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Deutsche Bank Nessuna garanzia può essere data che qualsiasi previsione o obiettivo saranno raggiunti. 1 CIO Insights Weekly Bulletin 1 2 3 15 Dicembre 2017 Christian Nolting CIO Globale Gli auguri delle banche centrali Come c'era da aspettarsi, la Federal Reserve ha innalzato i tassi d'interesse. Il giorno successivo la Banca Centrale Europea e la Bank of England hanno rilasciato dichiarazioni positive sull'economia. La Bank of Japan invece resta isolata. Le nuove previsioni economiche della Fed sono positive, ma l'inflazione resta incerta. Anche la BCE ha rivisto al rialzo le previsioni economiche, similmente alla Bank of England. La politica monetaria in Giappone sembra restare accomodante, ma potrebbero calare gli acquisti di titoli. La Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti ha innalzato il tasso d'interesse di riferimento all'1,25%-1,50% e confermato che si aspetta che l'andamento dell'economia giustificherà aumenti dei tassi d'interesse ulteriori. I membri del Comitato della Fed si aspettano tre rialzi dei tassi nel 2018. La stima media per la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) per il 2017 è stata incrementata dal 2,4% al 2,5% e per il 2018 dal 2,1% al 2,5%. La previsione mediana per la disoccupazione è stata abbassata dal 4,3% al 4,1% per il 2018 e dal 4,1% al 3,9% per il 2019, mentre le aspettative per l'inflazione sono restate immutate. Janet Yellen nel corso della sua ultima conferenza stampa da presidente della Fed ha ammesso che la comprensione delle forze che determinano l'inflazione è "imperfetta" un problema che non è limitato alla Fed. L'altra domanda implicita è fino a che punto la riforma delle imposte spingerà la crescita economica. La risposta si farà attendere finché non avremo chiarezza sui dettagli del taglio alle imposte. Per il momento, la Fed ha lasciato la propria previsione per la crescita del PIL a lungo termine immutata. La Banca Centrale Europea (BCE) ha lasciato i tassi d'interesse immutati ma, come la Fed, ha pubblicato stime economiche più positive: la crescita del PIL è stimata al 2,4% nel 2017 rispetto al 2,2% di prima, ed al 2,3% per il 2018 rispetto all'1,8% precedente, nonché all'1,19% per il 2019 rispetto all'antecedente 1,7%. È stata incrementata addirittura la stima per l'inflazione, ma sarebbe prematuro concludere che l'era dell'inflazione bassa nell'Eurozona sia finita. La BCE tuttavia ha sottolineato che il sostegno monetario sarà aumentato o mantenuto in caso di bisogno. La Bank of England da parte sua non ha pubblicato previsioni economiche nuove ma si è mostrata più ottimista, anche se ha sottolineato che la crescita economica nel quarto trimestre dell'anno prossimo potrebbe rallentare. La Bank of Japan (BoJ) è indietro con la politica monetaria rispetto alle altre banche centrali maggiori, e l'assenza d'inflazione continua ad essere un problema, ma per lo meno c'è una discussione sulla politica monetaria, e potrebbe darsi che gli acquisti di obbligazioni da parte della banca centrale potrebbero essere ridotti. Ma il controllo della curva dei tassi resterà con noi ancora per un periodo di tempo indeterminato. Auguriamo buone feste a tutti i lettori. La prossima edizione del Bulletin verrà pubblicata venerdì 5 gennaio 2018. All’interno del Bulletin Lettera dalle aree geografiche 2 View per asset class 5 Previsioni 9 One-pager mercati 10 Analisi dei fondamentali 11 Calendario 12 Glossario 13 1 2 3

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Deutsche Bank

Nessuna garanzia può essere data che qualsiasi previsione o obiettivo saranno raggiunti. 1

CIO InsightsWeekly Bulletin

1 2 3

15 Dicembre 2017

Christian Nolting

CIO Globale

Gli auguri delle banche centrali

Come c'era da aspettarsi, la Federal Reserve ha innalzato i tassi d'interesse. Il giorno successivo la Banca Centrale Europea e la Bank of England hanno rilasciato dichiarazioni positive sull'economia. La Bank of Japan invece resta isolata.

Le nuove previsioni economiche della Fed sono positive, ma l'inflazione resta incerta.

Anche la BCE ha rivisto al rialzo le previsioni economiche, similmente alla Bank of England.

La politica monetaria in Giappone sembra restare accomodante, ma potrebbero calare gli acquisti di titoli.

La Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti ha innalzato il tasso d'interesse

di riferimento all'1,25%-1,50% e confermato che si aspetta che l'andamento

dell'economia giustificherà aumenti dei tassi d'interesse ulteriori. I membri del

Comitato della Fed si aspettano tre rialzi dei tassi nel 2018. La stima media

per la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) per il 2017 è stata

incrementata dal 2,4% al 2,5% e per il 2018 dal 2,1% al 2,5%. La previsione

mediana per la disoccupazione è stata abbassata dal 4,3% al 4,1% per il 2018

e dal 4,1% al 3,9% per il 2019, mentre le aspettative per l'inflazione sono

restate immutate. Janet Yellen nel corso della sua ultima conferenza stampa

da presidente della Fed ha ammesso che la comprensione delle forze che

determinano l'inflazione è "imperfetta" – un problema che non è limitato alla

Fed. L'altra domanda implicita è fino a che punto la riforma delle imposte

spingerà la crescita economica. La risposta si farà attendere finché non

avremo chiarezza sui dettagli del taglio alle imposte. Per il momento, la Fed

ha lasciato la propria previsione per la crescita del PIL a lungo termine

immutata.

