Notiziario - Chiesa Evangelica Luterana in Italia · 2019. 11. 29. · mani di Randi Kleinjung. La...

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Comunità Evangelica Luterana di Roma Notiziario Dicembre 2013 - febbario 2014 Vi auguriamo un Natale benedetto e buon Anno Nuovo!

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Comunità

Evangelica Luterana di

Roma

NotiziarioDicembre 2013 - febbario 2014

Vi auguriamo un Natale benedettoe buon Anno Nuovo!

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Di porte che si aprono

Cara Comunità,

“Di nuovo, tutti gli anni“: il tempo d’Avvento comincia e, con esso, ancheil tempo dei biscotti speziati di Natale, col loro profumo di arancia, cannellae chiodi di garofano. Suoni e musica d’Avvento si odono, di nuovo, in moltecase.

L’Avvento è un tempo in cui si aprono porte, e in modo speciale! Tra poco,canteremo di nuovo “O porte tutte, alzatevi, il Re di gloria giunge qui“.L’inno, che nell’innario bilingue ha il numero 100, è per così dire la portad’ingresso a tutti gli altri canti ed inni.

Veniamo sollecitati ad aprire le nostre porte al “Re dei Re“. Avvento significavenuta. Dio vuole venire da noi. Prende forma umana, in cammino verso dinoi. Viene incontro a noi maestosamente, come “Salvatore del mondo inter“e, al tempo stesso, si fa trovare da noi come Bambinello nella mangiatoia.Nell’Avvento, ci prepariamo alla venuta di Dio tra noi.

Molti di noi, almeno dal primo dicembre, aprono alla lettera delle porte;almeno, lo fanno i bambini colle porticine dei calendari d’Avvento, dietrocui trovano cioccolatini, immagini, storie o poesie, che abbreviamo l’attesadel Natale.

Aprire le nostre porte e i nostri portali significa anche aprire noi stessi.Ritrovare noi stessi, dare qualcosa di noi stessi. Non è sempre agevole. Aprirele porte interne del cuore vuol dire lasciare che Cristo getti lo sguardo nelnostro intimo. Con quale stato d’animo ognuno di noi, uomo e donna,attraversa l’Avvento? Forse dubbi e preoccupazioni tengono chiuse alcuneporte? Oppure la porta interna è chiusa e barricata da troppo lavoro e stress?

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Sono chiuse da molto tempo, le porte dell’Avvento; ce ne vuole, finché sischiudono in noi e noi, attraversandole, arriviamo in profondità e vastitàmaggiori. Non colla forza, ma colla pazienza: è così che si aprono, affinché,per mezzo di esse, guadagniamo uno spazio libero interiore più grande.Talvolta, si aprono in modo inaspettato, non programmato, per mostrarciquanto Dio ci sia vicino nella vita quotidiana.

Possiamo aprirci vicendevolmente le porte dell’Avvento, anche nella nostracomunità. Dove, alla lettera, le porte vengono aperte per il tradizionaleBazar dell’Avvento.

Possiamo aprirci vicendevolmente le porte dell’Avvento, attendendo Dionel cuore, pensando gli uni agli altri e pregando gli uni per gli altri.

“O porte tutte, alzatevi,il Re di gloria giunge qui.“

Facciamo entrare Dio tra noi!

In tal senso, Vi auguro un tempo d’Avvento e di Natale meditativo ebenedetto, con tanti momenti in cui si aprano anche per Voi (nuove)porte; non per ultima, quella dell’anno nuovo 2014!

Cordiali salutiVicaria Patrizia Müller

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Vita di Comunità

Tra i tanti incontri, impressioni e immagini della nostra vita comunitaria,dopo la pausa estiva, c’è un’immagine che mi piace particolarmente. Mostrai piccoli partecipanti del culto dei bambini, che, concentrati e interessati,siedono intorno alla Bibbia del nostro altare e ad altre edizioni della Scrittura.

La Bibbia si trova, nel vero senso della parola, al centro della nostra comunità;questo vale tanto per i bambini quanto per gli adulti. Un rapporto vivo enaturale col Libro dei Libri è assolutamente essenziale per la nostra fede.Perciò sono importanti sia le conoscenze sulla formazione, la nascita e lastoria della Bibbia sia il fatto che la prendiamo in mano, la leggiamo ecominciamo, così, a fare le nostre scoperte su Dio e noi esseri umani.

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Nelle settimane scorse, nel nostro occuparcidella Bibbia abbiamo messo un accentospeciale. A cominciare dal culto di benvenuto,il 15 settembre, dedicato al tema “Le miestorie preferite della Bibbia“, alle due lezionisulla Bibbia nel culto dei bambini, per finirecon le conferenze sull’Antico Testamento e iquattro Vangeli, tenute negli incontri divicinato.

Un secondo punto saliente, quest’autunno, è stato l’occuparsi di Francescod’Assisi. Dal 24 al 27 settembre si è svolta la prima gita di comunità “Sulleorme di Francesco“, ad Assisi. Sono state giornate piene, intense, conconferenze sulla vita di Francesco e Chiara, molte visite e incontri ad Assisie discussioni partecipate sugli impusi che possiamo acquisire, per la nostrafede, dall’incontro con Francesco d’Assisi. Tutto quel che abbiamo vissutoè confluito nel culto con S. Cena, caratterizzato dalle testimonianze di fedepersonali di tutti i partecipanti.

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Francesco d’Assisi è stato al centroanche della festa della Comunità diquest’anno, il 19 ottobre. Alle h. 8, 40persone della nostra comunità sonosalite in pullman, dirette ai conventifrancescani della Valle Reatina. Èstata una giornata magnifica: per losplendido clima autunnale, il lietospirito di comunione, la presenza diun vivace stuolo di bambini, ilpaesaggio glorioso e i bellissimi conventi; ed anche per lo squisito pranzo aPoggio Bustone e per l’assistenza di Doris Esche, che, col suo entusiasmoe talento, ha illustrato la vita di Francesco d’Assisi. La chiusura di questagiornata riuscita è stata costituita da un vespro francescano nel convento diFonte Colombo.

Infine, queste settimane sono state caratterizzate da una serie di cultiparticolari.

Il 29 settembre, Festa dell’Arcangelo Michele, ilVescovo lettone Einars Alpe è stato nostroospite e ha tenuto una predica di quelle chevanno in profondità.

Ottobre è stato caratterizzato da contribuitimusicali al culto, di tipo sui generis.

Nel culto delle famiglie per la Festa di Ringraziamento del Raccolto, duranteil quale è stato battezzato Thomas David Hausberg, e noi, insieme coibambini, abbiamo celebrato il ricordo del battesimo, il nostro Coro, direttodal M° Lorenzo Macrì, ha eseguito mirabilmente un brano della cantata di“Es wartet alles auf dich“ [Tutto attende Te] di Bach. Il pranzo a base dizuppe e minestre non ha saziato solo la comunità, ma anche un centinaioabbondante di ospiti. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hannocontribuito al buffet, facendo sì che la nostra comunità avesse un volto cosìospitale!

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Il culto della domenica seguente, 13ottobre, si è avvalso del contributo delcoro da camera di Braunschweig, che,diretto dal M° Johannes Kruse, si èesibito anche nella matinée dopo ilculto.

Il programma, articolato e interessante,con una serie di composizioni nonconosciute, e la qualità del coro hannoentusiasmato gli ascoltatori.

“Insolito ma suggestivo“: così si può definire il culto del 21 ottobre, che,per la prima volta nella storia della comunità, è stato celebrato in forma dimessa di S. Uberto. Allo scopo, è venuto dal Nord della Germania un gruppodi corni da caccia, il Parforcehorn-Bläser Schleswig-Holstein, che ha riempitola nostra chiesa di suoni nuovi.

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L’ultima domenica di ottobre, infine, la corale Kantorei Steinhagen è statanostra ospite e, insieme con la signora Müller, che vi aveva cantato duranteil suo periodo di vicariato, ha contribuito al culto.

E anche il nostro culto della Festadella Riforma, il 3 novembre, haavuto un’impronta musicalepeculiare. Da una parte, il nostrocoro ha eseguito i corali d’aperturae chiusura della cantata “Ein festeBurg ist unser Gott“ [Salda rocca èil nostro Dio] di Bach. Dall’altra,Livia Mazzanti (Organo) e MarikaLombardi (Oboe) hanno dato vita auna matinée bellissima sul tema“Riforma e Musica“.

