Comunità Evangelica Luterana di Roma Notiziario · 2018-08-07 · Notiziario luglio - settembre...

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Comunità Evangelica Luterana di Roma Notiziario luglio - settembre 2016

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ComunitàEvangelica Luterana

di Roma

Notiziarioluglio - settembre 2016

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IndicePag.

Meditazione 3-5Vita di comunitàRetrospettivaCon Lutero dal PapaItinerario a tappe ecumenico

6-16 44-45 46-48

CultiCalendario dei cultiCulto in ricordo dellaConfessione Augustana

6717-18

EventiOffenes PfarrhausSommerkino

19-20 21

Appuntamenti 34-35

500 anni della RiformaIntroduzione alla Storia dellaRiformaRecensioni di libri“Dal conflitto alla comunione“

22-29

31-32 33-43

EcumenismoDiscorso di Papa Francesco per ilconferimento del Premio CarloMagno

54-64

Orizzonti della fedeA 100 anni dalla morte delcompositore Max Reger

49-53

InfoGruppiAtti amministrativiCoordinate bancariePastorato, Segreteria, Consiglio

65 65 6668

p. 11

p. 7

p. 16

p. 54

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“E Pietro scese dalla barca” (Mt 14,29)

Spesso, il Lago di Genezareth appare pacifico,nella luce del sole, come nell’immagine dicopertina. Ma può anche accadere che, diprima sera, un vento forte si alzi da Est, spirigiù, lungo il pendio delle colline, e facciaimpennare violentemente le acque del lago.Che, allora, quasi non si riconosce. Non c’èpiù alcun idillio; ci sono, invece, acquepericolose per la vita.

È in una tale tempesta che finiscono i discepoli, che, di note, si trovanosul Lago di Genezareth, senza Gesù. Le onde sono così violente chenon riescono più a manovrare la barca e temono di esserescaraventati fuori bordo.

A questo punto, accade qualcosa d’inatteso. L’evangelista Matteoriferisce: “Ma alla quarta vigilia della notte, Gesù andò verso di loro,camminando sul mare.“ (Mt 14, 25). Dopo gli eventi della giornata,Gesù era rimasto a terra, a pregare da solo, sul monte. Ma ora,nell’oscurità, cammina sul lago, sull’acqua, in mezzo alla tempesta.

I discepoli, però, non lo riconoscono. Credono, invece, di vedere unfantasma e si spaventano molto. La situazione cambiarepentinamente, quando Gesù si rivolge ai discepoli, facendosiriconoscere: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!» (Mt 14, 27), diceloro, nell’oscurità della notte. Quando sentono la sua voce, i discepolilo riconoscono.

Allora Petro si rivolge a Gesù, dicendo: «Signore, se sei tu, comandami

Meditazione

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di venire da te sull'acqua» (Mt 14, 28). Si resta senza fiato. È notte. Latempesta ulula. Le onde si ergono alte. Ciascuno sa che il propositodi Pietro è condannato al fallimento. Un essere umano può soloaffondare, nell’acqua.

Ma Pietro vuole andare da Gesù. Non è né incosciente né temerario.Crede, semplicemente, che, con l’aiuto di Gesù, sia possibile tutto,perfino l’impossibile. Ha solo uno scopo: essere con Gesù. Non chiededi poter valicare i limiti e le forze umani, ma chiede questo: “fammivenire da te sull’acqua.“

Gesù accoglie la richiesta e lo chiama: «Vieni!» E, subito dopo, èscritto: “E Pietro, sceso dalla barca (...)“ (Mt 14, 29). 'Uomo in acqua!',avranno pensato i discepoli, subito. Ma i primi passi riescono: “EPietro, sceso dalla barca, camminò sull'acqua e andò verso Gesù“ (Mt14, 29). Non si tratta di un trucco di magia. Si tratta della fede, dellafiducia in Gesù. Nella fede, si costruiscono ponti che, prima, nonc’erano. L’impossibile diventa possibile. Il lago infuriato puòdiventare suolo solido. La fede in Gesù non è insensata. Sostiene. In

mezzo allatempesta.

In tutto ciò, unacosa èi m p o r t a n t e :Pietro non èsopra alla realtà.Co tutta la fiducia,i pericoli dellavita continuano asussistere.

Meditazione

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MeditazioneSolo per un istante, Pietro distoglie lo sguardo da Gesù e vede il lagoinfuriato; nota che la sua capacità è troppo piccola e perde il suolosaldo sotto i piedi.Questa scena è talmente impressionante che il racconto, in molteBibbie, è intitolato “Pietro affonda“.Ma così l’accento è mal posto. Perché, rispetto all’affondare, è moltopiù importane che Pietro sia uscito dalla barca confidando in Gesù.Che sia sceso e abbia camminato sull’acqua e che noi capiamo che èquesta forza di fede che sostiene.

Questa fiducia granitica in Gesù non ha abbandonato Pietro neanchequando ha paura di affondare. Nella sua angoscia, lo chiama asalvataggio: «Signore, salvami!» Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò(Mt 14, 30-31). Perfino nel dubbio, Pietro non affonda. Non è perpropria forza che non affonda, ma perché è tenuto da Gesù.

Naturalmente, nessuno può ripetere l’esperienza di Pietro. Ma lastoria, ciononostante, è vera. È una storia di fiducia. Mostra che, dovegli esseri umani si affidano a Dio, può diventare possibile ciò che,secondo criteri umani, è impossibile.

“E Pietro, sceso dalla barca“ - Pietro non è solo roccia della Chiesa, ma,al tempo stesso, è archetipo di tutti coloro che si immettononell’azzardo della fede; che non si fanno spaventare dai pericoliintorno a loro e che, nella fiducia in Gesù, scoprono che sono aperte,per loro, possibilità di cui non si aveva idea.

«Vieni!» - Il richiamo di Gesù è anche per noi. Anche noi possiamo edobbiamo, come Pietro, osare il passo fuori della barca: uscire dacome abbiamo ordinato la nostra vita e, confidando in Gesù, osare dicamminare per vie nuove.

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Nella vita quotidiana, spesso, siamo talmente occupati con noi stessi,così concentrati a gestire tutto, almeno in qualche modo, datralasciare facilmente di udire il richiamo di Gesù.

Il periodo estivo, con il suo ritmo molto peculiare, con il tempo perl’ozio, il rilassamento e la ricreazione, può essere ancheun’opportunità per confrontarsi, in modo nuovo, col richiamo di Gesùe, confidando che non ci lasci affondare, nelle “tempeste della vita“,per guardare con onestà alla nostra vita, chiarire alcune coseserenamente e arrischiare di mettersi in cammino nella vita.

Questo può essere l’inizio di un progetto professionale nuovo, di cui,finora, non ci si era ritenuti capaci. Oppure, può essere l’impegnosociale in favore dei rifugiati, con cui, finora, si era evitato il contatto.O ancora, può essere l’avvio in una nuova fase della vita, in un altroluogo. O può essere resistere alla sete, durante una traversata deldeserto, confindando che Dio conosca la via.

Tutti questi avvii nella vita sono possibili, perché Dio mantiene la suapromessa: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!». Perciò, nei giorniassolati dell’estate, possiamo, come pietro, nelle tenebrose tempestenotturne, uscire dalla barca e, confindando in Gesù, camminare su vienuove. Se, in quest’estate, riusciamo a compiere i primi passi in taledirezione, allora questo tempo è ricco e compiuto; in una parola, èbenedetto. E appunto questo vi auguro di cuore: un’estate benedetta,che sia riposante e stimolante in parti uguali!

Cordiali saluti,Il Vostro Pastore Dr. Jens-Martin Kruse

Meditazione

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Vita di comunità

Vita di comunità

“Gioia del cuore, Gesù Signore, nel tuo regno ci condurrai“: il nostrocoro canta in polifonia, con slancio ed entusiasmo, la cantata “Paulusin Rom“, eseguita in prima assoluta durante dil culto di domenica 29maggio 2016.

Un progetto bellissimo, simbolico dello slancio, dell’entusiasmo edella qualità che contraddistinguono la nostra comunità. Non accadetutti i giorni che una cantata venga composta per una comunità;ringraziamo perciò di cuore Igor Zeller, di Amburgo, specialista dimusica sacra, per il fatto di essersi assunto quest’incarico e per comelo ha svolto!

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Vita di comunitàIn virtù del suo straordinario senso musicale e della sua posizione difede, molto approfondita sul piano teologico, è nata la sua cantata,che si basa su testi, tratti dalla Lettera ai Romani dell’apostolo Paolo;che usa tanto l’italiano quanto il tedesco e che è studiata perchépossa essere cantata insieme da grandi e piccini, giovani e anziani.

Circa 50 persone sono venute sabato, 28 maggio, per preparare lacantata insieme. In Lorenzo Macrì abbiamo un direttore di coroimpegnato; con lui e con Birte Düking (Sassofono baritono), DarioGermani (Contrabbasso), Giampiero Silvestri (Batteria), MartinaSeleni (Organo) e Igor Zeller (Baritono e Pianoforte) si è formato ungruppo di musicisti affiatato. Già le prove hanno procurato grandegioia e quindi, la domenica, al culto, la scintilla dell’entusiamo èdivampata facilmente.La cantata “Paulus in Rom“ è davvero un miracolo, un piccolomiracolo, con cui il testo biblico è spiegato in modo moderno e vicinoall’attualità e la comunità può fare esperienza di sé come dicomunione dei credenti. Così lieta, piena di slancio e di contenutopuò essere la comunità!

È già in programma il proseguimento di questa ottima cooperazioneche, per l’anno prossimo (27-28 maggio 2017) prevede un lavorointitolato “Tango luterano“.

”Gioia del cuore, Gesù Signore, nel tuo regno ci condurrai“ - Non èsolo il testo di una cantata; in queste parole si esprime una gioianellal fede che si ritrova di continuo nella nostra vita di comunità.

Che ciò accada nel laboratorio di canto corale con Heinz HermannGrube, di Lübbecke/Vestfalia, che, domenica 28 febbraio 2016 ha di

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Vita di comunitànuovo contribuito in modo particolare alla musica del culto.

O che si tratti del culto e della matinée del 6 marzo 2016, in cui gliorganisti Klaus Schulten eGianluca Cagnani hannoeseguito tutte e sei lesonate in trio di JohannSebastian Bach.

O che, ancora, si trattidell’incontro con P.Virgilio Fantuzzi SJ, che, il17 marzo 2016, ci haofferto una visita guidata,ricca di spiegazioni e aneddoti, a Villa Malta.

Analogamente, le passeggiate in città ci hanno portato, con DörteSchmidt, sul Colle Oppio il 10 maggio 206 e con il Dr. Heinz Beste, delDAI, alla Domus Aurea il 24 maggio 2016, procurandoci nuoveprospettive, complesse e stimolanti.