La Banca Centrale Europea (BCE) ha lasciato i tassi d'interesse immutati

ma, come la Fed, ha pubblicato stime economiche più positive: la crescita del

PIL è stimata al 2,4% nel 2017 rispetto al 2,2% di prima, ed al 2,3% per il 2018

rispetto all'1,8% precedente, nonché all'1,19% per il 2019 rispetto

all'antecedente 1,7%. È stata incrementata addirittura la stima per l'inflazione,

ma sarebbe prematuro concludere che l'era dell'inflazione bassa

nell'Eurozona sia finita. La BCE tuttavia ha sottolineato che il sostegno

monetario sarà aumentato o mantenuto in caso di bisogno. La Bank of

England da parte sua non ha pubblicato previsioni economiche nuove ma si è

mostrata più ottimista, anche se ha sottolineato che la crescita economica nel

quarto trimestre dell'anno prossimo potrebbe rallentare.

La Bank of Japan (BoJ) è indietro con la politica monetaria rispetto alle

altre banche centrali maggiori, e l'assenza d'inflazione continua ad essere un

problema, ma per lo meno c'è una discussione sulla politica monetaria, e

potrebbe darsi che gli acquisti di obbligazioni da parte della banca centrale

potrebbero essere ridotti. Ma il controllo della curva dei tassi resterà con noi

ancora per un periodo di tempo indeterminato.

Auguriamo buone feste a tutti i lettori. La prossima edizione del Bulletin

verrà pubblicata venerdì 5 gennaio 2018.

All’interno del Bulletin

Lettera dalle aree geografiche 2

View per asset class 5

Previsioni 9

One-pager mercati 10

Analisi dei fondamentali 11

Calendario 12

Glossario 13

1

2

3

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Deutsche Bank

Nessuna garanzia può essere data che qualsiasi previsione o obiettivo saranno raggiunti. 2

CIO Insights

Weekly Bulletin — 15 Dicembre 2017

STATI UNITI

Larry V Adam

CIO and Chief Investment Strategist – WM Americas

La Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti ha innalzato il tasso d'interesse di

riferimento per la terza volta quest'anno, dall' 1,00%-1,25% all'1,25%-1,50%.

Per la prima volta dal 2016 c'erano due voci contrarie al rialzo all'interno del

Comitato della Fed. La Fed ha ripetuto che si aspetta che l'andamento

dell'economia giustificherà aumenti dei tassi d'interesse ulteriori, nello

specifico tre aumenti nel corso del 2018. La Fed ha inoltre annunciato che

continuerà la normalizzazione del proprio bilancio ad un ritmo più veloce,

riducendolo di circa 20 miliardi di dollari al mese. Per quanto riguarda le

previsioni economiche, la Fed ha fatto le seguenti modifiche:

• Previsioni in rialzo per il PIL – Dato che l'economia statunitense è

cresciuta di oltre il 3% per due trimestri consecutivi, e dato lo scarso

rischio di una recessione imminente, la Fed ha innalzato la propria stima

mediana per la crescita del PIL per il 2017 dal 2,4% al 2,5% e per il 2018

dal 2,1% al 2,5%. La presidente della Fed Janet Yellen ha confermato

che la riforma fiscale gioverà alla crescita economica, ma non ha

quantificato la cosa in assenza di dettagli precisi sul taglio delle imposte.

È interessante notare che la Fed non ha modificato la stima per la

crescita del PIL a lungo termine (1,8%), suggerendo che non si aspetta

che la riforma delle tasse provochi un cambio strutturale della crescita

economica a lungo termine.

• Tasso di disoccupazione minore – Data l'accelerazione della crescita

economica, la Fed si aspetta che il mercato del lavoro resti "forte" e di

conseguenza ha abbassato la stima mediana per il tasso di

disoccupazione nel 2018 dal 4,3% al 4,1% e dal 4,1% al 3,9% per il

2019.

• Stima del tasso d'inflazione immutata – Nonostante le aspettative

migliorate per la crescita economica e la disoccupazione, la Fed ha

lasciato le proprie previsioni per il tasso d'inflazione immutate per il 2018

(all'1,9%) e per il 2019 (al 2%). Nel corso della sua ultima conferenza

stampa come presidente della Fed, Janet Yellen ha preso atto del fatto

che la comprensione delle forze che determinano l'inflazione resta

"imperfetta".