Bella quanto la musica è stata lapredica di questo culto, tenuta daPadre Bernd Hagenkord SJ,Direttore della sezione germanofonadi Radio Vaticana. In modo intensoe stimolante, si è occupato della festadella Riforma col testo prescritto perquest’anno, tratto da Isaia 62, 6-12.Siamo oltremodo grati per questosegno di legame amichevole e diecumenismo riuscito a Roma!

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La nostra processione delle lanterne, per la festa di S. Martino, è diventatauna piccola,.meravigliosa tradizione. Quest’anno si è svolta il 15 novembre.Nonostante il clima piovoso, una buona quarantina di bambini e una trentinadi adulti sono andati in processione, colle loro lanterne, da via Toscana,passando per via Veneto, a Villa Borghese. Lì i bambini hanno recitato laleggenda di S. Martino e hanno condiviso golose oche di S. Martino, fattedi pasta, opra dellemani di RandiKleinjung. La pioggianon ha annacquato ilbuon umore e laprocessione dellelanterne è continuata,in atsmosfera allegra,fino alla suaconclusione nella saladella comunità, dovec’è stata la cena.

Abbiamo da poco alle spalle il Bazar, preparato con tanto impegno. Ed ora,l’anno ecclesiastico nuovo è ricominciato, col culto delle famiglie e il canto,insieme, degli inni d’Avvento, durante la prima domenica d’Avvento. Ciaspettano ancora tante manifestazioni e tanti culti, pieni di contenuto,durante l’Avvento e il Natale. Sono lieto, in particolare in questo periodospeciale, di incontrarvi e, per ora, Vi saluto cordialmente

Vostro Pastore Dr. Jens-Martin Kruse

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Grazie di cuore!

Quando il profumo dei rami d’abete si è diffuso nella casa della comunità,è stato chiaro che era cominciato un periodo speciale, per noi: il tempo delBazar.

Di giorno in giorno, la casa della comunità si è riempita di persone che, apassi rapidi, sparivano ognuna nel proprio settore per preparare tutto ciòche rende la giornata del Bazar attraente per i visitatori.

E, come sempre, le formule disaluto risuonano gioiose, quandole persone si rivedono dopo unanno dall’ultimo Bazar.Mentre si lavoro o si beve unatazza di caffè, ci si scambiano lenotizie sulle esperienze recenti e siviene informati di quel che èaccaduto nel frattempo.

Molte cose accadono, in questi giorni e settimane di preparativi, dietro lequinte: nella casa della comunità come nelle cucine delle case, nei soggiornie nelle cantine dei membri della comunità.

Centinaia di barattoli di marmellata vengono riempiti; si provano i giocattolidei bambini per vedere se funzionano; si lustrano vecchie stoviglie e sistimano collane di perle; si cuociono chili di dolci e biscotti di Natale; ramidi tuja vengono tagliati; candele vengono dotate di fil di ferro e siconfezionano corone dell’Avvento; si trasportano pile di zuppa di piselli; siprenotano biglietti aerei e si scelgono premi per la pesca di beneficenzaeccetera eccetera.

A ciò si aggiunge il sostegno ricevuto dall’Ambasciate Tedesche a Roma eda grandi aziende, Lufthansa, Mercedes Benz e dall’Hotel Victoria.

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Con l’impegno infaticabile e intenso di tante persone, non solo sono statiportati avanti i preparativi del Bazar, ma è anche cresciuta e si è approfondita,in modo molto bello, la comunione all’interno della comunità. Si avvertetangibilmente quel che l’apostolo Paolo considera segno distintivo dellacomunità di Gesù:

“Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hannouna medesima funzione, 5 così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo,

e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro. „ (Rm 12, 4-5).

Con stupore e gratitudine, abbiamo di nuovo vissuto un Bazar d’Avventopermeato da questo spirito!

A tutti coloro che hanno contribuito a far sì che la torre di buste, scatole dicartone e scatoloni, formatasi nella casa della comunità, si trasformasse inun Bazar pieno di offerte allettanti, va il nostro sentito ringraziamento!Con l’aiuto di ognuno, nella comunione della nostra comunità è sorto dinuovo un Bazar riuscito e bellissimo!

Mercoledì 11 dicembre 2013, alle h. 16, vi invitiamo sentitamente nella Saladella Comunità per il caffè di ringraziamento dei volontari del Bazar, chesarà anche festa di Natale del Gruppo Donne.

Pastore Dr. Kruse

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“L’altro Avvento“

mettere piede sul ponte tra sera e mattina

aongedo e venuta

cielo e mangiatoia

dar fede all’amore

e senitre che sostiene

Incamminatevi anche voi sul ponte che conduce all’Altro!

Dal 30 novembre al 6 gennaio, il calendario “Der Andere Advent“ [L’altroAvvento] offre orizzonti, grazie a testi e immagini, che stimolano lariflessione.

Già da molti anni, questo calendario accompagna molti adulti nel periododell’Avvento e del Natale. È curato dall’associazione ecumenica “AndereZeiten“ [Altri Tempi], che si è preposta di opporsi alla commercializzazionedel Natale e di costruire un ponte, grazie al quale, durante l’Avvento,possiamo aspettare e predisporci davvero al Natale.

Il calendario, che è in tedesco, e dal quale sono tratti la poesia e l’immagine,si può acquistare in segreteria al prezzo di € 10.

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Gita ad Assisi:Sulle orme di Francesco e Clara

La prima traccia di Francesco, raggiunta nel nostro viaggio, è stata la chiesadei pellegrini di S. Maria degli Angeli, pochi chilometri a Sud di Assisi, inorigine era un bosco di lecci. Sotto la sua ampia cupola, si trova laPorziuncula: una piccola costruzione a pianta rettangolare, di blocchi dipietra, con tetto a punta.

In questa chiesa di campagna del XII sec. pregò ilgiovane Francesco. A pochi passi di distanza, nelcoro, si onora il luovo in cui morì, di nuda pietra, inun’esigua cella dell’ex infermeria, oggi rivestita delmarmo della Cappella del Transito. Alcunecostruzioni antiche si appoggiano alle mura dellachiesa, primo convento francescano dopo lafondazione dell’ordine (1202). L’accettazione diChiara nella comunione ha avuto luogo,probabilmente, in uno di questi spazi.

Secondo incontro con Francesco, ad Assisi: S. Damiano, luogo in cui sentìla voce di Gesù, proveniente dal crocifisso di legno dipinto, dirgli: “Vade,Francisce, et repara domum meam“, esperienza che costituì il punto di svoltadella sua vita. Da una delle porte laterali della chiesetta si entra in alcuni localibassi, di legno, in cui Chiara visse con le consorelle e dove, anche, morì. "...Un esemplar intatto di convento del Dugento" (Touring Club 1922). I tettidi tegole, incastrati gli uni negli altri, si perdono tra gli olivi. La gioia per laNatura, predicata da Francesco, diventa esperienza.

Contrappunto a S. Damiano è l’Eremo delle Carceri. In una gola del MonteSubasio, che domina su Assisi a oriente, si trova la grotta dove Francescodormì e cui aggiunse un oratorio (cfr. i santuarii del Reatino).

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Ancora oggi i frati cercano quest’eremo, nascosto da alti lecci, per trovare inestate refrigerio e ombra.

La basilica, isolata, che si trova almargine occidentale estremo di Assisi,caratterizza il profilo urbano della città.Francesco non l’ha conosciuta. Nevenne avviata la costruzione, comechiesa della sua sepoltura, dopo la suamorte; già due anni dopo, la bara diFrancesco poté essere collocata sottol’altare. La sua grandezza non esprimeil desiderio del defunto, che aveva

predicato la modestia. Crescendo l’importanza di Francesco, e dopo la suacanonizzazione nel 1228, fu innalzata una chiesa di pellegrinaggio, compostadalla chiesa inferiore (la prima) e da quella superiore; si aggiunsero un chiostrocon colonne, sotto e una larga piazza, davanti all’entrata superiore, per grandistuoli di pellegrini.