Una gioia particolare ci èstata data dal Vescovo Dr.Manzke (Bückeburg), cheera a Roma nel marzoscorso, per un mese, perstudiare alla Gregoriana.Ha usato questo periodonon solo per conosceremeglio la situazione e le

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Vita di comunitàpossibilitàdell’ecumenismoromano, maanche per cercare,fin dall’inizio, ilcontatto con lanostra comunità.Le sue predichenella domenicaIudica (13 marzo),al Venerd Santo(25 marzo) ealla domenica Quasimodogeniti (3 aprile) sono rimaste impressenella comunità, come anche gli incontri col Vescovo Manzke, che ciòsia avvenuto dopo il culto o alla colazione di Pasqua.

Il 16 aprile, abbiamo avuto ospite, nella Sala della Comunità, IacopoScaramuzzi, giornalista vaticanista, chenon solo ci ha presentato il suo libro,“Tango Vaticano“, in cui sono raccolteanalisi, che meritano di essere lette, sulpontificato di Papa Francesco, ma, altempo stesso, ci ha fornitoun’interpretazione, brillante estimolante, dello scritto post-sinodale“Amoris Lætitia”, di recentepubblicazione. Al termine dellaconferenza, si è svolta una discussioneanimata, che è continuata nell’incontro

fino a tarda sera.

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Un altro piccolomiracolo si èverificato durante ilculto dei bambini del17 aprile 2016. Sottola guida della signoraKaren Thomas, ibambini della nostracomunità hannodipinto tre bellissimiquadri, di grandeformato, raffiguranti il creato.

Ogni quadro è un piccolocapolavoro; tutti i quadriinsieme costituiscono untrittico, che è stato espostosulla parete della navatasinistra, per alcunesettimane, a partire dalculto sul tema “Creazione”,tenuto dalla Pastora storinAngelika Meder(Ingelheim) l’8 maggio2016. Il trittico ha dato unaccento nuovo allo spaziodella nostra Chiesa.

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Al culto solenne dell’Ascensione di Cristo, quest’anno abbiamo avutoospite S.E. il Card. Koch, che ha tenuto una predica molto profonda.Chi vuole leggerla, la trova sul sito della nostra comunità.

Molti amici dell’ambiente ecumenico sono venuti per celebrareinsieme con noi questo culto. Gioia particolare ce l’ha arrecata lapartecipazione, per la prima volta, della nostra vicina, la CiviltàCattolica, rappresentata da P. Antonio Spadaro SJ, da P. GiancarloPani SJ e da P. Benedikt Mertens OFM, di S. Isidoro.

Inoltre, a questo culto erano presenti, e il fatto è indiziodell’importanza della nostra comunità per l’ecumenismo a Roma,rappresenanti di punta della Chiesa Evangelica in Germania (EKD):la signora Schwaetzer (Presidente del Sinodo dell’EKD), la signoraKäßmann (ambasciatrice della Riforma), il consigliere Dr. Gundlach

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(Vicepresidente dell’Ufficio Ecclesiastico) e il Prof. Dr. Dres.Markschies (Presidente della Camera Teologica).La pioggia, poco prima della fine del culto, è cessata puntualmentealle h. 20, così che l’incontro si è potuto svolgere in giardino. Moltiospiti hanno goduto del ricco buffet esi è stati insieme, in lietacomunione, fino a tardi. Molti complimenti al gruppo che, sotto laregia di Marion Schulz, ha contribuito, in modo determinante, congentilezza, flessibiità ed impegno, alla riuscita della festa.

Il 6 maggio Papa Francesco ha ricevuto il Premio Internazionale perla Pace e ha usato quest’occasione, durante la cerimonia nella SalaRegia del Palazzo Apostolico, per spiegare, in un discorsoimpressionante, da meditare, quale sia il suo sogno d’Europa e perincoraggiare tutti coloro che, in questo periodo difficile, siimpegnano in favore dell’Europa.

Vale la pena, dunque, studiarsi questo discorso. Questo Notiziario vene offre l’opportunità.

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Tra i molti eventi di maggio c’è stata, com’è tradizione, la gitaannuale che, questa volta, il 25 maggio, ha visto partecipare 46persone. In atmosfera allegra e distesa, abbiamo trascorso insiemeuna giornata splendida. Con la direzione esperta di Daniel Becker,che ha organizzato la gita di concerto con le signore Bärbel Aiello eMarion Schulz, siamo andati anzitutto all’Abbazia di Valvisciolo. Poiabbiamo avuto un pranzo, ricco e buonissimo, in campagna e, infine,siamo andati a visitare il Giardino di Ninfa, dove abbiamo ricevutoabbondati spiegazioni di botanica.

E, come sempre, si è dimostrato che, dove siamo in camminoinsieme, come comunità, ci sono sempre cose interessanti dascoprire. La comunione tra di noi si approfondisce e questo si riflettepositivamente sulla vita di comunità.

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Vita di comunitàQuesto vale anche per il nostro sesto viaggio della comunità in TerraSanta, che si è svolto dal 4 all’11 giugno.Un programma denso, che si è svolto sotto la regia, esperta econsolidata, di Christiane Bremer, costituito da visite, colloqui,incontri, impulsi biblici, ha permesso di avere, di nuovo, modo diconoscere Israele e la Palestina sotto il profilo spirituale, politico,culturale e gastronomico.

Importanti in modo particolare sono, per noi, i legami con lacomunità evangelica di Gerusalemme. Domenica 5 giugno 2016siamo stati ospiti all’Erlöserkirche, Chiesa del Redentore; qualchegiorno dopo, abbiamo avuto un incontro con membri dellaHimmelfahrtskirche, Chiesa dell’Ascensione.

Espressione del nostro legame con la comunità di Gerusalemme èanche la colletta che abbiamo fatto nel culto ecumenicodell’Ascensione, in favore dell’attività sociale in Palestina, sotto laguida della signora Diet Koster, del Consiglio di chiesagerosolimitanoù; colletta il cui ricavato le abbiamo consegnato dipersona sul posto.

Dopo alcuni giorni a Gerusalemme, con esperienze molto diverse traloro,k che si sono integrate e sovrapposte, siamo partiti, dopo unavisita al punto del Giordano in cui fu battezzato Gesù, per Tabgha, sulLago di Genezareth, per seguire anche lì le orme di Gesù. Aconclusione del viaggio, abbiamo tenuto un culto con S. Cena in rivaal lago.

”Gioia del cuore, Gesù Signore, nel tuo regno ci condurrai“ - Questagioia attraversa la nostra vita di comunità ed è sutpefacente vederequanti piccoli miracoli avvengano nella nostra comunità.

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Vita di comunitàCe ne si può davvero rallegrare di cuore ed esserne grati econtinuare così.

I preparativi per le celebrazioni delle ricorrenze “1517-1817-2017”sono entrati nel vivo e promettono di fare del 2017 un anno moltobello e stimolante per la nostra comunità. Tanto per scaldarel’atmosfera, in questo Notiziario trovate già alcuni articoli perintrodurre il contesto delle celebrazioni e per presentare singolieventi.Attualmente, sono in programma per l’anno delle celebrazioni giàoltre 70 eventi, che vanno da quelli per bambini e famiglie,passsando per riguardanti musica, ecumenismo e conferenze, fino aiculti celebrativi. Il programma con la lista di tutti gli eventi saràstilato entro l’autunno e vi sarà inviato per tempo, in modo che siateinformati.

Ma, anzitutto, adesso c’è l’estate e vi auguro di passare giornate divacanze che vi ristorino e mi rallegro all’idea degli incontri e deidiscorsi che avremo, in queste settimane tranquille, nella nostracomunità.

Con affetto,Il vostro Pastore Dr. Jens-Martin Kruse

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Culti

Culto di celebrazione dellaConfessione di Augusta del 1530

La Dieta, convocata ad August, dall’Imperatore Carlo V, nel 1530,possiede importanza epocale per la Cheisa evangelica luterana,perché fu in quell’occasione che venne letta pubblicamete, econsegnata, la Confessione Augustana (Confessio Augustana).

Come recita l’introduzione, la Confessione Augustana è sostenutadalla convinzione “che noi tutti siamo e discutiamo sotto un solo Cristoe che dobbiamo confessare un solo Cristo“. Di conseguenza, il testoporta le prove che la dottrina degli evangelici coincide con glienunciati della Sacra Scrittura e che essi non insegnano altro che laChiesa antica.La Confessione Augustana, dunque, non vuole essere la dichiarazionedottrinaria di una Chiesa particolare. Sottolinea ininterrottamente la

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coincidenza con i credenti della Chiesa antica e rivendica che, in essa,parla l’“una sancta, catholica et apostolica ecclesia“.Benché talune frasi della Confessione Augustana siano in sintonia conl’atmosfera del XVI sec., i suoi 28 articoli costituiscono, fino ad oggi,il più importante documentodottrinario della Chiesaevangelica luterana, ancheperché qui gli enunciaticentrali della fede cristianasono rappresentati in unforma che resta convincente,stimolante e capace diindicare il cammino.

Perciò vi invitiamo di cuore al

Culto diCelebrazione della Confessione Augustana

domenica 26 giugno 2016alle h. 10

nella Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70.

Vi aspettiamo!Il Pastore Dr. Kruse

Culti

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Serate in giardino

Le serate in giardino sono un’occasione molto bella, offerta dallanostra comunità nei mesi estivi. A giovedì alterni ci incontriamo ingiardino dalle h. 19.30 in poi, in atmosfera allegra e distesa, con acqua,vino, bruschetta, würstel e salsicce e, naturalmente, i vostri contributigastronomici al buffet.. Le serate in giardino costituisconoun’occasione magnifica per incontrarsi, fare conoscenza e stareinsieme.

Succede di continuo che ci sistupisca, scoprendo chi fa partedella comunità. Le serate ingiardino costituiscono un luogoottimo per conoscere meglio lepersone, anche oltre l’attività deigruppi, e approfondire lacomunione.Perciò desideriamo rivolgere un

invito cordiale a voi, grandi e piccini, giovani e adulti, che siate a Romada una vita o che ci siate appena arrivati: venite, una serata in giardinoè proprio quel che fa al caso vostro.

Prossime date: 23 giugno; 7 luglio; 21 luglio; 4 agosto; 18 agosto(con cinema in terrazza); 1° settembre 2016.

Eventi

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Eventi

Serata in giardino con musica dal vivo:i RED LEMON CATS, da Monaco a Roma

Mescolate i suoni flautati che si dipanano nel jazz, lo charme francesee il fuoco spagnolo, aggiungeteci un feeling italiano e avrete la musicadei RED LEMON CATS.

Giovedì 21 luglio questa band monacense suonerà alla serata ingiardino, dalle h. 19.30, un mix di Jazz, Soul, Blues e proprie creazioni.I sei membri della band si sono conosciuti nell’autunno 2015 in unasala prove di cortile. Dalla spontanea jam session è nato un gruppomusicale multiculturale, che usa chitarre, batteri, piano, contrabbassoe canto secondo il proprio stile.

Che cosa: Musica con i RED LEMON CATSQuando: giovedì 21 luglio 2016 dalle h. 19.30Dove: serata in giardino, ingresso da Via Toscana 7

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Cinema d’estate: “Belli di papà“

Una serata in giardino speciale sarà quella di giovedì 18 agosto 2016:alle h. 21.30, in terrazza, vedremo il film “Belli di papà“ (2015), diGuido Chiesa, in italiano.

