Come Arezzo Gennaio/Febbraio 2013

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€ 0,26 Poste Italiane SpA - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 2 - € 0,26 Informazioni a cura della Confesercenti Provinciale di Arezzo - www.confesercenti.ar.it gennaio-febbraio 2013 n. 5 - Anno XIII- € 0,26 EDITORIALE Massimo Biagioni Direttore Regionale Confesercenti Toscana Dunque al voto. Il 26 febbraio avremo un nuovo Parlamento, un nuovo Governo, speriamo duraturo, nuovi Ministri. Che dovranno affrontare pro- blemi, nuovi e in larga misura vecchi. Confesercenti, di- rettamente e anche insieme alle altre organizzazioni di Rete Imprese Italia, ha cercato di sensibilizzare le forze politiche e i candidati su alcuni temi centrali della prossi- ma legislatura, di evidenziare una serie di proposte e di trasmettere lo stato d’animo delle imprese. Già il 28 gennaio, in occasione di una giornata di mobi- litazione, si sono forniti i numeri della crisi, nazionale e regionale, e l’andamento economico dei comparti della piccola e media impresa: nel 2012 ha chiuso un’azienda ogni minuto e la Toscana non fa certo eccezione, ba- sti pensare che il tasso regionale di disoccupazione è passato dal 4,3% del 2007 al 6,5%. Per rimanere solo ai nostri settori, Commercio e Turismo, in appena nove mesi abbiamo perso in Toscana 2.200 imprese. Prima questione dunque l’emergenza fiscale e prima la spesa pubblica. Non è un errore di scrittura, le emer- genze sono queste due e stanno al primo posto. A no- vembre la spesa pubblica ha stabilito il nuovo record dei record. Nonostante i tagli fatti alla sanità, ai trasfe- rimenti ai Comuni e alle Regioni, al trasporto locale, alle pensioni; nonostante il rinvio dei pensionamenti, il mancato finanziamento di una serie di progetti, il calo del reddito degli italiani. Trovo singolare la presa di po- sizione del ministro Grilli di qualche settimana fa che esortava a tagliare la spesa pubblica, come se al Dica- stero dell’Economia ci fosse stato un altro. Ridurre la spesa pubblica è un imperativo, che si spo- sa con il calo, esigenza vitale, della pressione fiscale e parafiscale sulle imprese, soprattutto, e sui cittadini. Altrimenti ogni risorsa che l’economia del paese rie- sce a produrre verrà ancora dilapidata in spesa pub- blica improduttiva. Bisogna rimettere nelle tasche degli italiani-consuma- tori qualche soldo in più per poter alimentare il circuito produzione-distribuzione-consumo. E insieme a qual- che soldo occorre restituire fiducia e certezza all’Italia, di crescita, di speranza per l’avvenire dei figli, di spazi per il miglioramento della scuola, del mercato del lavoro. Il lavoro. Converrebbe sostenere le imprese che non delocalizzano, che creano occupazione buona, sta- bile, di prospettiva: il commercio, il turismo, l’artigia- nato, i servizi. Le novità hanno un sapore antico. Ma sono necessarie politiche orientate in questo senso, lasciando perdere le strade spianate per i grandi e grandissimi ma tornando a sostenere i progetti del territorio. Lo sviluppo, quindi. Però se ogni scontrino che esce dalla bottega porta con sé oltre il 50% dell’importo da destinare a sistema tasse, ogni sforzo sarà vano. Con la legislatura nuova parta anche il “reset” dei cervelli artificiali e umani, per realizzare politiche che portino il sistema paese nelle migliori esperienze d’Europa. ELEZIONI POLITICHE 2013 “La politica non metta in liquidazione le imprese” SPECIALE alle pagine 4-5 2013 Italia al bivio: Lavoro, Fisco, Spesa Pubblica al centro del confronto elettorale NOMINE Gori e Micheli a fianco di Checcaglini L’associazione si rafforza Lucio Gori e Stefano Micheli – dei quali riportiamo una scheda all’interno - sono stati chia- mati a rafforzare l’associazione di categoria affiancando il direttore Mario Checcaglini e, quindi, nominati vicedirettori di Confesercenti Arezzo, si aggiungono a Emilio Quattrocchi direttore vicario e responsabile dell’area credito. È un importante riconoscimento che arri- va dopo molti anni di impegno all’interno dell’associazione di via Fiorentina. Gori si occuperà dei sindacati e coordinerà le attività dei sindacati di settore in tutta la provincia. Micheli sarà responsabile del coordinamento dell’area aretina. PREOCCUPAZIONI Sul futuro della Fiera antiquaria Aperto un confronto per il rilancio Preoccupati sul futuro delle bancarelle gli operatori hanno acceso il dibattito sulla Fie- ra Antiquaria. Il calo dei ricavi, l’aumento dei costi per le attività cui si uniscono le pro- blematiche relative all’applicazione della normativa sulla regolarità contributiva sono campanelli d’allarme che hanno sollevato lamentele e interrogativi sul suo futuro. Mario Checcaglini, direttore di Confesercenti per primo si è fatto tramite con gli ope- ratori per sollecitare un incontro urgente con il presidente dell’Associazione Fiera Anti- quaria e con il Presidente del Comitato Tecnico. a pag. 3 SAN GIOVANNI VALDARNO I commercianti temono il vuoto nel centro storico C’è bisogno di un tavolo anticrisi e di ascoltare la categoria Confesercenti ha avviato un confronto con l’amministrazione comunale per affrontare le proble- matiche che stringono le attività commerciali di San Giovanni. La questione della ztl, i parcheggi a pagamento, le tariffe, l’Imu, i canoni sulle locazioni commerciali e la Tares. E sale il timore dei com- mercianti per uno svuotamento del centro. Per la responsabile di Confesercenti della zona Valdarno Valentina Patanè “È sempre più necessario fare modifiche a proposto della ztl. All’amministrazione comunale proponiamo migliorie sull’orario di scarico e carico merci e la concessione di zone di sosta e traffico dove è possibile transitare e parcheggiare anche fuori dall’orario previsto dalla ztl”. Commercio e Turismo di Arezzo a pag. 2 a pag. 6

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Come Arezzo Gennaio/Febbraio 2013 - House Organ Confesercenti Toscana Ed. Arezzo

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€ 0,26 Poste Italiane SpA - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 2 - € 0,26

n. 1- Anno XIIInformazioni a cura della Confesercenti Provinciale di Arezzo - www.confesercenti.ar.it gennaio-febbraio 2013n. 5 - Anno XIII- € 0,26

EDITORIALE

Massimo Biagioni Direttore Regionale Confesercenti Toscana

Dunque al voto. Il 26 febbraio avremo un nuovo Parlamento, un nuovo Governo, speriamo duraturo, nuovi Ministri. Che dovranno affrontare pro-blemi, nuovi e in larga misura vecchi. Confesercenti, di-rettamente e anche insieme alle altre organizzazioni di Rete Imprese Italia, ha cercato di sensibilizzare le forze politiche e i candidati su alcuni temi centrali della prossi-ma legislatura, di evidenziare una serie di proposte e di trasmettere lo stato d’animo delle imprese. Già il 28 gennaio, in occasione di una giornata di mobi-litazione, si sono forniti i numeri della crisi, nazionale e regionale, e l’andamento economico dei comparti della piccola e media impresa: nel 2012 ha chiuso un’azienda ogni minuto e la Toscana non fa certo eccezione, ba-sti pensare che il tasso regionale di disoccupazione è passato dal 4,3% del 2007 al 6,5%. Per rimanere solo ai nostri settori, Commercio e Turismo, in appena nove mesi abbiamo perso in Toscana 2.200 imprese.Prima questione dunque l’emergenza fiscale e prima la spesa pubblica. Non è un errore di scrittura, le emer-genze sono queste due e stanno al primo posto. A no-vembre la spesa pubblica ha stabilito il nuovo record dei record. Nonostante i tagli fatti alla sanità, ai trasfe-rimenti ai Comuni e alle Regioni, al trasporto locale, alle pensioni; nonostante il rinvio dei pensionamenti, il mancato finanziamento di una serie di progetti, il calo del reddito degli italiani. Trovo singolare la presa di po-sizione del ministro Grilli di qualche settimana fa che esortava a tagliare la spesa pubblica, come se al Dica-stero dell’Economia ci fosse stato un altro.Ridurre la spesa pubblica è un imperativo, che si spo-sa con il calo, esigenza vitale, della pressione fiscale e parafiscale sulle imprese, soprattutto, e sui cittadini. Altrimenti ogni risorsa che l’economia del paese rie-sce a produrre verrà ancora dilapidata in spesa pub-blica improduttiva. Bisogna rimettere nelle tasche degli italiani-consuma-tori qualche soldo in più per poter alimentare il circuito produzione-distribuzione-consumo. E insieme a qual-che soldo occorre restituire fiducia e certezza all’Italia, di crescita, di speranza per l’avvenire dei figli, di spazi per il miglioramento della scuola, del mercato del lavoro. Il lavoro. Converrebbe sostenere le imprese che non delocalizzano, che creano occupazione buona, sta-bile, di prospettiva: il commercio, il turismo, l’artigia-nato, i servizi. Le novità hanno un sapore antico. Ma sono necessarie politiche orientate in questo senso, lasciando perdere le strade spianate per i grandi e grandissimi ma tornando a sostenere i progetti del territorio.Lo sviluppo, quindi. Però se ogni scontrino che esce dalla bottega porta con sé oltre il 50% dell’importo da destinare a sistema tasse, ogni sforzo sarà vano. Con la legislatura nuova parta anche il “reset” dei cervelli artificiali e umani, per realizzare politiche che portino il sistema paese nelle migliori esperienze d’Europa.

