CINEMATICA DEI CORPI RIGIDI - - Università … delle lezioni del corso di Statica 2014 1 CINEMATICA...
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appunti delle lezioni del corso di Statica
2014
1
CINEMATICA DEI CORPI RIGIDI
La Cinematica rientra in quella parte della Meccanica Classica che si occupa dello studio della
geometria degli spostamenti dei punti di un sistema materiale ipotizzato come rigido,
indipendentemente dalle cause che li possono generare.
In particolare, nell’ambito della Cinematica delle Strutture, ci si occupa principalmente di
identificare le posizioni che un dato sistema materiale assume nello spazio senza precisare la
successione temporale con la quale si susseguono.
1. PREMESSA
Si consideri un sistema materiale continuo (nel seguito denominato corpo) i cui punti occupano un
insieme di posizioni che definiscono la configurazione iniziale C del corpo.
Per effetto di uno spostamento indotto da cause esterne, il corpo si porta in una nuova
configurazione C’, definita sempre dall’insieme delle posizioni dei punti costituenti il corpo. Si dice
che il corpo ha subito un trasporto dalla configurazione iniziale C alla configurazione variata o
finale C’. Ovvero, ogni punto P del corpo subisce uno spostamento individuato dal vettore Pu
(Figura 1).
Figura 1
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Se durante tale trasporto (anche detto spostamento) si ha che la mutua distanza tra una qualsiasi
coppia di punti costituenti il corpo rimane invariata, il trasporto che porta il corpo dalla posizione
iniziale a quella variata viene detto RIGIDO.
L’ipotesi di spostamenti rigidi, assieme ad altre ipotesi, verrà considerata nello studio della
cinematica dei corpi, denominati impropriamente corpi rigidi, per identificare il fatto che ad essi
sono associati solo spostamenti rigidi.
È evidente che, nel passaggio dalla configurazione iniziale a quella finale (o variata), lo
spostamento (o trasporto) del corpo rigido è definito dall’insieme degli spostamenti compiuti da
tutti i punti costituenti il corpo proprio nel passaggio dalla configurazione iniziale a quella finale.
Considerando dunque il generico punto P del corpo, il suo passaggio dalla configurazione iniziale a
quella finale, ovvero da P a P’, è individuata dal vettore spostamento Pu con origine in P ed
estremo libero in P’:
1 2 31 2 3P'-Ppu u e u e u e= = + + [ 1 ]
essendo 1 2 3, ,e e e i versori degli assi del sistema di riferimento e 1 2 3, ,u u u le componenti del vettore
Pu lungo gli stessi assi.
In particolare, è possibile osservare che se gli spostamenti subiti da tutti i punti costituenti il corpo
nel passaggio dalla configurazione iniziale a quella variata risultano paralleli ad uno stesso piano, si
è nella condizione di SPOSTAMENTO RIGIDO PIANO (ulteriore ipotesi utilizzata nelle prossime
trattazioni). In questo caso, la componente dello spostamento ortogonale al piano dove avviene il
trasporto del corpo risulta essere nulla, ovvero non è più un’incognita nel problema
dell’individuazione della posizione variata del corpo.
Ad esempio, nel caso in cui il trasporto avvenga in un piano parallelo al piano individuato dagli assi
x1, x2 del sistema di riferimento ortonormale, la componente del vettore spostamento lungo l’asse x3
è nulla, per cui il vettore Pu diviene:
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1 21 2P'-Ppu u e u e= = + [ 2 ]
2. ROTOTRASLAZIONE DEI CORPI RIGIDI
Un aspetto di particolare interesse è quello secondo il quale lo spostamento rigido di un corpo può
essere decomposto in due componenti elementari dette rispettivamente TRASLAZIONE rigida e
ROTAZIONE rigida. La composizione delle due dà luogo alla cosiddetta ROTOTRASLAZIONE
rigida che identifica appunto il trasporto del corpo dalla configurazione iniziale a quella variata.
Si esaminano dunque in modo separato le due componenti elementari facendo riferimento al caso di
spostamento rigido piano.