Al centro della trama c’è Vincenzo Liuzzi, imprenditore di successomilanese. Restato vedovoall’improvviso, deve occuparsi deifigli grandi Matteo, Chiara edAndrea che, a cuasa della suaricchezza, conducono una vitaspensierata. Ma, come Vicenzoscopre, adesso, è anche una vitasenza responsabilità, senso elavoro. Questo cambia, quandoVincenzo inscena una fugaprecipitosa davanti alla Finanza, eva coi figli in una casa vecchia, inrovina, che la famiglia possiede aTaranto. Per sopravvivere, Matteo,Chiara ed Andrea imparano a farequalcosa che, fino a quel momento, era stato loro estraneo: lavoraree assumersi la responsabiità della propria vita.

Il film è per tutti; è divertente e, al tempo stesso, fa riflettere, conmomenti in cui si ridacchia e altri in cui si ride, decisamente.

Il Pastore Dr. Kruse

Eventi

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Introduzione alla Storia della Riforma –I: Le lezioni di Lutero sulla Lettera ai Romani

(1515/1516)

Nel 2017 ricorderemo l’inizio della Riforma, 500 anni fa, cui dette lastura, simbolicamente, la pubblicazione delle 95 Tesi di Lutero. Maqueste tesi non vennero giù dal cielo né con esse si ebbe un Big Bangdella Riforma. Solo guardando in retrospettiva, ricordando coloro chevi ebbero parte e intepretando ciò che ne derivò, molte singole azionie modi di vedere si conglomerarono e formarono l’evento “Riforma“.

Quando Lutero, nell’autunno del1517, redasse le sue 95 tesi sulleindulgenze, era uno sconosciutomonaco agostiniano, docente diTeologia all’Università diWittenberg, che era stata fondatanel 1502. Il fatto che le tesi sulleindulgenze, pensate per unadiscussione accademica, non sololo avrebbero reso famoso inbrevissimo tempo, ma cheavrebbero cambiato in mododurevole tutta la sua vita, eraqualcosa di cui Lutero non eraconsapevole né era nelle sueintenzioni.

500 anni della Riforma

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Ma chi era Lutero, alla vigilia della Riforma? Da che cosa era statadeterminata la sua vita, fino a quel momento? Qual era la suaprofessione? Che cosa gli aveva dato l’impronta? Che cos’eraimportante per la sua fede e la sua teologia? Che cosa faceva 500 annifa, nel 1516?Martin Lutero entra entrato nel convento degli eremiti Agostiniani diErfurt nel 1505. Aveva studiato Teologia; nell’ottobre del 1512 avevaconseguito la laurea in Teologia e, da allora in poi, come successoredi Johann von Staupitz, superiore dell’ordine, era stato professore allaFacoltà di Teologia dell’Università di Wittenberg.

In quanto detentore della cattedra di Teologia, che era tenuta dagliAgostiniani, Lutero aveva tre compiti: commentare a fondo singolilibri della Bibbia durante le lezioni; presiedere le dispute; formularetesi e registrare i risultati. Infine, tra i suoi doveri c’era quello dicommentare testi biblici in prediche nel convento degli Agostiniani enella Chiesa Cittadina di Wittenberg.

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Benché altri docenti di Teologia dell’epoca tenessero lezioni anchesu altre opere, per esempio sugli scritti di Agostino, padre dellaChiesa, Lutero, dall’inizio della sua attività e fino alla morte, nel 1546,si occupò solo di lezioni sulla Bibbia. In questo, prevalgono i testidell’Antico Testamento.

Le lezioni tenute offrono la testimonianza immediata del lavoroteologico di Lutero, concentrato su tutta la Bibbia. Nelle lezioni svoltefino al 1521, dalle sue lezioni si può evincere lo sviluppo teologicodello sforzo per arrivare alla comprensione corretta della SacraScrittura. Lutero cominciò la sua attività di docente, a Wittenberg,con lezioni sull’interpretazione del Libro dei Salmi (1513-1515).Seguirono quelle sulla Lettera ai Romani (1515-1516), sulla Letteraai Galati (1516-1517) e su quella agli Ebrei (1517-1518).

La seconda serie di lezioni sui salmi, cominciata nel 1518, che, perinciso, Lutero tenne in latino, sulle interpretazioni bibliche, furipetutamente stampata o fu stampata più tardi da altri; mentre leprime lezioni restarono inedite finché, nel tardo Ottocento, furonoriscoperte. Esse costituiscono una fonte importante perché ci fannovedere il modo di ragionare, in teologia, di Lutero prima dell’inziodella disputa sulle indulgenze.

Quando Lutero, in appendice alla prima serie di lezioni sui salmi, leggele lettere paoline, la scelta di questi scritti mostra già che volevaconfrontarsi con i temi centrali della teologia paolina, come laquestione della giustizia di Dio e la giustificazione dell’essere umano.

Perciò alle lezioni sulla Lettera ai Romani, tenute dall’aprile del 1515al settembre del 1516, si attribuisce un’importanza speciale. Da unaparte, occupandosi della Lettera ai Romani, a Lutero si schiuse la

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comprensione dell’intera Bibbia. D’altra parte, nelle lezioni si vedecome Lutero sia arrivato alle idee, religiose e teologiche, chedivennero, negli anni seguenti, le fondamenta della teologia nata dallaRiforma.

All’inizio del suo ciclo di lezioni sulla Lettera ai Romani, Lutero pone

una sintesi, in cui fa il punto della sua comprensione teologicadell’epistola:

“Summa e intenzione dell’apostolo, in quest’epistola, è: distruggeretutta la propria giustizia e sapienza e, per converso, determinarepeccati e follia, che non erano presenti (cioè che, a causa di una talegiustizia, vengono considerati da noi come non esistenti), moltiplicarlie renderli grandi (cioè operare che si riconosca che essi continuano a

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500 anni della Riformasussistere e che sono molti e grandi) e mostrare così pienamente che,per la loro vera distruzione, sono necessari Cristo e la sua giustizia. Ciòlo conduce fino al XII capitolo. Da qui in poi, fino alla conclusione,insegna che cosa e come dobbiamo agire, proprio in forza di talegiustizia di Cristo, che abbiamo ricevuta. Poiché, davanti a Dio, nonavviene che uno diventi giusti per mezzo dell’avere agito rettamente(...), Ma per prima cosa uno debba essere prima giusto e poi agiscaanche rettamente“ (Mü, p. 9).

Per la nuova concezione di Lutero della giustizia di Dio, i versetti 16e 17 del primo capitolo della Lettera ai Romani rivestonoun’importanza fondamentale; in essi, Paolo dice che il Vangelo è unaforza di Dio. La questione decisiva, che occupa intensamente Lutero,è: come dev’essere intesa la “forza di Dio“?

Nel suo commento, Lutero la spiega con queste parole: “Con ’forza diDio’ non s’intende quella, mediante la quale egli è, secondo la proprianatura, potente in sé, ma quella in virtà della quale egli rende potentie forti. (...)“

D’altra parte, bisogna fare attenzione che ’forza di Dio’ si distinguedalla forza umana. Quest’ultima è la capacità mediante cui l’essereumano acquisisce potenza e ssalvezza secondo la carne e per mezzo dicui uno diventa capace di fare ciò che è della carne. Questa capacità,però, Dio l’ha completamente annientata mediante la croce di Cristo,affinché egli ora dia la sua forza, mediante la quale lo spirito diventaforte e beato e mediante la quale uno è forte per fare ciò che è dellospirito (...)

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500 anni della RiformaCosì, alla fine, risulta questa conclusione: chi crede al Vangelo, devediventare debole e folle davanti agli uomini, affinché sia forte e saggionella forza e sapienza di Dio.“ (Mü pp. 25 e ss.).

E in entrambi questi versi della Lettera ai Romani, Paolo parla anchedel fatto che, nel Vangelo, “la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede“(v. 17). Lutero interpreta così questo passo: “Nell’insegnamentoumano, la giustizia degli uomini viene rivelata e insegnata, cioè chi ein quale modo sia giusto e diventi tale davanti a sé e davanti agli uomini.Soltanto nel Vangelo, la giustizia di Dio viene rivelata (cioè chi e inquale modo sia giusto e diventi giusto davanti a Dio), vale a diresoltanto mediante la fede, con cui si crede alle parole di Dio (...).Poiché la giustizia di Dio è la causa prima della salvezza. Per converso,qui non si deve intendere, con giustizia di Dio, quella mediante cui eglistesso è giusto in sé, ma quella, mediante la quale noi veniamo resi giustida lui. Ciò avviene mediante la fede nel Vangelo.“ (Mü pp. 27-28).

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Molti anni dopo le lezioni sulla Lettera ai Romani, Lutero, poco primadi morire, guardando in retrospettiva alla propria vita, torna adesprimersi sulla scoperta di una concezione liberatoria della giustiziadi Dio. Nella testimonianza su di sé, scritta nel 1545, dice: “Fu certomeraviglioso come fossi colto da uno zelo ardente di conoscere Paolonella Lettera ai Romanni; ma ad essermi di ostacolo, fino a quelmomento, non era stata la freddezza del mio cuore, quanto invece unasola parola del primo capitolo: “la giustizia di Dio rivelata nel Vangelo“.

Odiavo queste parole: ’giustizia di Dio’, perché, dall’uso e dall’eserciziodi tutti i dottori, mi era stato insegnato a intenderle in modo filosofico,riguardante la giustizia cosiddetta ’formale’ o ’attiva’, mediante laquale Dio è giusto e punisce i peccatori e gli ingiusti.

Ma non potevo amare il Dio giusto, che punisce i peccatori; invece, loodiavo, perché, benché, da monaco, vivessi in modo irreprensibile,davanti a Dio, in quanto peccatore, non mi sentivo tranquillo nella miaconoscenza, né osavo sperare di essere riconciliato mendiante la miasoddisfazione (...) Così, arrabbiato, mi rifugia nella mia coscienzaturbata, ma continuare a bussare con veemenza a questo passo di Paolo,pieno di sete ardente di sapere che cosa Paolo volesse intendere.

Allora, Dio ebbe pietà di me. Riflettevo incessantemente, giorno e notte,finché notai il rapporto delle parole, cioè che ’la giustizia di Dio èrivelata da fede a fede, com'è scritto: «Il giusto per fede vivrà».’ Alloracominciai a concepire la giustizia di Dio come giustizia, mediante laquale ’il giusto vive come per dono divino’, cioè ’per fede’ e notai che èquesto che va inteso: ’per mezzo del Vangelo, la giustizia di Dio èrivelata’, cioè si tratta della giustizia cosiddetta ’passiva’, vale a direquella, mediante cui Dio, per grazia e misericordia, ci giustifica permezzo della fede, come è scritto: «Il giusto per fede vivrà».

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500 anni della RiformaMi sentii, in quel momento, come totalmente rinato: le porte mi eranostate aperte e io ero entrato in paradiso. Allora, subito, anche l’interaSacra Scrittura mi si mostà con un volto diverso (...)