ELEZIONI POLITICHE 2013

“La politica non metta in liquidazione le imprese”

SPECIALE alle pagine 4-5

2013 Italia al bivio: Lavoro,

Fisco, Spesa Pubblica al centro

del confronto elettorale

nomineGori e Micheli a fianco di CheccagliniL’associazione si rafforzaLucio Gori e Stefano Micheli – dei quali riportiamo una scheda all’interno - sono stati chia-mati a rafforzare l’associazione di categoria affiancando il direttore Mario Checcaglini e, quindi, nominati vicedirettori di Confesercenti Arezzo, si aggiungono a Emilio Quattrocchi direttore vicario e responsabile dell’area credito. È un importante riconoscimento che arri-va dopo molti anni di impegno all’interno dell’associazione di via Fiorentina.Gori si occuperà dei sindacati e coordinerà le attività dei sindacati di settore in tutta la provincia. Micheli sarà responsabile del coordinamento dell’area aretina.

PreoccuPazioniSul futuro della Fiera antiquariaAperto un confronto per il rilancioPreoccupati sul futuro delle bancarelle gli operatori hanno acceso il dibattito sulla Fie-ra Antiquaria. Il calo dei ricavi, l’aumento dei costi per le attività cui si uniscono le pro-blematiche relative all’applicazione della normativa sulla regolarità contributiva sono campanelli d’allarme che hanno sollevato lamentele e interrogativi sul suo futuro. Mario Checcaglini, direttore di Confesercenti per primo si è fatto tramite con gli ope-ratori per sollecitare un incontro urgente con il presidente dell’Associazione Fiera Anti-quaria e con il Presidente del Comitato Tecnico.

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San Giovanni valdarnoI commercianti temono il vuoto nel centro storicoC’è bisogno di un tavolo anticrisi e di ascoltare la categoriaConfesercenti ha avviato un confronto con l’amministrazione comunale per affrontare le proble-matiche che stringono le attività commerciali di San Giovanni. La questione della ztl, i parcheggi a pagamento, le tariffe, l’Imu, i canoni sulle locazioni commerciali e la Tares. E sale il timore dei com-mercianti per uno svuotamento del centro. Per la responsabile di Confesercenti della zona Valdarno Valentina Patanè “È sempre più necessario fare modifiche a proposto della ztl. All’amministrazione comunale proponiamo migliorie sull’orario di scarico e carico merci e la concessione di zone di sosta e traffico dove è possibile transitare e parcheggiare anche fuori dall’orario previsto dalla ztl”.

Commercio e Turismo di Arezzo

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COME GENNAIO-FEBBRAIO 20132 arezzogIORnATA DI mObILITAzIOnE nAzIOnALE

Le associazioni unite contro

la crisi Anche le misure come l’aumento dell’Iva vanno

in direzione opposta

Nomine ai vertici di ConfesercentiGori e Micheli vice direttori a fianco di Checcaglini

IncARIchI

La politica non metta in liquidazio-ne le imprese. Giornata nazionale di mobilitazione di R.ETE. Imprese Italia lo scorso 28 gennaio ad Arezzo Fiere e Congressi. In prima linea contro la crisi le associazioni dell’artigianato e del commercio. Tutti uniti per “urlare” alla politica le preoccupazioni e le cri-ticità che stringono come una morsa le piccole e medie imprese. Successo di partecipazione. In tanti seduti in platea per ascoltare le riflessioni dei presidenti delle associazioni di cate-goria. Per Confesercenti è stato il Presiden-te Barbara Brogi a ribattere la posi-zione dell’associazione di categoria di via Fiorentina.“Se il Paese ha bisogno di tagli – ha detto Brogi - si inizi dalla politica. E facciamola finita con l’esaltazione de-gli spettri che non servono ad altro che a creare un immobilismo perico-loso. Spesometro, redditometro ser-vono solo ad aumentare l’incertezza e a frenare i consumi”. Nel suo discorso il presidente Brogi ha evidenziato, nel fitto elenco di problemi la delicata questione sul calo dei consumi.“Un problema – ha detto Brogi - che conosco sia perché in prima persona vivo le incertezze del settore come ti-

tolare di attività ricettive del turismo sia per essere presidente di un’asso-ciazione di categoria a contatto quo-tidianamente con le problematiche che stringono i titolari di piccole e medie imprese”.Il calo delle vendite è ormai un pro-blema che sta travolgendo l’intera catena produttiva colpendo i bilanci di aziende ed esercizi commerciali. E le cause per Confesercenti sono da ravvisare nell’aumento di oneri fiscali e prezzi. Poi la conseguente erosione del potere d’acquisto, insieme alle incertezze sul futuro economico e lavorativo, hanno inciso fortemente sui comportamenti delle famiglie che, giocoforza, riducono al minimo i consumi.Adesso più che mai la ripresa dei consumi è sempre più un’emergen-za. Per il commercio, come per qual-siasi altro settore, è ormai di vitale importanza far tornare le famiglie ad acquistare. La politica deve riflettere e portare avanti incisivi interventi per far riprendere i consumi.Il suggerimento ai politici che saran-no eletti nelle prossime elezioni è stato quello di portare avanti politi-che attive di rilancio per restituire il potere di acquisto alle famiglie. “Oggi al contrario – ha sottolineato Brogi - siamo di fronte a dibattiti che non fanno altro che frenare i consu-matori. La questione tanto enfatizza-ta in questi ultimi giorni sul reddito-metro, è l’ennesima mannaia per gli acquisti. Come se non bastasse si an-nuncia l’aumento dell’Iva. Sono que-ste vere e proprie misure che vanno nella direzione opposta”. La “giornata di mobilitazione” si ag-giunge all’evento dello scorso luglio quando le associazioni di categoria scesero unite in piazza San Jacopo per manifestare all’unisono contro la crisi economica e le scelte della po-litica.

L’associazione di categoria si rafforza. Lucio Gori e Stefano Micheli sono stati nominati vicedirettori di Confesercenti Arezzo. L’importante riconoscimento arriva dopo molti anni di impegno all’interno dell’associazione di via Fiorentina.Lucio Gori e Stefano Micheli si aggiungono a Emilio Quattrocchi direttore vicario e responsabile dell’area credito e affiancheranno il direttore Mario Checcaglini. Gori si occuperà dei sindacati e coordinerà le attività dei sindacati di settore in tutta la provincia. Micheli invece sarà responsabile del coordinamento dell’area aretina.

Chi èLucio Gori, cortonese 39 anni, sposato con una figlia.assunto in Confesercenti nel 2002 come referente di zona Valdichiana. Nell’ottobre 2003 viene nominato respon-sabile provinciale dei sindacati di categoria storici della Confesercenti l’Anva (commercio ambulante) e la Faib (impianti distribuzione carburanti).Dal 2003 coordina l’attività di promozione ed organizza-zione delle fiere nell’intero territorio provinciale del Con-sorzio promo Commercio. Dal 2005 in qualità di respon-sabile provinciale del CAT (Centro di assistenza tecnica) coordina e realizza le attività di promozione dei centri commerciali naturali di San Giovanni Valdarno, Sansepol-cro, Anghiari, Poppi.Dal 2009 coordina le attività delle categorie sindacali di Confesercenti Arezzo.Infine dal 2009 in sinergia con CCIAA di Arezzo e Regione Toscana coordina e realizza le attività di promozione dei ristoranti aderenti alla rete di “Vetrina Toscana” nell’ambito di manife-stazioni come Corto-nantiquaria, Convivio Rinascimentale, Notti dell’archeologia, Cento gusti dell’Appen-nino e tante altre.