2.1.TRASLAZIONE RIGIDA
Si ha traslazione rigida quando tutti i punti del corpo compiono spostamenti uguali in direzione,
verso e intensità (figura 2), ovvero: P,Qt tP Qu u= ∀ ∈C
Figura 2
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In questo caso dunque il vettore che identifica lo spostamento per ogni punto del corpo viene detto
vettore di TRASLAZIONE rigida e verrà indicato nel seguito come tPu , dove con l’apice t si è
voluto indicare che il vettore è la componente del trasporto associata alla sola traslazione rigida.
È possibile osservare che la traslazione rigida è un particolare tipo di spostamento rigido piano che
avviene su un piano parallelo al vettore di traslazione tPu .
2.2.ROTAZIONE RIGIDA
Si ha invece una rotazione rigida quando tutti i punti del corpo appartenenti ad una retta r non
mutano la loro posizione nel passaggio dalla configurazione iniziale a quella variata: rotazione
rigida attorno all’asse di rotazione r. Supponendo che l’asse di rotazione coincido con l’asse x3 del
sistema di riferimento, ovvero che anche in questo caso si abbia un trasporto che avvenga nel piano
x1x2, la rotazione è descritta dal vettore 3θ eθ = ⋅ , essendo 3e il versore dell’asse di rotazione r.
In figura 3 è riportato un esempio di rotazione rigida attorno ad una retta ortogonale al piano 1 2,x x
passante per il punto Q del corpo.
Figura 3
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In questo caso, il vettore che identifica lo spostamento di un generico punto P del corpo verrà
indicato con rPu ed è funzione dell’ampiezza θ della rotazione. In particolare, nel caso illustrato in
figura 3, si ha:
* *'
rP P Pu x x= − [ 3 ]
dove i vettori * *' ,P Px x che definiscono rispettivamente la posizione di P’ e di P rispetto al centro di
rotazione Q, ovvero:
*' 'P P Qx x x= − [ 4 ]
*P P Qx x x= − [ 5 ]
presentano lo stesso modulo b in quanto lo spostamento del punto P avviene lungo un arco di
circonferenza:
* *' bP Px x= = [ 6 ]
In particolare, tenendo conto delle componenti di questi vettori lungo gli assi del sistema di
riferimento, essi possono essere scritti come:
1 1
2 2*
3 33 3
b cosb sin
P Q
P QP
P QP Q
x xx xx
x xx x
αα
− −= = −−
[ 7]
1 1'
2 2*''
3 33 3'
b cos( )b sin( )
P Q
P QP
P QP Q
x xx xx
x xx x
α θα θ
− + +−= = −−
[ 8]
Nella [8] si è tenuto conto del fatto che la componente del vettore *Px lungo l’asse x3 non subisce
variazione durante la rotazione rigida in quanto essa avviene nel piano x1x2, ovvero la componente
di * *' ,P Px x è addirittura nulla in questo caso, ma per generalizzare il problema continuiamo a
includerli nei vettori posizione.
Utilizzando le ben note relazioni trigonometriche, il vettore *'Px può essere scritto come:
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( ) ( )( ) ( )
1 1 2 2
* 1 1 2 2'
3 33 3
cos sinb cos cos b sin sinb cos sin b sin cos sin cos
P Q P Q
P P Q P Q
P QP Q
x x x x
x x x x xx x x x
θ θα θ α θα θ α θ θ θ
− − −⋅ ⋅ − ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅= = − + − − −
[ 9]
ovvero nella seguente forma:
( )( )
1 1
* *2 2'
3 3
cos sin 0sin cos 0
0 0 1
P Q
rP PP Q
P Q
x x
x xx x
x x
θ θθ θ
−− = = Ω ⋅− −
[ 10]
dove rΩ è detta matrice delle rotazioni. Si può osservare che tale matrice è emisimmetrica (ovvero
( )Tr rΩ = − Ω ).
Sfruttando la relazione alla quale si è appena pervenuti, il vettore rPu può essere scritto come:
* * * * *'
r r rP P P P P Pu x x x x I x = − = Ω − = Ω − [ 11]
nella quale I rappresenta la matrice unitaria, ovvero:
cos sin 0 1 0 0 (cos 1) sin 0sin cos 0 0 1 0 sin (cos 1) 00 0 1 0 0 1 0 0 0
r Iθ θ θ θθ θ θ θ
− − − Ω − = − = −
[ 12]
e dunque:
1 11
2 22
3 3 3
(cos 1) sin 0sin (cos 1) 00 0 0
P QPr
P QP P
P P Q
x xux xu u
u x x
θ θθ θ
− − − −= = − ⋅ −
[ 13]
Dalla quale si osserva chiaramente come in questo caso di rotazione rigida piana risulti: 3 0Pu = .