Prospettiva per il 2018 – continua la normalizzazione

Le nostre aspettative per la normalizzazione della politica monetaria negli

Stati Uniti restano immutate. Ci aspettiamo due o tre rialzi dei tassi

d'interesse nel 2018 e riteniamo che l'assenza d'inflazione elevata permetta

alla Fed di essere flessibile nel rialzo dei tassi d'interesse. Stimiamo inoltre

che il rialzo graduale dei tassi non deraglierà la ripresa economica e che

dovrebbe sostenere i rendimenti obbligazionari ed il mercato azionario nel

corso dei prossimi 12 mesi. Se tuttavia i tassi d'interesse a lungo termine

non dovessero iniziare ad incrementare, dopo alcuni rialzi ulteriori del tasso

di riferimento la curva dei tassi potrebbe invertirsi. È interessante notare

che la correlazione tra i rendimenti obbligazionari governativi statunitensi

(Treasury) e l'indice azionario S&P 500 al momento è particolarmente alta.

Il rialzo dei tassi dovrebbe inoltre sostenere il valore del dollaro dal

momento che la Fed resta la banca centrale più determinata del mondo per

quanto riguarda il rialzo dei tassi.

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

View per asset class

Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

Continua la stretta monetaria "imperfetta"

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CIO Insights

Weekly Bulletin — 15 Dicembre 2017

EMEA

Stéphane Junod

CIO EMEA and Head of WD EMEA

La BCE innalza le aspettative per la crescita economica

La Banca Centrale Europea (BCE) in occasione del vertice del 14 dicembre

ha lasciato i tassi d'interesse immutati e ha ribadito che ridurrà il programma

di acquisto di obbligazioni da 60 a 30 miliardi di euro mensili tra gennaio e

settembre 2018. Le nuove previsioni economiche della BCE sono positive:

la stima della crescita del PIL è stata aumentata dal 2,2% al 2,4% per il

2017, dall'1,8% al 2,3% per il 2018 e dall'1,7% all'1,9% per il 2019. La stima

del tasso d'inflazione per il 2018 è stata rivista dall'1,2% all'1,4%, ed il

presidente della BCE Mario Draghi si è detto fiducioso che l'inflazione stia

per salire, anche se sembra destinata a restare al di sotto del target del 2%

per diverso tempo.

La riluttanza della BCE di una stretta monetaria è comprensibile, dato

l'andamento economico degli anni scorsi e l'inflazione bassa. Ci aspettiamo

che il tasso di deposito attuale del -0,4% resti in vigore fino alla fine

dell'anno prossimo. Ma considerando la ripresa economica in corso, la

politica monetaria della BCE è destinata ad allontanarsi sempre di più da

quella della Fed, il che potrebbe indebolire l'euro rispetto al dollaro nei mesi

prossimi, con l'effetto collaterale di sostenere le azioni europee.

La Bank of England diventa più ottimista

Come c'era da aspettarsi, il Comitato della Bank of England (BoE) ha votato

all'unanimità di lasciare i tassi d'interesse immutati nel corso del vertice del

14 dicembre, nonostante un aumento dell'inflazione al 3,1% anno su anno a

novembre. Si tratta del valore più alto da marzo 2012, ed il rincaro interessa

anche i prezzi alla produzione. La Bank of England prevede che la crescita

economica potrebbe indebolirsi leggermente nel quarto trimestre del 2018,

ma ha dichiarato che modesti aumenti futuri dell'inflazione potrebbero

essere necessari per riportare l'inflazione al livello del target. La BoE ha

inoltre commentato sulla Brexit, affermando che la seconda fase delle

trattative dovrebbe ridurre la probabilità di una fuoriuscita "disordinata",

sostenendo la fiducia dei consumatori. Il prossimo vertice della BoE avrà

luogo a febbraio, in concomitanza con la pubblicazione del prossimo

rapporto sull'inflazione.

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

BCE e Bank of England

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CIO Insights

Weekly Bulletin — 15 Dicembre 2017

Politica monetaria in Giappone

ASIA

Tuan Huynh

CIO APAC and Head of WD APAC

Non c'è segno di stretta monetaria

Continua la speculazione su quando la Bank of Japan (BoJ) inizierà la

stretta monetaria, sulla scia delle altre banche centrali dei Paesi sviluppati.

Sussistono vari ostacoli. Innanzitutto, occorre che la dichiarazione di "guerra

alla deflazione" venga revocata prima di poter ridurre i programmi di stimolo

monetario. Ciò potrebbe prendere tempo, anche se la BoJ fosse disposta a

farlo quando l'inflazione tocca l'1% invece del target attuale del 2%. Un

problema è che l'inflazione nel settore terziario, che rappresenta la metà

dell'indice d'inflazione complessivo, è rallentata pressoché a zero, a

differenza di quanto accade nelle altre economie sviluppate.

Il problema è che la politica monetaria estremamente accomodante ha degli

effetti negativi sui margini d'interesse netti delle banche, rendendo difficile il

loro ruolo di intermediazione, ovvero di prestito, con il risultato che la politica

monetaria causa una contrazione economica. La BoJ sostiene però che le

banche giapponesi godono di una base di capitale solida e di costi creditizi

in calo, quindi questo argomento difficilmente verrà usato per giustificare

una stretta monetaria. Tuttavia, appare probabile che gli acquisti di

obbligazioni governative da parte della banca centrale vengano ridotti in

linea con il piano di emissioni del ministero delle finanze per l'anno fiscale

che inizierà ad aprile 2018. Ci aspettiamo un leggero aumento dei

rendimenti obbligazionari giapponesi nel corso dei prossimi 12 mesi. La

nostra previsione per il rendimento governativo decennale è dello 0,10% a

fine dicembre 2018.