Chi èStefano Micheli, 33 anni il pros-simo maggio, fidanzato con Valentina entrato in Confeser-centi nel 2005. Inizialmente si occupa del settore sviluppo associativo, nel 2006 segue il servizio Gestione ambiente haccp a livello provinciale.Nel 2008 diventa responsabile provinciale dell’Impren-ditoria Giovanile. Significativa la realizzazione del progetto SMS NO SOS, fi-nanziato poi dalla Regione Toscana.Nel 2009 gli viene conferito la direzione della FIEPET (sin-dacato sei pubblici esercizi), fino a che nel 2010 diventa responsabile dell’Area Aretina, curando molte iniziative organizzate nella città di Arezzo, tra le più significative l’assemblea contro le liberalizzazioni sugli orari (aperture domenicali), la Giostra dei sogni in Piazza Sant’Agostino, la Pista Del Ghiaccio in Piazza Giotto, la valorizzazione e gli eventi di Via Veneto fino alla recente illuminazione della cit-tà a costo dimezzato. (Spending review)“Mi sento onorato da questo incarico, è un’emozione a 33 anni ricoprire un ruolo così importante in un’associazione prestigiosa come Confesercenti. Oltre alla soddisfazione, chiaramente c’è una maggiore responsabilità che dà lo stimolo per affrontare tutte le battaglie quotidiane nell’in-teresse della categoria che rappresentiamo. Ce la metterò tutta per ripagare la fiducia di chi ha creduto in me. Un ca-loroso abbraccio va a tutti i miei colleghi che tutti i giorni mettono al servizio della struttura la loro serietà e profes-sionalità”.

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Sul futuro della fiera antiquaria Aperto un confronto per il rilancio

La Fiera Antiquaria negli ultimi tempi ha acceso il dibattito tra gli operatori. In tanti si sono dichiarati preoccupati sul futuro delle bancarelle. Campanellini di allarme nelle edizioni passate sono stati il calo dei ricavi, l’aumento dei costi per le attività cui si uniscono le problematiche relative all’applicazione della normativa sulla regolarità contributiva.Questioni che hanno spinto gli operatori a sollevare lamentele e interrogativi sul futuro della Fiera Antiquaria. Mario Checca-glini, direttore di Confesercenti per primo si è fatto tramite con gli operatori per un incontro urgente con il presidente dell’As-sociazione Fiera Antiquaria e con il Presidente del Comitato Tecnico. Al centro della tavola rotonda anche lo stato di attuazione dei programmi di rilancio della fiera stessa.“La crescente preoccu-pazione – ha detto Checcaglini - circa il futuro della Fiera An-tiquaria, è stato sottolineato recentemente anche nelle pagine dei quotidiani. La mia associazione di categoria, sentite le pre-

occupazioni degli avventori della Fiera stessa, a più riprese ha segnalato le loro lamentele. Oggi la situazione critica de-gli operatori sempre più stretti tra riduzione dei ricavi e au-menti dei costi, ci stimola a chiedere con urgenza interventi di rilievo per rilanciare la più importante Fiera Antiquaria a livello nazionale”.Dal canto suo anche l’Ente Fiera ha accelerato i tempi per importanti e decisive svolte. Il presidente Paolo Nicchi ha avviato il confronto con la commissione attività produttive del Comune di Arezzo. Un segnale giudicato positivo che testimonia come la Fiera stia a cuore alle istituzioni convinte che possa ancor oggi rap-presentare un motore di sviluppo e crescita economica del ter-ritorio.E il cda della Fiera Antiquaria ha anche deliberato il via al pro-cedimento di consolidamento e miglioramento che aprirà le porte agli spuntisti offrendogli la possibilità di diventare espo-

sitori a posto fisso oltre a lasciare l’opportunità a chi è già tito-lare di una postazione di scegliere un altro spazio nel percorso della Fiera Antiquaria.Provvedimenti che dovranno essere compiuti entro luglio con la speranza che risultino ottimi strumenti scaccia crisi e servano per eliminare il tarlo del crollo delle vendite che sta rosicchian-do le bancarelle degli antiquari.

Tel. 0575 67501 - Fax 0575 [email protected]

FONTE ALCERRO

nEws

Divieto di vendita e somministrazione di alcolici ai minorenniLe novità del “Decreto Balduzzi” in materia di sanità e salute

I provvedimenti riguardano la vendi-ta di tabacchi, la somministrazione e vendita di alcolici e le attività di sale giochi. Ecco in sintesi quali sono i di-vieti in vigore dall’inizio dell’anno.

VENDITA PRODOTTI DEL TABACCO Divieto di vendita di generi di mono-polio ai minori di 18 anni e pertanto, coloro che vendono prodotti del ta-bacco (rivendite di generi di mono-polio, patentini attivi presso attività di somministrazione ecc.) sono obbligati a chiedere all’acquirente l’esibizione di un documento di identità per verifi-carne la maggiore età. L’obbligo di chiedere il documento non sussiste qualora la maggiore età sia assolutamente evidente. La ven-dita effettuata nei confronti di minori di 18 anni comporta sanzioni ammi-nistrative che possono variare da euro 250,00 a euro 1.000,00. In caso di ripetute violazioni l’importo della sanzione aumenta ed è inoltre prevista la sospensione dell’attività

per 3 mesi. Sempre a far data dal 1° gennaio 2013 i sistemi di lettura dei distributori au-tomatici di sigarette dovranno obbli-gatoriamente essere aggiornati per individuare la maggiore età dell’ac-quirente.

VENDITA E SOMMINISTRAZIONE BEVANDE ALCOLICHE Divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 18 anni e pertanto, coloro che vendono e somministrazione bevande alcoliche sono obbligati a chiedere all’acqui-rente l’esibizione di un documento di identità per verificarne la maggiore età, tranne nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta. È prevista una sanzione da euro 250,00 a euro 1.000,00 a chiunque vende alcol a minori, e da euro 500,00 a euro 2.000,00 in caso di recidiva, ol-tre alla sospensione per 3 mesi dell’at-tività. Anche i distributori automatici dovranno adeguarsi alla novità.

La proroga DVR scorciata a maggioSul Dvr altri 3 mesi di tempo, anziché 4. Con la nota 31 gen-naio 2013, n. 32, Il Ministero del Lavoro e delle Politiche so-ciali ha ora precisato che la possibilità per i datori di lavoro di effettuare la valutazione dei rischi con autocertificazione sarà ancora valida non fino al 30 giugno 2013 ma “Fino alla scadenza del terzo mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto interministeriale”. Considerato quindi che il decreto interministeriale sulle procedure standardiz-zate è del 30 novembre 2012, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.285 del 6 dicembre 2012 e che entrerà in vigore il prossimo 6 febbraio, la scadenza del terzo mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto intermi-nisteriale è il 31 maggio 2013.

Il quadro delle opzioniÈ stato pubblicato nella G.U. del 17 gennaio 2013 il DL con il quale sono stati disciplinati gli invii delle presenze nelle strutture ricettive agli organi di pubblica sicurezza, sosti-tuendo l’attuale sistema di invio con schedine cartacee con sistemi digitali. Il Dl ha leggermente modificato le informa-zioni che devono essere comunicate: non sarà più necessa-rio inserire la residenza del cliente, ma dovrà essere indicato il numero dei giorni relativi alla permanenza previsti nella struttura, tutto il resto delle informazioni e tempistiche è ri-masto invariato. Per quanto riguarda la modalità di conservazione dei dati, il Decreto disciplina le modalità di conservazione dei dati sia da parte della Questura che da parte delle imprese. Queste ultime, una volta inviati gli elenchi giornalieri, riceveranno una ricevuta di diversa tipologia a seconda del metodo uti-lizzato. In ogni caso, dovranno conservare solo la ricevuta di presentazione dell’elenco con l’ora di invio e l’avvenuta consegna (per 5 anni): sarà richiesto invece di cancellare l’al-legato digitale e distruggere l’elenco cartaceo degli elenchi inviati.