Quanto prima avevo tributato tutto il mio odio al termine ’giustizia diDio’, tanto ora elevai, con caldo amore, le stesse parole, considerandoledolci e amabili superiori ad altre. E così questo passo di Paaolo divenneper me la porta del paradiso.“ (Mü pp. 26-27).

Di tutti i testi di Lutero, precedenti la disputa sulle indulgenze, quellodelle lezioni sulla Lettera ai Romani, negli anni 1515-1516, è ildocumento più importante. Esso rappresenta una pietra miliare dellosviluppo teologico e religioso di Lutero. Prima, e indipendentemente,dal conflitto con Roma, Lutero, confrontandosi coi temi centraloi della

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teologia paolina, passa per a un processo di chiarificazione checonduce alla formazione di una posizione teologica propria e che, altempo stesso, ha effetto liberatorio per la sua pratica devozionale.Ciò che Lutero scopre, sul piano teologico, nella Lettera ai Romani, loaiuterà, l’anno seguente, a condurre la disputa sul concetto diindulgenze con argomenti teologicamemente ben fondati.

La lettura delle lezioni di Lutero sulla Lettera ai Romani è imporanteanche per chi vive nel XXI secolo, perché, in esse, sono mediati a fondoi temi fondamentali della fede. Con la testimonianza su di sé, scrittanel 1545, Lutero, infine, ha fornito anche un’indicazione per lo studiodella Sacra Scrittura. Poiché, in tale testo, si descrive come lettoreesemplare della Bibbia, cui, nella lettura intensa, incessante, dellaBibbia, il senso della Sacra Scrittura si apre in modo nuovo e per ilquale, mediante ciò, si avvera ciò che il Vangelo gli promette. La forzadi questa lettura della Bibbia, forza liberatoria e fondante la fede, siavverte con chiarezza nelle parole, trovate da Lutero per descriverequest’esperienza, e che questa forza può rendere possibilepronunciare anche a noi: „Mi sentii, in quel momento, come totalmenterinato: le porte mi erano state aperte e io ero entrato in paradiso.“

Pastore Dr. Kruse

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Libri per i 500 anni della Riforma

Il 2017 si avvicina e aumentano le pubblicazioni su Lutero e laRiforma, entrambi oggetti di un’attenzione e di una voglia di confrontocon essi che non sono mai state tanto pronunciate.

E poiché all’inizio di tutto c’è un modo diverso, rinnovato, di leggerela Bibbia, segnaliamo in primo luogo la Bibbia della Riforma, la nuovatraduzione evangelica della Bibbia in italiano che sarà pubblicatanel 2017, ad opera della Società Biblica in Italia, e di cui sono già statiofferti “assaggi“ in tre letture pubbliche.

Come ha spiegato il Past. Eric Noffke,Presidente della SBI, “Il grande meritodei Riformatori, a cominciare proprio daMartin Lutero, fu quello di richiamare lacristianità alla sua fonte, a Cristo, allaParola di Dio fatta carne, la cui unicatestimonianza autorevole si trova nelleScritture dell'Antico e del NuovoTestamento. Per cinquecento anni lechiese nate dalla Riforma hanno cercatodi vivere il principio delSolaScriptura  con fedeltà e condeterminazione. Lo hanno fatto tantonella teologia quanto nella pietàpersonale dei singoli credenti portando

nelle loro case la Bibbia nella lingua di ogni popolo. Questa nuovatraduzione formale vuole dare rinnovata espressione alla Parola evuole essere il lascito della nostra generazione a quelle cheseguiranno. “ Nel 2017 sarà pubblicato il Nuovo Testamento; latraduzione completa sarà pubblicata entro il 2023. Video dipresentazione e ulteriori informazioni:http://www.societabiblica.eu/Nuovatraduzione/tabid/133/Default.aspx

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E veniamo alle biografie di Lutero. Anche chi ha in libreria unclassico come il “Lutero” di Bainton potrà trarre spunti interessanti

da due nuovi volumi, che se ne occupanoda prospettive diverse.Il primo è un testo che sta per esseretradotto in italiano, e che in originales’intitola “Martin Luther. Rebel in einerZeit des Umbruchs”, “Martin Lutero,ribelle in tempi di rivolgimenti”.L’autore, Heinz Schilling, evangelico,docente per molti anni di Storiadell’Europa Moderna all’Humboldt-Universität di Berlino, con simpatiacritica, articola la vita di Lutero in trefasi: 1) dall’infanzia ai primi anni inconvento; 2) Wittenberg e l’inizio dellaRiforma; 3) tra certezza profetica efallimento temporale.

Da una prospettiva cattolica, il Card.Walter Kasper, con il suo “MartinLutero. Una prospettiva ecumenica”,per i tipi della Queriniana, si occupa diquanto il messaggio di Lutero sia statocompreso all’epoca e quanto siacomprensibile anche oggi, e del fattoche molti cristiani si aspettano che ilricordo della Riforma, nel 2017,costituisca un passo avanti in sensoecumenico.. Il Card. Kasper si occupadi dialogo tra cattolici e luterani da piùdi 50 anni. Il libro è nato da unaconferenza da lui tenuta, nel gennaioscorso, allHumboldt-Universität diBerlino.

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“Dal conflitto alla comunione“ - una prospettivaecumenica per il 2017

Questa conferenza corrisponde al discorso, tenuto dal Prof. Dr. TheodorDieter, Direttore dell’Istituo per la ricerca ecumenica di Strasburgo, inoccasione della festa per il 25° anniversario della nomina episcopaledel Vescovo ausiliario Dr. Jaschke, svoltasi all’Accademia Cattolica diAmburgo il 3 settembre 2015. La stampiamo per sua gentile concessione.

Come possiamo, nel 2017, ricordare insieme, cristiani evangelici ecattolici, uomini e donne, l’inizio della Riforma, 500 anni fa? Di questadomanda si è occupata la Commissione internazionale cattolico-luterana per l’unità che, nel corso degli anni, ha elaborato, con unacerta fatica, un documento che s’intitola “Dal conflitto allacomunione“.

La difficoltà principale, durante i lavori, è stata costituita dal fatto chele associazioni e i connotati che evangelici e cattolici annettono allaparola “Riforma“, sono differenti, anzi, addirittura opposti. I cristianievangelici associano a tale termini riscoperta del Vangelo, libertà,certezza della fede; mentre i cattolici pensano alla divisione dellaChiesa. Come può essere possibile una commemorazione comune, afronte di tali associazioni diverse?

Le difficoltà si sono rafforzate grazie alla questione se dovesse esserciun ricordo comune della Riforma o se essa dovesse essere oggettoanche di una celebrazione comune.. Common commemoration ocommon celebration: questo era il problema.

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Appuntamenti

UCULTI Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70.

IN ITALIANO i culti hanno luogo di norma la seconda domenica del mesealle h. 17. Sono preceduti da un concerto alle h. 16.30.Prossimi culti: i culti, dopo l’estate, riprendono in ottobre.BILINGUI La quarta domenica del mese il culto delle h. 10 è bilinguetedesco/ italiano.

CULTI SPECIALI (se non altrimenti specificato, nella nostra chiesa)

26 giugno h. 10 Culto per ricordare la Confessione Augustana del 1530.

11 settembre h. 10 Culto dibenvenuto Desiderate conoscerela nostra comunita? Questo culto,in cui presentiamo le nostreattivita, ve ne offre l’occasine.

2 ottobre h. 10 Culto diRingraziamento per il Raccolto.

GRUPPO IN ITALIANO

Una volta al mese ci vediamo col Pastore per parlare di teologia, fede e altritemi spirituali, di martedì alle h. 18, Via Toscana 7. In pausa estiva.

GRUPPO DONNED’estate, le riunioni si tengono, sempre alle h. 16.30, in giardino; in caso dicattivo tempo, nella Sala della comunità in Via Toscana 7. Perinformazioni: Heidi Simoncelli, tel. 06-52456330; segreteria tel. 06-4817519.

CORSO DI CONFERMAZIONEPer ragazzi di circa 13 anni. La Confermazione sarà celebrata il 34 giugno2017, a Pentecoste. Per info contattare il Pastore, tel. 06.4817519.

Benvenuti!

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Appuntamenti

J SERATE IN GIARDINO

Serate per stare insieme. Si discorre, si mangia insieme, si gode l’aria mitedell’estate. La comunità mette a disposizione bruschetta, acqua e vino. Ilbuffet è affidato all’inventiva e alla generosità dei partecipanti. Le seratecominciano sempre alle h. 19.30, a giovedì alterni.9 giugno, 23 giugno, 7 luglio, 21 luglio, 4 agosto, 18 agosto, 1° settembre.In particolare, 2 serate vanno tenute a mente:

Giovedì 21 luglio durante la serata si esibiràil gruppo musicale dei Red Lemon Cats,con un repertorio che è un mix di jazz, soul,blues e proprio sound.

Giovedì 18 agosto, in terrazza, sarà proiettato il film“Belli di papà”, con Diego Abatantuono, regia diGuido Chiesa. Un padre deve far capire ai propriviziatissimi figli che la realtà è fatta anche di lavoroe di impegno personale. Ci riuscirà, naturalmente. Mala strada tra il punto di partenza e quello di arrivosarà tuttaltro che rettilinea e piana.

S. Patrizio d’Irlanda

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Francesi e tedeschi hanno potuto ricordare insieme, nel 2014, loscoppio della I Guerra Mondiale; ma, ovviamente, non ne fecerooggetto di festeggiamenti. Si può festeggiare solo se si è vissutoqualcosa di buono; ma lo scoppio di una guerra non fa certo partedegli eventi positivi, così come non ne fa parte una divisione dellaChiesa.

Gioia e gratitudine, è stato argomentato da parte cattolica, possonovalere solo per il movimento ecumenico, che tenta di superare ladivisione della Chiesa, comparsa con la Riforma; ma non possonovalere per la Riforma. Nel 2017, perciò, non si può festeggiare,celebrare la Riforma, ma solo l’ecumenismo.

Ma così non può riuscire alcunricordo comune coi cristianievangelici, uomini e donne,perché per essi il primosentimento, che associano allaparola “Riforma“, è quello digratitudine e gioia; e devonopoterlo esprimere, per quanto sirammarichino che, nelCinquecento, si sia verificata unaspaccatura della cristianitàoccidentale.

Si dovrà compiere un ulteriorepasso avanti: certo, si può

festeggiare solo qualcosa di buono. Ma, di converso, se, riguardo aqualcosa, avvenuto in passato, non c’è niente da festeggiare, allorain esso non c’è niente di buono. Riguardo alla Riforma, questo vuol

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500 anni della Riformadire: se in essa non c’è niente da festeggiare, allora in essa non vi sitrova niente di buono. Sarebbe stato meglio, allora, che non fosse maiavvenuta. E, ancora, significherebbe che sarebbe meglio che non cifosse alcuna Chiesa evangelica. Non ci si può vietare di trarre questeconclusioni. Ma se così fosse, allora non avrebbe alcun senso condurredialoghi ecumenici; non avrebbe alcun senso cercare il dialogo, pertrovare una comunione più profonda. Nella sfida su come ricordarela Riforma, nel 2017, e nei preparativi del caso, è dunquel’ecumenismo che è in gioco.