Quindi anche in questo caso il problema si semplifica in quanto, considerando solo le prime due
componenti dello spostamento, ovvero il caso piano, si può fare riferimento a una matrice di
rotazione di ordine ridotto
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cos sinsin cos
r θ θθ θ
− Ω =
e dunque al vettore rappresentativo del trasporto in caso di rotazione rigida
piana che risulta: 1 11
2 22
(cos 1) sinsin (cos 1)
r P QPP
P QP
x xuu
x xuθ θθ θ
−− − = = ⋅ −−
.
Una volta definite le componenti elementari dello spostamento rigido piano (traslazione rigida e
rotazione rigida), è possibile definire lo spostamento generico del punto P del corpo andando a
comporre le due componenti (rototraslazione):
*rtP PQu u I x = + Ω − [ 14]
dove, tQu rappresenta la traslazione rigida del generico punto del corpo, mentre la seconda parte
rappresenta la componente della rotazione rigida attorno ad una retta normale al piano in cui si ha la
traslazione rigida, passante per il punto Q (il fatto che l’asse di rotazione passi per il punto Q è
descritto dal vettore *Px le cui componenti risultano appunto
1 1*
2 2P Q
PP Q
x xx
x x −
= − ).
3. SPOSTAMENTI RIGIDI INFINITESIMI
Una ulteriore ipotesi spesso utilizzata nello studio della cinematica dei corpi rigidi è quella di
spostamenti rigidi infinitesimi. In pratica, questa ipotesi viene utilizzata quando gli spostamenti
sono molto piccoli rispetto alle dimensioni del corpo, ovvero quando il trasporto non dà luogo ad
una significativa variazione della configurazione del corpo.
L’ipotesi di spostamenti rigidi infinitesimi, consente di introdurre ulteriori semplificazioni. Tra
queste il concetto di rotazione rigida infinitesima θ che implica cos 1; sinθ θ θ≈ ≈ , ovvero ci si
arresta al primo termine dello sviluppo in serie, che dà luogo ad una matrice di rotazione nel caso
piano 11
r θθ
− Ω =
e quindi uno spostamento di rototraslazione pari a:
*tP Q Pu u W x= + [ 15]
dove:
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00
rW I
θθ
− = Ω − =
[ 16]
è detta MATRICE DELLE PICCOLE ROTAZIONI PIANE che risulta essere una matrice
emisimmetrica definita nulla (ovvero gli elementi della matrice sulla diagonale principale sono
nulli). Una proprietà importante di questo tipo di matrici consiste nel fatto che se pre-moltiplicate
per il trasposto di un vettore e post-moltiplicate per lo stesso vettore, qualunque esso sia, si ottiene
zero: ( ) ( ) 0Ta W a = .
Segue dunque:
1 1 1 1 2 21
2 2 2 2 1 12
( )0( )0
Q P Q Q P QP
Q P Q Q P QP
u x x u x xuu x x u x xu
θθθθ
− − −− = + = − + −
[ 17]
che può essere posto nella seguente forma:
12 21
*21 12
1 0 ( )( , )
0 1 ( )
QP QP
P QQP QP
ux xu
u D x x qx xu
θ
− − = = −
[ 18]
dove:
2 2
1 1
1 0 ( )( , )
0 1 ( )P Q
P QP Q
x xD x x
x x − −
= − , viene detta matrice cinematica in quanto trasforma il vettore di
rototraslazione riferito al punto Q nello spostamento del punto P;
1 2 θT
Q Qq u u = , è il vettore di rototraslazione rispetto al punto Q a cui è riferito il moto. Le
componenti di questo vettore prendono il nome di parametri lagrangiani o spostamenti
generalizzati. Essi risultano essere 3 quando si hanno spostamenti rigidi piani, mentre risultano
essere 6, ovvero: 1 2 3 1 2 3θ θ θT
Q Q Qq u u u = quando si hanno spostamenti rigidi nello spazio.
La loro conoscenza consente di individuare la posizione del corpo nella configurazione variata.