Via Gramsci, 42/F - Camucia di Cortona - AR - Tel. 0575/631199 - 366/675061

sIcuREzzA

nOTIFIchE ALLOggIATI

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COME GENNAIO-FEBBRAIO 20134 regionale

Italia al bivio: Lavoro, Fisco, Spesa Pubblica al centro del confronto elettorale

Napolitano, “L’Italia può farcela”Centrale è affrontare la “questione Sociale”

RECESSIONE, ITALIA AL BIVIOPochi numeri: lo spread è tornato a livelli ac-cettabili (sotto i 300 punti rispetto ai 570 rag-giunti all’apice della crisi; Il prodotto interno lordo del paese, nel 2012, è sceso -2,4%; sono oltre un miliardo le ore di Cassa Integrazione autorizzate dall’INPS (+12% del 2011); i disoc-cupati iscritti nelle liste delle agenzie per l’im-piego sono cresciuti di 500.000, mentre sal-gono al 37,5% i giovani che non studiano né lavorano; i consumi nel solo 2012 sono crollati dell’8,2% (in cinque anni del 24%); l’inflazione ha ripreso la corsa ed è cresciuta, nello scorso anno del 3%. Si sta materializzando quindi l’ipotesi del de-clino economico del paese, con una tendenza apparentemente inarrestabile verso uno sgre-tolamento del sistema produttivo, e un arretra-mento sostanziale dello standard di vita delle famiglie italiane.

LA QUESTIONE DELLA SPESA PUBBLICA E DELLE ENTRATE Da un’analisi delle manovre di finanza pub-blica succedutesi nel nostro paese dalla fine del 2000 ad oggi emergono oltre 103 miliardi di aumenti netti d’imposta. In media, quasi 9 miliardi in più per ciascuno dei dodici anni tra-scorsi dall’inizio del terzo millennio.Un aumento della pressione fiscale di 3,4 punti (dal 41,3% del 2000 al 44,7% del 2012, arriverà al 45,3% nel 2013), che porta a quasi 5 punti il divario rispetto al resto d’Europa. Da un anno all’altro, insomma, gli italiani avranno pagato 35 miliardi in più, per effetto delle tre manovre che si sono succedute da metà 2011. Si tratta di 1.450 € di aggravio per ciascuna famiglia. A cui si aggiungeranno altri 9 miliardi in più; ulteriori 380 euro a carico di ciascuna famiglia italiana nel 2013. Le peculiarità della situazione italiana stan-no però in alcune caratteristiche che ci dif-ferenziano decisamente dalle altre econo-mie: in particolare, sono tratti peculiari del

nostro paese l’elevata incidenza della spesa per interessi, e la scarsa efficienza della spe-sa. Entrambi i fenomeni comportano che a fronte della pressione fiscale subita dal sistema produttivo, non vi sia un riscontro proporzionale in termini di servizi ricevuti dai cittadini e sostegno pubblico all’appa-rato produttivo. Una politica di contenimento e razionalizzazio-ne della spesa appare quindi essenziale per le sorti della nostra economia. Una tale politica, ancorché insufficiente da sola per affrontare la questione degli equilibri di finanza pubblica nel medio termine, deve porsi obiettivi ambiziosi, anche perché vi sono evidenze della possibilità di razionalizzazione di vaste aree della nostra Pubblica Amministra-zione.Il commercio, il turismo, l’artigiano e, più in ge-

nerale, il terziario sono fra i settori più esposti: la rilevata riduzione dei consumi e della pro-pensione a consumare investe direttamente e pesantemente le aziende orientate al mercato interno, mentre interferisce in misura limitata con i ritmi produttivi delle aziende che produ-cono in tutto o in parte per l’estero.La specializzazione produttiva, d’altra parte, sottintende realtà dimensionali e territoriali diverse: le PMI, in quanto più diffuse nel terzia-rio, sono fra le imprese più colpite dalla crisi e coinvolgono più pesantemente le regioni del Mezzogiorno.

LE PRIORITÀ PER RIPRENDERE A CRESCERELe scelte devono essere drastiche: con un progetto razionale e coraggioso si potrebbe arrivare a risparmiare circa 30 miliardi di euro e generarne altri 20 in seguito alla minore

Il Presidente della Repubblica ha parlato, nel suo ultimo messaggio al paese dal suo studio al Quirinale, ai protagonisti auten-tici della grande crisi che ci attraversa. A chi l’ha pagata duramente ed ancora non nutre speranza nel futuro “Non bisogna limitarsi ad attendere - ha detto - ma ado-perarsi perché si concretizzino e si irrobu-stiscano i segnali positivi che intravedia-

mo”. L’Italia può farcela. Il Paese ha dato una grande prova di maturità passando attraverso sacrifici pesantissimi. Grazie a questi la fiducia sull’Italia è tornata: Par-lando delle prospettive che ci attendono Napolitano ha poi aggiunto: “Il nuovo go-verno che uscirà dal voto di fine febbraio ha il dovere di affrontare il disagio della gente, lo sconcerto delle famiglie e la rabbia dei giovani. Cioè affrontare quella che ha definito “una vera e propria que-stione sociale” che ormai paralizza l’Italia. E ciò può essere fatto “solo con misure più eque ed equilibrate, con tagli che tutelino le fasce più deboli… è giunta l’ora di de-finire in modo meno indiscriminato e au-tomatico sia gli inasprimenti fiscali, sia i tagli alla spesa pubblica senza per questo disperdere i risultati raggiunti”.

Il Presidente ha parlato ai giovani ai lavo-ratori licenziati o in cassa integrazione, “che hanno ragioni da vendere nei con-fronti dei partiti e dei governi per le vicen-de degli ultimi decenni, anche se sarebbe consigliabile non fare di tutte le erbe un fascio”. Ma ha anche parlato alle imprese che “che vivono nel timore di un domani difficile”. Ha tutti i protagonisti della vita economica e sociale - ha detto - va po-sta al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica “l’indignazione che provoca la corruzione e una perfida, spudorata eva-sione fiscale o il persistere di privilegi in politica e negli incarichi pubblici”. Ma, prima ancora di indicare risposte concre-te - ha aggiunto - bisogna sentire questa “questione sociale nel profondo della propria coscienza” con umana partecipa-

zione. “La politica, soprattutto, non può affermare il suo ruolo se le manca questo sentimento, questa capacità di condivi-sione umana e morale”. “Le elezioni parlamentari sono per eccel-lenza il momento della politica” - ha riba-dito il presidente citando Benedetto Cro-ce - “Senza politica nessun proposito, pur nobile che sia, giunge alla sua pratica at-tuazione”. Quindi, ha ribadito Napolitano “il rifiuto e il disprezzo della politica non porta da nessuna parte, è pura negatività e sterilità. La politica non deve ridursi a conflitto cieco o mera contesa per il po-tere, senza rispetto per il bene comune e senza qualità morale”. Queste le parole di congedo del presidente. Una traccia im-portante per il futuro se si ha come obiet-tivo il bene del Paese.

Spaventano i dati oggettivi del sondaggio Confesercenti-Swg sulle prospettive eco-nomiche dell’Italia per l’anno appena iniziato. Ne esce un quadro di un Paese incerto e impoverito dove il lavoro e la tutela del reddito sono i problemi più sentiti. Una depressione che anche la prossima scadenza elettorale non riesce a rimuovere. Per avere maggiori dettagli sulla ricerca basta cliccare su www.confesercenti.it. Ma ora veniamo alla sintesi: Il 41% degli italiani non riesce ad arrivare alla fine del mese con i propri guadagni. Se nel 2010 circa il 72% del campione riusciva a far fronte alle spese della famiglia, quest’anno la percentuale cala bruscamente al 59%. Cresce, invece, di 5 punti rispet-to a due anni fa il numero di coloro che ce la fanno solo fino alla seconda settimana (ora il 23% del campione), mentre sale di ben 8 punti la platea di chi arranca fino al traguardo della terza settimana (passando dal 20% del 2010 al 28% del 2012). L’80% degli intervistati segnala che la crisi ha colpito anche il proprio nucleo familiare: il 37% ha ridotto fortemente le spese, il 21% ha invece tagliato sulle attività di svago. Problemi lavorativi per il 20% delle famiglie italiane che hanno registrato la perdita del posto di lavoro (il 14%) o la cassa integrazione per uno dei suoi membri (il 6%).Dal sondaggio, inoltre, emerge come gli italiani siano sempre più scettici sull’uscita rapida dalla crisi. Per i prossimi dodici mesi solo il 16% - la metà dello scorso anno - vede in arrivo un miglioramento per l’economia del Paese, mentre il restante 86% pensa che il 2013 non porterà alcuna evoluzione positiva, ma addirittura un ulteriore peggioramento. La salute dell’economia italiana è giudicata negativamente dall’87%

