la guardia medicapediatricaAlla fine lemammehanno avutola meglio:grazie al loroimpegnol’Ausl dellaRomagna staapprontando il servizio di Continuità

    assistenziale (ex Guardia medica)pediatrica. Lo scorso martedì le promotricidella richiesta, sostenuta da ben 12milefirme a livello romagnolo e dal votoall’unanimità in Assembla legislativaregionale della risoluzione presentata dalPd, hanno incontrato il direttore sanitarioGiorgio Guerra che ha illustrato loro labozza del progetto.Il servizio non sarà svolto dai pediatri (inquanto il loro numero non è sufficiente),ma da medici formati. “Il percorsoformativo del personale addetto al serviziodi Continuità assistenziale sarà studiato adhoc e comprenderà l’affiancamento nelreparto di pediatria, con al termine unesame finale per valutare l’idoneità aesercitare per utenza pediatrica. Almomento si stanno vagliando ledisponibilità dei medici e non ci sono

    tempi certi sulla partenza del servizio”,spiega Giuditta Barbieri, una delle mammeche ha promosso l’iniziativa nel Cesenate eche era presente all’incontro coni verticidell’Ausl Romagna.

    Francesca Siroli

    METODO BILLINGSLa via naturale dell’amoreAl Consultorio “Don Adolfo Giorgini” di Cesena al via unnuovo percorso per la regolazione naturale della fertilità

    l via un nuovo perCorso sul metodo Billings per laregolazione naturale della fertilità.Presso il Consultorio “Don Adolfo Giorgini” di Cesena

    prosegue l’esperienza ormai pluridecennale di proposta delmetodo Billings. Il ciclo di incontri rivolto a coppie difidanzati e sposi avrà inizio il 6 maggio alle 20,45 conl’appuntamento dedicato al tema “I metodi naturali diregolazione della fertilità: significati e ragioni di una scelta”. Il13 maggio alle 20,45 sarà la volta de “I tempi della fertilità.Fondamenti scientifici del metodo Billings. Dati diaffidabilità e di efficacia”. Infine il 20 maggio (alle 20,45) laserata sarà l’occasione per assistere al racconto di esperienze

    A

    di regolazione naturale della fertilità comecammino di crescita verso un amorefecondo.“La proposta chiara dei metodi naturali -spiegano le insegnanti del Centro diregolazione naturale della fertilità - comeunica via capace di permettere, presidiare epromuovere l’amore di coppia come

    donazione e accoglienza totali l’unodell’altra è parte integrante della possibilitàdi fare esperienza di tale verità: di verificare,nella carne degli sposi, quello che è avvenutonella celebrazione del matrimonio.È bene puntualizzare - proseguono - che imetodi naturali non sono un dono per icredenti, e anche se forse solo la Chiesa hainvestito molto in questa direzione epromosso e sollecitato la ricerca scientificasui metodi naturali, è senz’altro vero che essinon sono un prodotto della Chiesa, né unasua invenzione. I metodi naturali poggianosulla struttura stessa dell’essere umano, sullasua differenza di maschile e femminile esulla dinamica naturalmente inscrittanell’unica verità della sessualità coniugalepossibile, quella tra uomo e donna, in ogni

    suo atto. Chi pensa che il metodo naturalesia l’ennesima imposizione dall’alto,moralistica della Chiesa cattolica dimostra dinon aver compreso affatto cosa siano imetodi naturali. La Chiesa da sempre havoluto occuparsi della sessualità degli sposie, quindi, dell’uomo: non per una forma diespressione di potere e di controllo sociale,

    non per una pruriginosa ossessione per ilsesso, ma perché in tale dimensione intimasi gioca una grossa parte della felicità degliuomini e delle coppie, perché in