Comunità pastorale NON Sono l’Oasi - Comunità … · Che importa? Questo personaggio...

2
Sì. Proprio lui. Il mite, ingenuo, Pic- colo Placido un giorno si rese responsabile di un delitto. Omicidio, né più né meno. Fu un'imper- donabile imprudenza la sua. Andò così. Lui ave- va detto semplicemen- te: "I voti e la Regola sono fatti per essere osservati e l'Ufficio per essere vissuto". Udendo queste parole al padre Tran- tran vennero gli stranguglioni, fu preso da un colpo apoplettico. E morì. Il guaio è che il Piccolo Placido ci ha preso un gusto matto a uccidere. E continua a fulminare chiunque incocci sul proprio cammino. Frasi che accoppiano un estremo candore all'incisi- vità, comuni eppure sferzanti, evidenti eppure in- credibili, vecchie ma pare sia la prima volta che vengono pronunciate. I morti non si contano. Suvvia. Siamo sinceri. I padri Trantran sono piuttosto fitti e ingombranti. Nei conventi e fuori. Io, per primo, non faccio fatica a riconoscermi den- tro quel nome. Gente superficiale, senza radici, che rimane stecchita di fronte ad una verità lapalissiana che il Piccolo Placido le scaraventa in faccia: "La vita inte- riore è una vita che è interiore". Gente che chiacchiera, che fa sfoggio di un linguaggio da iniziati, che esibisce una problematica contorta e compiaciuta. E rimane senza fiato dinan- zi al Piccolo Placido che sa dire soltanto "Si" (e ne avanza). Gente che ha sempre il terrore di essere in ritardo di un'indignazione. Ad essa il Piccolo Placido insegna l'unica rivoluzione decisiva e che non impe- gni soltanto a parole: "Il nostro apostolato è la santità. Ogni anima che si eleva solleva il mondo". Gente che trova tanto difficile e alienante e anacronistica la preghiera. È lui ad avvertire che, in fondo, si tratta di una operazione semplicissima: "Signore insegnatemi… Figlio mio, pregare signifi- ca passare tutta la tua vita a passare nella Mia". Gente che si rassegna spesso e volentieri a misure di mediocrità. Che si ostina ad addolci- re le più ruvide esi- genze evangeliche. Che si rintana in una comoda nicchia di comfort spiritua- le . Il Piccolo Pla- cido non esita a im- bracciare il fucile e a disinstallare, sen- za troppi compli- menti, questi borghesi dello spirito. Pam-pam. Poi commenta… placidamente: "Per colpire nel segno, bisogna sempre mirare più alto". È un libro scandaloso, senza dubbio. È perico- loso. Il Piccolo Placido, ebbene parlarci chiaro, vie- ne richiamato alle armi precisamente perché getti lo scompiglio in certi ambienti, disturbi la quiete pubblica, calmi l'inquietudine fasulla, metta in crisi un fracco di persone, regali colpi apoplettici al pa- dre Trantran che ospitiamo in casa nostra. Non è un personaggio alla moda. Ne sono perfettamente convinto. Figuriamoci. Crede al pec- cato originale, alla pessima abitudine di pregare, non si sente per nulla diminuito anche se si limita a "mangiare e bere Dio tutto il giorno", diffida del proprio io, è capace perfino di ubbidire (sia pure con intelligenza), non ha cancellato dal vocabolario la parola mortificazione. Parecchi cacasenno im- perversanti ai nostri giorni sarebbero in grado di rivedere le bucce della sua teologia "sorpassata". NON Sono l’Oasi ! Un libro, bello, facile...con fumetto! Sì! Proponiamo un testo di “alta spiritualità” che tocca in modo semplice ma profondo ciò che è la vita nello Spirito. Occasione per “supportare” il tempo della quaresima affinché si tolga ciò che impedisce il movimento, ciò che appesantisce, ciò che blocca. Comunità pastorale sant’Eusebio Anno I - marzo 2017 n. 5

Transcript of Comunità pastorale NON Sono l’Oasi - Comunità … · Che importa? Questo personaggio...