Si può dimostrare che uno spostamento rigido piano può essere sempre visto come una rotazione
rigida attorno ad un punto detto centro di rotazione assoluto. Infatti se questo punto è improprio si
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ha una traslazione, se invece è proprio si ha una rotazione attorno ad un asse passante per esso
(teorema di Eulero).
Il centro di rotazione assoluto è dunque caratterizzato dal fatto che non subisce alcuno spostamento
durante il passaggio dalla configurazione iniziale a quella variata. Ovvero, se indichiamo con C il
centro di rotazione assoluto si ha che:
0Cu = [ 19]
Ciò consente di calcolare le coordinate del centro di rotazione assoluto.
Infatti, esprimendo lo spostamento del centro C come composizione della traslazione rigida del
punto generico P del corpo e della rotazione rigida rispetto a questo punto:
( ) 0C P C Pu u W x x= + − = [ 20]
si ottiene:
( ) 0P C Pu W x x+ − = [ 21]
che, in termini di componenti risulta:
1 11
2 22
0 00 0
PP C
PP C
x xux xu
θθ
−− + = −
[ 22]
Da cui si ottengono le coordinate del centro di rotazione assoluto C :
( )( )
21 11
2 2
122 21 1
0
0
PC PPCP
C PPP
PC
ux xu x x
uu x x x x
θ θθ
θ
= −− − = →+ − = = +
[ 23]
Dalla definizione di centro di rotazione assoluto è possibile osservare che:
se il punto C rispetto al quale è riferita la rotazione è un centro di rotazione assoluto, ovvero il
punto C durante il trasporto non subisce spostamenti ( 0Cu = ), segue che: ( )P P Cu W x x= − . Pre-
moltiplicando entrambi i membri per ( )TP Cx x− , si ottiene:
( ) ( ) ( ) 0T TP C P P C P Cx x u x x W x x− ⋅ = − − = essendo la matrice W emisimmetrica. Ciò dimostra
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che nel caso di spostamenti rigidi infinitesimi il vettore spostamento Pu è ortogonale al vettore
congiungente il centro di rotazione assoluto con il punto considerato (Teorema di Chasles: dato un
campo di spostamento rigido piano, lo spostamento di un punto è diretto perpendicolarmente alla
congiungente il centro di rotazione).
Ovvero, noto lo spostamento di due punti del corpo rigido, tracciando le normali ad essi passanti per
i loro punti di origine, l’intersezione tra le due normali individua proprio il centro di rotazione
assoluto.
Tenendo conto di ciò, l’espressione che descrive il vettore di rototraslazione può essere scritta nella
seguente forma:
( )3 * 3θ θt tP Q P Q P Qu u e x u e x x= + × = + × − [ 24]
Dove si ricorda che il vettore *Px descrive la posizione del punto P rispetto al punto Q, mentre
,P Qx x sono i vettori che descrivono la posizione di P e Q rispetto all’origine del sistema di
riferimento, e il simbolo × indica l’operazione di prodotto vettoriale.
Infine è importante osservare che, se invece del punto Q, che non subisce traslazioni durante la
rotazione rigida del corpo, si sceglie un altro punto, ad esempio il punto M che invece durante la
rotazione rigida del corpo subisce uno spostamento che lo porta in M’, la rotazione rigida del corpo
deve essere vista come somma di una ulteriore traslazione rigida del corpo dovuta alla traslazione
subita dal punto M e da una rotazione rigida di ampiezza θ stavolta attorno al punto M’.
Infatti, il vettore spostamento del punto P dovuto alla rotazione rigida, risulta pari a:
0 0( ) ( ' )rPu P P P P= − + −
dove:
0( )P P− rappresenta la traslazione rigida dovuta al trasporto di M in M’;
0( ' )P P− rappresenta lo spostamento legato alla rotazione rigida che risulta dunque:
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( ) ( )0
3 3'0( ' ) P M P MP P e x x e x xθ θ− = × − = × − , essendo ( ) ( )0 'P M P Mx x x x− = − in quanto nel
passaggio da M a M’, e di conseguenza da P a P0, il corpo subisce una traslazione rigida.