Quando i teologi hanno a che fare con tali contraddizioni, ricorronoall’arte del distinguo. In effetti, il termine “Riforma“ è usato con molteaccezioni. Per la nostra questione, si può distinguere tra duesignificati diversi. “Riforma“ può, in primo luogo, indicare una seriedi eventi del Cinquecento, che vanno dalla pubblicazione delle 95 Tesidi Lutero sulle indulgenze fino alla Pace di Augusta del 1555 o fino alConcilio di Trento (1545-1563). Qui, “Riforma“ indica una catena dieventi.

Ma “Riforma“ può anche, in secondo luogo, indicare l’insieme delleidee teologiche della Riforma, riguardo al Vangelo, come pure lecomunità e, infine, le Chiese, in cui queste idee sono diventate portanti.

Nell’accezione descritta per prima, la Riforma non appartiene soloagli evangelici; i riformatori e i loro seguaci non sono in alcun modogli unici soggetti di questa storia. Tra i suoi attori, oltre a Lutero e aisuoi colleghi teologi, come Filippo Melantone, ci sono anche il Papa,cardinali come Cajetano o Alberto di Magonza, i principi elettorisassoni di Lutero, l’Imperatore, il Re di Francia, perfino i turchi e moltialtri attori. È importante avere chiaro questo, perché è in questastoria, che avvenne la spaccatura della Chiesa occidentale.

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Ma se questa storia ha avuto così tanti attori, allora il suo risultatonon può essere ascritto unilateralmente a Lutero e agli altririformatori.

Quest’impressione si ridesta ogni volta quando si fa questoragionamento: ’Lutero è l’autore della Riforma’ (frase n. 1, in cui“Riforma“ sta per “insieme di conoscenze teologiche); frase n. 2: ’LaRiforma ha portato alla divisione della Chiesa’ (dove “Riforma“significa “catena di eventi“). Allora, la conclusione suona: “Lutero haprovocato la divisione della Chiesa“. Ma questa è una classicaconclusione erronea, basata su un equivoco.

Che una commemorazione comune della Riforma abbia successo,dipende dal fatto che il termine “Riforma“ sia oggetto di distinguo eda quante differenti intepretazioni di questa parola ci siano. Piùesattamente, sulla base di quanto detto si tratta di vedere se, nelleidee teologiche conseguite da Lutero, e che sono diventate un

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500 anni della Riforma movimento pubblico, si trovi qualcosa che sia buono anche agli occhidei cattolici. Che qui ci sia risposta positiva, è qualcusa cui hannocontribuito sia il Concilio Vaticano II sia gli studi e dialoghi ecumenici.

Il Concilio Vaticano II ha preparato la strada, constatando “elementi

di salvezza e di verità“ anche fuori dei confini della Chiesa cattolica(romana). Quest’impulso del Concilio è ripreso dal documento e, alsuo centro, c’è un’illustrazione dei quattro aspetti principali dellateologia di Lutero, cioè di quelli che, dal Cinquecento in poi, sono statiintesi come controversi (giustificazione, Cena del Signore, ministero,Scrittura e tradizione).

Ma i dialoghi ecumenici degli scorsi 50 anni hanno mostrato che, inessi, ci sono molte comunanze fondanti, che possono condividere

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500 anni della Riformaanche i cattolici. Per la presentazione dei dialoghi ecumenici, rivesteun’importanza speciale la Dichiarazione comune sulla dottrina dellagiustificazione, perché essa è stata adottata ufficialmente tanto dallaChiesa cattolicha quanto dalla Federazione Luterana Mondiale equindi ha un’autorità particolare.

In questa parte del documento, il termine “Riforma“ è usato perindicare l’insieme delle idee teologiche di Martin Lutero e dei suoicolleghi che collaborarono alla Riforma. Finché, pertanto, c’à anchequacolsa che evangelici e cattolici possono intendere, insieme, comebuono, c’è anche motivo, per entrambi, di festeggiare. Il Concilio hasì stabilito espressamente che “è necessario che i cattolici con gioiariconoscano e stimino i valori veramente cristiani, promananti dalcomune patrimonio, che si trovano presso i fratelli da noi separati.Riconoscere le ricchezze di Cristo e le opere virtuose nella vita deglialtri, i quali rendono testimonianza a Cristo talora sino all'effusionedel sangue, è cosa giusta e salutare [si osservi il linguaggiodell’anafora]: perché Dio è sempre mirabile e deve essere ammiratonelle sue opere.“

Se, dunque, il Concilio sollecita al “riconoscimento con gioia“, che cosamai impedirebbe ai cattolici di festeggiare, celebrare in modo comuneciò che, delle idee della Riforma, è diventato comune nel dialogoecumenico? Si capisce aunto siam importante, per lacommemorazione ecumenica del 2017, la dimostrazione, condottanei dialoghi ecumenici, che si tratta di beni dell’eredità comune.

Così, il documento “Dal conflitto alla comunione“ può essere intesoanche come richiesta ai cattolici, ben fondata sul piano teologico, diunirsi alla gioia per idee teologiche imporanti. Il documento rilevache la riflessione comune ha il suo fondamento nel Battesimo che

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introduce tanto i luterani quanto i cattolici nell’unica Corpo di Cristo.Ma del Corpo di Cristo, Paolo dice: „Se un membro soffre, tutte lemembra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membrane gioiscono con lui“ (I Cor 12, 26). Se i cristiani evangelici riflettonosull’inizio della Riforma, ciò interessa anche i membri cattolici delCorpo di Cristo; “Nel commemorare insieme gli inizi della Riforma,essi prendono sul serio il loro battesimo.“(n. 221).

L’altra accezione accennata di “Riforma“, , cioè come eventi delCinquecento che portarono alla divisione della Chiesa, vieneconsiderata dal documento con pari serietà, quando, nel terzocapitolo, si illustrano in sintesi quegli eventi. Questi cennipuntualizzano alcune tappe importanti e fanno capire che laformazione di una nuova Chiesa non era nelle intenzioni deiriformatori e che la divisione della cristianità occidentale fu il risultatodi interazioni tra numerosi attori, tra cui non ci furono solo iriformatori, ma anche i responsabili della Chiesa di Roma, così che laRiforma, in questo senso, è opera tanto di Lutero quanto deiresponsabili romani e di numerosi attori politici.

La Riforma, in quest’accezione di catena di eventi che ha portato alladivisione della Chiesa, va considerata , di fatto, con rammarico, doloree confessione di colpa. Che le Chiese non riconoscano pubblicamente,per la prima volta, la colpa, viene chiarito, ricorrendo ad esempi trattidalla Chiesa cattoica e dalla Federazione Luterana Mondiale.

È chiaro che una possibile confessione di colpa, nel 2017, non possaessere intesa in senso unilaterale, come se la sola parte evangelicafosse responsabile della divisione e, pertanto, i cristiani evangelici,uomini e donne, dovessero ammetterla. Colpa ce ne è stata da tuttele parti; quindi una confessione di colpa può essere solo confessione

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500 anni della Riformadi entrambe le parti. La colpa, nel documento, non viene vista nel fattoche i teologi di entrambe le parti si siano tenuti saldi alle rispettiveconcezioni. Se avessero rinunciato alle proprie convinzioni, senzaaver acquisito idee migliiori, avrebbero agito contro coscienza e,perciò, si sarebbero resi colpevoli.

Un teologo evangelico non può ritenere per vera la dottrina dellagiustificazione, così come l’ha intesa Lutero, e vedere la colpa diLutero nel suo essere rimasto fedele a questa dottrina. La colpa deiriformatori e dei loro avversari, invece, è vista in come essi hannoattuato le loro idee: nell’aver, spesso, frainteso i loro avversari enell’averli interpretati in pessimam partem, così da aver trasgredito,in molti modi, l’ottavo comandamento, quello di non rendere falsatestimonianza: facendo la caricatura dei loro avversari, rendendoliridicoli e demonizzandoli; ponendo l’attuazione della propriaposizione più in alto del mantenimento dell’unità; strumentalizzando,di volta in volta, cose mondane e spirituali.

Una confessione di colpa delle due parti, preparata a fondo e intesaseeriamente, migliorirebbe in modo durevole le relazioni delle Chiesetra di loro e renderebbe testimonianza, alla società, che le Chiese sonopronte, e sono in grado, di fare, nella relazione vicendevole, quel chetornano sempre a chiedere alle persone: essere disponibili allariconciliazione. Per il documento “Dal conflitto alla comunione“, gioiae dolore comuni si integrano, riguardo alle commemorazioni del 2017.

Il testo si conclude con cinque imperativi, che chiedono ai cristinicattolici ed evangelici, uomini e donne, e alle loro Chiese, di sceglierel’opzione in favore dell’unità e di rafforzarla; cioè, di pensare e di agiremuovendo dalla prospettiva dell’unità e non da quella della divisione.Pensare dalla prospettiva dell’unità; realizzare l’opzione in favore

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dell’unità significa che l’altra Chiesa non viene considera anzituttocome altra, ma come parte dell’unico Corpo di Cristo.

Si tratta, dunque, di prendere sul serio la cattolicità della Chiesa, qualeviene professata nel Credo; non una cattolicità, ma una cattolicitàglobale. Le relazioni con le altre Chiese, allora, non sono relazioniesterne, ma relazioni interne, all’interno dell’unico Corpo di Cristo.Credere, in tal modo, nella cattolicità dell’unica Chiesa e che essa trovi

espressione nella vita dellesingole Chiese, richiede unanuova conversione, unrivolgimento di direzione delcuore e dell’intelletto. Laprima delle 95 Tesi di Lutero,dichiarano: “Quando il nostroSignore e Maestro Gesù Cristodice ’Fate penitenza’, vuoleche l’intera vita dei credentisia penitenza.“

L’anno 2017, che ricorda la pubblicazione delle Tesi, noncostituirebbe, forse, un’opportunità eccellente, per le Chiese, in unatale convesione del cuore e dell’intelletto, di prendere sul serio,insieme, questa prima tesi?

Prof. Dr. Theodor Dieter

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Vita di comunità

Con Lutero dal Papa –viaggio ecumenico a Roma

Aspettiamo molti ospiti, circa 1000 giovani, in parte tali all’anagrafee in parte restati tali nello spirito, che, dal 10 al 14 ottobre 2015,verranno a Roma all’insegna dell’ecumenismo.

Si tratta di un progetto, particolarmente bello e importante, il cuimotto è “Con Lutero dal Papa“, sostenuto dalle grandi Chiese cristianedella regione di Lutero, la Sassonia-Anhalt, dal Vescovado diMagdeburgo, dalla Chiesa Evangelica Luterana dell’Anhalt e dallaChiesa Evangelica della Germania Centrale.

Tutti loro invitano, in tutta la Germania, persone di tutte le confessionia formare insieme un gruppo per fare un viaggio dalla terra dellaRiforma al luogo centrale della fede cattolica romana.Il logo del progetto, in cui sono stilizzati la città di Wittenberg, le Alpie Roma, ne è la sintesi grafica:

Tra i 1000 pellegrini abbondanti, ci saranno anche i dirigenti spiritualidella regione: il Vescovo Dr. Gerhard Feige, la Vescova regionale IlseJunkermann e il Presidente della Chiesa, Joachim Liebig.