Ci aspettiamo che il governatore della Bank of Japan, Kuroda, verrà

confermato nel suo ruolo per altri 5 anni a partire da aprile 2018. Se invece

dovesse essere sostituito, un candidato alternativo probabile è Etsuro

Honda, l'attuale ambasciatore giapponese in Svizzera, noto per essere

favorevole ad una politica monetaria ultra-accomodante. Non è favorevole

però ad un ribasso ulteriore dei tassi d'interesse. Tutti i candidati potenziali

sembrano voler proseguire con lo strumento monetario del controllo della

curva dei rendimenti.

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

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CIO Insights

— Focus della settimana

Weekly Bulletin —

Le azioni negli Stati Uniti e la riforma fiscale

Azioni Stati Uniti

• I mercati azionari negli Stati Uniti hanno registrato un andamento positivo

negli ultimi giorni a seguito del progresso fatto con la riforma fiscale.

• Mentre l'entrata in vigore della riforma resta incerta, siamo dell'opinione

che l'effetto sarà positivo per i consumi privati, per gli investimenti in

capitale fisso e per i mercati azionari, soprattutto in vista degli incentivi per

il rimpatrio di capitale dall'estero.

• Di conseguenza, abbiamo innalzato il nostro target per l'indice azionario di

riferimento S&P 500 da 2650 a 2750 punti, e stimiamo che l'indice

potrebbe salire ancora di più se la riforma dovesse essere attuata in tempi

brevi.

• Da quando la riforma fiscale è stata approvata alla Camera dei Deputati il

16 novembre, l'indice S&P 500 è salito del 3%, ma con variazioni secondo

i settori.

• I settori maggiormente soggetti alle tasse hanno mostrato una

performance migliore rispetto all'indice: il settore delle telecomunicazioni

ha superato l'indice dell'11% , quello finanziario del 4,6%, quello

industriale dell'1,9% e quello dei beni di consumo ciclici dell'1,5%. Invece il

settore della tecnologia, che è poco tassato, ha sottoperformato l'indice del

3,4% circa.

• In generale, i titoli delle imprese altamente soggette alle imposte hanno

sovraperformato l'indice S&P 500 del 2,2%, mentre quelli delle imprese

meno soggette alle tasse hanno sottoperformato dello 0,85%, ed i titoli

delle imprese registrate all'estero, che sarebbero svantaggiate dalla

riforma, hanno sottoperformato dell'1,8%.

Andamento del mercato azionario e riforma fiscale*Azioni

* A partire dall'approvazione dell riforma alla Camera dei Deputati il 16 novembre. Fonte: Datastream, Deutsche Bank AG. Dati aggiornati al 13 dicembre 2017.

15 Dicembre 2017

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

Il mercato azionario degli Stati Uniti ha goduto di una fase di rialzo sin dall'approvazione della riforma fiscale da parte della Camera, ma a livello settoriale ci sono vincitori e perdenti.

-2%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

14%

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CIO Insights

— Focus della settimana

Weekly Bulletin —

I rendimenti obbligazionari governativi

Reddito fisso Stati Uniti

• Nonostante il terzo rialzo dei tassi d'interesse dell'anno, i rendimenti

obbligazionari governativi statunitensi (Treasuries) sono calati sia nelle

brevi che nelle lunghe scadenze per via dell'assenza di un rialzo

dell'inflazione.

• La Fed prevede tre rialzi dei tassi nel 2018, ma il mercato dei futures

considera questa un'aspettative esagerata: i prezzi dei futures mostrano

una probabilità del 65% di due rialzi dei tassi e soltanto del 27% di tre rialzi

entro fine 2018. Da parte nostra riteniamo due rialzi leggermente più

probabili di tre.

• Prevediamo che i rendimenti governativi decennali saliranno al 2,60% nei

prossimi 12 mesi per via della normalizzazione del bilancio della Fed e per

via dell'accelerazione della crescita economica, nonché a causa

dell'espansione del disavanzo pubblico provocata dalla riforma fiscale.

• D'altra parte stimiamo che i rendimenti verranno frenati dal fatto che non ci

sarà un forte aumento dell'inflazione. Il rialzo dei rendimenti negli Stati

Uniti dovrebbe attirare investitori esteri.

• Negli Stati Uniti continuiamo a preferire obbligazioni del tipo "investment

grade" rispetto a quelle ad alto rendimento ("high yield"). Un rialzo

generalizzato dei rendimenti nuocerebbe alle obbligazioni high yield dato

che il tasso di copertura dell'interesse (utili divisi per spese nette per gli

interessi) è al livello più basso mai registrato al di fuori di un periodo di

recessione.

Tasso di copertura dell'interesse per le PMEReddito fisso

Un rialzo forte dei rendimenti rappresenterebbe un rischio per le azioni delle piccole imprese, dato il loro tasso di copertura dell'interesse molto basso.

Fonte: FactSet, Deutsche Bank AG

Dati aggiornati a novembre 2017.