Figura 4
Da ciò discende che nella formula dello spostamento rigido infinitesimo, la parte legata alla
traslazione rigida del punto di riferimento che si sceglie (in pratica, quello di cui si conosce lo
spostamento e la rotazione) comprende lo spostamento effettivo del punto, ovvero quello dovuto
alla traslazione rigida del corpo e quello dovuta alla rotazione rigida del corpo:
( )3 * 3θ θP M P M P Mu u e x u e x x= + × = + × −
Nel caso esaminato in precedenza, ovvero quando si è fatto riferimento al punto Q, il punto di
riferimento non subiva spostamenti durante la rotazione rigida, per questo si utilizzava l’apice t per
distinguere l’effetto della traslazione rigida imposta al corpo da quello legato alla sola rotazione
rigida proprio intorno al punto Q.
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OSSERVAZIONE 1.
È possibile dimostrare che nel caso di spostamenti rigidi infinitesimi, le componenti di spostamento
di due punti secondo la loro congiungente sono uguali.
Considerando infatti due punti A e B del corpo, ,A Bu u i rispettivi spostamenti rigidi infinitesimi, e
il versore della retta congiungente i due punti, e considerando la rototraslazione dei due pinti riferita
allo stesso punto generico O:
( )( )
θ
θA O A O
B O B O
u u e x x
u u e x x
= + × −
= + × −
Le componenti di questi vettori lungo la retta congiungente gli stessi risultano:
AA
BB
u u e
u u e
= ⋅
= ⋅
Valutando la loro differenza:
( ) ( ) 0B A B Au u e x x eθ − ⋅ = × − ⋅ =
si osserva che essa è nulla, confermando l’uguaglianza delle due componenti degli spostamenti
lungo la retta congiungente i due punti.
Questo risultato è direttamente legato al fatto che il campo delle velocità in un atto di moto rigido è
equiproiettivo e dal fatto che la cinematica degli spostamenti rigidi infinitesimi coincide con la
cinematica degli atti di moto.
OSSERVAZIONE 2.
La formula dello spostamento rigido infinitesimo può anche essere dedotta seguendo un approccio
più generale.
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Figura 5
Considerando il corpo nella configurazione C soggetto a una rotazione rigida di ampiezza θ attorno
all’asse a di versore e , preso il generico punto P del corpo, la cui proiezione ortogonale sull’asse a
individua il punto Q, lo spostamento subito dal punto P durante la rotazione rigida risulta pari a:
( ) ( )0 0'rPu P P P P= − + −
dove, essendo 0 0'P P P P− = − in quanto la rotazione avviene lungo un arco di circonferenza,
risulta:
( )0
0
1 cos
' sin
P P P Q
P P P Q
θ
θ
− = − −
− = −
Ovvero, tenendo conto del fatto che ( )0P P− è diretto lungo la retta d’azione di ( )P Q− , con verso
opposto, e che invece ( )0'P P− è ortogonale a quest’ultima, risulta:
( ) ( ) ( ) ( )( ) ( )
*0
*0
cos 1 cos 1
' sin sinP
P
P P P Q x
P P e P Q e x
θ θ
θ θ
− = − − = −
− = × − = ×
Quindi lo spostamento subito dal punto P a seguito della rotazione rigida risulta:
( ) * *cos 1 sinrP P Pu x e xθ θ= − + ×
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che nel caso di spostamenti rigidi infinitesimi diviene:
*rP Pu e xθ= ×
dove, sommando la componente relativa alla traslazione rigida dello stesso punto Q, dà luogo alla
stessa espressione [24] ottenuta in precedenza:
* *θP Q P Q Pu u e x u xθ= + × = + ×
ad eccezione del fatto che in questo caso l’asse di rotazione non coincide con l’asse x3 del sistema
di riferimento ma è generico.
Passando ad una rappresentazione scalare di questa espressione, quindi esprimendo i vettori che
appaiono in essa nel riferimento ortonormale x1x2x3:
1 2 31 2 3P P P Pu u e u e u e= + +
1 2 31 2 3Q Q Q Qu u e u e u e= + +
1 2 31 2 3e e eθ θ θ θ= + +
* 1 2 3*1 *2 *3P P P Px x e x e x e= + +
ricordando che:
( ) ( ) ( )1 2 3
* 1 2 3 2 *3 3 *2 1 *3 3 *1 1 *2 2 *11 2 3
*1 *2 *3
θ θ θP P P P P P P
P P P
e e ex x x e x x e x x e
x x xθ θ θ θ θ θ θ× = = − − − + −
che scritta per componenti diventa:
3 2 *1
* 3 1 *2
2 1 *3
00
0
P
P P
P
xx x
x
θ θθ θ θ
θ θ
− × = − −
che inserita nella formula dello spostamento diviene:
1 1 3 2 *1
2 2 3 1 *2
3 3 2 1 *3
00
0
P Q P
P Q P
P Q P
u u xu u xu u x
θ θθ θθ θ
− = + − −
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nella quale:
3 2
3 1
2 1
00
0W
θ θθ θθ θ
− = − −
rappresenta proprio la matrice delle piccole rotazione, che, nel caso particolare di rotazione rigida
piana attorno all’asse x3 del sistema di riferimento (ovvero 1 2 30; 0;θ θ θ θ= = = ), diventa:
0 00 0
0 0 0W
θθ − =
La stessa dedotta in precedenza per il caso di rotazioni rigide piane.