Page 1: Comunità pastorale NON Sono l’Oasi - Comunità … · Che importa? Questo personaggio apparen-temente superato pensa abbia qualcosa di valido, di attuale da offrire a tutti. Ci

Sì. Proprio lui. Il mite, ingenuo, Pic-colo Placido un giorno si rese responsabile di un delitto. Omicidio, né più né meno. Fu un'imper-donabile imprudenza la sua. Andò così. Lui ave-va detto semplicemen-te: "I voti e la Regola sono fatti per essere osservati e l'Ufficio per essere vissuto". Udendo queste parole al padre Tran-

tran vennero gli stranguglioni, fu preso da un colpo apoplettico. E morì. Il guaio è che il Piccolo Placido ci ha preso un gusto matto a uccidere. E continua a fulminare chiunque incocci sul proprio cammino. Frasi che accoppiano un estremo candore all'incisi-vità, comuni eppure sferzanti, evidenti eppure in-credibili, vecchie ma pare sia la prima volta che vengono pronunciate. I morti non si contano. Suvvia. Siamo sinceri. I padri Trantran sono piuttosto fitti e ingombranti. Nei conventi e fuori. Io, per primo, non faccio fatica a riconoscermi den-tro quel nome. Gente superficiale, senza radici, che rimane stecchita di fronte ad una verità lapalissiana che il Piccolo Placido le scaraventa in faccia: "La vita inte-riore è una vita che è interiore". Gente che chiacchiera, che fa sfoggio di un linguaggio da iniziati, che esibisce una problematica contorta e compiaciuta. E rimane senza fiato dinan-zi al Piccolo Placido che sa dire soltanto "Si" (e ne avanza). Gente che ha sempre il terrore di essere in ritardo di un'indignazione. Ad essa il Piccolo Placido insegna l'unica rivoluzione decisiva e che non impe-gni soltanto a parole: "Il nostro apostolato è la santità. Ogni anima che si eleva solleva il mondo".

Gente che trova tanto difficile e alienante e anacronistica la preghiera. È lui ad avvertire che, in fondo, si tratta di una operazione semplicissima: "Signore insegnatemi… Figlio mio, pregare signifi-ca passare tutta la tua vita a passare nella Mia". Gente che si rassegna spesso e volentieri a misure di mediocrità. Che si ostina ad addolci-re le più ruvide esi-genze evangeliche. Che si rintana in una comoda nicchia di comfort spiritua-le . Il Piccolo Pla-cido non esita a im-bracciare il fucile e a disinstallare, sen-za troppi compli-menti, questi borghesi dello spirito. Pam-pam. Poi commenta… placidamente: "Per colpire nel segno, bisogna sempre mirare più alto".

È un libro scandaloso, senza dubbio. È perico-loso. Il Piccolo Placido, ebbene parlarci chiaro, vie-ne richiamato alle armi precisamente perché getti lo scompiglio in certi ambienti, disturbi la quiete pubblica, calmi l'inquietudine fasulla, metta in crisi un fracco di persone, regali colpi apoplettici al pa-dre Trantran che ospitiamo in casa nostra. Non è un personaggio alla moda. Ne sono perfettamente convinto. Figuriamoci. Crede al pec-cato originale, alla pessima abitudine di pregare, non si sente per nulla diminuito anche se si limita a "mangiare e bere Dio tutto il giorno", diffida del proprio io, è capace perfino di ubbidire (sia pure con intelligenza), non ha cancellato dal vocabolario la parola mortificazione. Parecchi cacasenno im-perversanti ai nostri giorni sarebbero in grado di rivedere le bucce della sua teologia "sorpassata".

NON Sono l’Oasi ! Un libro, bello, facile...con fumetto! Sì! Proponiamo un testo di “alta spiritualità” che tocca in modo semplice ma profondo ciò che è la vita nello Spirito. Occasione per “supportare” il tempo della quaresima affinché si tolga ciò che impedisce il movimento, ciò che appesantisce, ciò che blocca.