15 Dicembre 2017

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

2.5

3

3.5

4

4.5

5

5.5

6

3

4

5

6

7

8

9

10

gen-94 gen-98 gen-02 gen-06 gen-10 gen-14

US Recession

S&P 500 EBIT to Interest Expense Ratio (LHS)

S&P Small Cap 600 EBIT to Interest Expense Ratio (RHS)

Rapporto

utili/spese nette per

interessi

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CIO Insights

— Focus della settimana

Weekly Bulletin —

Il limite del prezzo del petrolio

Materie prime

• Il prezzo del petrolio greggio resta vicino al livello massimo da luglio 2015.

• Un calo delle scorte petrolifere negli Stati Uniti e la decisione da parte

dell'OPEC di estendere il limite alla produzione per tutto l'anno 2018

hanno entrambi contribuito a sostenere il prezzo petrolifero.

• La stima per la produzione statunitense è stata innalzata a 10,02 milioni di

barili al giorno, il che rappresenterebbe un livello record.

• A breve termine stimiamo che l'aumento della produzione negli Stati Uniti

limiterà qualsiasi rialzo di prezzo eccessivo.

• A lungo termine riteniamo che sarà la dinamica tra domanda ed offerta a

determinare il prezzo.

• Il nostro target a 12 mesi è di 55 dollari al barile.

• Il prezzo dell'oro è calato al livello minimo in cinque mesi dal momento che

il rendimento obbligazionario governativo statunitense ha ripreso a salire,

dopo essere calato ad un minimo annuale a settembre.

• È probabile che il prezzo dell'oro continui a essere limitato dall'aumento

dei tassi d'interesse, dall'apprezzamento del dollaro e dalla forte crescita

economica globale.

• Un'escalation delle tensioni geopolitiche tuttavia potrebbe far risalire il

prezzo dell'oro.

• Il nostro target di prezzo a 12 mesi è di 1230 dollari l'oncia.

Produzione di petrolio negli Stati Uniti Materie prime

La stima per la produzione dei greggio negli Stati Uniti è stata incrementata ad un livello record.

Fonte: Deutsche Bank AG.

Dati aggiornati al 13 dicembre 2017

15 Dicembre 2017

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

distorsione legta agli

uragani

8.0

8.5

9.0

9.5

10.0

dic-13 lug-14 feb-15 set-15 apr-16 nov-16 giu-17

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CIO Insights

— Focus della settimana

Weekly Bulletin —

Il dollaro non trae beneficio dai tassi d'interesse

Valute globali

• Il valore del dollaro è restato pressoché immutato nei giorni scorsi dal

momento che il rialzo dei tassi da parte della Fed è stato in linea con le

aspettative.

• Tuttavia, il dollaro si è apprezzato del 3% circa rispetto al livello minimo

dell'anno, grazie al progresso con la riforma fiscale, che secondo le nostre

stime avrà un effetto positivo per la valuta.

• L'euro invece è salito di valore nei giorni scorsi, in concomitanza della

conferma che la BCE lascerà i tassi immutati e che ridurrà il programma di

allentamento quantitativo.

• A lungo termine ci aspettiamo che che l'euro si indebolirà leggermente

rispetto al dollaro per via della differenza nella crescita economica e nei

tassi d'interesse.

• Il nostro target a 12 mesi per il cambio EUR/USD è di 1,15.

Indice di valore del dollaro Cambi

Nonostante l'aumento dei tassi d'interesse, il dollaro non si è apprezzato. Per la prima volta da novembre 2016, ci sono stati due voti contrari al rialzo.

Fonte: Thomson Reuters Datastream, Deutsche Bank AG

Dati aggiornati al 14 dicembre 2017.

15 Dicembre 2017

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

-1.2%

-0.7%

-0.2%

0.3%

0.8%

giugno-17 luglio-17 agosto-17 settembre-17

ottobre-17 novembre-17

dicembre-17

One Day Percentage Change in USD IndexCambio giornaliero in %

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CIO Insights

Weekly Bulletin — 15 Dicembre 2017

Previsioni di Deutsche Bank

Fine dicembre 2018

Indici azionari

USA (S&P 500) 2.750

Eurozona (Euro STOXX 50 3.780

Germania (DAX) 14.100

Regno Unito (FTSE 100) 7.500

Giappone (MSCI Japan) 1.210

Asia ex Giappone (MSCI in USD) 760

America Latina (MSCI in USD) 2.850

Principali rendimenti dei titoli sovrani (10 anni, %)

USA 2,60

Germania 0,80

Regno Unito 1,40

Giappone 0,10

Materie prime

Petrolio (WTI) 55

Oro in USD 1230

Cambi

EUR/USD 1,15

USD/JPY 115

EUR/GBP 0,88

GBP/USD 1,30

EUR/CHF 1,18

EUR/NOK 9,20

USD/CAD 1,22

AUD/USD 0,78

NZD/USD 0,74

USD/BRL 3,30

USD/SGD 1,41

USD/TRY 4,07

USD/RUB 57,0

Previsioni di Deutsche Bank dell'8 dicembre 2017, suscettibili di cambiare senza preavviso.