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La Città Eterna sarà vista dai partecipanti da angolazioni insolite edessi si metteranno alla ricerca delle radici comuni. Uno dei luoghid’incontro importanti sarà la nostra Christuskirche, Chiesa del Cristo.

L’11 ottobre, essa costituirà la tappa della cosiddetta “Via delle 7Porte“. Sono previsti anche la partecipazione di piccoli gruppi allenostre attività sociali e un incontro coi nostri membri di comunità, il13. Ottobre, e un culto evangelico.

Così come i partecipanti al pellegrinaggio, anche noi siamo invitati,come comunità ospitante, a partecipare ai preparativi del progetto.

Perciò siamo pregati di formulare tesi e auspici per l’ecumenismo che,nell’ottobre 2016, saranno consegnati a Papa Francesco e che poi, nelcorso delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma, saranno portatial Kirchentag a Wittenberg. Possiamo farlo usando questo sito:http://www.mit-luther-zum-papst.de/de/sehen-verstehen/95-thesen-zur-oekumene

Giovani che sono in cammino insieme, vengono a sapere che cosa èimportante, per i compagni di viaggio, del proprio essere cristiani eche, a Roma, scoprono e approfondiscono le radici comuni della fede:proprio così la celebrazione della Riforma ha senso e l’ecumenismoha un futuro!

Pastore Dr. Kruse

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Vita di comunità

“Roma, porta dell'ecumenismo“:Itinerario ecumenico a tappe

Idee tipiche della Riforma comparvero, in Età Moderna, in luoghicome Praga, Wittenberg, Zurigo e Roma. I movimenti che scaturironoda esse hanno cambiato e improntato l’Europa, e, oltre ad essa, ilmondo.

Nell’anno in cui si ricorda la Riforma, le tracce lasciate da essa nellafede, nella cultura, nella storia e nella politica saranno ripercorse daun itinerario a tappe europeo: dall’Italia e dall’Inghilterra, passandoper la Svezia e la Finlandia, fino alla Lettonia e alla Romania, sarannocoinvolti nel progetto, in totale, 67 città e 18 stati, che sarannocollegati tra loro, superando tutti i confini nazionali e tutte le diversitàculturali, linguistiche e politiche.

E quindi questo progetto di ricordo della Riforma rivesteun’importanza anche europea; motivo per cui il Presidente delConsiglio dell’EKD, Vescovo Heinrich Bedford-Strohm, ha dichiarato:“L’itinerario a tappe europeo è proprio l’idea di chi abbiamo bisognoadesso, in Europa. Dobbiamo valicare i confini!“

L’itinerario a tappe europeo comincia il 3 novembre 2016, da Ginevra,e terminerà il 20 maggi 2017 a Wittenberg, dove le storie, raccoltedurante il cammino, saranno esposte in una mostra mondiale.

Mercoledì 18 gennaio 2017, primo giorno di preghiera dellaSettimana dell’unità dei cristiani, l’itinerario europeo farà tappaa Roma.

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L’itinerario ha per motto “Storie in viaggio“. Ad ogni tappa, comunitàecclesiali invitano a riscoprire testimonianze regionali, attori etradizioni della Riforma e a chiedersi in che cosa consista, oggi, la loroimportanza per la fede cristiana. Facendo questo, al centro ci sarannostorie personali di rapporto con la Riforma.

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Vita di comunitàPerciò vi rivolgiamo un invito, che è anche una preghiera:

Ø Pensate a dove sono i punti di contatto tra la vostra vita ela Riforma: che cosa significa per voi la fede evangelica?E dov’è che risiedono il bello e il difficile, per voi, di essereevangelici a Roma?

Ø E, per favore, mettete i vostri pensieri per iscritto!

Raccoglieremo le storie e, alcuni di voi, le leggeranno nel corso di unevento, nella nostra Chiesa, per la tappa del cammino ecumenico.

La nostra tappa è al motto di “Roma, porta dell’ecumenismo“. A noi,piccolo gruppo, insediato all’Ambasciata Tedesca presso la S. Sede,incaricato di preparare il programma, sembra che il temadell’ecumenismo costituisca un impulso importante, che oggiproviene da Roma e che determina, nella nostra città, la riflessionesulla Riforma.

Il programma comprende anche una presentazione di scritti degliinizi della Riforma, conferenze esplicative e una conclusione religiosa.

Ulteriori informazioni sull’Itinerario a tappe europeo e una lista deiluoghi interessati si trovano in questo sito:www.r2017.org/europaeischer-stationenweg.

Pastore Dr. Kruse

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A 100 anni dalla mortedel compositore Max Reger

Max Reger morì l’11 maggio 1916, all’età di soli 43 anni, in una camerad’albergo di Lipsia.Accanto al letto, fu trovato un estratto delle correzioni dei suoi “Cantispirituali“, op. 138, aperto al primo pezzo: “Der Mensch lebt undbestehet nur eine kleine Zeit, und alle Welt vergehet mit ihrerHerrlichkeit, es ist nur einer ewig und an allen Enden und wir inseinen Händen.“; “L’essere umano vive e sussiste solo per brevetempo e tutto il mondo passa con la sua gloria; solo uno è eterno e inogni luogo e noi siamo nelle sue mani.“

La sua musica unisce la grandezza monumentale alla soavità mistica,la polifonia più complessa allo sviluppo armonico estremo; strutturesonore, apparentemente caotiche, sono contrapposte, col massimovolume sonoro, a sezioni melodiche incantevoli: con effetto lontano,triste, bello, sospeso e flebile.

Reger nacque nel 1873 a Weiden (Palatinato Superiore). Nel 1890,ebbe l’occasione di studiare con Hugo Riemann, prima alConservatorio di Sonderhausen e poi a Wiesbaden. Fu un camminolungo, e tutt’altro che rettilineo, quello di Reger, che lo portò adiventare uno dei compositori di punta del periodo a cavallo del secolo.

Nel 1895, fu docente di pianoforte a Wiesbaden; poi visse di nuovo aWeiden, a casa sua, dove scrisse grandi composizioni. Più oltre sitrasferì a Monaco, dove pensava di sviluppare meglio il suo talento,sia sotto il profilo di compositore sia sotto quello di pianistaconcertista.

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Nel 1907, fu chiamato a Lipsia, Direttore di musica dell’università edocente del Conservatorio Reale. Nel 1911 coronò la carrieradiventando Maestro di cappella di corte e, quindi, direttore

d’orchestra a Meiningen. La cappella di corte di Meiningen, ricca ditradizione, del Duca Georg II, intenditore delle arti, era allora unadelle migliori orchestre di Germania.All’inizio della Prima Guerra Mondiale, l’orchestra fu sciolta. Già pocoprima Reger aveva dovuto dare le dimissioni, per motivi di salute, esi era trasferito a Jena, da dove, una volta alla settimana, si recava aLipsia per la sua attività di docenza.Era felice del tempo libero che aveva così ottenuto, perché volevacomporre e parlava già di un nuovo “stile di Jena“.

A causa della sua morte prematura, non sappiamo quali sarebberostati i suoi sviluppi. Per avere un’idea del contesto storico, siconsideri che Arnold Schönberg, il grande pioniere della nuovamusica, nacque solo un anno dopo, nel 1874, a Vienna.Schönberg visse fino al 1951, Reger morì in piena Prima Guerra

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Orizzonti della fedeMondiale. I due vanno per strade completamente diverse.Schönberg, considerato pioniere della nuova musica, dal 1908abbandona, nelle sue composizioni, la tonalità maggiore-minore e,più tardi, sviluppa, come anche altri, la Dodecafonia. MentreSchönberg, dunque, traccia una via nuova nella musica, nella suateoria e sonorità, con talune esecuzioni che danno scandalo, l’attivitàdi Reger si riferisce alla “fine” di un cammino e quindi a una culturamusicale che declina all’inizio del Novecento.

Reger unisce tradizione e modernità, ma non abbandona mai latonalità classica. Senza le “tre B“ (Bach, Beethoven e Brahms), la suamusica sarebbe inconcepibile. Egli la porta ai suoi estremi limiti, sulpiano dell’armonia, della melodia e del contenuto, motivo per cui, inultima analisi, fa la stessa impressione della musica atonale e è statacontestata tanto quanto quella dei suoi colleghi “più moderni“.

Reger fu uno degli ultimi grandi della musica taroromantica: un“gigante“, secondo Paul Hindemith. La sua musica rispecchia sia latemperie di fine secolo sia le novità incipienti del primo Novecento.

In fondo, la musica di Reger non rispecchia solo la sua epoca, maanche una persona insicura, che lavorava furiosamente, senza requie,sensibile, con una certa tendenza allo humour tagliente, un po’ aspro.(Una volta, ascoltando un’orchestra provare, forse dovendo farlo, siaccese un sigaro. Quando gli si fece osservare che il fumo non eraconsentito, ribattè: “Giustissimo; qui si fa musica senza fuoco.“)

La quantità di lavori di Reger è enorme. L’opera omnia consta di 38volumi. Per esempio, con l’orchestra di Meiningen dette, nel 1912, 21concerti in 21 giorni, quasi ogni giorno in una città diversa (e questoin un’epoca in cui non si viaggiava comodi come oggi). E inoltre tenneun’ampia corrispondenza epistolare.

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Mandava giù grandi quantità di cibo e bevande e sembra che suonasseil piano meravigliosamente, anche sotto l’influsso dell’alcool. Di solito,scriveva subito “in bella“, componendo, cioè senza schizzi o appuntipreparatori. Era compositore di grande forza spirituale. Reger sidefiniva “cattolico fino alla punta dei capelli“ e, al tempo stesso,diceva: “I protestanti non sanno quel che hanno nel loro innario“,intendendo con ciò il tesoro dei corali evangelici, le loro melodie etesti.Reger creò un nuovo ambito stilistico nella musica per organo, conalcune grandi fantasie corali per organo, che, dopo l’introduzione,

traducono in musica le strofe, illuminandole, commentandole einterpretandole. Il testo di ogni strofa si trova, nella partituraorganistica, sempre sopra le note relative.

La maggior parte delle sue opere per organo sono molto difficili dasuonare; furono addirittura considerate non suonabili, finché Karl

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Straube, che fu più tardi organista alla Chiesa di S. Tommaso a Lipsia,dimostrò il contrario, suonando la maggior parte delle opere perorgano di Reger per la prima volta.

Spesso, le opere di Reger vengono semplicemente suonate troppovelocemente; i dati (originali) del metronomo sono sono sempregenerali e una frase di Reger dovrebbe oggi essere fatta oggetto dimaggiore attenzione: “Giovanotto, non suonare le mie cose cosìveloce, anche se c’è scritto diversamente“, come disse, una volta, adun organista di Dortmund, che stava provando una delle sue opereper un concerto.