OSSERVAZIONE 3.
La matrice delle piccole rotazioni può essere dedotta utilizzando la formula di Rodriguez, ovvero,
data una rotazione nello spazio euclideo di misura θ intorno ad un asse individuato dal versore e ,
per ogni vettore geometrico vale la relazione:
2sin ( ) (1 cos ) ( )r I e eθ θΩ = + Λ + − Λ
dove ( )eΛ è la matrice assiale associata al versore e dell’asse intorno a cui ruota il corpo, mentre
2 ( ) ( ) ( )e e eΛ = Λ Λ
( )eΛ è una matrice emisimmetrica, per la quale dunque vale la proprietà:
: ( )x e x e x∀ Λ = ×
e che si ottiene nel seguente modo:
1 3 2
2 3 1
3 2 1
0( ) 0
0
e e ee e e e e
e e e
− = → Λ = − −
Da cui si osserva che se l’asse di rotazione coincide con l’asse x3 del sistema di riferimento, la
matrice assiale assume la seguente espressione:
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3 3
0 0 1 00 ( ) 1 0 01 0 0 0
e e = → Λ =
mentre:
32
1 0 0( ) 0 1 0
0 0 0e
− Λ = −
Applicando dunque la formula di Rodriguez in questo caso, si ottiene:
1 0 0 0 1 0 1 0 0 cos sin 00 1 0 sin 1 0 0 (1 cos ) 0 1 0 sin cos 00 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1
r
θ θθ θ θ θ
− − − Ω = + + − − =
Considerando l’ipotesi di spostamenti infinitesimi, la formula di Rodriguez diviene:
3sin ( )r
I eθΩ = + Λ
e quindi, nelle stesse ipotesi di prima, si ha:
1 0 0 0 1 0 1 00 1 0 1 0 0 1 00 0 1 0 0 0 0 0 1
rθ
θ θ− −
Ω = + =
Dalla quale si ottiene la matrice delle piccole rotazioni piane ([16]):
0 00 0
0 0 0
rW I
θθ
− = Ω − =
La formula di Rodriguez diventa molto utile nel caso di rotazione attorno un asse generico di
versore e .
In questo caso infatti:
3 2
3 1
2 1
1sin ( ) 1
1
rI e
θ θθ θ θ
θ θ
− Ω = + Λ = − −
e la matrice delle piccole rotazioni rigide risulta:
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3 2
3 1
2 1
00
0
rW I
θ θθ θθ θ
− = Ω − = − −
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4. SISTEMI DI CORPI RIGIDI
Nel caso si abbia un sistema costituito da n corpi rigidi, dove ogni corpo i-esimo occupa una
configurazione Ci, è evidente che i parametri lagrangiani q sono tre (sei nello spazio) per ogni
corpo i-esimo. Essi possono essere raggruppati nella matrice dei parametri lagrangiani del sistema
di corpi, di ordine 3×n nel piano e 6×n nello spazio:
1 2 3...
n nq q q q
× = [ 25]
È altresì evidente che nel caso di sistema di n corpi, le relazioni dedotte precedentemente per il
singolo corpo, continuano ad essere valide ma devono essere scritte con riferimento ad ogni corpo
costituente il sistema.
Nel caso inoltre della presenza di n corpi, oltre a poter definire il centro di rotazione assoluto, uno
per ogni corpo, è possibile introdurre la nozione di centro di rotazione relativa tra due corpi.
Infatti, dati due corpi Ci e Cj, e detti Ci e Cj i rispettivi centri di rotazione assoluta, si definisce
centro di rotazione relativa Cij il punto intorno a cui Ci è visto ruotare da un osservatore solidale a
Cj.