Comunità pastorale sant’Eusebio

Anno I - marzo 2017 n. 5

Page 2: Comunità pastorale NON Sono l’Oasi - Comunità … · Che importa? Questo personaggio apparen-temente superato pensa abbia qualcosa di valido, di attuale da offrire a tutti. Ci

Che importa? Questo personaggio apparen-temente superato pensa abbia qualcosa di valido, di attuale da offrire a tutti. Ci sarebbe da dire grazie a Suor Geneviève Gallois. Ma la creatrice di questi incredibili perso-naggi è morta il 19 ottobre 1962. Aveva ritrovato la fede nel 1914 partecipan-do a una funzione della settimana Santa. Com-menterà più tardi: "Era il dolore del Cristo che ur-lava attraverso la voce di Geremia… Rimasi stordi-ta, ferita, straziata da un sordo rimorso. Chi è dunque colui che soffre così? È mai possibile pas-sare tranquillamente e proseguire la propria stra-da accanto a un simile dolore?". Nel 1917 entra come postulante nel mona-stero delle benedettine di rue Monsieur a Parigi. A 29 anni l'arte ce l'ha nel sangue è neppure l'abi-to religioso riesce a soffocare la sua urgenza di esprimersi con la matita e i pennelli. Deve cozzare contro parecchie difficoltà, deve vincere parecchi pregiudizi, come è facile immaginare. Ma suor Gallois finisce per spuntarla. Il disegno sarà il suo modo di essere suora. Ho visto alcuni bozzetti originali. Sono rimasto im-pressionato dalla carta usata. Veniva fatto di os-servare: "Ma perché il convento non riforniva un materiale più adatto?". Sono venuto a scoprire che la colpa era soltanto sua di suor Geneviève. Quando aveva qualcosa da esprimere, la gioia della propria vocazione o le difficoltà della vita religiosa, le bellezze della liturgia o le piccole-grandi miserie degli uomini, le profondità della contemplazione o la meschinità delle persone, allora tutto ciò che le capitava sottomano andava bene: una busta, un catalogo librario, un foglio di quaderno o un ritaglio di calendario... Non poteva aspettare. È proprio su quella cartaccia da quattro soldi magari ingiallita o spiegazzata nascevano veri capolavori. Non c'è dubbio che si tratti di arte autenti-ca. Una pittrice esprime in questi termini il pro-prio giudizio: "Si tratta di una grande artista e il suo sguardo vi inonda di Dio". Niente di dolcia-stro, di caramellato, di sentimentale. Al contrario un'arte dei toni forti dai tratti decisi. Lei stessa confessa: "Lavoro più per istinto che attraverso ragionamento. Disegno con intransigenza perché si tratta della Fede e dell'Arte che sono cose sa-cre. Non è consentito pasticciarle". Un giorno una consorella, suor Placida, ab-borda la pittrice: "Sorella per la festa di San Placi-do mi vuol disegnare santino?". Suo Geneviéve,

come al solito, non sa dire di no. Si mette al lavo-ro. Dalla sua penna vengono fuori 104 immagini, non soltanto un santino. Ed ecco questo straordinario libriccino, che non esiterei a definire uno dei più singolari, dei più alti testi di spiritualità del nostro tempo. Esso va a letto, meditato, approfondito, in tutti gli aspetti: dal disegno fino al commento che ha sempre un'impronta originale, inconfondibile. È dotato di una forza spaventosa, questo inerme, mite, ingenuo, Piccolo Placido. Già. Lui ha scoperto la sorgente della forza: "L'uomo forte è colui che si è sprofondato total-mente nella debolezza di Dio". Allora non resta che esporci ai colpi di questo inesorabile cecchino in abito benedettino. Quando il nostro cammino sarà disseminato dei cadaveri dei vari padri Tran-tran, allora torneremo a respirare meglio sul pic-colo fazzoletto di terra della nostra esistenza di ogni giorno. E riusciremo a cantare la nostra vita e a vivere il nostro canto.

Don Alessandro Pronzato (dalla prefazione)

Costo €. 7,00

Vendita:

Domenica 12 marzo a Barasso e Luvinate

Domenica 19 marzo a Morosolo e Casciago