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Sono le pareti interne della basilica,su cui si dipana la traccia più chiaradella vita di Francesco, a raccontaredi lui. In grandi quadri, sonoraffiugrati gli avvenimenti famosi, inparte messi a confronto con scenedell’Antico Testamento. Anche il suoinsegnamento è stato reso leggibilecon dipinti (per noi non sonocomprensibili senza interpretazione).Nella volta sopra l’altare della basilicainferiore, per esempio, si vedonoallegorie della sua regola: Povertà,Castità, Obbidienza. Le opere sonoattribuite a Giotto e a suoipredecessori, allievi e successori.Della prima fase dei dipinti si èconservata una Madonna diCimabue, cui si trova immediatamente accanto un ritratto di Francesco afigura intera, che adesso siamo in grado di comprendere meglio di quantopotessimo fare prima di questo viaggio.

Tracce del giovane Francesco si trovanonel centro cittadino, vicino alla piazzaprincipale, con le colonne del Tempio diMinerva; l’interesse di Goethe fu solo perquesto monumento, quando, mandataavanti la carrozza verso Foligno,raggiunse Assisi a piedi: “(...) Davanti aimiei occhi c’è il primo monumentocompleto dell’età antica che io veda.“

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Al luogo in cui, probabilmente, c’era lacasa dei genitori, ci conducono i gradiniche scendono, da una piazzetta, verso laChiesa Nuova; documentata dal 1398,l’edificio fu ricostruito in stile barocconel 1610. Nelle sue mura si vede una“prigione“ della grandezza di un uomo,senza finestre. Francesco vi sarebbe statorinchiuso per punizione, dopo avervenduto le stoffe del magazzino di suopadre e aver distribuito il ricavato aipoveri. Qualche gradino più giù, unaporta antica dà accesso ai locali dove ilpadre di Francesco svolgeva gli affari.

S. Rufino, che raggiungiamo, è lacattedrale romanica di Assisi; sitrova in posizione dominante,sopra alla piazza comunale. Inun’ala laterale, che a quei tempiserviva da aula di tribunale,Francesco, con fare dimostrativo,si srebbe tolto i vestiti e li avrebberidati al padre, quando questi loportò davanti al giudice persottrazione di denaro, merci etc.Con tale passo, si distaccòpubblicamente dalla vita che avevacondotto fino ad allora, quella difiglio ricco di un patrizio, ecomparì accanto al vescovo, che loavvolse nel suo manto.

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Santa Chiara, chiesa in cui è sepolta Chiara d’Assisi, che meriterebbe unarticolo a parte, l’abbiamo raggiunta dal lato Sud. Ha una facciata in classicostile gotico, con file orizzontali alternate di pietre bianche e rosa e un rosonecentrale. Il lato sinistro della navata è sostenuto da arcate colossali con lamedesima decorazione. Lo spazio interno, a navata unica, ha perduto granparte delle decorazioni pittoriche, ma ha una notevole cripta. Dal 1936,l’urna di Chiara è stata collocata in una costruzione di vetro centrale,circondata da larghe scale.

A S. Chiara ritroviamo la croce di legno di S. Damiano, il cui originale, oggi,è appeso qui, in una delle cappelle laterali. Questa croce è stata un po’ ilsimbolo del nostro viaggi e, adesso, è appesa davanti a noi. Gli occhi delCrocifisso sono aperti e vedono; i suoi dolori sono vinti. Sul suo esempio,Francesco visse per trasmetterlo, anche a noi; e questo è stato anche unodei motivi, per noi, di seguire le sue tracce.

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Ancora oggi, si entra in Assisi attraverso una porta nelle mura di cinta. Autoe non residenti restano fuori. L’Hotel Ancajani(nome della famigliaproprietaria dell’antico palazzo, restaurato) ci ha accolto cordialmente. C’èstata una buona cena di quattro portare, come pure negli altri giorni.Sedevamo in piccoli gruppi, in atmosfera confortevole.

La sala del quinto piano, in cui ci siamo riuniti perla meditazione alla mattina e alla sera, resta perme indimenticabile. La sua lunga parete difinestre, esposta a Sud-Ovest, offriva il panoramasulla pianura in lontananza e le dolci colline umbree ci ha regalato tramonti “dorati“.

Pastore e Vicaria hanno tenuto introduzioni, accuratamente preparate, sultema del viaggio. Il desiderio di guardare nella vita di Francesco e Chiara,conoscendo il loro contesto storico, ha fatto nascere domande e discussioni.Siamo diventati più attenti gli uni verso gli altri e più soddisfatti insieme. Lestrade e scale di Assisi, faticose, sono state affrontate valorosamente dalle“signore anziane“, sempre grate per la pazienza del giovane pastore e perl’attenzione premurosa della vicaria.

Ute Thoenes

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Famiglia con ritmoPosso rinunciare a tutto, a Natale: albero, regali (in caso di emergenza),compagnia della famiglia. Ma, almeno una volta nella stagione, devo cantareinni di Natale, se possibile in polifonia ben articolata. Perché questa è statala mia prima esperienza musicale collettiva: mia madre che suona ilpianoforte, con passione, senza spartito, trovando la chiave giusta per lenostre voci; mio padre, nonna, i miei fratelli maggiori e io siamo sedutiintorno al tavolo, su cui c’è la corona dell’Avvento; noi ragazzi bruciacchiamoaghi di abete colle candele, e via, si comincia.

Anzitutto, i classici, come “Dall’alto cielo in terra appar“, “Dal cepposecolare“ e “Abete“, e anche qualche inno ascetico come “S’approssima unnaviglio“. Poi, a richiesta, gli altri; e qui si davano voti, anche negati, comenel caso di “Astro del ciel“, a causa del fattore kitsch. Giudizio unanime: ma,per sicurezza, bisognava pure marchiarlo (“inno del parrucchiere“, a causadel verso “caro Bambino, così ricciolino“).Alcuni inni, come il mio preferito, “Venite, bambini“, sapevamo cantarli aanche a due o tre voci: uno dei miei fratelli, con timbro da basso, faceva ilpizzicato; cosa che, dato che eravamo negli anni ’50, aveva un piglio briosoe una tendenza vagamente antireligiosa.

Mio padre l’apprezzava; mia madre l’ignorava. In ogni caso, cantandobisognava evitare il pathos o una troppo marcata emozionalità; insomma,eravamo esseri razionali. D’altra parte, questo vociare insieme ci procuravauno spasso grandioso e non c’era necessità di tormentarsi con esercizi coni nostri strumenti. L’aspetto lievemente parodistico faceva sì, regolarmente,che ci si distendesse e che, nell’Avvento, si inserisse una nota allegra. Eracosì: ognuno aveva la sua voce e, in quest’occasione, tutti avevano gli stessidiritti, quale che fosse in quel momento il loro timbro, e, per un breveperiodo, non solo regnava la democrazia, ma c’era anche tregua delle armitra noi, tra genitori e figli, in un periodo di montanti turbolenzeadolescenziali.

Maren Kroymann(fonte: der andere advent 6.12.2012)

d’AVVENTO

I Dom.

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Sotto la StellaMeditazioni d’Avvento nella casa della comunità

Andiamo nel tempo d’Avvento, nella nosra comunità,vivendolo con consapevolezza.

La Stella ci indica il cammino attraverso questo tempo; è una Stella diHerrnhut, quella sotto cui, ogni mercoledì d’Avvento (4.12., 11.12., 18.12.),ci riuniamo alle h. 18.30 nella casa della comunità. Ci soffermiamo sotto diessa per qualche minuto; ascoltiamo la lettura di un testo breve o di unapoesia; cantiamo insieme un inno, diciamo una preghiera e ci rallegriamo invista del Natale.

Pastore Dr. Kruse

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Culto di mezzanotte, 24 dicembre 2013

"D’eterna luce il chiaror,dona al mondo altro splendor"

(GI 112,4)

Anche quest’anno celebreremo il culto di mezzanotte nella nostra chiesa,che comincerà alle h. 23. Il servizio divino è in italiano; le luci delle candele,la tanta muscia e i testi della Bibbia e della letteratura relativa alla Notte Santafanno di questa una notte speciale, in cui tutto è cambiato e che è detta santa,perché il Salvatore ha preso forma nel Bambino, adagiato nella mangiatoiadella stalla di Betlemme.