Considerando il caso di due soli corpi, è possibile dimostrare che la presenza di un possibile
cinematismo dei corpi implica che i due centri di rotazione assoluta sono allineati con il centro di
rotazione relativa tra i due corpi (teorema 1 delle catene cinematiche).
Infatti, considerando i due corpi soggetti ognuno ad una rotazione intorno al rispettivo centro
proprio, si impone una rotazione pari a 2θ− a entrambi i corpi rispetto al centro C2: lo spostamento
relativo tra i due corpi non varia. Il corpo C2 ritorna nella posizione iniziale, mentre il corpo C1
assume una posizione relativa rispetto a C2 definita dalla somma di 1θ intorno a C1 e di 2θ− rispetto
a C2. Si osserva che solo il centro relativo subisce per effetto del moto dei due corpi lo stesso
spostamento.
appunti delle lezioni del corso di Statica
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Figura 6
Inoltre si può dimostrare che, in presenza di tre corpi in moto relativo tra loro, si ha l’esistenza di
tre centri relativi che risultano essere allineati (teorema 2 delle catene cinematiche).
Infatti, anche in questo caso, imponendo una rotazione pari a 1θ− intorno a C1 per tutti i corpi, si
individuano i centri relativi C12 e C13 che rappresentano i centri assoluti del corpo C2 e del corpo C3
rispetto al corpo C1. Per il teorema 1, questi due centri devono dunque essere allineati con il centro
relativo C23, il quale a sua volta deve essere allineato con i centri assoluti del corpo due e del corpo
3.
C1
C2
C12
θ1
θ2
θ1-θ2
-θ2
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2014
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Figura 7
Nel seguito si introdurranno altre proprietà e si dimostrerà l’utilità di questi teoremi nell’individuare
la possibilità che si abbia un cinematismo in un sistema di corpi rigidi quando ad esempio risultino
presenti restrizioni sugli spostamenti (vincoli).
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APPLICAZIONI NUMERICHE
ESERCIZIO 1
Si consideri il corpo rappresentato dal rettangolo in figura 4. Assunto il sistema di riferimento con
origine nel punto O e considerando l’ipotesi di piccoli spostamenti rigidi piani, a partire dalla
configurazione iniziale, viene impresso uno spostamento descritto dai seguenti parametri
lagrangiani:
1
2
0.030.050.01
A
A
uq u
θ
= =
Figura 4
Si vuole determinare lo spostamento dei punti B e D nonché le coordinate del centro di rotazione
assoluta C .
Applichiamo le relazioni derivate sopra:
( )*B A B A B Au u W x u W x x= + = + −
dove:
1
2
0.030.05
AA
A
uu
u
= =
,
1 1*
2 2
50
B AB B A
B A
x xx x x
x x −
= − = = − ,
0 0 0.010 0.01 0
Wθ
θ− −
= =
si ottiene dunque:
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1 1 1 1
2 2 2 2
0 0.03 0 0.01 5 0.030 0.05 0.01 0 0 0.10
B A B A
B A B A
u u x xu u x x
θθ
− − − = + = + = −
1 20 03 0 10Bu . e . e= +
Allo stesso modo si può dedurre lo spostamento del punto D:
( )*D A D D D Au u W x u W x x= + = + −
dove:
1
2
0.030.05
AA
A
uu
u
= =
,
1 1*
2 2
53
D AD D A
D A
x xx x x
x x −
= − = = − ,
0 0 0.010 0.01 0
Wθ
θ− −
= =
si ottiene dunque:
1 1 1 1
2 2 2 2
0 0.03 0 0.01 5 0.000 0.05 0.01 0 3 0.10
D A D A
D A D A
u u x xu u x x
θθ
− − − = + = + = −
20 10Du . e=
Si può pervenire agli stessi risultati utilizzando l’espressione basata sulla matrice cinematica:
11 2 2
*22 1 1
1 0 ( )( , )
0 1 ( )
AB B A
B AAB B A
uu x x
u D x x qu x x
θ