Arrivare alla fine del mese è l’incubo delle famiglieL’84% non crede alla ripresa in tempi rapidi

2013L’anno che si è appena aperto sarà cruciale per il nostro paese. Non solo per l’importanza che assumerà la prossima scadenza elettorale, ma anche per le scelte che saranno messe in campo per uscire da una crisi che si trascina da troppo tempo e che ha pochi precedenti storici nelle esperienze delle grandi economie occidentali. In questi giorni siamo esondati da promesse, proposte e denunce. Il bello è che molte di queste vengono anche da chi fino ad oggi governando il paese ha fatto l’esatto contrario. La politica, quella nobile, che costituisce il sale della democrazia è cosa diversa. È quella del “fare” che riesce cioè a passare dalla pura denuncia di quel che non va alla presentazione di proposte serie, coerenti e credibili, e alla formazione di una maggioranza politica, coesa e trasparente che sappia realizzarle. Questo è l’obiettivo che ci attende con il voto del 24 e 25 febbraio.Fino a poco più di un anno fa eravamo sull’orlo del baratro. Soprattutto per l’impulso del presidente Giorgio Napolitano, si è dato vita ad un governo tecnico sostenuto da una “strana” maggioranza che ha comunque invertito la rotta e ridato dignità e autorevolezza all’Italia sullo scenario mondiale. Monti si è presentato parlando di “Rigore, Equità e Sviluppo” quali premesse di questa fase di transizione. Il Rigore si è materializzato in un aumento generalizzato della pressione fiscale, Equità poca e mal distribuita, Sviluppo zero. Ciò ha prodotto recessione e declino sono ora lo spettro che ci sta di fronte. I Consumi sono precipitati insieme al sistema industriale italiano. Se non fermiamo subito questa recessione non avremo né meno tasse, né meno spese. Si finirà in uno stato d’impoverimento marcato che può provocare tensioni sociali altissime coinvolgendo interi settori della società. C’è bisogno quindi di una svolta e di politiche che rendano possibile, ripartire dalla valorizzazione del lavoro condizione necessaria per assicurare la crescita in Italia ed in Europa. C’è poi una crisi di credibilità, prodotta da una caduta nella moralità pubblica e in scandali vergognosi che producono “antipolitica” che lascia il segno nelle coscienze e nei comportamenti collettivi di molti settori della società. È in questo contesto che Confesercenti presenta le sue proposte, sulle quali si confronterà con le forze politiche, con le altre Confederazioni delle imprese e con i sindacati dei lavoratori dipendenti. Indichiamo le priorità sulle quali intervenire subito, con urgenza, con progetti chiari, per dare il senso di un’inversione di rotta del nostro Paese che perde terreno in campo internazionale e che registra una crescente difficoltà di coloro che stanno al margine dello sviluppo: piccole imprese, anziani, disoccupati.

sOnDAggIO cOnFEsERcEnTI/swg

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COME GENNAIO-FEBBRAIO 2013 5regionale

Italia al bivio: Lavoro, Fisco, Spesa Pubblica al centro del confronto elettorale

oppressione fiscale. Non sono certo cifre ri-solutive, ma dimostrano che si può innescare un meccanismo virtuoso che ridia speranza al Paese. Questa la sintesi delle proposte di Confeser-centi:Una vera spending review. Riformare il Parla-mento, abolire le province, ridurre le comunità montane e le società partecipate. Ridurre i co-sti della politica, dismettere il patrimonio pub-blico per ridurre debito e liberare risorse per lo sviluppo.

Stop al fisco oppressivo. Attraverso riduzioni vere di spesa bisogna abbattere la pressione fiscale: ridurre l’irpef sulle famiglie e le impre-se, ridurre il costo del lavoro per accrescere la competitività. Lottare contro l’abusivismo e la contraffazione;

Riformare il “federalismo all’italiana”. Negli ultimi anni, complici anche i tagli per mettere in sicurezza i conti pubblici, le tariffe degli enti locali hanno manifestato dinamiche di crescita eccessive. In particolare, due imposte appaio-no particolarmente opprimenti l’IMU, la TARES, la nuova tassa comunale sui rifiuti.

Energia più pulita e meno costosa: meno vinco-li, più incentivi e tempi rapidi per le fonti rinno-vabili, meno accise sui carburanti. Per l’ambien-te: agevolazioni shock per riconversioni edifici e nuove costruzioni, apertura e funzionamento depuratori, raccolta differenziata rifiuti.

Combattere la criminalità: più poliziotti nelle strade, più certezza delle pene, premiare chi de-nuncia taglieggiatori ed usurai, sostenere asso-ciazioni antiracket ed antiusura. Le politiche di sostegno all’occupazione e agli investimenti ri-schiano di essere inutili se non si afferma lo Stato.

Decidere per le infrastrutture: task force per completare le opere lasciate a metà, realizzare rapidamente le vie del mare, la TAV e completa-re il sistema autostradale. Varare un piano plu-riennale di messa in sicurezza del territorio di fronte al mutamento climatico.

Decidere per i giovani: la recente riforma della previdenza ha fortemente limitato le possibili-tà d’ingresso dei giovani sul mercato del lavo-ro, andranno quindi rivisti alcuni meccanismi e comunque va rafforzata l’occupabilità delle giovani generazioni: aumentare gli incentivi per la loro assunzione, prevedere un “conto ri-sparmio” per la formazione, riordino e semplifi-cazione degli incentivi ad aprire nuove Pmi. Decidere per il commercio: abolizione della nor-ma che sancisce la liberalizzazione selvaggia del-le domeniche, che costituisce una spinta all’ulte-riore desertificazione delle nostre città; incentivi per la realizzazione di centri commerciali naturali,

meno tasse locali, sconti fiscali per l’energia, com-puter ed internet per tutte le Pmi, andranno pre-visti strumenti per rendere più facile la diffusione della moneta elettronica in tutti gli esercizi.

Decidere per il turismo: allungare la stagio-nalità, abbattere tasse e tariffe locali, fare una vera politica di promozione nazionale che sappia fronteggiare la crescente concorrenza internazionale, e ridurre anche così gli spre-chi; ridurre il costo dell’energia elettrica nella bassa stagione. Ridurre l’Iva, da noi più alta ri-spetto ai paesi concorrenti.

Politiche del lavoro. Dopo un anno di inten-sa attività, va fatta una riflessione sugli effetti della Riforma Fornero e soprattutto sugli im-patti della flessibilità in entrata e sull’eccesso di adempimenti burocratici; incentivi per l’in-cremento dei livelli occupazionali; riduzioni contributive e fiscali strutturali per la contrat-tazione di II livello; sgravi contributivi e fiscali più rilevanti sul welfare contrattuale; miglior raccordo scuola-lavoro. Politiche della previdenza. La Riforma Forne-ro andrà rivista, soprattutto laddove l’allunga-mento dell’età lavorativa abbia peggiorato sen-sibilmente la condizione anche di persone alle soglie della pensione con le precedenti regole (già frutto di vari interventi riformatori). Infine, andrà fatta una rivisitazione complessiva del sistema di welfare.

Credito alle Pmi. Per le imprese di minori di-mensioni, notoriamente più vulnerabili agli effetti della crisi, il credito bancario è vitale, rappresentando spesso l’unica fonte esterna di finanziamento. Al riguardo è importante so-stenere con maggiore convinzione l’intervento finalizzato a recuperare la solidità patrimoniale dei Confidi che fin dall’avvio della crisi hanno svolto una funzione di sostegno all’accesso al credito delle imprese, anti-ciclica rispetto all’an-damento congiunturale.