Pastore Dr. Kruse

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XIX Edizione del Festival MUSICOMETA

Giovedì26 dicembre

Proiezione des film muto„Christus“ (1916) di

Giulio Antamoro

Accompagnamento musicale, con improvvisazionicontemporanee, di

Frédéric Blanc, Organo

Il film narra la vita e la morte di Gesù Cristo. L’organista FrédéricBlanc improvvisa al nostro organo Steinmeyer.

Nei tempi andati era uso accompagnare i film muti con l’organodel cinema. Questa sera, vogliamo far rivivere tale tradizione.Frédéric Blanc interviene musicalmente nell’azione del film einterpreta le sue idee musicali sulle scene cinematografiche.

Lo spettatore segue con vista e udita, guardando il film eascoltando la musica dal vivo.

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XIX Edizione del Festival MUSICOMETA

Lunedì30 dicembre

“Nova stella,buona novella”

Concerto conLivia Mazzanti, Organo

e Sarah Nicoletti, Recitazione

Musiche di J. S. Bach, Ch. Ives, A. Scarlatti, S. BarberLettura di liriche classiche e moderne

I concerti si tengono sempre alleh. 21

nella Chiesa luteranaVia Sicilia 70.

Ingresso libero.

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V In italianoIl culto in italiano è celebrato la 2a domenica del mese alle h. 17; è precedutoda concerto d’organo alle h. 16.30Date: 8 dicembre, 12 gennaio, 9 febbraio, 9 marzoBilingueIl culto bilingue è celebrato la 4a domenica del mese alle h. 10.Date: 26 gennaio, 23 febbraio, 23 marzo

%Vigilia di Natale, 24 dicembre 2013h. 15.30 Culto delle famiglieh. 17.00 Culto della Vigilia di Nataleh. 23.00 Culto di mezzanotte (in italiano)Natale, 25 dicembre 2013 culto h. 1031 dicembre h. 18 Culto dell’Ultimo dell’Anno18 - 25 gennaio 2014 Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

Giornata Mondiale di Preghiera – Weltgebetstag“Fiumi nel deserto”

Liturgia preparata dalle donne dell’EgittoVenerdì 7 marzo 2014, ore 18.00

Chiesa Metodista, Via XX Settembre, angolo V. Firenze

&Mercoledì 11 dicembre 2013 h. 19 Incontro mensile col Pastore;tema:Altre date: 8 gennaio, 5 febbraio, 5 marzo 2014 In Via Toscana 7.

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^ Incontri ogni mercoledì h. 16 nella Sala della Comunità.11 dicembre 2013 Festa d’Avvento e Caffè di Ringraziamento per ivolontari del Baar. Sala della Comunità, Via Toscana 7.

k

Musicometa - il 26 dicembre 2013 proiezione del film muto “Christus“,con accompagnamento dal vivo all’organo di Frédéric Blanc.Il 30 dicembre 2013 alle h. 21 Concerto di Livia Mazzanti, organo, e SarahNicoletti, recitazione. Musiche di J.S. Bach, ch. Ives, A. Scarlatti,S. Barber.7-9 marzo 2014 Laboratorio di canto corale col Kantor Heinz-HermannGruber, di Lübbecke/Vestfalia nella casa della comunità in via Toscana. Sicomincia venerdì sera con orario 19.30-21.30. Sabato h. 9.30 - 18; è previstoil pranzo. Domenica appuntamento alle h. 9 per la prova dei canti da eseguireal culto. Per iscrizioni, contattate la segreteria segreteria, tel. 06-4817519.

Versetto biblico 2014

Il mio bene è stare unito a Dio.Sl 73, 28

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Regali di parole

Durante l’Avvento, voglio regalare parole.

Piccole, concretissime;perché ci sono parole che è peccato non dire.

Un pezzo di cartone robusto, una matita colorata:non mi occorre niente di più per colorare un biglietto pieno d’Allegria.

Lo metto, prima di una giornata faticosa, per mio maritosullo specchio del bagno.

Sullo schermo del computer della collega stressata metto Ozio.

Per mia zia, ritaglio lettere di cartoncino e le mandoBuon Natale in colori allegri; le piaccione, i puzzle.

Magari, faccio un regalo anche a me stessa:Sul mio comodino, metto Serenità.

Perché talvolta una sola parola rischiara un giorno intero.

Iris Macke(fonte: der andere advent 19.12.2012)

d’AVVENTOII DOM.

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Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani2014

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,questa volta, è intitolata: “Cristo è forse diviso?“,parole che si riferiscono al testo iniziale dellalettera che Paolo scrisse ai Corinzi (I Cor 1, 1-17).Il tema per le celebrazioni ecumeniche dellaSettimana 2014 è stato scelto dai cristianicanadesi, che hanno anche elaborato la liturgia.

Siete invitati ai culti e alle manifestazioni dellaSettimana di preghiera. Ecco le date da segnare:

Prestate attenzione al programma completo, che sarà disponibile in gennaio,per altri riti e manifestazioni della Settimana di preghiera per l’unità deicristiani.

Pastore Dr. Kruse

Dom. 19.1. h. 18.30 Celebrazione ecumenica nella Chiesa luterana.Predica: P. Benedikt Lautenbacher SJ, Rettore delPontificium Collegium Germanicum et Hungaricum

Mart. 21.1. h. 18.00 Celebrazione ecumenica nella Basilica diS. Paolo Fuori le MuraPredica: Pastore Dr. Kruse

Giov. 23.1. h. 18.30 Veglia Ecumenica Diocesana; Parrocchia deiSS. Martiri dell'Uganda, V. Adolfo Ravà 31

Sab. 25.1. h. 17.30 Celebrazione ecumenica nella Basilica di S.Paolo Fuori le Mura

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Gennaio 1964:incontro a Gerusalemme

tra Papa Paolo VI e il Patriarca Athenagoras

Quando, il 21 luglio 1969, si avverò il sogno dell’atterraggio sulla Luna,l’astronauta Neil Armstrong, subito prima di mettere piede sulla Luna,pronunciò queste parole famose: “Un piccolo passo per un uomo, ma ungrande salto per l’umanità.“

Un piccolo passo di tal genere eragià stato compiuto, cinque anniprima; non si impresse nellamemoria collettiva come avvenneper l’allunaggio, ma possiede unsignificato epocale per lacristianità: si tratta dell’incontrotra Papa Paolo VI (1897-1978) eil Patriarca Athenagoras (1886-1972), capo onorifico dellaChiesa ortodossa, avvenuto aGerusalemme il 5 gennaio 1964.

L’immagine dell’abbraccio tra idue capi di Chiesa, i cuipredecessori si erano incontratiper l’ultima volta mezzomillennio prima, marcasimbolicamente il nuovo iniziodei rapporti tra la Chiesa cattolicaromana e l’Ortodossia.

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L’iniziativa dell’incontro fu di Paolo VI. Alla fine del discorso del 4 dicembre1963, con cui concluse la seconda sessione del Concilio Vaticano II, informòi padri conciliari sul suo proposito di andare pellegrino in Terra Santa.Voleva, spiegò, andare a vedere i luoghi “in Palestina, dove Cristo nacque, visse,morì e risorto da morte salì al cielo, con l’intenzione di rievocare di persona i principalimisteri della nostra salvezza, cioè l’Incarnazione e la Redenzione. Vedremo quella terraveneranda, di dove San Pietro è partito e nella quale nessun suo Successore è mai tornato.Ma Noi umilissimamente e per brevissimo tempo vi ritorneremo in spirito di devotapreghiera, di rinnovamento spirituale.“ (30).

Il 4 gennaio 1964, Paolo VI partì dall’aeroporto di Fiumicino, dove loavevano salutato il Presidente Segni e il governo italiano, diretto ad Amman,in Giordania. Lì fu ricevuto all’atterraggio da Re Hussein e, con soste in rivaal Giordano e a Betania, fu scortato a Gerusalemme dalla polizia giordana.

Da Roma a Gersualemme: non è solo un itinerario di viaggio, ma è, al tempostesso, un programma teologico.Paolo VI viaggiò, come aveva più volte sottolineato, da modesto pellegrinoin Terra Santa, visitando a Betlemme, Nazareth e Gerusalemme i luoghilegati alla vita di Gesù, per pregarvi.