Reger creò importante musica da camera, musica per archi, inni,grandi opere per orchestra, grandi opere per coro e orchestra. E creò,proprio nel senso della musica sacra evangelica, grandi opere acappella: i suoi mottetti op. 110 sono tra le opere più importanti percoro a cappella. Ancora oggi, spingono ogni coro fino al limite delleproprie possibilità, “parlando“, come accade in Schütz e in Bach, solonella lingua del Romanticismo alla sua fine.

Klaus Schulten

Per il 2017, anno di celebrazioni della Riforma, il signor Schulten presenteràil nostro organo, che è stato costruito anche grazie all’apporto di un allievodi Reger, in un nuovo CD.Questa volta i compositori saranno diversi, ma al centro del CD ci saràl’ultima grande opera per organo di Max Reger: la Fantasia e Fuga in Reminore, op. 135b, iniziata nel 1914 e terminata nel 1916. È molto adatta alnostro organo, che non è molto grande, ma è dotato di meravigliosi coloriromantici e quindi si apre alla musica per organo posteriore alla PrimaGuerra Mondiale, come gli ultimi pezzi di Reger.

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Discorso di Papa Francesco per il conferimentodel Premio Carlo Magno, 6 maggio 2016

Illustri Ospiti,

vi porgo il mio cordiale benvenuto e vi ringrazio per la vostrapresenza. Sono grato in particolare ai Signori Marcel Philipp, JürgenLinden, Martin Schulz, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk per le lorocortesi parole. Desidero ribadire la mia intenzione di offrire ilprestigioso Premio, di cui vengo onorato, per l’Europa: non compiamoinfatti un gesto celebrativo; cogliamo piuttosto l’occasione perauspicare insieme uno slancio nuovo e coraggioso per questo amatoContinente.

La creatività, l’ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai proprilimiti appartengono all’anima dell’Europa. Nel secolo scorso, essa hatestimoniato all’umanità che un nuovo inizio era possibile:

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dopo anni di tragici scontri, culminati nella guerra più terribile che siricordi, è sorta, con la grazia di Dio, una novità senza precedenti nellastoria. Le ceneri delle macerie non poterono estinguere la speranzae la ricerca dell’altro, che arsero nel cuore dei Padri fondatori delprogetto europeo. Essi gettarono le fondamenta di un baluardo dipace, di un edificio costruito da Stati che non si sono uniti perimposizione, ma per la libera scelta del bene comune, rinunciandoper sempre a fronteggiarsi. L’Europa, dopo tante divisioni, ritrovòfinalmente sé stessa e iniziò a edificare la sua casa.

Questa «famiglia di popoli»[1], lodevolmente diventata nel frattempopiù ampia, in tempi recenti sembra sentire meno proprie le mura dellacasa comune, talvolta innalzate scostandosi dall’illuminato progettoarchitettato dai Padri. Quell’atmosfera di novità, quell’ardentedesiderio di costruire l’unità paiono sempre più spenti; noi figli diquel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando alproprio utile e pensando di costruire recinti particolari. Tuttavia, sonoconvinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengonoall’anima dell’Europa e che anche «le difficoltà possono diventarepromotrici potenti di unità»[2].

Nel Parlamento europeo mi sono permesso di parlare di Europanonna. Dicevo agli Eurodeputati che da diverse parti cresceval’impressione generale di un’Europa stanca e invecchiata, non fertilee vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembranoaver perso forza attrattiva; un’Europa decaduta che sembra abbiaperso la sua capacità generatrice e creatrice. Un’Europa tentata divoler assicurare e dominare spazi più che generare processi diinclusione e trasformazione; un’Europa che si va “trincerando” invecedi privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società;dinamismi capaci di coinvolgere e mettere in movimento tutti gliattori sociali (gruppi e persone) nella ricerca di nuove soluzioni ai

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problemi attuali, che portino frutto in importanti avvenimentistorici; un’Europa che lungi dal proteggere spazi si renda madregeneratrice di processi (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 223).Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei dirittidell’uomo, della democrazia e della libertà? Che cosa ti è successo,Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa tiè successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandiuomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per ladignità dei loro fratelli?Lo scrittore Elie Wiesel, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti,diceva che oggi è capitale realizzare una “trasfusione di memoria”.È necessario “fare memoria”, prendere un po’ di distanza dalpresente per ascoltare la voce dei nostri antenati. La memoria nonsolo ci permetterà di non commettere gli stessi errori del passato(cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 108), ma ci darà accesso a quelleacquisizioni che hanno aiutato i nostri popoli ad attraversarepositivamente gli incroci storici che andavano incontrando. Latrasfusione della memoria ci libera da quella tendenza attualespesso più attraente di fabbricare in fretta sulle sabbie mobili deirisultati immediati che potrebbero produrre «una rendita politicafacile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezzaumana» (ibid., 224).

A tal fine ci farà bene evocare i Padri fondatori dell’Europa. Essiseppero cercare strade alternative, innovative in un contestosegnato dalle ferite della guerra. Essi ebbero l’audacia non solo disognare l’idea di Europa, ma osarono trasformare radicalmente i

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Ecumenismomodelli che provocavano soltanto violenza e distruzione. Osaronocercare soluzioni multilaterali ai problemi che poco a pocodiventavano comuni.Robert Schuman, in quello che molti riconoscono come l’atto dinascita della prima comunità europea, disse: «L’Europa non si faràin un colpo solo, né attraverso una costruzione d’insieme; essa si faràattraverso realizzazioni concrete, creanti anzitutto una solidarietà difatto»[3]. Proprio ora, in questo nostro mondo dilaniato e ferito,occorre ritornare a quella solidarietà di fatto, alla stessa generositàconcreta che seguì il secondo conflitto mondiale, perché –proseguiva Schuman – «la pace mondiale non potrà esseresalvaguardata senza sforzi creatori che siano all’altezza dei pericoliche la minacciano»[4]. I progetti dei Padri fondatori, araldi dellapace e profeti dell’avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più chemai, a costruire ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere unaccorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o dicompromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porrecoraggiosamente basi nuove, fortemente radicate;  come affermavaAlcide De Gasperi, «tutti egualmente animati dalla preoccupazione

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Ecumenismodel bene comune delle nostre patrie europee, della nostra PatriaEuropa», ricominciare, senza paura un «lavoro costruttivo che esigetutti i nostri sforzi di paziente e lunga cooperazione»[5].Questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passatoper affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare deinostri giorni, accettando con determinazione la sfida di “aggiornare”l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un nuovoumanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, lacapacità di dialogare e la capacità di generare.

Capacità di integrareErich Przywara, nella sua magnifica opera L’idea di Europa, ci sfida apensare la città come un luogo di convivenza tra varie istanze elivelli. Egli conosceva quella tendenza riduzionistica che abita in ognitentativo di pensare e sognare il tessuto sociale. La bellezza radicatain molte delle nostre città si deve al fatto che sono riuscite aconservare nel tempo le differenze di epoche, di nazioni, di stili, divisioni. Basta guardare l’inestimabile patrimonio culturale di Romaper confermare ancora una volta che la ricchezza e il valore di unpopolo si radica proprio nel saper articolare tutti questi livelli in unasana convivenza. I riduzionismi e tutti gli intenti uniformanti, lungidal generare valore, condannano i nostri popoli a una crudelepovertà: quella dell’esclusione. E lungi dall’apportare grandezza,ricchezza e bellezza, l’esclusione provoca viltà, ristrettezza ebrutalità. Lungi dal dare nobiltà allo spirito, gli apporta meschinità.Le radici dei nostri popoli, le radici dell’Europa si andaronoconsolidando nel corso della sua storia imparando a integrare insintesi sempre nuove le culture più diverse e senza apparentelegame tra loro. L’identità europea è, ed è sempre stata, un’identitàdinamica e multiculturale.L’attività politica sa di avere tra le mani questo lavoro fondamentalee non rinviabile. Sappiamo che «il tutto è più delle parti, e anche dellaloro semplice somma», per cui si dovrà sempre lavorare per«allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che

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Ecumenismoporterà benefici a tutti noi» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 235).Siamo invitati a promuovere un’integrazione che trova nellasolidarietà il modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire lastoria. Una solidarietà che non può mai essere confusa conl’elemosina, ma come generazione di opportunità perché tutti gliabitanti delle nostre città – e di tante altre città – possano svilupparela loro vita con dignità. Il tempo ci sta insegnando che non basta ilsolo inserimento geografico delle persone, ma la sfida è una forteintegrazione culturale.In questo modo la comunità dei popoli europei potrà vincere latentazione di ripiegarsi su paradigmi unilaterali e di avventurarsi in“colonizzazioni ideologiche”; riscoprirà piuttosto l’ampiezzadell’anima europea, nata dall’incontro di civiltà e popoli, più vastadegli attuali confini dell’Unione e chiamata a diventare modello dinuove sintesi e di dialogo. Il volto dell’Europa non si distingue infattinel contrapporsi ad altri, ma nel portare impressi i tratti di varieculture e la bellezza di vincere le chiusure. Senza questa capacità diintegrazione le parole pronunciate da Konrad Adenauer nel passatorisuoneranno oggi come profezia di futuro: «Il futuro dell’Occidentenon è tanto minacciato dalla tensione politica, quanto dal pericolodella massificazione, della uniformità del pensiero e del sentimento;in breve, da tutto il sistema di vita, dalla fuga dalla responsabilità,con l’unica preoccupazione per il proprio io»[6].

Capacità di dialogoSe c’è una parola che dobbiamo ripetere fino a stancarci è questa:dialogo. Siamo invitati a promuovere una cultura del dialogocercando con ogni mezzo di aprire istanze affinché questo siapossibile e ci permetta di ricostruire il tessuto sociale. La cultura deldialogo implica un autentico apprendistato, un’ascesi che ci aiuti ariconoscere l’altro come un interlocutore valido; che ci permetta diguardare lo straniero, il migrante, l’appartenente a un’altra culturacome un soggetto da ascoltare, considerato e apprezzato. E’ urgenteper noi oggi coinvolgere tutti gli attori sociali nel promuovere «unacultura che privilegi il dialogo come forma di incontro», portando

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Ecumenismoavanti «la ricercadi consenso e diaccordi, senzaperò separarladallapreoccupazioneper una societàgiusta, capace dimemoria e senzaesclusioni»(Esort. ap.Evangeliigaudium, 239). Lapace sarà duratura nella misura in cui armiamo i nostri figli con learmi del dialogo, insegniamo loro la buona battaglia dell’incontro edella negoziazione. In tal modo potremo lasciare loro in eredità unacultura che sappia delineare strategie non di morte ma di vita, non diesclusione ma di integrazione.Questa cultura del dialogo, che dovrebbe essere inserita in tutti icurriculi scolastici come asse trasversale delle discipline, aiuterà adinculcare nelle giovani generazioni un modo di risolvere i conflittidiverso da quello a cui li stiamo abituando. Oggi ci urge poterrealizzare “coalizioni” non più solamente militari o economiche maculturali, educative, filosofiche, religiose. Coalizioni che mettano inevidenza che, dietro molti conflitti, è spesso in gioco il potere digruppi economici. Coalizioni capaci di difendere il popolo dall’essereutilizzato per fini impropri. Armiamo la nostra gente con la culturadel dialogo e dell’incontro.