Spaventano i dati oggettivi del sondaggio Confesercenti-Swg sulle prospettive eco-nomiche dell’Italia per l’anno appena iniziato. Ne esce un quadro di un Paese incerto e impoverito dove il lavoro e la tutela del reddito sono i problemi più sentiti. Una depressione che anche la prossima scadenza elettorale non riesce a rimuovere. Per avere maggiori dettagli sulla ricerca basta cliccare su www.confesercenti.it. Ma ora veniamo alla sintesi: Il 41% degli italiani non riesce ad arrivare alla fine del mese con i propri guadagni. Se nel 2010 circa il 72% del campione riusciva a far fronte alle spese della famiglia, quest’anno la percentuale cala bruscamente al 59%. Cresce, invece, di 5 punti rispet-to a due anni fa il numero di coloro che ce la fanno solo fino alla seconda settimana (ora il 23% del campione), mentre sale di ben 8 punti la platea di chi arranca fino al traguardo della terza settimana (passando dal 20% del 2010 al 28% del 2012). L’80% degli intervistati segnala che la crisi ha colpito anche il proprio nucleo familiare: il 37% ha ridotto fortemente le spese, il 21% ha invece tagliato sulle attività di svago. Problemi lavorativi per il 20% delle famiglie italiane che hanno registrato la perdita del posto di lavoro (il 14%) o la cassa integrazione per uno dei suoi membri (il 6%).Dal sondaggio, inoltre, emerge come gli italiani siano sempre più scettici sull’uscita rapida dalla crisi. Per i prossimi dodici mesi solo il 16% - la metà dello scorso anno - vede in arrivo un miglioramento per l’economia del Paese, mentre il restante 86% pensa che il 2013 non porterà alcuna evoluzione positiva, ma addirittura un ulteriore peggioramento. La salute dell’economia italiana è giudicata negativamente dall’87%

del campione. In particolare, il 36% la ritiene inadeguata, mentre il 51%, la maggio-ranza, addirittura pessima. A promuoverla solo il 13%, che la segnala come discreta o buona. Anche sulle prospettive si registra una grave sfiducia. Solo il 16% degli intervi-stati vede una svolta (lo scorso anno erano esattamente il doppio (32%). Ad avere una visione più positiva sono i giovani sotto i 24 anni (22,9% di ottimisti) e chi vive nelle Isole (22,2%). Aumentano significativamente i pessimisti, che passano dal 30 al 44% del campione generale, che pensano che nel 2013 andremo incontro ad un ennesimo peggioramento dell’economia. Una percentuale che sale al 45,6% tra gli abitanti del nord ovest e addirittura al 49% nella fascia d’età 35-44 anni.

“Disoccupati, consumi e redditi,

anche il 2013 sarà nero”

Secondo l’Istituto di statistica il Pil continuerà ad andare in caduta, mentre si verificherà un’ulteriore contrazione

dei consumi e dei redditi con un’inflazione al 3%: “La durata della crisi attuale supererebbe così sia quella del biennio 2008-2009 (15 mesi) sia quella del periodo

1992-1993 (18 mesi)”

La recessione produrrà un’ulteriore perdita di posti di lavoroLa recessione che continua, il Pil che cade ancora, la disoccupazione che aumenta e i consumi che si contraggono. Le previsioni a tinte fosche per quest’anno e per il 2013 sono dell’Istat. L’Istituto di statistica, innanzitutto, vede un “rilevante incremento” del tasso di disoccupazione per quest’an-no, al 10,6%. Mentre nel 2013 il tasso continuerebbe a salire raggiun-gendo l’11,4% “a causa del contrarsi dell’occupazione”, unito all’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. Quanto alla  spesa privata per consumi dovrebbe registrare quest’anno una contrazione del 3,2%. Nel 2013, la spesa dei consumatori risulterebbe ancora in calo (-0,7%), per “le persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolez-za dei redditi nominali”. “La fase di debolezza ciclica dell’economia ita-liana condurrebbe a un deterioramento complessivo delle condizioni del mercato del lavoro”, spiega l’Istat. “Nei primi due trimestri dell’anno in corso si è osservata una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali, unitamente a una diminuzione delle ore lavorate  (anche attraverso il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni), anche se segnali più negativi sono emersi a settembre. Di conseguenza, per il 2012 la diminuzione prevista in termini di input di lavoro sarebbe pari all’1,2%. A seguito del miglioramento delle condizioni economiche generali atteso nella seconda parte del 2013, il deterioramento delle condizioni complessive del mercato del lavoro potrebbe attenuarsi, anche se l’input di lavoro risulterebbe ancora in calo dello 0,5% in media d’anno”. “La crescita delle persone in cerca di lavoro iniziata alla fine del 2011, è alla base del rilevante incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest’anno (10,6%) – spiega l’Istat – Per il 2013, il tasso di disoccu-pazione continuerebbe ad aumentare (11,4%) sia a causa del contrarsi dell’occupazione, sia per l’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. Le retribuzioni per dipendente mostrerebbero una di-namica moderata (0,9%, nel 2012 e 1% nel 2013). La produttività del lavoro diminuirebbe nel 2012 per poi stabilizzarsi nel 2013. Il costo del lavoro per unità di prodotto tenderebbe a crescere in entrambi gli anni”.

Recessione: “La crisi attuale supera sia quella del biennio 2008-2009 sia quella del 1992-1993Secondo l’Istat per quest’anno si potrà misurare una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari al 2,3%, mentre per il 2013, “nono-stante l’attenuazione degli impulsi sfavorevoli e un moderato recupero dell’attività economica nel secondo semestre”, la variazione media an-nua resterebbe leggermente negativa (-0,5%). “La caduta del Pil iniziata nel terzo trimestre del 2011 dovrebbe proseguire, con intensità sempre più contenute, fino al secondo trimestre del 2013″ si legge nel rapporto dell’istituto sulle “Prospettive per l’economia italiana nel 2012 e 2013. “La durata della crisi attuale – evidenzia l’Istat – supererebbe così sia quella del biennio 2008-09 (5 trimestri) sia quella del periodo 1992-93 (6 trimestri)”. Il Pil diminuirebbe del 2,3% in media d’anno “a causa di un contributo marcatamente negativo della domanda interna (-3,6%, al netto delle scorte), solo in parte compensato da quella estera netta (pari a 2,8%, circa il doppio rispetto al 2011). L’apporto delle scorte ri-sulterebbe negativo nella media del 2012 (-1,5 punti percentuali). Nel 2013, il Pil diminuirebbe dello 0,5%, sottendendo un lieve recupero dell’attività economica nel secondo semestre. In media d’anno il soste-gno della domanda estera netta (0,5%) non risulterebbe ancora suffi-ciente a bilanciare il contributo negativo proveniente delle componenti interne di domanda (-0,9% al netto delle scorte).

Crollano gli investimenti sia privati che pubbliciQueste previsioni, precisa l’Istat, incorporano gli interventi contenuti nel Disegno di legge di stabilità presentato dal Governo, ma non le mo-difiche proposte nel corso della discussione parlamentare del provvedi-mento non considerate al momento della rilevazione. Gli investimenti fissi lordi diminuirebbero del 7,2% nel 2012, per effetto di una “forte ri-duzione da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche”. Nel 2013, le prospettive di una ripresa del ciclo produttivo e il graduale mi-glioramento delle condizioni di accesso al credito porterebbero ad un rallentamento della caduta (-0,9%). Secondo l’Istat peraltro rallenterà il commercio mondiale, mentre si riacutizzeranno le tensioni sui mercati finanziari costituiscono i principali fattori di rischio al ribasso per le previ-sioni” dell’Istat per il 2012 e 2013. “Una diversa articolazione di interventi rispetto a quanto presentato nel ddl stabilità”, però, “potrebbe avere im-patto sulle principali variabili del quadro macroeconomico nel 2013” dice l’Istat, anche se “gli effetti sul Pil nel 2013 sarebbero poco significativi”.

Giù i consumi: “Caduta del reddito e clima di incertezza”Poi anche i consumi finiscono sul declivio l’inflazione 2012 si attesta al 3%, ma quella del cosiddetto “carrello della spesa” sale al 4,3%. “La caduta del reddito disponibile, il clima di incertezza percepito dai con-sumatori e l’attuazione di misure di politica economica volte al conso-lidamento dei conti pubblici penalizzerebbero la spesa per consumi”, spiega l’Istat, sottolineando che “la crescente situazione di disagio fi-nanziario dichiarata dalle famiglie porterebbe, in un primo tempo, ad un proseguimento nell’utilizzo del risparmio, cui potrebbe seguire un’e-voluzione in negativo dei modelli di consumo”. Per contro  è considerato “plausibile” un rallentamento dell’inflazio-ne:  ”Nell’ultima parte dell’anno è probabile che si concretizzi un più evidente rallentamento del ritmo complessivo di crescita dei prezzi, non solo per le minori spinte provenienti dall’estero, ma anche per il confronto con l’analogo periodo del 2011 caratterizzato dall’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva”.