Ma, al tempo stesso, questo viaggio rientrò nel quadro del Concilio VaticanoII. Ai cardinali riuniti a Roma, il Papa spiegò di voler contribuire, col suoviaggio in Palestina, alla chiusura degna e al successo del Concilio, orientandolo sguardo dei padri conciliari a Gesù Cristo e agli inizi della fede. Perché ilrinnovamento della Chiesa, l’“aggiornamento“, dev’essere rivolto a Gesù Cristoe ricevere orientamento da lui.

Infine, il viaggio doveva servire a promuovere l’unità della cristianità, chePaolo VI, aprendo la seconda sessione conciliare, aveva definito come unodei temi salienti del Concilio.

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Nel suo radiomessagio di Natale, il 23 dicembre 1963, il Papa parlò di un“viaggio della ricerca e della speranza: la ricerca di quanti Ci sono in Cristo figli e fratelli.Non potremo nella centralità evangelica, rievocata da quella terra benedetta, nondomandare a Noi stessi: dov’è l’integrità del gregge di Cristo? dove sono gli agnelli e lepecore del suo ovile? sono tutti qui? e quelli che mancano? E non potremo perciò nonsupplicare il Pastore buono, Gesù, con le sue stesse parole: che si faccia un solo ovile edun solo Pastore!“

Gerusalemme, luogo dell’incontro col Patriarca ortodosso Athenagoras, erastata scelta in modo ponderato: molto più di Roma o Costantinopoli, la città,che legava tutti i cristiani, offriva la possibilità di un incontro nonsovraccarico fomalmente tra il Papa e il Patriarca. Ebbe luogo la sera del 5gennaio 1964, nella residenza del Delegato Apostolico sul Monte degli Olivi,a Gerusalemme, e fu caratterizzato da gesti pieni di rilevanza simbolica.

Il Papa ricevette il suo ospite all’inizio della Delegazione. Dopo un abbracciolungo, cordiale, Papa e Patriarca si scambiarono il bacio della pace. Fu piùdi un gesto spontaneo: in questo gesto, s’incontrarono due Chiese sorelle,separate da 900 anni. Poi, il Papa accompagnò il suo ospite nel salone deiricevimenti, dove i due s’intrattennero per 20 minuti in colloquio privato.

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Nel suo discroso, il Patriarca Athenagoras sottolineò l’importanzastraordinaria e la portata dell’incontro per la storia e la vita della Chiesa diCristo: “Da secoli, il mondo cristiano vive nella notte della divisione. I suoi occhi sonostanchi di guardare nelle tenebre.“ Ed espresse quest’augurio: “Possa quest’incontroessere l’aurora di un giorno nuovo, radioso e benedetto, in cui le generazioni future avrannoparte al medesimo calice del Santo Corpo e del Sangue prezioso del Signore, dell’unicoSignore e Redentore del mondo, lodandolo e glorificandolo nell’amore, nella pace e nell’unità.“

Al termine di queto primo incontro, recitarono insieme il Padre Nostro, inginocchio l’uno accanto all’altro. S’impegnarono, come interpretò il gestoJörg Ernesti, “davanti agli occhi del mondo a cercare l’unità e a esaminarele differenze, in verità e amore.“

Il giorno seguente, Paolo VI ricambiò la visita, andando da PatriarcaAthenagoras alla sede del Patriarcato ortodosso greco. Anche quest’incontrosi svolse in atmosfera cordiale; durò due ore, di cui 40 minuti furono occupatida un colloquio a quattrocchi tra i due protagonisti.

Paolo VI, nel suo discorso, evidenziò che le vie verso l’unità della cristianitàerano lunghe e difficili da ambo le parti. Ma, osservò il Papa, “le vie di entrambitendono a convergere e s’incontrano alle fonti del Vangelo.“ Le differenze di contenutonella dottrina, nella liturgia e nell’ordinamento ecclesiastico potranno essererisolte al tempo giusto e nel luogo giusto. “Ma quel già ora si può e si deveottenere“, constatò Paolo VI, “è l’approfondimento di l’amore fraterno che cerca vie epossibilità di attuazione nuove. L’amore che spinge a perdonare chi ha ricevutol’insegnamento delle esperienze passate; l’amore che fa vedere nell’altro iò che è buono piùdi cio che è cattivo e che, per parte sua, non cerca niente di più che di seguire le orme delRedentore divino.“

Dopo l’allocuzione del Papa, entrambi lessero, alternandosi nella letturalatino e greco, il capitolo 17° del Vangelo di Giovanni, nel passocorrispondente alla preghiera di Gesù per l’unità dei discepoli, e impartironoinsieme la benedizione.

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Infine, il Patriarca e il Papa s’incontrarono per la terza volta. Dopo il secondoincontro, Paolo VI si era recato al Patriarcato Latino. Sulla via del ritornoverso la Delegazione Apostolica, incontrò per caso il Patriarca Athenagoras,che era diretto al Patriarcato Ortodosso. S’intrattennero sulla pubblica viaper dieci minuti.

In un comunicato congiunto, Papa e Patriarca scrissero: “Quest’incontro nonpuò essere altrimenti inteso che come gesto fraterno, ispirato dall’amore per Cristo, chelasciò ai suoi discepoli il comandamento supremo di amarsi gli uni gli altri, di perdonarsivicendevolmente settantasette volte sette e di essere insieme una cosa sola.Entrambi i pellegrini, cogli occhi orientati a Cristo, col Padre archetipo e primo autoredell’unità e della pace, pregano Dio che quest’incontro sia segno ed esempio di cose future,ad onore di Dio e ad illuminazione del suo popolo credente.“

Quando Paolo VI, la sera del 6 gennaio 1963, tornò in Vaticano, si mostròancora una volta, alla gente in attesa, alla finestra del suo studio e disse: “[Hoavuto] la grande fortuna (...), stamattina, dopo secoli, di poter abbracciare il PatriarcaEcumenico di Costantinopoli e di scambiare con lui parole di pace, fratellanza, desideriodi unità, concordia ed onore per Cristo, di servizio utile all’umanità. Speriamo che questiinizi portino buoni frutti.“

Da Roma e Costantinopoli a Gerusalemme: l’incontro tra Papa Paolo VI eil Patriarca Athenagoras ebbe conseguenza una svolta nei rapporti tra leChiese cattolica romana e ortodossa. Il pellegrinaggio comune agli inizi delcristianesimo condusse a un miglioramento notevole dell’atmosfera tra laChiese occidentale e orientale e, dopo poco tempo, ad incontri e gestiecumenici ulteriori. Così, ancora nel 1964, il corpo di Andrea, capo degliapostoli, che è venerato in modo speciale nella Chiesa orientale, fu restituito,dopo oltre 500 anni, al Patriarcato Ecumenico.

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Un ulteriore atto di riconciliazione e comprensione fu compiuto in occasionedell’ultima seduta del Concilio Vaticano II, il 7 dicembre 1965: furonoabrogati gli anatemi reciproci, emanati dai rappresentanti di Roma e diCostantinopoli nel 1054, e che, da allora, avevano gravato sui rapporti tra leChiese orientale e occidentale.

Il Cardinal Bea, lesse il breve papale “Ambulate in dilectione“ (“Camminatenell’amore“), che, da parte romana, abrogava la scomunica. Dopo la lettura,un cerimoniere consegnò l’originale, scritto su pergamena, al Papa. Paolo VIaprì il rotolo e lo dette al rappresentante del Patriarca Athenagoras, ilMetropolita Melition di Eliopoli e Theira. Poi, si alzò in peidi e lo abbracciòfraternamente, tra gli applausi calorosi dell’assemblea.

Contemporaneamente, a Costantinopoli, nella Chiesa di S. Giorgio, ilPatriarca Athenagoras ricevette una delegazione pontificia, guidata dalCardinalarcivescovo L. Shehan di Baltimora (USA), cui, da parte sua,consegnò il “thomos“ (parola greca corrispondente a “breve“) conl’abrogazione della scomunica.

Da Roma a Gerusalemme: un piccolo passo per un uomo, maun grande salto per l’ecumenismo!