Capacità di generareIl dialogo e tutto ciò che esso comporta ci ricorda che nessuno puòlimitarsi ad essere spettatore né mero osservatore. Tutti, dal piùpiccolo al più grande, sono parte attiva nella costruzione di unasocietà integrata e riconciliata. Questa cultura è possibile se tutti

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Ecumenismopartecipiamo alla sua elaborazione e costruzione. La situazioneattuale non ammette meri osservatori di lotte altrui. Al contrario, èun forte appello alla responsabilità personale e sociale.In questo senso i nostri giovani hanno un ruolo preponderante. Essinon sono il futuro dei nostri popoli, sono il presente; sono quelli chegià oggi con i loro sogni, con la loro vita stanno forgiando lo spiritoeuropeo. Non possiamo pensare il domani senza offrire loro unareale partecipazione come agenti di cambiamento e ditrasformazione. Non possiamo immaginare l’Europa senza renderlipartecipi e protagonisti di questo sogno.Ultimamente ho riflettuto su questo aspetto e mi sono chiesto: comepossiamo fare partecipi i nostri giovani di questa costruzionequando li priviamo di lavoro; di lavori degni che permettano loro disvilupparsi per mezzo delle loro mani, della loro intelligenza e delleloro energie? Come pretendiamo di riconoscere ad essi il valore diprotagonisti, quando gli indici di disoccupazione e sottoccupazionedi milioni di giovani europei sono in aumento? Come evitare diperdere i nostri giovani, che finiscono per andarsene altrove in cercadi ideali e senso di appartenenza perché qui, nella loro terra, nonsappiamo offrire loro opportunità e valori?«La giusta distribuzione dei frutti della terra e del lavoro umano nonè mera filantropia. E’ un dovere morale».[7] Se vogliamo pensare lenostre società in un modo diverso, abbiamo bisogno di creare postidi lavoro dignitoso e ben remunerato, specialmente per i nostrigiovani.Ciò richiede la ricerca di nuovi modelli economici più inclusivi edequi, non orientati al servizio di pochi, ma al beneficio della gente edella società. E questo ci chiede il passaggio da un’economia liquidaa un’economia sociale. Penso ad esempio all’economia sociale dimercato, incoraggiata anche dai miei Predecessori (cfr GiovanniPaolo II, Discorso all’Ambasciatore della R.F. di Germania, 8 novembre1990). Passare da un’economia che punta al reddito e al profitto inbase alla speculazione e al prestito a interesse ad un’economiasociale che investa sulle persone creando posti di lavoro equalificazione.

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Dobbiamo passare da un’economia liquida, che tende a favorire lacorruzione come mezzo per ottenere profitti, a un’economia socialeche garantisce l’accesso alla terra, al tetto per mezzo del lavoro comeambito in cui le persone e le comunità possano mettere ingioco  «molte dimensioni della vita: la creatività, la proiezione nelfuturo, lo sviluppo delle capacità, l’esercizio dei valori, lacomunicazione con gli altri, un atteggiamento di adorazione. Perciòla realtà sociale del mondo di oggi, al di là degli interessi limitati delleimprese e di una discutibile razionalità economica, esige che “sicontinui a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro[…] per tutti”[8]» (Enc. Laudato si’, 127).Se vogliamo mirare a un futuro che sia dignitoso, se vogliamo unfuturo di pace per le nostre società, potremo raggiungerlo solamentepuntando sulla vera inclusione: «quella che dà il lavoro dignitoso,libero, creativo, partecipativo e solidale».[9]Questo passaggio (daun’economia liquida a un’economia sociale) non solo darà nuoveprospettive e opportunità concrete di integrazione e inclusione, maci aprirà nuovamente la capacità di sognare quell’umanesimo, di cuil’Europa è stata culla e sorgente.Alla rinascita di un’Europa affaticata, ma ancora ricca di energie e dipotenzialità, può e deve contribuire la Chiesa. Il suo compito coincidecon la sua missione: l’annuncio del Vangelo, che oggi più che mai sitraduce soprattutto nell’andare incontro alle ferite dell’uomo,portando la presenza forte e semplice di Gesù, la sua misericordiaconsolante e incoraggiante. Dio desidera abitare tra gli uomini, mapuò farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandievangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano ilVangelo, senza cercare altro. Solo una Chiesa ricca di testimoni potràridare l’acqua pura del Vangelo alle radici dell’Europa. In questo, ilcammino dei cristiani verso la piena unità è un grande segno deitempi, ma anche l’esigenza urgente di rispondere all’appello delSignore «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21).Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie,come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e

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di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo, «un costante camminodi umanizzazione», cui servono «memoria, coraggio, sana e umanautopia»[10]. Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancoramadre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offresperanze di vita. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino,che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca diaccoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sognoun’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane,perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto. Sognoun’Europa, in cui essere migrante non è delitto, bensì un invito ad unmaggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sognoun’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano labellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagliinfiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono unaresponsabilità e una gioia grande, non un problema dato dallamancanza di un lavoro sufficientemente stabile. Sogno un’Europadelle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui voltipiù che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento deibeni. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno,

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senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non sipossa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultimautopia. Grazie.

[1] Discorso al Parlamento europeo, Strasburgo, 25 novembre 2014.

[2] Ibid.

[3] Dichiarazione del 9 Maggio 1950, Salon de l’Horloge, Quai d’Orsay, Parigi.

[4] Ibid.

[5] Discorso alla Conferenza Parlamentare Europea, Parigi, 21 aprile 1954.

[6] Discorso all'Assemblea degli artigiani tedeschi, Düsseldorf, 27 aprile 1952.

[7] Discurso a los movimientos populares en Bolivia, Santa Cruz de la Sierra, 9luglio 2015.

[8] Benedetto XVI, Lett. Enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 32: AAS 101(2009), 666.

[9] Discurso a los movimientos populares en Bolivia, Santa Cruz de la Sierra, 9luglio 2015.

[10] Discorso al Consiglio d'Europa, Strasburgo, 25 novembre 2014.

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Vicinati

Casal Palocco Incontri il primo lunedı del mese.

Rom-Süd Incontri il secondo lunedı del mese.Contatto: Maria Alberti (tel.: 06.5041443)

Rom-Nord-West Incontri il secondo giovedı del mese.Contatto: Segreteria (tel.: 06.4817519)

Gruppo Italiano Incontri una volta al messe.Contatto: Anna Belli (tel.: 06.7915596)

Geruppo Giovani Contatto: Pastore Dr. Jens-Martin Kruse(tel.: 06.4817519)

Atti amministrativi

Batttesimi Josefine Herzig, 3 aprile 2016Alexander Herzig, 3 aprile 2016Matteo di Cicco, 10 aprile 2016Urs Wolfgang Victor Graf von Westarp, 28 aprile 2016

Nozze Udo Gümpel e Caterina Pesce, 30 aprile 2016

Esequie Erna Ilossi, 18 marzo 2016Wolfgang Künzli, 2 maggio 2016Ingrid Pipping, 6 maggio 2016

Nuovi membri della nostra comunitàRotraut Witschnig,Hinrich Thoelken, Franziska Zanker,Matteo di Cicco, Suse Tomassi

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EditoreConsiglio Presbiterale della ComunitàEvangelica Luterana di Roma

Redazione e impaginazionePastore Dr. Jens-Martin KruseVolontaria Hanna Mielke

Collaboratori M. Schulz, K. Schulten, T. Dieter,A. Belli (trad.)Periodicità trimestraleTiratura 400 copieTipografia www.gemeindebrief-in-farbe.de

Coordinate bancarieDeutsche Bank Pforzheim DE18 666 700 060 090059700

BIC: DEUT DE SM 666Banca Popolare di Novara IT55 X 05034 03255 0000 0000 2750

BIC: BAPPIT 21AI9

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21 agostoXIII D. d. Trinitatis

h. 10 Culto con S. Cena PR Stefan Schneck

28 agosto XIV D.d.T. h. 10 Culto di predicazione PR Anna Belli4 sett. XV D. d. Trin. h. 10 Culto con S. Cena P. Dr. Kruse11 settembreXVI D. d. Trinitatis

h. 10 Culto di benvenuto CB P. Dr. Kruse

18 settembreXVII D. d. Trinitatis

h. 10 Culto con S. Cena P. Dr. Kruse

25 settembreXVIII D. d. Trinit.

h. 10 Culto di predicazione P. Dr. Kruse

2 ottobre Ringraziamento

h. 10 Culto delle famigie per la Festa diRingraziamento per il Raccolto

Lit.: P. Dr. KrusePred.: Prof. Dr.

Dres. h.c.Christoph

Markschies(Berlino)

9 ottobreXX D. d. Trinitatis

h. 10 Culto di predicazione P. Dr. Kruse

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26 giugnoV D. d. Trinitatis

h. 10 Culto con ricordo dellaConfessione Augustana del 1530

P. Dr. Kruse

3 luglio VI D. d.Trin. h. 10 Culto di predicazione P. Stephan Rost10 luglioVII D. d. Trinitatis

h. 10 Culto con S. Cena P. Cyprian Matefy

17 luglio VIII D.d.Tr. h. 10 Culto di predicazione PR Anna Belli24 luglioIX D. d. Trinitatis

h. 10 Culto con S. Cena P. Dr. Kruse

31 luglio X D. d. Tr. h. 10 Culto di predicazione P. Andreas Latz7 agosto XI D. d. Tr. h. 10 Culto con S. Cena P. Dr. Kruse14 agostoXII D. d. Trinitatis

h. 10 Culto di predicazione P. Patrizia Müller

Culti e musica nella Chiesa luteranaSigle: P = Pastore; PR = Predicatore/trice; CB = culto dei bambini; I = culto in italiano

Culti

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68 Siamo membri della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI)www.chiesaluterana.it/de

Anna BelliVia Gorizia 22, 00043 [email protected] / 06.7915596

Anke de BernardinisVia Monti Parioli 49, 00197 [email protected] / 06.3218885Nina BewerungeVia Aventina 32 int. 4, 00153 [email protected] / 06.5743939

Christiane Bremer, Vice PresidenteVia di Santa Chiara 57, 00186 [email protected] /06.87786696

Anna-Claudia TeramoPiazza Verbano 8, Sc.2 Int.12, 00199 [email protected] / 06.8555686

Prof. Dr. Wolfram Thomas, PresidenteVia Teheran 15, 00135 [email protected] / 06.3296517

Dr. Johannes TimpeVia della Lungara 18, 00165 [email protected]/ 06.45492897

Gertrud WiedmerVia Michele Cantone 4, 00166 [email protected] / 06.6693290

PastoratoVia Toscana 7, 00187 RomaTel.: 06.4817519Fax: 06.42010417E-mail: [email protected]: www.ev-luth-gemeinde-rom.orgTwitter: @RomaLuterani

Orario d’ufficiodal lunedì al venerdì h. 9 - 13

Pastore Dr. Jens-Martin KruseSegretaria Marion SchulzVolontaria Hanna Mielke

Comunità EvangelicaLuterana di Roma Il nostro Consiglio