Arrivare alla fine del mese è l’incubo delle famiglieL’84% non crede alla ripresa in tempi rapidi

sOnDAggIO cOnFEsERcEnTI/swg

IsTAT, pREvIsIOnI 2013

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I commercianti temono il vuoto nel centro storicoA San Giovanni Valdarno c’è bisogno di un tavolo anticrisi e di ascoltare la voce della categoria

L’InIzIATIvA

Preoccupazione per la categoria sul futuro del centro storico. Confesercenti chiede un confronto con l’amministrazione comunale per poter rivedere le problematiche che stringono le attività commerciali di San Giovanni. Sul tavolo finiranno la questione del-la ztl, i parcheggi a pagamento, le tariffe, l’Imu, i canoni sulle locazioni commerciali e la Tares.Sale il timore dei commercianti per uno svuotamento del centro. “Andando avanti così – sostiene il Presidente comunale di San Giovanni Valdarno Rossana Capaccioli - si incen-tiveranno gli utenti del territorio a fare acquisti al di fuori di San Giovanni impoverendo una realtà che sempre ha rappresentato un centro commerciale di prestigio della nostra vallata”. Per la responsabile di Confesercenti della zona Valdarno Valentina Patanè “è sempre più necessario fare modifiche a proposto della ztl. All’amministrazione comunale proporre-

mo variazioni in particolare sull’orario di scarico e carico merci e la concessione di zone di sosta e traffico dove è possibile transitare e parcheggiare anche fuori dall’orario previsto dalla ztl”.“In un momento critico per l’economia nazionale – conclude Valentina Patanè - qualsiasi problematica inerente il settore del commercio è accentuata. Per questo dobbiamo cer-care soluzioni condivise che vadano incontro alle esigenze dei commercianti facilitando la loro attività. Oggi più che mai è viva l’esigenza da parte delle associazioni di categoria di fare un’analisi attenta e dettagliata sulle varie questioni che coinvolgono gli esercenti. La costituzione di un “tavolo anticrisi” potrebbe servire per far fronte alle problematiche della categoria. Crediamo che l’amministrazione sia disponibile a collaborare in tal senso, dimostrandosi sensibile verso la categoria che da sempre rappresenta una fonte di ric-chezza per il centro storico di San Giovanni Valdarno”.

Finalmente gli spazi riservati alla sosta dei commercianti non sono più una proposta. Viva la soddisfazione di Confesercenti per la scelta del Comune di Arezzo di agevolare i commer-cianti del centro storico riservando loro la possibilità di parcheggiare la loro auto in spazi riservati ai titolari di attività dietro pagamento di un abbonamento speciale a costo ridotto rispetto alle normali tariffe.“Un’importante agevolazione – dichiara Stefano Micheli di Confesercenti – che arriva in un mo-mento di crisi in cui le tariffe aumentano un po’ ovunque. Quella dell’amministrazione comunale invece è un segnale chiaro di quanto sia attenta alle esigenze della categoria”.

“Da tempo – prosegue il responsabile di Confesercenti - avevamo sollevato questa richiesta de-stinata a ottenere l’agevolazione per gli operatori commerciali che operano nel centro cittadino. Adesso è arrivata la conferma dell’ok da parte del Comune”. Le zone ipotizzate per il momento sono il Parcheggio Cadorna ed il Parcheggio Pietri anche se i dettagli del progetto sono ancora da definire. Di sicuro comunque presto anche i commercianti avranno i parcheggi riservati in centro storico, con abbonamenti speciali a prezzo ridotto. Questo è quanto emerso dall’incontro svolto nel mese di gennaio a Palazzo Cavallo alla presenza dell’Assessore Franco Dringoli.

cOmmERcIO E pARchEggI

Parcheggi riservati ai commercianti in Centro storicoConfesercenti da tempo sollecita l’Amministrazione comunale

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COME GENNAIO-FEBBRAIO 2013 7regionale

AgEvOLAzIOnI cREDITO

Aiuti agli investimenti Fino al 28 febbraio 2013 le imprese commerciali e turistiche possono presentare le domande

nEwsLOT

È in vigore dal 1° gennaio la misura introdotta dal Decreto Balduzzi (dl 158/12 convertito con modificazioni dalla L. 189 dell’8 novembre 2012) all’art. 7 comma 5 finalizzata a prevenire fenomeni di ludo-patie o altre tipologie di devianze connesse all’attività di gioco nei pubblici esercizi ed attività commerciali, che obbliga gli esercenti che detengono newslot nei propri locali ad esporre cartellonistica di vario genere predisposta sia dalla Asl di riferimento, che da parte del Monopolio. La mancata osservanza degli obblighi comporta una sanzione di euro 50mila. Le istituzioni preposte (Aziende Sanitarie locali) hanno predisposto il materiale informativo in modo parziale solo negli ultimi giorni di dicembre; proprio in virtù delle difficoltà nel reperire il materiale, le associazioni di categoria avevano richiesto uno slittamento dei ter-mini al 30 giugno 2013, che tuttavia non è stato concesso dal Mini-stero della Salute.

Credito, rischiano di saltare centinaia di piccole e medie impreseAllarme di Vivoli. Le nostre imprese da sole non ce la fanno più

mAssImO vIvOLI

“Nel 2013 in Toscana, saranno a rischio migliaia di piccole e medie imprese che danno buona e sana occupazione. ”Massimo Vivoli presidente regionale di Confesercenti e presidente del con-sorzio Italia Comfidi, lancia un pressante allarme e si rivolge in questa fase difficile della nostra economia a tutti i soggetti politici e istituziona-li della nostra regione affinché si apra subito un serio confronto. Per le nostre imprese, oltre al crollo dei consumi e dei fatturati in atto, si registrano crescenti dif-ficoltà nell’accesso al credito e, di conseguenza,

minori possibilità di far fronte al loro fabbisogno finanziario. I Consorzi fidi da soli non ce la fanno più. Questa questione non riesce ad imporsi tra le priorità da affrontare per garantire la ripresa e lo sviluppo della nostra economia“È giusto – sostiene Massimo Vivoli – occuparsi della crisi industriale di grandi imprese, ma non si può sottovalutare il comparto del commercio e turismo che in Toscana costituisce il cuore pul-sante della nostra economia.

NOVE MILIARDI DI CREDITO SOTTRATTI ALLE PMINegli ultimi mesi la percentuale delle picco-le imprese che si sono rivolte alle banche per richiedere un nuovo prestito o la rinegozia-zione di un prestito preesistente, ha ottenuto grandi difficoltà. In particolare tra quelle con meno di 20 addetti, una su due (il 50%) ha vi-sto contrarre i propri affidamenti e il 4,1% di esse ha ricevuto un netto diniego. Il calo su base annua dello stock degli impieghi vivi (i finanziamenti in essere al netto delle sofferen-ze) è sceso del 4,9%. All’appello mancano ben 9 miliardi di euro che, rapportato alla tosca-na, significa una contrazione del 5,32%. Tutto ciò nonostante che “Italia-Confidi”, la società consortile del credito di Confesercenti, vanti un sostegno attivo a ben 62.000 imprese per 4,1 miliardo di euro di finanziamenti garantiti

e che nella sola Toscana il Confidi di Confeser-centi assista 35.342 imprese garantendo uno stock di 2 miliardi di euro.

CONSORZI FIDI E FIDI TOSCANA,OCCORRONO NUOVE SINERGIE“Tutto ciò – sostiene il Presidente di Confesercen-ti – ora non basta più. Occorre cercare di affronta-re la grave crisi che stiamo vivendo, mettendo in campo sinergie nuove. Riteniamo che la Regione Toscana, in stretta collaborazione con Fidi Tosca-na e con tutti gli altri principali Confidi, espressio-ne delle altre Associazioni datoriali, debba proce-dere all’inizio del 2013 a condividere con tutte le Parti sociali interessate il complesso delle scelte strategiche inerenti le politiche del credito”. Si parla con insistenza di un’ipotesi di ripresa che può concretizzarsi solo nel 2014. Mai nella nostra storia, dal dopo guerra ad oggi, abbiamo assistito ad una crisi cosi lunga e devastante. Il perdurante crollo dei consumi, i danni, pesantis-simi provocati nella nostra regione a centinaia di imprese del commercio e del turismo, il rischio che anche le tenue aspettative legate ad una boccata d’ossigeno attorno alle prossime festiv-ità natalizie vengano vanificate, rischia di pro-vocare una moria di quel tessuto connettivo di micro e piccole imprese e diventare esiziale per lo sviluppo della nostra regione e della stessa coesione sociale.