Pastore Dr. Kruse

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L’annuncio

In ultimo, in treno, proprio accanto a te, il pigolio digitale, miserabile e lieto,di un telefonino; e tu sai che adesso non potrai finire di leggere in pace lapagina davanti a te. Dovrai ascoltare anche tu dove vanno cercati, in ufficio,certi documenti oppure perché la seduta è stata rinviata alla settimanaprossima o in quale ristorante ci si vede alle h. 19. Per farla breve: sei legatostretto agli orrori quotidiani, che non puoi fare a meno di ascoltare. Ed eccoche un giovane uomo tira fuori dalla tasca il suo telefonino, risponde e poidice, ad alta voce:

“No! Quando? Ieri notte? E che cos’è? Un maschio?Carino! 3 chili e mezzo? E come sta Jeannette? Bello!Salutamela, eh! Come? Oliver?...“

E su noi tutti, seduti lì vicino, e che eravamo distratti e disturbati dal dialogo,balugina la commozione, perché abbiamo appena ricevuto il messaggioantichissimo che ci è nato un bambino.

Franz Hohler(fonte: der andere advent 26.12.2012)

d’AVVENTOIII DOM.

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Chiara d’Assisi,amica dei poveri e patrona della televisione

Da quando il nuovo Papa si è scelto il nome, Francesco d’Assisi è sulla boccadi tutti. Ma la storia del suo successo è incomprensibile se non si consideraanche l’importanza del ramo femminile dell’ordine francescano. In breve:Francesco non è pensabile senza Chiara!

Che, però, di solito è nascosta dall’ombra del grande fondatore dell’ordine.E allora, desidero gettare luce su Chiara e farvela conoscere un po’ meglio.

Chiara di Favarone nacque ad Assisi nel 1193 o nel1194, figlia maggiore di una famiglia nobiliare, dellastirpe di Offreduccio. Ben custodita, Chiara crebbe,inizialmente, colle sorelle Caterina e Beatrice.L’istruzione venne impartita alle fanciulle da precettorireligiosi, in lezioni private a casa. La madre di Chiara,Ortulana, era molto pia e, per i tempi di allora, era unadonna piuttosto insolita. Andò in pellegrinaggio aSantiago de Compostela e a Gerusalemme. Così, lafamiglia sperimenta presto un’ampiezza spirituale nellasua vita religiosa.

Quando Chiara, nella prima giovinezza, ascolta le prediche di Francesco, di12 anni più grande di lei, sente crescere la decisione di consacrare la vita aDio e di seguire Cristo nel modo in cui Francesco lo fa, vivendolo a mo’ diesempio per i suo confratelli, vale a dire in povertà assoluta.

In questo modo, Chiara ostacola i piani della sua famiglia, che prevedevanoper lei il matrimonio all’interno della nobiltà, in accordo col loro stato sociale.In quei tempi, per le donne c’erano solo due possibilità: o sposarsinell’ambiete aristocratico o andare in convento. Ma Chiara sceglie una terzavia: dà via la sua dote e diventa povera.

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La Domenica delle Palme del 1212, fugge di notte dalla casa dei genitori,rifugiandosi dai frati minori. Secondo la leggenda, Francesco le taglia i capellie la riveste del ruvido abito della penitenza.

L’aveva rafforzata nel suo proposito,promettendole il suo appoggio.Soprattutto, c’è un legame profondo, traFrancesco e Chiara, che dura fino allamorte di lui.

Insieme, fondano una comunitàfemminile a S. Damiano, alle porte diAssisi, che continua nella sequela di lei.Chiara stessa vive lì fino alla morte.

Il modello di vita della comunione, delle“povere donne di S. Damiano“, si puòdescrivere nel modo migliore ricorrendoalle sorelle Marta e Maria. Le amiche diGesù vivono in una casa aperta, a pocadistanza dalla città. Città e silenzio sono,per così dire, i costituenti della loro vita.In altre parole: diaconia e riflessioneinteriore nella preghiera. Grazie allavicinanza alla città, per le sorelle èpossibile occuparsi degli emarginati della società, che vivono fuori delle muradi Assisi. Al tempo stesso, le sorelle contano sulla solidarietà della città,chiedendo ai cittadini offerte di generi alimentari, che non possono ottenereda sole.

Fino al 1214, Francesco è considerato il responsabile effettivo della comunitàfemminile, che in quel periodo è costituita di otto donne. Francesco ha scrittoper loro una “forma vivendi“ (forma di vita), che più tardi sarà accolta daChiara nella sua regola e nel suo testamento.

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Nel 1215, Chiara diventa Badessa della comunità. Ma non intende questacarica in senso gerarchico. Al contrario, definisce se stessa “la più umile eindegna ancella di Cristo e serva delle povere dame.“

Nel 1216, Papa Innocenzo III garantisce alle sorelle l’assenza di beni radicale,emanando per loro il “Privilegio della povertà“. Così, la forma di vita dellacomunità, che per l’epoca era qualcosa di nuovo, trova riconoscimentoufficiale in assoluta assenza di beni.

Ma di continuo ci sono attriti coi papi, che vogliono inserire la comunitàfemminile dentro strutture monastiche esistenti, con proprietà e clausurarigorosa. Chiara lotta fino alla morte perché il privilegio della povertà continuiad essere assicurato. Conservando la sua povertà radicale, resta dipendentedalla gente di S. Damiano e dagli abitanti di Assisi, e quindi dallo scambio didoni e preoccupazioni. Ottiene la conferma del privilegio di povertà da PapaGregorio IX.

Nel 1224, lo stato di salute di Chiarapeggiora rapidamente. Da quelmomento, è costretta a letto per periodisempre più lunghi. Da una parte,questo è dovuto alla pratica rigorosadel digiuno; d’altra parte, alcuni indizifanno supporre una patologiareumatica.

Il modello di vita sull’esempio di Francesco e Chiara, negli anni ’20 del XIIIsec., trova sempre maggiore risonanza. Mentre i frati si diffondono in tuttaEuropa, Chiara allaccia una complessa rete di contatti. In Agnese di Prgatrova un’altra alleata, con cui si sviluppa uno stretto scambio epistolare.Insieme, progettano di formulare una propria regola per la comunità, perassicurarsi il pieno riconoscimento papale e l’autonomia dai frati minori.

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Dal 1247 comincia il progetto della propria regola, basata sulla Regola diFrancesco. Intorno al 1250 Chiara osa presentare la sua Regola a InnocenzoIV.

A letto per l’ultima volta, due giorni prima di morire, Chiara riceve la bolladi conferma del papa e la bacia, piena di grandissima gioia.L’11 agosto 1253, Chiara muore a S. Damiano. Le sue ultime paroleesprimono la sua profonda fede del creato, che condivideva con Francesco:«E tu Signore sii benedetto, che mi hai creata».Alla sua morte, l’ordine conta almeno 170 conventi. Due anni dopo, vienecanonizzata.

Fu una donna che impressiona, questa Chiara d’Assisi. Profondamenteanimata e mossa da Dio, per tutta la vita resta ferma, in modo autentico,nelle sue decisioni e nella sua spiritualit. Fronteggia diversi papi per imporreil modello di vita francescano per le donne.

Così, Chiara funge da modello di dialogo e di resistenza non-violenta: collasua energia e il suo carisma, convince i capi della Chiesa del suo tempo e,col suo atteggiamento di fede forte, salva due volte Assisi dai saraceni(1240/41): Chiara mostra loro l’ostensorio, che li abbaglia, così che gliassedianti, pensando a un miracolo, se ne vanno.

La vita di Chiara è caratterizzata da molte amicizie e legami di solidarietà:intende se stessa anzitutto come amica di Dio, e parimenti come amica deipoveri e dei malati di Assisi; e, naturalmente, come persona di fiducia piùvicina a Francesco.

E, per finire, un aneddoto “attuale“.Secondo la leggenda di una visione di Natale, che narra come Chiara, allettataper malattia, avrebbe ascoltato strumenti e canti dei frati nella Chiesa di S.Francesco, nel 1958 Papa Pio XII la proclamò patrona della televisione.

Vicaria Patrizia Müller

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La comunità ha bisogno del vostro sostegno!

Cara Comunità,

durante l’Avvento viviamo la comunione ecclesiale in modo magari piùintenso del solito. Nei culti d’Avvento, nei preparativi per il Bazar, nelleoccasioni in cui cantiamo insieme gli inni d’Avvento, nel provare coi bambiniil presepio vivente, magari in un concerto con cui ci uniamo all’atmosferadi festa.