− − = = −
Ovvero:
1
2
0.031 0 0 0.03
0.050 1 5 0.10
0.01
B
B
uu
= =
Così come per il punto D:
11 2 2
22 1 1
0.031 0 3 0.01 0 ( )
0.050 1 5 0.10 1 ( )
0.01
AD D A
AD D A
uu x x
uu x x
θ
− − − = = = −
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Si può altresì utilizzare l’ultima espressione dedotta basata sull’ortogonalità tra il vettore
spostamento e il vettore congiungente il polo di rotazione:
( )3 * 3θ θt tB A B A B Au u e x u e x x= + × = + × −
Infatti:
1 20.03 0.05tAu e e= + , * 15Bx e=
3 * 3 1 2θ 0.01 5 0.05Be x e e e× = × = → 1 20.03 0.10Bu e e= +
E per il punto D:
* 1 25 3Dx e e= +
( )3 * 3 1 2 1 2θ 0.01 5 3 0.03 0.05De x e e e e e× = × + = − + → 20.10Du e=
A questo punto si possono calcolare le coordinate del centro di rotazione assoluta:
( )( )
21 11
2 2
122 21 1
0.052 30 0.010.030 1 40.01
AC AACA
C AAA
AC
ux xu x x
uu x x x x
θ θθ
θ
= − = − = −− − = →− − = = + = + =
Risulta interessante calcolare lo spostamento di un punto qualsiasi rispetto al centro di rotazione
assoluta C :
1 1 11
2 2 22
0 0.00 0 0.01 7 ( 3) 0.030 0.00 0.01 0 1 4 0.10
BB C C
BB C C
u x xuu x xu
θθ
−− − − − = + = + = − −
1
2 212
1 12
01 0 ( ) 1 0 (1 4) 0.03
00 1 ( ) 0 1 (7 3) 0.1
0.01
CBB C
CBB C
ux xu
ux xu
θ
− − − − = = = − +
( )3 * 3 3 1 2 1 2θ θ 0.01 10 3 0.03 0.1t tB C B C B Cu u e x u e x x e e e e e = + × = + × − = × + − = +
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ESERCIZIO 2
Con riferimento al corpo rigido dell’esercizio 1, considerando le stesse ipotesi, viene impresso uno
spostamento descritto dai seguenti parametri lagrangiani:
1
2
0.030.05
0
A
A
uq u
θ
= =
Figura 4
Si vuole determinare lo spostamento dei punti B e D nonché le coordinate del centro di rotazione
assoluta C .
Si utilizza l’espressione basata sull’ortogonalità tra il vettore spostamento e il vettore congiungente
il polo di rotazione:
( )3 * 3θ θt tB A B A B Au u e x u e x x= + × = + × −
che, nel caso in esame, essendo nulla la rotazione diventa:
1 20.03 0.05tB Au u e e= = +
Allo stesso modo:
( )3 * 3 1 2θ θ 0.03 0.05t t tD A B A B A Au u e x u e x x u e e= + × = + × − = = +
Ovvero il corpo trasla rigidamente.
È interessante osservare che il calcolo delle coordinate del centro di rotazione conduce a un centro
improprio a causa del fatto che la rotazione è nulla.
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ESERCIZIO 3
Con riferimento al corpo rigido dell’esercizio 1, considerando le stesse ipotesi, viene impresso uno
spostamento descritto dai seguenti parametri lagrangiani:
1
2
00
0.01
A
A
uq u
θ
= =
Figura 4
Si vuole determinare lo spostamento dei punti B e D nonché le coordinate del centro di rotazione
assoluta C .
Si utilizza l’espressione basata sull’ortogonalità tra il vettore spostamento e il vettore congiungente
il polo di rotazione:
( )3 * 3θ θt tB A B A B Au u e x u e x x= + × = + × −
che, nel caso in esame, essendo nulla la rotazione diventa
( )3 * 3 3 1 2θ θ θ 5 0.05B B B Au e x e x x e e e= × = × − = × =
Mentre:
( ) ( )3 * 3 3 1 2 21θ θ θ 5 3 0.03 0.05D D D Au e x e x x e e e e e= × = × − = × + = − +
E il centro di rotazione assoluta avrà come componenti:
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( )( )
21 1
12 2
21 1
0
0
AC A ACA
C AA
ux xu x x
u x x
θ θ
θ
= − − − = →− − =
12 2
2
AAC
ux xθ
=
= + 1=
Ovvero coinciderà proprio con il punto A, unico punto del corpo che durante la rototraslazione non
subisce spostamenti.