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

View per asset class

Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

USD/CNY 6,80

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CIO Insights

Weekly Bulletin — 15 Dicembre 2017

Fatti e Cifre

Valore

attuale

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Rendim.

mensile

Rendim.

anno in

corso

13 dic. 2016

13 dic. 2017

13 dic. 2015

13 dic. 2016

13 dic. 2014

13 dic. 2015

13 dic. 2013

13 dic. 2014

13 dic. 2012

13 dic. 2013

Obbligazioni

2 anni Bund (Germania) -0.77% -0.04% -0.02% -0.71% -0.65% 0.11% 0.33% 0.57% -0.22%

5 anni Bund (Germania) -0.42% -0.12% 0.10% -0.26% 0.11% 1.64% 1.42% 4.83% -0.39%

10 anni Bund (Germania) 0.32% -0.15% 0.99% 1.18% 2.64% 2.94% 1.85% 14.68% -1.34%

10 anni Gilt (Regno Unito) 1.25% 0.18% 1.20% 2.40% 4.20% 6.13% 2.44% 13.88% -4.69%

2 anni BTP -0.26% -0.13% 0.05% 0.56% 0.67% 0.35% 1.35% 2.09% 5.02%

5 anni BTP 0.52% -0.28% 0.37% 3.15% 3.42% 1.27% 4.87% 9.75% 8.66%

10 anni BTP 1.74% -0.52% 0.56% 4.14% 4.66% -0.84% 7.46% 22.17% 10.04%

Barclays Euro Corporate 0.63% -0.06% 0.38% 3.02% 3.70% 3.73% 0.13% 7.98% 2.88%

Barclays Euro High Yield 2.80% -0.08% -0.11% 6.42% 7.06% 7.40% 1.68% 6.52% 10.39%

JP Morgan EMBIG Div. 5.28% 0.26% 0.49% -1.46% 0.04% 13.27% 16.36% 16.88% -9.60%

Azioni

USA (S&P 500) 2,663 1.3% 3.0% 18.9% 17.2% 12.9% 0.5% 12.8% 25.1%

Eurozona (Euro Stoxx 50) 3,582 0.6% 0.2% 8.9% 10.7% 1.0% 4.4% 5.0% 11.2%

Germania (DAX) 13,126 1.0% 0.4% 14.3% 16.3% 9.1% 7.8% 6.5% 18.8%

Regno Unito (FTSE 100) 7,497 2.0% 1.1% 5.0% 7.6% 17.1% -5.5% -2.2% 8.6%

Italia (FTSE MIB) 22,400 0.4% -0.2% 16.5% 19.0% -10.4% 13.0% 4.5% 12.2%

Francia (CAC 40) 5,399 0.5% 1.1% 11.1% 12.4% 5.6% 10.7% 1.2% 11.4%

Giappone (MSCI Japan) 1,072 2.6% 1.5% 17.4% 15.5% -1.3% 8.8% 12.8% 55.7%

Asia ex Giappone (MSCI, USD) 697 2.2% -0.6% 35.4% 32.0% 8.0% -12.4% 2.2% 0.0%

America Latina (MSCI, USD) 2,732 -0.3% -0.2% 16.7% 17.0% 25.8% -28.9% -17.4% -15.1%

Matrie prime & Alternativi

WTI (USD) 56.60 1.1% -0.3% 5.4% 6.8% 48.9% -38.4% -40.2% 12.1%

Oro (USD) 1,247.4 -1.3% -2.5% 7.8% 7.6% 7.7% -12.0% -1.1% -27.2%

EUR/USD 1.1758 -0.3% 0.8% 11.5% 10.5% -3.2% -11.8% -9.2% 4.9%

EUR/GBP 0.8800 -0.1% -1.1% 3.1% 4.9% 16.1% -8.9% -5.9% 4.0%

EUR/JPY 132.91 0.4% 0.4% 8.0% 8.4% -7.8% -9.9% 4.3% 29.4%

VIX Index 10.18 -0.84 -1.32 -3.86 -2.54 -11.67 3.31 5.32 -0.80

VDAX Index 13.45 -1.22 -0.60 -4.40 -3.06 -9.53 2.79 7.14 0.95

Dati aggiornati al 13 dicembre 2017. Fonte: FactSet. Valori negativi in arancione.

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

View per asset class

Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

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Nessuna garanzia può essere data che qualsiasi previsione o obiettivo saranno raggiunti. 11

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Weekly Bulletin — 15 Dicembre 2017

Fatti e Cifre

Dati aggiornati al 6 dicembre 2017. Fonte: FactSet. Dati negativi in arancione.

Valore

attuale

Cambiam.

1

settimana

Cambiam.