Ma non è solo la comunione tra noi cristiani evangelici, ciò che viviamo nellacomunità: ci impegniamo anche per gli altri, per i poveri, le persone sole emalate della nostra città di Roma. Può trattarsi del contatto con singolepersone, che aiutiamo dando abbigliamento, denaro o cibo, o che magariaiutiamo procurando una sedia a rotelle o un letto per malati; oppure, puòtrattarsi di progetti di portata più ampia.

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A settimane alterne, i poveri vengono allacomunità per la colazione. Oltre a caffè ecornetti, ricevono capi d’abbigliamento,piccole somme di denaro e, se necessario,medicine senza obbligo di ricetta. Ogni volta,vengono circa 80 persone, che sosteniamoin questo modo.

Col “Progetto Orsacchiotto“ aiutiamo, inmodo concreto, giovani madri. Ricevono danoi pannolini per un mese, abbigliamento egiocattoli, che provengono da offerte. Siamoorgogliosi di aiutare in questo modo 60famiglie.

Ma come fa la comunità a finanziare questo lavoro?Poiché siamo indipendenti dalla Chiesa Evangelica in Germania (EKD),non riceviamo i fondi della tassa di religione tedesca. È vero che lo Statoitaliano trasmette alla CELI (Chiesa Evangelica Luterana in Italia) la partespettante dell’otto per mille (OPM), di cui riceviamo una quota. Percalcolarla, si ricorre al numero dei membri di comunità: maggiore è il loronumero, maggiore è la quota di fondi OPM che le viene girata. Comunque,questi fondi sono rigidamente legati alla loro destinazione. Il nostro effettivolavoro di comunità, vale a dire quello con i confermandi, il gruppo donne,il culto dei bambini, le offerte culturali o la musica sacra, viene finanziatodai contributi dei membri alla comunità e dalle offerte. Essi costituiscono ilfondamento del nostro bilancio.

Riguardo a ciò, spesso si dimentica, e alcuni lo ignorano del tutto, chedobbiamo finanziarci da soli. Perciò vi preghiamo di versare il vostrocontributo, anche se è piccolo. Affinché, anche in futuro, possiamo viverela comunione, insieme e per il nostro prossimo.

Nina Bewerunge

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La Catacomba di Vigna Randanini

Innumerevoli pellegrini, venuti a Roma, anche evangelici, visitano leaffascinanti catacombe paleocristiane dell’Appia Antica. Ma pochi sannoche, proprio dietro quest’area, si è molto ben conservata anche la catacombaebraica. Un nostro membro di chiesa, il signor Hüselbusch , l’ha visitata eci ha riferito questo:

“Il punto d’incontro è in Via Appia Pignatelli 4, la data il 7 ottobre alle h.14.30. Siate puntuali!“ Così era scritto (naturalmente, in italiano) sulcomunicato dell’Associazione Stampa Estera a Roma. Era l’invito rinnovato,ai membri interessati, a partecipare ad un evento molto insolito: la visitadell’unica catacomba ebraica accessibile nella Città Eterna. Quella che, dallasua ubicazione, è detta di Vigna Randanini; si tratta di un cimitero anticosotto la vigna del suo scopritore, Randanini.

Questa catacomba, in effetti, è proprietà privata. Perché si trova su un grandeterreno di una famiglia nobile romana. Ma ad essere competente per l’excimitero è delle autorità archeologiche statali. Le visite, in piccoli gruppi,vengono organizzate su prenotazione dagli ebrei di Roma. Dal puntod’incontro si scende verso un piccolo cortile, dove un membro dellaComunità Ebraica consegna a tutti gli uomini la kippà, il tipico zucchettoebraico (a noi l’ha dato Guido Rosati) e distribuisce torce a tutti.

Torce? Sì, sono necessarie, spiega Rosati, perché queste catacombe, adifferenza di quelle, molto visitate, paleocristiane, non sono illuminate conla corrente elettrica. Poi Rosati illustra il contesto storico-culturale. E ognitanto deve cominciare da lontano, a ragione.

Già nel II sec. a.C. c’era un gruppo di ebrei a Roma. La comunità ebraicacrebbe, nel periodo imperiale, arrivando a 40.000 membri. Ma le catacombeebraiche sono nate più tardi degli equivalenti cimiteri cristiani, vale a dire nelIII o IV sec.

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Le catacombe fanno parte dell’antica tradizione per cui i morti vengonotrattati con pietà, ma sepolti fuori degli insediamenti. A causa della crescentescarsità del suolo e dei rincari del prezzo dei terreni, si costruirono luoghi disepoltura sotterranei, traendo vantaggio dal tufo della Campagna Romana,facilmente lavorabile. Dopo il V secolo non furono più usati, finirononell’oblio e furono riscoperti e studiati solo nel XIX secolo.

L’interesse principale, però, come è comprensibile, trattandosi della città deipapi, andò alle catacombe cristiane, specie a quelle nell’area dell’Appia Antica.Tra gli abitanti della zona che si procurarono una licenza per gli scavi dalloStato della Chiesa, c’era anche Giuseppe Randanini. Il 2 maggio 1859,comunicò al ministero di aver trovato vani di tombe, “che sembrano esserecatacombe ebraiche.“ Una scoperta sensazionale! Perché sia Randanini sia ilministro, Mons. Amici, non si erano aspettati di trovare qui proprio unacatacomba ebraica.

Gli scavi proseguirono. Nel 1896, la famiglia Randanini dovette vendere lavigna, insieme coll’ex cimitero. Dal 1984, anno in cui fu rivisto il Concordato,lo Stato italiano ha la soprintendenza sui siti archeologici.

Mentre la guida turistica Guido spiegava tutto questo, i visitatori procedevanocautamente, con l’aiuto delle torce, per i corridoi bui. Poi Guido hacontinuato a fornire informazioni. La catacomba “interessa un’area di circa18.000 mq; si sviluppa su due piani per 700 m complessivi di gallerie.“ Adifferenza delle catacombe cristiane, “non ci sono cappelle“. Ci sonocaratteristiche tipicamente ebraiche: tombe sistemate non parallelamente, maad angolo retto, rispetto all’andamento dei corridoi scavati nel tufo. I moltiepitaffi sono scritti di norma in greco o in latino; solo una piccola parte èscritta in aramaico.

Le tre camere funerarie, ordinate da ebrei benestanti per le loro famiglie,sono decorate con dipinti suggestivi. Anzitutto, c’è il vano con laraffigurazionen della menorah, il candelabro a sette bracci; questo particolarebastò da solo, ai tempi della scoperta, a far classificare la catacomba comeebraica.

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Un altro spazio è detto “Cubicolo delle Palme“, perché ai suoi quattro angolisono dipinte palme, che, secondo i salmi della Bibbia, sono simboli delgiusto. Particolarmente fantasiosa è la decorazione della terza camera che,per la raffigurazione di cavalli alati, è detta “Cubicolo dei Pegasi“. Variparticolari della decorazione fanno supporre che questa parte dellacatacomba fosse, in origine, pagana e che poi sia stata acquista da ebrei.

Ore 16, fine della visita. Nel cortile, all’uscita, la guida Guido sottolinea che,delle sei catacombe ebraiche di Roma, questa è l’unica visitabile. “Ed è lacatacomba ebraica meglio conservata di tutto il Mediterraneo“, informa.Andando via, i visitatori restituiscono la kippà all’organizzatore ebreo dellavisita. Che, però, rifiuta sorridendo: “Potete tenerla. Per ricordo.“

Bernhard Hülsebusch

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Con la Stella di Natale del 1940Il giorno chiude il suo corso,La tenebra si alza;Ma lassù veglia la Stella,

Messaggero inviato prima della Luce,E copre il buio mare e la terra;

Guardiamola doppiamente volentieri.

Oh, guarda il nostro conflitto!È inverno intorno; il tempoVa lentamente verso la mezzanotte.

Mostra al nostro occhio la consolazione degli occhi,Il tralcio verde nella neve e nel gelo,

Bambino di grande potere.

Riluci a noi, e poi resta fermo,Affinché vediamo la mangiatoiaE, nella mangiatoia, Lui,

Qui, con pastori e angeli,Come se fossimo nella luminosa sala del cielo;

Su fosca terra ci inginocchiamo.