IMPORTANTI FINANZIAMENTI A TASSO ZERO PER LE IMPRESE

COMMERCIALI E DEL TURISMO

Entro il 28 febbraio si possono presentare le domande di agevolazione

L’intervento agevolativo nella forma della concessione di finanziamenti a tasso zero dedicati alle PMI com-merciali e alle PMI operanti nel settore del turismo, ai sensi del Decreto Dirigenziale della Regione Toscana n. 5970 del 12/12/2012, prevede che le imprese, sino al 28 febbraio 2013, possano presentare domande finalizzate ad ottenere impieghi mirati a: investimenti per l’ampliamento, la ristrutturazione degli immobili funzionali all’attività di impresa; investimenti per l’installazione, la riqualificazione e il potenziamento dei sistemi e degli apparati di sicurezza;  il miglioramento, l’ammodernamento e l’adegua-mento delle strutture, oltre l’acquisto di macchinari, arredi attrezzature ;  allestimento di automezzi destinati ad attività commerciali su aree pubbliche.Tutti gli investimenti dovranno essere avviati suc-cessivamente alla presentazione della domanda di agevolazione.Sono ammissibili all’agevolazione progetti di spesa con investimento ammissibile uguale o superiore: a 20.000 euro per le imprese commerciali con un finanziamento non inferiore a 15.000 euro a 50.000 euro per le imprese turistiche con un finanziamento non inferiore a 28.000 euro.AGEVOLAZIONEL’agevolazione del progetto di investimento si rea-lizza tramite la concessione di un finanziamento a tasso zero fino al: 75% dell’investimento ammissibile, nel limite massi-mo di euro 120.000 per le imprese commerciali. 40% dell’investimento ammissibile, nel limite massi-mo di euro 300.000 per le imprese turistiche.PRESENTAZIONE DELLE DOMANDELe domande di agevolazione possono essere pre-sentate fino al 28 febbraio 2013. Per informazioni rivolgersi agli uffici Credito Ita-lia ComFidi presso tutte le sedi Confesercenti del-la Toscana.

L’agevolazione del progetto di investimento si realizza tramite la conces-sione di un aiuto rimborsabile a tasso zero fino: al 75% dell’investimento ammissibile, nel limite massimo di 120.000€ per le imprese commerciali e al 40% dell’investimento ammissibile, nel limite massimo di 300.000€ per le imprese turistiche. Il finanziamento è concesso tramite un appo-sito Fondo di Rotazione. La durata del piano di rientro è prevista in un massimo di 7 anni, a rate semestrali posticipate costanti con due seme-stralità di pre-ammortamento aggiuntive al rientro stabilito. L’intensità massima di aiuto, così determinatasi, non potrà comunque essere supe-riore a 200.000€ (regola “de minimis”).Sono ammesse alla domanda le piccole, medie e microimprese, singo-le e/o associate, anche di nuova costituzione che svolgono attività di commercio all’ingrosso, al minuto e pubblici esercizi (L.R.28/2005) e le piccole, medie e microimprese anche di nuova costituzione che eserci-

tano le attività ricettive o un’attività relativa a strutture complementari al turismo (L.R. 42/2000).Le spese di investimento ammissibili comprendono, al netto di imposte, tasse e altri oneri: l’ampliamento e la ristrutturazione di immobili fun-zionali all’attività; investimenti per la riqualificazione e il potenziamento dei sistemi e degli apparati di sicurezza dell’esercizio commerciale, sia interventi interni e/o esterni; l’acquisto di impianti, macchinari, arredi, at-trezzature; l’acquisto di hardware e software anche finalizzato a progetti che realizzano attività di ecommerce; le spese di progettazione e direzio-ne lavori in misura non superiore al 10% dell’investimento complessivo ammissibile.Sono escluse dalle spese di investimento ammissibili: Le scorte di ma-gazzino e gli automezzi per le attività commerciali non svolte su aree pubbliche; Le spese di funzionamento e di parte corrente; Gli impianti, i

macchinari, gli arredi e le attrezzature ceduti all’impresa dai soci o dagli amministratori dell’impresa stessa o dai loro coniugi o parenti entro il secondo grado. Sono compresi in questa fattispecie i beni provenienti da società nella cui compagine siano presenti i soci o gli amministratori dell’impresa beneficiaria o i loro coniugi o parenti entro il secondo gra-do; le spese relative a commesse interne di lavorazione. Ai fini delle suddette agevolazioni, sono ammissibili gli interventi avviati dopo l’invio della domanda. I progetti devono essere realizzati entro 12 mesi dalla data di ammissione a contributo. Al fine dell’ammissione dei progetti al contributo previsto dal presente bando, le imprese interessate devono presentare domanda, entro il 28 febbraio 2013.Per info: Ufficio Credito di Confesercenti, via Fiorentina, 240tel. 0575/983900 e-mail: [email protected]

I cartelli 2013 obbligatori per gli esercentiFondo perduto per la sicurezza

sui luoghi di lavoroLe domande entro il 14 marzo 2013. A disposizione gli uffici di Con-fesercenti. E contributi a fondo perduto per gli investimenti azien-dali legati alla sicurezza dei lavoratori. Pari al 50% delle spese am-messe, con un tetto massimo di € 100.000 in regime de minimis. La compilazione delle domande dovrà essere effettuata entro il 14 marzo 2013. I progetti dovranno poi essere avviati dopo il 15 marzo 2013 e realizzati entro 12 mesi dall’ammissione all’incentivo. Beneficiari sono le imprese operanti su tutto il territorio nazionale. Sono finanziabili i progetti di investimento volti a migliorare le condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori oltre a quelli per l’adozione di modelli organizzativi ispirati alla responsabilità sociale delle imprese.Ammesse le spese per: Ristrutturazione strutturale e impiantistica degli ambienti di lavoro; Installazione e/o sostituzione di macchinari e attrezzature; Interventi di riduzione/eliminazione dei fattori di ri-schio; Implementazione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale (es. SGSL, d.Lgs 231/01, SA 8000).

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Mensile di informazione al servizio del commercio e del turismo

Reg. Trib. FI: nr. 5091 del 30/7/2001 Anno 13 - n. 5 gennaio-febbraio 2013

Editore: Edimedia Srl Direttore Responsabile: Massimo Biagioni Redazione e Pubblicità: Edimedia Srl via Volturno, 10/12a 50019 Sesto F.no - FI tel. 055340811 - fax 055340814 [email protected]

Stampa: Industria Grafica Valdarnese tel. 0559122550

Chiuso in redazione il 5 febbraio

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NO

TIZI

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Pillolein

CONFINDUSTRIALa ripresa slitta al 2014Secondo l’ufficio studi di Confindustria la ripresa economica, prevista in un primo tempo per la fine del 2013 slitta al 2014. Infatti solo nell’ultimo trimestre dell’anno in corso il PIL avrà un segno positivo dello 0,2%. Nel 2014 il segno positivo salirebbe allo 0,6%.

ENTRATE FISCALIL’IMU, crolla il fabbisogno dello StatoMigliorano i conti pubblici. Grazie al rush finale dell’IMU il fabbisogno dello Stato crolla. Da 63,8 miliardi è passato a 48,5. La tendenza era già in atto fin da gennaio, dopo i primi provvedimenti “salva Italia”. Ma si è consolidata a dicembre con un gettito di 13,5 miliardi.

CONSUMIAuto, vendite -20%In cinque anni il mercato dell’auto è crollato del 44%. Nel solo 2012 ha perso il 20%. Conseguentemente le auto immatricolate nel 2012 sono tornate ai livelli del 1979. Il gruppo FIAT è al 29% pari 415.000 vetture –100.000 del 2011.

FAMIGLIEFamiglie il 51% copre appena le speseSecondo un’indagine SWG il 51% delle famiglie riesce a coprire appena le spese necessarie al ménage familiare. Per il 2013 il 48% resterà al palo e solo il 10% vede prospettive di miglioramento. L’8% invece dichiara di non aver il reddito minimo di sostentamento.

ISTAT/1Inflazione 2012 al 3%Secondo il rapporto Istat l’inflazione scende a dicembre al 2,3% per effetto del raffreddamento dei carburanti per effetto della quotazione del petrolio. La media annua del 2012 si attesta al 3% il più alto dal 2008.

Carrello della spesa al 4,3%Secondo la stessa indagine, il cosiddetto “Carrello della Spesa” cioè quello dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (prodotti alimentari in particolare) resta molto sopra al livello di inflazione medio. Si attesta cioè al 4,3%