1 mese

Cambiam.

anno

i.corso

13 dic. 2016

13 dic. 2017

13 dic. 2015

13 dic. 2016

13 dic. 2014

13 dic. 2015

13 dic. 2013

13 dic. 2014

13 dic. 2012

13 dic. 2013

Valori azionari

USA (S&P 500) 20.5 0.1 0.4 1.4 1.2 2.2 0.0 0.9 2.4

Eurozona (Euro Stoxx 50) 15.4 0.0 0.0 -0.3 -0.1 1.5 0.1 0.4 2.4

Germania (DAX) 14.7 0.0 -0.2 -0.1 0.2 1.5 -0.5 -0.1 2.7

Regno Unito (FTSE 100) 15.2 0.1 0.0 -2.2 -1.9 2.1 1.7 -0.5 1.9

Italia (FTSE MIB) 16.2 -0.2 -0.4 -2.5 -2.3 0.4 2.4 -0.2 4.5

Francia (CAC 40) 15.6 -0.1 0.1 0.2 0.3 0.6 0.7 0.2 2.3

Giappone (MSCI Japan) 15.8 0.2 -0.4 -0.6 -1.0 1.3 -0.4 -1.1 0.0

Asia ex Giapp. (MSCI, USD) 14.5 0.2 -0.4 0.6 0.4 1.9 -0.5 0.2 -0.6

America Latina (MSCI, USD) 15.1 -0.4 0.3 -0.1 -1.3 1.6 1.7 -0.9 -0.3

Relative

Strength

Index

Media

mobile a

50 giorni

Media

mobile a

100 giorni

Media

mobile a

200 giorni

Crescita

degli utili

(prox 12m)

Delta %

crescita

degli utili

Dividend

Yield

Analisi tecnica e fondamentale

USA (S&P 500) 74.15 2,590.6 2,533.8 2,467.3 11.1% 0.3% 2.0%

Eurozona (Euro Stoxx 50) 49.68 3,602.3 3,543.6 3,531.2 9.4% -0.9% 3.6%

Germania (DAX) 52.97 13,094.1 12,715.8 12,578.1 10.0% -0.6% 3.1%

Regno Unito (FTSE 100) 59.72 7,459.9 7,419.8 7,402.3 5.9% 1.4% 4.2%

Italia (FTSE MIB) 48.44 22,490.1 22,236.2 21,495.1 16.9% -0.1% 4.0%

Francia (CAC 40) 52.57 5,394.1 5,284.0 5,242.1 6.8% -0.8% 3.4%

Giappone (MSCI Japan) 61.29 1,044.7 1,004.4 969.1 7.5% 3.9% 2.1%

Asia ex Giappone (MSCI, USD) 49.83 695.1 677.8 642.9 12.7% 2.7% 2.5%

America Latina (MSCI, USD) 43.67 2,820.7 2,848.7 2,726.1 12.0% -5.6% 3.3%

Valore

attuale

Cambiam.

1

settimana

Cambiam.

1 mese

Cambiam.

anno

i.corso

13 dic. 2016

13 dic. 2017

13 dic. 2015

13 dic. 2016

13 dic. 2014

13 dic. 2015

13 dic. 2013

13 dic. 2014

13 dic. 2012

13 dic. 2013

Valori obbligazionari

Tasso BCE (Refi Rate) 0.00% 0 0 0 0 -5 0 -20 -50

Ripidità della curva Bund (10anni-

2anni)109 1 -8 8 -1 22 22 -93 21

Spread Gov. FRA-GER (10anni) 21 2 -2 -27 -24 13 5 -34 -3

Spread Gov. ITA-GER (10anni) 142 5 5 -21 -10 54 -45 -83 -104

Spread Gov. SPA-GER (10 anni) 118 4 6 -1 11 -2 -17 -102 -179

Euro Investment Grade Spread

(10anni)31 -2 6 -35 -29 -22 34 24 -51

Euro High Yield Spread (10anni) 248 5 22 -70 -69 41 66 52 -193

J.P. Morgan EMBIG Div. Spread 496 0 0 -63 -53 -30 57 118 99

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

View per asset class

Previsioni

One-pager mercati

Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

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Calendario dei prossimi eventi chiave

Stati Uniti Europa Asia

Lunedì

18 Dicembre

Indice mercato immbiliare

(novembre)

Eurozona: Inflazione prezzi al

consumo

Italia: commercio estero (ottobre)

Gran Bretagna: sondaggio trend

industriali CBI (dicembre)

Giappone: commercio estero

(novembre)

Cina: indice prezzi immobiliari

(novembre)

Martedì19 dicembre

Costruzioni residenziali

(novembre)

Germania: aspettative IFO, clima

commerciale (dicembre)

Eurozona: costi della manodopera

(terzo trim.)

Giappone: indice attività industriale

(ottobre)

Mercoledì20 Dicembre

Vendite immobiliari (novembre) Germania: inflazione prezzi alla

produzione (novembre)

Eurozona: bilancia dei pagamenti

(ottobre)

nessun dato

Giovedì21 Dicembre

PIL (terzo trim. 2017) Svizzera: commercio estero

(novembre)

Gran Bretagna: indebitamento

pubblico (novembre)

Eurozona: fiducia dei consumatori

(dicembre)

Giappone: decisione sui tassi

d'interesse

Venerdì22 Dicembre

Ordini beni durevoli (novembre)

Sentimento consumatori

(dicembre)

Introiti personali (novembre)

Svizzera: indicatore KOG (dicembre)

Germania: sondaggio GfK fiducia dei

consumatori (dicembre)

Francia, Gran Bretagna: PIL terzo trim.

Francia: inflaz. prezzi alla produzione,

spese al consumo (novembre)

Italia: vendite industriali (ottobre)

Fiducia dei consumatori (dicembre)

nessun dato

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Previsioni

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Calendario

Glossario

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GlossarioL'allentamento quantitativo è uno programma d'acquisto di titoli da parte delle banche centrali per stimolare l'attività economica ed abbassare il costo dle denaro.