Cantano sopra il campo:Non sei perduto, mondo;Il tuo Salvatore è stato rivelato.

Benché ogni tempo vada verso la morte,Sull’ultima soglia c’è

Dio col suo nuovo anno.

Rudolf Alexander Schröder

d’AVVENTOIV DOM

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Fiumi nel deserto:la Giornata Mondiale di Preghiera

delle donne egiziane

Venerdì 7 marzo 2014, in tutto il mondo si celebrano i culti della GiornataMondiale di Preghiera (GMP).

In tempi di rivolgimenti politici e sociali, la GMP 2014 viene dall’Egitto. Inmezzo alla “primavera araba“, le donne del comitato egiziano hanno redattoil loro culto. Le loro preghiere e visioni sono altamente attuali: tutte lepersone in Egitto, cristiani e musulmani, sperimenteranno che pace e giustiziasi fanno strada, come fiumi nel deserto!(Is 41, 18 e ss.) In tutto l’orbeterracqueo, venerdì 7 marzo 2014 uomini e donne si riuniranno per i cultidella GMP, unendosi a questa speranza.

L’acqua è il tema del culto, sia simbolicamente sia concretamente. Da unaparte, in Egitto ci sono risorse a rischio, dato che è uno dei Paesi più poverid’acqua della Terra. D’altra part, i fiumi servono come simbolo di speranzaper i cristiani d’Egitto, che soffrono per le intimidazioni e la violenza delleforze radicali islamiste.

Che cristiani e musulmani, ricchi e poveri, donne e uomini nel 2011 e nel2013 abbiamo protestato insieme per la libertà e la giustizia sociale, ha infusosperanza in molti. Con riferimento alle richieste di allora, la GMP interrogasulla situazione attuale, guardando soprattutto alle donne egiziane. Con lacolletta del culto di Roma vogliamo sostenere un progetto in Egitto a favoredell’istruzione delle bambine e della compartecipazione delle donne alledecisioni politiche.

Lisa Schürmann(Weltgebetstag der Frauen - Deutsches Komitee e. V.,

Comitato tedesco della GMP)

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Vicinati

Incontri il primo lunedì del mese.

Incontri il secondo giovedì del mese.Contatto: segreteria (Tel.: 06.4817519)

Incontri il secondo lunedì del mese.Contatto: Maria Alberti (Tel.:

06.5041443)

BattesimiJohn Eliot Meshon, 07.09.2013

Katrin Robyn Meshon, 07.09.2013Sofia Conti, 07.09.2013

Thomas David Hausberg, 06.10.2013

Accogliamlo i nuovi membri della comunità: Julia Kneipe Friedrich Lincke

Verena Adler

NozzeElar e Jane Sarapuu, 29.09.2013

Jakub e Sylwia Domagalski, 05.10.2013

EsequieDoris Johanna Maier, n. il 27.12.1934, m. il 29.10.2013

Angela von Mumm, n. il 12.05.1924, m. il 3.11.2013

Gruppi

Incontri una volta al mese. Contatto: Anna Belli (Tel.:

06.7915596)

Contatto: Pastore Dr. Jens-MartinKruse (Tel.: 06.4817519)

Editore: Consiglio Presbiterale della Comunità Evangelica Luterana di RomaRedazione e impaginazione: Pastore Dr. Jens-Martin Kruse, Volontaria Julia FritzCollaboratori: K. Krummacher, M. Schulz, D. Esch, P. Müller, N. Bewerunge, B.Hülsebusch, U. Thoenes, A. Belli (traduzione e adattamento)Periodicità: trimestraleTiratura: 100 copie

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19 gennaioII Dom. dopo l'Epifania

h. 10.00 Culto con S. Cena (CB)h. 18.30 Celebrazione ecumenica col CollegiumGermanicum et Hungaricum e la parrocchia di S. Mariadell'Anima. Nella nostra chiesa.

Vicaria Müller

25 gennaio(Settimana di Preghiera perl’Unità dei Cristiani)

h. 17.30 Celebrazione ecumenica nella Basilica di S. PaoloFuori le Mura per la chiusura della Settimana di Preghieraper l’Unità dei Cristiani

26 gennaioIII Dom. d. l'Epifania

h. 10.00 Culto di predicazione (D+I) P. Dr. Kruse

2 febbraioIV Dom. d. l'Epifania

h. 10.00 Culto con S. Cena (CB) Vicaria Müller

9 febbraioUltima D. d.l'Epifania

h. 10.00 Culto di predicazioneh. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena (I)

P. Dr. KruseP. Dr. Kruse

16 febbraioSeptuagesimae

h. 10.00 Culto di predicazione Vicaria Müller

23 febbraioSexagesimae

h. 10.00 Culto con S. Cena (D+I) Vicaria Müller

2 marzoEstomihi

h. 10.00 Culto di predicazione Pred. Anna Belli

9 marzoInvocavit

h. 10.00 Culto con S. Cena e coro del laboratorio con H.H.Grubeh. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena (I)

P. Dr. Kruse

Vicaria Müller16 marzoReminiscere

h. 10.00 Culto di predicazione (CB) Vicaria Müller

23 marzoOculi

h. 10.00 Culto con S. Cena Pred.:Prof. Dr. MarkschiesLit.: P. Dr. Kruse

8 dicembreII Dom. d’Avvento

h. 10.00 Culto di predicazioneh. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena in lingua italiana(I)

P. Dr. KruseP. Dr. Kruse

15 dicembreIII Dom. d'Avvento

h. 10.00 Culto con S. Cena(CB)

Vicaria Müller

22 dicembreIV Dom. d'Avvento

h. 10.00 Culto delle famiglie; con inni d’Avvento edecorazione dell’Albero

P. Dr. Kruse

24 dicembreVigilia di Natale

h. 15.30 Christvesper mit Krippenspielh. 17.00 Christvesper

h. 23.00 Christmette (I)

Gruppo CB Vicaria Müller, P. Dr. KruseVicaria Müller, P. Dr. Kruse

25 dicembreNatale

h. 10.00 Culto con S. Cena P. Dr. Kruse

29 dicembreI Dom. dopo Natale

h. 10.00 Culto di predicazione Vicaria Müller

31 dicembreUltimo dell’Anno

h. 18.00 Culto con S. Cena per la Fine d’Anno P. Dr. Kruse

5 gennaioII Dom. dopo Natale

h. 10.00 Culto con S. Cena Vicaria Müller

12 gennaioI Dom. dopo l'Epifania

h. 10.00 Culto di predicazione (CB)h. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena (I)

P. Dr. KruseVicaria Müller

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Pastore Dr. Jens-Martin Kruse 06 - 481 7519Volontaria Julia Fritz 06 - 481 7519Diacona sociale Katja Krummacher 06 - 474 6778Segretaria Marion Schulz 06 - 481 7519Vicaria Patrizia Müller 06 - 481 7519Orario: lun. - ven. h. 9 - 13 Fax: 06 - 4201 0417

Bärbel Aiello, PresidenteVia Sorelle Tetrazzini 47/C int. 603, 00139 Roma

[email protected]

Anna BelliVia Gorizia 22, 00043 Ciampino

[email protected]

Anke de BernardinisVia Monti Parioli 49, 00197 Roma

[email protected]

Christiane Bremer, VicepresidenteVia di Campo Marzo 12, 00186 Roma

[email protected]

Nina BewerungeVia Aventina 32 int. 4, 00153 Roma

[email protected]

Prof. Dr. Wolfram ThomasVia Teheran 15, 00135 Roma

[email protected]

Dr. Johannes TimpeVia della Lungara 18, 00165 Roma

[email protected]

Gertrud WiedmerVia Michele Cantone 4, 00166 Roma

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Indirizzo postale Via Toscana 7, 00187 RomaE-mail [email protected] site www.ev-luth-gemeinde-rom.orgFacebook Evangelische Kirchgemeinde RomCoordinate bancarie:- Deutsche Bank Pforzheim DE18 666 700 060 090059700 BIC: DEUT DE SM 666- Credito Bergamasco IT03 Q 03336 03200 0000 0000 2750 BIC: CREBIT 22089- Conto Corrente Postale IT24 Y 076 0103 2000 0009 6646 005 BIC:BPPIITRRXXX

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