La BCE è la Banca Centrale Europea

Brexit indica la fuoriuscita della Gran Bretagna dall'Uione Europea.

EUR sta per Euro.

JPY sta per Japanese Yen, la valuta del Giappone.

La Federal Reserve (FED) è la banca centrale degli Stati Uniti.

PIL: Prodotto interno lordo, è pari alla somma dei beni e dei servizi finali prodotti da un paese in un dato periodo di tempo. Si dice interno perché si riferisce a quello che viene prodotto nel territorio del paese, sia da imprese nazionali sia da imprese estere.

La valutazione di un'azione è il tentativo di stabilirne il valore, ad esempio mettendo il prezzo della stessa in rapporto con gli utili guadagnati nel corso di un trimestre o di un anno.

La volatilità indica la variabilità di uno strumento o di un indice finanziario nel corso del tempo.

USD sta per US dollar, la valuta degli Stati Uniti

Prospettive

Lettera dalle aree geografiche

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Analisi dei fondamentali

Calendario

Glossario

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Informazioni importantiQuesto documento è stato preparato senza tener conto delle esigenze di investimento, degli obiettivi o della situazione finanziaria di qualsiasi investitore. Prima di prendere una decisione di investimento, gli investitori devono considerare, con o senza l'assistenza di un consulente per gli investimenti, se gli investimenti e le strategie descritte o fornite da Deutsche Bank, siano appropriate, in funzione delle loro particolari esigenze di investimento, degli obiettivi e della situazione finanziaria. Inoltre, questo documento è solo a scopo informativo e non costituisce un'offerta, una raccomandazione o una sollecitazione a concludere una transazione e non deve essere considerato come una raccomandazione di investimento.

Deutsche Bank non fornisce consulenza fiscale o legale. Gli investitori dovrebbero chiedere il parere di propri esperti fiscali e avvocati, nel considerare gli investimenti e le strategie suggerite da Deutsche Bank. Gli investimenti con Deutsche Bank non sono garantiti, se non diversamente specificato.

Sebbene le informazioni presenti in questo documento siano state ottenute da fonti ritenute attendibili, non ne garantiamo l'esattezza, la completezza o l'equità, e non dovrebbero essere considerate di conseguenza. Tutte le opinioni e le stime qui riportate, incluse le previsioni di rendimento, riflettono il nostro giudizio al momento di questa presentazione, sono soggette a modifiche senza preavviso e coinvolgono una serie di ipotesi che potrebbero non rilevarsi valide.

Le attività di investimento sono soggette a vari rischi, tra cui fluttuazioni del mercato, modifica normativa, eventuali ritardi nel rimborso e la perdita di reddito e capitale investito. Il valore degli investimenti può diminuire o aumentare e non si può recuperare l'importo originariamente investito in qualsiasi periodotemporale. Inoltre, notevoli fluttuazioni del valore dell'investimento sono possibili anche in brevi periodi di tempo.

Questa pubblicazione contiene dichiarazioniprevisonali future. Le previsioni includono, ma non sono limitate a, ipotesi, stime, proiezioni, opinioni, modelli e analisi delle prestazioni ipotetica. Le dichiarazioni previsionali espresse costituiscono il giudizio dell'autore alla data di questo materiale. Le dichiarazioni previsionali implicano elementi significativi di giudizi soggettivi e analisi e le eventuali modifiche e / o considerazioni di fattori diversi o aggiuntivi potrebbero avere un impatto significativo sui risultati indicati. Pertanto, i risultati effettivi possono variare, forse materialmente, dai risultati contenuti nel presente documento. Nessuna dichiarazione o garanzia è fatta da Deutsche Bank per quanto riguarda la ragionevolezza o completezza di tali dichiarazioni previsionali o di qualsiasi altre informazioni finanziarie contenute nel presente documento.

I termini di qualsiasi investimento saranno esclusivamente soggetti alle disposizioni dettagliate, tra cui considerazioni di rischio, contenute nei documenti di offerta. Quando si effettua una decisione di investimento, si dovrebbe fare affidamento sulla documentazione finale relativa alla transazione e non sul presente documento.

Il presente documento non può essere riprodotto o distribuito senza la nostra autorizzazione scritta. Le modalità di circolazione e distribuzione di questo documento possono essere limitate dalla legge o dalla regolamentazione in alcuni paesi, inclusi gli Stati Uniti. Il presente documento non è destinato alla distribuzione o l'uso da parte di qualsiasi persona fisica o giuridica cittadina o residente in una località, uno stato, un paese o in un'altra giurisdizione, compresi gli Stati Uniti, dove la distribuzione, la pubblicazione, o l'uso dello stesso èvietato o soggetto ad una regolamentazione che sottoponga Deutsche Bank a qualsiasi esigenza di registrazione o di autorizzazione in tale giurisdizione. Alle persone in possesso del presente documento è richiesto di informarsi direttamente in merito di tali restrizioni.

Si ricorda che le performance passate non costituiscono e non possono essere prese a riferimento per risultati futuri. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta dell'investitore

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